PENSARE . ASCOLTARE . LEGGERE . IMMAGINARE . PROGETTARE . VESTIRE . VIAGGIARE . MANGIARE . ESSERE quadrimestrale 2018 n°5
L I F E S T Y L E
Ph Giovanni Galardini Modella Valentina Sparta
S A L O N
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MANGIA
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Sulla pa sta alla Norm a ci vuole la ricotta salata
P
ura Architett . te fai da costruita UDINE \
6
PENSAR
49
24
In questo mondo di diete! Istruzioni d’uso
alità
Se vuoi fare la rivolu zione devi pos are lo smart phone
Perfetti da manuali re legge
50 ESSERE \
36 12
Psiche Che cos ’è la felicità ? Come si raggiu nge?
o \ Teatr VEDERE
di L’opera skij la is Stan v anuale m come un re o tt a l’ r pe
VEDERE \ Arte Come capire un’opera d’arte
VESTIRE
RE \ Tra
15
i segni
Viaggio de segnali s ntro i tradali
\ Moda si parla Quando di moda o e quand si parla liamento di abbig
VEDERE \ Cinema White trash: istruzioni per l’uso. Il ritorno della spazzatura al centro del cinema
52
VIAGGIA
14 13
39
DECIDER
55 OROSCOPO \ Barbanera L’oroscopo della primavera-estate 2018
E \ In du
e
Matrimo nio civile ma con romantic ismo
43 17
Botox e ronico: acido ialu so d’u manuale
Borgo
E \ Attu
E \Libri
Il vinile è bellissim o, ma ness uno ti frega c ome Spotify
In forma
ESSERE \ In benessere
LEGGER
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ASCOLT A
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Bambini
\ ESSERE
62
EDITORIALE
REDAZIONE
EDITORE
piti dall’intensità estetica e visiva della comunicazione.
Roberta Palmioli studio m_a_g_d_a
L
Se osservassimo attentamente il carattere e lo stile dei manuali d’istruzioni, saremmo col-
I manuali delle istruzioni, in varie occasioni sono stati dei veri e propri traduttori multilingua. Dai tempi del motore a vapore furono il riferimento principale di un bel numero di e delle élite; in uno scenario urbano messo a repentaglio, furono il compendio dei sopravvissuti durante gli sconvolgimenti politici, si trasformarono in un'arma segreta e invisibile. Indubbiamente, oggi meno persone si occupano dei manuali d’istruzioni. Il prevalere della
DIRETTORE RESPONSABILE Layla Crisanti HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO Andrea Palmioli, Layla Crisanti, Filippo Salvucci, Marco Proietti, Roberta Palmioli, Emanuele Buono,
speculare della frivolezza del nostro tempo.
Marco Gubbiotti, Claudio Pesaresi,
Una volta le guide illustrate mostravano una vivida e veritiera testimonianza del proprio
Andrea Fioravanti, Andrea Luccioli, Elia
tempo. Al giorno d'oggi, tuttavia, i manuali utente di questo mondo ricadono rapidamente
Sdei, Giorgione, Miki Crisanti, Cristiana
sotto il regime dello stile minimalista del disegno al tratto tipico delle guide di IKEA.
Checcucci, Ennio Mariani, Giovanni
Attualmente, i manuali d’istruzioni sono emersi come un abbraccio di valori pluralistici.
Picuti, Marco Mariani, Claudio Stella, ADI Umbria, Barbanera
Alcuni ammontano addirittura a manifesti controcultura. Forse nel mondo, l'identità delle guide illustrate inizierà anche ad evolversi e assegnerà un nuovo insieme di funzioni e connotazioni. Roberta Palmioli
COORDINAMENTO DEI CONTENUTI Layla Crisanti / Roberta Palmioli COORDINAMENTO GRAFICO Andrea Palmioli
ELAIROTIDE
RESPONSABILE COMMERCIALE Alessia Mariani PUBBLICITÀ E MARKETING Letizia Settimi / Antonella Buono Anna Almanzi PROGETTO GRAFICO studio m_a_g_d_a Illustrazioni Simona Badiali COPERTINA E INSERTO Andrea Palmioli
cover credit: IKEA
STUDIO m_a_g_d_a Via Benedetto Cairoli, 38 - 06034 Foligno (PG) registrazione Tribunale di Perugia Nr. 19/2012 R.T. in data 16/11/2012
A S U
Per informazini, suggerimenti, segnalazioni, pubblicità: editore@cmrmagazine.com
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FOLIGNO - SPOLETO
PROGETTARE
ARCHITETTURA
Architettura fai da te. Dalla casa costruita al bricolage: l’illusione dell’originalità Andrea Palmioli Una volta c’era l’architetto e per fortuna c’è ancora. Per Marco Piva “l’architetto è un mediatore della bellezza, capace di trasferire valori tecnici ed estetici”, mentre per l’architetto e storico dell’architettura Paolo Portoghesi, all’architetto spetta l’antichissima delega della società per il riesame e il rinnovo della creatività ambientale.
HOME SWEET HOME
L’architettura ci anticipa, ci accoglie, ci influenza e ci coinvolge. La nostra vita è imprescindibilmente associata all’architettura: dal campiello dei giochi della scuola elementare, alla chiesa del matrimonio, al nuovo ufficio e infine ai paesaggi dei nostri viaggi. E se non fosse bella, coerente e attenta, anche questi ricordi sarebbero diversi. All’architetto si deve un compito molto arduo e profondo, quello cioè di allineare l’espressione culturale della società per cui è chiamato ad intervenire coniugando alla consapevolezza della tradizione, l’accordo segreto di un bello fatto di numeri, di regole e di norme. L’effetto è magico e innegabile. Si pensi alla casa di Frank L. Wright sospesa sulla cascata, alle minuzie tecniche di Carlo Scarpa i cui dettagli ispirano ancora lo stile delle collezioni museali permanenti (qualche traccia compare anche nella Galleria Nazionale di Perugia) o alla sintesi delle forme storiche nelle opere di Aldo Rossi. Quest’aspetto della bellezza dell’architettura è fatto di regole e di norme elaborate attraverso il linguaggio del disegno e approvate dalle amministrazioni che per nostra scelta governano i territori che abitiamo. L’architettura è l’esperienza oggettiva della bellezza. È una bellezza che varia di luogo in luogo, di casa in casa ed esprime in ogni propria manifestazione la consapevolezza collettiva degli abitanti che la abitano e della comunità che la identifica. Le forme delle case dovrebbero essere distillati di secolari modificazioni o di accorte trascrizioni contemporanee della storia. Abitare è un’espressione individuale che aggiunge il proprio esistere alla coralità della comunità. Oppure la si chiami città: storica, densa, periferica, diffusa. Città
A
6
ORDINE DEGLI ARCHITETTI
In Canada è ancora tutto più emozionante: cataloghi on-line per l’acquisto dei disegni e della lista completa dei materiali necessari all’autocostruzione della propria casa dei sogni. Si chiamano Online House-plani. L’ennesimo cliente per la stessa casa identica a decine di altre case sparse un po’ ovunque, acquista il pacchetto, riceve i disegni e stampa l’infinita lista dei materiali.
resta. Anche gli architetti hanno i propri manuali d’istruzioni: in Italia si potrebbe iniziare con il manuale del Donghi di epoca ottocentesca, aggiungere il “Manuale dell’architetto” edito dal CNR e quello curato da Bruno Zevi. Questi prontuari zeppi di numeri, disegni e diagrammi, sono cambiati negli anni aggiornando gli stili e le norme della progettazione per anticipare e accogliere il variare continuo delle nostre esigenze di privati e cittadini.
Naturalmente li trovi sempre nel gigantesco magazzino del fai da te. E’ molto divertente nonostante quella sensazione di autonomia e originalità sia piuttosto lo standard della globalizzazione.
Accertato che in architettura la bellezza sia piuttosto una manifestazione oggettiva e collettiva, vale la pena di dedicare qualche altra riga per riflettere su una nuova tendenza.
Due possibili implicazioni da tenere a mente: la sostituzione della competenza specializzata all’opinione amatoriale, l’estinzione del progetto a causa dell’epopea della replica.
Infatti, mentre l’opinione comune sperimenta alternative fai da te per ovviare a questo “costoso fastidio burocratico” dell’architetto, intanto sulla rete esplodono servizi di consulenza on-line a distanza per la gestione delle pratiche e dei permessi edilizi, elenchi di progettisti che propongono arredamenti e infine, video lezioni casalinghe su come risolvere da soli ogni necessità domestica.
La conclusione è affidata a Walter Lippmann: Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa molto.
Le aziende del mondo del fai da te, sono ancora più astute e divertenti: “informano” sulle tendenze, che ben sappiamo essere per loro natura passeggere, proponendo proprio quella tinta di vernice del “secondo scaffale a sinistra” come un dovere imprescindibile. I pavimenti li troviamo già pronti. Anche le finestre, le porte, la cucina e le viti per il porta asciugamano. Già ma come si fa? Nessun problema…c’è il tutorial. Tutto concorre alla semplificazione della disciplina per effetto di esercizi tecnici e autodidatti scollati dalla visione d’insieme.
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❶ PROGETTARE
DESIGN
Index, un manuale per il progettista. L’ADI Design Index - preselezione del Compasso d’Oro - può essere manuale d’istruzioni per una buona progettazione? Può fornire una chiave di lettura del contesto in cui il progetto si inserisce? Siamo convinti di sì. L’Index offre a designer, aziende ed istituzioni un quadro aggiornato dei trend nelle varie declinazioni del design, indicando parametri di merito come l’innovazione tipologica, la sostenibilità o il concetto di Design for All. È quindi uno strumento prezioso capace di fornire al progettista nuove linee guida e nuovi punti di vista per la concezione di un prodotto sicuramente innovativo. Per questo, ADI Umbria, è pronta in qualsiasi momento a sfogliarlo insieme a chi ne abbia desiderio. Osservatorio Permanente del Design - ADI Umbria Nazzareno Ruspolini / Elia Pizzoni Andrea Pascucci / Valentina Taddei Andrea Pascucci T.333/9547701 Seguici su:
una poltrona
@AdiUmbria
Foto: Luca Petrucci, modella Eleonora Donati
anno: 1995/96 tipologia: poltrona materiale: ferro descrizione: struttura e seduta in ferro decapato o verniciato progettista: arch. Alessandro Cucciarelli produttore: tecnometal snc arch. Alessandro Cucciarelli via San Giovanni dell’acqua, 40 - Foligno (PG) T. 329 3283616 alessandro cucciarelli
CucciaRE;
www.cucciarelli.it
Bruno Munari
Vasca"DIVINA" bianco opaco con hidro Airpool ed anello portasalviette in Acciaio Inox. "FATTI SEDURRE DALLA BELLEZZA" Gentilucci Edilizia via Bettini 12, - Foligno (PG) T.0742 22659 info@gentilucci.com www.gentilucci.com
Questa rubrica vuole entrare nella memoria di ognuno di voi, vuole raccontarvi la storia dei più talentuosi, dei maestri che hanno dato luce alla ricerca sia in campo artistico che in campo letterario.
Oggi parliamo di Bruno Munari: designer, pedagogo, gentiluomo, intellettuale, artista, con l’amore per la semplificazione delle cose: “complicare è facile, la semplificazione è il segno dell’intelligenza”. Intelligenza tagliente la sua, Bruno Munari è stato tra i massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo, con un indagine poliedrica sul tema della luce, del movimento e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso l’arte del gioco.
Dal primo Giugno seguendoci nei nostri canali social, troverete una ricerca approfondita sull’artista, tra materiali video e interviste d’archivio, sarete in grado di captare alcuni tratti del carattere, del pensiero, dell’attitudine di Munari. Cercheremo di condurvi nella sua vita, attraversando le fasi più incisive del suo percorso. Tutto questo a portata di occhi. Vi aspettiamo..
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@adi_umbria
una vasca
CONVERSARE
INTERVISTA
Un manuale tra l’oggetto e il suo utilizzatore. Per lavoro scrive manuali d’istruzioni Intervista a Claudio Andreani Layla Crisanti Ogni oggetto tecnico per essere “buttato” nel mondo ha bisogno del suo libretto di istruzioni. Sia che si tratti di un piccolo elettrodomestico o di un grande macchinario destinato ad esperti è necessario un manuale che spieghi le modalità d’uso e le regole di manutenzione. Dentro ad ogni libretto d’istruzione c’è tutto l’essere di quell’oggetto, svelato al mondo. Ma chi c’è dietro a questi manuali? Chi li scrive? Chi approccia all’oggetto per la prima volta, senza nessuna indicazione, per scoprirlo, sperimentarlo e poi scrivere? Noi ne abbiamo trovato uno. Siamo andati a casa sua, nel suo studio, lì dove nascono i libretti d’istruzione. Si chiama Claudio Andreani è un perito industriale e si occupa di manuali d’uso da quasi 30 anni.
«Se compriamo un oggetto in Italia ci deve essere, per legge, il relativo manuale d’istruzioni con la traduzione in italiano, pena la sospensione della vendita su tutto il territorio. Lo stesso vale per tutti i Paesi della Comunità Europea. Le normative Europee in termini di istruzioni prevedono quali debbano essere i contenuti del manuale. Sul come realizzarlo io ho la mia filosofia: poco testo e tante figure. Le parole devono essere solo una didascalia per le immagini. Per me il testo è una sconfitta perché rappresenta i punti in cui non sono riuscito ad arrivare con le foto, le illustrazioni e la grafica. Scrivere manuali è un esercizio di sintesi e schematizzazione. L’ultima regola è senza dubbio la rilettura. Mentre scrivo ho in mente tutta la macchina, ma il manuale va riletto a distanza quando ho “dimenticato” un po’ la macchina, solo così posso verificare se le mie indicazioni sono chiare e immediate per chi non conosce il macchinario che dovrà utilizzare».
Che cos è un manuale di istruzioni? «E’ l’insieme delle informazioni che servono per condurre un utilizzatore all’uso di un oggetto. Il prodotto e il suo manuale hanno un destinatario. Il destinatario è il centro del lavoro, perché si scrive per renderlo in grado di utilizzare un dispositivo, una macchina in modo proprio e senza rischi. Non è un oggetto cartaceo, ma l’insieme delle informazioni, incluse targhe, etichette e cartelli che vengono messi sull’oggetto stesso». A chi si rivolge mentre scrive un manuale? «Il mio primo obiettivo è sempre lo stesso: individuare il destinatario e il suo livello di perspicacia ipotizzabile. Mentre scrivo devo tener conto non solo dell’uso previsto, ma anche dell’uso prevedibile e di quello imprevedibile. Sembrerà strano, ma nel mio lavoro è necessaria una sorta di empatia con la persona immaginata; bisogna sapersi mettere nei panni dell’utente. Si deve allargare la visuale e non focalizzarsi soltanto sull’oggetto».
Che tipo di manuali ha realizzato nella sua carriera? «Ho scritto manuali d’istruzioni per tanti prodotti diversi, alcuni per uso domestico e la maggior parte rivolti ad un pubblico professionale. Mi sono occupato di elettrodomestici, mobili, docce, giocattoli, forni per la ceramica professionali, apparecchiature per persone diversamente abili e macchinari militari».
Come si fa a scrivere un manuale di istruzioni? Da dove si comincia? «Tutto inizia dall’approccio all’oggetto. La difficoltà più grande è sempre il reperimento delle informazioni. Quando è possibile incontro l’ingegnere che ha progettato la macchina. Se posso vedo la macchina, faccio foto e bozzetti. Più l’oggetto è ben progettato e meno sono le istruzioni necessarie».
Quanto tempo ci vuole a scrivere un manuale d’istruzioni? «Dipende dal macchinario, ci può volere da un giorno a un mese generalmente. In questo momento sto lavorando a un progetto da due anni. Sto scrivendo i manuali d’istruzioni per delle parti di una centrale per la fusione nucleare francese, che dovrà riprodurre le condizioni del sole». Ci sono stati episodi in cui il lavoro è stato particolarmente arduo? «Ci sono macchine che si fanno proprio odiare, in genere gli impianti sono i più complessi. Mi è anche capitato di lavorare per l’Agenzia Spaziale e di dover fare a uno shelter centinaia di fotografie, necessarie alla redazione del manuale, mentre una guardia giurata controllava che rispettassi il divieto di fotografare. A ripensarci è stata una situazione piuttosto esilarante».
Quali sono le regole per scrivere un buon libretto d’istruzioni?
10
LEGGERE
LIBRI
Filippo Salvucci
1
L’ALTRUI MESTIERE di Primo Levi,
2
libro di appunti, piccoli saggi, divagazioni e divertissement sugli argomenti più
“UOMO INVISIBILE” è stato l’unico libro scritto da Ralph Ellison. Pubblicato nel 1952 dopo 5 anni di
disparati, frutto da una parte dalla
stesura, vincitore del National Book Award,
curiosità dello scrittore, dall’altra di un
emblema del simbolismo moderno, è
retroterra culturale del quale si fa fatica ad
probabilmente il romanzo più importante
intravedere i confini. Pubblicati tra il 1964
sulla questione razziale scritto da uno
e il 1968 su quotidiani e periodici, sono di
statunitense.
fatto brevi quanto meravigliosi racconti
Ellison già nel titolo ritrae nella geniale
che rappresentano un perfetto manuale
metafora
nei confronti di uno degli scrittori meno
del nero americano. Ma la grandezza di
conformisti e più originali nel ‘900 italiano.
questo libro sta nel suo non voler essere
Lo stile scarno, nitido e preciso, eredità
assolutamente un testo di denuncia, ma
della sua cultura scientifica (Levi era un
un testo che tratta tra le più importanti
chimico), con cui tratta di scienze naturali,
questioni sociali ed intellettuali, con tutte
di zoologia, di astronomia, di letteratura,
le contraddizioni della società statunitense
di linguaggi, non fa che evidenziare
viste da chi è ai margini di questa società.
dell’invisibilità
la
condizione
quell’ironia con cui distilla piccole note autobiografiche, vero filo conduttore del libro.
3
LE MINIATURE CAMPIANESI
4
di Ermanna Montanari, probabilmente la più grande attrice di teatro oggi in Italia, sono un meraviglioso affresco dell’infanzia
LA TRILOGIA SPORCA DELL’ AVANA di Pedro Juan Gutierrez può essere considerata
quasi
un
manuale
di
sopravvivenza. Lo scrittore, ma anche
e della prima giovinezza della scrittrice.
protagonista
Scritto sul modello di un antico messale,
attraversa Cuba nel “periodo speciale”,
quasi a voler dare un senso di sacralità a
quello successivo al collasso dell’Unione
un periodo della vita ormai lontano, ma
Sovietica che causò una gravissima crisi
ancora fortemente presente, questi piccoli
economica riversando un’ondata di miseria
racconti sono perle di vita condensata,
nell’isola. E allora inizia un’allegorica discesa
su cui si specchia una terra, un luogo che
negli inferi fatta di disavventure e gesta
parla a tutti noi.
eroiche, dove la crisi economica si scontra
L’estrema sensibilità della scrittrice e
e si fonde con i fallimenti del protagonista;
uno stile che varia di registro senza
spirito e materia, in perenne scontro, ma
provocare confusione ma anzi dando
come Pedro Juan dice, nel mezzo basta
immediatezza alla narrazione, rendono il
versarci del rum e subito fanno pace…
libro potente tenendo sempre alto il livello dell’attenzione dell’autore.
12
del
libro,
Pedro
Juan,
VEDERE
ARTE
Come capire un’opera d’arte Emanuele Buono
Emanuele Buono è un giovanissimo esperto d’arte torinese. Classe 2008 a soli 10 anni annovera tra le sue passioni la musica e l’arte contemporanea. Un bambino sicuramente fuori dal comune che già partecipa a conferenze e scrive articoli. I suoi sabati trascorrono tra pianoforte e mostre e i suoi testi sono scritti con grande semplicità anche quando affrontano temi complessi. Capire un opera d’arte, all’inizio può sembrare molto difficile, ma se seguirete queste indicazioni alla fine capirete cosa avete di fronte.
1]
Prima di tutto bisogna sapere l’autore del quadro, se è importante oppure meno. Esempio: Giulio Paolini e Lucio Fontana sono sicuramente più importanti di alcuni artisti locali non internazionali.
2]
Poi l’anno d’esecuzione. Una delle caratteristiche più importanti è proprio l’anno d’esecuzione. L’opera deve essere dell’anno “giusto”, cioè appartenere al periodo in cui l’artista ha elaborato in maniera matura il suo linguaggio caratteristico, ad esempio gli anni ‘60 per l’arte Povera e gli anni ‘70 per la pittura Analitica.
3] Il terzo punto importante comprende la tecnica con cui l’artista ha fatto l’opera e la grandezza. Se l’opera è fatta con una tecnica che usava spesso e di dimensioni importanti probabilmente quell’opera è significativa e di valore.
4]
Altro aspetto importante è la qualità dell’opera che ci deve essere sempre, altrimenti un lavoro viene poco considerato, molti artisti hanno fatto opere con discontinuità qualitativa e altri opere seriali solo per il mercato di scarsa importanza.
5]
Passiamo poi al curriculum dell’opera in particolare le esposizioni (soprattutto Documenta Kassel, la Biennale di Venezia o esposizioni in musei importanti come il Moma o la Tate gallery) e le pubblicazioni (soprattutto il catalogo generale e le monografie importanti);
6]
Mentre il prezzo e il mercato sono aspetti a volte volatili e non sempre in linea con il valore dell’opera che vi valuteranno i galleristi o i mercanti. Beh, adesso che vi ho detto tutto vi dico il gran finale, ohhhhhhh.... Olè. Cosa vuol dire (per me) un’opera d’arte. Un’opera d’arte viene considerata tale quando il suo valore artistico è riconosciuto da una moltitudine di persone autorevoli. Questo spiegherebbe perché’ alcuni artisti, in un periodo di tempo, sono stati dimenticati per poi essere riscoperti e spiega anche perché’ alcuni capolavori all’inizio non sono stati capiti ed è stata necessaria una maturazione dei gusti.
13
VEDERE
TEATRO
L’opera di Stanislavskij come un manuale per l’attore Claudio Pesaresi
“L’attore non recita le parole, ma i sentimenti. La parte è fatta non di parole, ma del sottofondo affettivo: è quella la parte nascosta da scoprire”. L’opera di Kostantin Sergejevic Stanislavskij nel ‘900 rivoluzionò il modo di concepire il teatro e la recitazione. Un’opera che tutt’oggi è un vero e proprio manuale d’istruzioni per l’attore, un manuale che insegna all’attore a costruire il personaggio. Un insieme di regole, esercizi e formule per allontanarsi dall’imitazione per fare in modo che l’attore non imiti le azioni di vita reale, ma viva ciò che vive il personaggio.
Un palcoscenico, una scenografia, qualche oggetto, le luci, la
sue azioni apparenti. L’impersonazione è la creazione organica
musica e poi la voce, l’espressione del volto, i gesti del corpo.
di un essere umano vivente, analogo all’attore”.
Una manciata di elementi per ricreare la vita in pochi metri
Questo metodo, nato nei primi del ‘900, si diversifica dalle
quadrati. E’ così che il teatro ci catapulta dentro a storie di vita,
precedenti teorie formalistiche, convenzionali, rappresentative
vere o possibili, surreali o realistiche. E’ tutto, o quasi, in mano
ed estetiche. Stanislavskij rivoluzionò il mondo dell’attore,
all’attore, alla sua capacità di modulare la voce, di muovere il
in particolare quando fu esportato in America e usato da Lee
corpo, di provare un’emozione e amplificarla fino a farla arrivare
Strasberg nei suoi insegnamenti all’Actors Studio di New York.
al pubblico, laggiù in sala.
Il manuale fornisce una serie di informazioni sulle tecniche di
Come? Recitare è un’arte, una dote, ma è anche frutto di
recitazione: emissione della voce, ritmo, espressione fisica e
esercizio, sperimentazione, costanza e dedizione.
intonazione. La vera rivoluzione però è nella psico-tecnica:
Sono passati più di cinquanta anni dalle mie prime esperienze
impersonazione, immaginazione, reviviscenza e memoria
teatrali. Un amore nato per caso. Così per caso ho approcciato
emotiva così da costituire un vero e proprio “manuale di
al palcoscenico imitando, fin quando l’incontro non è diventato
istruzioni” facilmente consultabile.
passione e l’approfondimento mi ha portato a scoprire un vero
Molti
e proprio manuale per l’attore: i libri di Stanislavskij, che mi
ritenendolo superato. Una critica che potrebbe essere vera
hanno guidato e accompagnato, prima come attore e poi
soltanto in minima parte. Si tratta di un metodo le cui basi
come regista.
restano attualissime, e che va usato tenendo conto dei “tempi
Le prime indicazioni che ho ricevuto per l’esatta pronuncia
che cambiano”, è qualcosa che qualsiasi attore dovrebbe
delle battute erano di natura imitativa. Dovevo però trovare un
conoscere e usare con intelligenza.
modo per esporre, in maniera credibile ed efficace, le battute, ma soprattutto comunicare le emozioni dei personaggi. Arrivai così alla scoperta del libro Il lavoro dell’attore su se stesso di Konstantin Stanislavskij. Una lettura incredibilmente rivelatrice. Un testo che è una guida per l’attore, una guida nella creazione e nella messa in scena del personaggio. Secondo Stanislavskij “L’attore deve saper dominare e sollecitare la propria natura nascosta per poter agire sull’esterno (sulla maschera) e manifestare la vita emotiva del personaggio. Non solo, ma il personaggio dev’essere dotato di una vita interna ed esterna: sono i suoi pensieri nascosti che guidano le
14
attori
italiani
‘snobbano’
il
metodo
Stanislavskij
EDITORIALE
VEDERE
CINEMA
White Trash: istruzione per l’uso Il ritorno della spazzatura bianca al centro del cinema americano Andrea Fioravanti Il 9 novembre 2016 Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti d’America, acciuffando una vittoria che la stragrande maggioranza degli osservatori credeva impossibile. Uno shock per tutto l’universo artistico e culturale. Un trauma che nel giro di pochi mesi si è trasformato in una sorta di “esame di coscienza collettivo” dando il via ad un’analisi verso “l’altra America” distesa tra le due coste e abitata dai più poveri, una popolazione furiosamente anti-élite che è stato il vero bacino elettorale del candidato repubblicano. Il cinema, in particolare, si è concentrato sul White Trash (espressione spregiativa che letteralmente sta per spazzatura bianca) una massa silenziosa che è tornata al centro della ribalta sociale, divenendo la protagonista di molti dei migliori film della stagione. Il White Trash è stato più volte rappresentato dal cinema americano: ignoranti, emarginati, spesso obesi, con un fucile nascosto da qualche parte. Una classe flagellata da mancata scolarizzazione, anni di alcol e prigione alle spalle; identificata attraverso una forma abitativa inconfondibile: la roulotte.
digenza, ma di quei “nuovi poveri” che faticano a tirare avanti e che non possono permettersi di mandare una figlia al college. La povertà autentica viene invece mostrata con doloroso tocco poetico in Un sogno chiamato Florida, ambientato in un motel sul retro del Walt Disney World, luogo che una volta ospitava colorati turisti ed ora è rifugio dei più disgraziati. Insomma il classico American Dream al contrario. Da ultimo il film I, Tonya che racconta la storia della ex pattinatrice Tonya Harding, coinvolta in un caso di cronaca che fece scalpore: la sua avversaria fu aggredita prima delle Olimpiadi. Il film al di là della ricostruzione dell’evento mette in scena le umili origini della campionessa, le sue difficoltà, il suo non essere mai abbastanza elegante, il non rappresentare un modello per quello sport. Oltre la sua infanzia difficile la campionessa deve vedersela con una mamma dominante, un marito violento e guardie del corpo indecorose, persone che la danneggiano e le impediscono di mettere in mostra le sue reali qualità d’atleta.
U S A
!
Dopo decenni di raffigurazioni tra il ridicolo e il tragico il cinema americano dà prova di saper cogliere le contraddizioni e le asprezze del popolo White Trash. Tutti questi film sembrano far parte di un unico grande racconto, un complesso mosaico che, superando gli stereotipi, mostra la situazione della desolata terra di mezzo nel cuore del Paese.Insomma un cinema americano che tenta di disegnare le complesse dinamiche umane sociali e culturali degli “ultimi”. Anche registi importanti come Clint Eastwood e Steven Spielberg, hanno messo a disposizione la loro potenza produttiva per fotografare un paese dalle mille risorse ma chiaramente in difficoltà. Clint Eastwood continua nella sua elegia degli “ultimi”, eroi per caso, come il cecchino di American Sniper (2014), il pilota Sully (2016), e i militari di Ore 15:17 - Attacco al treno; una ricognizione su quella parte di popolazione ai margini del potere. Spielberg in un'unica stagione ha fatto nuovamente vedere come la sua poetica si dipani da sempre tra il l’impegno civile e il block buster, realizzando un film sulla libertà di stampa, sull’indipendenza dell’informazione dal potere politico come The Post e poi firmando Ready Playe One in cui spettacolo e d effetti speciali sono il centro del film che però non dimentica di raccontare la povertà del futuro. Insomma una rinnovata attenzione civile che vada al di là degli stereotipi. ME XI CO
Questo prototipo, però, non rende giustizia della complessità dell’attuale momento storico. L’ultimo anno ha dimostrato come il cinema americano stia tentando una ridefinizione antropologica della sterminata terra di mezzo USA. La stagione si è aperta con il clamoroso successo di Tre manifesti a Ebbing Missouri una storia drammatica dalla provincia più profonda in cui una mamma fa di tutto per trovare l'uomo colpevole di aver stuprato, ucciso e poi bruciato sua figlia adolescente. La polizia locale brancola nel buio: lo sceriffo Willoughby, malato di cancro è incapace di risolvere il caso mentre l’agente Jason Dixon, impulsivo, violento e razzista è alle prese con una vita insignificante condivisa con una mamma che lo perseguita. Sembrerebbe una storia come tante. In realtà, dopo una presentazione dei personaggi secondo modelli conosciuti, il film va oltre i consueti stereotipi per costruire individui complessi e realistici, personaggi incredibilmente umani alle prese con una vita miserabile. Dopo Tre manifesti è stata la volta di Lady Bird in cui l’apparente “romanzo di formazione” di un’adolescente alle prese con la scuola, la scoperta del corpo e altre problematiche tipiche dell’età viene inserita in un contesto di serie difficoltà economiche familiari; non siamo sulla soglia dell’in-
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ME X
ASCOLTARE
musica
MUSICA
Il vinile è bellissimo, ma nessuno ti frega come Spotify Andrea Luccioli
Siamo di fronte a un paradosso. Mai come oggi abbiamo tanta musica da ascoltare e così tanti supporti con cui farlo. Eppure, diciamolo, l’esperienza dell’ascolto non è mai stata così mediocre e superficiale come ora. Il ritorno del vinile è una roba grottesca, un’operazione nostalgia che non farà di voi degli audiofili. Dall’altra parte c’è Spotify e lo streaming digitale che vi hanno già fatto il lavaggio del cervello e vi sfornano tappetini musicali di contorno a quello che state facendo. Ok, stop. Così non va affatto bene. Riavvolgiamo il nastro, facciamo un po’ d’ordine e rilassiamoci. Nel 2018 ascoltare musica è difficilissimo. Sul serio. Ce n’è troppa (ok, magari questo è un bene) e ci sono tantissime possibilità di ascoltarla (sì, anche questa potrebbe essere una cosa buona). L’offerta è talmente vasta e multiformato che per orientarsi servirebbe una mappa. O un libretto d’istruzioni. Anche perché, non so se ve ne siete accorti, i vostri ascolti stanno progressivamente diventando mediocri e sempre più superficiali. Fateci caso. Proviamo a limitare il campo d’indagine e facciamo una premessa: il fatto che ci sia un’enorme offerta di musica, a livello di composizione e produzione, può essere un bene. Magari bisognerà essere un po’ più selettivi, ma di certo questa sovra-offerta musicale tutto sommato ci piace. Il punto è: come l’ascolto? E qui viene il guaio. Non c’è solo l’avanzata prepotente del digitale e delle sue infinite vie, ma ci troviamo anche a dover “fronteggiare” la rinascita di alcuni formati decisamente “old”. Addirittura si parla di un ritorno delle musicassette. Il “quasi” premio Oscar Sufjan Stevens, ad esempio, ha fatto uscire materiale inedito tratto dalle sessions di registrazione di “Carrie & Lowell” proprio su musicassetta. Incredibile vero?
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Vogliamo parlare del vinile? Il vinile è bellissimo. Potrà essere ingombrante, poco pratico, ma di certo il vinile è bellissimo e suona benissimo. Nonostante questo, però, il suo ritorno è grottesco. E di certo non rappresenta la “salvezza”, semmai ve ne sia bisogno, dell’industria musicale e nemmeno della “qualità” dei vostri ascolti. Perché c’è bisogno di parlare del vinile nel 2018? Perché il suo ritorno pare aver aperto un varco temporale capace di farci tornare indietro di qualche decennio. Da una parte abbiamo Spotify e la musica “liquida”, dall’altro i negozi di dischi (i pochi rimasti in verità) che ancora sopravvivono e che sembrano aver trovato nuova linfa riempendo scaffali di enormi dischi neri. Che voi comprate. E poco male se spesso sono ristampe di quel classico che già
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avete in casa in 3-4 edizioni e che, nonostante questo, continuate a non ascoltare. Non vorrei rovinarvi la festa amici, ma le reissue in versione 180 grammi di “Kind of Blue” di Miles Davis o di “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd, anche se al momento dell’acquisto vi hanno fatto sentire molto cool, non cambieranno la storia della musica e non faranno di voi degli audiofili. Non accadrà nulla di tutto ciò. Anzi, qualcuno vi sta fregando due volte. Perché? E’ la nostalgia, bellezza. E la nostalgia fa rima con business. Il potere evocativo del vinile, nonostante sia un supporto scomodo e costoso, è enorme. E c’è chi vuole lucrarci sopra. Vogliamo parlare poi della musica digitale? Di Spotify? Meglio di no. E’ come poter entrare ogni giorno in un negozio sterminato di caramelle e farne incetta liberamente. Che succede? Indigestione, nausea e addio caramelle. Cosa fare quindi? Niente. Imparate a selezionare la musica che volete ascoltare e, soprattutto, ascoltatela bene. Non lasciate che sia un tappetino musicale figlio dello streaming selvaggio, allo stesso tempo, evitate di comprare vinili che non ascolterete mai. Scegliete con cura ciò che ascoltare e trovate il tempo per farlo. Solo voi e la musica. Vi assicuro che sarà l’esperienza più incredibile che possiate fare. C’è poi anche un altro elemento da considerare e su cui il music business fa leva per farvi aprire il portafogli: la vastità di supporti che crea confusione. Mp3, AAC, streaming, CD, video di YouTube, Souncloud, Spotify, musica gratis, economica, ovunque. Tutta questa enorme possibilità di ascoltare canzoni
fa rima solo con una cosa: frustrazione. Ed ecco allora che il vinile, nella sua fisica unicità, diventa elemento rassicurante, che garantisce buona musica e ci assolve dal senso di colpa di aver passato più di due decenni a scaricare intere discografie senza spendere un cent (ricordate Napster?). Ma questo articolo, nonostante la premessa e la narrazione vinyl-oriented, vuole portarvi oltre il discorso dei supporti musicali. Perché l’aspetto più interessante che riguarda il mondo della musica oggi è un altro. Una recente ricerca fatta in Inghilterra ci dice che i giovani inglesi ascoltano musica in questo modo: il 20% alla radio, la restante parte quasi esclusivamente in streaming. Sapete cosa significa? Che tra qualche anno ci sarà poco da disquisire sulla qualità del disco o del cd. Per questo, almeno per il sottoscritto, risulta più curioso e stimolante ragionare intorno a chi orienta i nostri gusti. Chi decide cosa farci ascoltare. E anche qui sono sorprese. Una volta c’era il giornalismo musicale, i grandi speaker radiofonici. E perché no, anche gli stessi negozianti-appassionati. Ora gli “orientatori” dei gusti sono altri. Sono quelle figure – un centinaio di persone in tutto il mondo - che gestiscono le playlist con le novità settimanali di Spotify, di Apple Music e via dicendo. Non ci sono solo gli algoritmi a decretare i vostri gusti musicali, ma persone in carne d’ossa. Sono quelli che decidono cosa ascoltate. E cosa ascolterete. Ecco, io magari da loro mi guarderei le spalle.
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MANGIARE
CUCINA
Sulla pasta alla Norma ci vuole la ricotta salata Elia Sdei
Faccio spesso sogni ricorrenti sul cibo; due mi sono rimasti particolarmente impressi. Il primo, il più drammatico, fu durante una mia permanenza a Londra, mesi gastronomicamente molto complicati. Dopo una cena a base di chorizo mi apparve in sogno Corrado, della mia norcineria di fiducia che, mi fissava e scrollava la testa disapprovando il mio (di allora) stile alimentare. Il secondo mi vede mangiare in un ristorante italiano all’estero (cosa che non mi sognerei di fare nemmeno sotto tortura) ordinare una pasta alla norma e trovarci sopra il parmigiano. Guardo il cameriere e disperato urlo: “Sulla pasta alla norma ci vuole la ricotta salata”.
Nella cucina, soprattutto in quella contemporanea, si può spaziare ed essere creativi quanto si vuole, ma ci sono cose, certe cose, per le quali è necessario essere rigidi. E’ necessario un vero e proprio libretto di istruzioni. Personalmente, vivo la ristorazione italiana all’estero con un forte contrasto interno: da una parte ammiro il coraggio e lo spirito di adattamento dei lavoratori italiani che si allineano ai gusti di gente che è convinta che la pasta si metta a cuocere in acqua fredda ( o che, viste le recenti cronache, non serva nemmeno alcun tipo di liquido, incendiando un palazzo e vincendo il premio Darwin). Dall’altra non riesco mai a capire se siamo così paraculi da tenerci per noi le cose migliori o così stronzi da mistificare totalmente 1000 anni di tradizione italica in nome del profitto. Cosa, anche questa, molto italiana. Uno dei marchi di fabbrica del “Made in Italy” nel mondo è sicuramente la pasta. Declinabile in centinaia di modi diversi, la pasta è uno dei simboli riconoscibili, assieme alla pizza, del cibo italiano. Mentre tagliatelle, spaghetti e maccheroni mantengono, anche nel vissuto anglosassone l’originale identità culturale italiana, seppur con varianti horror come l’inspiegabile fettuccina Alfredo (niente altro che un
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grande esempio di spirito di adattamento) o la bolognese che in Italia, diciamolo, non esiste, non si può dire lo stesso dell’altro cibo simbolo della nostra gastronomia tradizionale, la pizza. La pizza è diventata a pieno titolo cittadina del mondo ed è preparata in molti angoli del globo. Il problema che voglio sottoporre a voi è quindi uno e uno soltanto: la percezione. Siamo estremamente gelosi, giustamente, di una cultura e di un modus operandi che vogliamo preservare già all’interno dei nostri confini nazionali, figuriamoci fuori, dobbiamo interrogarci tutti su cosa stiamo facendo per l’immagine della nostra cucina all’estero. Non aiutano i nostri ristoratori in terra straniera, che negli anni hanno fatto davvero poco per raccontare una corretta tradizione gastronomica, più spesso, come già detto pronti a rincorrere gli affari piuttosto che a dare un’idea reale di cosa siamo e cosa mangiamo, oltre che quando lo mangiamo. A questo punto, pensando in maniera anche irrealistica che non sia troppo tardi per cambiare questa percezione e questa tendenza, sogno un vademecum comune, un qualcuno che vigili quantomeno sugli errori più grossolani, che ci salvi da gente che viene in Italia e magari si lamenti di una napoletana poco condita pensando che non facciamo altro che mangiare pizza con il salame, che non sorseggi cappuccini prima dopo e durante i pasti e che, il colmo, non ci prenda per strani. Loro, a noi. L’Italia ma soprattutto gli Italiani all’estero per me hanno una missione, fare educazione e mostrare al mondo intero la cosa che abbiamo tutti più a cuore: la nostra cucina.
LE LORO RICETTE ...la tua tavola
SARDE ARROTOLATE ALL’ARANCIA INGREDIENTI PER 4 PERSONE SARDE FRESCHISSIME 500 GR. ARANCIA BIO 1 / ACCIUGA SALATA 1 MOLLICA DI PANE 100 GR. / UVETTA 40 GR. / PINOLI 40 GR. / OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA 4 CUCCHIAI PREZZEMOLO / SALE /PEPE
Procedimento - Pulire con cura le
sarde eliminando le interiora, la testa e
coda quindi lavarle e asciugarle.
CHEF MARIA ANDOLFO, la cuoca con il turbante
Mettere a bagno l’uvetta e dopo averla strizzata tagliarla grossolanamente e unirla al prezzemolo e ai pinoli.
Sciogliere l’acciuga salata in due cucchiai di olio, aggiungere la mollica di pane sbriciolata e unire al resto degli ingredienti, unendo il succo di arancia. Regolare di sale e pepe. Distribuire equamente il composto ottenuto sulle sarde e arrotolarle lasciando fuori la codina. Sistemare in una teglia gli involtini con la codina in alto e cospargere con la d’olio. Cuocete in forno a 180º C per 10 minuti. Servite con buccia grattugiata al momento
d’arancia
Rist. Biancomangiare, Via Maurizio Quadrio, 21 Foligno PG T. 0742 351078 biancomangiare.it
RISO DI SEMOLA INGREDIENTI PER 4 PERSONE PER LE UOVA: 6 UOVA BIO / 6 FETTE DI LARDO SALATO ALTO O GUANCIALE + 4 PER LA GUARNIZIONE / PEPE FRESCO
CHEF MARCO GUBBIOTTI
PER IL RISO DI SEMOLA: 240GR. DI RISO DI SEMOLA / 20GR. DI CIPOLLOTTO FRESCO / 2L DI BRODO VEGETALE / 300GR. DI ASPARAGI DI BOSCO / 5GR. DI AGLIO FRESCO / OLIO EVO / SALE / PREZZEMOLO / 50GR. DI PARMIGIANO GRATTUGIATO Procedimento - Pulire il lardo o il guanciale dal pepe in eccesso e dalla cotenna e metterlo per qualche minuto in abbattitore per poterlo tagliare con più facilità, procurarsi della pellicola trasparente adatta alla cottura, ricavare un quadrato di 25/30 cm di lato, ungere il centro con dell’olio, tagliare il lardo o il guanciale sottilissimo di circa 12 cm di lato e metterlo al centro della parte oleata. spostare ora la pellicola sopra a uno stampo concavo, dividere il tuorlo dall’albume, nell’albume mettere del pepe fresco, sbatterlo delicatamente e porlo al centro della pellicola, rimettere il tuorlo intatto al centro dell’albume e chiudere a palloncino. Pulire gli asparagi di bosco tenendo soltanto la parte tenera, sbianchirli
per pochi secondi in acqua bollente, freddare con del ghiaccio, tagliare qualche pezzettino dalla parte posteriore che useremo in mantecatura del riso di semola. In una padella mettere dell’olio e pochissimo aglio fresco, saltare gli asparagi, unire poco prezzemolo e tenere da parte. In un’altra padella dolcemente l'altro diventare croccante.
scaldare
Cuocere il riso di semola come se fosse veramente un risotto, quindi in una pentola iniziare con un fondo di cipollotto e olio, poi unire il riso di semola, tostare pochi secondi poi bagnare con il brodo vegetale e continuare la cottura. A ¾ di cottura unire la parte degli asparagi tagliata a pezzettini e mantecare con olio fresco e parmigiano. Cuocere le uova in acqua bollente ma non in modo impetuoso, (ne abbiamo preparate 6 per essere sicuri del risultato in quanto potrebbero rompersi facilmente quindi averne un paio di scorta torna utile) cinque minuti partendo da temperatura ambiente, 5,30 se si parte da temperatura di frigo. Servire facendo molta attenzione al momento di tirare fuori l’uovo dalla pellicola.
Rist. Cucinaa Viale Firenze, 138 Foligno PG T. 0742.22035 cucinaa.it
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far
le loro rice
ARISTA DI MAIALE E CIPOLLINE BORETTANE ALLA VERNACCIA DI CANNARA INGREDIENTI PER 4 PERSONE
CHEF ENNIO MARIANI per tutti “REMO”
OLIO E.V.O / AGLIO / ALLORO / SALE PEPE / ACETO DI VINO BIANCO / VERNACCIA / CIPOLLINE PIATTE PICCOLE 400 GR. / MIELE DI ACACIA PER LA PREPARAZIONE DELL’ARISTA: ARISTA DISOSSATA 1 KG PARTE CONTROFILETTO / AGLIO / CIPOLLA DORATA RAMATA DI CANNARA / ROSMARINO / SALVIA / TIMO / AGLIO / OLIO EVO / VERNACCIA / CHIODI DI GAROFANO / GINEPRO / FETTE DI LARDONE / CACAO AMARO
Preparazione per le cipolline:
Dopo averle pulite della loro prima pelle lasciarle a bagno in acqua freddissima e due spicchi. Una volta imbiondito l’aglio, aggiungere le cipolline. Aggiustare di sale e pepe, aggiungere un cucchiaino di miele e due foglie di alloro. Preparare poi un bicchiere con un terzo di aceto e due terzi di acqua da aggiungere alle cipolline: far bollire e una volta evaporato l’aceto, coprire con la vernaccia.
GNOCCHI AL SAGRANTINO INGREDIENTI: PATATE / UOVA / BURRO / CIPOLLE ROSSE DI CANNARA / GUANCIALE DI MAIALE SAGRANTINO SECCO / SAGRANTINO PASSITO / CREMA DI LATTE O PANNA
Procedimento -Comperate
buone patate da gnocchi di rossa. Fatele bollire e poi “sfracagnatele” (passatele e riducetele in poltiglia). Aggiungete 3 patate medie, 1 rosso
CHEF GIORGIONE
omogeneo. Create dei cordoncini e fate gli gnocchi. Fateli asciugare con un po’ di semola per
ARISTOS, ARISTOS! Togliete le parti grasse e i filamenti dall’ arista e adagiatela poi su una terrina di coccio, con aglio, cipolla, chiodi di garofano, alloro, rosmarino, timo, salvia, ginepro. Coprire tutto con la vernaccia di Cannara e lasciarla marinare una notte intera. Preparare un trito di salvia, rosmarino, timo ed aglio, spargerlo in un tagliere e tolta l’arista dalla marinatura, asciugarla bene e massaggiarla nel trito. In un altro tagliere, mettere le fette di lardo una vicina all’altra in modo da creare un fazzoletto largo tanto quanto la lunghezza dell’arista e poi avvolgercela. Legarla con spago da cucina e condirla con sale e pepe. In una casseruola ovale
bevagna cibo
cipolla, adagiateci l’arista, aggiungere rametti di salvia, rosmarino e timo RIGOROSAMENTE freschi; una volta sigillata la carne, coprirla con la vernaccia che avrete filtrato dalla marinatura della
match in cucina
minuti). Una volta cotta, togliere l’arista e le erbe aromatiche e ridurre il sugo di cottura: aggiungere due cucchiai di cacao amaro al 100% e farlo restringere.
l’arista, disporla su un piatto a corona e in mezzo aggiungere le cipolline e coprirla con la salsa della vernaccia.
far assorbire l’umidità.
wedding
Preparate il fondo: una noce di burro, tagliare a fettine fini cipolle rosse di Cannara, farle appassire insieme al burro a fuoco lento. Tagliare 4 o 5 fette di guanciale di maiale e aggiungerlo al fondo. Quando il guanciale si è “sciolto” insieme alla cipolla, aggiungete due bicchieri di sagrantino secco e un bicchiere di sagrantino passito (buono); quando la fase alcolica è svanita aggiungete 2 bicchieri di crema di latte o panna molto buona. Far bollire per 5 / 6 minuti mettete gli gnocchi in abbondante acqua salata, quando gli gnocchi sono venuti a galla scolarli con uno scolino, aggiungete abbondante reggiano 30 / 36 mesi.
parmigiano
Rist. Alla via di mezzo Via S. Chiara, 52 Montefalco PG T. 0742 362074 ristoranteallaviadimezzo.it
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UMBRITUDINE
BORGO
Goduriosa Bevagna Giovanni Picuti
“Bevagna do’ se beve e se magna”. Il corollario potrebbe apparire volgare, ma non lo è, perché la verità non è mai volgare. Semmai è poco elegante. Ma le raffinatezze i bevanati preferiscono lasciarle ad altri, quantunque la città abbia dato i natali a figli illustri come Federico Torti (letterato), Filippo Silvestri (entomologo di fama mondiale), Corradino Mattoli (omeopata), Mario Mattoli (regista) e Dino Mattoli (capitano d’industria) e a quel Ciro Trabalza (etnologo e grammatico) che sul finire degli anni Cinquanta portò a Bevagna Curzio Malaparte, che ne scrisse in “Maledetti Toscani”. Quanto a maledizioni i bevanati non furono da meno. Soprattutto Chiariò, l’empio contadino che volle mietere il giorno di San Anna tirandosi addosso la dannazione che face inabissare la sua casa dove oggi sorge il lago Aiso. Bevagna, che va orgogliosa della sua piazza e del suo Mercato delle Gaite (guai a toccarli
entrambi) è comunque conosciuta per le sue tradizioni gastronomiche, la cui fama, dagli anni Sessanta agli Ottanta, fu alimentata dal Ristorante del Cacciatore (“Nina”) che ebbe il merito di attirare schiere di goduriosi da tutta Italia. Chi più e chi meno i ristoranti di oggi hanno mantenuto l’originalità e il sapore di una volta. Lo testimoniano – solo per citarne alcuni la minuta ma grande trattoria “Antiche Sere”, “Scottadito” griglia infuocata dei macellai Tagliavento, “Le Delizie del Borgo”, i piatti raffinati della “Trattoria da Oscar” e le proposte seducenti della “Bottega di Assù”, un posto che è d’obbligo visitare per la gioia degli occhi e del palato. Bevagna è cittadina di letterati e scienziati - dei quali è ormai possibile festeggiare soltanto il centenario - d’artisti come Gigi Frappi e di vignaioli della vecchia guardia, che guardano con diffidenza le follie dei mercati. Non dimentico che a suon di bottiglie (e a furia di
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piantare viti, pure troppe!) i produttori di Sagrantino di Montefalco hanno elevato a distretto enologico una terra considerata senza speranze. Davanti ai pionieri montefalchesi mi tolgo il cappello! Ma a Bevagna sopravvivono vignaioli non ancora enologicamente snaturati, che coltivano la vite con passione e ordinata euritmia, senza ripudiare la tradizione dei padri, che ha fatto grande questo territorio al pari di quello montefalchese. Nondimeno, Bevagna e non Montefalco, nel bene e nel male, è il luogo vero dell’umbritudine enologica, forte e cocciuta, testarda e rampacciosa, che solo da un paio di generazioni ha rinunciato alla follia di sposare la vite all’acero campestre e che non s’è arresa ai consulenti mordi e fuggi, certa che sia sufficiente potare al momento giusto e raccogliere l'uva quand’è matura, perché le sue ottime qualità passino tutte nel vino. I vignaioli bevanati resistono all’interno di un comparto enologico ormai all’avanguardia - perché per loro il vino è ancora una vigna illanguidita dal sole, che nel suo sano disordine non sempre si rassomiglia, un sistema di coltura tramandato dai padri, la decisione di tagliare i grappoli a luna crescente - convinti (come lo sono certe comari con gli oroscopi) che gli astri suggestionino il vino. I vignaioli bevanati ricordano ciò che tanti hanno dimenticato: che nelle annate fredde conviene vendemmiare quando la maturazione è al massimo, che in quelle normali bisogna farlo al giusto grado di maturazione e in quelle calde è meglio raccogliere precocemente. Senza tante moine spillano dalle loro cantinucce vini talvolta non troppo corretti, ma concettosi, che a berli sono un’istigazione alla gioia, come giura Salvatore Denaro, il Bacco Felice che incontrerete nei luoghi citati. Ma anche come insegnava Alvaro Palini, storico cantiniere di Adanti, nel rispetto della diversità varietale, la sola in grado di salvare l’intero sistema. Istruzioni per l’uso. Non scandalizzatevi se a Bevagna i vini ve li servono -senza rotearlisul primo bicchiere che capita o cavandoli in linea retta dalla botte. Qui tutti, chi più o chi meno, sono consapevoli del fatto che la vita è una sbornia e la morte i suoi postumi.
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IN OGNI NUMERO I LUOGHI PIÙ
BEVAGNA
PARTICOLARI DI UN PAESE SCELTO DAL MAGAZINE, UN PERCORSO TRA GUSTO E BELLEZZA.
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Corso G. Matteotti 102 T.+39 0742 360978/339.3745705 / labottegadiassu@gmail.com www.spiritodivino.net chiuso il mercoledì In questo piccolo locale i visitatori oltre ad assaporare ottime pietanze cucinate con passione e sapienza e degustare vini selezionati, hanno anche l’opportunità di vivere un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Nella bottega il cibo si coniuga in modo mirabile e armonioso con l’arte, la cultura, la musica e i ricordi familiari. Ovunque si coglie l’indiscussa creatività di Assu, l’oste che è riuscita a trasformare l’offerta del cibo in un momento emozionante.
Pane e Pomodoro Cucina tradizionale e genuina
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GOURMET
Presidi Slow Food, 7 prodotti per scoprire l’Umbria della tradizione Sei alla ricerca di sapori autentici? Vuoi riscoprire l’Umbria attraverso il cibo? Ritrovare i valori e i gusti tradizionali umbri? I presidi Slow Food sono come un manuale d’istruzioni per intraprendere questo percorso. Sette presidi per attraversare la regione. I Presidi sono prodotti selezionati dalla Fondazione Slow Food per la biodiversità. I prodotti vengono scelti in seguito alla valutazione di una commissione tecnica, costituita da esperti. La tutela della biodiversità, dei saperi produttivi dei territori sono la base del lavoro Slow Food. Ai principi fondamentali si unisce l’impegno a stimolare nei produttori l’adozione di pratiche produttive sostenibili, pulite ed etiche. Si parte con un insaccato, legato fortemente con la tradizione della norcineria casalinga: mazzafegato dell’Alta Valle del Tevere. Poi c’è la Fagiolina del Trasimeno, un seme piccolo come un chicco di riso, in bocca è tenero, burroso e particolarmente saporito. La coltivazione è
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Terre del Conte sorge tra Spello e Foligno, qui amore ed esperienza si fondono per raggiungere l’Eccellenza. L’azienda umbra punta tutto sulla produzione di Zafferano di altissima qualità. 0
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A Bevagna, l’Azienda Agricola Agriturismo La Fonte produce le eccellenze della nostra regione: olio EVO e vino. Il rosso Marinucci IGT nella sua composizione utilizza uvaggio Sangiovese al 60%, Sagrantino al 25% e Cabernet 15%. Colore intenso, rosso e con note violacee, all’olfatto richiama un profumo vinoso e pronunciati sentori di bacche rosse. A breve sulle vostre tavole Il ROSSO MONTEFALCO DOC e IL BIANCO IGT.
Oro nero dell’Umbria: il tartufo con il suo profumo e il suo sapore conquista la tavola in ogni stagione. - primavera estate: tartufo nero estivo o “scorsone” - autunno inverno: tartufo nero invernale, uncinato e nero pregiato. La nostra azienda potrà portare sulle vostre tavole questi prodotti unici con particolare attenzione alla provenienza. la nostra prima regola è : valorizzare ciò che la terra ci offre ogni giorno.
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Pane&Dintorni di Piermarini Andrea Corso Cavour, 10 - 06034 Foligno (PG) T. 0742 358074
Andrea Piermarini
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lunga e faticosa e ancora tutta manuale, dalla semina alla raccolta, fino alla battitura. Nella parte meridionale dell’Umbria c’è la Fava Cottora dell’Amerino. Questa fava è chiamata così per la caratteristica di cuocere bene e in fretta. Si tratta di un ecotipo selezionato di generazione in generazione dagli abitanti del posto e coltivato sui terreni argillosi e privi di calcare attivo. Ancora un legume: la Roveja, piccola come un pisello, si coltiva sui monti Sibillini, perché è resistente anche alle basse temperature e cresce anche in forme spontanee. Tra le verdure c’è il Sedano Nero di Trevi, più lungo rispetto alle altre varietà, con le coste verde scuro, è completamente privo
Un particolare microclima, la morfologia del terreno, l’attenta e sistematica cura delle piante, la tradizionale raccolta a mano e l’estrazione a freddo sono gli elementi che ci consentono di ottenere un olio extra vergine di oliva di qualità superiore. Verde, dal sapore avvolgente, di grande carattere. Come la nostra terra.
c’è il Cicotto di Grutti, una lunga e paziente realizzarlo vengono cotti e speziati tutti i tagli del maiale. Concludiamo con il Vinsanto Affumicato dell’Alta Valle del Tevere. Nei secoli le famiglie di questa zona hanno elaborato una tecnica per l’appassimento dei grappoli in locali ricchi
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TUTTE MIE LE CITTA’
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CORNETTO VEGANO ALLA MELAGRANA Il nostro cornetto è un’ esplosione di sapori, senza latte e uova. Un modo sano e corretto ma ricco di piacere per cominciare la giornata!
PIZZA ROMANA Realizzata senza grassi e cotta nel forno a legna, unisce leggerezza e sfiziosità. Rossa o bianca, dà il meglio di sé spaccata e farcita. Mangia sano, mangia San Feliciano.
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LOCANDA DI ZUCCA MALTAGLIATI FAVE E BARBATTA: un primo delicato e gustoso Pasta all’ uovo dalla forma irregolare che si sposa perfettamente con fave fresche e barbatta rosolata in padella con cipolla, legato a fine cottura con un po’ di panna e crema di fave. Noi vi aspettiamo!!! Aperto tutte le sere Sabato e Domenica aperto anche a pranzo
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Cibi e Facezie
GNOCCHI FATTI IN CASA Gnocchi di patate rosse di colfiorito, con pesto alla folignate, peperoncino fresco e ricotta cotta.
Piazza della Repubblica 3/4 Foligno (PG) T. +39 0742 350321 www.centralbarfoligno.com
Via Bagni, 6 Foligno (PG) T. +39 348 8565997 / +39 0742 351043
CIBO DA STRADA
PIZZA
W-STYLE
LA CHIACCHIERA
PIADINE ED HAMBURGER : tutto il piacere dei sapori delle nostre regioni in due must made in Italy!
PIZZA ELDA
Pizzeria Braceria
Fai un break con lo streetfood!
Pizza con la mozzarella fiordilatte di Agerola campana, pomodori secchi, olive taggiasche, origano, basilico.
Parco commerciale/direzionale LIGHT, S.Eraclio di Foligno (PG) T. +39 0742 260115, +39 340 4618143 www.wstylecaffe.it
Via Crescimbeni 1, Bevagna (PG) T. +39 389 8215268 www.pizzerialachiacchiera.it
DOPOCENA
SOLE LUNA Beerstro’ Oltre all’AperiBirra e ai 3 PANINI GOURMET , al Sole Luna Beerstro’ trovi anche il BIRRAMISU’, variante di uno dei dolci più amati, realizzato con Stout o Porter rigorosamente artigianale. Una chicca di sapore tra tradizione e innovazione. Non fartelo raccontare, vieni a gustarlo! Via XX settembre, 18 Foligno (PG) T. +39 3477137901 www.sole-luna-beerstro.business.site
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LA ROCCIATA Ingredienti 350 gr farina 100 ml acqua 50 ml vino 50 ml olio d’oliva 1 pizzico di sale
Noi per questo tipo d’impasto usiamo una farina di grano tenero tipo 1 macinata a pietra, poiché grazie alla lenta macinatura, preserva le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del grano.
Procedimento:
❷ Per la farcitura passiamo
❶ Per l’impasto prepariamo
O’ MÀ l’angolo delle bontà
una fontana con una parte della farina, aggiungiamo acqua e olio e impastiamo per poi mettere sale, vino e la restante farina.
Via Umberto I, 37 Foligno (PG) T. 333 76 79 585 O’ MÀ omalangolodellebonta
MALTAGLIATO DI FA
RINA DI CASTAGNE
dalla tradizionale erba campagnola ai carciofi, agli asparagi, bieta, cavolo verza e molte altre verdure che la stagione ci offre. Perfetta per merenda o per una pausa pranzo veloce… rimane solo da provare.
AL CASTELMAGNO E
Ingredienti per 4 persone 100 gr farina integrale “1” 100 gr farina grano tenero “00” 150 gr farina di castagne tostata 2 albumi d’uovo acqua q.b sale q.b olio q.b 150 gr castelmagno 200 gr guanciale stagionato
❷ Lavorare l’impasto con le mani fin quando non risulterà liscio ed omogeneo.
Procedimento:
❹ In una padella con un
❸ Lasciarlo riposare per circa due ore poi stenderlo a mattarello fin quando la sfoglia non raggiungera’ uno spessore di 4 mm, dopodiché tagliare in forme irregolari.
❶ Miscelare le farine
filo d’olio lasciare rosolare il guanciale precedentemente disponendole a fontana, unire gli albumi d’uovo, poca acqua e tagliato in fette sottili e poi fatto a julienne: togliere dalla padella un filo d’olio. quando sara’ abbastanza croccante lasciando il grasso rilasciato.
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stagione ci offre. Perfetta a merenda o per una pausa pranzo veloce… rimane solo da provare.
GUANCIALE CROCCA
NTE
❺ Lessare in abbondante acqua salata i maltagliati e scolarli in padella con il grasso del guanciale. Mantecare poi la pasta con il castelmagno fuori fuoco e servire il tutto con il guanciale croccante messo come guarnizione.
CHEF Riccardo Vitiani Ristorante MANINPASTA
Via Giuseppe Piermarini, 38 T. 391 388 68 03 Maninpasta Foligno chef_riccardo_vitiani www.maninpastafoligno.it
NON CI RESTA CHE PROVA IL TROMBONE
BEDDINI Bistrò
COME Un posto accogliente e unico nel suo genere offre una cucina tipica regionale seguendo l’andamento delle stagioni, selezionando prodotti di alta qualità.
COME Offre vasta scelta di pasticceria dolce di produzione propria. Dal lunedì al sabato, propone ristorazione veloce a pranzo con piatti espressi con materie prime sempre freschissime. Per chi ha voglia di pizza, durante tutto il giorno, sforna alla pala le classiche e le gourmet. Per gli amanti del benessere possibilità di estratti con tanta frutta e verdura di stagione. Dulcis in fundo apericena del sabato con un menù sfizioso
DOVE Spello zona alta PERCHÈ Per le cene in famiglia e tra amici. Per festeggiare lauree, compleanni e ricevimenti sulla terrazza panoramica nella bella stagione. Qui la tagliata di Fassona Piemontese accompagnata da un buon calice di vino magari in una bella serata d’estate è cio’ che può rendere gradevole un giorno qualunque. CURIOSITÀ E STORIA Tra le proposte del Trombone ci sono oltre ai mini corsi di cucina del territorio anche passeggiate accompagnate da esperti per il riconoscimento delle erbe spontanee e dimenticate. Il Trombone nato negli anni 80 dalla passione di Pietro Olivieri oggi è gestito dalla figlia Cristiana e dalla fedele collaboratrice Orietta che con entusiasmo portano avanti un sogno sulla vallata spellana.
Via Fontanello, 1 - SPELLO ( Pg) T. +39 347 977 7031 • www.ristoranteiltrombone.it
e ricercato. DOVE Foligno centro PERCHE’ Locale giovane ed accogliente di recente ristrutturazione. CURIOSITA E STORIA Con un’ esperienza pluriennale nel settore del dolciario e del catering, organizza feste di compleanno, lauree e cerimonie anche a casa vostra.
Via A. Rutili 28/30 - FOLIGNO (Pg) T. +39 0742 350196
TUBER EXPERIENCE
LA VALLE DEL MENOTRE
COME Potrai gustare vero tartufo di qualità, in una location ricercata, non un semplice ristorante.
COME
DOVE
esigenza.
Un emporio dei sensi: concept completamente europeo, dal mattino alla sera
Campello sul Clitunno
accoglie
ogni
tua
DOVE
PERCHÉ Sorprendiamo chi ha passione per la buona tavola e per il tartufo con qualità, professionalità e competenza.
Foligno zona P.te S. Magno
CURIOSITÀ E STORIA Intimo, di medio-alto livello in stile moderno, accogliente e di inconsueta bellezza, realizzato a tema per riproporre l’atmosfera del bosco durante la cena a base di tartufo. Per gli amanti del tartufo è impossibile uscire insoddisfatti dal locale, in quanto è percettibile in maniera trasparente il lavoro svolto per offrire al cliente un prodotto di qualità eccelsa.
i tuoi amici, una cena non cena informale, un incontro formale e
PERCHÉ Ricercato, accogliente, adatto a qualsiasi situazione: un aperitivo brillante e sfizioso con ricercato, un brunch veloce… e anche una soluzione per l’esigenza culinaria dell’ultimo minuto. CURIOSITÀ E STORIA L’ ulivo che sovrasta il centro del locale è stato realizzato direttamente ad Honk Kong: una struttura in ferro ricoperto da corteccia naturale. Studiato nei minimi particolari realizzando a mano anche la smaltatura e le sfumature di ogni singolo acino di olivo: il simbolo del nostro locale.
Via Marchisiellio,2/f - FOLIGNO (Pg) T. +39 0742 355726 • info@valledelmenotre.com www.valledelmenotre.com
V.le Fonti del Clitunno, 8 - CAMPELLO SUL CLITUNNO (Pg) T. +39 331 3804052 • www.tuberexperience.it
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ARE, PROVARE, PROVARE RE TARTU
Norcineria MASSATANI 1913
COME Andrea e Ilaria credono fermamente nella scelta della materia prima e il tartufo è il fiore all’occhiello di questo ristorante.
COME
DOVE Montefalco centro PERCHÈ Sapori autentici, materie prime di grande qualità, amore e passione sono i giusti ingredienti per questa nuova avventura. Nel menù ritroviamo i grandi amori della terra d’origine: la Valnerina. Quindi oltre al tartufo, re indiscusso del ristorante, troveremo gamberi e trote del Fiume Nera, zafferano di Cascia, salumi e formaggi dell’antica norcineria, pasta e dolci fatti in casa. Il nostro piatto forte? Gli gnocchetti di patate rosse di Colfiorito con trota Fario del fiume Nera e tartufo nero di Norcia. CURIOSITÀ E STORIA La location vanta una Splendida Vista panoramica con terrazza e grande giardino ideale per qualsiasi occasione.
Via Ringhiera Umbra 47 - MONTEFALCO (Pg) T. +39 0742378263 / 3318221813
affettati con affetto! DOVE Foligno centro PERCHE’ Perchè se è vero che la storia è maestra di vita, allora il monito è quello di non dimenticare mai da dove veniamo: la nostra bottega ha un cuore che batte per la qualità dei prodotti, che profumano dell’aria buona e pura di montagna. CURIOSITA E STORIA E’ l’amore che muove questa storia, che la fa nascere. Non solo l’amore che lega un uomo alla sua donna, un padre ad un figlio, una nipote ai suoi nonni. Ma l’amore che da più di 100 anni lega la famiglia alla sua bottega e questa bottega alla sua città.
Piazza Don Michele Faloci Pulignani 36 - FOLIGNO (Pg) T. +39 0742 450074
EDGAR JAPANESE RESTAURANT COME Grazie alla sua composizione architettonica e affacciandosi sul mitico fiume Clitunno, si armonizza perfettamente con il concept giapponese.
COME Un nuovo format che va oltre il laboratorio di pasta fresca. DOVE S. Maria degli Angeli vicino al parcheggio dei bus turistici.
DOVE Campello sul Clitunno PERCHÈ Uno dei due titolari, Francesco ha studiato in Giappone per imparare al meglio l’arte culinaria giapponese ed è tornato carico di idee che propone nel locale: oltre al Sushi troverete i mini-burger al vapore (Bao) e il Ramen! CURIOSITÀ E STORIA Un locale storico unico nel suo genere plasmato e trasformato con nuove idee che offre oggi uno dei cibi più ricercati e fortemente voluti dai vostri e nostri palati.
PERCHÈ Pasta fresca e non solo. Da noi puoi acquistare prodotti di gastronomia sia cotti che pronti per la cottura. Offriamo anche pranzi veloci di alta qualità: tutto è cucinato a vista ed espresso con ampio assortimento di proposte giornaliere. CURIOSITÀ E STORIA Siamo artigiani nel settore da più di 10 anni, ma non ci fermiamo alla produzione e vendita della pasta.
Via G. di Vittorio, 8 - SANTA MARIA DEGLI ANGELI (Pg) T. +39 075 804 23 66 • info@ilpastarolo.it www.ilpastarolo.it
Via Chiesa Tonda, 50 - CAMPELLO SUL CLITUNNO (Pg) T. +39 0742 455037
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PENSARE
ATTUALITÀ
Se vuoi fare la rivoluzione devi posare lo smarthphone Andrea Luccioli Lasciare in tasca il proprio smartphone è il gesto più rivoluzionario che si possa compiere al giorno d’oggi. I risultati? Sorprendenti. E per una volta sono quei “cattivi maestri” degli americani a suggerirci che disintossicazione social è necessaria.
Ogni tanto dagli Stati Uniti arrivano anche cose buone. Come la storia che ha raccontato Farhad Manjoo, columnist tecnologico del New York Times che, senza inventarsi nulla, ha sperimentato una vita less social-more real. La notizia circola da qualche giorno nella Rete ed è stata ripresa da diverse testate giornalistiche, sintomo che quello che ha combinato Manjoo offre spunti per una riflessione seria. Anzi, alla luce del caso “Cambridge Analytica/Facebook”, necessaria. Com’è la vita senza il bombardamento di notizie che ci arrivano dai social? Migliore. Decisamente migliore. Vi racconto in breve cosa ha fatto Manjoo. In pratica per due mesi ha abbandonato la lettura di news online e ha deciso di informarsi solo attraverso tre giornali cartacei. Due mesi dopo questa esperienza - ha scritto il giornalista in un suo pezzo sul NYT -, si è reso conto di aver capito meglio cosa stava succedendo nel mondo e, oltre a questo, ha fatto pure una piacevole scoperta: quella di avere del tempo libero. Evitando l’accesso compulsivo alle notizie, Manjoo dopo due mesi si è sentito più informato e meno soggetto alle fake news. Ha raccontato di aver seguito con più calma gli eventi conoscendoli in maggiore profondità. “Spegnere la ronzante macchina per notizie che avevo in tasca - ha scritto - è stato come liberarmi di un mostro sempre pronto ad irrompere nella mia giornata. Ora sono meno ansioso e meno dipendente da notizie e sono imbarazzato per quanto tempo libero ho a disposizione. Ho letto sei libri e ho iniziato a lavorare la ceramica. Sono diventato un padre e un marito più attento”. Perché sono importanti le parole di
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Manjoo? Perché non stiamo parlando di un luddista, ma di un fanatico della tecnologia che ha scelto di fermarsi e capire. Questa storia ci insegna diverse cose. La prima: la combo ‘tecnologia + informazione’ sta contribuendo a distorcere la percezione della realtà e sta alterando, di conseguenza, i nostri comportamenti, il nostro modo di pensare, i nostri affetti. La cura contro questa overdose di news è una: capire, innanzitutto, che c’è molta differenza tra un sistema che vuole solo informarti e uno che vuole anche formarti. O plasmarti. In un’epoca in cui informarsi ormai è diventata una specie di tossicodipendenza e dove l’immediatezza ha fatto posto alla riflessione, appare evidente che per andare in profondità occorra fermarsi. Il modo migliore per fuggire dalle fake news è eliminare almeno una notifica al giorno e lasciare il telefono in tasca. A rincarare la dose in questa crociata è stato anche Rhik Samadder sul Guardian. “Lasciare (il mio smartphone) è stato difficile. I telefoni sono progettati per renderci dipendenti”, ha scritto Samadder e, citando uno sviluppatore di App, ha spiegato che Facebook è gratuito solo perché noi gli regaliamo i nostri dati e il nostro tempo che poi l’azienda vende per fare profitti. Anche lui ha provato a staccare la spina per un po’. Con lo stesso risultato. Tutto il tempo riguadagnato è stato il risultato più sorprendente di questa disintossicazione: “Lasciare lo smartphone è stato rivoluzionario quanto prenderlo per la prima volta”. E questo, signori miei, non sta scritto in nessun libretto d’istruzioni.
VESTIRE
MODA
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Parigi in un foulard 2
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Addio cappello. E’ tornato il foulard. Basta annodarlo al collo e tutto cambia. Se poi questa meravigliosa “creatura” è un archetipo della moda, è tutto più romantico e affasciante, soprattutto per la storia che lo precede. Nel 1937 Robert Dumas, socio e genero di Emile Maurice Hermès, propose di personalizzare le loro sete ispirandosi alla Parigi di allora. Affidarono l’idea a due illustratori al tempo molto rinomati e fu proprio Hugo Grygkar, il padre generatore dei carré Hermès, a disegnarne il primissimo modello nominato “Jeau des Omnibus et Dames Blanches” (perché la maison non si limita a dare semplicemente un nome ai suoi foulard). La maison Hermès ieri come oggi ci ha insegnato che la moda non è solo stoffa ma può anche essere arte, favola, e ricordo di una Parigi leggendaria.
Nell’imbarazzo della scelta, ispiratevi liberamente a questa selezione…
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VESTIRE
MODA
Quando si parla di Moda e quando si parla di Abbigliamento? Roberta Palmioli Posta così potrebbe sembrarvi la domanda di una rubrica televisiva, una domanda alla Gigi Marzullo, e potrebbe condurvi nel precipizio di un dubbio endemico. Vorrei dunque sollevarvi da qualsiasi perplessità cercando di dare una definizione non generica ai termini che vorremmo analizzare. La moda non s’identifica con l’abbigliamento, è soggetta ai comportamenti, alle usanze e ai modi di vivere che cambiano nel tempo. La moda è passeggera, la moda è quello che passa di moda - scriveva Dalì. La moda è un irrinunciabile evento sociale evolutosi nell’arco degli anni di pari passo al variare degli eventi della società e della storia, offrendo ogni volta risposte rapide, tempestive e coerenti con l’espressione di quella cultura che di volta in volta è chiamata “moderna”.
Per interpretare la moda è indispensabile ubicarla nel proprio habitat, osservandola attraverso la propria modificazione e in ognuna delle declinazioni sociali cui è stata destinata. Quante sono le forme della moda? Potremmo pensare alla moda aristocratica, all’alta moda, al prêt-à-porter, alla moda giovanile, alle mode della strada e così via. La moda è pertanto legata al proprio tempo e segue quel gusto che è poi l’espressione di una società e di un determinato contesto senza garantire la continuità tra ciò che è bello oggi e ciò che potrebbe esserlo domani. Ammette la contaminazione. Questo è forse l’aspetto più affascinante della moda, il proprio essere trasversale, ibrida, inevitabile e infondo qualcosa di personale.
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Possiamo pensare all’abbigliamento come all’insieme degli indumenti, degli accessori e dei gioielli necessari a vestirci, ad “abbigliarci” ed esprime una connotazione diversa tanto visibile quanto più l’abbigliamento riesce a sottrarsi alla moda e alla tendenza. “Che l’abito faccia il monaco” si può, in effetti, affermare. Raramente chi indossa un abito è informato rispetto al significato originale; anche quando lo fa con convinzione, può non conoscere la ragione comunicativa che ne ha determinato la scelta.
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Funzione referenziale. Attraverso l’abbigliamento possiamo comunicare l’età, il sesso, ll ruolo che svolgiamo, il livello economico-sociale, lo schieramento ideologico, il valore personale socialmente riconosciuto per i propri traguardi raggiunti; il tipo di avvenimento cui si partecipa e altro ancora.
Jakobson, un linguista e semiologo russo, ha proposto un elenco di funzioni molto interessanti a chiarire meglio i messaggi che possiamo rivelare attraverso l’abbigliamento. Ora ve li racconteremo brevemente immaginandole come un minuscolo manuale delle istruzioni che speriamo possa suggerirvi utili indicazioni.
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Funzione emotiva. Attraverso gli abiti, la scala dei sentimenti comunicati può andare dalla partecipazione appassionata fino alla totale opposizione. Lo stile dei punk esprime il rifiuto di appartenenza alla società che li circonda.
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Funzione metalinguistica. Il linguaggio è auto-riflessivo, gioca con i suoi stessi modi di comunicare. Nel nostro caso parliamo di meta-abbigliamento. Quando è possibile fare del meta-abbigliamento? quando nell’indossare un vestito attraverso un certo allure si riescono a trasmettere messaggi complementari. A volte la scelta di una scollatura potrebbe raccontare molto di più di un romanzo. Attenzione donne!
Funzione fática. Modi diversi di catturare l’attenzione su di se. Si può scegliere di dissolversi o cercare un livello maggiore di visibilità. L’esempio può essere, se pensiamo alla donna, quello di mostrarsi con un trucco più o meno evidente.
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Funzione conativa: Comunichiamo per stimolare negli altri determinate reazioni. Ad esempio le divise, come quelle militari, del medico, del religioso, veicolano informazioni implicite che influenzano conseguentemente il nostro atteggiamento (siamo certi che non chiedereste mai a un medico di confessarvi!).
Ottica L’Occhiale di Luisa Forsoni
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Funzione poetica. Come il poeta reinventa la parola, così la comunicazione ha bisogno di novità per oltrepassare la barriera dell’ovvio e della ripetitività. Nel caso dell’abbigliamento, se tutti portassero sempre lo stesso vestito, vorrebbe dire che nessuno ha qualcosa da dire. Ma esiste una legge che rinnova il segno per essere significativo, e lo fa attraverso la moda.
luisaforsoni
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www.otticalocchiale.com
Certamente noi non siamo ciò che indossiamo e non indossiamo ciò che siamo. Ma sicuramente l’abito rimane e rimarrà sempre uno strumento di comunicazione. Attraverso l’abbigliarsi, in maniera più o meno consapevole, diciamo all’esterno qualcosa di noi. Voi cosa ne pensate?
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DECIDERE
IN DUE
Matrimonio civile, ma con romanticismo Quando sogniamo pensiamo solo all’amore, senza tante domande. In realtà però il matrimonio dei sogni, quello con la chiesa e la navata, è un matrimonio cattolico, ma non è solo una questione di romanticismo, è anche fede. Così la scelta non è più tanto scontata. I numeri parlano chiaro negli ultimi anni, i matrimoni civili sono in aumento. Le coppie sono sempre più consapevoli delle loro scelte e non si sposano in chiesa solo per tradizione. Molti però pensano al matrimonio civile, come a un rito di serie B, meno romantico. Per legge nel rito civile deve esserci la lettura di alcuni articoli del codice civile e la firma dei documenti, il resto però può essere creato dagli sposi in modo da rendere il loro giorno davvero unico e indimenticabile. Basta mettersi al lavoro e si può trasformare la cerimonia civile in un rito davvero personale.
Come fare? ❶ Deve essere il vostro matrimonio. Personalizza ogni dettaglio. ❷ Scegli il posto giusto. Non devi per forza accontentarti della sala comunale. Moltissimi Comuni danno la possibilità di noleggiare altri spazi: palazzi storici, teatri.
❸ Fai celebrare le nozze da qualcuno che vi conosce bene. Puoi chiedere che il celebrante non sia il sindaco o un assessore, ma una persona di tua fiducia. Chiedi anche al tuo celebrante di scrivere un discorso, sarà un momento unico. ❹ Musica. La musica è indispensabile per creare l’atmosfera giusta ❺ Poesia. Le parole sono importanti. Puoi scegliere una o due poesie significative per la vostra coppia e chiedere a qualcuno degli invitati di leggerle durante la cerimonia. ❻ Scegli un rito simbolico. Oltre al classico scambio delle fedi puoi scegliere di dedicare una parte della cerimonia a un simbolo come: legare le mani in segno di unione, mescolare la sabbia come simbolo della fusione. ❼ Libretto della cerimonia. Non lasciare nulla al caso, decidi in anticipo l’ordine delle cose e crea un libretto della cerimonia. ❽ Promesse personalizzate. Un sì è troppo poco per suggellare il vostro amore. Scrivete le vostre promesse! ❾ Non dimenticate l’addobbo. Per rendere la location ancora più bella create un addobbo floreale, ovviamente abbinato al vostro bouquet. ❿ Non rinunciate all’abito. Scegliete l’abito dei vostri sogni, che sia bianco e da principessa o corto e rosso, non ci sono limiti.
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❹ bomboniere / BOUTIQUE della BOMBONIERA Da sempre la bomboniera è un pensiero per dire grazie, per lasciare dietro di se il ricordo delle emozioni di un giorno speciale. Un dono per chi ha condiviso la gioia della vostra favola. È per questa sua importanza che nulla deve essere lasciato al caso. Collaboriamo con i brend più importanti, da Claraluna a Pignatelli. Siamo continuamente alla ricerca di nuove tendenze e colori per interpretare lo stile del momento, aggiungendo la nostra esperienza ventennale per rendere unica la vostra cerimonia come le rose fatte a mano, sinonimo di classe ed eleganza. C.C “LE SCALE”DI PORTA ROMANA - Foligno (PG) T. +39 347 8570262 / 347 6700293 C.FLAMINIO, 103 San Giacomo Spoleto (PG) info@boutiquedellabomboniera.com / boutiquedellabomboniera.com Enrica Pellegrini
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i tuoi momenti più belli brillano per sempre
❺ fedi nuziali / LUISA GIOIELLI L’anello tondo, senza inizio nè fine, gia’ dal medioevo simbolo dell’impegno reciproco ha il compito di rendere visibile la scelta di fedelta’ e di amore: la fede nuziale. Per chi pensa ad un matrimonio romantico, per chi lo vuole sobrio ed elegante, per gli estrosi che sono alla ricerca di qualcosa di originale, per tutti gli sposi. [POLELLO - RE CARLO- SALVINI- DONNA ORO- UNOAERRE]
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Romantica, raffinata, elegante: la sposa 2018 sceglie l’intramontabile chignon dal gusto vintage e affida seduzione e fascino a forme morbide e collo in vista.
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Identikit del bouquets gioiello per la sposa 2018: - Deve adeguarsi e fondersi con le forme dell’abito - Stile romantico, con gambi a vista e legatura all’impugnatura - Colori predominanti tutti quelli appartenenti alla gradazione che va dal rosa cipria al viola IKEBANA PIANTE E FIORI Via Meneghini 28 - Foligno (PG) Italia T. +39 0742 352249 / 339 1422037
❼ fotografo / MIRKO VEGLIÒ
silviaikebana@libero.it
❿ allestimento / FOLIGNO FESTE “Ci sono istanti che sono fatti per la luce. E certi sogni lo sanno”. Per il vostro allestimento, nel giorno più importante della vostra vita, scegliete Foligno Feste. Con sicurezza ed esperienza, Mirko sarà al vostro fianco, raccontando, in modo semplice e spontaneo, le vostre emozioni con foto uniche e spettacolari.
FOLIGNO FESTE Via Garibaldi, 162 .- Foligno(PG) T. 389 0752637 / 328 3797549
MIRKO VEGLIÒ Via Benedetto Cairoli, 38 - Foligno (PG) T. 0742 24464 Cell. +39 335 6647496 mirkoveglio.it
⓫ viaggio /ALGYMARTRAVEL
Un paradiso ancora intatto, una riserva acquatica tra le più rare del mondo, un viaggio che fonde l’amore con la natura. Cook Island è un’area protetta situata nell’Oceano Pacifico meridionale a 600 metri dalla terraferma del Nuovo Galles del Sud, nel Fingal Head. Scegli la nostra agenzia, per rinnovare le tue promesse. ALGYMAR TRAVEL specializzata in Honeymoon e Destination Wedding Corso Cavour, 95 - Foligno (PG) / T. +39 0742 357669 algymartravel.it
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Gioielli che raccontano storie, pezzi di vita, emozioni, amori. Mevaurum non è una gioielleria, ma un vero e proprio laboratorio orafo. Qui Silvia Trabalza crea oggetti unici, gioielli nuziali personalizzati capaci di rappresentare per sempre la tua promessa d’amore. Le fedi firmate Mevaurum sono esclusive e irripetibili. Uniche sia che tu le desideri semplici e tradizionali o stravaganti e fuori dalle righe. Ogni anello ha inizio dall’incontro tra l’artista orafa e la coppia, in modo che gli anelli nuziali possano rappresentare i gusti e lo stile degli sposi. Nel laboratorio artigiano Mevaurum vengono creati gioielli personalizzati per la sposa, realizzati appositamente per il grande giorno, tenendo conto dell’abito, dell’acconciatura e del trucco in modo che siano un prolungamento del se’. Oro bianco, giallo, rosa, argento, ottone o materiali più poveri per creare oggetti più grandi. Silvia Trabalza lavora con molti materiali per realizzare delle vere e proprie opere d’arte. Piccoli oggetti preziosi, sculture da indossare o oggetti d’arredo … comunque pezzi unici e irripetibili.
Mevaurum
LABORATORIO ORAFO Corso Giacomo Matteotti, 69 - Bevagna (PG) T. +39 0742 360740 / +39 3339679804 Laboratorio Orafo Mevaurum - Bevagna
ESSERE
BAMBINI
Ogni bambino nasce con le sue istruzioni Claudio Stella/ pediatra In questo articolo ci occupiamo dei primi tempi di vita dopo la nascita. Continuiamo a parlare di prima e dopo la nascita come se questa fosse una linea di confine fra due momenti ben distinti, ma in realtà per il bambino si tratta di un continuum. Dopo la nascita il neonato si trova a dover respirare e alimentarsi in maniera autonoma, ma ha già provato i movimenti di suzione e respirazione, tutto è pronto per adattarsi alla nuova realtà. Eccoci qua con un neonato fra le braccia. Nel momento in cui si diventa genitori si cerca disperatamente il libretto d’istruzioni e ci si dimentica che il bambino ha già nove mesi di vita. I bambini sono tutti uguali? Sembra una domanda sciocca. Ormai è opinione corrente e radicata che ogni bambino è diverso dall’altro. D’altra parte è il risultato dell’unione del DNA materno e paterno. Il DNA è un corredo che si spende in un determinato ambiente (definito da tempo e spazio) che ne condiziona e influenza il risultato: per questo possiamo affermare che come quel bambino non ce n’è stato uno uguale in tutta la storia dell’umanità e non ce ne sarà un altro così in futuro. Se il bambino è unico tutta l’esperienza di amici, parenti e professionisti è relativa, può servirci, ma non possiamo applicarla sic et simpliciter al nostro figlio. Gli esperti sono la mamma e il papà!
Il neonato sembra indifeso e suscita un senso di protezione (inducendo l’idea che siano i genitori a dover fare tutto al suo posto), ma sa perfettamente ciò di cui ha bisogno. È una creatura fragile, ma perfetta. Il famoso libretto di Istruzioni sembrano avercelo tutti, tranne i genitori. Accade spesso che le mamme e i papà non si sentano all’altezza, pensano di sbagliare seguendo l’istinto che li porterebbe a coccolare e amare senza limiti, e si affidano agli “esperti”. Tutti sembrano più esperti: parenti, amici, sconosciuti, internet, tutti hanno il consiglio giusto e spesso in disaccordo fra loro. E allora parte il “terrorismo psicologico”: così lo vizi, non dormirà, attenti a non farlo mangiare troppo, mangia troppo poco, diventerà capriccioso, un tiranno… Inevitabilmente la mamma non si sente adeguata, ha paura di sbagliare, teme che il suo bambino crescerà male.
Il neonato nasce senza avere in sé la capacità di sopravvivere e la capacità di sentire i propri bisogni e di comunicarli? Abbiamo visto che ha 9 mesi di vita “vera” alle spalle in cui ha provato i meccanismi della respirazione e della suzione, ha tutti i sensi già formati e funzionanti e un cervello particolarmente recettivo. Sente i suoi bisogni e li comunica con il pianto e con la mimica del corpo. C’è comunicazione fra genitori e bambino. L’istinto materno spinge a prendere in braccio, consolare, coccolare, nutrire, proteggere, intuire i pericoli. Non confondiamo un bisogno con un capriccio : nei primi mesi di vita esistono solo bisogni che vanno soddisfatti non capricci. Abbiate fiducia del vostro bambino e anche delle vostre capacità perchè i genitori conoscono i propri figli se li considererete per ciò che sono, persone uniche e capaci di guidarvi fin da neonati, sarà più semplice e bello “fare il genitore”. Ricordate sempre le paroline magiche: Unicità e Ascolto.
Allora non sarebbe bello avere un manuale da consultare? In realtà manuali ne esistono tanti e qualcuno in modo ironico, ma forse neanche tanto, usa proprio una terminologia da elettrodomestico. Di chi stiamo parlando di un bambino o un robot? In realtà dovremmo spiegare ai neo-genitori che non c’è bisogno di un manuale: la genitorialità è dentro ciascuno di noi. Qualcuno lo chiama “istinto materno e paterno” perché non c’è un libretto di istruzioni, ma la spontaneità e la naturalezza. C’è anche qualcun altro che può guidarci in maniera sicura, il bambino o la bambina che nasce, ci fa diventare papà e mamma. Non solo, ci guida passo, dopo passo. È come se nascesse con il suo personale libretto di istruzioni che ci consegna al momento della nascita e ce lo spiega giorno, dopo giorno usando il suo personale linguaggio fatto di suoni e mimica (pianto e comunicazione corporea non verbale). Diventare genitori è un’esperienza unica e la relazione che si instaura proprio con quel bambino in quel momento e in quell’ambiente determina lo sviluppo di una storia unica.
“Il prototipo di tutto il prendersi cura del bambino é nel tenerlo in braccio”. Cit. D. W. Winnicott
MI RACCONTO LA MIA STORIA
Le storie e le narrazioni hanno sempre avuto un ruolo preminente nelle nostre vite. Quante volte ci siamo trovati da bambini a chiedere “mi racconti una storia?” Narrare ci aiuta a “dare forma al disordine delle esperienze” e come ci suggerisce il famoso psicologo Fonagy, narrare attiva la funzione riflessiva. La consulenza psicologica si fonda sul processo di ri-narrazione: attribuire significati alla propria realtà psichica, rileggendo le situazioni secondo nuovi punti di vista. Dott.ssa Marta Franci Psicologa, Psicoterapeuta, Responsabile Dedi-Care
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ESSERE
XOTOB
IN FORMA
Botox e Acido Ialuronico: manuale d’uso. Cristiana Checcucci / medico estetico
Il Botulino detto comunemente Botox e l’acido Ialuronico sono i trattamenti di Medicina Estetica più diffusi al mondo e nonostante ciò c’è ancora molta confusione riguardo il loro utilizzo, le indicazioni e gli effetti che queste due sostanze sono in grado di determinare. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza.
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Innanzitutto conviene fare una distinzione fondamentale: il
zucchero presente normalmente nell’organismo e in particolare
Botox è un farmaco. Proprio per questo è sicuro ed efficace e viene
nei tessuti connettivi compresa la cute. L’acido Ialuronico è infatti
utilizzato in varie branche della medicina quali la Medicina Estetica,
responsabile delle caratteristiche di elasticità, e morbidezza della
la Neurologia, l’Oculistica, l’Urologia. In campo terapeutico si utilizza
nostra pelle in quanto è in grado di stimolare anche la formazione
per trattare varie patologie quali lo strabismo, i tic facciali, alcuni tipi
di collagene. Da qui il grande interesse in campo estetico. Purtroppo
di cefalee, il torcicollo e altri disordini neurologici. In Medicina Estetica
con l’avanzare dell’età i livelli di acido Ialuronico diminuiscono e ciò
è in grado di attenuare invece la contrazione dei muscoli mimici
determina la comparsa di rughe, perdita di tono e di elasticità e quindi
responsabili della mimica facciale prevenendo la formazione di
invecchiamento cutaneo. In Medicina estetica lo Ialuronico viene
nuove rughe e migliorando quelle già esistenti. L’infiltrazione di Botox
utilizzato come filler cioè come materiale di riempimento iniettato
riduce quindi in modo temporaneo le contrazioni dei muscoli mimici
all’interno di rughe per colmare la mancanza di tessuto sottocutaneo.)AIRBMU’LLED ON
e di conseguenza favorisce la distensione della pelle. L’indicazione
Le indicazioni principali in M.E. sono la correzione di Labbra per dare
principale è per il trattamento delle rughe della glabella, le rughe
turgore, pienezza e per definirne il contorno. Per correggere rughe e
cioè che si formano tra le sopracciglia responsabili di uno sguardo
pieghe come le Nasolabiali o le rughe della Marionetta responsabile di
arrabbiato, le rughe della fronte che ci conferiscono uno sguardo
un aspetto triste. Per il rimodellamento del contorno del viso, guance,
sorpreso, quelle del contorno degli occhi, le cosiddette zampe di
mento, zigomi e dorso del naso. Ma può essere utilizzato anche per
gallina. Un comune pregiudizio è che il Botox induca un’espressione
trattare esiti cicatriziali post acneici o post traumatici o per rimodellare
facciale rigida e ferma. In realtà è il contrario. L’uso corretto del
alcune regioni corporee come glutei o polpacci. I risultati estetici con
farmaco conferisce al volto un aspetto naturale e rilassato. Il risultato
l’uso di acido ialuronico sono molto belli se il trattamento è eseguito
estetico ottimale è legato alla tecnica e al dosaggio. Affidarsi ad un
da mani esperte perché pur essendo una molecola totalmente
medico esperto offre quindi maggior garanzia di successo.
biocompatibile l’infiltrazione come filler non è completamente esente
ODRA
da rischi. Quindi anche in questo caso la differenza nel risultato la fa il L’Acido Ialuronico invece non è un farmaco ma un Medical Device,
medico preparato ed esperto.
e utilizzabile solo da medici. Si tratta di un disaccaride ovvero uno
La Primavera è la migliore stagione dell'anno per iniziare a preparare la pelle all'esposizione solare. Un' integrazione di olio di carota, assunto in perle di gelatina, può rivelarsi un vero e proprio toccasana per proteggerla dai raggi solari, favorendone inoltre un bellissimo colore ambrato. ERBORISTERIA DI FOLIGNO ViaTrasimeno, 9 Foligno (PG) T. 0742/342439 www.erboristeriadifoligno.it
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ESSERE
IN BENESSERE
IN QUESTO MONDO DI DIETE! Istruzioni d’uso Marco Proietti / nutrizionista Basta digitare la parola “dieta” sui motori di ricerca per entrare in una giungla selvaggia dove è difficile orientarsi per trovare la propria rotta anche guardando le stelle in cielo! Per non inciampare nelle diete alla moda e non cadere in programmi dimagranti improvvisati che promettono e non mantengono ci sono alcune istruzioni d’uso da tenere bene a mente.
teggiamento un qualcosa nella gestione della nostra giornata o della nostra vita che ci sta procurando uno o più problemi nel nostro procedere.
1 Verificare chi sia il responsabile o pre-scrittore, facendo una breve ricerca per capire se dietro c’è un vero professionista del settore (dietologo, dietista, biologo nutrizionista o specialista in scienza della nutrizione), oppure un affabulatore o un interesse commerciale.
Il cambiamento va affrontato con la forza del buon senso, dell’entusiasmo, della semplicità, della volontà e dal piacere di intraprendere una nuova direzione funzionale che apporta nuova linfa vitale.
2 Girare alla larga da diete miracolose o da programmi con effetti speciali, tenendo presente che NON E’ POSSIBILE OTTENERE UN DIMAGRIMENTO SANO SICURO E DURATURO IN POCHI GIORNI O POCO TEMPO. Mettersi a “dieta” non vuol dire contare le calorie, soffrire per poi non vedere l’ora di uscire dalla gabbia delle restrizioni. Mettersi a “dieta” vuol dire mettere in discussione il proprio stile di vita, cambiare un at-
Un buon professionista è in grado di dare le giuste coordinate che indicano la direzione del cambiamento che deve essere FATTIBILE, PIACEVOLE, EFFICACE E A LUNGO TERMINE. Per fare questo deve tener conto dell’età del soggetto, delle condizioni fisiologiche e patologiche valutabili da esami clinici, valutare la composizione corporea individuale, tener presente la componente psicologica e il contesto familiare e lavorativo. Il cibo non è solo calorie. E’ salute, tradizione gastronomica, Emozioni. La dieta non è punizione, è voglia di cambiare per migliorare!
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ESSERE
PSICHE
Che cos’è la felicità? Come si raggiunge? Miki Crisanti, psicologo Questo articolo nasce dalla condivisione, dal piacere del confronto, dalla simmetria di prospettive diverse, dal dialogo come mezzo di conoscenza, crescita personale e collettiva. Avevo un’idea diversa per l’articolo di questo numero, poi una bella conversazione mi ha fatto virare su un altro tema o meglio dire è nato in me il desiderio di affrontarlo da un altro punto di vista. La conversazione si è aperta con un grande quesito, forse l’interrogativo più antico e allo stesso tempo moderno dell’uomo. Cos’è la felicità? Come si raggiunge? FELICITA’. Per comprendere meglio cosa ci sia dentro questo termine si potrebbe partire dalla contrapposizione degli stati d’animo simili e talvolta sovrapponibili come la contentezza e la gioia. Questi stati d’attivazione emotivi sembrerebbero maggiormente reattivi a situazioni ambientali, potremmo anche dire che sono prevalentemente transitori e situazionali. Mentre la felicità è quello stato emotivo di benessere e appagamento in cui le funzioni principali dell’uomo e di noi stessi hanno la possibilità di dispiegarsi in modo ottimale e ci permettono di raggiungere le nostre aspettative realizzative. La felicità, non è l’assenza di preoccupazioni o di situazioni stressanti, ma è la base sicura della mente dove rifugiarsi, dove andare per fare il pieno di energie per affrontare la quotidianità. Al netto delle sfaccettature personologiche, temperamentali e situazionali, la felicità è quel contenitore di emozioni positive, una valigia di belle cose, che ci permette di stare bene con noi stessi, di vivere relazioni interpersonali appaganti e di poter esprimere il nostro potenziale cognitivo nel miglior modo possibile. Esiste un manuale di istruzioni per raggiungerla? Non lo so, personalmente non lo vorrei! Ognuno dovrebbe chiedersi continuamente come poter raggiungere la felicità e mettersi in una giusta posizione di ascolto per giungere ad una buona capacità di consapevolezza. In termini generali direi che un buon inizio potrebbe essere il bilanciamento tra le forze altruistiche e quelle egoistiche, il dosare e calibrare l’istinto sociale, interpersonale e quello personale, la ricerca di un recinto sociale, Freud direbbe Super Io, abbastanza spazioso dove possano trova-
re spazio, anche, le pulsioni personali e una modalità di pensiero e comportamento il più possibile libera dal concetto di desiderabilità sociale. La felicità è un esercizio di pazienza, una consapevole ricerca attiva e non giudicante del tempo e dello spazio in cui può avvenire il miglior adattamento personale. La sapienza di farsi ogni giorno il regalo del tempo. Costruire, miscelando razionalità ed emotività, la propria identità, riconoscendo i propri nuclei più malinconici; solo partendo dal riconoscimento, e dall’evitare l’evitamento, di quelle che sono le parti distruttive dentro di noi si può raggiungere. Siete curiosi di conoscere il tema che avevo pensato all’inizio per questo articolo? per questo articolo? Un breve manuale d’utilizzo, rivolto agli utenti, dello psicologo; cioè, come usare in modo utile e fruttuoso la professionalità dello psicologo. In qualche modo, lo psicologo può essere utilizzato proprio per comprendere e, magari, rendere possibile o meno tortuoso il percorso verso la felicità. L’aiuto che potremmo richiedere allo psicologo è quello di farci raggiungere un modo meno ostile di osservare le parti di noi che non ci piacciono. Una modalità di pensare i nostri fantasmi con più compassione e un’integrazione degli aspetti identitari in un’ottica meno negazionista, ma più consapevole. Vorrei lasciarvi un piccolo esercizio alla felicità, un modo per ricercarla, allenarci a saperla osservare e riconoscere: un cammino verso le emozioni positive. Il barattolo della felicita dove inserire ogni sera un bigliettino sul quale annotare pensieri, avvenimenti ed emozioni piacevoli della giornata.
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TRA i SEGNI
Viaggio dentro ai segnali stradali
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Arrivare in un paese lontano, camminare per le strade, mescolarsi tra la gente, ascoltare una lingua altra, mangiare assaporando gusti inattesi, connettersi con ritmi di vita mai provati. Viaggiare ci porta alla scoperta di paesi lontani, immergendosi in immaginari collettivi nuovi e codificati secondo regole di comportamento proprie.
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Muoversi e orientarsi richiede attenzione e spirito d’avventura. Così segnali stradali, cartelli e indicazioni diventano un vero e proprio manuale d’istruzioni per vivere un luogo comprendendolo al meglio e senza incorrere in spiacevoli sorprese. Un segno immediato e translinguistico per apprendere rapidamente le regole, mettersi a riparo dai pericoli, raccogliere indicazioni e informazioni utili. Quando è collocato nel suo luogo il segnale acquisisce una forza normativa vitale, la sua forma, la grafica e le stilizzazioni convenzionali lo rendono intuibile anche allo straniero. I cartelli risultano comprensibili anche se le norme, e le regole di comunicazione delle norme stesse, variano di Stato in Stato e ancor di più di continente in continente. Se è vero che i cartelli stradali sono un insieme di istruzioni per muoversi in un luogo straniero è altrettanto vero che queste espressioni normative e informative sono un manuale per comprendere e conoscere un territorio. Attraverso i cartelli il mondo narra se stesso, le sue peculiarità, le sue attitudini, pericoli e convenzioni. I cartelli stradali raccontano la natura di un paese, il suo rapporto con gli animali e gli eventi atmosferici; descrivono le convenzioni sociali e le limitazioni, gli aspetti culturali e umani. Imparare ad osservarli, con atteggiamento critico, ci permette di creare una mappa mentale dei luoghi. Così in alcuni Paesi invece di porre attenzione alle mucche, si dovrà stare attenti agli elefanti, ai koala o ai coccodrilli. Ci si potrà trovare in zona tsunami, ricordarsi di non giocare con le bombe, fare attenzione all’attraversamento dei carrarmati e dare la precedenza agli sherpa. Cogliere i dettagli rappresentati nei segnali ci permette di entrare in contatto immediato con la cultura e l’ambiente. Per osservare piccole differenze e abissi culturali basta fermarsi ai cartelli presenti nei pressi delle scuole: in India e Montenegro nei segnali troverete bambini soli, in Francia e Cambogia bimbi accompagnati da fratelli e sorelle, in Giappone piccoli in uniforme, in Malesia con vestiti tradizionali e in Burkina Faso non sono presenti bambine.
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viaggio viaggio BBAASSTTAARRDDOO (COMUNE DI GIANO DELL’UMBRIA) (COMUNE DI GIANO DELL’UMBRIA)
AALT LTOOLLÀÀ (COMUNE DI SAN CESARIO) (COMUNE DI SAN CESARIO)
ORVIETO
la città narrante
Il suo passato, scritto in ogni angolo e nelle vie, Orvieto lo contiene come una mano contiene le sue linee. Quando ancora il sole è a levante, la città s’imbeve di silenzio e si dilata, come una spugna, di ricordi passati. Oggi vi sveliamo la città narrante, quell’Orvieto che va vissuta senza l’ausilio di una mappa, ma attraverso i sensi, con in mano la propria mano e nelle tasche la speranza di ritornare ancora.
PORTA D’INGRESSO ALLA CITT À
Si lasci via la fretta per favore. Non c’è tempo per quella; così come non c’è tempo per i cattivi pensieri. Nessun telefono, che sia un nuovo modo di visitare la città, più contemporaneo. Senza tempo. Come una memoria del tempo che è passato, tutto narra di antiche legende, miti e misteri in questa città arroccata su una rupe. Entrarvi è come viaggiare in un libro di fiabe. Come un desiderio di vivere il presente, passeggiare, lasciandosi trascinare da colori, odori, sapori e sensazioni, diventerà un’esigenza.
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PIANTA DELLA CITTÀ
COSA LASCIARE ALL’INGRESSO 1
La fretta
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La distrazione
Il tempo
COSA PORTARE CON SÉ 1
L’udito
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UDITO
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Il tatto
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La vista
Il gusto
TORRE DEL MAURIZIO
Muricio da secoli ascolta Orvieto dall’alto della torre dell’orologio. Fermo e imperscutrabile tende l’orecchio, controlla e non commenta. Fin dal 1350 Murico batte il tempo, con le sue fattezze da capomastro. Ritmico e inesorabile con un maglio picchia la campana, proprio come l’automa che è. Muricio batte la campana e il suono cupo e potente riempie la piazza scandendo il tempo del lavoro e del riposo. Oggi come secoli fa. La torre dell’oro-
logio, il suo automa, Muricio, e il suono della campana sono parte di Orvieto, uguali a se stessi da tempo immemore, vennero costruiti per arricchire la piazza e per ritmare il tempo dei lavori del cantiere del Duomo.
Muricio: “Da te a me, campana, furo i pati: tu per gridar et io per far i fati”. Campana: “Se vuoi ch’attenga i pati, dammi piano. Se no io cassirò e darà invano”.
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L’olfatto
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Il sesto senso
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GUSTO
TATTO
BAR MONTANUCCI Riposa gli occhi, lascia sedimentare le emozioni sedendoti senza fretta in questa caffetteria. Non dovrai vagare per trovarlo, il Bar Montanucci ti attende proprio lungo il corso principale di Orvieto. Ordina una torta al semolino, chiudi gli occhi e apri la bocca per assaporare ogni cucchiaino di questa base di pasta frolla, con crema al semolino e glassa al cioccolato. Se vuoi mescolare lo spirito francescano e l’arte barocca scegli un maritozzo e lascia che il palato faccia incontrare la semplicità dell’impasto con la spumosità della panna. Non dimenticare il diplomatico, classico e intramontabile. Lo zucchero a velo ti resterà addosso come un ricordo.
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OLFATTO
Pozzo di San Patrizio Uno scalino dopo l’altro. Un passo alla volta, giù fino alle viscere della terra. Giù fino a un tempo lontano. Chiudi gli occhi e lascia che l’umidità entri nelle narici. Nel fondo del Pozzo di San Patrizio l’odore di terra, pietra, storia e acqua si mescolano creando un profumo inconfondibile e inimitabile. Scalino, dopo scalino senti l’aria cambiare, il respiro diventa appiccicoso e si attacca alla pelle. Questo luogo profuma di vita e mistero. Qui il tempo è fermo e l’odore sembra immutato fin dal XVI secolo, quando venne scavato per garantire acqua in ogni momento. Un cilindro profondo in cui tuffarsi, scavato prima nel tufo e poi nell’argilla, prima di essere ricoperto di mattoni. Sessantadue metri di discesa, giù verso il profondo percorrendo una scala a chiocciola costruita a spirale. Soltanto giù senza incontrarsi mai con chi risale verso il mondo. Annusa e senti il mondo: questo pozzo è collegato a un’enorme cavità, quasi senza fine, che si trova in Irlanda. Che odore ha l’aldilà? Basta credere a un’antica leggenda e scoprire che questa cavità è collegata all’aldilà, giù fino alle porte del Purgatorio.
MICHELANGELI
Guarda con le mani. Fai scivolare i polpastrelli sul legno, falli scorrere dentro ogni scanalatura. Senti ogni venatura, tutti i nodi e le consistenze. Ogni prodotto firmato Michelangeli è un’opera d’arte. Basta entrare nella bottega per immergersi in un universo di oggetti e creazioni: bambole, animali, volti, oggetti d’arredo e mobili da collezione tutti rigorosamente in legno. Cinque generazioni di passione artigiana fanno sì che ogni creazione ha la sua anima, tutta da scoprire con le mani, prima ancora che con gli occhi.
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VISTA
DUOMO Fermati e guarda. Trattieni il respiro, spalanca gli occhi e cattura ogni immagine. Magnifico e imponente domina la rupe. Il Duomo dall’alto guarda la sua città. Le sue linee verticali toccano il cielo, accarezzano le nuvole e stuzzicano i pensieri. La facciata con i suoi mosaici e bassorilievi, raccoglie oltre tre secoli di lavori, stupefacenti e armonici come le rughe di un volto segnato dal tempo. Osserva ancora una volta l’esterno del duomo prima di varcare l’ingresso. Una volta entrato fermati ancora e guarda. Lascia agli occhi il tempo di abituarsi alla penombra, alla luce che gioca con l’architettura. Ordine e geometrie. Linee, forme e immagini. Una poesia tutta da guardare. Lascia agli occhi il tempo di abituarsi alla penombra, alla luce che gioca con l’architettura. Ordine e geometrie. Linee, forme e immagini. Una poesia tutta da guardare.
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SESTO SENSO
ANNUNCIAZIONE Lo spazio e il tempo non hanno alcun significato quando un’intensa sensazione ti trascina dentro l’opera d’arte. Lo scultore Francesco Mochi ha scolpito un’opera cinematrografica, fuori dal tempo. Un angelo e la Vergine sono in scena. Scolpiti nel marmo, vivi nella loro immobilità. Tanto insolito, quanto tangibile è il timore dell’annunciazione e lo sguardo fiero e altero della Vergine di marmo.
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A ZONZO IN UMBRIA La cripta di Ferentillo e le sue mummie
Appartamenti Dodici Rondini
Mettete da parte l’idea dell’Umbria ‘cuore Verde d’Italia’. Oggi niente prati, montagne e colline; vi invitiamo a scendere sotto terra, nella cripta della Chiesa di Santo Stefano. Nel piccolo comune di Ferentillo, in provincia di Terni, troverete un antico segreto, oggi divenuto museo. Si tratta della cripta delle Mummie di Ferentillo.Qui troverete oltre 20 corpi mummificati e perfettamente conservati. Un percorso tanto bizzarro, quanto affascinante, forse un po’ macabro, ma di sicuro indimenticabile. Teschi, corpi, brandelli di abiti e tante storie racchiuse in questa cripta veramente unica.
Affacciati su una delle più belle e suggestive piazze di Foligno, Piazza Spada, gli appartamenti Dodici Rondini sono situati in una palazzina del ‘400, Moderni, colorati e vivaci, dotati di tv, internet e cucina attrezzata. E nel pieno centro storico della città a soli 150 mt dal parcheggio centrale. Al pian terreno della palazzina, c’è una splendida e altrettanto vivace osteria che porta lo stesso nome. Un connubio di armonie coniate da Damiano il proprietario, per permettervi un soggiorno alla portata di " tutto".
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Affacciati su una delle più belle e suggestive piazze di Foligno, il B&B Terrazza a Foligno deve il suo nome alla grande terrazza in stile liberty che lo caratterizza, dove è possibile gustare la prima colazione inebriati dai profumi delle piante che lo rendono una piacevole oasi di verde nel cuore del centro storico. Affacciato in una via centralissima il b&b si trova a pochi passi dall’Auditorium e da Palazzo Candiotti, uno dei gioielli più antichi di Foligno. Un mix ben calibrato di vita mondana e cultura al centro del mondo, che permette di poter assaporare facilmente anche lo splendore dell’hinterland folignate. Terrazza Liberty B&B Via Gramsci, 62 Foligno (PG) / T. + 39 348 6951047 www.terrazzaliberty.it
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Nella splendida cornice di Saragano, Castello Longobardo e residenza estiva del Console romano Lucio Licinio Sura, vi offriamo la nostra calda ospitalità. Negli appartamenti e nelle camere dei casali, immersi nel verde del paesaggio della campagna umbra, vicino a città d’arte come Todi, Orvieto, Bevagna. Per la gioia del palato, un percorso che vi porterà a conoscere le storiche tecniche di produzione di olio extra vergine di oliva con degustazione finale.
Clerici Azienda Agraria di Gianni Proietti Via della Collina 18 Saragano di Gualdo Cattaneo (PG) T. 0742.98728 / 330.646162 / olioclerici@libero.it www.olioclerici.com
A Ferentillo il processo di mummificazione non è frutto di nessuna volontà o ritualità, si tratta di un evento naturale fortuito e ancora oggi compreso solo in parte. A creare il fenomeno di mummificazione è proprio la cripta, ma il perché è attribuito a vari fattori: il particolare microclima, la presenza di microrganismi in grado di disidratare rapidamente il materiale organico, la presenza nel suolo di sali minerali fortemente igroscopici, cioè in grado di legare l’acqua rendendola indisponibile per i processi di putrefazione. Le mummie sono racchiuse in teche di vetro e si lasciano guardare con un’incredibile forza vitale. Silenziose emergono dal passato e gridano la loro storia. Basta osservare i dettagli per scoprire pezzi di vita resi immortali dal caso. Camminando e scrutando avidamente incontrerete il soldato francese morto per impiccagione, i coniugi arrivati addirittura dalla Cina, l’avvocato assassinato seppellito poco lontano dai suoi assassini, una giovane madre che riposa vicino al proprio neonato. A Ferentillo, dentro la terra vita, morte e storia si incontrano. Una visita imperdibile.
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Il bed and breakfast si trova in posizione strategica e permette di spostarsi comodamente dal centro storico di Assisi a Foligno, Spello, Bevagna, Trevi, Spoleto, Nocera Umbra, Gubbio e Perugia, in una posizione di baricentro rispetto alle principali attrattive artistiche e architettoniche delle città alle pendici del parco del monte Subasio. Il b&b offre, dopo una giornata intensa alla scoperta delle bellezze dell’Umbria, un riposante momento di relax lontano dalla confusione della città immersi nella natura della campagna. Il calore del bed and breakfast e la particolarità dell’accoglienza familiare in questo confortevole rustico rendono il soggiorno in campagna un'esperienza intima. Bed & Breakfast Casa Lisetta: Quiete e bellezza. B&B Casa Lisetta Via Collebudino 34 - Fraz. Franchillo Valtopina (PG) T +393665978554 / casalisetta@gmail.com www.casalisetta.it
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L’OROSCOPO di BARBANERA dal 1762 Primavera-Estate 2018
ARIETE
BILANCIA
Un po’ d’insofferenza per la routine potrebbe essere causata dall’aria di primavera, che vi rende irrequieti: non vi farebbe male una piccola vacanza. Ma come ben sapete, per voi la rivincita arriva sempre, dovete solo avere la pazienza di attendere. Con l’estate, infatti, sdrammatizzerete le recenti difficoltà sostenuti da un travolgente humour. Non trascurate chi vi vuole bene.
Venere, vostra madrina, ravviva lo spirito e la forma fisica, facendovi apprezzare appieno i vivaci colori e gli inebrianti profumi della bella stagione. Una ventata d’aria fresca allieterà i rapporti interpersonali, annunciando un’estate all’insegna del divertimento. Le vacanze riporteranno in primo piano l’amore, sospinto dal vento della passione. Mettete a tacere chi fa la voce grossa.
TORO
SCORPIONE
La realizzazione più grande, come sempre, la trovate in famiglia, dove dominate con la vostra calda affettività. La ben nota placidità potrebbe essere un po’ scossa da qualche provocazione che vi giunge dagli amici, che però saprete affrontare con scattante humour. In estate, poi, una Venere maliziosa soffierà con forza sul fuoco della passione! Concedetevi ritempranti spazi di benessere.
Il vostro carattere leggero e spiritoso rende agevole il quotidiano, e in questo modo anche le seccature passano più in fretta. Poi ci penseranno l’estate e Venere benevola a ravvivare il fuoco delle passioni: lasciatevi andare e non mancherete un colpo! Complice il relax vacanziero, vi deciderete a tirare fuori i sogni lasciati nel cassetto. Buone occasioni da cogliere al volo.
GEMELLI
SAGITTARIO
Magnetismo al top: seducete a ogni angolo di strada grazie al vostro fascino, più che mai irresistibile! Allegri e spensierati, la vostra compagnia sarà richiestissima. Soprattutto con l’arrivo dell’estate, quando il vostro senso dell’umorismo e la voglia di divertimento raggiungeranno vette inimmaginabili! Diffuso benessere di mente e corpo. Venere vi appoggia e vi fa saltare di gioia.
Precisi e meticolosi, per voi realizzare un progetto che avete in mente da tempo sarà molto più facile di quanto speravate. Ma attenzione a non trascurare la famiglia: siete un po’ distratti e c’è chi vi rimprovera piccole assenze. Rimedierete con alcuni progetti da condividere con la vostra dolce metà e un viaggio romantico non ve lo toglie nessuno! Organizzatissimi, non vi sfugge alcun dettaglio.
CANCRO
CAPRICORNO
Voglia irresistibile di mettervi in viaggio? Organizzate pure i vostri progetti, e senza badare a spese: Giove vi appoggia e mette a disposizione i mezzi per realizzare il vostro desiderio. Meravigliosi gli auspici per l’estate, quando vi sentirete leggeri come piume e agili come farfalle. Dandovi da fare, avrete il mondo ai vostri piedi! Valutate con attenzione i vostri alleati.
La primavera rinnova le passioni, ma voi riprendete il timone della vostra vita, navigando decisi. Tanta la voglia di arrivare alla meta, con Marte e Saturno che vi fanno raggiungere i traguardi, uno dopo l’altro. Neanche in piena estate la vostra mente va in vacanza e pure in ferie non smetterete di pensare a tutto quello che ancora vi resta da fare! Una piccola vacanza per ritemprare le spirito.
LEONE
ACQUARIO
Un’allegria contagiosa rende il vostro spirito leggero, anche se forse vi state allargando un po’ troppo nelle spese. Connettetevi con la vostra parte pratica e... occhio al livello del vostro salvadanaio! Al lavoro c’è chi vorrebbe mandarvi al tappeto, ma gli rispondete sfoggiando un sovrano distacco e lo mandate letteralmente in tilt. Dimostrate il vostro valore in tutti i campi.
VERGINE
Fioriscono le vostre iniziative in società e, come per incanto, sbocciano nuovi amori. Mollate le timidezze e lasciatevi travolgere: una Venere birichina vi invita alla trasgressione! Con l’arrivo dell’estate, nuovi rintocchi di romanticismo busseranno alla porta del vostro cuore, ma un infaticabile Urano vi spingerà a dedicarvi alla carriera. Non vi fate ingannare dalle facili lusinghe.
Dubbi e tentennamenti in amore. Siete combattuti tra la serenità di una relazione stabile e l’emozione di una passione travolgente? Non temete, Saturno saprà mostrarvi la direzione da prendere. Concedetevi un viaggio, la parentesi ideale per distrarvi dalla routine lavorativa, per poi riprendere, dopo l’estate, con tutta l’energia che sapete dare. Delegate ad altri alcune scelte e responsabilità.
PESCI
Una primavera molto promettente la vostra, con pianeti in segni di Terra che vi spalleggiano a tutto tondo affinché ciò che avete realizzato finora non si disperda. Piccole battute d’arresto in ufficio vi rendono insofferenti alla routine quotidiana, ma saprete distrarvi con vecchie amicizie, recenti conoscenze e, forse, anche con un nuovo amore! È tempo di sfoderare la vostra risolutezza.
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Nel prossimo numero... Concorsi di bellezza!