Rivista arti marziali cintura nera 288 maggio 1 parte

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“Si può essere a favore della globalizzazione e contro il suo corso attuale, lo stesso che essere a favore dell’elettricità e contro la sedia elettrica. Fernando Savater

he cosa possiamo offrire al lettore Cinese con questa rivista? Una cultura marziale così ricca come quella Cinese, piena di stili, tradizioni, bellissime diversificazioni e riproduzioni di molteplici formule di combattimento che hanno impregnato il mondo con le loro peculiarità, i loro modi e forme, che cosa possono trovare di buono, differente e positivo nella nostra rivista? Tutti sappiamo quanto, della tradizione Marziale Cinese, si è perso nei meandri della storia antica e recente. La Cina è stata tradizionalmente un paese di emigranti e questi in molti casi hanno conservato molte delle meraviglie marziali, dei tesori che ora finalmente con una Cina più aperta, possono ritornare a casa. Però, non solo questo troveranno in queste pagine le Arti oriunde di un paese così ricco di tradizioni marziali come la Cina. Il mondo intero ha vissuto un processo di globalizzazione, d’incroci di razze, una messa a punto del tradizionale di fronte alla modernità. Altre meravigliose tradizioni, molte di loro nascoste, sono uscite alla luce in un'epoca in cui i segreti si trovano più nel contenuto che nelle forme. Chilometri di bellissime tradizioni marziali sono risorte e sono passate attraverso le nostre pagine negli ultimi 28 anni d’esistenza della rivista in sei lingue, ora sette con l’edizione cinese. Abbiamo riscattato stili dimenticati dell'Europa medievale, della scherma antica, di paesi e culture del Giappone, Corea, Vietnam, di tutto il Sud-est Asiatico; dei Gaucho Argentini, degli Indiani americani. Stili di radice etnica come il "Jogo do pau" gioco del palo portoghese, il "Palo Canario", il tiro con l’arco a cavallo dei mongoli, ecc... ecc... Abbiamo vissuto in prima linea la specializzazione degli esperti in sicurezza privata, militare o poliziesca, in tempi turbolenti dove militari e polizia sono arrivati a confondersi in faccende di intermediazione internazionale sotto gli organismi internazionali dell’OSCE, ONU, ecc Abbiamo riflettuto sui segreti della sicurezza negli aerei dopo l’11 Settembre, pubblicato le maggiori competenze del settore e continuiamo a farlo, perché questo ramo delle Arti Marziali è senza dubbio un punto di contatto nella nostra era. Naturalmente abbiamo assistito alla configurazione delle Arti Marziali come sport, incluso quelli olimpici, l’avvento dello spettacolo nel nostro mondo con la rappresentazione della marzialità più appariscente in termini estetici e, ovviamente, abbiamo informato sulla rinascita di questo

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“Globalizzazione non è la stessa cosa di Universalizzazione, anzi molte volte produce il contrario, perché la reazione al mescolamento e al tumulto è la discriminazione, il razzismo e il minifondismo, come un palloncino che quando si gonfia e cresce, preme sempre di più verso l'interno”. Huang Ta Chung

nuovo "circo romano" dei combattimenti senza regole, senza dubbio il maggior commercio mediatico del nostro tempo, che quasi ha divorato il pugilato stesso; mi riferisco chiaramente agli UFC, Pride, ecc. Ogni mese portiamo su queste pagine il meglio di questo mondo Marziale in tutte le sue varianti, con i migliori Maestri, non importa se vivono in Australia, America, Europa, Cina o Russia... ciononostante, non ci siamo fermati qui; in un'epoca audiovisiva, abbiamo creato il maggior catalogo di video istruttivi mai realizzato, con più di 600 titoli tradotti in varie lingue. Grandi Maestri, campioni, istruttori, ufficiali di diversi paesi, insegnano attraverso questi video cose che s’impiegherebbero anni per imparare viaggiando intorno al mondo. Inoltre, usando questo grande strumento che è Internet, ora si può scaricare immediatamente e senza attese tutti questi video a un prezzo molto accessibile. Tutto ciò con una qualità e professionalità mai viste nel nostro settore. Con l'edizione quindicinale della rivista online, abbiamo fatto l'ultimo grande passo in questo processo di modernizzazione nel nostro settore. Il lavoro è arduo perché presuppone che ogni tre giorni, tutti i mesi, mettiamo in rete almeno una rivista in una lingua (eccetto l'edizione in Cinese che ancora oggi è di una sola il mese). Ieri la lettura delle riviste superava i 285.000... non ci sono paesi, dove non si legga (eccezione fatta per il Turkmenistan, vai a capire il perché!). Ogni mese, grandi figure del nostro Universo Marziale collaborano alle nostre pagine e tutto questo sta creando un'occasione unica, uno spazio d’incontro virtuale e multiculturale, dove ogni studente può arricchirsi e dove ogni Maestro può far conoscere il suo sistema e trasmettere la sua conoscenza. Se a questo aggiungiamo la gratuità del nostro mezzo, è facile comprendere che questi risultati sono solo l’inizio di qualcosa di più grande. Per far parte di esso e per essere informati su ogni novità, iscrivervi gratuitamente al nostro sito web www.budointernational.com e la nostra equipe vi avviserà di ogni uscita della rivista, di ogni novità. Siate attenti! Perché molte cose interessanti stanno passando là fuori! Il mondo è molto grande, ma con questa rivista, lo porteremo sullo schermo del vostro computer, portatile o fisso, ogni mese. Questo è il nostro compromesso, questa la nostra offerta. Registrarvi e fate parte di ciò! Grazie per continuare a seguirci, senza di voi questo progetto non sarebbe possibile.

Traduzione: Chiara Bertelli


Alfredo Tucci è Managing Director BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com

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Iaido


Arti Tradizionali

La via della sciabola non è un cammino che chiunque può percorrere, benché qualsiasi persona possa intraprendere il suo apprendistato. La sciabola giapponese è il riassunto, l’inizio e la fine di tutte le tradizioni marziali giapponesi. Portare una sciabola, maneggiarla, dominarla, diventare una cosa sola con essa, è una pratica alla quale la spiritualità non è aliena. La spiritualità, intesa come lo spiritus – “l'alito essenziale”, il “soffio” dell'anima, controparte della materialità-, trova la sua maggiore realizzazione proprio attraverso la cosa più densa, solida e concreta, il metallo. Curiosamente il “metallo”, nella tradizione cosmogonica Orientale (Go Kyo), è l'elemento che comprende i polmoni, come organo, e la loro funzione, la respirazione. L'Iaido, “l'Arte dello sfoderare la sciabola tagliando”, è stato dominato da due tipi di scuole, opposte e complementari. L'una, incentrata su formule più rigide e ritualizzate; l'altra, focalizzata sul dominio della più nobile delle armi attraverso la fluidità. Senza dubbio, il Maestro Akeshi appartiene a questo secondo genere, come ha dimostrato più volte nei suoi lavori in video. Secondo questa linea, l’essenziale non è tanto il



gesto o la forma, ma la sensibilizzazione ed il dominio. Solo allora, il praticante è in grado di aprirsi all'atto magico dell'esecuzione impeccabile ed economica, alla maestria, che è lo scopo che, nella sostanza, tutte le scuole marziali perseguono al suo massimo livello. Per questo il Maestro Sueyoshi propone una metodologia di allenamento, nella quale l’allievo deve familiarizzare con la sua arma fino a quando essa si trasforma per prima cosa in un'estensione delle sue mani, poi del suo corpo ed infine della sua respirazione.


er ottenere tale risultato, Akeshi propone degli esercizi che sono stati realizzati per secoli, ma non evita di aggiungere ciò che, sia lui che il suo Maestro, hanno elaborato attraverso la loro personale esperienza. Questi esercizi includono allungamenti frutto dell'esagerazione dei movimenti con il Katana, utilizzando per questo un Jo, e una notevole ed ingegnosa varietà di azioni prestabilite, che conferiscono all’allievo un graduale dominio del suo corpo e della sua arma.

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Data la scarsità in Occidente di veri Maestri di quest’Arte Marziale, lo studio attraverso video o DVD è una delle poche alternative che possiede il neofita p e r i m p a r a re q u e s t ’ A r t e . È v e ro c h e s e n o n h a i p r a t i c a t o i n p re c e d e n z a u n ' a l t r a A r t e M a r z i a l e , i m p a r a re p e r c o n t o t u o è u n c o m p i t o q u a s i impossibile. I ritmi, l’impegno e la serietà che richiedono tali pratiche, non possono essere appresi senza la guida di un buon Maestro, senza l'esperienza di un apprendistato.


Arti Tradizionali “Anticamente si diceva che il katana non doveva essere sguainato senza che il suo filo si bagnasse di sangue, altrimenti si versava in esso sangue altrui: spesso lo spadaccino si tagliava leggermente il dito per compiere il rituale. Oggigiorno ci tagliamo il dito solo quando sbagliamo la tecnica‌â€?


Arti Tradizionali


Iaido Tuttavia un Karateka o un Aikidoka ben formati nelle loro Arti, per esempio, possono utilizzare la loro precedente esperienza per praticare in casa per conto proprio, a partire da quello che Sueyoshi Akeshi spiega nei suoi video istruttivi. L’essenziale, oltre alla tecnica, è già presente nell’allievo, deve solo dare l’opportunità al suo corpo di svilupparlo. Una o due esercitazioni la settimana fanno miracoli in chi è capace di mantenere con serietà questo ritmo di allenamento, conciliato con il proprio stile abituale. In realtà, molto presto l’allievo scoprirà come la sua pratica o i suoi allenamenti quotidiani nel suo stile, trovino una nuova impostazione, una rinnovata forza e un nuovo sviluppo. Tale conseguenza deriva dalla natura dell'allenamento dell'Iaido, che riduce allo stretto necessario l'essenza stessa del combattimento e, facendolo, ci offre una rinnovata occasione di vivere i suoi fondamenti rompendo le routine. “Allievi di Aikido, di Karate e perfino di Judo, hanno raggiunto un nuovo dominio delle rispettive Arti attraverso l’inserimento dell'Iaido” - ci dice Akeshi – “In Giappone è ben conosciuta l'esistenza di questa sinergia, per questo i più grandi lottatori hanno da sempre rispettato l'Iaido”.– “I miei allievi in Europa provengono da molti stili

differenti, ma per tutti il Katana è qualcosa di più di un’arma, di uno strumento”. Il punto è che il katana giapponese possiede quella congiunzione unica di forza e flessibilità, che gli conferisce una peculiare nobiltà. La sua forgiatura era un atto sacro, che richiedeva la purificazione del maestro forgiatore ed ancor oggi i rituali esistono in scuole che vengono considerate veri e propri tesori viventi del Giappone. La chiave tecnica della sua elaborazione, nascosta per generazioni, era la s a g g i a combinazione di

due tipi di acciaio. Questi materiali erano in grado di unire flessibilità e fermezza al centro, con la durezza ed il filo della parte esterna. I katana giapponesi sorpresero l’Occidente per la loro leggerezza, tuttavia possedevano una forza incredibile. Il temprato delle lame era raddoppiato più volte sotto l'abile ritmo del colpo dei martelli, scaldando e raffreddando le piastre nei limiti della loro tenuta, ma senza rovinarle. La forgiatura di queste armi era un’Arte che richiedeva la ricerca del momento adeguato per la sua realizzazione. Le energie del cielo e della terra dovevano essere propizie, ma soprattutto l’animo del forgiatore doveva essere impeccabile. Le spade si sottoponevano, poi, alle prove più dure e solo quelle che soddisfacevano pienamente i suoi fabbricanti venivano spedite ad una selezionata clientela, che solo allora pagava delle vere e proprie fortune per acquistarle. Una buona sciabola in Giappone è considerata un'opera d'arte e riverita come tale. In realtà in un paese così poco votato all'individualismo, sorprende sapere che alcuni maestri firmassero le loro opere già in pieno XV secolo. Tutta questa ricchezza, questa congiunzione di volontà intorno ad un semplice s t r u m e n t o s a r e b b e impossibile ed insensata.

“I miei allievi in Europa provengono da molti stili differenti, ma per tutti il Katana è qualcosa di più di un’arma, di uno strumento”.




Arti Tradizionali Tuttavia, la migliore delle armi in mani incaute o principianti non rivelerà l'anima nascosta che racchiude al suo interno; perciò non era raro che il Maestro fabbro avesse presenti i desideri e la natura dello spadaccino, accentuando nella sua opera le virtù che caratterizzavano lo stile o la natura di chi l’avrebbe utilizzata. Nonostante ciò, nella prima parte dell'apprendistato del dominio della spada qualunque arma è utile. - “Al principio un Bokken o un Jo sono compagni sufficienti per l’allievo” - afferma il Maestro Akeshi – “Il katana taglia per davvero! Bisogna essere molto cauti nell'allenamento”. - Sorprende particolarmente i profani in materia, l'abituale gesto degli Iaidoka di “pulire dal sangue” la spada, prima che riporla nel fodero. - “Nell’Iaido l'idea di un taglio, una vita, è un fatto rispettato addirittura in forma rituale” - ci commenta il Maestro. – “Anticamente si diceva che il katana non doveva essere sguainato senza che il suo filo si bagnasse di sangue, altrimenti si versava in esso sangue altrui: spesso lo spadaccino si tagliava leggermente il dito per compiere il rituale. Oggigiorno ci tagliamo il dito solo quando sbagliamo la tecnica…” - confessa tra le risate Sueyoshi. I requisiti per l’inizio dell'allenamento con la sciabola sono dunque molto semplici e modesti, e lo spazio richiesto piuttosto ridotto.

- “Oggigiorno moltissimi artisti marziali desidererebbero imparare l'Iaido, ma fanno fatica a fare il primo passo” – “Quando percepii questo desiderio e compresi che, affinché l'Arte si continuasse a praticare, doveva entrare in Occidente, mi impegnai a trovare un metodo che aprisse le porte a coloro i quali desiderassero praticare quest’Arte anche senza avere un Maestro vicino. Possono sempre, in un secondo momento, partecipare ai miei seminari; almeno una volta l'anno mi reco in Europa per insegnare in vari paesi e ho l’opportunità di rivedere il lavoro di ognuno. Durante gli anni che vissi lontano dal Giappone, io stesso seguii questo metodo con il mio Maestro”.Come in tante altre Arti, nell'Iaido una volta assimilati i fondamenti, le correzioni si trasformano in esercizi di una concrezione tecnica inaudita, per finire per trasformarsi in una disciplina più spirituale che fisica. Dal “Stai attento all'inclinazione del gomito” si passa a “Il tuo colpo deve passare fino all'infinito, lo devi sentire arrivare così e ritornare sulla tua schiena”. O dal “Rilassa le spalle, colpisci con il tuo tandem!” al “Non pensare a sfoderare la spada, trovatela in mano!” Al livello più alto del cammino, tutte le Arti si trovano nella semplicità magnifica della Maestria. Ma, senza dubbio, in alcune, come nell'Iaido, proprio per essere così spogliate da tecnicismi, tale

approccio accompagna in modo più palpabile l'evoluzione dell’allievo. Anche nel Kyudo vale lo stesso principio, fino al punto che la sola posizione del tendere l'arco era sufficiente affinché il Maestro Awa sapesse, attraverso una foto, il punto evolutivo del suo allievo, il tedesco Herriguel, a migliaia di chilometri di distanza. L'Iaido è anche una formula nella quale si pone in evidenza “l’Arte senza artificio”, per questo la forza e l'intensità concentrate nello sguardo dell'esecutore sono sufficienti a conoscere il suo livello. - “I miei allievi dicono che ho una faccia da cattivo della Yakuza” commenta tra le risate – “Io non ne sono cosciente. Dobbiamo allenarci con verità, altrimenti l'Iaido non serve a niente. Nessuno va più per la strada con un katana! Sono passati quei tempi” -. Il valore delle Arti tradizionali è paradossalmente rappresentato da questa utilità-inutilità. È un esercizio di puro Zen, ed è proprio questo che ci porta a penetrare il suo senso più profondo; lo stesso che ci fa capire che è il “vuoto” della tazza che le conferisce una sua utilità. Oltre all'Universo estetico che circonda l'Iaido, rimangono ancora Maestri ed allievi interessati al lato imprendibile, effimero ed inspiegabile che queste pratiche conservano. Un via d’incontro con l'essenza della via del guerriero, della vita e della morte. Un cammino ove l'essenza del marziale si manifesta con l'eleganza e la forza di altri tempi.


“Stai attento all'inclinazione del gomito” si passa a “Il tuo colpo deve passare fino all'infinito”.

“Oggigiorno moltissimi artisti marziali desidererebbero imparare l'Iaido, ma fanno fatica a fare il primo passo”.







Pensare è bene... Anche se il titolo della colonna di questo mese può sembrare un'affermazione quasi infantile per molti, è sicuro che servirà a quegli allievi che considerano la loro arte con grande serietà e attenzione, come pure per quelle persone per le quali le Arti Marziali partecipano ad una rilevanza che trascende l'ordinario. Servirà certo a farli riflettere. Io sono solo un praticante e dispensare consigli non mi dà alcuna soddisfazione. Penso che consigliare gli altri su cosa fare in ogni campo è qualcosa d’improduttivo perché di solito lo facciamo da una prospettiva, completamente soggettiva, senza conoscere tutte le sfaccettature e la reale posizione in cui sono loro. Così, quando faccio queste affermazioni, non voglio sbilanciarmi nel dire alle persone se devono pensare o meno a quello che fanno, e ancor meno emettere un giudizio personale che potrebbe offendere o disturbare qualcuno. Comunque, mi piacerebbe pensare ad alta voce su alcuni aspetti che ritengo fondamentali. In molti casi, queste riflessioni sono servite molto per trovare se stessi, ciò mi riempie di gioia e m’incoraggia a continuare a fare questo lavoro che non è sempre facile.

“Spesso ho fatto riferimento al metodo d’insegnamento classico e la necessità di adattarsi ai cambiamenti che hanno subito di recente la pratica e lo studio delle Arti Marziali in tutto il mondo. Dobbiamo riconoscere che, negli ultimi 15 anni, tutto ciò che riguarda le arti da combattimento ha subito notevoli cambiamenti in tutti gli aspetti.”



Ho spesso fatto riferimento al metodo d’insegnamento classico e la necessità di adattarsi ai cambiamenti che hanno subito di recente la pratica e lo studio delle Arti Marziali in tutto il mondo. Dobbiamo riconoscere che, negli ultimi 15 anni, tutto ciò che riguarda le arti da combattimento ha subito notevoli cambiamenti in tutti gli aspetti. Mi ricordo, ormai più di 25 anni fa, che se un professionista iniziava a studiare in una scuola trascorreva molti anni nel suo stesso gruppo d'allenamento mostrando fedeltà incrollabile alla sua scuola e al suo maestro. Nessuno si concentrava su nient'altro che non fosse la successiva sessione d'allenamento. Il materiale visivo (video) su Arti Marziali era molto limitato e non c'erano troppi testi in cui si potesse conoscere altre scelte. In effetti, e i praticanti anziani saranno d'accordo con me, era molto difficile vedere, capire, analizzare, confrontare, ecc, per un motivo molto semplice: l'appartenenza al gruppo in cui ti allenavi era indiscutibile. Se aggiungiamo l'assenza di altri riferimenti con i quali confrontare quello che stavamo facendo, e considerando che il nostro maestro era poco meno di un eroe per noi, forse possiamo capire qual era la situazione in quel periodo. Il mio punto è semplice: uno studente non poteva mai sollevare alcun dubbio. L'insegnante indicava, lo studente faceva. Alle riflessioni personali o dubbi logici che l'allievo poteva avere nella pratica, il rigoroso professore avrebbe risposto con un laconico: "Non chiedere... fai”. Sono assolutamente certo che i professionisti più anziani con una certa esperienza nella pratica, saranno in grado di ricordare qualche occasione in cui i loro insegnanti hanno detto loro la famosa frase cui mi riferisco. Per affrontare questo problema si deve capire che i sistemi tradizionali di arti marziali hanno ereditato i metodi di pratica e d’insegnamento dai loro maestri, e sono stati ripetuti con la successiva generazione. Di conseguenza, io faccio quello che il mio maestro mi ha insegnato perché ritengo che sia buono. In altre parole, chi potrebbe mai mettere in dubbio la capacità di chi gli ha insegnato? Come potremmo dubitare della bontà di ciò che tuo padre ti dice? Se tuo padre ti ha insegnato in questo modo, è giusto e quindi non dovrebbe essere cambiato. Questo ragionamento, logico come potrebbe sembrare, è a mio parere responsabile di alcuni dei problemi che le Arti Marziali hanno subito in questi ultimi anni. Molte persone, con l'intenzione di onorare i loro maestri, cercano di ripetere il loro sistema d’insegnamento, i loro metodi, esercizi, etc., senza mai osare introdurre modifiche nel sistema, a causa di un malinterpretato concetto del RISPETTO DEGLI ANZIANI.



Quando ho detto all'inizio di quest’articolo che PENSARE è BENE, ho voluto lanciare questa riflessione e approccio nella pratica. Personalmente non credo che apportare modifiche al metodo d'allenamento sia una mancanza di rispetto, né ai miei maestri, né alla Tradizione. Al contrario, credo che non ci sia alcun maggiore segno di rispetto per la mia arte e i miei maestri che cercare di migliorare il sistema con umiltà e duro lavoro. Fortunatamente, molti di questi elementi sono cambiati negli ultimi anni, dove il mondo delle telecomunicazioni ha democratizzato l'accesso al mondo delle informazioni. Con un semplice click del mouse nei famosi distributori di video gratuiti on-line, si possono vedere praticanti di quasi tutti i sistemi esistenti in qualsiasi parte del mondo. Abbiamo la possibilità di visualizzare e accedere a immagini che anni fa non solo non erano disponibili per i praticanti, ma semplicemente non esistevano perché nessuno registrava una clip per mostrare agli altri l'arte che stava praticando. Anche se ci sono certamente molti praticanti che passano la vita a parlare del male e delle perversioni del mondo digitale, personalmente credo che l'influenza in generale di questo grande volume d’informazioni globale è molto positiva per i fan di WingTsun e delle Arti Marziali. D'altra parte, alcuni maestri, non permettono ai loro studenti di vedere le cose che praticano altre scuole, anche limitando la loro capacità di praticare altri sistemi o partecipare a seminari di altri maestri con scuse che suonano più come un tentativo di trattenerli in modo che NON pensino e continuino a fare quanto gli è stato insegnato. Comunque, loro hanno accesso al mondo dell'informazione. Alcuni studenti credono che fare tutto, passo dopo passo, come il loro maestro gli ha insegnato, è la migliore dimostrazione del rispetto che possono dare ai loro antenati. E a questo punto forse sarebbe più conveniente chiedersi: Perché il mio maestro lo faceva in questo modo? Ha mai avuto un’ altra scelta? O forse anche lui ha copiato il metodo del suo maestro senza mai metterlo in discussione e limitandosi a riprodurre letteralmente ciò che gli è stato trasmesso? Personalmente sono convinto che la soluzione migliore sia quella di PENSARE! Pensare, analizzare e valutare... ecco la mia proposta da quando ho fondato l'Accademia



TAOWS, un po' più di tre anni fa, e mi piacerebbe che continuasse a essere la nostra bandiera. Sono stato molto fortunato ad avere un insegnante che è stato in grado di analizzare e sviluppare uno stile basato sulla sua concezione del combattimento. Sono sicuro circa i benefici di quello che mi ha insegnato, perché ho vissuto in prima persona la sua capacità di far diventare funzionale quello che apparentemente non era. Anche se quando mi son reso indipendente dalla struttura associativa cui ero appartenuto per 17 anni, ho deciso che era necessario recuperare il mio legame con il passato, con la classica origine del sistema di Wing Chun Kuen. La mia intuizione mi diceva che nel VECCHIO c’erano alcune delle chiavi che forse i promotori di tutte le rivoluzioni del sistema avevano cercato. Ho deciso che era il momento di esaminare attentamente le regole, le tecniche e le tattiche del sistema fin dalle sue origini. La cosa curiosa (ho parlato in diversi articoli) è che la stragrande maggioranza delle persone erano alla ricerca di qualcosa fuori dallo stile che probabilmente era nascosto. E ora sono molto sicuro! Gli stili di combattimento MAI passano di moda, MAI diventano obsoleti! Semplicemente si richiede un adeguamento periodico o il controllo dei sistemi d'allenamento che usiamo. Ciò restituirà l’efficacia tanto auspicata e tanto cercata da tutti gli stili.

“Gli stili di combattimento MAI passano di moda, MAI diventano obsoleti! Semplicemente si richiede un adeguamento periodico o il controllo dei sistemi d'allenamento che usiamo. Ciò restituirà l’efficacia tanto auspicata e tanto cercata da tutti gli stili.”


Wing Tsun Il titolo della rubrica di questo mese è PENSARE è BENE! Ritengo che nella maggior parte dei casi, le scuole o succursali sono troppo concentrate su esercizi martellanti o sezioni di lavoro, e cercano di difendere cecamente i loro benefici senza un esercizio di brainstorming. Qualsiasi esercizio continuativo può essere buono (o cattivo), e ciò che definirà finalmente la sua utilità è che l'esercizio riesca a dotare il praticante delle competenze con cui fu sviluppato. A questo punto è molto importante per noi insegnanti spiegare ai nostri studenti ognuna delle cose che facciamo e iniziare a trattare i praticanti come individui intelligenti. Scrutiamo ogni dettaglio per far sorgere in loro dubbi e riflessioni che li porteranno alla corretta comprensione del drill e degli obiettivi. Ottenere praticanti riflessivi! La riflessione è la chiave di ogni sviluppo. A mio parere, tutta la crescita e lo sviluppo tecnico del sistema sono direttamente collegate all'evoluzione della scuola come un gruppo. A volte uso una frase che il mio maestro mi ha sempre detto: "Sarai buono come il migliore dei tuoi allievi... " Penso che questo sia un punto assolutamente fondamentale e sempre è stato una costante preoccupazione per me. Dotare gli studenti della possibilità di visualizzare, confrontare, analizzare, studiare e discernere tra giusto e sbagliato; capire il perché di ogni elemento e dove utilizzarlo; riconoscere gli errori e imparare da loro... in breve, trasformare un lavoro apparentemente di routine all'opposto: un’attività intellettuale dove il pensiero e l'analisi costante fanno parte dell'DNA della pratica. Non ho alcun dubbio sulla bontà di questo tipo d'allenamento rispetto al vecchio sistema di "sta zitto e fai... ". Se saremo in grado di dotare i nostri allievi di questa filosofia, vedremo aumentare il livello generale in modo esponenziale. Più ci alleneremo, migliori i risultati. E così riusciremo inesorabilmente a generare una dinamica che trasformerà la nostra arte non solo in un buono strumento per l'auto-difesa o la salute, ma anche in un'ATTIVITÀ EMOZIONANTE nella pratica stessa . Certamente... PENSARE è BENE! Sifu Salvador Sánchez TAOWS Academy

“A mio parere, tutta la crescita e lo sviluppo tecnico del sistema sono direttamente collegati all'evoluzione della scuola come un gruppo. A volte uso una frase che il mio maestro mi ha sempre detto: "Sarai buono come il migliore dei tuoi allievi... "






Hwa Rang Do® Jok Sool (Tecniche di calcio) (LA MISSIONE DELLA WORLD HWA RANG DO® ASSOCIATION) Un’eredità di Lealtà, instancabilmente alla ricerca della Verità, dedita al rafforzamento dell’essere umano ed al servizio dell’intera umanitàhumanidad L’Arte Marziale Hwa Rang Do® è famosa in conseguenza delle innumerevoli tecniche di calcio che include nel suo curriculum. Vengono studiati più di 300 tipi differenti di calci a partire dalle applicazioni elementari nel Tae Soo Do® (i classici calci frontali, laterali e circolari) fino ai calci avanzati del Hwa Rang Do® come quelli volanti e in rotazione per finire al massimo livello di complessità ed atleticità con quelli acrobatici e multipli (contro più avversari). Nelle sequenze fotografiche alcuni esempi applicativi. Circa l’autore: Istruttore Capo di Hwa Rang Do®, Tenente Colonnello dei Carabinieri ed Ingegnere Marco Mattiucci è il Capo dell’Italian Branch della World Hwa Rang Do® Association ed uno dei principali seguaci del Grandmaster Taejoon Lee.










Keysi


Keysi e competizioni sportive Il metodo Keysi by Justo Diéguez è un progetto unico e innovativo perché le sue radici derivano da un mondo lontano dal moderno scenario di combattimento sportivo. Dobbiamo mettere in discussione ciò che pensiamo sia giusto per capire la realtà dalla strada e lo sport di contatto. Abbiamo bisogno di capire molte cose in quello che si riferisce alla strada; inoltre, nello sport sappiamo chi è il nostro avversario e siamo consapevoli di ciò che stiamo per affrontare. La strada non ci dà tale possibilità, quindi abbiamo bisogno di sviluppare un atteggiamento speciale per essere in grado di reagire in modo istintivo, qui è dove inizia e si sviluppa il metodo Keysi. Lo scopo di questo metodo è di provocare, cercare sfide e rimettere in discussione tutto ciò che pensiamo, quello che crediamo di sapere, e così facendo ci stiamo muovendo verso un mondo che esiste di là dai limiti di una "mente condizionata"; un luogo in cui, se lavoriamo con passione, scopriremo il nostro pieno potenziale.

Dobbiamo liberare la nostra mente Nuove scoperte sono possibili soltanto quando la mente è liberata dalle grinfie dei condizionamenti del passato. Tale liberazione porta con sé un nuovo campo di visione, una vista panoramica ed emozionante che espone la mente verso un universo di pensieri creativi, attivando tutto il ragionamento che sta dietro il perché facciamo quello che facciamo. E questa è la nostra sfida; il rilascio del processo di pensiero prestabilito, se siamo in grado di assorbire queste nuove informazioni, e quindi esprimerle e trasmetterle correttamente;


Keysi

allora saremo in grado di aprire nuove e sorprendenti vie di sviluppo in questa vasta mappa che è il nostro io, per noi stessi e per gli altri.

Una mente libera è disposta a imparare? Il Principio di Keysi è di essere sempre attivo nel campo dell'apprendimento. Questo è un luogo senza limiti, in cui possiamo unire la creatività della mente con il corpo. L'apprendimento è qualcosa d’incredibile, ma si deve essere predisposto ad esso. La conoscenza è il risultato dell'apprendimento, ma una volta che abbiamo imparato qualcosa, dobbiamo stare attenti a non cadere nei classici tecnicismi imposti su di noi dalla nostra mente. É inerente alla nostra condizione umana di pensare che sappiamo tutto e che abbiamo sempre la risposta a tutto, ma non è così; non dovremmo mai pregiudicare




Keysi

niente che non abbiamo visto prima o non conosciamo pienamente. Appena la nostra mente dice "Questo lo so ... ", il processo di apprendimento si arresta. Il fatto che l'apprendimento si fermi è chiaramente dannoso per la nostra crescita personale e lo sviluppo come esseri umani. Una mente condizionata, cioè, fortemente influenzata dal passato, perde la sua capacità di pensare liberamente. Questo condizionamento precedente ci impedisce di evolvere nel nostro apprendimento; non otteniamo che la creazione di un’illusione di auto-inganno e vediamo quello che vogliamo vedere e ascoltiamo quello che vogliamo sentire... Vivere nell'inganno non è un buon posto per mettere radici e ci allontana dall'obiettivo che cerchiamo dall'inizio della nostra esistenza: apprendere ed evolvere. Quando siamo in questo stato non-funzionale d'illusione, camminiamo ciechi e viaggiamo nella direzione opposta alla meta che cerchiamo. Questo processo di condizionamento è il nostro più grande ostacolo nello sforzo di andare oltre. Pertanto, l'apprendimento non è cumulativo, non è possibile immagazzinarlo nel modo come avviene ogni giorno. Possiamo solo assorbire se ci fermiamo, guardiamo e ascoltiamo. "Facile da dire, ma molto difficile da fare."

Liberare la mente. Sport-Street Purtroppo nel mondo reale, se qualcuno intende attaccarti per la strada o in un club, lo farà, e lo farà il più velocemente possibile, il che significa che non avremo in sostanza alcuna possibilità, soprattutto se l'attaccante non si mostrerà apertamente di fronte a noi. Mentre in un tor neo è tutto strutturato, abbiamo anche del tempo di studiare l'avversario; per la strada non si sa chi è l'attaccante, se sono più persone, e non puoi avere alcun dubbio. Dobbiamo essere aperti e disposti a lavorare sodo e studiare tutte le possibilità che sono alla base del vasto labirinto della mente umana.


Keysi Ti senti un pioniere? I pionieri sono spesso visti come gente strana, persino pazzi o folli, ma senza questo tipo di persone, il mondo semplicemente smetterebbe di evolvere. Ăˆ quindi consigliabile iniziare mettendoci in discussione, solo allora potremo migliorare; anche per quanto riguarda la lotta, dobbiamo costantemente mettere in discussione quello che facciamo, e dobbiamo iniziare con un pensiero. Un modo per comprendere la realtĂ della strada, dove l'aggressore, il Predatore, diventa la Preda, e la vittima, la Preda, diventa il Predatore.



BASTONE DI DIFESA JACQUES LEVINET L’ultima innovazione del Maestro Jacques Levinet IL BASTONE DI DIFESA CDJL Non c'è bisogno di presentare il Gran Maestro francese Jacques Levinet, che insegna in tutto il mondo i suoi vari metodi di Self Pro Krav (per i civili) e di Real Operational System (per la polizia). L'ingegno dimostrato da questo esperto internazionale ha contribuito a sviluppar e la metodologia e il materiale di cui è fatto il bastone di difesa CDJL, ora registrato e certificato. Ludico e allo stesso tempo adattato alla difesa contro un'aggressione in strada, il bastone di difesa CDJL è a portata di un vasto pubblico, indipendentemente dalla loro età e condizione fisica. Il bastone comune usato per appoggiarsi camminando si trasfor ma così nel CDJL, un dispositivo impressionante di auto difesa contro ogni tipo di aggressione fisica, grazie alla sua particolare configurazione e una metodologia ispirata nelle tecniche della tonfa operativa, che sono state sviluppate dal capitano Levinet nel più rigoroso rispetto della legge. Budo International: Qual è l'origine del metodo bastone di difesa CDJL? Maestro Jacques Levinet: Imparare a difendersi oggi è una delle principali preoccupazioni di molti cittadini di tutto il mondo. Nel tentativo di ottenere formule valide, gli esperti di difesa hanno tentato, con diversi gradi di successo, un sacco di metodi, spesso simili, mentre gli esperti di arti marziali suggeriscono, con più o meno di realismo, i “jutsu” derivati dalle rispettive pratiche. Senza entrare nei dettagli, dobbiamo ammettere che i due pilastri della difesa personale, cioè, la conoscenza e la trasmissione, non sono proprio la caratteristica più evidente di alcuni, ma ci deve essere qualcosa per tutti. Così siamo in grado di ottenere una sensazione reale per quello che ci serve. L'atteggiamento di conciliazione e dialogo nei conflitti ha i suoi limiti in alcuni attacchi che purtroppo oggi influenzano tutti gli uomini, giovani e vecchi, donne e bambini, atleti o meno, indipendentemente le dimensioni della vittima e degli aggressori. Così è nata una necessità vitale per l'uomo del 21° secolo: quella di difendersi. Da questi elementi di riflessione, insieme con la mia esperienza tripla come un capitano di polizia, esperto di arti marziali e allenatore della polizia, mi è venuta l'idea di sviluppare un metodo impressionante di autodifesa che servisse tutti, il bastone difesa, rispettando le nostre leggi democratiche.


Autodifesa


Questa disciplina è emersa con successo fin dall'inizio. Per identificare questo metodo, il marchio CDJL è stato registrato nell'Istituto Nazionale di Proprietà Industriale, al fine di proteggere sia la metodologia sia il materiale d'allenamento. Ho deciso di usare la sigla CDJL per le mie creazioni, non tanto per pretesa quanto per difendermi contro fotocopiatrici che utilizzano e abusano, piuttosto che ispirano. Così l'esperto saprà distinguere l'originale dalla copia. Sia nelle istruzioni per l'uso, lo scopo delle tecniche o la configurazione materiale di formazione, questo metodo non ha nulla a che fare con i metodi degli sport di contatto (ad esempio la canna combattimento nella boxe francese), o quelli delle Arti Marziali (Hapkido, Kali, ecc). B:I:. Qual è l'originalità della difesa testimone CDJL? J.L.: Consiste principalmente nella configurazione dei materiali e il loro utilizzo in un metodo di autodifesa realistica. Il CDJL viene testato sul campo e si concentra nella realtà degli attacchi, lasciando da parte quello che sia superfluo a favore dell'essenziale, senza fronzoli. Il CDJL è accessibile a tutti, senza distinzione di età e le condizioni fisiche, come richiesto in arti marziali o sport da combattimento. Per la pratica con il CDJL, ho dovuto ripensare il bastone di camminare, in particolare a causa della sua fragilità e la configurazione. Così il bastone classico divenne bastone di difesa CDJL, senza diventare un'arma, con una maniglia di presa più ampia per le prese degli arti, un forte picco al termine della maniglia per i punti di pressione "Kyusho", una lunghezza che facilitasse sia il camminare sia la difesa, un corpo resistente ad assorbire qualsiasi attacco con armi pesanti (come una mazza di baseball) e sufficientemente flessibile per moltiplicare la forza della risposta. Infine, un cappuccio di gomma per garantire risposte e non scivolare sulla strada. Ma la configurazione del bastone di difesa CDJL in se stessa non era abbastanza da trasformarlo in un mezzo di difesa eccezionale. Era necessario trovare un metodo pratico, semplice ed efficace. B.I.: Qual è il metodo bastone di difesa CDJL? J.L.: Si articola, da un programma specifico, su cinque punti chiave e cioè, l'istinto di sopravvivenza, il riflesso condizionato, la tecnica operativa, autodifesa e il questioning. La sicurezza è stata favorita con protezioni


Autodifesa

adeguate, schermi mobili, guanti americani appositamente progettati per evitare il surriscaldamento delle mani durante le manipolazioni. Qualche guardie e attrezzature sono state studiate per offrire la massima protezione nelle difese, mentre moltiplicando il potere delle risposte. Abbigliamenti CDJL d'allenamento, tutti con il suo logo, sono stati creati, garantendo la coesione del gruppo. Sono stati stabiliti esami per ottenere la cintura nera e gradi superiori o Dan CDJL, cosĂŹ come i titoli di istruttore, capo istruttore ed esperto di Jacques Levinet Academy. É stato perfezionato con una pedagogia adattata e il codice etico preciso per far del CDJL un metodo rivoluzionario anti-aggressione del 21° secolo.


B.I.: Hai anche sviluppato il bastone di difesa a fini terapeutici? J.L.: Accessibile al pubblico, indipendentemente dall'età , sesso o condizione fisica, il CDJL terapeutico è un metodo di grande interesse sia per gli anziani e gli ammalati. Indipendentemente dalla sua efficacia contro l'aggressione, agisce positivamente sugli otto punti seguenti: Lavoro dell'equilibrio; Lotta contro l'indurimento delle articolazioni; Lotta contro tremori; Lotta contro l'invecchiamento cerebrale: Migliora la memoria; Migliora la socializzazione; Sport per tutti; Motivazione e divertimento. Un bastone di difesa terapeutico programma di formazione animatore è stato sviluppato per soddisfare le esigenze delle persone anziane e malate. B.I.: Qual è il futuro del bastone di difesa CDJL?


Autodifesa

J.L.: Insegnato ora in molti club in Francia e all'estero, i praticanti progrediscono attraverso la convalidazione di grado (fino a cintura nera e gradi superiori) e tramite diploma d'insegnamento attraverso il numero di registrazione della Jacques Levinet Academy come organizzazione di formazione professionale presso il Ministero del Lavoro in Francia. Per quanto riguarda il bastone terapeutico, insegno ora in Francia, in una clinica pilota per il trattamento del morbo di Alzheimer, un’iniziativa che è stata accolta con favore dal Ministero della Salute. Io viaggio ovunque in Francia e all'estero per fornire seminari sul bastone di difesa e formare gli istruttori per la qualificazione professionale riconosciuta dalla nostra Federazione AJL. In conclusione, il metodo del bastone di difesa CDJL delizierà tutti quelli che desiderino difendersi in modo efficace senza subire il contatto dell'aggressore. Una nuova autodifesa per la strada senza necessità di uno sviluppo fisico previo, né conoscenza delle Arti Marziali o sport di combattimento. Il tutto sotto l'autorità e la guida di uno dei maggiori esperti nel mondo della difesa personale. Fédération Canne Défense (AJL) Tel.: +33 (0) 467 075 044 E-mail: contact@academielevinet.com Sitio Web: www.cannedefense.com



Latosa Escrima è un sistema basato sul concetto. In Latosa Escrima facciamo allenamenti incrociati con tutte le armi e includiamo mani vuote. I concetti fondamentali consistono nel dimostrare il metodo di pensiero e di strategia. I movimenti devono essere simili e transitori, e non eseguiti in funzione del tipo di arma utilizzata. Questo è il metodo filippino, non ci sono regole o barriere che limitino i praticanti. Tutto può accadere quando ci si trova in una situazione che è critica e pericolosa per la vita.


Karate È evidente che ci sono molti maestri importanti di Karate nel Giappone, con i loro stili diversi, le loro varie organizzazioni, ecc. In quest’articolo, il nostro collaboratore Salvador Herráiz ci parla di un maestro che può essere considerato oggi il più grande di tutti loro in seno alla Federazione Giapponese di Karate. Le sue principali occupazioni federative sono state lasciate alle spalle e il suo background si lascia vedere nella sua maestria dell'arte.

TORU ARAKAWA TOP MASTER DELLA FEDERAZIONE GIAPPONESE DI KARATE Testo e foto: Salvador Herraiz, 7º Dan

T

oru Arakawa è senza dubbio il più grande maestro attuale, non solo del Wado Kai, ma anche della Federazione Giapponese di Karate stessa. Si potrebbe sostenere che la maggior parte delle scuole di Karate nel suo paese d'origine opera al di fuori della sfera federativa, la quale è incentrata sugli aspetti sportivo-competitivo del Karate, come membro della Federazione Mondiale. In ogni caso, vale la pena conoscere questo massimo esponente del Karate... ma prima, facciamo un po’ di storia per capire meglio la sua posizione nella JKF. Poco dopo l'istituzione della Federazione Giapponese di Karate nel 1964, i suoi più alti gradi sono stati i seguenti: Ryoichi Sasakawa, che a quei tempi aveva 69 anni ed era 10° Dan Onorario di Karate. Hironori Ohtsuka, di 70 anni, fondatore dello stile Wado e membro del Comitato Tecnico di Gradi nella Federazione. Con posizioni uguali in quel Comitato federativo c'era anche Gogen Yamaguchi dello stile Goju e 59 anni d’età, e Manzo Iwata, Shito, di 45 anni. Quell’élite dei più alti gradi federativi si completava con Masatoshi Nakayama, Shotokan, che allora aveva 52 anni, e il Maestro Eichi Eriguchi, 53 anni, 8° Dan di Karate e Generale delle Forze di Autodifesa Giapponesi e presidente della Wado Kai.



Sopra: Il Maestro Toru Arakawa nel 1952. A destra: Un anno prima. Sotto: Importante gruppo di karateka nel 1953.


Destra: Arakawa Sensei nel 1948. Sotto: Celebrazione tradizionale in gruppo nel 1959.


Karate In quel momento una sola persona aveva il grado di 9° Dan nella Federazione Giapponese di Karate: Fusajiro Takagi, allievo di Gichin Funakoshi che in seguito divenne il direttore esecutivo della Federazione, e segretario generale della WUKO originale. Ho avuto un buon rapporto con Fusajiro Takagi per un po' e l'ho incontrato a Tokyo due decenni fa. Takagi mi ha anche aiutato in vari aspetti della relazione sulla storia della WUKO che ho scritto nel 1991 per l'organo ufficiale della Federazione Spagnola di Karate e per i Campionati del Mondo che si è stato tenuto a Granada un anno più tardi. Pilota Kamikaze durante la Seconda Guerra mondiale, Fusajiro Takagi fu coinvolto in uno scandalo finanziario all'interno dell'organizzazione mondiale che l’ha portato fuori della cupola del Karate, poi è morto a metà degli anni '90. Dopo di lui, nel 1988, quelli che avevano il più alto grado della JKF, 8º Dan, erano solo un piccolo gruppo che comprendeva Seijiro Sakihama di Goju Kai; Toshio Watanabe di Shotokan; Kenei Mabuni, Sadachika Tsujikawa, Kenzo Mabuni e Kazuo Kokukun, tutti di Shito Kai; e finalmente Daichiro Aizawa di Wado. Ovviamente, oggi sono molti gli alti gradi nella JKF, anche se appena una dozzina possiede il 9° Dan, tra cui i vivi e i morti. Quel gruppo di veterani comprende i seguenti maestri: della Shotokan, il suddetto Fusajiro Takagi, Isao Fukui e Keiichi Hasumi, che una volta fosse direttore esecutivo della Federazione. Della Shito Kai ritengo che debba essere fatto esplicito riferimento ai tre gradi più alti: il noto Teruo Hayashi, Tokyo Hisatomi, per anni presidente di Shito Kai, e Ken Sakio, Presidente Emerito di Shito Kai. Il Maestro Kenzo Uchiage, di Goju Kai, ha avuto massima categoria federativa. Per quanto riguarda lo stile Wado Ryu, va detto che è sempre stato molto importante all'interno della JKF da quando è stata creata, e così rimane fino ai nostri giorni. Hironori Ohtsuka, il fondatore dello stile, e la sua mano destra Eiichi Eriguchi, sono stati un elemento essenziale nella Federazione, come abbiamo visto prima. Dopo, i maestri Hajimu Takashima, e il nostro eroe di oggi, Toru Arakawa, entrambi 9º Dan della JKF, hanno assunto la responsabilità della Federazione. Come studente, l'intenzione originale del giovane Toru era quella di dedicare la sua vita all'alpinismo, per cui, quando è arrivato il momento, ha deciso di studiare presso l'Università del Giappone (Nihon University), nota come Nichi Dai, in particolare nel campus Mishima, situato a circa 150 km a sud ovest di Tokyo.

In alto a destra: Arakawa arbitrando durante il Campionato del Mondo a Long Beach nel 1975, insieme a Fusajiro Takagi, capo della Federazione Giapponese di Karate alla fine degli anni '80. Destra: Gruppo di Karate Wado Ryu, tra cui si trovano in prima fila grandi nomi come Hakoishi, Aiko Baba (moglie di Jiro Ohtsuka), Nichihara, Suzuki, Aizawa, Arakawa o Kouma Suzuki. Sotto: I Maestri T. Suzuki, Arakawa T. e H. Takashima, nel corso di una dimostrazione a Londra nel 1964.


Grandi Maestri


Karate Il posto aveva una buona reputazione, ed era noto soprattutto per organizzare escursioni che sembravano attirare Arakawa, alcuni particolarmente attraenti, come il polo nord, ecc. Comunque, Arakawa finì per soccombere al fascino del Karate, in un club universitario istituito poco tempo prima, nel 1946, la cui squadra è stata capitanata dal veterano Ohta, un allievo di 4° grado che nel corso del tempo divenne un monaco di alto

rango. Un altro allievo del club di Karate era Hiroshi Kinjo, che sarebbe poi diventato un notevole maestro e ricercatore di Karate. Pur non essendo il karateka più veterano, il libro di registrazione Nichi Dai è stato controllato più tardi dal famoso maestro Wakabayashi. Il livello di queste lezioni di Karate non era troppo alto, come riconosciuto dallo stesso Maestro Arakawa, così l'istruzione era in

sostanza limitata alle tecniche basilari (kihon) e al combattimento, giacché tradizionalmente, i club universitari giapponesi dedicano grandi sforzi alla competizione tra di loro. Naturalmente, la pratica delle Kata era anche parte dell'apprendimento, anche se non era la loro priorità. Hironori Ohtsuka, fondatore dello stile, visitava regolarmente il club, com’era solito a fare con le altre università.

Sopra: il fondatore del Wado Ryu, Hironori Ohtsuka, circondato, alla fine degli anni 70, dai responsabili come Tatsuo Suzuki, Eiichi Eriguchi o Arakawa. A sinistra, Arakawa sensei, come uke di Suzuki sensei.


Grandi Maestri Come membro del club Nichi Dai, Toru Arakawa ha partecipato a un paio di occasioni nei Kokan Geiko che il suo club organizzava con le altre due università nella zona di Shizuoka (quella conosciuta semplicemente come Shizuoka, e Tokai, nella città di Shimizu). Il suo apprendistato l’ha portato a prendere parte anche nei Kokan Geiko della famosa Università

Takushoku, a Tokyo, dove il suo potente gruppo Shotokan condivideva allenamenti con il club Wado dell'Università Meiji. In questo gruppo d'allenamento c'erano molti maestri riconosciuti, come Tsutomu Ohshima, che poi si è stabilito in Los Angeles (USA) a sviluppare lo stile di Gichin Funakoshi. Infatti, c'è una storia spesso detta che

Arakawa, 1° Dan in quel tempo, ha colpito Oshima nel corso di un combattimento con un potente Sokuto Geri, calcio laterale con il bordo del piede, dopo di che il karateka Wado si aspettava un forte attacco di vendetta, che è stato finalmente evitato dal "Yamè" (Stop!) del Maestro Masatoshi Nakayama, massimo responsabile del Karate a

A destra: il Maestro Arakawa, capo della Japan Karate Federation nel 2008, insieme con l'allora vice Eichi Hasumi.


Karate Takushoku. Altri maestri di Shotokan come Hidetaka Nishiyama o Taiji Kase, per citare i più esperti e conosciuti, hanno frequentato anche le sessioni d'allenamento, sebbene fossero più vecchi di Arakawa e non l'hanno scontrato direttamente sul tappeto... ma Arakawa l'ha fatto con Teruyuki Okazaki, che poi diventerebbe un altro grande maestro. Dal 1956 Toru Arakawa ha iniziato a insegnare Karate nel suo dojo, agli albori delle prime regole di competizione, che hanno cominciato nei club di Karate come quello di Meiji e altre università, e che poi Masatoshi Nakayama avrebbe messo in ordine. A metà del decennio degli anni '50, Hironori Ohtsuka aveva bisogno di un posto per stabilire il suo Hombu Dojo, e l'occasione è venuta dalla mano di Seigen Tanaka, un personaggio curioso. Tanaka era stato un comunista attivo vent'anni prima. Infatti, le sue attività avevano anche portato sua madre conservatrice al suicidio con il seppuku alla fine della seconda guerra mondiale. Finita la guerra, con tal evento tragico nella famiglia, Seigen Tanaka partì sotto la tutela di Genpo Yamamoto, noto monaco zen nel tempio Ryutaku-ji, che aveva conosciuto durante alcuni colloqui che il maestro zen aveva dato nella prigione dove Tanaka era stato

recluso per dieci anni per le sue attività. Yamamoto diede Tanaka una notevole quantità di denaro affinché si occupasse di aiutare la gente attraverso la società Sanko Kensetsu, che Tanaka dirigeva. In un luogo delle sue strutture, nel quartiere di Tsukiji, Ohtsuka stabilì il Wado Ryu Hombu Dojo, che è il motivo per cui si chiamò Sanko Dojo. Comunque, Tanaka non può essere considerato un allievo di Ohtsuka, ma semplicemente come un conoscente e organizzatore delle esposizioni del maestro fondatore nel mezzo di quel decennio. Così Toru Arakawa ebbe un certo rapporto con Seigen Tanaka, anche se quello che in realtà aveva un rapporto stretto con Tanaka era Tatsuo Suzuki, che poi sarebbe diventato un grande praticante dello zen, grazie a Tanaka, che lo introdusse nell'ambiente di Gempo Yamamoto. Tatsuo Suzuki era solito accompagnare quel personaggio pericoloso come la sua guardia del corpo. Un giorno, che Suzuki aveva altri compiti importanti in Hamamatsu, fu Toru Arakawa a scortare Tanaka, e questo lo portò a vivere un episodio molto pericoloso e inquietante. Infatti, accadde nel 1963, quando Arakawa, insieme a Tanaka e un altro amico, parteciparono a un incontro a Tokyo;

tutto a un tratto, un individuo, presumibilmente un membro della Yakuza, attaccò Tanaka e gli sparò ripetutamente ferendolo in varie parti del corpo. Poi l'aggressore cercò di sparare anche ad Arakawa, sicuramente dopo averlo scambiato per un gangster. Il fallimento della pistola ha salvato Arakawa, che ha preso come ha potuto il malfattore con l'aiuto di un poliziotto, per caso un judoka, che è arrivato sulla scena rapidamente, poiché la zona era molto vicina al Teatro Imperiale dove l'imperatore stava assistendo ad un evento, ed era stata fortemente vigilata. Per inciso, la prima persona che ha chiamato Toru Arakawa, dopo quello


A sinistra: Toru Arakawa nel Nippon Budokan di Tokyo nel 2008, con Masafumi Shiomitsu e con l'autore, Salvador Herraiz. Sopra: sensei Arakawa onorato come Grande Maestro del Budo in Giappone.


Karate che è successo, è stata Masafumi Shiomitsu, un importante karateka di Wado Ryu. Sembra che una campagna d’azione antidroga organizzata da Tanaka, e sostenuta da leader sindacali come Taoka, etc., aveva fatto arrabbiare alcuni mafiosi di Osaka che ordinarono un'azione così drastica. Secondo Suzuki, l'intervento chirurgico a Tanaka dopo la sparatoria fu fatto senza l'anestesia necessaria, data la mancanza dell’effetto di essa, e il paziente vide in uno specchio al soffitto tutta l'operazione. Seigen Tanaka fu un pezzo importante nel Karate di Tatsuo Suzuki, egli lo aiutò notevolmente, sia in Giappone sia poi all'estero. Poco dopo quello sgradevole evento, Toru Arakawa fu invitato a partecipare, con Tatsuo Suzuki, in un tour progettato da Hajimu Takashima che avrebbe portato i due karateka Wado Ryu in Danimarca e da lì in vari altri luoghi in Europa e America settentrionale, un progetto molto costoso che sarebbe stato condotto dal marzo 1964. A Roma accadde un fatto curioso. Un giorno, i tre maestri Takashima, Arakawa e Suzuki,

uscirono dall'albergo per praticare jogging all'aperto, senza fare molta attenzione alla direzione in cui si stavano dirigendo, e, infine, Tatsuo Suzuki, che apparentemente aveva assunto un ruolo di guida superando i suoi compagni, si trovò solo e lontano senza sapere come ritor nare in albergo. Dopo molte avventure, che lo portarono perfino a chiedere aiuto presso il Consolato del Giappone, Suzuki finalmente riuscì a tornare al suo hotel diverse ore più tardi del previsto, dove scoprì con stupore che i suoi compagni di squadra erano già partiti con il resto del gruppo di giapponesi che formavano la spedizione. Quando finalmente ebbe modo di incontrarli, la sua rabbia fu così evidente, tanto che nella loro successiva destinazione a Milano, Suzuki decise di combattere con Arakawa durante la dimostrazione di Karate, un combattimento che divenne molto più forte di quanto avrebbe dovuto, dove cercò di sfogare la sua rabbia contro di lui per averlo lasciato da solo. Dopo le città italiane, il viaggio proseguì verso Copenhagen,

attraverso il tunnel, inaugurato di recente sotto le Alpi svizzere, e poi giù per la Spagna, che non era stata prevista, ma loro hanno decisero di visitarla per piacere. Più tardi, il loro itinerario li portò a Londra e Glasgow, prima di saltare attraverso l'Atlantico e arrivare a New York, dove iniziarono un tour negli Stati Uniti. Un anno prima, durante il World Wrestling Championship svoltosi a Yokohama, avevano conosciuto personalmente l'allenatore della squadra USA, quindi in questo viaggio, si misero in contatto con lui e questo gli facilitò in parte il loro soggiorno negli Stati Uniti. Durant e il t o ur americano , la s quadra g iappo nes e Wado Ry u es eg uì una cinquantina di dimostrazioni di Karate. In uno di questi, proprio nella "Grande Mela", Tatsuo Suzuki si infortunò quando diede un doppio calcio che Toru Arakawa aveva fallito nel suo primo tentativo, e che lui cercò di fare soltanto per il rispetto ai numerosi spettatori. A causa della lesione, che fermò Suzuki per tre giorni incapace di muo v ers i co l fianco mo lto indolenzito, Arakawa e Takashima


Grandi Maestri as s uns ero la res po ns abilità di portare a termine le dimostrazioni nell'area. La capitale federale, Washington, sarebbe la prossima des t inaz io ne, do v e i K arateka g iappo nes i g o dettero l'aiuto e l'ospitalità del Maestro Jhon Rhee, considerato il "padre di Taekwondo in America." Florida fu l'obiettivo finale dell’Eas t Co as t prima di saltare alla soleggiata California. A Los Angeles, dall'altro lato del paese, i nostri maestri di Karate Wado Ryu furono "salvati" a causa della loro mancanza di denaro, dal maestro Tsutomu Oshima. Anni fa, durante una visita che ho fatto al Maestro Oshima a Los Angeles, abbiamo ricordato tutto questo, anche se siano passati alcuni anni da quell'incontro, come mi ricordo che era nel vecchio dojo che Oshima aveva nel centro di Los Angeles, prima di stabilirsi nello splendido posto che poi hanno costruito sulle colline di Santa Barbara. Tatsuo Suzuki sosteneva che gli era stato offerto di rimanere a Los Angeles per insegnare Karate, ma la competitività che si sarebbe creata tra lui e Oshima gli fece scartare la possibilità. Il fratello di un compagno di Wado Ryu in Giappone (il veterano Niwa del club dell'Università Meiji) che viveva e lavorava a Los Angeles in quel tempo, diede loro il suo sostegno. San Francisco, luogo di residenza di Yoshiaki Ajari (dell'Università Meiji), e le isole Hawaii, dove abitava il karateka Hirano, fu anche meta di questo tour di Arakawa e dei suoi compagni Wado Ryu, un’importante e indimenticabile visita che finì nel suo luogo di Origine: Giappone. Col passare degli anni, Toru Arakawa è diventato gradualmente un pezzo fondamentale del Wado Ryu in Giappone, chiaramente simpatizzante con l'aspetto sportivo competitivo del Karate, ed è stato molto apprezzato e rispettato anche dai maestri e praticanti di karate in generale da altri stili di Karate.

Il Campionato del Mondo di Karate 1970 si è tenuto a Tokyo. A quel punto , A rakawa av ev a g rande prestigio e un nome riconosciuto. Nel 1977, Tokyo ha ripetuto lo stato di città ospitante del Campionato Mo ndiale, t enuto s i nel mes e di dicembre con la partecipazione di 47 paesi. Nel Congresso precedente, Sasakawa ha presieduto la WUKO, con il francese Jacques Delcourt come direttore ed Eichi Eriguchi come Segretario Generale. Maestri come Masayuki Hisataka (anni più tardi il leader di un altro grande organizzazione Karate) e Saadaki Sakagami (figlio del creatore di Itosu K ai) furo no , accanto ad alt ri, i membri principali. L'arbitraggio è s t ato mo lt o co nt ro v ers o . L'americano Jerry T ho ms o n è diventato una parte fondamentale dell'arbitrato globale. Il Comitato A rbit ri era fo rmat o da lui, Eichi Wakabayashi, Frank Nowak, Teruo Hayashi, Presidente del Comitato, il suo assistente Max L. Vichet (anche Wado Ryu) e il nostro protagonista, Toru Arakawa, che continuava ad acquis ire s empre più prio rità nell’organizzazione mondiale. Poco prima dell'inizio degli anni '80, la direzione della Wado Kai i n t e n d e v a s t a c c a re i l m a e s t ro f o n d a t o re dalla gestione dell'organizzazione assegnandogli un posto puramente onorifico senza un vero potere decisionale. Questo ha infastidito i suoi seguaci più fedeli guidati dai maestri Hitoshi Ya m a s h i t a , F u m i h i ro Ta n a b e , Kenichi Horiguchi, Daichiro Aizawa, e i l f i g l i o d i O h t s u k a , J i ro . To r u Arakawa si è allineato a quelli del gruppo più pratico, con Katsumi Hakoishi, Takaichi Mano e Kengo Sugiura, e sostenuto da altri come S h u n s h u k e Ya n a g i d a , M i z u h o Ashihara ... Il problema finì davanti al giudice per mancanza di accordo ma data la lentezza del tribunale di giustizia, la famiglia Ohtsuka ha d e c i s o d i c re a re u n a n u o v a

o rg a n i z z a z i o n e . C o s ì i l Wa d o giapponese è stato diviso in due grandi gruppi ed è nato il Wado Ryu Karate Renmei. Quando a metà degli anni '80, la Federazione giapponese, insieme alla Federazione mondiale, che allora si chiamava WUKO (World United Karate Organization) hanno deciso di scegliere un paio di kata di soli stili maggiori di karate per l'uso nei tornei, Arakawa ha assunto un ruolo decisivo. Wado era naturalmente una delle quattro scuole principali, insieme a Shotokan, Shito e Goju, e le kata scelte nello stile fondato da Ohtsuka erano Seishan e Chinto. Toru Arakawa, oltre ai corsi d’insegnamento su questi kata per diversi maestri, ha recitato nel libro e il video che la Federazione Giapponese ha svolto come una guida per quest’unificazione. Tra gli allievi di Arakawa sensei, ci sono personaggi famosi nel Karate giapponese, come i campioni degli anni '80 Hisao Murase, Toshiaki Maeda e Seiji Nishimura e in seguito Y. Suzuki e K. Hayashi. Per quanto riguarda la Wado Kai (nel seno della Federazione giapponese), dopo Eriguchi in prima linea, altri hanno occupato la presidenza, tra cui Hideo Boh, l'ex ministro delle Finanze del Giappone, che ha mantenuto la sua posizione fino alla sua morte, avvenuta l’8 agosto 1990. Dopo di lui venne Ryutaro Hashimoto, che ha svolto l'incarico fino alla sua dimissione, il 14 aprile 1996, dopodiché Eiichi Eriguchi ha ripreso le redini dell'organizzazione fino alla sua morte nel 2003. Più di recente, Kengo Sugiura, Yoshito Kondo e Motoi Ogura hanno presieduto l'organizzazione. Toru Arakawa, il nostro protagonista di oggi, ha lavorato sodo e con buoni risultati come Consulente Tecnico della Wado Kai (che ha circa 850.000 membri, di cui oltre 190.000 sono cinture nere), e rimane presidente del comitato tecnico.


Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com



JET LI, IL POTERE DELLA DETERMINAZIONE Molti anni dopo aver girato il suo primo film di Arti Marziali, Jet Li è stato riconosciuto a livello mondiale come una delle figure più importanti del genere film d'azione, uno dei pochi attori che ha trionfato in Oriente e in Occidente, ma la sua strada non è stata veloce né facile, e il successo è stato il frutto di tanti anni di sacrifici e di duro allenamento. Solo quando si conosce la sua storia, si capisce il motivo per cui si è classificato al cinema mondiale.

Testo e Foto: Pedro Conde



Biografia

J

et Li, nome d’arte, è nato il 26 aprile 1963 a Beijing (Pechino). Il suo vero nome è Li Lianjie in mandarino, in cantonese si pronuncia Lei Lin-Git (Lee Lin-Kit). A due anni d'età perse il padre, e per alcuni è uno dei casi più straordinari di bambino prodigio delle arti marziali, anche se nella sua infanzia niente lasciava presagire che un gior no sarebbe diventato un grande campione di Wushu: "Molte persone mi chiedono se sono stato costretto a praticare Wushu perché ero un bambino cattivo e indisciplinato. Niente di simile, sono stato tutto il contrario. In realtà, ero un modello di obbedienza. La ribellione si è manifestata più tardi... Sì, sono stato davvero un bravo ragazzo. Mia madre, mie due sorelle e miei due fratelli maggiori erano la mia famiglia. Io ero il più giovane. Mio padre è morto quando avevo due anni, quindi non sono mai stato in grado di ricordare la sua immagine nella mia mente. Mentre ero più giovane, mia madre non mi

avrebbe permesso di andare nuotare o passeggiare in bicicletta. Qualsiasi attività rischiosa, qualsiasi tipo di esercizio che coinvolgesse il minimo pericolo, mi venne proibito per la mia sicurezza. Così, mentre i ragazzi della mia età giocavano in strada, il docile bimbo rimaneva a casa a giocare.” Essendo il più giovane, la morte del padre ha portato la madre a essere iperprotettiva con lui. All'età di 8 anni ha iniziato a praticare Wushu per caso in una scuola estiva; da un capriccio del destino ha incontrato l'Arte Marziale che avrebbe cambiato la sua vita. “Ho iniziato a praticare Wushu durante l'estate del 1971. Avevamo appena iniziato un mese di vacanze scolastiche e le autorità non volevano figli indisciplinati per le strade; in quel momento, i politici hanno iniziato a introdurre quello che oggi si chiama Pechino Scuola di Sport ed Esercizio (scuola, sport e l'applicazione di Pechino). Diversi gruppi sono stati poi arbitrariamente creati: Classe 1, gruppo 1


Cinema Marziale

è stato assegnato la ginnastica; Classe 1, Gruppo 2, il nuoto; Classe 1, Gruppo 3, il calcio; Classe 1, Gruppo 4, cui appartenevo, Wushu. Non avevo idea di cosa fosse, nessuno dei miei compagni l'aveva, ma l'insegnante ci ha detto che dovevamo praticare quest’attività e siamo stati costretti a farlo"... In questo corso estivo, il giovane Jet Li si distinse per il suo talento per quest'arte, essendo scelto come membro della squadra Wushu di Pechino per partecipare alla manifestazione sportiva "Tutti i giochi di Cina".

“Ho iniziato a praticare Wushu durante l'estate del 1971.”


"Avevo nove anni quando ho iniziato la preparazione per partecipare al mio primo torneo. In realtà, è stata la prima gara di Wushu celebrata a livello nazionale in Cina dopo la rivoluzione culturale. Tecnicamente, non c'erano gradi o livelli, non era la tipica competizione, è stato davvero una grande dimostrazione o esibizione, anche se un premio potrebbe essere dato alla migliore tecnica o l'esecuzione della forma, quindi ci sono stati tanti grandi atleti della Cina, che si erano trasferiti da ogni parte del paese per partecipare all'evento. Il campionato si è svolto a Jinan, capitale della provincia di Shandong. Era la prima volta che mi allontanavo dalla mia casa, la prima volta nella mia vita che era andato al di là delle mura di Pechino. Mi ricordo di essere stato molto eccitato dalla prospettiva di prendere il treno. Mia madre era molto preoccupata perché il suo "baby" se ne

andava lontano di casa... La mattina della mia partenza, lei scoppiò in lacrime. Questo mi terrorizzava e mi ha detto di non andare, ma questo non era possibile, non potevo rinunciare senza una buona causa, così sono andato a Jinan e alla fine ho vinto il "campionato". Quando sono tor nato a Pechino, ho ricevuto un avviso che m’informava che da quel momento dovrei dedicare più tempo all'allenamento di Wushu e andare a scuola solo la mattina. Per me, è stato perfetto. Che ragazzo non piacerebbe vedere dimezzato il numero delle sue lezioni?"



Nel 1974, si è unito al team professionista di Wushu di Pechino ed è stato dispensato dal frequentare le lezioni scolastiche. Ha vissuto presso l'Istituto di Educazione Fisica e solo andava a casa nei fine settimana; là , quando tutti riposavano, era solito uscire nel cortile e praticare fino a mezzanotte. Tutto questo sforzo ha ripagato; quell'anno ha partecipato ai campionati nazionali di Wushu in cui ha guadagnato il titolo di Campione Assoluto della Cina nella categoria giovane.

La squadra professionista di Wushu di Pechino seguiva un allenamento spartano. Ogni mattina alle 6:00, erano svegliati e in meno di tre minuti dovevano essere allineati in formazione sul campo centrale. Dopo un'ora e mezza di pratica, facevano il bagno e una colazione leggera. Alle 8:30, tornavano alla pratica fino a circa 12:00. Dopo il pranzo si potrebbe riposare fino a dopo cena, ma alle 7:30 pm iniziava un'altra sessione d'allenamento di tre ore. Di solito praticavano per otto ore il giorno e talvolta il loro


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riposo potrebbe essere interrotto perché si dovesse fare qualche spettacolo per un gruppo di turisti. Una fase piena di successi, ma anche molto dura, come Li ricorda: "Ho dovuto allenarmi fino a 10 ore al giorno con esercizi speciali allo scopo di sviluppare una buona qualità muscolare, la forza, la flessibilità, l'agilità e anche dei riflessi precisi e veloci (...). Qualsiasi con l'ambizione di diventare un atleta professionista dovrebbe iniziare una formazione intensiva prima di 13 anni. Dopo 15 non è impossibile raggiungere il podio, ma è molto più difficile.”. Tanto sforzo ha avuto finalmente la sua ricompensa, e i seguenti anni Li è stato in grado di vincere tutti i tornei cui ha partecipato, diventando così una delle leggende di Wushu in Cina. Nel 1979, Li ha vinto un premio speciale di Onore al Merito di prima classe della città di Pechino. Nel 1983, gli è stata conferita la medaglia d'Onore dello Sport a livello nazionale.

Comunque Li non si è lasciato abbagliare dal successo, e come al solito, dietro ogni campione c'è un grande maestro. Nel caso di Jet Li, il maestro è stato Si-Fu Wu Bin, membro della Società Cina di Wushu, vice presidente dell'Associazione Wushu di Beijing e Direttore dell'Allenamento Tecnico e la Sezione Ricerca dell'Istituto Cinese di Wushu. Dopo la laurea presso l'Istituto di Educazione Fisica di Pechino nel 1963, Wu Bin ha assunto l'incarico di Allenatore della Squadra Wushu di Pechino. Durante la sua carriera ha dato un forte impulso ai tornei di Wushu con una lunga serie di campionati nazionali, dove ha vinto numerosi premi in riconoscimento del suo eccellente lavoro. Ha un gran numero di campioni e allievi celebri, com’è il caso della star del cinema Donnie Yen e, naturalmente, Jet Li, che nonostante tanti trionfi e allori, non ha mai dimenticato il maestro che l’ha portato al successo...


Cinema Marziale "Sono riconosciuto come un campione di Wushu in Cina e in Occidente. Ma ogni volta che prendo uno sguardo retrospettivo, sento che devo tutto ai miei istruttori, in particolare al mio maestro Wu Bin, che mi ha insegnato Wushu da quando avevo otto anni e mi ha guidato lungo la strada per il successo. "Non smettere mai a metà strada." Io non sono un prodigio come indicato in alcuni giornali e riviste, e che mi dava fastidio. Come tutti, sono stato circondato da molti problemi durante la mia formazione e, a volte ho pensato di smettere. É stato il mio allenatore Wu Bin, che mi ha aiutato a non lasciarlo e mi ha incoraggiato a non arrendermi mai. Lui rimarrà sempre nel mio cuore per la sua pazienza nel guidarmi in questo viaggio. Mi ricordo che nel 1972 ho avuto un grave infortunio nella mia rotula e ho dovuto riposare a letto. Con le lacrime agli occhi, mia madre mi ha convinto a smettere di praticare Wushu. Mia madre mi ha detto: "Guarda, piccolo Jie, praticare Wushu richiede un'alimentazione supplementare, ma noi non possiamo permetterci queste spese, e inviarti cibo regolarmente gli costa molto al tuo allenatore,

quindi penso che sia meglio che smetti il tuo allenamento." Ero molto rattristato con quello che diceva mia madre, ma non volevo farla infelice, così ho accettato. E quando il mio allenatore è venuto a trovarmi, ho preso coraggio e gli dissi; "Sei stato molto generoso con me e non lo dimenticherò mai, ma io non voglio più praticare Wushu". Non ci fu risposta, ovviamente, le mie parole l’hanno lasciato paralizzato. Lo fissai e il suo viso trasmetteva delusione e pallore. «So che sei un giovane ambizioso, ma se non vuoi mantenere la formazione, io rispetto la tua decisione; qualunque cosa tu faccia in futuro, mi auguro che sia coraggioso e non un vigliacco". Dopo aver scambiato qualche parola con mia madre, si voltò e se ne andò senza guardarmi. Le sue parole mi hanno colpito e mi hanno toccato il cuore, mi sentivo terribilmente pentito di quello che avevo detto. Quando mi sono ripreso, sono andato in palestra. Il mio istruttore, naturalmente, era orgoglioso di vedermi di nuovo, ma il suo volto non rifletteva i suoi veri sentimenti. Con un "Stai bene?», mi ha mandato con i miei compagni di squadra, che mi hanno dato un caloroso benvenuto. Dopo quell'incidente, sono


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riuscito a capire che non si dovrebbe lasciare le cose a metà. Da allora in poi ho praticato molto duro. Quello che i miei colleghi erano soliti a fare una volta nelle nostre sessioni d'allenamento, io lo facevo due volte. Per massimizzare il mio tempo, mi allenavo anche la domenica, mentre gli altri riposavano. Il mio allenatore non sembrava di apprezzare i miei sforzi. Lui era sempre generoso e paziente quando spiegava miei compagni di squadra l'essenza dei movimenti, e li corresse quando lo facevano male. E quando sembravano molto stanchi, li mandava a riposare. Tuttavia, quando si rivolgeva a me, sembrava di essere un'altra persona. Spesso mi ha detto: "Pensi che sia la mossa giusta? Com’è che praticando molto più forte, lo fai peggio?" Per essere onesti, non mi piaceva il modo in cui mi trattava. Ora ho capito che ha fatto tutto per il mio bene. Mi ha applicato un metodo di allenamento rigoroso chiamato "un grande tamburo dovrebbe essere colpito da una mazza pesante" ... Il Si-Fu Wu Bin, non solo gli ha insegnato Wushu; a parte gli ha dato molte lezioni sulla vita. Tra i tanti aneddoti che esistono su questo tema, vale la pena rilevare quanto segue: "Una volta, quando ero bambino, mia madre mi ha dato cinque Yuan prima di partire per il torneo nazionale di Wushu. Non avevo mai avuto così tanti soldi. ‘Adesso non avrò bisogno di pregare i miei colleghi di comprarmi un gelato’, ho detto a me stesso felice. Poco prima di arrivare in destino, mi sono reso conto che il mio denaro era scomparso, il campionato è iniziato e non ho avuto il tempo di cercarlo. Nel torneo ho segnato con una tripletta in due categorie opzionali e un’obbligatoria. Senza una parola di complimenti, Wu Bin mi prese da parte e messe i cinque Yuan nella mia mano dicendo: 'Ecco il tuo denaro. So che la tua famiglia non è benestante così l'ho conservato per te. Ora che hai vinto tre medaglie, non eccitarti e non sperperare i tuoi soldi '. Quelle parole mi hanno fatto pensare, e ho speso solo 49 fen per comprare alcune matite con l'emblema del torneo. Quando sono arrivato a casa, ho restituito il resto dei soldi a mia madre e l’ho raccontato la storia. Lei mi disse: Con un maestro così saggio, non ho bisogno di preoccuparmi ovunque tu vada con lui." A 17 anni, Jet Li aveva vinto quindici medaglie d'oro e una medaglia d'argento nel Campionato Cinese di Wushu dove, nonostante la sua giovane età, ha gareggiato contro gli adulti. Nel 1974, all'età di undici anni, è diventato una leggenda vincendo il titolo di Campione Nazionale di Wushu. Nei prossimi cinque anni, ha ottenuto altre quattro volte il titolo nazionale e si è ritirato imbattuto nel 1979, con 17 anni. Aveva già ottenuto tutto, ma gli mancava ancora qualcosa per raggiungere la categoria di Master ... "All'età di sedici anni, mi sono interessato alla filosofia. Perché? Beh, ho trovato tutte queste

medaglie che ho vinto nei diversi campionati di Wushu. La gente mi considerava il campione di tutte le categorie di Wushu. I miei compatrioti, parlando di me, dicevano: "Lui lo merita." Poi mi ha colto il pensiero che io dovevo onorare il mio titolo. Se davvero avevo l'intenzione di essere degno di tali premi, dovevo sapere tutto, e per ottenere questo, tutto ciò che dovevo fare era riempire i miei 'vuoti'. Appena ho iniziato la ricerca ho capito che non sapevo nulla affatto. C'erano troppe cose che ignoravo, così ho detto a me stesso: "Io non sono degno di occupare la posizione che occupo. Ero consapevole del fatto che ci fosse qualcosa di molto importante che ancora dominava. Invece di continuare semplicemente a praticare, mi sono posto la domanda: Come posso raggiungere la piena conoscenza del Wushu? In realtà, ci sono solo due rami principali: le scuole esterne e le scuole interne. Appena si comincia a scavare nei dettagli, si osserva che ogni stile ha la sua teoria. E mentre ostinatamente studiamo la teoria di ogni stile dalle sue origini, capiamo che cominciamo per allenare il nostro corpo e nel corso del tempo, scopriamo che anche stiamo allenando la mente. É importante capire come entrambi due convivono nella stessa arte. Il fiore più bello può fiorire splendidamente in breve tempo, ma in pochi giorni appassirà e morirà. Niente è perfetto o eter no. Questo è qualcosa delle idiosincrasie della cultura cinese:... se la perfezione fosse di questo mondo, Taiji non esisterebbe. Per ogni aspetto positivo c'è un punto negativo e viceversa. È l'equilibrio." Quando era immerso in queste ricerche, è stato scelto da Zhang Xinyan, della Great Wall Film Studio Company Limited, per recitare in un film che sarebbe stato girato proprio nel tempio di Shaolin, dove parteciperebbero anche un gran numero di maestri ed esperti di arti marziali. Il film sarebbe intitolato "Shaolin Temple" (82), un blockbuster, prima in Cina e poi in tutti i paesi del Sud Est asiatico, tra cui Hong Kong, un mercato difficile e competitivo. Il campione era diventato un idolo cinematografico quando Wu Bin sarebbe ancora a dargli una grande lezione ... "Dopo il trionfo del film Shaolin Temple, alcune persone hanno detto: 'Ora che Li Lianjie è una star, Wu Bin, il suo istruttore diventerà anche una celebrità'. Con il successo del film, molte persone sono venute a casa mia a congratularsi con me, ma Wu Bin, che veniva spesso a casa nostra per portarci il cibo che lui comprava specialmente per me, non appariva. Mio





nonno e mia madre si chiedevano perché non veniva. Un giorno apparve improvvisamente. 'La tua famiglia è in migliori condizioni economiche, e non mi devo preoccupare più per te. Inoltre, hai molte visite ed io non voglio più essere una carica. Ma se c'è qualcosa che possa fare per te, fammelo sapere'. Mi strinse la mano e se ne andò. Io sono rimasto alla porta incapace di proferire una sola parola. Sapevo che lui era felice dal mio successo; come il mio istruttore, ha guadagnato anche la fama e gli sono state offerte alcune cose, ma lui le ha rifiutate tutte. In questo modo mi ha dato un'altra lezione, mi ha insegnato a considerare: Quale dovrebbe essere l'atteggiamento di fronte alla fama?” Il successo commerciale di "Shaolin temple", ebbe due sequel, dove Li è anche il protagonista: "Kid from Shaolin" (84) e "Martial arts of Shaolin" (86). Nel 1987, Li sposò "Huang Qiuyan", compagna della squadra Wushu di Pechino e co-star in "Kids from Shaolin", che veniva da una famiglia benestante. Questo è stato un matrimonio di convenienza, così la sua famiglia non avrebbe problemi economici di nuovo. Due figlie sono nate di quel matrimonio: Si e Taimi. Nel 1988 ha partecipato a due documentari biografici: "Dragons of the Orient" e "Shao Lin Hai Deng da shi". È stato anche coinvolto in un progetto molto personale nella regia del film "Bor n to Defence", in cui ha svolto il ruolo protagonista, e si è finito in un vero e proprio fiasco, dopo di ché, Jet Li mai più svolgerebbe le funzioni di regista... Nel 1989 ha girato "Dragón fight", la sua prima produzione a Hong Kong, dove ha incontrato l'attrice




Cinema Marziale taiwanese Nina Li Chi, Miss Asia Pacifico e la scintilla dell'amore è stata accesa durante le riprese. Il film non ha ottenuto il successo sperato, anche se tutti hanno convenuto che Jet Li aveva un grande potenziale; tutto quello che serviva era il film giusto per mostrare il suo talento. Nel 1990 ha divorziato "Huang Qiuyan" e chiese Nina Li Chi di aspettare dieci anni per sposarsi. L'anno successivo arrivò la sua grande occasione, Li riapparve con due dei più importanti professionisti dell’azione marziale: il regista Tsui Hark, il Re Mida del cinema di Hong Kong, e il coreografo Yuen Woo Ping, che sparato alla fama Jackie Chan con "Snake in Eagle's Shadow" e "Drunken Monkey". Insieme hanno girato ciò che è oggi un grande classico: "Once Upon a Time in China". Il successo fu travolgente, e ne è venuto a rinfrescare il genere classico Kung fu in Oriente. Così, negli anni successivi innumerevoli film seguirono, tra i quali i cinque sequel di "C'era una volta in Cina", "Fist of Legend", "Dr. Wai" o "Black Mask", e così via per completare più di venti titoli. Alla fine degli anni '90, Jet Li si era già affermato

come l'attore marziale meglio apprezzato nell'Oriente dopo Jackie Chan. Ma il mercato cinematografico americano, e per estensione il mondiale, ancora gliele resisteva. L'occasione è arrivata quando un improvviso interesse per il cinema d'azione di Hong Kong emerse a Hollywood, e la Columbia Pictures gli ha proposto partecipare a cinque film americani di grosso presupposto, purché la sua prima collaborazione fosse stata quella di interpretare il suo primo ruolo non da "buono" nel film "Arma letale 4" (98). Tuttavia quest’opportunità era molto rischiosa per Jet Li; infatti, il ruolo era stato prima proposto a Jackie Chan, che aveva respinto il progetto perché non voleva cambiare il suo stereotipo di eroe. Questo è stato anche il caso di Jet Li, che da quando il suo inizio nel mondo del cinema aveva sempre incarnato l'eroe protagonista, e interpretare il cattivo secondario poneva una vera prova d'umiltà da un lato, e tutta una prova di fuoco, dall'altro, perché per un buon inizio, non poteva accontentarsi con essere un cattivo accettabile, ma un cattivo eccezionale, tanto più sapendo che sarebbe stato


Cinema Marziale circondato da attori come Mel Gibson, Danny Glover e Joe Pesci. Ha accettato la sfida e ha recitato maledettamente bene, e tutti i critici occidentali sono stati unanimi nel rilevare la performance carismatica del "cattivo orientale" del film. La sua performance è stata cosÏ convincente che le offerte per i ruoli di cattivo abbiano iniziato subito a piovere su di lui, ma Li, con grande intelligenza, li ha respinti: "Potrei avere svolto il ruolo di cattivo e cambiare la mia immagine di eroe positivo e buono, molte persone me l'hanno consigliato, e sarebbe una sfida che trovo interessante. Ma questo non sarebbe piaciuto a mio pubblico in Asia, che si è abituato a vedermi sempre nel ruolo di eroe, e altrimenti potrebbe deluderli."




Nel 1999 si è sposato con Nina Li Chi, e l'anno successivo è nata sua figlia Jane. Il suo prossimo ruolo in una produzione di Hollywood era un supereroe in "Romeo Must Die" (2000), un film che è stato un grande successo al botteghino, grazie in gran parte al suo sapiente mix dello stile orientale (combattimenti fantasiosi con i cavi, tipo "Matrix") e lo stile occidentale (il ritmo del migliore Hip-Hop). Tra quelli che non hanno visto mai la luce, si distingue il co-protagonista di un remake in formato di pellicola sulla popolare serie televisiva "The Green Hornet", in cui avrebbe incarnato Kato, il ruolo svolto da Bruce Lee negli anni '60. Li ha anche respinto il ruolo principale nel "Tiger Crouching, Hidden Dragon" premio Oscar (che alla fine ha interpretato Chow Yun Fat), perché aveva appena avuto una figlia e che l’ha tenuto lontano dal set cinematografico per quasi un anno. Neppure ha accettato di partecipare a "Matrix 2", poiché i produttori non erano disposti a pagare i 14 milioni dollari che Li aveva chiesto. "Romeo Must Die" è stato seguito da "Kiss of the Dragon" con un'attrice del calibro di Bridget Fonda, un regista come il francese Luc Besson e uno script più forte del solito nel genere. In questo film, girato a Parigi, i voli cablati sono stati sostituiti con l'azione marziale realistica. È stato seguito da "The One", film di fantascienza marziale in cui Li affronta il suo più duro nemico: se stesso, o una replica quasi esatta da un universo parallelo. Un film con un certo retrogusto Matrix. Nel 2002 è tornato in Asia per girare "Hero", un dramma diretto dal famoso regista cinese Zhang Yi Mou ("Lanterne rosse", "Sorgo rosso"). Quell'anno la famiglia ha avuto la loro seconda figlia Jada. Nel 2003, ha girato "Born to Die", co-protagonista insieme al famoso rapper DMX e la presenza di un altro bambino prodigio dei piedi-pugni, Marc Dacascos. Un thriller d'azione con bande e terroristi.




Jet Li è stato una delle molte migliaia di persone colpite dallo tsunami nell'Oceano Indiano che ha avuto luogo il 26 dicembre, 2004. Fu sorpreso dall'ondata quando era su una spiaggia alle Maldive; ha avuto solo il tempo di afferrare sua figlia di quattro anni Jane, e la tata che teneva Jada, sua piccola figlia di due anni. In mezzo al disastro, un mobile spazzato via lo ferì a una gamba. Per un certo tempo è stato nelle liste di persone scomparse e sono stati numerosi media che hanno informato della sua morte durante il disastro. Quello gli ha segnato assai duramente, tutti i sopravvissuti aiutavano l'un l'altro, a prescindere dallo stato, c'erano solo persone che aiutavano le persone ... Nel 2006 ha girato "Fearless", i cui incassi di botteghino, circa 500.000 yuan (62.500 US $), ha donato a un progetto che promuove la salute mentale, e per questo è stato aggiudicato il primato di "Ambasciatore Filantropica" della Croce Rossa Cina. Nel 2007 è tornato condividere il palco con Jason Statham in "L'assassino". Egli ha anche fatto notizia quest'anno per essere l'attore cinese più pagato nella storia del cinema. Ha raccolto 100 Milioni di yen (quasi 10 Milioni di Dollari) per il suo lavoro nella superproduzione epica "The Warlords". Questo gli ha aiutato a ratificare il titolo che già possedeva per il suo ruolo in "Hero", di Zhang Yimou, che è stato nominato per un Academy Award al miglior film straniero, per il quale ha incassato ¥ 70.000.000. Nel 2008, gli spettatori in generale e gli appassionati delle Arti Marziali in particolare, potrebbero finalmente vedere sullo schermo i due più grandi superstar del SudEst asiatico, Jackie Chan e Jet Li insieme in una produzione di Hollywood, a faccia a faccia in un combattimento epico in "The Forbidden Kingdom". Il film inizialmente ha deluso molti, ma nel tempo è stato guadagnando. Quell'anno Jet Li ha partecipato in un altro





blockbuster di Hollywood, per la seconda volta nella sua carriera che sarebbe il cattivo in "The Mummy III, Tomb of the Emperor Dragon", dove ha coinciso con la regina del cinema d'azione del Sud-Est asiatico, Michelle Yeoh. Il 16 giugno 2009, Jet Li ha acquisito la cittadinanza di Singapore. Quasi un mese dopo, il 28 luglio, ha creato la Fondazione Benefica Jet Li, e attraverso di essa è stato donato grandi somme di denaro e organizzando eventi per raccogliere soldi in modo da aiutare i bisognosi. Dopo l'incidente dello tsunami, Jet Li non aveva smesso di pensare a cosa fare per aiutare gli altri, così ha lanciato il suo programma di ginnastica, che ha chiamato "Wuji", e che è un compendio di Arti Marziali, Yoga e Pilates. Negli ultimi anni ha preso parte in varie produzioni asiatiche, e in Occidente abbiamo avuto la possibilità di vederlo con tutti i "duri" di Hollywood della saga "I Mercenari". Se un ragazzo orientale di 1,68 m appare in quella saga, ci deve essere una ragione ... forse è perché tutti riconoscono che nonostante la sua altezza è un eroe marziale, anche se, secondo le sue stesse dichiarazioni, egli non si considera così: "Un'arma distrugge anni di Arti Marziali in una frazione di secondo. Come ho detto molte volte, è importante distinguere tra cinema e realtà. Un eroe di film può essere in grado di fare cadere giù la pistola dal suo avversario, ma nella vita reale probabilmente non potrebbe farlo". Anche in queste dichiarazioni ha aggiunto: "Non ho mai dovuto usare le Arti Marziali nella vita reale, si dovrebbe pensare a cose pacificamente e, se necessario, chiamare la polizia, ma non usare mai la violenza." Jet Li è una persona di grande semplicità e umiltà, che non ha nulla a che fare con uno dei suoi compagni di Hollywood: "Se io sono dove sono è perché ho avuto fortuna, e non perché io sia un genio. Sono una persona comune. Non voglio essere confuso con gli eroi dei miei film." Dichiarazioni curiose di una superstar del cinema d'Arti Marziali, di un campione di Wushu. É evidente che sia stato per anni nel percorso di conoscenza e di Buddismo... e mentre continua a raggiungere la perfezione, noi speriamo di poter continuare a godere le sue abilità marziali sullo schermo.



"Se io sono dove sono è perchÊ ho avuto fortuna, e non perchÊ io sia un genio. Sono una persona comune. Non voglio essere confuso con gli eroi dei miei film."


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Sono felice di poter dare un saggio sui grandi passi fatti in Italia dall’A.S.D. Combat Hapkido Italia, diretta in Italia dal Docente Tecnico M° Mario Rama. In questo reportage vi faremo capire cosa è effettivamente il Combat Hapkido e il metodo da ring total combat M.M.A. Sono il m° Mario Rama e negli ultimi anni mi sto’ dedicando alla formazione d’istruttori altamente qualificati e preparo lottatori con il sistema Muay Thai ed Hapkido. In giovane età mi sono confrontato con combattenti delle più svariate arti marziali e sport da combattimento come il tae kwon do full contact, il ju jitsu, e Muay Thai, disciplina nella quale ho vinto il titolo internazionale ed europeo con cintura.


vviamente pratico ed insegno nella mia accademia sita ad Olbia in Sardegna. I maestri più famosi con i quali ho potuto apprendere e mettere appunto un sistema di combattimento efficace e globale sono: Ted Wong (j.k.d, allievo del grande Bruce Lee), Grand Master John Pellegrini (Combat hapkido), Boon Kurt, Chok Chay thawat (che ha combattuto contro Manny Paquiao), Thanachon (istruttori e maestri di muay thai tailandese e pugilato Boxe). Negli ultimi anni, la mia squadra di atleti ha potuto confrontarsi in gare interstile di combattimento e dimostrative ottenendo ottimi risultati, conducendo più volte i campionati Italiani. Nel 2006 ho ricevuto direttamente il diploma di delegato nazionale di combat

O

hapkido (self defense e del MMA inter nazionale), dal Grand Master John Pellegrini e dal maestro David Rivas. Nel nostro impegno di divulgazione, collaboriamo con maestri di alto livello come: M° Stefano Maiocchi (Judo e Krav Maga), Maestro Davide Carpanese (MMA), Maestro Walter Fayer, Matteo Petrella Kick Boxing. Dal 2006 ho iniziato con il mio team tecnico a formare nuovi istruttori e delegati Italiani nei due settori di combattimento: combat hapkido e total combat MMA Thai Boxe. Il primo, il sistema Combat Hapkido, comprende solo ed esclusivamente la pura difesa personale, con tecniche di movimenti rapidi e veloci per potersi difendere da uno o più aggressori, a mano nuda o armato. Il programma è vasto ma allo stesso tempo molto



semplice da apprendere e si basa su tecniche reali già testate in reali situazioni di pericolo. Non ci sono forme o katà ma la pura essenza della difesa personale, infatti, diamo lezioni di Difesa Personale a civili e forze armate sia private che governative. Oltre all’utilizzo di tecniche a mano nuda, abbiamo il settore tecnico armato, cioè disarmo e contrattacco da coltello, bastone e armi da fuoco di piccolo e grosso calibro (questi ultimi ovviamente a corta distanza). Per quanto riguarda il secondo settore, cioè il total combat MMA “sportivo”, si tratta

di un sistema che si combina con una miscela di tecniche altamente efficaci e devastanti nel circuito “free fighting”: tecniche di calci, pugni (boxe), proiezioni, ginocchiate, gomitate, clinch, leve articolari ed in fine combattimento al suolo. Anche in questo caso si formeranno istruttori e lottatori per partecipare alle competizioni che si disputeranno in Italia ed all’estero. Questa estate si terrà lo Spartan Summer Camp Sardegna, Grande evento nazionale. Per tutti i dettagli visitate il nostro sito www.combatfitnessevents.it













Kung Fu


Sono convinto che i maestri e grandi maestri di Arti Marziali tradizionali del mondo siano d’accordo con me quando dico che ciò che è veramente buono prende sempre il suo tempo. Caratteristiche come un talento naturale e le esigenze personali possono influenzare la strada di uno studente, ma non é possibile nascere già Maestro o accorciare il percorso per diventarlo. Questo è vero non solo per gli studenti, ma anche per molte altre cose, e corrobora la storia della mia scuola. Da oltre 20 anni, la KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER ha perseguito l'obiettivo del mio Maestro Chiu Chi Ling, che con la mia scelta come suo successore, ha fatto che il suo obiettivo diventi anche il mio: rendere possibile che l'Hung Gar Kung Fu originale sia accessibile al maggior numero di persone e mantenere la qualità e la persistenza dello stile. Iniziata come l'unica scuola, la KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER è oggi la più grande scuola di Kung Fu puramente tradizionale nella Svizzera. Come appena detto, ci sono voluti 20 anni. E naturalmente, è stato lo stesso anche con tutti i miei progetti che stavo seguendo con i miei istruttori.


U

n progetto degno di nota tra i tanti è, per esempio, quello dello Shaolin Masters Turnier. Ed è particolarmente degno di nota non solo per la sua genesi, ma anche per il progetto stesso. Come tutti sappiamo, nelle Arti Marziali è stata sempre molto importante l'organizzazione di tornei che rendono possibile lo scambio di opinioni, esperienze, informazioni sulle nuove e, naturalmente, confrontarsi l'un l'altro nelle diverse discipline delle Arti Marziali. Questo è stato anche il pensiero fondamentale dello Shaolin Masters Turnier, o Torneo dei Maestri Shaolin. E’ noto che il seme è più piccolo dell'albero, e quindi l'evento è stato iniziato come un piccolo torneo giovanile. Molto nervosi, i ragazzi hanno dato il meglio, mostrando agli arbitri di recente formazione ciò che avevano imparato in classe e le loro forme. L'evento è servito, gli arbitri appena formati hanno accumulato esperienza e una nuova categoria è stata aggiunta: la Kids Push Hands. La nuova categoria ha permesso i giovani studenti a confrontarsi fisicamente e semplificare le tecniche di Hung Gar da applicare in combattimento. Si potrebbe dire che era una forma di categoria di combattimento per i bambini. Anche qui ha svolto il suo ruolo in modo rapido ed è stato completato con le forme. Questo ha evitato che qualcuno, per esempio, si presentasse unicamente alla categoria di combattimento. Perché? Nella KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER, il buon carattere prevale su qualsiasi altra cosa, e prima del combattimento "a uomo a uomo", sempre ha la priorità esercitare quello che ognuno ha imparato e le sue capacità. Sempre più in crescita, il torneo ha continuato a essere celebrato quattordici o quindici volte ed è arrivato al punto che insieme ai miei istruttori, abbiamo deciso di aprire il torneo per gli studenti più grandi: prima per alunni fino a diciotto anni, e poi, quasi immediatamente, senza limiti di età. La risposta da parte degli studenti, i



partecipanti e il pubblico è stata molto positiva e il nuovo modo di Shaolin Master Turnier è stato assicurato. Nuova anche negli ultimi due anni, è stata in particolare la categoria di combattimento per gli adulti. O come la chiamiamo tra noi, la categoria"Lei Tai". Lei Tai significa "piattaforma rialzata", è il nome dato all’arena di combattimento elevata da terra di un paio di metri dove si svolge il match. Nel nostro caso si tratta di un combattimento a pieno contatto. Nei tempi antichi, questa piattaforma era stata progettata in questo modo non perché il pubblico vedesse meglio, ma per una questione di vita o di morte, sia per l'altezza della caduta dalla stessa o per le armi e grandi pali appuntiti che volutamente venivano disposti intorno al palco. Oggi usiamo per "Lei Tai" una piattaforma (ring) di 0-1 m di altezza, in cui per fortuna non muore nessuno. Naturalmente ci sono anche regole chiare e i combattenti sfruttano tutte le loro possibilità. La cosa più bella è quando i combattenti Lei Tai nello Shaolin Masters, dopo un match duro sul "Ring", si abbracciano e si congratulano a vicenda per un buon incontro, non importa chi ha vinto! Questo è un momento dove i miei studenti mi rendono molto orgoglioso. Il lettore più sensibile ai dettagli noterà che lo Shaolin Masters Turnier è una storia di successo e non ha ancora raggiunto la fine. Quest'anno si terrà la 19ª edizione del Torneo, e molte altre sono in programma. Parlando dei piani: Il mio Sifu (Maestro), la leggenda vivente del Kung Fu Dr Chiu Chi Ling, mi ha ispirato per integrare una nuova categoria. Una categoria che permetta agli studenti di fare uso delle funzionalità del più puro Hung Gar. Le prime manifestazioni sono riservate per i miei studenti. Si può dire che si profili sensazionale come Lei Tai. Ah! E senza dispositivi di protezione.





IL KRAV MAGA RED, UNA MODERNA DISCIPLINA IN PIENO SVOLGIMENTO Il concetto di Krav Maga Recherche, Évolution et Développement (ricerca, evoluzione e sviluppo) ha iniziato a essere codificato dai suoi fondatori negli anni 2003-2005 e, infine, dopo numerosi test, ha visto ufficialmente la luce nel 2013 nella sua forma attuale.


Un concetto di "autodifesa" per i civili e "Pro" per i mestieri di sicurezza, che si basa principalmente sui piÚ recenti sviluppi di Krav Maga e sport da combattimento, e si appoggia anche alle esperienze dirette degli utenti e professionisti d’intervento.


“Negli ultimi due anni, Christian Wilmouth, membro fondatore del Krav Maga RED, ha moltiplicato i suoi interventi, le formazioni e le dimostrazioni allo scopo di condividere questa visione di auto-difesa, caratteristica del gruppo KMRED�.


C

osì, i diversi tipi di pubblico si sono interessati in modo naturale a questo metodo moderno, il cui obiettivo principale è la ricerca del "meglio". Negli ultimi due anni, Christian Wilmouth, membro fondatore del Krav Maga RED, ha moltiplicato i suoi interventi, le formazioni e le dimostrazioni allo scopo di condividere questa visione di autodifesa, caratteristica del gruppo KMRED. Enti come i club di Krav Maga, palestre di autodifesa, società di sicurezza private, polizia municipale, i membri delle forze di sicurezza, personale militare, diverse unità d'intervento, ecc, hanno fatto ricorso a gruppo KMRED per ampliare il campo delle sue competenze. La prima metà del 2015 sta dimostrando di essere un periodo particolarmente interessante per il gruppo, che avrà la possibilità, attraverso varie pratiche e interventi con i diversi attori dell'ambiente professionale, di dimostrare i benefici del suo ultimo periodo di ricerca. I passati 18 - 19 aprile, un corso intensivo KMRED di due giornate è stato tenuto a Cannes, limitato a venti partecipanti selezionati dall'organizzatore dell'evento. Il corso è stato organizzato da Rudy Dhamelincourt, professionista della sicurezza,

praticante esperto di sport da combattimento e allenatore per EUROPE SECURITÉ FORMATION (ESF), una delle principali società di formazione d'operatori in escort e bodyguard in Francia e all'estero, per la regia di C. Guillaumin e B. Demoule. Quest'ultimo, al fine di organizzare l'evento al meglio possibile, ha riassicurato anche la collaborazione delle imprese CFIGrup (centro di formazione in sicurezza e protezione in Francia e all'estero) ed EPS (Executive Protection Services) di Mr. G. Roussel, con cui collabora tutto l'anno. E per quanto riguarda la struttura che ha ospitato gli apprendisti, si è associato a Oliver Dormi, il "boss" di "DOJO 06", in cui si svolgono corsi della Boxe inglese, Muay Thai e Ju Jitsu durante tutto l'anno, e ospita diversi campioni di livello mondiale nelle soprammenzionate discipline.



Il contenuto del corso ha dato una particolare importanza al lavoro di scenari con "protezioni integrali". Il programma comprendeva: difese contro assalto a mani vuote del tipo "piedi - pugni"; difese contro prese e strangolamenti; comprensione dell'approccio globale del gruppo KMRED nelle difese contro gli attacchi di coltello, messa in scena di situazioni di stress, e corsi combattimento contro più aggressori. A l termine di 2 g io r ni intens iv i, i partecipanti hanno ricevuto un attestato di pratica, e sono stati stabiliti contatti con alcuni di loro per i progetti futuri, ma anche e s o prattutt o , Chris tian Wilmouth ha ufficialmente nominato il s ig no r R. Dhamelinco urt co me rappresentante ufficiale del gruppo KMRED per la zona "PACA": Provenza, Alpi, Costa Azzurra.

Ultime notizie: Nei prossimi mesi, il Krav Maga Recherche, Évolution et Développement, avrà probabilmente un centro di formazione nazionale, situato nel sud ovest della Francia, che sarà il punto di partenza di molti progetti a livello nazionale e internazionale; si spera, questo permetterà a molte persone di seguire una formazione all'avanguardia dell'evoluzione in termini di "concetto" di auto-difesa.











Il Programma Kyusho Tactical Control (KTCP) è stato progettato per controllare la scalata dei conflitti attraverso la ricerca giuridica e medica, spiegamento tattico, test sul campo e coordinamento. Questo programma è stato progettato appositamente, ma non esclusivamente, per le Forze dell'Ordine Pubblico, Sicurezza, Emergenza, Guardia Costiera, Militari, Agenzie Governative, Escort e sicurezza personale. Questo modulo base è costituito da un insieme di 12 obiettivi principali integrati in 4 moduli di controllo della scalata di forza. Ci sono numerose strutture deboli nel corpo umano che possono essere utilizzate da un agente per ottenere semplicemente il controllo di un individuo, più efficienti rispetto al tradizionale utilizzo della forza come indica il protocollo. Di là dalla fase di ordine verbale, in una situazione di crescente conflitto, è in questi punti Kyusho (vitale) dove l'agente può fare uso dei sistemi interni di controllo fisico, come i nervi, la struttura dei tendini e i naturali riflessi nervosi del corpo. Non richiede grande forza nemmeno un complesso controllo motore o la vista, soggetti di fallimento in stati di alta adrenalina. Questa informazione è dedicata ai membri coraggiosi e resistenti delle Agenzie in tutto il mondo. Grazie per quello che fate!

REF.: • KYUSHO 22

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Film e Arti Marziali Che cosa viene prima in un film d'azione di Hollywood, il regista o l’artista marziale? Testo: Don Warrener Foto: Don Warrener & Black Belt magazine

Isaac Florentine è uno dei più famosi registi di Hollywood del genere di azione. La sua serie di film Undisputed (indiscusso), con protagonista il nuovo eroe d'azione Scott Adkins, ha generato profitti di milioni di dollari. Scott è diventato una nuova sensazione e quasi tutti quelli che conoscono il suo lavoro sono convinti che sarà lui che prenderà le redini di questo genere, ora che JCVD ha smesso di fare film d'azione.


“Dopo 18 film e 125 episodi televisivi di Power Rangers, si sente pronto a uscire e girare quel grande film che il suoi fan gli stanno chiedendo.�


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lorentine è stato un allievo di Sito Ryu Karate sotto il Maestro Tapas Weber per circa 45 anni, continua ad allenarsi con un settimanale di seminari formativi che si svolgono in tutto il mondo o in Stuart Florida. Quando è a Los Angeles, Florentine pratica Muay Thai, giacché deve continuamente viaggiare dalla Florida a Hollywood per fare i suoi film. I suoi film includono tutte le tecniche di Arti Marziali, e lui, un regista appassionato, insiste a lavorare sulla qualità dell'azione che accade realmente in una situazione di lotta di strada e, naturalmente, cerca di coniugare tale azione con le acrobazie di Hollywood. In alcuni dei suoi film precedenti ha fatto uso di cavi, ma nei suoi ultimi cinque o più film non sono utilizzati per niente. Il suo amore per la storia delle Arti Marziali fa impazzire il produttore Boas Davidson, perché Florentine insiste sul fatto che i suoi film devono essere storicamente corretti. A titolo di esempio, i suoi due film Ninja, mostrano Seiko Fujita, un vero ninja e direttore della scuola Nakano di spie durante la Seconda Guerra Mondiale, per questo ha indagato

instancabilmente insistendo sul fatto che la sua storia dovesse essere affidabile nel film al 100%. Florentine insiste anche per lavorare con artisti marziali di alto livello, quando è possibile. Fumio Demura è stato un artista leader del primo film Ninja, e i suoi migliori allievi hanno anche partecipato come comparse insieme con la stella della WKF Elisa Au Fonseca.


Film e Arti Marziali

“I suoi film includono tutte le tecniche di Arti Marziali, e lui, un regista appassionato, insiste a lavorare sulla qualitĂ dell'azione che accade realmente in una situazione di lotta di strada e, naturalmente, cerca di coniugare tale azione con le acrobazie di Hollywood.â€?


Gli abbiamo chiesto perché ha lavorato con artisti marziali quando avrebbe potuto usare stuntmen e pochi avrebbero notato la differenza, Isaac ci ha detto che "non è possibile sostituire o duplicare le Arti Marziali di qualità, per esempio, mai si potrebbe sostituire Fumio Demura! Sarebbe impossibile!" Florentine ha lavorato con molti dei più grandi nomi del film d’azione e Arti Marziali, come David Carradine, JCVD, e naturalmente Scott Adkins, che ha personalmente allenato ed ha portato allo status di star che ora gode. Dopo 18 film e 125 episodi televisivi di Power Rangers, si sente pronto a uscire e girare quel grande film che il suoi fans gli stanno chiedendo.


Film e Arti Marziali

“Il cinema è un lavoro di squadra, mentre nelle Arti Marziali la sfida è il costante auto-miglioramento.”


Film e Arti Marziali Abbiamo chiesto a Isaac di che c o s a h a b i s o g n o p e r f a re q u e s t o grande film? "Ho bisogno di una grande sceneggiatura, una storia, questo è il fattore più importante nella creazione di un film senza tempo, come Enter the Dragon, Bloodsport o Karate Kid. Poi, naturalmente, ho bisogno di una star come Bruce Lee, Scott Adkins o Keanu Reeves per fare u n f i l m c h e re s i s t a a l l a p ro v a d e l t e m p o c o m e q u e i t re f i l m c h e h o appena citato. Questi film sono capolavori nel tempo e, quindi, sono ancora sulla bocca di tanti che sono rimasti affascinati, me compreso ". "Mi ricordo all'uscita dal teatro, dopo aver visto Enter the Dragon, che mi sentivo come se stessi camminando nell'aria, proprio come quando vedevo gli spaghetti western degli anni '70. Questi film hanno cambiato la mia vita e mi sono serviti come modello al momento di fare i miei film ". Laureato nella Scuola di Cinema dell'Università di Tel Aviv, con il suo

primo cortometraggio Farewell Terminator, ha ottenuto che Israele fosse stato nominato negli Academy Awards nel 1987. Anche se non ha vinto ha già lasciato il segno, e Isaac era destinato a essere un regista di film d'azione di Hollywood. La prima volta che è venuto a Hollywood ha guadagnato la sua prima chiamata dei leggendari Menachon Golan Canon Films, che ha creato tutti i film d'Arti Marziali degli anni 1980, tra cui Ninja, e titoli come Missing in Action, con Chuck Norris, e Bloodsport, con JCVD. Ora, dopo 27 anni negli Stati Uniti, Florentine ha forgiato le sue capacità di produzione cinematografica come una spada di samurai di alta qualità, e lui è pronto a girare il suo prossimo film, che riempirà i teatri e i dojo, e il cinema d'Arti Marziali recupererà il prestigio che merita. Tutto quello di cui c’è bisogno è uno script che sia unico, magistralmente scritto e storicamente corretto, una

storia che sia originale e non un cliché come tanti. Ad un regista come Isaac, appassionato nella realizzazione di film e delle Arti Marziali, ho dovuto chiedere: "Che cosa è più importante per Lei, la creazione di filmati o praticare le Arti Marziali?" "Il cinema è un lavoro di squadra, mentre nelle Arti Marziali la sfida è il costante auto-miglioramento, come ha detto una volta Funakoshi: Il fine ultimo del Karate non sta nella vittoria o la sconfitta, ma nella perfezione del carattere dei suoi partecipanti. Così, credo di poter risponderti alla domanda fatta altrimenti: Quale mano ti vuoi tagliare? Nessuna affatto, mi servono entrambi. Sono solo molto fortunato ad aver iniziato l'allenamento in età precoce e questo mi ha aiutato a creare uno stile di vita per la mia famiglia e per me. Tutti i miei figli si sono allenati nelle Arti Marziali, sia nel Karate che nella Muay Thai, e questo mi fa sentire un padre molto orgoglioso".




Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e sport da combattimento: Christian Wilmouth, Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e conducono un gruppo di una ventina di professori e istruttori di molteplici discipline, dalla Krav Maga alle MMA, Mixed Martial Arts. Questo lavoro non è destinato a mettere in evidenza un nuovo metodo nè una corrente specifica di Krav Maga. Il suo scopo è semplicemente quello di presentare un programma di Krav Maga messo a fuoco sull'importanza del " c o n t e n u t o " , condividendo in questo modo le nostre esperienze.

REF.:KMRED1

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ARTE DEL COMBATTIMENTO, 5 ELEMENTI Fu Shih Kenpo: Arte – Combattimento – Difesa Personale. Come può il praticante essere ben preparato in ognuno di questi 3 settori? La nostra forza è il nostro programma tecnico ed un efficace metodo di studio! Il combattente Fu Shih è il prodotto di molteplici elementi che, con attenzione, vengono allenati, consapevolizzati ed interiorizzati. L’ interazione di questi elementi da vita al sistema, manifestandosi nella tecnica. La nostra metodologia identifica, a scopo didattico, 5 elementi, or ganizzati secondo le seguenti teorie: 1 Spazio, 2 Tempo, 3 Percezione, 4 Struttura, 5 Energia. Ogni elemento prevede uno specifico addestramento per essere appreso attraverso il corpo. Successivamente, lo stesso, viene studiato e consapevolizzato per essere appreso attraverso la mente. Quando corpo e mente lo avranno acquisito, l’ elemento viene interiorizzato ed entra a far parte della nostra natura.

TEMPO: 3 TIMING DI AZIONE / REAZIONE La corretta percezione e gestione dei tempi di azione / reazione (timing) che si susseguono durante lo svolgimento di un confronto, consentono una più efficace elaborazione delle risposte alle sollecitazioni fisiche dell’ opponente. Studiamo ed alleniamo 3 timing di azione / reazione al movimento dell’ avversario:

1) Azione preventiva o PreAzione 2) Azione simultanea o Intercettazione 3) Azione reattiva o ReAzione

1) PreAzione Con il timing definito PreAzione la percezione intuitiva, e la lettura del corpo dell’ avversario, visiva e propriocettiva, giocano un ruolo determinante. Non parliamo di un semplice attacco anche se, nel fluire del combattimento, in una situazione dinamica, può manifestarsi semplicemente come tecnica di anticipo. La PreAzione è una scelta di tempo particolare, relazionata alla frazione di secondo che precede il momento in cui l’ opponente sta per iniziare un attacco. L’ azione va generata in questo preciso momento, per poter colpire e, contemporaneamente, inibire le capacità offensive e reattive dell’ avversario.



2) Intercettazione Percezione intuitiva, visiva e propriocettiva, possono entrare in gioco per realizzare una corretta percezione di questo timing che consente l’ intercettazione delle linee di forza dell’ avversario. Effettuando un movimento simultaneo a quello dell’ opponente, si procede all’ intercettazione, della tecnica o del corpo in fase iniziale di progressione, quando cioè ancora non è stata espressa l’ energia della tecnica stessa nella sua interezza. Estremamente importante la corretta percezione delle transizioni tra le varie distanze, per poter cogliere esattamente l’ istante in cui l’ avversario inizia l’ attacco, e generare energia simultaneamente. Possiamo utilizzare questo timing in tutte le distanze, scegliendo il giusto tempo, è sempre possibile gestire e difendere gli assalti subiti attaccando direttamente per annullare l’ effetto dell’ attacco dell’ opponente, per poi procedere con ulteriori attacchi in D2 o D3 (distanze trapping o corpo a corpo, vedi articolo

Marzo 2015), operando controlli e squilibri ed applicando tecniche fluide, potenti e concatenate.

3) ReAzione Nel timing di azione reattiva, non è stato possibile ne’ precedere, ne’ intercettare l’ iniziativa dell’ avversario, che è riuscito ad eseguire la tecnica in tutta la sua efficacia, esprimendo energia nella s u a i n t e re z z a . E ’ n e c e s s a r i o percepire l’ attacco nella sua fase preparatoria o iniziale per poter applicare il concetto di tai sabaki e p o s i z i o n a re i l c o r p o f u o r i traiettoria per scaricare l’ energia esplosiva in arrivo. In questa fase è possibile applicare un efficace contrattacco. E’ ora possibile, secondo le attitudini del praticante e le condizioni tecniche / percettive del momento, agire applicando una forma difensiva attiva: difesa / attacco con un unico movimento, che immediatamente dovrà fluire in una serie di attacchi multipli, in accordo con i principi Fu Shih di continuità ed economia del movimento.


PERCEZIONE: 3 SISTEMI: VISIVO, INTUITIVO, PROPRIOCETTIVO L’ abilità di percepire, in modo chiaro, una stimolazione (attacco, manovra, ecc) è intimamente legata ad una efficiente risposta.

Sistema visivo La percezione visiva richiede una serie di “passaggi” tra organo sensore (occhio) e organo effettore (muscolo) che implicano una tempistica di percezione / elaborazione / effettuazione piuttosto elevata, poiché collegati da numerosi neuroni connessi in serie. La vista è regolata da recettori s en s o riali “es tero cettori ”, ch e ri cev o n o s t i mo l i dall ’ es t er n o, pertanto il campo di azione ideale in cui utilizzare con efficacia questo

sistema percettivo, è costituito dalle fasi legate a DZero e D1 (distanza di sicurezza e distanza di “scherma”), dis tanz e in cui la po s s ibilità di entrare in contatto con il nostro corpo presupporrebbe uso di tempi e s paz i cons iderev oli. Qu es ta operazione di chiusura della distanza si manifesta attraverso la produzione di un input percetti v o ch e l ’ elaborazione della risposta su base v is iv a è in grado di ges ti re adeguatamente.

Sistema propriocettivo In un confronto che comporti gestione delle distanze ravvicinate di corpo a corpo, in una situazione di aggressione, riconoscere un attacco ed elaborare una difesa efficace, richiede tempi di reazione estremamente ristretti. Qualsiasi situazione che si traduca con un contatto fisico è regolata da

“propriocettori”, sensori che ricevono stimoli da muscoli, tendini e articolazioni, nei quali il passaggio di impulso nervoso attraversa un quantità ridotta di sinapsi neuronali (collegamenti tra cellule nervose). I propriocettori inviano continuamente al nostro cervello informazioni sulla nostra posizione in rapporto con l’ambiente circostante, sulla posizione dei vari segmenti corporei, la velocità di contrazione e di stiramento muscolare, l’entità della tensione esercitata dai muscoli, ecc. Maggiore è la sensibilità e la precisione con la quale questi sensori regolano e controllano i nostri movimenti, più precise ed efficienti saranno le nostre reazioni. Le tecniche Fu Shih Kenpo utilizzate per la gestione della D2 e D3 ( distanze trapping e corpo a corpo) vengono applicate attraverso reazioni automatizzate su base propriocettiva e non esclusivamente su movimenti


volontari, che richiedono tempi di elaborazione ed esecuzione più alti.

Sistema intuitivo Dopo anni di pratica e di esperienza ogni combattente sviluppa una forma di intuito che sembra quasi, in alcuni momenti, consentire l’ identificazione e l’ anticipo delle intenzioni dell’ avversario prima ancora che possa metterle in atto. Questa importante capacità, inizialmente sviluppata in modo istintivo, è legata al buon uso della visione periferica ed alla capacità di lettura del linguaggio del corpo. Il praticante, spesso, prima di effettuare un movimento, tende a compiere una serie di movimenti preparatori, a volte molto marcati, altre volte impercettibili, che entrano a far parte della catena cinetica che genera la tecnica. Una contrazione della muscolatura facciale, una contrazione della spalla, un piccolo movimento della gamba, aprire o chiudere le mani, alzare la guardia, ecc. Un esperto combattente impara ad individuare queste piccole informazioni ed utilizzarle per attuare la propria strategia, mentre, conoscendone l’ importanza,




lavora per rendere le proprie tecniche pulite, immediate e prive di movimenti di preparazione che possono essere letti da un bravo avversario. In questo modo, pur mantenendo i tempi effettivi di percezione – elaborazione – reazione, l’ effetto in combattimento è equivalente ad una riduzione dei tempi poiché lo stimolo elaborato non è costituito dalla tecnica dell’ avversario, ma da un piccolo movimento preparatorio, una mimica facciale, un atteggiamento posturale che precede la tecnica stessa.

Attraverso un adeguato e specifico addestramento percettivo è possibile ottenere una straordinaria efficacia nello scontro nelle differenti distanze di combattimento, sviluppando reazioni naturali ed istintive complementari alle applicazioni di forza dell’ opponente. Luigi Buccioli, Marcello Spina www.fskitalia.com info@fskitaia.com


Autodifesa

Le chiavi dei “Coltelli Etnici”

Attacchi con Coltello da tutto il Mondo Jim Wagner è una vecchia conoscenza per i nostri lettori; il suo libro sulla difesa personale ed i suoi numerosi video istruttivi hanno aperto una breccia in un settore essenzialmente incompleto che univa le Arti Marziali Tradizionali all'allenamento della polizia e dei soldati d’élite. Oggi vi presenta il suo ultimo DVD sui diversi attacchi con arma bianca in tutto il mondo. Non perdetevelo!!


Reality Based


Autodifesa


N

on tutti gli attacchi con coltello sono uguali. Sfortunatamente non giungeremo mai a questa conclusione limitandoci ad osservare il modo in cui la maggior parte degli istruttori di Arti Marziali insegna ai propri allievi la difesa con il coltello. Nella maggior parte dei sistemi il metodo standard per vincere un attacco con coltello è che un compagno cooperante lasci il braccio teso, per un tempo ridicolamente lungo, mentre la persona che si difende esibisce una serie di abilità motorie e tecniche per deviare il braccio o disarmarlo. Questo allenamento è ben poco realistico. Io e Budo International abbiamo realizzato un nuovo DVD basato sul sistema di difesa personale Reality-Based, intitolato “Attacchi con Coltello da Tutto il Mondo”, per aiutare i praticanti di difesa personale ad affrontare gli attacchi con coltello generici, comuni a quasi tutti i sistemi. In qualità di istruttore di polizia e di tattiche difensive militari che ha allenato unità d’élite di tutto il mondo, per la precisione dalle giungle dell'Argentina alle dune del Medio Oriente, ho avuto l’opportunità

di conoscere gli attacchi con coltello delle diverse culture: metodi militari, metodi polizieschi e metodi criminali e terroristici. Ho accumulato diversi anni di esperienze personali e sessioni di allenamento globali al fine di condividere questi diversi tipi di attacchi con coltello, non per insegnare alle persone come ferire gli altri, ma per far loro aprire gli occhi su ciò che potrebbero aspettarsi dinnanzi ad uno di questi attacchi realistici, in modo che siano più preparati a difendersi. In questo articolo descriverò per iscritto alcuni di questi attacchi, anche se le parole non sopperiscono perfettamente all’esecuzione in diretta.


Pugnalata carceraria La maggior parte degli istruttori di Arti Marziali non hanno mai avuto l’occasione di affrontare veri criminali, per questo non conoscono il tipo di attacchi con coltello che sferrano i delinquenti, in particolare quelli che sono stati detenuti in carcere. Io posso contare sul mio passato, perché ho lavorato due anni in una prigione e ho insegnato in varie prigioni di diversi Stati. Un attacco con coltello tipicamente carcerario è qualcosa di simile a questo. Il prigioniero A si avvicina al prigioniero B e lo colpisce al viso con il pugno chiuso. Quando il prigioniero B cerca di proteggersi o quando il colpo brutale lo prende alla sprovvista, il prigioniero A estrae un coltello (fabbricato con materiali comuni quali: la plastica, il legno o un pezzo di metallo affilato) e trafigge per tre o quattro volte, il più forte possibile, l’addome del prigioniero B, giusto al di sopra della linea della cintura. Se il prigioniero B cerca di proteggere la parte centrale del corpo, l'attacco viene indirizzato verso l'area del collo. In pochi secondi il prigioniero B è steso in una pozza di sangue. Se desiderate sapere come sopravvivere ad un attacco simile acquistate il DVD.


Autodifesa


Autodifesa

“Molti paesi possiedono la propria versione di “tagliare” e se non siamo preparati a questo tipo di attacco ci troveremo in svantaggio fin da subito. Conoscere le tecniche di difesa personale basata sulla realtà relative alle le zone di minaccia può evitare, per cominciare, che qualcuno ci si avvicini troppo”.



Passo e Pugnalata in Medio Oriente Le pugnalate sono frequenti in Medio Oriente, perché le culture arabe sono culture da pugnale. Sono molte le occasioni in cui gli occidentali d i v e n t a n o o b i e t t i v o d e g l i e s t re m i s t i islamici per il semplice fatto di essere “infedeli”. Certe interpretazioni del Corano permettono ai propri credenti di soggiogare l'infedele o ucciderlo se non si converte. Entrambe le cose sono perfettamente accettabili agli occhi di Allah. Camminando nel quartiere arabo di Gerusalemme o per le strade di Hebrón, in Cisgiordania, dove la tensione si avverte nell'aria, o cercando di passare inosservato per le anguste e polverose strade della Giordania, ho dovuto coprirmi le spalle molte volte.


Autodifesa




“La maggior parte degli istruttori di Arti Marziali non hanno mai avuto l’occasione di affrontare veri criminali, per questo non conoscono il tipo di attacchi con coltello che sferrano i delinquenti, in particolare quelli che sono stati detenuti in carcere�.


Autodifesa Uno degli attacchi con coltello tipico di questa zona è il Passo e Pugnalata. Si tratta di un attacco brutale a sorpresa. Immaginate di camminare in una strada medievale molto frequentata, dove le bancarelle di cibo, di tessuti e di souvenir indirizzano i viandanti verso un corridoio stretto. Due arabi, che non hanno ancora compiuto trent’anni, parlando si avvicinano a te superandoti e non sembrano essere una minaccia. Ad un certo punto, quando i due uomini ti sono paralleli, l'aggressore che è più vicino, con la mano ti spinge il braccio contro il tuo stesso corpo ed improvvisamente senti un dolore acuto nella zona dei reni. L'aggressore ti ha premuto il braccio contro il corpo affinché non potessi reagire e poi ti ha infilato il coltello nel rene, mentre faceva un passo per allontanarsi. Pensi subito che ti abbiano dato un forte colpo sulla schiena, te la tocchi e ti accorgi che hai la mano piena di sangue e che i due aggressori stanno fuggendo verso un piccolo e tortuoso vicolo lì vicino, senza che nessuno noti l’accaduto. Trattandosi di un attacco inaspettato è impossibile identificare i loro volti. Se acquisite il DVD imparerete ad affrontare questo tipo di situazioni.




Autodifesa

“Tagliare” a New York Immaginate per un secondo di essere un vigile e di aver fermato un motociclista per un'infrazione di lieve entità. Mentre alza la gamba sopra la motocicletta per mettersi in piedi vicino a voi gli chiedete di mostrarvi la patente. E’ sul punto di estrarla per consegnarvela ma, invece di darvela in mano, vi graffia sulla fronte con il bordo della tessera, con un colpo solo, e il sangue vi comincia a scendere sul viso e sugli occhi a mo’ di cascata. Il bordo della tessera della patente era affilato come un coltello o forse era stato affilato in precedenza, o era stata posizionata una lametta su uno dei lati lasciando esposto solo una parte del filo tagliente. Esistono molte tecniche per “tagliare”, che non si usano solo contro gli agenti di polizia. Molti paesi possiedono la propria versione di “tagliare” e se non siamo preparati a questo tipo di attacco ci troveremo in svantaggio fin da subito. Conoscere le tecniche di difesa personale basata sulla realtà relative alle le zone di minaccia può evitare, per cominciare, che qualcuno ci si avvicini troppo. In questo articolo, poiché non disponiamo di maggiore spazio, ho spiegato solo tre attacchi di tre culture differenti. Non posso eccedere le 800 parole. Tuttavia nel mio DVD “Attacchi con Coltello da Tutto il Mondo” si mostrano dozzine di tipi di attacchi differenti: eliminazione della sentinella militare, il fendente colombiano, la pugnalata di avvertimento gitana, il passeggio del braccio del Kali Filippino, l’assassinio seduto e molto altro. Vi garantisco che dopo aver visto il mio DVD capirete in maniera più realistica come avvengono gli attacchi con coltello e ciò permetterà che il vostro allenamento difensivo contro questo tipo di attacchi, sia basato di più sulla realtà. Sarete un obiettivo difficile!

“Nel mio DVD “Attacchi con Coltello da Tutto il Mondo” si mostrano dozzine di tipi di attacchi differenti: eliminazione della sentinella militare, il fendente colombiano, la pugnalata di avvertimento gitana, il passeggio del braccio del Kali Filippino, l’assassinio seduto e molto altro”.




Autodifesa







REF.: • LEVI LEVI8

Tutti i DVD prodotti da Budo Internationalvengono identificati mediante un’etichettaolografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili).Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafierispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamoqui, si tratta di una copia pirata.

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National Technical Director BELGIUM Black belt 5th Dan Aikijutsu Mail - galway-8@hotmail.com Tel. - +32.494.773.812

National Technical Director SWIZERLAND Assistant Self Pro Krav Mail - thamara60@yahoo.com Website: http://clubspkdouvaine.e-monsite.com

National Technical Director PORTUGAL - Instructor Black belt 4th Dan Kempo - 1er Dan Self Pro Krav Mail - vitorlagarto@sapo.pt Website http://www.kiryukenpo.com

National Technical Director SRI LANKA Instructor Black belt 7th Dan Toreikan US - CN. 4th Dan Kick Boxing Mail - thamara60@yahoo.com Website - http://www.karimdizaj.com

National Technical Director ALGERIA Instructor Black belt 4th Dan Jiu Jutsu CN. 3th Dan Ta誰 Jutsu Mail - bentaiji@yahoo.fr Tel. - +212.774.509.241

National Technical Director QATAR Instructor Black belt 5th Dan Karate CN. 4th Dan Aikido Mail - karimdizaj@gmail.com Website - http://www.karimdizaj.com

Regional Technical Director SETUBAL (PORTUGAL) Instructor Black belt 1er Dan Kravmaga Mail - santos80filipe@gmail.com Tel. +351.967.272.706

Regional Technical Director ALGER ALGERIE - Instructor 1th Degree Self Defense - Instructor Tonfa Mail: h.brahimi70@laposte.net Tel. +213.662.208.857

National Technical Director TUNISIA Instructor Black belt 4th Dan Taekwondo National Trainer Mail: aymenbenmassaoud@hotmail.com Tel. - +216.252.536.30

Nat Instruc 1er Da M Web

National Technical Director MAURITIUS ISLAND Instructor National Trainer MM Mail - didierameer@hotmail.co Tel. - +230.578.142.27

National Technical Dire Instructor Body Mail - benguyen707@ Website - http://www.


ional Technical Director SPAIN ctor Black belt 4th Dan Kempo an Self Pro Krav and Police ROS Mail - dbuisanwolf@gmail.com bsite - http://www.davidbuisan.es

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MA om

National Technical Director AUSTRIA and BULGARIA Instructor Black belt 1er Dan Self Pro Krav - CN. 1er Dan Police ROS Mail - bsa@bsa-association.com website: http://bsa-security.com

National Technical Director CHILE and PATAGONIA - Instructor Black belt 2th Dan Kravmaga & Muay Thai Mail - emmanuelunknown@gmail.com Tel. - +54 0299 155069075

ector VIETNAM yguard @yahoo.com.vn cibpf-asie.com

Regional Technical Director TIZI OUZOU ALGERIE Instructor Black belt 2th Dan Ju Jutsu - CN. 2th Dan Hapkijutsu Mail : akli90@hotmail.com Tel. +213.790.499.645

National Technical Director RUSSIA Instructor Black belt 1er Dan Self Pro Krav Mail - trankluktor@gmail.com Tel. - +792.486.156.79

National Technical Director ARGENTINA - Instructor Black belt 5th Dan Karate 1er Dan Self Pro Krav and Police ROS Mail - adedb@hotmail.com Web: http://www.defperpolicial.com.ar

Regional Technical Director CATALUĂ‘A (SPAIN) - Instructor Black belt 6th Dan Karate CN. 4th Dan Full Contact Mail - rpulgarins@gmail.com Tel. +34.938.662.173

National Director PAKISTAN Assistant Self Pro Krav Mail - info@musammam.com Web: http://www.musammam.com/representative.php

Regional Technical Director LOS ANGELES (USA) - Instructor CN. 1th Dan Kravmaga and Self Pro Krav Mail: Sidisafitness@yahoo.com Web: http://www.academielevinet.com

Regional Technical Director ANTILLES - Assistant Self Pro Krav Mail - splashfwi@gmail.com Tel. 06.90.56.90.24

National Technical Director LUXEMBOURG Instructor Black belt 1er Dan Self Pro Krav CN. 1er Dan Cane Defense Mail - galway-8@hotmail.com Website - http://www.selfdefense.lu

Regional Technical Director ADRAR ALGERIE Assistant Self Pro Krav Mail reflexologue.bien.etre@gmail.com Tel. +213 7 81 31 15 95


Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessioni genuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronte all’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva. La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero dei Miryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicato intensamente. Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerriero negli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere lette indistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi più svariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci di fronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i quali tutti sono abituati ad avere a che fare. Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza e l’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologie interessate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo per animi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete e scrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.




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