NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia
Intramontabile alpinismo classico Siamo sulla parete nord della Cima delle Gole Larghe (3003 m), nel gruppo dell’Adamello, dove nelle ultime due estati Matteo Iacuone, Giuseppe Rocca, Giorgio Ghezzi e Francesco Majavacca hanno aperto Un sogno per Ettore (250 m, VI-) e Rolando (270 m, VI) asta poco, un breve tratto lungo la strada per il Passo del Tonale, e il traffico del centro di Edolo diventa un ricordo. La carrozzabile risale la valle, supera il piccolo comune di Incudine e raggiunge il più vasto nucleo di Vezza d’Oglio da cui prosegue per Temù – dove si trova il Museo della Guerra Bianca –, Ponte di Legno e il valico. E a destra, severo, s’innalza il gruppo dell’Adamello: un fantastico mondo di ghiaccio e roccia, teatro umano e naturale con pochi paragoni nell’intero arco alpino. La Val Paghera, che confluisce nell’alta Val Camonica proprio in corrispondenza di Vezza d’Oglio, è uno degli accessi al cuore del massiccio: la si può percorrere in auto fino al Rifugio Alla Cascata (1453 m) da cui, a piedi, si sale alla splendida conca dell’Aviolo con il suo lago e il Rifugio Sandro Occhi (1930 m). Cime su cime racchiudono la conca: tra le tante, a ovest spicca il Monte Aviolo (2881 m), a sud tocca al Corno Baitone (3330 m) e a est ecco il Monte Avio (2962 m) e la Cima delle Gole Larghe (3003 m). Quest’ultima, come scrive Pericle Sacchi nel secondo volume della storica guida Cai-Tci dedicata all’Adamello (1986), è una «bella piramide rocciosa» che «domina l’omonimo valico con le brevi ma ripide pareti Ne e No [...]. Dalla cresta sommitale scende (verso ovest, ndr) un lungo crestone che forma la sponda sinistra orografica della Valletta», percorsa dal sentiero che dal Rifugio Occhi conduce al passo e quindi in vetta, sulle tracce di A. Giannantonj e G. Bassi che passarono di qui nel 1919. La prima salita della montagna, effettuata da B. Cavalleri, D. Ferrari e G. Cresseri nel 1897, si svolse invece dall’altra parte (sudest) per
B
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«costa erbosa e per canali di rocce franose». Ma perché “Cima delle Gole Larghe”? Qual è l’origine di questo nome curioso? È ancora Sacchi a venirci in aiuto, spiegandoci che «il toponimo è riferito agli ampi valloni che scendono dal vicino e omonimo passo». UN SOGNO PER ETTORE 11 agosto 2020: Matteo Iacuone, che ha voglia di sgranchirsi un po’ le gambe, sale al Rifugio Occhi e da lì prosegue verso il Passo delle Gole Larghe. È ormai nei pressi della meta quando, sulla destra, nota una parete di granito: non è altissima ma davvero bella,
solcata da fessure che chiedono soltanto di essere scalate. Una linea, logica ed evidente, cattura subito l’attenzione dell’alpinista, che scatta alcune foto e la sera stessa racconta di quella meraviglia all’amico Giuseppe Rocca. Che si accende come un fiammifero ed esclama: «Domani andiamo a provarla». E così è: alle sette del mattino del giorno dopo, equipaggiati con dadi, friend, chiodi a volontà, martelli, staffe e altri aggeggi, i nostri partono alla volta della Nord della Cima delle Gole Larghe, dove vogliono aprire la loro prima via nuova. Due ore di avvicinamento e l’avventura può cominciare: la fessura iniziale si rivela un