ARRAMPICATA 360° a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - antcico@yahoo.com
Nessuna davanti a sé Storia della basca Josune Bereziartu, che ha ridotto il divario di difficoltà tra scalatori e scalatrici e che per quasi dieci anni è stata la sola a firmare prime assolute femminili dall’8c al 9a/+ a livello mondiale ipuzkoa. Lei viene da lì. Da questa splendida provincia basca. E la sua storia è davvero ispiratrice. Perchè Josune Bereziartu diventa la prima al mondo a scalare dall’8b+ al 9/a+, è l’unica donna del nono grado per un decennio, occupa i vertici femminili per oltre vent’anni, ma inizia questa sua avventura verticale senza esempi in famiglia, facendosi ispirare dalla Tv, a 17 anni. Mai messa mano su roccia prima d’allora. È il 1989. Josune è una ragazza determinata. Indipendente. E sa ascoltare. Non solo le proprie sensazioni. In questo processo di crescita si affida, senza perdersi, a un mondo necessariamente principalmente maschile. Ci saranno, nei primi anni Novanta, i fine settimana sui muri di calcare di Egino (Araba) o le linee di Etxauri (Navarra) in terre basche insieme a Jesús Leunda, dal quale apprenderà l’importanza dell’eticità della scalata. Si innamorerà sempre più dell’arrampicata sportiva però, e conoscerà chi diverrà il suo compagno di vita, Rikar Otegui, e la comunità dei forti scalatori baschi a cui lui appartiene. E da lì continuerà. Riducendo sempre più il divario tra scalatori e scalatrici in termini di difficoltà. Ascoltando e ascoltandosi. Provando e aprendosi alla sperimentazione. Otegui saprà visualizzare quello che lei ha dentro: il fuoco. Quell’energia instancabile che la spinge a puntare sempre più in alto. Le insegnerà il concetto di difficoltà. E sarà fondamentale per lei l’importanza che lo scalatore, già ad alti livelli, darà all’allenamento sistematico e specifico a secco, sulle “pareti di plastica”, per poter avanzare poi sulla roccia. Pedro Pons, valenciano, conoscerà Josune che è già dei forti. E le consiglierà di macinare metri verticali concentrandosi su difficoltà alla sua portata, scalando da prima di cordata, per introiettare i movimenti, la gestualità. Per sentire l’arrampicata dentro di
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72 / Montagne360 / maggio 2021
sè. Ed è così che Josune smetterà di provare i progetti di Rikar Otegui, che alla fine degli anni Ottanta si muoveva sull’8b e 8b+. E si concentrerà sulle sue necessità. Con impegno, pazienza, onestà, e modestia. In sette anni, nel 1996, a 24 anni, questa determinata e sanguigna ragazza basca si mangerà Fettucini. La linea era stata aperta dall’amico Iñaki Marko a El convento (Vitoria) 8b+. Un traguardo stratosferico, dato che solo altre quattro scalatrici allora lo avevano raggiunto: Lynn Hill (USA) a 24 anni su Masse Critique, Cimaï (Francia) 1990; Susi Good (CH) a 27 anni su No Sika
No Crime, Lehn (Svizzera) 1993; Robyn Erbesfield (USA) a 30 anni su Attention on vous regarde a St Antonin (e poi su Silence Vertical, Troubat) Francia, 1993; Mia Axon (USA) a 37 anni su Planet Earth 8b+, Virgin River Gorge - USA, 1996. Donne fortissime, non di rado ai vertici delle gare di Coppa del Mondo. Il risultato di Josune su Fettuccini parla, oltre che di preparazione fisica, di un elemento chiave nella sua arrampicata. Fiducia in sè, elemento che si costruisce su base solide. Tacca dopo tacca, gesto dopo gesto. Faticosamente. Incarnandosi dapprima in