Rivista Arti Marziali Cintura Nera 318 Agosto 2016

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Un praticante Kali guarda un attacco come un pugno, non tanto come un attacco, ma come un obiettivo che viene offerto e deve essere distrutto sistematicamente attraverso immobilizzazioni e attacchi. Questo non è troppo lontano dal modo di pensare di Kyusho tranne che le strutture sulle quali puntiamo sono inter ni e non ester ni. Così aggiungendo l'arte più esterna più del Kali e il Trapping, stiamo influendo in una gamma ancora più ampia nella stasi umana. Kyusho è uno studio dell'anatomia umana, non è un Arte Marziale (anche se potrebbe ed è stato evidenziato come uno di loro), ma il suo utilizzo con o in un Arte Marziale è naturale, e aggiunge una maggiore dimensione. Così può essere integrato facilmente ed efficacemente in qualsiasi stile di Arte Marziale. Il praticante Kali armato con la conoscenza di Kyusho può portare la pratica del Kali ad una prospettiva completamente più profonda. In questo secondo volume vi mostreremo gli obiettivi inerenti o possibili de Kyusho nella testa, utilizzando le azioni delle stesse trappole di braccio che appaiono sul primo DVD. Un lavoro di collaborazione del Maestro di Kali Raffi Derderian e il Maestro Evan Pantazi.

REF.: • DVD/KYUSHO 25

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“Si vede bene solo con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Antoine De Saint-Exupéry

on è la prima volta che mi vedo in questa sfida, né sarà probabilmente l’ultima. É un po’ strano cercare di spiegare in modo semplice, di cosa parlo quando dico spiritualità, specialmente quando voglio distinguerla da religione o mistica. La spiritualità, così come la concepisco, è la conoscenza e l’interazione positiva con l’invisibile. Per questo il primo punto al quale devo confrontarmi quando discuto sulla materia, è quello di mettere la gente davanti all’invisibile, con occhi per vedere l’invisibile. Compito titanico, perché il concetto della vita è modulato dal mistero della percezione e questa sta alla base di tutto il nostro Universo soggettivo. Nessuno attraverso esclusivamente la ragione, sarà capace di cambiare tutto un sistema di "assoggettamento" del mondo che è stato stabilito con pertinace e contundente ostinazione dal consenso del gruppo, giorno dopo giorno fin dall'infanzia ... e molto meno lo farà qualcuno da fuori, con una semplice chiacchierata. Perciò, sono cosciente che l’unica cosa che posso tentare, è aprire una breccia nell'impenetrabile e consolidato concetto della percezione; il resto del processo sarà, nel miglior dei casi, come un racconto di fate raccontato a un bambino e, nel peggiore, come cercare di spiegare i colori a un cieco. Non è che io pretenda di cambiare o imporre la mia visione di fronte ad altre, tuttavia, quando mi si chiede di parlare di qualcosa, capisco che l'altra parte vuole o ha bisogno di ascoltare quello che devo dire e poiché parliamo "lingue diverse", posso solamente stabilire un ponte discutendo il mezzo stesso di comunicazione. Spendiamo tonnellate di energia tentando di mantenere in piede il castello dei nostri universi personali, realmente l’unica cosa capace di smontare questi muri è un'iniziazione spirituale per una strada seminata di empirismo, coglioni d’acciaio per proseguire quando tutto cade, e un'ansia di conoscenza straordinaria. Per questo, non è tuttavia futile il tema della percezione, perché nel studiarlo si comprende dettagliatamente quanto poco affidabile e limitata è la nostra concezione del mondo. Ammettendo questo particolare, è più semplice portare i miei interlocutori verso l'autentico paradigma di Matrix, un Universo di energie e tensioni, che tanto abilmente descrissero gli antichi sacerdoti Shizen, i Miryoku. Quando comprendiamo che "la pelle" della materia è solo un concetto creato dalla nostra mente, è più semplice comprendere che tutto è un fluire di vibrazioni associative, frequenze vibratorie ed energie amalgamate da leggi di affinità e repulsione. La materia è solamente un grado vibratorio più denso che possiede almeno due punti per generare una frequenza e che, quello che vedia-

N

“Una rana in un pozzo non può concepire l’oceano”. Zhuangzi (Chuang Tzu)

mo o percepiamo dai sensi è, di conseguenza, solo una parte della gamma di energie che conformano questo mondo materiale e altri mondi paralleli. Le leggi che governano questi mondi sono quelle che gli antichi sciamani Shizen studiarono nell'e-bunto, “la grande forza comune a "tutti." E’ ben vero che queste conoscenze sono talmente vaste e particolari, che non sono quel tipo di conoscenze che si acquisiscono facendo un corso per corrispondenza o frequentando una Università. La maggior parte di esse sono così complesse e specifiche, che non si spiegano che fuori di un sistema di valori pertinenti (la propria cultura) e di conseguenza attraverso un'iniziazione, come diceva Shiniyuki Sensei, "per essere ammirate da molti, praticate da pochi e comprese da ancora meno". Tuttavia, queste esperienze hanno aperto la mia percezione a una visione completamente diversa dell’Universo e non solo come un’opinione o valutazione soggettiva, bensì come possibilità di interagire con queste forze, energie e tensioni in modo effettivo, empirico e palpabile. Che cosa vuole dire? Che una cosa è quello che si può pensare, o come costruire il proprio Universo personale, e un'altra molto diversa è corroborare esplicitamente azioni che vanno di là della normalità o del consenso della ragione collettiva. Il risultato dei Miryoku fu di esplorare l’ignoto, senza giudizi di valore né discutere l'esistenza dell’impossibile, ma farlo partendo dall’empirismo. L'empirismo dei Miryoku sorse dalla necessità e si fece forte nella sua incomparabile tenacità; nell'inverno di Hokkaido, a quaranta gradi sotto zero, non si può sbagliare due volte ... quando i villaggi erano perseguitati da forze molto superiori in numero, gli oracoli non potevano permettersi il lusso di essere approssimativi o malleabili. Se l’Universo stesso possiede un ordine, come sembra mostrarci tutto ciò che l'uomo ha scrutato, quest'ordine potrà essere compreso. Suona famigliare? La scienza come metodo lo sta tentando da qualche secolo. Non soddisfatti di comprendere l'ordine, gli antichi Miryoku tentarono di stabilire un'interazione con esso e scoprirono che impossibile è solo uno stato mentale. Spiritualità non è mistica, benché possano esserci cammini spirituali che lo sono; spiritualità non è religione, benché per alcune persone questa sia una necessità del tutto rispettabile.

Traduzione: Chiara Bertelli


“Una cosa è quello che si può pensare, o come costruire il proprio Universo personale, e un'altra molto diversa è corroborare esplicitamente azioni che vanno di là della normalità o del consenso della ragione collettiva”.




Grandi Maestri

Raúl Gutiérrez, "Anima di Guerriero" Conosco il Maestro Raúl Gutiérrez da molti anni. Di sempre mi è sembrato una persona molto dotata per le Arti Marziali, un uomo nato, per dirlo così, con le competenze intrinseche di un guerriero, ma quello che è ancora più notevole, è che nacque anche con lo spirito, con l'anima di un guerriero . Gli anni, per tutto ciò, hanno confermato quello che già sapevamo. Certamente, tutto era lì, ma il modo in cui si svilupperebbe e crescerebbe è sempre un mistero, perché appartiene alla sfera della propria volontà espontanea, la volontà libera che apre (o chiude) una porta invece di un'altra, e ognuna ci porta ad un nuovo soggiorno, con una nuova prospettiva, nuovi scenari, con diverse stelle e attori. Ma la maturità del mio amico è arrivata in ottime condizioni e oggi lui è un uomo più saggio, più sereno e più compassionevole, una persona migliore e, come conseguenza naturale, un Maestro migliore. Sempre è un buon momento per portarlo alla nostra copertura perché lui è una leggenda vivente nella storia del Kenpo. Ammirato, seguito da centinaia di persone in tutto il mondo, la vita di questo cileno universale, ha toccato quella di moltissimi persone e di molte più che l'aspettano ancora nelle sue crocevie, perché se il suo lavoro fino ad ora è stato grande, è proprio in questa fase che lui brilla con una luce più forte, illuminando i cammini e le vite di molti. Alfredo Tucci


Kenpo


Grandi Maestri

“Dobbiamo sempre capire il valore di tempo. Il tempo può essere propriamente sfruttato o perdersi nel modo più stupido. È la nostra decisione, ma ricordate che ogni secondo, ogni minuto della nostra esistenza, è un miracolo che non si ripete.”

La mia storia personale I miei inizi nel mondo delle Arti Marziali sono stati motivati da una semplice "chiamata interiore" in un tempo in cui non c'erano troppe informazioni al riguardo. Piuttosto po' di tutto. La TV era in bianco e nero, usavamo la vecchia radio a galena e i primi ricevitori radio rivoluzionavano il mercato. C'erano solo alcuni libri sui Grandi Maestri e le Arti Marziali tutto di che presentavano idee "erronee" a causa della mancanza di conoscenza ed informazioni sufficiente o il contrasto di loro. L'Internet non era apparso ancora, e di conseguenza neanche tutto il resto, CD, DVD, video, film, riviste specializzate, ecc Neanch'io stesso potrei spiegare il motivo per cui un bel giorno ho deciso di praticare le Arti Marziali. Forse è stato il fatto di vivere in un mondo di continui scontri personali tra gli esseri umani, la miseria, le necessità, l'incertezza in quello che potrebbe essere il nostro futuro; guerre, politica dura ed estremista, film di guerra americani. Ora è irrilevante. Non ha più importanza. La cosa importante è che avendo avuto un padre carabiniere, da quando ero bambino ho convissuto in un clima permanente di sfide e confronti lievi, gravi e addirittura mortali, dove si vedeva alla gente lottare costantemente, sopratutto uomini contro uomini, ma anche donne contro donne, e perfino donne contro uomini; gli uomini spesso si affrontavano in una guerra senza quartiere, come fossero animali selvaggi. Ho visto molte lotte fin dalla mia più tenera infanzia. Combattimenti stupidi per motivi stupidi o motivi stupidi per mettere in evidenza la "stupida malvagità estrema" che ognuno portava dentro se. Ho visto morire persone intorno a me in varie circostanze. E sono arrivato al punto di vedere la morte come qualcosa di completamente naturale A volte, quando la maggior parte degli adulti piangevano la morte di una persona cara, mia madre mi chiedeva perché "non piangevo". E la mia risposta allora era anche molto logica e naturale. "E perché dovrei piangere? Non me la sento di farlo, non posso, inoltre la persona è già morta, non si può fare nulla al riguardo. Tutti moriremo prima o poi". Allora mia madre si aggrappava la testa con le mani ed esclamava: "Questo bambino ha un cuore di pietra!" Forse fu l'impatto che io soffrii vedendo arrivare la morte di alcuni persone quello che mi facesse adottare quell'atteggiamento. E ora sono contento che sia stato


Kenpo

“Neanch'io stesso potrei spiegare il motivo per cui un bel giorno ho deciso di praticare le Arti Marziali.�




Grandi Maestri così. Ho visto morire alcune persone in tenera età nella mia infanzia. Alcuni in incidenti stradali, incendi, suicidi sulla ferrovia, confronti a coltello o armi da fuoco, ecc In ogni caso, il fatto di vivere in quel ambiente forse sia stato il vero motivo per il quale ho deciso di prepararmi per quello che ho assunto che poteva succedere a me. Allora ho saputo che un caro amico stava imparando Karate, un altro amico praticava il Judo, e altri praticavano un po' di pugilato; ma la maggior parte di quelli che erano veramente pericolosi, "i ragazzi duri sulla strada" non aveva alcuna preparazione a questo riguardo. Essi sapevano sempre come fare veramente del male, senza avere alcuna preoccupazione per le responsabilità legali né le sue possibili conseguenze. Avevano vissuto sempre nella miseria, in un mondo ostile che aveva molto poco da offrire ai giovani e ai meno giovani. Per ciò, a molto precoce età avevano cominciato a commettere reati per sopravvivere, e così, a poco a poco si abituarono a cercare la via rapida e facile da ottenere tutto quanto loro potessero necessitare o desiderare in qualunque momento. Io sempre dico nelle miei conferenze che è molto più facile distruggere che costruire. Rompere un oggetto di un colpo è semplice,

basta farlo e in pochi secondi è distrutto. Ma quanto tempo, sforzo, sacrificio, denaro e capacità aveva preso portare l'oggetto fino a quel momento o luogo? Questi semplici argomentazioni ci fanno o dovrebbero farci pensare che ciò che è veramente importante nella vita, è quello di proteggere, curare e ammirare tutte le cose della creazione divina o umana. Ringrazio Dio ed i miei genitori che fin da ragazzino vivessi in umili case, ma circondato da una natura e gli animali. È stato mio padre colui che con la sua infinita pazienza e dedizione, ha costruito con le proprie mani le case dove abbiamo vissuto; piantò alberi, frutte, verdure ed allevava animali diversi. In quel tempo io ero figlio unico ei miei compagni di tutti i giorni erano cani, gatti, maiali, polli, conigli, anatre, ecc Quale modo migliore per vivere e crescere, anche se fuori per strada esistesse tanta malvagità e rischi costanti? Ho cominciato a coinvolgermi nel mondo marziale lentamente, ma tutto quello che vivevo nel "Dojo", pur essendo "molto bello", non l'avevo mai visto funzionare effettivamente nella realtà della strada, semplicemente perché non era applicabile o forse perché nessuno l'aveva aplicato. Perche nulla di quello avrebbe

“Ho cominciato a coinvolgermi nel mondo marziale lentamente, ma tutto quello che vivevo nel "Dojo", pur essendo "molto bello", non l'avevo mai visto funzionare effettivamente nella realtà della strada, semplicemente perché non era applicabile o forse perché nessuno l'aveva aplicato.”


Kenpo

“Io sempre dico nelle miei conferenze che è molto più facile distruggere che costruire. Rompere un oggetto di un colpo è semplice, basta farlo e in pochi secondi è distrutto. Ma quanto tempo, sforzo, sacrificio, denaro e capacità aveva preso portare l'oggetto fino a quel momento o luogo?”


“Nessuno è perfetto. Tutto viene in tempo e quindi dobbiamo essere pazienti, tolleranti e umili.â€?


Grandi Maestri funzionato normalmente con la mia esperienza in strada, acquisita dalla mia infanzia in continui scontri lo volessi o no (non sono stato mai aggressivo né violento, sono stato piuttosto timido, tranquillo ed ho cercato sempre di essere un buon ragazzo). Ogni volta che il mio "Insegnante" in Palestra mi tirava fuori a combattere, non con lui, ma con quelle bestie che lui credeva di aver, il sangue correva, i denti saltavano, c'erano costole rotte, ginocchia o altre lesioni varie. Erano "altri tempi" e le Arti Marziali erano considerate come qualcosa di speciale, si aveva rispetto per i praticanti di Karate, Tae-kwon-do o Kung-fu. Ma anche gli allenamenti erano molto duri nel suo aspetto fisico e tecnico. Come potreste aspettarvi, non esistevano regole sportive di combattimento, neanche attrezzature o protezioni come quelle di oggigiorno. In quei giorni i combattimenti finivano sempre per knockout o K.O.; non c'erano categorie di peso o grado dei partecipanti. Dopo alcuni anni, ho deciso di cambiare aria e dopo i miei primi passi nel Pugilato, il Judo, il Karate Shotokan e il Kenpo-Karate, ho iniziato a viaggiare, per indagare e scoprire certe realtà che erano rimaste nascoste per me finora. Da allora in poi la mia storia personale ha cominciato ad essere scritta. In Europa, e stabilito a Madrid dal 30 agosto 1976, ho iniziato un percorso di viaggi e primi contatti con alcuni grandi maestri e specialisti di contact sports. Così ho avuto grandi opportunità di incontrare, praticare e condividere con grandi personaggi come Bernard Billicky, Dominique Valera, Bill Wallace, Benny Urquidez, Tadashi Yamashita, Johan Vos, Jan Plas, Pepe Legrá, Jon Fanning, Robert Trias, Thomas Mitose, Mazayuki Kukan Isataka, Masafumi Suzuki, Ed Parker, Tatsuo Suzuki, Yosuke Yamashita, ecc.

“Non permettere che la gente ti porti al suo temporale. È migliore che tu attragga alla gente verso la tua pace.”


A tutti loro sarò eternamente grato per i loro preziosi insegnamenti, storie, conoscenza e la filosofia di vita. In effetti, c'è stato un momento nella mia storia personale in cui, costretto da varie circostanze, il destino, e nonostante tutti quei passi e contatti, in realtà io ero diventato un autodidatta. Quando nel mio paese ho risaltato per il mio entusiasmo, la dedizione, la creatività e l'originalità, il mio Insegnante, su richiesta degli studenti e istruttori dell'accademia, mi ha richiesto per assegnare classi al mio carico, che arrivarono ad avere più di 40 studenti per sessione. Così rimasi un paio di anni fino a dare il salto all'Europa, una decisione della quale non mi sono pentito mai. In Europa, sono rimasto sorpreso che non c'erano Maestri di Kenpo, tuttavia, ho trovato molti altri maestri che erano molto buoni nelle loro rispettive discipline. Non ho mai avuto obiezioni per allenarmi con nessuno di loro. Questo sempre ha segnato in me un enorme rispetto, indipendentemente dal fatto che fossero cinesi,



coreani, giapponesi, filippini o americani. E proprio questo atteggiamento e stile di vita, è stato quello che mi ha portato ad un certo momento della mia vita a creare in Spagna, la prima associazione aperta a tutti gli stili di Arti Marziali. E questa è stata la storica e controversa "Associazione Spagnola di Karate e Arti Marziali" Suska, in onore, rispetto e ammirazione verso il già scomparso Gran Maestro di Shuri-Ryu Karate, Robert A. Trias, presidente del "United States Karate Association" USKA . Trias è stato il primo che ha spalancato le sue porte per me, il primo che ha creduto in me. Mi ha insegnato molte cose, è stato "un Maestro ed un Amico". Ho sentito moltissimo la sua morte prematura da cancro alle ossa, RIP.

RICONCILIAZIONE Per molti anni sono stato arrabbiato, ribelle o inflessibile con alcune persone che in passato considerai che "mi avevano fatto male," almeno alcuno aveva provato. A poco a poco sono giunto a capire che non è necessario tenere il broncio o parlare male di nessuno. "Parlate della mia vita, quando la vostra sarà un esempio, e quando credete che sia un esempio, allora vi renderete conto che non è più necessario parlare di vita di chiunque." Mi sono reso conto che molte






Kenpo volte, dai nostri stessi errori o mancanza di comprensione, non ci rendiamo conto che l'atteggiamento o il comportamento di alcuni è dovuto proprio al fatto che a volte vogliamo, desideriamo o aspettiamo una risposta o un risultato di qualcuno in particolare, che forse non lo vede allo stesso modo, o è distratto da altre cose, o semplicemente non lo ritiene cos In altre parole, nessuno è perfetto. Tutto arriva a suo tempo e quindi dobbiamo essere pazienti, tolleranti e umili. Sebbene è vero che ci sono persone invidiose, negative, dannose, ossesse che vivono con malvagie permanente. "Non permettere che la gente ti porti al suo temporale. È migliore che tu attragga alla gente verso la tua pace". Lungo la strada troveremo sentieri di gloria, successo e soddisfazione. Ma ci saranno anche alcune sezioni piene di spine, scogli e dolore. Non allarmatevi, quando i problemi compaiono devono essere risolti al più presto con un atteggiamento positivo e determinazione. Mai cadere nel dolore e la tristezza che potrebbero portarci a depressione e quindi a un fallimento peggiore. Neanche dobbiamo farci le vittime e continuare a contare a tutti i nostri dolori. Ricordate che questo annoia la gente, l'allontana da noi ed alla fine ci negano perfino al saluto. A nessuno piace avere perdenti o frignoni al suo fianco per molto tempo. Tuttavia, se sei un vincente, diventi un "magnete", tutti o molti vorranno essere vicino a te. E si avvicineranno volentieri. "Le menti occupate, i cuori puliti ed le anime soddisfatte non si intrudono mai nella

“Le menti occupate, i cuori puliti ed le anime soddisfatte non si intrudono mai nella vita degli altri.”


Grandi Maestri vita degli altri". Prendere distanza e stare lontano dalle persone complicate o difficili, migliora notevolmente la salute. Oggi scelgo di perdonare coloro che mi hanno fatto male in passato. So che, al momento, molti di loro mi hanno dato amore, sostegno e comprensione. Ma tutto nella vita deve seguire il suo proprio corso. A molti di coloro che siamo amici e colleghi, per le cose del destino, arriva un momenti in cui le nostre strade si separano, si allontanano, e forse non torneranno mai a rincontrarsi. Quello che è importante è ricordare sempre tutta la cosa migliore di quello che abbiamo condiviso. E se nel corso degli anni, ci ritroviamo di nuovo, che sia con quelli ricordi migliori, un sorriso, un "Che gioia rivederti!", una stretta di mano e un caloroso abbraccio.

COSA MI HANNO PORTATO LE ARTI MARZIALI Nel corso della mia vita, un perfetto equilibrio di salute mentale, fisica e spirituale. Una ragione molto potente per svegliarsi ogni mattina ringraziando per un nuovo giorno e la possibilità di migliorare in tutti gli aspetti. Sapere che ancora vivo, che posso vedere una nuova alba, abbracciare il sole, respirare l'aria che mi dà la vita o accarezzare la pioggia. Guardare la montagna e ammirare la sua maestosità. Sentire che posso correre, allenarmi, veder crescere gli alberi e i fiori. Contemplare l'immensità del mare e sommergermi piacevole nelle sue acque riconfortanti. Rispondere al telefono se un amico mi chiama. Ascoltare musica, cantare e ballare se si sa. Infine, tante cose semplici e gratis che ci offre il nostro meraviglioso mondo Le Arti Marziali mi hanno permesso di scolpire il mio corpo, mente e spirito e mi hanno fatto più umile, nobile e semplice, e allo

stesso tempo forte fisicamente ed emotivamente. Sono sempre state lì per me nella buona e nella cattiva sorte. Anche mi hanno permesso di viaggiare in tutto il mondo e conoscere tanti luoghi meravigliosi della nostra terra, e a sua volta trovare persone eccellenti, fare amici, guadagnare amicizia e ammirazione. Anche mi servono per aiutare, avviare, guidare e condividere le esperienze acquisite. Sempre con la migliore disposizione. E mi fanno sentirmi utile, dal momento che nel corso degli anni, mi ho trovato tante persone provenienti da diversi angoli del mondo, che mi mostrano il suo affetto, l'ammirazione e l'apprezzamento per tutto ciò che sentono che feci per loro a un certo punto delle loro vite. Questo conforta il mio spirito, rilassa la mente e mi fa sentire bene. Di solito dico che le Arti Marziali non dovrebbero essere praticate solo durante le ore d'allenamento, sia sul tappeto, la palestra, all'aperto o in una stanza chiusa, ma 24 ore al giorno, da quando ci alziamo alla mattina. Le nostre arti sono praticate dal momento in cui apriamo gli occhi, rendendo grazie per risvegliarci di nuovo, per le cose buone che abbiamo, per i nostri figli, la famiglia, gli amici. E dobbiamo farlo con un atteggiamento allegro e positivo. Cantando, se possibile, nel momento di metterci sotto la doccia. Guardare i nostri cari con amore e iniziare le nostre attività con la profonda volontà di essere il migliore in circolazione. Senza investire nessuno, ma cercando di essere un buon marito, padre, amico, vicino di casa; il migliore nel nostro posto di lavoro, a scuola o dovunque dobbiamo trascorrere la giornata, aiutando sempre a tutti quelli che ci richiedono e necessitano. Questa è la pratica di Arti Marziali 24 ore al giorno. Non si tratta di dare calci o pugni a un compagno, sacco o nemico. Si tratta di dare amore, esempio e rispetto verso la società in generale.

“Di solito dico che le Arti Marziali non dovrebbero essere praticate solo durante le ore d'allenamento, sia sul tappeto, la palestra, all'aperto o in una stanza chiusa.”


Kenpo


Grandi Maestri

“È importante dire che ogni giorno sento più entusiasmo in continuare la via del guerriero, sempre in lotta e superando le mie paure o dubbi.”


Kenpo Non essere in grado di frenare le nostre paure, rancori, odi o insoddisfazione e agiamo con violenza verbale o fisica contro qualcuno, vuole dire che siamo falliti come artisti marziali, perché essere un buon artista marziale è agire bene in ogni momento. Senza offendere né disturbare nessuno. E quando perdiamo un po' il controllo, dobbiamo chiedere subito perdono, riconciliarci coi nostri simili. Sarai più rispettato se sei nobile, prudente e buona persona. Non se sei violento, aggressivo o offensivo causando danno fisico o morale agli altri. Kung-fu, significa fare bene le cose, essere bravo in quello che fai, cosicché puoi essere un gran Kung-fu come padre, figlio, amico o professionista. Non lasciare mai che la vanità ti vinca. Più anni d'allenamento o gradi acquisiti, più umile e paziente si dovrebbe essere. Non credere mai di saperlo tutto o che sei migliore che gli altri. O che il tuo stile è il meglio. Ogni giorno è una lotta costante contro il nostro proprio ego, contro i nostri propri demoni e difetti. Ogni giorno è una ricerca costante della nostra pace interna. Si dice che praticare Arti Marziali è come contemplare il largo mare; puoi vedere il suo inizio ma mai il

suo finale. Quando dedichiamo tempo e cerchiamo di raggiungere il massimo livello in qualche aspetto dell'arte o della vita, ci sono altri punti dove ci debilitiamo o perdiamo abilità. È per ciò che dobbiamo essere sempre prudenti e nobili. Arrivare è difficile, cadere è fácile. Infine, le Arti Marziali sono sempre state una parte molto importante nella mia vita, che mi hanno permesso di incontrare tante belle persone, viaggiare, godere, condividere e sempre imparare. Certamente, a volte mi hanno fatto vivere dure tappe, ma alla fine sempre sono arrivati la ricompensa ed il riconoscimento. Oggi, posso dire che principalmente sono state parte dei miei migliori momenti, e compagne di viaggio e soddisfazione. È importante dire che ogni giorno sento più entusiasmo in continuare la via del guerriero, sempre in lotta e superando le mie paure o dubbi. Grazie a tutti coloro che sono stati parte del mio modo, il mio rispetto e i migliori ricordi per coloro che sono andati, e spero di dare il meglio di me stesso per coloro che rimangono ancora e gli altri a venire. "Vostro per l'amicizia e le Arti Marziali del mondo"

“Non essere in grado di frenare le nostre paure, rancori, odi o insoddisfazione e agiamo con violenza verbale o fisica contro qualcuno, vuole dire che siamo falliti come artisti marziali.” “Perché essere un buon artista marziale è agire bene in ogni momento. Senza offendere né disturbare nessuno.”




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Combat Hapkido

La scienza della difesa in 60 minuti Dal Maestro Mark S. Gridley

Il titolo di questo articolo è una sfida per ogni istruttore di Autodifesa o professionale per aiutare a concentrarsi su ciò che sentono che conta di piÚ. Lo schema e i temi seguenti non sono assoluti e rappresentano il mio parere sulla base di oltre 25 anni di esperienza. Vi incoraggio a creare il proprio curriculum e testarlo mettendolo in azione. Dovrebbe essere ovvio che l'apprendimento e lo sviluppo delle competenze per la legittima difesa non possano essere raggiunti in soli 60 minuti. Molti lettori hanno trascorso decenni dedicati allo studio, la pratica e l'esperienza in questo settore e non mi riferisco al fatto di diluire la necessità assoluta per la pratica, la dedizione, e lo studio di tutta una vita.


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Combat Hapkido

Tuttavia, e se aveste solo pochi minuti per insegnare a qualcuno con limitata o nessuna esperienza in come difendersi o proteggere i suoi cari? Che cosa condividereste con essi? Che cosa credete che fosse cruciale ed efficace? La mia speranza è che queste domande stimolino i vostri pensieri e creatività. Era una domanda che ho sentito una volta, mentre tenevo un seminario di doppio impatto col Gran Maestro Pellegrini, fondatore del Combat Hapkido. Ho trovato brillante la domanda dello studente: "E se si aveste solo 10 minuti per insegnare autodifesa a qualcuno?" La mia risposta è stata pensata dalla mentalità del guerriero, cioè, un numero molto limitato di obiettivi (punti di pressione tattici) per creare una lesione, fermare l'attacco ed offrire l'opportunità di scappare. Tuttavia, tale questione non è stata risolta completamente nella mia mente e mi ha fatto pensare durante diversi giorni su quale sarebbe una risposta migliore. Mi ho permesso una certa licenza creativa con la domanda ed ho deciso che c'era bisogno di almeno un'ora. Ovviamente, una lezione che si adattasse all'alunno, e non all'inversa. È importante sapere che cosa è quello che uno sta allenando ed incominciare in primo luogo con gli scenari che preoccupano prima di forzare l'azione, perfino se si fa è migliore saperlo. Questo aiuterà a sviluppare la fiducia e diminuire l'ansietà degli studenti, in modo che siano in grado de assimilare la vostra istruzione e si sentano addestrati. Lezione numero uno nei primi dieci minuti (0: 10-0: 20): Conoscenza della situazione e della mente del guerriero. I lettori più dedicati di Budo International potrebbero già aver letto un articolo completo che ho scritto in precedenza su questo argomento così mi scuso per la brevità. Tuttavia, il tempo scorre! Così molti incidenti critici sono il risultato di decisioni sbagliate o di essere ignari del mondo che ci circonda. Essere presenti e comprendere l'impatto fisico, morale e legale di non essere consapevoli può portare a un lungo cammino nell'autofifesa. Se vi sentite ansiosi o insicuri del ambiente circostante, semplicemente abbandonate o prendete una via più sicura, anche se più lunga e onerosa. Poche cose


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sono più costose di un incontro violento. Negli Stati Uniti è obbligatorio avere allarmi antincendio in quasi tutte le zone in cui lavoriamo, impariamo e giochiamo. Tuttavia, è interessante osservare che una persona è tre volte più propensa ad avere un incontro violento che a dovere scappare da un incendio. Riconoscere che la violenza può succedere è una chiave per sviluppare la coscienza dell'autodifesa. Tenetelo a mente, pianificate e mettete in pratica il vostro piano. Se vi sentite ansiosi o insicuri del ambiente circostante, semplicemente abbandonate o prendete una via più sicura, anche se più lunga ed dispendiosa. Poche cose sono più costose di un incontro violento. Negli Stati Uniti, sono obbligatore gli allarmi di incendio in quasi tutte le zone in cui lavoriamo, impariamo e giochiamo. Tuttavia, è interessante osservare che una persona

è tre volte più propensa ad avere un incontro violento che a dovere scappare da un incendio. Riconoscere che la violenza può succedere è una chiave per sviluppare la coscienza dell'autodifesa. Tenetelo a mente, pianificate e mettete in pratica il vostro piano. La mente del guerriero consiste nella decisione prima di qualsiasi alterco di ciò che siete disposti e ciò che non siete disposti a fare in una determinata situazione. Siete voi stessi chi stanno dando il permesso di fare ciò che è necessario per proteggere i vostri cari e voi stessi. Si tratta di una promessa che dovete mantenere a voi stessi e agli altri. Il nostro scopo non è quello di uccidere, i nostri obiettivi sono quelli di fermare l'attacco con qualsiasi mezzo, proteggendo i nostri cari e correre a casa in sicurezza. Non permetteremo che nessun ostacolo o persona ci impedisca di ritornare a casa. Lezione due nei secondi dieci minuti (0: 20-0: 30): Gli obiettivi sono quelli di causare lesioni e fuggire. Ancora una volta, in articoli precedenti di Budo Inter national ho condiviso le ragioni per cui usiamo i punti tattici di pressione nella'utodifesa. Tuttavia, nella sua forma più semplice, ci stiamo causando una lesione o un senso di lesioni. Tenete in conto che il vostro allievo ha solo dieci minuti per imparare questo segmento ed egli deve essere disposto a provocare lesioni. Ci sono un sacco di obiettivi perfettamente valide un istruttore può scegliere

buon risultato. Il mio obiettivo preferito di autodifesa è Milza 6, che si trova appena sopra la caviglia sulla parte interna della gamba. Un buon pestone a questo punto può neutralizzare la mobilità dell'attaccante mentre provoca un dolore lancinante che permette la fuga rapida. C'è una serie di motivi di perché io uso questo obiettivo, le ragioni più forti sono che è difficile da difendere, che sono facilmente accessibili, molto efficaci e veloci da imparare. Presumo che molti di voi andrete agli occhi o all'inguine. Sono d'accordo sul fatto che essi siano bersagli solidi ... se è possibile accedervi e sono scarsamente difesi. Quindi la mia scelta successiva sarebbe quella di mostrare agli studenti come attaccare il nervo etmoide anteriore trovato nella sutura nasale del naso. Questa parte è di solito peggio difesa dagli occhi e provoca visione offuscata, dolore, e colpisce la testa e il collo. Anche in questo caso, il tempo è limitato, quindi ho fornito sia un obiettivo nella zona superiore e nella bassa, che porterà all'efficienza, piuttosto che fornire una dozzina di opzioni che portino all'indecisione o confusione. Lezione tre nei terzi dieci minuti (0: 30-0: 40): posizioni di protezione. Spesso, l'importanza della nostra posizione o collocazione è sottovalutata, non si pratica molto e pertanto non è sufficientemente sviluppata. In Combat Hapkido, manteniamo una posizione di scudo che ci da equilibrio, mobilità, protezione delle zone vitali, e può utilizzarsi nell'offensiva. Cominciamo con le mani aperte estese oltre a 90 gradi ed i gomiti vicini ai nostri fianchi. Ciò protegge la testa e il tronco, consentendo attacchi rapidi. Utilizziamo un


Punti di Pressione

profilo leggermente appianato per ridurre al minimo l'esposizione del nostro corpo, con le ginocchia leggermente piegate per consentire una rapida mobilità e mantenere la stabilità. Le variazioni della posizione possono farsi in piedi, seduti e distesi. Il nostro obiettivo principale è quello di provocare un danno al fine di fermare l'attacco, cercando che non ci feriscano durante l'incontro, mediante l'utilizzo di una posizione forte. Osservate che la conoscenza della situazione, l'impegno mentale e la provocazione delle lesioni vengono prima delle posizioni di protezione. Questo è uno esempio di come un buon attacco è spesso la difesa più veloce. lo studente è anche messo rapidamente in movimento eseguendo il suo piano di azione invece di centrarsi su una posizione stazionaria. Queste tattiche sono tutte utili per sostenere la sfuggita e dovrebbero essere sviluppate in modo cumulativo. Lezione quattro nei quarti dieci minuti (0: 40-0: 50): colpi basilari. Sfogliando riviste, è possibile trovare un qualsiasi numero di articoli da alcuni artisti marziali altamente rispettati nelle importanti aspetti tecnici dei colpi, oltre a una serie di strumenti utili per il professionista serio. In questa lezione, siamo limitati dai vincoli di tempo e quindi ci concentreremo su non più di due tipi di attacchi, forse tre al massimo, se lo studente è rapido. Sarà vantaggioso disporre di attrezzature per colpire quale pads o qualcosa di simile che possano essere colpiti con piena potenza senza il rischio di lesioni allo studente o l'allenatore. Il primo colpo sarebbe un calcio basso in prima linea con un pestone verso il basso, per mantenere l'equilibrio e la pressione in avanti. Pratichiamo questo con forza, velocità, equilibrio, e per di più, con la giusta distanza per essere in grado di colpire pienamente il

bersaglio. Il passo successivo sarebbe il pugno martello con un movimento rapido in cerchio, con particolare attenzione alla correzione biomeccanica e all'orientamento. Infine, vorremmo lavorare colpi di palma da diverse angolazioni diretti ad alcuni obiettivi fondamentali che possano essere sfruttati con i movimenti motorie nel breve tempo che abbiamo. Lezione Cinque nei quinti e ultimi dieci minuti (0: 50-1: 00): la gestione post-conflitto. Il tempo passa veloce e ci sono solo pochi minuti dalla fine. Qui ci concentreremo su come spostarci tatticamente lontano dall'aggressore ferito, mantenendo l'individuo in vista e solo voltare le spalle una volta che siamo a una distanza sicura per correre. Una volta che abbiamo definito il "sicuro" per lo studente o quelli che stiamo proteggendo, siamo pronti a entrare nel nostro stato di post-conflitto. Ci concentreremo alcuni momenti sulla respirazione tattica per contribuire a calmare la mente primitiva dello stato di adrenalina,


Combat Hapkido



Combat Hapkido

in modo che lo studente possa pensare con chiarezza. Poi dobbiamo insegnare a valutare se una persona diversa dall'aggressore è stata ferita e ha bisogno di cure mediche immediate, spiegando allo studente che forse non si sia reso conto di avere sofferto lui stesso una lesione durante la lotta. Ora la scelta di informare le autorità di quanto è successo a partire dal fatto che avevate paura per la vostra vita e solo volevate fermare l'attacco. Io vi consiglierei di contattare un avvocato per contribuire ad affrontare e risolvere qualsiasi questione legale. Infine, vi consiglio di parlare attraverso un rapporto postazione con un istruttore mettendo l'accento su quello che è andato bene e solo poche osservazioni su quello che avreste potuto fare meglio. Se il tempo permette, magari fare una ricostruzione sicura della esperienza passata perché alla fine di essa sia un esempio motivante. Una volta conclusa la lezione, assicuratevi che offrite i vostri allievi altre risorse che sono disponibili per lo studente mentre li salutate e li augurate la cosa migliore.

Un foglio di consigli o una rapida panoramica della lezione, e un biglietto da visita con le informazioni possono trasformare questo studente di 60 minuti in un praticante di molti anni. In Combat Hapkido ci concentriamo in istruire gli studenti su tre obiettivi principali. Cioè, tenerli fuori dall'obitorio, fuori dall'ospedale, e fuori di essere sul lato sbagliato del sistema giuridico. La nostra definizione di vittoria per legittima difesa è quella di tornare a casa in sicurezza e con la famiglia e gli amici. Alla fine, almeno se abbiamo fatto bene il nostro lavoro, ci sarà una persona migliore preparata per stare al sicuro in questo mondo. Ecco la scienza dell'autodifesa in 60 minuti; o speriamo che serva come introduzione funzionale ad una ricerca permanente dello studio. Il mio obiettivo era farvi godere di questo articolo, non solo come una colonna d'istruzione, ma ancora di più come un modo per stimolare i vostri pensieri su come si può fare meglio. Molti dei segmenti di dieci minuti sono stati o potrebbero essere interi articoli oppure anche libri in se stessi, quindi per favore mantenete una mente aperta nel momento di criticare e creare. Ovviamente, questo articolo non può abbracciare questo tema nella sua totalità e vi incoraggio ad approfondire per comprendere più pienamente queste importanti aree dell'arte della difesa personale. In prossimi articoli continueremo ad ampliare conoscenze sulla Scienza dell'Autodifesa attraverso gli insegnamenti del Combat Hapkido. Naturalmente, non è necessario sperare; tutta questa informazione si sente disponibile nei libri, l'Università on-line e serie di istruzione di DVD, di Combat Hapkido che possono chiedersi direttamente nei Servizi di Difesa Internazionale www.dsihq.com e Budo International in www.budointernational.com. Per favore, allenatevi forte, vivete con onore, e state bene. Per ottenere informazione di certificazione, seminari o domandi, per favore, mettetevi in contatto con: info@dsihq.com




WingTsun

Pochi giorni fa, grazie al curioso mondo dell'Internet, ho letto un articolo interessante sul blog di un noto Sifu di Wing Chun. Egli parlava dell'incontinenza verbale di molti praticanti che, osservando il lavoro di un ramo o di una scuola diversa dalla lor o, hanno sfacciatamente detto: "Questo non è Wing Chun!" O anche la già tradizionale: "Non è l’autentico Wing Chun!" A volte, queste discussioni sono causate dalla mancanza di prospettiva e conoscenza della storia REALE del sistema. Se si legge con attenzione, si vedrà che non c'è mai stato un vero Wing Tsun. O almeno, non c'è nessuno che possa essere considerato il possessore di una tale "responsabilità".

Stili all'interno di uno stile "L'arte dei mille volti"


Sifu Salvador Sánchez “Yip Man è stato un caso atipico nella tradizione del Wing Tsun. Egli ebbe due maestri: Chan Wa-Sum e Leung Bik. Questo fatto che non sembra rilevante in principio, cambiò assolutamente il modo di praticare e comprendere il Wing Tsun del G.M. Yip Man, nonché l'evoluzione di questo sistema.”


WingTsun

Stili all'interno di uno stile "L'arte dei mille volti" In un sistema come il nostro, in cui il metodo d'apprendimento ha subito grandi cambiamenti negli ultimi anni, insieme al fatto che la natura stessa di questo sistema sottolinea in particolare i sentimenti personali, non è raro osservare l'esistenza di diverse forme di "FARE ", stili diversi all'interno dello STILE. Questa è senza dubbio una delle caratteristiche più importanti del Wing Tsun. Da un lato, i praticanti meno avanzati, con un criterio tecnico inferiore, osano dire: "Questo non è Wing Tsun". Immagino che a Lei, caro lettore, indipendentemente dello stile che pratichi, gli risulterà familiare... Evidentemente, poniamo questa domanda per cercare di chiarire la questione e, per inciso, cercare di unire invece di separare. Per essere in grado di valutare se si tratta o meno di Wing Chun, dobbiamo guardare indietro e rivedere la storia della disciplina stessa. Per questo vorrei fare riferimento al Grande Maestro del nostro stile: Yip Man. Perfino egli stesso si vide affrontato a situazioni simili nell'epoca che gli toccò


Sifu Salvador SĂĄnchez “Per essere in grado di valutare se si tratta o meno di Wing Chun, dobbiamo guardare indietro e rivedere la storia della disciplina stessa. Per questo vorrei fare riferimento al Grande Maestro del nostro stile: Yip Man.â€?


WingTsun

Stili all'interno di uno stile "L'arte dei mille volti" vivere. Finalmente, uno comprende che la storia è ciclica e che i fatti relazionati con gli esseri umani si ripetono ancora e ancora. Yip Man è stato un caso atipico nella tradizione del Wing Tsun. Egli ebbe due maestri: Chan Wa-Sum e Leung Bik. Questo fatto che non sembra rilevante in principio, cambiò assolutamente il modo di praticare e comprendere il Wing Tsun del G.M. Yip Man, nonché l'evoluzione di questo sistema. Si dice che quando Yip Man ha incontrato il G.M Leung Bik per la prima volta, di forma quasi fortuita, non ha potuto riconoscerlo come praticante del suo proprio sistema. Sì, è sorprendente. Domandato per lo stile che praticava, Yip Man, che affermava praticare WingTsun, è rimasto sorpreso per l'estetica dei movimenti eseguiti dal Maestro Leung Bik. Erano cose assolutamente diverse. La domanda que oggi oso lanciare è: Come è possibile uno stile così diverso tra due allievi dello stesso insegnante? Studiamo un po 'di storia dello stile... Il famoso maestro di Wing Chun Leung Dr. Jan, di Foshan, scrisse tre libri sullo stile. Questi libri erano manoscritti e mai furono pubblicati. Nonostante questo non sia contrastato, si accetta di



WingTsun comune accordo nella storia di questo sistema che il Dr. Leung Jan segna prima un ed un dopo in relazione alla fama che aveva in Wing Tsun fino a quel momento. È pertanto un riferimento molto importante per cercare di spiegare con chiarezza il tema di oggi. Tra gli studenti del Dr. Leung Jan si trovavano, niente di più e niente di meno che Chan Wa Shun, il "cambiavalute", e Leung Bik, figlio del medico. Yip Man aveva imparato il suo Wing Tsun dal Maestro Chan Wa Shun, a Foshan, ma un incontro fortuito e del tutto casuale provocherebbe che, poco tempo dopo, Leung Bik l'accettasse come allievo. In realtà, Yip Man ha avuto l'onore di essere l'unico studente di Leung Bik durante i suoi primi anni a Hong Kong. Yip Man è arrivato a Hong Kong all'età di 15 anni, nel 1908. Nello stesso anno ha incontrato Leung Bik con il quale rimase per anni imparando da lui tutti i perfezionamenti e i segreti del Wing Chun Kuen. Ciò nonostante, Yip Man si riferiva sempre a Leung Bik come Si Pak (sorprendente in questi tempi in cui, quelli che discutono col suo Sifu lo rinnegano e cercano immediatamente un altro SIFU ...) Leung Bik non aveva risorse economiche e si trovava sull'orlo della povertà in Hong Kong. Infatti, viveva con un parente e a malapena riusciva a mangiare. Interessato a lui e la sua situazione, Yip Man ha invitato il maestro a vivere con lui, un fatto che, senza dubbio, ha rafforzato in gran misura i loro legami marziali e personali. Leung Bik ha insegnato Yip Man fino al 1912. In questi anni, Yip Man ha imparato l'intero sistema sotto la guida di Leung Bik e,


Sifu Salvador Sánchez “Yip Man aveva imparato il suo Wing Tsun dal Maestro Chan Wa Shun, a Foshan, ma un incontro fortuito e del tutto casuale provocherebbe che, poco tempo dopo, Leung Bik l'accettasse come allievo.”


WingTsun soprattutto, ha praticato diligentemente per anni ed ogni giorno le tecniche più sottile e avanzate del sistema. Dopo la morte di Leung Bik, Yip Man ha tornato a Foshan per aiutare i loro fratelli in Kung Fu con la conoscenza che aveva ottenuto a Hong Kong. Ed è stato proprio qui che hanno cominciato i problemi... I due maestri di Yip Man, pur essendo allievi dello stesso Sifu (Dr Leung Jan), sembravano avere stili e prospettive molto diversi. Una possibile spiegazione di questo sarebbe la situazione vitale di ognuno: Chan Wa Shun era un uomo con una limitata cultura, ruvido nei suoi modi e la cui conoscenza e forma di esprimersi erano quelle di un uomo comune. D'altra parte, Leung Bik era un uomo culto e i suoi ideali e il modo di praticare e mostrare lo stile erano fortemente influenzati dalla filosofia. La sua conoscenza dei principi del Wing Chun era molto più profonda e raffinata di quella di suo più giovane fratello del Kung Fu, Chan Wa Shun. Anche se Yip Man imparò ugualmente da Chan Wa Shun e da Leung Bik, e nonostante avesse affermato che il lignaggio di Leung Bik era molto più ampio, profondo ed impressionante, lui non disse mai che il suo Sifu fosse stato Leung Bik. Yip Man capì il rispetto che gli studenti dovrebbero avere per il loro insegnante. Alcuni di noi dovrebbero guardare in profondità questa lezione di RISPETTO e Kung Fu... Ma il tema oggi ci mette lì in quel momento storico in cui Yip Man è tornato a Foshan, e quando ha mostrato ciò che aveva appreso con Leung Bik (ricordiamo che era il lignaggio diretto di Leung Jan) i loro compagni d'allenamento, i fratelli maggiori della scuola e il resto della comunità di Wing Tsun di Foshan si sono



WingTsun allarmati e hanno detto senza arrossire: QUESTO NON È WINGTSUN!! Voglio immaginare la profonda delusione che il grande maestro ha potuto sentire quando, cercando di migliorare il sistema e mostrare gli aromi più fini di questo stile appassionante, fu represso dai suoi pari per non avere un estetica simile a quello che praticava anni fa. Oggi è esattamente la stessa cosa. Osserviamo con curiosità, malgrado avesse superato ognuno dei suoi compagni d'allenamento, sia a livello tecnico che combattivo, la stragrande maggioranza di essi continuava a segnalarlo come un traditore allo stile semplicemente per allenarsi in un altro modo e fare cose diverse di quelle che il suo sifu aveva insegnato loro. Ma ancora di più, per praticare con un maestro della stessa scuola ed dello stesso stile ... Incredibile! Suona familiare, non è vero? Ebbene ... oggi è esattamente la stessa cosa. Sono quelle cose del pendolo... Anni dopo, chiesto cosa fosse o no Wing Tsun, Yip Man ha usato alcune sagge parole che a mio parere riassumono questo sistema e risolvono i dubbi. Ha detto: "Se soddisfa i principi, allora è Wing Tsun ..." I principi del Wing Tsun, sono spesso recitati a voce alta dai praticanti di questo stile, ma raramente si studiano in modo approfondito per la loro pratica. Vorrei invitare i praticanti di Wing Tsun a guardare con occhi più profondi quello che fanno, ed evitare di giudicare lo stile personale degli altri. Credo fermamente che questo sistema ha creato, e

“Vorrei invitare i praticanti di Wing Tsun a guardare con occhi più profondi quello che fanno, ed evitare di giudicare lo stile personale degli altri.”


Sifu Salvador Sánchez “Anni dopo, chiesto cosa fosse o no Wing Tsun, Yip Man ha usato alcune sagge parole che a mio parere riassumono questo sistema e risolvono i dubbi. Ha detto: "Se soddisfa i principi, allora è Wing Tsun ...”

continua a creare, praticanti eccezionali di Arti Marziali, e che il semplice fatto che l'estetica di quello che fanno sia differente della nostra non dà nessuno il "brevetto". Inoltre, se guardano e riflettono, si renderanno conto che in molti casi, ci sono persone che realizzano movimenti con un'estetica che si denomina Wing Tsun, e dietro quello non c'è nessun principio, solo coreografie. Si dice che chi dimentica il suo passato, seppellisce il suo futuro. Diamo un sguardo alla storia di questo stile e molti dei problemi di fronte a noi oggi scompariranno quando comprenderemo che l'unico cammino per l'artista marziale è la pratica quotidiana. Quello che fanno gli altri o lo stile personale di ognuno, poco deve importarci in un'arte che è individualista per definizione. La ricchezza di questo stile ci permette di osservare stili personali così diversi come quelli del mio Sigung K. Kernspecht, il mio Sifu Victor, Sifu Saly Avcy, Sifu Emin, Sifu Tasos, e alcuni altri che, pur essendo molto diversI in apparenza, sono tutti straordinari a livello marziale. Quindi non dobbiamo giudicare nessuno per l'estetica di quello che fa, invece dobbiamo tentare di vedere la cosa buona di ognuno di essi per cercare di migliorare la nostra pratica individuale. Spero che serva a capire






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Isidro Sensei 8ยบ Dan Aikido KENKIDO-HOMBU-DOJO C/ SAN MARIANO Nยบ 110 - MADRID - 28022 - ESPAร A +34 655 92 11 37 +34 910 344 613 E-mail: jlisidro1717@hotmail.com


Aikido Nell'Arte della Guerra l’essenziale è Eterno. E’ questo il motivo per cui sin dai tempi remoti gli esperti hanno cercato il principio comune insito nella sua dinamica, per poter trarre delle conclusioni che permettessero loro di anticipare l’azione, apportando ordine e senso al caos che si produce in ogni battaglia. Fu Ueshiba alla fine che stabilì tali principi applicando chiavi che si cristallizzarono in tecniche, ma dietro di esse vi era una cosa essenziale: l’Eternità. I principi dell’Aikido possiedono dunque una validità Universale, ma non tutti i praticanti sanno comprendere la grandezza racchiusa nei piani di quest’Arte, e la considerano solo una successione di tecniche. Sensei Isidro ce lo dimostra ancora una volta attraverso l’insegnamento della nobile ar te delle due spade, un'innovazione tecnica giunta nel Budo giapponese per mezzo di una delle sue maggiori leggende: Miyamoto Musashi. Questo magnifico lavoro, presentato ora in DVD, insegna all’allievo non solo la tecnica delle due spade, ma lo incoraggia anche a comprendere che dietro ad ogni tecnica vi è sempre una tattica e dietro di essa soggiace inequivocabilmente un principio strategico che proviene da una compr ensione filosofica. E’ in fase di preparazione un libro su questa materia e ci auguriamo di potervelo presentare nel corso del prossimo anno, in modo da trarre ancor più benefici da una materia tanto interessante quanto ancora poco studiata. Questo è quindi un lavoro, come si indica nei kanji di apertura di Aikido, di Iaido e perfino di Kenjutsu, che in realtà affronta il puro Bushido.

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“Nel momento di sguainare, con le nostre mani non dovremo mai superare l'altezza che comprende la parte superiore del nostro Hara, altrimenti rimarremo completamente scoperti e alla mercĂŠ del nostro avversario, senza dimenticare che a maggior percorso corrisponde un maggior tempo di reazione ed esecuzione della tecnica.â€?


Aikido Nito Il Kenjutsu è un’arte marziale giapponese antichissima, appartenente alle cosiddette arti tradizionali. Esistono diverse scuole, chiamate in giapponese Ryu, il cui obiettivo è quello di insegnare in maniera efficace il combattimento con la Katana e la Wakizashi, le cui varianti in legno per l'allenamento sono il Bokken e il Kodachi. La pratica può essere sviluppata in diversi modi, a seconda della Ryu. Gli stili di Kenjutsu che conosciamo oggigiorno sono stati inventati a partire dall'epoca o periodo Muromachi, tra il XV e il XVI secolo. Tra le scuole più importanti di quest’epoca vi segnaliamo: - Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu - Kashima Shinto Ryu - Kasumi Shinto Ryu - Chujo Ryu - Nen Ryû - Shinkage Ryu La maggior espansione del Kenjutsu ha avuto luogo durante il periodo Edo (dal XVI al XIX secolo), registrando più di 500 stili. Alla fine del suddetto periodo alcuni stili hanno iniziato ad utilizzare l’hindi, la spada di bambù, così come l'armatura per la protezione corporale, per avere una maggior sicurezza nella pratica della disciplina. Questa forma moderna di praticare l'arte della tradizionale sciabola giapponese ha portato alla nascita del Kendo. Tuttavia sono sorte nuove scuole o stili di Kenjutsu nel periodo Edo, ed i più rilevanti sono quelli che riportiamo di seguito, insieme ad altri che, forse per ignoranza, rimangono nel dimenticatoio: - Niten Ichi Ryu, fondata dal mitico Samurai, Miyamoto Musashi. - Shinkage Ryu, fondata da Yagyu Muneyoshi. - Itto Ryu, fondata da Ito Ittosai Kagehisa. - Suio Ryu, fondata da Mima Yochizaemon. Durante la restaurazione Meiji venne proibita la detenzione di spade e pertanto diversi stili scomparvero, evento che si ripeté anche all'epoca della sconfitta giapponese nella Seconda Guerra Mondiale. Nonostante ciò, esistono ancora

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diverse scuole che sono sopravvissute fino ad oggi. L'allenamento del Kenjutsu varia a seconda dello stile da praticare. La maggior parte delle scuole poggia la propria pratica nei kata (con movimenti prestabiliti). In alcune Ryu la pratica dei Kata viene integrata con allenamenti basati sul combattimento, o Randori multiplo, utilizzando in alcuni casi armature di protezione per tutelare gli allievi da lesioni accidentali. Negli allenamenti basati sui kata si utilizza di solito una spada di legno simile alla Katana, che si chiama bokken o bokuto. Ogni stile di Kenjutsu impone normalmente misure specifiche di lunghezza, spessore e curvatura per il proprio bokuto. Altri, a livelli superiori, optano per il suburi Bokken, più pesante e più grande, per potere aumentare così la destrezza del praticante con l’arma. Il Kenjutsu è una disciplina più spirituale e mentale che fisica, e per la sua pratica è necessario ed

imprescindibile trovare un equilibrio tra corpo e mente. Assimilando l'acciaio impugnato, rendendolo parte del proprio corpo e sentendo il contatto con lo spirito, la forza fisica rimane relegata ad un livello inferiore. L'insegnamento di questa disciplina, così come quella del Kyudo, possiede una grande connotazione fisico-religiosa e spirituale, e basa la propria forza principalmente sull'influenza dello Shintoismo, del Confucianesimo e dello Zen. Dopo la sparizione della casta Samurai, molte scuole di Kenjutsu sono riuscite a sopravvivere, giungendo fino ai nostri giorni, ovviamente solo evolvendo e districandosi in una gran diversità di stili e scuole, perché il progresso è inevitabile e puntuale, e così sono sorte nuove Ryu come nuove forme di


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espressione. Attraverso la sciabola possiamo essere in grado di descrivere nello spazio la tecnica giusta nel momento presente, come se si trattasse di una penna, tracciando nello spazio, nel vuoto che riempie tutto, l’emozione dell'acciaio che rappresenta la vita e la morte, come rituale imprescindibile del guerriero.

Il Guerriero Si è detto molto sul mitico Miyamoto Musashi, alcuni dicono che non usasse nient’altro oltre ad una Wakizashi e ad una Katana, ossia una sciabola corta e una sciabola lunga. Altri dicono che non è vero, in quanto realizzò la maggior parte dei suoi combattimenti con spade di legno, ossia Bokken, poiché il suo stile era così raffinato che non aveva bisogno di un filo tagliente per sconfiggere i suoi avversari. Questo è vero, in una determinata fase della sua vita. Altri smentiscono il fatto che Musashi abbia creato lo stile delle due sciabole, Nito-Ichi, forse perché i più ortodossi della tradizione nipponica si rifiutavano di accettare che un Samurai potesse imparare o semplicemente essere ispirato verso lo sviluppo della propria arte e scuola, da degli spadaccini occidentali che si battevano con una destrezza che non aveva nulla da invidiare all'arte nipponica. Le storie narrano che, dopo aver visto un duello tra europei nell'area di Nagasaki, comprese la necessità di sviluppare una strategia di combattimento con due sciabole insieme, fatto questo che sembra avere maggiori certezze rispetto alle storie di chi lo smentisce. Ricordiamo che a quell'epoca nei duelli europei si usava una spada lunga ed una corta, cosa che

Musashi sviluppò in seguito e, che al tempo, nel paese del Sol Levante, l'influenza degli europei era di estrema importanza. Musashi avrebbe quindi sviluppato la Nito-Ichi: scuola dalle due sciabole. Il lavoro che tratteremo di seguito, è stato realizzato combinando tecniche molto antiche con altre più moderne. Tecniche che non hanno nulla a che vedere con lo stile di Miyamoto Musashi, che nominiamo in tal modo solamente per riferirci al lavoro delle due sciabole come arte del vantaggio. Quest’arte può essere denominata con il termine Koryu, parola giapponese che può essere letteralmente tradotta come antica scuola o antica tradizione. Si usa per denominare quelle arti marziali che sono sorte prima della restaurazione Meiji, evento politico che accelerò il processo di modernizzazione del Giappone. Le Arti Marziali che sorsero in seguito a questo evento le denominiamo Gendai e possiamo esemplificarle attraverso l'Aikido, l’Iaido, il Karate, il Kendo, il Judo o il Kyudo, per menzionarne alcune, poiché sono considerate come sport o arti orientate allo sviluppo della persona, a differenza delle arti classificate come Koryu, che si riferiscono agli insegnamenti di una cultura strettamente militare, focalizzate sull'arte della guerra.

Il Bokken Il Bokken era tradizionalmente l'arma basilare per eccellenza per lo studio e la pratica della scherma


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Aikido giapponese, indipendentemente dallo stile o dalla scuola, un utensile imprescindibile per il duro lavoro che comporta lo studio nel Dojo; la pratica dovrà durare svariati anni per ottenere un livello medio. L'impiego del Bokken, chiamato anche Bokuto, nell'antichità, in particolare durante il periodo Muromachi, divenne molto popolare in quanto i Samurai cominciarono ad utilizzare l'arte del duello in tempi di pace. Da questa forma di combattimento nacquero le specializzazioni delle differenti scuole o Ryu, arrivate fino ai nostri giorni. Poiché nei Dojo delle diverse Ryu si cominciò ad insegnare agli allievi l'arte della scherma, diventò imprescindibile sostituire la sciabola originale di acciaio con quella simile di legno: il Bokken. La Katana è una grande opera d'arte di per sé, nobile ed inerte, che acquisisce una vita propria quando viene impugnata dal Budoka. La sua lama è fragile ed appuntita, come quella di un coltello da taglio. La sua parte laterale è stata forgiata per assorbire la forza del taglio o Kiri, stoccata o blocco. Ma esso potrebbe graffiarsi o spezzarsi nell’entrare in contatto con quello dell'avversario, poiché un maneggio inesperto sarebbe dannoso per un gioiello così prezioso. Nel corso delle epoche, le differenti Ryu si specializzarono nell'arte del Kenjutsu, così come nell'Iaido; tutte praticamente utilizzavano il Bokken per gli allenamenti e per evitare le ferite gravi. Con il Bokken gli allievi diventavano Maestri dell’uso di una così nobile arma, ma al contempo diventavano ovviamente incredibilmente pericolosi con il loro strumento di allenamento. Esistono diversi racconti giapponesi che narrano di guerrieri che per una ragione o per l’altra hanno utilizzato il Bokken contro avversari che sguainavano sciabole con lame d’acciaio e che, nonostante ciò, hanno vinto lo scontro. Il Samurai più famoso della storia del Giappone e meritevole di elogi per tali imprese, fu senza alcun dubbio il leggendario Miyamoto Musashi.

Breve biografia di Musashi Il suo vero nome era Shinmen Musashi No Kami Fujiwara No Genshin. In realtà non si conosce con assoluta certezza il luogo della sua nascita, alcuni storiografi affermano essere nato nel 1584, nel paese dell'antica provincia di Mimasaka, chiamato Miyamoto. “Musashi” è il nome di un'area del sudovest di Tokyo e la denominazione “No Kami” significa persona nobile dell'area, mentre “Fujiwara” è il nome di una delle prime famiglie nobili del Giappone di più di mille anni fa. Lo stesso Musashi dice di se stesso: “Sono un samurai della provincia di Harima”. Hirada Shokan, suo nonno, era un servitore di Shinmen Iga No Kami Sudeshige, il signore del castello di Takeyama. Si pensa che Hirada Shokan fosse uno dei preferiti del suo signore, colui che alla fine si sposò con sua figlia. Quando Musashi aveva sette anni, suo padre Munisai morì lasciandolo solo, all'incirca un anno dopo la morte di sua madre Omasa. Ben No Suke, com’era conosciuto Musashi durante la sua infanzia, venne accudito da uno zio materno, un sacerdote buddista. Così scopriamo Musashi, un orfano figlio di un samurai, durante le campagne di unificazione dello Shogun Hideyoshi, in una terra infelice e violenta. Egli era un giovane allegro, di forte volontà e fisicamente grande per la sua età. Non si sa se la sua inclinazione al Kendo sia stata originata dalle pressioni dello zio o dalla sua natura aggressiva: “Fin dall’infanzia il mio cuore si è orientato verso il Cammino del Guerriero”, ma è certo che nel primo combattimento, nel quale uccise un uomo, aveva solamente tredici anni. Non dimentichiamo

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che l'epoca di cui stiamo parlando, il XVI secolo, è stata un periodo insanguinato sia in Giappone che in Occidente. Nonostante questo, a13 anni si è molto giovani per uccidere una persona, specialmente in un duello. Il rivale era Arima Kibei, un famoso samurai della zona, della scuola Shinto Ryu di Kenjutsu, esperto con la spada e la lancia. Questi aveva girato il paese sfidando tutti e posto un cartello che diceva: “Chi mi vuole sfidare è ben accetto”. Quando Musashi lo lesse aggiunse sotto: “Io ti sfiderò domani” e scrisse il suo nome. Quella stessa sera gli pervenne un messaggio di Kibei che aveva accettato la sfida ed indicava il posto del duello. Il mattino seguente Musashi partì verso il luogo del duello con una spada di legno in mano. Il ragazzo atterrò l'uomo sull’atto di sguainare la spada, e lo picchiò sulla testa quando questi cercava di alzarsi. Kibei morì vomitando sangue. Originariamente, le scuole di Kenjutsu venivano costruite attorno ai templi shinto. Le più antiche si trovavano nella regione denominata Kanto, vicina a Tokyo, dov’erano presenti gli importanti templi di Kashima e Katori.

Il duello successivo documentato avvenne all’età di sedici anni; sconfisse un samurai chiamato Tadashima Akiyama, della provincia di Tajima. Fu all'incirca in quell’epoca che lasciò la sua casa e cominciò a viaggiare alla ricerca di esperienze, partecipando ad ogni tipo di duello e di concorso risultandone sempre vincitore: “Percorsi provincia dopo provincia, lottando con guerrieri di ogni genere e formazione, ma nessuno riuscì a sconfiggermi nei più di sessanta duelli a cui partecipai”. All'età di cinquant’anni, avendo raggiunto l'obiettivo della sua ricerca di conoscenze, finalmente si stabilì. Molti Ronin (samurai senza padrone) hanno percorso il paese in spedizioni simili, alcuni da soli, come Musashi, altri invece con il patrocinio di alcune scuole o caste feudali, come il famoso samurai Tsukahara Bokuden, ideatore della scuola Mutekatsu Ryu, che nel secolo scorso aveva viaggiato con un seguito di più di cento uomini. Questo tipo di pellegrinaggi alla ricerca di esperienze e di perfezionamento venivano chiamati Musha Shugyo.


Aikido

Musashi, in questo periodo della sua vita, viveva praticamente appartato della società, con una spietata mentalità individualista, alla ricerca solo di uno spiraglio di luce nel cammino della spada. Aveva relazioni solo con ciò che concerneva il perfezionamento della sua abilità, visse come un vagabondo, viaggiando per il Giappone e dormendo sotto le intemperie, sopportando i venti freddi dell'inverno. Non si curava dei suoi capelli, non si sposò mai (benché vi siano alcune note che parlano di una sua fidanzata chiamata Otsu) e non si dedicò ad alcuna professione. Si narra che non entrò mai in una vasca da bagno per paura di essere sorpreso disarmato, e che il suo aspetto fosse rozzo e selvaggio. Nella battaglia di Sekigahara (1600) tra gli eserciti di Tokugawa Ieyasu ed Ishida Mitsunari, per la successione al trono come Shogun del Giappone, Musashi, che all’epoca aveva 19 anni, si unì alle file dell'esercito di Ishida per lottare contro Tokugawa. Sopravvisse a tre terribili gior ni di combattimenti, durante i quali morirono settanta mila persone, ed anche alla successiva caccia e massacro dell'esercito sconfitto.

La leggenda A ventun anni si recò a Kyoto, questo sarà lo scenario della sua vendetta contro la prestigiosa famiglia Yoshioka. Da generazioni gli Yoshioka erano stati gli istruttori del Clan Ashikaga. Anni prima, Munisai, il padre di Musashi, era stato invitato a Kyoto dallo Shogun Ashikaga Yoshiaka. Munisai era uno schermidore competente ed un esperto con lo “jyutte”. La storia racconta che Munisai lottò contro tre dei membri del Clan Yoshioka, vincendo due duelli e che forse questo fatto ha a che vedere con il comportamento di Musashi nei confronti della famiglia. Yoshioka Seijiro, il capofamiglia, fu il primo a lottare contro Musashi, in una distesa fuori città. Non si sa perché Seijiro abbia accettato questa sfida, visto che apparteneva ad una famiglia samurai di classe sociale elevata e Musashi era solo un samurai di 21 anni, sconosciuto, di una classe inferiore privo di alcun merito particolare. Giunta l’ora concordata per l'incontro, Musashi

non si presentò, inviarono servitori a cercarlo e lo trovarono dopo due ore in una locanda che dormiva. Inviò le dovute scuse informando che si sarebbe recato prontamente nel luogo, ma ritardò altre due ore. Quando finalmente arrivò nel luogo del duello, trovò Seijiro arrabbiato ed impaziente, armato con una spada vera, mentre Musashi aveva una spada di legno. Musashi affrontò Seijiro con un attacco feroce e lo colpì selvaggiamente, atterrandolo e lasciandolo incosciente. I servitori lo riportarono a casa dove, per vergogna, si tagliò il codino di samurai. Dopo questa impresa Musashi decise di rimanere nella capitale, ma la sua stabile presenza infastidì ancor di più gli Yoshioka. Il secondo fratello, Denshichiro, nel tentativo di restaurare l'onore della famiglia, sfidò Musashi ad un duello. Musashi, premeditatamente, ritardò nuovamente all'appuntamento, quando finalmente si presentò, Denshichiro era sufficientemente deconcentrato ed arrabbiato. Un secondo dopo l’inizio della lotta gli aveva già rotto il cranio con la sua spada di legno. Denshichiro morì. Il clan propose un'altra sfida, questa volta con Hanshichiro, il giovane figlio di Seijiro. Hanshichiro era un bambino, non aveva ancora raggiunto l’età adolescente. Questo dava ad intendere che in realtà si trattava di uno stratagemma, malgrado la sfida fosse stata lanciata da lui, Musashi avrebbe dovuto affrontare tutte le sue guardie samurai. Il duello avrebbe avuto luogo sotto ad un grande pino adiacente ad una risaia; questo pino è noto col nome di Ichijoji Sagari Matsu, “il pino scendendo da Ichijoji”. Ichijoji era un tempio fondato dal monaco Tendai nell'anno 981, che oramai non esiste più, e dal quale prende anche il nome la zona. Già nell'antichità, il pino era una pietra miliare per i viaggiatori, perché in esso si congiungevano i confini delle province di Shiga, Shiratori o Imaji, all'est delle montagne di Kyoto. Un pezzo di quell'albero è conservato nel vicino tempio di Hachidai. Il pino, che ancora oggi si trova lì, è la quarta generazione. Per tutto ciò, questo duello è storicamente conosciuto come il Duello di Ichijoji. Questa volta Musashi giunse nel luogo dell’incontro prima del tempo previsto ed attese nascosto l'arrivo del suo nemico. Il bambino arrivò vestito formalmente con la sua armatura da guerra e circondato del suo seguito di servitori ben armati, determinati a sconfiggere Musashi. Musashi attese nascosto nell’ombra. Stavano pianificando ciò che avrebbero fatto

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Arti del Giappone


Aikido quando lui si sarebbe presentato, perché sicuramente sarebbe arrivato in ritardo. In quel preciso istante apparve improvvisamente in mezzo a loro ed attaccò il ragazzo. Quindi, utilizzando entrambe le spade, si aprì un varco in mezzo a loro, scappando dalla trappola e seguito da una pioggia di frecce. Dopo quel considerevole episodio vagò per il Giappone, diventando una leggenda di quel tempo. Citazioni sul suo nome e storie delle sue gesta si trovano in registri, diari e monumenti, da Tokyo fino a Kyushu. All'età di ventinove anni aveva affrontato più di sessanta duelli, vincendoli tutti. La raccolta più attuale di questi fatti appare nel Niten Ki, o “Cronache dei Due Cieli”, un registro compilato dai suoi allievi, una generazione dopo la sua morte. Lo stesso anno in cui avvennero gli eventi col Clan Yoshioka, 1605, visitò il tempio Zen chiamato Kofuku, nel sud della capitale, a Nara. Qui fece un duello con Hozoin Kakuzenbo Inei (1521-1607), un sacerdote della setta Nichiren ed abile guerriero. Il sacerdote era un esperto della lancia (ideatore della scuola di lancia Hozoin Ryu, ancora attiva), ma Musashi lo sconfisse due volte con la sua spada corta di legno. Rimase per qualche tempo nel tempio, per studiare le tecniche di lotta godendo delle chiacchierate sullo Zen con i sacerdoti. Attualmente i monaci di Hozoin continuano con la pratica tradizionale delle forme di lotta con lancia. È interessante riportare che nei tempi antichi la parola “Osho”, che ora vuole dire sacerdote, significava “maestro della lancia”. Hozoin Inei era allievo di Kamiizumi Nobutsuna, maestro di Kendo e scintoista. Le lance usate da questi sacerdoti avevano la forma a croce e la loro originale denominazione è Jumonji Yari. Passando per la provincia di Iga affrontò Shishido Baiken, un esperto nel maneggio del Kusarigama (una specie di falce nel cui manico è inserita una lunga catena che termina con una piccola palla di metallo). Facendo uso della sua strategia, Musashi fece sì che lo svolgimento del combattimento avvenisse in un piccolo boschetto e quando Shishido volle usare la sua catena, essa si imbrigliò, Musashi tirò fuori una daga e gliela piantò sul petto. I compagni di Shishido attaccarono Musashi, ma egli li fece fuggire verso quattro direzioni. Una volta in cui Musashi si trovava ad Akashi, nella provincia di Harima, e stava intagliando un legno per realizzare un arco, si presentò un samurai chiamato Muso Gonnosuke Katsuyoshi, venuto per sfidarlo. Questi era un samurai esperto nelle scuole di Kenjiutsu Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu e Jikishinkage Ryu, la sua abilità era tale che non aveva mai subito una sconfitta, fino a che non affrontò Musashi. Gonnosuke era armato di un Odachi (sciabola lunga) e nei colletti del suo Haori (una sorta di grande cappotto che si indossava sopra al kimono) era scritto: “Heiho Tenka Ichi” (il migliore artista marziale della terra). Circondato da sei seguaci, cominciò ad ostentare che nessuno era pari a lui e disse: “Anni fa, durante i miei viaggi, ho potuto vedere le tecniche di suo padre, Munisai, ma non ho ancora visto le sue”. Musashi, che cominciava ad irritarsi, rispose: “Se ha visto le tecniche di mio padre, le mie non sono differenti”. Gonnosuke, facendo il superbo davanti ai suoi allievi, calcò ancora la mano dicendo: “Le mie tecniche non sono fatte per essere mostrate a chiunque”. Musashi ribatté: “Non importa in che modo decida di attaccarmi, io la fermerò, questa è la mia tecnica, faccia pure ciò che vuole e come vuole”. Gonnosuke, prendendo una spada di legno di più di 1,20 metri di lunghezza, iniziò un

attacco feroce senza alcun preambolo, ma Musashi si diresse immediatamente verso di lui e lo colpì leggermente tra gli occhi con una bacchetta, come se fosse una spada. Gonnosuke se ne andò ammutolito. In uno dei suoi viaggi giunse nella provincia di Izumo, visitò il signore della regione chiamato Matsudaira e gli chiese il permesso di lottare col suo più forte esperto di Kendo. Vi erano molti buoni strateghi ad Izumo. Gli fu concesso il permesso di affrontare un uomo che usava un Bo di legno esagonale di quasi due metri e mezzo di lunghezza. Poiché si trattava di una sfida “amichevole”, non vi sarebbe stata la morte come atto finale; lo scontro venne eseguito nei giardini della magione. Musashi, utilizzando due spade di legno, in due passi costrinse il samurai contro un portico e lo disarmò colpendolo su entrambe le braccia. Con sorpresa dei servitori intervenuti, il signore Matsudaira chiese a Musashi di lottare contro di lui. Quando Matsudaira cominciò ad assumere la posizione di guardia, Musashi colpì con forza la sua spada spezzandola in due prima ancora che finisse di prepararsi. Il signore riconobbe la sua sconfitta e Musashi rimase per qualche tempo come suo maestro. Il duello più famoso di Musashi avvenne nel 1612, mentre si trovava nella città di Ogura, antica provincia di Buzen, Kyushu. Il suo rivale fu Sasaki Kojiro, un giovane uomo di circa quarant’anni, che aveva sviluppato una potente tecnica di scherma, nota come Tsubame-gaeshi, inspirata dal movimento della coda di una rondine in volo, e creatore dello stile Ganryu Ryu, che si era trasformato nel suo pseudonimo, perché tutti si rivolgevano a lui come Ganryu. Tale era la sua fama che questo duello passò alla storia come “il duello dell'isola di Ganryu”, anche se in realtà l'isola possedeva un altro nome. Sasaki prestava servizio come istruttore di Kenjiutsu per il signore della provincia, Hosokawa Tadaoki. Musashi chiese a Hosokawa il permesso di lottare contro Sasaki per mezzo degli uffici di uno dei suoi ufficiali chiamato Nagaoka Sato Okinaga, che ormai già vecchio era stato allievo del padre di Musashi. Il permesso per il duello venne concesso e si sarebbe dovuto tenere alle otto del mattino seguente, il 14 aprile del 1612. Il luogo sarebbe stato la piccola isola di Funa Shima, distante alcuni chilometri da Ogura (vicino a quella che oggi si conosce come Shimonoseki). Quella notte Musashi lasciò il suo alloggio e si recò nella casa di un vecchio conoscente chiamato Kobayashi Taro Zaemon. Questi sparse la notizia che egli era scappato, spaventato dalla tecnica di Sasaki. Il giorno seguente, alle otto, Musashi venne svegliato da uno degli ufficiali assegnati all'isola, in quanto era caduto in un sonno profondo per aver bevuto troppo. Si alzò, bevve e si lavò con l'acqua che gli portarono, prendendosi il suo tempo per fare colazione, poi scese sulla riva. Mentre Sato remava verso l'isola decise di rilassarsi realizzando un spago di carta che avrebbe utilizzato come Tasuki (cordone o striscia di tessuto che si usa per legare le ampie maniche del kimono ed evitare che disturbino o pregiudichino i movimenti), poi col remo di scorta creò una spada di legno. “La vera Arte della Spada non può essere compresa all’interno degli stretti confini del mero utilizzo della spada”. Quando la barca arrivò nel luogo del duello, Sasaki e gli ufficiali che stavano aspettando non poterono credere ai loro occhi, rimasero sbalorditi vedendo l’insolito aspetto di Musashi, con i suoi capelli trasandati, infagottati in un asciugamano, le maniche del kimono legate con strisce di carta, lo videro balzare dalla barca con un lungo remo di legno tra le mani ed affaticarsi tra le onde verso la spiaggia per incontrare il suo avversario.

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Arti del Giappone Sasaki, infastidito dallo spettacolo, sguainò la sua spada lunga, una lama fine fatta da Nagamitsu di Bizen, e lanciò il fodero. Vedendo questo Musashi gli disse: “Lei ha già perso, ha fatto questo perché non ne avrà più bisogno” (volendo far intendere che lanciando il fodero dava per certa la sua morte), adirando ancor di più Sasaki, e facendo in modo che sferrasse il primo attacco. Musashi saltò verso l'alto e all’indietro, utilizzando probabilmente una tecnica conosciuta in Kendo come Nuki Waza, e schivandolo di pochissimo lo colpì col remo nella testa. Quando Sasaki cadde morto, la sua spada aveva tagliato l'asciugamano che Musashi portava sulla testa e l'orlo del suo Hakama. Salutò gli ufficiali sbalorditi e tornò di corsa alla sua barca. Da allora non usò mai più in vita sua le spade vere in un duello. Era invincibile e da quel momento in poi si dedicò alla ricerca del perfetto intendimento della via del Kendo. Nel 1614 e 1615 ebbe l'opportunità di acquisire una maggior esperienza nell'arte della guerra e dell'assedio. Tokugawa Ieyasu assediò la fortezza di Osaka, dove si erano rifugiati i ribelli sostenitori della famiglia Ashikaga. Musashi si unì alle forze di Tokugawa durante la campagna invernale ed estiva, lottando ora contro coloro che in gioventù avevano combattuto assieme a lui nella battaglia di Sekigahara. Secondo le sue stesse memorie, riuscì a comprendere l'arte della strategia all'età di cinquant’anni, nel 1634. In quell'anno lui e suo figlio adottivo Iori, un orfano che aveva trovato nella provincia di Dewa durante uno dei suoi viaggi, si stabilirono ad Ogura. Non lasciò più l'isola di Kyushu. La casa di Hosokawa gli aveva assegnato il comando di un posto nevralgico della provincia di Higo, il Castello di Kumamoto, ed il nuovo signore di Buzen era Ogasawara. Iori trovò impiego agli ordini di Ogasawara Tadazane. In qualità di capitano del suo esercito lottò contro i Cristiani nell’insurrezione di Shimabara del 1638; Musashi aveva cinquantaquattro anni. I signori delle province del sud erano sempre stati antagonisti dei Tokugawa ed erano stati gli istigatori di congiure contro i poteri stranieri ed i Cristiani giapponesi. Musashi era un membro dello Stato Maggiore dell'esercito di Ogasawara a Shimabara, dove i Cristiani furono massacrati. Dopo questo fatto, Tokugawa chiuse i porti del Giappone alla comunicazione straniera, e la situazione

rimase tale per più di duecento anni. Musashi scrisse: “Quando avrò compreso il cammino verso la strategia, non vi sarà nulla che non possa capire” e “Vedrai il Cammino in tutte le cose”. Di fatto, divenne Maestro di arti e destrezza. Realizzò opere artistiche di pittura ad inchiostro, probabilmente molto più apprezzate dai giapponesi rispetto alle pitture ad inchiostro di qualunque altro artista. I suoi lavori includono cormorani, azzurre, il Dio scintoista Hotei, draghi, uccelli con fiori, l'uccello in un albero morto, Daruma (Bodhidharma) ed altri. Era un calligrafo esperto, come si può osservare nella sua opera “Senki” (Spirito di Guerra). Nelle mani di un privato c'è una sua piccola scultura di legno della divinità buddista Fudo Myoo. Una sua scultura di Kwannon è stata persa recentemente. Realizzò lavori in metallo e fondò una scuola di fabbricanti di “Tsuba” (guardiani di spada) nei quali si firmava con “Niten” dopo il suo nome (alludendo alla sua scuola Ni Ten Ichi Ryu). Si dice che scrisse poemi e canzoni, ma nessuno di questi è giunto ai giorni nostri. Si dice anche che fu incaricato dallo Shogun Tokugawa Iemitsu di dipingere il sorgere del sole sul castello di Edo. Musashi è conosciuto dai giapponesi come “Kensei”, ossia “Schermidore Divino” o “Santo della Spada”. Go Rin No Sho (Libro dei cinque anelli, con riferimento alla Terra, all’Acqua, al Fuoco, al Vento e al Vuoto, i cinque elementi dell'Universo del Buddismo) che racchiude tutte le bibliografie di Kendo, è l'unico tra i libri di Arti Marziali che tratta non solo la strategia militare o il combattimento individuale con la spada, ma anche qualsiasi altra situazione in cui sia necessario usare la tattica. Gli uomini d'affari giapponesi usano il “Libro dei Cinque Anelli” come manuale di gestione imprenditoriale, sviluppando campagne di vendita come se si trattasse di operazioni militari. Il raggiungimento del risultato finale dipende semplicemente da quanto correttamente si siano capiti i Principi della Strategia. “All’età di trent’anni riflettei sul mio passato. Compresi che tutte le mie vittorie non erano esclusivamente frutto della mia maestria nel combattimento, ma forse erano dovute anche alle mie doti naturali, o alle congiunzioni astrali che mi erano favorevoli, o perché le strategie delle altre scuole erano inferiori alle mie. Dietro a questa conclusione vi sono mattinate e notti di studio alla ricerca dei Principi, e solo a cinquant’anni


Aikido giunsi a comprendere il cammino del Guerriero. Da allora ho vissuto senza seguire alcuna scuola specifica e con la virtù del guerriero ho praticato molte arti ed abilità differenti: tutto quello che nessun maestro mi avrebbe mai potuto insegnare”. Il libro non è una tesi sulla strategia, secondo le sue parole è “una guida per gli uomini che vogliono imparare la strategia”. Scrisse sui diversi aspetti del Kendo in maniera tale che qualunque persona possa studiarlo

secondo il proprio livello. Un principiante può trarre vantaggio a livello di principiante, così pure un esperto può captare delle sottigliezze a livello di esperto. Quanto più si legge, tanto più si trova nelle sue pagine. In definitiva si tratta del suo ultimo lascito, la chiave del cammino da lui percorso. Quando a trent’anni divenne un esperto lottatore, non si fermò e fondò una scuola, all’apice del successo, eppure si avvicinò con doppio impegno allo studio. Anche nei suoi ultimi giorni disprezzò

“La vera Arte della Spada non può essere compresa all’interno degli stretti confini del mero utilizzo della spada”.


Arti del Giappone la vita fatta di comodità con il signore Hosokawa e visse per due anni in solitudine in una grotta nelle montagne, immerso nella contemplazione. Io credo che la vita di Musashi fosse orientata verso la ricerca di un obiettivo, il focalizzarsi su una meta e raggiungerla, andando oltre i contrattempi e le difficoltà. Verso l’avere delle convinzioni e difenderle. Verso l’accumulare esperienze durante la pratica della vita, raccogliendo e consolidando le cose buone, senza dimenticare gli errori per non ricommetterli. Per un Guerriero gli errori non esistono, a patto che si abbia consapevolezza di essi, perché diventano una porta aperta verso la conoscenza. “Le storie non sono altro che eventi raccontati e scritti secondo l’opinione degli autori, piene di bugie e verità. Così si spiega la storia che c'insegnano”.

Kenjutsu o Kumi-Tachi? Quando ascoltiamo certi istruttori o maestri di Aikido, o magari leggiamo molte delle opere scritte sull’uso del Tachi o Bokken da parte di esperti di Aikido, notiamo che in molte occasioni gli viene attribuito un maneggio o un uso che ha poco o niente a che vedere con l'Aikido ed il Kumi-Tachi che sviluppiamo in questa bella disciplina. Nella maggior parte degli scritti su questa materia, normalmente viene chiarito che si tratta di tecniche estrapolate da diversi Ryu di Kenjutsu, facendo così intendere che nell’Aikido esiste un gran vuoto nella materia in questione. Ciò che non si è mai imparato, non potrà mai essere spiegato, insegnato o trasmesso. L'Aikido ha una propria identità in questa materia e pertanto non ha bisogno di ricorrere ad altre Ryu o scuole per riempire quel vuoto creato dalla carenza tecnica in tale materia. L’uso del Tachi o Bokken nell’Aikido è tanto semplice quanto fare Aikido col Bokken. Quando lavoriamo con la sciabola la consideriamo come un semplice prolungamento delle nostre braccia, variando esclusivamente il nostro Ma-Ai, dato che il resto dei

concetti rimangono inalterabili. Ossia con la sciabola realizziamo tutte quelle tecniche di Aikido che pratichiamo nelle nostre lezioni quotidiane sia in Tachi Waza, che in Suwari Waza, ecc. E’ impressionante l'arsenale tecnico in Kumi-Tachi che possiedono gli aikidoka, solamente in Irimi-nage vi sono venti varianti basilari differenti di Sakate e ventidue varianti basilari di Junte. Queste tecniche del nostro arsenale che impieghiamo nei nostri allenamenti di Aiki-ken, Tachi Dori, ecc., le lavoreremo in Kumi Tachi. Il senso che diamo alla sciabola è lo stesso che diamo alle nostre mani nell'allenamento a mani nude. L'obiettivo principale è tagliare, trasformando così una difesa in un attacco e allo stesso modo un attacco in una difesa; entrambi si fondono in un unico concetto. Questo viene denominato Tai No Sen. Il Tai No Sen si ha quando l’attacco e la difesa si realizzano contemporaneamente. In questo modo, ad Uke risulta completamente impossibile schivarlo, vale a dire quando la difesa e l’attacco diventano una cosa sola, qualcosa di molto comune nell’Aikido. Ai, unione, fusione e così la violenza generata dalla Sciabola di Uke ritorna alla fonte originale, come un’onda potente che frusta la costa e che per inerzia ritorna alla sua origine. Yin e Yan, positivo e negativo, violenza e clemenza. Dobbiamo tener conto del Kiri (Taglio), che a sua volta si trasforma in Uchi Waza (Arte di colpire con la S ciabo la o co n qualunque altra arma). Quando lavoriamo a mani nude, la tecnica va sempre preceduta da un taglio che eseguiamo col taglio della nostra mano, come se si trattasse di una sciabola. Questo taglio va diretto alle articolazioni, ai polsi o agli avambracci. Questo sarà l'obiettivo del nostro Kiri. Uchidachi attacca ed Ukedachi si difende tagliando i suoi avambracci nel momento in cui riceve il suo attacco. Uchidachi è colui che attacca ed Ukedachi è colui che si difende. In questo modo Uchidachi può decidere di cedere o di sacrificarsi ritualmente alla morte, dato che il Kiri precede la tecnica finale, che

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Aikido

“E’ impressionante l'arsenale tecnico in Kumi-Tachi che possiedono gli aikidoka, solamente in Irimi-nage vi sono venti varianti basilari differenti di Sakate e ventidue varianti basilari di Junte.�


Arti del Giappone potrebbe ben essere qualunque tecnica dell'arsenale ereditato da O-Sensei, ma solo se eseguita in maniera letale con la nostra sciabola e, a differenza delle Ryu di Kenjutsu, accorceremo il nostro Ma-Ai. Ricordate che Ai significa unione. Pertanto la nostra difesa si trasforma in attacco, quella feroce energia assalitrice ritorna alla sua fonte creatrice, disarmando così Uchidachi e dirigendolo al caos finale. Come nel Tachi-Waza lavoriamo contro due Uke, nel Kumi-Tachi lavoriamo con due armi nelle nostre mani, cioè Ni To “Tecnica di combattimento con due spade”: il Bokken nella nostra mano destra e il Kodachi o sciabola corta nella nostra mano sinistra. Impareremo a sfoderare entrambe le sciabole contemporaneamente, sia in Junte che in Sakate. Allo stesso modo svilupperemo tutte le tecniche di Aikido con entrambe le armi contemporaneamente, un lavoro non facile ma straordinariamente apprezzato e vistoso, col quale sviluppiamo un magnifico equilibrio nel nostro corpo. Ma il Kodachi o sciabola corta possiede il proprio metodo di utilizzo come arma unica, un maneggio simile a quello del Tambo, con una sola mano e con un'unica differenza: il Kodachi conserva quel senso di Kiri o taglio, mentre il Tambo modifica quel senso con quello di colpire le articolazioni per il disarmo. Ma come per il Tachi, le tecniche sono inalterabilmente le stesse che trasmise dal Nostro Fondatore. Mediante il lavoro in Kumi-Tachi, l’allievo assimila con una maggiore comprensione ed efficace i diversi concetti di Kokyu, Ma-Ai, De-Ai, Tai-Sabaki e Te-Sabaki. In co nclus io ne, K imus ubi, la meta di qualunque Aikidoka, la meta di qualunque Budoka. “Se uno pensa di dover imparare ancora, aumenta la propria grazia; se pensa di essere un saggio, si trasforma in un ignorante”. Logau

Tecnica di sfodero (Nukisuke) Qualunque sia la tecnica che usiamo per realizzare il Nukisuke con la nostra Katana o con entrambe le armi contemporaneamente, nel realizzare la tecnica Nito dovremo tenere in considerazione la norma che segue, perché al non compierla rimarrà un puro atto teatrale. Nel momento di sguainare, con le nostre mani non dovremo mai superare l'altezza che comprende la parte superiore del nostro Hara, altrimenti rimarremo completamente scoperti e alla mercé del nostro avversario, senza dimenticare che a maggior percorso corrisponde un maggior tempo di reazione ed esecuzione della tecnica. La tecnica di Nukisuke si esegue mediante l'apertura della nostra anca e del petto e non per mezzo dell’allungamento delle nostre braccia. Praticare lo sfodero con un Jo dalla nostra cintura od Obi, rappresenterà un adeguato esercizio per ottenere una buona tecnica con eccellente velocità nel Nukisuke. La sciabola è vista come una penna con la quale dobbiamo disegnare nello spazio alcuni delicati tratti continui, senza pause, trasformando la tecnica in un unico movimento, come se si trattasse di una firma o di una sigla. Un inizio ed una fine, trasformando la difesa e l’attacco in uno stesso concetto (Taino-Sen). Se la nostra tecnica iniziale si basa sulla difesa, saremo vittime della nostra inefficacia; se la nostra difesa è un attacco, otterremo la vittoria. “Tutto ciò che inizia ha una fine. Questo recita l'implacabile mandato della Legge della natura. Questa sì che è una verità sconveniente, ma è anche un’indiscutibile premessa!” Alfredo Tucci

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Aikido “Se uno pensa di dover imparare ancora, aumenta la propria grazia; se pensa di essere un saggio, si trasforma in un ignorante”.

“ La sciabola è vista come una penna con la quale dobbiamo disegnare nello spazio alcuni delicati tratti continui, senza pause, trasformando la tecnica in un unico movimento.”






Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com




Karate qÉñíçW=p~äî~Ççê=eÉêê•áò cçíçëW=läÖ~=jì¥çò

Leggenda vivente delle Arti Marziali, per il suo carisma e per la sua provata durezza, lo è senza dubbio il Maestro Tak Kubota, 10º Dan dal 1994, che, inoltre, ha saputo combinare la tradizione del Karate al più puro, stile Samurai, con la partecipazione in film ad Hollywood. Il nostro collaboratore Salvador Herráiz gli ha fatto visita in varie occasioni nel suo Dojo, in California, e ci porta oggi un interessante reportage riguardo a questo personaggio.

Leggenda vivente del Gosoku Ryu Takayuki Kubota nacque il 20 settembre del 1934 a Kumamoto, la stessa città giapponese dove il famoso Maestro di spada Miyamoto Musashi passò i suoi ultimi anni di vita. Il giovane Tak iniziò la pratica del Karate e del Jujitsu alla precoce età di 4 anni, in principio con suo padre e poi con due okinawensi, esperti in To-Di, chiamati

Terada e Tokunaga, che durante la II Guerra Mondiale arrivarono a casa sua, a Kyusho. "Avevo molti Maestri, alcuni di essi famosi. Non potendoli menzionare tutti, preferisco, per rispetto, non menzionare nessuno". Erano tempi in cui gli allenamenti erano molto duri e non si contava molto sul rispetto per l'integrità fisica. Non si praticava per partecipare a campionati, ma semplicemente per sopravvivere. Dalla sua testa fino alle sue dita dei piedi, ogni parte del corpo del Maestro Kubota si


Grandes Maestros trasformò in dure armi letali, mentre il makiwara era la parte principale della sua vita. "Tutto il mio allenamento da giovane era improntato sul come uccidere. Ci insegnavano che quando lottavamo contro i nostri nemici, questi dovevano terminare lo scontro morti". Kubota studiò per un periodo di tempo nel Dojo di Kangen Toyama, divenendo studente diretto di Anko Itosu e Kanryo Higaonna. All'età di 13 anni se ne andò a Tokyo in cerca di fortuna, sebbene la fame e la sofferenza fossero in principio i suoi unici risultati, mentre era costretto a dormire nei templi e nelle stazioni dei treni e, al tempo stesso, doveva sopravvivere alle violenze dei sobborghi. Lì, cominciò a sviluppare il suo stile, il Gosoku Ryu. "Mi piaceva il Goju Ryu per la sua forza e la sua potenza. Da esso presi la parola GO. Lo Shotokan è rapido e forte. Da esso presi SO. Il mio stile vuole essere forte ma rilassato al tempo stesso, sviluppando una forza

basata sul triangolo. Scelsi il nome in Giappone verso il 1950". Le nozioni di Kubota sul Taihojutsu (tecniche di arresto poliziesco) gli diedero l'opportunità di insegnare le tecniche di bastone che aveva imparato da suo padre, ad un poliziotto di Tokyo, in cambio di cibo ed alloggio. Poco dopo comincia ad insegnare Arti Marziali. Tra gli anni 1949 e 1959, Kubota allena la Polizia di Kamata, e tra il 1958 e il 1964 fa lo stesso con la Polizia Militare Americana in differenti basi del Giappone. Il 2 agosto del 1964, Tak Kubota viene invitato da Ed Parker a realizzare una dimostrazione nel corso del suo primo Tor neo Internazionale, a Long Beach. E’ doveroso sottolineare che uno dei Maestri che quel giorno eseguirono una dimostrazione, fu lo stesso Bruce Lee. Solo alcuni mesi dopo Kubota torna a Los Angeles per rimanerci ed insegnare Arti Marziali in differenti

agenzie governative, inclusa l’FBI, il Dipartimento di Polizia, quello dello Sceriffo, la DEA, ecc... I più tardi famosi Tonny Tulleners (campione fino ad allora nei tornei di Ed Parker), Harvie Eubank (Sergente della Polizia di Los Angeles) e Ben Otake (anch’egli poliziotto), si misero in quel periodo agli ordini di Kubota a Los Angeles. "Negli USA mi patrocinò il Dipartimento di Polizia di Los Angeles (LAPD), ai cui membri insegnai le tecniche di bastone e di difesa personale, oltre a mie tecniche specifiche. Più di 20 anni fa creai il Tonfa poliziesco per il Dipartimento di Polizia, disegnato per i bisogni della polizia. Successivamente molti dipartimenti lo adottarono. Creai anche il cosiddetto Kubotan, una specie di portachiavi non molto lungo, molto utile per rafforzare il controllo dell’agente attraverso la pressione di punti specifici, ecc... oltre ad essere un buon complemento al momento di ammanettare


Karate



Karate

qualcuno" mi dice il Maestro mentre me ne mostra uno che ha in tasca. Kubota, che nel 1953 aveva fondato l'Associazione Internazionale di Karate (IKA), possiede alti gradi in varie Arti Marziali, ed in particolare il 10º Dan nel Karate, il 5º Dan nell’Aikido, il 3° Dan nel Judo e il 1º nel Kendo. Tak Kubota vive a Los Angeles, California; il suo primo Dojo si trovava in piena Hollywood e fu trasferito più tardi a Glendale. Mentre Kubota insegnava nel suo Dojo di Hollywood Bvd., al principio, due amiche si iscrissero alle lezioni di Karate. Una di loro, Thea, divenne la moglie del Maestro Kubota (ormai più di 35 anni fa) e madre di suo figlio Tyler e delle sue due belle figlie. Il Maestro Kubota ha partecipato a più di 300 film, programmi televisivi e spot pubblicitari. "Freddamente... senza motivi personali" ("The mechanic"), interpretato nel 1972 da Charles Bronson e Jan Michael Vincent, ed "Io ed il Re", assieme a Yul Brinner, sono film importanti ai quali il Maestro partecipò come attore. Nel 1975 interpretò Negato Toki in "Gli aristocratici del crimine" ("The Killer Elite") assieme al suo allievo James Caan, e tre anni più tardi fece "Bad News Bears go to Japan". In "Gun Ho", Kubota interpreta nel 1986 un manager fallito. Il film era diretto da Ron Howard ed il protagonista è Michael Keaton. Nel 1987 Tak Kubota partecipa in "Giustizia d’acciaio" ("Steele justice"), diretto da Robert Boris e protagonizzato da Martin Kove, Sela Ward, Joseph Campanella e Jan Gan Boyd. Poi partecipa anche a "Black Rain" (con Andy Garcia, Michael Douglas, Toshishiro Obata...); alcuni anni più tardi, nel 1993 interpreta un mafioso della Yakuza, Nakamoto, assieme a Fumio Demura e Tadashi Yamashita, in "Sol Levante", film interpretato da Sean Connery e Wesley Snipes. Nel 1995, "The Hunted", un film interessante con protagonista Cristopher Lambert, scritto e diretto da J.F. Lawton. Suspense ed azione, tutto ciò avvolto nell’attraente ambiente spirituale della

cultura giapponese, che assieme alle spade erano le caratteristiche di questo film, nel quale ancora una volta, il maneggio della spada giapponese è vitale; presenti il già citato Lambert, John Lone, Joan Chen (compagna di Steven Seagal in uno dei suoi film), Yoshio Harada, Yoko Shimada, Mari Natsuki e Toshishiro Obata. Nel film, il Maestro interpreta l'importante ruolo di Oshima. Partecipa poi, nel 1996, a "The Bottle Rocket". Appare anche in "Power Rangers" e "True Lies" con Arnold Schwazenegger e il suo allievo di sempre, James Caan. Lo si può vedere anche nei panni di un simpatico turista giapponese in uno degli episodi della serie televisiva "Pacific Blue", i cui protagonisti sono poliziotti in bicicletta ed ambientato nella spiaggia di Venezia, a Santa Mónica, USA. Nell'anno 2001, nel famoso "Pearl Harbor", Kubota interpreta l'Ammiraglio Naguma. Adesso, il Maestro Kubota non ha molta intenzione di continuare con il cinema. "La settimana scorsa ho avuto un colloquio per un film, ma credo che non vi parteciperò. Quello che davvero mi interessa è il Karate, non il cinema. Amo il Karate. Ci sono più di 100.000 persone iscritte al Sindacato degli Attori e solo il 10 % lavora come attore. È il Karate a piacermi veramente, sebbene io abbia avuto la fortuna di potermi mantenere anche attraverso il cinema. Nel cinema ci sono molte cose poco positive, che non mi piacciono. Ciò che amo veramente è il Karate".

Kubota e le sue famose allieve: Una delle attrici importanti che sono allieve del Maestro Kubota è la bionda Tammy Lauren, che abbiamo potuto vedere, per esempio, in alcuni degli episodi di "Martial Law" ed in un paio di episodi di "Walker, Texas Ranger". Prima aveva lavorato in "The music man" e poi in "Who is been watching the kids?". Per la TV ha



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lavorato in "Mork e Mindy", in "Out of the blue", in "Wishmaster"... Tammy considera Kubota molto di più che un Maestro, secondo quanto sostiene la stessa attrice: "Voglio fare gli auguri al Maestro Kubota per i suoi 60 anni di distinto ed insigne servizio al Karate, alle Arti Marziali e all'industria del cinema. Ho la fortuna di poterlo chiamare istruttore, sono onorata di chiamarlo collega nel cinema e felice di chiamarlo amico". Anche la protagonista di "Il nuovo Karate Kid", la vincitrice di un Oscar Hillary Swank ha imparato il Karate dal Maestro Kubota. Ma un’altra attrice, seria praticante di Karate con Kubota, è la mora Nancy McKeon, che oggi è presente all'allenamento del mattino e che ci accompagnerà più tardi a colazione, mentre dimostra interesse per i miei anni di pratica di Karate e per i miei articoli e libri. È bella e simpatica, oltre ad una buona Karateka che ha capito perfettamente gli insegnamenti del suo Maestro Kubota. Nancy McKeon, 34 anni, ha partecipato a più di 40 film ed episodi televisivi. Anche se nella sua New York è apparsa in numerosi spot pubblicitari, trasferendosi a Los Angeles, Nancy fu costretta a cominciare daccapo. "Ho passato un periodo molto difficile. Fu come ricominciare daccapo. La gente qui non mi conosceva". Poi la sua vena riapparse e le sue prime apparizioni nello schermo avvennero nel 1977 in "Vacanze al mare", "Starsky e Hutch", "Alice" (nella quale lavorò anche suo fratello Philip) e molti altri, emergendo poi nella serie "Facts of Life", serie che mandata in onda per ben otto anni e con la quale ottenne una grande popolarità. Anche se i suoi lavori sono stati continui, per menzionare i più recenti diremo che Nancy ha partecipato ultimamente in "Style and Substanve" e nel 2001 in "The Division", impersonando

l'ispettrice di polizia Jinny Exstead. Per Nancy, il Maestro Kubota è molto importante, secondo quanto lei stessa riconosce: "Ricordo perfettamente il gior no in cui cominciai il mio allenamento con il Maestro, perché fu un impattante cambiamento nella mia vita. Non solo ebbi l'onore di imparare da uno dei grandi Maestri del Karate, ma ricevetti lo straordinario regalo della sua amicizia. È un privilegio far parte della sua famiglia del Karate". Il Dojo del Maestro Kubota ha una dimensione accettabile ed è ben curato. Due pareti con ampie finestre gli danno luce in abbondanza. Il suolo, di legno, e i grandi specchi sembrano aggiungere ampiezza e luminosità. Vi è una minuta segreteria (nella quale c’è lo spazio appena per una tavola ed un paio di sedie) ed una piccola zona di attesa per familiari o amici, poi una parete con una gran quantità di trofei, ricordi di corpi di polizia e foto del Maestro Kubota con attori ed attrici con i quali ha lavorato o ai quali ha dato lezioni: Ar nold Schwarzenegger, James Caan, Tammy Lauren, Christopher Lambert, Wesley Snipes, Nancy McKeon, Hilary Swank, Sean Connery, Pamela Anderson… sono alcuni di loro. Mi piacerebbe sapere come intendono la filosofia del Karate i personaggi famosi e le stelle di Hollywood, perciò il Maestro Kubota me ne parla: "Ho insegnato Karate a molti personaggi famosi. Anche se ad alcuni di loro l’ho fatto in lezioni private e questo non mi piace. Preferisco che sebbene siano delle stelle, prendano lezioni con il resto degli allievi. Così imparano in gruppo altri valori. Sono solito aiutare gli attori nelle scene di lotta nei film d’azione. Ho molta esperienza di cinema e so come preparare gli angoli, ecc... La camera funziona in maniera diversa rispetto all'occhio umano e gli effetti sono differenti".

Due anni fa venni qui, nel suo Dojo, e ricordo che se ne stava andando in Giappone con alcuni allievi. Ha ripetuto l'esperienza? "No, quest’anno non ho potuto per mancanza di tempo. Effettivamente sono passati due anni, e forse l'anno prossimo... Molta gente vuole che io realizzi dei corsi in molti posti, ma non voglio perché voglio essere presente nel Dojo. Viaggiare molto mi rende negligente nei confronti del Dojo. Ho istruttori molto qualificati, ma preferisco essere qui per mantenere il misticismo e la filosofia. Voglio mantenere questa forma di integrità". Uno di questi qualificati istruttori, che tra l’altro oggi ci accompagna, è Val Mijailovic, 6º Dan di Karate, che sebbene sia originario dell'ex Yugoslavia, è cresciuto negli USA. Oggi è con noi anche Antonio Antonetti, un argentino stabilitosi in California che collabora in maniera decisiva con noi. Oggi no, ma in altre occasioni abbiamo avuto l'opportunità di conversare nel Dojo di Kubota con la leggendaria Carmen Kim, una donna di una certa età e capelli bianchi (che parla spagnolo piuttosto bene) e che aiuta Kubota nel suo Dojo quasi fin dal principio. Curiosamente Carmen fu vittima di un tentativo di furto tempo fa e mandò due enormi aggressori all'ospedale, uno di loro in cura intensiva. "In questo Dojo c’è molta gente che si sta allenando, sebbene la maggior parte possa essere presente solo un giorno la settimana. Nella mia organizzazione c’è gente di 52 paesi di tutto il mondo. Il 30 % degli allievi sono bambini" ci spiega il Maestro. Molti sanno dell'estremo indurimento corporale che il Maestro ha sviluppato. Ho visto dimostrazioni nelle quali mette la sua mano su di una tavola e la colpisce ripetutamente con un martello. Che ci può dire al proposito? "Quando ero giovane,


Grandes Maestros l'indurimento era molto importante per me, perché mi diede molta potenza fisica. Ma è meglio cominciare poco a poco. Altrimenti, se fai quello che mi hai visto fare, ti potresti rompere una mano. È importante il makiwara per sviluppare un polso fermo ed indurire le ossa. Io ho l’intero corpo condizionato. Sono come una pietra". Adesso Kubota mi chiede di toccare la sua mano destra: un autentico martello. "Dalla testa ai piedi, ogni parte del mio corpo è un’autentica arma". Scherzo con Kubota domandandogli se è in grado di suonare il piano, e lui, accettando lo scherzo, simula di farlo mentre pronuncia la

prima nota musicale. Tutti ridiamo e poi gli domando se "il piano si sia già rotto". Il Maestro Kubota mantiene il suo buon umore sempre. Durante parte della conversazione, mentre facciamo colazione in un ristorante vicino al Dojo, non smette di scherzare con la giovane cameriera. Ambedue si conoscono molto bene. Sebbene il Maestro Kubota abbia creato alcuni kata totalmente, come il caso per esempio di Tsuye no Kata (nel quale si utilizza un randello) o il più recente Ju Hachi No Tachi Kata, la maggior parte dei suoi kata proviene da


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Shotokan con delle modificazioni. "I kata basilari provengono da Shotokan e poi abbiamo altri quindici di Goso, con specifiche modificazioni. Voglio una certa fedeltà affinché non venga deviato, deformato e nemmeno svigorito lo stile. Sarebbe un disastro. I kata di Shotokan sono molto "quadrati", molto geometrici e nel Gosoku li ho resi più circolari e semicircolari. Se ti attacca un uomo grande e grosso, non ti puoi difendere con forme dirette. Ci si deve modellare e cercare percorsi circolari in angoli differenti. Perciò il mio stile è così flessibile. Bisogna praticare tutti i Kata con forza e concentrazione, ed è importante conoscer ne l'applicazione e sapere veramente che cosa si può applicare alla realtà". Tak Kubota, senza smettere di caratterizzarsi per la potenza del suo combattimento, ha sperimentato una trasformazione logica nel suo modo di praticare il Karate e, cosa impensabile alcuni anni fa, il Kata è divenuto estremamente importante per lui. "Quando sei in guerra ti insegnano ad uccidere, a sterminare. Quando ero giovane, a Tokio, mi allenavo nei pugni, pugni e ancora pugni... per uccidere! Non praticavo molto i Kata. Con l'età sono cambiato e pratico molto i Kata per potermi mantenere attivo. È importante. Il Kata è movimento e concentrazione. Con l'età non puoi andartene in giro saltando qua e là. Devi praticare le forme, le quali ti permettono di continuare l’esercizio. Le tecniche sono ottime ma i Kata... sono così belli! Se non puoi fare movimenti gravosi a livello fisico, puoi sempre eseguire un simulacro di quella tecnica o farla in modo morbido. Ma la cosa importante è eseguirla. È un buon esercizio. Da giovane puoi fare combattimento, combattimento e combattimento. Ma la maggior parte della gente che da giovane fa solo combattimento, poi è costretta ad abbandonare il Karate per lesioni... Kata, tecnica e combattimento è la combinazione perfetta, l'equilibrio perfetto". Il Maestro Kubota organizza i suoi tornei da molti anni ormai, tornei che godono di



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grande notorietà in molti paesi del mondo. Ricordiamo che nel 1970 anche i suoi allievi Tony Tulleners e John Ghelson furono selezionati per il I Campionato Mondiale WUKO. Il primo conquistò la medaglia di bronzo individuale. Il secondo, vicepresidente dell'organizzazione dell’IKA di Kubota, tornò a competere anche nel mondiale WUKO successivo. Ghelson morì prematuramente nel 1977 all'età di 36 anni. La visione del combattimento di competizione per Tak Kubota mantiene le caratteristiche che già conosciamo a proposito del resto delle sfaccettature del Karate. "Molti competitori non hanno potenza. Sono deboli. Preferisco che i competitori siano potenti. Preferisco che ci sia più

serietà nei punti concessi (wazari o Ippon). Preferisco che le tecniche siano ben eseguite, piuttosto che si concedano punti per niente. Prima era ad un punto ed adesso è ad otto, perciò c’è bisogno di molte tecniche, ma devono essere concentrate e forti. Nella mia organizzazione (International Karate Asociation - IKA -) dal 1964 non abbiamo cambiato le regole della competizione. Solamente il fatto di realizzare i combattimenti a 3 Ippon (Sanbon). Ai miei tornei vengono differenti scuole e stili, alcuni competitori vanno anche a tornei della World Karate Federation. Ma la mia gente vuole che le regole si mantengano fedeli, senza deviazioni". Grazie mille Maestro Kubota.



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ALCUNE OPINIONI ILLUSTRISUL MAESTRO KUBOTA "Elogio il lavoro nell’ambito del conservare e promuovere la cultura asiatica e le Arti Marziali svolto dal Maestro Kubota per più di 60 anni. Come lui, capisco l'importanza dello sport nella società. I principi della buona sportività, del gioco pulito e della competizione costruttiva sono importanti nel cammino della vita, ed ammiro gli sforzi che Kubota sta realizzando per promuovere l'amicizia, l’unità e la disciplina attraverso lo studio delle Arti Marziali". Al Gore Ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America "Dal nostro primo incontro, più di 30 anni fa, il Maestro Kubota mi ha offerto molti regali, ed è difficile per me decidere quale di essi abbia più valore. Forse la pazienza e la tolleranza che ha avuto con me, ma senza dubbio il più grande regalo è stata la sua amicizia. Gli sono ben più che grato di aver potuto praticare il Karate sotto la sua guida. Sono più che onorato del fatto che mi consideri il suo pupillo e di possedere il rango di Soke-Dai". James Caan, attore Los Angeles, California "Il costante allenamento del Maestro Kubota alla Polizia e alle agenzie specializzate è, direi, leggendario. Egualmente ammirevoli sono stati i decenni nei quali si è dedicato ad inculcare a bambini e ad adulti la disciplina e il rispetto insiti nel suo stile di insegnamento. E’ stato un grande piacere conoscerlo personalmente ed averlo nel set del mio film "Eraser". James Caan, mio compagno in questo film, è solito

parlarmi dei 30 anni di allenamento con il Maestro Kubota". Arnold Schwarzenegger, attore Los Angeles, California "Il Maestro Kubota è stato per molti anni amico, socio ed istruttore del nostro Dipartimento di Polizia. Come molti dei nostri ufficiali di polizia possono testimoniare, l'intensità, la dedizione e l’eccellente livello del suo allenamento e della sua filosofia si stanno manifestando attraverso i suoi allievi". Russell K. Silverling, Capo della Polizia Glendale, California "Il Maestro Kubota ha avuto un ruolo importante nell'insegnamento delle tecniche di bastone, ma anche nell'insegnamento dello specifico atteggiamento da assumere quando si entra in contatto fisico. I nostri ufficiali continuano a ringraziarlo per questo". Ted Cooke, Capo della Polizia Culver City, California "Io vi posso garantire che gli insegnamenti del Maestro Kubota hanno salvato centinaia di vite, attraverso i suoi allenamenti e le sue tecniche di auto-difesa, specialmente le vite dei nostri protettori della nazione, gli ufficiali di polizia. Il suo spirito pionieristico nel creare tattiche e tecnologie difensive poliziesche ha giocato un ruolo centrale nella sicurezza delle polizie. Ho imparato molto da lui, ma un grande regalo che da lui ho ricevuto, è stata la sua amicizia". Sergente Michael Gardner Divisione di Polizia di Cincinnati, Ohio.



Il Pukulan Pencak Silat Serak è un sistema basato sulle armi e le mani vuote contemporaneamente. Incorpora numerose armi di nuova generazione nonché spade, coltelli, kerambits circolari, barre, bastoni di diversa lunghezza ed altre armi più particolari. Perfino nei metodi di allenamento con mani vuote, affrontiamo l'avversario che ci attacca con armi in entrambe le mani ed a vari rivali allo stesso tempo. Questo tipo d'allenamento ci fa più coscienti di tutto ciò che accade durante un alterco e di cosa fare e non fare di fronte ad attacchi da uno o più aggressori armati. In questo secondo DVD, Maha Guru Horacio Rodrigues, erede del lignaggio di Pendekar Pak Víctor Di Thouars, di Pukulan Pencak Silat Serak, abborda la forma particolare in cui si allena e si usa l'armamento, sedendo le basi per progetti futuri più avanzati dello studio e l'applicazione della tecnica. Questo video include i principi del lavoro, angolazioni, Sambuts, Jurus ed esercizi con la spada corta "Pedang", il coltello corto "Pissau", il bastone corto "Tonkat Matjan", Sarong, e le applicazioni di autodifesa a mani vuote.

REF.: • DVD/SERAK-2

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La rabbia e l'amore non hanno limit

"Il problema nel mondo di oggi è che la gente è usata e gli oggetti sono amati. Dobbiamo imparare ad amare le persone ed usare le cose, non trattare le persone come oggetti e gli oggetti come persone. " Justo DiÊguez


Keysi


Budo International: E dove comincia? Justo Diéguez: Come tutto nella vita, incomincia con un piccolo passo; dal romantico e bello momento di conoscere quella persona, desiderare soltanto che lei ti presti un po' della sua attenzione, un sguardo; salutarla e che lei sorrida a te; uscire con lei a prendere un drink, ascoltare le sue parole, desiderare essere parte della sua respirazione, accarezzare le sue mani, come qualcosa di tanto bello, sembra che tutto questo non sia più che un stratagemma per arrivare a possedere quella persona e rinchiuderla nella prigione sotterranea della nostra insicurezza. Questo è il più grande disprezzo e mancanza di rispetto che un essere umano può infliggere sulla dignità di un'altra persona, e per questo, come ho detto prima, c'è solo un passo. B.I.: Come può evitarsi? J.D.: Non si può evitare. Siamo una specie che deve fare del male agli altri per sentirci realizzati. Sì, siamo educati in

modo superficiale. Come diamine faremo a capire che dentro noi c'è un essere umano? Ci si educa ad adorare gli oggetti invece di rispettarci come persone, adoriamo il "Questo è mio e appartiene solo a me." Ma che cosa succede all'Uomo? Una volta che lui riesce che la persona, quella per la quale sospirava e con la che sognava, cada finalmente nelle sue reti, lui non è più interessato nelle sue conversazioni e non gli piace nemmeno che lei gli prenda della mano. Ricordi quando questo uomo avrebbe dato tutto per una tua carezza? E quando lui sospirava per aspirare il tuo alito? Si sente infastidito perché gli dai caldo? Dove è adesso quell'intenso e immenso romanticismo? Ebbene, la maggioranza delle volte si trova nel garage in forma di auto. B.I.: L'istinto di una donna lo sa? J.D.: Non riconosci chi hai davanti a te? Basta chiedere te stessa chi è colui che ti impedisce di essere felice ... chi ti fa dubitare tutto quello che fai o dici, chi ha fatto non ti riconosca tu stessa come una donna nella vita, togliendoti tutti i tuoi valori ... chi è continuamente ricattando le tue emozioni, i piani che cerchi di eseguire; i tuoi viaggi, i tuoi progetti, i tuoi amici e la tua famiglia ...


Keysi Sì, lo conosci molto bene, se chiudi gli occhi per un secondo lo vedrai.

mantenere una buona autostima. Io volevo essere quello che sono, che o chi vuoi essere tu?

B.I.: L'Autostima, un amico o un nemico? J.D.: L'abuso psicologico e la paura di abusi fisici causano la perdita di quei valori, e lascia il posto ad un altro avversario non meno pericoloso e brutale, sapete di chi sto parlando? Parlo della "Bassa Autostima", in questo caso un grande nemico, che sarà costantemente a dirti che non hai nessun valore, ti dirà che dove non arriverai e che cosa sarai mai, e quello che mai sarei in grado di ottenere, o avere ... . ciò che pensi è proprio quello che sei. Sì, è così. Questo è il modus operandi di questo tipo di uomini: manipolare la vita di quella persona per farla cadere nella più bassa Autostima, farle vivere nell'inferno. Facendo credere che la sua vita non vale niente, che è rozza, ma non è attraente; che nessuno la vuole, e lo lascia lì; il resto del lavoro lo farà l'Autostima. Ma, qui daremo un spin off all'Autostima, che è anche chiamata così perché è il nostro migliore alleato. Mio padre mi diceva da bambino: "Si può essere in questa vita ciò che si vuole, basta

B.I.: È possibile impedire la Bassa Autostima? J.D.: Il primo passo è quello di sapere cosa sta succedendo e riconoscere che sei tu chi sta permettendo che accada. Il secondo passo è quello di riconoscere che sei responsabile per la tua vita, non è il tuo partner o la famiglia o gli amici, neanche le circostanze. L'unica persona responsabile di quasi tutto ciò che si pensa, e, soprattutto, di come affronti quello che ti succede in ogni momento, SEI TU. Questa è un'ottima notizia, perché sebbene non possiamo cambiare le circostanze esterne, tuttavia possiamo cambiare il nostro modo di reagire davanti ad esse. Quindi, mettiti in strada! Oggi! per iniziare a cambiare la tua vita. B.I.: Debe praticare Autodifesa una donna che sia stata maltrattata? J.D.: Una donna che sia stata maltrattata non deve imparare nessuna tecnica


di difesa personale, perché non stiamo parlando di qualcosa di fisico benché la conseguenza finale e visuale sia fisica. Qui parliamo di ricatto emozionale, quello ricatto che fa che una donna perda la sua dignità e la cosa più importante dell'essere umano: i suoi valori. In Keysi cerchiamo qualcosa che è nascosto, nascosto nella cosa più profonda del cuore e bisogna riscattare degli artigli di chi maltratta alla donna e questo sono i valori che magari questa donna, e milioni di donne come lei, hanno continuato a perdere durante la sua vita; e sono i valori con quelli ci identifichiamo, per quel motivo in Keysi la cosa importante è recuperare l'io, tornare ad avere sonni, sapere chi siamo, dove stiamo e verso dove andiamo. E per questo bisogna smettere di "tentare"; in Keysi cambiamo quella parola per "farlo." Bisogna impegnarti con te stesso affinché senta che devi farlo; pianifica e mettilo in moto; qualunque cosa sia quello che


Keysi desideri, potrai farlo; il cammino più lungo comincia con un piccolo passo; ci hanno fatto credere che siamo incapaci, ma fidati di te stesso perché è possibile farlo, pensa come ti sentirai quando otterrai quello che desideri nella tua vita. Se lo visualizzi, se lo senti, sarà così, è inevitabile.



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Como hemos documentado en los últimos 6 años, el Kyusho se traduce como “Punto Vital" y es el estudio de la condición humana y de su fragilidad. Aunque es similar en apariencia a la antigua Acupuntura y a los métodos de masaje sobre puntos de presión, el método Kyusho también puede tratar los problemas inmediatos y hacer desaparecer las dolencias comunes del cuerpo. En segundos podemos empezar a aliviar las molestias asociadas al dolor de cabeza, de espalda, los tirones musculares e internos, el hipo, el asma, las náuseas, la congestión nasal y otras muchas enfermedades comunes, tanto por causas naturales como provocadas. Estos efectos se consiguen rápidamente y de manera eficaz, sin necesidad de recurrir a pastillas o medicamentos que puedan tardar 20 minutos o más en hacer efecto y que pueden provocar graves efectos secundarios en otros órganos o funciones corporales. Las ramificaciones son muy amplias y creemos que merece la pena seguir investigando y logrando beneficios para la sociedad. Este tipo de enfoque holístico ha resultado eficaz durante muchos miles de años en diferentes culturas de todo el mundo y ahora hemos querido hacerlo posible para ti. Una vez que aprendas estos métodos simples de Kyusho Primeros Auxilios, tu también podrás ayudar a tu familia y amigos con muchas de estas dolencias comunes que todos sufrimos. Esto te servirá para tener un breve resumen histórico de cómo se desarrollaron estos métodos y otras posibilidades de salud que se necesitan en el día a día. Sin embargo y como cabría esperar, aquí no está el programa completo, pues los conceptos más profundos y complejos sólo pueden alcanzarse con las manos, aplicándolos y practicando bajo la atenta mirada de un instructor. La práctica regular de estos métodos no sólo aumentará tus habilidades para aplicar las fórmulas aprendidas, sino que te enseñará la aplicación intuitiva de muchas otras técnicas de salud. No deberían considerarse fórmulas aisladas, sino caminos para corregir ciertos problemas en el cuerpo humano, basados en los conceptos presentados. En los siguientes capítulos de Kyusho Primeros Auxilios veremos primero el origen inmediato o la necesidad de curar muchos problemas diarios. ¡Qué disfrutes del viaje!

Come abbiamo documentato negli ultimi 6 anni, il Kyusho si traduce come “Punto Vitale” ed è lo studio della condizione umana e della sua fragilità. Benché sia simile in apparenza all'antica Agopuntura e ai metodi di massaggio sui punti di pressione, il metodo Kyusho può t rat tare anche i problemi immediat i e far spar i re le problematiche comuni del corpo. In pochi secondi possiamo alleviare i disturbi associati al mal di testa, di schiena, gli stiramenti muscolari e interni, il singhiozzo, l'asma, la nausea, la congestione nasale e molte altre malattie comuni, sia per cause naturali che provocate. Questi effetti si ottengono rapidamente e in maniera efficace, senza la necessità di ricorrere a pastiglie o medicine che possono richiedere 20 minuti o più prima di fare effetto e che possono provocare gravi effetti indesiderati in altri organi o funzioni corporali. Le ramificazioni sono molto ampie e crediamo che valga la pena continuare a investigare ottenendo benefici diretti per la società. Questo tipo di impostazione olistica è risultata efficace per molte migliaia di anni in differenti culture di tutto il mondo ed ora abbiamo voluto fare il possibile per te. Quando impari questi metodi semplici di Kyusho Primo Soccorso, anche tu potrai aiutare la tua famiglia e i tuoi amici con molte di queste patologie comuni cui tutti sono affetti. Questo ti servirà per avere un breve riassunto storico di come si svilupparono questi metodi e altre possibilità di cura che sono necessarie nel quotidiano. Tuttavia, ovviamente, qui non c'è il programma completo, perché i concetti più profondi e complessi si riescono a capire solo con le mani, applicandoli e praticando sotto l'attento sguardo di un istruttore. La pratica regolare di questi metodi non aumenterà solo le tue abilità nell'applicare le formule imparate, ma ti insegnerà l'applicazione intuitiva di molte altre tecniche di salute. Non si dovrebbero considerare formule isolate, bensì vie per correggere determinati problemi del corpo umano, basate sui concetti presentati. Nei seguenti articoli sul Kyusho Primo Soccorso vedremo in primo luogo l 'or igine immediata o la necessi tà di curare mol t i problemi quot idiani . Godetevi questo viaggio!


Comme nous l'avons vu ces six dernières années, le Kyusho se traduit par « point vital » et est l'étude de la condition humaine et de sa fragilité. Bien que similaire en apparence à l'ancienne acupuncture et aux méthodes de massage sur les points de pression, la méthode Kyusho peut également traiter les problèmes immédiats et faire disparaître les douleurs physiques communes. En quelques secondes, nous pouvons commencer à soulager les troubles associés aux maux de tête, de dos, les crampes musculaires et internes, le hoquet, l'asthme, les nausées, la congestion nasale et de nombreux autres troubles communs, surgissant aussi bien pour des raisons naturelles que provoquées. Ces effets sont obtenus rapidement et efficacement, sans avoir besoin de faire appel à des médicaments qui peuvent prendre vingt minutes ou plus à faire de l'effet et peuvent provoquer de graves effets secondaires sur d'autres organes ou fonctions corporelles. Les ramifications sont très vastes et nous croyons que ça vaut la peine de continuer la recherche afin d'obtenir des bénéfices pour la société. Ce type de point de vue holistique a été efficace pendant de nombreux milliers d'années dans différentes cultures du monde entier et nous avons maintenant voulu le rendre possible pour vous. Une fois que vous aurez appris ces méthodes simples de Kyusho de Premiers Secours, vous pourrez également aider votre famille et vos amis et soulager beaucoup de ces maux communs dont nous souffrons tous.Cela vous permettra d'avoir un bref résumé historique de la manière dont ces méthodes se développèrent et d'autres possibilités de santé dont nous avons besoin au jour le jour.Cependant, comme on pouvait s'y attendre, le programme ici n'est pas complet car les concepts les plus profonds et complexes ne peuvent être atteint qu'avec les mains, en les appliquant et en pratiquant sous le regard attentif d'un instructeur. La pratique régulière de ces méthodes augmentera votre habileté à appliquer les formules apprises, mais encore vous enseignera à appliquer intuitivement beaucoup d'autres techniques de santé. Elles ne devraient pas être considérées comme des formules isolées, mais comme des voies pour corriger, certains problèmes affectant le corps humain, en se basant sur les concepts présentés. Dans les prochains chapitres de Kyusho Premiers Secours, nous verrons d'abord l'origine immédiate de la nécessité de guérir de nombreux problèmes quotidiens. Prenez plaisir à ce voyage !

As we have documented over the past 6 years, Kyusho translates as "Vital Point" and is a study of the human condition and it's frailties. Although similar in appearance to the ancient acupuncture and pressure point massage methods, the Kyusho method can also deal with immediacy for certain trauma as well as easily rid the body of common ailments. Within seconds we canm begin to relax and ease the pain associated with headaches, backaches, muscle and internal cramps, hiccups, asthma, nausea, sinus congestion and so many more common maladies both of natural causes as well as trauma inflicted. This is all performed quickly and efficiently without expensive pills or drugs that can take 20 minutes or more to work or have serious side effects on other organs or body functions. The ramifications are enormous and we believe to be of such worth for continued research and societal benefit. This type of holistic approach has been effective for many thousands of years in cultures throughout the world and we have added even more possibility and purpose to it for you. Once you learn these simple methods of Kyusho First Aide, you too can help your family and friends with many of these common ailments we each suffer through. Let this serve as an historical record of how these methods developed and the other health possibilities they hold for day-to-day living. However it is not the full curriculum, as one would expect, the depth and intricacies can only be conveyed with hands on application and practice under the watchful eye of an instructor. The consistent practice of these methods will not only increase your abilities to relieve the practiced formulas, but also instruct you in the intuitive application of many other health issues. They should not be considered standalone formulas, but rather ways to correct certain problems within the human body based on the foundation presented.

Wie wir in den letzten 6 Jahren dokumentiert haben, übersetzt sich Kyusho als „Vitalpunkt“, es ist das Studium der menschlichen Beschaffenheit und ihre Zerbrechlichkeit. Auch wenn es dem Anschein nach der alten Akupunktur und den Massagemethoden auf Druckpunkte ähnelt, so kann die Kyusho-Methode doch auch sofort Probleme behandeln und die normalen Leiden des Körpers verschwinden lassen. Innerhalb von Sekunden können wir anfangen, die Beschwerden im Zusammenhang mit Kopfweh, Schmerzen der Schulter, Muskel- und innere Zerrungen, Schluckauf, Asthma, Übelkeiten, Verstopfung der Nase und vielen anderen normalen Krankheiten lindern, egal ob sie natürlicher Ursache haben oder hervorgerufen sind. Diese Effekte werden schnell und effizient erreicht, ohne auf Pillen oder Medikamente zurückgreifen zu müssen, die 20 Minuten oder länger brauchen, um Wirkung zu zeigen, und die starke Nebenwirkungen in anderen Organen oder Körperfunktionen haben können. Die Verzweigungen sind sehr breit gefächert und wir glauben, dass es der Mühe wert ist, weiter zu forschen und so Nutzen für die Gemeinschaft zu erzielen. Dieser Typ der holistischen Zielsetzung war über viele tausend Jahre hinweg und in verschiedenen Kulturen auf der ganzen Welt wirkungsvoll, aber jetzt wollen wir es zugänglich machen. Wenn Du einmal diese einfachen Kyusho-Methoden der ersten Hilfe gelernt hast, kannst auch Du Deiner Familie und Deinen Freunden bei vielen der gewöhnlichen Leiden helfen, unter denen wir alle leiden. Es wird Dir dabei helfen, eine kurze historische Übersicht darüber zu erlangen, wie diese Methoden und andere Möglichkeiten der Gesundheit, die man Tag für Tag braucht, entstanden sind. Aber wie erwartet liegt darin nicht das komplette Programm, denn die tiefsten und komplexesten Konzepte können nur über die Hände erzielt werden, indem man sie unter dem aufmerksamen Bl ick eines Ausbi lders anwendet und übt . Das regelmäßige Ausüben dieser Methoden wird nicht nur Deine Fähigkeiten wachsenlassen, die gelernten Formeln anzuwenden, es wird Dir darüber hinaus auch die intuitive Anwendung vieler anderer Techniken der Gesundheit lehren. Sie sollten nicht als allein stehende Formeln betrachtet werden, sondern als Wege, um gewisse Probleme im menschlichen Körper zu korrigieren, auf der Basis der vorgestellten Konzepte. In den folgenden Kapiteln von „Kyusho - Erste Hilfe“ werden wir zuerst den unmittelbaren Ursprung der Notwendigkeit sehen, viele tägliche Probleme zu heilen. Genießt die Reise!



Le Filippine hanno una lunga storia di combattimenti a vita o morte. Dall'antichità ai tempi moderni, le arti di lotta dell'arcipelago delle Filippine hanno dimostrato più volte di essere efficienti, efficaci ed estremamente letali in combattimento. Innumerevoli sistemi di Arti Marziali filippine si estendono attraverso le migliaia di isole in questa regione. Molte sono "arti familiari" che, probabilmente, nessuna persona "estranea" arriverà mai ad imparare, ma fortunatamente, molte altre sono state messe a disposizione del resto del mondo. Dal punto di vista del Kyusho, lo studio inizia con l'apprendimento della rianimazione e del restauro, ma poi si sviluppa una focalizzazione sugli obiettivi mobili con il braccio come fondamento marziale. Nel sezionare un attacco, a parte i calci, tutti gli altri attacchi iniziano con le braccia, e la sfida è che i bracci sono le parti più veloci del corpo, con la massima gamma di movimento e capacità di attacco direzionale. Pertanto, questa è una sezione molto difficile dell'allenamento che dovrebbe essere integrata in ogni sessione, con numerose varianti. Ci sono altri modi per facilitare questo livello ed una di quelle risiede nella capacità di "Arm Trapping" o cattura del braccio. Un lavoro di collaborazione del Maestro di Kali Raffi Derderian e il Maestro Evan Pantazi.

REF.: • DVD/KYUSHO 24

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ORDINALA A:

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Articolo sul Si-Mo del WTU: da Sifu Rosa Ferrante Bannera PerchĂŠ chiamiamo al WTU Wing Tsun Arte Marziale olistica? PerchĂŠ a differenza di molti stili e organizzazioni di Arti Marziali, il WTU Wing Tsun si spiega al di fuori del centro. Nel centro ci sono:



• forze / interazioni che regolano le persone • principi per far fronte con le forze e le interazioni e • le qualità che sono inerenti degli esseri umani e sono sono raffinate, messe a punto e connesse.. Questo genera il movimento naturale del corpo nel campo gravitazionale della terra. Altri stili o organizzazioni convenzionali di Wing Tsun sono incompleti e diversi come multicolori negozi di generi alimentari.



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Questo può essere riconosciuto: • ricerca permanente, in altri stili, con altre organizzazioni, scambio con altri professori, perché sanno che hanno carenze. Questo si conosce come sviluppo e investigazione. • Un miscuglio di differenti stili insieme, tra loro stessi si contraddicono sui concetti. Per esempio, Wing Tsun, Escrima, Grappling, Chi Kung, etc. Questo dimostra che non c'è unità negli esseri umani, ma creda confusione e distrazione (che poi può trasformarsi in un chiaro squilibrio fisico e mentale). • Un infiammazione ancora maggiore in larghezza, per


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ottenere la maggiore massa (target group) possibile. Questo non vuole dire che tutto abbia senso - tutto il contrario. • Ricerche di verifica nelle organizzazioni, istituzioni, stili e professori stranieri delle strutture sociali generali che possano essere legittimate.


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Tornando al WTU: La WTU crea con le sue lezioni di movimento nuove reti neuronali nel corpo. Ci sono un allenamento di controllo ed un chiarimento degli antichi ed antieconomici modelli di movimento. Solo allora un uomo può incominciare a muoversi liberamente ed adattarsi alle situazioni in questo momento. Insegniamo loro chiunque delle tecniche migliorando le qualità delle persone col nostro insegnamento basato in principi. Insegniamo al corpo ad affrontare le forze e situazioni in una maniera economica ed altamente efficace. L'effetto secondario





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positivo è una capacità di autodifesa molto rapida delle persone in tutte le aree. Sopprimiamo elementi del groviglio più impenetrabile dei condizionamenti interni ed esterni. Dato che l'apprendista WTU si muove sempre ed agisce da forma più naturale, si muove guidato per i principi. • senza armi - cioè, con le sue membra, • con armi di tutti i tipi - bastone di palma, mazza, coltello, bastone corto, spada, bastone lungo, coltello



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doppio, che il praticante WTU considera come estensioni del corpo e che lui ha integrato nella sua rete neurale • a terra • in piedi • camminando • sdraiato In WTU si allenano i tre centri dell'uomo (del movimento-del pensamento- del sentimento). Solo allora potremo parlare di un'arte marziale completa. Il WTU è un bocciolo che fiorisce in questo momento grazie a Rose.

Saluti Si-Mo









GM Sewer

Uno sguardo al futuro In conversazioni coi miei allievi e con persone di fuori dalla mia scuola che seguono la nostra traiettoria, mi domandano ancora e ancora verso dove siamo diretti. I lettori più attenti ed interessati sanno che uno dei miei maggiori aneliti è l'impianto e mantenimento di una struttura che assicuri la sopravvivenza e la crescita della nostra ar te. In questo articolo tuttavia, vorrei approfondire un po' più in dettaglio ed inspirare altri della scena delle Arti Marziale per pensare avanti ed assicurare la loro arte.

Esami Dai tempi del famoso Tempio di Shaolin, gli esami hanno servito per valutare gli alunni ed assicurare la qualità dell'arte. Fino ai nostri giorni - non potrebbe essere altrimenti -, gli esami sono qualcosa di rilevante perché, nella mia posizione, ci presentano l'opportunità di riconoscere il potenziale di uno studente durante la sua formazione e ad agire di conseguenza. Molto tempo fa, quando la KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER consisteva di una sola scuola, sono stato io che ha definito il programma educativo fino alla


“Dai tempi del famoso Tempio di Shaolin, gli esami hanno servito per valutare gli alunni ed assicurare la qualitĂ dell'arte.â€?


GM Sewer

“Anche l'insegnamento è stato sviluppato nella mia scuola nel corso degli anni ed è più efficiente che mai. Dagli esercizi di riscaldamento all'inizio fino alla parte teorica alla fine di ogni lezione.”


cintura nera e a metterlo su carta. Dopo molti anni di esperienza, questo concetto educativo è stato migliorato ed è stato sviluppato in quello che si richiede dello studente in nostri giorni. E in futuro abbiamo intenzione di migliorare ancora di più. Quest'anno, stiamo aggiungendo ulteriori aspetti alla formazione fino alla cintura nera, come ad esempio esercizi di applicazione semplici e predefiniti che aiutino lo studente a raggiungere più rapidamente un livello di autodifesa efficace in modo che la cintura nera sia un grado affidabile.

Insegnamento Anche l'insegnamento è stato sviluppato nella mia scuola nel corso degli anni ed è più efficiente che mai. Dagli esercizi di riscaldamento all'inizio fino alla parte teorica alla fine di ogni lezione, tutto ha il suo significato e scopo e trasforma l'allenamento nell'insegnamento prezioso che è diventato oggi. In futuro, con ogni probabilità, non ci saranno molti cambi nell'insegnamento in se stesso, perché, come ho menzionato prima, è già molto raffinato. Tuttavia, i miei istruttori ed io lavoriamo intensamente per appoggiare individualmente ogni istruttore con mezzi di aiuto come elenchi o dispositivi tecnici, allo scopo di professionalizzare la gestione di ogni ramo. Mentre in passato il livello di uno studente era registrato in decine di libri pesanti, oggi abbiamo accesso alla tecnologia moderna e i computer, che ci permettono di gestire più efficientemente le nostre scuole, e forse fornire anche ogni studente con una piattaforma sulla quale lui o lei possa accedere a uno scambio di idee con altri studenti e valutare i suo progresso.

Shaolin Masters La mia squadra ha organizzato il torneo Shaolin Masters per oltre 20 anni. All'inizio era un semplice torneo per i bambini, che si è sviluppato in un vero e proprio evento per adulti, con Lei Tai e ora anche categorie di Push Hands. Soprattutto quest'ultima, più di Lei Tai, ci dovrebbe portare più vicino alla realtà, e quindi ridurre qualsiasi possibilità di lesioni al minimo. Con ciò, abbiamo


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realizzato non solo uno dei desideri di molti anni del mio Sifu, ma abbiamo intenzione di stabilire anche una categoria senza precedenti. Infatti, abbiamo da tempo supporto elettronico grazie al nostro provato software di torneo. Anche in questo caso, per quanto riguarda il torneo, abbiamo intenzione di implementare processi più efficienti e corsi arbitro. E chi lo sa, se possiamo fare anche questi successi, insieme a tutto il resto, digitalmente accessibili per lo studente? In ogni caso, in confronto ad altre scuole e stili, il Shaolin Master ha un grande potenziale ed è una priorità importante nei nostri piani.

Evento Mega Inizialmente, i miei studenti hanno organizzato questo evento in uno sforzo per festeggiare il mio compleanno. Ora il MEGA evento, che è evidenziato nel calendario di ogni studente, si è sviluppato in una grande serata di gala. In un recente sviluppo, non stiamo parlando solo di un veglione. Abbiamo esteso questo particolare Sabato nel pomeriggio organizzando seminari istruttivi. Prima che la grande serata abbia luogo, i partecipanti hanno l'opportunità di conoscere meglio la nostra arte in diversi piccoli seminari. In futuro, non saranno solo i nostri istruttori chi arricchiranno i seminari nel pomeriggio, ma anche maestri esterni che saranno invitati come VIP alla Cena di Gala. Per ora non posso predire come il mega evento si svilupperà esattamente. Ci sono, tuttavia, molte idee e progetti e, se eseguiamo solo la metà di essi, il Mega evento si trasformerà in una vera e propria Kung Fu Expo.


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World Kuoshu Federation Oggigiorno, i rapporti internazionali nelle Arti Marziali tradizionali sono più importanti che mai. Specialmente nel ramo che tocca l'allenamento fisico, è molto importante ritrovarsi di persona per scambiare punti di vista su base regolare. Tanto i miei istruttori come me, tentiamo tanto quanto possibile di prendere parte ad eventi internazionali di alta qualità al fine di dimostrare il nostro Kung Fu per il mondo ed fare nuove amicizie. Il mio Sifu disse una volta: "Non serve a niente essere il più forte ed il più grande, se nessuno vuole avere niente a che fare con te." Con questo in mente, tentiamo ancora e ancora di condivedere il nostro successo con la communità ed appoggiare i nostri fratelli di Kung Fu partecipando in eventi. E chi sa, magari quelle numerose istituzioni e scuole, con le quali la nostra struttura è popolare, adotteranno questa stessa struttura un giorno.

Educazione e allenamento dell'Istruttore Assitente Una base forte è importante per sopravvivere in un'arte come quello nostro, e dare all'alunno la possibilità di arrivare ad essere una parte solida della suola, è ugualmente necessario. Da sempre abbiamo appoggiato alunni specialmente diligenti e ansiosi per divenire un istruttore. Con gli ultimi adattamenti al programma di formazione abbiamo fatto avanti un passo, affinché l'alumo riceva una formazione di primo livello. All'inizio, io ero l'unico che poteva guadagnarsi da vivere con gli affari del KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER. Attualmente ci sono già alunni che insegnano in tempo completo. E questo dovrebbe essere possibile per ogni alunno. Col nuovo programma istruttivo, lo studente prima è un candidato ad istruttore assistente, poi istruttore assistente, successivamente istruttore e, finalmente, istruttore senior. Così, abilitiamo gli studenti per adempiere il loro lavoro sognato o vocazione e contemporaneamente rinforziamo e portiamo in avanti la nostra scuola e la nostra arte. Per riassumere, c'è una cosa che deve essere evidenziata in particolare: La KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER è già una delle scuole di più successo nel campo, vale a dire, la più grande scuola nella Svizzera in materia di Arti Marziali tradizionali. Eppure, come possiamo vedere dai nostri progetti e piani, ci consideriamo di essere ancora all'inizio. Forse la mia generazione non vivrà così a lungo per vederlo, ma con l'aiuto dei sempre più numerosi studenti e un personale con addestramento ottimo, sono convinto che il KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER ha il potenziale per diventare uno dei più grandi scuole di Arti Marziali nel mondo.

“La KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER è già una delle scuole di più successo nel campo, vale a dire, la più grande scuola nella Svizzera in materia di Arti Marziali tradizionali.”




CAMPI ESTIVI WENG CHUN 2016 A BAMBERG, IN GERMANIA, INSEGNATI PERSONALMENTE DAL GRANDMASTER ANDREAS HOFFMAN.

Che cosa: 5 giorni d'allenamento e sudorazione, di divertimento e di incontri, organizzati dal GM Andreas Hoffmann a casa sua e presso la sede centrale di Weng Chun a Bamberg in Germania. Campi estivi focalizzati su Weng Chun per tutti i livelli ed aperti a tutti. Durante i campi ci saranno anche sessioni facoltative sul Vietnam Weng Chun, Sanda, BJJ, e Qigong Shaolin / Filosofia. Pertanto, potete anche unirvi a noi solo per uno o due giorni. Il prezzo del campo è solo 250 € (membri) / 300 € (pubblico generale) per 5 giorni; 1 giorno 60 € (membri) / 70 € (pubblico). Quando: CAMPO ESTIVO WENG CHUN 1: Mercoledì 3 - Domenica 7 Agosto 2016. Mercoledì 14:00-19:00. Giovedi / Venerdì / Sabato 10.00 - 12:30 e 14:30 -16:00. Domenica 10:00 - 14:00: sessioni opzionali, soprattutto nel pomeriggio. Questo campo è stato progettato per tutti i livelli, con particolare attenzione ai livelli di base e mezzo di Weng Chun. CAMPO ESTIVO WENG CHUN 2: Mercoledì 10 a Domenica 14 Agosto 2016. Mercoledì 14:00 - 19:00. Giovedi / Venerdì / Sabato 10:00 - 12:30 e 14:30 - 16:30. Domenica 10:00 - 12:30: sessioni extra opzionali. Questo campo è stato progettato per tutti i livelli, con l'obiettivo principale sul livello mezzo e avanzato di Weng Chun. Dove? Presso la Sede di Weng Chun, a Memmelsdorferstrasse 82 R, 96052 Bamberg, Germania, a 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria e 40 minuti di auto o di treno dall'aeroporto di Norimberga. Se siete interessati o desiderate wengchunbamberg@googlemail.com, e www.weng-chun.com

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ANDREAS HOFFMANN WengChun International AssociationÂŽ Weng Chun Kung Fu, Autodifesa, Fitness attraverso l'auto-difesa. Kung Fu per i bambini, Sanda, Brazilian Jiu Jitsu, MMA, Ginnastica Naturale, Shaolin Qigong, Shaolin Chan, Tai Chi Chuan, Ba Gua, TCM e-mail: wengchunbamberg@googlemail.com sito web: www.weng-chun.com Indirizzo: Memmelsdorferstrasse 82 R, 96052 Bamberg Telefono: 095137379 Conto bancario IBAN DE02 7705 0000 0578 7215 32 Swift Bic BYLADEM1SKB





Jeet Kune Do

Bruce Lee artista marziale e filosofo Parlare di Jeet Kune Do è un'impresa ardua, una cosa è certa, che non vi è nessuna Arte Marziale o sistema di combattimento che abbia suscitato così tante polemiche, sconvolgendo l'intera comunità marziale. Furono scritti fiumi di inchiostro, e nonostante il trascorrere più di quarant'anni dalla sua morte, continua ancora ad essere il sistema di combattimento che interessa ed ha interessato moltitudine di persone. Pochi sanno che Bruce Lee dopo aver creato un'arte di combattimento completa, tecnicamente quasi perfetta, innovatrice e al passo con i tempi, dotò il suo stile non stile di principi e concetti filosofici legati alla tradizione della millenaria arte del Kung Fu. Attinse da molteplici correnti di pensiero filosofiche, quali: Confucianesimo, Buddismo Chan, Taoismo. E' proprio da quest'ultima che basò la struttura filosofica del Jeet Kune Do basata sull'individualismo, la ricerca dell'auto liberazione, l'anti-autoritarismo, valori che, con tutta onestà tentò di introdurre nelle Arti Marziali attraverso il suo progetto denominato Jeet Kune Do. E' per questo motivo che fu molto critico nei confronti dei tradizionalisti, denunciando la loro gerarchizzazione delle scuole, la rigidità e il loro uniformismo.

“Parlare di Jeet Kune Do è un'impresa ardua, una cosa è certa, che non vi è nessuna Arte Marziale o sistema di combattimento che abbia suscitato così tante polemiche, sconvolgendo l'intera comunità marziale.“




Jeet Kune Do uindi il JKD attinse essenzialmente dalla filosofia taoista, anche se fu influenzato molto dal positivismo scientifico occidentale (che si plasmò sulla concezione scientifica dell'allenamento) e il senso pratico nord americano basato sulla ricerca dell'efficacia e dell'economia di movimento. Una massima che caratterizza e identifica la filosofia taoista del JKD è: “Using No Way as Way, Having No Limitation as Limitation” (utilizza la non via come via, usando nessuna limitazione come limitazione). E' una tipica sentenza taoista che gioca con le contraddizioni, gli opposti, Yin e Yang e i paradossi, racchiudendo il tutto in un mondo di saggezza. Ricordando che i taoisti puri erano essenzialmente individualisti e liberali, cosa che traspare dalla prima parte della massima di Bruce Lee poiché quando parla di non via si riferisce al fatto di non avere legami con nessuna istituzione o sistema fisso, codificato, preordinato e quindi a nessuno stile o sistema di combattimento, poiché la liberazione e il pieno sviluppo personale è determinato solo dall'individuo, in quanto ogni individuo è diverso e irripetibile. Mentre quanto nella seconda parte della massima Bruce postula, che non bisogna lasciarsi limitare dalle tradizioni, dai pregiudizi, dai rituali, dai dogmi e da tutto ciò che può condurre ad una cristallizzazione di un sistema. Molti non conoscono Bruce Lee il filosofo ma è proprio questo aspetto che rese il JKD un sistema veramente speciale. Il mio incontro con Patrick Strong (studente di I° generazione di Bruce Lee, denominato “The Lord of the Speed”), oltre a migliorare le mie capacità tecniche, fu di grande utilità perché mi fece conoscere a fondo l'aspetto filosofico del Jeet Kune Do a me allora sconosciuto, mostrandomi quanto era profondo il lavoro che Bruce Lee fece a livello interiore, non a caso apprese dal padre il Tai Chi (Arte del Grande Supremo Pugno) che lo avviò allo studio dei testi classici alchemici, fino ad arrivare ad una profonda conoscenza della gestione del corpo umano sotto il profilo energetico (unione del corpo e della mente) tantè che una delle sue massime filosofiche che colpisce è il riferimento costante all'elemento acqua. “Be water my friend”-”I like water” era solito dire, mettendo in risalto l'elemento acqua che nella realtà delle cose rappresenta i fondamenti e la natura del Kung Fu tradizionale da cui Bruce Lee attinse buona parte della sua conoscenza filosofica marziale. Concetti e principi come affondare, fluttuare, sprofondare e riemergere come lo scorrere di un fiume verso il mare, combattere senza combattere, lavorare con intenzione senza intenzione, la mente non mente, il principio del vuoto Wu Wuei, lo svuotare la tazza, etc. Come potete vedere la sua propensione verso la filosofia orientale era un pezzo importante nella costruzione del suo eclettico sistema di combattimento e sono poche le persone che hanno avuto queste informazioni. Io ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere, di studiare e approfondire queste conoscenze con Patrick Strong , il

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Jeet Kune Do quale apprese proprio da lui quest'aspetto che reputo sia il più sconosciuto nel mondo del JKD, ma a mio avviso il più importante. Il JKD amici miei non è altro che un raggruppamento di elementi e principi estrapolati soprattutto dal kung fu e in special modo dallo stile Wing Chun di Yp Man. Alcuni elementi furono presi anche da diverse discipline quali: il Taiji, il Tang Lang, la Scherma Occidentale ecc. C'è una massima del Tao Te Ching, il vangelo del Taoismo, che era solito recitare: “ Da vivo un uomo è flessibile, morbido; Da morto è inflessibile, rigido. Anche tutte le creature, l'erba e gli alberi, da vive sono malleabili e flessibili, e da morte sono secche e si sgretolano. Il rigore inflessibile è il compagno della morte e la dolcezza arrendevole è la compagna della vita. I soldati inflessibili non ottengono la vittoria; l'albero più rigido è quello più pronto per la scure. I forti e i potenti ruzzolano dai loro posti; e gli umili e gli arrendevoli si elevano sopra tutti loro” Il modo di muoversi e gestire il proprio corpo nel Kung Fu è strettamente legato al movimento della mente;” Mente che muove, corpo che pensa” è il significato profondo del processo interiore utilizzato nel Jeet Kune Do. Il riferimento dello Yin e Yang, principi universali Taoisti che Bruce Lee estrapolò dal Taiji e studiò a fondo con il padre, lo accompagnarono per tutta la vita, dandogli l'energia giusta per poter affrontare il percorso della sua breve ma tortuosa e travagliata vita. Il principio yang (rappresentato dal bianco) rappresenta la positività, il giorno, il cielo, il sole, la luminosità, il calore e così via, mentre lo yin rappresenta la negatività, la notte, il buio, il freddo e così via. Bruce Lee aveva capito perfettamente come il corpo era regolato e in equilibro con queste leggi universali e sapeva sapientemente utilizzarle. Ed ecco ancora riaffiorare l'elemento acqua che per lo sviluppo del jkd di Bruce Lee fu fondamentale, l'acqua amici miei è il fenomeno naturale che si avvicina di più al Wu Wei: Niente è più debole dell'acqua, ma quando attacca qualcosa di duro e che oppone resistenza, allora niente può resisterle, e niente modificherà il suo corso. Questi versi ci spiegano la natura dell'acqua, che essendo così lieve, non la puoi afferrare, se la tagli non la ferisci, se la percuoti non puoi farle del male, se la separi, non si dividerà mai, non ha una sua forma specifica ma si adegua a seconda dei suoi contenitori, si manifesta potente ed impetuosa come le Cascate del Niagara per poi giacere in uno stagno, è a mio avviso l'elemento dominante dell'universo è senz'altro l'acqua. “ Nell'intercettazione difenditi controlla e attacca all'unisono, trasformando il tuo corpo in uno tsunami inarrestabile.”












Hwa Rang Do

Le Radici (LA MISSIONE DELLA WORLD HWA RANG DO® ASSOCIATION) HWA RANG DO®: Un’eredità di Lealtà, instancabilmente alla ricerca della Verità, dedita al rafforzamento dell’essere umano ed al servizio dell’intera umanità

Il Granmaestro di Hwa Rang Do® Taejoon Lee (8° dan & Presidente della World Hwa Rang Do® Association) ha condiviso con noi queste riflessioni circa le radici dei nostri problemi e la relazione tra essi ed il concetto di “significato” per quello che facciamo e vogliamo: “Posso dire ora di aver insegnato per oltre 35 anni e decine di migliaia di persone da goni parte del mondo sono state miei discepoli. In questo ho conosciuto i miei studenti personalmente ed a fondo dato che molti di essi mi hanno confidato le loro pene di vita. Quello che sono arrivato a comprendere è che tutti loro pensano ai loro problemi come unici e la risposta retorica più comune ai miei consigli per superare i problemi è del tipo: come puoi tu comprendermi se non hai vissuto la mia vita e camminato nelle mie scarpe, ecc.?


“E comunque grande o piccola la sofferenza tutti loro soffrono. A prescindere dall’esperienza che ognuno può avere, grande o piccola, l’unico modo di percepire il mondo è dalla propria prospettiva, non da quella di altri.”

A

d ogni modo, nell’ascoltare così tanta gente, quello che ho trovato è che molti dei loro problemi hanno una radice comune. Sebbene varino in forma e e modo di sentire, nella sequenza di eventi, nelle circostanze, ecc. tutti i loro problemi vengono dallo stesso problema fondamentale. E comunque grande o piccola la sofferenza tutti loro soffrono. A prescindere dall’esperienza che ognuno può avere, grande o piccola, l’unico modo di percepire il mondo è dalla propria prospettiva, non da quella di altri. In relazione alla sofferenza se una persona è abituata al massimo a quella causata dalla punta di una matita che si infila nella carne, non può certo capire quella causata dall’essere investiti da un auto. Alla fine la sofferenza è sempre sofferenza, quello che scopriamo è che la sofferenza è un concetto molto personale. Alla base di tutto c’è la questione del significato, dello scopo di qualsiasi cosa facciamo. Questa domanda è rimasta la stessa dai tempi di Adamo ed Eva fino ad oggi. Simbolicamente Adamo ed Eva




“La definizione di pazzia è fare la stessa cosa molte volte insistentemente aspettandosi risultati differenti”. La risposta alle nostre domande non si trova in quello che si vede, che è evidente; la verità è nel non visibile, nell’immateriale, nella coscienza, in quello che è difficile da capire e realizzare.”


Hwa Rang Do

hanno volute mangiare il frutto proibito della conoscenza. Come si può cambiare un albero? Se ti focalizzi in quello che vedi, che è evidente dovresti cambiarne ogni ramo, foglia, fiore e petalo. C’è però un modo in cui puoi trasformare l’intero albero focalizzandoti su una sola cosa: le radici. Quando cambi quello che c’è alla radice puoi trasformare l’intero albero in un momento. Einstein pare abbia detto: “La definizione di pazzia è fare la stessa cosa molte volte insistentemente aspettandosi risultati differenti”. La risposta alle nostre domande non si trova in quello che si vede, che è evidente; la verità è nel non visibile, nell’immateriale, nella coscienza, in quello che è difficile da capire e realizzare.” Circa l’autore: Istruttore Capo di Hwa Rang Do®, Tenente Colonnello dei Carabinieri ed Ingegnere Marco Mattiucci è il Capo delle EU Branches della World Hwa Rang Do® Association ed uno dei principali seguaci del Grandmaster Taejoon Lee. http://www.hwarangdo.com http://www.hwarangdo.it http://www.hwarangdo.nl http://www.hwarangdo.lu http://taejoonlee.com http://cyberdojang.com










S.I.D.P S.I.D.P. – Scuola Italiana Difesa Personale: Manifesto Tecnico La S.I.D.P. Scuola Italiana Difesa Personale cerca risposte sempre più efficaci alle sfide che un ambiente ostile e variegato lancia ai suoi allievi, forte dei principi e delle conoscenze che il Maestro e fondatore della scuola, Sifu Francesco Procaccini, ha riunito e continua a raffinare con l’aiuto dei suoi allievi diretti. L’efficacia dell’insegnamento è la priorità assoluta dei nostri insegnanti. Questa deliberata scelta di campo manifesta le sue conseguenze in ogni aspetto della nostra pratica e non è esente da “sacrifici”. La prima “scandalosa” vittima immolate sull’altare dell’efficacia è un certo tradizionalismo: in nessun caso anteporremo l’adesione ad esotici, anacronistici stilemi ad un vantaggio combattivo, per piccolo che sia. La nostra pratica vuole essere pervasa di pensiero critico, ed è alla luce di questo che vagliamo ogni gesto: la formalizzazione di un movimento è stata semplicemente lo strumento

tramite il quale i nostri antenati marziali hanno codificato una conoscenza nei termini di una cultura molto diversa dalla nostra. Per questo consideriamo ogni tecnica come un significante, ogni momento della pratica come un’interpretazione ed ogni scontro come un dialogo. Metafora felice in quanto evidenzia la natura linguistica, quindi complessa e non lineare del combattimento e la povertà di un approccio banalizzante del tipo “tecnica contro tecnica”. Il significato trasmesso attraverso il significante delle tecniche è costituito chiaramente dai principi, grandissimi nodi concettuali che necessariamente animano ogni possibile forma di combattimento che riflettendo su se stesso si sia staccato dalle azioni riflessive cablate a livello neurologico in tutti i primati e si sia elevato a forma d’arte senza rinunciare alla sua efficacia diventando pratica rituale o ludica: attaccare difendere e controllare al contempo, avanzare coprendosi con le proprie armi, muoversi conquistando angolazioni vantaggiose, sono solo alcune delle regole grammaticali da cui non riteniamo possibile prescindere in un discorso/combattimento realistico. L’uso di tecniche specifiche di un certo stile, qualunque stile, è secondario rispetto all’usarle secondo i principi, cioè in un modo che sia reso sensato dal momento, così come ogni tecnica non ha una funzione necessaria, in modo analogo ad un attrezzo la cui versatilità sia limitata solo dall’intraprendenza di chi lo utilizza. Questo ci fa essere totalmente permeabili a ogni contaminazione, fedeli ad uno scopo più che a uno stile, e rende possibile quella che consideriamo caratteristica fondamentale del nostro stile: l’integrazione. Non c’è tempo per imparare un’arte marziale diversa per ogni distanza, o una per colpire e un’altra per lottare, o una

“La prima “scandalosa” vittima immolate sull’altare dell’efficacia è un certo tradizionalismo: in nessun caso anteporremo l’adesione ad esotici, anacronistici stilemi ad un vantaggio combattivo, per piccolo che sia.”


per ogni arma, affidando totalmente all’allievo il gravoso compito di trarne una sintesi unitaria e scevra di conflitti, semi di per niciose esitazioni in momenti critici. Praticheremo invece uno stile che sia simile al combattimento che intende vincere: adattabile, mutevole, imprevedibile, opportunista, e lo praticheremo a tutte le distanze e con tutte le armi. Entità enormemente complesse, i nostri corpi sfumano continuamente il limite tra problema ed opportunità: le reazioni fisiologiche allo stress di un combattimento reale improvviso sono largamente variabili tra individui ed è necessario tenerne conto in una pratica che ambisce a manifestarsi fuori dall’ambiente controllato della scuola. Il nostro insegnamento si avvale di scenari di simulazione, di

complessità ed intensità crescenti, tesi a preparare gli allievi alla pressione psicologica dello scontro reale passando anche per un intenso lavoro fisico che consente di esperire il degradarsi delle facoltà motorie e mentali all’aumentare del ritmo cardiaco, assecondando intelligentemente le reazioni fisiologiche del corpo umano per farne una risorsa invece che un ostacolo. La tendenza al “fisiologico”, ad un movimento sano, è conseguenza della discendenza diretta del Wing Chun dagli stili interni del Kung Fu che, al di là del suo valore terapeutico, consente al praticante una consapevolezza più profonda e raffinata del proprio corpo, e questo non può che essere un vantaggio nello studio del chi sao che è il cuore del sistema.


S.I.D.P “La tendenza al “fisiologico”, ad un movimento sano, è conseguenza della discendenza diretta del Wing Chun dagli stili interni del Kung Fu che, al di là del suo valore terapeutico, consente al praticante una consapevolezza più profonda e raffinata del proprio corpo, e questo non può che essere un vantaggio nello studio del chi sao che è il cuore del sistema”.



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In questo DVD, G.M. Larry Tatum (10 ° Dan) sviluppa tecniche del programma Kenpo al più alto livello. In particolare, alcuni delle sue "preferite", come Flashing Mace, Parting Wings, Entwined Lance… Magistralmente eseguite, e sulla base dell'esperienza del movimento, G.M. Tatum incorpora i suoi insegnamenti innovativi in queste tecniche che vi aiuteranno a aggiungere conoscenze e completare la vostra formazione nel sistema Kenpo. Inoltre, esse forniscono l'individuo con la scelta migliore per l'autodifesa, sulla base del pensiero logico e pratico, e lo mettono nel cammino della comprensione dell'arte del Kenpo. Questi sono i sistemi auto-difesa e di combattimento dei tempi moderni in cui viviamo. Essi sono stati progettati in modo che il praticante ottenga tutti i benefici che forniscono la pratica di queste tecniche. Questo DVD ha il sostegno del Maestro Adolfo Luelmo (9 Dan), che prosegue con una serie di tecniche eseguite in modo agevole e forte, per situazioni di aggressività estrema, in cui si possono apprezzare diversi stati dei movimenti, in un modo logico ed efficace. Finalmente, il Maestro Camacho Assisi (8 ° Dan), mostra una tecnica che combina la forza delle braccia e la sua esperienza con le gambe.

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Storia


Brazilian Jiu Jitsu VACIRCA BROTHERS JIU-JITSU Le Origini e lo Sviluppo del Jiu-Jitsu © 2016 Franco Vacirca, Sandra Nagel

L'ascesa del Jiu Jitsu Brasiliano Anche se assumiamo che il gruppo Kodokan, con i Maestri Tokugoro Ito, Mitsuyo Maeda, Shutaro Ono e Nobushiro Satake avesse raggiunto Manao nel 1914, la prima scuola ufficiale di Jiu-Jitsu e Judo a San Paolo non è apparsa fino al 1918, ed è stata fondata attraverso il Maestr o Sada Miyake e il Maestr o Takaharu Saigo. Undici anni dopo, nel 1929 e anche a San Paolo, un altro Maestro giapponese, Geo Omori, ha fondato la sua scuola di Jiu-Jitsu, che ha messo il primo pilastro dello stile brasiliano di questo metodo di lotta. Alcune fonti locali affer mano che il Maestro Omori era uno studente dei Maestri Saigo e Miyake, altri affermano che lui venisse dal K o d o k a n I n s t i t u t e d i To k y o ; tuttavia, penso che sarà molto difficile da confermare entrambe le storie dopo tanti anni. Nel passato, più Dojo potrebbe essere trovati nei cortili posteriori delle case, ma il Maestro Omori è stato uno dei primi a stabilire una Accademia di Jiu-Jitsu professionale nella sua nuova patria.


Brazilian Jiu Jitsu

I

l primo contatto di Carlos Gracie col Jiu-Jitsu è avvenuto quando diventò assistente del M ° Donato Pires dos Reis, un agente di polizia e istruttore di Autodifesa, che a sua volta aveva imparato "l'arte soave" personalmente dal Maestro Mitsuyo Maeda. In quell'epoca, il Maestro Pires era il rappresentante del Jiu Jitsu nelle forze speciali della polizia e Carlos Gracie si interessò ad uno dei primi corsi di allenatore. Si iscrisse e completò con successo il corso di tre mesi del Maestro Pires in Belo Horizonte negli anni 1928/1929 In aprile di 1929, il giovane Carlos Gracie, che viveva un'altra volta con la sua famiglia in Sao Paulo, dopo aver trascorso tre mesi da solo a Belo Horizonte, chiese la cattedra di auto-difesa della "Guardia Civil", che era sotto la direzione del Maestro Geo Omori. Ma queste posizioni erano occupate principalmente da maestri giapponesi di Jiu-Jitsu o altri esperti prevalentemente stranieri. Quando l'intervistò il capo delle forze speciali della polizia, Carlos cercò di fargli capire che aveva imparato il Jiu Jitsu di vari Maestri giapponesi, ma lui aveva imparato dal Maestro Pires, così la sua domanda fu rifiutata. Il maestro Omori che era impressionato dal giovane brasiliano e la sua abilità per il Jiu Jitsu, cercò di aiutarlo, ma il lavoro fu dato ad un esperto svedese con più l'esperienza di insegnamento e un eccellente contatto del comandante in carica. Geo Omori ha deplorato tale decisione e ha visto molto potenziale nel giovane Gracie, quindi Omori propose a Carlo un combattimento accordato affinché potesse dimostrare ad un grande pubblico le sue abilità di Jiu-Jitsu. Tra i due accordarono che nessuno vincerebbe, ma la lotta dovrebbe finire in un chiaro pareggio. Quella é stata l'opportunità che finalmente Carlos Gracie ha potuto sfruttare per avanzare nella sua corsa di Jiu-Jitsu. Ma il padre di Carlos, Gastao Gracie, voleva vedere suo figlio vincere il combattimento Tuttavia il Maestro Omori era un combattente molto abile ed esperto, e con la sua offerta cercava soltanto di aiutare il giovane Gracie, quindi l'accordo non fu modificato. Ma c'era anche un altro problema, perché fino a quel momento Carlos non aveva alcuna vera e propria esperienza di combattimento sul ring. Aveva imparato solo le tecniche di autodifesa del Jiu-Jitsu, ma non per una lotta sul ring. Così Omori ha dovuto prepararlo bene anche per questo combattimento. Il fratello minore di Carlos, George Gracie (a volte chiamato anche Jorge), si è anche aderito all'allenamento. George era di qualche anno più giovane di Carlos, ma il maestro giapponese ha scoperto molto presto che lui (George) aveva tutte le qualità per diventare un grande combattente.



Storia


Brazilian Jiu Jitsu All'età di 29, senza alcuna esperienza precedente in combattimento, Carlos salì sul ring il 5 gennaio 1930 per il suo debutto nella lotta contro il suo nuovo insegnante, il Maestro Omori. Quello stesso pomeriggio, George si inserì anche l'anello a combattere con il pugile ampiamente sperimentato John Toni; questa lotta non era stato concordata. Il combattimento di Jiu-Jitsu tra il campione Omori e Carlos Gracie si è conclusa con un pareggio. Ma George Gracie combattuto incredibilmente contro l'esperto pugile e ha vinto il suo debutto nell'arena del Vale-Tudo. Poco dopo, nello stesso anno (1930), Donator Pires ha fatto un'offerta ai due fratelli Gracie, Carlos e George. Avendo ottenuto un nuovo posto come istruttore a Rio de Janeiro, il Maestro Pires aveva aveva colto l'opportunità di aprire la sua propria scuola; allora Carlos e George potrebbero aiutarlo in qualità di assistenti in Rio de Janeiro. L'academia Pires era in quell'epoca la seconda scuola ufficiale di Jiu-Jitsu in Rio de Janeiro, dato che la prima era stata aperta dal maestro Angenor Morerira Sempaio, un alunno del maestro Sada Miyake, di Sao Paulo, nell'anno 1925. Il Maestro Sempaio era già abbastanza famoso con la sua scuola di Jiu-Jitsu e dirigeva con successo la divisione d'allenamento della "Guardia Civil" in Rio di Janeiro. Disgraziatamente, il Maestro Sempaio morì ad una precoce età il 8 di agosto di 1962 nella sua città. La reputazione del Maestro Pires come professore di Jiu-Jitsu e le sue connessioni con la polizia locale di Rio di Janeiro erano ben conosciute, cosicché i mezzi di comunicazione locali parlarono a lungo dell'apertura della sua scuola di Jiu-Jitsu in quell'epoca. Un anno più tardi, il 27 giugno di 1931, il maestro Pires riceve un'altra offerta e vola a Santa Catalina. Questa fu l'opportunità per i Gracies di cominciare con la sua propria scuola nella strada Marquez di Abrantes 106, nel distretto di Flamengo, in Rio de Janeiro. Ancora molto impressionato per lo spirito di lotta di George, il maestro Geo Omori decide di offrire al giovane Gracie lottare con lui. Il 10 aprile di 1933, finalmente ambedue erano pronti per affrontarsi in un combattimento ufficiale sul ring. Molti giornali ne hanno informato, includendo il giornale "A Noite." Quella notte, entrambi gli atleti lottarono tra essi oltre 80 minuti senza un chiaro vincitore alla fine. Al giorno siguente, i giornali affermavano che il Jiu-Jitsu non era oramai solo giapponese poiché il brasiliano (George), che aveva imparato questo stile di lotta nella sua patria, era tanto buono come il maestro. Il fratello minore di Carlos, Helio Gracie, che ora era anche coinvolto con il Jiu-Jitsu fece il suo debutto nei combattimenti, in base alle informazioni che ho, nel 1932 e si dice che ha lottato in 19 combattimenti fino al 1955, con la battaglia finale contro il suo ex allievo Waldemar Santana. Ma George Gracie, al quale sfortunatamente pochi conoscono oggi, era stato in grado di ottenere un incredibile record di 40


combattimenti sul ring; la sua corsa nei combattimenti incominciò in 1930 contro il pugile Tohannes, e finì in 1950 contro il migliore alunno di Hélio Gracie, Hemetério, il mio professore di Jujitsu, incontro che ebbe luogo in Sao Paulo. A mio capire, vollero inviare un messaggio chiaro a George Gracie, poiché questo possedeva la sua propria scuola indipendente di JiuJitsu in Sao Paulo. In quel momento il Maestro Pedro Hemetério che stava dando classi in Rio de Janeiro nella scuola Gracie, fu inviato a lottare con lui sul ring.

Nel corso di numerose conversazioni con il professor Peter su questo evento, lui mi disse che questo combattimento era stato il compito più grande e più difficile del Jiu-Jitsu. Ma ho anche capito che lui non si riferiva solo alla sfida fisica, perché George era molto ben preparato, ma anche all'emotivo e il mentalmente, giacché lottare contro il fratello del suo maestro non era certamente un compito facile, a prescindere dal fatto che vincesse o meno. Ho sempre avuto l'impressione che questo fatto particolare aveva cambiato il rapporto con i fratelli Gracie;

certo che lui, Hemetério, fino alla sua morte ha seguito gli insegnamenti del Maestro Heloi Gracie e rispettato tutte le sue decisioni. Queste sono le battaglie del Grandmaster Hélio Gracie, o almeno quelli che conosco: 1932: Vittoria su Antonio Portogallo 1932: Pareggio contro Takashi Namiki 1932: Pareggio contro Fred Ebert 1934: Pareggio contro Wladislaw Zbysko 1934: Vittoria su Miyake, non Taro Miyake - ma uno studente dei fratelli Ono!



Brazilian Jiu Jitsu 1935: Vittoria su Orlando "Dudu" Americo da Silva 1935: Pareggio contro Yassuiti Ono 1936: Pareggio contro Takeo Yano 1936: Vittoria su Massagoichi 1936: Pareggio contro Yassuiti Ono 1937: Sconfitta di fronte a Orlando "Dudu" Americo da Silva 1937: Vittoria su Erwin Klausner 1937: Vittoria su Espingarda 1950: Vittoria su Landulfo Caraibi 1950: Vittoria su Azevedo Maia 1951: Pareggio contro Kato, il combattimento si è concluso dopo 30 minuti 1951: Vittoria su Kato 1951: Sconfitta di fronte a Masahiko Kimura 1955: Sconfitta di fronte a Waldemar Santana E poi il record dei combattimenti del Maestro George Gracie: 1930: Vittoria su Johannes Toni 1931: Vittoria su Coronel 1931: Vittoria su Jaime Ferreira 1931: Vittoria su Mario Alexio 1933: Pareggio contro Geo Omori (Jiu-Jitsu partita) 1933: Vittoria su Tito Soledade 1933: Vittoria su Manuel Fernandes 1933: Pareggio contro Geo Omori (Vale Tudo-match) 1934: Pareggio contro Orlando "Dudu" Americo da Silva 1934: Vittoria su Shigeo 1934: Vittoria su Jack Conley 1934: Sconfitta di fronte a Wladek Zbyszko 1935: Vittoria su Ary Martins 1935: Pareggio contro Takeo Yano 1936: Vittoria su Geroncio Barbosa 1936: Vittoria su Roberto Ruhmann 1937: Pareggio contro Orlando "Dudu" Americo da Silva 1937: Sconfitta di fronte aYassuiti Ono 1937: Vittoria su Naoti Ono 1937: Perde contro Grillo 1937: Vittoria su Grillo, Rematch 1938: Sconfitta di fronte a Jack Russel 1938: Vittoria su Jack Russel, Rivincita 1938: Victoria su Campbell 1938: Vittoria su Takeo Yano 1938: Sconfitta di fronte a Takeo Yano 1939: Vittoria su Naoti Ono 1939: Perde contro Roberto Ruhmann 1939: Vittoria su Benedetto Perez 1939: Vittoria su Fritz Weber 1939: Pareggio contro la Takeo Yano 1939: Pareggio contro Takeo Yano, Revancha 1940: Pareggio contro Takeo Yano 2 ° Rivincita 1940: Vittoria su Fritz Weber 1940: Vittoria su Budip 1940: Vittoria su Naoti Ono



1942: Sconfitta di fronte a Mestre Tatu 1948: Vittoria su Oka 1948: Vittoria su Oka, rivincita 1950: Sconfitta di fronte a Pedro Hemetério (combattimento Jiu-Jitsu) Circa 1941, i Gracie di Rio di Janeiro soffrì una gran crisi. Si dice che il Maestro Hélio avesse dovuto prendersi cura da solo della scuola di Rio. Carlos ha dovuto lasciare Rio de Janeiro, perché aveva in conflitto con la legge, e non ha ritornato fino a otto anni dopo. Vari giornali nazionali e locali si fecero eco di questo caso che è conosciuto per l'opinione pubblica perfino oggigiorno. Negli anni '60, Carlos Gracie

comparve di nuovo davanti a un tribunale, questa volta per questo presunto fatto: sostenne che il dottore Santa María, il postulante ed anteriore alunno di Carlos, gli aveva rubato più di 400000 CR $. Il dottore anche sostenne dopo davanti al tribunale che egli era il vero padrone dell'edificio della scuola di Jiu Jitsu. Durante questo tempo, diverse storie hanno danneggiato notevolmente l'immagine dei Gracie, compreso commenti sulla "vera" storia della cosiddetta "Dieta Gracie". Molti giornali che sono disponibili oggi riportarono estensivamente che, presumibilmente, Carlo Gracie aveva un "Maestro segreto" che aveva incontrato quando


Brazilian Jiu Jitsu viveva in Perù. Si menzionò anche che era stato questo Maestro misterioso il che aveva dato Carlos una nuova visione della vita, ma alla fine risultò che nessuno aveva mai visto nessun Maestro mistico. Inoltre, i giornalisti hanno riferito che Carlos aveva copiato un libro su nutrizione e che lui lo vendè come la "Dieta Gracie", pur essendo di un esperto di nutrizione argentino chiamato J.P. Dourado. Tutto questo e molto di più è stato riportato, tra le altre cose, sul quotidiano "O Diario" il 5 novembre 1963. Il Jujitsu brasiliano non è stato mai il "business" di una sola famiglia, benché si vendesse nei 90's come tale. Come aveva virtualmente solo una fonte, numerose riviste di Arti Marziali degli Stati Uniti e dell'Europa si copiarono tra sé. Sì, penso perfino che questa sia realmente la vera storia. Importanti scuole dal Giappone, come il famoso BUDOKAN si avevabo stabilite nei vari paesi e città in tutto il mondo per promuovere Judo e Jiu-Jitsu per molti anni, e il nome di Jiu-Jitsu "brasiliano" ha iniziato a essere conosciuto. Alla fine dei 50, il BUDOKAN fondò scuole su Rio de Janeiro e Sao Paulo. Il maestro Augusto Cordeiro fu uno degli esperti che si incaricarono dell'organizzazione dei campionati di Jujitsu in agosto di 1959 dove

competerono più di 800 giovani atleti nel ventesimo primo Campionato di Jiu-Jitsu. Un altro esperto, che è stato ben rappresentato a Rio de Janeiro negli anni 50, ed in altri paesi dell'America del Sud è il maestro Oswaldo Fadda, un graduato superiore degli allievi di Luiz França Lineage, che a sua volta fu formato per il Gran Maestro Mitsuyo Maeda in persona. Il Maestro Fadda è stato molto attivo, molti dei suoi alunni venivano dell'esercito e la polizia e quando si ritirò, perfino dopo vari anni di servizio militare, fondò la sua propria scuola di Jiu-Jitsu, che sorse alla fine degli anni 30 nella parte nord di Rio de Janeiro. Grazie ai suoi incredibili sforzi, il Jiu-Jitsu fu anche alla portata della parte nord della città, dove viveva più gente povera. Anche il Maestro Fadda sviluppò un programma speciale di allenamento per gente con disabilità fisiche. Finalmente, i giornali e riviste del Brasile incominciarono a parlare del lato positivo del Jiu-Jitsu e non suolo su combattimenti e campionati. Franco Vacirca www.vacircajiujitsu.ch





In questo primo lavoro didattico, Andreas Weitzel, fondatore e capo istruttore dell'Accademia SYSTEMA Weitzel (Augsburg, Germania) e uno dei principali istruttori di SYSTEMA in Europa, spiega le basi più importanti del combattimento. In primo luogo definisce chiaramente il modo naturale di camminare, concentrandosi sul corretto svolgimento di ogni passo, per poi mostrare come utilizzare questo lavoro in applicazioni di combattimento. Una varietà di argomenti diversi sono spiegati in questo DVD, tra cui: Come sbilanciare un attaccante; Come colpire con i pugni e calciare correttamente; Come difendersi da prese, takedown, colpi e calci. Le dichiarazioni di questo video sono semplici ma chiare, in modo da facilitare a tutti la comprensione e l'apprendimento. Durante la sua spiegazione, Andreas include sempre e si concentra sui principi e fondamenti del SYSTEMA, mostrando come i diversi argomenti sono strettamente collegati tra loro. Allo stesso modo è mostrato il lavoro libero contro diversi attacchi a mani vuote e con armi in condizioni realistiche e alla massima velocità di esecuzione. In questo video, Andreas è assistito da Michael Hazenbeller (Rastatt) e Thomas Gössler (Augsburg), due istruttori esperti di Systema.

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"Forse uno dei migliori spettacoli teatrali per quanto riguarda gli argomenti marziali." Magnifica rappresentazione nel Teatro La Rambleta, di Valencia, Spagna, dello spettacolo teatrale "I Shizen. Il popolo di Tengu", una grande iniziativa dell'Ambasciata del Giappone in Spagna, uno spettacolo audiovisivo proprio inquadrato nell'anno duale Spagna-Giappone, che celebrano anche la creazione di relazioni tra i due paesi. Lo spettacolo, creato per l'occasione, è stato anche parte della celebrazione pubblica della Kaze no Ryu, della cerimonia di laurea dei 6 nuovi Shidoshi, o Joho, come sono conosciuti nella lingua Shizengo. Un documentario su questa rappresentazione, viene prodotto con il suo making off, back stage, interviste, ecc, che includerà gran parte dello spettacolo, al fine di garantire che tutti coloro che sono interessati alla cultura Shizen in tutto il mondo, che non hanno assistito allo spettacolo, possano accedere ad esso e condividere, imparare e godere! "Il popolo di Tengu" è stato progettato come una presentazione pubblica della tradizione Shizen, in cui si ha storicamente e culturalmente inquadrato, ed evidenziando i suoi due aspetti più interessanti: da un lato la sua tradizione marziale, Bugei, e dall'altro la sua cultura spirituale: l'E-Bunto .


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"La magia, il fascino, ha il gusto dello genuino. La forza di una cultura e di un popolo messa in scena nei suoi costumi." Sei Nuovi Shidoshi hanno celebrato la loro laurea secondo la tradizione Shizen, con tutte le sue cerimonie, antichi rituali e danze intorno al fuoco, la freccia cerimoniale, e la grande compagnia dei loro cari; con generositĂ e abbondanza, loro hanno celebrato e onorato tutti i mondi visibili e invisibili, nel "vecchio stile" del potente popolo di Tengu in una notte magica e indimenticabile... Chi ha detto che non esistono piĂš delle cose reali? La Festa di Promozione dei nuovi Joho (Shidoshi) del lignaggio Kawa, nella scuola Ogawa Ryu Kaze no Ha, diretta da Shidoshi Jordan Augusto Oliveira.


Cosa succede quando due persone praticano ChiSao? Qual è il significato della loro pratica e quali sono gli obiettivi? In questo terzo DVD, "Chi Sao dalla base ad un livello avanzato," Sifu Salvador Sánchez affronta forse l'aspetto più importante del Wing Chun: il ChiSao, l'anima del sistema stesso, che fornisce il praticante di alcune caratteristiche speciali che sono completamente diversi dagli altri, e gli dà grandi virtù. Questo lavoro si occupa di alcuni aspetti di principio piuttosto semplici, ma come si approfondisce in loro, diventano sempre più sorprendenti. Si tratta di una caratteristica molto chiara nella cultura tradizionale cinese; ciò che è molto evidente a prima vista, contiene tuttavia una seconda o terza lettura, che sicuramente cambierà il vostro approccio, la pratica e la comprensione. Discuteremo come praticare Chi Sao attraverso i nostri drills e il modo di applicarli quei drills, quella capacità nello sparring, che collega alcuni concetti, forse non tanto legati al Kung Fu tradizionale, come ad esempio la biomeccanica, le strutture, la conoscenza della fisica, ecc., al fine di ottenere risultati migliori nella nostra pratica.

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