Rivista Arti Marziali Cintura Nera 298 Ottobre 2 parte

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“Per poter proseguire devo iniziare tutto di nuovo”. León Gieco

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on più di 75 milioni di abitanti, la Turchia è stata un crocevia storico tra la cultura e la civiltà Orientale e Occidentale. Con una grande diaspora di emigranti in tutto il mondo (dobbiamo evidenziare in Europa l’importante comunità Turca in Germania con più di 2 milioni e mezzo di persone), l’edizione della nostra rivista in questa lingua avrà probabilmente una ripercussione transnazionale molto rilevante. Internet come mezzo di diffusione, permette oggi ciò che era impossibile solo qualche anno fa, una diffusione senza frontiere dei contenuti ogni mese gratuiti della nostra rivista che già supera i 360.000 lettori. Con 8 idiomi, tra cui in almeno 6 le pubblichiamo già da molti anni due volte al mese, le nostre riviste portano il messaggio dei Maestri marziali (di ora e di sempre) a tutto il mondo attraverso le reti. Non farò neppure in questa magnifica occasione un panegirico della nostra rivista, né enfatizzerò come proprio il lavoro che suppone la sua pubblicazione in così tante lingue, perché uno che ha già compiuto sufficienti anni, sa che sono molteplici i fattori che intervengono in tali successi e non sempre attribuibili alle virtù delle persone. Dobbiamo ammettere però, perché i fatti sono testardi, la realtà che a livello di comunicazione implica questa novità: il mondo delle arti marziali sta cambiando, perché oggi più che mai, gli studenti possiedono la capacità di entrare in contatto con informazioni che nei secoli scorsi sarebbero state impensabili. Sul nostro sito web www.budointernational.com si trovano alloggiati in cinque o sei lingue, più di 600 video dei migliori maestri del mondo e, con un solo click, si possono scaricare a prezzi molto economici. Il nostro canale youtube, videobudo, con più di 23.000 iscritti e con 13.983.936 visualizzazioni, fornisce materiale video gratuito alla

“Un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo”. Lao Tse

comunità marziale. Nel nostro sito si possono acquisire attrezzature, libri, ecc... un sogno per un giovane Alfredo Tucci, quando nell’anno 1968 iniziava ad allenarsi alle arti marziali, senza nessun appoggio informativo, oltre ad uno o due libri. Non possiamo tuttavia ignorare l’altra faccia che porta questa facilità. L’informazione da sola non implica l’apprendistato, perchè quello che le arti marziali apportano alla formazione di una persona, non sono solo conoscenze tecniche di autodifesa, ma la costruzione del carattere degli individui. Per questo la presenza e la tutela di un buon Maestro sono assolutamente imprescindibili. Tuttavia, voler riassumere l’enorme patrimonio del marziale solo a conoscenze di ordine tecnico, è tanto idiota quanto ignorare che i tempi sono cambiati. I Maestri di oggi devono aggiornare la loro posizione, perchè le vecchie formule non li faranno raggiungere i risultati di prima. Alcuni stili, come risultato di tutto ciò, giacciono inermi come quadri in un museo, legati ad abitudini e formule anacronistiche, quando la cosa certa è che al loro principio furono innovatori, adattabili e creativi. All’altro estremo, coloro che non vedono al di là del quantitativo, si danno al “tutto vale”, ignorando forse la cosa migliore e più distintiva di queste pratiche tanto antiche quanto gli uomini, cioè, l’uomo stesso, il proprio carattere, l’onore e la formazione interna di valori eterni. Quale sarà comunque la loro posizione, tutti hanno un posto nella nostra rivista.


Alfredo Tucci Direttore Gerente di BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com

Con lo stesso rispetto e ammirazione, ogni mese pubblicheremo per voi i loro insegnamenti, opinioni e messaggi, affinchĂŠ siate voi a scegliere la loro strada, e affinchĂŠ, sia quel che sia, imparino a rispettare e apprezzare quella dei loro fratelli marziali in tutto il pianeta. Benvenuta nella famiglia BUDO Turchia!

Traduzione: Chiara Bertelli

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

e-mail: budo@budointernational.com

Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. e-mail: budo@budointernational.com






Reportaje Nessuno è mai stato così influente nella diffusione mondiale delle Arti Marziali come Bruce Lee. Oserei dire perfino che lo sviluppo delle Arti Marziali in Asia può essere diviso in due importanti periodi: prima e dopo l'era di Bruce Lee. Prima del 1971, anno in cui Lee diventò famoso con il cinema, fuori dei loro paesi di origine nel resto del mondo le Arti Marziali venivano praticate da sparuti gruppi di entusiasti seguaci. Dopo il successo dei film di Lee, milioni di persone, impressionate ed ispirate dal Piccolo Drago, iniziarono a praticare un’arte marziale e questo periodo in Occidente si conosce come “l’era delle Arti marziali”. Nei tre anni successivi agli inizi della carriera cinematografica

Testo: Kostas Argyriadis Foto: Archivio Budo


Dopo 45 anni dalla sua morte, abbiamo trovato l'assassino di Bruce Leee!


Reportage

di Bruce, “tutti facevano Kung Fu”; la serie televisiva presentata da David Carradine era un cult e molti locali si trasformarono in dojo. Dopo 45 anni dalla morte del Piccolo Drago, la questione che ha catturato l'attenzione della comunità internazionale delle Arti Marziali è: che cosa causò la repentina ed inaspettata morte di Bruce Lee nel 1973, un uomo dalle straordinarie condizioni fisiche che aveva solo 32 anni? Fino ad oggi sappiamo che la causa è stata un edema cerebrale, dovuto ad una concentrazione di liquidi nella zona intracranica, ma non si è mai saputo cosa l’abbia causata. In questo articolo cercheremo di svelare il mistero e trovare una risposta ai perché della morte di Bruce Lee.

agli inizi del 1971, con la produzione di “Big Boss”, girato nella foresta tailandese in condizioni durissime, fino al 1973 con “I tre dell’operazione drago”, Bruce aveva lavorato con un costante ed intenso sovraccarico, arrivando fino all’estremo delle proprie forze fisiche e psicologiche. Durante quel breve periodo perse 8 chili e cominciava a mostrare dei segni di esaurimento. Il 10 Maggio del 1973 si trovava negli studi Golden Harves, ad Hong Kong, per doppiare i dialoghi finali di “I tre dell’operazione Drago”. Quel giorno nello studio faceva molto caldo, c’era molta umidità e a peggiorare le cose l'aria condizionata era spenta per non creare problemi al doppiaggio. Ad un certo punto Bruce cominciò a non sentirsi bene ed uscì dallo studio. Dato che non ritornava andarono a cercarlo. Lo trovarono a terra vomitando sconvolto dalle convulsioni. Fu portato immediatamente all'ospedale, dove le sue contrazioni muscolari iniziarono a peggiorare. I dottori gli somministrarono la medicina Mannitol per ridurre l'infiammazione del cervello che gli era stata diagnosticata. Dopo un'ora e mezza Bruce riprese conoscenza, mosse gli occhi a destra e a sinistra e pronunciò alcune parole incomprensibili. Questo episodio spaventò Bruce e dopo due settimane, assieme alla moglie Linda, se ne andò negli Stati Uniti, nel centro medico di UCLA, per

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Reportage cominciare un trattamento di 4 giorni con approfondite analisi al cervello e al corpo. Un neurologo, il dott. David Reisbrod, giunge alla conclusione che Bruce stava soffrendo di convulsioni generalizzate dovute a cause sconosciute e gli prescrisse Dilantin, un'altra medicina. Benché Bruce pesasse solo 62 chili, fu considerato in perfetto stato e venne dimesso. Soddisfatti del risultato, Bruce e Linda ritornano ad Hong Kong, dove iniziò a lavorare al suo nuovo film, “L’ultimo combattimento di Chen”. Il 20 luglio del 1973 Bruce ed il suo socio della compagnia di produzione Concord, e il proprietario degli studi Golden Harvest, Raymond Chow, si

Raymond Chow che arrivò verso le 21,30. Neppure Chaw riuscì a svegliarlo e decise pertanto di chiamare un medico, che invano tentò di rianimarlo e lo spedì d’urgenza all'ospedale. Giunto al Queen Elizabeth, i medici lo portarono immediatamente all'UVI, cominciarono da subito il massaggio cardiaco e gli eseguirono un'iniezione di adrenalina direttamente nel cuore. Non servì a nulla: Bruce Lee era morto. L'autopsia rivelò che la causa della morte era un edema cerebrale, che in altri termini significa un eccesso di accumulo di acqua negli spazi interstiziali dei tessuti encefalici. Ufficialmente la causa è stata il

recarono a casa dell'attrice cinese Betti Tin Pei, allo scopo di parlare dei cambiamenti del copione del film. Di fronte alle lamentele di Lee a causa del suo mal di testa, Ting Pei gli diede un calmante, Ecuagesic, e Bruce se ne andò a riposare per un po'. Chow lasciò l'appartamento per incontrare l'ex attore George Lazenbay e parlare di un ruolo nel film “L’ultimo combattimento di Chen”. Durante il pomeriggio Betty Ting Pei tentò diverse volte di svegliare Bruce, ma questi non rispose; a quel punto chiamò

risultato di una reazione avversa ed anormale al calmante Equagesic. Il 24 settembre, dopo aver ascoltato le testimonianze in tribunale, Mr. Egbert Tung diede il verdetto finale: “morte accidentale”. Un mese dopo esordì “I tre dell’operazione Drago”, che ottenne un incasso pari a 200 milioni di dollari con un costo di 600.000, diventando il film di maggior successo in termini di botteghino. Inevitabilmente, le misteriose circostanze della morte di Bruce fecero innescare ogni tipo di



speculazione e diceria sul motivo della sua morte. Triadi, una lotta, un colpo Dim Mak, overdose di droga, avvelenamento...

Reazione allergica fatale alla cannabis Il dott. Wu, il neurologo che il 10 maggio aveva esaminato Bruce nell'ospedale durante il suo primo episodio, aveva concluso che soffriva di un edema cerebrale e gli aveva amministrato la medicina Mannitol. Questo tipo di droga si usa solo per il trattamento dell'edema cerebrale. È piuttosto

un osmotico diuretico, che viene utilizzato principalmente in caso di overdose da barbiturici e nell'eliminazione dal sistema di un potenziale letale eccesso di sodio, che può causare un’eccessiva concentrazione nei reni. Secondo il dott. Wu questo sodio produsse ipersensibilità alla cannabis e, di conseguenza, produsse l'edema cerebrale e le convulsioni. Il medico della famiglia Lee, il dott. Donald Langford appoggiò questa teoria e confermò che tutte le volte che lo vide, dopo quel 10 maggio, lo trovò eccessivamente teso.

Secondo il dott. Langford, Bruce era particolarmente sensibile agli alcaloidi contenuti nella cannabis, e la stessa serie di eventi che ebbero luogo il 10 di maggio avrebbero poi causato la sua morte qualche mese più tardi. La verità è che il 10 maggio Bruce aveva una certa quantità di cannabis nello stomaco, e la usava regolarmente sotto forma di gomma da masticare e foglie. L'autopsia praticata dopo il 20 luglio rivelò che al momento della morte aveva solamente una minima quantità di cannabis nello stomaco. Coloro che concordano sulla sua


Reportage ipersensibilità alla cannabis, dichiarano che il 10 maggio Bruce fu portato rapidamente all'ospedale e temporaneamente salvato, mentre il giorno della sua morte alcune ore preziose furono perse prima di giungere all’ospedale, ore che permisero alla cannabis di portare a termine il suo fatale compito.

Disidratazione estrema C'è un'altra teoria che sostiene che la morte di Lee sia stata causata da “avvelenamento del co rpo ”, do v u t o ad una mancanza d’acqua. Questo si sa perché, nonostante il suo duro re g i m e d i d i e t a , B r u c e n o n beveva molta acqua, ma consumava molto succo di polpa di Dou Jian, qualcosa di simile al latte di soia. Per sopravvivere il corpo umano ha bisogno di una grande quantità

di acqua. Essa è il principale regolatore della circolazione del sangue e svolge un ruolo cruciale nella filtrazione di sostanze potenzialmente dannose per l'organismo. Se non se ne assume a sufficienza, il sistema reagirà e si ammalerà. Benché il cervello sia solo una quinta parte del peso del nostro corpo, ha bisogno di un 20 percento di circolazione sanguigna.

Avvelenamento Il fatto che il dott. WU, in occasione dell'episodio del 10 maggio, abbia somministrato a Bruce del Mannitol, porta suo fratello Robert Lee a credere che il drago immortale sia stato avvelenato. Gli amici d’infanzia di Lee ad Hong Kong andarono oltre ed accusarono il suo socio Robert Chow di aver avvelenato Lee. Un altro possibile sospetto di

avvelenamento provenne dalla mafia di Hong Kong, la cosiddetta “triade”. Durante gli anni ‘70 ad Hong Kong era pratica comune che le stelle del cinema pagassero per la loro protezione queste triadi. Sin dai suoi primi gior ni ad Hong Kong, Bruce si appoggiare di compiere questa pratica e per questo molti lo consideravano un “cattivo esempio” per gli altri attori e pertanto un modello da eliminare.

Autodistruzione dovuta a due anni di abuso di steroidi. Tom Blecjker, per qualche tempo allievo di Lee ed ex marito di Linda Lee, nel suo libro: “Argomenti non decifrabili: vita e morte di Bruce Lee” sostiene che Lee, sin dagli anni sessanta, assumeva sistematicamente


hascisc e steroidi anabolizzanti. Aggiunge che l'uso di steroidi avrebbe contribuito al danneggiamento fisico ed emozionale di Lee, soprattutto se combinati con altri fattori quali l'esaurimento e dei livelli di tensione prossimi alla morte. Un dottore di Chicago, James Fitkins, presentò una nuova teoria basata su una morte repentina per epilessia. Riteneva che la morte di Lee fosse stata causata da un acuto attacco epilettico chiamato SUDEP, che venne riconosciuto dalla scienza medica nel 1995. Questo implica una convulsione che blocca il cuore e i polmoni e può prodursi per mancanza di sonno ed alti livelli di tensione. Naturalmente il

soggetto deve essere epilettico per essere affetto da SUDEP, ma si è accertato che può succedere anche a persone sottoposte a livelli esagerati di tensione.

Spiegazioni Il punto più debole della spiegazione ufficiale “una reazione allergica all'Equagesic” sta nel fatto che il 10 maggio Bruce non assunse questa medicina. Al contrario, il 10 maggio e il 20 luglio fu trovata nel suo stomaco la cannabis. Quindi, in cosa consiste la sua ipersensibilità a questa sostanza che lo uccise? Dubito, in accordo con il dott. Ronald Teare dell'Università di Londra, che il livello di cannabis

fosse diminuito a tal punto da evitare di provocare una reazione allergica.

Parliamo di avvelenamento A quell'epoca, tutti erano a conoscenza del serio deterioramento della relazione tra Lee e Chow. Molte persone presenti nel set di “L’ultimo combattimento di Chen” confermano che i due discutevano continuamente. In una lettera scritta da Bruce a Run Run Shaw, proprietario degli Shaw Brothers, lo studio cinematografico più importante di Hong Kong in quel momento, si dichiarava completamente in


Reportage disaccordo con Chow e questo sembra confermare i pettegolezzi. Bruce informa in quel messaggio che sarà disponibile dal mese di settembre del 1973 per un film degli Shaw Borthers. Aveva fatto anche una serie di fotografie promozionali per loro. Fonti vicine ai due uomini raccontano anche che, qualche giorno prima della sua morte, Lee e Chow furono protagonisti di un’intensa lite, nella quale Bruce accusò Chow di rubare soldi dalla società della compagnia di produzione Concord. Durante il 1973 Bruce ricevette regolarmente dei copioni per fare un film dalla War ner Bros, compagnia che produsse “I tre dell’operazione Drago”. Si sapeva anche che Bruce stava programmando un grande ritorno negli Stati Uniti per vivere assieme alla sua famiglia e dove, secondo Jacky Chan, specialista di film, aveva in mente di formare una propria compagnia di produzione.


È forse stato Raymon Chow, con la sua paura di perdere la gallina dalle uova d’ oro ed affrontare un'accusa per problemi finanziari, a decidere di chiudere la bocca a Lee per sempre avvelenandolo? Potrebbe essere, ma come si spiegano le relazioni dei giudici nelle quali non si fa menzione di avvelenamento? Negli anni ‘70 Hong Kong era famosa per la sua corruzione e coloro che appoggiano la teoria dell'avvelenamento dichiarano che, con il livello di corruzione di quel periodo, qualunque rapporto medico avrebbe potuto essere facilmente falsificato. Personalmente, non credo che Chow possa aver assassinato Bruce, per la semplice ragione che nessuno avrebbe rischiato di farlo dopo l'episodio del 10 maggio.

Esaminiamo infine la teoria più recente: il SUDEP Il 10 maggio il dott. Wu confermò che Bruce aveva avuto una serie di convulsioni che si alternavano tra la

contrazione del muscolo ed il rilassamento, abbastanza simile ad un attacco di epilessia. Il fatto che il neurologo che lo esaminò a Los Angeles dopo questo episodio, avesse concluso che soffriva di un disordine convulsivo, e il fatto che gli avesse prescritto Dilantin, una medicina normalmente utilizzata per l'epilessia, sembra confermare la presenza di qualche forma di epilessia non dichiarata. È ben noto il fatto che la massa del muscolo pesi più del grasso. Il paradosso di Bruce era che quanto più muscolo aveva, più peso perdeva. È vero che poteva essere in perfetta forma, ma questo non significa che godesse di buona salute. Sistematicamente negli allenamenti bruciava più calorie rispetto a quelle che ingeriva, ed il risultato era un 1% di grasso corporeo in meno, con un peso di 62 chili alla fine della sua vita. Personalmente credo che l’”assassino” di Bruce sia stato il SUDEP, aiutato dallo stesso Lee. Il suo estenuante regime di allenamento associato all’inadeguata assunzione di liquidi, la sua mancanza di riposo e di sonno, i suoi costanti livelli di tensione ed il probabile utilizzo di steroidi, aiutarono il SUDEP a fare il suo decorso. Tuttavia, forse, è stato meglio così. Bruce detestava l'idea di diventare vecchio e morendo al vertice della fama, il drago immortale guadagnò la vita eterna nei cuori di milioni di fans in tutto il mondo.








Il lavoro contenuto in questi DVD mostra la differenza tra il Kyusho e il Dim Mak, per quanto non sono basati sugli stessi obiettivi. Si tratta di una continuazione dei lavori precedenti sul tema "I 6 Mani Ji" e "La Camicia di Ferro" con Budo International. I 6 Mani Ji prevalgono in un'arte chiamata Pangai-Noon o Uechi Ryu, uno dei pochissimi modelli che contengono e si concentrano su queste posizioni specifiche di mano per raggiungere i tessuti più profondi del corpo. Questi DVD mostrano l'uso delle mani, non come mazze, ma piuttosto come pugnali con la potenza di transizione della torsione utilizzata nelle 6 mani Ji, per essere correttamente applicate al Kyusho... e questa è una sfaccettatura assente nelle competenze della maggioranza dei praticanti di Kyusho. Otto KO (compresi i KO per compressione e sanguigni). Questo insieme di due DVD si concentra su una forma apparentemente semplice come Kata Sanchin, attraverso otto fasi di abilità di combattimento. Un sistema marziale completo in un Kata, anche compresi i metodi di "Camicia di Ferro". Vol.1: Introduzione, Obiettivi nelle braccia, la testa e il corpo. Vol.2: Obiettivi nelle gambe, Grappling, Tuite e difesa contro coltelli.

REF.: • KYUSHO 23

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Farang Combat

Farang Combat e l'uso della daga per spingere (Push Dagger) All'interno dello stile marziale Modern Farang Mu Sul (fondato dal Gran Maestro Michael De Alba), l'uso di armi affilate è fondamentale. Il nostro grande maestro, un tecnico altamente riconosciuto nell'uso del coltello, ha messo a punto un vasto programma di tecniche volte a sia l'offensiva che la difesa dei suoi praticanti. All'inter no del Farang Combat possiamo osservare, in modo simile al già citato Farang Mu Sul, tecniche di coltello che si concentrano sull'uso della daga o pugnale per spingere (Push Dagger).



Farang Combat

l Farang Combat ha sviluppato una serie di tecniche per essere utilizzate sia per l'attacco che la difesa in modo reale ed efficace. Nella sua sezione offensiva, il Farang Combat ha diversi approcci d'attacco, di cui, il cosiddetto "Hidden Knife", è uno dei più importanti e impressionanti. In questa tecnica offensiva, l'attacco è sorprendente e veloce, attaccando prima i livelli inferiori e utilizzando diverse aree del nostro corpo in combinazioni, e poi eseguendo l'attacco in modo efficace. Secondo le reti di informazione storica, la Push Dagger, letteralmente, "daga a spingere" (anche chiamato "Push Knife", "Gimlet Knife" o "Fist Knife") è un pugnale di lama breve e una maniglia a forma di "T", progettato per essere brandito nella mano in modo che la lama sporga dalla parte anteriore del pugno, di solito tra il secondo e il terzo dito. Nel corso dei secoli, il Push Dagger ha oscillato in popolarità come arma di combattimento corpo a corpo presso i civili e l'élite militare. Si ritiene che la Push Dagger abbia il suo origine nel subcontinente indiano, ed è associata in linea di principio con il Katar indiano o spada lancinante del XVI secolo. In America, nel XVIII secolo, il coltello è stato adottato da uomini e donne di tutti i ceti sociali, sia come arma difensiva che come un articolo di uso quotidiano. I politici li portavano negli edifici statali e federali, compreso il Campidoglio degli Stati Uniti. Come arma di facile occultamento, la Push Dagger è stata la scelta preferita dei civili che necessitavano di un coltello discreto che potesse essere utilizzato per la protezione personale. Era un'arma comune nelle città negli anni 1800, e di solito era mantenuta nascosta in uno stivale, all'interno di una manica della giacca, o appesa da un bottone del giubetto con una cinghia legata al fodero in cuoio del coltello.

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Farang Combat



Farang Combat














REF.: • LEVI LEVI8

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Minou Risso

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I CALCI NELLE ARTI MARZIALI - Parte 1 In questo spazio, dedicato in particolare allo studio dei calci nelle Arti Marziali e altri sport di contatto, discuteremo le particolaritĂ della sua esecuzione nei diversi stili e il modo in cui gli individui dovrebbero iniziare a preparare se stessi, a seconda della loro morfologia, fisiologia, sesso, etĂ , ecc.


Kenpo


esecuzione di calci, manovre, combinazioni, catene miste (pugni e gambe) e altre specialità in materia, è proprio quello che conferisce realmente "il fascino, la bellezza o lo spettacolo" a qualsiasi artista marziale degno di questo nome. Per fortuna, oggi contiamo su profondi e specifici studi al riguardo di esso. Mi ricordo che in passato, e senza andare troppo lontano, quando ho iniziato la mia pratica di Arti Marziali, nel 1967, la professionalità, l'allenamento, la ricerca e il contrasto statistico erano praticamente inesistenti. E quel che è peggio, dato che era qualcosa di sconosciuto e, allo stesso tempo era un'attività considerata "volgare" e per le persone con poca istruzione e basso status sociale, non vi era alcuna censura, sorveglianza o controllo legale da niente e da nessuno. Quindi, in questo modo, chiunque fosse cinese, giapponese, coreano, o avesse pure lineamenti orientali, apriva una scuola o dojo, affermando di essere stato un Black Belt o un master di qualunque arte, e tutto quello che doveva fare era aspettare che la gente interessata andasse attraverso il botteghino. Che è accaduto in tutti i paesi del mondo e, purtroppo, continua a accadere in alcuni luoghi persino ora, nel 2015. Anche omettendo i nomi, tutti quelli che mi conoscano e che abbiano seguito la mia carriera sapranno immediatamente a chi potrei riferirmi. I miei primi istruttori ci hanno costretto a svolgere esercizi e tecniche selvaggiamente e non se ne fregavano niente se qualcuno era stato infortunato nel tentativo, si era fratturato un'osso o era stato riuscito a farlo. Calciare, secondo loro, è stato: "Dai, più forte, più alto; più forte, più veloce e più alto!", senza una preparazione scientifica o la dimostrazione da parte di coloro che "non avevano mai sudato loro Gi", e si limitavano a dirigere verbalmente i nostri allenamenti, senza muoversi troppo per non sgualcire i loro vestiti. E pensare che ci sono ancora sciocchi che li difendono e cercano spiegazioni per ciò che non le ha! Per me sono stati opportunisti senza alcuna vergogna che hanno approfittato della nostra ignoranza e il nostro

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Kenpo

“L'esecuzione di calci, manovre, combinazioni, catene miste (pugni e gambe) e altre specialità in materia, è proprio quello che conferisce realmente "il fascino, la bellezza o lo spettacolo" a qualsiasi artista marziale degno di questo nome.”


hobby in quelli anni, ciarlatani o manipolatori che hanno stabilito "imperi economici" a scapito di quelli di noi che abbiamo lavorato con entusiasmo e dedicato ogni nostro impegno a qualcosa in cui abbiamo creduto. Per fortuna, a quei tempi ero giovane e sono stato sempre accompagnato personalmente da un bel angelo custode e dai miei genetica. Oggi, entrambi sono accanto a me, grazie a Dio. Ancora mi faccio male ad ogni passo, a seguito di quanto sopra. La cosa buona è che i miei genetica e la mia gioventù mi hanno aiutato a recuperare più velocemente. Comunque, come si può immaginare, ci sono stati molti che hanno abbandonato temporaneamente o hanno rinunciato per sempre. Io sono uno di quelli che sono convinti che tutto è possibile, ma con "ordine e metodo", con perseveranza, pazienza e conoscenza. In caso contrario, ciò che potrebbe darci grandi soddisfazioni rischia di trasformarsi in un veicolo di frustrazione e crearci un complesso per sempre, credendo che le Arti Marziali, o in questo caso l'arte di calciare, non è per noi, non siamo abbastanza buoni per esso o non abbiamo le qualità o il diritto di farlo, perché è qualcosa riservato a pochi "eletti". A Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti d'America, (1992) ho incontrato Grandmaster John Rhee, (Jhoon Goo Rhee). Nato il 7 gennaio 1932, in Corea del Sud, il Maestro Rhee è stato l'introduttore del Tae-Kwon-Do negli Stati Uniti (1950), nonché il creatore delle prime protezioni e accessori Full-Contact e istruttore di molti Famosi ... Ho frequentato un seminario intensivo che ha diretto, dove ha confessato che mai era stato in grado di raggiungere un completo allungamento muscolare o articolare finché un giorno, all'età di 59, ha deciso di ottenerlo .... e ha riuscito a farlo! E proprio lì, davanti a tutti, ha fatto una grande manifestazione della sua abilità che ci ha scioccato, il che conferma che in realtà non vi è alcuna limitazione di età, sesso o razza. Si tratta semplicemente di stabilire l'obiettivo e seguire i passi giusti, con disciplina, sforzo, pazienza e perseveranza. Storicamente, nella mia pratica personale, nei miei insegnamenti, seminari o anche scritti, sottolineo l'importanza di ottenere prima una grande preparazione fisica. È la base di tutto, indipendentemente dallo stile o gli obiettivi perseguiti. Per essere efficace, quello che comanda prima è il nostro corpo fisico. Poi prepariamo intensamente tutto il nostro arsenale, attraverso la disciplina e l'ordine nel nostro allenamento. Non è sufficiente a




Kenpo "credere" che i miei movimenti sono belli, estetici o veloci nello specchio o all'aria. Ciò che veramente conta è se al momento di colpire un oggetto, o una borsa, un pao, un makiwara oppure un avversario, la mia tecnica è efficace o, al contrario, io finisco per farmi del male. In questo processo, il riscaldamento prima di iniziare a praticare le tecniche è qualcosa di essenziale. L'obiettivo è quello di preparare il cuore, i muscoli, i legamenti e le articolazioni in modo che siano in grado di sopportare l'enorme sforzo che dovranno svolgere. Con un buon warm-up attiviamo il nostro metabolismo, che proteggerà la nostra salute e ci terrà al sicuro da possibili lesioni. Inoltre, il riscaldamento migliora la coordinazione intramuscolare. Per questo, amici miei, vi consiglio di prestare molta attenzione alla fase iniziale di riscaldamento. Il suo contenuto e la durata è qualcosa che dovete impostare da soli, a seconda del tempo a disposizione per ogni allenamento e il tipo di esercizi che intendiate di praticare. È anche importante ricordare che sia prima che dopo l'allenamento, è molto sano svolgere esercizi di stiramento. Questo conferisce ai nostri muscoli una maggiore flessibilità e prontezza d’azzione. Ogni volta che eseguiamo esercizi di stretching, evitiamo il disagio nelle nostre articolazioni e facilitiamo una più rapida l'ossigenazione dei nostri muscoli. Sono sicuro che qualche volta avrete sentito allenatori dire che quando si sente dolore ai polpacci, le cosce o la schiena, per esempio, devono eseguirsi esercizi di stretching nelle zone colpite. Con gli esercizi di stretching si riscalda la zona, dopo è necessario rilassarsi e allungarsi ancora una volta, e in pochi minuti si comincia a sentire sollievo. Questo è perché si è sbloccata la zona di dolore, forse colpita da una contrattura naturale a causa di sovrallenamento, o da un colpo o qualcosa di simile. Quando si fa il riscaldamento, allungare e poi rilassarsi; in questo modo l'energia comincia a fluire di nuovo ripristinando, guarendo e rilassando tutto il corpo nel suo percorso. Per esercizi di stretching ottimali, è necessario iniziare allungandosi in modo lento e completamente controllato. Non fare movimenti bruschi o forzare la zona, e non fare rimbalzi o superare la propria soglia del dolore. Il dolore avverte. Ci avverte di una possibile rottura delle fibre, per esempio, che, pur essendo microscopica, produce

grande dolore o disagio, e in genere è lenta a guarire a seconda dell'entità del danno. Io utilizzo molti metodi di stretching che consistono di tensione (per riscaldare il muscolo), rilassamento e estensione e così via. Così facendo si noterà che si sta ottenendo un allungamento maggiore in ogni ripetizione. Tesa, e non appena si sente che la tensione diminuisce continua a spingere un po' di più. La respirazione, come in ogni cosa, è molto importante. Respirate profondamente. Inspirare ed espirare correttamente è molto necessario. Idealmente, la tensione deve essere applicata quando viene rilasciata l'aria (espirazione). In questo modo sarei in grado di rilassare i muscoli e quindi lo "stiramento" ti costerà meno. Sia costante sullo stretching. Vedrai come è gratificante sentire il tuo progresso, e la tua costanza si prenderà cura di premiare a te. Inoltre è anche possibile eseguire solo un programma di stretching che copra tutto il corpo. Questo si può fare un paio di volte a settimana. Eviterai infortuni e risultati verranno visualizzati prima. Dopo l'allenamento è normale avere quello che viene chiamato "Indolenzimento Muscolare a Insorgenza Ritardata". Se il dolore che producono è mite, è un buon segno. Si dice che i muscoli crescono solo quando le micro rotture di fibre muscolari si verificano durante le nostre sessioni d'allenamento, così il nostro corpo saggio allora si dedica a riparare questi fibre danneggiate, rendendole più grandi e sode in modo che siano in grado di resistere agli sforzi a cui saranno successivamente sottoposte. Alla domanda se si può allenare tutti i giorni, la risposta è sì, ma in questo caso è necessario dividere le nostre sessioni d'allenamento. Non è consigliabile s o v r a c c a r i c a re i l c o r p o o l a v o r a re l o s t e s s o g r u p p o m u s c o l a re d u e g i o r n i c o n s e c u t i v i , p e rc h é i m u s c o l i n o n crescono durante l'allenamento, ma nella fase di rigenerazione, che può durare fino a circa 48 ore. GRAZIE ALLA NOSTRA STUDENTE E AMICA NEL PÉREZ PER LA SUA COLLABORAZIONE FOTOGRAFICA IN QUESTO ARTICOLO. Il prossimo mese: "Allungamento". L'importanza della mobilità articolare e lo stretching nella pratica di attività fisica.




















Jeet Kune Do “Nell'Oliva Professional JKD Stick Fighting s’impara: un solo bastone, due bastoni, Pananjakman (calci sotto la vita), Dumog, Kina Mutai (cavare gli occhi, mordere, pizzicare, ecc.) e sparring per completare la formazione”


Self Defense

Nel burrascoso mondo del JKD e dintorni è assai difficile navigare con delle garanzie. Non è che non esistano scuole e sistemi di gradi che possano servirci da riferimento, il punto è che non sempre gli uomini incaricati agiscono con la stessa obiettività ed impeccabilità, di modo che l'effimera fama o il buon nome si possono perdere facilmente in un ambiente d'altra parte molto competitivo e ristretto. Negli ultimi tempi, pochi istruttori ci hanno sorpresi come Salvatore Oliva in questa redazione. Il suo impegno, la sua serietà, contrastano ampiamente con molte altre. Che dire della sua tecnica, della sua velocità e delle sue conoscenze…quest’uomo possiede quegli attributi necessari che ci fan capire che con lui si può studiare davvero…ed imparare davvero! Una lunga tappa con Paul Vunack ha creato delle fondamenta magnifiche, una concettualizzazione che ha continuato ad avanzare, arricchita dai criteri offerti da una linea di lavoro affidabile, abile e consistente. Intelligenza, or ganizzazione, efficacia…cose necessarie e desiderabili in qualunque apprendistato, appaiono unite in questo giovane ma esperto Maestro, che sta facendo molto parlare di sé e del quale è un onore presentarvi un nuovo lavoro.



Self Defense Nel suo ultimo video sul combattimento con bastone ci introduce in un mondo che domina ampiamente e che ci permetterĂ di aprire la nostra mente ad aspetti inediti, che solo le distanze di bastone possono offrirci. Aspetti che, peraltro, sono perfettamente applicabili nel combattimento a mani nude. Le difese contro bastone sono parte essenziale di questo lavoro, un video che non deluderĂ gli amanti della materia. Ăˆ necessario segnalare la prossima apparizione di un magnifico libro di questo stesso autore, del quale in redazione abbiamo giĂ avuto notizia e copia preliminare; un magnifico libro sul Jeet Kune Do, per il momento solo in lingua tedesca, ma del quale, senza dubbio, presto potremo avere copie anche nella nostra lingua. Un lavoro molto curato ed interessantissimo.


“SemplicitĂ ed efficacia sono i concetti che usiamo ogni giorno nella nostra ricerca e nel nostro allenamentoâ€?


Self Defense “Il Professional Fighting System include anche la capacità di sopportare situazioni con un’elevata pressione psicologica.”

Professional Fighting System J.K.D. Stick Figting “Molte persone offrono un’Autentica Difesa Personale, ma in realtà assai poche sanno insegnarla. 100% efficace! Semplice e reale. Si tratta di un sistema funzionale, efficiente e professionale, basato sull'efficacia e sulla semplicità”.

Che cos’è il Professional Fighting System (PFS)? Il Professional Fighting System è un sistema di combattimento efficace, rivolto in particolar modo al servizio delle forze dell'ordine pubblico, ma adattato anche all'uso civile. Tecniche semplici e logiche danno come risultato una strategia di difesa facile ed efficace. Tale prospettiva professionale del combattimento marca la differenza e l’efficacia del vincitore. La Professional Fighting Systems (PFS Academy) è un'organizzazione con sede in Svizzera, fondata da Sifu Salvatore Oliva. Si tratta di un sistema professionale, focalizzato sul combattimento puro e duro, vale a dire che ci prepara a sconfiggere un aggressore in una situazione reale per la strada. Il sistema è stato sviluppato -e viene attualizzato costantemente- per arrivare al massimo livello nel minor tempo possibile. Il Professional Fighting System include anche la capacità di sopportare situazioni con un’elevata pressione psicologica. In questo senso, il PFS non è un altro sistema basato sulla tradizione, bensì un


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sistema ultramoderno, con il quale s’impara in poco tempo l'efficacia nel combattimento. Il suo segreto risiede nel basarsi sui riflessi naturali del corpo e copre le quattro distanze del combattimento. La base del metodo è il movimento ritmico, affinché l'allievo non sia lo schiavo di una tecnica fissa, affinché possa muoversi liberamente, spontaneamente e creativamente, rispondendo così in modo adeguato all'attacco. Il lavoro di combattimento con bastone è molto importante, affinché l'allievo migliori le sue tecniche attraverso una migliore coordinazione corporale, forza, spostamento, sensibilità, ritmo, capacità di reazione, esplosività e fiducia in se stesso. Per imparare il sistema non è necessario un allenamento sfibrante o una forza sovrumana.


JKD Stick Fighting Philosophy L’OLIVA Professional Fighting System Philosophy ed in questo caso soprattutto il JKD Stick Fighting, è un sistema professionale di combattimento. Il JKD Stick Fighting è efficace sia nella difesa che nell'attacco. Le tecniche che non apportano un’efficacia assoluta, non si trovano nel programma di apprendistato. Questo è uno dei pilastri dell'insegnamento. Il programma della Professional Fighting System Academy consta di due parti: Self Perfection e Self Preservation. La differenza tra questi due termini è che la Self Preservation è il simulacro del combattimento da strada. Si utilizzano differenti tecniche di pugno, gomito, ginocchio e perfino testate, cioè tecniche che possono mettere fuori combattimento il rivale in breve tempo. D'altra parte impara la Self Perfection, vale a dire la respirazione, il movimento, il ritmo e la filosofia, il cuore dell'Arte Marziale, l'Arte in sé. Attraverso gli esercizi con i compagni, l'allievo impara a sviluppare la Self Perfection e la Self Preservation. È molto importante che non si sviluppi solo un attributo, bensì tutti e due.


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JKD Nell'Oliva Professional JKD Stick Fighting s’impara: un solo bastone, due bastoni, Pananjakman (calci sotto la vita), Dumog, Kina Mutai (cavare gli occhi, mordere, pizzicare, ecc.) e sparring per completare la formazione. Il mio obiettivo e la filosofia del JKD Stick Fighting sono offrire a tutti i miei allievi gli strumenti necessari per sopravvivere a qualunque tipo di attacco. Insegno tecniche semplici, efficaci e reali per la difesa personale, affinché i miei allievi abbiano la possibilità di usarli in situazioni di pericolo. Ogni situazione è diversa, ma il procedimento della difesa o la tecnica usata sono sempre uguali. Alcuni esempi: prima situazione in un club di biliardo. Un uomo ha bevuto troppo ed usando il suo bastone come un mulino a vento, si avvicina pericolosamente a te. Che cosa bisogna fare? Come difendersi? Secondo esempio: un parcheggio sotterraneo, è notte. Noti che si avvicinano due uomini grandi e grossi, uno di essi con una mazza da baseball. Come reagire? Come difendersi? Molto facile: bisogna usare movimenti reali, logici ed efficaci. Nel mio video si vedono alcune delle principali tecniche che forniscono il metodo adeguato, affinché la difesa si sviluppi in modo vantaggioso! Le situazioni appena menzionate possono succedere in qualunque momento e a qualunque persona. Questa è la ragione per la quale insegno il JKD Stick Fighting. Ogni persona dovrebbe imparare a difendersi di fronte a tali situazioni. “Semplicità ed efficacia sono i concetti che usiamo ogni giorno nella nostra ricerca e nel nostro allenamento”.

Programma del JKD Stick Fighting Nel nostro programma del JKD Stick Fighting s’imparano tecniche basilari e principi fondamentali. L'allievo avanzato ha la possibilità di allenarsi con lo sparring. Tale sparring non ha niente a che vedere con il famoso contatto pieno o contatto medio, perché noi nel JKD Stick Fighting usiamo ginocchio, gomito, testa, dita, spalla, chiavi, proiezioni e combattimento al suolo. Nei primi mesi, i principianti imparano molto il lavoro di passi, in combinazione con tecniche ad un solo bastone e a due bastoni, ed anche a mani nude. Per sviluppare rapidità, resistenza e coordinazione, al fine di entrare quanto prima nella corta distanza, è importante dominare tali caratteristiche, perché solo così si schivano contemporaneamente tutti gli attacchi. Tutte le tattiche


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“Nell'Oliva Professional JKD Stick Fighting s’impara: un solo bastone, due bastoni, Pananjakman (calci sotto la vita), Dumog, Kina Mutai (cavare gli occhi, mordere, pizzicare, ecc.) e sparring per completare la formazione.”


“In un confronto non vince chi esegue le tecniche più belle, bensì chi domina le migliori condizioni!”


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Perché è così efficace il JKD Stick Fighting?

che danno la possibilità di un apprendistato nel minor tempo possibile. Indipendentemente dall'angolo di attacco si usano principalmente tre tecniche di difesa (gomitata, ginocchiata, testata) nella combinazione adeguata, ottenendo massima efficacia. L'efficacia nel combattimento si basa su tali tecniche basilari, cioè sulla semplicità e l’aggiornamento continuo. Il JKD Stick Fighting è combattimento di sopravvivenza contro uno o più aggressori armati in qualunque distanza, cioè combattimento da strada reale. Efficacia nel JKD Stick Fighting significa azioni rapide, dirette, dure, efficaci e decise. L'efficacia del JKD Stick Fighting si basa sul fatto che la maggior parte dei confronti reali cominciano nella distanza media (“Medium Range”) o corta (“Close Quarter Combat Range”), e le rispettive tecniche finiscono proprio in tali distanze. La cosa migliore è che non sono necessarie conoscenze in altre Arti Marziali o sport di contatto. Età, sesso, peso, costituzione fisica passano in secondo piano. Il programma che voi potete vedere nel terzo video si basa su movimenti reali, brevi, precisi e soprattutto logici, con un'esecuzione semplice e con massima velocità, fluidità e piena potenza. Il nostro obiettivo è offrire solo un sistema professionale di combattimento, allo scopo di usarlo in situazioni di difesa per metter fine il più presto possibile all'aggressione in maniera sicura. Noi vogliamo formare persone con doti pratiche, cioè trasmettere all'allievo una via diretta e rapida affinché egli possa difendere se stesso o la propria famiglia. Raccomando con piena fiducia il sistema Oliva Professional Fighting System ed il JKD Stick Fighting.

Il JKD Stick Fighting è efficace perché i suoi movimenti sono reali e logici, basati su riflessi naturali,

“In un confronto non vince chi esegue le tecniche più belle, bensì chi domina le migliori condizioni!”

impiegate nel combattimento e i disegni dei passi sono gli stessi, indipendentemente dall'arma usata. Queste tecniche influenzano anche il combattimento a mani nude, il cui disegno si chiama Tatsulok (in italiano Triangolo). Nel JKD Stick Fighting esistono tre distanze: - “Largo Mano” per la lunga distanza. - “Sumbrada” per la distanza media (usando pugni, calci bassi con l’obiettivo di raggiungere tibia, ginocchio, caviglia e la zona genitale). - “Close Quarter Combat Range” anche chiamata “Corta” o “Punyo”, per il combattimento corpo a corpo. Qui si usano gomitate, testate, dita, spalla, proiezioni, strangolamenti e morsi. Le estremità dell'arma si usano spesso, perché normalmente non si può usare tutta la lunghezza dell'arma. In tutte le distanze del programma di allenamento si usa il principio “Humbok” (“Fluire come l'Acqua”) per adattarsi ai cambiamenti. Per usare le diverse tattiche, all'inizio s’impara con il bastone ed il coltello la lunga distanza (“Largo Mano Range”). Il secondo passo è l'allenamento nella distanza media (“Sumbrada Range” o “Medium Range”), ed alla fine s’impara il combattimento corpo a corpo (“Close Quarter Combat Range”). Il JKD Stick Fighting è un sistema con tecniche offensive e difensive, che dà luogo all'impiego di passi diagonali ed a forma di triangolo, com’è comune nella maggior parte degli stili filippini. Il JKD Stick Fighting usa il disegno del triangolo per la “Short-Range” (Corta Distanza), passando l’avversario o avvolgendolo, per prendere una posizione vantaggiosa.










Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica Testo: Takahashi Oshihiro Foto: © www.budointernational.com

Esistono formule magiche per migliorare l'apprendistato nelle Arti Marziali? Da quando l'uomo è uomo, ha dedicato i suoi sforzi a cercare scorciatoie che rendano più veloce ed efficace il suo cammino verso gli obiettivi o verso le pr ede che persegue. Se per for mule magiche intendiamo quelle che in un istante ti fanno migliorare il rendimento in allenamento, la risposta è ovviamente no. Dice il proverbio che “non esiste scorciatoia senza lavoro” e questa è una verità universale. Se per magico intendiamo ciò che ci permette di saltare di livello, di avanzare lungo i pendii accorciando la strada verso la cima, la risposta è Sì, ovviamente. Tuttavia, ogni passo evolutivo ha avuto un prezzo da pagare: quando si sceglie qualcosa, è sempre molto quello che si lascia alle spalle e di lato. Ma questa è l'avventura del vivere, la sfida dell'essere umano. Molti Maestri sostengono che la gioia sta nel tragitto, non nella cima. Si può, ciononostante, godere del piacere delle vie alternative nel nostro sentiero e, naturalmente, la cima è sempre la cima, sebbene essa possieda significati molto diversi a seconda di chi la raggiunge. Mi spiego: per alcuni la cima può essere raggiungere l'invincibilità, per altri essere in grado di sconfiggere gli altri (che non è la stessa cosa!), per altri ancora trascendere il combattimento, andare oltre la dualità. In questo contesto, la tecnica è uno strumento indispensabile per ogni allievo. Essa è di per sé una scorciatoia per raggiungere l'eccellenza, ma è nel modo di utilizzarla che troveremo le chiavi segrete che daranno maggiore efficacia al nostro allenamento.


Reportage


Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica “Sentire il movimento non è solo visualizzarlo, bensì realizzarlo allo stesso modo che integriamo le sensazioni che l'accompagnano.”

1. Interiorizza il movimento Quando cominciano a praticare, tutti gli allievi passano per una tappa di sconcerto. Il corpo sembra non rispondere alla mente; emuliamo i movimenti che c'insegnano, muoviamo le braccia e le gambe pensando di fare la stessa cosa degli altri… ma lo specchio s’impegna a smentirci. Durante il processo di apprendistato basilare, dividiamo (o ce li spiegano così) i movimenti per dominarli passo per passo, e a poco a poco cominciamo ad apprenderli. Uniamo le lettere per fare le parole e poi finiamo per comporre delle frasi, fino a che alla fine riusciamo a scrivere un libro. Uno dei trucchi più efficaci durante queste tappe è quello di imparare ad interiorizzare il movimento. Per portare a termine questa cosa, si deve imparare ad allenarsi in solitario, ripetendo le tecniche con gli occhi chiusi. Il punto è che gli esseri umani dipendono molto dal loro senso della vista, per tutto. Annullandolo ripetutamente, riusciamo ad identificare sensazioni che altrimenti tarderebbero molto ad integrarsi nell'insieme di segnali che gestisce il cervello per controllare il movimento. Quando un attacco di pugno parte, genera una serie di sfregamenti, di angolazioni del tronco e delle anche, che danno maggiore o minore efficacia alla sua applicazione. Nel combattimento corpo a corpo, il senso del tatto è essenziale, perché non si può percepire visivamente che cosa fa l’avversario mentre i corpi sono intrecciati. Un piccolo cambiamento del peso può anticipare la seguente entrata nel Judo, tanto quanto uno sguardo “telefona” il seguente attacco nel Karate. Sentire il movimento non è solo visualizzarlo, bensì realizzarlo allo stesso modo che integriamo le sensazioni che l'accompagnano. Quell'informazione crea condotti all’interno del tracciato del nostro sistema nervoso, autostrade, scorciatoie, che risparmiano energia che, alla fine, rimane disponibile per essere usata sotto forma di potenza e di velocità o, cosa più importante, sotto forma di attenzione alle migliaia di variabili e di situazioni che può provocare il nostro rivale. La pratica continuata con gli occhi chiusi darà ali alla tua tecnica, la renderà più efficiente e soprattutto sobria. Il combattimento è sempre una situazione entropica, dove quello che risparmia di più, finisce per vincere, perché chi resiste vince.



Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica “La Maestria si misura sempre nella fluidità dell'esecuzione, nella “complicata semplicità”, nell'efficace naturalezza del praticante.”

2. “No tensione, no ostruzione” I processi di apprendistato presuppongono sempre una notevole usura e sforzo. Questo normalmente succede nella misura in cui, non sapendo quali gruppi muscolari bisogna utilizzare, li si tendono tutti. La Maestria si misura sempre nella fluidità dell'esecuzione, nella “complicata semplicità”, nell'efficace naturalezza del praticante. Se in entrata annulli la tensione, risparmierà un mucchio di energia e probabilmente di lesioni. Prendiamo per esempio una tecnica elementare come il calcio frontale, nella prima parte della tecnica si deve utilizzare i gruppi muscolari della parte anteriore delle gambe, i quadricipiti. Ogni tensione, in questo momento, nei suoi antagonisti, gli iliaci, intorpidirà la sua azione, solo nel momento di completa estensione questi devono tendersi. Praticando applicandoci nell’utilizzo di livelli minimi di tensione indispensabili per muovere la nostra estremità, rallenteremo i movimenti; questo darà l’occasione al cervello di comprendere tutta una serie di implicazioni del resto del corpo nel processo. Se, inoltre, lo facciamo con gli occhi chiusi, l'utilizzo sarà multiplo, “sentiremo” come il nostro peso si muova sulla gamba d’appoggio, come l'anca ascenda, come il tronco contrappesi la nostra azione (altrimenti cadremmo a terra), come si distendano i muscoli dei piedi. Perciò focalizzatevi sul non tendere. Come in quasi tutto nella nostra vita, il peggior nemico siamo noi stessi. Quando ci focalizziamo sul non tendere, smettiamo di interferire negativamente, risparmiamo energia, e scopriamo, senza grandi sforzi, ciò che tarderemo molto a capire seguendo altre vie. Al contrario del vecchio proverbio dei culturisti: “No pain, no gain” (“senza dolore, non c'è guadagno”), l'artista marziale dovrebbe dire: “No tensione, no ostruzione”.



Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica “Quando alleniamo una tecnica in una posizione diversa rispetto a quella nella quale poi la utilizziamo, diamo un'occasione al calcolatore centrale di concentrare la sua attenzione su una sola parte delle fasi di esecuzione.”

3. Allena le tecniche in posizioni diverse Perché imparare a colpire di pugno in piedi, se puoi farlo da seduto? Durante il procedimento di apprendistato, il principio di “dividi e vincerai” è senza dubbio una delle strategie essenziali. Quando alleniamo una tecnica in una posizione diversa rispetto a quella nella quale poi la utilizziamo, diamo un'occasione al calcolatore centrale di concentrare la sua attenzione su una sola parte delle fasi di esecuzione. Capisco che ci si possa sentire più o meno ridicoli a calciare da sdraiati al suolo, in ginocchio o con le spalle al muro, ma in ognuna di queste posizioni stiamo isolando i principali muscoli che interverranno nella tecnica quando l'applicheremo in piedi. Facendolo possiamo concentrarci molto più adeguatamente sulla corretta applicazione del punto due di questo articolo, trasformandoci in veri e propri avari della propria energia. A questo punto si scopre, generalmente, l’inutilità di tendere gruppi muscolari che, in fondo, agiscono solo accessoriamente nell'esecuzione dalle tecniche, modulandone l’applicazione, piuttosto che intervenendo direttamente su di essa, gruppi che il neofita tende inadeguatamente, il che gli sottrae velocità e, di conseguenza, potenza. La stessa cosa vale ovviamente quando, mettendoci in una situazione distinta a quella abituale, mettiamo in discussione l'equilibrio, immagazzinando dati che ci permetteranno di valutare e gestire molto meglio i movimenti compensatori che ogni tecnica implica, nelle specifiche aree che non vengono direttamente impegnate nell'esecuzione di ogni tecnica. Rompere le routine nell'allenamento apre sempre prospettive nuove, coscienti o incoscienti, che ci permetteranno di accelerare l'apprendistato.


Reportage


Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica “Vedere le cose da angolazioni distinte offre al cervello un'occasione per riconsiderare ed affermare quanto imparato, dimensiona le tue abilità e genera un appoggio stabile per essere creativi.”

4. Il mondo “al rovescio”! Seguendo quest’importante chiave di lettura enunciata precedentemente di spezzare le routine, ti propongo di mettere il mondo alla rovescia. Rendi gli attacchi delle difese e le difese degli attacchi. Fai sopra al tuo avversario la stessa cosa che fai sotto, cambia la destra con la sinistra, la sinistra con la destra. Metti il mondo sottosopra! Quando si pratica una tecnica di difesa come attacco o il contrario, si esplora il “lato nascosto” della stessa, chiudendo il cerchio nella tua mente e scommettendo sulla versatilità. Le tecniche rapide eseguile lentamente, quelle lente rapidamente, la tecnica circolare in linea retta e quella in linea retta in modo circolare, il ventaglio di opzioni è quasi infinito per fare del paradosso il tuo alleato. Vedere le cose da angolazioni distinte offre al cervello un'occasione per riconsiderare ed affermare quanto imparato, dimensiona le tue abilità e genera un appoggio stabile per essere creativi. Se le tue combinazioni preferite cominciano con le braccia, per finire con le gambe, fallo al contrario; se prima cerchi di proiettare in avanti per poi approfittare dell'energia difensiva del rivale, prova all'indietro la combinazione opposta; alla peggio scoprirai il motivo per cui quelle e non altre sono le tue preferite, e, forse, persino ti sorprenderai, sorprendendo i tuoi compagni con una vena creativa che ti renderà sconcertante nel combattimento.


Reportage


Le Cinque Chiavi Segrete che miglioreranno la tua tecnica

“Attaccare con la potenza di un'onda che s’infrange sulla spiaggia, colpire come un fulmine, muoversi come un felino, distendersi come una gru, scivolare come una nuvola, avvolgere l’avversario come una raffica di vento, strangolarlo come un boa costrittore…”

5. Osserva la natura. Applica ogni cosa nel combattimento “La teoria si vede nella pratica” recita l'antico proverbio. Una tecnica che non si prova nel combattimento, come il coltello che non si usa, non si affila mai. Le tecniche migliori sono quelle che sorgono come risultato della pressione che esercita l'abilità di un compagno di allenamento. Quando ci si stanca di essere colti sempre impreparati di fronte ad una combinazione, si deve cominciare a visualizzare l'insieme di azioni che la neutralizzerà, allenandosi prima da soli, poi in compagnia e, alla fine, applicando la contromossa con il vostro provocatorio compagno per capire se funzioni o meno. In tale processo, la depurazione tecnica raggiunge i suoi più alti livelli di eccellenza, la realtà è sempre la prova più dura da affrontare e la Maestria deriva sempre dal continuo rapporto con essa. I suoi argomenti sono sempre incontestabili, la natura, la realtà ultima, è l'unico Maestro che non si sbaglia mai, per questo è stata sempre fonte d’ispirazione per i budoka di tutto il mondo. Attaccare con la potenza di un'onda che s’infrange sulla spiaggia, colpire come un fulmine, muoversi come un felino, distendersi come una gru, scivolare come una nuvola, avvolgere l’avversario come una raffica di vento, strangolarlo come un boa costrittore… gli esempi sono ben conosciuti, ma per penetrare nel suo mistero c’è solo una via: allenarsi, allenarsi ed allenarsi… e dopo… allenarsi, perciò buon allenamento!





I

l dolore è il miglior insegnante - questo è stato detto a me molte volte - Hai saggezza! - solo posso sorridere nel dolore perché so il prezzo che ho dovuto pagare per la conoscenza e la saggezza. Col passare del tempo ho deciso che avrei dovuto scrivere su alcune delle mie esperienze, nel tentativo di condividere alcune delle cose che ho imparato. Cresciuto nella sacra terra d'Israele, ho visto come molte persone muoiono ogni giorno uccisi dai terroristi. Da bambino mi ricordo il "Fadayun", i nomi continuano a cambiare nel corso degli anni come "Patah" - OLP Hamas - Hezbollah. Oggi vediamo le stesse azioni sotto i nomi di Al Qaeda e ISIS - omicidi di ISIL. Ho deciso di portare la bandiera dell'amore e della pace in tutto il mondo, nel tentativo di insegnare le mie conoscenze e il mio dolore. Ho servito nell'unità numero uno per contrastare e lottare contro il male del terrorismo. Un giorno, nel corso di una cena, sono stato chiamato "assassino" da un membro della mia famiglia, perché lei era dell'ala sinistra radicale, ed io ho potuto soltanto sorridere nel mio dolore. Qualche anno dopo, l'ho incontrata dopo la perdita del suo migliore amico in un attacco terroristico e lei mi ha detto che dovremmo uccidere tutti. Di nuovo ho sorriso nel dolore, ma questa volta l'ho detto di no, dato che non è il modo.

Ho spiegato a lei che non si può illuminare il buio con più buio, ma solo con la luce. Se continuiamo a scambiare un occhio per un occhio, tutti noi finiremo ciechi. Io non sono un assassino e neppure i miei amici non sono assassini. Come esempio vi racconterò una storia della mia unità, uno dei paramedici aveva resuscitato un terrorista che aveva sparato sui civili. Durante l'incidente in questione abbiamo dovuto rispondere al fuoco e lui è stato successivamente ferito, così gli abbiamo dato pronto soccorso e salvato la sua vita. Il terrorista è stato portato davanti alla giustizia, ma lui non era a conoscenza della storia dell'uomo che aveva salvato la sua vita... Come accadde, il padre di quel paramedico era una leggenda nell'esercito. Un giorno, un gruppo di terroristi membri dell'OLP, hanno attraversato la frontiera e hanno attaccato la sua casa, prendendo la sua mamma e la famiglia in ostaggio, sfortunatamente però tutti fossero uccisi durante l'assalto dell'esercito. Sono morti dagli ordini di Yasser Arafat, il leader dell'OLP. Il padre del paramedico ha insistito sul fatto che sarebbe stato il primo a passare attraverso la

“Un giorno, nel corso di una cena, sono stato chiamato "assassino" da un membro della mia famiglia, perché lei era dell'ala sinistra radicale. Qualche anno dopo, l'ho incontrata dopo la perdita del suo migliore amico in un attacco terroristico e lei mi ha detto che dovremmo uccidere tutti. Di nuovo ho sorriso nel dolore, ma questa volta l'ho detto di no, dato che non è il modo.”


Grandi Maestri

“No luchamos porque odiamos a los que están frente a nosotros, luchamos para cuidar a aquellos que están detrás y queremos”


porta durante l'attacco ai terroristi. A quel tempo il paramedico era un bambino e solo è sopravvissuto grazie alla rapidità di pensiero della sua mamma che lo nascose in una lavatrice quando ha sentito i terroristi abbattere la porta. Più tardi, l'esercito lo trovò in là e poi è diventato un membro dell'unità speciale di lotta contro il terrorismo. No, non siamo assassini. Noi portiamo la bandiera dell'amore e della pace, e solo qualcuno che sia stato in guerra conosce il prezzo dell'amore e della pace. Noi non combattiamo perché odiamo quelli di fronte a noi, combattiamo per mantenere al sicuro quelli che amiamo. I guerrieri non combattono perché odiano quelli che sono di fronte a loro, ma perché amano quelli che sono dietro di loro. Questo po' di saggezza che condivido oggi ha lo scopo di insegnare alla gente di tutto il mondo come affrontare i conflitti e, infine, migliorare la loro qualità di vita. Per concludere, mi viene in mente una storia che ho sentito una volta su un vecchio uomo. A tarda notte, alcuni bambini stavano facendo un sacco di rumore fuori dalla

sua camera da letto mentre lui cercava di dormire. Decise andare fuori e parlare con loro, ma sapeva che se avesse gridato a loro, i bambini non farebbero che rendere più rumore. Così ha chiesto ai bambini di fare molto più rumore e lui darebbe loro dei soldi. Ma solo a condizione che loro farebbero più rumore possibile. Settimana dopo settimana i bambini sono venuti e hanno fatto tutto il rumore possibile, finché un giorno il vecchio a detto a loro che non aveva più soldi. Allora i bambini hanno proclamato: "Non ci sono soldi, non c'è rumore"... A volte, la soluzione per il rumore è la saggezza e questo è ciò che i miei team leader di tutto il mondo portano al pubblico. L'amicizia, la saggezza, l'amore e la pace è la migliore conoscenza che possiamo condividere. Se la mia conoscenza fosse stata stampata in un libro, essa sarebbe stata scritta in un inchiostro di sangue, sudore e lacrime. La mia forza non è venuta dal sollevamento di pesi, la mia forza viene da sollevare me stesso ogni volta che sono stato abbattuto.

“A volte, la soluzione per il rumore è la saggezza e questo è ciò che i miei team leader di tutto il mondo portano al pubblico. L'amicizia, la saggezza, l'amore e la pace è la migliore conoscenza che possiamo condividere.”


Grandi Maestri




Intervista

INTERVISTA AL MAESTRO MARTÍN GARCÍA MUÑOZ Normalmente, il nostro incontro con vecchie conoscenze lungo i sentieri della vita risultano essere un'opportunità molto gratificante, perché ci riportano i ricordi emotivi di fasi precedenti che avevamo lasciato cadere nell'oblio. "Se vuoi lasciare un segno indelebile nel tuo passaggio in questo mondo e in questa vita, devi essere sempre onesto, sincero e umile. Assicurati che tutto quello che fai, pensi e senti nasce dal tuo cuore, e cerca di non fare del male a nessuno. È meglio lasciare sempre tracce di amore e di comprensione, invece di ferite o cicatrici. Sarei sempre ricordato, amato e rispettato da tutto il resto. In altre parole, morirai con onore e soddisfazione."

Introduzione dal Maestro Raúl Gutiérrez López


Uomini Notevoli


Intervista Ogni giorno incontriamo persone nuove, viviamo nuove emozioni e continuiamo a lottare per raggiungere i nostri sogni. Spesso incontriamo anche di nuovo con gli esseri, amici o parenti del passato. Se abbiamo lasciato tale marchio stampato in loro, e non abbiamo causato loro angoscia e dolore, gli incontri sono confortanti. Una di quelle grandi e semplici emozioni è quella che ho spesso sperimentata nel corso degli ultimi anni. In altre parole, provo una grande soddisfazione ogni volta che qualcuno, da qualsiasi parte del mondo, mi contatta per telefono, email o personalmente, per manifestare la sua stima, affetto e gratitudine per qualcosa che io abbia fatto bene in passato per lui o per lei. Questo è qualcosa che spesso ignoriamo o di cui non ci rendiamo conto di quanto sia importante davvero per ogni essere

“Le forze dell'ordine hanno bisogno di essere altamente qualificate in tutti i settori rilevanti per un migliore svolgimento dei loro doveri professionali.”

umano. Tuttavia, è una delle misure che ci rivelano se siamo stati brave persone o meno. Essere coerente con i nostri principi, comportamenti e azioni è molto più importante di quanto molti credono. Nella mia esperienza personale, la maggior parte degli adulatori, quelli che "sembrano di essere i più fedeli", o almeno ciò è quello che cercano di farci credere, sono sempre i primi a "fallire se stessi". Come tutti sappiamo, l'amore, il rispetto, l'ammirazione e la vera amicizia, si mostrano solo con il tempo, e non nel momento in cui qualcuno ci dice. Coloro che non avevano mai promesso nulla, sono stati coloro che, a più lungo termine, mi hanno mostrato il loro affetto vero e sincero, rivelando di essere quelli che meritavano davvero la mia amicizia e facendo cose che mai avrei potuto aspettarmi da loro.

Invece, quei sempliciotti che sono stati costantemente battendo una pacca sulla mia spalla e parlando di come gli "altri" complicano la loro vita e agiscono in modo irrazionale, sono stati quelli che alla fine hanno finito per ribellarsi nel suo egoismo, l'infamia e la slealtà. Questa volta vorrei presentarvi una persona che è stato accanto a me a un certo punto del mio recente passato, e a chi, il destino volle, ho recentemente incontrato. Lui è un uomo entusiasta della vita, amante delle Arti Marziali e dell'istruzione della polizia, tra l'altro. Una persona che, come tutti, è necessario conoscere e cercare di scoprire la sua vera essenza. Si sa che tutti noi diamo un'immagine "sbagliata o vera" di noi stessi nel nostro primo incontro. Tutto dipende dal nostro stato d'animo in quel momento, i vestiti che indossiamo, il nostro


Uomini Notevoli odore e il modo in cui ci comunichiamo. E quel primo colloquio o incontro ci segna ermeticamente. Allora il nostro rapporto, la comunicazione costante e i fatti riveleranno con una maggiore certezza "chi o come siamo realmente". Pochi mesi fa abbiamo tenuto un primo Corso di Autodifesa Professionale per la Polizia a La Herradura, Granada. Specificatamente il sabato 9 maggio 2015. Maestri e Istruttori quali Darío Díaz Castro (Madrid), Martín Luna Verón (Tenerife), Osvaldo Gasparetti Genre da Argentina, e Mónica Couto dal Portogallo sono stati invitati. Al corso, presieduto e supervisionato da Raúl Gutiérrez, presidente della IPSA, hanno partecipato persone di Andalusia (Granada, Malaga, Marbella), Madrid, Portogallo, ecc. E come era da aspettarsi, ci sono stati

molti che io conoscevo, altri che non avevo mai visto prima, e c'erano anche alcune persone che io avevo avuto "semi-dimenticati dal passare degli anni." Questo è stato il caso del mio incontro speciale con il Maestro Martín García Muñoz, una persona, un amico, un compagno nella nostra via marziale e di vita. Abbiamo condiviso il corso, i pasti e le successive chiacchierate del dopopranzo. Abbiamo ricordato i vecchi tempi, situazioni dell'epoca, amici comuni, ecc. Dopo questo ci siamo nuovamente riuniti diverse volte, condividendo familiarmente e pianificando il presente e il futuro. Grazie a questi incontri, mi sono accorto più in dettaglio dei valori dell'amicizia, l'entusiasmo e la generosità. A causa di questo e molto di più, ho deciso di

intervistarlo in esclusiva per Budo Inter national. Ho proposto il progetto a Alfredo Tucci, che ha accettato l'idea con piacere e finalmente ecco la.

INTERVISTA: Budo International: A che età hai iniziato la tua formazione nelle Arti Marziali, dove e con quale stile? Martín García Muñoz: Ho iniziato alla scuola di Andorra la Vella quando avevo nove anni, con il Judo, che era già insegnato oltre alla ginnastica. B.I.: Qual è stato il motivo che ti ha portato a esplorare il mondo delle Arti Marziali? M.G.M.: Da sempre mi ha piaciuto l'azione. Da bambino giocavo cowboy e indiani e ho amato le Arti Marziali da quando le ho scoperte. Ho vissuto in Almería, e tutti sanno che il posto è


Intervista stato, ed è tuttora, il luogo delle riprese di molte grandi produzioni cinematografiche, soprattutto nell'epoca dei cosiddetti "Spaghetti Western" e altri film americani. Il primo documentario in bianco e nero è stato girato lì, nel 1940. Uno dei film più popolari in tutto il mondo, "Per un pugno di dollari", diretto da Sergio Leone e interpretato da Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volonté, Mara Krupp e Klaus Kinski, è stato anche girato a Almería nel 1965. B.I.: Quali stili hai praticato fino ad oggi? M.G.M.: Judo, Karate, Kung Fu, Wu-shu, Pugilato, Taekwon-Do WTF e ITF, Thai Boxe e Kick Boxing. La mia passione per gli sport di contatto e Arti Marziali mi ha sempre portato ad interessarmi in tutti quelli che fossero alla mia portata. Perché, senza cercare nulla in particolare, sono convinto che ognuno di loro ha un lato positivo in vari aspetti della valutazione, sia a livello tecnico che sportivo, nella legittima difesa e soprattutto nei benefici che ci forniscono fisicamente, mentalmente e spiritualmente, anche se quest'ultimo è una frase ripetuta continuamente, semplicemente perché è così. B.I.: Dedichi il tuo tempo libero ad altri hobby o professione? M.G.M.: Ho la mia attività in proprio, ma cerco di dedicare quanto più tempo possibile all'allenamento, all'insegnamento e alla mia crescita personale, nonché a condividere con la mia famiglia, allievi e amici. B.I.: Pensi che tutti gli stili siano pratici, buoni ed efficaci? M.G.M.: Beh, come ho detto prima, ci sono alcuni sport olimpici come il Judo, la Boxe e il TaeKwon-Do che, ovviamente, hanno la loro censura e dei limiti a livello sportivo. Tuttavia, ci forniscono competenze in diversi campi, distanze e applicazioni tecniche, anche se in linea di principio, sono riconosciuti come sport. Le Arti Marziali, il Karate, il Kung-fu, ecc, ci costringono ad una perfezione maggiore nella tecnica, estetica, coordinazione, velocità, forza, ecc, cercando di esprimere al meglio l'arte in questione. Quindi tutto dipende da quello che ogni praticante stia cercando di raggiungere, sia esso l'esercizio fisico, la salute, l'auto-difesa, la gara sportiva, la perdita di peso, incontrare persone ... B.I.: Quali Maestri ti hanno colpito di più o causato un maggiore ammirazione tra quelli che hai incontrato fino ad oggi? M.G.M.: Questo è anche come la domanda precedente. Ogni Master è bravo nel suo sport o arte. Se hanno ottenuto titoli e gradi, è solo perché tutti loro sono riusciti ad eccellere nel proprio campo. Ci sono bravi Maestri, bravi specialisti e bravi istruttori. B.I.: Tra Bruce Lee, Jackie Chan, Jet Li e Tony Haa... quale sceglierei e perché?


Uomini Notevoli


Intervista M.G.M.: Bruce Lee. Perché era un grande artista marziale e un attore. Aveva un carisma impressionante e un'enorme capacità di comunicazione tecnica e gestuale. E tutti sappiamo che era un uomo di 20 o 25 anni avanti dei suoi tempi, nel suo modo di comunicazione e di evoluzione, sia nelle Arti Marziali che ad un livello cinematografico. B.I.: Esiste un limite di età nella pratica del Taekwon-Do? M.G.M.: L'allenamento Taekwon-Do non ha limiti. Alla fine, quando ci manca la forza, possiamo continuare a praticarlo come il Tai Chi, soprattutto se siamo stati consapevoli e seri nel nostro allenamento evitando le ferite che non sono solo possono accadere in Taekwon-Do, ma in tutte le arti e gli sport esistenti nel mondo. Sottoponiamo il nostro corpo e la mente a prove molto dure e, a volte, complicate. Per essere un grande atleta o artista marziale si richiede molta sofferenza, un duro allenamento e di essere molto attenti nella forma. B.I.: A tuo parere, qual è l'Arte Marziale dove si verificano più lesioni? M.G.M.: Statisticamente ho capito che si tratta del Judo, anche se non è più un Arte Marziale ma uno sport, olimpico per di più. Ma forse queste statistiche sono anche a causa dell'enorme numero di praticanti di Judo nel mondo. Più praticanti, più lesioni. D'altra parte, ci sono anche tutte quelle barbare discipline a contatto pieno che sono emerse recentemente e che non possono essere considerate Arti Marziali ma moderni sport di contatto, veramente pericolosi. Quello che succede è che, essendo una minoranza, l'alto livello di pericolo o lesioni nella pratica e il combattimento, non è staticamente percepito.

C.N.: Sei mai stato in Corea o in qualsiasi altro paese orientale, il Giappone o la Cina? M.G.M.: Avevo previsto di visitare la Corea con il mio Maestro di TaekwonDo WTF, ma mi sono cambiato all'ITF e non è stato possible. In ogni caso, quel viaggio in un paese orientale è ancora in corso. B.I.: Non sono d'accordo con le rivalità di alcun tipo. Noi esseri umani riteniamo B.I.: Che cosa ne pensi di quella lunga e costante rivalità che c'è tra di loro? M.G.M.: che la razza umana è perfetta, e forse è potenzialmente così, ma nella nostra vita quotidiana siamo le più goffe creature che esistono. Tante guerre, tanta miseria, tanta sofferenza, quando, In sostanza, tutti abbiamo il diritto di vivere e cercare di essere felici ... se cercassimo di evitare la sofferenza degli altri esseri umani, è più che certo che tutti noi potremmo vivere con dignità e onore. B.I.: Che cosa preferisci, le Arti Marziali tradizionali, lo sport o la difesa? M.G.M.: Le Arti Marziali tradizionali, perché coinvolgono un intero sistema di formazione fisica, tecnica, mentale, spirituale e completa per raggiungere un'esistenza più sana, equilibrata e forte. B.I.: Secondo te, chi sta eseguendo un buon lavoro nell'area delle Arti Marziali in Spagna? MGM: In primo luogo i diversi media specializzati per il loro


Uomini Notevoli contributo sulla comunicazione e la diffusione delle Arti Marziali. E poi, attraverso questi stessi mezzi, possiamo osservare gli abituali Maestri, Istruttori e specialisti con molti anni di esperienza nell'insegnamento, diffussione e sviluppo delle nostre arti e sport. Loro sono stati lì lavorando senza sosta per oltre 20 o anche 30 anni, e continuano a fare il loro lavoro encomiabile. B.I.: In Europa, il nostro continente, quali paesi pensi che siano i più avanzati nei settori delle Arti Marziali o degli sport di contatto? M.G.M.: Olanda, Francia e Germania. Questi paesi sono sempre stati aperti alla conoscenza e allo sviluppo di tutti i tipi di Arti Marziali e sport, offrendo opportunità, sostenendo e realizzando esaustivamente tutte le attività, senza alcuna rivalità o “politica a buon mercato”. B.I.: Quali sono i tuoi stili attuali, i tuoi titoli, e chi li ha concesso a te? M.G.M.: - Master 7 ° Dan della Allied International Tae kwon-Do Council, assegnato dal Gran Maestro Parco Jong Soo, un pioniere del Taekwon-Do. - Istruttore Inter nazionale 6 ° Dan della ITF, International Taekwon-Do Federation. - Master Internazionale 7 ° Dan di Auto-Difesa della Federazione Spagnola di Arti Marziali (Federación Española de Artes Marciales FEAM). - Master Internazionale 7 ° Dan della Federazione Madrilena di Lotta (Federación Madrileña de Lucha). - Maestro di Autodifesa della Federazione Spagnola di Judo (Federación Española de Judo). - Cintura Nera Terzo Grado di Muay Thai della Federazione Pugilistica Spagnola (Federación Española de Boxeo).

- Cintura Nera 3 ° Dan di Wu-Shu della Federazione Spagnola di Judo (Federación Española de Judo). - Istruttore Internazionale di Polizia I.P.S.A. C.N.: Vorrei aggiungere qualcosa di particolare? M.G.M.: Sì, desidero ringraziare tutti i maestri che ho avuto in tutta la mia carriera, in particolare il GM Park Bok Kil della Taekwondo WTF, il GM Mario Pons della TaekwonDo ITF, Thomas Mendez (riposi in pace) , Roger Paschy, il GM Maestro Raúl Gutiérrez e il Maestro Juan Ferrando. E, infine, i miei fratelli marziali: il Maestro José Miguel Martínez Valenzuela, il Maestro Juan Martínez Valenzuela e il Maestro Rafael Castro, per tutti quegli allenamenti duri ma fruttuosi che abbiamo condiviso per molti anni.

AUTODIFESA PER LA POLIZIA B.I.: Sei mai stato legato a qualsiasi settore della sicurezza pubblica o privata, agenzie o settore di polizia? M.G.M.: Durante il mio servizio militare, sono stato istruttore di autodifesa della Polizia Militare di Madrid, e come un poliziotto militare, ho collaborato con la scorta di Re Juan Carlos in azioni militari nella zona di Madrid. B.I.: Come e dove hai iniziato l'insegnamento di autodifesa per la Polizia? M.G.M.: Sono stato insegnando corsi di autodifesa per la Guardia Civil (Guardia Civil), Polizia di Stato e Polizia Municipale da molti anni, così come corsi da tiro per le agenzie private di sicurezza. B.I.: Pensi che l'attuale Legislazione di Polizia agisca a favore o contro il laboro dei suoi agenti? M.G.M.: Beh, in gran parte, e dopo molti anni di ricerca, sviluppo e aggiornamento su questi temi, può dirsi che funziona in modo positivo, anche se, come in ogni legge, ci sono ancora lacune da colmare, che lasciano spesso gli agenti di polizia senza alcuna protezione. A mio parere, le forze di sicurezza dello Stato dovrebbero essere in grado di esercitare un maggior uso della forza; altrimenti non


Intervista

potranno mai essere adeguatamente protetti in situazioni pericolose o ad alto rischio. B.I.: Sei dedicato all'insegnamento su una base regolare o lo fai semplicemente in maniera sporadica? M.G.M.: Metà regolarmente, direi, a causa della mia mancanza di tempo per farlo. Collaboro, studio, ricerco, sostengo e mi rapporto il più possibile. B.I.: Hai qualche progetto o l'intenzione di contribuire in qualche modo a favore degli Agenti di Sicurezza pubblica e / o privata nel nostro paese? M.G.M.: Sì. Con il sostegno e la collaborazione della mia gente e di alcuni settori come l'IPSA e Istruttori professionali, stiamo cercando di organizzare corsi d'allenamento e / o sviluppo che possiamo offrire almeno a Granada e in altre città andaluse. Si svolgerà un primo Corso Professionale di Autodifesa per la Polizia il 3 ottobre 2015, a Granada, diretto dai Maestri Raúl Gutiérrez e Dario Diaz Castro. B.I.: Che cosa è l'Autodifesa Polizia per te? M.G.M.: Qualcosa di molto necessaria e meritevole di sostegno e di protezione. In precedenza, qualsiasi Arte Marziale o sport di contatto sono stati offerti e hanno servito come un metodo di Autodifesa per la Polizia, fino a

quando alcuni poliziotti veterani, che erano esperti in questi materiali, si sono riuniti e hanno cominciato a effettuare uno scambio profuso e di ricerca al fine di progettare i programmi più appropriati per ogni settore della polizia, della sicurezza o della scorta. Raúl Gutiérrez, per esempio, è stato il precursore di questi corsi di formazione della Polizia in Spagna, che hanno avuto inizio nel 1982 con i suoi primi seminari a livello nazionale e internazionale. E lui conosce meglio di chiunque altro che vuol dire questa evoluzione e costante aggiornamento. Suo padre era un "carabinero" (poliziotto, quello che noi conosciamo in qui come "Guardia Civil") in Cile, la sua patria. Quella vicinanza e i suoi contatti personali negli Stati Uniti, lo hanno portato a studiare e ottenere la laurea per portare a noi quello che oggi è sempre più utile e necessario. B.I.: Pensi che i poliziotti dovrebbero avere una libertà di azione più grande per l'uso della cosiddetta "forza di polizia"? M.G.M.: Certamente. I poliziotti dovrebbero essere meglio protetti e tenere i trasgressori al guinzaglio corto, per quanto a volte sembrano di avere più diritti rispetto a quelli che ci sono per proteggerci. B.I.: Qual è la tua specialità all'interno della gamma dei soggetti che vengono insegnati nei corsi di formazione della polizia?


Uomini Notevoli

“I poliziotti dovrebbero essere meglio protetti e tenere i trasgressori al guinzaglio corto, per quanto a volte sembrano di avere piĂš diritti rispetto a quelli che ci sono per proteggerci.â€?


Intervista M.G.M.: L'applicazione di varie tecniche di riduzione e controllo, ammanettato e trasporto. B.I.: A quale agenzie di polizia appartieni in termini di promozione e di sviluppo delle tematiche concernenti la Difesa di Polizia? M.G.M.: Appartengo alla International Police and Security Association, IPSA, presieduta e fondata da Soke Raúl Gutiérrez, Istruttore Internazionale di Polizia. B.I.: Qual è la Comunità in cui tu operi normalmente? M.G.M.: La Comunità Autonoma dell'Andalusia. B.I.: L'insegnamento alla Polizia è facilitato, ci sono aiuti ufficiali? M.G.M.: Beh, ci sono molto pochi, ed in ogni caso non coprono i bisogni reali esistenti sul campo.

B.I.: Per quanto riguarda le varie sezioni dell'istruzione della Polizia, a tuo parere, quali soggetti dovrebbero essere più disponibili e nel dominio di un poliziotto: Legislazione, Diritto Penale, gestione dell'autodifesa, manette, tiro...? M.G.M.: Proprio tutti. Le forze dell'ordine hanno bisogno di essere altamente qualificate in tutti i settori rilevanti per un migliore svolgimento dei loro doveri professionali. B.I.: C'è qualcos'altro che voglia dire, proporre o evidenziare? M.G.M.: Il grande lavoro del Maestro Raúl Gutiérrez nel mondo delle Arti Marziali, in particolare nella diffusione, ricerca e sviluppo dell'Autodifesa della Polizia. B.I.: Grazie! M.G.M.: Grazie a te per questa opportunità…


Uomini Notevoli

“Le Arti Marziali tradizionali coinvolgono un intero sistema di formazione fisica, tecnica, mentale, spirituale e completa per raggiungere un'esistenza piĂš sana, equilibrata e forte.â€?



"Questo DVD si concentra sulle armi da taglio, per conoscere e comprendere tutti i pericoli che queste comportano, e il suo tema principale è la priorità. L'accento principale nella formazione con un'arma da taglio deve essere messo nei rischi associati con tali armi. Il grande pericolo di queste armi è reale, e deve essere trattato come tale. Ciò significa sapere dove stabilire la priorità nella vostra formazione in modo che sia uno strumento di sopravvivenza, se si presenta una situazione del genere. Affrontiamolo, sei tu chi deve sopravvivere, non è il tuo allenatore, lui ti aiuta ad allenare i tuoi obiettivi, ma non è il tuo obiettivo. Le priorità d'allenamento che uso in Latosa-Escrima sono le seguenti: la realtà, la tecnica e gli esercizi. Realtà: È la comprensione di esattamente ciò che potrebbe accadere e dei pericoli quando si utilizza o si affronta un'arma da taglio. Esercizi:. La maggior parte di essi sono utilizzati per sviluppare e migliorare le capacità di movimento utilizzate nell'applicazione tecnica. L'accento in quest’Allenamento con Armi da Taglio deve mettersi nella corretta posizione e nella priorità di sviluppare voi stessi per una situazione del genere. La tecnica non ti darà le competenze per far fronte a un'arma da taglio, ti darà solo lo scenario di come potrebbe funzionare. Non confondere gli esercizi e le tecniche con il sistema, questi sono solo strumenti per sviluppare le tue abilità.

REF.: • LAT-3

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Combat Hapkido

Le dimensioni contano... nel combattimento di punti di pressione Dal Maestro Mark S. Gridley

In articoli precedenti ho condiviso consigli pratici per l'applicazione e l'integrazione di punti di pressione tattici nel modo in cui vengono applicati all'auto-protezione e le sue applicazioni combattive. In quest'ultimo articolo, il mio obiettivo è di aiutare il lettore nell'arte di individuare il bersaglio mentre si lavora con una popolazione diversificata. Nei miei viaggi in tutto il mondo, ho avuto la fortuna di lavorare con una grande varietà di culture ed etnie distintivi, il che mi ha permesso di fare alcune osservazioni anatomiche generali. Dovrei sottolineare che l'obiettivo nello scrivere questo non è quello di concentrarsi su stereotipi o tattiche strutturali su base etnica. In effetti, vorr ei affermar e attraverso la ricer ca scientifica, che, biologicamente, gli esseri umani sono 99,9% geneticamente identici e che la maggior parte delle differenze anatomiche sono dovute all'adattamento a fattori ambientali. Si dovrebbe invece capire che ci sono differenze anatomiche distintive tra la nostra popolazione e cominciare a utilizzare queste conoscenze attraverso l'allenamento.

I

l mondo sta diventando sempre più una popolazione di culture diverse e miste. Questo ci permette di sperimentare una varietà quasi illimitata di cucina gourmet, musica, arte, filosofie e credenze. Come artisti marziali, ci ha anche aperto ad una pletora di stili di combattimento culturalmente specifici e approcci unici per la risoluzione dei conflitti. Mentre molti sistemi o stili di auto-difesa hanno una grande quantità di somiglianze, ci sono anche alcune differenze molto specifici. Ad esempio, il bastone è molto comune in una varietà di arti marziali, tuttavia l'uso del Karambit (coltello specializzato di presa inversa) non è così comune ed è più

di natura culturale. Molti dei sistemi classici più vecchi erano basati sugli incontri di combattimento all'interno di una etnia di dimensioni simili in una geografia simile e con le armi di quel periodo. Un rapido studio dell'oplologia (armi, armature e tattiche di combattimento) e l'antropologia può convalidare questa affermazione, però, nell'area moderna, la popolarità dei sistemi eclettici stanno dimostrando la loro efficacia in quanto possono adattarsi rapidamente alle differenze tra i tipi di corpo se imparati e condivisi apertamente. Ad esempio, l'arte del combattimento Hapkido è stata praticata in tutto il mondo e, come risultato dell'addestramento realistico e l'effettiva



Combat Hapkido applicazione, si è evoluta e continua ad evolversi per rispondere alle esigenze della nostra società in costante sviluppo. L'utilizzo di punti di pressione tattici evolve anche basata sull'ambiente, la cultura, la situazione e la dimensione e la forma del soggetto. Uno degli elementi chiave nell'utilizzo dei punti di pressione è la corretta posizione di questi obiettivi. In articoli precedenti ho elencato una serie di altri elementi importanti e ora ci concentreremo sulla localizzazione in questa funzione. L'efficacia di un punto di pressione in una tecnica si vedrà notevolmente compromessa se la posizione è inaccurata. Selezioniamo punti di pressione (agopunti) perché tendono ad essere tra muscoli, legamenti, tendini, ossa, o percorsi vulnerabili di nervi (o principali giunture nervose / plessi). Utilizzando questi punti come bersagli specifici ci permette di interrompere in modo più efficace l'energia e il funzionamento del corpo. Queste aree sono molto piccole quando vengono utilizzate da agopuntori; sono solo circa le dimensioni della punta di una penna a sfera. Fortunatamente per noi, possono essere attivati ??stimolando su una superficie delle dimensioni di una moneta di un "Euro" (25 mm) intorno a loro. Se si pensa ai grandi muscoli e le strutture anatomiche come un'armatura, può aiutare a visualizzare gli obiettivi come le piccole fessure nella corazza. Queste sono le zone del corpo più vulnerabili agli attacchi e spesso sono i meno protetti. È di vitale importanza per il vostro successo nell'attivazione del bersaglio riconoscere pienamente che ognuno di noi è diverso anatomicamente; il più delle volte si tratta delle dimensioni e la corpulenza. La posizione degli obiettivi varierà leggermente da individuo a individuo. Le frequenti sessioni di pratica con diversi compagni d'allenamento vi aiuteranno a sviluppare e perfezionare il vostro senso per individuare e localizzare rapidamente i bersagli.



Puntos de presión tácticos

Una differenza concettuale fondamentale è che nelle scienze occidentali di mentalità cartesiana, una unità di misura è standard ed è uniforme, senza eccezione (ad esempio, un pollice è un pollice indipendentemente da come viene applicato). Ciò differisce leggermente nella medicina cinese, dove l'unità di misura è una misura proporzionale che è destinata ad essere basata sull'individuo. La comprensione di questo concetto vi aiuterà a individuare rapidamente gli obiettivi da vista e evitare la tendenza ad applicare una norma precisa, tuttavia, è necessario avere una mente flessibile per consentire a questa variazione. Vedrete il termine "unità anatomica" (AU), a cui si fa spesso riferimento durante l'allenamento dei punti tattici di pressione. Usiamo questo linguaggio per aiutare a localizzare con precisione i nostri obiettivi. Questo è ciò che significa questa terminologia: * Un "AU" può anche essere definito nella medicina cinese come un "cun" * La misurazione AU varia da persona a persona. È specifica e proporzionale per ogni individuo. * Un AU può essere misurato dalla larghezza attraverso la nocca distale del pollice su quella persona o, più precisamente: la larghezza dell'articolazione inter-falangea del pollice è 1 cun. Un buon testo di agopuntura, come Acupuncture, a Comprehensive Text, dallo Shanghai College of Traditional Medicine, o media elettronici come il QPuncture software, può darvi una risorsa grafica definitiva o spiegazione. Il manuale Tactical Pressure Points è stato progettato per semplificare questo studio per voi e include le descrizioni complete e le illustrazioni degli obiettivi usati in Combat Hapkido.

Mentre le informazioni di cui sopra sono esatte, ancora non accoglie alcune variazioni anatomiche. Questo è anche il motivo per cui sosteniamo l'uso della ridondanza e obiettivi multipli in combinazione. Più grande l'area di un AU o cun utilizzata per misurare, più grande il grado o margine di errore. Quando facciamo ulteriori ricerche nello sviluppo di questo sistema di misura proporzionale, troviamo che non è così proporzionale dopo tutto. Infatti, la medicina asiatica antica è stata abbastanza standardizzata e gli strumenti di misura specifici utilizzati dagli agopuntori, di solito in giada, naturalmente sono stati progettati sulla base della famiglia reale o gli aristocratici di quel periodo. Quando si tratta di una popolazione di dimensioni analoghe c'è meno variazione, dunque funziona abbastanza bene, tuttavia, non tanto quando si tratta di diverse forme e dimensioni. Questo è il motivo per cui utilizzando l'AU dell'individuo funziona meglio che usare il proprio AU o un AU diverso su qualcun altro. Infatti, ci sono stati diversi articoli presentati all'agopuntura professionale e le società di medicina tradizionale che hanno messo in discussione l'idoneità di utilizzare il "Cun Measurement System". Naturalmente, può funzionare bene come riferimento per il professionista all'inizio della sua formazione, tuttavia non deve sostituire l'esperienza delle mani. Ad esempio, il bersaglio Polmone 8 è situato un'AU prossimale alla piega del polso. Nel caso in cui non si è trovata una buona risposta, basta regolare la posizione a poco più grande di un'AU dal polso. Se si ottiene una risposta anatomica buona ed energica, quello è il luogo per quell'individuo. Si dovrebbe usare, a prescindere della descrizione del libro di testo. L'apprendimento esperienziale dovrebbe modificare l'apprendimento dai testi se viene raggiunto il risultato


Combat Hapkido


Puntos de presi贸n t谩cticos


Combat Hapkido

desiderato; pensate a questo come qualcosa di complementare, piuttosto che opposto. Se non aveste imparato la posizione generale del manuale sarebbe stato difficile fare un piccolo aggiustamento per il successo. A volte ho dovuto modificare la mia localizzazione del bersaglio a seconda di dove insegno o mi alleno. Per esempio, in Finlandia, ho trovato che la posizione del punto Polmone 8 è leggermente superiore di quando sono stato a Panama. Naturalmente il paese non era il differenziatore tanto quanto il tipo di corpo e adattamenti specifici a quel clima. Questa è stata un'osservazione esperienziale e lontano da una verità assoluta. In gran parte dell'Europa centrale, non c'è molta differenza nella posizione dei punti rispetto agli Stati Uniti, tuttavia, ho trovato molte più variazioni nelle dimensioni e forme degli individui. Sono stato influenzato a scrivere questo articolo per voi dopo osservare gli altri diventare frustrati con la localizzazione della giusta posizione di un bersaglio. É facile starcene attaccati ad una mappa e quando siamo persi, spesso semplicemente cerchiamo di intensificare gli sforzi. Io vorrei incoraggiarvi a smettere di arrabbiarvi con la mappa e invece chiedervi se dovreste usare una mappa diversa per raggiungere il vostro bersaglio. Forse un altro modo di guardarlo sarebbe immaginando un combattimento contro un

Monaco Shaolin, un guerriero vichingo, o un moderno Combattente di Operazioni Speciali, tutti sono umani e soggetti alle leggi della mortalità, ma hanno diverse vulnerabilità. Quando si tratta dall'ubicazione dei punti di pressione, ci sono alcune scorciatoie, dovete studiare, allenarvi e applicare le vostre conoscenze su quanti diversi tipi di corpo sia possibile. Credo che la vostra competenza eccellerà attraverso la vostra capacità di adattamento. Naturalmente questo articolo non può catturare questo argomento in tutta la sua interezza e siete incoraggiati a scavare più in profondità per comprendere più a fondo questa importante area dell'auto-difesa. In un prossimo articolo condivideremo maggiori informazioni sull'affascinante studio dei Punti Tattici di Pressione. Naturalmente, non c'è bisogno di aspettare; tutte queste informazioni sono disponibili attraverso la serie di DVD didattici Tactical Pressure Points, che potete ordinare direttamente da Defensive Services International alla pagina www.dsihq.com, e Budo International a www.budointer national.net. Per favore, allenatevi con sicurezza, vivete con onore e state bene. Per informazioni su certificazioni, seminari, o domande, si prega di contattare: info@dsihq.com


Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessioni genuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronte all’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva. La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero dei Miryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicato intensamente. Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerriero negli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere lette indistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi più svariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci di fronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i quali tutti sono abituati ad avere a che fare. Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza e l’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologie interessate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo per animi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete e scrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.





Il Maestro e l'allievo... La coscienza nelle arti antiche Alvin Toffler dice qualcosa che mi piace molto: "Gli analfabeti del prossimo secolo non saranno coloro che non sappiano né leggere né scrivere, ma coloro che si rifiutino di imparare, di re-imparare e di reimparare ancora una volta." Nonostante possa sembrare qualcosa di inesorabile, la stessa lotta per la moralità interna e l'inversione dei valori, fenomeno spesso presente oggi nelle molte forme di Arti Marziali, esisteva anche nella classe samurai, in quanto tali domande e la scelta di evolvere internamente è una caratteristica dell'essere umano e la sua convinzione in qualcosa per cui vivere o morire - com'è stato visto nei vecchi modi. Come ho spiegato alcuni storici all'interno del mondo accademico, parlando delle storie che avevo imparato da vari insegnanti che ho intervistato e ai quali ho avuto accesso attraverso discussioni e scambi di email, il fallimento della morale giapponese può essere spiegato dal momento in cui si ha notizia che, con il tempo, la morale dei guerrieri cambiò radicalmente: hanno cominciato agire secondo i propri interessi e hanno persino ucciso i loro signori a prendere la loro posizione. Da dove viene questo nuovo modo di pensare e di agire? Secondo il Confucianesimo, culto che i guerrieri adottavano, i vassalli dovrebbero servire loro signore fino al punto di rischiare la vita e morire per lui, a condizione che il signore assicurasse loro la vita; ossia, è stata seguita una regola dura che sottolineava un "quid pro quo", una norma che era rimasta invariata. Nei primi anni di vita della cavalleria, la lealtà, che dovrebbe essere reciproca, è stata evidenziata. Minamoto no Yoshiie ha retribuito i suoi guerrieri con i propri beni e Yoritomo li trattava con grande gentilezza. Con l'evoluzione del sistema monetario, il pensiero è diventato più utilitaristico. Inoltre, mentre i guerrieri erano fiduciosi che avrebbero un trattamento più attento dai loro signori, la maggior parte degli Shogun e protettori non hanno avuto la considerazione prevista verso di loro. Così l'idea che giustificava la caduta dei signori è diventato popolare. D'altra parte, il modo in cui è stato distribuito il patrimonio, ha colpito anche i guerrieri. Nei tempi antichi, i figli avevano pari diritti sulla terra lasciata dal padre, ma nel ridurre le dimensioni dei terreni da distribuire, una nuova usanza è stata stabilita: un solo figlio (di solito il primogenito) ha ereditato tutta la terra e gli altri fratelli sono diventati i suoi vassalli; questo fatto li teneva lontani dal erede e ha promosso la gelosia e l'antipatia. In precedenza, il successore ha avuto l'aiuto sincero dai suoi fratelli, ma ora doveva stare attento a non essere tradito. In realtà, molti protettori furono sconfitti dai loro fratelli o altri parenti. Purtroppo, molte di queste storie può spazzare via l'idea romantica di un Giappone virtuoso che, nel corso della storia, ha dimostrato l'esistenza di



diversi motivi che hanno portato a rompere con le norme esistenti al momento e per le quali tante nuove misure e strategie per la vita quotidiana vita sono state sviluppate. Questo ci permette di svelare le apparenze e penetrare la realtà della sostanza. Tutto diventa più reale, più semplice, più comprensibile ... "Colui che non conosce limiti, avrà motivi di lutto." (Proverbio giapponese) Ben oltre l'interpretazione umana istituita dall'invidia, la calunnia, ecc, come valvole di scarico di una possibile oppressione delle tanti versioni dei complessi interiori, è comunque possibile verificare che la mente stessa è tutto ciò che si risveglia in favore della consapevolezza - o vice versa. Da questo punto di vista e qui vedo infatti un'osservazione della coscienza - possiamo dire che prendiamo fuori da noi importanti lezioni o momenti di singolare profondità, ogni volta che diventiamo parte del gioco di qualcuno. Dal momento che la vita delle arti giapponesi è stata immersa in guerre interne, il sentimento umano di ostilità fu invaso dalla necessità di aiutare gli altri. Serie televisive e grandi film come "Ran", di Akira Kurosawa, e Shogun - il romanzo epico di James Clavel - rivelano uno scenario terrificante per quanto riguarda la coscienza umana. Nella sua essenza, la vita ci spinge in avanti e ci mostra il percorso di evoluzione personale che, a sua volta, favorisce in noi l'eterno dibattito tra l'essere, il sé e l'altro. Ognuno, nella sua relativa "auto-impressione" all'interno l'aspetto di osservazione in sé (e data la natura effimera di ogni momento) spinge attraverso il meccanismo di tutti i giorni la premessa più importante che va al di là della linea di ignoranza: lucidità! Tuttavia, siamo parte di un tutto, che nella sua ebollizione effervescente favorisce i mezzi con cui la nostra mente è svegliata. É semplice: la meccanica dei "universi" esterni è sempre parte di una ruota progettata dall'essere umano stesso. Tuttavia, nel livello interiore, le ragioni sono stabiliti dal nostro modo di vedere questi stessi universi. La mente, nella sua consistenza naturale, soccombe sotto gli ordini petulanti delle misure adottate dal corpo sociale, che, in profondità, ci riporta a condizioni più "onerose" e pericolosi per la lucidità. Sì! Basta osservare il modo in cui ognuno reagisce alle perdite! Tutti quelli che conducono le loro vite attaccate alle realtà personali e materiali, e delineate dalle circostanze più banali, sanno che le risposte date dalla coscienza, impostano modelli molto più profondi di una semplice riflessione su una certa perdita. Questo significa che le nostre prospettive devono raggiungere punti di maggiore chiarimento, di fronte a ciò che intendiamo come "disfunzione della coscienza". E giudicando che tutto risorge da un punto come preparazione per il "futuro", si presume che dalla realtà fornita dalla mente che vede, il tutto che l'uomo osserva è proprio quello che lo rende uscire dal suo ristagno mentale;


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è dal rapporto che egli stabilisce con se stesso, che la sua maturità della coscienza emerge in linee di esaltazione... il che non significa evoluzione! Qui, l'evoluzione appare come un miglioramento personale, intimo... un fattore assoluto che non si vergogna di correggere i propri errori; che va oltre la semplice imperfezione tradotta come un vizio. L'antica saggezza, soprattutto nella linea tibetana, ci insegna che nelle verità che sperimentiamo, i punti più importanti - anche se importanti - si manifestano per la forza delle tendenze della mente, che sono essenzialmente vuote La comprensione di questo fenomeno e, pertanto, essere consapevole del fatto che la mente è associata per esistere, è trovare che ogni fenomeno che essa produce, emerge e riemerge attraverso motivi illusori, sostenuti da meccanismi esterni. Dato questo fattore, la vita si torna relativa e allo stesso tempo trasparente, ogni volta che la sua essenza perde il suo significato unico, dal momento che ci avviciniamo alla realtà che ci trasforma. In ciascuno di noi, questo avviene in modo diverso. Per alcuni si tratta attraverso la famiglia, il denaro, la religione ... Per gli altri, attraverso la scienza ... Picasso diceva: "Io faccio sempre quello che non riesco a fare, al fine di imparare quello che non so." Da qualche tempo, nelle mie riflessioni sono sempre più certo che l'ignoranza (qui mi riferisco a ciò che ignoriamo) influenza senza dubbio il destino di tutti noi - sia in prima, seconda, terza persona ... Il grande Isaac Asimov ha detto, "Se la conoscenza può creare problemi, non è attraverso l'ignoranza che possiamo risolverli." Questa affermazione è più che certa. Il suo contenuto ci riporta al fatto che tutti noi, prima o poi, siamo o saremo vittime dell'ignoranza che invade di nascosto la nostra vita e ci rende ostaggio di un processo di ammortizzazione della parte del cervello che ci indica l'uso della ragione. Beh, dato che stabiliamo collaborazioni e attraverso di loro, delineiamo un intero modo di pensare, di agire, di sentire... certamente in mezzo a tutto questo, c'è un parallelo in quanto le ragioni (lo dico al plurale) hanno un'influenza su panoramiche curiosi e in sintonia con scenari unici che "reinventano" a noi. È lo stesso per l'amore, l'odio, la scoperta di un nuovo percorso, una nuova arte. Le verità reali e immediate non possono essere mai imposte. Al di là di un limite che evidenzia la necessità di una affermazione, le realtà più vere - almeno a mio avviso - sono sottili e di una percezione individuale. Derek Bok dice qualcosa che mi piace davvero: "Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate l'ignoranza". In tutto il mio viaggio fino ad oggi, ci sono state molte cose mi hanno fatto sentire sensibile a un dato momento; tra quelli, qualcosa di molto interessante che mi ha portato a "ripensare" e quindi a "rivalutare" le mie linee guida: il Libero Arbitrio! Come si può decidere per gli altri ciò che si deve o non si deve sentire, pensare, adorare? Nonostante la nostra vita sia percepita collettivamente, essa emerge e riemerge attraverso una catena di cause ed effetti che alterano le nostre realtà, secondo un piano superiore. Anche se gli argomenti sono radicate in credenze, rudimenti, fondazioni ... l'essere è di per sé una sola realtà che deve essere lavorata dall'interno verso l'esterno. Altrimenti, vedremo che la sovrapposizione delle verità, soprattutto quelle che cercano di convincerci, è un processo di inversione dei valori, di imposizione di immagini e impressioni. Eppure, ci sono alcuni punti di riflessione che mostrano, inoltre, che tutto - e dico tutte le cose nella vita -,particolarmente a livello di progresso personale, diventa necessario per il nostro posizionamento personale. I saggi del passato hanno dichiarato che tali panoramiche di analisi e di osservazione dovrebbero essere classificati come "l'ignoranza sana". Paralleli che cercano di deteriorare la vita nel mezzo di sottrazione reale delle idiosincrasie di tribù sociali.


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"In realtà, non sappiamo nulla, perché la verità è nell'intimo" (Democrito) Attratti dai vortici del momento, molti di noi ritengono che in una situazione di dubbio o di scelta, le conseguenze saranno negoziabili - se il futuro non rappresenta una parte dell'aspettativa depositata. Tutto questo ci dimostra che nel nostro universo personale c'è una realtà che è unica e che, attraverso una prospettiva individuale e trasferibile, tutti noi scegliamo: abbiamo scelto e in esso deve essere chiaro che "Non c'è nulla di più pericoloso che un amico ignorante. Meglio avere un nemico saggio! "(Jean de La Fontaine) Non è difficile rendersi conto che stiamo usurpando la nostra coscienza quando scegliamo un'alleanza mentale, associativa, impressionabile... dotata di scenari spruzzati con infinite forme o espressioni di un principio centrale singolo. Com'è strano! Non credete? In proporzione uguale, la nostra realtà interiore è sempre brancolando e, allo stesso tempo, oscurando le diverse panoramiche uniformi che determinano ciò che appartiene a ciascuno. Questo significa che, anche se l'universo impatta sulle sue frammentazioni dissonanti, varianti di eventi che si trasformano in fatti principali, tutto è parte integrante e coerente di un modello identico di ogni storia personale, ripetuto all'infinito, dove il fine non è altro che la morte. Tutti moriremo un giorno. Ho visto attraverso innumerevoli manifestazioni, rivoluzioni velate in alcuni settori marziali, e così via, che le reazioni, per quanto cattive esse siano, sono naturali quando il dolore stimola i punti di ebollizione nel nostro modo di pensare. É normale sbagliarsi quando scegliamo, crediamo, optiamo per un particolare aspetto della questione. Si è sempre detto (spesso a voce alta) che abbiamo il diritto a questo e quello ... Vero, ma abbiamo anche il diritto di presumere che i nostri atteggiamenti del passato stanno proiettando un presente che genera presupposti imprevedibili per il futuro "Il fatto di desiderare qualcosa con violenza significa diventare cieco a tutto il resto." - Ha detto Democrito. Per il saggio, rappresenta il risveglio dell'illusione, per un riscoprire basato sulla realtà che ognuno stabilisce per se stesso, dal momento che le esigenze individuali esemplificano differenti percorsi e progresso personale. D'altra parte, dobbiamo pensare che tutti noi abbiamo una chiara espressione che attraverso la nostra esistenza intima, l'essere rimane nel suo paesaggio coscienziale. È facile se pensiamo che tutto nell'universo è il risultato di un riverbero della necessità conforme alla proporzione che creiamo, di fronte a questo stesso universo. Trasferiamo le nostre impressioni del relativo, attraverso la forma che prendono i nostri sensi, che a sua volta, permettono di essere riordinati secondo le nostre strutture di supporto. "Lo scopo della vita non è quello di raggiungere la felicità, ma la perfezione" (Madame de Stael)


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Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e sport da combattimento: Christian Wilmouth, Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e conducono un gruppo di una ventina di professori e istruttori di molteplici discipline, dalla Krav Maga alle MMA, Mixed Martial Arts. Questo lavoro non è destinato a mettere in evidenza un nuovo metodo nè una corrente specifica di Krav Maga. Il suo scopo è semplicemente quello di presentare un programma di Krav Maga messo a fuoco sull'importanza del " c o n t e n u t o " , condividendo in questo modo le nostre esperienze.

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