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I colori della natura Monti, nebbie, acque e fiori – ma anche le mutazioni di un territorio prezioso – nei dipinti di Arnaldo Colombatto: un ricordo del “pittore della montagna”, che pochi mesi fa avrebbe compiuto cent’anni di Ernesto Billò
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el 2020 avrebbe compiuto 100 anni; ne visse solo 78, ma li spese bene nel lavoro e nell’arte, con umiltà e piacere di esprimersi a tu per tu con lo spettacolo sempre nuovo dei monti e della natura. Arnaldo Colombatto fu una figura indimenticabile del Cai Mondovì, e un degno membro del club nazionale di pittori e scrittori di montagna. Dei monti conosceva ogni aspetto; e anche quando li studiava scientificamente – con la geomorfologia e l’antropologia – faceva vibrare un’emozione poetica, una profonda partecipazione. Con le linee e con i colori comunicava meraviglie e trasalimenti, rendeva atmosfere solenni o raccolte, e intanto fissava documenti di una secolare civiltà montanara con trepidazioni e rimpianti per ciò che si andava perdendo per sempre. Lo attiravano e immalinconivano le baite e le borgate un tempo piene di vita e ora abbandonate, le greggi al pascolo, i fienili arditi come cupole, i tetti “racchiusi” elaborati da una diramata civiltà occitana e sempre più minacciati dalla rovina. Gli aspetti naturali più dimessi – il candore delle stelle alpine e dei narcisi, l’argento dei cardi, il fuoco dei rododendri, il blu delle genzianelle, i boschi d’autunno, i silenzi invernali – lo incantavano non meno degli aspetti più grandiosi. Attingeva in presa diretta sensazioni e stupori salendo e scalando monti e pareti del Monregalese, del Cuneese, del Delfinato, fino alle valli aostane e dolomitiche. Su carta e su tela si cimentava con i ghiacciai e le punte più ardite, con l’approssimarsi delle tormente, con lo spumeggiare delle cascate. Fiocchi di nebbie, possanza di pareti, riflessi di laghetti, effetti d’ombra o di controluce rendevano vivi i suoi acquerelli, a volte sereni e pensosi, a volte inquietanti. INSTANCABILE RICERCATORE DI EMOZIONI Era nato nel 1920 a Paesana, in Valle Po da un ingegnere impegnato nella costruzione di centrali elettriche, e l’aveva seguito a Torino, nell’Imperiese, a Cuorgnè, nel 1933 a Mondovì dove studiò 48 / Montagne360 / marzo 2021
al liceo e si radicò. Si laureò a Torino in Lettere con una tesi in geografia fisica, che orientò molti dei suoi interessi in campo scientifico e artistico. Insieme agli studi stava, infatti, coltivando la precoce vocazione per il disegno e la pittura, a cui la passione per l’alpinismo e la speleologia forniva temi e suggestioni. I soggiorni giovanili nelle Dolomiti e poi le sistematiche esplorazioni