PROTAGONISTI
Quell’alpinismo irripetibile Ricordiamo Cesare Maestri, scomparso il 19 gennaio scorso, uno dei più grandi scalatori italiani nel periodo compreso tra il Secondo dopoguerra e gli anni Settanta di Roberto De Martin
P
er ricordare Cesare Maestri riporto quanto scrissi – da presidente del TrentoFilmFestival – nella presentazione del suo bel libro Dare un senso alla vita (Mame editore): «Non posso non pensare a due splendide assemblee di delegati del Club alpino italiano: quella del 1998 a Mantova e del 1999 all’Aquila. Nella prima Cesare Maestri fece una centrata e centrale Laudatio per Armando Aste, neo socio onorario del Cai; nella seconda fu Armando a farla a Cesare, nominato anche lui socio onora-
rio, fra gli applausi scroscianti di centinaia di delegati. Sono stati due momenti di forte emozione, e basta frugare nella memoria per scoprirne le venature. Maestri ce li ha regalati con la sua lunga ed esemplare carriera di alpinista e di uomo sempre fermamente ancorato alla propria visione, nella quale non c’è mai spazio per l’opportunismo. Un uomo saldo ai propri principi, imperniati su valori quali lealtà e coerenza, la stessa che a 73 anni lo ha portato ai piedi dello Shisha Pangma, per tentare di portare sulla cima la
bandiera della pace e testimoniare così il suo impegno contro la violenza e l’intolleranza verso ogni forma di terrorismo. È per questa carriera e per queste sue qualità che il TrentoFilmFestival lo ha voluto annoverare fra i propri soci onorari accanto a Detassis, Cassin, Bonatti, Bonington, Mazeaud, Sorgato, Aste, Martini, Abram, Diemberger, Goretta Traverso e Nives Meroi. Alcuni di questi grandi alpinisti li ritroviamo nei ritratti di quest’ultimo impegno di Cesare Maestri, che ce li racconta con tutta l’imme-
Sopra, Cesare Maestri in occasione del Festival Suoni delle Dolomiti del 2009 (foto Daniele Lira). Nella pagina accanto, un intenso primo piano del grande alpinista di Trento (1996, foto Giulio Malfer) 44 / Montagne360 / marzo 2021