FORAGING a cura di Valeria Margherita Mosca
Mangiamo un albero Una passeggiata sul sentiero Rusca, che collega Sondrio al Passo del Muretto, in Valmalenco, è l’occasione per raccogliere alcuni rametti di abete rosso: potrete preparare un risotto dal gusto balsamico e intenso a settimana scorsa mi è capitato di percorrere un lungo tratto del sentiero Rusca, un itinerario di 32 km che collega Sondrio al Passo del Muretto, in Valmalenco. Mi stavo recando in auto a Chiareggio, ultimo paesino della valle, ma arrivata a Sondrio, avendo a disposizione parecchie ore, invogliata dal sole, dal cielo limpido e dall’aria cristallina, ho deciso di proseguire a piedi. Mi capita spesso di essere rapita dalla voglia percorrere a piedi un lungo tragitto: sono un’appassionata camminatrice e chi condivide con me questa attitudine può ben comprendere la sensazione di beatitudine che mi coglie quando riesco a svincolarmi dai ritmi quotidiani regalandomi questa opportunità. Procedere lentamente, camminando, osservando, senza fretta: un vero lusso.
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UN PERCORSO DAGLI SCORCI INCANTEVOLI Nello specifico, il sentiero Rusca è un itinerario storico che in parte ripercorre la Strada Cavallera, una via commerciale che un tempo collegava, passando per la bella Valmalenco, la Valtellina e l’Engadina, di grande interesse naturalistico e culturale. Sicuramente impegnativo, superando i 2400 metri di dislivello, ma senza particolari altre difficoltà, diparte da un punto situato e ben segnalato proprio in via Nicolò Rusca, a Sondrio, dietro la Chiesa dei Santi
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Gervasio e Protasio. Il sentiero è dedicato all’arciprete Niccolò Rusca poiché proprio tramite questa via, durante i conflitti religiosi del 1618, egli fu trasferito a Coira. Nato in Canton Ticino nel 1563, fu eletto arciprete di Sondrio nel 1590, in un momento storico turbolento e ricco di conflitti tra cattolici e riformati, in una Valtellina scossa dalle riforme protestanti tra i Grigioni. Aveva studiato al Collegio Elvetico di Milano, preferito di Carlo Borromeo, e fu contraddistinto sempre da grande cultura e forte attitudine alla reciprocità e compassione, amato e seguito dalla popolazione cattolica valtellinese. Nonostante ciò nel 1618 fu arrestato, vittima innocente dei contrasti delle Tre Leghe, e fu imprigionato e ingiustamente processato e condannato a Thusis. Brutalmente torturato morì il 4 settembre dello stesso anno. Una storia triste ma che arricchisce sicuramente di
spunti storici e culturali, fascino e mistero, questo percorso dagli scorci incantevoli tra prati, boschi, cime imponenti, valli profonde e lo scorrere incessante e vigoroso del torrente Mallero che nasce poco più su dal meraviglioso Disgrazia. Nonostante in inverno sia opportuno interrompere il cammino poco dopo Chiareggio - se non si è muniti di ciaspole o di sci e se non si possiedono le giuste competenze in merito all’utilizzo di queste attrezzature - il sentiero ci offre l’opportunità di passare attraverso diversi habitat come il bosco di latifoglie, il prato magro, la foresta alpina, l’alpeggio e i prati grassi.
LE TANTE RISORSE DELL’ALBERO DI NATALE In una tale abbondanza di habitat è facile trovare, anche in piena stagione fredda, ingredienti selvatici da raccogliere, e, fra quelli disponibili,