EDITORIALE orizzonti e orientamenti
La perdita, la rinuncia e la convinta fiducia nel futuro del Cai di Vincenzo Torti*
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momenti di sincera familiarità e dobbiamo dirci fortunati di aver potuto condividere con lui un tratto importante e delicato di questa presidenza. Grazie Umberto per quanto hai saputo offrire per tanti anni al “tuo” Club alpino italiano. A Fiore, Martina e Paolo la nostra vicinanza sincera. Ma, ancora increduli per quanto accaduto, abbiamo dovuto pensare che le responsabilità istituzionali non consentivano di lasciare il CDC privo di un suo componente e devo ringraziare per la sua immediata disponibilità Gian Paolo Boscariol che, con la unanime condivisione del CC, è entrato così a far parte del direttivo centrale. Sempre durante l’estate abbiamo dovuto affrontare anche un’importante rinuncia: quella al Congresso nazionale sulla Montanità, pensato e progettato nel 2019 dal gruppo di lavoro affidato al coordinamento scientifico del Past president Annibale Salsa, da tenersi nell’autunno 2020, poi sospeso e rinviato a causa del Covid-19 e nuovamente ipotizzato nel maggio scorso, poco prima dell’ultima AD, durante la quale ho comunicato l’intenzione di riproporlo nel mese di novembre a Roma. La proroga al 31 dicembre di quest’anno dello stato di emergenza e, con esso, di molte delle disposizioni limitative o impeditive, soggette a costanti modifiche in base all’andamento dei parametri di volta in volta presi a riferimento, ha ingenerato uno stato di perdurante incertezza sulle possibili modalità di svolgimento, sulla mobilità delle persone da una regione all’altra in caso di diverse classificazioni, sulle condizioni di accesso alla sede congressuale, per tacere di varianti sempre dietro l’angolo. A fronte di tali rilevanti incertezze si ponevano, invece, come ineludibili, tutti i costi connessi all’organizzazione e gestione, in primis quelle per i due giorni di sede congressuale, oltre a quelli delle prenotazioni alberghiere: cifre rilevanti, sia nell’ottica della Sede centrale che in quella delle ottobre 2021 / Montagne360 / 1
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ocie e Soci carissimi, l’estate appena trascorsa non è stata solo contrassegnata da una significativa ripresa delle nostre attività, grazie anche al combinato effetto di vaccinazioni e green pass, col perdurante utilizzo delle ormai acquisite forme di prevenzione, ma anche da una grave perdita e da una sofferta rinuncia. In una mattina di agosto, infatti, ci ha lasciati Umberto Andretta, componente del Comitato direttivo centrale. Fino a qualche ora prima si è occupato delle deleghe a lui affidate, abbiamo scambiato opinioni, preso decisioni e gli abbiamo fatto gli auguri di buon compleanno. Poi una gita in bicicletta con un amico e il suo cuore si è fermato, così, semplicemente, senza preavviso alcuno. Avevamo voluto Umberto in CDC per la sua preparazione e competenza professionale, mai distinta da una generosa disponibilità, per la sua umanità aperta accompagnata da un sorriso spontaneo, oltre che per la sua onestà rigorosa, dopo averlo ben conosciuto alla presidenza del Collegio nazionale dei revisori dei conti. Un ruolo che pure è di controllo, ma in occasione del quale avevamo avuto modo di apprezzare in lui, oltre alla puntualità delle osservazioni, anche la visione associativa e costruttiva con cui, ogni volta che se ne presentasse l’occasione, ci assicurava preziosi consigli. Molti lo hanno conosciuto e incontrato, specie con riferimento alle problematiche del Terzo settore, del quale si è occupato in prima persona coordinando il gruppo di lavoro, unitamente ad Erminio Quartiani, sino ad essere relatore in materia all’ultima Assemblea dei delegati tenutasi in modalità da remoto e tutti hanno ricevuto risposte ai dubbi sollevati e i chiarimenti richiesti. La perdita di Umberto ci ha, però, privati soprattutto di un amico con cui, in Sede centrale, abbiamo condiviso progetti, difficoltà, soddisfazioni e