Rivista Arti Marziali Cintura Nera 324 Novembre 2 parte

Page 1


Krav Maga Israeli Survival System: la nuova frontiera del Krav Maga. Dopo il successo del primo DVD, il Gran Maestro Marco Morabito esce inedito su Budo International con il DVD dedicato alle armi: le conoscenze di Morabito in campo civile e militare si intrecciano in una miscela esplosiva di tecnica e innovazione. Niente è lasciato al caso e non vi sono segreti: con «cognitio experimentalis» vengono esaminati con gran cura e dovizia di particolari le aggressioni a mano armata più comuni. Si analizzeranno varie tecniche con le armi più comuni ma teniamo presente che non esiste un “modello universale di aggressione”, le tipologie di attacco sono illimitate e quindi infinite sono anche le modalità di difesa. La tecnica è solo la base di studio per acquisire fluidità e consapevolezza dei movimenti ma lo scopo è rendere istintiva la nostra difesa accorciando i tempi di reazione. Come sul ring, non avremo mai la certezza matematica di uscir ne vincitori, ma possiamo aumentare le nostre possibilità di riuscita: “chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”. Morabito, con il suo Krav Maga Israeli Survival System vuole rompere gli schemi e mostrare al pubblico qualcosa di assolutamente innovativo, lontano dalle solite tecniche vetuste, emulate ormai da decenni. In questo DVD vedrete, quindi, qualcosa di assolutamente innovativo dove la tecnica si fonde con l’esperienza e ogni cosa assume contorni nitidi e definiti. Nulla è lasciato al caso e gli errori più comuni vengono analizzati e smascherati senza indugio. Troverete nel Krav Maga Israeli Survival System un nuovo metodo di difesa eccezionale e autentico.

REF.: • DVD/KMISS 2

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com



“Ho una domanda che a volte mi tortura: sono pazzo io, o i pazzi sono gli altri?” Albert Einstein

ove finisce il giorno e incomincia la notte? Tutto nell'Universo risponde alla legge di gradi. La percezione dei sensi è sempre limitata, però è variabile da una specie all'altra, da un individuo all'altro. I sette “fori” della testa sono conosciuti in alcune culture come i sette “inganni”. Come se non bastasse avere strumenti sensoriali limitati, possediamo inoltre la capacità di strutturare queste impressioni all'interno di parametri prestabiliti che variano in ogni specie, cultura, individuo. Per noi umani, che cresciamo così lentamente e dipendiamo dai nostri genitori per tanti anni, questa tappa è un'occasione per mobilitare la nostra enorme capacità cerebrale, attraverso un apprendistato nel quale la cultura acquisisce un valore sovrapposto all'istinto. Detta caratteristica tende a separarci dall’innato, per costruire una nuova categoria che codifica la realtà dentro modelli propri del nostro ambiente e della nostra cultura. In tutte, tuttavia, si genera uno scontro tra entrambi i principi: natura e cultura sono quasi sempre antitetiche. Cultura possiede la stessa radice di coltivare. É il risultato del cambiamento da forme di vita da cacciatori-raccoglitori, nomadi, solari, agli insediamenti figli di culture lunari. Ogni cultura è basata sul tabù e questo binomio, bene contro male, pertinente contro proibito, come riduzione pratica per la sopravvivenza gruppale, è stato molto utile; tuttavia, in ciò che concerne l’esplorazione della vera conoscenza e lucidità personale, può essere non solo del tutto insufficiente ma futile e certamente frustrante. La formazione dei valori trasferiti, è il risultato di molte variabili, affetto, conoscenza dei genitori, alimentazione, stimoli, instradamento, personalità, livello evolutivo, tecnologico... ecc. Tutti dobbiamo tuttavia adattarci ai modelli consensuali del collettivo nel quale cresciamo. Nessuno, attivamente o passivamente, sfugge a questa influenza che predetermina il modo in cui più avanti analizzeremo i segnali e le informazioni che alimenteranno il nostro cervello e il modo di interconnetterli per dare loro un senso. Coloro che, incapaci di realizzare questo compito all’interno della coerenza stessa del loro gruppo, o che escono dai limiti dell’accettato e accettabile dal consenso della loro cultura, saranno trattati come pazzi. La moderna psichiatria, influenzata senza dubbio dall’evoluzione del pensiero moderno e dall’apporto dell’antropologia, iniziò a mettere in discussione questi precetti, spesso grazie al confronto con altre culture. Chi possiamo dire senza dubbio che sia pazzo? E ancora, molto più importante, cosa vuol dire essere pazzo? L'arroganza che nasconde il pensare che la nostra percezione del mondo sia l’unica e corretta, sta alla base di quest’assurdità. Alla fine, le società sono ordinate in base a regole e queste dipendono dai tabù. La lucidità svanisce rapidamente quando cerchiamo d’infilare l'Universo nel piccolo sacco di valori strutturati dalla nostra cultura. Non possiamo mettere la luna in una piscina per tanto grande che sia, ma solo guardare il suo riflesso.

D

“Ciò che il bruco chiama fine, il resto del mondo lo chiama farfalla”. Lao Tse

In altre culture, uno dei punti più interessanti delle iniziazioni è la rottura dei rigidi muri della nostra percezione. L’immersione, quando profonda nelle tradizioni o culture, quanto più distanti dal tempo migliore, ci darà l’occasione per guardare a noi stessi e al mondo con altri occhi. Questo rinnovamento non è banale, né certamente semplice. Una frase Zen l’esprime in maniera superba: “prima dello Zen la montagna era montagna e il lago, lago. Durante lo Zen la montagna non è montagna, né il lago, lago. Dopo lo Zen la montagna torna ad essere montagna e il lago, lago”. Il primo punto dopo la rottura di schemi è la necessità di muoverci che ci toglie dal nostro ristagno. Ogni vera iniziazione metterà in dubbio la nostra zona di confort. Molta gente è incapace di superare questa tappa e come una chiocciola tor na a mettere le cor na nella sua conchiglia al primo segno di pericolo. In una seconda fase l'iniziato cerca frettolosamente di incastrare i due mondi, ma sotto criteri e valori passati e riconoscibili. In questa fase può anche perdersi. Alla fine arriva il momento di sentirsi veramente perso e accettare la sua ignoranza. Nell'ultima tappa s’integra pienamente negli spazi coscienziali nuovi e impara a riconoscere i veri valori della sua stessa natura attraverso tutto ciò che di positivo è sopravvissuto all'esperienza. In questo momento e dopo diverse morti “mistiche” avviene una rinascita... “la montagna torna a essere montagna e il lago, lago”. Ogni iniziazione in culture spirituali profonde genera alterazioni della nostra continuità coscienziale. In molte culture antiche si utilizzavano “piante di potere” per rompere la rocciosità della nostra percezione e per imparare a concepire l'inconcepibile. Non è questo il caso della cultura Shizen sulla quale mi sono impegnato in questi anni, ma gli obiettivi raggiunti da queste manovre, sono importanti in ogni processo iniziatico e sono raggiunte con altri mezzi altrettanto efficaci. Comprendere che il mondo è una descrizione criptata dai sensi e dal suo analizzatore, il cervello, apre la vita e la coscienza a considerazioni che le culture natali facilmente inquadrerebbero come pazzia. Come sono cambiate tuttavia le cose... la stessa informazione non è più il sufficiente divisore... non viviamo in un Universo lineare o piano, anche se questo è quello che ci raccontano i sensi. Quando qualcuno disse che il mondo era rotondo, l’hanno voluto bruciare. Quando la scienza ha scoperto il comportamento anomalo delle particelle a livello quantico, semplicemente, non abbiamo saputo come integrare questa conoscenza nel nostro quotidiano. Il mondo quotidiano permane ancorato nella coscienza del lineare e piano. I veri percorsi spirituali, e non parlo qui di religioni bensì di studi sull'invisibile, hanno decodificato informazioni sulla natura dell'occulto che si scontrano frontalmente con la nostra percezione. È normale, questa è stata chiusa e strutturata per soddisfare altre funzioni e per tramandare

Traduzione: Chiara Bertelli


conoscenze volte alla perpetuazione di tali sistemi, e non per risvegliare la coscienza individuale di fronte all'abisso dell’inconcepibile. Nelle scuole non c'è una materia che sia "te stesso", né pratiche che insegnino a mettere in discussione la percezione, invece che ancorarla ai paradigmi del gruppo. La rinascita ai giorni nostri di culture antiche, come quella Shizen, possiede il vigore apportato dalla necessità della coscienza collettiva di trasgredire quei limiti, per guardare all'infinito con sobrietà e gagliardia, con la forza e il totale potere che esiste nell’essere umano, molto di più che carne e ossa, molto di più che una lista di possessi. Un uomo nuovo sorge dalle ceneri di questo tempo confuso, rimescolato e furfante, frutto dell'innesto di quelle antiche culture in nuovi vigneti. Chi avrà il coraggio? Per coloro che lo fanno ... io vi saluto!






Hawaii “Il sistema cominciò agli inizi degli anni 30 con l'istruttore William "Thunderbolt" Chow.”


L’eredità dell’istruttore Chow William Kwai Sun Chow fu un vero pioniere, un rivoluzionario delle Arti Marziali moderne. La sua eredità si considera come una chiave di fondo della melodia di molte discipline marziali; il Kajukenbo, Ed Parker e molti altri stillano quel profumo inequivocabile di quest’uomo geniale. Nonostante questo, che cosa rimane della sua personale linea guida? Ce lo siamo chiesti molte volte. Ebbene, eccovi il Gran Maestro Sam Kuoha, il diretto successore del genio, e la sua bella figlia Ka'imi, per parlarci proprio di questo. Ci hanno fatto


Hawaii “Attraverso il suo lavoro percepirete chiaramente dove risiede l'essenza, la base di stili sincretici moderni come quelli sopraccitati.�


Grandi Maestri visita ed hanno realizzato con noi un video istruttivo che sorpr enderĂ molte persone. Attraverso il suo lavoro percepirete chiaramente dove risiede l'essenza, la base di stili sincretici moderni come quelli sopraccitati. Chow aveva quel tocco, quell’approccio al combattimento reale, dove il controllo, le tecniche di pr esa e di spazzata nel corto, ci parlano di una lotta dove le situazioni si risolvono nella corta distanza, con tecniche contundenti, ben sviluppate e concatenate in serie veloci, ordinate in una sincronia di pura logica biomeccanica, dove i colpi secchi accompagnano continui squilibri, dove i contrattacchi non sono in contraddizione con i controlli. Uno stile quindi di taglio offensivo, dove quel modo peculiare di fare dell'hawaiano, con raffiche focose come la sua stessa terra vulcanica, strappano e disarmano l'attaccante in maniera inattesa e decisiva. Sam Kuoha è un uomo gentile, simpatico, una persona accessibile e semplice. Il suo sguar do


Grandi Maestri nasconde una luce tipica di una persona intelligente, qual è, aperta ed entusiasta del suo lavoro. La sua giovanissima figlia, attualmente immersa nel mondo del cinema, possiede un misto speciale di innocenza e maturità poco diffuso. La sua tecnica è impeccabile e come potrete vedere, tanto crudele quanto spettacolare nelle sue azioni. Il suo volto è molto espressivo e possiede un corpo bello e flessibile, dal quale emerge una donna interessante che sa esprimer e le sue tecniche con grande armonia. Suo padre ha messo sulle sue spalle il peso dell'eredità del sistema e lei accompagna tale decisione con un orgoglio non esente da una certa severità per l'enorme r esponsabilità. "Sono felice perché l'istruttore Chow ebbe occasione di conoscerla quando era ancora molto piccina e mi disse: Guarda Sam, lei è il futuro del nostro stile-". Il Kara Ho Kempo possiede il necessario affinché tutti gli amanti degli stili di contatto reale gli prestino la dovuta attenzione. I suoi "fratelli" del Kajukenbo o dell’Ed Parker Kenpo, non possono perdere l'occasione di volgere lo sguardo all'eredità di Chow, un uomo il cui genio e la cui ispirazione sono vivi e presenti attraverso questa linea, oggi diretta da Sam Kuoha e che Sensei Ka'imi erediterà. Due persone profonde, due Maestri da non perdere di vista, uno stile feroce e di grande interesse. Alfredo Tucci


Hawaii


Hawaii “ Secondo quando disse Kuoha, l'allenamento era rigoroso e doloroso, ma la gioia di poter apprendere sempre di piĂš rese il tutto molto emozionante.â€?


Grandi Maestri Storia del Kara-Ho Sistema di Karate Cinese Mentre il giovane William Kwai Sun Chow cresceva nelle strade prive di legge delle Hawai… le Arti Marziali diventavano progressivamente la sua più alta ambizione. Di statura piuttosto bassa, da giovane era spesso bersaglio delle angherie degli altri. A quel tempo, dunque, suo padre, un immigrante di Shanghai, Cina, e sacerdote buddista, cominciò ad insegnargli il sistema di Gung Fu della famiglia. Lo sviluppo del sistema Kara-Ho Kempo Karate Cinese… abbreviato in Kara-Ho, è un sistema internazionalmente brevettato, con tutti i suoi simboli specifici, registrato ufficialmente. Il suo sviluppo iniziò molti anni fa, ma dato che l'istruttore

Chow non aveva allievi fissi che si dedicassero alla pratica in maniera continuativa nemmeno alle Hawai, mantenne tutte le innovazioni introdotte per se stesso. Ma nel 1978 decise d’insegnare e di allenare il Gran Maestro Kuoha in tutte le sfaccettature di questo grande sistema. Secondo quando disse Kuoha, l'allenamento era rigoroso e doloroso, ma la gioia di poter apprendere sempre di più rese il tutto molto emozionante. Per Kuoha il dolore non era cosa nuova, dato che era stato cresciuto da suo padre il quale era un artista marziale ed in quanto Hawaiano era un campione di "Lua", uno stile considerato un vero e proprio spaccaossa. Fisicamente Kuoha era stato provato per tutta la sua vita ed in più l’allenamento nell’ambiente del


Hawaii


Grandi Maestri tempio era molto esigente sia fisicamente che mentalmente, perciò questa ulteriore prova con Chow rappresentò un qualcosa di normale per lui. Quanto più l'istruttore vedeva Kuoha allenarsi e praticare… tanto più voleva insegnargli quello che sapeva. Il Gran Maestro Kuoha si allenò con l'istruttore Chow con costanza fino alla sua morte nel 1987 e poi la signora Patsy Chow (la vedova dell’istruttore Chow) gli confidò che il volere del suo defunto marito era quello di vederlo continuare il suo lavoro. All’inizio Kuoha rispose negativamente… anche se tutti gli dicevano che doveva e poteva farlo ed infine ricevette una chiamata da un intimo amico e consigliere dell'istruttore Chow, dottor Ronald Perry dalle Hawai, che gli confermò il desiderio sincero del defunto Maestro. Alla fine Kuoha accettò, come si è potuto vedere nella copertina di Inside Karate con il titolo: "Kenpo s New Grandmaster: The Reluctant Grandmaster". Il certificato firmato nel 1984 davanti ad un notaio dall'istruttore Chow, con il quale si concede al Gran Maestro Kuoha il 9º Dan, ed un altro con il quale il dottor Ronald Perry certifica il 10º Dan del Gran Maestro nel 1987, sono visibili presso la Kwai Sun Company. Vi è anche una registrazione audio certificata, nella quale l'istruttore Chow parla di tutti quelli che avevano ricevuto il suo insegnamento, e nella stessa sostiene che solo uno dei suoi allievi gli era rimasto fedele… il Gran Maestro Kuoha.



Grandi Maestri Dopo la morte dell'istruttore Chow, molti istruttori di vari stili di Kenpo chiamarono l'ufficio centrale, chiedendo di far parte del sistema. Al principio il Gran Maestro Kuoha negò a tutti quelli che non facevano parte della linea del Kara-Ho… ma nel 1988 decise di aiutare altri ad ottenere la purezza dell'unico sistema fondato dall'istruttore Chow. Molte scuole vennero create negli Stati Uniti. Ma dato che il sistema di Kara-Ho non salta categorie e per ottenere una cintura nera un allievo deve lavorare duramente per guadagnarsela … molte persone mollarono. Fin dal principio, affinché un allievo potesse ottenere la cintura nera nello stile aveva bisogno di un minimo di 6/8 anni di allenamento e poi per ogni categoria di "dan" necessitava di un altro anno di pratica. A molte persone non piacque molto questo concetto del Kara-Ho e la Kwai Sun Company dovette scartare molti più istruttori di quelli che rimasero fedeli.

Gran Maestro Kuoha e questo dice tutto! Il sistema cominciò agli inizi degli anni 30 con l'istruttore William "Thunderbolt" Chow. Con tecniche rapide centrate sulle zone vitali del corpo e colpi potenti che abbattevano qualsiasi avversario in un batter d'occhio… il Maestro creò il Sistema Cinese di Kenpo di Kara-Ha Karate, il quale intorno alla metà degli anni 70 cambiò nome in Sistema Cinese di Kara-Ho Kempo Kara. Ci furono abbastanza cambiamenti nel sistema… ma alla fine tutto servì a raggiungere la meta. Si trattava di cambiamenti per un miglioramento a favore di tutti. È considerato da vari editori di riviste e da vari artisti marziali in tutto il mondo come "una delle arti più letali che esistano", basato prima di tutto sull'umiltà con l’essenza rivolta all'energia interna. Non ha un sistema di "no-hold barred"… e questo fa sì che l’allievo dipenda più dai suoi istinti… e non dal ragionamento. Si


Grandi Maestri controllano le tecniche e si insegna agli allievi a trasformare la loro mente ed il loro corpo in una macchina raffinata, pronta per il confronto. Ma non si basa solo sulla reazione fisica, ma anche su quella spirituale e mentale. Il suo sistema consiste nell’imparare varie tecniche, armi e forme durante la vita dell’allievo. Il sistema attualmente cresce con forza in un mercato cangiante, nel quale sempre più persone sono alla ricerca di un'Arte completa ed il Kara-Ho si può ben posizionare nella parte alta della lista, come uno dei sistemi più completi in termini di efficacia nel combattimento reale che sia mai stato sviluppato.

Il sistema di Kara-Ho Karate Cinese Il Capitolo Europeo Si introdusse in Inghilterra agli inizi degli anni 90, ma durò pochi anni e venne scartato dopo aver visto che ai praticanti interessavano solo le cinture. Nel 1999 quando Sensei Stephan Fabel, un allievo che aveva praticato il sistema sotto la guida di Sensei Shane Thompson (direttore regionale del KaraHo nel Montana), tornò nel suo paese


"Sono felice perchÊ l'istruttore Chow ebbe occasione di conoscerla quando era ancora molto piccina e mi disse: - Guarda Sam, lei è il futuro del nostro stile-".


“Sam Kuoha è un uomo gentile, simpatico, una persona accessibile e semplice. Il suo sguardo nasconde una luce tipica di una persona intelligente, qual è, aperta ed entusiasta del suo lavoro.”


Grandi Maestri natale, la Germania, decise di insegnarlo ad alcuni allievi. Sensei Stephan aprì una piccola scuola in corrispondenza con il suo grado (in quel periodo era cintura azzurra), e cominciò ad insegnare solo a pochi amici. Ma nonostante il basso livello di allenamento in quel periodo, la gente cominciò a rendersi conto della potenza di questo sistema. Il grado di allenamento e di insegnamento crebbe progressivamente assieme agli stimoli per continuare, in quanto Sensei Stephan migliorò la sua formazione sotto la guida del suo vecchio istruttore o recandosi ogni anno in California per allenarsi con gli istruttori più in vista. Addirittura un anno ospitò il Gran Maestro Kuoha e la sua famiglia in Germania, affinché si potesse dar vita ad un corso, dando ai suoi allievi l'opportunità di allenarsi con il migliore. La sua destrezza aumentò rapidamente e presto i pochi allievi di Sensei Stephan Fabel crebbero in numero e qualità. In quello stesso anno, due istruttori spagnoli si recarono in California per unirsi al sistema. Ambedue presero parte agli allenamenti, ma sembra che non ci fosse continuità nel loro insegnamento. Si resero conto che l’interesse era scemato ed un anno dopo Carlos, l'istruttore principale, fu destituito dal sistema per inattività.


Nell’ottobre del 2001, Sensei Bruno Rebelo dal Portogallo, un veterano con 15 anni di esperienza nelle Arti Marziali, cercò un'organizzazione forte e valida ed alla fine decise per il sistema dell’istruttore Chow. Dunque lui ed i suoi allievi divennero membri dell'organizzazione e portò subito il Gran Maestro Kuoha in Portogallo per fare dei seminari. Il Gran Maestro dedicò molto tempo per allenare Sensei Bruno ed alcuni dei suoi istruttori. Anche Sensei Stephan si recò in Portogallo per dare il suo contributo. L'allenamento era piuttosto intenso, con molte ore di ripasso ritrovando il valore di fare le cose correttamente. Anche nel maggio del 2002, il Gran Maestro, Sensei Kaími (prossima leader del Kara-Ho e figlia del Gran Maestro Kuoha) e Sensei John De Witt si recarono nuovamente in Portogallo per realizzare dei seminari e degli allenamenti per Sensei Bruno ed il suo gruppo di istruttori, e grazie al tempo dedicato e all'energia investita, avanzarono tutti nell’apprendimento molto rapidamente. È importante menzionare che, durante l'anno, Sensei Stephan non mancò di recarsi in Portogallo più volte per insegnare ed aiutare

“È considerato da vari editori di riviste e da vari artisti marziali in tutto il mondo come "una delle arti più letali che esistano", basato prima di tutto sull'umiltà con l’essenza rivolta all'energia interna.”


Grandi Maestri

“Dopo la morte dell'istruttore Chow, molti istruttori di vari stili di Kenpo chiamarono l'ufficio centrale, chiedendo di far parte del sistema.�



Grandi Maestri Sensei Bruno nelle tecniche e nelle forme. Allo stesso tempo Sensei Santiago Gutiérrez si mise in contatto con l'organizzazione. Sensei Santiago era uno degli allenatori originari ed aiutanti dello spagnolo Carlos che si recarono in California per studiare parte del sistema e voleva unirsi ancora all’organizzazione. Lui ed il suo vecchio istruttore Carlos non erano in buoni rapporti ed ambedue avevano imboccato cammini diversi ormai da più di un anno, perciò non sapeva che Carlos non facesse più parte dell'organizzazione. Sensei Santiago Gutiérrez fu accettato ancora una volta nell'organizzazione ed adesso è il direttore regionale per tutta la Spagna. La dedizione e l’impegno evidenti di Sensei Santiago sono impressionanti e crescerà con forza nella pratica di questo sistema, specialmente grazie all'aiuto di altri istruttori, come Sensei Bruno dal Portogallo e Sensei Stephan dalla Germania. Stabilire una base solida con allievi seriamente impegnati era prioritario per diffondere il sistema in Europa e ciò è già avvenuto: rimane solo da proseguire il cammino di evoluzione, e con i rappresentanti nazionali sopra menzionati, il Sistema Cinese di Kara-Ho Kempo fiorirà in Europa in un futuro molto prossimo. Per poter reperire i due libri scritti dal Gran Maestro Kuoha, si veda la pagina web.


Sifu Alfred Johannes Neudorfer e Sifu Rosa Ferrante Bannera, fondatori del Wing Tsun Universe, WTU, un movimento caratterizzato non dall'uso di tecniche, ma della qualità, gli scambi, i principi e concetti di movimento, centrano il loro primo DVD nella Siu Nim Tao (SNT) o "9 vie". La SNT è alla base del Wing Tsun, Wing Chun e WTU. La comprensione di essa è la condizione fondamentale per tutto ciò che viene dopo, perché se si guarda a come le persone eseguono le sequenze di questo movimento, si può dedurre che cosa saranno in grado di fare. Se qualcosa non va nel movimento, tutto ciò che il praticante possa sviluppare dopo sarà sbagliato. I movimenti del WTU (forme) implicano funzioni inerenti, delle quali possono deviare applicazioni. Il significato dei movimenti primari, fa che derivino in altri e che generino applicazioni basate nei principi e le interazioni che aiutano alla loro comprensione. Il WTU incorpora ugualmente un "set" extra che i suoi fondatori hanno considerato necessario, dovuto alle circostanze attuali. Il DVD include il Movimento (la forma) Siu Nim Tao, le sue 9 sequenze e le applicazioni, le sequenze 1 a 3 del primo movimento con un compagno d'allenamento (Chi Sao) e una intervista rivelatrice con i fondatori della WTU.

REF.: • DVD/WTU1

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com






Kapap

KAPAP: Jiu Jitsu israeliano - Eccellenza Eccellenza - Do o Bushi-do. La strada verso l'eccellenza Di: Avi Nardia and Ken Akiyama

Le persone fallite: pensano di sapere tutto. Le persone di successo: continuamente mettono in discussione le nozioni preconcette e imparano cose nuove. Dopo diversi anni di un intenso e costante allenamento, uno studente di Arti Marziali si sottomise a un lungo e impegnativo esame a livello fisico per la Cintura Nera. Dopo il test, lo studente si inginocchiò davanti al vecchio maestro, in attesa di promozione.



Kapap Il Maestro chiese al discepolo: "Qual è il vero significato della Cintura Nera?" Il discepolo rispose rapidamente. "La fine del mio viaggio e il premio per il mio duro lavoro." Il maestro rispose: "Tu non sei pronto per ottenere la Cintura Nera." L’anno successivo, il Maestro sottopose l'allievo alla stessa prova e gli chiese ancora una volta per il vero significato della Cintura Nera. "È un simbolo della più alta realizzazione nel nostro stile superiore di Arti Marziali", rispose lo studente arrogante. Senza emozione, l'insegnante gli disse: "Non sei ancora pronto." Dopo aver aspettato un'altro anno, lo studente tentò lo stesso esame estenuante, che fu seguito dalla stessa domanda. "Qual è il significato della Cintura Nera?" Questa volta, lo studente fece una pausa deliberata e fece un lungo respiro: "La Cintura Nera è una laurea per l'inizio di un altro viaggio mentale, fisico e spirituale. È l'inizio di uno sforzo senza fine, di disciplina e duro lavoro. La cintura simboleggia il desiderio di migliorare in tutti gli aspetti, come guerriero e come essere umana, per sempre." Un maestro di Arti Marziali deve distinguere se stesso come un leader. Oggi, vediamo molti amministratori delle Arti Marziali che gestiscono scuole e organizzazioni redditizie anche se non stanno portando i loro studenti nella giusta direzione. Purtroppo, si vedono anche molti grandi leader che non riescono a guadagnare seguaci perché non hanno competenze di gestione.



Kapap

Un maestro di Arti Marziali deve distinguere se stesso come un leader. Oggi, vediamo molti amministratori delle Arti Marziali che gestiscono scuole e organizzazioni redditizie anche se non stanno portando i loro studenti nella giusta direzione. Purtroppo, si vedono anche molti grandi leader che non riescono a guadagnare seguaci perché mancano le capacità necessarie di gestione. A livello globale, le Arti Marziali sono più e più polarizzate. Possiamo vedere gente raggiungere gli estremi in un senso o nell'altro. Molti stanno perdendo i valori della compassione e comprensione come il mondo diventa sempre più "virtuale". I media svolgono un ruolo sempre più influente nelle nostre prospettive. Una delle chiavi per essere un leader di successo è unire e mantenere i membri delle squadre adeguate. Allo scopo di fare che il KAPAP sia il sistema israeliano più importante del mondo, sto costantemente reclutando nuovi membri che stanno motivati ad unirsi alla mia squadra. Lavoro anche con i miei studenti in modo che diventino appassionato con la mia visione per il futuro del KAPAP. Ecco perché tutti i nuovi istruttori subiscono un processo di un'applicazione dettagliata e tutti i miei istruttori registrati sono tenuti a partecipare a campi di addestramento e formazione online. In questo modo possiamo garantire che lo spirito di KAPAP è coerente, in tutto il mondo.


Il KAPAP è un sistema concettuale di combattimento ravvicinato che originariamente sviluppai per la prima unità di élite del mondo nella lotta anti-terrorista. Il KAPAP è un sistema CQB che può essere adattato a qualsiasi missione: militari, di polizia o civile. Come un sistema concettuale, insegno la mia squadra come dare ai suoi allievi l'esperienza, le competenze e le qualità di un guerriero. Io preferisco mantenere il KAPAP come un sistema aperto, perché una volta che qualsiasi Arte Marziale definisce un piano specifico di studi, l'intero programma diventa in sé stesso una limitazione. Possiamo anche vedere il modo in cui le Arti Marziali che si sono sviluppate come uno sport, hanno perso parte del suo spirito originario. Ad esempio, il Judo è un'Arte Marziale estremamente potente, ma lo sviluppo del Judo come sport ha richiesto l'omissione di atemi waza (colpi). Questo non è però una critica al Judo, perché l'evoluzione del Jujutsu al Judo diede luogo anche a un grande sviluppo e la diffusione delle Arti Marziali. Comunque, essendo il KAPAP un sistema inteso per le applicazioni di combattimento, non possiamo permetterci di omettere alcuni attrezzi dalla nostra scatola. In tal modo, mentre effetuiamo periodicamente sessioni d'allenamento in base alle regole di Judo, la definizione di KAPAP significa che, a lungo termine, non perderemo di vista il nostro scopo originale di auto-difesa senza regole.


Kapap

“Il KAPAP è un sistema concettuale di combattimento ravvicinato che originariamente sviluppai per la prima unità di élite del mondo nella lotta anti-terrorista.”



Kapap “In KAPAP, riteniamo che sia meglio lavorare con 4 quarti che con 100 centesimi, e talvolta dobbiamo respingere gli istruttori che non riescono a rispettare i nostri standard.” “Per alcune persone, il KAPAP è un sistema molto semplice di studio, e per altre è qualcosa di impossibile. La differenza viene determinata dal cuore e la mente del discente.”

Per alcune persone, il KAPAP è un sistema molto semplice di studio, e per altre è qualcosa di impossibile. La differenza viene determinata dal cuore e la mente del discente. Un individuo che non capisca la morale, il lavoro di squadra e il rispetto, troverá il KAPAP come il sistema più impossibile e doloroso di imparare. D'altra parte, quelli che abbiano una buona energia e studino KAPAP per le giuste ragioni, goderanno di essere membri di una famiglia di classe mondiale, bene informati e artisti marziali professionisti. In KAPAP, riteniamo che sia meglio lavorare con 4 quarti che con 100 centesimi, e talvolta dobbiamo respingere gli istruttori che non riescono a rispettare i nostri standard. Anche se noi possiamo essere pazienti coi nostri studenti, io sempre mi aspetto che la mia squadra per istruire altri, dimostrino la professionalità, l'eccellenza, e lo spirito di lotta per non abbandonare mai. Riconosciamo i nostri membri del KAPAP team che progrediscono con successo attraverso tutti e quattro i livelli come istruttori Kapap, mediante la concessione delle cinture nere. Dal punto di vista del principiante, il KAPAP è il sistema più veloce, più intuitivo e facile. Forse non ci sono cinture perché spesso gli studenti non possano allenarsi più di un fine settimana o un mese. Tuttavia, ai membri della squadra che sono impegnati per mesi e anni di pratica a perfezionare le proprie competenze e svilupparsi in tutti gli aspetti del KAPAP, li onoriamo con le cinture. Quando io promuovo uno studente a Cintura Nera di KAPAP, la Cintura Nera rappresenta anche il Jiu Jitsu israeliano. Io guido il KAPAP israeliano Krav Maga come il fondatore; simboleggiato dalla cintura azzurra e bianca. Oltre ad essere un leader nelle Arti Marziali Israeliane, sono anche Cintura Nera di Judo, Jujutsu giapponese, Brazilian Jiu Jitsu e più ancora. Ho anche chiesto Ken Akiyama di indosare la cintura azzurra e bianca, giacché lui è secondo a me nel comando di KAPAP. Come il KAPAP continua crescendo in tutto il mondo, sono lieto di vedere che le tecniche del Kapap continuano ad apparire in altri sistemi di Arti Marziali israeliane. In definitiva, il nostro obiettivo è quello di educare il pubblico e fare che le persone si sentano più sicure. Benché pensi che sarebbe meraviglioso di vedere a tutti gli istruttori raggiungere gli standard della mia accademia, ancora sono molto lieto di condividere le mie conoscenze col fine di correggere errori mortali di istruttori di qualunque affiliazione. Nel 2017, la mia squadra porterà a termine un percorso per le scuole di Krav Maga in tutto il mondo, intitolato "Errori fatali di Krav Maga." Attraverso questo progetto e altri, speriamo di salvare vite umane, migliorando lo stato generale del Krav Maga e le Arti Marziali moderne, in generale. La mia accademia può essere contattata per ulteriori dettagli a www.AviNardia.com.






Kata marziali o sportivi La mia esperienza professionale come docente e competitore per molti anni nel campo dei Kata, mi ha spinto a raccogliere degli appunti sulla loro storia e sulla loro evoluzione, che risale approssimativamente a tre secoli fa. È un racconto, una leggenda o, al contrario, è un fatto assai discusso? Questa versione sembra essere la più diffusa ed estesa durante il XIX secolo in tutto il Giappone; in quel periodo un Maestro che veniva dalla Cina e che doveva fungere da ambasciatore culturale ad Okinawa, chiamato Kushanku, creò alcuni esercizi che rappresentavano delle forme rivolte alla difesa personale; questo Maestro ci lasciò un Kata conosciuto con il nome di KANKU nella Shotokan, KOOSOKUN nella Shitoryu,ma anche altre scuole onorano il suo nome. I Kata sono “un libro” d’insegnamento, di trasmissione orale, in essi si possono trovare i principi basilari, la tradizione, lo spirito. Mantengono anche le differenze tra le differenti scuole, proprie di ogni stile; osservando un allievo r ealizzar e un Kata, possiamo dir e senz’ombra di dubbio a che stile di Karate o a che scuola appartiene.


Karate-do


“Tutti i Kata hanno un nome e dunque un significato, che fa riferimento al loro creatore oppure al loro contenuto; a seconda se siano di SHURI, di TOMARI o di NAHA, varia il modo di realizzarli o il loro significato.�


Karate-do “En Okinawa -desde el siglo XVII hasta mediados del XXse consolidó la estructura de las Katas”

“Tutti i Kata hanno un nome e dunque un significato, che fa riferimento al loro creatore oppure al loro contenuto; a seconda se siano di SHURI, di TOMARI o di NAHA, varia il modo di realizzarli o il loro significato, ma non i nomi, ed inoltre variano, forse, a seconda della loro origine cinese o meno o dell'interpretazione degli ideogrammi del Kanji o Harakana.”

L

e origini dei Kata sono Cinesi, ma non si sa con certezza se furono proprio i cinesi a portarli ad Okinawa, o se furono gli Okinawensi a studiarli in Cina e ad esportarli poi ad Okinawa; precisamente nello stile Shito Ryu della scuola del Maestro Hayashi, esistono Kata di origine diretta dello stile di Kung Fu della Gru Bianca, così come il Kata HAKKAKO. Si sono studiati una moltitudine di documenti e di scritti dell'epoca ed in particolare un documento scritto dal Maestro OGURA, nell'anno 1940, nel quale appaiono alcune foto del Maestro Ryusho Sakagami, allievo del Maestro Kenwa Mabuni (fondatore dello stile Shitoryu) e discepolo, come Gishin Funakoshi, del Maestro Itosu. I Kata furono strutturati ad Okinawa tra il 1600 e il 1950; all'inizio venivano imparati da una sola persona, che li allenava, li perfezionava e poi li trasmetteva ad un familiare di ascendenza diretta, oppure al suo primo discepolo. Poteva anche accadere che un Maestro conoscesse solamente un Kata e lo sviluppasse per tutta la sua vita, da cui il detto “Un Kata, una vita”. Qui possiamo vedere la chiara differenza con l'attuale lista Kata da competizione delle differenti scuole. A partire dal 1700, i Maestri di Okinawa SAKUGAWA e MASTURBARU cominciarono a strutturare i Kata conosciuti e a crearne altri di nuovi. Il Maestro Gishin Funakoshi fu allievo del Maestro Itosu, ma si allenò anche con il Maestro Azato; a quell’epoca le scuole erano molto meno chiuse di oggi. Avendo realizzato una sintesi dello stile, Funakoshi cominciò a far conoscere i suoi insegnamenti nel seno della Shotokan, che in origine era il nome del suo Dojo, chiamando il suo stile Shotokai, che col passare del tempo divenne per l’appunto Shotokan. Durante questo periodo di cambiamenti del Karate, il Maestro Funakoshi insegnò una quindicina di Kata, tra i quali si trovano i cinque Heian. Si può dire con certezza che i Kata Pinan, che Funakoshi insegnò ai suoi allievi, erano gli stessi che il Maestro Itosu creò ed insegnò. Così l'origine dei Kata attuali nella Shotokan, siano Pinan o Heian, risalgono al Maestro Itosu, che è il vero padre del Karate moder no, mentre il Maestro Funakoshi fu il suo maggiore allievo ed il


Karate-do diffusore del suo stile. Questi Pinan, in primo luogo, furono costruiti a partire da un Kata chiamato KUSANKU, che servì come punto di partenza per un lavoro frazionario. La Japan Karate Asociation (JKA) non ha il monopolio della Shotokan, come vogliono farci credere. Numerosi esperti dello stile di Funakoshi insegnano il suo metodo senza appartenere alla (JKA), in quanto questa risulta essere troppo settaria. Citeremo tra gli altri i Maestri Egami, ormai defunto, Oshima, Kanazawa, Ubota, Murakami, Harada. Ciò che differisce abbastanza è il numero attuale di Kata, derivanti dalle differenti tendenze o linee all’interno della scuola di Shotokan: approssimativamente 45 Kata superiori. Questi Kata subirono una serie di variazioni, influenzati dalla strutturazione dell'allenamento, così come dalla militarizzazione dell'insegnamento. Tutti i Kata hanno un nome e dunque un significato, che fa riferimento al loro creatore oppure al loro contenuto; a seconda se siano di SHURI, di TOMARI o di NAHA, varia il modo di realizzarli o il loro significato, ma non i nomi, ed inoltre variano, forse, a seconda della loro origine cinese o meno o dell'interpretazione degli ideogrammi del Kanji o Harakana. Così come c’erano due tipi di Kung Fu, quello dei Mandarini e quello del popolo, vale a dire quello del Nord e quello del Sud, questa stessa influenza

ci fu ad Okinawa, dove esisteva una classe dominante, quella del Re e della nobiltà, che risiedeva nella città di SHURI, ed un’altra, quella dei commercianti e degli studenti, che risiedeva a NAHA, ed infine quella dei pescatori e dei contadini, che risiedevano a TOMARI. Tenterò di fare alcune considerazioni sui nomi di alcuni di essi: BASSAI DAI, il suo nome deriva dalla Cina, il creatore è sconosciuto, ed il suo significato, come per il Bassai Sho, è “penetrare la fortezza”. C’insegna a cambiare da una posizione svantaggiosa ad un’altra più operativa; fu introdotta ad Okinawa dal Maestro OYADOMARI. • ANANKO: Luce del Sud o Pace dal Sud. Venne importato dall'Isola di Taiwan ad Okinawa, nell'anno 1890, dal Maestro Chyutoku Kyan. • CHINTEI: Che significa Mani Invincibili. Misterioso, è un Kata che passò dalle mani di Matsumura Bushi a quelle del Maestro ITOSU. Questo Kata si pratica per difendersi dagli attacchi della lancia; un’altra delle tecniche caratteristiche è l’attacco agli occhi con le dita. • CHINTO: Il suo significato è Combattere verso l’Est, o Gazza su una Roccia, fu creato dal Maestro Matsumura Bushi, a partire dagli insegnamenti di un marinaro cinese, chiamato Chinto, naufrago nell'Isola Ryu Kyu. • GOJUSIHO (Sho e Dai) (Useishi), significa 54 Passi. Questi passi o


“Questi Pinan, in primo luogo, furono costruiti a partire da un Kata chiamato KUSANKU, che servì come punto di partenza per un lavoro frazionario.”


movimenti sono realizzati per rappresentare un uomo ebbro. • JION: rappresenta il suono del tempio o il nome di quel Tempio buddista chiamato JION-Ji, o del monaco Jion; il che vuol dire che fu introdotto da un monaco relazionato con il Tempio. Si relaziona con lo stile Shurite, anche se è creazione di TOMARITE, assieme a JIIN e JUTTE. • JIIN: Significa Terreno del Tempio ed il nome di un santo. È un Kata di Tomari, le cui tecniche più famose sono i blocchi con il palmo della mano. • JUTTE: significa Mani del Tempio o 10 Mani, ci rivela che colui che lo padroneggia, ha l'efficacia di 10 uomini. Lavora la difesa contro armi, soprattutto negli attacchi frontali. • JUROKU. Significa 16 Passi. • KUSHANKU; KANKU; KOSOKUN SHO o SIHO KOOSOKUN: Significa Guardare il Cielo o il nome di un insieme cinese dell'ambasciata. Di origine Cinese, portato da un Maestro chiamato Ku SHANKU intor no al 1760. Fu poi modificato in due versioni, DAI e SHO ed il Maestro FUNAKOSHI ne creò uno a partire da questo stesso Kata chiamato KANKU. • MEIKYO (ROHAI), SHO, NI, SAN: significa Specchio dell'Anima, Specchio Pulito, Visione di una Gazza Bianca. È di Tomari, di origine cinese, fu portato ad Okinawa dal Maestro

SAKAGURA. La sua tecnica più famosa è la posizione della Gru, usata per deviare un calcio e cambiare il peso del corpo per realizzare altri attacchi. • NAIHANCHI (TEKKI): Significa Combattere nel Proprio Terreno, o Cavallo di Ferro. Si pensa siano più antichi dei Pinan o dei Heian. Si usavano per rafforzare le gambe ed imparare a concentrare la forza dell’Hara. • NISEISHI: Significa 24 Passi. Si ignora il suo creatore così come la sua origine; per la sua notevole somiglianza al Kata UNSYU, si può dire che appartenga alla scuola di ARAGAKI. • PAPUREN: significa 8 Passi nel Tempio. • SAIFA: significa Visione di una Gazza Bianca. • SANSEIRYU: Significa 36 Passi. • SEISAN (HANGETSU). Significa 13 Mani o Luna Crescente. È uno dei Kata in uso più antichi. Esistono due versioni molto

differenti. La versione di Naha, con tecniche influenzate dallo stile cinese, e la versione di Shurite, che ebbe una sua specifica evoluzione. • Apparve ad Okinawa, intorno al 1700. La sua principale caratteristica è che le tecniche vanno in gruppi da tre. Introdusse una difesa contro attacchi di Kin Greri ai testicoli. • SEIENCHIN: Significa la Calma nella Tempesta, o la Tempesta nella Calma. • SEIPAI: significa 18 Tazze. • SEIRYU: Salice Verde. • SOCHIN: Il Grande Premio e L'anziano che combatte, secondo Goju Ryu e Shitoryu, mentre secondo Shotokan significa Preservare la Pace. • SHIMPA: significa Nuova Rottura. • TAYKYOKU: forma base. • TEN NON KATA: Kata del Cielo. • TENSYO: Cambio di Mani. • USYU (UNSHU): significa Mani nelle Nuvole o che Separano le Nuvole. È un Kata molto antico e di origine incerta. Il Maestro Funakoshi lo


Karate-do menziona nel libro “RyuKyu Kempo Karate”. • WANKA (MATSUKAZE): Significa Corona del Re, Vento nel Pino. È un Kata di Tomari. Si caratterizza per una successione concatenata di tecniche di attacco e di difesa con uno sguardo molto penetrante... poderoso. In Goju Ryu, ci sono 13 Kata differenti, 18 nello stile Shorin Ryu, 17 nella scuola Ashihara, più di un centinaio nella scuola Shitoryu, a seconda della linea di ogni Maestro, in quanto, come ogni praticante di Karate sa bene, la scuola di Karate Shitoryu è stata influenzata dai tre stili più caratteristici di OKINAWA, vale a dire: SHURITE, anche chiamato SHORIN, che si sviluppò nella città di Shuri, basato sul lavoro autoctono della zona, chiamato “TE”, e sulla scuola della sciabola “Jigen Ryu”. Lo stile SHURITE ha la personalità dei suoi Maestri; i l suo

studio e la sua struttura fanno capo al Maestro SOKUGAWA (1733-1815), che si recò spesso in Cina per imparare le differenti tecniche dei suoi stili di lotta. Creò l’Okinawa Te, stile proprio di Okinawa, mescolando con il KENPO cinese le forme autoctone dell'Isola. Creò anche i “DOJO KUN”, i precetti fondamentali del Dojo. Il suo allievo diretto, MATSUMURA Bushi, creò il Kata KUSANKU, ed aggiunse ai suoi insegnamenti i Kata NAIHANCHI, PASSAI, SISAN, CHINTO, GOJUSIHO e HAKUSURA. Si sviluppò nella Shorin Ryu, che a sua volta diede luogo alla Shotakan Ryu, alla Kobayashi Ryu e alla Shito Ryu. L'altra linea è quella di TOMARITE, abbastanza simile allo stile di SHURITE, ma la sua radice si trova nello stile inter no cinese, dando grande importanza alle tecniche di gambe, ai salti acrobatici, alla velocità e all'agilità. Venne influenzato anche da altri stili, anche se ha suoi Kata, come WANSYU, ROHAI, WANKAN, ANANKO. Più tardi, si svilupparono le altre versioni di ROHAI (Shodan, Nidan, Sandan) ed il Kata CHINTO dalla Cina. Infine, lo stile NAHA, chiamato anche SHOREI, il cui lavoro si basa in A sinistra: il Maestro Yamashita esegue uno dei Kata essenziali dello stile Goju Ryu, San Chin. Tutta l’energia si concentra sul Tandem e l'attenzione su una profonda respirazione.


Il Maestro deve correggere le posizioni nei dettagli. Le forme sono l'essenza di un corretto contenuto. Indossando l’uniforme della scuola Isshin Ryu, il Maestro Cantore, attuale Soke del Shinshinkan, corregge la sua allieva Yasuhara, principale istruttrice della scuola.


Karate-do

“Ciò che differisce abbastanza è il numero attuale di Kata, derivanti dalle differenti tendenze o linee all’interno della scuola di Shotokan.”

linea di principio sugli esercizi e sulla respirazione, vantaggiosi per la salute, come i Kata, i Sanchin, i Sanchin Tensyo, i Seienchin e molti altri. L'influenza cinese nello stile NAHA TE è molto forte, come si può notare nei Kata SEISAN, SA CHIEN appartiene allo stile del Drago, SEISAN, JITTE, SEIPAI, USEISHI (GOJUSHIHO), allo stile della Tigre o del Cane e SUPARIMPEI, che appartiene allo stile del Pugno del Monaco. Assieme a questo elenco di Kata, non si possono dimenticare quelli apportati dal Maestro KENWA MABUNI, come AOYAGI, MYOJO, JYUROKU, MATSUKAZE, SHINSEI (questo Kata è basato su di uno molto più antico chiamato WAKAN), e SHINSEI, oltre ad alcuni altri di origine cinese. Così, quindi, nello stile SHITORYU confluiscono i Kata delle differenti città e stili menzionati, Da SHURI derivano i cinque PINAN, NAIHANCHIN: SHODAN, NIDAN, SANDAN, KUSANKU KANKU o KOOSOKUN DAI, SHO, e NIHON KOOSOKUN. CHINTO, chiamato GANKAKKU nella Shotokan. WANSYU, chiamato ENPI nella Shotokan. PASSAI o BASSAI, SHO e DAI. GOYUSIHO SHO e DAI o USHESI, ANANKO, WAKAN o SIOFU. Da TOMARI, abbiamo tre Kata originari, della linea del Maestro ARAGAKI, o NIIGAKI (linea di YARA, TOGUCHI e CHOTOKU KYAN); questi Kata si chiamano SOOCHIN, NISHEISHI o NIJUSIHOSHO, e UNSYU; così come JION, JITTE, JIIN, TOMARI NO BASSAI, oltre ad altri di origine cinese come: NIPAIPO, HAFFUA, PAPOOREN.


Karate-do Da NAHA ci arrivano dal Maestro MIYAGI di GOJU RYU, i seguenti: SANCHIN, TENSYO, SAIFA, SEIENCHIN GAKKI SAI DAI, ICHI, NI, SEISHAN, SHISOOCHIN, KURURUNFA, SEIPAI, SANSERU, SUPARIMPEI, chiamato anche IBARIMPA e PECHURIN. Nella prima tappa è importante sottolineare che le posizioni di Shotokan erano molto alte, come nello stile Goju Ryu, le tecniche non erano così numerose, si trattava in sostanza di una forma di difesa che comprendeva una trentina di movimenti concatenati; possiamo definire come Kata base SANCHIN, Kata di respirazione e di forti posizioni (SANCHIN DACHI), e come Kata più superiore di questo stile possiamo identificare senz’ombra di dubbio SUPARIMPEI o PECHURIN, pronuncia dei caratteri cinesi che si diede ad OKINAWA; questi caratteri cinesi rappresentano il numero 108. Esistono due differenti teorie, una di esse connessa al buddismo, la quale preconizza le 108 passioni e desideri terreni. L'altra che dice che erano 108 i Maestri che crearono il suddetto Kata; ma l'unica cosa che è stata trasmessa è il suo nome. Questo Kata arrivò dalla Cina ad Okinawa più di un secolo fa. Sembra più che una pura coincidenza, il fatto che un numero di stili di lotta cinesi fossero in consonanza con gli insegnamenti dei più anziani saggi del Sud dell'India, che dicevano che ci fossero 108 punti vitali nel corpo umano particolarmente vitali per attaccare. Tuttavia i maestri dello stile Goju Ryu, come il Sifu HUNG di Taiwan

“Come Kata più superiore di questo stile possiamo identificare senz’ombra di dubbio SUPARIMPEI o PECHURIN, pronuncia dei caratteri cinesi che si diede ad OKINAWA.”



Kata (Maestro dell'Arte morbida cinese), sostengono che ci siano più di 108 punti vitali, affermando che ne esistono approssimativamente 350 e che tali punti fluttuano durante il giorno, a seconda della stagione e dell'atteggiamento mentale dell'individuo. I differenti Kata si insegnano seguendo dei modelli fissi a mo’ di coreografia, con differenti posizioni, movimenti, colpi e la combinazione molteplice di attacchi e difese, nell’ambito di un tempo approssimativo di 1 minuto o più. Ogni dettaglio dei diversi movimenti viene insegnato agli allievi novellini, fino a giungere alla perfezione tecnica di ognuno di essi nelle diverse sequenze e direzioni: avanti, indietro, destra sinistra, diagonale destra e sinistra, fino a tornare al punto di partenza; tutti questi movimenti si sviluppano in una direzione e poi si ripetono nel lato opposto, conservando una simmetria, all’interno di quello che chiamiamo l’“ENBUSEN”, cioè la linea di esecuzione dei Kata. È anche importante non trascurare il Timing, il focus, l'equilibrio, la respirazione, come punti importanti da sviluppare nella “performance” tecnica dei Kata. Oggigiorno, nelle competizioni, nei campionati di Kata non vi è un avversario contro il quale lottare, vi è solamente l'esecutore, anche se l'analisi del Kata (Bunkai) si realizza con uno o più avversari. Precisamente, per quanto

concer ne il BUNKAI, l'attuale Federazione Mondiale di Karate (FMK) lo ha incluso nel nuovo regolamento delle competizioni di Kata; ma questo accade ormai da vari anni nella World Karate Confederation (W.K.C.), presieduta dal tedesco dott. FRIZT WENDLAND. Tutti i movimenti e i gesti si realizzano in modo volontario, in una forma codificata e stabilita previamente, in definitiva non esiste interazione tra i diversi karateka che competono; si può considerare uno Sport Psicomotorio. Si ricevono punti e quindi si vince a seconda dell'aspetto tecnico della performance, per la pulizia, per l'arte e per la personalità con cui si realizza. Invece la modalità di Kata a squadre può essere classificata come uno Sport Socio-motorio di cooperazione; la principale caratteristica è l'interazione con i compagni che compongono la squadra, anche le azioni per le quali si ricevono i punti vengono stabilite precedentemente, sono quindi da realizzare obbligatoriamente. Perciò il Kata, come sport, è un'espressione artistica di coordinazione di gesti stabiliti in un terreno codificato. Attualmente esistono competitori di Kata più tecnici, più potenti, ma anche più teatrali, che danno priorità alla messa in scena, piuttosto che allo spirito intrinseco dei Kata. Perciò si realizzano diversi tipi di allenamenti, per cercare di migliorare i risultati in una competizione, come:


Karate-do


• Allenamento lento e teso per migliorare e comprendere meglio la tecnica. • Allenamento basato sulle posizioni dei Kata. • Allenamento dei Kata realizzando solo tecniche di braccio. • Allenamento dei Kata in gruppo di tre persone, in modo tale che, mentre una realizza il Kata, l'altra si prepara nell’attesa del suo turno e la terza realizza mentalmente il Kata.

• Allenamento dei principi dei Kata e dei rituali del saluto. • Allenamento mentale e di concentrazione dei gesti, i quali posso essere negativi se sono troppo espressivi e, quindi, finire per non trasmettere niente. • Allenamenti di Kata che non sono necessariamente competitivi, che presuppongono un lavoro più arduo e completo, come, per esempio, se si vuole lavorare sulla


Il Gran Maestro Miguel Angel EstablĂŠs.


l Maestro Jose María Martin “Mabuni”, coach della squadra spagnola di Karate, esegue movimenti di un Kata superiore della sua scuola Shito Ryu.


Karate-do

respirazione e sul metodo per controllarla, dobbiamo lavorare SANCHIN con i suoi due tipi di respirazione, quella nasale e quella addominale; se vogliamo invece lavorare allo stesso tempo sulla respirazione e sulle tecniche di mano aperta, dobbiamo praticare il Kata TENSYO; se vogliamo infine lavorare sulla velocità e sulla potenza, dobbiamo prepararci sul Kata JION. Nei diversi Campionati Mondiali si può notare una chiara differenza tra i Kata realizzati dai componenti delle squadre europee e quelli realizzati dai giapponesi; c'è una gran disparità di criteri circa il loro significato profondo. I giapponesi si focalizzano soprattutto sulla concentrazione, sui cambiamenti di ritmo e sui concatenamenti, mentre gli europei insistono sulla potenza, sulla velocità, sull’espressività del volto, senza trasmettere lo spirito profondo del Kata. Secondo determinati criteri di alcuni Maestri giapponesi non si riesce a capire come si metta tutta questa enfasi nella ricerca costante della potenza, quando tale attitudine non fa che accelerare il ritmo cardiaco, fatto questo per nulla positivo; inoltre nel Budo, in Giappone, ci si allena da un’età molto precoce fino ad età molto avanzate, ed è impossibile per un anziano stressarsi fisicamente in quel modo. Da un punto di vista più scientifico e medico, è indubbio che simili accelerazioni cardiache possono essere pericolose. L'ipertrofia cardiaca è in agguato nel caso di ripetizioni intensive, soprattutto per i giovani. Anche se c'è un punto d’incontro tra le due accezioni: • Concentrazione della forza nel momento preciso.



Karate-do • Fluidità dei movimenti. • Buona tecnica di base. • Movimento fluido dei piedi (UNSOKU), il modo di spostare i piedi. • Realizzazione all’interno delle linee d’esecuzione del Kata (EMBUSEM). • Lo sguardo (CHAKUGAN), (METZUKE). • Lo spirito di lotta (KIHAKU). • La conclusione perfetta in stato di allerta (ZANSHIN). In conclusione, indicheremo alcune direttrici che sorgono dopo numerose comparazioni che abbiamo potuto realizzare; il lavoro eccessivamente basso non è necessario, è meglio una postura solida, stabile, con una buona presa di coscienza dell’“HARA”. È molto importante lavorare sulla rapidità e sulla fluidità dei movimenti, così come sul loro concatenamento e sul marcare correttamente le pause respiratorie, che corrispondono alla concentrazione. Non si devono dimenticare i cambiamenti di ritmo, che permettono nelle fasi lente un certo recupero. Oltre a questo, migliora l'estetica e l'atteggiamento mentale del praticante. Tornando alle loro origini, per quanto concerne i Kata come Arte Marziale ci furono delle innovazioni tecniche apportate da alcuni Maestri; fu il figlio di Gishin Funakoshi, Yoshitaka, ad introdurre il calcio laterale (Yoko Geri), e le posizioni più basse; praticò intensamente il Kenjitsu, la versione più guerriera del Kendo attuale. È in questo preciso momento che si ha l'evoluzione fondamentale. In effetti nel Kenjitsu, le posizioni sono più basse, potenti e stabili; questo perché in quest’Arte Marziale si pratica con sciabola vera (Katana) o con sciabola di legno (Bokken), ambedue estremamente pericolose. Yoshitaka Funakoshi volle introdurre determinate tecniche di sciabola, perché pensava che esse permettessero di rafforzare lo stile, dandogli una stabilità ed un'immagine di potenza. Questa immagine di potenza, questa tendenza alle posizioni basse, si accentuò ancor di più quando il Karate venne esportato negli U.S.A. e in Europa. Gli occidentali, amanti dell'esotismo, aumentarono di molto queste caratteristiche, per portarle all’esagerazione che oggi giorno conoscono bene tutti coloro che amano la buona Arte.

Le tecniche di gambe si realizzano normalmente in forma di “KEAGE” (frusta), più che in KEKOMI (penetranti). L’espressività del volto e quella in relazione con la respirazione, manifestata in forma esagerata dovrebbe essere sanzionata, ad eccezione di quella relativa ai Kata respiratori, come SANCHIN, SANCHIN TENSYO. Il volto deve riflettere una certa serenità, garanzia della pienezza di spirito dell'individuo. Il Kata deve rappresentare più una forza interiore che una dimostrazione sontuosa di potenza fisica. La moltitudine di versioni e di interpretazioni dei Kata sconcertano lo spirito cartesiano degli europei. I nostri allievi vogliono una versione più chiusa e definitiva dei Kata, ma ogni Maestro giapponese la insegna in modo differente: questa è la prima difficoltà; la seconda è la loro evoluzione nel tempo, in quanto determinati gesti subiscono variazioni da un anno all'altro. In terzo luogo, in Giappone un determinato istruttore presenta un Kata in differenti versioni, in funzione del grado e dell'atteggiamento mentale dell'allievo. Dunque, arriveremo a vedere alla fine di questo cammino, m o l t e v e r s i o n i e d i n t e r p re t a z i o n i t o t a l m e n t e opposte. In Oriente, questo fatto non ha molta importanza, perché la tolleranza esiste nella forma; mentre in Occidente, in qualsiasi Paese, una giuria di una regionale e quella di un’altra, stabiliscono criteri completamente differenti: sono d’accordo solo su un punto, sulla severità nell'aspetto tecnico, cercano una piccola mancanza nell'esecuzione del Kata e tengono conto dell'esecuzione in generale. È estremamente deplorevole che in Occidente si cerchi solamente la parte negativa, vale a dire l'errore, più che essere influenzati dalla forza interiore che emana un Kata, attraverso la concentrazione, il controllo della respirazione, lo sguardo, il vissuto, la velocità, il ritmo, la stabilità, la potenza, il concatenamento dei movimenti ed una buona tecnica di base: tutti aspetti importanti nell'esecuzione di un Kata. Per concludere questo articolo vogliamo sottolineare il fatto che il Karate di ognuno di noi, in un senso pieno e completo, è un cammino, una via di superamento, e non solamente una tecnica: stiamo parlando del Karate come il “DO”.

“Il Karate di ognuno di noi, in un senso pieno e completo, è un cammino, una via di superamento, e non solamente una tecnica: stiamo parlando del Karate come il “DO”.”



Un praticante Kali guarda un attacco come un pugno, non tanto come un attacco, ma come un obiettivo che viene offerto e deve essere distrutto sistematicamente attraverso immobilizzazioni e attacchi. Questo non è troppo lontano dal modo di pensare di Kyusho tranne che le strutture sulle quali puntiamo sono inter ni e non ester ni. Così aggiungendo l'arte più esterna più del Kali e il Trapping, stiamo influendo in una gamma ancora più ampia nella stasi umana. Kyusho è uno studio dell'anatomia umana, non è un Arte Marziale (anche se potrebbe ed è stato evidenziato come uno di loro), ma il suo utilizzo con o in un Arte Marziale è naturale, e aggiunge una maggiore dimensione. Così può essere integrato facilmente ed efficacemente in qualsiasi stile di Arte Marziale. Il praticante Kali armato con la conoscenza di Kyusho può portare la pratica del Kali ad una prospettiva completamente più profonda. In questo secondo volume vi mostreremo gli obiettivi inerenti o possibili de Kyusho nella testa, utilizzando le azioni delle stesse trappole di braccio che appaiono sul primo DVD. Un lavoro di collaborazione del Maestro di Kali Raffi Derderian e il Maestro Evan Pantazi.

REF.: • DVD/KYUSHO 25

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com


Grandi Maestri Lasciare un'eredità Grandmaster John Pellegrini

Non troppo tempo fa, stavo leggendo un libro molto inter essante su come le azioni, le invenzioni e le decisioni di alcuni individui hanno influenzato la nostra vita e perfino cambiato il corso della storia. Una delle tesi presentate era che, nel corso dei secoli, ci sono voluti un numero relativamente piccolo di persone a cambiare la vita di miliardi di esseri umani. Un altra era l'affermazione controversa che la maggioranza delle persone che hanno vissuto su questo pianeta non hanno lasciato alcuna traccia visibile della loro esistenza, non nel senso che non avessero fatto alcun contributo (benché possa argomentarsi che molti in realtà non l'hanno fatto), ma nel senso che loro abbiano lasciato "un'er edità" materiale o significativa di qualsiasi tipo. a prima asserzione è assolutamente vera e si può dimostrare facilmente, basta pensare come sarebbero le nostre vite senza l'elettricità, la penicillina o gli aeroplani. Come sarebbe il mondo se Hitler avesse vinto la guerra? E se Bill Gates avesse scelto la scuola culinaria? Se Colombo avesse deciso di rimanere a casa? Sono sicuro che si può pensare in alcune centinaia di quegli esempi, casi nei quali, una decisione (giusta o sbagliata) cambiò la storia, o una scoperta o una invenzione migliorò improvvisamente la qualità di vita di milioni di persone. La seconda affermazione, tuttavia, non è tanto semplice e richiede una profonda analisi filosofica. All'apparenza sembra certo che la maggioranza della gente comune non lascia dietro lasciti eccezionali o notevoli. In tutti i campi dell'attività umana, possiamo pensare in fretta ad alcuni individui che hanno lasciato dietro

L


Combat Hapkido


Grandi Maestri un'eredità indelebile, fatto un contributo immenso o rivoluzionato un settore particolare. Le arti, le scienze, la religione, la politica, la tecnologia, il divertimento, lo sport, e quasi tutte le aree dell'attività umana, hanno visto l'apparizione di alcuni individui molto speciali i cui lasciti sono diventati virtualmente immortali. Ad esempio, se si pensa alla musica, possono venire in mente Beethoven, Mozart, The Beatles, Michael Jackson, Elvis Presley, Luciano Pavarotti o Stevie Wonder, a seconda del vostro gusto particolare, e, naturalmente, potremmo citare alcuni centinaia di più. Ma pensate a quanti milioni di persone in tutto il mondo hanno appreso a suonare uno strumento o tentato di diventare cantanti negli ultimi secoli e capirete il punto. C'è un motivo per cui, quando si pensa ad alcun campo particolare, certi nomi vengono in mente: Giulio Cesare, Platone, Leonardo da Vinci, Winston Churchill, Michelangelo, Shakespeare, Abraham Lincoln, Albert Einstein. Questo perché la sua eredità innegabile è ancora con noi e probabilmente ci sarà sempre. Ma c'è molto di più oltre queste osservazioni ovvie sul concetto di "lascito." Si può sostenere che ci sono diversi tipi di eredità e, in una certa misura, quasi tutti le persone lasciano almeno una traccia che può essere vista come il suo lascito personale, anche se non si estende oltre i confini della loro famiglia o piccola comunità. Ma è possibile che quelli che postulano quell'opinione stiano confondendo il fatto di lasciare una "memoria" (anche se eccezionalmente


Combat Hapkido “E cosa succede con le Arti Marziali? Abbiamo i veri, legittimi lasciti ai quali possiamo puntare? La risposta, anche se forse in questo caso un poco parziale, è un enfatico sì!”

“La vera essenza delle Arti Marziali è radicata nelle eredità lasciate a noi dai vari Fondatori. E più tardi, nel corso dei secoli, i contributi (ancora una volta, alcuni tangibili, altri più esoterici) fatti da pionieri coraggiosi, innovatori creativi, autori, campioni senza paura e famosi Maestri che si sono basati sui lasciti dei Fondatori e, a sua volta, si sono convertiti in nuovi lasciti da se stessi.”


Grandi Maestri buona), con la creazione di un lascito. Si potrebbe anche argomentare che il fatto di avere bambini costituisce in se stesso un lascito e, in un senso, è vero. Alla fine, i nostri figli sono la traccia più tangibile della nostra esistenza che ognuno di noi può lasciare dietro, e la maggioranza dei leader delle Arti Marziali che hanno dedicato seriamente la sua vita alle Arti, desiderano che i suoi figli seguano i suoi passi e continuino il suo lascito. Ma quello, benché sia qualcosa di più comune nelle culture asiatiche, raramente accade nelle società occidentali. E posso offrire la mia storia personale come un perfetto esempio: mio unico figlio, Frank, sta nell'Università di Wisconsin studiando per diventare un medico. Quando Frank aveva 5 anni l'ho messo in un programma di Taekwondo in una delle nostre scuole affiliate. Dopo un paio di interruzioni nella sua formazione dovuto ai nostri traslochi, si è iniziato nel Combat Hapkido, lo stile che ho fondato io. Lui non è stato mai "appassionato" sulle Arti Marziali, ma lui mi ha promesso che lui avrebbe onorato il suo impegno per guadagnare la sua Cintura Nera. E l'ha fatto. Ma lui non è stato mai interessato in continuare oltre quello, o coinvolgersi nell'aspetto commerciale della nostra Organizzazione Internazionale di Arti Marziali. E perciò, io sono davvero grato perché non è definitivamente facile avere una carriera riuscita lavorando a tempo pieno nel nostro campo! Anche se mio figlio non continui il mio lascito, io sono incredibilmente orgoglioso di lui per la via che ha scelto. Ma ritorniamo alla nostra analisi di quello che costituisce un lascito... In questo contesto, mi riferirò strettamente ad un lascito "professionale" e considero che sia qualcosa che ci lasciamo per il beneficio, la conoscenza, l'uso o il godimento delle generazioni future. Può essere qualcosa di intangibile come una filosofia, un atto eroico che ispiri milioni o un ideale politico. E può essere tangibile, come un dipinto, un libro o un business. Può essere anche un'innovazione tecnologica emozionante, una grande canzone o di un nuovo farmaco. Tutte queste cose rappresentano l'eredità di qualcuno per l'umanità.


Combat Hapkido

“Chi può ignorare o negare le eredità lasciate da centinaia di leggendari artisti marziali che ci hanno arricchito, ispirato, motivato e colpito in tanti modi?”


Grandi Maestri E cosa succede con le Arti Marziali? Abbiamo i veri, legittimi lasciti ai quali possiamo puntare? La risposta, anche se forse in questo caso un poco parziale, è un enfatico sì! La vera essenza delle Arti Marziali è radicata nelle eredità lasciate a noi dai vari Fondatori. E più tardi, nel corso dei secoli, i contributi (ancora una volta, alcuni tangibili, altri più esoterici) fatti da pionieri coraggiosi, innovatori creativi, autori, campioni senza paura e famosi Maestri che si sono basati sui lasciti dei Fondatori e, a sua volta, si sono convertiti in nuovi lasciti da se stessi. In effetti, anche quelli di noi che abbiamo creato i nostri stili "eclettici",abbiamo un immenso debito di gratitudine ai nostri Maestri originali e la loro eredità. Veramente ci abbiamo spostato sulle spalle di giganti. Chi può ignorare o negare le eredità lasciate da centinaia di leggendari artisti marziali che ci hanno arricchito, ispirato, motivato e colpito in tanti modi? Pensiamo di Bruce Lee e come ha toccato la vita di milioni di persone in tutto il mondo; il Professore Jigoro Kano, fondatore del Judo, un'arte marziale che è diventato uno sport olimpico; il Gran Maestro Jhoon Rhee, che ha introdotto il TaeKwonDo negli Stati Uniti nel 1956; il Generale Choi Hong Hi, il fondatore del Taekwondo, il più popolare Arte Marziale in tutto il mondo, con circa 120 milioni di praticanti in più di 170 Paesi; il Gran Maestro Ed Parker, che ha fatto il Kenpo estremamente popolare, e il suo allievo, il Gran Maestro Jeff Speakman, una stella di cinema di azione che sta portando il suo lascito, mentre costruisce il suo proprio; il leggendario campione combattente Joe Lewis; il Gran Maestro George Dillman, che aperto la strada all'uso dei punti di pressione in autodifesa; Gichin Funakoshi, il "padre" del Karate moder no; Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido, che ha continuato a insegnare e stupire il pubblico con dimostrazioni di abilità incredibili, perfino a 80 anni di età... e questi sono solo alcuni esempi del vasto tesoro dell'eredità di Arti Marziali che abbiamo avuto il privilegio di ricevere. Dopo tutto, questo


“L'abilità, il carattere e la fedeltà degli studenti sono una vera misura della qualità e dell'etica del maestro. E, in ultima analisi, l'eredità più preziosa e duratura.”


Grandi Maestri è solo un articolo, non sto scrivendo un libro. Tuttavia, questa revisione non sarebbe completa o precisa se non includesse un'altra categoria che, anche se considerata da molti nel pubblico come "solo intrattenimento", è composta di un gruppo di Artisti Marziali con un talento eccezionale che hanno lasciato o lasceranno lasciti di innegabile importanza In questa categoria si trovano le stelle del cinema di Arti Marziali come Chuck Norris, Steven Seagal, Jean-Claude Va Damme, Jackie Chan, Cynthia Rothrock, Jet Li, Wesley Snipes e i suddetti Bruce Lee e Jeff Speakman. Il loro immenso contributo alla divulgazione e l'immagine positiva delle Arti Marziali è il loro lascito innegabile e duraturo. Posso anche pensare ad un caso molto singolare, in cui un artista non-marziale ha creato uno dei personaggi più saggi, più divertenti e più umani di tutti i tempi...Mi riferisco, ovviamente, a Pat Morita che interpretò all'egregio Mister Miyagi in "Karate Kid." Mi sento incredibilmente privilegiato di aver avuto l'opportunità di conoscere questo gran attore in persona in 1995, in un evento di Arti Marziali, e posso dirvi che era molto divertente, perfino "fuori dello schermo" e rinfrescantemente onesto ammettendo nella nostra conversazione che lui non aveva mai ricevuto una lezione di Arti Marziali in vita sua. Nella mia opinione, Pat "Mr. Miyagi" Morita ci ha lasciato un lascito veramente bello. Così ora è il nostro turno... noi gli attuali Maestri, Grandi Maestri, Fondatori, Insegnanti delle Arti ... saremo in grado di lasciare un lascito alle generazioni future? E in tal caso, di che tipo? Abbiamo discusso di come nella nostra vita personale, i nostri figli sono il lascito tangibile più importante che lasciamo su questo pianeta. Nelle nostre vite professionali come artisti marziali, i libri che abbiamo scritto, i DVD che mostra le nostre capacità, i nostri gradi e titoli, la Hall of Fame Awards che abbiamo ricevuto, le copertine delle riviste in che noi siamo stati rappresentati, i ruoli che abbiamo svolto in dei film, sono tutti parti della nostra eredità. Ma lasciatemi dirvi che il lascito più importante di un vero Maestro di Arti Marziali è la parte di noi che rimane nei nostri allievi. L'abilità, il carattere e la fedeltà degli studenti sono una vera misura della qualità e dell'etica del maestro. E, in ultima analisi, l'eredità più preziosa e duratura.


Combat Hapkido

“Così ora è il nostro turno... noi gli attuali Maestri, Grandi Maestri, Fondatori, Insegnanti delle Arti ... saremo in grado di lasciare un lascito alle generazioni future? E in tal caso, di che tipo?”








“Alcuni Maestri saranno l'innesco della nostra motivazione per il progresso, anche se rimangono con noi un tempo molto breve.�


Rendere omaggio ai nostri insegnanti Durante il nostro percorso attraverso il mondo marziale, ognuno di noi ha incontrato sicuramente molti Maestri che, in una certa misura, hanno influenzato la nostra pratica e il nostro progresso. Tuttavia, mi sembra assurdo che sempre di più professionisti nascondano alcuni parti della sua carriera, sia deliberatamente o meno. Ciononostante, anche se alcune esperienze siano state dolorose, non dobbiamo dimenticare niente di ciò che è accaduto nel nostro camminare. In realtà, ogni tappa ha la sua importanza, e questo è quello che ci ha fatto diventare quello che siamo oggi.


Jeet Kune Do “In effetti, spesso ci si dimentica che il Maestro è una guida che ci aiuterà a conoscere noi stessi completamente, al fine di raggiungere i nostri obiettivi fissati all'inizio della nostra pratica.”


L

e sfide buone e cattive trovate durante la nostra traiettoria, danno forma alla nostra personalità, alla nostra capacità di solvere i problemi, e di conseguenza ci rendono più forti fisicamente e mentalmente. La pratica Marziale richiede che impariamo con diversi Insegnanti che ci aiutino a progredire e a trovare il Maestro in grado di guidarci e soddisfare le nostre aspettative. In effetti, spesso ci si dimentica che il Maestro è una guida che ci aiuterà a conoscere noi stessi completamente, al fine di raggiungere i nostri obiettivi fissati all'inizio della nostra pratica. Pertanto, i Maestri si incrocieranno a poco a poco nel nostro cammino e nella nostra vita secondo i nostri bisogni e le nostre ricerche, in occasioni molto specifici.


“I nostri Maestri devono sentire il nostro rispetto, con solo vedere la gratitudine negli occhi.�


Jeet Kune Do

Alcuni Maestri saranno l'innesco della nostra motivazione per il progresso, anche se rimangono con noi un tempo molto breve. Questi insegnanti sono spesso volutamente dimenticati dagli studenti al fine di far sembrare che siano riusciti a plasmare la sua personalità da soli, durante la sua carriera. Ma come si può creare un capolavoro senza materia? Questi profesionisti, troppo orgogliosi e pieni di ego, che vogliono che la gente pensi che siano geni usciti dal nulla, in realtà sono praticanti che mancano i veri valori marziali: rispetto, gratitudine, abnegazione, umiltà, accettazione degli altri, compassione, assistenza reciproca... L'Arte Marziale si usa per modellare noi stessi permettendoci di conoscerci meglio, e se c'è una sola persona che dovrebbe essere superata, siamo noi stessi. Infatti, conoscerci noi stessi ci permetterà diventare migliori esseri umani aiutando sempre i nostri simili, e utilizando la violenza come ultima risorsa, e non ogni volta che non si ottenga quello che si desidera. Il dolore durante l'allenamento ci fa capire che il dolore è rispettoso, e senza di esso, non è possibile superare i nostri limiti. In nessun modo, il dolore può essere utilizzato per essere glorificato, o far finta di essere meglio degli altri.


“Rendere omaggio ai nostri insegnanti è una parte integrante del nostro percorso, definito dalle prove, le falsità, le rivalutazione e i rinnovamenti perpetui...”


Jeet Kune Do Il nostro peggior nemico siamo noi stessi, ogni volta che spingiamo i nostri limiti un po' più in là, sappiamo di poter andare ancora oltre. Eppure, senza l'aiuto di un insegnante, è impossibile oltrepassare i nostri limiti in modo efficiente, a causa del nostro istinto di conservazione e talvolta anche la nostra pigrizia che ci permetterà di rimanere soddisfatti di noi stessi con il nostro piccolo rendimento e, quindi, far finta di essere molto più efficienti di quello che realmente siamo. Il Maestro, che lavora con noi sa se superiamo i nostri limiti, o se solo stiamo dando spettacolo davanti agli altri, a fine di glorificarci noi stessi davanti ad essi. Questo sta diventando sempre più comune, ed è assolutamente disgustoso vedere che i partecipanti negano il suo Maestro, perché una volta egli ha evidenziato la mancanza di motivazione ed i pochi avanzamenti dei suoi alunni. Questo deriva dal fatto che un sacco di praticanti non sono appassionati delle Arti Marziali e gli sport da combattimento; loro vogliono soltanto insegnare a guadagnare soldi ed essere idolatrati dai loro pari, o diventare campioni senza fare il lavoro e le privazioni necessari per ottenere i titoli. Le nostre discipline sono diventate posti di lavoro, respingendo la vera passione e sacrificio per raggiungere la cima. Mettersi in mostra davanti a tutti non è affatto l'obiettivo di un vero praticante. Al contrario, l'artista marziale vuole solo superare se stesso, senza testimoni. L'unico obiettivo è quello di essere meglio di ieri, senza la necessità di dimostrare agli altri; solo progredire col sudore della fronte, dimenticare il dolore, al fine di mantenerci sempre in movimento e onorare la fiducia del nostro maestro. Gli insegnanti possono essere numerosi nella nostra pratica, ma questo non significa che rispettiamo uno più dell'altro. Ognuno di loro è un collegamento del nostro percorso e della nostra evoluzione, dobbiamo essere grati per questo costantemente. Purtroppo, un sacco di praticanti sono in realtà solo i prodotti della società dei consumi, che non hanno mai capito i valori marziali, e prendono gli insegnanti come oggetti che si gettano una volta che non si ha più bisogno di essi.

Qualunque sia il livello di questi professionisti, non potranno mai ottenere quello che sostengono di avere, cioè il livello di Maestro, o il livello di campione finale. In effetti, questi titoli possono essere raggiunti solo dopo un lavoro persistente durante lunghi anni, senza aspettare o richiedere un risultato in cambio. No! Il praticante onesto si allena, si valuta sé stesso, e rispetta sopratutto quelli che hanno contributo alla sua formazione e gli hanno aiutato a diventare meglio di quanto fosse prima. Non dobbiamo mai dimenticare quelli che ci hanno aiutato e guidato, perché senza di loro, fossimo rimasti al nostro punto di partenza. Rendere omaggio ai nostri insegnanti è una parte integrante del nostro percorso, definito dalle prove, le falsità, le rivalutazione e i rinnovamenti perpetui... Sul nostro percorso, siamo costantemente aiutati, sostenuti, spinsi dai nostri insegnanti, che ci motivano anche quando pensiamo che siamo cattivi o incompetenti. Loro sono sempre qui per motivarci e anche presumere la parte difficile per farci sapere quando ci lasciamo andare, quando diventiamo pigri, e quando fingiamo di essere migliore di quello che realmente siamo. Rendere omaggio al Maestro è qualcosa che non solo dovrebbe essere fatta con le parole scritte, ma ogni giorno, con la nostra presenza al suo fianco, e il nostro continuo sostegno, col rispetto delle sue decisioni e le parole, e in ogni atto della nostra vita. I nostri Maestri devono sentire il nostro rispetto, con solo vedere la gratitudine negli occhi. Voglio concludere con queste parole destinate ai miei Maestri del passato e del presente: senza di tutti voi, non sarei mai riuscito a raggiungere il posto dove sono adesso Io non sono meglio di chiunque altro e io non sono un Maestro, ma grazie a voi, sono diventato un uomo che può guardarsi allo specchio ogni mattina. Grazie dal fondo del mio cuore per tutto quello che avete fatto, sempre lo ricorderò, e non mi dimenticherò mai di voi. Io conto su di voi per spingermi sempre più lontano e non permettere che io diventi mai un uomo egocentrico. Io sempre vi rispetterò, non vi dimenticherò mai, e vi voglio come alla mia famiglia.


“Rendere omaggio al Maestro è qualcosa che non solo dovrebbe essere fatta con le parole scritte, ma ogni giorno, con la nostra presenza al suo fianco, e il nostro continuo sostegno, col rispetto delle sue decisioni e le parole, e in ogni atto della nostra vita.â€?












Keysi

"In Keysi non si smette mai di imparare, tanto meno di immaginare." Justo Diéguez Budo International: Perché Keysi? Justo Diéguez: In un articolo precedente ho detto che, per comprendere il metodo di Keysi, dobbiamo prima capire chi siamo, in un senso fisico, mentale, emozionale e spirituale. È una domanda che viene troppo spesso ripetuta, la stessa domanda e la stessa risposta; magari con parole diverse, ma senza perdere l'obiettivo del perché. Keysi è un'avventura unica, forse la più grande avventura della nostra vita, la sfida più importante che mai affronteremo. La vera domanda è chi sono io e dove sto andando? E questo é proprio il punto in Keyshi, viaggiare verso quel mondo sconosciuto che è nostro io interno; arrivare fino alle radici e scoprire quella persona sconosciuta che siamo ognuno di noi.


“No!!! Keysi non è un sistema; Keysi non appartiene al mondo della limitazione, dove la tecnica è immune al passare del tempo. Keysi è un metodo di crescita personale che si evolve in ogni persona, e siamo noi che dobbiamo adattarci alla situazione, e non la situazione a noi.”


Keysi

B.I.: Radici e conseguenze. J.D.: Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza le radici di Keysi, e queste sono basate nel suo codice etico, un codice inflessibile e disciplinato nei nostri confronti, senza fessure. Solo in questo modo siamo in grado di godere di ciò che facciamo; e per godere di qualcosa, questa deve essere divertente e quando uno si diverte si stà rilassando. Quella l'energia è contagiosa e si diffonde su ciascuno di noi in Keysi, e perché è importante essere rilassato? Semplicemente perché se crediamo che la velocità è importante in combattimento, rimanere rilassato è la chiave della velocità; ma anche se si rimane rilassato e si è veloce, è comunque necessario essere intelligente abbastanza per sapere come gestire situazione, e per essere funzionale bisogna avere pazienzia ed essere in grado di aspettare, senza fretta, al fine di sentire il momento giusto per entrare in azione.


“Una delle cose più importanti che si trasmettono in Keysi, è che la tecnica è solo un mezzo per capire le nostre abilità e le nostre debolezze, un mezzo per riconoscerci e fare che le nostre abilità continuino a crescere trasformando le debolezze in abilità.”


Keysi

B.I.: È Keysi un sistema? J.D.: No!!! Keysi non è un sistema; Keysi non appartiene al mondo della limitazione, dove la tecnica è immune al passare del tempo. Keysi è un metodo di crescita personale che si evolve in ogni persona, e siamo noi che dobbiamo adattarci alla situazione, e non la situazione a noi. Keysi vi istruisce affinché riconosciate gli strumenti naturali e vi insegna come utilizzare essi in modo che possiate essere sempre autosufficienti, senza andare in giro prendendo qua e là. In Keysi imparate a riconoscere il vostro io fisico, mentale ed emozionale. Keysi vi insegna quanto preziosi siamo ognuno di noi, ed è quando si scopre che è la persona che impone le limitazioni, e non il metodo. La mente stessa è tecnica pura. Una persona "mentale" analizza ognuno dei suoi movimenti, tenta di sviluppare una tecnica perfetta o cerca di avvicinarsi il più possibile a quella tecnica, una tecnica che è stata trasmessa di generazione in generazione, di maestri a studenti, e così via, e in modo superficiale, perché la mente è soltanto un passaggio attraverso il quale possiamo sentire il nostro corpo. Keysi si



Keysi

sviluppa nella non-mente; non è un pensiero, è la realizzazione. Per chi è alla ricerca della spontaneità attraverso la mente, non importa quello che faccia, non potrà mai raggiungere il suo obiettivo; nella ricerca dell'istinto è semplicemente impossibile arrivare a nessun posto essendo la mente l'anticamera, quindi sarà solo un movimento basato su un pensiero e seguito da un'azione. B.I.: Tu non sei la tecnica? J.D.: Una delle cose più importanti che si trasmettono in Keysi, è che la tecnica è solo un mezzo per capire le nostre abilità e le nostre debolezze, un mezzo per riconoscerci e fare che le nostre abilità continuino a crescere trasformando le debolezze in abilità. Per capire la differenza bisogna incominciare abbattendo miti e leggende che sono muri insormontabili, e che richiedono una forza fisica, un'elasticità ed una flessibilità davvero incredibili e, naturalmente, essere giovani. Questo è buono per una persona che voglia essere un concorrente, dove le regole fanno la differenza tra lo sport e la strada.


B.I.: Keysi e l'azione? J.D.: Solo si può passare all'azione senza creare barriere mentali, e riconoscendo ognuno di noi i nostri veri strumenti. Solo in questo modo si può raggiungere l'espressione fisica, mentale ed emozionale, senza adattamenti o copie, e solo senza barriere si riesce a scoprire l'Anima del guerriero interno di ogni persona, dove le emozioni sono riconosciute, sÏ, ho detto riconosciute, non controllate, e queste emozioni agiscono e lavorano per proteggerci, non per distruggere noi. Prendo come esempio la "paura": si impadronisce di noi ci governerà in modo tirannico controllando ogni parte del nostro essere. Quando la paura ti trascina, influisce tutto quello che fai e ti ostacola anche di farlo. La paura dobbiamo vederla come un alleato e non un nemico.


Keysi


Avere paura non è contro l'azione, avere paura è essere parte dell'azione; quando siamo consapevoli c'è una grossa sorpresa per noi, smettiamo di essere trascinati dalla corrente di paura e iniziamo a navigare in quello stato emotivo. Non vi sto contando una storia, tutti noi abbiamo dentro quel guerriero, tutto quello che necessitiamo è arrivare a lui; siamo tutti un diamante grezzo e bisogna unicamente levigarlo e lasciarlo uscire, ma devo dirvi già che sarà un lungo e duro lavoro di introspezione.


Keysi

“Avere paura non è contro l'azione, avere paura è essere parte dell'azione; quando siamo consapevoli c'è una grossa sorpresa per noi, smettiamo di essere trascinati dalla corrente di paura e iniziamo a navigare in quello stato emotivo.”








WingTsun


Taos Academy Consciamente o inconsciamente? (Seconda parte)

Continuiamo con l'articolo del mese scorso ... Considerando da un lato l'allenamento cosciente (inteso come la capacità di praticare le tecniche e tattiche del sistema in uno scenario di controllo o dominio) come una parte molto importante per il miglioramento delle competenze e attributi del praticante, e dall'altro la parte inconscia, cioè, il modo di allenare gli elementi spesso dimenticati nella pratica (come ad esempio il funzionamento delle "risposte automatiche" apportati dal sistema neuromuscolare e dei movimenti riflessi stessi dell'essere umano), nell'edizione del mese scorso tentavamo di spiegare ai nostri cari lettori e seguaci sull'importanza di riuscire a sviluppare sistemi che avvicinino ed equilibrino queste due parti fondamentali di qualunque sistema di Arti Marziali.


WingTsun

S

iamo in un binario piuttosto complicato, perché non siamo in grado di dire quale delle due parti è più importante. Sembra logico pensare che la tecnica e le strategie siano la base di qualsiasi sistema di combattimento serio (è realmente così), ma d'altra parte, siamo certi che la comparsa dell'elemento "tensione", prodotto nella risposta allo stress, è un fattore determinante in tutti i tipi di combattimento (che si tratti di sport o autodifesa). Lo stress estremo, provocato dall'azione di adrenalina, ci mette in una situazione completamente diversa da quelle che possiamo simulare nel nostro allenamento in palestra. Sono sicuro che chiunque abbia subito qualcosa di simile nella sua vita capirà esattamente quello che sto cercando di spiegare in questo articolo. Siamo in grado di simulare le diverse situazioni di stress, l'intensità e la forza, ma non possiamo in alcun modo introdurre nei nostri scenari la realtà di una situazione in cui l'adrenalina cambia tutto. Anche negli sport di contatto, e forse a causa della "paura scenica", alcuni concorrenti, completamente scoraggiati, non sono stati in grado di dimostrare la loro qualità, essendo letteralmente "paralizzati" da una situazione nella quale l'INCONSCIO, il peggior compagno di viaggio, comincia a parlare alla nostra mente... Quindi potremmo dire senza timore di smentita, che sebbene la formazione tecnica ci farà crescere come praticantti, se vogliamo reinfforzare la nostra capacità di lotta, dovremo eseguire esercizi



WingTsun “Nel combattimento reale... non possiamo scegliere che cosa fare. Solo possiamo adattarci e lottare nelle posizioni che l'avversario proponga, o nel posto dove la lotta stessa ci porti...�


incentrati sullo sviluppo e il controllo di questi elementi dell'allenamento inconscio. Naturalmente non è un compito facile, come ho già detto, non è possibile ricreare queste situazioni nella sala di addestramento; tuttavia, siamo in grado di iniziare a fare esercizi che possano essere di aiuto se mai siamo coinvolti in situazioni come quelle descritte nelle righe precedenti. Nel nostro primo articolo su questo "cosciente o inconscio", abbiamo lanciato in parallelo un video sul nostro canale Youtube in cui abbiamo mostrato esercizi molto facili (primo livello degli studenti) dove abbiamo cominciato a lavorare in maniera congiunta alcuni eventi relazionati con l'allenamento della struttura ed il pugno dritto del Wing Tsun, ma allo stesso tempo, abbiamo eliminato il ritmo controllato e sottomesso lo studente ad una mancanza di consapevolezza del "quando", per generare quella sensazione di "non posso controllare il QUANDO mi attaccherà il mio avversario". In questo articolo continueremo ad insistere su questo concetto, e, a tal fine cercheremo di trasmettere i nostri cari lettori e seguaci l'importanza di comprendere una massima della lotta che dice: Noi non POSSIAMO SCEGLIERE né lo scenario né la posizione! Questa affermazione categorica si basa


sull'esperienza nella LOTTA. Pochi giorni fa, chiacchierando con un eccellente praticante di Brazilian Jiu Jitsu (sport di cui riconosco di essere completamente "innamorato") mi lanciò una riflessione che ammetto mi fece pensare molto in profondità circa il come dovrebbe essere addestrato ogni arte di combattimento. La frase in questione diceva qualcosa di simile... "Nel combattimento reale... non possiamo scegliere

che cosa fare. Solo possiamo adattarci e lottare nelle posizioni che l'avversario proponga, o nel posto dove la lotta stessa ci porti..." Questo concetto, che ci mostra chiaramente il modo di focalizzare la pratica e la vita di ogni "taoista", e che non sarĂ sempre facile da assimilare, credo che sia essenziale e senza dubbio una buona base per focalizzare qualsiasi situazione d'allenamento.



WingTsun “Ciò che di solito scoraggia lo studente in una situazione reale non è la tecnica, ma la risposta del corpo sotto pressione o perdita di stabilità o di controllo.”


Taos Academy Alla domanda che molti dei miei studenti di livello avanzato mi chiedono: "Ma allora ... dovremmo smettere di praticare i Drills o Sezioni?" La risposta è semplice: NO Ciò che di solito scoraggia lo studente in una situazione reale non è la tecnica, ma la risposta del corpo sotto pressione o perdita di stabilità o di controllo. Pertanto, se ci atteniamo solo ed esclusivamente al lavoro tecnico nel Wing Tsun praticando le sezioni di Chi Sao, Lat Sao o gli spostamenti, staremo praticando solo la parte cosciente. A mio avviso, questa dovrebbe essere la prima parte della fase di apprendistato dello stile. Nei primi gradi è importante crescere in FIDUCIA e padronanza delle tecniche in scenari dove non ci siano troppo stress o intensità. È proprio nei livelli intermedi e avanzati dove dobbiamo cominciare a tenere a mente l'allenamento della risposta INCONSCIA. Alla domanda, che cosa dobbiamo fare se vogliamo dare una spinta all'allenamento combinato di entrambi gli elementi? Sicuramente molti avranno risposte eccellenti con grandi opinioni e idee per migliorare, ma se pensiamo un po' su di esso ci renderemo conto che non è facile affatto. Il problema principale è l'impossibilità di practicare con adrenalina in sangue... Voglio dire, ogni allenamento simulato, indipendentemente dalla sua durata e l'intensità con cui siamo in grado di portarlo a termine, non ci va nemmeno vicino alla sensazione di caos che provoca la scarica di adrenalina nel nostro corpo quando la sensazione di pericolo reale ci mette in un vero e proprio scenario di combattimento. È una sensazione che ha distrutto perfino alcuni dei migliori atleti in storia. Una cosa è lottare in un ring tra amici ed un'altra completamente differente è mettersi davanti a migliaia di persone e camere di televisione, con molte aspettative ed una gran atto-esigenza su uno stesso. Ecco alcune proposte per iniziare a lavorare nella direzione di migliorare questa situazione: - Negli esercizi in cui non c'è ritmo, o il ritmo stesso è mutevole, di cui abbiamo parlato nel video del primo articolo, deve essere inserito il concetto "sorpresa" come un elemento che fa parte del combattimento stesso. Cioè, che possiamo fare qualsiasi Drill e improvvisamente essere sorpresi da un movimento duro e veloce. Qualcosa che possa stimolare la nostra risposta inconscia e quindi la necessità di rispondere a questa "emergenza". D'altra parte, l'allenamento in evidente inferiorità dovrebbe diventare una materia obbligatoria di pratica. In questo secondo capitolo si discuterà proprio questo (vedere il video). Cercando, per esempio, luoghi con poco spazio per muoversi o dove la nostra capacità di movimento non sia troppo grande. In tal caso, il corpo


WingTsun “L'allenamento in evidente inferiorità dovrebbe diventare una materia obbligatoria di pratica.”


Taos Academy deve imparare a rispondere con giri e movimenti piccoli per evitare di essere colpiti... o dopo essere stati colpiti, non perdere la struttura propria. Per procedere in questo senso, genereremo situazioni dove non possiamo controllare praticamente nient'altro che la nostra propria struttura, e siamo costretti a reagire in modo praticamente incosciente, davanti all'attacco incessante del nostro compagno d'allenamento. - Il secondo degli elementi che dobbiamo tenere a mente è l'allenamento di STRUTTURE semplici. Questo punto può rivelarsi sorprendente per molte persone, ma cercherò di ragionare nel migliore modo possibile il perché della mia affermazione. La mia esperienza nel combattimento reale mi ha messo in posti e situazioni dove la gran tensione ha ridotto al minimo la mia capacità di coordinazione neuromuscolare. Cioè, anche se io ho la buona coordinazione ed io sono in grado di compiere esercizi più complessi a causa dei miei anni di addestramento in Arti Marziali (e soprattutto nel Wing Tsun), in situazioni reali, l'alta tensione provocata dalla scarica di adrenalina (meccanismo naturale di protezione degli esseri umani di evitare il dolore e per la produzione di forza e velocità in un istante) NON PERMETTE eseguire movimenti troppo complessi. Ci sono numerosi studi in diversi


WingTsun campi dello sport e della sicurezza, ma dopo aver consultato alcuni esperti nell'uso delle armi da fuoco (un campo in cui ci sono studi altamente professionali sull'azione dell'adrenalina e lo stress), tutti hanno concluso nello stesso modo: in situazioni di alto stress SOLO possono essere eseguiti movimenti semplici e posizioni molto stabili. - Allenamento in spazi ristretti. La capacità di adattarsi a qualsiasi situazione del corpo e il cervello umano è veramente sorprendente. Nel nostro laboratorio by TAOWS Academy, eseguiamo diversi tipi di test ed esperimenti sul sistema Wing Tsun ed il nostro tentativo di avvicinarsi a un modo realistico di pratica. Inoltre, il sistema Wing Chun è perfettamente adatto a questo tipo di circostanza, ma non è praticato troppo spesso in tale scenario. Ci piace fare alcuni esercizi con la totale assenza di spazio. Questo tipo di allenamento ci aiuta a praticare due dei punti indicati nei due paragrafi precedenti: - allenamento dell'elemento "sorpresa". - allenamento di movimenti "semplici". Ma inoltre, ci serve per comprovare come dopo alcuni primi esercizi, il corpo (ordinato dal cervello) si sente molto pressato. In mancanza di spazio per il movimento, tende a bloccarsi e a non fare i movimenti indicati. Ma dopo un po' di addestramento, questi stessi esercizi cominciano ad essere eseguiti con totale semplicità, perfino chiudendo lo spazio al massimo. È un'ulteriore prova della capacità di adattamento del nostro corpo a molti elementi con l'allenamento adeguato. (Vedere il video con alcuni esempi) Sono solo alcuni suggerimenti per cominciare a cercare a poco a poco quell'equilibrio tra l'allenamento cosciente ed incoscio. Sono convinto che molti dei nostri lettori avranno molte buone idee di miglioramento. La questione è la ricerca di quell'allenamento EQUILIBRATO tra la Tecnica, le Tattiche, le Strutture e le Reazioni Incoscienti... Se riusciremo nel nostro intento, avremo compiuto un importante passo nel miglioramento dei metodi d'allenamento. E tu, come ti alleni? Siamo lieti di ricevere il tuo feedback e commenti sul nostro e-mail info@taowsuniversity.com Sanchez Salvador TAOWS Academy


Taos Academy


Cosa succede quando due persone praticano ChiSao? Qual è il significato della loro pratica e quali sono gli obiettivi? In questo terzo DVD, "Chi Sao dalla base ad un livello avanzato," Sifu Salvador Sánchez affronta forse l'aspetto più importante del Wing Chun: il ChiSao, l'anima del sistema stesso, che fornisce il praticante di alcune caratteristiche speciali che sono completamente diversi dagli altri, e gli dà grandi virtù. Questo lavoro si occupa di alcuni aspetti di principio piuttosto semplici, ma come si approfondisce in loro, diventano sempre più sorprendenti. Si tratta di una caratteristica molto chiara nella cultura tradizionale cinese; ciò che è molto evidente a prima vista, contiene tuttavia una seconda o terza lettura, che sicuramente cambierà il vostro approccio, la pratica e la comprensione. Discuteremo come praticare Chi Sao attraverso i nostri drills e il modo di applicarli quei drills, quella capacità nello sparring, che collega alcuni concetti, forse non tanto legati al Kung Fu tradizionale, come ad esempio la biomeccanica, le strutture, la conoscenza della fisica, ecc., al fine di ottenere risultati migliori nella nostra pratica.

REF.: • DVD/TAOWS3

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com







Koppojutsu... il principio che governa la causa! Se qualcuno dovesse chiedermi quali tipi di colpi o leve cr edo io che siano i più pericolosi, senza esitazione, risponderei: la parte avanzata della Koppo. Lo studio anatomico perfetto ci permette di misurare il risultato causato da alcune torsioni. a prima fase degli studi di Koppo corrisponde alle torsioni iniziali e sono associate ai metodi orientate alle fratture in angoli considerati semplici o primari. Infatti corrispondono a ciò che viene insegnato nella la graduazione di Shoden. Su questa base può verificarsi che gli angoli soffrono leggere alterazioni in quello che si riferisce al distanziamento del corpo del Tori in relazione all'Uke. Quello supposto allontanamento, proporziona una maggiore estensione nella torsione applicata, che interagisce con tendini e micro articolazioni. Alcuni maestri di oggigiorno, lasciano tali apprendistati per la gradazione di Okuden, dovuto al rischio esistente durante le pratiche. Per molti studiosi, benché non sappiamo fino a che punto sono fallacie, il Koppo è correlato con scuole e famiglie che avevano uno spirito immondo, orientato solo alla distruzione. Tale discussione hanno causato spaccature tra importanti scuole, che a malapena vedono il Koppo semplicemente come un'arte di più nella cornice dell'apprendistato del Bugei. Discussioni aparte, il fatto è che questa pratica dovrebbe essere fatta con attenzione e sotto la guida totale di un maestro esperto. Tali lesioni, senza dubbio, impiegherebbero molto tempo per rigenerare e in altri casi, secondo un mio amico ortopedico, richiederebbero anni e anni, con l'aiuto della chirurgia per ritornare alla forma originaria. A causa di questo pericolo, molti insegnanti hanno deciso di ritirare questa parte del suo programma di addestramento, lasciando la pratica del Koppo restretta solamente a quello che si riferisce allo Shoden.

L


Kaze no Ryu Bugei

“Metodo delle ossa (Ko: osso – Ho: método; quando combinati, il "Ho" diventa "Po" e si legge Koppo).”


Dopo dieci anni di apprendistato, Tenno riuscii a ottenere il titolo di Maestro Zen. Un giorno di pioggia, andò a fare una visitina al famoso maestro Nan-in. Quando entrò nel monastero, il maestro lo accolse con una domanda: "Hai lasciato le tue ciabatte e l'ombrello nel capannone?" Sì ", rispose Tenno e l'insegnante ha continuato: "Dimmi allora se hai messo l'ombrello alla sinistra o alla destra delle tue scarpe?" Tenno non seppe come rispondere al "koan", capendo che non aveva raggiunto ancora la piena attenzione. Poi divenne apprendista di Nan-in e studiato sotto la guida del suo maestro per dieci anni di più. Fa molto tempo che questo metodo di attacco alle ossa, tradotto come "metodo delle ossa" (Ko: osso – Ho: método; quando combinati, il "Ho" diventa "Po" e si legge Koppo), si fece irriverente e notevole. Quindi, mettiamo in evidenza alcune caratteristiche di questa forma di espressione. Diversamente dalle altre arti che utilizzano Kansetsu non gikk come un artefatto, il Koppo enfatizza sempre più di una torsione nello stesso luogo, essendo nella sua maggioranza al contrario della prima. Le loro forme sottolineano tecniche in Kudaki, Shihi Jime e per ciò si riceve uno studio speciale, che nella sua maggioranza si traduce come SaYu non Kudaki, JoGe non Kudaki e, nel caso di Yubi (dita), Take no Kudaki. Alcuni insegnanti hanno presentato versioni in Gatami o Garami, ma la nomenclatura moderna non è caratteristica del Koppo, essendo forse un adattamento alle vecchie forme applicate. Pertanto, tale nomenclatura moderna può rappresentare un RYUHA, cioè, una fazione del RYU originale. Spiegherò questa caratteristica di rottura al contrario.


Kaze no Ryu Bugei Nel caso delle tecniche applicate nelle mani e le dita, la fila più vicina alle ossa del carpo consiste - in posizione anatomica e di laterale a mediale - negli ossa escafoide, semilunare, piramidale e pisiforme. A sua volta, la fila distale consiste del trapezio, trapezoide e captato e hamato. Alcuni insegnanti hanno presentato versioni in Gatami o Garami, ma la nomenclatura moder na non è caratteristica del Koppo, essendo forse un adattamento alle vecchie forme applicate. Pertanto, tale nomenclatura moder na può rappresentare un RYUHA, cioè, una fazione del RYU originale. Spiegherò questa caratteristica di rottura al contrario. Nel caso delle tecniche applicate nelle mani e le dita, la fila più vicina alle ossa del carpo consiste - in posizione anatomica e di laterale a mediale - negli ossa escafoide, semilunare, piramidale e pisiforme. A sua volta, la fila distale consiste del trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. Le ossa carpali, nel suo complesso, possiedono una cavità interna, che diventa il tunnel carpale o canale carpale, il quale è il passaggio sul lato palmare del polso che collega l'avambraccio alla mano. Viene fissato lateralmente all'osso scafoide, in mezzo al trapezio, e immediatamente al pisiforme e al uncinato. L'importanza del canale carpale è dovuto al passaggio del nervo mediano interno. Alle ossa del carpo, seguono le ossa metacarpali, cinque lunghe ossa in miniatura, numerati a partire dalla parte laterale. La testa delle metacarpali sono le loro estremità distali, dove si articolano con le falangi. Il pollice ha due falangi, prossimale e distale. Le altre dita della mano hanno tre falangi, prossimale, media e distale. Le falangi del pollice sono più brevi e più lunghi di quelli delle dita. Le falangi prossimali sono più lunghi, mentre quelle distali sono più brevi. In sintesi, tali tecniche furono sviluppate in epoche remote, con l'obiettivo finale che le fratture non avessero soluzione. Ossia, era una forma di mettere presto un guerriero in pensione.


"SaYu no Kudaki" come ho già detto, è una forma che consiste nel rompere l'osso nello stesso posto, verso la destra e verso la sinistra. Le forme di posizionamento delle mani e le tecniche utilizzate sono tipicamente caratteristiche del Koppo che per lo più continuano con una sequenza di torsioni, e non limitandosi ad un solo attacco. Tali proprietà supposero un adeguamento delle forme precedentemente praticate in Jujutsu e Aikijujutsu, affinché essi potrebbero anche utilizzare le loro risorse. Le forme in "JoGe no Kudaki" sono più comunemente utilizzate nelle articolazioni più forti e più resistenti, cercando produrre una frattura nello stesso luogo, sopra e sotto. A titolo di esempio, studieremo le articolazioni e le terminazioni ossee per facilitare la mia spiegazione: La clavicola, associata alla scapola, compone la cintura scapolare, che collega gli arti superiori allo scheletro assiale. La cintura scapolare si articola con lo sterno e l'arto superiore. Ha una grande mobilità per soddisfare le esigenze di movimento del braccio. Ci sono due clavicole nel corpo umano e assomigliano una "S" quando viste dall'alto. Si trovano nella base del collo, nella base del collo, specificamente nella congiunzione toraco-cervicale. I loro tre funzioni principali sono le seguenti: agire come supporto per mantenere gli arti superiori liberi dal tronco in modo che ci sia la massima libertà di azione; fornire attaccamento ai muscoli; e trasmettere forze dagli arti superiori allo scheletro assiale.

Scapola Esistono due scapole nel corpo umano, situate nella faccia posteriore laterale del torace, ricoprendo parti

“In sintesi, tali tecniche furono sviluppate in epoche remote, con l'obiettivo finale che le fratture non avessero soluzione. Ossia, era una forma di mettere presto un guerriero in pensione.”


Kaze no Ryu Bugei


dalla seconda alle settime costole. Sono ossa triangolari e appiattite che collegano la clavicola all'omero. Esse sono estesamente mobili e hanno testa, collo e corpo. La superficie frontale (o costola) della scapola è concava (subscapularis fossa); sua superficie posteriore è convessa ed è dove la spina della scapola emerge. Una porzione più piccola, sopra la colonna vertebrale, è chiamata fossa sovra-spinale, e la porzione più grande, al di sotto della colonna vertebrale, è la fossa infra-spinale. La colonna vertebrale continua lateralmente in un processo appiattito chiamato acromion, che è proiettato in avanti e articola con la clavicola, fornendo attaccamento ai muscoli del braccio e al petto. L'articolazione con la testa omerale è fatta attraverso la cavità glenoidea, una superficie articolare pyriforme poco profonda, che è localizzata sull'angolo laterale e superiore della scapola. Il processo coracoideo assomiglia il becco di un uccello. Nasce dal bordo superiore della testa della scapola, proiettandosi verso l'alto e in avanti, e passa sotto la clavicola.

Omero È la più grande delle ossa dell'arto superiore. La testa liscia e sferica articola con la cavità glenoidea della scapola. Vicino alla testa ci sono i tuberi maggiori e minori, per l'inserimento dei muscoli della cuffia rotatoria. La sua diafisi è lunga e sottile, con una scanalatura obliqua e piatta per il nervo radial. L'estremità distale dell'omero si espande lateralmente e nel centro, e partecipa della articolazione del gomito.

“Schiacciare, come è la traduzione applicata al termine Kudaki, significa distruggere internamente l'osso. In questo caso, i maestri studiavano prima tutti i possibili accomodamenti delle ossa e i suoi ligamenti.”


Kaze no Ryu Bugei La trochlea (superficie articolare mediale) si adatta all'incisura coniata del cubito o ulna, che gira sulla puleggia quando il gomito è piegato. Immediatamente vicino alla troclea ci sono la fossa coronoide e la fossa olecranica, che sistemano le parti corrispondenti del umero. La superficie articolare laterale è leggermente convessa.

Ulna I cubito o ulna è l'osso più lungo dell'avambraccio, e articola nel gomito con l'omero, con il raggio e le ossa carpali nel pugno. Con il braccio in posizione anatomica, l'ulna si individua immediatamente. L'olecrano e il processo coronoideo inseriscono nella trochlea dell'omero, in un modo simile a una chiave inglese che avvolga un tubo. L'estremità prossimale dell'ulna è maggiore dell'estremità distale, detta testa, che è piccola e rotonda. La superficie laterale del processo coronoideo possiede una incisura radiale, in forma di disco, piccola e superficiale, per la testa del raggio. Il corpo dell'ulna è spesso a livello prossimale. Il suo bordo laterale prominente - bordo interosseo - è dove è fissata la membrana interossea.

Raggio È l'osso più breve delle ossa dell'avambraccio, e si individua lateralmente col braccio in posizione anatomica. Il suo nome deriva dalla somiglianza con il raggio di una ruota (in latino: radius). L'estremità prossimale del raggio presenta la testa a forma di disco, liscia e cilindrica. Il corpo del raggio aumenta in volume dalla sua estremità prossimale alla distale. La faccia mediale del corpo ha un netto bordo interosseo per il fissaggio della membrana interossea. Il suo bordo laterale è arrotondato. L'estremità distale del raggio presenta un intaglio mediano che si adatta alla testa della ulna, formando l'articolazione raggioulnare distale. La faccia inferiore dell'estremità distale del raggio è liscia e concava, dove si articola con il pugno o le ossa del carpo. Schiacciare, come è la traduzione applicata al termine Kudaki, significa distruggere internamente l'osso. In questo caso, i maestri studiavano prima tutti i possibili accomodamenti delle ossa e i suoi ligamenti. In questo modo sarebbe più facile da maneggiare gli attacchi. Per rompere un osso in direzioni opposte, era necessario sviluppare una forza localizzata e non espansiva, in modo diverso delle forme praticate in Jujutsu, come nei casi dei prese in leva, una forza con lo scopo di distruggere soltanto il luogo attaccato,


finché l'impatto avesse un ripercussione sul resto del corpo. Alcuni scuole più caratteristiche, insegnavano anche a fratturare le ossa in modo che poi potessero estrarle fuori, causando uno shock psicologico ancora più grande. Queste forme ancora sono praticate come Seiteigata.

Spieghiamo questa differenza: Nel Jujutsu, la forza espansiva è utilizzata attraverso metodi di proiezioni e prese in leva, come abbiamo già detto. Vediamo qui alcune teorie: Datemi una leva e vi solleverò il mondo. Archimede Filosofo e scienziato della Grecia classica Le forze in leva, comprese quelle applicate nelle conoscenze marziali possono essere di tre tipi: La Leva è una barra che può ruotare attorno ad un fulcro. Quando usiamo un pezzo di bastone per gettare un sasso, uno schiaccianoci per aprire castagne o una pinzetta di pasticceria per prendere un dolci, stiamo utilizzando una leva. Le leve possono essere suddivise in tre classi. Nelle leve della prima classe (“inter-fixed” levers), il fulcro è tra il punto di applicazione della forza di azione e quello della forza di resistenza. Queste tecniche potrebbero essere esemplificati come Hiza Kata Guruma, movimenti di anca come Koshi Nage, e tecniche di gambe in cui si utilizza un punto come appoggio della forza - Osoto AshiOtoshi. Nella seconda classe, il punto di applicazione della forza di resistenza (inter-resistant” levers) è tra quello

“Le leve possono essere suddivise in tre classi. Nelle leve della prima classe, il fulcro è tra il punto di applicazione della forza di azione e quello della forza di resistenza. Queste tecniche potrebbero essere esemplificati come Hiza Kata Guruma, movimenti di anca come Koshi Nage, e tecniche di gambe in cui si utilizza un punto come appoggio della forza Osoto AshiOtoshi.”


Kaze no Ryu Bugei della forza di azione e il fulcro. Ad esempio, strangolamenti nel collo e leve che "strangolino" il gomito (come tradotto da Udehiji Shime). Nelle leve della terza classe (“inter-powerful” levers), la forza di azione viene applicata tra la resistenza ed il fulcro. Elementi di fissaggio e le tecniche di estrazione. Nel caso del Koppo, la forza applicata ripercuote localmente con l'obiettivo immediato di lesioni, sempre sfruttando il flusso inverso della forza naturale dell'avversario. Esempio: torsioni nel pollice e dopo fratturato girarlo immediatamente in forma di vite Da notare che molte delle forme applicate nel Koppo, anche si eseguono sulla parte inferiore del corpo umano. Questo è un punto importante nel pensiero del Koppo. Le ossa del corpo umano variano nella forma e le dimensioni; il più grande è il femore, che è nella coscia, e il minore è la staffa, che è all'interno dell'orecchio medio. Sono le ossa di medie dimensioni che si attaccano ai muscoli tramite i tendini. La funzione del Koppo è quella di strutturare ogni azione del sistema scheletrico. Ebbene visto, oltre a mantenere il corpo, lo scheletro protegge gli organi interni e fornisce appigli per il fissaggio ai muscoli, ed è costituito da pezzi ossei e cartilaginosi articolati, che formano un sistema di leve mosse dai muscoli. Quindi, possiamo dire che l'applicazione delle sue tecniche ha bisogno di due fattori importanti: La conoscenza delle ossa La conoscenza della energia del corpo. Nella prima, lo scheletro umano può essere diviso in due parti: 1 - Scheletro assiale: formato dal cranio, la colonna vertebrale e la gabbia toracica. 2 - Scheletro appendicolare: è composto dalla vita scapolare, formata dalle scapole e clavicole; la cintura pelvica, formata dalle ossa del bacino (pelvi) e lo scheletro degli arti (superiori o anteriori e inferiori o posteriori). Nel caso del secondo punto, è l'azione energetica quello che darà fissaggio al corpo dell'Uke, per resistere alle tecniche applicate. La conoscenza del Tori sarà il divisore di acque, affinché le forme applicate trovino il punto preciso della fragilità corporale dell'avversario e di conseguenza gli angoli di maggiore intensità e risultati. Gli arti superiori sono composti di braccio, avambraccio, polso e mano. L'osso del braccio omero - si articola al gomito con le ossa dell'avambraccio: radggo e ulna. Il polso è costituito da piccole ossa solide, i carpi. Il palmo è formato dai metacarpi e le dita dalle falangi. Ogni arto inferiore consiste della coscia, la gamba, la caviglia e il piede. L'osso della coscia, il femore, è il più lungo del corpo. Nel ginocchio, il femore articola con le due ossa della gamba: la tibia e perone. La regione anteriore del ginocchio


è protetta da un piccolo osso circolare: la rotula. I piccole e compatte ossa del tarso formano la caviglia. La pianta del piede è costituita per i metatarsi, e le dita dei piedi, per le falangi. I membri sono attaccati al corpo mediante un sistema scheletrico, che prende il nome di cintura o vita. La superiore si chiama cintura toracica scapolare ed è formata dalla clavicola a la scapola; la inferiore, chiamata cintura pélvica e comunemente nota come bacino, è costituita dal sacro - grande osso, risultante dalla fusione di cinque vertebre -, due ossa iliache e il coccige, formato dalla fusione di 4-6 vertebre rudimentale. La prima cintura sostenta l'omero e con lui, tutto il braccio; la seconda proporziona appoggio al femore e tutta la gamba. Una giunzione ossea è il sito di legame di due o più ossa. Alcune giunzioni ossee, come quelle del cranio, sono fissi (suture); in esse, le ossa sono legati insieme con fermezza. In altre giunzioni, chiamati articolazioni, le ossa sono mobili e permettono allo scheletro di eseguire movimenti.

Legamenti Le ossa di un'articolazione sono tenuti in posizione mediante i legamenti, formazioni resistenti di tessuto connettivo fibroso. I legamenti sono fermamente uniti alle membrane che rivestono le ossa.

Classificazione delle ossa Le ossa sono classificate secondo la loro forma: A - Lunghe: hanno due estremità o epfisi; il corpo dell'osso è la diafisi; tra la diafisi e ogni epifisi c'è la metafisi. La diafisi è formata da tessuto osseo compatto, mentre le epifisi e la metafisi sono formate da osso spugnoso. Esempi: femore, omero. B- Corte: presentano tre estremità praticamente equivalenti e sono nelle mani e piedi. Sono costituiti da tessuto osseo spugnoso. Esempi: calcagno, tarsi, ossa del carpo. C - Piatte: sono formate da due strati di tessuto osseo compatto, avendo tra loro da uno strato di tessuto osseo spugnoso e del midollo osseo. Esempi: lo sterno, le ossa del cranio, le ossa del bacino, la scapola. Come già accennato, lo studio dell'energia del corpo Uke ci permette di agire sulle parti che sostengono e rendono possibile l'azione dello scheletro. Vediamo: L'osso compatto nella diafisi è rivestito da una delicata membrana - il periostio - responsabile dalla crescita in spessore dell'osso e nonché il consolidamento delle ossa dopo fratture (callo osseo).


Kaze no Ryu Bugei


Le superfici articolari sono ricoperte per le cartilagini. Tra le epifisi e la diafisi si trova un disco o placca di cartilagini nelle ossa in crescita; tale disco è chiamato disco metafisario (o epifisario) ed è responsabile per la crescita ossea longitudinale. L'interno delle ossa è riempito dal midollo osseo, che in parte è giallo e funziona come serbatoio dei lipidi, e il resto è rosso e gelatinoso, essendo il luogo di formazione delle cellule ematiche, cioè, dell'emopoiesi. Il tessuto emopoietico è popolarmente conosciuto come "midollo". La più grande quantità di tessuto emopoietico sono nelle ossa del bacino e lo sterno. Nelle ossa lunghe, il midollo rosso si trova principalmente nelle epifisi. In sintesi si può dire che lo studio specifico del Koppo è l'unica via per una spiegazione logica e incentrata sulle sue forme. Non ha alcun senso ripetere i movimenti senza una conoscenza specifica dettagliata e profonda. Perché sono così lontani, molti mi chiedono se si sarebbe possibile imparare Koppo da video o libri. Io radicalmente rispondo di NO! Si richiede un insegnante. I nomi, le caratteristiche, gli angoli, la corretta posizione del corpo, il riflesso del ki ad ogni movimento, ecc, sono piccoli fattori che corrispondono a una buona tecnica.

“La funzione del Koppo è quella di strutturare ogni azione del sistema scheletrico. Ebbene visto, oltre a mantenere il corpo, lo scheletro protegge gli organi interni e fornisce appigli per il fissaggio ai muscoli, ed è costituito da pezzi ossei e cartilaginosi articolati, che formano un sistema di leve mosse dai muscoli.”


Kaze no Ryu Bugei

“In sintesi si può dire che lo studio specifico del Koppo è l'unica via per una spiegazione logica e incentrata sulle sue forme. Non ha alcun senso ripetere i movimenti senza una conoscenza specifica dettagliata e profonda.”








Fu-Shih Kenpo ALCUNI DEGLI SPORT DA COMBATTIMENTO Sambo: Questo sport è originario di Russia e il significato del suo nome è auto-difesa senza armi. Nacque dal Judo e i suoi combattimenti hanno una durata di circa 6 minuti. Si distingue per le sue proiezioni violenti, prese di gambe e immobilizzazioni. È stato riconosciuto come uno sport nazionale nella ex Unione Sovietica nel 1938. Sambo deriva da altri stili wrestling tradizionali come Judo, Koch (dall'Armenia), Chidaoba di Georgia o Khapsagay della Mongolia, ed è considerato una delle quattro forme principali di lotta competitiva, assieme alla Lotta Greco-romana, Freestyle Wrestling e Judo. Ma Sambo è stato concepito e sviluppato come un arte marziale: è stato lo stesso Lenin chi ha incaricato ad una squadra di esperti la ricerca di un sistema di combattimento che definisse il suo Esercito Rosso. Fu così che questi esperti (A. Jarlámpiev, V. Spiridonov e V.S. Ochschépkov) viaggiarono attorno al mondo, assimilando tecniche e raccogliendo le discipline di combattimento più conosciute in quell'epoca: Judo, Ju Jitsu, Karate e Kung Fu. Queste Arti Marziali, da un lato si siano fusi alle lotte locali e dall'altro sono stati mescolati con le discipline olimpiche, come la Boxe, il Wrestling o la GrecoRomana, dopo che la squadra di esperti ha studiato attentamente le loro tecniche e il modo in cui queste potrebbe essere integrate nel combattimento a mani nude ricercato da Lenin. A poco a poco, tutto questo compendio di movimenti, giri e tecniche è stato raffinato dando origine al Sambo e il suo obiettivo: fermare l'attacco di un aggressore armato nel più breve tempo possibile. Molto più tardi, iniziato il 21 ° secolo, alcune tecniche di Muay Thai sono stati integrati nel Sambo.


Kyoshi Raúl Gutiérrez


Fu-Shih Kenpo Grappling (anche detto Submission Wrestling): É molto simile al Sambo e usa le stesse tecniche, ma anche incorpora tecniche di controllo e sottomissione, come potrebbero essere gli strangolamenti. Questo sport si svolge in piedi e a terra. Il termine Grappling, tradotto in italiano come "presa o afferramento", include ogni sistema di combattimento che non fanno ricorso alle tecniche di colpo per battere l'avversario, ma utilizzano tecniche di proiezione, posizione o sottomissione per ottenere punti o forzare la resa . Tali sistemi sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo; molti di questi sistemi sono lotte tradizionali di un gruppo etnico o di una regione. Tutti questi sistemi sono ampiamente utilizzati in MMA, nell'autodifesa e in diverse discipline sportive, tanto che il judo e lotta libera, sia greco-romana o libero, sono il primo e il secondo sport di contatto praticata in tutto il mondo. fino a tal punto che il Judo e la Lotta, sia Greco-Romana o Stile-Libero, sono il primo ed il secondo sport di contatto più praticati in tutto il mondo. La presa può essere eseguita sia in una situazione di lotta in piede e a terra. Le tecniche di presa in piede includono dislocazioni e proiezioni, queste tecniche possono essere considerate precursore del combattimento a terra, costringendo l'avversario a cadere in una posizione sfavorevole. Sono vari i sistemi di controllo che impiegano la presa come un elemento chiave dell'abilità. Le discipline di Grappling non hanno un'origine in quanto tali, da quando esse appaiono dappertutto, ed in ogni cultura e società. Dalle giungle di Amazzone ai greci, o India, in ognuno di questi luoghi si sono sviluppati diversi sistemi di "Grappling". fin dai tempi antichi Krav Maga: È una tecnica di autodifesa sviluppata dall'esercito israeliano che è basata sui riflessi e la velocità di azione, bloccando l'avversario con il minor rischio possibile. L'obiettivo: la protezione. Il Krav Maga è un sistema di combattimento che è stato sviluppato in Israele negli anni '40. È stato progettato, preparato e lucidato per difendersi contro gli attacchi reali del quotidiano, cose che possono capitare a voi sulla strada o ovunque. Non è un Arte Marziale, è un sistema di combattimento che non è disciplinato dalle norme delle Arti Marziali; è progettato per essere utile, pratico e semplice. Jet Kune Do: Ispirato nella tecnica di Bruce Lee e sviluppato da lui, consiste nell'ntercettare i movimenti dell'avversario prima che ci tocchi e colpire contemporaneamente. Si tratta di una miscela di autodifesa e di combattimento. Bruce Lee ha segnato un prima e un dopo nelle Arti Marziali. La leggenda del piccolo drago è presente ancora oggi in tutto il mondo. La sua inspirazione continua a guidare molte persone per trovare la "nessunomodo" come modo e la "nessuna-limitazione" come limitazione, attraverso la sua filosofia ed il suo Jeet Kune. Jeet Kune Do è un concetto dinamico in continua evoluzione dalle sue basi; non è solo un'Arte Marziale, come è comunemente noto, ma anche una filosofia e un modo di vita. Nel campo marziale, a parte l'efficacia e la semplicità in combattimento, l'obiettivo è quello di esprimere se stessi artisticamente come sei, attraverso il movimento umano. A tal fine, viene utilizzata una fusione delle più diverse tecniche di arti come Kung-Fu, Tai Chi, Wing Chun, Muay-Thai, Pugilato, ecc, alla quale si applicano alcuni pilastri e basi dinamiche per ottenere autonomia e successo in combattimento. Rompe con il tradizionalismo che di solito tende ad essere presente in altre arti marziali. In Jeet Kune Do non è il praticante che si adatta all'Arte, ma, al contrario, è l'Arte che si adatta al praticante. Grazie alla sua adattabilità è un sistema marziale ideale che può essere praticato da chiunque, indipendentemente dalla condizione fisica, l'età e il sesso. Mixed Martial Arts: Miscela di tutti i tipi di sistemi di combattimento. Di solito è praticata in una gabbia e l'incontro non si ferma finché uno dei due giocatori lo chiede ed è sconfitto. È uno sport molto pericoloso che è vietato in molti paesi. Mixed Martial Arts (anche conosciute a livello mondiale per il suo acronimo in inglese, MMA) è la combinazione di diverse Arti Marziali, un sistema destinato a essere utilizzato come metodo di autodifesa e / o in gare di sport da combattimento.


Kyoshi Raúl Gutiérrez Fra le competizioni di sport da combattimento che esistono attualmente, Mixed Martial Arts (Arti Marziali Miste) è quella del contatto più grande, in quanto permette l'utilizzo di pugni, calci, leve (lussazioni), strangolamenti e tecniche da una varietà di altre discipline da combattimento, come Kickboxing, Sambo, Karate, Pugilato, Taekwondo, Muay Thai, Judo, Wrestling, Lotta Greco-Romana, Ju Jutsu, Brazilian Jiu Jitsu, Kenpo e San Da, tra gli altri. Le radici delle moderne Arti Marziali Miste risalgono agli antichi Giochi Olimpici, in cui uno dei più antichi sistemi di combattimento documentati era il Pankration. La sua origine come tale è diffusa, partendo di varie competizioni svolte in Europa, Giappone e Stati Uniti durante i principi del ventesimo secolo. Il concetto di Arti Marziali Miste è spesso erroneamente considerato sinonimo dei tornei di Vale Tudo che hanno avuto la sua origine in Brasile, e sport da combattimento come il Full Contact e Kickboxing; o pratiche che mescolano solo Arti Marziali che dimostrano l'efficacia in tornei sportivi. Karate: Karate-do. Dal giapponese "Kara" (vuoto) e "Te" (mano) - che fanno "mano vuota" - e "Do" (Via, Percorso, Filosofia di Vita), che è "La Via della Mano Vuota". Karate è un Arte Marziale tradizionale delle Isole Ryukyu oggi appartenenti al Giappone e attualmente conosciute come la Prefettura di Okinawa. Normalmente, le regole dei tornei di Karate vietano il contatto completo, e anche limitano l'uso di tecniche tradizionali, con cui diventa uno sport di "contatto controllato" e di risorse tecniche molto ridotte. Il Karate a quanto pare può essere e sicuramente sarà un Olympic Sport nei prossimi Giochi 2020 di Tokyo.



Fu-Shih Kenpo Kick-Boxing: Kick-Boxing è uno sport di combattimento giapponese in cui le tecniche della Boxe si mescolano con quelli di alcune Arti Marziali come il Karate e il Muay Thai. È legato alla antica arte del Muay Thai classico, ma senza utilizzare gomitate e ginocchiate, che generalmente non sono consentiti, in modo simile al moderno Thai Boxe. Comunque non è considerato un Arte Marziale formativa tradizionale, o Gendai Bud per eccellenza, ma uno sport da combattimento. Si considera che un Kick Boxer sia una forte concorrenza per altri combattenti in piedi che preferiscono altri tipi di sport di contatto o di Arti Marziali, per la

resistenza fisica, la forza e la resistenza ai colpi dei praticanti di Kick Boxing. Oggi è uno dei sistemi migliori e con di maggiore diffusione nello sviluppo della lotta in piede, essendo una delle arti preferiti nelle Arti Marziali Miste combinati o MMA. Fu-Shih Kenpo: Le radici del Fu-Shih Kenpo ci riportano alla realtà delle circostanze di strada vissute dal suo stesso creatore fin dall'infanzia. Anche lui era legato a vari sport di contatto e Arti Marziali fin dalla tenera età, compreso il Pugilato, il Judo, il Karate, il Tae-Kwon-Do, l'American Kenpo e il Kick-Boxing. Il suo



Fu-Shih Kenpo


Fu-Shih Kenpo creatore, si sentì abbastanza perso durante lunghi anni, durante i quali non vedeva l'effetto diretto dei differenti stili moderni di Arti Marziali, quando erano applicate a situazioni reali di pericolo in strada, compresi gli interventi di polizia o militari. Ecco perché il Fu-Shih Kenpo è un sistema aperto o arte che è in continua evoluzione e aggiornamento nei suoi vari aspetti, come l'Autodifesa e il Combattimento. Una delle sue vie è la conservazione dell'arte tradizionale e la sua autodifesa di scuola / esibizione. Un'altra è quella della via più rapida, diretta e semplice per ottenere risultati immediati in situazioni reali. La terza è quella della Difesa Personale della Polizia, che deve essere regolata ai parametri dei distinti settori di polizia, sicurezza e guardie del corpo. Nel campo degli sport da combattimento, il Fu-Shih Kenpo si adatta ad una normativa del tutto simile a quella del Kick-Boxing. E nel combattimento tradizionale, vale tutto. Infine, il Fu-Shih Kenpo ha lo scopo di conservare una grande quantità di Filosofia e uno stile di vita, cercando di preservare la propria salute, quella degli altri e il rispetto per tutta la creazione divina. Quando si parla delle differenze tra le Arti Marziali e gli sport da combattimento, dobbiamo chiarire una serie di concetti per evitare di cadere in una confusione relazionata coi termini, e tenendo presente che le cose possono essere simili, giacché le dottrine che sostengono le Arti Marziali sono diverse di quelli che fanno lo stesso con gli sport da combattimento. L'Arte Marziale l'abbraccia tutto, mentre il semplice aspetto sportivo "lo limita estremamente". Così, le Arti Marziali hanno la loro origine in Oriente e anche se alcuni parlano di un luogo e altri lo fanno di un altro, la verità è che nessuno sa esattamente dove nacquero in realtà queste arti da combattimento. Per molti è stato in India, mentre altri dicono che è stato in Cina e un terzo gruppo parla di Okinawa.

La cosa certa è che il motivo per il quale sorsero è stato quello della difesa davanti all'oppressione dei soldati che nell'epoca avevano come missione difendere i governanti. Probabilmente, come abbiamo visto, in ogni cultura, paese e continente emergono sistemi diversi, tecniche, tattiche e armi create dall'ingegno umano come forme di autodifesa, per proteggere se stessi e la loro famiglia. Questo è stato vero da quando gli uomini delle caverne hanno scoperto che con un semplice osso animale potrebbe fabbricarsi un arma di difesa o una lancia di caccia. E è in quell'epoca storica dove appare già un concetto di "difesa" che logicamente aveva come motivo la reazione davanti ad un "attacco." Queste risorse furono messe in pratica dagli agricoltori che utilizzavano le sue mani, piedi, gambe, gomiti, ecc oltre ad alcuni armi create dagli strumenti utilizzati nel campo al momento. Tuttavia, non si pensò mai all'utilizzo o implementazione di queste tecniche per affrontarsi tra pari, solo eseguivano pratiche di allenamento tra essi come una forma di depurare le sue proprie tecniche e perfezionarle al massimo. In questo modo e poco a poco cominciarono ad apparire e svilupparsi le Arti Marziali le cui caratteristiche principali erano quelli di una disciplina fisica, mentale e spirituale, dove quest'ultimo aspetto era tanto o più importante delle tecniche stesse. D'altra parte, il concetto di "offensivo" era raramente manifesto, essendo la difesa il vero pilastro delle Arti Marziali, ed inoltre fin dai primi tempi dell'umanità sono sempre esistite attività relazionate col combattimento che, nella maggioranza dei casi, finivano con la morte di uno dei concorrenti Questo è diventato così popolare come uno spettacolo, che è venuto a non avere alcun limite o regola che potesse ridurre le risorse di ogni combattente per vincere fino all'annichilimento al suo rivale. Ricordiamo quindi i Gladiatori del Circo Romano.

“Il Fu-Shih Kenpo ha lo scopo di conservare una grande quantità di Filosofia e uno stile di vita, cercando di preservare la propria salute, quella degli altri e il rispetto per tutta la creazione divina.”


Kyoshi Raúl Gutiérrez


Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com







In questo DVD, G.M. Larry Tatum (10 ° Dan) sviluppa tecniche del programma Kenpo al più alto livello. In particolare, alcuni delle sue "preferite", come Flashing Mace, Parting Wings, Entwined Lance… Magistralmente eseguite, e sulla base dell'esperienza del movimento, G.M. Tatum incorpora i suoi insegnamenti innovativi in queste tecniche che vi aiuteranno a aggiungere conoscenze e completare la vostra formazione nel sistema Kenpo. Inoltre, esse forniscono l'individuo con la scelta migliore per l'autodifesa, sulla base del pensiero logico e pratico, e lo mettono nel cammino della comprensione dell'arte del Kenpo. Questi sono i sistemi auto-difesa e di combattimento dei tempi moderni in cui viviamo. Essi sono stati progettati in modo che il praticante ottenga tutti i benefici che forniscono la pratica di queste tecniche. Questo DVD ha il sostegno del Maestro Adolfo Luelmo (9 Dan), che prosegue con una serie di tecniche eseguite in modo agevole e forte, per situazioni di aggressività estrema, in cui si possono apprezzare diversi stati dei movimenti, in un modo logico ed efficace. Finalmente, il Maestro Camacho Assisi (8 ° Dan), mostra una tecnica che combina la forza delle braccia e la sua esperienza con le gambe.

REF.: • DVD/LARRY4

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com












In questo primo lavoro didattico, Andreas Weitzel, fondatore e capo istruttore dell'Accademia SYSTEMA Weitzel (Augsburg, Germania) e uno dei principali istruttori di SYSTEMA in Europa, spiega le basi più importanti del combattimento. In primo luogo definisce chiaramente il modo naturale di camminare, concentrandosi sul corretto svolgimento di ogni passo, per poi mostrare come utilizzare questo lavoro in applicazioni di combattimento. Una varietà di argomenti diversi sono spiegati in questo DVD, tra cui: Come sbilanciare un attaccante; Come colpire con i pugni e calciare correttamente; Come difendersi da prese, takedown, colpi e calci. Le dichiarazioni di questo video sono semplici ma chiare, in modo da facilitare a tutti la comprensione e l'apprendimento. Durante la sua spiegazione, Andreas include sempre e si concentra sui principi e fondamenti del SYSTEMA, mostrando come i diversi argomenti sono strettamente collegati tra loro. Allo stesso modo è mostrato il lavoro libero contro diversi attacchi a mani vuote e con armi in condizioni realistiche e alla massima velocità di esecuzione. In questo video, Andreas è assistito da Michael Hazenbeller (Rastatt) e Thomas Gössler (Augsburg), due istruttori esperti di Systema.

REF.: • DVD/SYSWEITZEL1

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com


REF.: • DVD/TOYAMA-2

Questo DVD è il risultato promosso per la filiale spagnola della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmei (ZNTIR – Spain Branch), per fare conoscere il contenuto tecnico dello stile Toyama-Ryu come praticato nel Honbu Dojo della ZNTIR, in Machida, Tokyo, senza cambiamenti, né alterazioni. La fedeltà del programma è tale che è il suo presidente e massimo responsabile tecnico, Yoshitoki Hataya Sensei, chi, accompagnato da alcuni membri, esegue tutto il compendio del programma attuale dello stile. È per questo che in lui si può trovare la struttura di base della metodologia che viene applicata, dagli esercizi codificati di riscaldamento e di preparazione e attraverso gli esercizi di taglio; le guardie; i kata della scuola, compresi quelli corrispondenti alla Scuola Militare Toyama, il Gunto Soho e la sua spiegazione; il lavoro in coppia, sia in Kumitachi e Gekken Kumitachi, e la pietra angolare su cui si basa la Toyama-Ryu, vale a dire, Tameshigiri o esercizi i taglio su un bersaglio reale. La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei, ZNTIR, è l'organismo che attualmente, una volta riveduti ed adeguati i concetti e la metodologia di una scuola proveniente da un metodo di combattimento reale, pretende di mantenere viva questa tradizione e le forme originali mediante un sistema che unifica il corpo, la mente e lo spirito di una forma realistica ed efficace. Grazie all'impegno di alcuni laureati della Scuola Militare Toyama (Rikugun Toyama Gakkoo), che hanno continuato in gran segreto mantenendo viva l'arte fino alla rimozioni dei divieti e la devoluzione della sovranità al paese giapponese, oggigiorno possiamo conoscere un stile di scherma incorniciato tra le attuali scuole di Iai-Do. Si tratta di un DVD meticoloso in diverse lingue, che dimostra di essere una fonte preziosa per ricercatori e praticanti della spada giapponese, e per gli artisti marziali in generale, o quelli interessati alla storia del Giappone e la sua ultima guerra mondiale. È una vera fortuna il potere osservare le tecniche che contiene, e, almeno per gli investigatori seri, vale la pena di averla nella sua videoteca. Noi, gli apprendisti dello stile, desideriamo condividere lealmente la conoscenza della nostra scuola di scherma giapponese, nella speranza che contemporaneamente, i valori interni propri di quegli uomini di armi impregnino alle nuove generazioni e permettano scorgere un revulsivo, di una forma tradizionale molto differente all'attuale approccio delle discipline di combattimento di origine giapponese. Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.