Rivista Arti Marziali Cintura Nera 334 – Aprile 2 parte

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Il lavoro contenuto in questi DVD mostra la differenza tra il Kyusho e il Dim Mak, per quanto non sono basati sugli stessi obiettivi. Si tratta di una continuazione dei lavori precedenti sul tema "I 6 Mani Ji" e "La Camicia di Ferro" con Budo International. I 6 Mani Ji prevalgono in un'arte chiamata Pangai-Noon o Uechi Ryu, uno dei pochissimi modelli che contengono e si concentrano su queste posizioni specifiche di mano per raggiungere i tessuti più profondi del corpo. Questi DVD mostrano l'uso delle mani, non come mazze, ma piuttosto come pugnali con la potenza di transizione della torsione utilizzata nelle 6 mani Ji, per essere correttamente applicate al Kyusho... e questa è una sfaccettatura assente nelle competenze della maggioranza dei praticanti di Kyusho. Otto KO (compresi i KO per compressione e sanguigni). Questo insieme di due DVD si concentra su una forma apparentemente semplice come Kata Sanchin, attraverso otto fasi di abilità di combattimento. Un sistema marziale completo in un Kata, anche compresi i metodi di "Camicia di Ferro". DVD Vol.2: Obiettivi nelle gambe, Takedowns, Grappling, Tuite e difesa contro coltelli.

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ORDINALA A: Budo international.com


“La vocazione del politico di carriera è fare d’ogni soluzione un problema”. Woody Allen l mondo è rabbioso per l’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Di là di qualsiasi considerazione sul personaggio (ci sono dottori in cattedra per questo!), assistiamo in tutto il pianeta a una fase di polarizzazione ogni giorno sempre più estrema, frutto dei tempi per i quali transitiamo. Visto così, Trump (e molti altri fenomeni populisti dell’uno o dell’altro segno) sono un sintomo, non una causa. La tendenza all’estremismo, e di conseguenza alla separazione, è frutto della pressione negativa che sopporta il pianeta in questo ciclo. Questa va ben oltre sintomi più o meno rilevanti; gli estremi si retroalimentano e, in fase di alta pressione, non possono smettere di aumentare. Al pianeta, come una pentola a pressione, gli hanno disinserito la valvola di fuga delle guerre convenzionali collocandogli il “coperchio” della dissuasione atomica, e la pressione non smette di aumentare. E se ciò non bastasse, ci sono ogni volta più “ingredienti” nel bollito, l’umanità non cessa di crescere. I sintomi sono indiscutibili: più calore, meno spazio, accelerazione, espansione e tutto questo implica una condizione di sempre più pressione e la pressione sempre obbliga a prendere posizione: o stai con me, o contro di me! In questo scenario, le fasi intermedie della piramide umana decrescono, sempre più lontane dall'eterno ideale matematico egiziano; la piramide si distende sempre più; meno sopra, hanno di più; più sotto, hanno di meno. Le classi medie, basi della prosperità e della fioritura dell'Occidente moderno, andarono alla deriva nello stesso momento in cui si aprirono i recinti del protezionismo, e sbandierando il primo mondo il libero commercio, del nostro modello esportarono solo ciò che il resto del pianeta era pronto ad accettare; senza rilevanti compensazioni, senza preparazione, senza una storia che agisca come trave portante di queste nuove realtà, scommettendo tutto sul capitalismo che avrebbe portato semplicemente con sé i cambiamenti necessari e l'umanità si sarebbe presto deliziata nell'Arcadia felice. Chiaro che le motivazioni non furono queste, né in realtà esistettero come tali, gli argomenti non possono mai sostituire le premesse. Di là delle motivazioni ci sono le cause prime e queste hanno a che vedere con forze titaniche molto superiori che governano senza governare; fasi e cicli che ci trascendono, trasformazioni Yin Yang storiche e Toynbeeane alle quali questi piccoli movimenti e personaggi servono senza saperlo (Tutti lo facciamo!). Se guardiamo dall’alto verso il basso, i leader sono semplici marionette di queste forze; se dal basso verso l'alto, maree emergenti e tendenze governate dalla fisica più elementare. Noi umani siamo sempre figli del nostro tempo e, come il resto della materia e dell’energia dell'Universo, siamo esposti alle leggi Universali, come la legge del pendolo. Il protezionismo, sia economico, ideologico, razziale o di qualsiasi altro tipo, è un mezzo difensivo e di

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“La paura è la mia compagna più fedele, non mi ha mai ingannato per andare con un’altro”. Woody Allen conseguenza un simbolo di debolezza. Come proclama il grande Sun Tsu: “Quando uno è più forte, attacca, quando è più debole, difende”. E’ naturale che queste tendenze trovino eco e appoggio sociale, perché le classi medie, ora già alla seconda divisione, reclamano contro l’inganno al quale si affidarono graziosamente (stato del benestare) e, inteneriti, castrati e sequestrate loro le iniziative essendo stata loro rapita da molto tempo la più grande forza d’impulso, cioè la necessità, cercano ora di lottare, assurdamente e senza nessuna strategia, per le briciole del loro sogno dimezzato. Gli uni, come falchi, gli altri come colombe, affrontano la caduta dell’impero d’Occidente in questo disallineamento incerto, truffatore e sconcertante, dove la lucidità brilla per la sua assenza e gli ordini occupano il posto dell’intelligenza. I falchi più individualisti, bramano per prendere coraggio e tentare di ritornare a un passato idealizzato che non è altro che un'anacronistica e superata fallacia. Le colombe che tutto disprezzano, si riuniscono in stormi per difendersi, chiedendo gratis cibo come se le cose non costassero nessuno sforzo e questa manna potesse piovere dal cielo; ma a questo siamo già abituati, vero? Falchi, Yang, colombe, Yin, ambedue sono sintomi di estremi che si toccano, simboli dei tumultuosi tempi che viviamo, dove crescono i fornitori di soluzioni facili, i ricettatori di pozioni magiche e mercanti di balsami di Fierabrás; seduttori di masse, o masse sedotte o le due cose. Visto così, Chavez non è poi così lontano come si potrebbe pensare dallo stesso Trump, né dal Trump di Alqueda, né da quelli del tronfio padre dell'affamata Corea. La reazione opposta e complementare dell’aprirsi il canale al mondo, sta succedendo ora. Passiamo dal sogno del governo mondiale, al provincialismo e al minifondismo dei nuovi rozzi, aggrappati al sentimentale sogno dell’amata terra (ora trascendentale e immarcescibile Nazione). Dall’esperanto, allo “slang” della mia regione o del mio angolo nel quartiere planetario, come se l’obiettivo delle lingue avesse smesso di essere il comunicarsi, per convertirsi in strumento di ogni affermazione propria nella differenza. Passiamo senza soluzione di continuità dal mescolamento totale alla purezza della razza, come se questa esistesse! Posto di andare indietro nel tempo, perché fermarsi in qualche punto vicino? Andiamo alle origini! Arriviamo all’ameba primigenia dalla quale tutti proveniamo! Questo sì, un’ameba con la nostra bandiera! E crediamo che il secolo XIX sia stato il secolo dei nazionalismi! La storia va e viene ... “Cosà c’è da vedere oggi che farà parlare le pietre!” Oltre a tutto questo però, c’è la pressione che non cessa, anzi ricresce e schiaccia le nazioni e gli individui che senza prospettiva percepiscono il divenire con un’unica certezza, che le cose non andranno meglio. Né l’ortodossia della Merkel, né la falsa eterodossia del “Possiamo”, risolvono questo pasticcio, perché ciò che Traduzione: Chiara Bertelli


soggiace dietro a tutto questo supera di molto la soglia media di comprensione. Rimangono le consegne, la manipolazione e lo stordimento. Ho tentazioni di allargarmi in qualificativi e analisi degli inganni che ci propongono gli uni e gli altri, però le tenebre non si combattono con argomenti, ma accendendo luci. Svegliatevi! Per favore! Pensate! Il saggio è colui che vede i vantaggi inerenti agli inconvenienti e gli inconvenienti inerenti ai vantaggi, colui che sa che non c’è faccia senza dorso e che quanto maggiore è la faccia, maggiore sarà il dorso. E per favore... nessuno dia duro a quattro pesetas! (detto spagnolo che deriva da una moneta spagnola non più in uso, il duro, che valeva cinque pesetas, quindi, nessuno da nulla in cambio di niente. n.d.t.). Tuttavia, sia che facciamo qualunque esercizio di lucidità, non potremo astrarci dal pasticcio nel quale ci troviamo e la pressione ci obbligherà a prendere partito (senza dimenticare che "partito" viene da "banda": dicesi dei gruppi di briganti e malvivente che si lanciavano nelle strade ad assaltare la gente per bene. Per questo, il collocarsi non deve significare adeguarsi alle ruote del mulino, né comprare le fallacie che ci vogliono vendere; anzi, significa mantenere la mente chiara, vedere oltre l’evidente, leggere tra le righe e i segni e sapere che non c'è ricetta semplice, né scorciatoia senza lavoro. Significa che toccare un estremo, implica toccare anche l'altro; che si può essere persona, nonostante tutto intelligente, nonostante tutto su tutte le cose, capace di distinguere l’individuale dal collettivo, il clan dalla tribù e la tribù dalla nazione; perché siamo di più, molto di più che idee, patrocini o ascrizioni; siamo esseri spirituali che stanno vivendo una vita materiale con un compito proprio di chiarire, di terminare, forse sì, come un granello di sabbia, sulle spiagge dell'infinito, mossi da mille e una marea ... maree che passano; a volte saremo sul rompere dell'onda, altre nell’entroterra; e anche se il mondo e i suoi profeti spesso danno disgusto, ci sono tante cose belle da vivere e scoprire per cui non dobbiamo ridurci, né conformarci, a praticare la mentalità di un'ameba. L'evoluzione è in salita ... dovrai sforzarti ...




Grandi Figure

Tong Po, piuttosto che un cattivo, un punto di riferimento degli anni 90. Un pomeriggio con Mohammed Qissi è abbastanza per rendersi conto che l'immagine di "cattivo" che vediamo nei suoi film (in particolare in "Kickboxer") nasconde un uomo tremendamente gentile e colto. Con un fisico imponente, alto 1,89 metri, Qissi sembra un uomo serio e disciplinato, ed è qualcosa che siamo stato in grado di ratificare lungo quel pomeriggio. L'impressione fatta è stata quella di un uomo religioso (l'intervista è stata realizzata di fronte alla gran moschea di Madrid) che non fuma né beve e, per i suoi atti, sembra che mantenga i precetti del Corano alla lettera. È specialmente preoccupato dai ragazzi e i giovani della strada, e teme che possano acquisire brutte abitudini con le droghe o diventino delinquenti giovanili. Ci ha raccontato molti aneddoti e sfaccettature sconosciute del suo amico e compagno Jean Claude Van Damme. Dopo l'intervista, nella sessione fotografica, è stato ovvio che lo stile di Qissi è quello di un vero professionista del Thai Boxing ed il Kick Boxing, con una vasta esperienza nella Boxe e gli sport di contatto. Anche se il suo modo di combattere non ha niente a che fare con lo stile spettacolare di Jean Claude Van Damme, è proprio certo che Qissi possiede un talento innato


Cinema Marziale “Muhammed Qissi è stato uno dei testimoni e protagonisti della seconda età d'oro del cinema di Arti Marziali negli anni '90, essendo in pieno nell'occhio del ciclone. Qissi ha lavorato con alcuni dei migliori artisti marziali dei film d'azione ed è riuscito a farsi un nome in questo genere.”

Testo: Mónica Gail Rodríguez & Pedro Conde Studio Foto: © Alfredo Tucci


Grandi Figure per coreografare ed ubicare la camera nel posto più appropriato per captare ottimamente l'azione dal migliore angolo. Qissi è pienamente consapevoli dalle sue limitazioni fisiche: per la sua costituzione ossea, gli manca elasticità. Osservando le sue tecniche non è difficile di accorgersi che il suo obiettivo sia finire il combattimento al più presto possibile. E lo fa in modo efficace. È evidente che abbia combattuto sul ring perché cerca di economizzare i suoi movimenti e non esegue mai una tecnica senza uno scopo determinato; ecco perché le tecniche spettacolari e rischiose sono assenti. Naturalmente, questo non capta l'attenzione degli spettatori in un film e Qissi è cosciente che per lui sarebbe molto difficile essere in testa nel cast di un film. Ma ci sono altre sbocchi per i quali è altamente qualificato e la sua grande risorsa si trova dietro la telecamera, come coreografo o direttore. Muhammed Qissi è stato uno dei testimoni e protagonisti della seconda età d'oro del cinema di Arti Marziali negli anni '90, essendo in pieno nell'occhio del ciclone. Qissi ha lavorato con alcuni dei migliori artisti marziali dei film d'azione ed è riuscito a farsi un nome in questo genere. Mohammed Qissi con il nostro Direttore Alfredo Tucci, negli anni '90.


Cinema Marziale “L'amicizia personale che lega Qissi e Jean Claude Van Damme dalla loro infanzia, probabilmente è stato a suo tempo un pezzo fondamentale nella carriera sfolgorante del "Golden Belgian".â€?


Cinema Marziale L'amicizia personale che lega Qissi e Jean Claude Van Damme dalla loro infanzia, probabilmente è stato a suo tempo un pezzo fondamentale nella carriera sfolgorante del "Golden Belgian". Abbiamo già discusso ampiamente quel rapporto inscindibile in un lavoro precedente pubblicato in Budo International, e questa volta ci concentreremo di più sulla persona di Qissi. Perché, conosciamo veramente Muhammed Qissi? Che cosa ha imparato e praticato? Quanto è stato importante il film "Kickboxer" nella sua carriera? Fino a che punto è stato essenziale il suo ruolo di Tong Po nella carriera di Jean Claude Van Damme e nella sua propria? Rispondiamo a tutte queste ed altre domande qui sotto. Muhammed Qissi è meglio conosciuto per il suo nome d'arte: Michel Qissi. L'attore e coreografo è nato il 12 settembre, 1962 nella città di Oujda, nord-ovest del Marocco. Con solo due anni di età, è emigrato in Francia con la famiglia, dove si stabilirono in un sobborgo di Parigi. Ottenere un lavoro non era facile, quindi qualche mesi più tardi, si sono trasferiti a Bruxelles alla ricerca di una nuova vita e migliori opportunità. Lì, nella città belga, Qissi è andato a scuola a Ixelles. A causa della sua giovane età, non ha trovato alcuna difficoltà ad adattarsi alla vita europea, nonostante lui stava crescendo con entrambe le culture, perché i suoi genitori conservarono e mantennero le abitudini e le tradizioni del loro paese. All'età di sette anni, ha iniziato a praticare la Boxe in un centro sportivo... ma, perché questo sport in particolare? "Mio fratello maggiore praticava la Boxe ed io volevo imitarlo. Io lo vedevo molto sicuro di sé. Inoltre, Muhammad Ali era uno dei miei idoli."


In quel centro ha incontrato un bambino di nove anni che praticava Shotokan Karate: Jean Claude Camille François Van Varenberg. E una grande amicizia nacque tra loro... "In un primo momento, quando ci siamo incontrati e siamo diventati amici, lui mi ha insegnato alcuni calci e tecniche di Karate, ed io ho mostrato a lui altre tecniche di Boxe. Inizia così la nostra amicizia. Siamo diventati fratelli, io rimanevo nella sua casa a dormire e lui nella mia". Dovuto alle frequenti visite, si è creato una gran fiducia e, nella casa di Jean Claude, sorse un curioso aneddoto: "Il padre di Jean Claude, e anche lui stesso, incominciarono a chiamarmi Michel. Poi la gente del quartiere ha continuato a chiamarmi in quel modo, e la stessa cosa è successa quando sono arrivato a Hollywood. Comunque ora, alla mia età, anche se alcune persone continuano a chiamarmi Michel, io preferisco usare il mio nome autentico: Muhammed". Oltre a condividere la passione per le Arti Marziali, entrambi amavano i film d'azione. Erano i tifosi più sfegatati di Bruce Lee, ma ammiravano anche qualcuno che non era un attore: Muhammad Ali. "Mio fratello ammirava profondamente Mohamed Alí; saltava dal letto alla sera per vedere i suoi combattimenti in TV, ed io mi alzavo con lui. Dentro il pugilato, non c'era nessuno che potesse essere paragonato a lui. Abdel voleva essere come lui e mi ha contagiato la sua inclinazione ed ammirazione per Alí." Jean Claude ha vinto un bel po' di tornei di Karate e, più tardi, quando ha iniziato a competere in Campionati di Full Contact, ha segnato 18 vittorie e una sola sconfitta, mentre Qissi faceva lo stesso in Pugilato con risultati simili, nel 1979. Nelle semifinali del campionato belga, ha battuto il temibile Jesús Fernández, belga di origine spagnola, che, mesi più tardi, ha vinto tutte le sue lotte per kockout. "A 17 anni, nel 1980, sono stato Campione di Peso Medio Dilettantistico in Belgio, e un anno dopo, in 1981, sono stato Campione dell'Europa, guadagnando la medaglia d'oro in Salonika, Grecia."


Cinema Marziale Purtroppo, tre anni dopo, la promettente carriera di Qissi, a chi tutti auguravano un vero successo, è stata troncata. "Ho seriamente danneggiato i miei gomiti, proprio quando ero stato selezionato per la squadra di Pugilato che rappresenterebbe il Belgio nelle Olimpiadi dell'84. A causa di questo, sono stato depresso per un anno intero, ma oggi sono contento perché la vita competitiva di un pugile è molto breve e molto dura". La carriera pugilistica di suo fratello Abdel, due anni più vecchio di lui, e che i fan di Jean Claude Van Damme ricorderanno per le sue performance come Athila nel film "Lionheart" (1990), il wrestler Khan in "The Quest" (1996), o il bullo in "The Order" (2001), non è andata molto meglio. "Abdel era un pugile molto buono, non perse mai un combattimento. Per essere pesi massimi era molto veloce, inoltre lui ha le braccia molto lunghe. Ma ha dovuto anche lasciare il Pugilato perché aveva la pelle del viso molto magra ed era facile che i colpi di pugno gli aprissero brecce nella cute. Cosicché si sposò, formò una famiglia, ed appese i guanti professionalmente, per sempre". Risulta paradossale che, qualcuno che ha praticato il pugilato ed il cui idolo è stato Mohamed Alí, raccomandi la pratica del Karate stile Shotokan, e sconsigli quella della nobile arte:



Grandi Figure

“In 'Bloodsport', per esempio, oltre ad aiutare Van Damme a coreografare le scene d'azione, ho anche partecipato alla post-produzione.�


Cinema Marziale

“Io ho praticato il Pugilato e so che può fare veramente del male a qualcuno e danneggiare il tuo cervello nel corso del tempo, a meno che sia praticato con moderazione.”

"Da quando ero un bambino, mi piaceva la Boxe e Muhammad Ali, ma io ero molto giovane. Ora, con l'età, vedo le cose in modo diverso. Non vorrei che i miei figli praticassero il Pugilato, questo è sicuro, ed io non consiglierei a nessuno di farlo, anche se credo che questo è qualcosa che dipende da ciascuno. Non raccomanderebbe mai nessuna pratica sportiva nella quale possa danneggiarsi un'altra persona. Ho iscritto i miei figli in Karate Shotokan... È la disciplina che praticava Jean Claude. Penso che questo sia la cosa migliore, devi solo trovare il maestro giusto. Per me, lo Shotokan, che viene dal Giappone, è la scelta migliore perché implica il rispetto, l'amore e la pace; invece di combattere, ci sono Kata; e le regole nello sparring e nei combattimenti in tornei sono molte buone, è un'arte molto pulita. Penso che sia la cosa migliore che possiamo consigliare i nostri figli come pratica. In Shotokan, quello che mi piace di più sono i Kata (forme) e che ha ottime tecniche di blocco, e se sei un esperto in Shotokan e qualcuno ha un problema in strada, come una donna o un bambino, li si può difendere. Io sono stato per molti anni contro la droga e cercando di motivare le persone a fare lo sport, e la unico attività sportiva che consiglio a tutti perché so che è un bene per le persone, è Shotokan. Eppure, sempre dico che bisogna stare attenti e trovare il maestro giusto. In generale tutte le federazioni Shotokan nel mondo presentano buoni programmi d'allenamento e di solito hanno molto buoni maestri. Quando dico che la Boxe non è buona per nessuno, soltanto sto esprimendo la mia opinione personale; io ho praticato il Pugilato e so che può fare veramente del male a qualcuno e danneggiare il tuo cervello nel corso del tempo, a meno che sia praticato con moderazione. Io son stato molto fortunato perché non l'ho praticato troppo, non perché non volessi farlo, ma perché ho avuto problemi di gomito e ho dovuto smettere di combattere; e sono contento che sia stato così, perché se io avessi continuato a combattere, sono sicuro che ora avrei grandi problemi. Ma certamente, se dovrei scegliere tra la strada o il ring per i bambini, quindi senza neppure pensarci sceglierei il Pugilato. Molte cose brutte possono accadere e la cosa peggiore è la strada, risse, la droga... puoi vederti coinvolto in cose molto brutte con le persone sbagliate. In questo caso, senza dubbio, la Boxe è meglio della strada." Influenzato dal suo amico Jean Claude, Mohamed Qissi ha praticato Karate nella sua gioventù, e ricorda: "Quando ho incontrato Jean Claude ho cominciato a scoprire le Arti Marziali orientali e mi sono innamorato di esse. Ho anche partecipato ad un torneo di Karate Shotokan in cui son stato il secondo classificato." Quando Van Damme aveva 18 anni e Qissi 16 anni, sono andati al Milano Film Festival, nel tentativo di incontrare personalmente produttori cinematografici. Tornarono a casa con un mazzo di biglietti da visita e telefoni di importanti personalità del mondo del cinema. La loro illusione ha cominciato a crescere e presto sono stati tentati dal "sogno americano", dimenticando le competizioni. È così che nella metà degli anni '80 hanno deciso di andare negli Stati Uniti per tentare la fortuna a Hollywood. Quei primi anni in America sono stati davvero difficili per entrambi gli amici, perché, proprio come loro, molti giovani erano anche alla ricerca della loro opportunità. Jean Claude Van Damme stava per gettare la spugna, ma Qissi ha rifiutato categoricamente di tornare ed ha incoraggiato il suo amico di continuare a provare. Finalmente il miracolo che speravano, arrivò: Per la prima volta nella sua vita, Van Damme ha ottenuto un ruolo importante in una produzione di Hong Kong girata in Nord America e intitolata "No Retreat, No Surrender", dove ha interpretato il cattivo del film. Anche se sono stati solo quattro



Cinema Marziale “Bloodsport è stato il primo film importante per noi.”

giorni di riprese, è stato il primo passo importante che hanno compiuto nel mondo della celluloide. Poco dopo, Jean Claude ha superato il casting per dare vita all'alieno in "Depredator". Tuttavia, quello che realmente volevano a tutti i costi era incontrare Menahem Golan, produttore della Canon. Quasi ogni film occidentale di Arti Marziali dell'epoca è stato prodotto da Canon, e Chuck Norris, Michael Dudikoff, Sho Kosugi, ecc, lavoravano in questa ditta. L'opportunità di incontrare Menahem Golan sorse, ma ciò che non si sa è quello che Qissi ci ha detto: "Bloodsport è stato il primo film importante per noi. Siamo riusciti a ottenere una intervista con il signor Golan. Dopo esserci presentati, Jean-Claude ha fatto la sua famosa apertura di gambe tra due sedie, ma Golan non è stato impressionato. Dopo aver parlato per un po' e vedere Jean-Claude in azione, ci ha detto che aveva visto abbastanza e che non pensava che avremmo potuto avere successo in un film. Io gli dissi che stava commettendo un gran errore, perché Jean Claude aveva passato un casting per lavorare in una gran produzione con Arnold Schwarzenegger. Questo richiamò la sua attenzione e ordinò la sua segretaria che chiamasse alla 20th Century per confermarlo. L'agente della 20th Century rispose che, effetivamente, c'era un certo Jean-Claude Van Damme che era stato scelto per il ruolo del


Cinema Marziale cattivo nel film con Schwarzenegger. Quello che l'agente non disse fu che il villano era un mostro e che Jean-Claude porterebbe un abito che non lasciava vedere il viso. Golan ci ha dato l'opportunità dopo aver sentito quello, ed è stato qui dove tutto ha cominciato davvero per noi.” Ironia della sorte, Jean Claude non svolse il ruolo dell'alieno perché non aveva l'altezza che richiedeva il personaggio. Nonostante ciò, e grazie a quella pre-selezione, riuscì a protagonizare "Bloodsport". Qissi aveva ben poco ruolo in questo film interpretando il Thaiboxer brasiliano che ha un confronto scioccante contro Chong Li (Bolo Yeung), anche se il suo lavoro dietro le telecamere è stato molto importante. Questa ed altre esperienze gli hanno permesso finalmente dirigere i suoi film. "Sono sempre stato molto interessato in tutto il complesso processo di realizzazione di un film. In realtà, ho sempre collaborato 'ufficiosamente' in esso, anche se il mio nome non compare nei titoli tecnichi di credito. In 'Bloodsport', per esempio, oltre ad aiutare Van Damme a coreografare le scene d'azione, ho anche partecipato alla post-produzione: dopo aver visto il deplorevole lavoro dell'edizione finale del film, Van Damme ed io abbiamo chiesto Menahem Golan che ci lasciasse tornare ad assemblarla e dopo potrebbe scegliere l'edizione che gli piacesse di più.. ha scelto la nostra e credo che abbiamo salvato il film e siamo riusciti a renderlo un successo. Da allora in poi, tutto é andato meglio per tutti e due". "Bloodsport" è stato un successo che ha sorpreso tutti, anche Jean Claude Van Damme, e gli ha fatto conosciuto in tutto il mondo. Pur essendo un film originariamente destinato per il mercato del video, è diventato inaspettatamente un blockbuster. "Menahem Golan" - spiega Van Damme -, "non aveva nemmeno pensato l'idea che 'Bloodsport' potrebbe essere rilasciato sul grande schermo. Era una produzione di serie B e, come tale, sembrava condannata ad andare a finire direttamente ai videonoleggi. Bisogna riconoscere che la realizzazione era nulla e la musica inaudibile. La prima versione dello scrip originale, scritto da Sheldon Lettich, era veramente interessante e prometteva una storia con buon


“Sono sempre stato molto interessato in tutto il complesso processo di realizzazione di un film.�


Grandi Figure ritmo e tensione, ma certi sceneggiatori imposti per la Cannon hanno cominciato a ritoccarla, togliendo da qui e mettendo là; il risultato finale è stato una storia irregolare, con alti e bassi e spesso abbastanza stupida. Il primo montaggio è stato anche disastroso, ma io lo sapevo che era un diamante grezzo e volevo cercare di scolpirlo. Dopo un anno, durante il quale il film è stato accumulando polvere nel magazzino della Cannon, Golan mi ha dato via libera per provare a risolvere il problema. Così ho iniziato a configurare tutto il film, con particolare attenzione alle scene di combattimento. Dopo diverse settimane di lavoro 12 ore al giorno, dalle 07:00 fino all 19:00, Golan ha guardato la mia versione e ha accettato di distribuirla nelle sale cinematografiche. Solo negli Stato Uniti, e senza pubblicità, il film ha sollevato $ 40 milioni nelle sale cinematografiche, e poi $ 12 milioni nei video club. A Hong Kong ha sollevato più al botteghino del film "Hunted" of Schwarzenegger che è stato rilasciato contemporaneamente. Menahem Golan si è scusato per non avermi ascoltato prima. "Ho la sensazione che tu ed io possiamo fare una buona squadra!" - Ha aggiunto. Da quel giorno, sono stato concesso tre posti auto nel parcheggio ed un piano intero dell'edificio Cannon in modo che potessi lavorare a mio agio." Forse sarà strano ad alcuni che dopo aver recitato in un successo clamoroso come "Bloodsport" (1987), Jean Claude Van Damme abbia accettato di svolgere il ruolo di cattivo nel film "Black Eagle" (1988), in cui Qissi non ha partecipato. Lo stesso Van Damme spiega questo dettaglio poco coerente in apparenza: "Quando mi è stato offerto il ruolo di cattivo in "Black Eagle", non ero in condizioni di esigere nulla e avevo gravi problemi finanziari, quindi ero disposto ad accettare qualsiasi cosa. Bisogna tenere in conto che, benché fosse stato protagonista già di "Bloodsport", questo film non era stato ancora rilasciato e sonnecchiava negli archivi della Cannon, quindi io non ero ancora conosciuto. Apparire in "Black Eagle" come rivale di Sho Kosugi rappresentava un'opportunità fantastica, anche se dovessi fare il cattivo." Dopo il successo ottenuto da "Bloodsport", Cannon ha offerto Jean Claude Van Damme tre progetti alternativi: co-protagonista in "Delta Force III" con

Chuck Norris, protagonista in "American Ninja", o protagonista in "Cyborg". Lui non ha accettato il primo progetto perché: "Benché mi piacesse l'idea di lavorare con Chuck, accettare quell'offerta dopo il successo di "Bloodsport" sarebbe stato sbagliato. Per me era il momento giusto di volare con le mie ali o di non decollare mai." La sua risposta al secondo progetto è stata un NO clamoroso; lui non aveva nulla a che fare col Ninjutsu. Così, Jean Claude è stato costretto ad accettare la terza offerta: "Cyborg". In realtà io non volevo fare quel film, ma avevo un contratto con la Cannon e ho ritenuto che questa era la possibilità meno brutta delle tre che mi erano state offerte. Comunque, credo che mi sono sbagliato, perché tutto è stato orribile dal primo giorno di riprese". Il film ebbe un accoglienza fredda al botteghino. Tutto il mondo era in grado di presentire il potenziale enorme di Jean Claude, ma mancava il film che potesse lanciarlo al successo. Il suo lavoro successivo è stato "Kickboxer" e, questa volta, Qissi è intervenuto... E come! Il suo personaggio, "l'enorme uomo malvagio", che ha risaltato senza dubbio nel cinema di Arti Marziali degli anni '90, cioè, l'odioso Thai-boxer Tong Po, ha segnato un'intera generazione. "Kickboxer" contiene alcune scene epiche di Qissi (Tong Po). Forse la più memorabile è quella in cui si può vedere come il Thai indurisce i suoi stinchi colpendo ad una colonna di mattoni e calce. La sua lunga treccia si muove serpeggiando al ritmo dei suoi low-kick, mentre i frammenti di calce sembrano piovere intorno a lui. "Kickboxer" é stato rilasciato l'8 novembre 1989 a Nord America e, mesi dopo, nel resto del mondo. Il film ha avuto un budget di un milione e mezzo di dollari, e in un paio di settimane riscosse nel mercato statunitense un totale di 14 milioni e mezzo, diventando un blockbuster. Non si sa esattamente i benefici ottenuti a livello mondiale nella sua distribuzione cinematografica ed in video, e per i diritti pubblicitari per la sua trasmissione televisiva. Quello che sappiamo per certo è che il film è stato un successo ovunque è stato proiettato. Le riprese sono durate 56 giorni: dal 28 giugno fino al 23 agosto 1988. È stato diretto da Mark Disalle, che non solo ha diretto il film possibilmente migliore de Jean Claude Van Damme, ma anche il migliore film di Jeff Speakman: "Arma letale".


Cinema Marziale L'inizio delle riprese di "Kickboxer" é stato un mare di guai, come racconta Qissi: "Harold Diamond è stato originariamente l'attore scelto per incarnare Tong Po nello schermo, ma ha avuto una discussione con il direttore ed è stato tirato all'ultimo minuto. Allora si pensò di assumere un tailandese, ed io sono stato commissionato per cercare in tutte le palestre in città in cui la Boxe Thailandese fosse stata insegnata e trovare la persona giusta. Ma i praticanti thailandesi che ho intervistato non avevano alcuna capacità interpretativa o non davano il peso e la muscolatura che richiedeva il personaggio di Tong Po, così ho detto a Jean Claude: "Non abbiamo il tempo di trovare un sostituto, io lo farò." Egli ha detto: "Ma tu non hai un aspetto asiatico affatto!" Ma gli ho detto che io conoscevo qualcuno che potrebbe farmi apparire come un asiatico. Dopo la sessione di make-up, Jean Claude non riusciva a credere alla trasformazione. Ed è così che sono riuscito ad ottenere questo ruolo, grazie alla complicità di Van Damme. Lui disse ai produttori che potrebbe trovare a Bruxelles la persona ideale per incarnare Tong Po. Al suo ritorno a Los Angeles, insegnò loro le mie foto dove io apparivo truccato per sembrare un tailandese (il magnifico lavoro di caratterizzazione lo realizzò il truccatore di "Cyborg") e con la testa rapata. i produttori si mostrarono molto soddisfatti e gli dissero di assumere il "thai" da quelle foto. Mi ricordo ancora la loro incredulità quando abbiamo rivelato a loro che quel "thai" ero io. La mia interpretazione di un cattivo detestabile è stato un successo". Alcune delle indimenticabili scene dell'allenamento di Jean Claude sono state registrate nei pressi dei templi di Wat Phra Si Sanphet e Wat Ratchaburana, ed un'altra parte tra le rovine della città di Ayutthaya in Thailandia. La palestra che Kurt (Jean Claude) visita durante la sua ricerca per trovare un allenatore è stato la Sor Thanikul di Bangkok. Anche se chiusa nel 2003, nel suo momento è

“Ho preparato il personaggio e mi è piaciuto fare il cattivo. Ho scommesso forte e ho lavorato con grande entusiasmo il personaggio... una cosa tira l'altra e finalmente il film è stato un successo.”

stato un vero e proprio centro d'allenamento per i praticanti di Muay Thai, che arrivò a ospitare oltre 50 thaiboxer, competitori per lo più. Nessun praticante degli sport di contatto, tra cui le Arti Marziali, ha capito mai perché il film è stato intitolato "Kickboxer", se tutti i combattimenti che si realizzano durante il film sono veramente incontri di Thai-boxing; inoltre, inoltre, le sequenze di allenamento di Jean Claude sono puramente di Muai Thai (versione tradizionale del Thai-boxing). È logico se si considera che l'azione del film si svolge interamente in Thailandia, dove il Thai-boxing è uno sport nazionale. Come tutti sanno, il cosìdetto Kickboxing è una sorta di Thaiboxing ammorbidito da decadi per i giapponesi. Per la sua elevata durezza, il Thai-boxing non era facile da esportare in Giappone, Europa e Stati Uniti, quindi i giapponessi hanno deciso di creare una versione più "civilizzata", nella quale sono vietati i colpi coi gomiti e le ginocchia; questo è stato chiamato Kick Boxing. Tuttavia, i combattimenti in "Kickboxer" sono indiscutibilmente di Thai-boxing; perfino, si combatte secondo la forma di Muay Thai più tradizionale, vale a dire, con testate permesse e con le nocche coperte da bende impastate in coda che si introducevano in una bacinella piena di vetri rotti, col terribile risultato che può apprezzarsi nella scena finale del film. Questo non fu inventato o ideato per gli sceneggiatori col fine di


“Benché mi piacesse l'idea di lavorare con Chuck, accettare quell'offerta dopo il successo di "Bloodsport" sarebbe stato sbagliato.”


Cinema Marziale guadagnare spettacolarità nel combattimento finale, ma proviene da un'epoca abbastanza recente, dall'inizio del XX secolo, quando alcuni combattimenti di Muay Thai erano a morte. Nonostante l'impreciso titolo, il risultato è stato che Tong Po ha colpito forte nell'udienza. Senza questo carattere sadico e vile, probabilmente il film non avrebbe mai avuto l'enorme successo che ebbe. La caratterizzazione del personaggio fu tutta una riuscita. "Sì, assolutamente. Naturalmente, ha funzionato, è stato perfettamente controllato. Anche io avevo paura la prima volta che ho guardato nello specchio! Ho preparato il personaggio e mi è piaciuto fare il cattivo. Ho scommesso forte e ho lavorato con grande entusiasmo il personaggio... una cosa tira l'altra e finalmente il film è stato un successo." Le riprese, come già detto, sono state piene di difficoltà e soprattutto segnate dal tempo ed il clima tropicale. Il film è stato girato durante la stagione delle piogge o dei monsoni (da maggio a ottobre, più o meno), e alcuni giorni non era possibile filmare, o si annullava e si cambiava scenario, dovendo improvvisare e trasportare tutte le attrezzature da un posto all'altro. Tutto dipendeva dal tempo, quindi è stata una ripresa di maratona. Inoltre, è stato particolarmente difficile per Qissi: "Conservo un ottimo ricordo di "Kickboxer", anche se io avessi un hándicap che gli altri attori non avevano. Per me, la parte più difficile del film è stata la mia sessione quotidiana di trucco. Dovevo stare lì alle quattro della mattina e rimanere seduto e quieto per due ore e mezza. Ci volevano due ore per il trucco del viso e circa 30 minuti per il tatuaggio della spalla. Rimanere così tanto tempo era molto duro perché non potevo leggere, né vedere la televisione, né fare niente, solo collaborare ed aiutare i truccatori in quello che potessi; e dopo questo partecipavo alla coreografia e le riprese; è stato davvero faticoso ma ne valeva la pena". Per quanto riguarda la collaborazione prestata da Mohamed Qissi nella coreografia, è qualcosa che non sapremo mai. Quello che possiamo dire è che, grazie al film, è nato il genere cinematografico del Kick-boxing ed è stata una boccata d'aria fresca nel cinema di Arti Marziali, mostrando uno stile di lotta del tutto innovativo che ha affascinato il pubblico in cinque continenti. "Lo stile che ho usato in "Kickboxer" (è lo stesso utilizzato in "Bloodsport"), che potremmo denominare stile libero ha dichiarato Jean Claude Van Damme -, varia a seconda dell'avversario. Ogni artista marziale deve trovare il proprio stile: lo stile di Jackie Chan è acrobatico, fantasioso e comico, mentre quello di Bruce Lee, è l'opposto: diretto, forte e drammatico. Il mio stile potrebbe dirsi che sia intermedio tra queste due supersta delle Arti Marziali: è spettacolare, ma contundente, divertito, flessibile e rapido. In "Bloodsport" cerco di ottenere che lo spettatore

apprezzi il desiderio di vendetta dell'eroe per il suo modo di combattere. In "Kickboxer" si verifica qualcosa di simile, ma questo film, a differenza di "Bloodsport," ha una storia solida, una filosofia. Indipendentemente dallo stile impiegato, il fatto è che se i suoi rivali non fossero stati Bolo Yeung e Mohamed Qissi possibilmente "Bloodsport" e "Kickboxer" rispettivamente, non avrebbero raggiunto il successo hanno avuto tra il pubblico, essendo i suoi combattimenti finali i migliori della filmografia di Jean Claude Van Damme. Per quelle cose del destino, Qissi non apparve nei titoli di crediti col fine di fargli passare per un lottatore tailandese. Tuttavia, dato il carattere e carisma che Qissi seppe imprimere nel personaggio di Tong Po, quello non è stato alcun ostacolo per diventare famoso. "Jean Claude ha pensato che sarebbe bene tenere il mistero del personaggio e quando l'ho saputo era già troppo tardi per cambiarlo." Il film ha consacrato Van Damme come uno dei principali attori del cosiddetto "Cinema di Arti Marziali". Il suo lavoro successivo è stato "Lionheart", in cui Qissi incarna un legionario francese che persegue il disertore Van Damme. Questo è stato l'ultimo film in cui hanno lavorato insieme. Da lì, ognuno seguì separatamente la sua carriera cinematografica.. Dato che Tong Po era stato molto bene accolto dall'udienza, alla quale aveva colpito, Qissi è stato assunto per il sequel "Kickboxer II", in cui è stato il vero gancio (Jean Claude ha respinto il progetto). Nonostante ottenere un certo successo, non è stato quello che si aspettava al botteghino. Ha funzionato molto bene nel mercato video, ma chiaramente mancava la stella... Poi Qissi ha partecipato alle seguenti produzioni representando il ruolo in cui era incasellato: "Bloodmacht" (1991), "To the death" (1992) and "Terminator Woman" (1993). Il 13 aprile del 1992, Jean Claude Van Damme ha promosso in Madrid il film "Nowhere to run". Era accompagnato da Mohamed Qissi e, grazie a lui, prima della conferenza stampa, siamo stati in grado di parlare con Jean Claude. C'era una grande complicità e l'amicizia tra di loro. Qualche tempo dopo, abbiamo appreso che avevano avuto alcune discrepanze. Se era vero o non, il fatto è che c'era una sosta di alcuni anni nella carriera di Qissi, prima che tornasse a mettersi davanti alle telecamere con Héctor Echevarría nei film "Extreme Force" e "The Falkland Man". Questi film, entrambi girati nel 2001, sono state i suoi ultimi lavori in Nord America. Nel 2002, ha deciso di trasmettere la sua conoscenza ed esperienza ai giovani del suo paese. Dopo 40 anni all'estero, è tornato in Marocco e si ha sposato nella città di Ahfir. In seguito si è stabilìto a Tata, una città che gli ha innamorato con i suoi paesaggi e la gentilezza della sua gente. Inoltre, è in questa città dove i suoi figli Ayoub, di nove anni, e Adam, di otto, sono diventati

“Quando ho incontrato Jean Claude ho cominciato a scoprire le Arti Marziali orientali e mi sono innamorato di esse. Ho anche partecipato ad un torneo di Karate Shotokan in cui son stato il secondo classificato.”


campioni del Shotokan Karate sotto la guida del Maestro Chakir, che possiede una delle migliori palestre di Karate a Marocco. Da allora in poi, Muhammed Qissi non ha quasi funzionato nella settima arte. Ha partecipato a "Road to Kabul" (2011), "Un Marocain à Paris" (2012), "Kanyamakan" (2014) o "Bara" (2015). Tutti questi film sono produzioni molto modeste, lontano da quelli dei grandi studi americani. Finalmente e dopo anni senza lavorare insieme, nel 2016 Qissi ha avuto un ruolo di supporto nel film "Kickboxer: Vengeance", in cui ha lavorato anche Jean Claude. Nella sequel, nessuno di loro ha svolto un ruolo di primo piano, ma la cosa più importante è che si sono ritrovati, hanno parlato... Chissà se avranno alcun progetto comune? Speriamo che sia così e torniamo a vederli insieme sullo schermo grande. Noi spettatori sentimentali e nostalgici, godremmo enormemente guardando loro in azione ancora una volta. Siamo consapevoli che sono passati quasi 30 anni dal rodaggio di "Kickboxer", ma vedendo ciò che si fa oggi nel cinema d'azione in generale, e i film di Arti Marziali in particolare... Se trionfa la saga "I mercenari" nel botteghino, perché non dovrebbero trionfare anche loro? Congetture a parte, se c'è qualcosa di certo è che se quel ritrovo filmico avesse luogo, ci sarebbe almeno uno spettatore assicurato.


Cinema Marziale




Fare l'istruttore Diventare un istruttore richiede molti sacrifici per essere pronti ad insegnare e offrire la nostra conoscenza. Sembra facile da dire e da raggiungere in questo momento di puro consumo, in cui dobbiamo tutto. Tuttavia, l'insegnamento non è facile e dobbiamo lasciare il nostro orgoglio nello spogliatoio, per dare il massimo ai nostri allievi. Dobbiamo sempre dare il meglio di noi con tutto il nostro cuore per ispirare i nostri studenti affinchĂŠ trovino il loro cammino, senza costringerli ad raggiungere le nostre mete, bensĂŹ le loro! Ăˆ inconcepibile che un istruttore cerchi di forzare i suoi studenti a fare cose che loro realmente non desiderano, come ad esempio partecipare in tornei, insegnare...



“L'istruttore è qua per consigliare l'allievo ed aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. Ma per questo, è necessario un vero e proprio intendimento tra lo studente e l'insegnante.”


istruttore è qua per consigliare l'allievo ed aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. Ma per questo, è necessario un vero e proprio intendimento tra lo studente e l'insegnante. Senza di esso, nulla è possibile, quindi dobbiamo sviluppare un rapporto di complicità, al fine di ottenere i migliori risultati. Senza questa complicità e questa fiducia tra di loro, non andrà bene un bel niente! Per questa ragione, l'istruttore deve essere onesto con se stesso: lui deve essere in grado di guidare il suo studente verso un altro istruttore, se lui stesso non è in grado di aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi. Questo istruttore non può essere egocentrico, ma deve essere in grado di fare tutto in ogni momento per il bene dello studente. Se un istruttore non può formare adeguatamente un futuro campione in modo che raggiunga il suo miglior livello e diventi il campione che merita di essere, l'istruttore deve essere onesto per dirlo a lui e guidarlo verso qualcuno che sia competente in questo campo. Purtroppo, la maggioranza degli istruttori penseranno nella sua propria fama ed il suo beneficio avendo questo campione nei suoi club, invece di dargli l'opportunità di sfruttare il suo potenziale. D'altra parte, la gente si dimentica che il sostantivo "istruttore" deriva dal verbo "istruire", cioè, “addestrare qualcuno per renderlo più capace”, e questo non è facile e non tutti possono farlo. Alcuni grandi combattenti non sono in grado di condividere le sue conoscenze, mentre ci sono quelli non combattenti che possono trasmetterle perfettamente.

L’

Dobbiamo sempre allenare e lavorare nelle nostre abilità di insegnamento facendo ogni sforzo per condividere le nostre conoscenze in modo efficiente coi nostri studenti. L'allenamento non finirà mai, qualunque cosa possa pensare la gente. Il nostro allenamento durerà per tutta la vita, ed evolverà sulla base del tempo e della nostra età. Oggi, tutti vogliono istruire senza formazione, o semplicemente allenarsi per un tempo molto breve, e poi vivere con queste piccole conoscenze senza mai metterle in dubbio, senza mai correggerle. Essere continuamente corretti è qualcosa che molti istruttori non accettano. In realtà, molti pensano che una volta certificati, sanno tutto e non tollerano più un commento o un consiglio dai loro insegnanti. Può sembrare ridicolo o al di là della comprensione, ma è estremamente comune. La gente pensa che essere corretti e ricevere commenti o critiche potrebbe ridurre la sua credibilità, ma al contrario, questo li farà progredire ancora di più e permetterà loro diventare migliori istruttori di quanto erano prima. Purtroppo, alla gente piace mostrare il suo grande ego, e si rifiutano di progredire per dare il meglio ai loro studenti. Questo è solo un freno alla sua continua evoluzione come istruttori. Quanti istruttori vogliono solo a brillare davanti ai loro allievi, senza alcuna considerazione per loro o per i loro obiettivi? Molti di loro sono narcisisti e vogliono solo impressionare i suoi studenti invece di farli evolvere. Tuttavia, insegnamento significa trasferire le conoscenze, ed rimanere in totale abnegazione dei nostri desideri.


Dobbiamo dare del nostro meglio ai nostri allievi, e fare ogni sforzo per spingere loro più in alto possibile senza pensare del nostro successo personale e la soddisfazione. La nostra unica soddisfazione sarà quella di aver aiutato i nostri studenti a raggiungere i loro obiettivi, a imparare a conoscere loro stessi ed essere felici. Tuttavia, l'istruttore non deve mai far finta di essere l'unico responsabile di questo risultato. È la collaborazione, l'associazione e la fiducia quello che l'ha reso possibile. Senza il lavoro dello studente, niente è possibile, e questo è ciò che dovrebbe mostrare l'istruttore per evidenziarlo e dimostrare che il suo lavoro ed i suoi sacrifici non sono stati in vani, bensì, al contrario, sono stati vantaggiosi. Tuttavia, l'istruttore non deve mai far finta di essere l'unico responsabile di questo risultato. È stata la collaborazione, l'appoggio e la fiducia ciò che l'ha reso possibile. Senza il lavoro dello studente, nulla è possibile, e questo è ciò che dovrebbe mostrare l'istruttore per evidenziarlo e dimostrare che il suo lavoro ed i suoi sacrifici non sono stati in vani, bensì, al contrario, sono stati vantaggiosi. Il Maestro è stato solo un anello della catena nel successo dello studente. L'istruttore non può prendersi il merito di avere svolto il ruolo da protagonista in quest'avventura, bensì è stato soltanto una guida che ha fatto tutto con il suo cuore per accontentare il suo allievo. Le persone che pensano solo a se stessi non hanno nulla a che fare nel campo dell'istruzione; dovrebbero allenarsi da soli e raggiungere i loro obiettivi da se stessi senza approfittarsi degli studenti per brillare e sentirsi importanti. Spesso, gli istruttori che non hanno alcuna considerazione per i loro studenti sono solo incompetenti che si rifugiano nel campo dell'insegnamento e esprimono in questo modo la sua frustrazione di non essere in grado di diventare importanti da loro stessi senza prendere vantaggio di qualcuno, o senza schiacciare la gente cercando di sentirsi migliori degli altri. Come istruttori, è essenziale non pensare mai a noi stessi, essere pronti ad aiutare gli altri ed applicare qualche autoanalisi, e questo per tutta la vita. Mancando queste condizioni, per favore, non vi trasformiate in istruttori, perché l'unico risultato sarà danneggiare e distruggere i sonni dei vostri futuri studenti. Alcuni studenti anche smettono di praticare qualsiasi sport a causa del disgusto e la delusione che hanno vissuto con un maestro incompetente. Insegnare significa trasmettere la nostra passione agli altri, ascoltandoli pienamente e rispondendo ad ognuna delle sue petizioni. D'altra parte, un istruttore non deve dispiacersi di quello che ha fatto per i suoi studenti, benché loro l'abbandonino o lo tradiscano. Tutto quello che si dà, si deve fare dal cuore, e niente può essere calcolato o fatto con l'aspettativa di ricevere qualcosa a cambiamento, né qualunque beneficio.


“Quanti istruttori vogliono solo a brillare davanti ai loro allievi, senza alcuna considerazione per loro o per i loro obiettivi?�












WORLD FU-SHIH KENPO “Chiarificando i Concetti Basilari dello Stile…” Da quando lo stile è stato creato nel 1985, garantito da diverse or ganizzazioni mondiali orientali e maestri dell'epoca, ma soprattutto dal Grandmaster Robert A. Trias (che riposi in pace) e la USKA, "United States Karate Association", ho sempre avuto l'idea, conservata fino ad oggi, che l'arte del Fu-Shih Kenpo dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:


Grandi Maestri



Grandi Maestri • L'ordine dei gradi che ho presentato nel mio primo progetto, nonché il logo del nostro Programma d'Istruzione e Gradi - lo Spiga -, e le diverse cinture dalla Bianca fino alla Marrone 1º Kyu, e poi la Cintura Nera la Cintura Nera nei suoi diversi livelli o Dan. La descrizione di tutto questo si può trovare nei molteplici articoli, libri, video e interviste che vi ho offerto nel corso degli ultimi 32 anni. • Il programma d'allenamento ci porta dagli aspetti fisici e fisiologici fino allo sviluppo mentale e spirituale, nonché le caratteristiche storiche dello stile, in modo da preservare le tradizioni marziali, e in segno di rispetto ai grandi maestri che li hanno creati in passato. Questa è la tecnica basilare, sempre importante e trascendente, nei suoi diversi moduli di tecniche di pugno, di mano aperta, di calci, di difese, di posizioni e le loro combinazioni. Questo deriva dalla mia influenza del Karate Shotokan nei miei inizi, e poi dalla mia introduzione nel Kosho-Ryu Kenpo. Il mio più alto grado in Shotokan è stato il 5 ° Dan, e nel Kosho-Ryu Kenpo mi è stato assegnato il 9 ° Dan, che ho ricevute direttamente dalle mani del Gran Maestro Thomas Barro Mitose. • In secondo luogo analizziamo la Scuola di Auto-Difesa. E la chiamo scuola, semplicemente perché si tratta dello studio, l'apprendistato, la ripetizione ed il perfezionamento delle tecniche o serie simulate, come dico sempre, "à la Carte". È nel Dojo dove, con tenacia, volontà e speranza, facciamo i massimi sforzi per sviluppare l'abilità, il controllo, e la velocità. • Forza, potere e continuità nelle nostre possibili risposte ad un attacco. Ma, naturalmente, nella scuola o dojo generalmente ci alleniamo su "situazioni supposte e di mutuo accordo", nel senso che sappiamo a priori il modo in cui il nostro avversario sta per attaccarci, semplicemente perché l'insegnante, istruttore o maestro, dice al nostro compagno d'allenamento l'arma che deve usare nell'attacco o il modo in cui ci deve attaccare. Allora noi facciamo una bella esposizione delle nostre abilità, maneggiando l'attaccante al nostro capriccio. E lui si lascia fare. Quando ci attacca, in realtà non ha alcuna intenzione di farci del male; poi rimane fermo senza reagire, nemmeno si allontana o cerca di bloccare i nostri

controattacchi. Quindi tutto sembra bello, ma non è reale, anche se, naturalmente, ha un senso ed è logico. Si tratta di una fase per la quale dobbiamo passare perché è un passaggio obbligato nella strada ad altri livelli o evoluzioni dello stile. Un bambino prima inizia a strisciare, fino a quando non si alza e cammina, poi impara a correre e saltare; e, infine, arriva un giorno in cui commincia a fare le sue scelte e segue la sua propria strada, nel modo che lui considera migliore o sente che sia necessario. • All'interno del metodo Fu-Shih di Auto-difesa, abbiamo una sezione speciale dedicata all'Auto-Difesa in strada. È un mondo totalmente diverso, un mondo di realtà, duro, ruvido, estremamente violento, perfino letale a volte. In quest'area, il nostro avversario sempre cerca di farci del male; un po', molto, oppure troppo. Possiamo essere attaccati in qualsiasi modo, probabilmente senza preavviso, e spesso a tradimento. L'aggressore ci colpirà con la sua massima potenza e la sua migliore tecnica; senza alcun senso morale, senza alcun spirito civico o impedimenti religiosi, politici o giuridici, lui tenterà di romperci la testa e strapparci il cuoio capelluto, come gli antichi indiani. Se porta un coltello in mano, come spesso accade, egli non esiterà ad usarlo contro di noi; non farà un'esibizione, né si prenderà alcuna cura in modo di non causare un danno eccessivo col coltello; al contrario, ce l'inchioderà fino al fondo in qualunque parte del nostro corpo. Non gli importerà se la ferita è superficiale o mortale, non avrà alcuna preoccupazione affatto; perfino sarà convinto che la giustizia non lo troverà e che sempre sarà in grado di scappare di essa. Se lui ha un bastone o una sbarra di ferro, cercherà anche il modo di spezzarci le ginocchia, le braccia o la testa. E se porta una pistola, svuoterà il caricatore su di noi. Purtroppo, questa è la parte più brutta della vita. Ma noi siamo persone civili, e quelli di noi che crediamo ancora in Dio, che amiamo la nostra famiglia e gli amici, che rispettiamo la legge e la giustizia - malgrado ogni giorno ci abbandona e delude sempre più -, non useremo la nostra conoscenza e il potere per difenderci al quel livello. Semplicemente perché non vogliamo danneggiare o uccidere qualcuno. Non vogliamo finire in galera a causa di qualcuno che è

“Forza, potere e continuità nelle nostre possibili risposte ad un attacco.”




Grandi Maestri mentalmente confuso, è pazzo o è un disadattato sociale. Non è che abbiamo paura di qualsiasi bandito o di un volgare stupido, è semplicemente che non vogliamo distruggere la nostra esistenza né quella dei nostri. L'altra parte non avrà tale preoccupazione al riguardo. Il fatto che per la nostra parte siamo diligenti in non eccederci nel nostro uso della forza e conoscenze marziali o di combattimento, giocherà in contro di noi. Naturalmente, è un enorme svantaggio. • Continuando l'Auto-difesa, arriviamo a tutto ciò che riguarda le Forze dell'Ordine e la Sicurezza. In questa sezione, la forma, le tecniche e le tattiche devono essere orientati verso il vero lavoro degli agenti di polizia, gli agenti di sicurezza e i guardie del corpo. Naturalmente, l'uso della forza, le manovre, riduzioni, ammanettamento, trasporto e conduzione, manipolazione di armi, ecc, devono essere regolati dalle norme e leggi vigenti in ogni settore. Alcuni settori richiederanno un maggiore utilizzo della forza e altri meno. In Spagna abbiamo la "Guardia Civil", Polizia Nazionale, Polizia Locale, Ertzaintza, Mossos D'Esquadra, ecc, e diverse società di sicurezza e guardaspalle, così come le Forze Armate Spagnole. • Nella parte relativa al combattimento sportivo, il nostro sistema di lotta è in linea con le regole del Kick-Boxing e i gli sport di contatto. Da i suoi programmi iniziali d'allenamento, il Fu-Shih è stato sempre caratterizzato dal contatto. Questa sezione la denominiamo Fu-Shih Contact. • Il quinto aspetto del Fu-Shih Kenpo riguarda il maneggio di armi come: Yawara, bastone corto, bastone da passeggio, coltello, bastone



Grandi Maestri lungo, Tonfa e Kama, in cui cerchiamo di sviluppare il loro uso, la manovrabilità e l'applicazione nel senso più pratico, sempre in ricerca della stessa cosa: l'efficacia, la semplicità e il modo più logico e naturale di risolvere incontri reali. L'idea generale dello studio e la pratica del FuShih Kenpo, è che ogni praticante possa eseguire il suo l'apprendistato attraverso tutto quanto sopra, o scegliere la disciplina che desideri sviluppare in linee particolari. Questo significa che potrebbe studiare soltanto l'Autodifesa della Scuola a livello artistico, o l'Autodifesa in strada, o la Difesa della Polizia, il combattimento o l'addestramento con le armi. Nessuno sarebbe costretto a sviluppare l'intero sistema. Alcuni dei nostri studenti o membri del World Fu-Shih Kenpo che hanno scelto la propria strada sono, per esempio, Santiago Remesal Fernández, a Madrid, è l'allenatore ufficiale del Gruppo di Guardie di Corp di una delle principali banche del paese. Luis Vidaechea Benito, in Castilla-Leon, sviluppa il sistema in modo globale ed è anche esperto in sistemi di combattimento. Il nostro rappresentante a Lisbona, Portogallo, l'Istruttore Luis Tavares, è dedicato esclusivamente al cosiddetto Fu-Shih Contact, etc.

“Nella parte relativa al combattimento sportivo, il nostro sistema di lotta è in linea con le regole del Kick-Boxing e i gli sport di contatto.”





Questo mese, vorremmo che tutti voi conoceste SIFU Pui Chung Leung. Direttore del Ving Tsun Athletic Association, e un eccezionale alunno di Sifu Tsui Sheung Tin (il re di Siu Lim Tau), allievo del Gran Maestro Ip Man.



Budo International: Quando hai iniziato a praticare il Wing Chun? Chi è stato il suo insegnante? Sifu Leung Pui Chung: Ho studiato Ving Tsun nel 1972 del fratello maggiore. Nel 1978 sono diventato uno studente di Gran Maestro Chu Shong Tin. La Ving Tsun Athletic Association of Martial Arts è stata fondata nel 1983 da Sifu Leung. Dal 1999, sono stato il direttore e tesoriere del Ving Tsun Athletic Association di Hong Kong. B.I.: Ci sono molte scuole che centrano la loro pratica nell'autodifesa, altre lo fanno nella salute o gli aspetti storici della cultura cinese del Kung Fu. Nella Tua scuola, qual è l'approccio principale alla pratica del Wing Chun? Sifu Leung Pui Chung: Con il progresso della civiltà, il concetto di Arti Marziali dovrebbe essere in linea con la tendenza dei tempi, così la nostra scuola si è impegnata nel concetto dell'idoneità fisica (Healthy Exercise Guidelines) per insegnare il Wing Chun tradizionale utilizzando un modo scientifico (Biomechanica, Kinesiologia) d'interpretazione a fin di presentare il Wing Chun a tutte le persone. Ma ci atteniamo al concetto di non allontanarci dalle idee semplicistiche con la trasparenza ed efficienza nel combattimento che sono state trasmesse a noi dai nostri antenati. La nostra missione è quella di formare allenatori di alta qualità. B.I.: Ving Tsun è, al giorno d'oggi, un ben noto stile in tutto il mondo. Ci sono migliaia di praticanti in Europa e negli Stati Uniti. La crescita è stata enorme negli ultimi 20 anni, soprattutto a causa dei film del Gran Maestro Ip Man. Tuttavia molte persone pensano che questo non sia stato buono per il Ving Tsun, cosa ne pensa?



VingTsun Sifu Leung Pui Chung: Forse i film del Gran Maestro Ip Man sono stati irreali o esagerati, tuttavia ritengo che siano stati buoni per la promozione del Wing Chun, per quanto hanno fatto possibile che più gente conosca il Wing Chun, e l'interesse in imparare o sviluppare l'arte è notevolmente aumentato. Così, l'interpretazione del vero significato del Wing Chun e le sue connotazione è la responsabilità dei nostri allenatori. B.I.: Pensa che il cinema di Arti Marziali, in particolare gli ultimi film di Yip Man, sia positivo o negativo? Sifu Leung Pui Chung: Se i nostri allenatori hanno la capacità di interpretare correttamente il vero significato del Wing Chun, in questo caso, gli ultimi film di Yip Man saranno stati positivi per la promozione della nostra arte. B.I.: Sul piano tecnico, credi che il Wing Chun sia evoluto negli ultimi anni, o pensa che ci sia stato un regresso? Sifu Leung Pui Chung: A livello tecnico, la corrente principale nel suo insieme sta evolvendo, ma sottovaluta un po' il principio di risparmio di energia. La lotta può essere debole per superare la cosa forte, il risparmio di energia è un fattore molto importante, altrimenti devierà. B.I.: Pensi che il Wing Chun debba rimanere come appreso dalle generazioni precedenti, o, al contrario, dovrebbe essere adattato ai nuovi tempi con l'introduzione delle modifiche necessarie? Perché? (Per favore, ragioni la sua risposta) Sifu Leung Pui Chung: Credo che il Wing Chun non dovrebbe mantenere il vecchio stile di apprendistato centrato nel professore; invece, l'allenamento dovrebbe essere centrato nello studente in modo che possa adattarsi alla conoscenza e sulla base delle evidenze della vita giornaliera; pertanto, gli allenatori devono continuare a studiare, sia nel piano tecnico sia nel livello teorico del Wing Chun, per un valore aggiunto. I tre insiemi di routine di Wing Chun si concentrano su come eseguire un pugno duro o un calcio pesante attraverso il peso del corpo come il suo concetto di base. Sosteniamo l'uso della mente per dirigere i movimenti, per ridurre le restrizioni dai movimenti, e per approfittare il loro potenziale e l'esperienza. Spesso, attraverso i loro punti di forza, diversi risultati si raggiungono. Dipende da noi, la prossima generazione di apprendisti di Ving Tsun deve vedere che cosa usiamo nel modo migliore, per garantire che solo questo sistema ha una sostenibilità da offrire nei prossimi decenn



VingTsun


(Quando parliamo di cambiamenti, ci riferiamo, ad esempio, alla necessità di introdurre tecniche adeguate per combattere contro i grapplers, nel combattimento a terra, etc.) Non dobbiamo sistemarci, ma bisogna conoscere i vantaggi dei nostri rivali per lottare. Di fronte ai grapplers, o nel combattimento a terra, la cosa più efficace è quella di lottare contro di loro coi nostri pugni più forti e i calci più pesanti, in modo di impedire che i rivali portino il combattimento al suo terreno. B.I.: Come vede il futuro del Wing Chun a Hong Kong? E nel resto del mondo? Sifu Leung Pui Chung: Hong Kong è caricato con fattori storici ed è diventata la base per lo sviluppo del Wing Chun. In futuro, dovrebbe svilupparsi il centro d’insegnamento e il centro di ricerca del Wing Chun, per formare allenatori e mentori eccellenti e continuare ad investigare e sviluppare il Wing Chun. Gli apprendisti di Wing Chun in tutto il mondo devono essere considerati come competitori corretti, in modo che possano lavorare insieme per sviluppare il Wing Chun. B.I.: Li piace la strada che sta seguendo il sistema e l'enorme aumento del numero di praticanti? Perché? Perché no? Sifu Leung Pui Chung: Come direttore della Ving Tsun Athletic Association, sono felice di vedere che il Ving Tsun può espandersi in tutto il mondo. Più praticanti, meglio sarà; è la nostra missione. C'è competenza, c'è progresso. Eliminare i deboli per rimanere forti, il Wing Chun può continuare a svilupparsi nella ricerca dall'eccellenza. B.I.: Attualmente sta insegnando Wing Chun a tempo pieno, o ha un altro lavoro ed insegna nel suo tempo libero?


VingTsun Sifu Leung Pui Chung: Insegnare, sviluppare e promuovere il Wing Chun è il mio lavoro a tempo pieno. B.I.: Quanto sono importanti queste forme per Lei? Siu Nim Tau Sifu Leung Pui Chung: Siu Nin Tao intende imparare a rilasciare la "forza della mente" che si applica al combattimento. Può fare che gli studenti si rendano conto della sua struttura corporale, come rilassare le articolazioni, come generare forza attraverso il peso corporeo; ridurre l'uso della forza e la tensione muscolare. Anche se divisa in tre sezioni, Siu Nin Tao è la routine di base, è la più importante delle tre routine di Wing Chun. La prima sezione è un'allenamento di coordinamento tra la linea centrale e il polso. La seconda sezione è un'allenamento di coordinamento tra la linea centrale e il gomito. La terza sezione è un'allenamento di coordinamento tra la linea centrale e l'articolazione della spalla, con funzione della postura "Yee Chi Kim Yeung Ma" - per la "gravità spinta", inoltre, il vettore, formerà una poderosa forza di struttura corporale. B.I.: Chum Kiu Sifu Leung Pui Chung: Chum Kiu è quello di trovare il punto di forza delle parti negli arti superiori dell'avversario, con la "forza della mente" della Siu Nim Tau e la struttura di base; è la pratica di due vie o la forza multidirezionale delle articolazioni. Affinché gli studenti comprendano il principio di usare la forza "Dragonfly punto di acqua - come una libellula tocca la superficie dell'acqua", la forma Chum Kiu, è divisa in tre sezioni per l'allenamento di coordinamento tra le arti e il tronco. La prima sezione è l'allenamento dell'applicazione della rotazione del tronco. La seconda sezione è l'allenamento dell'applicazione del movimento a destra e a sinistra. La terza sezione è l'allenamento dell'applicazione del movimento avanti e indietro, con la conseguente generazione di una forza più potente, vortice di contatto con l'avversario, che attraverso i membri estenderà completamente il nostro peso al punto della forza nei membri superiori del rivale. In Chum Kiu si inizia anche ad allenare i calci basilari di Wing Chun. B.I.: Biu Jee Sifu Leung Pui Chung: Biu Jee sostiene usare l'attacco come la miglior difesa. È un allenamento integrato di applicazione del principio della "gravità spinta" che include l'uso della rotazione del tronco e la forza centrifuga distal degli arti per generare forza. Può trasferire rapidamente il peso corporale al punto più distante delle estremità; significa "rimuovere una forza totalmente concentrata con la punta di un dito". Biu Gee è infatti la forma più potente di Wing Chun, con il più grande e veloce potere distruttivo. Biu Gee è, a mio parere, la forma più adeguata per combattere contro alcuni avversari. In passato, per il concetto dell'esistenza del perdono e della benevolenza questa tecnica non era facilmente insegnata allo studente dannoso o ipocrita.



VingTsun B.I.: Manichino di Legno Sifu Leung Pui Chung: La forma del Manichino di Legno non si incentra solo nella durezza degli arti superiori e l'uso di movimenti; in realtà, è per allenare la tecnica. Può essere utilizzata per il combattimento con l'avversario più forte. Ci insegna come utilizzare il gioco di gambe per praticare le tre serie di forme di Wing Chun per combattere con l'avversario. In breve, la forma del Manichino di Legno è praticare come combattere con un altro maestro di Arti Marziali. B.I.: La forma Bart Cham Dao Sifu Leung Pui Chung: La forma di Bart Cham Dao di Wing Chun é l'allenamento delle armi con le mani tese, tenendo i coltelli con entrambe le mani, ed era molto adeguato per gli antichi soldati nel campo di battaglia. Quelli che fanno buon uso del coltello non entreranno mai in conflitto con il coltello in sé. Bart Cham Dao, con la "forza della mente", serve per guidare la mano e il coltello, insieme al piede della postura triangolare, spostandosi in modo flessibile, semplice, tutti i movimenti sono molto pratici. Il movimento dei coltelli consiste nel peso del corpo ed il coltello stesso. Al contatto con le armi dell'avversario, i coltelli fissati davanti al piede, e se il piede si ferma, il coltello si ferma. La sua forza può continuare a passare e inviare tramite taglio o pugnalata da diverse angolazioni, per controllare le spalle dell'avversario e rompere istantaneamente l'impugnatura di armi nella mano. Si esegue di forma solida e facile, come con poderosa e magistrale magnanimità. Il trucco di usare il coltello è come consegnare l'arma, non deve sostenersi l'arma con forza, il manico deve essere la migliore posizione di controllo dell'arma, bisogna conoscere la posizione del centro ed il punto di gravità dell'arma. B.I.: La forma del Bastone Lungo Sifu Leung Pui Chung: La forma del Bastone Lungo, è anche conosciuta come il Bastone dei Sei Punti e Mezzo; la lunghezza dei Bastoni a Hong Kong è circa 2,75 metri. La forma del Bastone è semplice e pratica. Anche se la lunghezza del Bastone sembra difficile da controllare, si può fare una corretta e forte applicazione con qualsiasi parte del Bastone. L'intera forma ha solo sette movimenti, è più adatta per il vecchio campo di battaglia, sia nell'uso offensivo e difensivo, per sconfiggere il nemico a distanza. La maggior parte delle mosse di attacco, puntare il colpo e la stoccata, devono cooperare con il movimento dei piedi e il peso corporeo. Pertanto, l'approccio dell'allenamento è molto importante, se si può comprendere i veri significati - distruggere la posizione dell'avversario per lo spazio occupato e la posizione occupata -, il potere e gli effetti dei sei punti nella metà del Bastone non sono inferiori della forma Bart Cham Dao. B.I.: È molto comune tra i praticanti di Ving Tsun, di insegnare allo stesso modo in cui abbiamo imparato dal nostro Maestro. Ma a volte, alcuni praticanti usano anche loro idee (come esercizi o sistemi d'allenamento) sviluppati dopo anni d'insegnamento. È il suo metodo di insegnamento quello che ha imparato dal suo Maestro, o ha aggiunto qualcosa di nuovo nel corso del tempo? Sifu Leung Pui Chung: Nel nostro linaggio, crediamo che la teoria del Wing Chun e il principio di generazione di forza sono più importanti dei movimenti. A patto che sia coerente con la



VingTsun teoria di immediatezza, semplicità ed efficacia nella lotta, insegneremo le diverse serie di movimenti di Wing Chun. Il contenuto è stato unificato da parte degli studenti, in modo di scegliere con il proprio tipo di corpo e regolare il suo carattere per la pratica. La nostra scuola persegue un modello di insegnamento centrato sullo studente, e un approccio individualizzato; l'obiettivo è quello di migliorare i risultati di realizzazione e di apprendimento degli studenti. B.I.: Potrebbe mostrarci uno per favore? (in caso ci sono esercizi sviluppati da loro) Sifu Leung Pui Chung: Yat Jee Chung Kuen https://www.youtube.com/watch?v=6LpD3_uHUaY&feature=youtu.be Calcio sotto le gonne https://www.youtube.com/watch?v=Q_YTocc-UFU&feature=youtu.be B.I.: Potrebbe mostrarci alcuni degli esercizi / esercizi tecnici che praticano nella tua scuola? (Purché mantengano il sistema classico di insegnamento). Sifu Leung Pui Chung: Applicazione di Autodifesa https://www.youtube.com/watch?v=X7HE1SiDlXc&feature=youtu.be Bong Da Combattimento https://www.youtube.com/watch?v=aKj72xJ4u40&feature=youtu.be B.I.: Che cosa consiglierebbe allo studente che sta incominciando ad imparare? Sifu Leung Pui Chung: In primo luogo, capite il proposito e la necessità di imparare Wing Chun, tentate di trovare un stile adeguato, dopo la scelta perseverate per favore nella pratica. Trovate l'elezione di imparare. B.I.: E quale sarebbe il suo consiglio per lo studente che comincia a imparare gli ultimi aggiornamenti del sistema? Sifu Leung Pui Chung: Come praticante veterano deve capire i temi, le finalità e i movimenti sottostanti in ogni forma di Wing Chun. Tutti essi hanno un punto comune, il risparmio energetico, che i deboli possono sconfiggere i forti. Per favore, trovate le ragioni e sappiate come farlo, stiamo praticando la forma senza essere una forma, trovate il livello più avanzato. B.I.: Molte grazie per la sua ospitalità. È stato un grande piacere realizzare questa intervista China/HongKong 2017

“Come direttore della Ving Tsun Athletic Association, sono felice di vedere che il Ving Tsun può espandersi in tutto il mondo. Più praticanti, meglio sarà; è la nostra missione. C'è competenza, c'è progresso. Eliminare i deboli per rimanere forti, il Wing Chun può continuare a svilupparsi nella ricerca dall'eccellenza.”



“Il filo di Ferro”

La Forma Segreta

1 - 2 - 3 - 4 LUGLIO 2017 Genova (Casella) – Italia I° Special Seminar Hung Gar Insegnata e analizzata in tutti i suoi segreti dal grand master Paolo Cangelosi La forma dei 6 stati d’animo, delle 5 emozioni, dei 12 ponti, accompagnata dal suono del canto interiore, poema sonoro del grande maestro TIK KIU SAM. Lo stage è aperto a tutti coloro che vogliono approfondire il livello avanzato del kung fu. Lo stage si terrà in un luogo immerso nella natura ed include studio, pratica, vitto e alloggio. Una vera full immersion.


LE ISCRIZIONI SONO APERTE E A NUMERO CHIUSO Per informazioni e dettagli: tel. +39 010 8391575 cell. +39 340 6848475 email: cangelosipaolo@libero.it www.sifupaolocangelosi.com fb: School Sifu Paolo Cangelosi - Headquarter Kung Fu Genova - ITALY


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Introduzione di Sanchin Parte 2 Sanchin è l'epitome delle Arti Marziali, perché è un esercizio di rafforzamento; è meditazione in movimento e contiene potenti possibilità di lotta. Uno degli aspetti più poderosi di Sanchin per il Kyusho radica nello svolgimento della Torsione. Il momento meccanico è una misura di quello che fa una forza o azione energetica che agisce su un oggetto affinché l'oggetto giri. L'oggetto ruota attorno ad un asse - nel caso di Sanchin nel polso, il braccio, il tronco, i fianchi e le gambe. Questo risultato è ottenuto in un'azione breve ed esplosiva, che invia il trasferimento di energia all'obiettivo del Kyusho. Questo è solo uno dei dettagli per far funzionare il Kyusho, benché se uno dei più vitali.


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Potenza di Rotazione Kyusho funziona con la rotazione o l'attacco non lineare... ed è proprio qui dove molti principianti hanno difficoltà a farlo funzionare. Nella maggioranza delle Arti Marziali convenzionali usiamo potenza lineare, con allenamento massiccio in cuscinetti da colpire, sacchi pesanti, Makiwara ed altri dispositivi di addestramento. Queste sisteme si concentrano più sulla forza balistica per causare un trauma enorme sugli aspetti esoscheletriche dell'avversario piuttosto che penetrare nella anatomia interna, più debole e vitale.

Il momento meccanico di torsione è semplicemente una misura della forza di torsione, o di rotazione, e genera molto più di una linea retta di emissione di potere, e molti combattenti hanno parlato di questo fin dai primi giorni della Boxe. Quei vecchi pugili hanno sempre detto che il guanto è torto sull'impatto... per motivi diversi, comunque lo sapevano. L'hanno usato principalmente per aprire un taglio, preferibilmente sull'occhio affinché il sangue gocciolasse nell'occhio ed avesse un effetto accecante... che sarebbe rimasto l'obiettivo per il resto del combattimento. Anche sapevano che, in questo modo, l'impatto era molto più forte, perfino se non si


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apriva una ferita, poiché l'infiammazione farebbe il colpo molto più efficace.

Quindi, cosa rende il momento meccanico di torsione più forte della potenza lineare? Cominciamo con l'energia cinetica; in fisica, l'energia cinetica di un oggetto è l'energia che possiede grazie al suo movimento. È stata anche definita come lo sforzo o inerzia necessaria per accelerare una data massa dal riposo ad una velocità specifica. L'energia cinetica è divisa in energia cinetica lineare ed energia di rotazione. Il vantaggio schiacciante di usare la tecnica di rotazione è la maggiore capacità di aumentare tutto d'un colpo la velocità ad una distanza data, dovuto alla maggiore traiettoria di accelerazione. Questa velocità incrementata di accelerazione può essere fino a 1,5 volte maggiore nella tecnica di rotazione, in contrapposizione alla tecnica lineare. L'energia cinetica può anche essere trasmessa da un oggetto ad un'altro come in una partita a biliardo. Questo è osservabile quando un giocatore colpisce la biglia bianca con la stecca imprimendole energia cinetica. Quando la biglia bianca collide con un'altra biglia, si rallenta drammaticamente e la biglia che ha ricevuto l'urto sperimenta un'accelerazione man mano che l'energia cinetica viene trasferita ad essa. Sono chiamate collisioni elastiche, in cui l'energia cinetica viene conservata. Nella collisione anelastica, l'energia cinetica viene dissipata in altre forme di energia come calore, suono, rottura, ecc Ora è anche possibile combinare l'energia lineare e l'energia di rotazione per una velocità massima, nonché un livello di potenza trasferibile. Avviando un colpo con una proiezione lineare e aggiungendo all'ultimo momento la velocità rotazionale e la forza nel contatto, si otterrà il massimo effetto. Ma perché il momento meccanico di rotazione ha un effetto maggiore nel avversario con il Kuysho, che la linea retta di trasferimento di energia cinetica? La maggior parte dei principianti tentano il potere o la forza della linea retta balistica, e quest è il motivo per cui il Kyusho non funziona per loro


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fino a quando non svilupperanno il giusto tocco con lo sforzo della torsione. Ma non solo aumenta il potere di penetrazione; ci sono molti coinvolti altri componenti vitali. Utilizzando la rotazione come è vista, spiegata e dimostrata nel DVD 6 Mani Ji, ci permette questo doppio trasferimento di potenza per una maggiore penetrazione nell'area del bersaglio. In questo modo si accede più pulitamente al nervo poiché l'azione della rotazione serve a separare le strutture muscolari. Questo mostra una

traiettoria chiara del nervo, senza i muscoli che proteggono o che imbottiscono l'area di contatto dell'arto. Serve anche a guadagnare profondità per la maggiore velocità dell'azione. In questa azione il nervo, una volta esposto e raggiunto, anche si distende diventando molto più vulnerabile e reattivo con risultati maggiori. L'azione può essere determinante pizzicando il nervo allungato o premendolo contro un oggetto che serva da base, come una struttura


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ossea, per inviare un messaggio ancora più acuto al cervello. Questo può causare un sovraccarico di entrata sensoriale e scatenare un meccanismo di sicurezza nel corpo, come cadere ad una posizione prona (per caduta, disfunzione o incoscienza) per il recupero. Orbene, se l'obiettivo si trova in una parte muscolare del corpo (a differenza di un punto nella testa, con scarsi strati di pelle, grasso e fascia), anche serve per attaccare il sistema riflettente che lo porterà dal motore somatico ad un livello più autonomo riflessivo e subconscio. Questo si ottiene quando si vedono colpite contemporaneamente le cellule dell'asse muscolare o organo del tendine del Golgi, a seconda di dove si ha colpito. La stessa azione di stiramento che si emetterà nel nervo, anche acchiapperà una di queste due strutture e produrrà ancora maggiori effetti sul rivale. Prendendo il mento come un altro esempio in questa rotazione energetica: se picchiamo direttamente, ci saranno pochi risultati discernibili che non siano un passo all'indietro da parte dell'avversario, o una ritirata della testa che ha ricevuto il colpo. Ma se siamo in grado di proiettare le nocche nell'impatto alla fine del jab al mento, otterremo l'angolo della traiettoria del colpo per accedere al nervo, e la disfunzione sarà molto maggiore con deterioramento del senso o uno stato distorto di coscienza. Ciò vale anche per il crochet, il gancio e l'uppercut o montante... i 4 colpi principali usati nei combattimenti di Pugilato, nonché le liti per strada. Imparando gli obiettivi di Kyusho e lavorando con essi con il colpo di rotazione, sarete molto più poderosi, potenti e sarete meglio protetti.

In breve, abbiamo: • Aumento dell'accelerazione del nostro attacco • Penetrazione maggiore • Aumento della velocità del colpo nella fase di contatto • Basi più stretta del trasferimento di energia


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I vantaggi della tecnica di rotazione comprendono:

opposizione al movimento rilassato e più fluido dell'attacco rotazionale

• I praticanti non hanno bisogno di essere tanto grandi né tanto forti • Maggiore variazione nell'allenamento della tecnica di rotazione in paragone con l'attacco lineare • La tensione richiesta e la forza necessaria per l'attacco lineare possono essere controproducenti in

Così, il momento meccanico di torsione (misurazione dell'energia cinetica rotazionale) in Kyusho non si misura per un dispositivo meccanico, ma si misura nel risultato fisico nell'allenamento. Mi dispiace Vince, la energia è reale: © Evan Pantazi 2016 www.kyusho.com











Krav Maga Israeli Survival System: la nuova frontiera del Krav Maga. Dopo il successo del primo DVD, il Gran Maestro Marco Morabito esce inedito su Budo International con il DVD dedicato alle armi: le conoscenze di Morabito in campo civile e militare si intrecciano in una miscela esplosiva di tecnica e innovazione. Niente è lasciato al caso e non vi sono segreti: con «cognitio experimentalis» vengono esaminati con gran cura e dovizia di particolari le aggressioni a mano armata più comuni. Si analizzeranno varie tecniche con le armi più comuni ma teniamo presente che non esiste un “modello universale di aggressione”, le tipologie di attacco sono illimitate e quindi infinite sono anche le modalità di difesa. La tecnica è solo la base di studio per acquisire fluidità e consapevolezza dei movimenti ma lo scopo è rendere istintiva la nostra difesa accorciando i tempi di reazione. Come sul ring, non avremo mai la certezza matematica di uscir ne vincitori, ma possiamo aumentare le nostre possibilità di riuscita: “chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”. Morabito, con il suo Krav Maga Israeli Survival System vuole rompere gli schemi e mostrare al pubblico qualcosa di assolutamente innovativo, lontano dalle solite tecniche vetuste, emulate ormai da decenni. In questo DVD vedrete, quindi, qualcosa di assolutamente innovativo dove la tecnica si fonde con l’esperienza e ogni cosa assume contorni nitidi e definiti. Nulla è lasciato al caso e gli errori più comuni vengono analizzati e smascherati senza indugio. Troverete nel Krav Maga Israeli Survival System un nuovo metodo di difesa eccezionale e autentico.

REF.: • DVD/KMISS 2

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Bujutsu, nel centro e nel Tutto! Diversi sono stati i concetti che i maestri hanno sviluppato in passato per spiegare che, per trovare la Mushin (mente vuota, senza sentimento), prima impariamo e poi noi dimentichiamo. D'altra parte, la fluiditĂ che tutti noi cerchiamo nasce quando siamo in grado di liberare la nostra mente dai concetti radicati nel giusto e lo sbagliato. Nel ragionamento del Bujutsu come una forma di guerra, non esiste la cosa corretta e la cosa scorretta. Ci sono forme che favoriscono il nostro scopo e altre che ci ritardano. Nella via del Bujutsu non esiste l'eccellenza. Se la troviamo, l'eccellenza deve essere ammirata da sĂŠ. L'eccellenza esiste nei Seiteigata, le sequenze correttamente ordinate in precedenza; sono responsabili per mostrarci l'essenza del raziocinio. In esse esistono regole! Pertanto, nel contesto delle forme di guerra presentate dall'uomo durante la storia, nessuna di esse differisce dalle altre nel senso di cercare la vittoria. Prevalentemente, le guerre avevano come oggettivo il dominio del territorio nemico. Innumerabili sistemi e movimenti stabilirono i paesi meglio preparati o tecnologicamente piĂš sviluppati. Questo possiamo vederlo chiaramente, con la riapparizione di mercenari in alcuni crisi africane, come ad esempio, in Costa d'Avorio. Nel corso degli ultimi 15 anni, una parte del mondo ha subito una profonda "somalizzazione": in alcuni Stati minati dalla corruzione, la


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frammentazione e dissoluzione delle strutture di potere hanno provocato il rinascimento delle identità precoloniali e la distruzione dell'economia legale. I "gruppi armati non statali" - più di 400, presenti in 90 paesi sono diventati veri e propri protagonisti di queste crisi di bassa intensità. Se guardiamo con gli occhi del presente, uscendo un po' del Medioevo, che è sempre al centro dei miei articoli su Bujutsu, secondo Le Monde, le crisi di origine politica sono le più tradizionali: il loro obiettivo dichiarato è la presa del potere, ma - senza ricevere fondi da Washington o Mosca dopo la fine della guerra fredda sono stati costretti a cercare tutta una serie di mezzi per trovare le risorse di cui avevano bisogno per la loro sopravvivenza. Questo è stato il caso di Sendero Luminoso, in Perù. Nel particolare contesto della Colombia, le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), si sono rivolte al rapimento ed a riscuotere l'imposta sulla coca, o la prima fase della sua trasformazione in cocaina (pasta di base) per finanziare se stesse: ma il denaro del narcotraffico finanzia ugualmente ai paramilitari. Ha penetrato nell'esercito ed in altri settori economici "rispettabili", come così pure nella classe politica.


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“Nel ragionamento del Bujutsu come una forma di guerra, non esiste la cosa corretta e la cosa scorretta. Ci sono forme che favoriscono il nostro scopo e altre che ci ritardano.�


Possiamo vedere che, independentemente dalla via, la guerra si manifesta sempre attraverso la conquista e la costante ricerca di essa. Analogamente, a decorrere dal periodo Sengoku Jidai, la mentalità della guerra è stata profondamente modificata, e le verità e le menzogne che portano alla vittoria sono state notevolmente rivalutate. L'arte che conosciamo come Bujutsu - arte della guerra - non è mai stata così avanzata e così ben preparata. D'altra parte, se volgiamo lo sguardo al modo tradizionale, i Seiteigata rappresentano solo l'alfabetizzazione romantica di un sistema. Prima di tutto, osservando a livello di guerra vera e propria, in particolare davanti a quello che è conosciuto in tutto il mondo, l'essenza dello studio della Via, benché sia molto conosciuta, a malapena raggiunge la tradizione e la conservazione. Nient'altro! Forse per questo motivo, molti abbandonano la loro ricerca romantica. Non c'è separazione tra la cosa bella, adorabile e classica del passato, e la realtà nuda e cruda del presente. Qui, la mente diventa il nemico peggiore. Basta osservare gli apprendisti di oggigiorno, che senza capire il funzionamento della Via, vogliono testimoniare miracoli, essere il samurai dei film di Hollywood. Molti domandano: "E cos'è meglio, praticare il metodo tradizionale o un sistema di autodifesa?" A prescindere dalla scelta, se parliamo di Bujutsu, una volta che impariamo i Seiteigata e iniziamo lo studio della guerra come forma, passato e presente si mischiano nell'idea di liberare la mente e non stabilire più quello che è corretto o quello che è sbagliato. Studiare la Via è diventare tutt'uno con la Via - e dimenticare perfino ogni vestigio di Illuminazione. Coloro che iniziano a praticare Bujutsu, o qualsiasi altro metodo, qualunque sia, prima devono credere in esso. Coloro che credano nella Via (nel cammino) devono credere che si trovano in essa fin dall'inizio, senza essere soggetti all'illusione, ai pensieri ingannevoli e le idee confuse, senza alcun aumento e alcuna diminuzione, e senza deviazione della comprensione. Colui che sveglia ad una sicurezza come questa, che chiarisce la Via e la pratica in conformità - contiene l'essenza dello studio della Via. Così, la guerra sorge dal centro o dal tutto? Sorge da entrambi!... Ecco una verità che possiamo affermare. Se il principio della guerra proviene dal centro, proviene anche dal tutto. In altre parole, considerando che la responsabilità delle nostre azioni è completamente nostra, e visto che siamo privilegiati con il libero arbitrio, facciamo guerra tra noi quando essa esiste dentro di noi - il centro -, e la guerra diventa il tutto, quando sorge dall'esterno verso l'interno.


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“Possiamo vedere che, independentemente dalla via, la guerra si manifesta sempre attraverso la conquista e la costante ricerca di essa.�


Nello studio del Bujutsu come forma ed espressione, in relazione al tutto (non come materia), possiamo vedere che "il punto forte delle masse è l'ignoranza", considerando che la strategia è il principio che manipola e riesce a interagire con un numero molto elevato di persone. Quindi, se vediamo il Bujutsu a malapena come espressione di guerra, ricordiamo che le guerre hanno accompagnato la traiettoria della civiltà fin dai primi tempi. Nonostante i grandi sforzi come la creazione dell'ONU, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e di accordi internazionali a diversi livelli, la guerra continua ad essere però un fenomeno presente e le sue conseguenze sono devastanti. D'altra parte, nonostante il tutto e ritornando al centro, il passato è modificato costantemente, dipendendo dalle interpretazioni che riceve da ogni generazione. Nelle intenzioni delle guerre generate, siano esse di parole o di interesse, ci sono eventi che saranno sempre in mezzo a noi, benché la sua rilettura subisca modifiche. Le Crociate, come un mito, sono più attuali che mai. Le chiamate di attenzione allo "scontro di civiltà e delle culture", stanno costantemente inviando al falò poveri infelici, che credono di potere essere differenti dallo sistema. L'intolleranza, insieme con l'interesse sociale e strategica di ognuno, è perfino maggiore rispetto alla consapevolezza che la guerra sorge prima interiormente. Si tratti del Bujutsu giapponese o delle forme di guerra presentate da qualsiasi paese, non vi è alcun determinismo nella storia, in quanto è un processo aperto, un tessuto che emerge dalla volontà politica di innumerevoli attori.

“Nella via del Bujutsu non esiste l'eccellenza. Se la troviamo, l'eccellenza deve essere ammirata da sé.”


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“Si tratti del Bujutsu giapponese o delle forme di guerra presentate da qualsiasi paese, non vi è alcun determinismo nella storia, in quanto è un processo aperto, un tessuto che emerge dalla volontà politica di innumerevoli attori.”


L'aspettativa che molti pensatori ed umanisti, hanno conservato durante la storia, sulla possibilità che un giorno il mondo arriverebbe ad essere libero delle guerre, sicuramente è stata frustrata. Probabilmente hanno immaginato che con gli avanzamenti della civiltà e con la crescente perfezione etica di uomini e donne, sarebbe possibile di evitare i massacri e altre disgrazie causate dai grandi scontri armati. Lungi dal rimanere come una reliquia dei tempi barbari e primitivi dell'umanità, invece di scomparire, la guerra si è modernizzata se stessa, adottando, grazie ai progressi nella tecnologia, un potenziale ancora più letale e distruttivo che mai Sia attraverso la politica, le armi, le intrighi... Bujutsu è un'arte intrinseca all'uomo. Alla fine, le parole, i movimenti, le tecniche, gli sviluppi, tutto è Bujutsu!!! Allo stesso tempo, possiamo dire che tra il tutto ed il centro non vi è alcuna somiglianza. Ciò che esiste sono metafore. Quindi, qualunque sia il Bujutsu o la guerra, il Gautama - Buddha - dice qualcosa di molto interessante: “Affidati al messaggio del maestro, non alla sua personalità. Affidati al senso, non alle parole. Affidati all’esperienza, non alla teoria. Non crediate in qualcosa semplicemente per averla ascoltato. Non crediate nelle tradizioni, semplicemente perché siano state mantenute di generazione in generazione. Non crediate in qualcosa, semplicemente perché sia stata detta e commentata da molti. Non crediate in qualcosa, semplicemente perché sia scritto in libri sacri. Non crediate in quello che immaginate, pensando che un Dio vi abbia ispirati. Non crediate in qualcosa basata unicamente sull'autorità di maestri ed anziani. Ma dopo la contemplazione e la riflessione, quando vi accorgerete che c’è qualcosa che è d'accordo con quello che è ragionevole e che vi porta a quello che è buono e benefico per voi e per gli altri, allora l'accetterete, facendo di ciò la base della vostra vita."


Arti del Giappone “Sia attraverso la politica, le armi, le intrighi... Bujutsu è un'arte intrinseca all'uomo. Alla fine, le parole, i movimenti, le tecniche, gli sviluppi, tutto è Bujutsu!!!”



In questo DVD, G.M. Larry Tatum (10 ° Dan) sviluppa tecniche del programma Kenpo al più alto livello. In particolare, alcuni delle sue "preferite", come Flashing Mace, Parting Wings, Entwined Lance… Magistralmente eseguite, e sulla base dell'esperienza del movimento, G.M. Tatum incorpora i suoi insegnamenti innovativi in queste tecniche che vi aiuteranno a aggiungere conoscenze e completare la vostra formazione nel sistema Kenpo. Inoltre, esse forniscono l'individuo con la scelta migliore per l'autodifesa, sulla base del pensiero logico e pratico, e lo mettono nel cammino della comprensione dell'arte del Kenpo. Questi sono i sistemi auto-difesa e di combattimento dei tempi moderni in cui viviamo. Essi sono stati progettati in modo che il praticante ottenga tutti i benefici che forniscono la pratica di queste tecniche. Questo DVD ha il sostegno del Maestro Adolfo Luelmo (9 Dan), che prosegue con una serie di tecniche eseguite in modo agevole e forte, per situazioni di aggressività estrema, in cui si possono apprezzare diversi stati dei movimenti, in un modo logico ed efficace. Finalmente, il Maestro Camacho Assisi (8 ° Dan), mostra una tecnica che combina la forza delle braccia e la sua esperienza con le gambe.

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Arti Plastiche ed Arti Marziali = Arte Totale Quattro dita sotto l'ombelico “Non dimenticare i tuoi cinque sensi cercando il sesto” Bruce Lee La paura entra dall'ombelico… dunque per non aver paura, bisogna coprirsi l'ombelico con la mano destra”. Questo insegnamento lo imparai dall'istruttore di educazione fisica della mia scuola elementare, quando ero ancora molto giovane e ci credei veramente; assimilai quella massima e per molto tempo ogni volta che avevo paura, mi coprivo l'ombelico con la mano destra e dal momento in cui lo facevo, poco a poco sentivo come la paura si andava spegnendo. Un buon palliativo che funzionò come placebo poiché mi aiutò a controllare la paura, anche se fu un insegnamento erroneo, perché in realtà la paura NON entra dall'ombelico: questa credenza mi aiutò comunque a controllare determinati timori che mi spiavano come fantasmi. La paura si manifesta come centro, come epicentro, quattro dita sotto l'ombelico e controlla tutti i nostri atti agilmente. L'adrenalina mal canalizzata invade il nostro corpo, l'energia mal diretta prende possesso del nostro organismo, facendoci perdere il controllo, producendo nausee, provocando addirittura la perdita di controllo degli sfinteri, concedendoci forza per realizzare le cose più insensate, folli ed assurdi, generando pallore, tremori, sudore freddo, facendoci correre rapidamente privi di una direzione, emettendo gridi assordanti ed isterici… o quel che è peggio: ci paralizza, per l’appunto, dalla paura. A quattro dita di distanza sotto l'ombelico è situato questo punto, che i maestri marziali chiamano “HARA”, è il centro della nostra gravità, punto di percussione, punto da dove emanano tutte le forze psichiche e fisiche dell'individuo, centro dove risiede la volontà, punto in cui è sita e da dove parte l'energia, il KI, il CHI, il QI, il DANTIAN, il PRANA, il KHI, l’IHRU… “L'ENERGIA” manifestazione diretta del nostro dio.



Arti Plastiche ed Arti Marziali = Arte Totale L’HARA è il luogo dove si posizionano le mani, posate con i palmi all’aria, palmo su palmo, con i pollici che si toccano, per la meditazione ZEN, generando energia. L'energia si manifesta in tutti gli atti della nostra vita, emessa da noi stessi “quattro dita sotto l'ombelico” e poi si manifesta pienamente. Tale energia di per sé bella, erroneamente maneggiata e manipolata dai “fantasmi personali” e dalla “mente”, può attrarre verso di noi le cose più nefaste, la sfortuna, i rancori e far sì che ci aggrediscano o, addirittura, che un cane ci morda o ci urini addosso. Tuttavia, nel suo stato più puro può aiutarci a dirigere meglio la nostra vita, fornendoci incontri vicini con il positivo, con l'amore, con la fortuna e con la buona salute. Permette di scoraggiare qualsiasi aggressore, intimorire un rivale o un oppositore per la strada o in un combattimento di Arti Marziali nel Dojo, senza tenere in considerazione se l'avversario sia più alto, più muscoloso o abbia più esperienza di noi in combattimento. Disponiamo, dunque, di un campo protettore di energia emesso da noi stessi, sempre permettendo che “esso” fluisca in noi … Così tale energia poderosa da noi stessi generata, mette in fuga qualsiasi aggressore o delinquente. Chi utilizza il potere del KI, di quest’energia della vita, manifesterà un aspetto positivo o negativo di se stesso, poiché l'energia che si manifesta è - in definitiva - ciò che l'individuo che la possiede ne fa di essa, il suo “fedele riflesso” espresso nel suo tipo di sguardo, di camminata e di comportamento. “Ma da dove proviene questa energia?” ci domandiamo. In realtà tale energia siamo noi stessi, il nostro spirito, la nostra anima che si mostra, che si manifesta, la forza del mondo invisibile che diviene visibile. Nel mondo delle Arti Marziali, il punto di energia più importante del corpo, situato “quattro dita sotto l'ombelico”, si crede sia il centro del “KI”, da dove deriva la forza soprannaturale che ci permette di risolvere situazioni estreme: alzare un'automobile in caso di pericolo, uccidere con un sol colpo un toro infuriato che ci sta per investire, sconfiggere un avversario senza muovere un dito, ottenere la massima efficacia in un movimento o in un attacco totale, accompagnato da un grido, da un KIAI che sorge da questo punto, un attacco devastatore chiamato KIME, l’unione di tutte le forze



Arti Plastiche ed Arti Marziali = Arte Totale fisiche e psichiche, che partono da un punto chiamato HARA, come decisione ultima, che mobilita tutto l’essere in un solo movimento e in un istante, trasformandolo in efficacia pura. Di fatto tutti gli esseri umani la possiedono, anche se molti di noi in stato latente, altri erroneamente cercano all'esterno quello che possiedono internamente… la chiave del riconoscimento della nostra energia sta nel fatto che invece di “vedere per credere” (come pensò l'apostolo Cristiano), si devono invertire i termini, vale a dire “credere per poter vedere”, se crediamo allora con certezza vedremo. È così, che ci si creda oppure no, è una realtà dei nostri giorni, anche se non si è potuta dimostrare scientificamente. Ma, abbiamo veramente bisogno di una conferma scientifica per accettare il mondo spirituale? Sono passati molti anni, molta acqua è passata sotto il mio ponte... questi insegnamenti che mi furono trasmessi da ragazzo per vincere la paura, ormai non trovano più posto nella mia vita, coprirmi l'ombelico con la mano destra ormai non ha più senso; non ho più timore dell'oscurità, dei fantasmi della casa di mia nonna, della notte nei cimiteri, nemmeno dei mostri che riposano sotto il mio letto; quello che in realtà mi spaventa e mi toglie il sonno è come dice il Maestro Huang Ta Chung - che il nemico non è fuori, ma dentro. Fuori c’è lo specchio, il campo di battaglia dove affrontiamo il nostro vero nemico: la propria stupidità. Ho la certezza del fatto che la paura non entra dal mio ombelico, ma che sono io stesso a produrla; so anche che devo prendere posizione per identificare l'origine della paura, per ottimizzare l’utilizzo della mia energia… della mia energia positiva, che non è sopra l'ombelico e neppure quattro dita sotto, ma nel cammino verso il “di dentro”… l'interiore… il cammino verso il centro di noi stessi. Carlos Zerpa è pittore ed artista venezuelano, praticante ed amante degli arti de marziali.





Keysi Cosa ha un bambino che tu non hai? Il bambino ha la qualità della non-conoscenza, l'innocenza; ti guarda negli occhi, è trasparente, senza pregiudizi, senza giudicare, senza stabilire idee. Un bambino è in grado di fare le cose che ti sorprenderebbero; conosce il movimento perché è naturale in lui; tu solo conosci la tecnica che hai creato ripetendola centinaia di volte; la tecnica è l'interpretazione semplice di chi sei e di quello che sei riuscito a capire; si compone di cose separate tra esse, è il tuo concetto della verità; la tecnica consiste in un movimento in un'unità; per Keysi la tecnica è il ponte per raggiungere l'obiettivo, non è l'obiettivo. Justo Diéguez Domanda: Il gioco agisce come uno stimolante dell'auto-miglioramento? Justo Diéguez: Il motore dell'apprendistato, che semplifica tutta la conoscenza che c'è al riguardo, è l'interesse col quale si fanno le cose, è come ci illudiamo con quello che facciamo. Il gioco entra in quella sfera sensibile. I giocchi devono essere un messaggio di valori, sono quegli aspetti che ci rendono sempre più umani. Nel Keysi, il gioco ci apporta l'arte e contribuisce alla nostra capacità di espressione; il nostro linguaggio del corpo è parte della nostra intelligenza perché rappresenta l'assimilazione funzionale della realtà. A seconda dello scenario o fase, contribuisce allo sviluppo di funzioni di fronte a una situazione specifica. Attraverso il gioco rappresentiamo scene che vanno oltre i nostri impulsi emotivi interiori; con il gioco possiamo esteriorizzare paure e angosce e possiamo tirare fuori preoccupazioni profonde permettendo di riconoscere passioni e sentimenti, ricreandoli attraverso gli scenari e provando differenti finali a situazioni difficili, o mettere nei panni di un altro, "empatia", ripetendo all'infinito le innumerevoli situazioni che incontriamo e affrontiamo nel gioco. Domanda: Giocare alla realtà fuori dalla realtà? Justo Diéguez: Giocare alla realtà fuori della realtà e della nostra routine, il gioco è qualcosa di innato, un istinto che ci permette di sviluppare l'immaginazione, sentire, condividere esperienze e acquisire una serie di competenze di cui avremmo bisogno mentre riconosciamo il nostro IO fisico ed emotivo; il gioco è uno spazio in cui abbiamo la possibilità di interagire con noi stessi, con gli altri e con il nostro ambiente; questa forma di imparare giocando copre un aspetto molto importante nell'apprendistato; quando cresciamo, gli esseri umani ci allontaniamo dall'innocenza e i giochi sono relegati per i bambini. In Keysi sappiamo che giocare è una porta che si chiude gradualmente man mano che cresciamo; in Keysi il gioco è alla base dell'apprendimento; giocando risvegliamo la necessità di scoprire, conoscere, imparare, sperimentare e, soprattutto, capire noi stessi. Domanda: Il gioco ci facilita la comprensione di quello che siamo? Justo Diéguez: Sì, perché quando giochiamo apriamo la mente e sperimentiamo sensazioni che sarebbero difficili da ottenere con una mente chiusa; giocando siamo in grado di analizzare e decifrare situazioni per capirle meglio; è una forma di ridurre la complessità a volte crudele della realtà portandola ad un territorio che possiamo dominare senza lo stress di essere danneggiati; il gioco ci facilita la comprensione di quello che siamo e di quello che possiamo riuscire a fare; giocando possiamo permetterci di ricreare uno scenario come se fosse una prova di una situazione reale, senza dover vivere quella realtà. Possiamo fare errori, sperimentare, provare, proiettare

“Per Keysi la tecnica è il ponte per raggiungere l'obiettivo, non è l'obiettivo.”



Keysi

senza conseguenze; il gioco è aprendistato, piacere e divertimento che sviluppa la capacità della creatività. Domanda: Con il gioco esprimiamo nostro io interiore? Justo Diéguez: È stato valutato che il gioco è l'arte dello sviluppo del linguaggio del corpo e questo ha un impatto sullo sviluppo della persona. Come la nostra mente comincia a connettersi con il nostro corpo, con il gioco cominciamo a svelare quella realtà che ci circonda nonché le norme per le quali è regolata; il gioco ci dà gli strumenti che ci aiutano a decifrare una situazione ed ad adattarci ad essa; con il gioco esprimiamo il nostro io interiore, collegandolo con il mondo esterno. Per questo usiamo scenari immaginari e situazioni che si sono verificati o



potrebbero verificarsi, e in questo modo assimilare i diversi ruoli in situazioni di rischio. Domanda: Il gioco è un atteggiamento di fronte alla vita? Justo Diéguez: Il gioco è un atteggiamento di fronte alla vita che non ha un obiettivo in sé stesso, al di là del piacere di godere. Immaginare una sequenza incatenata che non finisce mai ci permette di liberare le emozioni e ci mostra la nostra natura; si tratta di un meccanismo in cui esprimiamo la nostra vera identità; nel cuore del gioco si trova la libertà...



integra così tante abilità! E queste sono quelle che usiamo intenzionalmente in Keysi nel nostro insegnamento. Domanda: L'insegnante in Keysi è il trasmettitore? Justo Diéguez: L'insegnante in Keysi è il trasmettitore, nella forma e la situazione ad analizzare che pone, ed il modo in cui permette che svolga l'azione, rispettando i principi del gioco; in pratica, il riconoscimento dell'ambiente, dello spazio, del tempo e la ripetizione. Durante il gioco, pensiamo, creiamo, inventiamo e risolviamo le situazioni, che è uno degli aspetti fondamentali dell'intelligenza; un'introspezione da ciò che pensiamo e ciò che facciamo realmente; la capacità di sostenere situazioni di guasto o la rottura di regole.







Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com




Vi presentiamo il secondo lavoro del gruppo KMRED. Questo video, che porta il nome di "Concetto e Pedagogia", ha lo scopo di farvi scoprire una parte del concetto Krav Maga Research, Evolution and Development (Krav Maga Ricerca, Evoluzione e Sviluppo), nonché la pedagogia che si sviluppa nel seno dal nostro gruppo. I differenti esercizi che scoprirete qui non intendono "rifatevi gli occhi" né dimostrare le nostre attitudini combattive, perché qui la nostra priorità è quella di spiegare come prepariamo i nostri alunni affinché si trasformino in "guerrieri" capaci di "adattarsi" alle differenti evoluzioni di un combattimento in strada."

REF.: • DVD/KMRED-2

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Classici Marziali COMBAT ARTS FAMILY Nel 1973 sono stato rimasto impressionato con il primo capitolo della serie Kung Fu, tanto che ho cominciato a raccogliere dati e infor mazione su quelle discipline che erano tanto innovative e distinte da quello che avevo visto e conosciuto fino ad allora: le Arti Marziali. Poche settimane più tardi, mio padre mi iscrisse in una palestra. Su raccomandazione dell'insegnante, ho iniziato a praticare Judo; secondo il maestr o, era la cosa più completa e la cosa migliore per la mia età, ma non era come ciò che io guardavo nella serie, né aveva nulla in comune con quello che, mesi dopo, vedevo nel cinema. Dopo aver visto Bruce Lee in azione, mi è successa la stessa cosa che a migliaia di giovani, sono stato affascinato dalle sue capacità e carisma, volevo combattere come lui, ma in palestra, gli "Atemi" (i colpi) a malapena erano praticati: pressocché tutto era basato in afferrare, proiettare e continuare il combattimento a ter ra. Dopo un incontr o sgradevole, ho deciso di abbandonare la pratica di quest'arte e qui è iniziata la mia ricerca instancabile per tr ovar e la tecnica di combattimento adeguata, quella che più si adattasse agli ideali che io avevo forgiato nella mia mente.

Texto: Ramón Luego & Pedro Conde


oveva esistere qualcosa di differente anche se in quel momento non si trovasse alla mia portata, qualcosa che potesse riempire la mia sete di conoscenza e superamento, ed io ero deciso a trovarla. Nella mia ricerca ho incluso riviste e libri, e col tempo ho verificato che, almeno a livello teoriche, avevo più conoscenze su certi temi che i miei professori o maestri. Guidato da questa motivazione, mi venne in mente l'idea da scrivere vari articoli che furono molto bene accolti dai lettori, il che mi ha portato ad essere il Direttore della rivista "DOJO" per 20 anni. Quando un maestro, o un gran campione, dettavano un seminario, io preparavo accuratamente l'intervista che stava per fare e, logicamente, se mi piaceva la sua forma di allenare e mi era data l'opzione, io mi allenavo con lui. Ma, evidentemente, assistere ad un seminario di un'Arte Marziale specifica non è lo stesso che essere un esperto in tale arte; è qualcosa di molto distinto. In un primo momento, ho pensato che la mia strada sarebbe orientata verso il sistema di combattimento creato da

D

Bruce Lee (Jeet Kune Do) ed io ero destinato a divenire un esperto nell'arte, ma ho avuto una gran delusione quando ho saputo che non c'era nessuno in Spagna accreditato per insegnarlo; d'altro canto, io non disponevo di mezzi economici per andare alcuni anni agli Stati Uniti ad imparare l'arte.. L'unica opzione alla mia portata era quella di frequentare i seminari tenuti in Spagna da alcuni alunni di Bruce Lee. Oltre a queste esperienze, non ho mai smesso di praticare, molte volte due Arti Marziali contemporaneamente. Tra esse stanno il Karatè, insieme al Full Contact; dopo venne il Kick Boxing, e quando atterrò in Spagna il Sanda (a grandi tratti, Kick Boxing con proiezioni) mi sono buttato anche in esso. Per anni ho accumulato pratica e l'esperienza; in questa ricerca della conoscenza sono giunto alla conclusione che io facevo qualcosa di analogo al Jeet Kune Do; usavo alcuni dei suoi concetti in certe occasioni, ma non sempre, quindi non potevo chiamarlo JKD. A me hanno interessato e mi interessano ancora le idee e concetti di Bruce Lee in Arti Marziali. Apprezzo il suo talento e credo che sia stato un genio che giunse ad alcune conclusioni rivoluzionarie per la sua


Classici Marziali epoca in questo campo. Stimo la sua arte, e anche se nel suo momento magari sfiorasse i limiti della perfezione, soprattutto negli anni in cui fu ideato, non credo che lo facesse nell'epoca attuale. Perché dico questo? Bruce Lee è stato un guerriero nel senso più ampio della parola, e i suoi concetti di Jeet Kune Do sono stati davvero rivoluzionari all'epoca, ma sembra che oggi, o almeno questa è la mia impressione, sono rimasti un po' stagnanti od obsoleti; negli sport di combattimento e MMA si è evoluto moltissimo e non sempre si può portare a termine il concetto di intercettazione ed anticipazione, almeno io non sono in grado di farlo, e quando esso fallisce, devo rivolgermi ad altri repertori tecnici e concetti di differenti Arti Marziali e sport di contatto che non hanno nulla a che fare con il JKD, per vincere il combattimento. Sono consapevole che ho un sacco di limitazioni nel JKD, per esempio: nel combattimento con un pugile esperto, io non sono in grado di afferrare le sue mani; davanti a "guerrieri" MMA non riesco a intercettare o anticipare nel 100% dei casi,

finendo a terra in numerose occasioni, in cui ho grandi limitazioni contro esperti di Jiu Jitsu, ecc. In breve, per me, il JKD non è sempre la "risposta" davanti alle diverse situazioni che possono verificarsi in combattimento, e perciò ho avuto chiaro per anni che pratico il mio stile, al quale ho denominato Combat Arts Family, e che è il frutto delle mie esperienze personali di 40 anni di pratica ed apprendistato. Non ho inventato nulla di nuovo; in questo stile, i concetti di Jeet Kune Do sono a volte utilizzati, ma non può essere chiamato JKD; è uno stile con una propria personalità. Potremmo dire che "Combat Arts Family" è l'arte risultante dalla mia esperienza, arricchita con quella dei miei studentiamici.

COMBAT ARTS FAMILY Nella sua genesi, ogni stile deriva dalla scoperta di un maestro (o più) di uno o più concetti marziali chiave. Ad esempio, Jigoro Kano, fondatore del Judo, ha esplorato in


profondità il concetto della flessibilità e l'ha fatto l'asse strutturale del suo stile; Morihei Ueshiba, fondatore dell'Aikido, ha fatto lo stesso con i concetti di circolarità ed equilibrio. Se analizziamo la struttura di ogni stile troveremo sempre diversi concetti di base che lo definiscono. l problema avviene quando un'intera generazione di studenti, invece di ereditare i concetti del suo maestro e continuare a esplorare (trasformando la struttura sviluppata dal fondatore e generando nuove forme), si aggrappa alla struttura precedente e la cristallizza. Ciò smette l'evoluzione, l'esplorazione marziale. Gli alunni poi si limitano a riprodurre e imitare, invece di interpretare e creare, e, come saputo, "nessuno è diventato grande imitando..." In questo modo, i concetti marziali sono bloccati in strutture rigide che vengono trasformati in tradizioni. Come tali, diventano sacri, inamovibili e incontestabili, e perdono gran parte del suo significato. "I modelli fissi, incapaci di adattamento, di flessibilità, offrono solo una gabbia migliore. La verità è fuori di ogni modello." In Combat Arts Family crediamo che una persona non può essere legata ad un singolo concetto o idea. Un


Classici Marziali combattimento è qualcosa di vivo ed è impossibile da prevedere, in quanto gli avversari, le tattiche e le strategie, le distanze e le circostanze in cui la lotta si svolge ... tutto varia nel tempo, e ancora di più nell'area dell'autodifesa, quindi non è possibile aggrapparsi ad una singola idea. In Combat Arts Family pensiamo che le persone sono uniche e irripetibili, e devono adeguare le conoscenze e i concetti marziali a se stessi, interpretandoli in base alle loro caratteristiche e gli attributi fisici, vale a dire: gli arti di combattimento devono adattarsi alla persona, non la persona a esse. A seconda delle nostre caratteristiche fisiche e costituzione personale, esistono tecniche che si adattano meglio a noi, e che possiamo imparare facilmente, trasformandole in movimenti naturali in un tempo molto breve; al contrario, ci sono altri movimenti che richiedono anni d'allenamento e ricerca, e con i quali non potremo mai raggiungere la perfezione. È il maestro che deve indagare e valorizzare le qualità dell'allievo, per dirigerlo verso la sua vera strada. Il maestro è soltanto una "guida" a livello tecnico che aiuta lo studente a sviluppare i suoi attributi, mostrandogli una gamma tecnica affinché scelga quello che gli piaccia e l'adatti a sé. Noi pensiamo che, a differenza di alcune Arti Marziali in cui i movimenti sono riprodotti alla nausea al fine di raggiungere il livello perfezione del maestro, lo studente deve creare, man mano che guadagna a poco a poco l'esperienza, il suo "modo" di esprimersi. Ovviamente, esiste un apprendistato tecnico in Combat Arts Family; dato che nessuno nasce sapendo, primo bisogna incominciare osservando ed imitando, tuttavia, man mano che progrediamo, dobbiamo continuare a trasformare quello che impariamo, per creare, col tempo, la nostra propria interpretazione marziale. Nel nostro stile non si intende che lo studente sia la "copia" tecnica del maestro; prima di tutto, a livello marziale, dovrebbe essere se stesso. Uno stile marziale nasce quando un essere umano, un maestro, crea il proprio modo di interpretare la marzialità; se i suoi allievi si limitano a ripetere esattamente le sue tecniche e e i suoi approcci, stanno riproducendo, non creando; è il maestro che si sta esprimendo attraverso loro, ma a costo

degli studenti, che no possono esprimere se stessi. Benché queste idee possano sembrare rivoluzionarie, Combat Arts Family non è una "nuova" arte marziale, dato che le tecniche che utilizza sono comuni negli sport di contatto e nelle Arti Marziali; piuttosto, è un compendio di tecniche ed esperienze accumulate per 40 anni in una ricerca costante per sviluppare la maggiore efficacia possibile in un combattimento o in un incontro stradale. Per cominciare, dobbiamo chiarire che cosa si intende con efficacia: "Capacità di produrre pienamente l'effetto voluto", quindi, deve essere funzionale in qualsiasi tipo di circostanza e in una qualsiasi delle quattro distanze di combattimento esistenti: Lunga, o distanza di calci. Mezza, è la distanza nella quale raggiungono i pugni diretti. Breve, o distanza corpo a corpo. E, infine, il Suolo. Nel suo contesto è abbastanza semplice. La Distanza Lunga favorisce l'uso di tutti i tipi di tecniche di gamba: calcio frontale, calcio circolare, calcio laterale, calcio posteriore calcio, spinning kick, etc. Nella Distanza Mezza sono utilizzati pugni diretti, colpi, trappole, calci bassi, ecc La Distanza Breve è perfetta per l'utilizzo di gomitate, ganci, ginocchiate e proiezioni. Nella lotta a terra o combattimento nel suolo si usano lussazioni, immobilizzazioni e strangolamenti, oltre a colpi con i pugni, i gomiti, le ginocchia e anche i tacchi. Apparentemente può dare l'impressione di essere MMA, ma non è così. Inoltre è al di là degli stili tradizionali conosciuti. In sostanza si tratta di uno sviluppo personale che porta alla evoluzione dell'apprendista, utilizzando le arti di combattimento come un mezzo. Non è uno sport di contatto, perché vi è una filosofia e uno spirito marziale che non ha nulla a che fare con le MMA o la Thai Boxe, così come non è un'Arte Marziale tradizionale perché gli mancano i Kata. Ci basiamo su uno spirito perfezionista e una comprensione molto più solida del combattimento e l'autodifesa, schivando i fronzoli, gli ornamenti e la spettacolarità di molte tecniche, il cui uso rimane relegato alle esibizioni. Anche se abbia molto da vedere nella sua base con gli sport di contatto, non è

“Nel 1973 sono stato rimasto impressionato con il primo capitolo della serie Kung Fu, tanto che ho cominciato a raccogliere dati e informazione su quelle discipline che erano tanto innovative e distinte da quello che avevo visto e conosciuto fino ad allora: le Arti Marziali.”



Classici Marziali che sfrutta di più è il Krav Maga, il che non implica che le altre arti di combattimento non siano efficaci, perché tutto dipende dall'approccio adottato e la maniera di portarlo alla pratica.

All'interno del apprendistato del Combat Arts Family ci sono tre fasi: La prima fase è la fisica, dove si conosce e si lavora per esteriorizzare le proprie abilità; la seconda è quella della "crescita", dove s'impara ad insegnare ed a condividere; e la terza è la fase dell'evoluzione, il viaggio interiore, in cui si scopre che c'è qualcosa di più che semplici calci e pugni... Attraverso la tecnica e la disciplina marziale lo studente acquisisce un titolo, e quello che è più importante, una filosofia che lui può applicare alla vita quotidiana e che gli aiuta a ottenere e raggiungere i suoi obiettivi. Forse la persona che ha riflesso con maggior successo la filosofia del sistema in uno scritto è stato il mio allievo e amico Ramon Luengo. Ecco la sua versione:

La filosofia di Combat Arts Family

qualcosa di eclettico, che prenda tecniche diverse provenienti da diversi Arti Marziali; quello che svolgiamo è lo studio di ogni movimento, ogni tecnica ... e applichiamo le tre domande: "come, quando e perché". L'obiettivo finale è l'efficacia e la semplicità.

Il sistema Combat Arts Family è diviso in due parti: 1) Combattimento: in cui includiamo tutte le distanze, angoli di attacco, sistema difensivo, spostamenti ... e una parte delle armi quali coltelli, kali, ecc. 2) Autodifesa: più specifica e diretta a respingere un'aggressione in un contesto il più realista possibile. Abbiamo qui tre diversi approcci, vale a dire: l'autodifesa in strada, l'autodifesa militare, e l'autodifesa poliziesca. L'arte

La figura centrale di Combat Arts Family è il Tao, l'universo marziale come strumento di sviluppo personale. Perché, come ha detto il signor T. Suzuki, coloro che sono sempre troppo occupati cercando di migliorare le loro competenze tecniche e abilità, diventano più abili, ma questo non è sempre valido. La abilità è un'attività della mente. È importante ricordare questo nell'arte del combattimento. La storia di Combat Arts Family è di per sé un esempio del potere creativo della combinazione, Pedro non ha fatto un'altra cosa che interpretare gli insegnamenti delle arti marziali sulla base delle peculiarità psicologiche della società attuale, e rinascere con una nuova forma di sviluppo personale. Pertanto, il potenziale trasformativo di Combat Arts Family è enorme, così come il suo effetto a livello subconscio. Praticare Combat Arts Family serve da seme o pilastro per l'allenamento e lo sviluppo di cinque "stati mentali" o "neurocompetenze". “Dietro ogni movimento è la musica dell'anima resa visibile.” Toshimitsu Hasumi “Si dice che hai dominato l'arte quando la tecnica lavora attraverso il tuo corpo e i tuoi arti come se fossero indipendenti della tua mente cosciente.” Yagyu Munenori



Gli "stati della mente" (neurocompetenze) che sviluppiamo e integriamo in Combat Arts Family sono: 1) Fiducia in se stessi: è la sensazione di avere la capacità di realizzare qualcosa; si basa sul pensiero "Posso". Non è quello di "Io so Arti Marziali", ma è "Io sono un artista marziale". "Le battaglie della vita non sono sempre vinte dall'uomo più forte o più veloce; prima o poi, l'uomo che ha successo è colui che crede di poter avere successo." Vince Lombardi "L'auto-conquista è la più grande delle vittorie. Poderoso è colui che vince se stesso." Lao Tse 2) Automotivazione: È la capacità di orientarsi verso il raggiungimento dei nostri obiettivi e perseverare in esso con entusiasmo. Si tratta di mantenere l'attenzione oltre l'impulso automatico, fornendo un senso di appartenere a qualcosa più grande di noi.. "Quando un uomo arriva ad una realizzazione vitale, consapevole delle grandi forze che ci sono dentro di sé, e inizia a usare quelle forze nel campo della scienza, nel mondo degli affari e nella vita, il suo progresso in futuro sarà inarrestabile." Bruce Lee 3) Adattamento al cambiamento: È la capacità di riorganizzare il nostro stile di combattimento basato sugli avversari che dobbiamo affrontare, e di fornire una risposta adeguata e coerente agli ambienti incerti e mutevoli come quello attuale. "L'analfabeti del 21 ° secolo non saranno coloro che non sappiano leggere e scrivere, ma coloro che non possano imparare, disimparare e imparare di nuovo." Alvin Toffler 4) Concentrazione: È la capacità di focalizzare intensamente la nostra attenzione su qualcosa; suppone la durata nel tempo per sostenere l'azione. "La concentrazione è la radice di tutte le capacità dell'uomo." Bruce Lee

5) Autoregolazione emozionale: È la capacità di accettare tutte le possibilità, staccarti del risultato ed entrare in combattimento "pronto a morire"; senza questa capacità "i nervi" ti sfondano, ti fanno divenire rigido. "In un'anima assolutamente priva di pensieri ed emozioni, nemmeno la tigre trova spazio per inserire i suoi feroci artigli." Ise no Kami Hidetsuna "La spada ha una doppia funzione da eseguire: ... non è quello di uccidere alcun essere, ma la nostra avidità, rabbia e irrazionalità. È indirizzata verso noi stessi." S.D. Suzuki Questa non è un'idea, è una realtà; io l'ho visto. Pedro è un maestro perché ha raggiunto la padronanza delle Arti Marziali, non nel senso di averle conquistate, ma di essere lui stesso l'Arte Marziale. Sì, lo so che tutto questo può suonare come semplici parole belle e richiedono una spiegazione più estesa; anche se in realtà il processo non è quello di capire, ma di sentire, posso cercare di spiegare il mio processo, la mia propria evoluzione, quella che ho visto nei miei amici-compagni ed in Pedro stesso, mentre ci addestravamo, e come abbiamo applicato, senza essere consapevoli nella maggior parte dei casi, quella filosofia alla nostra vita quotidiana. In primo luogo vorrei sottolineare ciò che si vede: Competizioni: devo dire che Pedro non sente la chiamata della competizione, quando tentavamo di convincerlo, ci rispondeva che la sicurezza di sé non sta sul ring o in un tatami, ma dentro di noi; a dispetto di quello, un gruppo abbiamo continuato a spingerlo fino a quando lui finalmente ha accettato di portarci a competizione. I risultati? campioni di Spagna di Kung fu, Trofeo Villa de Madrid, numerosi tornei triangolari regionali, secondo classificato del mondo di Kung Fu, campioni di Full Contact (un sacco di vittorie per KO)... In breve, se partecipavamo sei concorrenti in un campionato, normalmente ritornavamo a casa portando almeno quattro trofei; se era solo uno solo a gareggiare, portava il suo trofeo... Ora la cosa importante: gli "effetti collaterali" nella nostra vita quotidiana. Ho visto parecchi amici-compagni d'allenamento passare il concorso (spesso nella prima convocazione) alla polizia nazionale e locale, al corpo dei vigili del fuoco e alla scuola normale. Ho anche assistito al successo internazionale di libri scritti da un altro amicocollega e l'avvio di attività commerciali con grande successo.

“Si dice che hai dominato l'arte quando la tecnica lavora attraverso il tuo corpo e i tuoi arti come se fossero indipendenti della tua mente cosciente. Yagyu Munenori”


Classici Marziali La mia vita professionale è legata allo sviluppo personale. Io sono responsabile per la formazione e lo sviluppo in una società di consulenza di formazione ad alte prestazioni. Certo, potrebbe essere solo una coincidenza, ma personalmente io sono convinto che l'allenamento con Pedro è stato un fattore chiave. Ma non parliamo circa i risultati finali, bensi del processo... Tutto è iniziato alle riunioni di Arti Marziali (Bruce Lee, filosofia, tecnica e meccanica del movimento, autodifesa, ecc) che Pedro ha organizzato attraverso la rivista Dojo. Alcuni degli assistenti abituali alle chiacchierate (Salvador Múgica, José Antonio Acedo, Julia Sevillano e Adrián Sevilla) convinsero Pedro affinché lui desse loro classi di Arti Marziali; un paio di anni più tardi, io mi incorporai al gruppo... Il mio nome è Ramón, sono nato nel 1971 (ho 45 anni). All'età di 7 anni, i miei genitori mi hanno iscritto in un dojo di Judo, e negli anni seguenti ho praticato Karate, Kung Fu e Full Contact. Avevo 17 anni quando il mio amico Andrès mi ha detto che Pedro Conde, della rivista Dojo, lui stava allenando un piccolo gruppo di studenti; io ho scritto una lettera a Pedro e lui mi ha invitato a una classe... Mi ricordo con molto affetto il mio primo giorno; eravamo due "nuovi" (l'altro ragazzo era Marcos, un fan di Bruce Lee che praticava le Arti Marziali da quando aveva dodici anni). José Antonio Acedo (da cui ho imparato a moltiplicare la potenza del calcio laterale) è stato l'incaricato di mostrarci il Dojo e "monitorare" il nostro primo allenamento. Il mio primo contatto con il Dojo è stato come aprire la porta ad un'altra realtà; si trattava di un micro universo marziale con due camere; in una di esse, che aveva il suolo di parquet marrone laminato, c'era un gruppo di persone praticando l’autodifesa in abiti civili e coltelli reali; nell'altra stanza, il tatami vero e proprio, un altro gruppo si allenavano in combattimento colpendo i PAO, lottando con guantoni... si potrebbe respirare l'energia, e lo splendore del momento mi ha abbagliato in modo che la mia mente, a quei tempi compulsivamente chiacchierona, fece una pausa per evitare di distrarrmi di qui l'e ora.

Subito mi sono reso conto che c'erano due poli molto differenziati, benché uniti (lo ying e lo yang). Da un lato stavano i "guerrieri", il cui leader indiscutibile era il gran Salvatore Múgica, chi anni più tardi sarebbe secondo classificato del mondo di Kung Fu (dopo tre mesi io ero il suo Uke e, quando anni più tardi Salva è andato in Cile, io sono rimasto come il suo successore naturale). Da l'altro stavano i "filosofi", senza alcun interesse nella competizione sportiva (benché non per ciò erano meno destri in combattimento) il cui principale baluardo era José Antonio. E le lezioni di Pedro soddisfacevano tutti, il suo modo di spiegare, il suo approccio all'autodifesa... Per diversi anni, un piccolo gruppo ci siamo riuniti con Pedro per allenare le domeniche alle 11:00 del mattino nel Cerro de los Ángeles, a circa dieci chilometri al sud di Madrid (finivamo dopo le 14:00), e Pedro ci parlava dell'energia, e ci motivava a provare e mettere in discussione i movimenti per il nostro conto. Io in particolare ho sincronizzato gli allenamenti con Pedro con altre discipline di addestramento fisico e autodifesa. Anche mi sono allenato con Salva nei parchi ogni volta che lui è venuto in Spagna. E insieme a Toni (più che un fratello per me, la persona migliore che abbia mai incontrato, e il più efficace in un vero combattimento), Fer, Juancar e Andrés, siamo riusciti ad allenarci alcune serate in un dojo, il sabato in una scuola... Nonostante tutto il mio allenamento, mi succedeva qualcosa di curioso; ogni volta che ho gareggiato, ero solo l'ombra di me stesso, qualcosa dentro me mi limitava. Era lo stesso che io vincessi o fossi squalificato nella finale, o che venissero a me maestri d'altre scuole a dirmi che io ero stato il migliore lottatore del torneo... e più c'era di questo peggio affrontavo io le competizioni; perfino mi appariva una lesione che veniva ed andava via in epoca di competizione. Pedro mi ha detto: "Ramón, hai già il tuo trofei; dimentica la competizione, dimenticati di guadagnare, cerca solo dentro di te, concentrati; studia le tue emozioni, la soluzione non sta fuori; assorbe, impara, discute, cerca dentro e troverai, sii così disciplinato con la tua mente come sei disciplinato con la tua



Classici Marziali tecnica e il tuo corpo". Allora ho deciso di prendere sul serio la meditazione e ho iniziato a praticare ogni gior no, ho studiato a fondo filosofia orientale, psicologia positiva, intelligenza emozionale e neuro-comunicazione... Ho avuto molti amici-compagni d'allenamento nei quali Pietro ha piantato un seme, forse molti di loro non si sono resi conto. È stato molto più avanti, guardando retrospettivamente, quando sono stato cosciente della gran influenza che Pedro ha avuto nella formazione del mio carattere, le mie idee e il mio stile di vita. Pedro ci ha aiutato a diventare artisti marziali, mentre noi l'aiutavamo a trasformare la sua arte, e continua a crescere perché l'apprendimento non finisce mai, e noi continueremo ad imparare fino all'ultimo momento. In breve, mi accorgo che ciò che Pedro mi aveva dato non erano strumenti per battere gli altri, ma gli strumenti per esplorare attraverso il mio ego, le mie paure, la mia rabbia e la mia vita cosciente. Infatti, tutti gli strumenti sono in ultima istanza mezzi per penetrare nelle profondità del nostro essere. Con la filosofia arriviamo alla fine di questo articolo; possiamo solo aggiungere che, in realtà, siamo convinti che tutte le arti di combattimento sono buone, forse alcune sono strutturalmente superiore agli altre, ma la loro efficacia risiede principalmente sulla persona e il suo atteggiamento, e non tanto sull'Arte Marziale in sé. Cioè, l'individuo è al di sopra dell'Arte Marziale che pratichi. La cosa importante è trovare quella persona che ti insegni o ti fornisca con quello che stai cercando: allenarsi in compagnia di un gruppo di colleghi e amici, godendo di ciò che si fa. Il segreto sta nel rispetto tra tutte le arti di combattimento, perché quando ci si allena con altri maestri ed esperti, si arriva alla conclusione che chiunque può insegnarti e contribuire con qualcosa di interessante. Nessuno è in possesso della verità assoluta. Fate attenzione alle apparenze, perché un campione può essere molto bravo a combattere, ma è possibile che non sia in grado di trasmettere niente ai suoi allievi, e solo li fa sudare. D'altra parte, ci sono persone che, anche senza grandi doti fisiche, hanno tuttavia una speciale capacità di insegnare e motivare i loro allievi come nessun altro può fare. Infine, vorrei sottolineare che Combat Arts Family non è un'arte chiusa, bensì una disciplina in una continua espansione e cambiamento per tutto quello che possa servire alla nostra idea di aumentare la conoscenza, scartare quello che non serva, ed imparare di quello che ignoriamo. Allo stesso modo che la vita sta in una costante evoluzione, lo stile anche evolve.





Grandi Maestri POLITICA E ARTI MARZIALI Gran Maestro John Pellegrini

C'è un vecchio detto negli Stati Uniti che dice "Se vuoi mantenere i tuoi amici, non discutere mai su politica o religione con loro." Interessante... e purtroppo, probabilmente, anche vero. Ma io non sono molto d'accordo con le sue premesse perché mi chiedo: se non posso parlare di politica o religione coi miei amici, con chi devo farlo, con sconosciuti? In una società civile, di individui maturi e intelligenti, dovremmo essere in grado di parlare di qualunque tema, anche se controverso ed altamente emotivo come la politica o la religione, in una maniera rispettosa ed obiettiva. Ma, purtroppo, lo so che è un'illusione da parte mia di aspettare una cosa tale. La natura umana e i condizionamenti sociali sono ciò che sono; alcune questioni si presenteranno sempre come quelli avversari amari che portano conflitti tra la gente, anche tra gli amici intimi e i familiari.


Combat Hapkido


Grandi Maestri

“Durante la mia lunga carriera di Arti Marziali, ho cercato di mantenere una posizione "pubblicamente neutrale" sui temi di politica e religione.�


Combat Hapkido “La politica è intrinsecamente ed inevitabilmente legata alle condizioni sociali ed economiche, le attività imprenditoriali e gli atteggiamenti pubblici.”

urante la mia lunga carriera di Arti Marziali, ho cercato di mantenere una posizione "pubblicamente neutrale" sui temi di politica e religione. Dopo tutto, le Arti Marziali sono una filosofia di vita che accoglie persone di qualsiasi fede, a patto che siano disposte ad accettare le richieste dei nostri discipline e soddisfare il loro codice d'onore. È stata anche una decisione d'affari significativamente pragmatica: quando si dirige un'organizzazione internazionale di Arti Marziali, non è intelligente alienare a migliaia di membri potenziali, essendo troppo aperto e altamente vocale circa le loro convinzioni politiche o religiose. Nel corso degli anni, ho incontrato molti istruttori che proclamano apertamente le loro credenze religiose e alcuni anche li incorporano nei loro programmi di insegnamento. Io personalmente non sono d'accordo con questo approccio, ma devo rispettare il loro diritto di farlo. Se loro sentono così fortemente le sue credenze fino al punto di volere condividerle coi suoi studenti, così sia, fintanto che siano disposti ad accettare l'eventuale risposta negativa da parte dei membri della sua comunità, che non condividano le loro convinzioni o non approvino l'inclusione di quelle credenze nell'allenamento delle loro Arti Marziali. Lo stesso vale per la politica, ma in modo diverso ed in minore grado. La politica è intrinsecamente ed inevitabilmente legata alle condizioni sociali ed economiche, le attività imprenditoriali e gli atteggiamenti pubblici. Per esempio, se operate un programma di Arti Marziali come un business, sarà necessario tenere conto delle tasse che dovrete pagare e il modo in cui le regolazioni locali, statali e federali possano colpire la vostra capacità di lavoro. Il successo negli affari è, in una certa misura, direttamente connesso con le decisioni politiche e le proprie opinioni in questo campo, e la linea d'azione, pertanto rifletterà la vostra approvazione o disapprovazione di tali decisioni. Ma la politica è anche collegata alle Arti Marziali in altri aspetti meno evidenti. Permettetemi di darvi alcuni esempi: Negli Stati Uniti, negli ultimi anni, diversi gruppi violenti e le bande hanno attaccato gli agenti di polizia con violenza e ci sono stati perfino alcuni omicidi. Si tratta per caso di un tema politico del quale gli istruttori di Arti Marziali dovrebbero rimanere "neutrali?"? Insegnereste consapevolmente tecniche di combattimento ad un membro di uno di questi gruppi? La nostra organizzazione, la International Combat Hapkido Federation, ha un ramo specializzato nell'insegnamento di tattiche difensive alle Forze dell'Ordine. Abbiamo un'ottima reputazione con le forze

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Grandi Maestri “Siamo guerrieri pacifici, guerrieri di coscienza, e non dobbiamo mai rimanere in silenzio contro il male. E questa è una dichiarazione politica che dobbiamo essere inequivocabilmente orgogliosi di fare.â€?


Combat Hapkido “Negli Stati Uniti, negli ultimi anni, diversi gruppi violenti e le bande hanno attaccato gli agenti di polizia con violenza e ci sono stati perfino alcuni omicidi. Si tratta per caso di un tema politico del quale gli istruttori di Arti Marziali dovrebbero rimanere ‘neutrali’?”

dell'ordine in diversi paesi ed io apprezzo moltissimo quel rapporto speciale. Così, come potremmo allenare mai individui che sono compromessi a danneggiare e possibilmente perfino ammazzare ufficiali di polizia? E se ci rifiutiamo a farlo, siamo noi quelli che facciamo una dichiarazione politica? Certamente, e siamo orgogliosi di esso! Ecco un altro esempio: Un Istruttore veramente etico, onesto e responsabile, addestrerebbe consapevolmente un membro di un gruppo terroristico? Insegnereste tattiche di combattimento efficaci e devastanti, tra cui il disarmo, i punti di pressione e le tecniche di coltello a qualcuno che voglia commettere massacri o altri atti orribili di terrore? Spero che la vostra risposta sia NO! Ma in tal modo si effettua una dichiarazione politica (e forse anche religiosa). Anche in questo caso, non si può evitare schierarsi. Che cosa succederebbe se un dittatore brutale che reprime, imprigiona, tortura ed assassina la sua propria gente, vi offrisse un contratto per addestrare la sua Polizia o le sue unità militari di elite, lo fareste? Questo è accaduto a me in un paio di occasioni lungo la mia carriera. Una volta mi hanno contattato per insegnare in Cuba, ed un'altra volta in Iran. Ho rifiutato entrambe le offerte. È stata una dichiarazione politica? Assolutamente! Ho viaggiato in 20 paesi per insegnare la mia Arte e continuerò a farlo, ma non offrirò mai i miei servizi a tiranni, despoti, terroristi, regimi comunisti e fanatici religiosi. Come può vedersi, separare le Arti Marziali da tutte le questioni politiche non è così tanto semplice né facile come sembra. E questo mi porta ad un tema che è stato una fonte di accesa controversia e disaccordo nella comunità delle Arti Marziali coreane durante vari anni, e continua ad essere molto dibattuto. C'è una fazione nella comunità di Tae-kwon-do che è favorevole alla partecipazione attiva, lo scambio, la cooperazione e l'amicizia con la comunità di Tae-kwon-do in Corea del Nord. La fazione opposta ritiene che cercare qualsiasi rapporto amichevole con quel paese, in ultima istanza servirebbe soltanto per convalidare, dignificare ed appoggiare al quel governo brutale che c'è attualmente al potere. Per quelli di voi che non seguano la politica internazionale, la Corea del Nord è attualmente gestita da un megalomane, assassino psicopatico che, purtroppo, ha anche accesso alle armi nucleari. Tale regime è la dittatura più oppressiva e pericolosa sul pianeta


Grandi Maestri

“Un Istruttore veramente etico, onesto e responsabile, addestrerebbe consapevolmente un membro di un gruppo terroristico?�


Combat Hapkido oggi. Ogni anno, più di un milione dei suoi cittadini muoiono di fame, mentre migliaia di milioni sono spesi per le armi e per la sua enorme macchina militare. C'è un vero "culto" al leader, e il lavaggio di cervello nella popolazione dall'infanzia è tanto efficace, e la polizia è tanto brutalmente repressiva che non c'è speranza di un rovesciamento interno di questo regime di incubo nel futuro prevedibile. Lo sport marziale del Tae-kwon-do è finanziato, organizzato e rigidamente controllato dall'esercito norcoreano. Pertanto, alla luce di tutto quello, vi unireste ad un viaggio di Tae-kwon-do di "buona volontà" alla Corea del Nord? Sareste così ingenui da credere che la vostra visita contribuirebbe ad una "migliore" comprensione tra le nostre culture? Che "raggiungere" questo regime malvagio produrrà cambiamenti positivi? Che questo tipo di gesti insensati, inutili, amichevoli, realmente aiuta alla causa della pace mondiale? Coloro che credano o sperino che essere gradevoli con un orribile mostro provocherà una trasformazione magica, sono, nel migliore dei casi, ingenui ed ignoranti della storia. Nel peggiore, stanno consentendo consapevolmente di essere utilizzati e manipolati come burattini a beneficio dell'immagine di quel regime. Con lo scambio rispettoso di visite e le cordiali attività di Tae-kwon-do con la Corea del Nord stiamo legittimando e dignificando una delle tirannie più crudeli e peggiori nella faccia del pianeta. Inoltre chiudiamo un occhio sui milioni da vittime delle atrocità barbare commesse per quel governo. Nessun viaggio simbolico di Tae-Kwon-Do con "buona volontà" cambierà questa realtà. Mentre, in generale, è meglio non mescolare la politica e le Arti Marziali. Ci sono momenti, come ho già illustrato, in cui le eccezioni devono essere effettuate. Gli Artisti Marziali non vivono nel vuoto, da soli e isolati dagli eventi mondiali. In realtà, credo che i VERI Artisti Marziali devono essere campioni coraggiosi e difensori della libertà, della giustizia e dei diritti umani, non deboli, creduli, pacieri. Siamo guerrieri pacifici, guerrieri di coscienza, e non dobbiamo mai rimanere in silenzio contro il male. E questa è una dichiarazione politica che dobbiamo essere inequivocabilmente orgogliosi di fare.

“Mentre, in generale, è meglio non mescolare la politica e le Arti Marziali. Ci sono momenti, come ho già illustrato, in cui le eccezioni devono essere effettuate. Gli Artisti Marziali non vivono nel vuoto, da soli e isolati dagli eventi mondiali.”



Combat Hapkido

















En este primer DVD de “Wind Warriors 21”, el Maestro Rui Ribeiro presenta un trabajo que cualquiera puede realizar, en artes marciales tradicionales y en deportes de combate, para mejorar vuestra salud, vuestras tecnicas y vuestra forma de trabajar tanto en entrenamiento como en combate. Evidencia, referencia y control en Artes Marciales, Deportes de Combate y en la Vida, el hombre debe ser salvaje, natural y preparado. No muestres miedo. Conoce tu cuerpo. Establece una relación con tu Espíritu.Tómate el tiempo necesario para comprender los valores de lo que eres. Siente las diferencias de tu constitución, la forma en que tu cerebro actúa. Existen señales externas para avisarte de nuevos errores. Comprender las señales, la relación del cuerpo y el alma, la relación con los demás, con tus sentidos. NATURALEZA / RAZÓN. Logros de la Evolución / Tipo de Sistemas. Todo depende de ti. Haz de tu cuerpo un lugar vacío. En el ejercicio de nada sólo el espíritu puede ser atacado, si pierdes el instinto natural. OSS.

Ref.: • DVD/RIBeIRO-1 All DVDs, wichi is produced by Budo International, si provided and alone in the formats DVD-5 or MPEG-2, in VCD, DivX or the like is however neves offered with a special holograma sticker. Besides our DVD is characteristed coverings by the hig quality in pressure and material. If this DVD and/or the DVD covering do not corespond to the requirements specified above, it concerns illegal pirat copy.

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In questo nuovo DVD di Vovinam, Patrick Levet ha voluto mostrare gli aspetti dell'uso e manipolazione del Bastone Vietnamita. Anche se poco conosciuto, il bastone lungo vietnamita è, senza dubbio, l'arma più importante tra tutte le armi delle Arti Marziali tradizionali del Vietnam. La scuola Vovinam, nel suo programma ufficiale, propone solo la Forma del Bastone (Tu Tuong Con Phap) e i contrattacchi di bastone contro bastone (Phan The Con), senza spiegare i movimenti intermedi. Ma il Bastone Vietnamita va ben al di là di questi due aspetti, e il Maestro Levet ci offre due DVD dettagliati su tutte le applicazioni dei numerosi movimenti intermedi della Quyen del Bastone. Questo primo volume comprende una serie di esercizi specifici di riscaldamento e bodybuilding col bastone, guardia, principi fondamentali, manipolazione stilistica dell'arma, difesa contro il disarmo, blocchi e schive, spostamenti, nonché le tecniche di combattimento. Un lavoro originale che mostra per la prima volta il Bastone Vietnamita in un modo completo ed esaustivo.

REF.: • DVD/VIET7 Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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REF.: • DVD/TOYAMA-2

Questo DVD è il risultato promosso per la filiale spagnola della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmei (ZNTIR – Spain Branch), per fare conoscere il contenuto tecnico dello stile Toyama-Ryu come praticato nel Honbu Dojo della ZNTIR, in Machida, Tokyo, senza cambiamenti, né alterazioni. La fedeltà del programma è tale che è il suo presidente e massimo responsabile tecnico, Yoshitoki Hataya Sensei, chi, accompagnato da alcuni membri, esegue tutto il compendio del programma attuale dello stile. È per questo che in lui si può trovare la struttura di base della metodologia che viene applicata, dagli esercizi codificati di riscaldamento e di preparazione e attraverso gli esercizi di taglio; le guardie; i kata della scuola, compresi quelli corrispondenti alla Scuola Militare Toyama, il Gunto Soho e la sua spiegazione; il lavoro in coppia, sia in Kumitachi e Gekken Kumitachi, e la pietra angolare su cui si basa la Toyama-Ryu, vale a dire, Tameshigiri o esercizi i taglio su un bersaglio reale. La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei, ZNTIR, è l'organismo che attualmente, una volta riveduti ed adeguati i concetti e la metodologia di una scuola proveniente da un metodo di combattimento reale, pretende di mantenere viva questa tradizione e le forme originali mediante un sistema che unifica il corpo, la mente e lo spirito di una forma realistica ed efficace. Grazie all'impegno di alcuni laureati della Scuola Militare Toyama (Rikugun Toyama Gakkoo), che hanno continuato in gran segreto mantenendo viva l'arte fino alla rimozioni dei divieti e la devoluzione della sovranità al paese giapponese, oggigiorno possiamo conoscere un stile di scherma incorniciato tra le attuali scuole di Iai-Do. Si tratta di un DVD meticoloso in diverse lingue, che dimostra di essere una fonte preziosa per ricercatori e praticanti della spada giapponese, e per gli artisti marziali in generale, o quelli interessati alla storia del Giappone e la sua ultima guerra mondiale. È una vera fortuna il potere osservare le tecniche che contiene, e, almeno per gli investigatori seri, vale la pena di averla nella sua videoteca. Noi, gli apprendisti dello stile, desideriamo condividere lealmente la conoscenza della nostra scuola di scherma giapponese, nella speranza che contemporaneamente, i valori interni propri di quegli uomini di armi impregnino alle nuove generazioni e permettano scorgere un revulsivo, di una forma tradizionale molto differente all'attuale approccio delle discipline di combattimento di origine giapponese. Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Il Pukulan Pencak Silat Serak è un sistema basato sulle armi e le mani vuote contemporaneamente. Incorpora numerose armi di nuova generazione nonché spade, coltelli, kerambits circolari, barre, bastoni di diversa lunghezza ed altre armi più particolari. Perfino nei metodi di allenamento con mani vuote, affrontiamo l'avversario che ci attacca con armi in entrambe le mani ed a vari rivali allo stesso tempo. Questo tipo d'allenamento ci fa più coscienti di tutto ciò che accade durante un alterco e di cosa fare e non fare di fronte ad attacchi da uno o più aggressori armati. In questo secondo DVD, Maha Guru Horacio Rodrigues, erede del lignaggio di Pendekar Pak Víctor Di Thouars, di Pukulan Pencak Silat Serak, abborda la forma particolare in cui si allena e si usa l'armamento, sedendo le basi per progetti futuri più avanzati dello studio e l'applicazione della tecnica. Questo video include i principi del lavoro, angolazioni, Sambuts, Jurus ed esercizi con la spada corta "Pedang", il coltello corto "Pissau", il bastone corto "Tonkat Matjan", Sarong, e le applicazioni di autodifesa a mani vuote.

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