ALPINISMO
From Florence to Mont Blanc Francesco Bruschi e Francesco Tomé hanno raggiunto la Val Veny da Firenze in bicicletta, per poi salire in vetta al Monte Bianco lungo la Via normale italiana. Un invito a praticare le proprie passioni in modo sostenibile di Lorenzo Arduini
«A
bbiamo voluto dimostrare che, con la volontà e l’impegno, partendo dalla porta di casa è possibile raggiungere il luogo desiderato in maniera sostenibile, senza inquinare e senza impatti ambientali. Noi siamo arrivati sulla cima del Monte Bianco, ma tutte le destinazioni sono raggiungibili con un occhio di riguardo per l’ambiente». A parlare sono due ragazzi toscani, Francesco Bruschi (18 anni, iscritto alla Sezione Cai di Maresca) e Francesco Tomé (21 anni, iscritto alla Sezione di Firenze), che sono arrivati sul Tetto delle Alpi salendo la Via normale italiana, dopo aver raggiunto la Val Veny
48 / Montagne360 / ottobre 2021
dal capoluogo toscano in bicicletta. La loro è un’amicizia che risale all’infanzia, nata proprio sui sentieri, con gli scarponcini ai piedi. Entrambi erano infatti iscritti all’Alpinismo giovanile del Cai Firenze, dopo aver ereditato l’amore per la montagna dalle rispettive famiglie. Il loro viaggio ha voluto rappresentare un invito a rispettare l’ambiente, soprattutto quando si portano avanti le proprie passioni. UN SALTO ALL’INDIETRO NEL TEMPO “From Florence to Mont Blanc” (questo il nome dato al progetto, patrocinato e sostenuto dal Cai) è stato un tuffo
all’indietro nel tempo, quando gli alpinisti, prima della diffusione della motorizzazione di massa, spesso raggiungevano sui pedali le montagne che volevano salire. Gli esempi storici si rifanno a nomi anche famosi, come Hermann Buhl, Kurt Diemberger e i fratelli Schmid. «L’idea di questo viaggio è nata lo scorso marzo, dalla nostra voglia di fare e dall’attenzione che proviamo per le Terre alte», spiega Bruschi. «Siamo giovani studenti, d’estate il tempo libero non ci manca, così spesso ci incontriamo e parliamo, buttiamo giù idee e progetti». Del resto la frequentazione del Cai ha consentito ai due ragazzi di «sviluppare un certo tipo