Rivista Arti Marziali Cintura Nera 297 Ottobre 1 parte

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“Che ognuno segua la sua inclinazione, perché le inclinazioni sono solitamente linee o vie tracciate da un dito molto alto, e nessuno, per tanto che sappia, sa più del destino”. Benito Pérez Galdos

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on mi è mai piaciuta la matematica. Suppongo che ci piacciono le cose che dominiamo con più facilità, quelle che ci potenziano da bambini, però soprattutto quelle nelle quali proviamo più piacere. Dicono che tutto ha a che vedere con l’avere un lato o l’altro del cervello più attivo, maschile versus femminile, sinistro versus destro... tuttavia, con gli anni, non ho potuto evitare di ammirare il potere della sua abilità nel definire la connessione e gli schemi dell’Universo. I modelli universali sono matematici, perché gli schemi fissi sono necessari all’organizzazione di ogni ordine. La matematica e i suoi calcoli sono il linguaggio segreto che l’uomo ha scoperto e anche inventato, nello sforzo di sviscerare il mistero dell’Ordine Universale. La matematica si pone in questo processo in diretta riunione con l’astronomia, la matematica delle sfere. I tempi astronomici stabilirono le regole essenziali nell’antropologia del pensiero di tutte le culture, perché gli uomini, come il resto delle specie, non sono estranei al loro ambiente. A ogni nuovo giorno precede una notte, a ogni primavera un inverno, gli opposti si succedono, si contrappongono e corrispondono ad un ordine; la base di ogni logica parte da questa constatazione. L’astronomia, giovane figlia dell’astrologia, sorge dall’osservazione del cielo e ogni previsione esiste nella misura in cui, di fatto, si costatano modelli reiterativi. Il pronosticabile permane unito all’indiscutibile fatto che esiste una forma, un ordine. Matematica e astronomia sono, in questo modo, la base di ogni scienza moderna e il supporto ultimo del pensiero moderno dell’umanità. Gli uomini necessitano punti fermi sui quali appoggiarsi, perché l’esperienza della vita è in se stessa instabile e questa situazione la rende spesso opprimente. Possiamo predire il ciclo circadiano, ma non sappiamo se il giorno successivo saremo ancora vivi. Astrologia e numerologia hanno cercato di percorrere questo spazio in bianco con successo alterno, per portare l’universale all’ambito del personale, nel corso della storia umana. Per anni ho avuto magnifiche esperienze, impressionanti constatazioni in entrambi i casi, però in tutti il fattore interpretativo, il fattore umano è stato capitale e, sia detto per inciso, non toglie valore in se a questa conoscenza, bensì a chi ha saputo o no usarla. I modelli obiettivi tuttavia, sono stati tali, che suggerire la loro banalità sarebbe ignoranza. L’esistenza di modelli universali, ha portato l’uomo all’eterna lotta tra chi optava per l’idea della forza del destino sopra il libero arbitrio, contro quelli che anteponevano quest’ultimo a qualsiasi altro fattore. Entrambi hanno ragione, perché le grandi verità sono sempre paradossali, ma è chiaro che quest’affermazione di fatto non risolve il modus operandi di queste forze e non facendolo è solo una porta in più verso la riflessione. Esistono forze fisse, che all’uomo piace chiamarle in diversi modi, destino, fato, fortuna, provvidenza... e forze mutabili. Il

“Perfino nella morte di un uccellino interviene una provvidenza irresistibile”. William Shakespeare

libero arbitrio agisce come una delle linee divisorie nella combinazione di questo processo, però non è l’unica. La somma delle decisioni in ogni incrocio della vita è sempre escludente. Se scegliamo una direzione, stiamo escludendo a 359 gradi qualsiasi altra opzione e se lo vediamo in forma sferica invece che lineare ... moltiplicate! Ogni porta ci conduce in una stanza e questa a un nuovo scenario, che a sua volta ha una o più porte e così di conseguenza. In questo modo il destino lo stiamo creando, però allo stesso tempo è scritto, perché ci sono fattori fissi (se nasci biondo, ti potrai tingere i capelli, però continuerai a essere biondo). Vi sono quindi fattori superiori sopravvenuti che sono definitivi e definitori, ragioni, che per la loro natura, impongono e definiscono limiti e direzioni e che possiamo giustamente chiamarli destino. Esistono tuttavia forze, analoghe al destino, la cui natura però non è completamente inviolabile. Già gli antichi sciamani si confrontarono con esse e le definirono in varie culture, come combinazioni di forze naturali e soprannaturali di frequenze ben definite. Sebbene che nella maggior parte dei casi generino avvenimenti prestabiliti, gli antichi scoprirono che, data la loro natura, era possibile interagire con esse. Parliamo qui di processi alchemici e coscienziali superiori, che non sono alla portata di chiunque. Tuttavia i più saggi tra loro, riconobbero a sua volta una forza determinante che agisce dietro di tutte queste, una forza “maggiore” che agirebbe in accordo ad assi fissi e la cui violabilità era inoltre possibile, però solo in funzione a variabili che fuggono al controllo dell’uomo e la cui dimensione era ineffabile. Gli esseri umani si stanno spingendo ai limiti del possibile nel loro gioco per comprendere e crescere come specie e come individui. E’ innegabile che una semplice appendicite fosse causa quasi certa di morte solo un paio di secoli fa. Oggi si risolve la maggior parte delle volte con i mezzi adeguati. Spiritualmente non è diverso. Ciò che per alcuni è impossibile, per chi sa, è solo un intervento. Affrontare il mistero dell’essere e dell’esistenza è la più vecchia delle proposte del risveglio della coscienza. I più avvezzi e inquieti tra gli esseri umani, non hanno mai potuto evitare di superare la soglia dell’accettato e andare più in là del visibile, dell’apparente, del consenziente. Il mistero soggiace dietro ogni cosa mostrandosi a chi sa vedere, perché il suo impulso è camminare alla luce ed essere svelato; solo l’ignoranza e l’arroganza umana ci impediscono di vedere e partecipare al suo potere. La coscienza superiore è sempre un fattore indispensabile per una libertà maggiore, il paradosso è che una volta giunti alla fonte, l’individuale si scioglie e quello che resta è comune. Nota bene: le arti marziali sono formule di aumento dell’energia personale, però se non sappiamo che fare con questa energia né come darle giusta direzione, possono convertirsi in un riflettore di dispiaceri e seri problemi, per questo i più antichi unirono al loro insegnamento fattori di ordine morale e spirituale per evitare le loro conseguenze negative. Oggigiorno, ritirata questa protezione, molti sono rimasti esposti come barche alla deriva.

Traduzione: Chiara Bertelli


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Alfredo Tucci è Managing Director BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com






Israeli Survival System

“Un'arma efficace e costantemente adattata alle nuove realtà.”


Krav Maga

Tre nuovi DVD vedranno presto la luce, registrati con quel magnifico esempio di auto-difesa professionista che è il Maestro italiano Marco Morabito. Nel suo viaggio eclettico nel campo della difesa personale, il Maestr o Morabito ci ha già lasciati campioni delle sue buone prestazioni, toccando prima il sistema russo, e ora il Krav Maga, che sotto la sua personale comprensione diventa un'arma efficace e costantemente adattata alle nuove realtà. Chiunque sia interessato all'auto-difesa troverà in questo lavoro una fonte di ispirazione e riflessione, e una questione che merita un serio apprendimento. Alfredo Tucci

Israeli Survival System: La nuova frontiera del Krav Maga Siamo in un’epoca nella quale il dibattito sulla sicurezza è quanto mai attuale e il senso di precarietà che ne deriva ci rende inermi e soli a dover affrontare pericoli di modesta e ampia portata. Non ci resta quindi che contare solo su noi stessi, sulle nostre capacità e le nostre forze per poter difenderci e migliorare le nostre capacità di reazione a stimoli esterni. Il Krav Maga Israeli Survival System cerca di dare una risposta concreta al nostro desiderio di sentirci sicuri con un programma innovativo ed evolutivo che non smette mai di imparar e dagli er r ori e perfezionarsi.



Krav Maga na frase che il Maestro Morabito ama citare è: “Qualunque decisione tu abbia preso, sei autorizzato e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri”. Questa citazione della famosa scienziata e premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini esprime chiaramente l’idea di progresso alla base del Krav Maga Israeli Survial System: il Krav Maga ISS non è una disciplina, un complesso di rigide regole ma un metodo, un processo in continua e perenne evoluzione. Questo lo rende adattabile ad ogni situazione e circostanza, permeabile a qualsiasi cambiamento, quindi in grado di fare tesoro dei propri errori cogliendo la propria esperienza come opportunità per migliorare. La storia ci insegna che il mondo è in continua trasformazione e pertanto ciò che può essere considerato valido in un determinato momento può non esserlo in un’altro. Basti pensare come l’11 Settembre 2001 ha modificato il modo di intendere la sicurezza. Una minaccia che prima non

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era pienamente considerata, diventa la minaccia numero uno, segnando la fine della presunta impenetrabilità dei confini della Superpotenza mondiale. Cambiano così le norme che regolano la sicurezza sugli aerei, la pubblica sicurezza assurge a valore primario, diventa diritto fondamentale e prioritario e si pone come base originante la tendenza alla compressione delle garanzie dei diritti individuali negli Stati Uniti. L’11 Settembre è solo un esempio dei cambiamenti epocali in tema di sicurezza e serve a noi per comprendere pienamente come deve essere un buon sistema di difesa personale: attuale, reale, mutabile. Il Krav Maga Israeli Survival System possiede tutte queste qualità e si propone come baluardo della moder nità in materia di combattimento corpo a corpo per civili e tecniche operative per militari e addetti alla sicurezza. Che cosa chiedere di più dunque? Andiamo avanti ed esploriamo questo metodo passo dopo passo con il Maestro Marco Morabito che ci espone valori e logiche alla base di questo sistema.



Krav Maga L’elemento fondamentale è l’allievo. Senza allievi non si può sperimentare e crescere perché sono loro che attraverso le loro domande, perplessità e curiosità stimolano l’istruttore a trovare sempre nuove soluzioni. E’ proprio attraverso una semplice domanda che spesso si palesano nuove prospettive e nascono inattese conclusioni. L’allievo, con il suo bagaglio personale di esperienze, apporta un contributo fondamentale per arricchire e rendere complete e attuali le tecniche studiate. Il Maestro Morabito è presidente della I.K.M.O. INTERNATIONAL KRAV MAGA ORGANIZATION con sede a Genova, in Italia. Numerosi sono i corsi e i seminari organizzati ogni anno in tutto il mondo: corsi istruttori di Krav Maga ISS, Kapap, Russian Martial Arts Systema e Systema Morabito. La maggior parte di questi sono tenuti in Italia presso la sede nazionale e numerosi altri sono tenuti su richiesta nelle varie nazioni. Per organizzare un corso o seminario con il Maestro Morabito potete mandare un’email a info@internationalkravmaga.com specificando il periodo e gli argomenti di interesse. Il Maestro Morabito è stato pioniere della diffusione del Krav Maga in Italia e già nel 2004 insegnava e diffondeva questo metodo con grande passione e dedizione. In quell’anno, quando ancora nessuno sapeva cosa fosse il Krav Maga in Italia, deposita il marchio I.K.M.O. INTERNATIONAL KRAV MAGA ORGANIZATION, primo in assoluto a registrare il nome Krav Maga in Italia, che ben presto diventerà conosciuto e praticato in molteplici scuole. Questo metodo è stato inventato dal Gran Maestro Imi Lichtenfeld, un uomo all’avanguardia e controtendenza che concepisce “l’arte marziale del XX secolo”. In breve tempo il Krav Maga acquisirà un enorme consenso e sarà soggetto ad una



Krav Maga

“L’11 Settembre è solo un esempio dei cambiamenti epocali in tema di sicurezza e serve a noi per comprendere pienamente come deve essere un buon sistema di difesa personale: attuale, reale, mutabile.”


Israeli Survival System


Krav Maga straordinaria divulgazione, forse inaspettata per Imi che muore, nel 1998, probabilmente non sapendo l’effetto virale che la sua creazione avrebbe avuto nel secolo successivo. Morabito, che fin da ragazzo ha praticato arti marziali tradizionali e sport da combattimento con ottimi risultati ma senza mai “innamorarsi” di nessuna disciplina, trova nel Krav Maga le risposte: un sistema veloce, dinamico, al passo con i tempi. E da lì nasce questo grande amore che lo porterà a impegnarsi totalmente nello studio del Krav Maga diventandone uno dei maggiori portavoce a livello mondiale. Dopo anni di pratica ed esperienza come docente, sia in ambito civile che militare, capisce che il Krav Maga tradizionale si differenzia per tecniche e metodo d’insegnamento dal suo stile e decide di fondare il Krav Maga Israeli Survival System, unendo le esperienze acquisite in campo militare e in

società private di sicurezza, nel Close Quarter Battle, nel tiro tattico e altri sistemi di combattimento che prediligono la tridimensionalità dell’azione e uno studio profondo, spesso tralasciato, della biomeccanica applicata al corpo e delle leggi fisiche. Tutto questo lo rende una combinazione esplosiva di forza e mente, caratteristiche imprescindibili sia durante un combattimento che in strada. Il Krav Maga ISS rimane legato a Israele come modus operandi, poiché questa nazione nell’ultimo secolo ha dato prova di eccellenti capacità d’innovazione e pianificazione e quindi è, per Morabito, un modello a cui ispirarsi. Punta di diamante è l’aspetto legato alla sopravvivenza, intesa come capacità di far fronte a situazioni di emergenza in ambiente ostile e salvaguardare la propria e l’altrui persona. Quindi imparare ad affrontare ogni situazione in qualsiasi luogo, avvalendosi sia di conoscenze tecniche, sia pratiche. Infine, l’introspezione psicologica è fondamentale per capire meglio noi stessi aiutandoci a focalizzarci meglio su desideri e obiettivi.


Israeli Survival System Il Krav Maga Israeli Survival System prevede anche un programma di rafforzamento e condizionamento fisico per non trovarci in difficoltà durante un’inaspettata colluttazione, dobbiamo indubbiamente essere tecnicamente preparati ma anche fisicamente allenati. La tecnica è la base ma va sempre accompagnata dall’esercizio fisico. Infatti, le lezioni prevedono esercizi aerobici per aumentare la resistenza e prediligono l’allenamento funzionale, senza l’utilizzo di complicati macchinari e utilizzando esclusivamente il proprio corpo per potenziare la muscolatura e aiutarci nelle azioni che eseguiamo quotidianamente. L’attività fisica è calibrata a seconda del sesso, dell’età e di eventuali invalidità. L’allenamento viene così realizzato su misura a seconda della persona che si ha davanti e della sua condizione fisica. Anche con classi numerose bisogna cercare di calibrare l’allenamento: non dimenticate che in campo civile questo metodo è per tutti compreso donne, bambini, disabili, anziani. Il nostro obiettivo non sono le gare ma fornire ai nostri allievi le competenze necessarie per sottrarsi al pericolo. Non si ha mai la certezza di vincere durante uno scontro in strada quindi ciò che noi insegniamo, non è diventare il

“campione”, ma è allenarsi non per altri ma per se stessi. Non ci interessa esibire coppe e medaglie. La strada non è il ring. Il Krav Maga non è uno sport. La strada è imprevedibile e non ci sono regole. Pertanto il traguardo non consiste nell’imparare alla perfezione la tecnica, ma è comprendere il meccanismo. Nel Krav Maga ISS non esiste imparare A per difendersi da B. La tecnica è solo il punto di partenza per arrivare all’essenza del metodo: ciò significa che per ogni attacco vi sono infinite tecniche, infinite possibilità di difesa. Allenandoci con regolarità e continuità possiamo imparare a rendere istintivi (ma attenzione non automatici!) i processi di reazione. Inoltre, non viene presa in considerazione solo la singola minaccia ma molteplici. L’attacco può provenire da un soggetto singolo o da più soggetti e bisogna essere sempre allerta e pronti ad affrontare qualsiasi situazione si viene a creare. Il combattimento in strada è un susseguirsi di avvenimenti inaspettati che b i s o g n a f ro n t e g g i a re prontamente per non t r o v a r s i ingabbiati


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Krav Maga


“Il nostro metodo cerca di avvicinarsi alla realtà il più possibile prendendo esempio da casi concreti in modo da valutare aspetti, positivi e negativi, e acquisire conoscenza “sul campo” da persone che hanno subito aggressioni e sono riusciti a difendersi e da altri che invece non ce l’hanno fatta”.


Krav Maga in situazioni a cui non sappiamo far fronte. Non esiste il combattimento “uno conto uno”, ma bisogna sempre prevedere l’arrivo di ulteriori minacce. Per questo mai focalizzarsi solo sulla minaccia principale ma valutare l’ambiente e ciò che ci circonda perché il pericolo letale può non apparire visibile a causa di un’analisi frettolosa. Dobbiamo essere sempre consapevoli di ciò che ci circonda: la minaccia è una? Sono molte? Perché ? dove si svolge l’azione? Posso inciampare o cadere ? vi sono vie di fuga? Vi sono oggetti che posso usare per difendermi o che possono essere usati dall’avversario per attaccarmi? Il nostro metodo cerca di avvicinarsi alla realtà il più possibile prendendo esempio da casi concreti in modo da valutare aspetti, positivi e negativi, e acquisire conoscenza “sul campo” da persone che hanno subito aggressioni e sono riusciti a difendersi e da altri che invece non ce l’hanno fatta. Non pretendiamo di disporre di una verità e di un valore assoluti: nessun sistema è

“perfetto” ma è proprio la continua ed eterna ricerca del miglioramento che ci contraddistingue. Cerchiamo di prevedere i tipi di minaccia più comuni a seconda della tipologia d’individuo. L’esempio più semplice sono le donne che sono sicuramente più esposte ad alcuni tipi di minacce (scippi, violenze a sfondo sessuale, minacce e stalking) e quindi dobbiamo prevedere un’attenta analisi di questi pericoli generici per poter fornire le competenze necessarie alla difesa. Ma andiamo oltre: bisogna valutare anche se la donna in questione è sottoposta a rischi specifici a seconda del lavoro, della situazione famigliare, degli ambienti frequentati. Quindi partendo da un addestramento generico, arriveremo a snocciolare le specificità del s o g g e t t o trattato.


Israeli Survival System Passiamo ora ad approfondire un altro importante settore del Krav Maga ISS in modo da capire la vastità del tema che stiamo trattando: l’addestramento per le forze dell’ordine, militari e addetti alla sicurezza. Spesso con poco tempo a causa degli orari di lavoro che richiedono copertura continuativa del servizio, i reparti o articolazioni a carattere operativo, hanno problematicità ben diverse da un civile e pertanto devono avere un addestramento specifico e mirato sull’uso degli strumenti che hanno a disposizione (manette, pistole, fucili, mitragliatrici, ecc.), sulle tecniche di arresto e ammanettamento, difesa personale, corpo a corpo, disarmo da arma da fuoco, disarmo da arma bianca, difesa da varie prese e strangolamenti al corpo sia in piedi che a terra, gestione di un individuo alterato e sotto effetto di stupefacenti, uso del tonfa telescopico, tecniche di bloccaggio, tecniche di caduta sia in movimento che da fermo, tiro tattico, tecniche di difesa su diversi mezzi di locomozione. Inoltre devono saper far fronte a condizioni di stress, che spesso alterano le sensazioni e rendono inefficace la risposta o portano ad agire senza una chiara intenzione. Lo stress va dunque controllato, in modo da impedirgli di danneggiare la capacità di valutazione: non dobbiamo rifuggirlo ma, attraverso l’addestramento fisico e psicologico, il rafforzamento della coesione e della leadership, imparare a saperlo gestire e affrontare. Questo è un elemento sicuramente importante per i civili, ma diventa di fondamentale importanza per chi opera nella sicurezza perché lo stress non controllato può causare comportamenti errati o pericolosi che interferiscono con l’adempimento della missione. Lo stress non è di per sé

negativo, com’è inteso nella comune accezione di questo termine, ma s’intende l’insieme di processi mentali e fisiologici che permettono a un individuo di far fronte a situazioni nuove. In senso scientifico indica quindi il processo di adattamento di una persona a cambiamenti ambientali o psicologici. Nel programma del Maestro Morabito, sono previste diverse tecniche di controllo da stress a seconda del tipo di missione, della tecnologia utilizzata, del tipo di lavoro individuale o in squadra. Gli obiettivi sono: 1 Mantenere lo stress su limiti accettabili, al fine di raggiungere delle ottimali prestazioni 2 Riuscire a riportarlo su limiti accettabili nel caso diventi temporaneamente eccessivo 3 Aumentare progressivamente la tolleranza allo stress in modo da poter resistere e operare nelle condizioni di stress estremo, che sono talvolta inevitabili nei combattimenti. Attenzione è sempre posta sulla legislazione e regolamenti dei vari corpi militari, reparti, unità, compagnie.Per fornire un addestramento completo a militari e forze dell'ordine il Maestro Morabito ha studiato e lavorato con alcuni dei maggiori esponenti della Delta Force, SAS e Spetsnaz. E’ diventato istruttore e referente dell’European Security Academy con sede a Wroclaw ed è proprietario della società Protection Security Training. Inoltre ha studiato vittimologia e criminologia e collabora con i migliori professionisti del settore. Il Krav Maga Israeli Survival System è dunque un metodo adatto a tutti: donne, bambini,


Krav Maga disabili, anziani o coloro che hanno particolari esigenze come appunto le forze dell’ordine. Il Krav Maga ISS è un metodo in continua evoluzione e adatto a coloro che vogliono imparare a difendersi in breve tempo ed efficacemente perché lascia ogni velleità di forma focalizzandosi solo su ciò che è effettivamente utile “in strada”. Presentiamo in anteprima il frutto del lavoro del Maestro Morabito: il DVD di Krav Maga Israeli Survival System, nato dopo il successo dei DVD e del libro sul Systema Morabito,

Con quest’opera colossale verranno illustrate le tecniche e il metodo alla base di questo sistema in modo chiaro e trasparente. Nessun segreto quindi, ma un’opera straordinaria che vi porterà nel vivo della difesa personale. Le tecniche sono illustrate in modo da essere facilmente comprensibili da tutti. Un’occasione davvero unica per avvicinarsi alla difesa personale o per approfondire le proprie conoscenze sul tema. L’autore di quest’opera è uno dei maggiori esponenti a livello mondiale di difesa personale e conta al suo attivo diverse esperienze in campo militare e società di sicurezza; pluripremiato in diverse nazioni, ospitato per corsi e seminari in tutto il mondo è diventato un portavoce internazionale di vari sistemi di combattimento corpo a corpo e difesa personale poco conosciuti ma estremamente efficaci. Studiando dal Giappone agli Stai Uniti, passando per Polonia, Spagna, Capo Verde, Germania, Israele, Francia e Russia. Una continua ricerca nelle zone più remote del mondo, come la Siberia o il deserto del Texas, senza mai fermarsi in una ricerca instancabile per acquisire nuove conoscenze senza mai smettere di porsi domande. Per informazioni su corsi e seminari: www.internationalkravmaga.com www.pset.eu <http://www.pset.eu> info@pset.eu


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“Qualunque decisione tu abbia preso, sei autorizzato e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde piĂš ai tuoi desideriâ€?


Krav Maga




Il lavoro contenuto in questi DVD mostra la differenza tra il Kyusho e il Dim Mak, per quanto non sono basati sugli stessi obiettivi. Si tratta di una continuazione dei lavori precedenti sul tema "I 6 Mani Ji" e "La Camicia di Ferro" con Budo International. I 6 Mani Ji prevalgono in un'arte chiamata Pangai-Noon o Uechi Ryu, uno dei pochissimi modelli che contengono e si concentrano su queste posizioni specifiche di mano per raggiungere i tessuti più profondi del corpo. Questi DVD mostrano l'uso delle mani, non come mazze, ma piuttosto come pugnali con la potenza di transizione della torsione utilizzata nelle 6 mani Ji, per essere correttamente applicate al Kyusho... e questa è una sfaccettatura assente nelle competenze della maggioranza dei praticanti di Kyusho. Otto KO (compresi i KO per compressione e sanguigni). Questo insieme di due DVD si concentra su una forma apparentemente semplice come Kata Sanchin, attraverso otto fasi di abilità di combattimento. Un sistema marziale completo in un Kata, anche compresi i metodi di "Camicia di Ferro". Vol.1: Introduzione, Obiettivi nelle braccia, la testa e il corpo. Vol.2: Obiettivi nelle gambe, Grappling, Tuite e difesa contro coltelli.

REF.: • KYUSHO 23

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

ORDINALA A:

Budo international.com








Il Bastone di Difesa: Jacques Levinet Imparare a difendersi costituisce, oggi, una delle principali preoccupazioni per molti cittadini di tutto il mondo. Perseguendo questo obiettivo, gli specialisti di auto-difesa ed esperti di arti marziali, non si fermano presentando, con più o meno successo, un sacco di metodi, a volte molto simili, con tecniche più o meno realistiche derivate dalle rispettive pratiche. Senza entrare nei dettagli, dobbiamo ammettere che i due pilastri, che sono la conoscenza e la trasmissione dell'autodifesa, non sono per tutti, ma ci deve essere per tutti i gusti. Così non si può fare una vera idea di ciò che appartiene a noi. Foto: Edith Levinet


Il Bastone di Difesa

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a riconciliazione e il dialogo hanno i loro limiti in alcune delle aggressioni che purtroppo oggi minaccia l'intera popolazione, giovani o anziani, donne e bambini, sportivi o no, a prescindere dalle dimensioni della vittima o dell'aggressore. Così nacque una necessità vitale nell'uomo del XXI secolo: la necessità di difendersi. Partendo da questi elementi di riflessione e la tripla mia esperienza come capitano di polizia, esperto di arti marziali e allenatore di unità delle forze dell'ordine, ho concepito l'idea di sviluppare un metodo temibile di auto-difesa per tutti, il bastone di difesa, sempre rispettando le nostre leggi democratiche. Questa disciplina ha avuto successo fin dall'inizio. Per identificare questo metodo, il marchio BDJL (Baton Defense Jacques Levinet / Defense stick Jacques Levinet) è stato registrato presso l'Istituto Nazionale della Proprietà Industriale al fine di tutelare sia la metodologia che i materiali d'allenamento. Il passo di chiamare la nostra creazione con la sigla BDJL, è stato un modo per difenderci contro le imitazioni che usano e abusano piuttosto che s'ispirano. In questo modo, l'esperto saprà distinguere l'originale dalla copia.

Origini del BDJL Nelle istruzioni per l'uso, lo scopo delle tecniche e la configurazione del materiale d'allenamento, questo metodo non ha nulla a che vedere con quelle già esistenti in sport da combattimento (come la Savate Boxe Francese) o in Arti Marziali come il Kali. Il BDJL deriva dal metodo di ROS (vero e proprio sistema operativo) che ho creato per le forze dell'ordine. Le sue tecniche assomigliano a quelli del BO (Baton opérationel / Bastone operativo). Lo scopo civile era, preservando l'efficacia operativa, quello di eliminare ogni connotazione professionale legata al bastone telescopico. Il semplice bastone divenne BDJL, una sorprendente accessorio d'efficacia, semplice in tutti i tipi di aggressione fisica, rispettando le norme giuridiche democratiche. Per rendere il metodo facilmente adattabile a tutti, senza distinzione di età, forza fisica ed esperienza o meno in sport di combattimento, era necessario che il suo apprendistato non richiedesse alcuna predisposizione specifica.


Autodifesa


Il Bastone di Difesa


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Il Bastone di Difesa

Può essere la forza di questa nuova prescrizione ciò che sostiene, a livello del manuale di istruzioni, sui cinque punti principali del metodo SPK (Self Pro Krav). L'idea di base è che nessun metodo di difesa è realizzabile senza l'istinto di sopravvivenza, il riflesso condizionato, la tecnica operativa, l'autodifesa e l'evoluzione, che sono diventati percorsi obbligati nell'efficacia del BDJL. La scommessa era quella di creare, con un'efficacia simile, un metodo professionale in discipline sportive per tutti. Il primo passo è stato quello di pensare di una configurazione e materiale diverso in modo che il nostro bastone non fosse stato considerato un'arma. Il secondo è stato quello di avviare un programma di formazione con corsi e valutazioni didattiche.

L'originalità del BDJL La sua originalità è nella configurazione materiale e il suo utilizzo per l'autodifesa. Il bastone semplice trasformato in BDJL, grazie alla sua leggerezza e la flessibilità della canna da bloccare e assorbire qualsiasi tipo di colpo, ma anche per replicare e colpire alla velocità della luce. Il diametro del corpo del bastone è stato progettato per facilitare la manipolazione e le prese. La configurazione non sarebbe sufficiente di per sé per trasformare il BDJL in un mezzo formidabile di difesa. Era ancora necessario trovare un modo anti aggressione di usarlo,

violento e legale allo stesso tempo. Un metodo d'insegnamento è stato lanciato con una progressione tecnica legata alle diverse situazioni di aggressione. La sicurezza è stata assicurata dai dispositivi di protezione, scudi mobili, guanti BDJL appositamente progettati per evitare il surriscaldamento delle mani durante le manipolazioni. Per identificare i praticanti BDJL, sono state create attrezzature speciali

dall'allenamento. Sono state stabilite le valutazioni tecniche di base e più elevati per ogni disciplina, per ottenere le lauree e i diplomi tecnici di insegnamento presso l'Accademia di Jacques Levinet. Per essere più vicini alla realtà della strada, nella nostra istruzione prendiamo in considerazione tutte le forme di violenza, con o senza armi, contro uno o più individui. La messa in discussione delle nostre tecniche è in


Autodifesa

corso per monitorare l'evoluzione dei metodi di aggressione. Una pedagogia adattata e un preciso codice etico hanno dato la forma finale al BDJL, per trasformarlo in uno dei metodi rivoluzionari del XXI secolo a disposizione di tutti.

L'allenamento BDJL Ăˆ caratterizzato da quattro parametri indivisibili che sono:

sicurezza, realismo, piacere e linguaggio. La sicurezza è costantemente favorita per allenarsi senza limitare se stessi o temendo il pericolo. Pertanto, gli arti (aree specifiche per la risposta) sono sempre protetti per evitare di essere preda durante le simulazioni di attacchi. La realtà delle minacce o attacchi è indispensabile per verificare la reazione dei praticanti di fronte a una situazione di pericolo.

Posizioni specifiche che proteggono come lo swing, difese anticipate o inaspettate, supporti rinforzati, sono molti punti tecnici che, con la forza moltiplicata della risposta, ci permettono di verificare in modo reale l'efficacia dei nostri metodi durante le nostre sessioni d'allenamento, alcuni dei quali vengono praticate all'aperto , in condizioni reali. Invece, l'aspetto ludico degli esercizi proposti durante


Il Bastone di Difesa

le nostre lezioni di coperta, aggiunge un piacere dinamico. Quindi è possibile allenarsi seriamente ma divertendosi. Contrattaccare su uno scudo d'allenamento con il rumore assordante dell'impatto BDJL, o toccare una protezione mobile una mano armata, sono altri esempi di questo lavoro di gioco di sport. Infine, l'uso di un linguaggio appropriato durante classi per simulare la reazione dello studente in caso di aggressione, è un elemento essenziale su cui insistiamo. Familiarizzare il professionista con il suo ruolo di vittima lo abitua alla realtà futura dell'aggressione.

I principi BDJL Sono riassunti nel codice di parole di etica e di auto-difesa. Una etica viene evidenziata ai nostri corsi: è severamente vietato utilizzare il termine "colpo", che viene sostituito con "risposta". Non è una questione di linguaggio, ma piuttosto uno stato d'animo, i cui basi si trovano nella legge. Quando una persona aggredita parla delle sue azioni di difesa in termini di risposta, ne consegue che è stata oggetto di un attacco, cosa che non è necessariamente così quando si usa la parola aggressiva "colpo". Ma certamente il termine "risposta" non è sufficiente di per sé per parlare di etica BDJL. Le zone traumatiche sono vietate, tollerate o favorite di conseguenza. Le difese sono concentrati sugli arti superiori o inferiori, con il divieto di toccare la testa o la colonna vertebrale. Inoltre, la pratica del BDJL, che non è un'arma per natura, esclude qualsiasi scopo professionale, a differenza del bastone telescopico, catalogati per sua natura come un'arma proibita di trasportare, ad eccezione della polizia. Questo principio di separazione di generi arriva anche all'autodifesa, un fondamento essenziale nel quale insistiamo per sapere che cosa può e cosa non può essere fatta con il BDJL.

Corsi e rappresentazione del BDJL L'Accademia Jacques Levinet è esigente. Il certificato di istruttore BDJL deve riflettere un elevato livello tecnico e pedagogico, che è sottoposto a vigilanza dal suo fondatore, perché è lui chi firma ogni attestato d'allenamento, che non posso essere mai acquisito e deve essere sempre rinnovato ogni anno dopo un riciclaggio obbligatorio. L'organizzazione del BDJL è ben avviata con una serie di 20 rappresentanti dell'accademia in Francia e in alcuni altri paesi. Corsi di formazione regolari sono in programma all'interno dell'accademia, o in tutta la Francia e all'estero su richiesta. La pratica del BDJL rappresenta un ottimo compromesso tra gli sport di combattimento, le Arti Marziali e l'autodifesa. www.batondefenselevinet.com Tel: 00.33.467.075.044


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Real Kyusho

Apello urgente! Allenatori, Istruttori e Medici del Ringside Mixed Martial Arts, le Arti Marziali e la Boxe (e tutti gli sport professionali di contatto, o gli sport in cui si verifica il contatto frequente), non possono ignorarlo piĂš a lungo.... Kyusho accade sul ring, sul tappeto, nel Dojo e in strada, per tutto il tempo, non possiamo piĂš ignorare la necessitĂ di metodi Kyusho di Pronto Soccorso.



Real Kyusho

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ome formatori, allenatori e giudici, abbiamo bisogno di una formazione più grande e più protettiva per coloro che pongono la loro fiducia e il benessere nelle nostre mani. Ci alleniamo molto per imparare le regole d'ingaggio e di riconoscere quando un combattente non può continuare, ma non ci alleniamo (ancora) per aiutare la vittima, anche se siamo i primi che devono rispondere e i responsabili del suo benessere. Più a lungo un uomo rimane disteso a terra e fuori combattimento, più pericolosa diventa la situazione per lui Spesso vediamo Tornei di Arti Marziali, assistiamo a combattimenti di MMA o li seguiamo in TV (soprattutto per il KO), guardiamo il Pugilato, addirittura vediamo street clips su YouTube in cui qualcuno viene messo KO. Purtroppo (sia a livello dilettantistico, sia professionistico), vediamo l'aiuto minimo dagli allenatori, i medici in prima fila oppure anche istruttori nelle scuole, e sappiamo cosa fare per contribuire a ripristinare e ridurre al minimo gli effetti dell'incoscienza o disfunzione fisica. Questo non vuol dire che l'attenzione medica che essi ricevono non abbia un valore, ma c'è molto di più che si può fare, questo è il punto fondamentale.

I cinque punti vitali Riconoscimento - Prima di tutto il personale dovrebbe essere addestrato a vedere, capire e riconoscere quando gli obiettivi vitali sono colpiti in modo che siano meglio in grado di valutare il problema, come si verifica. Questo non solo si basa nel sapere qual è la struttura del corpo che ha ricevuto il trauma, ma anche il modo in cui il corpo reagisce a quel attacco. Il corpo è spasmodico o ha sofferto rigidità sporadica o collasso (che indica che il sistema nervoso è stato raggiunto)? Oppure è che il corpo si indebolisce gradualmente, indicando che il sistema circolatorio e gli organi sono stati influenzati? Comprensione - L'arbitro del ring o l'allenatore, così come i medici, dovrebbero avere familiarità con i vari effetti sui nervi, il sangue, trauma pesante o la funzionalità degli organi per aiutare sia nel processo di valutazione che le misure di rianimazione. Sa l'allenatore che parte del corpo è stata interessata e in che misura? È possibile che ci sia stato un vero danno fisico? Questo è spesso visto nelle reazioni della vittima. Valutazione - La valutazione dovrebbe comprendere: la reazione del corpo che cade, l'impatto sul terreno, la respirazione, il polso, gli occhi e la risposta al tocco; o l'inazione, prima di muovere o traslocare la vittima. È lui a respirare? È cosciente? C'è battito cardiaco? Riesce a vedere o sentire? E qual è lo stato del corpo, è allungato o ridotto, o sta soffrendo dei crampi in posizione fetale? Tali valutazioni determineranno la rianimazione corretta e le misure di recupero che devono essere impiegati. Rianimazione - (specifica dalla situazione). Metodi specifici di rianimazione per risvegliare e riavviare il respiro, controllano gli spasmi muscolari e devono essere praticati e ben noti, in modo che le condizioni presenti e altri problemi possano essere mitigati. L'incoscienza e la cessazione della respirazione sono i due più comuni disturbi che sono esperti. Come minimo, gli allenatori ei medici hanno la responsabilità di essere in grado di riavviare questo processo... prima che si verifichino la paura e altri disagi ed effetti collaterali. Recupero - Dovete continuare fino a ripristinare la normale funzione del corpo, per prevenire possibili malattie o inabilità dopo la rianimazione e continuare l'intervento e le cure mediche. Dopo la rianimazione della vittima, dopo un attacco, potrebbero verificarsi molti effetti collaterali, quali cadute, dolore, nausea, disabilità fisica, continua debolezza, mal di testa, mancanza di respiro e molte altre condizioni. Attraverso la comprensione delle azioni e metodi per bilanciare correttamente lo stato della vittima, l'allenatore può aiutare quella persona a tornare di nuovo alla normalità in modo più rapido. Questa dovrebbe essere la priorità assoluta.



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Perché è necessario? Sono stato a tornei in cui hanno lasciato la vittima di un KO seduta fuori in panchina, dopo di solo guardare i suoi occhi e le orecchie. Questo è insufficiente e rappresenta un reale pericolo per i partecipanti. Essi meritano un po' più di rispetto, più alto livello di cura e caregivers con una migliore istruzione, per ridurre al minimo eventuali danni e la sofferenza della vittima. Ma non deve essere un KO, tutti abbiamo visto persone che ricevono duri colpi, e molte situazioni nel corso di un allenamento pesante, in cui un colpo provoca un rapido cambiamento nella pressione sanguigna delle vittime. E che ne succede con gli attacchi in cui la vittima cade a terra, ma non c'è un KO ed è semplicemente paralizzata dal dolore e le disfunzioni fisiche? In combattimenti professionisti, come la Boxe, K-1 e MMA, ci sono molte valutazioni e metodi medici utilizzati prima, durante e dopo di essi, che funzionano molto bene per proteggere i combattenti... ma non ci sarebbe di più che potesse essere fatto in caso di disfunzione o KO? E se ci sono altre cose da imparare al fine di aumentare gli aiuti e l'assistenza alle vittime, non è forse la prima responsabilità del coach, l'arbitro o il medico? In quanto riguarda i combattimenti dilettanti, e soprattutto in Karate, Taekwondo o Kickboxing, c'è un enorme divario nella cura dei partecipanti, ed è qui dove si trova il vero pericolo e la necessità di conoscere questi metodi.

Esempi Qui di seguito sono due dei tanti video in cui che si può vedere che c'è bisogno di qualcosa di meglio, perché manca il pronto soccorso... non sanno cosa fare, e questo può essere evitato. In questo primo video vediamo un classico KO in un torneo di Karate, il periodo di tempo dalla valutazione all'assistenza è troppo lungo. Fare click in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=SAin_JZYiT4&feature=youtu.be


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Possiamo vedere i nervi della mascella essere colpiti dal calcio e l'azione di contrazione del corpo che collassa, indicando il deterioramento del nervo. Dopo la valutazione dei danni al collo, i metodi di rianimazione del praticante Kyusho dovrebbero risvegliare l'individuo e iniziare il processo di guarigione, giacché non farlo permetterebbe l'apparizione di ulteriori affezioni. In questo secondo video, in cui non sapevano cosa fare e la vittima non riusciva a respirare, ascoltate il suono dei gridi di stupore. Ancora una volta, il periodo di tempo tra la valutazione e l'assistenza è troppo lungo. Fare click su questo video https://www.youtube.com/watch?v=YbxaoXaPzcc Questo uomo non riusciva a respirare a causa dello shock sul lato del collo, nei punti C-3 e C-4, dove inizia il nervo frenico, che serve a controllare il diaframma e consentire la contrazione e l'espansione del muscolo normale che permette che i polmoni respirino correttamente. Si tratta di una semplice rianimazione, che avrebbe risparmiato questo concorrente un sacco di dolore, la paura e la perdita di ossigeno in tutto il corpo.

Le persone meritano una migliore sicurezza. Dobbiamo esigere allenatori più coinvolti e arbitri addestrati nel processo di rianimazione e pronto soccorso Kyusho ... Cosa ne pensi? © 2015 Evan Pantazi A: www.kyusho.com




Dai Duk Lan Mercato alimentare e luogo del patrimonio culturale del Kung Fu Luogo di incontro dei Maestri di Kung Fu di Hong Kong, Dai Duk Lan è uno storico mercato alimentare di Hong Kong ancora in funzione, fondato nel 1913. Si tratta di un monumentale edificio in pietra con segnali emblematici di prima della seconda guerra mondiale, circondato da grattacieli. Dopo la guerra, molti maestri di Kung Fu temevano che la Cina assumesse il controllo di Hong Kong e li perseguitasse, come stava accadendo a quel tempo in Cina. Pertanto, molte scuole sono andate in clandestinità e hanno continuato ad esistere come organizzazioni coperte, come Dai Duk Lan. Con la scusa della vivace attività di un mercato alimentare, il Dai Duk Lan è progressivamente diventato in uno dei più famosi luoghi di ritrovo per tutti gli stili di Kung Fu. Ciò vale in particolare per la famiglia Weng Chun, dato che il proprietario di Dai Duk Lan era un appassionato e Grandmaster di Weng Chun Kung Fu ("Il pugno dell'Eterna Primavera"), che comprende la conoscenza del combattimento dello Shaolin del Sud, la guarigione e la filosofia.

Testo: Andreas Hoffmann, Christoph Fuss Associazione Internazionale Weng Chun Kung Fu Associazione protettiva del Dai Duk Lan. Grandmaster Andreas Hoffmann


Weng Chun


stato il Grandmaster Wai Yan chi ha invitato tutti i maestri restanti di Weng Chun a collaborare con lui, con l'intento di preservare il Weng Chun per il futuro e ricercare a fondo questa antica arte. In questo sforzo è stato coadiuvato dal Grandmaster Tang Yick, Grandmaster Tam Kong, Grandmaster Lo Chiu Woon, e in particolare dal suo amico e fratello giurato, Grandmaster Chu Chung Man, da Macao. Secondo le sue stesse parole, Grandmaster Wai Yan ha ricercato e si è allenato insieme a Grandmaster Chu Chung Man nel corso di un periodo di circa 20 anni. Hanno anche invitato Maestri di altri stili e li hanno ispirati con le loro ricerche e la conoscenza. Tra questi è stato il Maestro Ip Man, che è stato anche impegnato in uno scambio di esperienze con la famiglia Weng Chun, e ha ricevuto il sostegno con il suo allenamento, così come con la costruzione dei suoi manichini di legno. Si dice che il già citato Maestro di Weng Chun, Chu Chung Man, era un amico intimo di Maestro Ip Man da quando si sono incontrati in Fatshan, e che entrambi hanno influenzato l'un l'altro. Inoltre, quando Chiu Chuk Kai, Maestro di Tai Chi Praying Mantis ha creato la

È


sua propria forma del manichino di legno, è stato sostenuto anche dai suoi amici di Dai Duk Lan. Questa apertura mentale e lo scambio vivace era straordinario allora, soprattutto date le circostanze di quel tempo a Hong Kong, ed è ancora insito per la cultura di Kung Fu a Hong Kong al giorno d'oggi. Ancora oggi, se chiedete i principali maestri di qualsiasi stile di Kung Fu di Hong Kong, troverete che ancora conoscono Dai Duk Lan e la sua importanza per l'intera comunità di Kung Fu.


La lotta del Grandmaster Wai Yan contro l'estremismo del Kung Fu Lo spirito trainante dietro il Dai Duk Lan era il Gran Maestro Wai Yan. Tuttavia, non sono state molte le persone che hanno capito bene le sue idee rivoluzionarie per la comunità di Kung Fu. Lui ha denunciato l'estremismo che ha prevalso nella comunità Kung Fu fino a questo giorno. Ad esempio, è abbastanza comune tra le famiglie di Kung Fu per affermare che il loro cammino è quello giusto, e gli altri sono sbagliati. Essi pretendono di possedere conoscenze segrete delle tecniche arcane, che naturalmente si rifiutano di esporre pubblicamente, ad esempio nei tornei, affermando che sarebbero di gran lunga troppo pericoloso e letale per essere svelate. Ci sono stati molti scontri tra membri di diverse stili di Kung Fu, e anche all'interno di un determinato stile, al fine di sostenere la loro pretesa di essere i migliori. Inoltre, molti maestri tendono a parlare male del Kung Fu di altri maestri.

All'interno della cultura del Kung Fu, Grandmaster Wai Yan ha voluto porre fine a questo modo antiquato e testardo del pensiero. Lui aveva l'intenzione di riunire insieme tutti i maestri di Kung Fu, per favorire uno scambio attivo e fruttuoso di esperienze, e in questo modo sollevare il Kung Fu nel suo insieme a una nuova dimensione. All'interno del Weng Chun Kung Fu, ha gettato le basi per la creazione di un curriculum che è destinato ad essere applicabile per tutte le famiglie di Weng Chun. Inoltre, aveva l'abitudine di invitare tutti per i combattimenti liberi con lui e Grandmaster Chu Chung Man in modo da poter osservare e imparare, e in ultima analisi, contribuire a sviluppare ulteriormente il Kung Fu come arte marziale. Un altro segno dell'estremismo del Kung Fu erano le liti sul lignaggio. Più di

un vecchio maestro Fung Fu sosteneva di essere il migliore in quanto la sua posizione era più in alto nell'albero genealogico del Kung Fu. Questa lotta sulla questione genealogica è diventata così comune e assunse proporzioni tali che alcuni Maestri si sono messi in posizioni più vantaggiose nella struttura dell'albero, oppure hanno create genealogie assolutamente fantasiose. Il messaggio del Maestro Wai Yan è stato semplice e chiaro: solo quei maestri che si allenassero duramente e mantenessero in evoluzione sarebbero riconosciuti dal Dai Duk Lan e lui stesso. La posizione all'interno di un albero di famiglia è di nessun aiuto in Kung Fu. Non c'è altro modo per raggiungere abilità che non sia attraverso un duro allenamento - il quale è il significato letterale del termine "Kung Fu". Ecco come sono andate le cose a Dai Duk Lan per un periodo di oltre 20 anni. Tuttavia, il Grandmaster Wai Yan ha dovuto affrontare molte ostilità da parte di obsoleti e gretti Maestri di Kung Fu. In questa ottica, il raggiungimento di Grandmaster Wai Yan appare tanto più incredibile: Sulla base della sua profonda esperienza, ha sviluppato il Weng Chun Kung Fu portandolo ad un livello molto alto, e Dai Duk Lan aiutato molti stili di Kung Fu e rappresentanti di evolvere e migliorare se stessi, e, non da ultimo, di ottenere una mentalità più aperta. L'ultimo e il più incredibile esempio di tale azione di mente aperta del Grandmaster Wai Yan è stato quello di insegnare uno straniero, disobbedendo una delle regole rigide - non insegnare agli stranieri. Il Grandmaster Wai Yan ha accettato Andreas Hoffmann, della Germania, come il suo ultimo allievo e lo ha formato personalmente presso il Dai Duk Lan, nel periodo tra il 1986 e il 1991. Poi, nel 1991, il Dai Duk Lan è stato chiuso come scuola di


Weng Chun Kung Fu, e il Grandmaster Wai Yan ha continuato ad insegnare Andreas Hoffmann privatamente nella sua casa.

Protettore del Dai Duk Lan Oggi Andreas Hoffmann protegge il Dai Duk Lan e la missione del Maestro Wai Yan. Dopo la morte del Maestro Wai Yan, alcune persone hanno continuato a sparlare sua missione nonché il Dai Duk Lan - perché sono ancora intrappolati nel loro estremismo in Kung Fu. Ma così facendo, devono affrontare Andreas Hoffmann e i suoi studenti, ora Maestri in tutto il mondo, che stanno insegnando ovunque e continuano a ricercare con la mente aperta sul Dai Duk Lan e la cultura del Kung Fu.



Weng Chun






Intervista


Ed Parker’s Kenpo

“Io sono praticante di Kenpo, il che non significa che non mi piacciono le altre Arti e consiglio a tutti, una volta trovato nella vita un cammino affascinante, di seguirlo.” Larry Tatum è senz’altro una delle personalità più importante del Kenpo dei nostri giorni. La sua organizzazione funziona sempre meglio e si diffonde in sempre più paesi, perché ha saputo capitalizzare un indubbio carisma, unito ad una vicinanza e ad un’attenzione particolare agli allievi interessati ad imparare piuttosto che a fare politica. La sua visione delle Arti Marziali è ampia e moderna, e al tempo stesso profonda. Non si limita agli aspetti tecnici, nei quali è peraltro un riconosciuto esperto, ma gli interessano sempre di più gli aspetti relativi alla crescita personale dei suoi allievi e di sé stesso. Questo è un aspetto che non passa inosservato alla redazione di questa rivista, che si è sempre espressa a favore di un'idea delle Arti Marziali come via che trascende le impostazioni più limitate. Abbiamo conversato con lui su ar gomenti che consideriamo interessanti per qualsiasi lettore, praticante o meno di Kenpo, ma non abbiamo dimenticato di approfondire alcune questioni tecniche che appartengono all'ambito peculiare ed unico del Kenpo Karate, e che offrono un sostanzioso contributo innovativo agli allievi di qualsiasi stile, dato che concernono alcuni degli elementi che si possono considerare universali in tutte le nostre discipline. Larry Tatum, un grande Maestro che ha molto da offrire, e ancora attraverso le nostre pagine: siamo sicuri che ne trarrete beneficio esattamente com’è successo a noi. Alfredo Tucci


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LARRY TATUM INTERVISTA Del Mundo y sus cosas… A proposito del Mondo e delle sue cose… Budo International: Di questi tempi, la sua organizzazione di Kenpo è cresciuta molto. Quali sono le sue idee, i suoi piani e le sue sensazioni riguardo al futuro del Kenpo? Larry Tatum: A mio avviso l'organizzazione continuerà a crescere durante i prossimi anni, dato che praticamente ogni mese offre nuovi corsi e nuove materie di studio in 12 paesi diversi. Attualmente, a livello professionale dedico molto tempo ad ogni scuola che si unisce alla nostra organizzazione, per conoscere bene i suoi allievi, impartire seminari ed affinché comincino ad allenarsi sotto le diverse strutture che già disponiamo. Non faccio mai piani a lungo termine, semplicemente lascio le mie cose nelle mani di Dio, è Lui a segnare il mio cammino. Nelle Arti Marziali o in qualunque cosa si faccia nella vita, si deve prendere del tempo per ascoltare Dio, Lui ti porta dove vuoi andare. Se il Kenpo prosegue nella stessa linea che ha seguito fino ad ora, è logico pensare che la gente continui la propria evoluzione. È facile imparare ed adattarsi sviluppando il proprio corpo e le abilità individuali. Quando cominciai a praticare il Kenpo era una vocazione, poi divenne una dedizione... Adesso sono a questo punto. Quando viaggio in tutto il mondo per impartire i miei seminari, conosco molta gente, scopro altri aspetti di quest’Arte, dato che ogni paese ha la propria personalità e il proprio modo di vedere le cose… questo è ciò che mi permette di continuare a godere di quest’Arte! E’ molto emozionante ed, inoltre, mi stimola a continuare ad insegnare. Quando la gente mi domanda se io sia stanco di insegnare, rispondo sempre “fisicamente sì, ma

“Se non puoi paragonare, come fai a scegliere quello che più ti interessa? Ai bambini parliamo fin dal principio della loro vita di scelte, ma poi durante la loro educazione quotidiana gli diciamo solo quello che devono imparare, facendoglielo memorizzare.”


Intervista


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emozionalmente continuo ad esserne affascinato e stimolato”. Il punto è che mi piace vedere la gente imparare, assistere alla sua evoluzione e vedere come acquisiscano fiducia in quest’Arte. È una sfida che non ha fine. B.I.: Stiamo assistendo alla nascita di una corrente nelle Arti Marziali di nuovi stili basati sulla Difesa Personale, sulla vita reale, su ciò che viene definito il combattimento da strada, che relazione esiste tra il Kenpo e le altre Arti Marziali? Che cosa pensa a proposito di questa corrente in cui si tende a mescolare diverse Arti? L.T.: Anche noi, nel Kenpo, siamo coinvolti in questo cammino verso il cambiamento. Il tempo scopre cose nuove. Alcune Arti sono migliorate molto, trasformandosi in qualcosa di molto prezioso; mentre ad altre è accaduto esattamente il contrario. Ci sono persone che scelgono stili che non si focalizzano necessariamente sulla “strada”, perché cercano semplicemente di rafforzare la fiducia in sé stesse. Altre adottano le Arti Marziali come un modo di educare i loro bambini, esattamente come la scrittura, la lettura, l'aritmetica… perché le Arti Marziali fanno parte della cultura universale. Di fatto, alcuni artisti marziali cominciarono la loro formazione a 3 anni. Qualsiasi età è buona per prendere contatto con sé stessi, con i propri sentimenti o le proprie sensazioni. D'altra parte, qualsiasi persona ha l'istinto di autodifesa quando sta crescendo, e realizzando che è in grado di difendersi, la sua fiducia aumenta. Il Kenpo le aiuta in questa nuova direzione, essendo un sistema principalmente pratico. Io sono praticante di Kenpo, il che non significa che non mi piacciono le altre Arti e consiglio a tutti, una volta trovato nella vita un cammino affascinante, di seguirlo. Di fatto, accolgo praticanti di stili molto differenti, alcuno decidono di cambiare perché piace loro quello che


Intervista faccio, ma altri non lo fanno, perché non ne hanno bisogno e li accolgo allo stesso modo. Quando qualcuno sta sviluppando i propri valori, deve essere lasciato libero. Non sono quel tipo di Maestro che dice alla gente di fare quello che faccio io. A chiunque entri nella mia organizzazione dico sempre che è molto importante rispettare e stimare gli altri stili. Il rispetto è essenziale nelle AAMM. B.I.: Dunque, crede che la parte educativa sia più importante di qualsiasi altra cosa nelle Arti Marziali? L.T.: Sì, lo è. Non è difficile insegnare a lottare, puoi farlo in poche settimane. Ma per continuare nelle Arti Marziali sono necessarie altre motivazioni, che puntano di più su elementi emozionali ed è proprio in questo che consiste il nostro lavoro. Insegnare ad un bambino piccolo a coordinare il suo corpo è facile; ad una persona di quaranta o cinquant’anni si devono insegnare altre cose. Una volta, una signora di 62 anni mi scrisse un e-mail dopo aver visto il mio video. Mi scrisse che era un peccato che non lo avesse visto prima, perché avrebbe imparato le tecniche meglio con 40 anni di meno. Gli risposi che la vita di quarant’anni fa faceva parte del passato, e che la cosa veramente importante era quello che poteva fare adesso. B.I.: Si sta allenato? L.T.: Certo ed inoltre vuole fondare una scuola.

Aspetti tecnici del Kenpo B.I.: Ora, se le va bene, parliamo di alcuni termini tecnici del Kenpo. Che cos’è un movimento “Chiave Maestro” ? L.T.: Nel Kenpo esistono vari movimenti di questo tipo. Un movimento Chiave Maestro è un movimento basilare universale che può essere utilizzato in qualsiasi tecnica. Per esempio una frattura, puoi fratturare un braccio semplicemente premendo il gomito o colpendolo, la cosa importante è il concetto, anche se esistono differenti metodi per ottenere lo stesso risultato. Quando un allievo impara un movimento Chiave Maestro e lo utilizza con


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Intervista un avversario riempiendo il vuoto, allora lo assimila, facendolo suo nella fase di colpo, di blocco, ecc…trasformandolo così in un movimento universale. B.I.: Ci parli di angoli, allineamento, combattimento, deviazione… L.T.: Il Kenpo ha la propria terminologia con la quale comunichiamo agilmente e specificatamente. Ciò che tentiamo di fare è trasmettere ai nostri allievi la necessità di essere precisi. Se ti fanno una domanda e dai


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una risposta precisa, significa che le tecniche si succederanno nella tua testa con la stessa precisione quando lotterai con qualcuno. Se parli con qualcuno di “un angolo di cancellazione”, di un “riding check”, di una “grafting technique” o di un “collapsing deflection”, stai descrivendo chiaramente ciò a cui ti riferisci. Per esempio: se io colpisco qualcuno e a continuazione gli pianto il gomito in un punto, gli sto applicando un “collapsing deflection”. Il termine “angolo di cancellazione” si riferisce all'applicazione di un colpo che annulla qualsiasi possibilità di reazione da parte del nostro avversario, impedendogli di lottare e di restituire i colpi. La nostra terminologia è molto vasta. B.I.: Ci sono alcuni concetti che si definiscono essenziali nel Kenpo: l'allineamento corporale, il body momentum… può spiegare ai nostri lettori il loro significato? L.T.: L'allineamento corporale si riferisce all'allineamento di un soggetto con il suo avversario. Nel Kenpo esistono dei metodi per aumentare la potenza: il movimento di torsione, l'unione di gravità e l'allineamento corporale. Se questi tre concetti non sono in armonia è impossibile aumentare le tue capacità. L'allineamento corporale mi permetterà di colpire il mio obiettivo con efficacia; il mio corpo sarà correttamente allineato e l'effetto di leva sarà maggiore, perciò l'angolo di attacco mi permetterà di sviluppare una maggior potenza possibile. Allo stesso modo, se colpendo affondo con il mio corpo per ottenere l'unione della gravità, otterrò la massima potenza, e se, contemporaneamente, giro il corpo sto centrando il mio obiettivo. Quando si controllano questi tre metodi, si ottiene la massima capacità. Il resto degli elementi come la velocità, la lotta con le armi, l'effetto leva o la torsione sono una semplice conseguenza di questi primi tre. Di fatto, se non li domini, il resto non funzionerà mai bene. B.I.: Ci può spiegare la differenza tra lo stato solido, quello liquido e quello gassoso nel Kenpo? L.T.: Lo stato solido si riferisce ad uno stile duro, rigido, dove tutti i movimenti sono rigidi e fermi, cioè si lavora soprattutto con linee rette. Lo stato liquido si riferisce all'utilizzazione di movimenti circolari e fluidi, combinandoli con movimenti in linea retta, che è poi il


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miglior metodo di lotta. Di solito si utilizza in un combattimento contro vari avversari, di fronte ad un attacco multiplo. Tuttavia, esiste uno stato più elevato e sofisticato di lotta, lo stato gassoso, in cui muovendomi posso colpire in varie direzioni e, allo stesso tempo, eseguire una spazzata ad un altro avversario con la gamba. Questo stato interessa più obiettivi, raggiunge più zone dell'avversario, utilizzando un abbondante numero di armi anche nell'uno contro uno. Nonostante sia il metodo più sofisticato, non è propriamente il più pratico. Nel Kenpo diciamo che quando una linea retta finisce, ne comincia una circolare. Questo significa che quando sferro un colpo dritto, al contatto posso arrotondare l'angolo ed usare il gomito per colpire. Una linea retta si trasforma in una circolare; così acceleriamo la nostra azione. L'obiettivo più importante nel Kenpo è prolungare le linee circolari, il che si ottiene arrotondando un angolo, invece di colpire e ritirare il braccio, semplicemente arrotondi l'angolo affinché continui il flusso di movimento. Spero che questo vi dia un'idea di ciò di cui sto parlando. B.I.: Nota qualche relazione tra i cinque elementi della tradizione cinese: acqua, legno, fuoco, terra, metallo, e questi tre elementi dell'energia? L.T.: Sì, all’interno del tuo corpo, questi elementi costituiscono ciò che sei. B.I.: Ma crede che si possa applicare questa terminologia al Kenpo? L.T.: Assolutamente sì, si può certamente fare. B.I.: Il Kenpo possiede un'ampia terminologia propria, come abbiamo visto, qual è la ragione d’essere di questa peculiarità? L.T.: Il Kenpo è come la vita stessa, dato che è un equilibrio tra linee circolari e linee rette, anche se puoi giungere ad ogni estremità, la maggior parte della tua vita la trascorri al centro; di fatto affronti la vita solo per adattarla a te stesso. Quando cominci ad imparare il Kenpo, cominci ad un livello primario, meccanicamente, come un bambino, poi impari fino a raggiungere il livello in cui agisci spontaneamente. È lo stesso percorso della natura e della vita. Il programma di apprendimento del Kenpo è stato sviluppato in modo che ad ogni tecnica venga dato un nome generico, che si riferisce ad un preciso attacco. Tutti i fondamenti delle Arti Marziali sono classificati nel Kenpo. Ad ogni fondamento si dà una priorità secondo il suo livello di difficoltà. Si comincia con un movimento determinato e si stabilisce un tempo per impararlo. Per esempio, un colpo di gomito è un movimento basilare che agisce come una lettera, di modo che se ne aggiungo un altro, formo una sillaba. Se ne aggiungo un altro ancora, formo una parola... Quando cominci ad imparare sillabe di movimento e sviluppi in maniera fluida queste parole, cominci a costruire frasi di movimento… Una volta che sei in grado di costruire bene le frasi di movimento e cominci a


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“Non sono il tipo di Maestro che dice alla gente di fare quello che faccio io�


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lottare con altri compagni, stai già realizzando un discorso, ed infine quando riesci a lottare contro vari avversari, stai facendo una tesi. Questo processo segue una metodologia basata sulla logica, come il processo di apprendimento di un bambino. Nel Kenpo si concedono molte cinture che sono pensate per offrire delle mete a breve termine e non garantiscono niente. Il significato della cintura non è essere superiore ad un altro allievo di categoria inferiore, ma una dimostrazione di dove sei stato, dove sei e dove vuoi arrivare. B.I.: Ci parli del cosiddetto “fuoco” nel Kenpo. L.T.: Esistono due tipi di fuoco: fuoco nel punto bianco e fuoco nel punto nero. Il primo significa che l'immagine del tuo obiettivo è un punto bianco, sul quale si focalizza tutta la potenza, ogni parte del tuo corpo si concentra su quell’obiettivo, mentre intorno a questo punto bianco si crea tutto uno spazio nero che rappresenta l'incoscienza. L’impostazione del punto nero si utilizza soprattutto per colpire più di un obiettivo e si tratta di visualizzare il bersaglio come un punto nero, mentre tutto attorno è bianco, il che suppone che nel mio spostamento verso tale obiettivo io riesca a vedere tutto quello che accade attorno ad esso, come per esempio la presenza di altri attaccanti.

A proposito dell’apprendimento e degli allievi… B.I.: Oggi ci sono molte informazioni, i giovani hanno la possibilità di scegliere molti nuovi stili: come vede questa nuova situazione? L.T.: Se non puoi paragonare, come fai a scegliere quello che più ti interessa? Ai bambini parliamo fin dal principio della loro vita di scelte, ma poi durante la loro educazione quotidiana gli diciamo solo quello che devono imparare, facendoglielo memorizzare. Nel Kenpo tutti siamo entità individuali, il che significa che l'individuo può fare comparazioni, scelte. Io non credo all’idea di cercare di dominare le Arti Marziali; ho imparato a paragonare, a fare delle scelte. Paragonare mi rende la vita più facile… il cambiamento ti porta verso la perfezione, la perfezione presuppone un’evoluzione e per questo devi scegliere e prendere delle decisioni. Quando nasce una nuova Arte Marziale è necessario che evolva proprio facendo comparazioni, perché altrimenti è solo una statua che vede passare le cose attorno a sé, senza implicarsi reali. B.I.: Molta gente che impara il Kenpo all’estero, lo fa attraverso i video. Secondo la sua esperienza, crede che la gente che sta utilizzando i video stia veramente crescendo nella pratica del Kenpo? L.T.: Ho realizzato circa 60 video e DVD, oltre ai due che ho fatto con Budo International… Sono molti, ho una vasta videoteca… Gli allievi comprano il video e fanno il corso a casa, poi mi inviano il loro video affinché io analizzi i loro progressi, in funzione del quale li avanzo o meno di livello. La cosa divertente è che quando cominciai questi corsi “casalinghi”, non ero sicuro che venissero bene, ma mi hanno dimostrato che mi sbagliavo, dato che spesso la gente che fa questo tipo di corsi è meglio preparata di quella che frequenta le scuole, e posso anche spiegarti il perché… perché si allenano di più e con più voglia! A volte mi sorprendo del livello che riescono a raggiungere.


Intervista “Molte persone sostengono che un allievo debba essere come una tazza di tè ed adattare la sua mente a quello che gli stanno insegnando… Ma la verità è che non è una tazza di tè, ma un essere umano, con la capacità di immagazzinare quello che ha imparato prima di conoscermi… Io non voglio che dimentichino quello che hanno imparato prima, pretendo solo di stabilire un nesso, un collegamento con quello che già sanno.”


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B.I.: Ci dica, secondo lei, che cosa rende un allievo un buono allievo. L.T.: Molte persone sostengono che un allievo debba essere come una tazza di tè ed adattare la sua mente a quello che gli stanno insegnando… Ma la verità è che non è una tazza di tè, ma un essere umano, con la capacità di immagazzinare quello che ha imparato prima di conoscermi… Io non voglio che dimentichino quello che hanno imparato prima, pretendo solo di stabilire un nesso, un collegamento con quello che già sanno. Ciò che rende un allievo un buon allievo è la sua buona volontà ad assistere ai seminari o a frequentare le scuole e ad ascoltare, poi se quello che gli insegni ha senso e logica, lo praticherà. Nel mondo ci sono molti artisti marziali, ma non tutti sono buoni allievi; per essere un buon allievo ci deve essere un buon maestro e viceversa. Non puoi avere il primo senza il secondo. B.I.: Che cosa dice ad una persona che vuole allenarsi con Lei? L.T.: Chiamami, è molto facile trovarmi (risate). B.I.: Sappiamo che lei è una persona molto accessibile, per questo vogliamo che dica alla gente come entrare in contatto con Lei. L.T.: È molto facile, devono solo entrare nella mia pagina web ed inviarmi un e-mail; sarò felice di insegnare a chiunque abbia voglia di imparare veramente. B.I.: È stato un piacere rivedere Lei e sua moglie e, ovviamente, condividere le sue nozioni in questa conversazione e nel video. Il Kata superiore che ha realizzato è una meraviglia! Credo che gli amanti del Kenpo rimarranno a bocca aperta… L.T.: Il piacere è nostro, sono sicuro che ci rivedremo presto… B.I.: Mr. Tatum… questa è anche casa sua! Grazie.





"Questo DVD si concentra sulle armi da taglio, per conoscere e comprendere tutti i pericoli che queste comportano, e il suo tema principale è la priorità. L'accento principale nella formazione con un'arma da taglio deve essere messo nei rischi associati con tali armi. Il grande pericolo di queste armi è reale, e deve essere trattato come tale. Ciò significa sapere dove stabilire la priorità nella vostra formazione in modo che sia uno strumento di sopravvivenza, se si presenta una situazione del genere. Affrontiamolo, sei tu chi deve sopravvivere, non è il tuo allenatore, lui ti aiuta ad allenare i tuoi obiettivi, ma non è il tuo obiettivo. Le priorità d'allenamento che uso in Latosa-Escrima sono le seguenti: la realtà, la tecnica e gli esercizi. Realtà: È la comprensione di esattamente ciò che potrebbe accadere e dei pericoli quando si utilizza o si affronta un'arma da taglio. Esercizi:. La maggior parte di essi sono utilizzati per sviluppare e migliorare le capacità di movimento utilizzate nell'applicazione tecnica. L'accento in quest’Allenamento con Armi da Taglio deve mettersi nella corretta posizione e nella priorità di sviluppare voi stessi per una situazione del genere. La tecnica non ti darà le competenze per far fronte a un'arma da taglio, ti darà solo lo scenario di come potrebbe funzionare. Non confondere gli esercizi e le tecniche con il sistema, questi sono solo strumenti per sviluppare le tue abilità.

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Sifu Chris Collins. Wing Tsun Kuen in stato puro! Durante la nostra visita a Hong Kong lo scorso maggio 2015 ho avuto l'opportunità di visitare e intervistare un numero di insegnanti di Wing Chun Kuen. L'esperienza è stata davvero gradevole nell'avere la possibilità di ascoltare in prima persona le opinioni e le idee su quest'ARTE di alcuni tra i più importanti insegnanti di Wing Chun oggigiorno. Per quanto possiamo discutere tra i praticanti o lignaggi, a mio parere, la ricchezza di questo stile è quello di essere un'arte di MILLE FACCE! Quello che tormenta a molti quando vedono che ci sono persone che praticano stili e hanno idee diverse, penso che sia in realtà uno dei grandi punti di forza del Wing Chun Kuen. Sifu Crish Collins è stato uno dei più noti e reputati insegnanti di WingTsun Kuen. Una visitina obbligata che non potevamo mancare. Quando abbiamo pr ogrammato questa spedizione a Hong Kong, devo ammettere che molte persone mi hanno parlato molto di sifu Crish. Inoltre, essendo anche un maestro del lignaggio da cui provengo, ritenevo doppiamente inter essante ascoltare le opinioni di qualcuno come lui che ha vissuto in prima persona gli insegnamenti del Grando Maestro Leung Ting.


Colonna del WingTsun

S

ifu Crish non è certamente lo stereotipo dell'insegnante di Wing Tsun che molti si aspetterebbero. Egli è una persona di larghe vedute, incentrata sulla ricerca dell'efficienza nelle arti marziali. Praticante di Kali / Escrima, Brazilian Jiu Jitsu, Pugilato, ecc. Un vero e

proprio ARTISTA MARZIALE. L'ho contattato e tutto è stato agevolato per rendere possibile questa visita e l'intervista. Dopo tutto questo devo ammettere che la mia opinione su di lui è ancora meglio di quanto non fosse già prima di incontrarlo di persona. Chiaramente ci sono insegnanti con cui si ha più o meno affinità. E anche se riconosco di avere


molte cose in comune con sifu Chris, quando si tratta di focalizzare la pratica, la sua intervista mi ha sorpreso a volte. Una piacevole sorpresa!! Penso che parlare del livello tecnico o la capacità di Sifu Chris possa essere non troppo interessante: basta guardare il suo lavoro per rendersi conto del suo straordinario livello nello stile. Ma lontano da queste considerazioni, mi piacciono gli insegnanti, come le persone, che guardano negli occhi, che sono in grado da questo punto d'umiltà che da il fatto di non avere nulla da dimostrare, di chiacchierare con disinvoltura su qualsiasi argomento relativo alle arti marziali, senza il bisogno di parlare male di nessuno o cercando di darsi coraggio. Sifu Chris è un uomo onesto. Un maestro di arti marziali che nonostante la giovane età, non dubito che sarà (anche se già lo è) un grande referente nel Wing Tsun in tutto il mondo. Un vero cavaliere che ho avuto il piacere di visitare e incontrare di persona. Una di queste persone che irradia carisma ed energia molto positiva. Un chiaro esempio di che con una mente aperta, con l'amore per

quello che si fa e il paziente lavoro, il WingTsun prenderà il posto che merita. Voglio ringraziare Sifu Collins per averci ricevuto con tutta la gentilezza e la vicinanza. TUTTO il mio RISPETTO!! Sicuramente una persona speciale: Sifu Chris Collins!! Budo International: Quando ha iniziato a praticare il Wing Tsun? Sifu Chris Collins: Beh ... ufficialmente nel 1996. Ma credo di aver praticato sempre le arti marziali. Cose diverse: pugilato, grappling, ecc. Mi ricordo di avere avuto un libro che parlava delle arti marziali. Su tutti i tipi di arti marziali, e faceva un riferimento al Wing Chun. Non ero sicuro di cosa si trattasse, ma "suonava bene". Mi sono interessato nella sua filosofia, quei concetti di lotta basati nella fisica o la geometria e roba. Ma era qualcosa che era nella mia testa e nient'altro. Ogni fine settimana usavo di andare a allenarmi al National Park in California (dove vivevo al momento). Ricordo di aver visto un uomo anziano praticando in lontananza che faceva sempre lo stesso tipo di pugni e tecniche, e mi sono avvicinato per chiedergli:


- "... Mi scusi signore... Come si chiama quello che fa? L'uomo mi ha detto che praticava il Kung Fu cinese. Uno stile chiamato Wing Chun Kuen. E poi mi è venuto in mente quello che avevo visto nel mio libro: Wing Chun! E lui mi ha invitato a provare. Ho provato a colpirlo con i pugni, ma quell'uomo anziano e piccolo, con i suoi pugni diretti, con la sua struttura e con una incredibile fluidità riusciva a neutralizzare i miei attacchi superandomi. Ed ho pensato: IO DEVO fare questo! Così ho deciso di mettere da parte molte cose e mi sono lanciato a farlo. Dopo di che ho viaggiato a Hong Kong, e mi ricordo che ho visitato tutte le scuole di

Wing Chun che c'erano in città. E devo ammettere che ero un po' depresso da quello che ho trovato. Ho cercato e cercato in molti luoghi, perché quello che avevo in mente era diverso. Forse stavo pensando di Bruce Lee o quel vecchio signore che ho incontrato nel parco in California... Ma non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse veramente. Attenzione! Non sto dicendo che fosse buono o cattivo, ma solo che quello che vedevo non era per ME. Quindi, molto deluso e poco prima di lasciare Hong Kong per tornare a casa, un giorno, camminando lungo Nathan Road, ho visto l'insegna al neon della palestra di Leung Ting. Non sapevo chi fosse Leung Ting, ma qualcosa mi ha spinto ad andare su e



Colonna del WingTsun bussare alla porta. Sono stato accolto da un piccolo uomo che oggi è uno dei miei migliori amici. Mi ha chiesto cosa volevo... e gli ho detto che volevo imparare Wing Tsun. Mi ha invitato a sedere per vedere la classe e questa è stata la prima volta che ho visto un movimento e un modo di agire che mi ha attratto fin dall’inizio. . Movimenti flessibili, fluidi, ecc. Inoltre, sono rimasto sorpreso dalla forma di allenarsi. Gli allievi non cercavano di agire veloce o forte, ma cercavano un altro tipo di movimento più regolare e facile, e quando hanno cercato di toccare il G. M. Leung Ting, lui li rispose con un movimento morbido e una pacca sulla testa. Ed io ho detto: ECCOLA qua! È quello che voglio fare. E da allora ho cominciato a imparare nella sua accademia centrale di Nathan Road. B.I.: La seconda domanda era “perché Wing Tsun?”, ma ha già risposto a risparmiare nella prima risposta (ride). S.C.C.: Per tutto quello che ti dico e anche perché si adattava benissimo a me e al mio lavoro. Io ero un militare e avevo visto altri stili di combattimento con approccio piuttosto "sportivo". Ma questo non serviva a me. Ho usato a indossare la divisa, un grande zaino, il casco, armi da fuoco, un fucile, ecc, e quando ho visto tutti quegli stili ho pensato che fossero inutili per me. Tuttavia il Wing Tsun era perfetto per la sua propria struttura. Tale flusso nelle braccia e la posizione in sé era perfetta. Per tutti questi motivi ho deciso WingTsun. Tutto ciò ha definito la mia scelta. B.I.: Osservo che Lei pratica altri sistemi come Kali / Escrima, Grappling, BJJ o la Boxe. Cosa ne pensa? È meglio praticare diverse discipline o solo WingTsun? Quale sarebbe il suo consiglio? S.C.C.: Beh ... È una questione molto complicata. Il punto è che un istruttore deve focalizzare la sua pratica in una direzione e questo non è sempre facile. Ci sono studenti che imparano da ciò che ascoltano, e altri che lo fanno da quello che vedono. Altri semplicemente possono imparare se lo praticano direttamente. Ci sono diversi tipi di persone che capiscono e imparano in modi diversi. Ma se si mescola tutto, si rischia di finire per fare una sorta di "Jeet Kune Do", e non è quello che voglio fare personalmente. Cioè, quando pratico il Grappling, sono in grado di mettere tutta la mia attenzione e l'energia su di esso. È la stessa cosa quando pratico il Pugilato o il WingTsun... sono in grado di separare completamente le cose e mi concentro su quello che faccio. Ma questo non è sempre facile in tutti gli

“A una certa età non si riesce a mantenere la pratica a un certo livello. Tuttavia, il WingTsun permette di continuare a lungo, in modo che il margine di miglioramento è davvero grande.”


“Il punto è che un istruttore deve focalizzare la sua pratica in una direzione e questo non è sempre facile. Ci sono studenti che imparano da ciò che ascoltano, e altri che lo fanno da quello che vedono.”

“Il Wing Tsun si basa su questi principi fisici, geometrici, ecc. Tramite la pratica, una persona intelligente sarà in grado di trasferire queste idee al combattimento.”



Colonna del WingTsun studenti. Ecco perché preferisco di fare tutto completamente a parte. B.I.: Perfetto. Ma alla fine ci sono stili più vicini gli uni agli altri per quanto riguarda a loro principi o strategie. Per esempio: il Wing Tsun e il Brazilian Jiu Jitsu possono avere alcune somiglianze nelle loro strategie o tecniche, ma che cosa succede con il Kali o la Boxe? Non sembrano di essere completamente diversi? S.C.C.: No! Personalmente per me è tutto lo stesso. Perché? È semplice. Quando pratico ognuna di queste discipline cerco di guardare al di là dello stile. Voglio dire, io guardo il movimento, i concetti che ci sono in loro dal punto di vista della fisica o la geometria. Questi principi sono quello che realmente mai cambia!! E questo è ciò che mi dimostra che alla fine, quasi tutto ciò che riguarda il combattimento è molto vicino. In breve, un insegnante usa il programma di uno stile dato per portare i suoi studenti a capire questi principi e applicarli successivamente alla lotta. È per questo che per me tutto è davvero correlato. B.I.: Secondo lei, quali sono i punti di forza del Wing Tsun come sistema? S.C.C.: Bene, il Wing Tsun è un sistema che permette a chiunque di praticare. Mi spiego... il Wing Tsun si basa su questi principi fisici, geometrici, ecc. Tramite la pratica, una persona intelligente sarà in grado di trasferire queste idee al combattimento, a prescindere dalla sua taglia, età o complessione fisica. Se sei in grado di capire questi principi e trasformarli in abilità di

combattimento, non importa chi tu sia; il Wing Tsun può darti la possibilità di combattere, di essere in grado di difenderti. Non voglio dire che gli altri stili non possano darti nulla, ma è diverso. Per esempio, il Brazilian Jiu Jitsu è un ottimo sistema di combattimento. Ma se non si è in grado di afferrare l'avversario, buttarsi a terra e combattere (diventa difficile quando si sta combattendo in BJJ) molte persone non sopporteranno questo tempo di studio e d'allenamento. Al contrario, la forma stessa di praticare il Wing Tsun permette quasi a chiunque di allenarsi per un lungo periodo di tempo e il sistema stesso vi offre le sue opportunità. Inoltre, altri sistemi hanno un tempo di pratica più breve. A una certa età non si riesce a mantenere la pratica a un certo livello. Tuttavia, il WingTsun permette di continuare a lungo, in modo che il margine di miglioramento è davvero grande. B.I.: E i punti deboli? Sono molti i professionisti chi parlano di come sia buono il Wing Tsun, ma pochi amano parlare delle debolezze. Secondo Lei, qual è la principale debolezza / debolezza del WingTsun? S.C.C.: La debolezza principale del Wing Tsun è il Wing Tsun in sé stesso!! Accade che molti insegnanti e professionisti, con un livello solido, possono farlo con grande abilità nelle loro scuole. Ma mai fuori di esse. In realtà molti non hanno mai assaggiato niente di simile fuori dal suo gruppo di studenti o scuole. Si sentono bene di fare i loro drills o esercizi con i loro studenti, ma non l'hanno mai veramente

provato al di fuori del loro ambiente. E quando qualcuno osa farlo e fa qualcosa di "diverso" presto cominciano a dire cose come: "No... questo non è Wing Tsun!" e così via. In realtà non si rendono conto che il vero problema è suo! Voglio dire ... quando insegno a alcuno di miei studenti, gli chiedo di picchiarmi se faccio un errore praticando. Se uno dei miei studenti può colpirmi non è un problema suo. Il vero problema è mio... Accade che molti praticanti sprecano il tempo a pensare se questo è "Wing Tsun reale", o "Wing Chun tradizionale", o "Wing Chun Effettivo" e un sacco di queste etichette e valutazioni. In fondo tutti hanno lo stesso problema perché spendono troppo tempo con queste cose e quindi non ottengono quello che è veramente importante: migliorare come praticanti. A mio parere il problema principale è che molti di quelli che insegnano Wing Tsun non hanno mai combattuto. Non c'è niente di sbagliato in questo, ma forse dovrebbero chiamarlo qualcosa come "i movimenti del corpo nelle Arti Marziali". Sarebbe più preciso. Se parliamo di arti marziali... Quando uno studente viene alla tu scuola a praticare le arti marziali, ciò che vuole è imparare a combattere. E questo è ciò che dobbiamo insegnargli. B.I.: A suo parere, il Wing Tsun si sta evolvendo o sta subendo un processo di involuzione? S.C.C.: Beh ... c'è un po' di tutto. Ci sono insegnanti e scuole che si stanno evolvendo e altri no. In ultima analisi, per



evolversi realmente, si deve sempre tornare alla base del sistema. Ma d'altra parte è ormai molto comune trovare gruppi di praticanti o scuole che si sono concentrati sulla creazione di programmi o esercizi che fanno separatamente senza alcuna connessione. Cioè, praticano un programma di lavoro e, una volta fatto è contrassegnato come "superato" e passano ad un altro. Alla fine è qualcosa di incoerente. In realtà, quello che è veramente intelligente, se vogliamo ottenere un'evoluzione logica, è di fare tutto per la via più breve, cioè, prendere il punto di partenza, guardare la destinazione e andare dritto fino alla fine. In quattro o cinque anni, la persona dovrebbe conoscere l'intero sistema. Non c'è molto di più. Il mio cuore è estremamente afflitto nel vedere il numero di studenti in Europa quando, dopo oltre 15 anni di pratica non sono riusciti a completare ancora il sistema e cominciano a parlarmi di un programma o di altro... No, per favore!! Si tratta di persone con la stessa passione come me e questo mi rende molto triste. D'altra parte, ci sono persone che con il suo lavoro, stanno facendo di evolvere il sistema. Per me, è uno dei miei obiettivi, essere onesto con i praticanti che vengono ai miei seminari e corsi, e insegnare loro il meglio che posso nel modo più veloce e condividere insieme questa passione

In definitiva, alcune persone si stanno evolvendo, ma per il resto in generale, tutti sono abbastanza chiusi nel loro approccio, e sono più focalizzati su altre aspetti che sulla pratica stessa dello stile. B.I.: Come spiegherebbe le enormi differenze tra le scuole di Wing Tsun? Tra le scuole WingTsun di Hong Kong ci sono differenze, ma tra l'Europa e Hong Kong le differenze sono molto più grandi ancora. E oserei addirittura dire che ci siano ogni gior no di più. Che cosa potrebbe dirmi al riguardo? S.C.C.: Beh, in realtà la questione è strettamente legata a quanto sopra. Ma anche devo indicare che il modo di concepire le cose è diverso. L'europeo ha bisogno di avere tutto molto ordinato in una sorta di "scatola" nella sua testa. Così, in lezione, un insegnante dice allo studente di eseguire questo esercizio senza lasciarlo. Dopo si passa ad altro o altri programmi, a condizione che tutto sia strettamente legato al pagamento di una tassa o di qualcosa legata al business. In Cina tutto è molto diverso. Tutto è molto più sensoriale. Tutto scorre. E in quel flusso tutto è diverso. Forse questo spiega molte di queste cose. Le differenze si trovano principalmente nella mente delle persone. Semplicemente si sente e si pensa in modo diverso.

“Il Wing Tsun è un sistema che permette a chiunque di praticare.”


“Accade che molti praticanti sprecano il tempo a pensare se questo è "Wing Tsun reale", o "Wing Chun tradizionale", o "Wing Chun Effettivo" e un sacco di queste etichette e valutazioni.”


WingTsun B.I.: Qualche consiglio per gli appassionati in Europa? S.C.C.: Beh... a me non piace davvero dare troppi consigli su come si dovrebbe fare in Wing Tsun. È la mia filosofia di vita. Se qualcuno mi chiede di mostrare il mio punto di vista, io lo mostro felice, ma non mi piace dire a qualcuno come deve fare questo o quello, anche se vorrei sottolineare l'importanza di comprendere le basi e principi del sistema. Se lo fai, anche se a volte sembra una perdita di tempo, non lo è. Partendo da questa comprensione delle basi, il miglioramento e il progresso del praticante non si fermerà mai. Budo Inter national: Voglio ringraziare tutte le sue risposte, la naturalezza e la vicinanza con cui ci ha ricevuti, e soprattutto, la ringrazio per accoglierci nella sua scuola con tutti i suoi allievi. È stato un grande piacere e un vero onore di conoscerla di persona Sifu Chris Collins: GRAZIE!! Se volete incontrare Sifu Crish Collins, potete visitare la sua scuola a Hong Kong. Insegna anche seminari in diverse parti del mondo. Potete seguire le sue attività sul suo sito web www.collinsaction.com















Successo per struttura "Ogni tempo passato fu migliore." Tutti abbiamo sentito questa frase qualche volta. Come molti altri frasi celebri, ha un fondo di veritĂ e allo stesso modo contiene un'imprecisione, perchĂŠ tutto nella vita ha due facce.


L

a nostra arte e il modo in cui viene praticata nella mia scuola, ha avuto molti nomi e denominazioni diverse nei secoli passati. Il contenuto di quest'arte è lo stesso, e quello che è molto diverso oggi è il tempo... Sì, è vero che si dice che un giorno ha solo 24 ore, ma la differenza si trova in quello che si faceva prima con il tempo e quello che si fa ora.

"Allenarsi per tutto il giorno" è qualcosa che oggi suona come gigante nelle nostre orecchie e, in principio e senza dubbio, è anche così per coloro che hanno un lavoro d'ufficio. Tuttavia, gli studenti che hanno partecipato al campo di autunno a Hong Kong, o che partecipano ad altri eventi, sanno che potranno beneficiare di esso. Questa è stata la forma in cui la nostra arte è

stata praticata prima. È stato anche il modo in cui ha imparato il mio maestro e forse anch'io sto imparando così oggi. Ma ciò che non poteva impararsi in una giornata di addestramento, era la struttura. Senza Game boy e Internet, c'erano molte ore durante il giorno per allenarsi e ricevere lezioni istruttive. Non si trattava di imparare più, perché alla fine si era ricevuto l'intero sistema. Mi permettete di


Hung Gar Kung Fu illustrarlo ancora una volta? Prima, si facevano molte ore d'allenamento durante il giorno e tutti i giorni. Oggi tutto dipende dall'agenda personale: allenamento di un'ora e mezza o due, fino a quattro volte la settimana. C'è una differenza? Nello stesso modo iniziamo la nostra formazione professionale, investendo poco tempo e convinti che il professore ci insegnerà tutto quello che ci serva.

Questo ha funzionato benissimo prima. C'era molto tempo. Oggi non funziona più. Che cosa ho fatto per avere avuto successo anche a insegnare agli studenti la nostra arte tradizionale? Struttura, struttura e struttura! In Occidente viviamo in un modo che non possiamo trattenerci dalla struttura. È vero che una parte dello stress è artificiale, ma non si può negare che la

vita, come la conosciamo oggi, non è stata immaginata senza un ordine maggiore. Questo è quando i nostri ordini del giorno, dove abbiamo segnato esattamente che cosa faremo e quando, entrano in gioco. Questo ci porta a quattro possibili serate in media, in cui potremmo allenarci. Si nota che dico "potremmo". E, naturalmente, parliamo di circa un'ora e mezza ogni volta.



Che cosa significa questo per noi insegnanti? Significa che dobbiamo fornire un sapere significativo nel modo più efficace per utilizzare il tempo che ne abbiamo in modo ottimale. Sì, è vero che ogni allievo con il proprio carattere, ha le sue debolezze e dubbi che porta a lezione. Ma la nostra arte e la struttura che ha una lunga tradizione, portano lo studente a ottimizzare un tempo minimo. Inoltre all'apprendimento, lo studente viene insegnato a imparare ad allenarsi indipendente di quello che può fare un veterano. Ho detto che ho imparato nel modo "antico". Alcuni maestri della mia generazione direbbero di aver imparato in modo "migliore" o "più duro". Prima era tutto meglio! Davvero? Per uno come me che è cresciuto in Occidente, le antiche arti di Shaolin (e soprattutto sotto l'insegnamento di un maestro tradizionale) erano forse confuse e caotiche. Anche se se me allenavo con il mio maestro durante tutto il giorno, non potevo che essere al massimo cinque o sei settimane consecutive, perché anche a me è costato i miei soldi. Il Maestro viveva a Hong Kong ed io ero nella Svizzera, come ora. Naturalmente, il tempo tra i viaggi a Hong Kong, erano bene a ricapitolare e formare quello che avevo imparato e indagare nelle confusioni tradizionali. Ma da allora, nonostante le innumerevoli ore di duro allenamento ogni giorno, ho dovuto comprimere, organizzare e riassumere ciò che avevo imparato, per capirlo veramente e assimilarlo. Oggi, io sono il successore dello stile e del mio maestro. La mia ricetta per il successo è che ho preso sempre cura di tutti e di tutto e ho implementato una forma di struttura nella nostra arte, sia nell'insegnamento dei



miei allievi che nella mia formazione. Il mio team ed io abbiamo notato e definito l'intero sistema d'insegnamento della nostra arte. Abbiamo inoltre stabilito grandi obiettivi così come obiettivi immediati per lo studente. Inoltre, abbiamo strutturato numerosi processi senza alterare affatto l'arte di Shaolin. Al contrario, siamo riusciti a far che gli studenti possano imparare più velocemente e in modo più efficace la nostra arte. Questo non solo prova il valore del mio team, ma alcuni già vivono dall'insegnamento a tempo pieno. Inoltre l'hanno anche evidenziato i miei allievi, non solo perché ricevono riconoscimenti nazionali e internazionali, ma anche perché hanno avuto successo nei tornei. Infine, torniamo agli inizi: Il nostro lavoro quotidiano si è allontanato dalla lotta estrema? Questo è sicuro. È la formazione errante nelle arti tradizionali, ancora utile, anche se oggi è più strutturata ed efficace rispetto a prima? Certo! Dato il fatto che esistono ancora attacchi fisici e che i vantaggi della salute sono integrati nell'allenamento, a seguito di una vita migliore che si apprendono durante la formazione, al termine della quale è anche costruita una struttura - qualcosa che Loro ed io abbiamo imparato oggi ed è una pietra miliare nella fondazione della nostra vita. Con l'aiuto di questa pietra, combinata con la conoscenza antica di Shaolin, siamo in grado di migliorare la qualità della nostra vita quotidiana e possiamo anche raggiungere i nostri obiettivi più veloci, di giorno in giorno, lezione per lezione, nella KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER.















REF.: • LEVI LEVI8

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Il valore dei nostri passi falsi BUDO INTERNATIONAL: CHE COSA CI SI PUÒ ASPETTARE DA UN ISTRUTTORE? Justo Diéguez: Un istruttore di Keysi deve credere in se stesso, è una parte della sua crescita personale; se egli non vede i suoi propri valori, come farà a vedere i valori nei suoi studenti? Mi sento molto fortunato di essere circondato da una grande squadra, altamente professionale nell'insegnamento dell'arte e molto umana nella sua trasmissione. A differenza di uno psicologo, che analizza persone che non sanno dove vanno e continuano a correre senza sapere perché, io preferisco studiare le persone che sono felici, entusiasti, che trasmettono e rilasciano vita, che ti motivano solo di essere al loro fianco; sentire la loro passione, vedere che sono consapevoli. Mi sento grato e orgoglioso di questa gente! Queste sono il genere di persone con le quali voglio condividere Keysi, senza mezze verità, piene di energia positiva. È molto importante circondarsi di influenza positiva, di persone positive, perché, alla fine, tutti finiamo per esser come la gente con cui spendiamo il nostro tempo. Solo essendo positivi è che possiamo chiederci senza paura qual è il senso della vita, per quale motivo vale la pena morire... perché la paura non è nel morire, sarebbe terribile non avere il minimo senso di chi siamo. Antonio Machado ha detto: "La mia verità? No! La tua verità? No! Solo la Verità. E insieme ci accingiamo a cercarla; tieni la tua per te."

“L'esperienza non è ciò che accade a noi, l'esperienza è ciò che facciamo con ciò che ci accade.”


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B.I.: QUESTO COMPORTA DOMANDE. J.D.: È vero, quando ho iniziato a pormi domande come dove ero e verso dove stavo andando, ho trovato un sacco di risposte e ho pensato che avessi potuto trovarle tutte. Ora, dopo tre decenni, so che dobbiamo trovare le risposte dentro di noi stessi; l'unico problema è che queste risposte sollevano altre domande, così ho cercato un mezzo di comunicazione, la Meccanica del Corpo, e questo è interpretato con i nuclei. Questi nuclei o tecniche sono un mezzo di comunicazione, non c'è dubbio, e poi c'è il modo in cui ognuno interpreta questa comunicazione. B.I.: KEYSI È UN LINGUAGGIO INTERPRETATO DALLA MECCANICA DEL CORPO. J.D.: La Meccanica del Corpo rende possibile una comunicazione che trascende la parte razionale della mente, e il suo modo di farlo è attraverso l'esecuzione tecnica, non solo Fisica, ma anche Mentale ed Emozionale. L'essere umano ha una capacità incredibile di espressione quando è in grado di capire che questi tre principi sono uno. Se cerchiamo una risposta a come si capisce questo, la mia risposta potrebbe essere la musica; qui si vede che non è un processo di pensiero razionale, dal momento che la risposta interpretativa è emotiva e immediata. B.I.: LA MECCANICA DEL CORPO DÀ RISPOSTE VERBALI. J.D.: Un aspetto affascinante della Meccanica del Corpo, e di cui sono convinto, è che c'è un'interrelazione di energia che viene emessa dall'interno verso l'esterno e dall'esterno verso l'interno. Quando si capisce che questi tre principi sono uno, si sente che c'è una congiunzione diventando una massa, e l'energia di quel momento si riflette nell'espressione, sentendo poi che stiamo assistendo il cambiamento che sta avvenendo dentro di noi.

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B.I.: QUAL È LA BASE DELLA MECCANICA DEL CORPO? J.D.: Tutti i movimenti sono basati sui principi della geometria. Questi principi sono fondamentali e riflettono il tridimensionale, e non solo nella distanza e l'altezza, ma interagendo anche con il tempo e lo spazio, l'azione / reazione, il ritmo, l'asse centrale o centro di gravità, la massa e un lungo eccetera. Se si osserva con attenzione il suo sviluppo, è possibile vedere cerchi - triangoli - quadrati, in una forma senza forma. Ora, andando più profondo se possibile, si vedrà che questi geroglifici formano diversi modelli a forma di stelle che si sovrappongono l'un l'altro. E se siete ancora più attenti, vedrete che all'interno di ognuna di loro ci sono infinite forme nell'espressione fisica, mentale e emotiva. Avere la possibilità di vedere ciò è molto importante perché la geometria stessa è visiva e ciò che viene codificato all'interno di tale geometria è "Energia". L'energia ci trasforma e si manifesta in ogni movimento. B.I.: LA MECCANICA DEL CORPO È UN COMUNICATORE. J.D.: Quando iniziamo a riconoscere per la prima volta la nostra Meccanica del Corpo, la comunicazione con la nostra mente inizia ad accadere, si sente una alterazione emotiva nell'espressione, è un'attrazione irresistibile di comunicare con il corpo ciò che non può essere espresso a parole, e questo è perché comincia ad interessare il subconscio della mente irrazionale, si comincia a sentire il flusso del nostro Essere Interiore; stiamo grattando la superficie di questa mappa incredibile e grossolana che è il nostro corpo, è un riconoscimento progressivo dall'esterno nelle profondità del nostro interno, una lettura progressiva che ci porta a invertire il processo di comunicare dall'interno verso l'esterno. B.I.: LE CHIAVI DEL KEYSI? J.D.: L'umiltà e la perseveranza. Antonio Machado disse "Camminante, non c'è cammino, il cammino si fa camminando", prendi la mano e andiamo fuori dal sonno di volta in volta. Godiamoci all'esterno e all'interno di esso: all'esterno come un gioco; all'interno cercando la verità e scoprendo le nostre anime... Con la differenza che questo non è poesia.

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Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e sport da combattimento: Christian Wilmouth, Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e conducono un gruppo di una ventina di professori e istruttori di molteplici discipline, dalla Krav Maga alle MMA, Mixed Martial Arts. Questo lavoro non è destinato a mettere in evidenza un nuovo metodo nè una corrente specifica di Krav Maga. Il suo scopo è semplicemente quello di presentare un programma di Krav Maga messo a fuoco sull'importanza del " c o n t e n u t o " , condividendo in questo modo le nostre esperienze.

REF.:KMRED1

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Siamo un team! Il team KMRED! Il nostro motto: "Tra essere o apparire, abbiamo scelto: allievo un giorno, allievo sempre"



Montiamo concetti di lavoro di evolvere verso un interesse per il contenuto e soprattutto l'interesse di coloro che utilizzeranno le nostre basi e principi per difendersi.



Per noi, il Krav Maga RED non è un business, è una passione, un modo di vivere. Non siamo una nuova federazione o qualsiasi altra entità che cerca il surf sull'onda "Krav Maga e auto-difesa" pensando solo del profitto che potrebbe generare.



Il nostro passo è AUTENTICO e condividiamo con tutti coloro che hanno una vera e propria apertura di spirito. I nostri valori: "Rispetto-Umiltà -Coraggio-Questioning".



Il gruppo di KRAV MAGA RED, che è in pieno sviluppo, continuerà nel corso degli anni a costruire mettendo costantemente in discussione i suoi metodi attraverso scambi costruttivi con tutti coloro che agiscono nel senso dei praticanti, lontano dalle guerre di "ego" e le organizzazioni che rifiutano l'apertura.



La nostra forza risiede nell'appredimento permanente di discipline di combattimento, antichi o moderni. Lethwei Pugilato Birmano, Boxe Inglese, Muay Thai, Boxe Francese, Kick Boxing e K1 sono alcune delle discipline di base che praticano e / o insegnano tutti gli istruttori e futuri istruttori del gruppo KMRED (Kravmaga Recherche Evoluzione et Developpement / Kravmaga Ricerca Evoluzione e Sviluppo).


Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com







Il Combattimento e le Paure (LA MISSIONE DELLA WORLD HWA RANG DO® ASSOCIATION) Hwa Rang Do®: Un’eredità di Lealtà, instancabilmente alla ricerca della Verità, dedita al rafforzamento dell’essere umano ed al servizio dell’intera umanità




D

o Sa Nim Tae Joon Lee, 8° dan di Hwa Rang Do® (Presidente della World Hwa Rang Do® Association e mio Granmaestro) dice: “il Hwa rang Do non ha a che fare con il combattimento, se sei capace di gestire le tue paure non hai necessità di combattere. Quando combatti non combatti veramente contro un’altra persona ma contro le tue paure. Il nemico è dentro e non fuori di te. Quindi, noi impariamo a gestire il nostro nemico interno prima di arrivare al combattimento reale.” Quando arrivi a comprendere veramente queste parole puoi davvero essere calmo, in quiete e dare amore a tutti. Quando affronti le tue paure e le tue debolezze divieni consapevole di chi e cosa sei per cui non hai ragione di mentirti. In ragione di questo non hai paura di amare ed abbracciare il mondo intero. Il concetto è semplice da comprendere ma anche semplice in se, ciò nonostante molto difficile da seguire. Fare di questa idea il principio che guida la nostra vita è la miglior cosa che potremmo fare ma anche il più difficile cambiamento che potremmo chiedere a noi stessi. Circa l’autore: Istruttore Capo di Hwa Rang Do®, Tenente Colonnello dei Carabinieri ed Ingegnere Marco Mattiucci è il Capo delle EU Branches della World Hwa Rang Do® Association ed uno dei principali seguaci del Grandmaster Taejoon Lee.





“il Hwa rang Do non ha a che fare con il combattimento, se sei capace di gestire le tue paure non hai necessità di combattere. Quando combatti non combatti veramente contro un’altra persona ma contro le tue paure. Il nemico è dentro e non fuori di te. Quindi, noi impariamo a gestire il nostro nemico interno prima di arrivare al combattimento reale.”



Il Programma Kyusho Tactical Control (KTCP) è stato progettato per controllare la scalata dei conflitti attraverso la ricerca giuridica e medica, spiegamento tattico, test sul campo e coordinamento. Questo programma è stato progettato appositamente, ma non esclusivamente, per le Forze dell'Ordine Pubblico, Sicurezza, Emergenza, Guardia Costiera, Militari, Agenzie Governative, Escort e sicurezza personale. Questo modulo base è costituito da un insieme di 12 obiettivi principali integrati in 4 moduli di controllo della scalata di forza. Ci sono numerose strutture deboli nel corpo umano che possono essere utilizzate da un agente per ottenere semplicemente il controllo di un individuo, più efficienti rispetto al tradizionale utilizzo della forza come indica il protocollo. Di là dalla fase di ordine verbale, in una situazione di crescente conflitto, è in questi punti Kyusho (vitale) dove l'agente può fare uso dei sistemi interni di controllo fisico, come i nervi, la struttura dei tendini e i naturali riflessi nervosi del corpo. Non richiede grande forza nemmeno un complesso controllo motore o la vista, soggetti di fallimento in stati di alta adrenalina. Questa informazione è dedicata ai membri coraggiosi e resistenti delle Agenzie in tutto il mondo. Grazie per quello che fate!

REF.: • KYUSHO 22

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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DUE GIORNI CON LA LEGGENDA DEL KENPO Raccontare i giorni trascorsi insieme a sensei Raùl, praticando ed insegnando il Kenpo, è qualcosa, per noi, di emozionale e vibrante. Questa atmosfera inizia a generarsi già dall’ incontro in aeroporto, ad ogni suo arrivo in Italia, dal primo abbraccio, dalla prima stretta di mano, dal primo sorriso. Si va a casa e ci si sistema, si mangia qualcosa e si parla un po’, si prepara l’ attività per il giorno successivo. Nei momenti di relax è bello condividere le nostre vite con sensei e raccontarsi un po’ di vissuto personale, ma cerchiamo di non esagerare con l’ orario perché ci aspettano due giorni ricchi di impegni.

FSK Italia Team Marcello Spina Luigi Buccioli info@fskitalia.com


Kenpo


Primo giorno: S parte presto, per poter essere nel dojo con un po’ di anticipo. Indossiamo il nostro kenpogi, quello del Maestro porta i segni di una lunga pratica. L’ addestramento di oggi è dedicato alle cinture marroni e nere di scuola Fu Shih. I 1° Kyu ed i gradi Dan hanno accesso esclusivo alla sessione intensiva, 5 ore, mattina e pomeriggio, per poter accumulare esperienza, conoscenza e tecnica, attraverso una formazione diretta con il fondatore. Dopo il saluto Sensei parte sempre con molta energia, proponendo, con differenti metodologie, gli elementi tecnici la cui conoscenza è indispensabile per cinture nere e tecnici. Studio del movimento, perfezionamento delle basi coordinative, sviluppo delle applicazioni, potenziamento dei mezzi per un efficace espressione meccanica ed energetica. Il Maestro Raùl, inoltre, ama favorire un certo livello di improvvisazione ed interpretazione personale, per poter sviluppare adeguate capacità di adattamento alle situazioni di conflitto nuove ed impreviste, evolvere la propria Arte. Si pratica con intensità, senza risparmiarsi. Il Sensei è sempre pronto ad aiutare tutti, con minuziose delucidazioni e dimostrazioni pratiche. La scelta dell’ “uke”, dell’ assistente, è sempre fatta con una certa attenzione poiché le dimostrazioni sono “molto realistiche”, contundenti e cariche di energia.


kenpo



kenpo Sensei Raùl sviluppa ed approfondisce ogni parte del ricco programma Fu Shih: Kata, combattimento, armi, difesa personale. Ognuno dei presenti ha il privilegio e la possibilità di accumulare preziose conoscenze che rimarranno in profondità, aprendo strade e conferendo grandi possibilità di auto perfezionamento attraverso la pratica individuale. Dopo oltre 5 ore di appaganti fatiche fisiche e mentali, si fa il saluto e, fra sorrisi, abbracci e scambio di opinioni, tutti sotto la doccia. Facciamo ritorno a casa per poter recuperare e ricaricare le batterie per il giorno successivo. Si parla un po’, ci si confronta, raccontiamo a sensei le nostre “avventure” in Italia, gli stage, gli allenamenti le esperienze fatte dall’ ultima volta che ci siamo visti, la crescita della scuola. La nostra chiacchierata prosegue fino

alla notte quando, finalmente decidiamo di andare a dormire.

Secondo giorno: Nel dojo, di primo mattino, prepariamo ogni cosa per poter gestire l’ arrivo dei gruppi, oggi open training per tutti i livelli e tutte le discipline. Alle 10:30 siamo sul tatami per iniziare l’ allenamento. Quando Sensei Raùl entra in sala esplode un fragoroso applauso e lui, come sempre, ci regala un grande sorriso. Tra i presenti vedo occhi che brillano, ragazzi e ragazze in trepidazione, emozioni, speranze, adrenalina. I Maestri della Direzione Tecnica FSK Italia fanno gruppo con gli Istruttori, per poter coordinare i tecnici che dovranno organizzare i gruppi. Molti ragazzi e ragazze, uomini e donne, in kenpogi nero, ma anche molti appassionati di varie discipline che oggi

proveranno il Kenpo, il grande kenpo del Maestro, scuola Fu Shih! Siamo pronti, presenti, corpo, mente e spirito. Sensei Raùl da il benvenuto a tutti ed introduce principi e tecniche del suo Kenpo. Con energia, con intensità, sempre pronto a donare un pezzo della sua conoscenza e della sua genialità. Si fa il saluto, tutti insieme, grande fila degli allievi e praticanti. Tra i kenpogi neri tante divise di differenti colori. Di fronte, rivolti verso il grande gruppo, i Maestri Spina, Diadori e Buccioli, FSK Italia, e Soke Raùl Gutierrez, la leggenda del Kenpo in Europa e grande guida nel panorama marziale inter nazionale. Oggi, insieme a tutti noi, il sensei vivrà un giorno speciale, un giorno in cui, tra esseri umani, si condivideranno esperienze, e si crescerà insieme. Ognuno di noi è parte unica ed insostituibile di tutto questo.


FSK Italia: CORSI DI OPERATORE DI MASSAGGIO SPORTIVO E SPECIALIZZAZIONE SHIATSU (prima parte) ORGANIZZAZIONE I corsi FSK Italia sono strutturati in 2 week end mensili (sabato e domenica), ORE 10.00 – 13.00 e 14.00 – 17.00, fino alla copertura delle ore previste per la qualifica di Operatore Massaggio Sportivo Operatore Shiatsu. Il programma prevede formazione teorica e pratica. Si terrà, inoltre, il corso obbligatorio della Croce Rossa Italiana FULLD (BLSD + PBLSD, per un totale di 5 ore) sia in età adulta che pediatrica, con utilizzo del defibrillatore semiautomatico. Ai fini dell’ ammissione all’ esame finale il candidato dovrà coprire: - 120 ore di corso per Operatore di Massaggio Sportivo - 504 ore di corso di Specializzazione Shiatsu Sono consentite un massimo di 3 assenze, fermo restando il recupero delle lezioni perse da concordare con l’ Organizzazione. Al termine dei cicli di formazione, gli allievi che avranno completato con successo questa fase saranno ammessi ai test teorici e pratici per l’ ottenimento dell’ idoneità. I candidati idonei verranno qualificati con - Attestato di Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI - Attestato della C.R.I per BLSD / PBLSD.



Questo nuovo DVD di Fu-Shih Kenpo del Soke Raul Gutiérrez si concentra sulle forme tradizionali dello stile, le loro applicazioni e la difesa personale. In particolare studieremo con attenzione la forma "La Tigre si difende", con le sue corrispondenti applicazioni tecniche, la forma "I Denti della Tigre", e il lavoro libero con armi. Poi il Maestro spiega in dettaglio tutta una serie di tecniche avanzate di difesa, spiegando il motivo per cui certi movimenti sono eseguiti, lanciando avvertimenti su aspetti a prendere in considerazione, e indicando i possibili angoli d'attacco e le varianti che possano essere applicate in ciascun gruppo tecnico. Il DVD si completa con una serie di tecniche di combattimento per la competizione sportiva e il condizionamento fisico, dove il Maestro Gutiérrez insegna come preparare le nostre armi, le braccia e le gambe, per l'autodifesa e il combattimento. Certamente una forma di lavoro la cui ricchezza si trova nello scambio e il coordinamento con altri stili, e imparando a rispettare le nostre diverse fonti di studio.

REF.: • FUSHIH-2 Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Testo: Shifu Bruno Tombolato Shi Xing Jing, 32a generazione del Tempio Songshan Shaolin. Fotografia: Victor Casado


Cerimonia Bai shi - Discepolato nello Shaolin Come ogni anno a fine luglio è iniziata la mia formazione ancora una volta al Tempio Shaolin, nella Cina. Quest'anno non sarebbe come gli altri, ma il più importante della mia carriera nel mondo delle arti marziali cinesi e, più precisamente, di discipline Shaolin. Come ho scritto in altri articoli e interviste, ho incontrato il mio Maestro Shi De Yang nel 2010, mentre camminavo attraverso il Tempio di Shaolin accompagnato da un altro Maestr o, scattando fotografie del Monaster o. Da quel momento ho saputo che il destino mi aveva portato li, a quel giorno e momento in cui le nostre vite si sono incrociate e oggi è più che confermato; era e dovrebbe essere così. Cinque anni dopo ho avuto l'onore di diventare il suo discepolo, ricevendo il nome secolare di Shi Xing Jing (释 行 净), e sono diventato ufficialmente parte della 32a generazione della stirpe più tradizionale del Tempio di Shaolin.


dico questo perché, senza dubbio, il Shaolin Kung fu ha subito una grande trasformazione nel corso degli ultimi 30 anni che l'ha portato allo spettacolare piuttosto c h e a l l e s u e v e re r a d i c i . U n f a m o s o proverbio dice "Pugni come fiori, e calci come ricamo", ed è chiaro che ciò che è esternamente attraente vende più di ciò che è ruvido e forte. Il Maestro Shi De Yang appartiene alla stirpe Nanyuan, o il cancello del monastero di Shaolin del Sud; vale la pena ricordare che, una volta, il Monastero di Shaolin è stato diviso in quattro famiglie, ognuna svolgendo diverse funzioni all'interno del Tempio. Il cancello del sud (di cui oggi rimane solo un muro e una pagoda) è stato sempre caratterizzato dallo sviluppo di Gong Fu, la medicina e il Buddismo, un'insieme di discipline meglio conosciuto come i Tre Tesori di Shaolin; qui, la sua importanza e la cosa importante è far parte di questo lignaggio.

E

Al fine di comprendere la genealogia e la tradizione dei clan patriarcali del Tempio Shaolin, farò menzione della sua storia ed emergenza.

L'eredità Shaolin Il patrimonio dello Shaolin Kung Fu è fatto rigorosamente attraverso la trasmissione diretta Maestro Discepolo. Questa relazione è il campione più importante del tradizionale sistema patriarcale dei clan del Tempio Shaolin. Tale sistema è stato istituito nel XIII secolo, quando il Maestro Fuyu, capo della setta Caodong, guidava il Tempio; è stato lo stesso Maestro Fuyu che ha stabilito e costituito il sistema di clan patriarcali. L'adozione del sistema ha avuto un forte impatto nel Tempio Shaolin. Il Maestro Fuyu ha istituito il sistema di nomenclatura per 70 generazioni. L'elenco è il seguente: Fu, Hui, Zhi, Zi, Jue, Liao, Ben, Yuan, Ke, Wu, Zhou, Hong, Pu, Guang,




Zong, Dao, Qing, Tong Xuan, Zu, Qing, Jing, Zhen Ru, Hai, Zhan, Ji, Chun, Zhen, Do, De, Xing, Yong, Yan, Heng, Miao, Ti, Chang Jian, Gu, Xin, Lang, Zhao, Tu, Shen, Xing, Ming, Jian, Chong, Zuo, Zhong, Zheng-Shan Xi, Chan, Jin, Que, Yuan, Ji, Du, Xue, Ting, Wei, Dao, Shi, Yin, Ru, Gui, Xuan, e Lu. Il nome del sistema, che è un "verso di 70 parole" in cinese, ha trasformato il Tempio di Shaolin in una grande famiglia. Oggi, i monaci del Tempio Shaolin seguono ancora il sistema di nomina del Maestro Fuyu del XIII secolo. Per quasi 800 anni, ci sono già state più di 30 generazioni. I rappresentanti delle generazioni attuali hanno il carattere di "Su", "De", "Xing", "Yong", "Yan" e "Heng".

La cerimonia Baishi Nella tradizione cinese di arti marziali, la cerimonia Baishi, il che significa onorare e riverire il Maestro, è di estrema importanza in quanto rappresenta un impegno reciproco tra maestro e discepolo. Per diventare accettato come discepolo, si deve percorrere un lungo cammino e dimostrare un impegno per l'arte che si pratica e per il Maestro. Un tempo, quando il discepolo è stato accettato come tale, doveva vivere con il Maestro e aiutarlo nelle sue attività quotidiane; in questo modo è stato formalizzato il rapporto Padre - figlio / Padrone discepolo. In cambio il Maestro istruiva, vestiva e nutriva il discepolo. Oggi questa tradizione è visibile solo in alcune zone della Cina. La cerimonia Baishi, attraverso la quale si stabilisce un legame tra il Maestro e il discepolo per la vita, è parte della tradizione del Tempio Shaolin e le arti marziali cinesi. Il discepolo è eticamente e moralmente impegnato a continuare l'eredità del suo Maestro e rispettare i principi fondamentali della morale Wude (Morale dell Arti Marziali). Inoltre, il discepolo deve prendere (nel caso dello Shaolin) i Tre Rifugi Buddisti che sono: Rifugio nel Buddha, nello Sangha e nel Dharma, ed i Cinque Precetti o Voti, che sono: non mentire, non rubare, non uccidere, non consumare sostanze che alterino la coscienza e non commettere adulterio. Tutto questo processo è necessario per diventare un súji dìz 俗家 弟子 o il discepolo secolare del Tempio Shaolin. Il 14 agosto 2015 è stato il primo giorno del mese del calendario lunare cinese, quindi un giorno di buon auspicio per la cerimonia Bashi. Nei giorni preliminari, insieme a suo nipote e uno dei più stretti discepoli e capo allenatore della scuola del Gran Maestro Shi De Yang, Shi Xing Pei, abbiamo organizzato tutto per la cerimonia. La prima cosa che abbiamo fatto è stato l'acquisto di frutta, sei chili di sei diversi tipi di frutta, e poi abbiamo comprato anche sei chili di un tipico pane cinese. Il numero 6 è uno dei numeri importanti della tradizione cinese in quanto rappresenta la fluidità, il non inciampare. Dopo l'acquisto di frutta, abbiamo ordinato i fiori con una leggenda cinese che faceva riferimento al rapporto maestro - discepolo che dura per tutta la vita, questa leggenda aveva il mio nome scritto in cinese. C'era molta aspettativa, quel giorno, non solo da me, ovviamente, ma anche dagli allievi e discepoli del Maestro Shi De Yang, così come i miei. Invece, io sono rimasto calmo e in attesa, uno dei miei sogni sarebbe avverato in una questione di ore. Quando la cerimonia è iniziata, mi sono posizionato al centro, di fronte all'altare, e il Gran Maestro Shi De Yang si è seduto ad un lato. Tutti gli allievi e discepoli si sono formati in due file ai lati con le mani incrociate sul petto; questo fa parte della tradizione Shaolin. La prima cosa che il mio Maestro ha chiesto



a me era da quanti anni ci conoscevamo, così ho risposto che ci erano incontrati cinque anni fa, nel 2010, nel cortile principale del Tempio Shaolin. Il Maestro Shi De Yang poi disse: "È stato un lungo periodo di tempo ed io sono molto felice che ci siamo riuniti qui oggi", e così la cerimonia è stata iniziata. Poi, si potrebbe dire che la cerimonia è stata divisa in due parti: prima come discepolo di Shaolin e dopo come un discepolo del Buddha. Nella prima parte mi sono impegnato a seguire il codice di condotta di Shaolin, sulla base del Wude, la Moralità delle Arti marziali, e nella seconda ho accettato il mio nuovo percorso come un discepolo del Buddha. Ciò richiede di prendere i Tre Rifugi o Triplice Gemma e le Cinque Precetti di base; senza questi nessuno potrebbe essere considerato come ufficialmente buddista. Ogni volta che il Maestro Shi De Yang ha menzionato uno dei precetti io ho dovuto rispondere se ero d'accordo, con il

nuovo nome che mi era stato dato; questo simboleggia la rinuncia del mio vecchio nome e la nascita come un discepolo del Buddha e di Shaolin.

Il nome è diviso in 3 parti: Shi: Fa riferimento al lignaggio del Buddha; tutti i monaci di Shaolin hanno questo carattere. Xing: Si riferisce alla generazione, in questo caso la 32a. Il Gran Maestro Shi De Yang è la 31a generazione. Jing: È il nome che si riceve dal proprio Maestro dopo anni di conoscerti. Jing significa puro / pulito. Una nuova fase è iniziata, più impegni e obblighi verso il mio Maestro e lo Shaolin; e verso me. Oggi ho la responsabilità di essere un discepolo, la responsabilità di rappresentare una generazione, e la responsabilità della fedeltà nel trasmettere l'eredità del mio Maestro ovunque io vada.


Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessioni genuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronte all’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva. La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero dei Miryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicato intensamente. Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerriero negli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere lette indistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi più svariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci di fronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i quali tutti sono abituati ad avere a che fare. Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza e l’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologie interessate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo per animi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete e scrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.




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