Rivista Arti Marziali Cintura Nera 301 Dicembre 1 parte

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José Manuel Reyes Pérez, 7 ° Dan di Hapkido dalla Federazione Mondiale Hapkido (WHF) e membro del Consiglio di Amministrazione della stessa, Direttore Internazionale per l'Europa Occidentale e Presidente della Federación Española de Hapkido (FEH Federazione Spagnola di Hapkido), nel suo primo DVD, presenta un trattato completo sulle tecniche che rendono veramente grande questa tradizionale Arte Marziale coreana, attraverso l'eredità che gli è stata trasmessa direttamente dal Maestro Kwang Sik Myung, 10 ° Dan di Hapkido. Hapkido è l'arte dell'Auto-Difesa Dinamica per eccellenza, che combina velocità e fluidità, insieme con la preparazione fisica, la tecnica, la respirazione, la meditazione e la coltivazione dell'energia interna. Un'arte che copre una varietà di tecniche con e senza armi e combina difese e attacchi, comprese le tecniche di gamba, ginocchio, pugno, gomito, proiezioni e strangolamenti e, soprattutto, le tecniche di lussazione. In questo lavoro, il Maestro Reyes ci mostra gli esercizi di respirazione Danjon Hop, gli attacchi di braccio Gonkiok Sul, le tecniche doppie e triplici di gamba Jok Sul, l'auto-difesa Ho Shin Sul, le tecniche di attacco e difesa Dan Bong con bastone corto, e la difesa contro coltello. Un lavoro completo su un'arte, Hapkido, o la via per armonizzare l'energia, la cui pratica aiuta a migliorare notevolmente la nostra salute, sia fisica che mentale, offrendo ai praticanti vitalità, energia, fiducia in se stessi, carattere e personalità.

REF.: • DVD/FEH-1

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ORDINALA A:

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“Ci sono dolori che uccidono, però ce ne sono di più crudeli, quelli che ci lasciano la vita, senza permettere mai di goderla”. Antonie L. Apollinarie Fée

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ome dice un mio amico, ci sono dolori con i quali non si negozia. Quello di denti è, senza nessun dubbio, uno di quelli... Poco tempo fa, all’occasione, passai di nuovo per questo frangente e, siccome non c'è male che per bene non venga, e il dolore è una questione essenziale dell'esistenza (e naturalmente del nostro tema Marziale), mi sembrò la cosa più adeguata, filosofare su di esso in questo foro. Ci sono pochi temi tanto inspiratori, come quello che ci tocca, perché sa farsi presente, senza lasciarci scelta di ignorarlo. Dato che non potevo fuggire da simile circostanza, perché non cercare di tirar fuori qualcosa di positivo da essa? Ma che diamine! Che cosa può avere di positivo il dolore? E’ lontana da me l'idea di certificare la natura dell’esperienza del dolore come qualcosa di positivo. Non c’è dubbio che si tratta di un brutto affare che non piace a nessuno. Anche i masochisti che usano il dolore come strumento di eccitazione, lo fanno all'interno di parametri misurabili. Io credo che un mal di denti, non possa dare soddisfazione a nessuno, ma è certo che il dolore è la strada più rapida per sapere se siamo vivi. Davanti a simile dubbio, tutti ci pizzichiamo, perché il dolore ci riporta al qui e ora e se ne ride di qualsiasi elucubrazione o pretesa rispetto alla nostra opinione sulla vita. Il dolore ci fa umili, perché ci impicca con violenza, e perché ci ricorda quanto fragili siamo. Il dolore fisico è una soglia di pressione; senza pressione di qualche tipo, non può esistere dolore. È questa pressione, quando continua, che accelera le molecole le quali si sfiorano sempre di più rapidamente generando calore. Per questo, lo scenario del dolore si accompagna all’infiammazione: in fiama (in fiamme), dal Latino "inflammatio", a sua volta infiammazione, è una voce che proviene dal greco "empyresis" (da “in”, dentro, e "pyros", fuoco). Il dolore nasce dalla pressione o accelerazione e queste sono, alla fine, analoghe al calore nel corpo. Superata una soglia, i nervi, che sono quelli che portano l’informazione attraverso il corpo, mandano un messaggio al cervello, un avviso: Hei! Si sta cuocendo qualcosa! Il corpo invia la sua squadra di pompieri con l’acqua, per spegnere il “fuoco”, e così si produce l’edema che frequentemente accompagna le infiammazioni. La ripetizione o l’intensità sono le sue due armi principali. L’intensità per ovvie ragioni (il traumatismo) ma la ripetizione non è da meno. La reiterazione di una postura o di un movimento, carica di pressione un’area in modo tale che il dolore finisce per apparire. Perfino una carezza di piacere, se ripetuta migliaia di volte, produrrà infiammazione e dolore. La prima cosa che fa il dolore è fermarci di colpo. Il suo obbligo come messaggero, è di posporre tutto per affrontare il problema. Il dolore è essenzialmente un meccanismo di avviso, una prima linea di difesa e, pertanto, ignorarlo non è una buona idea. Spietato ed efficace, il dolore ci segnalerà un problema, di conseguenza, uccidere il messaggero non è la soluzione di un saggio. Bisogna comprendere cos’è che l’ha generato per mettergli giusto rimedio e, compiuto questo proposito, trattarlo con pertinenza. Ciononostante, soffrirlo di più, una volta che ha compiuto la sua funzione, è cosa da stupidi. L’umanità ha selezionato ed elaborato con successo alcune delle sostanze più forti e portentose della natura, per

“Il dolore, quando non si converte in boia, è un gran maestro”. Concepción Arenal

sopprimerlo. Gli oppiacei si trovano tra i re di queste sostanze, e questo mi porta a ricordare il commento di un amico (ex tossicodipendente), che in una certa occasione mi confessò: “L’essenziale del “cavallo” (gerg. eroina, N.d.T.) Alfredo, è che semplifica la tua vita. Tutto si riduce a bucarti o non bucarti.. il resto non conta – (sic)”. Curiosamente, il dolore, suo opposto complementare, agisce nello stesso modo! Semplifica la tua vita! Tutto si riduce a una sola questione... poter smettere di averlo! Il dolore, quando sufficientemente intenso, pospone tutto e sconvolge qualsiasi lista di priorità. Un amico dei servizi segreti (non dirò di quale paese perché molti sono quelli che visitano queste pagine), mi confessò che sotto tortura non ci sono eroi... Questo succede solo nei film! Il problema è che l’informazione che può venir fuori da lì, non è sempre affidabile, perché uno è capace di confessare, se necessario, chi uccise Jimmy Hoffa e lo stesso Gesù Cristo, nella medesima seduta. Esistono altri dolori, emozionali, spirituali, morali, ma, siano essi indotti per assenza o per presenza, per eccesso o per difetto, tutti, senza eccezione, trovano analogamente al dolore fisico, la loro causa primaria e ultima nella pressione. Auto esercitata o indotta, presente o estemporanea, la pressione ci porta nell’orto del dolore. Frutto di auto esigenze, di frustrazioni, di urgenze o di qualsiasi altra ragione, superata una soglia, il dolore si presenta. Raggiungere la pace, allora, è un lavoro duro, perché i dolori dell’anima sono difficili da trattare, ma non impossibili. Se il “corpo” dell’umanità sono i paesi del terzo mondo, lì, dominanti saranno i Dolori Fisici. E’ normale... una volta risolto l’essenziale, riempito lo stomaco e soddisfatte le funzioni di base, uno si preoccupa di altre cose. Per questo, per i paesi che formano la “testa” dell’umanità, i dolori mentali o anemici sono la loro maggiore piaga. In Occidente, in generale, i problemi mentali sono un’epidemia sempre maggiore. I dati sono sorprendenti! Date un’occhiata alle statistiche del suicidio nel vostro paese, garantisco che rimarrete di stucco. Dall’Alzheimer, depressione o schizofrenia, alle malinconie multiple, nelle loro diverse gradazioni e intensità, i dolori dell’anima e della mente, sono la piaga del XXI secolo. Non ci sono soluzioni, né rimedi facili per questo problema. Il dolore qui, come quello fisico, è un sintomo che bisogna soddisfare, un meccanismo di avviso; uccidere il messaggero, non risolverà. Le sostanze psicotrope hanno, in questo caso, la funzione degli oppiacei per il corpo, però non possono essere un rimedio, bensì inibitori del segnale. L’uomo è cambiato, sì, però biologicamente non siamo molto diversi dai primi “homo sapiens”. Quello che realmente è cambiato, è il suo scenario. Il vivere fuori e di spalle alla natura, inseriti negli scenari artificiali della società moderna, ha cambiato le carte e le regole del gioco. La pressione di un ambiente esigente, è sempre maggiore; create o indotte, le necessità, siano queste reali o immaginarie, si moltiplicano e dobbiamo lottare con l’enorme pressione di tonnellate di

Traduzione: Chiara Bertelli


informazioni ogni giorno; senza il tempo per riflettere, abbiamo anche i creatori di opinioni, ovili ai quali accorrere, mangiatoie nelle quali mangiare e soprattutto, “offerte” da tutti i lati... di fronte a poche opzioni reali; “senza tempo” e senza direzione, inseriti in questo labirinto, la pressione campa a suo agio e spezza lentamente migliaia di anime. Il dolore non è il nemico, è il messaggero. Non dico che lo abbracciamo affettuosamente, perché è tutta una questione di gradi e, credetemi, io almeno non posso farlo con il mal di denti, però possiamo ottenere la sufficiente lucidità per saperlo prendere come tale. Risolvere le cause ultime della sua apparizione, è lavoro da dottori nell’arte di vivere; oggi più che mai, i veri sacerdoti devono essere dotti in molte aree, dottori dell’anima e del corpo, per dare giusto riparo all’infinita diversità di situazioni, analoga questa a quella di milioni di persone. Già recita il vecchio detto, che non ci sono malattie ... bensì malati. Cureremo noi stessi e, là dove non arriviamo, chiediamo aiuto, perché non c’è demerito nel farlo.

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Alfredo Tucci è Direttore Gerente di BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com

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Pencak Silat Pencak Pukulan (Pentjak) Silat Serak Il mio nome è Maha Guru Horacio Rodrigues, sono l'erede o il detentore della dinastia di Pendeker Pak Victor De Thouars a Pukulan Pencak (Pentjak) Silat Serak. Questa discendenza mi è stata data da Pendekar (Grande Maestro) Pak Vic circa sette anni fa, quando lui è andato in pensione. Pendekar Victor De Thouars e suo fratello hanno portato quest'arte dell'Indonesia negli Stati Uniti nel 1960. Ho iniziato a imparare Pukulan Pencak Silat Serak con Pendekar Victor de Thouars in un tempo in cui l'arte era ancora insegnata nel vecchio modo tradizionale, il che significa che era molto difficile, esigente, e brutale per gli standard odierni. Abbiamo penetrato ogni singola struttura fino a quando non è stata pienamente compresa ed è diventata una parte di noi. La nostra formazione ai livelli più alti è fatta con lame reali, non con armi d'alluminio utilizzate nell'allenamento per creare la sensazione di una lotta, ma un ver e proprio combattimento con il coltello.

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n quei tempi, Pendekar Victor De Thouars era un insegnante molto severo e disciplinato che richiedeva la formazione a tempo pieno e la dedizione totale. Solitamente l'allenamento era duro ed estenuante. Mi ricordo bene della differenza nell'allenamento nei cambi di livello con il jurus e Lankas come ho progredito nel mio percorso marziale. Una delle mie storie preferite con Pak Victor è stata una volta durante una festa del drago. Eravamo su un piano di marmo e abbiamo iniziato a fare addestramento con armi reali per dimostrare quanto efficace era l'arte praticata con coltelli veri. Gli attacchi erano reali, entrambi ci difendevamo con le armi vere in un evento dal vivo, improvvisato, nessuna prova precedente o sequenze di mosse, nè esercizi previsti, tutto reale e dinamico. Mi ricordo un'altra volta, in una mostra di Eurasia, in cui Pak Victor ha deciso che 10 studenti mi avrebbero attaccato uno dopo l'altro, ed io ho difeso con controattacchi senza causare alcun danno, ma facendo un buon lavoro. Pak Victor è stato sempre molto attento ad insegnare e allenare i suoi allievi, sfidandoli, provando i suoi limiti, e facendoli crescere. E la sfida cresceva più e più fino a diventare qualcosa di travolgente. Non importava il vestito che indossassi, dove

“Il mio obiettivo come Maha Guru e detentore della dinastia di Pukulan pencak Silat Serak dalla linea di Pendekar Victor De Thouars è quello di essere in grado di diffondere l'arte in tutto il mondo.”

“L'arte per me è un grande puzzle con infiniti pezzi. Le piattaforme, Lankas, jurus, armi, gli esercizi latihan e il percorso marziale si riuniscono per diventare una macchina da guerra incredibile.”

“Attualmente sto insegnando la nostra linea dell'arte Pukulan Pencak Silat Serak in tutti gli Stati Uniti, in Europa, e ora la sto espandendo in Asia.“


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Pencak Silat ti trovassi, neppure che tu avessi appena mangiato e avessi la pancia piena. Cercava sempre di farti andare oltre i tuoi limiti e crescere. Di tanto in tanto tirava fuori un'arma per testare le tue abilità. Era un'insegnante molto serio e determinato a ottenere il meglio di ciascuno di noi. Non essere mai soddisfatti dei nostri successi e cercare di migliorare sempre di più. L'arte di Pencak Silat Serak Pukulan è vasto, con un programma con dieci fasi d'allenamento che studiamo per la nostra formazione e in cui ci basiamo per insegnare l'arte. Dividiamo l'arte e l'insegniamo in tre stadi diversi. Le fasi da 1 a 5 sono dedicate a Mas Djoet, che è stato il primo allievo di Pak Serak. Mas Djoet era particolarmente conosciuto per essere più gentile e difensivo. Era un po' più vecchio e cercò di non far del male a nessuno a meno che non fosse obbligato a farlo. Quindi, in questo primo periodo, più orientato verso il lato difensivo dell'arte, s'imparano jurus di mano, armi, jurus lanka Tiga, pantjar, sekurums e tendjekan. In questo periodo iniziamo l'insegnamento dei sambuts difensivi basilari, le tecniche di controllo o finalizzazione, e i buangs o proiezioni e leve di presa, i principi e le applicazioni di ogni sezione. Dopo aver completato le fasi 1 a 5 delle strutture difensive, l'allievo progredisce verso le fasi 6 e 7, dedicate a Mas Roen che è stato il secondo studente di Pa Serak. Mas Roen era più giovane, più aggressivo e ha sviluppato la sua idea di sistemare le cose in fretta. Quindi questo livello di formazione è strettamente offensivo, o ciò che noi chiamiamo serengan. I jurus sono espressi in modo diverso e vengono utilizzati e applicati in modo offensivo. Le Lankas e panjars, nuovamente le strutture della mano, sambuts e le tecniche di controllo o finalizzazione sono molto distruttive, comprese le armi, le Lankas o Kudas e il movimento. Il Gerankan è tutto offensivo ed è stato concepito per intrappolare gli avversari, attaccando il centro della colonna vertebrale e i punti vitali, come l'avversario si muove o si difende contro l'attacco; l'idea qui è quella di totale eliminazione o distruzione. Questo include anche molte delle armi: pissau (coltello), pendang (spada), pantjang (bastone), tonkat (bastone corto), karambit e molte altre armi da taglio. Una volta pienamente comprese le fasi offensive 6 e 7 di Mas Roens, iniziamo a insegnare le fasi 8 a 10, che sono dedicate al creatore dell'arte del Pa Serak. È il modo in cui il Pa Serak avrebbe usato i suoi jurus, Lankas, pantjar perang, e pantjar di guerra. Questi sono i più alti livelli e riguardano quello che lui intendeva dire originariamente quando ha creato l'arte. Il modo in cui è riuscito a superare le sue disabilità fisiche congenite, con un piede torto e un braccio più corto dell'altro. Qui è dove lui ha concentrato tutta la sua capacità per creare un'arte che poteva sconfiggere le altre arti che erano popolari al momento intorno a lui. Ha creato un'arte devastante dove le leve della fisica del corpo, la base, gli angoli, le linee di forza e le proiezioni, l'anatomia del corpo, i chakra, i punti vitali, e le armi sono stati utilizzati e applicati. Io sto studiando profondamente il Pukulan Pentcak Silat Serak da 17 anni. I primi sette anni ero come un allievo interno. Arrivavo a scuola tra le 9 o le 10 del mattino e vi restavo fino alle 21 o 22 della sera, per 5 o 6 giorni la settimana, sotto la tutela di Pendekar Pak Victor De Thouars. Sono molto grato per tutto quello che ha condiviso apertamente con me. Il mio Hormat va a lui per i suoi insegnamenti e la comprensione dell'arte. In Serak, tutto è caratterizzato dalla comprensione e l'apertura dell'arte al massimo della sua capacità di applicazione. Questo è quello che ho fatto negli ultimi 10 anni nei miei studi di Belajar Pukulan Pencak Silat Serak. L'arte per me è un grande puzzle con infiniti pezzi. Le piattaforme, Lankas, jurus, armi, gli esercizi latihan e il percorso marziale si


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Pencak Silat incontrano in una macchina da guerra incredibile. Serak è così unico in quanto realmente amplifica qualsiasi stile di Arti Marziali o sistema che il praticante sta facendo, complementando le altre arti, e di per sé è incredibile. Io amo e rispetto tutti gli stili di Arti Marziali e sistemi. Il mio obiettivo come Maha Guru e detentore del lignaggio di Pukulan pencak Silat Serak dalla linea di Pendekar Victor De Thouars è quello di essere in grado di diffondere l'arte in tutto il mondo. Ho intenzione di condividere apertamente tutto quello che mi è stato dato, nonché la mia crescita personale da 17 anni di studi profondi e stabilire le necessarie conclusioni. Io insegno l'intero curriculum e il modo in cui viene utilizzato e applicato nell'insegnamento e nel combattimento. Questo è ciò che voglio fare per continuare a diffondere l'arte alla gente, che onorino e amino l'arte come me e che mi aiutino a continuare questa ricerca, studiando e diventando insegnanti loro stessi. Ci sono tre livelli di guru nella nostra linea: Maha Guru è un grande maestro. Guru Muda è un guru in procinto di diventare un Maha Guru e si trova intorno alla fase 7. Il livello Guru Pembantu si ottiene dopo aver completato la fase 5 e inizia a lavorare nelle fasi Mas Roen. Io insegno apertamente e mai nascondo nulla ai miei studenti. Hormat (onore) e adab (rispetto) sono la chiave di quello che cerco in uno studente affinché lui segua il percorso di studio e la continuità del lignaggio. Io insegno in tutto il mondo con la speranza di fare la mia parte, secondo quanto ho promesso al mio insegnante di diffondere l'arte e continuare la linea che è stata portata qui dalla famiglia De Thouars. Non ho alcun interesse per la politica e rispetto tutti gli altri, in modo che tutti mi rispettino. Spero che questo vi dia una chiara visione della mia arte di Pukulan Pentcak Silat Serak, i miei insegnamenti, e il mio amore per l'arte. Attualmente sto insegnando la nostra linea dell'arte Pukulan Pencak Silat Serak in tutti gli Stati Uniti, in Europa, e ora la sto espandendo in Asia. Ho intenzione di far diventare quest’arte accessibile a persone di tutto il mondo. Offriamo un programma di studi completo con DVD di formazione e attrezzature e stiamo sviluppando le classi future attraverso Skype. Per coloro che siano interessati a far parte della nostra



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Arti Indonesiane famiglia, invito chiunque a patto che disponga di un genuino desiderio d’imparare, abbia un buon cuore, e sia una brava persona. La serie di video in due parti che è stata rilasciata si occupa delle piattaforme; colpi; avanzare colpendo; leve di finalizzazione; angoli di difesa contro più avversari; sambuts; takedowns; difese contro attacchi di massa; campi d'azione; come utilizzare il kuda e kuda kuda; cambiare il gioco di gambe senza perdere spazio; punti di collegamento garisan; reindirizzamento; baseangolo-leva; come occupare lo spazio; come mantenere sempre la pressione costante sulla linea per dominare e aprire la strada; controllare il risultato. Proiettare pressione in avanti nell'evitare o eludere un attacco. Alcune delle posizioni da Lanka Tiga sono mostrate. Gli stessi principi con armi sono coperti nel secondo DVD. Pukulan Pencak Silat Serak® è un sistema di studio delle Arti Marziali portato dall'Indonesia agli Stati Uniti d'America da Pak Victor De Thouars e suo fratello Paul nel 1960. Serak è stata fondata da Pak Sera, un membro dell'enigmatica e antica tribù Sharmanic della Baduy. Il nostro fondatore non solo era di un'altezza inferiore a 5 piedi, ma aveva un piede torto e un braccio più corto dall'altro. Pur avendo molteplici sfide fisiche, Pak Sera divenne uno degli artisti marziali più completo all'inizio del 19 ° secolo. Questa potente e sofisticata scienza è stata trasmessa tradizionalmente in

“Molti anni fa, Maha Guru Pak Victor De Thouars ha deciso di aprire il sistema e ha trasmesso il lignaggio al suo erede Maha Guru Horacio Rodrigues.”



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“Pukulan Pencak Silat Serak® è un sistema di studio delle Arti Marziali portato dall'Indonesia agli Stati Uniti d'America da Pak Victor De Thouars e suo fratello Paul nel 1960.”


Arti Indonesiane segreto per molti anni e insegnata solo a quelli studenti selezionati che hanno dedicato molti anni di studio a un sottosistema. In questa dinastia abbiamo notevoli artisti marziali come Sijo Bruce Lee e Guru Dan Inosanto. Molti anni fa, Maha Guru Pak Victor De Thouars ha deciso di aprire il sistema e ha trasmesso il lignaggio al suo erede Maha Guru Horacio Rodrigues. Oggi il sistema autentico Pukulan Pencak Silat Serak viene insegnato a tutti gli studenti sinceri della Serak Internation Academy, nel 4634 Gage Ave Bell, California 90201 e tjabangs (Filiali) dell'Accademia in tutto il paese. Potete contattarmi all'indirizzo e-mail Rodserasatu@yahoo.com Per maggiori informazioni, visitate il nostro sito: www.serak.org



Evan Pantazi

Kyusho reale: "Colpo al fegato" Un colpo al fegato è un pugno, un calcio o una ginocchiata sul lato destro della gabbia toracica che traumatizza o danneggia il fegato. La forza contundente sul fegato può essere insopportabilmente dolorosa, e un colpo particolarmente penetrante o allenato può mettere facilmennte fuori combattimento un avversario. In situazioni di combattimento, i colpi al fegato causano spesso KO tecnico (TKO), non solo a causa dell'alto grado di dolore, ma anche dalle ramificazioni più profonde sull'organo e altre strutture e funzioni fisiologiche. Un colpo al fegato può essere effettuato con entrambe le mani, con l'arma e la traiettoria corretta. Lo shock è grave e interferisce con la corretta circolazione del sangue così come la funzionalità polmonare, come si vedrà nel video.


Kyusho Reale “Durante l'impatto iniziale sul fegato, avvengono piccole reazioni chimiche con ciascun impulso nervoso elettrico. Con una commozione cerebrale abbastanza forte, le reazioni chimiche diventano sbilanciate, e lo shock si sposta lungo la rete del nervo vago.�


Evan Pantazi

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ella famosa serie di "Hohan S?ken Notes", si legge: Effetti: Fatali - Nel caso di Denko destro, dovuto alla stimolazione dei polmoni dal forte impatto sul fegato e agli organi nervosi, entrambi gli organi potrebbero risentirsi gravemente. Nel caso della sinistra, la stimolazione ai polmoni e il cuore a causa del grave shock sullo stomaco e organi nervosi, può portare ad una possibile perdita. Allora vediamo come farlo e discutiamo le conseguenze di questo attacco: Il "colpo" di solito è fatto da sotto e di fronte sulla parte anteriore della nona e decima costole con una traiettoria verso l'alto, verso la base della scapola. Il colpo attacca ed entra provocando uno shock nel fegato, la ghiandola / organo maggiore, e un importante centro di circolazione del sangue. Questo provoca la perdita di concentrazione e la funzionalità motoria da parte di chi lo riceve e può causare una sensazione di affanno nella vittima come si restringe, il che a sua volta influenza il diaframma (freddo, eh?). Questo colpo si esegue quando il corpo è esposto; l'attaccante può quindi lanciare un uppercut breve e rigido al fegato, che di solito mette chi lo riceve fuori combattimento in una sola volta. Questo può verificarsi anche sul lato o dietro il corpo, pur essendo il miglior impatto l'attacco frontale.

Sentiamo ciò che sente chi lo riceve: "Di tutti questi attacchi al corpo, il colpo al fegato è probabilmente il più efficace e dannoso. Il fegato è l'organoghiandola più grande del corpo e

quando è colpito con esattezza diventa incredibilmente debole. Il dolore è immediato, non si può respirare, e il corpo esperimenta un senso di abbandono, se pur mentalmente si vuole ancora combattere. L'effetto di un colpo brutale al corpo è rapido e grave, ma diverso da un colpo alla testa. La cosa importante dei colpi alla testa è che non fanno male. Francamente, quando si è colpiti in testa, si vedono stelle e il dolore non è necessariamente aumentato. La mente non è giusta e non si può pensare con chiarezza. Solo più tardi si sente che la testa fa male, con quel sacchetto di ghiaccio sulla fronte. Tutto questo chiacchierio sulla differenza tra essere colpiti nel corpo ed essere colpiti in testa mi ricorda di quando mi sono intossicato di tabacco da masticare in terza media. La mia mente era limpida, ma il mio corpo era completamente e assolutamente disconnesso. Questo, a differenza di quando si beve e il corpo è scollegato. Quando si è ubriachi non si sente veramente il dolore che prova il nostro corpo. Essere colpito alla testa è qualcosa di similare. È per questo che il conteggio in piedi fino a otto nella Boxe è così controverso. I pugili non sentono realmente il dolore e se devono o possono continuare. Per tanto, si può provocare un dolore forte attaccando il corpo in diversi modi, tutti efficaci e debilitanti, ma nessuno più efficace di un colpo al fegato. Questo attacco richiede di colpire direttamente il fegato, che si trova sul lato destro del corpo, nella zona intorno alla nona e decima costola (dette flottanti). Caratteristicamente, questo attacco viene eseguito con una leggera angolazione verso l'alto. I suoi effetti

sono rapidi e brutali, provocano affaticamento immediato, dolore acuto, e la perdita del respiro."

Allora, che cosa accade realmente? Le lesioni contundenti al fegato o alla milza possono includere uno strappo, un taglio, o un ematoma nell'organo. Queste lesioni possono portare ad emorragie interne a causa della rottura dell'organo (scoppio) o problemi dei vasi sanguigni. Inoltre, se l'attacco è abbastanza grave, il nervo vago potrebbe essere influenzato, e mettere il corpo nella modalità di "spegnimento". I segni di questo tipo di shock includono; tachicardia (battito cardiaco), bassa pressione sanguigna, sudorazione fredda, nausea e pallore. Questo non è solo estremamente doloroso, può anche tradursi in una cessazione del respiro, fatica immediata, sensazione di paralisi, o addirittura la perdita totale della coscienza. Il nervo vago (che significa "errante") sono in realtà due nervi cranici che si estendono dal tronco encefalico, per tutto il torace e la zona addominale. Si collegano agli organi e ai sistemi intestinali. Il nervo vago trasmette e riceve segnali dal corpo al cervello, sullo stato degli organi del corpo per rispondere di riflesso a stimoli o un trauma. Durante l'impatto iniziale sul fegato, avvengono piccole reazioni chimiche con ciascun impulso nervoso elettrico. Con una commozione cerebrale abbastanza forte, le reazioni chimiche diventano sbilanciate, e lo shock si sposta lungo la rete nervo vago. In un'attivazione più grave, il nervo vago può causare simultaneamente un risposta cardioinibitoria e


Kyusho Reale


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vasodepressiva. Si tratta di una rapida diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, di solito con risposta mista delle due, provocando infine lo svenimento e la perdita di coscienza. Gravi danni quali lo schiacciamento dei vasi sanguigni, lacerazioni epatiche o strappi, possono causare emorragie interne. Lo shock traumatico al nervo vago può causare disfunzioni a lungo termine, come un battito cardiaco irregolare, difficoltà di deglutizione, disturbi nella respirazione e disordini digestivi. Le fratture costali sono anche una preoccupazione in quanto le costole possono causare uno strappo o una foratura, che devono essere curati immediatamente. I danneggiamenti interni possono portare molti problemi di salute perfino alla morte. In breve, le note Hohan Sokens erano assolutamente corrette e un possibile attacco Dim Mak, nonché Kyusho.

Posizione: Il "Colpo al Fegato" può essere effettuato alla base delle costole o appena sotto di esse, per avere migliori risultati premete le costole fluttuanti contro il fegato prima di eseguire l'attacco. Attenzione in quanto ciò potrebbe causare perforazione, strappo o rottura del fegato stesso.

Attivazione: Colpo: Questo attacco è puntato direttamente alle costole fluttuanti in un angolo verso l'alto. Ciò può causare forti crampi e perdita del controllo muscolare dalla parte inferiore del corpo, causare nausea e spasmi del diaframma e indurre vertigini.

Reazione: Quando colpito correttamente, questo punto ha molti effetti fisici su chi lo riceve: • Tutto il corpo si indebolisce • Ritiro rapido • Forte dolore (quando si usano le nocche) • Perdita della funzione fisica motoria • Perdita della capacità respiratoria • Perdita di pensiero coerente • Nausea • Può indurre rigurgito • Disturbi intestinali e digestivi • Può causare incoscienza con un colpo forte • Emorragia interna • Morte Provoca la perdita temporanea del pensiero e del controllo della capacità motoria


Kyusho Reale “Di tutti questi attacchi al corpo, il colpo al fegato è probabilmente il più efficace e dannoso. Il fegato è l'organo-ghiandola più grande del corpo e quando è colpito con esattezza diventa incredibilmente debole. Il dolore è immediato, non si può respirare, e il corpo prova un senso di abbandono, se pur mentalmente si vuole ancora combattere.”




Il Hwa Rang Do® e Bambini DICHIARAZIONE MISSIONE DELLA HWA RANG DO® WORLD ASSOCIATION Un patrimonio di Lealtà, d’instancabile Ricerca della Verità, del Rafforzamento della Vita, di Servizio all'Umanità.

Sappiamo che i bambini sono il nostro futuro. Essi sono in grado di imparare qualsiasi tipo di materia nel più breve e più efficiente modo possibile. Ai bambini piace esplorare tutto, a loro piace avere e fare delle cose belle. Il più delle volte, loro scoprono le Arti Marziali come un esercizio divertente e quando trovano un vero e bravo maestro, fanno della loro pratica marziale un mezzo essenziale per la crescita.




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i sono molti studenti giovanissimi nella nostra Hwa Rang Do® Association. L'insegnamento di Hwa Rang Do® si basa su una forte disciplina, tuttavia le lezioni di Hwa Rang Do® sono sempre divertenti per i bambini. Mediante la pratica del Hwa Rang Do®, loro possono imparare a conquistare i propri obiettivi individualmente. Specialmente le cinture. Nessuno può ottenere il grado per loro; tutti devono superare gli esami da soli, senza aiuto. I test di cintura di Hwa Rang Do® sono molto difficili per tutte le età e gradi: si tratta di una prova orale, scritta e pratica. L'età non è importante nel Hwa Rang Do®, normalmente si inizia a studiare l'arte a due anni di età, come hanno fatto Do Joo Nim (Dr. Joo Bang Lee, 10 ° Dan) e suo figlio Do Sa Nim (Taejoon Lee, 8 ° Dan). Tutti sono in grado di ottenere risultati significativi. La cosa più importante è fare al meglio tutto quello che si può. Il punto principale in Hwa Rang Do® per i bambini è l'idea di sacrificarsi per raggiungere obiettivi bellissimi. Questa è anche la chiave per il successo dell’ Hwa Rang Do® con gli studenti marziali molto giovani. L'autore: Il Tenente Colonnello della Polizia Militare Italiana (Carabinieri), Capo Istruttore di Hwa Rang Do® e Ingegnere Marco Mattiucci è anche il capo della Filiale Italiana della World Hwa Rang Do® Association e uno dei principali discepoli del Gran Maestro Taejoon Lee.


"La cosa più importante è fare al meglio tutto quello che si può. Il punto principale dell’ Hwa Rang Do® per i bambini è l'idea di sacrificarsi per raggiungere obiettivi bellissimi. Questa è anche la chiave per il successo dell’ Hwa Rang Do® con gli studenti marziali più giovani."




Il Maestro Shaolin Shi Yanti è un monaco della 34a generazione del Tempio Shaolin Songshan e un discepolo diretto del Venerabile Abate Shi Yong Xin. In questo suo primo lavoro per Budo International, ci presenta la Luohan Shibashou, una delle più vecchie e più rappresentative forme fondamentali di mano vuota del Tempio di Shaolin. Secondo il libro "Shaolin Quan Pu", durante la dinastia Sui, i monaci guerrieri del Shaolin hanno sviluppato una serie di movimenti semplici, scelti in base al "18 statue Luohan", da cui il nome Luohan Shi Ba Shou (18 mani di Luohan). Lo stile di questo Taolu è particolare e nei suoi continui movimenti possono essere chiaramente viste combinazioni di movimenti reali e irreali, di difesa e di contrattacco, e una varietà di movimenti nascosti. Le principali tecniche di mano in questo Taolu sono quelle delle palme, e l'apprendimento richiede grande agilità e coordinazione, oltre che la padronanza delle posizioni Xubu, Dingbu, Gongbu e Mabu e le loro caratteristiche.

REF.: • DVD/YANTI-1 Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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REF.: • KMISS-1

In esclusiva per Budo International il DVD del Maestro Marco Morabito sulla difesa personale con la presentazione in anteprima del Krav Maga Israeli Survial System. Con questa opera verranno illustrate le tecniche e il metodo alla base di questo sistema in modo chiaro e trasparente. Nessun segreto quindi, ma una colossale opera che vi porterà nel vivo della difesa personale israeliana. Le tecniche sono illustrate in modo da essere facilmente comprensibili da tutti. Un’occasione davvero unica per avvicinarsi alla difesa personale o per approfondire le proprie conoscenze sul tema. L’autore di quest’opera è uno dei maggiori esponenti a livello mondiale di difesa personale e conta al suo attivo diverse esperienze in campo militare e società di sicurezza; pluripremiato in diverse nazioni, ospitato per corsi e seminari in tutto il mondo è diventato un portavoce internazionale di vari sistemi di combattimento corpo a corpo e difesa personale poco conosciuti ma estremamente efficaci. Studiando dal Giappone agli Stai Uniti, passando per Polonia, Spagna, Capo Verde, Germania, Israele, Francia e Russia. Una continua ricerca nelle zone più remote del mondo, come la Siberia e il deserto del Texas, senza mai fermarsi in una ricerca instancabile di acquisire nuove conoscenze senza mai smettere di porsi domande. Il Krav Maga Israeli Survial System non è una disciplina, un complesso di rigide regole ma un metodo, un processo in continua e perenne evoluzione. Questo lo rende adattabile ad ogni situazione e circostanza, permeabile a qualsiasi cambiamento, quindi in grado di fare tesoro dei propri errori cogliendo la propria esperienza come opportunità per migliorare.

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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RAGIONI

Perché Kyokushinkai?

"Non è così difficile capire che un Karateka con un peso di 80 kg è più forte di un altro di 60 kg, nonché uno di 100 kg è più forte di quello di 80. Un lottatore di sumo è più forte di un Karateka. Inoltre, un toro è più forte di un uomo, e un elefante è più forte di un toro... Ma l'uomo può uccidere un elefante, perché è più intelligente ". "Il fatto che un uomo più leggero sia in grado di dominare un altro più forte a causa del suo potere mentale e della sua intelligenza, testimonia la forza e lo spirito del Kyokushin, e dimostra che il Kyokushin è per tutti." Shihan Kenji Midori (72 Kg = £ 158) ha vinto il Campionato del Mondo nel Kyokushin 1991.



Karate

1. Il KYOKUSHINKAI KARATE è considerato il più forte al mondo, quindi, se cerchiamo una realtà maggiore nell'esecuzione delle tecniche, Kyokushinkai ha uno studio completo del combattimento a contatto pieno, con tecniche di gamba in tutto il corpo e la testa, tranne in punti vitali come la zona genitale o la colonna vertebrale, e tecniche di mano in tutto il corpo tranne la testa. Alcuni diranno: "Ma non si colpisce in faccia con i pugni..." Il Maestro Oyama ha rivoluzionato il mondo della competizione negli anni Cinquanta con il suo combattimento di full contact in tutto il corpo, compreso il viso, ma si è rivelato assolutamente impossibile evitare lesioni gravi, così, poiché Mas Oyama ha voluto un combattimento a contatto pieno, gli attacchi al viso sono stati vietati, ma non il resto delle tecniche, sempre senza protezione, perché è quello che fa la differenza. Così, una delle ragioni per la scelta del Kyokushinkai, come dice la traduzione, è la RICERCA DELLA VERITÀ. 2. SICUREZZA FISICA E MENTALE. Fisica non solo in tutti i componenti che le Arti Marziali possono darci: il miglioramento delle nostre qualità di base come la coordinazione, la

flessibilità, la psicomotricità, ecc, che rafforzano notevolmente la nostra salute e condizione fisica e ci danno una grande capacità auto-difesa, qualcosa di innegabile perché essendo il Kyokushinkai un'Arte Marziale a pieno contatto, inutile dirlo, la sua risposta possibile è perfetta per la nostra difesa. L'idoneità fisica è molto importante nel Kyokushinkai e sono ampiamente note le sue sessioni di allenamento fino all'esaurimento per ottenere la forma fisica richiesta dal combattimento a contatto pieno; questo tipo di allenamento è quello che collega il lato mentale, qualcosa di apprezzato da tutti i praticanti, che cercano sempre di fare "un po' di più", un altro push-up, stare un po' più di tempo a colpire il sacchetto di sabbia con la gamba o con il pugno, o quando ci si sente che non si riesce ad andare avanti mentre si fa il combattimento, e il compagno d'allenamento esclama: Dai, va avanti, puoi farlo!, cioè, CRESCITA PERSONALE. Il Maestro Oyama ci ha lasciato uno slogan: "OSU NO SEISHIN", spirito di perseveranza, Osu significa "resistere sotto pressione"; implica la forza di volontà di resistere al limite, è come una chiamata interiore per resistere e combattere e quindi superare la debolezza della condizione umana.


Così, una ragione per scegliere Kyokushinkai è CONOSCERE E SUPERARE TE STESSO. 3. Tanti praticanti nel mondo non possono essere sbagliati! Kyokushinkai è praticato da oltre 20 milioni di persone in 140 paesi. Mentre il fondatore era ancora in vita, Kyokushinkai era la più grande organizzazione nei cinque Continenti, creata da una sola persona: il Maestro Matsutatsu Oyama. Quando ha stabilito il suo primo Dojo all'aperto, in Meijiro, nel 1956, solo nel primo mese ha avuto 300 studenti; due anni dopo ha aperto il suo Oyama Dojo, in una scuola di danza dietro l'Università di Rikkyo, in Ikebukuro - Tokyo, vicino all'Hombu attuale. Il Kyokushinkai Karate è insegnato ugualmente a tutti i ceti sociali, dalla purezza del colore bianco di un Karategi, senza distinzione di razza, sesso, religione, ecc, dai più bassi strati sociali ai Re, attraverso un grande elenco di personaggi importanti: Sean Connery, Ronald Reagan, Nelson Mandela, Jean Claude Van Damme, Dolph Lundgren, Vladimir Putin, evidenziando nel nostro paese il Re Juan Carlos I, che in gioventù ha praticato Kyokushinkai Karate in modo "reale" fino al grado di secondo Dan, e detiene il grado onorifico di 6 ° Dan, concesso dalla Kyokushinkaikan International Karate Organization, di cui è stato per molti anni parte del Global Advisory Board (Consiglio Consultivo Globale), insieme ad altri grandi personaggi. Così, una delle ragioni per la scelta di Kyokushinkai è che si tratta di un PRODOTTO (Arte Marziale) COMPROVATO e CONSACRATO. 4. CAMERATISMO. Certo, in molte attività, questo emerge in forma di piccoli cerchi sociali che stabiliamo con i nostri colleghi di lavoro, compagni di sport, di hobby, famiglia, ecc, Qui non potrebbe essere altrimenti, ma con un grande carico marziale, con tratti di disciplina, sacrificio, altruismo, ecc, come uno dei miei allievi direbbe, "puro marketing esperienziale", che si basa su ciò che ci porta all'esperienza meravigliosa ed unica di allenarsi duramente, e l'eccellenza nel rapporto con i nostri compagni, "l'esperienza di uso", con i quali sperimentiamo l'evoluzione della durezza, un sentimento che si riduce con il passare del tempo, in modo tale che, nonostante tutta la durezza, può essere eseguito da chiunque; mio caro allievo Santiago lo chiama "marketing di attrazione".


Karate

RAGIONI

Per fortuna sono passati i giorni in cui le palestre di Arti Marziali erano frequentate solo da giovani ragazzi, oggi la gente inizia a praticare a qualsiasi età, in cerca di qualcosa che non può trovare in altre attività. Così, uno dei motivi per scegliere Kyokushinkai è TROVARE UN AMBIENTE SOCIALE ADATTO. 5. KUMITE, l'anima del Kyokushinkai. Il Maestro Oyama ha detto: "Non ci può essere alcuna prova senza combattimento reale. Senza una prova non c'è fiducia, e senza fiducia non c'è rispetto." Kyokushinkai è uno dei più recenti stili di Karate, anche se praticato in precedenza, è


stato ufficialmente istituito nel 1964. Ora, nel XXI secolo, è più vivo che mai a causa della sua particolare visione del combattimento, e può essere osservato direttamente da milioni di persone grazie ai Social Network, che aumentano ancora di più la sua popolarità. Oggi ci sono grandi professionisti del nostro stile che insegnano Karate Kyokushinkai a oltre 20.000 studenti in Spagna, e preparano a loro volta grandi atleti per i diversi tornei locali, regionali,nazionali, internazionali o del mondo. Allo stato attuale, Kyokushinkai è immersa in un Movimento Olimpico, in modo che il Karate possa essere considerato per l'inclusione nei prossimi giochi olimpici di Tokyo nel 2020. Così, uno dei motivi per scegliere Kyokushinkai è il suo SVILUPPO COMPETITIVO AL MASSIMO LIVELLO.


MMA

RAGIONI

CINQUE RAGIONI PER SCEGLIERE MMA A meno che foste stati in coma profondo negli ultimi 20 anni, sarebbe impossibile che non aveste sentito parlare del Vale Tudo (nome vecchio e originale) o delle MMA (Mixed Martial Arts, il nome corrente ed evoluto), anche perché è il sistema alla moda e in maggiore espansione a livello mondiale. Che io, il vostro umile servitore, introduttore dello sport nel mio paese, un ex-combattente e ora istruttore del sistema, voglia consigliarvi alcune ragioni per le quali questo sport dovrebbe essere scelto, potrebbe apparire alquanto sospetto. Ma in questa situazione vi esporrò alcuni motivi oggettivi e legittimi al di là di ogni sospetto, sul perché dovreste iniziare a praticare questo sistema. 1. Combattente completo. Tutte le Arti Marziali sono buone da allenare e ciascuna ci porta i suoi benefici. Tuttavia, nessuna di esse separatamente può farti diventare un combattente migliore, tanto meno un combattente completo. Le arti basate nelle techniche di scherma, ti insegnano come colpire e come proteggerti, ma non


ti insegnano lotta a terra o proiezioni, così come le arti di grappling ti insegnano a combattere con takedown e tecniche di finalizzazione, ma non ti mostrano come colpire e proteggerti dai colpi. Mi riferisco ovviamente alle arti nella loro forma pura e originale, non diluita con tecniche e concetti estrapolati da altre arti. 2. Onore, rispetto e disciplina. Le MMA richiedono grande disciplina, e non intendo le regole di etichetta comuni nelle arti tradizionali, come ad esempio l'ordine di ingresso nel dojo, o l'inchino prima e dopo le lezioni. Se si vuole raggiungere un buon livello di MMA, si deve imparare a coniugare la disciplina del corpo e della mente. Si deve

imparare a mangiare correttamente, dormire bene e allenarsi duramente; sembra facile, ma in realtà richiede grande autocontrollo. Che voi ci crediate o no, la maggior parte di noi atleti MMA non siamo interessati affatto a conflitti violenti oltre il nostro sport, preferiamo la soluzione pacifica dei problemi, anche se questo è un denominatore comune a ogni serio artista marziale. Solo quando si soffre e si vivono sulla propria pelle le situazioni insopportabili affrontate da un combattente nei suoi allenamenti giornalieri, e si è a conoscenza del danno che si può causare o ricevere, si sceglie sempre la soluzione più pacifica. Inoltre, possiamo essere certi che dopo tale allenamento


MMA

RAGIONI


faticoso, lo stress o la rabbia accumulata saranno volati fuori dalla finestra. 3. Allenamento fisico e mentale. Imparare MMA è sicuramente un grande esercizio fisico: Wrestling, Boxe e Jiu Jitsu sono senza dubbio degli esercizi straordinari a livello cardiovascolare. È necessario sviluppare la più alta condizione fisica in modo da non essere esaurito durante il combattimento, il che significa raggiungere alti livelli di resistenza, flessibilità, forza... non credo che sia arrogante dire e riconoscere che fino ad oggi, il lottatore MMA è quello preparato in modo completo; i livelli più elevati richiedono un condizionamento fisico uguale a quello di qualsiasi atleta olimpico. Tuttavia, con lo sviluppo delle più alte capacità di concentrazione e risposta, la vostra mente sarà anche rafforzata, e questo spingerà il vostro corpo al limite. 4: Lotta a livello sportivo. L’ MMA vi offrirà la scelta perfetta di praticare semplicemente come un metodo di condizionamento fisico e anche vi darà la possibilità di combattere legalmente in un ambiente controllato, oltre a ricaricare il vostro spirito con valori

come determinazione e coraggio. Dalle loro origini senza regole alla pratica moderna, i tornei di MMA, sempre sotto stretto controllo medico, si svolgono in attacchi e pesi, come qualsiasi altro sport di contatto. 5. Autodifesa. Perché no? Lo so che alcuni non condividono una tale dichiarazione provenendo da uno sport di contatto, ma non dimentichiamo le sue origini; il fatto che la lotta senza regole diventasse uno sport, è stato il risultato dalla necessità di sopravvivenza di questa arte in quanto tale, rendendola più civile, come era successo in precedenza con il vecchio Ju Jutsu giapponese, che è stato convertito in Judo, e più tardi divenne uno sport. In breve, è stato reso più commerciale. Essendo uno sport, più persone possono praticarlo, e "più praticanti" significa "più soldi". Andate a cercare qualche istruttore che conosca le origini e le antiche tecniche del Vale Tudo. I cosiddetti maestri della "vecchia scuola", sicuramente vi insegneranno a difendervi per le complicate strade del mondo. Buona fortuna con l'elezione, un saluto a tutti nel mio cerchio e alla casa che mi ha fatto essere conosciuto. OSS!


RAGIONI

Krav Maga è un’Arte Marziale israeliana per l'autodifesa, creata dal Signore Imi Lichtenfeld alla fine degli anni '60. Dal nostro punto di vista come autori, il problema non è quello di presentare cinque ragioni per cui scegliere Krav Maga come l'Arte Marziale preferita. La difficoltà è quella di scegliere solo cinque su centinaia di vantaggi, tutti ugualmente importanti, che il Krav Maga offre ai suoi praticanti. 1. Quando Imi ha presentato la sua Arte Marziale al mondo per la prima volta nel 1971, il Krav Maga è stato (ed è tuttora) l'unica disciplina marziale interamente dedicata all'autodifesa, senza gare, movimenti coreografici, dispositivi di protezione, ecc. Solo quando si impara e si conosce la via di Imi, si è in grado di capire la grande differenza tra un'Arte Marziale e un'Arte Marziale di autodifesa. 2. Krav Maga è l'unica Arte Marziale che dà soluzioni per ogni possibile situazione di violenza in strada. È indifferente se il tuo nemico ti attacca a mani vuote o armato di bastone, coltello, pistola o qualsiasi altro tipo di arma simile. Non dimentichiamo che Imi è stato per 20 anni Capo Istruttore di Autodifesa dell'esercito israeliano e ha usato tutta la sua esperienza quando ha creato il Krav Maga. 3. Il metodo di Imi di insegnare autodifesa, si basa sul principio che prima si deve imparare come applicare un determinato attacco nella forma più veloce, più efficiente e più letale, e solo dopo si impara a difendersi contro un'aggressione così mortale. Non è facile trattare con la violenza vera e propria per la strada, e dobbiamo imparare in questo modo.



RAGIONI


4. Il Krav Maga è un arte marziale nel senso tradizionale e stretto della parola. Naturalmente, in questo breve articolo non è possibile spiegare la via intera di Imi, per capire il Krav Maga è necessario praticare con un buon insegnante. Ma come un sistema marziale completo e non solo una raccolta casuale di movimenti con le mani e le gambe, il Krav-Maga è adatto a tutti coloro che vogliano conoscere, sentire e comprendere ciò che è una vera Arte Marziale. Quindi, si può praticare il Krav Maga al fine di migliorare le proprie capacità mentali e fisiche senza enfatizzare la parte dell'autodifesa, o si può imparare un'Arte Marziale e allo stesso tempo trarre l'ulteriore vantaggio di avere una conoscenza completa della legittima difesa. 5. Nel 1977, Imi e il suo allievo Yaron Lichtenstein, fondarono una scuola di Krav Maga, Bukan ("Sala del Guerriero"). Lo scopo della scuola fin dall'inizio era quello di mantenere, conservare e insegnare il modo originale di Imi. La scuola ha oggi centinaia di insegnanti in tutta Europa, con migliaia di studenti dedicati e seguaci di questa meravigliosa Arte Marziale. La Scuola è la garanzia che hanno gli studenti che quello che stanno imparando è il modo originale di Krav Maga, esattamente come è stato insegnato in Israele. L'altissimo livello di formazione e la professionalità del Bukan è di per sé un motivo per venire a imparare Krav Maga.












Texto: Kostas Argyriadis Fotos: Š Budo International & archives


Film e Arti Marziali

Don “The Dragon” Wilson ha partecipato ad oggi a quasi 33 film d’azione, cominciando con il leggendario “Bloodfist” nel 1989, fino al suo film più recente, che non è stato ancora lanciato in Europa, intitolato “The last sentinel”. I film di Wilson, paragonati a quelli di altre stelle delle Arti Marziali come Chuck Norris e Jean Claude Damme, emergono soprattutto per la sua filosofia a basso budget, ragione per la quale ad Hollywood il “Drago” è conosciuto come “Il re dei film d’azione di serie B”. La maggior parte dei film di Wilson sono stati girati appena in un


Film e Arti Marziali


paio di mesi, con un budget di due o tre milioni di dollari, cifra che nell'industria del cinema statunitense è praticamente un nonnulla. Malgrado nessuno dei film di W ilson sia spettacolare, il “Dragoâ€? piace molto all'industria di Hollywood che continua a finanziarlo per la semplice ragione che tutti i suoi film hanno prodotto entrate negli Stati Uniti che vanno dai 4 ai 6 milioni di dollari. BenchĂŠ in Occidente i film di W ilson riescano raramente ad emergere nel grande schermo, mietono importanti successi nel mercato del home video, dove i suoi film normalmente si situano sempre tra i primi 5 posti, il che spiega i suoi quasi 20 anni di successo.



Film e Arti Marziali film di Don Wilson possono dividersi grosso modo in tre categorie: quelli che hanno un filo tematico centrato sulla Kickboxing (le serie di “Bloodfist” e “Ring of Fire”, ecc…), i film di fantascienza futuristi (“Future Kick”, “Cyber tracker”, “Sci-Fighter”, ecc.) ed i film d’azione in generale, la maggior parte con un argomento poliziesco o militare (“Inferno”, “Assault at Ground Zero”, “Al limite della legge”, “Crooked”, ecc…). È vero che Don Wilson non è il miglior attore del mondo e che, in realtà, i suoi ruoli non convincono quasi mai né emergono per la loro credibilità. Dal mio punto di vista, Don Wilson è stato durante tutta la sua carriera un professionista della Kickboxing che ammiro enormemente, ma anche un buon attore dilettante. Tutto ciò poco importa se i calci del “Drago” nel grande schermo continuano ad emozionare i suoi ammiratori. La passione di Don è stata e continuerà ad essere la Kickboxing e durante tutta la sua

I

carriera non ha mai messo da parte la lotta, cosa che è diventata evidente le due volte che è ritornato sui quadrilateri. La prima volta fu il 14 maggio del 1999 a Boston, in un galà di lotta chiamato “Mass Destruction”, nella quale sconfisse Dicky Kimber per KO nel combattimento per il titolo mondiale dell'ISKA. In quello stesso incontro c’erano il leggendario campione mondiale australiano Stan Longinidis “The man” ed il re del Full Contact Rick Roufus “The motor”. La seconda volta fu nell’MGM Grand, a Las Vegas, il 17 marzo del 2000, in un grande spettacolo nel quale Don sconfisse Dewey Cooper, ottenendo un'altra volta il titolo dell'ISKA. Altri grandi nomi presenti in quell’incontro furono Jerome Lebanner, Perry Úbeda, Sa Kmongkol e Mourad Sari. Nel 2004 ci furono delle voci che sostenevano che Don si stesse preparando per tornare sul quadrilatero a Kiev, Ucraina, per un grande galà dell'ISKA, ma alla fine non accadde. Al contrario del resto delle stelle dei film di Arti Marziali (ad eccezione di Chuck Norris), Don


Wilson era già un nome conosciuto a livello mondiale nei ring di Kickboxing, prima di diventare un attore. Per quelli che non conoscono l’incredibile carriera di Don nella lotta, dirò semplicemente che ha vinto 11 titoli mondiali in tre categorie di peso ed in sei organizzazioni differenti. Diamo un'occhiata ai maggiori successi di Don sul quadrilatero: “Il Drago” salì per la prima volta su un ring nel dicembre del 1974, in un momento in cui la Kickboxing (chiamata poi “Full Contact”) stava facendo i suoi primi passi in Occidente. Nel 1979 diventa campione degli Stati Uniti, nel primo incontro di Kickboxing teletrasmesso per il canale sport ESPN. Nel 1980, ancora imbattuto, Don diventa campione del mondo della WKA, la federazione leader di Kickboxing dell'epoca. Sempre alla ricerca di nuove sfide e superando costantemente i suoi limiti, Wilson (assieme al leggendario Benny Urquidez “il motore”) fu il primo lottatore di Kickboxing che osò affrontare i grandi nomi d’Oriente, con il loro gioco e nel loro territorio. Nel 1981 Don vinse per KO in un grande combattimento a Tokyo, trasformandosi di punto in bianco in un fenomeno in Giappone (forse anche in parte per il suo aspetto e le sue origini: la madre di Don è infatti giapponese). Gli anni seguenti, Don affronta e vince tutti i nomi che continuano ad emergere in Oriente, guadagnandosi così l'immagine di stella del ring in Giappone e ad Hong Kong, dove

sconfigge, tra gli altri, il campione del Lumpini, Panja Sornoi. Don osò persino mettersi nella bocca del lupo, affrontando e sconfiggendo a Bangkok, Samart, il campione di Thai. Per capire il contesto, non dobbiamo dimenticare che parliamo degli inizi degli anni ottanta, un momento in cui il resto della comunità della Kickboxing negli Stati Uniti, Europa ed Australia praticava unicamente il Full Contact (con calci solo al di sopra della cintura). Come risultato, nella sua epoca, alcuni dei momenti più spettacolari di Don sul quadrilatero ebbero luogo in combattimenti col regolamento del Full Contact, come la battaglia epica che realizzò contro il campione del mondo di peso Dennos Alexio, nel Marzo del 1984, quando Don vinse ai punti. Un'altra battaglia storica fu la lotta di Wilson nel Dicembre del 1984, contro il leggendario “uomo di ghiaccio” Jean-Yves Theriault. L'incontro che si realizzò nella città canadese di Montreal, rimase in una situazione di pareggio per 12 assalti di un'intensità trepidante. Tuttavia, molti degli spettatori imparziali presenti attorno al quadrilatero, affermano che Wilson avrebbe meritato di vincere quel combattimento. Nel 1987, per una lotta col regolamento della Kickboxing, Don mise KO Branco Cikatic (il primo campione del Gran Premio K-1 nel 1993) e guadagnò la cifra record di 60.000 dollari, il

maggiore premio fino ad allora ottenuto nella Kickboxing. Assai pochi sanno che Don è un pioniere delle MMA: affrontò Art Jimmerson, pugile professionista all’11º posto nel ranking nel 1987, che mise KO dopo pochi assalti con dei calci bassi infallibili. Pressato dai suoi impegni cinematografici, Wilson appese per la prima volta i guanti al chiodo nel 1991, stabilendo un record professionistico di 69 incontri, con solamente cinque sconfitte e 46 vittorie per KO. Fu il suo amico Chuck Norris che gli suggerì nel 1988 di trasferirsi ad Hollywood e di provare fortuna come attore. Seguendo il consiglio di Chuck, Don non ci mise molto a trovare un agente e presto fece piccole parti, ma oltre a queste non gli offrivano niente di meglio e la sua carriera cinematografica sembrava destinata al fallimento.

“Pressato dai suoi impegni cinematografici, Wilson appese per la prima volta i guanti al chiodo nel 1991, stabilendo un record professionistico di 69 incontri, con solamente cinque sconfitte e 46 vittorie per KO.”


Film e Arti Marziali Sul punto di gettare la spugna, la fortuna di Don cambiò quando il famoso produttore di film di serie B di Hollywood, Roger Corman, lesse qualcosa sul “Drago” in una rivista di Arti Marziali. Il film di Jean Claude Van Damme, “Senza esclusione di colpi” (“Bloodsport”) era stato appena lanciato, stava avendo molto successo e Coreman cercava la maniera di fare un film simile, intitolato “Bloodfist”.

Impressionato dalla fama di Wilson, il produttore gli chiese di fare una prova di immagine e subito gli fece firmare un contratto per fare tre film. Il resto della storia è che “Bloodfist” venne girato solamente in 15 giorni, con un budget totale di 300.000 dollari, compreso il cachet di Wilson di 30.000 dollari. Il primo anno, solamente negli Stati Uniti, il film riscosse quasi 2 milioni di dollari ed in tutto il mondo riuscì a fare un bottino di più di 10.000.000 di dollari. Benché “Bloodfist” non possa essere considerato un gioiello del cinema, era nata una nuova stella e gli sponsor da Hollywood diedero luce verde alla carriera cinematografica di Don Wilson. Nella minimalista trama di “Bloodfist”, Don interpreta il ruolo del campione di Kickboxing ritirato Jake Rye, che si reca nelle Filippine dove suo fratello partecipa ad un torneo internazionale di Kickboxing. Jake presto scopre che gli incontri sono illegali e, quel che è peggio, che suo fratello è stato assassinato durante il torneo. Deciso a vendicare la morte di suo fratello e a fare giustizia con i criminali, Rye partecipa al successivo torneo. Uno dei punti forti del film è la partecipazione del leggendario campione del mondo olandese Rob Kaman e dell'ultimo “Mr. Taeboo/Bootcamp” Billy Blanks, come avversari di Wilson.


Seguendo il successo economico di Bloodfist, presto si realizzò una seconda parte che venne lanciata nell’Ottobre del 1990, col titolo di “Bloodfist II”. Bloodfist II, di sicuro migliore del suo predecessore, ricevette buone critiche da “Variety”, la rivista statunitense di attualità del Cinema. La trama: Il lottatore di Kickboxing Jake Rye uccide accidentalmente sul quadrilatero il suo avversario durante un combattimento. Tormentato dai rimorsi e dal senso di colpa, Rye decide di appendere al chiodo i guanti. Tuttavia, le cose cambiano quando scopre di non essere stato lui il responsabile della morte del suo avversario, bensì il suo assistente che aveva drogato il suo avversario con un potente narcotico. Dopo una serie di situazioni, Jake finisce in un'isola dove il terribile “Su” organizza un torneo con lotte all’ultimo sangue (vedasi “I tre dell’Operazione Drago”).

“Su” è la mente criminale che si nasconde dietro il poderoso narcotico che somministra ai suoi lottatori ma, come ci si può aspettare, Jake Rye coglie l'occasione e pone fine a tutti i cattivi. Il famoso campione del mondo Maurice Smith (in un'occasione avversario di Wilson sul quadrilatero in Giappone) partecipa al film, così come l'ex-pugile professionista e campione del mondo James Waring. Negli anni seguenti Don girerà 8 film oltre a “Bloodfist”, benché nessuno di essi abbia avuto il successo della seconda parte di quest’ultimo che, come pensano alcuni, è stato uno dei migliori di Wilson. Nel 1991 gira il suo primo film di fantascienza, chiamato “Future Kick”, un genere che poi “Il Drago” utilizzerà molte volte. La storia si svolge a Los Angeles versione futurista ed è ovvio che copi l'atmosfera di “Bladerunner”. Wilson interpreta un cacciatore di criminali modificato geneticamente.

“La passione di Don è stata e continuerà ad essere la Kickboxing e durante tutta la sua carriera non ha mai messo da parte la lotta, cosa che è diventata evidente le due volte che è ritornato sui quadrilateri.”


Quell'anno, pressato da Corman a dedicarsi al 100% al cinema, Don accetta - benché non senza riserve - di appendere i guanti al chiodo. Tuttavia, contemporaneamente “Il Drago” realizza un nuovo film sul gioco della lotta, chiamato “Ring of Fire”, in un certo senso consolando così le migliaia di ammiratori della Kickboxing delusi dal suo ritiro. Il film si svolge nella Chinatown di Los Angeles, dove le squadre rivali di Kickboxing cinese ed americano si affrontano. Don Wilson, come al solito, è il campione di Kickboxing ritirato che, per circostanze familiari, si vede obbligato a ritornare sul quadrilatero. Uno dei lottatori in questo film è il campione mondiale australiano Stan Longinidis “The man” che viveva negli Stati Uniti in quel momento e si allenava con Benny Urquidez. Dopo tre film di successo nel suo albo d'oro, i produttori di Hollywood proposero di aumentare il cachet di Wilson a 300.000 dollari a film. Tuttavia, “Il Drago” aveva altri piani e si offrì a sua volta come co-produttore dei suoi film, assumendo il rischio economico che questo implicava, ma assicurandosi la partecipazione nelle decisioni dei film che avrebbe fatto a partire da quel momento. Nel 1992 Don comincia una serie di film di arti marziali pure, come “Bloodfist 3”, “Black Belt” e “Bloodfist 4”, dove è evidente lo stretto legame che lo unisce ancora alla comunità della Kickboxing. I ruoli secondari di questi film li interpretano lottatori d’elite di quell'epoca, come il campione mondiale dei

pesi Massimi dell'ISKA, il “Cattivo” Brad Hefton, il campione mondiale dei pesi Leggeri della WKA, Gary Blanck, ed il campione di Karate Shotokan, Tim Baker. Durante tutta la sua carriera cinematografica, Wilson continuerà a contare su compagni di Arti Marziali nei suoi film, soprattutto in varie occasioni sul campione mondiale Pete Cunningham “piedi di zucchero”. L'anno seguente, nel 1993, il campione di Kickboxing ritirato Johnny Wu, ritorna con “Ring of Fire 2”, nel quale una banda commette l'errore di rapire la sua fidanzata, e viene lanciato anche “Out for Blood”, il primo film d’azione di Wilson non basato sulle Arti Marziali, nel quale interpreta un avvocato pacifico che diventa violento per vendicare l'assassinio di sua moglie con l'intervento di alcuni trafficanti di droga. Nel 1994 Don gira quello che sembra essere il suo film preferito: “Ring of Fire 3” (chiamato anche “Lion Strike”), nel quale partecipa anche alla stesura del copione e nel quale lavora anche suo figlio Jonathan. Altri classici famosi di Wilson, a parte le serie di “Bloodfist” e “Ring of Fire”, sono: “Out for blood” (1993); “Cybertracker” (1994) con Richard Norton; il film di terrore “Night Hunter” (1995); “Missione suicida” (1997) con Fred Williamson; “Inferno” (1998) e “Redemption” (2002), nel quale Don condivide il ruolo da protagonista con Richard Norton e Cyntia Rothrock; “Sci-Fighter” (2004), anch’esso con Cynthia Rothrock; “Crooked” (2005) con Oliver G r u n n e r e F re d W i l l i a m s o n e d i n f i n e “ T h e l a s t Sentinel” (2007).




Nei laboratori del WTU, lavoriamo con i seguenti strumenti: 13 + 1 movimenti singoli, che sono divisi in gruppi: WTU FIGHT (LOTTA): Siu Nim Tau (SNT) - Nove modi Chum Kiu (CK) - Quattro onde Mannichino di legno - Doppia onda Biu Tse (BT) - Twister Bastone Lungo - Lavoro di punto Coltello Doppio - Doppio twister WTU GUILD (CORPORAZIONE): Lama - Modo con un'arma 2 Assi & Martelli 2 - Modo con 2 armi Bastone e Lancia - Onde di armi Spada - Twister di arma 4 modi di armi - Doppia onda e doppio Twister con le armi WTU HEAKTH (SALUTE): Serpente di Fuoco - Onde Ali dell'Aquila - Spirali BARAKA - Lavoro del Chi Inoltre insegniamo attraverso il lavoro in coppia, che è stato suddiviso in sequenze.


WT Universe



WT Universe Con queste insegniamo: 1. 7 + 2 QualitĂ Armonizzando le qualitĂ possiamo condurre ogni persona in base alla sua struttura (anatomia) e tendenze naturali. 2. 3 principi di azione + 4 Interazioni Queste sono "le coordinate" con cui esploriamo questa nuova struttura naturale. 3. 2 Concetti di combattimento Attraverso di loro, cominciamo a toccare le funzioni naturali inerenti della nostra natura. Facciamo muovere le persone! Salve!










Il Weng Chun Kung Fu dalle sue origini A Hong Kong, il Weng Chun Kung Fu divenne particolarmente noto attraverso l'accademia di ricerca Dai Duk Lan, fondata dal mio insegnante, il Gran Maestro Wai Yan. Tutti i grandi maestri di Weng Chun hanno usato l’accademia per riunirsi, per allenarsi insieme e per pr eser var e e trasmetter e quest'ar te. Tuttavia, non ci sono stati eventuali scambi con la Cina continentale, dove ha avuto o r i g i n e i l We n g C h u n e s i è d i f f u s o soprattutto tramite la città Fatshan nel sud della Cina. Comunque, il divieto di praticare Kung Fu durante la rivoluzione culturale in Cina dopo la seconda guerra mondiale ha reso impossibile qualsiasi contatto tra le famiglie di Weng Chun a Hong Kong e Cina. A Hong Kung, i maestri di Weng Chun hanno anche temuto possibili azioni penali da parte delle autorità, e per questo motivo, l'aspetto esterno dell'accademia Dai Duk Lan per molti anni è rimasto quello di un a f f o l l a t o m e r c a t o alimentare.


Testo: Andreas Hoffmann, Christoph FuĂ&#x;, Foto: Andreas Hoffmann Studio fotos: www.bodointernational.com



Weng Chun

E

cco perché il fatto di far visita alle famiglie Weng Chun in Cina significava qualcosa di molto speciale per me, per saperne di più su quest'arte e imparare direttamente dalle sue fonti. A partire dagli anni Ottanta ho viaggiato regolarmente da Hong Kong alla vicina Canton, e da lì ho continuato il mio viaggio fino a Fatshan. In quel momento, il Gran Maestro Pang Nam era il rappresentante più noto di Weng Chun nell'area, e quando ho visitato lui e la sua famiglia, sono stato sopraffatto dal suo grande calore, perché fino ad allora, io avevo sperimentato qualcosa di simile soltanto presso i yogi e i lama buddisti. Già all'ingresso di casa sua, ho trovato un manichino di legno nel corridoio. Grandmaster Pang Nam riconobbe immediatamente che, come me, era un maniaco del Kung Fu, e subito mi ha spiegato come funzionava la costruzione. In contrasto con i manichini parete utilizzati dai nostri Maestri di Hong Kong, gli uomini di legno qui sono bloccati nel terreno, il che permette al

praticante di allenarsi e rimanere dietro la schiena di un avversario, un concetto molto importante nel Weng Chun. Immediatamente ho voluto praticare con il manichino di legno e fare domande, ma prima di tutto lui mi ha invitato alla sua sala d'allenamento, nel piano sottostante, dove i suoi figli ed allievi erano in attesa e dove c'era un'altro manichino di legno in mezzo alla stanza. Tutti i suoi fogli hanno mostrato le tecniche al manichino di legno, e lui mi ha spiegato le applicazioni di combattimento individuale, e come sviluppare le diverse potenzialità. Il Gran Maestro Pang Nam aveva inizialmente appreso Shaolin Hung Gar del sud tra il 1934 e il 1947, e poi Wing Chun dal Gran Maestro Chiu Chau e Weng Chun



dal Gran Maestro Lai Hip-Chi, e queste influenze erano chiaramente riconoscibili nella sua forma nel manichino di legno. In quel momento, lo studente senior del Gran Maestro Pag Nam mi ha invitato a fare un po' di combattimento Chi Sao con lui. Lui fu sorpreso di incontrare un praticante di Kung Fu di Hong Kong che fosse stato in grado di resistere i suoi attacchi di spingere e tirare nel Chi Sao, giacchÊ lui era abituato a vincere facilmente i praticanti di Hong Kong, che in genere non si preoccupano abbastanza del loro equilibrio e dipendono troppo dal colpire. Ma io ero ben preparato e ci siamo goduti una bella lotta con l'allievo istruttore. Poi il Gran Maestro ha parlato della struttura del suo programma di Chi Sao. Ho trovato il suo "At Yiu Chi Sao" particolarmente emozionante. "At Yiu" può essere tradotto come "premere l'anca" e "Chi Sao" come "mani appiccicose". In questa particolare forma di Chi Sao, entrambi i particanti si aggrappano alle braccia, per imparare in questo modo a rilevare e sviluppare i diversi effetti della forza, come la trazione, premere e ruotare in direzioni diverse, e il modo da squilibrare l'avversario e proiettarlo allo stesso tempo. Poi lui mi ha spiegato le sue strategie di combattimento chiamate Chi (appiccicare), Mo (al tatto), Dong


(bilanciarsi) e Lip (schiacciare). In risposta alla mia domanda di come combattere a lunga distanza, mi ha preparato un altro combattimento come sparring con Wong Ah Keung, un allievo molto abile. Io l'ho attaccato con diversi calci e pugni, mentre lui faceva un uso intelligente del combattimento a distanza. Lui chiudeva la distanza con un rapido gioco di gambe e un combattimento corpo a corpo di pugno rovesciato coperto ed è entrato, poi ha cercato di sbilanciarmi con veloci pugni a catena. Questo mi ha ricordato molto il nostro programma Weng Chun, e ho ricevuto molti suggerimenti da parte dello studente principale, che rappresenta anche il Gran Maestro Pang Nam e la sua famiglia nelle competizioni. Improvvisamente, il figlio maggiore di Gran Maestro Pang Nam ha preso i coltelli doppi dalla parete, e ad alta voce, è entrato nel nostro scambio di Weng Chun. Ha mostrato la Wu Dip Do, la bellissima forma del coltello doppio del Weng Chun, che da allora è anche diventata parte del mio allenamento. Mi ha mostrato ogni mossa della forma, e le loro applicazioni nel combattimento. Questa forma è facile da imparare, mentre allo stesso tempo ci fornisce una solida base per l'impiego di coltelli e spade. Poi abbiamo parlato dei principi e la storia del Wing Chun, che il Gran Maestro Pang Nam aveva imparato dal Gran Maestro Lai Chi Hip. La linea di tradizione del Weng Chun risale dal Gran Maestro Lai Hip Chi, al nipote del Gran Maestro Lok Lan Goon, e Lok Lan Goon stesso, e più direttamente al nostro antenato nel Weng Chun, San Gam, che è anche conosciuto come Dai Fa Min Kam. Sempre in linea con la tradizione, la nostra arte deriva in ultima analisi dal Tempio Shaolin, e secondo la tradizione fu trasmessa dal monaco Shaolin Yi Chum a Tan Sau Ng, che a sua volta l'ha mostrato ai membri del "gruppo della barca del Giunco Rosso". Infine, ho invitato il Gran Maestro Pang Nam con la sua famiglia e gli studenti in un vicino ristorante, dove è proseguito l’insegnamento. Poi è stato un grande onore per me che lo studente principale, Wong Ah Keung, mi ha invitato a casa sua, dove ci siamo allenati fino a tarda notte. In Cina ho trovato dappertutto l'apertura e l'entusiasmo dei Maestri e praticanti di Kung Fu, e sono molto felice che l'arte del Kung Fu sia riuscita a sopravvivere alla rivoluzione culturale cinese e abbia trovato la sua strada nel tempo presente. Oggi il Kung Fu tradizionale è anche ufficialmente approvato in Cina e riconosciuto come patrimonio culturale.


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KEYSI E IL VALORE DEI NOSTRI SBAGLI "L'esperienza non è ciò che ci accade, l'esperienza è ciò che facciamo con ciò che ci accade"



KEYSI è un metodo STRAORDINARIO Il nome del metodo Keysi deriva da una parola che io non riuscivo a pronunciare correttamente per rispondere a mia madre quand'ero un ragazzino, e invece di dire "que sí" * (pron. "ke si"), io dicevo "qui sí", (ki si). Mia madre ha cercato di aiutarmi e mi ha detto che dovevo dire "que - y - sí", separando entrambe le parole con la congiunzione "y" (e) in modo da sottolineare la pronuncia corretta di ciascuna, ma io l'ho preso pari pari e da allora la mia risposta è stata "queysi". Così il nome "Keysi" viene dalla pronuncia sbagliata di un'espressione. * [Espressione colloquiale spagnola formata dalla congiunzione "que" (che), e l'avverbio "sí" (sì), utilizzata ad esempio per ribadire un'affermazione a una domanda]

COSA SIGNIFICA ESSERE UNA PERSONA STRAORDINARIA? Essere una persona straordinaria non significa avere qualità eccezionali, o fare tutto bene; le persone straordinarie sono oneste con se stesse, perché solo così si può essere onesti con gli altri anche se a volte possono perdersi facilmente nelle forme; ma sono onesti senza mezze verità, sono persone che vogliono agire correttamente nonostante le cose possono andare storte; sono persone umili che accettano in modo naturale il fatto che commettono errori, che riconoscono le loro difficoltà e non cercano di caricare la responsabilità per i loro sbagli sulle spalle degli altri; loro sentono la necessità di contribuire al bene comune, partendo dal miglioramento personale e l'auto-crescita.

COME SI PUÒ DIVENIRE STRAORDINARIO? Il nostro rapporto tra l'istruttore e gli studenti si basa su questo principio, la necessità di prendersi cura e proteggersi l'un l'altro con il desiderio di generare fiducia e vicinanza, solo in questo modo si riesce a ottenere la trasmissione e la forte determinazione di crescita reciproca; questo non significa egoismo o egocentrismo, in realtà non si tratta solo di chiacchierare sui benefici di Keysi come metodo di auto-difesa, ma implica ascoltare e conoscere i sentimenti che un istruttore scatena nei suoi studenti con le sue parole e azioni, nonché i sentimenti che gli studenti attivano nell’ istruttore.


Keysi

“Il nome del metodo Keysi deriva da una parola che io non riuscivo a pronunciare correttamente per rispondere a mia madre quand'ero un ragazzino, e invece di dire "que sí" (pron. "ke si"), io dicevo "qui sí", (ki si). Mia madre ha cercato di aiutarmi e mi ha detto che dovevo dire "que - y - sí", separando entrambe le parole con la congiunzione "y" (e) in modo da sottolineare la pronuncia corretta di ciascuna, ma io l'ho preso pari pari e da allora la mia risposta è stata "queysi". Così il nome "Keysi" viene dalla pronuncia sbagliata di un'espressione.”

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KEYSI È UNA STRAORDINARIA TECNICA DI AUTO-DIFESA L'autodifesa non è una formula che può essere applicata in modo meccanico; essa può essere utilizzata come tecnica per risolvere situazioni semplici, difficili o complessi e cavarsela con più o meno successo, ma la tecnica non è la risposta; la risposta sta nell'atteggiamento, accompagnato da un profondo senso etico dei valori; con questi ingredienti di base possiamo capire la tecnica come un mezzo e non come un fine; quando il metodo è ben sviluppato e non viene applicato come una semplice tecnica, diventa in se stesso una via a detti valori, e questo richiede allenamento e dedizione dall'istruttore e dallo studente. Solo allora possiamo capire che una situazione di rischio scatena emozioni come lo stress, la paura, il panico, e questo avviene consapevolmente o inconsapevolmente, ci domina e rapisce la nostra capacità di pensare e agire con calma e serenità. La cosa più difficile non è quella di imparare un migliaio di tecniche o la loro applicazione, ma raggiungere la profonda comprensione del nostro io interiore; conoscere noi stessi fisicamente ed emotivamente ci aiuterà non solo a controllare quelle emozioni, ma anche a riconoscerle, a non vederle come un nemico, ma come un amico che è lì per aiutarci.

CHE COSA RICHIEDE QUESTO METODO PER FAR SI CHE UNA PERSONA POSSA ESSERE CONSIDERATA STRAORDINARIA? Il metodo Keysi richiede, e allo stesso tempo, presuppone il rispetto per tutti, significa pertanto considerazione per se stessi e per gli altri. Possiamo simbolicamente dire che è un fiore che coltiviamo con cura e offriamo i suoi semi agli altri per migliorare la loro vita. Come ogni arte, da un lato si richiede la conoscenza di alcuni principi e lo sviluppo di tecniche che, insieme alla comprensione della nostra meccanica del corpo, ci aiuterà a imparare e migliorare i nostri strumenti fisici ed emozionali in modo che possiamo raggiungere la nostra espressione personale adattata al nostro potenziale; solo allora saremo in grado di percepire com'è straordinario ciò che sta dietro l'azione; anche se non perfetta nella sua esecuzione, sempre ci permette di guardare con favore a noi stessi ed essere più indulgenti verso gli errori che facciamo costantemente, spesso con le migliori intenzioni. Keysi ha sempre qualcosa di speciale, anche quando non raggiunge i suoi obiettivi e le sue finalità scompaiono a metà strada. La situazione, e questo non è un problema, è che lo straordinario è separato dal normale, da una linea molto sottile che può essere apprezzata solo se siamo disposti a guardare dentro noi con occhi diversi; forse questa è la linea di demarcazione tra l'ordinario e lo straordinario nel Keysi e forse è anche ciò che rende il Keysi un metodo straordinario.


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“La cosa più difficile non è quella di imparare un migliaio di tecniche o la loro applicazione, ma raggiungere la profonda comprensione del nostro io interiore; conoscere noi stessi fisicamente ed emotivamente ci aiuterà non solo a controllare quelle emozioni, ma anche a riconoscerle, a non vederle come un nemico, ma come un amico che è lì per aiutarci.”

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Minou Risso

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GM Martin Sewer


Kung Fu L'elite di Kung Fu della Svizzera, Ospiti in Asia Cronache delle esperienze di Peter Gasser & Alexander Klug "Buongiorno, Sifu", i due istruttori di Kung Fu, Alexander Klug e Peter Gasser, nelle prime ore del mattino, hanno salutato il loro maestro, Gran Maestro Dr. Martin Sewer, all'aeroporto di Zurigo. Un viaggio avventura a Kuching, in Malesia, attende i tre esperti svizzeri nelle Arti Marziali! Il Martial Arts Internazionale Research Institute Of Malaysia, o r g a n i z z a annualmente uno dei più grandi e più importanti eventi nel panorama delle arti marziali. Questo evento che dura diversi gior ni comprende, fra l'altro, un torneo nella categoria di maestri, il Blackbelt Hall Of Fame e molto più ancora. Questa è la prima volta che Martin Sewer, noto esperto in questo campo, viaggia a Kuching insieme a due dei suoi studenti, offrendo loro la possibilità di farsi vedere nel panorama internazionale.

Kuching e Kuala Lumpur, Malesia Dopo un lungo viaggio in tutto il mondo in cui la compagnia aerea ha perso e trovato il nostro bagaglio, abbiamo finalmente raggiunto Kuching, il luogo



Kung Fu dell'avventura. Al mattino presto, ora locale, abbiamo fatto il check-in nell'albergo e siamo stati contenti di vedere l'offerta di cibo sano e le possibilità di praticare fitness del Jetlag Paroli, perché iniziamo oggi stesso! Dopo aver sistemato i bagagli, il nostro Sifu ci ha mostrato un caffè nelle vicinanze. Una pausa molto gradita, per quanto i prossimi giorni, secondo quello annunciato dal nostro Maestro, saranno pieni di attività non-stop. Siete nervosi? - ci ha chiesto mentre ci stavano servendo il tè. Sensa dire nulla, ci siamo stretti nelle spalle e abbiamo pensato: "Non proprio..." Come si può essere nervosi quando non si sa ancora cosa ci aspetta? Sarebbe stato diverso se davvero l'avessimo saputo! Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno è iniziata la cerimonia di apertura. Lo scenario per lo svolgimento di questa cerimonia era in una grande stanza all'interno di un rinomato centro di eventi. Al centro una zona franca per le offerte. A destra e a sinistra c’erano sedie disposte in fila per gli spettatori, erano stimate circa 300 persone. Nel centro, direttamente di fronte alla zona libera, c'era uno scenario costruito con due file di sedili. La fila nella parte posteriore, con bellissime sedie in legno, e quella nella parte anteriore con poltrone sontuose. Era chiaro che quello era il luogo dove si sederebbero accomodati i Maestri e i Grandi Maestri invitati all'evento. Allora è arrivata la prima sorpresa: mentre il nostro Sifu conversava con altri maestri, un'allieva magra e giovane della scuola locale di Kung Fu, si è avvicinata a noi e ha detto: "Vi prego, accomodatevi", indicandoci lo scenario dei Maestri.

"No, no... Noi siamo istruttori, non Maestri!" - le abbiamo detto. Il Sifu, che aveva seguito la conversazione con un orecchio, si è voltato ed ha detto accigliato: "Abituatevi! Qui sono tutti informati circa l'arte e la conoscenza della nostra scuola. Sedetevi al piano superiore, dove stanno i Maestri...!" Sorpresi, insicuri ma in qualche modo orgogliosi, ci siamo seduti sui nostri posti, in seconda fila dietro ai Grandi Maestri. Appena ci siamo seduti, la cerimonia di apertura è iniziata con i discorsi informali degli ospiti d'onore presenti. Tra loro c'era anche un funzionario del governo, che ha viaggiato per l'occasione. Sono seguitit spettacolari esibizioni della Scuola di Kung Fu locale, la tradizionale danza del leone e lo show del Tamburo. Infine, come apertura dell’evento è stata tagliata con l'aiuto di tutti gli ospiti d'onore, una banda rossa. Il nostro Maestro, Martin Sewer, ci aveva già parlato di queste occasioni tradizionali. Tuttavia, la grandezza, il rumore e tutta la pomposità della cerimonia ci hanno lasciati stupiti. Una cosa che ha attirato la nostra attenzione era che assiduamente il nostro Maestro era richiesto ovunque e ognuno voleva stringergli la mano! Quasi come fosse la stella nascosta di questo evento! Sicuramente lo era! Orgogliosi di questo fatto, eravamo sempre più nervosi, pronti in ogni momento a essere chiamati per uscire e dimostrare la nostra conoscenza. Con nostro grande sollievo, questo sarebbe successo il giorno dopo. Dopo una cena rinfrescante, sonno profondo e una power-start per iniziare il nuovo giorno, è arrivatoto per noi lo start definitivo. Il torneo è

cominciato! Dopo che i partecipanti più giovani e i bambini hanno dimostrato le pratiche che migliore conoscevano, dinanzi ad un tribunale arbitrale, il programma è finalmente arrivato alla categoria Master. Uno dopo l'altro, tutti quelli che sedevano nell’alto scenario, questa volta usando la divisa di Kung Fu, hanno fatto un passo avanti e hanno mostrato la loro conoscenza. Non è passato molto tempo fino a che ci hanno chiamati. Superando la nostra paura del palcoscenico, abbiamo fatto le nostre Forme di Bastone e Pugno. Durante la nostra dimostrazione, abbiamo notato che, improvvisamente, molti ospiti e anche qualche arbitro, hanno preso i loro cellulari o la videocamera per scattare foto e fare film. Sudati e un po' senza fiato, ma orgogliosi di aver rappresentato degnamente la KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER, e con essa, la Svizzera, ci siamo seduti di nuovo al nostro posto sulla piattaforma degli ospiti d'onore. Dopo di noi, hanno chiamato il nostro Maestro. Improvvisamente c’è stato silenzio nella stanza. La tensione nell'aria poteva davvero essere avvertita. Ogni movimento è stato seguito minutamente dagli spettatori e registrato con i cellulari e videocamere! Di tanto in tanto si sentiva un’ esclamazione entusiasta, "wow", "oooh", sfuggire dalla gola di un bambino o qualcun’ altro. Abbiamo seguito la rappresentazione del nostro Sifu, super-concentrati, perché c'è sempre qualcosa da imparare. Il nostro Maestro ha finito la sua dimostrazione sotto gli applausi entusiasti ed è tornato al suo posto. Gli ospiti sono stati emotivamente


impressionati dalle sue qualità. Aveva appena avuto il tempo di sedersi, quando è stato chiamato di nuovo. Tutti i Grandi Maestri hanno dovuto dimostrare ancora le loro qualità di fronte degli ospiti, in un corso di una durata di 45 minuti. Noi potevamo sostenere attivamente il nostro Sifu. L'immagine in quel momento era speciale, gli Svizzeri che insegnavano Kung Fu agli asiatici? Per noi la situazione era familiare, perché il nostro Maestro aveva insegnato in Cina e ad Hong Kong. L'apertura e il calore dei nostri tifosi asiatici ci aveva emozionato. Prima abbiamo pensato che questo fosse pura curiosità dagli "stranieri", ma presto un'altra immagine è stata mostrata, un'immagine di vera ammirazione relativa al nostro Kung Fu e la capacità di entusiasmare alla gente. Ore dopo il seminario, si potevano vedere bambini che copiavano e praticavano le tecniche che il nostro Sifu gli aveva insegnato. Il terzo e ultimo giorno, siamo rimasti sorpresi di nuovo: il luogo dello spettacolo aveva cambiato posto all'interno della città. Per la festa di addio e i tributi, è stata regolato e addobbato a festa un luogo ancora più grande, perché ci si aspettava che insieme con i partecipanti, ci sarebbe stato ancora più pubblico e tra gli altri ospiti, anche personaggi del governo. Molto tradizionalmente, il festival si è aperto con tamburi e le danze del Drago e del Leone. Agli ospiti d'onore è stato servito un pranzo. Sapevamo che avremmo dovuto provare di nuovo le nostre capacità. Oltre ad essere nominati tra i partecipanti del torneo, sapevamo che eravamo anche stati nominati per L'"Istruttore dell'Anno 2015". Sifu si è rivolto a noi durante il “lunch” e ci ha detto: "E voi, che volete rappresentare dopo pranzo?”. Allora abbiamo saputo che era arrivata di nuovo la nostra occasione per dare tutto. Così, abbiamo lasciato la sala in un istante per fare un riscaldamento generale e ben presto siamo stati chiamati per il nostro show. Questa volta abbiamo mostrato le forme di Sciabola e di Pugno. Ancora una volta abbiamo dato tutto. Il festival è


Kung Fu arrivato gradualmente al termine e ha raggiunto il punto culminante dello spettacolo, i premi dei partecipanti del torneo e la nomina degli ospiti d'onore. Nella nostra mente esaminavamo le nostre possibilità. Avevamo visto gli altri partecipanti, i nostri concorrenti, e siamo giunti alla conclusione che non l'avevamo fatto così male. Ma sarebbe stato sufficiente? Quando abbiamo sentito i nostri nomi siamo rimasti visibilmente sorpresi. Tutti e due siamo stati premiati con la distinzione di "Istruttore dell'Anno 2015"! Un po' increduli e orgogliosi, ci siamo seduti di nuovo per essere richiamati ancora una volta. Entrambi abbiamo vinto il torneo "Instructor Trophy"! Eravamo eccitati. È stata la ricompensa dell'intensa preparazione, dei tanti allenamenti e del duro lavoro nelle nostre capacità. Ora è estata la volta del nostro mentore, Martin Sewer. Il primo premio che ha ricevuto è stato molto speciale: il "Silver Lifetime Achievement Award"! Questo premio può essere raggiunto solo da colui che ha consacrato la sua vita alle Arti Marziali. Inoltre, è stato premiato come vincitore del tor neo nella categoria di Gran Maestro con il "Granmaster Trophy". E, infine, è stato accolto come "Associate Professor" nel "Blackbelt Hall Of Fame". Essendo i suoi allievi, eravamo orgogliosi. Dopo interminabili sessioni fotografiche con la stampa locale, pubblico e partecipanti (siamo stati letteralmente assediati) abbiamo detto affettuosamente addio agli organizzatori. Ma il viaggio non era ancora giunto al termine! Dopo il fine settimana estenuante, ci aspettavano qualche giorno di riposo nella grande città di Kuala Lumpur. Naturalmente

“La nostra arte non si basa su tecniche, ma su principi. Pertanto, oggi non impariamo una tecnica studiando attentamente i dettagli, ma riceviamo una "chiave" con cui possiamo aprire e migliorare la nostra conoscenza delle tecniche che pensiamo di sapere.” abbiamo approfittato del tempo con il nostro Maestro per conoscere meglio l'arte del originale Shaolin Hung Gar Kung Fu. A volte molto tranquillamente, prendendo caffè e tè, a volte con molto sudore e lezioni di Kung Fu nelle prime ore del mattino. Proprio in queste lezioni con il nostro Maestro, abbiamo saputo il modo in cui lui, ai suoi tempi, aveva imparato. Un piccolo movimento che sembrava molto semplice, ci ha occupato ore. Ciò che in un primo momento

sembrava così facile, è stato rivelato pieno di piccole sfumature e dettagli importanti, senza i quali la tecnica non avrebbe funzionato come doveva. Abbiamo lavorato sodo, spesso anche senza la supervisione del nostro Maestro, e passo dopo passo abbiamo raggiunto il punto desiderato. Abbiamo sviluppato un'altra tecnica molto efficace per il nostro repertorio. La cosa più importante era che il Gran Maestro Martin Sewer non ci ha insegnato "qualsiasi" tecnica che avremmo potuto imparare nel corso degli anni, ma lui ci ha insegnato un principio, un'idea che ha un'importanza vitale nel nostro sistema. La nostra arte non si basa su tecniche, ma su principi. Pertanto, oggi non impariamo una tecnica studiando attentamente i dettagli, ma riceviamo una "chiave" con cui possiamo aprire e migliorare la nostra conoscenza delle tecniche che pensiamo di sapere. Un passo molto incoraggiante, che, aumentando l'attenzione e attivando la riflessione, ci premia con il risultato dell’apprendimento. A causa della crescita della nostra scuola, abbiamo raramente la possibilità di imparare così intensamente dal nostro Maestro. Qui abbiamo visto chiaramente che dobbiamo continuare a lavorareduramente e continuare nelle nostre capacità, se vogliamo ripetere il successo di questo fine settimana a Kuching. Non sappiamo che cosa vuol dire "dormire sugli allori", e per questo abbiamo avuto successo a Kuching, che è stato anche il successo del nostro Sifu e della sua scuola. Come si dice, il cammino è lo scopo o "il cammino si fa camminando". Così è anche nella KUNG FU SCHULE MARTIN SEWER.


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Kung Fu























Autodifesa Polizia BASTON OPERACIONAL POLICIAL Para el Capitán Jacques Levinet, fundador del método del Bastón Operacional Policía o BOP, el uso del bastón en las artes marciales o en la defensa personal no tiene nada que ver con el método profesional que puso a punto. En primer lugar, el material del BOP no es madera, sino metal retractable. En segundo lugar, el BOP se utiliza solo, a diferencia de los otros métodos convencionales que utilizan dos bastones en su disciplina, como el kali o la esgrima. En tercer lugar, la especificidad del uso del BOP por las fuerzas del orden tiene en cuenta los parámetros Policía del método del ROS (Real Operational System), otro método creado por el Capitán. A partir del año 2000, gracias a su triple experiencia como Capitán de Policía, como Gran Maestro de artes marciales y experto internacional de las fuerzas del orden, especialista en defensa personal y en de las tácticas policiales Jacques Levinet, después de realizar su propia reflexión sobre el tema, ha desarrollado un método revolucionario propio del siglo XXI para extraer la esencia de cada detalle importante de esta arma. Y así nació el Bastón Operacional de Policía o BOP que no es una designación nueva, sino un proceso único y eficaz, a favor de las fuerzas del orden, para un uso intermediario y complementario entre el arma de fuego y las esposas. El BOP difiere considerablemente del método estadounidense ASP (Armament System and Procedures) y ahora hay un creciente interés en el mundo entero.



BASTONE OPERATIVO POLIZIA Per il capitano Jacques Levinet, fondatore del metodo "Bâton Opérationnel Police" or BOP (Bastone Operativo Polizia), l'uso del bastone nelle Arti Marziali o Autodifesa non ha nulla a che fare con il metodo professionale che lui ha messo a punto. Innanzitutto, il materiale con cui è costruito il BOP non è di legno ma di metallo retrattile. In secondo luogo, il BOP viene utilizzato da solo, a differenza di altri metodi convenzionali che utilizzano due bastoni nella loro disciplina, come il Kali o la Scherma. In terzo luogo, l'uso specifico del BOP delle forze dell'ordine tiene conto dei parametri di Polizia del metodo ROS (Real Operational System), un altro metodo creato dal capitano Levinet. Dal 2000, grazie alla sua tripla esperienza come Capitano di Polizia, Gran Maestro di Arti Marziali e esperto internazionale in unità delle forze dell'ordine, specializzato nell’ autodifesa e tattiche della Polizia, Jacques Levinet, dopo aver fatto la sua riflessione sul tema, ha sviluppato il suo metodo rivoluzionario del XXI secolo per estrarre l'essenza di ogni dettaglio importante in questo campo. E così è nato il Bastone Operativo Polizia o BOP, che non è una nuova denominazione, ma un processo unico ed efficace per le unità delle forze dell'ordine, per un uso intermediario e complementare tra la pistola e le manette. Il metodo BOP differisce considerevolmente dall'ASP americano (Armament System and Procedures) e ora vi è crescente interesse in tutto il mondo.

ORIGINI DELLA BOP Si basa su altre invenzioni del capitano Lenivet. • SELF PRO KRAV o SPK - Questo metodo di difesa personale, che gode di grande successo in molti paesi, ha dato al BOP la sua originalità per le sue applicazioni pratiche in campo. Le difese SPK sono quelle che hanno permesso al BOP di consolidare suo successo. La pedagogia è diventata la chiave per il successo di questi due metodi, che forniscono sia ai civili che professionisti i mezzi per far fronte alle aggressioni in strada.

• REAL OPERATIONAL SYSTEM o POLICE ROS - C'è un legame interattivo tra il Real Operational System, metodo completo per le unità delle forze dell'ordine, e il TOP (Tonfa Operativa Polizia), che è uno degli elementi, nello stesso modo come il BOP (Bastone Operativo Polizia) e il GTPI (Gesti e Tecniche Polizia Intervento). Il ROS si evolve secondo il suo scopo e il 'feedback' svolto regolarmente dal personale della AJL (Accademia Jacques Levinet). Le difficoltà della strada hanno priorità nel BOP, pertanto la tecnica cade a una priorità secondaria e le manifestazioni narcisistiche non si verificano. La realtà è imposta a scapito della fantasia per fare posto all'operativo. • INADATTABILITÀ DELLA FORMAZIONE – Gli allenamenti del bastone telescopico sono spesso inadeguati, sia a causa della mancanza di tempo o di competenza, sia a causa dell'assenza di un piano di formazione, senza dimenticare anche la mancanza di volontà politica in modo che siano dati i mezzi per raggiungere il successo. Dare un bastone telescopico a un poliziotto non è sufficiente per renderlo operativo, ci deve essere anche un servizio post-vendita. In altre parole, una formazione iniziale e progressiva garantita da un riciclo e 'feed back' regolari. Questo è il motivo per cui il Capitano Levinet ha voluto mettere tutto di nuovo in discussione. La formazione BOP è molto più lunga rispetto alla maggior parte dei casi, e quelle tecniche che non funzionano nella realtà vengono radicalmente eliminate. È stato strutturato un piano di formazione tecnicamente e legalmente, con



Autodifesa Polizia



Autodifesa Polizia assenza di aggressioni stereotipate, attacchi predefiniti, difese sicure con bastone gommapiuma, prese di una mano armata, irrealizzabili in strada. Senza alcuna passività o pratica di ricreazione, ma piuttosto in accordo con la dura legge della strada. I risultati di questo sforzo sono evidenti, la modifica tecnica e l'evoluzione si sono dimostrate vitali e il BOP è diventato realmente operativo nel senso più ampio del termine. • IN CONTRASTO CON IL METODO ASP - I soliti sistemi di formazione del bastone telescopico seguono il metodo ASP degli Stati Uniti, spesso per ragioni commerciali, perché il metodo è fornito in un kit che comprende un bastone con lo stesso nome. Questo metodo prende solo in considerazione come colpire gli angoli bassi, il che contraddice le nostre leggi di autodifesa. In contrasto, il metodo BOP tiene conto del fatto che l'utente deve sapere come bloccare un attacco e proteggere se stesso prima di contrattaccare. Nel metodo ASP, il bastone, le manette o l'arma da fuoco sonno utilizzati gradualmente. Nel BOP, tutto viene utilizzato allo stesso tempo, a seconda della situazione. Inoltre, la differenza di lunghezza del bastone nel metodo ASP (21 pollici) e il BOP (26 pollici) è fondamentale. Infine, nel BOP, il bastone è usato piegato nel corpo a corpo o a discrezione. Parleremo più diffusamente tutti questi punti (lunghezza, complementarità e discrezione). In breve, il metodo ASP, che è specifico per gli Stati Uniti, non è atto alla legislazione e il codice di comportamento della maggior parte dei paesi europei.

SPECIFICITÀ Il BOP dispone di un quadro d'uso in modo che ogni professionista capisca la sua utilità, qualunque sia il suo servizio e la sua dotazione di materiale. L'influenza del GTPI (Gesti e Tecniche Polizia Intervento) è stato un fattore importante, perché si presume che le forze di Polizia intervengano quasi sempre in una squadra. • Lunghezza del BOP - A differenza della maggioranza dei bastoni telescopici usati dalle unità delle forze dell'ordine, che sono di 21 pollici, il BOP ha una lunghezza di 26 pollici per consentire una maggiore protezione, contrattacchi più sicuri e chiavi di neutralizzazione e di comportamento super efficienti. Questa differenza è dovuta al metodo del bastone ASP, che si concentra esclusivamente nel colpire a breve distanza senza pensare alla sicurezza dell'agente, per la neutralizzazione, e il comportamento, senza violenza, dell'aggressore. • Complementarietà - Il lavoro del BOP non viene mai considerato isolatamente, ma prende in considerazione tutto il materiale di coercizione messo a disposizione dai suoi utenti. Un intervento può iniziare con le mani e poi richiedere l'uso del bastone, le manette e, in alcuni casi, l'arma da fuoco per scoraggiare o contrattaccare. Il poliziotto deve adattare perché non si sa mai come e quando il pericolo è finito. Con il BOP, la chiave, l'ammanettamento e puntare con la pistola possono essere concomitanti, in ordine casuale, secondo il rischio. Alcuni parametri sono essenziali, come sfoderare il bastone prima della pistola e viceversa, rinfoderare l'arma prima del bastone, tranne nel caso di una sparatoria immediata di contrattacco. In questo contesto, cambiare la mano che tiene il bastone è indispensabile per utilizzare la mano forte e afferrare le manette o l'arma.

• Punti chiave - Prendono la forma di risposte concrete per gli agenti, da soli o in gruppo, e non quella di un insegnamento puramente teorico. • Distanza - Dipende dalla risposta al pericolo. Se vediamo che sta arrivando, in questo caso, la nostra difesa sarà a distanza e anticipatamente. La lunghezza del bastone favorisce i blocchi indiretti rispetto ai blocchi diretti, grazie alle posizioni di equilibrio con due mani o con una spada in una mano. Se la nostra attenzione non ci ha permesso di vedere arrivare l'attacco, la nostra difesa sarà inaspettata e molto vicina. In questa ipotesi, il riflesso condizionato e i blocchi indiretti con il corpo del bastone sono favoriti, grazie alle posizioni rinforzate del braccio o avambraccio in posizione normale o inversa. Cioè, la distanza condiziona la tecnica naturale, innata e riflessa. • Posizioni - Il BOP non si limita a posizioni banali ma le adatta secondo la situazione, il che apre un’importante campo d'azione negli interventi effettuati in un luogo chiuso o ridotto. La posizione ideale del BOP è il 'GRIP', o afferrare il bastone dall'impugnatura, che offre la possibilità di cambiare facilmente la mano forte, di agganciare e spingere, ma anche bloccare mentre si estrae la pistola per l'auto-protezione. Le altre posizioni BOP (equilibrio, spada, rinforzato, invertito, bastone piegato) proteggono da qualsiasi attacco verso l'alto o verso il basso. La posizione a V facilita la conduzione, sdraiare sul pavimento e il ribaltamento. Il BOP piegato serve non solo a prendere, ma a contrattaccare, forzare, bloccare e a premere sui punti di pressione con tutta discrezione, perché il bastone piegato è meno visibile di quello aperto. • Rilascio di mani - Le tecniche del BOP permettono cambiare la mano per ammanettare o sfoderare la pistola. È necessario anticipare l'evoluzione della situazione. O il contrattacco è sufficiente, oppure è necessario neutralizzare l'avversario, gettarlo a terra, fare l'ammanettamento insieme ad una perquisizione, metterlo in piedi, puntarlo con la pistola per liberarsi da ostacoli, dal bastone alle manette. In sintesi, il BOP non viene rilasciato mai, dal principio alla fine dell'intervento. Le chiavi di torsione e israeliane costituiscono un notevole aiuto poiché liberano entrambe le mani.

PEDAGOGIA PROFESSIONALE Il piano d'allenamento BOP richiede che gli istruttori con il nome di AJL, trasmettano la pedagogia ufficiale con i riferimenti legislativi ed etici insiti in ciascuno dei paesi.


• Spiegazioni legali - Nel BOP, non c'è lettura "cieca" degli articoli della legge sulla legittima difesa. Il poliziotto o il militare, spiega la tecnica utilizzata nell'azione in modo che sia sotto la legge del suo paese. Non si tratta di un semplice ragionamento, ma una dimostrazione tipica di ricostruzione legale. Egli deve garantire, dinanzi a un giudice o un superiore, la legittimità dell'intervento. La pedagogia BOP for nisce tutti i vantaggi legali per ottenere risposte simili in contrattacchi corpo a corpo, in prese al polso, con il

gomito verso l'alto, per evitare qualsiasi spiacevole percussione in faccia. Allo stesso modo, sfoderare la pistola non è sinonimo di ripresa in contrattacco, ma anche uscire da un ambiente ostile o di protezione per l'agente e l'individuo. • Terminologia specifica - Nel BOP, le parole sono un modo per attenuare la responsabilità. Termini come "colpo" o "colpire", sinonimo di aggressività, non vengono mai utilizzate; invece, usiamo la parola "contrattacco", che equivale alla "difesa". Dobbiamo parlare con una voce forte e comprensibile in un

ambiente professionale. Il controllo dei media e i curiosi con i loro telefoni cellulari, foto e video, ci costringono ad un minimo di prudenza. L'intervento coniuga la sicurezza, la protezione e l'azione nel più rigoroso rispetto della legge del paese interessato. • Formazione adeguata - I criteri legali per un intervento nel BOP devono adattarsi al paese candidato. Per esempio, negli Stati Uniti, l'utilizzo dell'arma è meno pressante che nei paesi europei, conseguentemente meno tecnicità di BOP. A causa del divieto di


Autodifesa Polizia utilizzo dell'arma, sebbene in uso in alcuni paesi, il bastone viene utilizzato solo per colpire a breve distanza, senza preoccuparsi dell'auto-protezione. Tuttavia, in Francia e nella maggior parte dei paesi europei, gli agenti sono regolati da leggi specifiche di autodifesa, limitando l'uso di armi da fuoco. Così, loro devono imparare a proteggere se stessi e dominare il bastone telescopico. Di qui l'interesse del BOP per la protezione, le chiavi di coercizione utilizzando la pistola per liberarsi. • Situazioni reali - Il BOP promuove il lavoro di squadra con gli esercizi PLI (Protezione, Collegamento, Intervento), con il bastone da 26 pollici espanso o piegato a seconda della situazione. Non vengono utilizzati bastoni di gomma

spugnosa nell'allenamento, ma il vero bastone in modo di acquisire un buono gesto realistico. A cosa serve un addestramento di sicurezza con un bastone di gommapiuma, che non sarà di alcuna utilità per la strada?

CORSI CON ETICHETTA Il BOP gode di un'aura importante attraverso i seguenti punti. • Programmi multilingue - Gli istruttori BOP della ALJ sono, per la maggior parte, multilingue (inglese, tedesco,

italiano, spagnolo, portoghese) per for nire una formazione diretta e comprensibile per tutti. • L'etichetta ROS - BOP - Il corso, il piano di formazione, il riciclaggio, il feed back e il certificato rinnovabile anno dopo anno, danno agli istruttori ROS BOP un marchio di qualità molto apprezzato. • Formazione su richiesta - Il Capitano Levinet offre la sua competenza, attraverso una formazione iniziale e continua, con unità comuni, così come unità specializzate della Polizia e l'Esercito (Swat, gruppi di intervento) in Francia e in tutto il mondo. Gli istruttori sono anche formati da un corso graduale verso il ROS - qualifica di Istruttore BOP.

• Il riconoscimento internazionale - Le mostre e seminari BOP del fondatore Jacques Levinet nei quattro angoli del mondo, hanno suscitato l'entusiasmo degli esperti internazionali delle forze di sicurezza. Il Bastone Operativo Polizia o BOP non è un accessorio di mostra, come il nunchaku, ma la migliore arma non letale, di cui il Capitano Jacques Levinet è riuscito a estrarre tutta la sua efficienza professionale, finora senza pari.

http://www.academielevinet.com/b aton-police e contact@academielevinet.com




Film di Arti marziali

Rassegna filmica dal GM Maurice Elmalem

La premiere del film "Il ragazzo delle Arti Marziali" nelle sale americane L’anteprima del film è stata in California il 18 settembre 2015, con una risposta fenomenale da parte del pubblico in generale a "Il ragazzo delle Arti Marziali, Attenzione ai bulli", un film che è stato prodotto per il piacere di tutta la famiglia. La storia tratta di un bambino (Robbie Oakes), che preferisce di non mettersi nei guai con i bulli in una scuola pubblica in Florida. A causa di una tragedia, la famiglia si trasferisce da Cleveland a Cocoa Beach, in Florida, a vivere con i parenti che sono leggende e campioni di Arti Marziali. Non sapendo dei retroscena dei suoi parenti, Robbie (Jansen Panettiere), grazie ad un incidente con i bulli, si accorge che sua zia Cindy, interpretata da Cynthia "Lady Dragon" Rothrock, conosce non poche cose circa le Arti Marziali, quando lei è costretta a battere l'aggressore per difendere Robbie con una serie di colpi maestri.


obbie è stato colpito e si è interessato a saperne di più circa la sua esperienza e scopre che lei è sposata con lo zio Glen, interpretato dal leggendario Don "The Dragon" Wilson, 11 volte campione del mondo di Kickboxing, un uomo di grande rispetto e integrità. Dopo aver visitato la scuola di Zio Glen, Robbie decide di imparare la filosofia delle Arti Marziali, il rispetto, il duro allenamento, la dedizione e la gloria. Questo fa di Robbie un vincitore che non solo impara l'auto-difesa, ma insegna anche ai teppisti come Bo (Matteo Ziff), che quando uno ha imparato l'arte dell'auto-difesa al suo massimo livello e il modo più educativo per

R

essere il migliore, può anche essere bravo a scuola e godere di un futuro luminoso in modo divertente. Robbie si innamora di Rina (Kathryn Newton), fidanzata del bullo, che ben presto si accorge del modo irrispettoso in cui è stata sempre trattata e rompe il suo vincolo con lui per avviare un rapporto migliore e più divertente con Robbie e le Arti Marziali. Il film ha avuto un grande impatto su di me e sulle mie radici, per quanto io stesso ho dovuto sopportare il bullismo tutta la mia vita. Da bambino, crescendo in Marocco, e anche da adulto, ho sempre affrontato continue vessazioni. Mi ricordo che c'era gente che lanciava pietre su di noi mentre andavamo a scuola ogni giorno, il che alla fine mi ha costretto a coinvolgermi in interminabili combattimenti di strada, al fine di proteggeremi. Trasferirsi in Israele non ha


Film di Arti marziali fatto alcuna differenza perché ho dovuto affrontare l'intimidazione di ragazzi più grandi spingendomi negli eventi sportivi. Finalmente, quando lavoravo per lo studio Golan e Globus, a Tel Aviv, Israele, come un artista, sono stato assegnato alla promozione dei film di Bruce Lee "Fist of Fury" e "The Big Boss". Ho portato grandi campioni del mondo come il grande Gideon Kadari per far dimostrazioni di Arti Marziali dal vivo sul palco prima dell’uscita di ogni film. Dopo aver visto i film di Bruce Lee oltre 20 volte ero sbalordito. Sono rimasto molto colpito con il cinema e con le tecniche di Arti Marziali, così ho pensato di impararle, non solo per l'auto-difesa, ma anche come uno stile di vita sano e una buona difesa contro lo stress, il che mi ha portato a fare alcune delle gesta più notevoli che abbia mai realizzato. Le Arti Marziali tirano fuori il meglio di noi, dobbiamo fare quello che abbiamo in mente per ottenere il meglio della vita. "Essere il migliore e niente di meno," è uno dei tanti messaggi positivi e temi di amicizia presentati nel film come un mezzo per eliminare la paura nei giovani e negli adulti, e anche promuovere i valori della famiglia e preservare l'essenza vita. La première nelle sale cinematografiche è stata grande durante il primo fine settimana in California e New York. Le sessione del venerdì sono state piene. Mentre in California sono stato molto entusiasta di essere onorato al Museo di Storia delle Arti Marziali, il 20 settembre 2015. È stata una giornata che ricorderò per il resto della mia vita. Grazie a Michael Matsuda per la sua grande ospitalità e per il giorno Maurice Elmalem, presso il Museo di Storia delle Arti Marziali. Infine, il film "Il ragazzo delle Arti Marziali" ha vinto sette premi al Festival come miglior attore non protagonista, miglior attrice non protagonista di cast internazionale, ecc; consigliamo a tutta la famiglia di vedere il film. James Wilson (produttore), Michael Baumgarten (scrittore e regista), e l'intero cast e il team di produzione hanno fatto un ottimo lavoro. Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.martialartskidsmovie.com GM Maurice Elmalem 7 volte campione del mondo, 8 volte detentore del record mondiale Guinness. Autore, produttore, artista, promotore. Editor di Budo Magazine. www.mauricepromartial arts.com


Notizie














Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessioni genuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronte all’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva. La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero dei Miryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicato intensamente. Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerriero negli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere lette indistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi più svariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci di fronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i quali tutti sono abituati ad avere a che fare. Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza e l’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologie interessate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo per animi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete e scrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.




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