Notiziario CAI Lecco 1/2014

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Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO

n° 1/2014

CAI LECCO 1874

Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole

L’Intervista

CATTEDRALE NEL VENTO IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA 30 anni fa la prima al Cerro Murallon

Mario Bonacina racconta lo sci alpinismo dei pionieri

Alpinismo CLIMBERS A TETTO

La palestra “Carlo Mauri” casa degli arrampicatori sportivi

Sentieri e Parole IN ALTO, IN ALTO!

L’inno del CAI Lecco di Antonio Ghislanzoni e Carlos Gomes


0%40%50%60%70%30%40%50% 30%40%50%60%70%30%40% 460%70%30%40%50%60%70 60%70%30%40%50%60%70%30% 6 0%50%60%70%30%40%50%60% 40%50%60%70%30%40%50% 14 30%40%50%60%70%70%30%40% 30%40%50%60%70%70%30 18 0%60%70%30%40%50%60%70% 50%60%70%30%40%50%60% 22 ABBIGLIAMENTO TREKKING, OUTDOOR, TEMPO LIBERO E SCARPE 30%40%50%60%70%30%40% 24 27 60%70%30%40%50%60%70 29 40%50%60%70%30%40%50% 30 30%40%50%60%70%70%30 33 50%60%70%30%40%50%60% 36 IN QUESTO NUMERO

EDITORIALE

SENTIERI E PAROLE

di Giuliano Maresi

IN ALTO! IN ALTO! L’inno di Gomes e Ghislanzoni per il CAI Lecco

PRENDIAMO IL VOLO Note profane sull’avifauna delle nostre montagne

IL BOSCO CHE AVANZA Il caso dell’alpeggio abbandonato di Monte Basso

L’AVVENTURA DI ALMA Sentimenti incancellabili nel diario della Alini

di Luca Pedeferri

di Sergio Poli

di Annibale Rota

di Alma Alini IL SORRISO DI MARCO E’ troppo presto per dimenticare “Butch” Anghileri di Renato Frigerio / Gruppo Gamma A RICORDO DEL “GUERA” Guerino Cariboni, alpinista umile e coraggioso di Dino Piazza ROSSANA E WALTER

di Eugenio Mira ALIMENTAZIONE A BASSE QUOTE Cosa mangiare (e perché) quando si fa trekking in montagna di Donatella Polvara

ALPINISMO e ARRAMPICATA

40

CATTEDRALE NEL VENTO Trent’anni fa la prima salita al Cerro Murallon

LA BUONA EDUCAZIONE E LA BUONA VOLONTÀ E’ compito di tutti difendere il patrimonio dei nostri sentieri di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco

TORRE PROIBITO Troppa neve, troppo ghiaccio e troppo caldo in Patagonia di Matteo Della Bordella CLIMBERS A TETTO La palestra “Carlo Mauri” riferimento per gli arrampicatori sportivi lecchesi di Pierangelo Tentori

ALPINISMO GIOVANILE

42 47

ACCOMPAGNANDO SI CRESCE Il ruolo dell’accompagnatore nei corsi di Alpinismo Giovanile di Silvano Sala QUEL CAMMINARE INSIEME L’Alpinismo Giovanile e la mia passione per la montagna di Franca Magistretti

ESCURSIONISMO

49

L’INTERVISTA

50

0%40%50%60%70%30%40%50%56 dal 3 luglio 60%70%30%40%50%60%70%30% 61 0%50%60%70%30%40%50%60%63 30%40%50%60%70%70%30%40% 66 0%60%70%30%40%50%60%70%70

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N° 1/2014

Redazione: Adriana Baruffini, Angelo Faccinetto

Direttore responsabile: Angelo Faccinetto

Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Grafiche Riga Annone Brianza

Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it

Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 13/06/2014

di Matteo Riva

IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA I pionieri, la scuola, i rally: Mario Bonacina racconta il “nostro” sci alpinismo di Angelo Faccinetto

SCI DI FONDO

IL FASCINO MISTERIOSO DELLA NEVE Lungo l’Inn la “tre giorni” di fondo 2014

TRA VINADIO E IL MARGUAREIS Due giorni nel cuneese con la scuola di fondo

LA PRIMA DEI SALTAFOS A Pian Sciresa l’esordio del gruppo di mountain bike

Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano

di Franco Aromatisi

di Paola Sangalli RADUNO DEI FONDISTI PRESSO LA SEDE DEL GRUPPO ALPINI MEDALE La relazione del presidente sull’attività del 2014 di Stefano Vimercati

SCI ALPINISMO

BIANCO & BLU Scialpinismo nei colori della Norvegia

APPUNTAMENTI

LA STRADA DELL’IMPEGNO La relazione del presidente all’assemblea ordinaria

di Sara Pozzetti

di Emilio Aldeghi,

IL QUARTO VIEN DA SÉ 73 Il successo dell’edizione 2014 di “Monti Sorgenti” di Matteo Manente RECENSIONI 76 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA 78

Casimiro Ferrari e Paolo Vitali sotto la vetta del Cerro Murallon. Foto Archivio Carlo Aldè, 1984.


LA BUONA EDUCAZIONE E LA BUONA VOLONTÀ

E’ compito di tutti difendere il patrimonio dei nostri sentieri

L

di Emilio Aldeghi*

a montagna è sempre più ricercata e percorsa da persone che

ci può venire in mente.

dobbiamo fare un passo in più della

La montagna genera la vita: l’acqua,

buona intenzione. Manutenzione e pulizia

prodotti innalzano la qualità della no-

trascorrere una giornata diversa. Gli

Lo stesso discorso deve essere

stra vita.

ambienti naturali sono uno scenario di incredibile bellezza dove ognuno a suo modo può percepirne i colori, i contrasti di luce, i profumi, la felicità di un obiettivo raggiunto. Le montagne che circondano la nostra città ci regalano il privilegio di poter praticare quasi tutte le speciali-

Sentieri a chilometro zero, un patrimonio che Lecco deve difendere con impegno. Foto A. Baruffini

tà: escursionismo, alpinismo, sport

Editoriale

dobbiamo essere tutti dei volontari,

l’ossigeno, la terra, gli animali, i suoi

in tutti i mesi dell’anno vogliono

4

della neve, speleologia e tutto quanto

Le genti del nostro passato ci han-

applicato alla manutenzione dei sen-

no regalato i percorsi e i sentieri che

tieri. Quante volte li percorriamo e ci

ci danno la possibilità di usufruire di

lamentiamo dello stato di degrado,

queste risorse preziose. Quando li

quante volte addossiamo al comune,

percorriamo sentiamo il dovere di

al CAI, a qualche altra associazione

trasmettere ai nostri ragazzi questo

il compito di gestire, di fare, di pulire,

territorio troppo bello per essere di-

di sistemare. Certo mantenere la cura

menticato o sciupato.

Troppe volte

di un sentiero non è solo questione

questo mondo che dovrebbe essere

di buona educazione o di buona vo-

un patrimonio da difendere ad ogni

lontà, occorrono capacità, conoscen-

costo è lasciato all’incuria, al degra-

ze delle tecniche e del territorio, ma

do del tempo, a un interesse legato ad

questo non deve essere la scusa per

uno spazio di tempo limitato. Troppe

non impegnarsi, almeno per attuare

volte pretendiamo che altri facciano

quei semplici interventi come la ripu-

quello che pensiamo sia giusto fare.

litura del sentiero dalla vegetazione,

Mi ha raccontato l’amico Beppe che

dai sassi o da alberi caduti. Solo dalle

durante una passeggiata ha incontra-

piccole cose possono nascere grandi

to un escursionista il quale, dopo aver

cose.

percorso un tratto di strada in comu-

Le forze che il CAI può oggi met-

ne, gli ha fatto notare la presenza di

tere in campo sono poche e quelle

carta sul sentiero e, dopo aver fatto

poche in là con gli anni. Ci piacerebbe

la morale al prossimo maleducato, ha

allargare la base dei volontari, rivita-

proseguito senza raccogliere il rifiu-

lizzare una coscienza ecologica e del

to. Alla semplice domanda del perché

rispetto guidata da chi nel nostro am-

non l’avesse raccolto, Beppe si è senti-

biente ha ancora voglia di trasmettere

to rispondere che quella carta non era

la propria esperienza. Aspettiamo che

stato lui a buttarla. Sicuramente non

fra i nostri soci, ma non solo, ci sia

dobbiamo essere i servi di nessuno,

qualcuno che alzi la mano e dica “Io

ma raccogliere quel pezzo di carta

sono disponibile”.

sarebbe stato dare un segno di rispet-

Oltre che un bel gesto sarebbe re-

to verso quel mondo che vogliamo a

galare un futuro al nostro territorio e

parole difendere. Per finire la storia, il

lasciare in vita quel grande patrimonio

Beppe la carta l’ha raccolta e l’ha mes-

che è stato il frutto del sudore di tante

sa nel suo zaino. La morale di questo

persone.

racconto vero è che per la montagna

*Presidente del CAI Lecco


CATTEDRALE NEL VENTO

Trent’anni fa la prima salita al Cerro Murallon

T

ra i diversi luoghi che la Ter-

non essendovi particolari trafile bu-

ra ancora nasconde all’esplo-

rocratiche, è per certi aspetti sempli-

razione alpinistica, una zona

ce organizzarvi una spedizione. Re-

caratteristica è senz’altro la Pata-

sta, cosa non facile, il reperimento dei

gonia. Pur non presentando cime

finanziamenti, ma quando si ha alle

di particolare rilevanza altimetrica,

spalle un nome, confortato da serie-

il costante maltempo rende quanto

tà e successi, può anche non essere

mai problematico il conseguimento di

impossibile. Si aggiunga un pizzico di

successi alpinistici. In compenso, pur

buona volontà e determinazione e si

in presenza di numerosi e concre-

arriva a tentare, ritentare sino ad ar-

ti problemi da affrontare e risolvere,

rivare al sospirato successo.

Carlo Aldé e Paolo Vitali sul ghiacciaio Upsala al rientro dopo la cima. Foto archivio Carlo Aldè.

di Giuliano Maresi


Carlo Aldé e Casimiro Ferrari al Bivacco Pascal situato a una giornata di cammino dal Murallon

timi problemi. Quattro tentativi per una vittoria

Nel 1979 era una montagna prati-

Il 14 febbraio 1984, Casimiro Fer-

camente sconosciuta e i pochi che la

rari, Carlo Aldè e Paolo Vitali, hanno

conoscevano potevano contare so-

raggiunto la vetta del Cerro Murallon,

lamente su dati approssimativi: po-

la montagna della Cordillera Patago-

sizione più a sud del Cerro Torre, in

nica da tempo nelle mire del Gruppo

mezzo all’immenso ghiacciaio Upsala

Ragni della Grignetta, la “montagna

fonte perenne dello sconfinato lago

fantasma” come da qualcuno è stata

Argentino, quota circa 3000 me-

maliziosamente definita o la “mon-

tri, parete di circa 1300/1500 metri

tagna senza storia”, come la si suole

assolutamente inviolata, vetta for-

chiamare considerando il suo recente

se salita una sola volta dall’opposto

ingresso nel numero esiguo degli ul-

versante ghiacciato, un solo docu-

mento fotografico ravvicinato, tro-

nuovo tentativo estivo di Casimiro

vato sull’unica edizione del 1949 di

Ferrari, Giuliano Maresi, Fabio Lenti,

un bellissimo libro di padre A.M. De

fermato anche questo dal maltempo.

Agostini, due foto panoramiche e

Dopo ben tre tentativi andati a

due cartine topografiche dallo stesso

vuoto, sicuramente parecchi avreb-

prezioso volume.

bero gettato la spugna. Si ha un bel

Sulla spinta dei componenti più

raccontare la leggenda del Calafate,

giovani del gruppo, inizia il lavoro che

che un giorno di bel tempo ti ripa-

porterà nel dicembre 1980 alla prima

ga di trenta giorni di tempesta, che

spedizione, forse la più giovane che

la montagna desiderata merita que-

si conosca per età dei partecipanti,

sto corteggiamento. Restano sempre

sulla strada del Cerro Murallon. Ne

gli impegni personali e non, restano

facevano parte Marco Ballerini, Marco

le domande non fatte - “Ma come,

Della Santa, Ben Laritti, Norberto Riva,

questi Ragni non sanno più cavare

Beppe Rusconi, Vanni Spinelli, Dario

un ragno dal buco?” – e proprio per

Spreafico e il dott. Claudio Cavenago,

questo più pungenti, resta sempre la

puntare al ghiacciaio Upsala, dove si

guna vicina all’estancia. I posti sono

il tempo impossibile li bloccherà.

difficoltà di trovare nuovi sponsor,

alza, illustre sconosciuto, il Murallon. Il

tre. Casimiro manda Paolo, Marco e

Nel gennaio 1981 Casimiro Ferrari,

con tanti tentativi a vuoto sulle spalle.

primo non facile problema da risolve-

Fabio. Il lago è calmissimo, pioviggina.

Bruno Lombardini, E. Spreafico rag-

Non si demorde e, nella tarda prima-

re è trovare una barca per il traghetto

Il luogo dove sorge l’estancia sembra

giungono la spedizione all’estancia

vera dell’83, un proficuo contatto con

da Puerto Bandera all’estancia Cri-

il paradiso perduto. I signori Master, i

Cristina.

la Banca Nazionale del Lavoro, con-

stina, lungo un percorso di circa 60

proprietari, ai quali dobbiamo e do-

Luglio-agosto 1981: Casimiro Fer-

sente di mettere in cantiere quella

chilometri sul lago Argentino.

vremo molto per quanto faranno per

rari, Vittorio Meles, i salitori del Fitz

che sarà la spedizione vittoriosa. Il

Roy, Maurizio Scaioli compiono un

7 dicembre 1983 sette scalatori sono

tentativo invernale, fermato dal tem-

a Calafate, ridente cittadina turistica,

Martedì 9.12: alle 7.30 sveglia. Ci

ti riuniti all’estancia. Il 14 dicembre

po impossibile.

persa nella solitudine e nel vento pa-

avvisano via radio che sono dispo-

tutto e tutti siamo al rifugio Pascal.

tagonico. Base di partenza per i cele-

nibili tre o quattro posti su una barca

E’ questa una piccola costruzione in

brati Torre e Fitz Roy, anche base per

di pescatori che vanno verso una la-

lamiera sulla morena laterale sinistra

giorno prima, alla base della parete alla

un senso di insicurezza, di timore che

col tempo bello! Rimango allibito per

sinistra del nostro spigolo nord-est.

fatico a dominare: sarà il primo im-

la verticalità del granito che ricorda

Dicembre 1982- gennaio 1983:

Dal diario di Carlo Aldè

Pubblicato su Stile Alpino n° 2, settembre 2006

Carlo Aldé e Paolo Vitali in cima nella bufera

noi, ci appaiono come personaggi da Dal diario dei componenti

film. Dopo quattro giorni siamo tut-

La nostra prima idea infatti era di

patto con la Patagonia o meglio con

il Grand Capucin: è impressionante,

tiamo gustando l’ultimo pran-

della nostra avventura era stata sem-

due mesi e mezzo da quando siamo

salire in centro alla parete est per es-

l’alpinismo extra-europeo. Le nume-

ma al tempo stesso stupendo. Ormai

zo a base di cannelloni ed

pre vuota, senza pensieri, senza emo-

partiti da Lecco!

sere più al riparo dal vento proveniente

rose letture di libri di montagna mi

la Torre Ben ci ha drogati, siamo co-

asado

Cristina,

zioni: come un foglio di carta bian-

Mi ricordo la prima volta che, con

da ovest. La friabilità della parete salita

condizionano troppo! La mia indeci-

stretti a salirla per ricercare la felicità

quando mi tornano in mente le pa-

ca. Per via della stanchezza e delle

Casimiro e Paolo, saliamo i primi 400

il giorno prima, ci aveva indotto a ri-

sione scompare alla vista della secon-

che ci ha rubato fin dalla sua prima

role della canzone di Francesco De

condizioni fisiche, non avevo ancora

metri di parete con difficoltà di medio

cercare un’altra possibilità più a destra

da torre, che decidiamo di dedicare al

visione. L’indomani trasporteremo il

Gregori. Solo ora, dopo quattro giorni

capito di essere arrivato in cima: ave-

livello. Salgo da secondo e trovo lun-

sullo spigolo. Per sfruttare al massimo

nostro amico Benvenuto Laritti (Ben).

nostro materiale sullo spigolo. Il tem-

dalla salita, mi accorgo di essere an-

vo solo voglia di riposare, per scari-

go schiodare i grandi lamoni di gra-

il bel tempo, cosa molto rara in queste

Ritrovo la carica psicologica, la voglia

po però infrange tutti i nostri inutili

dato veramente lontano.

carmi di tutta la tensione accumulata

nito per via del martello con il manico

zone, saliamo con il poco materiale

di salire che avevo nei giorni scorsi

progetti. In Patagonia i preventivi de-

nei giorni precedenti. All’improvviso,

mezzo rotto e senza il foro per fare

abbandonato dalle precedenti spe-

quando eravamo bloccati a Calafate

vono essere scordati; bisogna vivere

dopo aver soddisfatto le esigenze

la catena con i moschettoni. Non mi

dizioni dei Ragni. Avevo già provato

e non potevamo attraversare il Lago

dello stomaco, rivedo come in un film

posso neanche appendere alla corda

ad arrampicare senza imbracatura e

Argentino per la rottura della barca

tutti gli eventi del nostro lungo sog-

per la mancanza dell’imbracatura, de-

con gli scarponi anche su difficoltà più

della Gendarmeria. Quanta sofferen-

giorno patagonico; sono passati circa

positata con tutto il materiale, fin dal

sostenute. Questa volta però provo

za in questi giorni di inattività forzata

S

all’Estancia

La mia mente negli ultimi attimi

8

Sentieri e Parole

Sentieri e Parole

9


del ghiacciaio

dove la vita stessa parrebbe quasi

dicembre il tempo peggiora. Il 24 si

da.

Upsala.

impossibile.

rientra all’estancia per trascorrere il

esce. Potrem-

Tutto

Nessuno

attorno laghetti

Il rifugio Pascal, realizzato da Ma-

Natale insieme. Il 25 dicembre la bel-

mo scrivere un

con acqua dai

rio Bertone per lo studio dei ghiac-

la sorpresa di vedere scendere dalla

libro dal titolo

colori intensi e

ciai, pur nella sua estrema modestia

barca di Master, andata a far scorta

significativo:

di una purezza

rappresenta un riparo confortevole,

di viveri, gli amici Egidio e Giuliano,

“Sopravvivere

i nde scrivi bi -

un punto d’appoggio di grande im-

che dall’Italia portano notizie dei no-

in un buco”. 18

stri cari. Il panettone, il torrone, giunti

gennaio,

32°

con loro, hanno un sapore particolare.

giorno.

Oggi

Il 26 tempo incerto. In quattro ci si

c’è la luna pie-

avvia verso il Pascal. Il tempo rimane

na. Se il tempo

stabile al brutto e l’ultimo dell’anno ci

non cambia, ci

trova tutti riuniti al rifugio senza nulla

va buca anche

di fatto. Il panettone, ancora lui, l’aria

questa

di festa, contribuiscono a dissipare i

ta.

Possibile?

normali malumori che si creano per

In

Patagonia

la forzata inattività e la convivenza

sicuramen-

gomito a gomito.

te. Il 19 breve

le. Nei luoghi s ot tove n to , macchie di vegetazione con fiori

stupendi.

Voli di condor, otarde, sconosciuti uccellini, che ci si chiede come possano resistere in aria, data la

Miro era come la Patagonia. Te ne stai lì venti giorni nel brutto tempo e ti domandi perché ti infliggi una cosa del genere. Ma poi arriva quell’unica giornata bella, che hai aspettato disperatamente ... e a quel punto avresti potuto abbracciare e baciare quell’uomo

Giuliano Maresi da:Tom Dauer, Cerro Torre Mito della Patagonia, Corbaccio ed, 2008, pagina 250.

vol-

Cambia l’anno, ma non il tempo. Il 2

schiarita. Tor-

del

gennaio, tempo brutto, si decide che

niamo in pare-

vento, volpi e

qualcuno si rechi alla truna, scavata

te. Attrezziamo

violenza topolini

sono

portanza, pur trovandosi a circa 25

vicino alla parete, per verificare che

due lunghezze

piccola

chilometri dalla base della montagna.

tutto sia a posto. E’ un bene perché

di corda. Ci è

parte di quello

Il 17 dicembre tre sono in parete, è

la truna è quasi scomparsa e il ma-

stato concesso

che la natura

la prima volta che si riesce ad at-

teriale si stava bagnando. Venerdì 13

troppo. Si ri-

offre.

Questo

taccare la montagna. Superano ve-

gennaio, 27° giorno di brutto tempo

piega, di nuovo.

luogo

locemente i primi 400 metri. Dal 18

consecutivo. Una giornata tremen-

Ripiegamento

una

in

un

Carlo Aldé nella tendina alla base della Torre Ben attendendo il bel tempo

Murallon spigolo Nord Est

alla giornata ed ogni mattino alzar-

Passando molti giorni nella truna a

vedere come si mette il tempo: vuo-

rete sopra di me che strapiomba in

di fare in fretta perché le prime due

occupato: sto transitando 30 metri

si sperando che il nuovo giorno sia

non far niente, ti accorgi che l’attesa

le tentare l’ultima possibilità. Mi faccio

misura notevole; penso alla fatica che

corde sulle quali gocciola l’acqua dalla

sopra la sua testa su un tratto un po’

quello decisivo, quello che si aspetta

di qualcosa è sempre migliore della

convincere, ma non ci credo più: or-

sta facendo per chiodare. Meno male

cima della Torre sono già ghiacciate.

pericoloso.

da molto tempo. E’ questo un sogno

realtà. La voglia di sfuggire dalla realtà

mai il tempo ci ha preso in giro troppe

che questo tiro non è toccato a me.

Fra poco tutta la parete sarà coperta

Mi sento esaltato per la bellezza

che ti rovina psicologicamente per-

per tornare alla vita normale è stata

volte. Ero convinto di dormire all’a-

Mi accorgo di essere proprio fuori dal

da uno strato di vetrato. Presi dalla

della via; pensare che solo un’ora pri-

ché ogni giorno brutto è un giorno

la molla che mi ha spinto nell’ultimo

sciutto del bivacco Pascal: il Paradi-

mondo: chissà quanti avvenimenti

fretta non riusciamo a sistemare bene

ma credevo di essere più lento degli

in meno: diminuiscono le possibilità e

tentativo a cercare di essere sempre

so può attendere ancora per qualche

sono successi nei nostri lunghi mesi

le corde. Me ne accorgo l’indomani

altri due compagni. Era un’idiozia che

al tempo stesso aumenta la voglia di

più veloce, sempre più deciso nelle

giorno! Dopo un’ora inizio a riprende-

di solitudine e noi non lo sappiamo e

quando, con lo zaino pesante, cerco

mi perseguitava fin dal primo gior-

arrivare in cima. I sacrifici compiuti ed

mie azioni per ritornare all’Estancia

re fiducia; mi torna in mente una frase

magari non lo sapremo mai. Assorto

di risalire la corda che avevamo fis-

no. Finalmente mi accorgo di esse-

i soldi spesi fanno aumentare sempre

Cristina. Lo stesso desiderio lo provo

di Reinhard Karl, un alpinista tedesco:

in questi pensieri non mi accorgo che

sato per metà il giorno prima. Riparto

re anch’io un estremo. Ormai manca

più la posta in gioco. Il passato è un

quando il giorno 10 febbraio decidia-

“La via per la valle passa attraverso la

il tempo è volato: sono già le 20,30

io dall’ultima sosta e salgo la fessura

poco per uscire dal pilastro e recu-

forte stimolo per il presente.

mo di abbandonare l’impresa e giunti

vetta”. Speriamo che abbia ragione! A

quando Paolo arriva in sosta. Devo

obliqua che abbiamo sopra di noi.

periamo parte del nostro materiale.

a metà ghiacciaio il sole comincia a

mezzogiorno siamo ancora alla base

salire anch’io per schiodare e fissa-

Salgo con nuts e friends fino a che

farsi sentire e le nuvole a diradarsi.

della Torre Ben. E’ la sesta volta che

re la corda nei chiodi intermedi, in

la fessura diventa molto sottile e mi

Casimiro ci propone di fermarci per

risalgo fin qua. Con Paolo poi attrezzo

modo che resti tesa e non si allunghi

obbliga ad attraversare a destra su

far asciugare tutto il materiale e per

il terzo tiro della Torre, vedo la pa-

quando vi saliamo con i jumar. Cerco

lame un po’ instabili. Casimiro è pre-

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Sentieri e Parole

Sentieri e Parole

11


LA MONTAGNA

Il Cerro Murallon è una cima delle Ande Patagoniche, sul confine tra Argentina e Cile. Si trova nello Hielo Continental, nel cuore del ghiacciaio Upsala, 60 chilometri più a sud e 20 chilometri più a ovest del Cerro Torre. La conformazione richiama la nostra Marmolada in quanto, sul lato argentino, presenta pareti di almeno 1200 metri di altezza, con sviluppo in ampiezza di diversi chilometri. Sul lato cileno, invece, la coltre ghiacciata arriva sino alla cima. Da Calafate, base di partenza per il Torre e il Fitz Roy, a Puerto Bandera, 40 chilometri di strada sterrata, dove si deve reperire una barca che traghetti all’estancia Cristina, sul ramo Cristina del lago Argentino. Sono circa 60 chilometri di percorso, non sempre fattibili per i forti venti. Dall’estancia s’inizia l’avvicinamento a piedi. Dapprima un lungo tratto pianeggiante, in direzione della laguna Anita. Si risale quindi un vallone incassato tra alte pareti, si supera un colletto, da dove si vede di fronte un fiume scendere impetuoso. Con percorso a saliscendi e a mezza costa, poi in ripida salita, ci si avvicina al fiume. Guadarlo dove possibile, continuare la salita sino al laghetto da cui origina. Da qui, in cinque minuti, al rifugio Pascal, posto in un avvallamento al riparo dal vento, vicino ad uno splendido laghetto. Da qui, risalire la morena dell’Upsala, costeggiando in saliscendi questo lago e il successivo, fin che si tocca il ghiacciaio. Risalirlo per un tratto, quindi iniziare l’attraversamento, mirando allo sbocco del ramo secondario del ghiacciaio che scende tra il Murallon e il Don Bosco. In questo tentativo, il campo base è stato ricavato in truna, rinnovata più volte, data la lunga permanenza. E’ l’unico sistema, anche se un po’ umido, per resistere più giorni al vento e al maltempo di quelle zone. Mario Bertone su questo ghiacciaio ha misurato una velocità del vento superiore ai 300 chilometri orari. Altezza della parete salita: 1300 metri. Sviluppo circa 1400 metri; attrezzata con corde fisse solo la prima parte. Il tratto chiave è il superamento della seconda torre, con forti difficoltà in libera ed in artificiale. La discesa è stata effettuata lungo il versante di salita, causa la non visibilità per maltempo. Componenti la spedizione: Casimiro Ferrari, Carlo Aldè, Marco Ballerini, Fabio Lenti e Paolo Vitali del Gruppo Ragni; don Giuseppe Noli e Alessandro Banfi dei “Falchet” di Abbiate Guazzone.

o disfatta? Umanamente si è fatto il

Casimiro, duro a cedere senza aver

to

possibile. L’aver messo le mani sulla

tentato il tutto per tutto, propone di

lo spigolo NE

roccia, l’aver attaccato, l’aver valuta-

fermarsi per far asciugare il materiale.

del Murallon è

to la possibilità di riuscita, rende più

Passa così qualche ora. Il tempo mi-

vinto. Casimiro

penosa la rinuncia. Per impegni inde-

gliora a vista d’occhio. La decisione,

Ferrari,

rogabili quattro componenti la spe-

anche se difficile: si ritorna in parete.

Aldè, Paolo Vi-

dizione devono rientrare. Il 25 siamo

La sera stessa un’altra lunghezza sulla

tali e con loro

tutti a Rio Gallegos. Risolti i problemi

torre Ben è attrezzata, la più impe-

il Gruppo Ra-

dei biglietti, Miro, Carlo e Paolo, re-

gnativa di tutta la salita. Il giorno 11

gni, ce l’hanno

stano per un ultimo tentativo.

febbraio il tratto chiave è superato.

fatta. Non un

Il 31 gennaio da Calafate al rifugio

Da qui proseguono in stile alpino sino

ultimo proble-

Pascal. Un record, non c’è che dire,

alla vetta, superando altre tre torri e

ma risolto, ma

conoscendo luoghi e problemi.

un’infida rampa di misto nel tratto

una

finale. Oltre 600 metri di dislivello

montagna con

su difficoltà continue di V e V sup.

tante possibilità

10 febbraio: tutto il vestiario ba-

Questo, senza appoggi né alla base,

di scalata, sve-

gnato. Tempo impossibile. Ulteriore

né altrove, in Patagonia. In un luogo

lata al mondo

ripiegamento dalla parete. Si rinun-

dove l’ipotesi di un aiuto di qualsiasi

alpinistico.

cia definitivamente. Il morale sotto la

tipo non è neanche pensabile.

Il tentativo della vittoria

suola delle scarpe. Non è più pensabile di farcela.

tentativo,

Carlo

splendida

Il 14 febbraio alle ore 11, 75 giorni dopo aver lasciato l’Italia e al quar-

Miro ha trascurato il lavoro per oltre due mesi. Per Carlo e Paolo la chiamata alle armi, che non può certo aspettare. Si incamminano sul ghiacciaio. Dopo qualche ora di cammino, il vento si calma, il sole fa capolino.

Giuliano Maresi aveva pubblicato questo articolo su La Rivista del Club Alpino Italiano anno 105 n. 9 – 10 del settembre – ottobre 1984. Lo ripropone qui, con minime variazioni , a 30 anni dalla prima salita. Paolo Vitali si sistema per il secondo bivacco in salita. Sarà anche il posto del bivacco in discesa.

Devo ridiscendere per un pezzo e

riggio riprendiamo a salire: il tempo

dal vento. Non avevo mai bivaccato in

come questi mi erano già capitati e

in mezzo ad una tormenta con vi-

mista ai dadi del brodo. Sono talmen-

unire le corde che ci sono avanzate.

sta peggiorando e la sera arriviamo

queste condizioni.

mi ero emozionato al punto di resta-

sibilità nulla, siamo obbligati a scen-

te spossato che non mi preoccupo più

Appena recupero lo zaino mi spaven-

in cima alla torre successiva. Per for-

L’indomani, col brutto, riusciamo ad

re senza parole per qualche secondo.

dere dalla parete salita. Abbiamo una

di nulla; i sei giorni in parete mi hanno

to per le evoluzioni che il vento gli fa

tuna riusciamo a trovare un posto da

arrivare in vetta. Sono intento a to-

Ora, il fatto di essere sulla cima di una

corda intera, una corda ramponata a

“prosciugato”. Il tempo continua ad

fare, si allontana dalla parete per circa

bivacco molto comodo. Sarà l’ultimo

gliere un chiodo da ghiaccio quando

montagna così ostile non mi suscita

metà, uno spezzone di circa 30 me-

essere schifoso: pioggia e vento for-

30 metri.

asciutto!

sento Casimiro che urlando annuncia

alcun sentimento o commozione. Al

tri e pochissimo materiale. Le ultime

te. Sono costretto a sopportare anche l’ultima lavata patagonica!

L’indomani, dopo un bivacco in

Infatti il giorno dopo il tempo è

di intravedere la cima. Ho una gran

momento penso che siano la stan-

corde doppie le faremo utilizzando i

cima alla torre, il vento è aumentato

brutto e la sera siamo obbligati a sca-

voglia di arrivare e perciò abbandono

chezza, le pessime condizioni atmo-

gradini delle staffe come se fossero

e perdiamo tempo per recuperare il

vare un terrazzino nel ghiaccio per

i chiodi che non riesco a togliere. Alla

sferiche le difficoltà che ci attendono.

chiodi! Un ulteriore bivacco in pare-

resto del materiale. Lo zaino continua

star seduti sul pendio di 70/80° che

fine mi accorgo di essere arrivato su

La discesa ci riserva ulteriori proble-

te ci attende e quando siamo ancora

ad incastrarsi. Finalmente nel pome-

si trova sotto la vetta. Ormai siamo

una piazzuola di pochi metri in mez-

mi; siamo convinti di poter scendere

coi piedi sul ghiacciaio Upsala deci-

quasi vicini alla cima: mancheranno

zo ad una bufera patagonica! Non me

dalla via normale lungo il ghiacciaio

diamo di tornare al Pascal. Sono le 6

circa 200 metri di dislivello. Siamo

l’ero immaginata così la vetta: cre-

e non dalla parete, ma la tormenta

di sera e sono 12 ore che siamo ri-

tutti bagnati e non riusciamo a fis-

devo fosse più bella. Ho solo voglia

ce lo impedisce. Dopo un bivacco in

partiti dall’ultimo bivacco. Il cibo ed il

sare la tenda: ci infiliamo solo dentro

di scendere! Casimiro mi abbraccia

un crepaccio nei pressi della cima e

gas sono finiti da più di un giorno e

per tentare di ripararci dall’acqua e

e Paolo mi stringe le mani. Momenti

mezza giornata a girovagare a vuoto

ci dissetiamo mettendo in bocca neve

12

Sentieri e Parole

(Tutte le immagini appartengono all’Archivio Carlo Aldè)

Sentieri e Parole

13


IN ALTO! IN ALTO!

L’inno di Gomes e Ghislanzoni per il CAI Lecco

F

di Luca Pedeferri

orse pochi lecchesi, anche soci del CAI, sanno che nella storia della sezione di Lecco esiste un

inno specificamente dedicato (anzi due, ma del secondo, opera di Dominiceti, parleremo in altra occasione): una composizione poetica in sei brevi strofe abbinate alla musica, nata con intenti celebrativi pochi anni dopo la fondazione. Al di là del valore artistico,

l’Inno Alpino di Ghislanzoni e Gomes

Un po’ di storia

commissionata al concittadino poe-

festa.

trambi gentilmente accondiscesero”.

ta Antonio Ghislanzoni forse già nel

Di fatto, per avere il testo poetico

Antonio Ghislanzoni, ringraziando il

1876; racconta infatti Arnaldo Rug-

occorrerà attendere sette anni e mo-

CAI Lecco per averlo onorato dell’in-

giero (1) che l’lnno per gli alpinisti

menti migliori nella vita della sezione,

carico, invia dopo pochi giorni, la sua

avrebbe dovuto essere letto in occa-

dopo la crisi degli anni a cavallo del

composizione: “Brevità, chiarezza e

sione della festa di Carnevale del 1876

1880 che ne videro nel 1882 il tem-

sonorità di metro - dichiara nella let-

merita di essere rispolverato per il suo

Nel 1874 nasce il CAI Lecco e presto

organizzata presso l’albergo Corona da

poraneo scioglimento. Arriviamo così

tera di accompagnamento - ritengo

significato storico, perché le sue vi-

si avverte l’esigenza, in piena sintonia

“ginnasti, schermidori, alpinisti e tira-

ai primi mesi del 1883 e alla cronaca

debbano essere i requisiti essenziali

cende si intrecciano intimamente con

con una stagione di inni (alpini, alpini-

tori” (nel 1875 la sezione, nella speran-

della rinascita del CAI Lecco con il ri-

delle poesie per musica da cantarsi

quelle della nascita della sezione, tanto

stici, patriottici) e di grandi entusiasmi

za di allargare la propria influenza e il

torno alle originarie caratteristiche di

in coro. Si potrebbero aggiungere un

che i curatori del primo allestimen-

e retoriche patrie, di dotarsi di un inno

numero degli iscritti, aveva promosso

società alpinistica pura sotto la pre-

paio di strofe accennanti alle monta-

to del Museo dell’Alpinismo lecchese

proprio, che contribuisca a dare lustro

senza troppo entusiasmo la nascita

sidenza di Giovanni Pozzi. A questo

gne nostre… Qualora poi si desideras-

presso la torre Viscontea, negli anni

e coesione alla giovane sezione e ne

della Società di scherma e ginnasti-

punto, scrive Mario Cermenati (2) “Si

se un grande inno per inaugurazione

‘90, ritennero opportuno darne notizia

inserisca l’operato nel nobile solco

ca degli alpinisti tiratori), ma nessun

pensò anche a comporre un apposi-

ecc., ecc., allora converrà fare qualcosa

su uno dei pannelli dedicati alle origini.

dello spirito risorgimentale.

riferimento all’Inno compare nel nu-

to inno alpino. Furono pregati il poeta

di più solenne…”

mero del 23 febbraio del bisettimanale

Antonio Ghislanzoni per le parole e il

“Ma la poesia inviata era assai bel-

“L’Adda” che pure reca la cronaca della

maestro Gomes per la musica; en-

la - scrive Cermenati - e si decise

La stesura del testo sarebbe stata


pinismo è “lotta all’alpe”, ricompensa-

menti più raccolti, a tratti lirici, di dina-

sato in maggio

ta da un innalzamento spirituale e dal

mica esitazione, ripetizione, variazione

a

I due autori

rinsaldarsi di ideali patriottici. L’alpini-

ad accompagnare la descrizione degli

quale inaugu-

dell’inno erano

sta sfida con coraggio e caparbia la

elementi naturali, dei passi che prepa-

razione dell’in-

all’epoca all’a-

forza ostile della natura, l”eterno gel”

rano la vittoria finale.

no alpino musi-

pice della fama,

e i sentieri scabri, la forza dei venti

Nel complesso l’inno risulta piace-

cato da Gomes.

e avevano già

e i rombi della valanga, in quella che

vole all’ascolto ed orecchiabile, ma non

Tutto era pron-

collaborato con

viene dipinta come una vera e pro-

privo di alcune raffinatezze armoniche

to e molti soci,

grande

suc-

pria battaglia (“Col gel, col turbine, si

e difficoltà melodiche che forse, in-

accompagnati

cesso: Antonio

pugnerà”); il premio che, vittorioso,

sieme al carattere nel complesso più

da

Ghisl anzoni,

riceve dai monti ripaga però ampia-

bandistico che corale (si noti anche

gentili

affermato

li-

mente i suoi sforzi: raggiunta la vetta,

la scelta della tonalità di Si bemolle,

re e signorine,

brettista di oltre

il suo pensiero può vagare libero nei

perfetta per i fiati), ne hanno limitato

a spettava no

sessanta opere,

regni del sole, dominare con superiore

la diffusione fra i soci e l’ingresso nel

ansiosi di udi-

aveva fra l’altro

distacco la realtà quotidiana, spaziare

repertorio consolidato di canti alpini

re il bellissimo

già scritto il li-

nel cielo ed inebriarsi del fascino “dol-

tuttora in voga (si pensi, per contrasto,

lavoro musica-

bretto dell’Aida

ce e sublime” dell’alpe, già decantato

alla “Leggenda della Grigna”).

le.

di Verdi (1871);

dall’abate Stoppani. L’idealizzazione

Carlos Gomes, compositore brasiliano

patriottica dell’alpinismo, esplicita nelle

che visse a lungo nella villa di Mag-

ultime due strofe (“Stringiam le destre,

L’inno fu stampato da F. Lucca, Mi-

festa sul più bello. Fu giocoforza ri-

gianico che porta il suo nome, ave-

dai monti ai mari, i gridi echeggino, di

lano, in tre versioni, due per piano-

mandare l’esecuzione dell’inno ad altra

va raggiunto un enorme successo di

libertà”) è forse l’aspetto del testo che

forte a due e quattro mani nel 1884 e

volta, ma per screzi insorti poi in seno

pubblico dopo la rappresentazione alla

risulta più strettamente legato al cli-

una per quattro voci e coro con ac-

alla Direzione, e per altre circostanze

Scala de Il Guarany (1870), successo

ma post-risorgimentale e più distante

compagnamento nel 1888. Nel 1892,

diverse, non se ne parlò più”.

continuato negli anni seguenti grazie

dalla sensibilità odierna: può incurio-

stando alle parole di Mario Cermenati

E non se ne parlò davvero più fino

alla Fosca (1873, su libretto di Ghislan-

sire, far sorridere, ma difficilmente è in

(2), fu presentato a Palermo con gran-

al 1974, quando, in occasione dei fe-

zoni) e soprattutto al Salvator Rosa

grado di suscitare in noi gli auspicati

de successo nell’ambito della “Mostra

steggiamenti per il centenario della

(1874-75, sempre su testo di Ghislan-

pensieri gagliardi verso “la forte Italia

alpina che si tenne nella capitale del-

fondazione del CAI Lecco, l’inno poté

zoni). Il compositore non era nuovo

dei nuovi dì”.

la Sicilia in occasione dell’Esposizio-

finalmente essere eseguito in prima

Gli autori

Busto di Antonio Ghislanzoni sul lungolago di Lecco, opera di A. Bezzola, 1893

senz’altro di passarla al maestro”. Antonio Ghislanzoni ricevette in cambio del favore “un bel quadro di

fiori alpini essiccati e artisticamente disposti”. Lo stesso dono fu fatto al maestro Gomes che musicò l’inno e al maestro Mariani che ne fece lo spartito strumentale. La stampa fu affidata alla ditta Lucca di Milano (poi assorbita da Ricordi) alla quale venne ceduta la proprietà dell’inno; in cambio la sezione ricevette 200 copie cartacee, distribuite all’inizio del 1884 ai soci e a tutte le sezioni d’Italia del CAI. Una copia fu inviata a Quintino Sella, presidente del Club alpino italiano, il quale, poco prima di morire, rispose con parole di apprezzamento e di stima: ”Ebbi l’inno alpino… Uscendo di

casa troverò chi me lo possa cantare, giacché sono impaziente di udirlo… Le mie migliori congratulazioni per l’impulso musicale e letterario dato in tal modo all’alpinismo…”

16

Sentieri e Parole

Maggianico,

parecchie signo-

Quand’ec-

Busto di Carlos Gomes

co scatenarsi un L’esecuzione

violento uragano che fece troncare la

alla produzione di inni, genere che lo

Per quanto riguarda la musica, si

ne nazionale… Questa robusta pagina

assoluta. Gli archivi sezionali custo-

vide felicemente fecondo e celebrato

tratta di un “Allegro marziale” in Si

musicale che l’autore del Guarany,

discono le lettere scambiate in fase

proprio negli anni precedenti la com-

bemolle maggiore, il cui carattere bal-

della Fosca, del Salvator Rosa, della

preparatoria dall’allora presidente Ric-

posizione del nostro: Inno pel primo

danzoso e bandistico risulta evidente

Maria Tudor, del Condor e del Colom-

cardo Cassin con il presidente della

centenario dell’indipendenza america-

fin dalle prime indicazioni del compo-

bo scrisse qui tra noi, ispirandosi alle

Corale di San Pietro al Monte di Civate,

na (1876), A Camoes: Hymno trium-

sitore: “energico e marcato”, “stentato

nostre montagne - come Beethoven

B. Valsecchi. Quest’ultimo, sottolinean-

phal (1880), Inno marcia, dedicato al

e marcatissimo”, e dalle annotazioni

un giorno alle folte boscaglie teutoni-

do “l’impegno serio” richiesto “dalla

Collegio Militare di Milano (1883).

“squilli” e “tamburi” apposte anche alla

che, e Schumann agli incantati domini

messa insieme dell’inno che non va

versione pianistica, a richiamare chia-

del Benaco e del Verbano, e Mendels-

presa alla leggera” e rimarcando “l’alto

ramente l’immaginario sonoro fatto

sohn alle vette sublimi della libera El-

onore di avere un inno del poeta lec-

di trombe e percussioni della fanfara

vezia - fruttò alla Sezione un diploma

chese Antonio Ghislanzoni e musicato

militare.

di benemerenza che il giurì napoleta-

dal brasiliano Carlos Gomes, musicista

no si compiacque di assegnarle”.

di alto valore internazionale”, chiede

Giungiamo così, sempre nel 1883, alla nascita dell’Inno Alpino. Testo e musica Le brevi strofe di Ghislanzoni, basa-

La melodia rispetta ed enfatizza il

te su un metro di canzonetta, racchiu-

testo, sottolineando in particolare gli

dono ed esaltano lo spirito alpinistico

slanci verso l’alto dell’alpinista (“In alto!

dell’epoca, organizzandolo attorno a

In alto”) con corrispondenti ascese

Racconta ancora Mario Cermenati

de accettando la proposta e stabilen-

tre nuclei tematici fondamentali: l’al-

melodiche trionfali, alternate a mo-

(2): “Un ultimo ritrovo sociale fu fis-

do una presentazione al pubblico nella

Una prima esecuzione era prevista per il 1884 ma…

serata alpina conclusiva delle manifestazioni celebrative del centenario. Durante quella serata che si svolse al Teatro della Società di Lecco e di cui racconta il Resegone del 30 dicembre 1974, “una folla di soci, di simpatizzanti

e le autorità” assistettero a un’esecuzione dell’inno “esemplare e commo-

vente”, con la Corale di San Pietro al Monte diretta dal maestro Domenico Castelli.

(!) Arnaldo Ruggiero: “Il centenario della sezione lecchese del Club alpino Italiano” in Piccolo mondo antico lecchese, Lecco 1975 (2) Mario Cermenati: “Cronaca della sezione di Lecco” in Note Alpinistiche volume II, Club Alpino Italiano sezione di Lecco 1893.

un rimborso spese di 70mila lire. Riccardo, a nome del CAI Lecco, rispon-

Sentieri e Parole

17


PRENDIAMO IL VOLO

Note profane sull’avifauna delle nostre montagne

Gracchio alpino ai Comolli – Grigna settentrionale. Foto S. Poli

A

di Sergio Poli

o meno uguali.

coperte di foglie, è davvero difficile

non conosciute,

riuscire a scorgere qualcosa. In realtà,

che con un po’

se si vuole prendere coscienza un po’

di attenzione si

di tutte le specie che in quel periodo

impara

si trovano nell’area, è necessario spo-

a

starsi, attraversare i diversi ambienti e,

E’ incredibile la

soprattutto, saper ascoltare.

loro resistenza:

anche

riconoscere.

Già, più che bird-watching, cioè

viene in men-

osservazione degli uccelli, è neces-

te il Partigia-

sario fare bird-listening, cioè ascolto.

no Johnny di

Non si può fare a meno di ammirare

Beppe Fenoglio,

chi è in grado di riconoscere i diversi

che durante il

canti, non solo distinguendo le varie

terribile inver-

specie, ma capendo anche se si tratta

no ’44-’45, ab-

di un maschio o di una femmina, se

bandonato

sta eseguendo un canto “territoriale”

tutti, scampato

o di allarme, di contatto o richiamo,

per miracolo ai

insomma, una vera babele di lingue.

rastrellamen-

Ci vuole davvero una gran pratica ed

ti,

esperienza.

compagni cat-

con

da

molti

Aiutano però i nuovi ritrovati tec-

turati, ebbe a

nologici. In un telefonino o in un mp3

dire “Sono l’ul-

si possono immagazzinare tutti i canti

timo

degli uccelli europei, ascoltandoli al bi-

sul ramo”. Ma

passero Gheppio - Foto di Luciano Rizzi

sogno, così da poterli confrontare in

per i passeri è così

popolazioni di uccelli che frequentano

no in Lombardia. Colpa di vari fattori

diretta con ciò che si sta sentendo dal

ogni inverno.

climatici ed ambientali, ma pare anche

mmettiamolo: chi, se non i

Ma, come sempre quando si parla di

il Monte Cornizzolo nelle diverse sta-

vivo e identificare la fonte del canto.

Sempre presenti anche in inverno

natura, appena ci si addentra un po’ in

gioni. Il motivo per cui è stato avviato

delle diverse tecniche di allevamento

cacciatori, può dire di cono-

Di solito però agli esperti basta l’orec-

sono i taculòtt, i gracchi alpini, con-

profondità, si scopre un mondo affa-

il monitoraggio è, come forse mol-

del bestiame usate oggi. Se infatti un

scere gli uccelli? Anche chi

chio e usano queste diavolerie solo in

fidenti e opportunisti. La colonia più

scinante. L’importante è iniziare a fare

ti sapranno, la minacciata apertura di

tempo il bestiame si allevava all’aper-

va in montagna, e quindi è interessato

casi difficili, per distinguere specie con

famosa è quella che staziona in cima

i primi passi.

una cava sopra San Pietro al Monte,

to per la maggior parte dell’anno, con

alla natura, al massimo conosce i fiori,

canti molto simili fra loro. Anche per-

alla Grignetta, la quale prospera grazie

a Civate: dimostrando – se ancora ce

conseguente abbondante sviluppo di

ché disturbano un po’ i veri cantanti.

alla “simbiosi” con gli escursionisti.

insetti e quindi di cibo per le rondini,

che osserva salendo sotto il peso dello zaino; ma i fiori stanno fermi.

Bird-watching o bird-listening?

n’è bisogno – l’importanza naturali-

In primavera poi esplode la vita. Ar-

con le moderne stalle chiuse c’è più

rivano le specie migratrici, che hanno

igiene ma molti meno insetti, quindi le

Invece, l’altra parte dell’ambiente,

E i primi passi in un mondo sco-

stica di questa montagna, si spera di

quella che si muove, costituisce una

nosciuto è meglio farli con qualcu-

aggiungere un ulteriore vincolo pro-

Nel corso delle uscite, che si svol-

passato l’inverno in Africa e vengono

no che ti insegni a camminare. Nella

tettivo all’area, impedendone l’ulteriore

rondini non trovano più da mangiare.

sorta di rumore di fondo, creando

gono lungo l’intero corso dell’anno, si

da noi per metter su famiglia. E’ tutto

nostra zona c’è un gruppo di appas-

scempio.

Magari pensiamoci, quando ci sdraia-

giusto una colonna sonora finché non

possono incontrare tutte le specie che

un fischiare, trillare, cantare che allarga

sionati che svolge un’intensa attività

Ma torniamo al monitoraggio. Un

mo sui prati fuori dai rifugi, infastidi-

si sale oltre il limite del bosco.

frequentano le nostre zone.

il cuore – e un po’ stordisce le orec-

di monitoraggio dell’avifauna e ag-

profano come il sottoscritto pensa

ti dalla presenza delle vacche e delle

Raramente gli uccelli si riescono a

Si inizia con le svernanti – le più

chie. Anche di notte, come nel caso

giorna anche gli atlanti nazionali con

che occorra soprattutto mettersi in un

loro sconvenienti deiezioni. Amiamo

vedere, difficilmente a fotografare od

coraggiose - ovviamente in inverno.

del misterioso succiacapre che trilla

osservazioni e rilievi scientifici: è il

punto nascosto e, armato di binocolo,

la natura, ma solo la parte pulita.

osservare da vicino. E anche se si riu-

Il bosco spoglio o le praterie sui ver-

acquattato nell’erba. Ma anche qui c’è

scisse, a noi profani sembrano tutti più

CROS – Centro Ricerche Ornitologi-

aspettare che qualche uccello pas-

santi caldi permettono di osservare i

qualche problema.

che Scanagatta, con sede a Varen-

si di lì per osservarlo e riconoscerlo.

comuni passeri, i merli (non solo du-

Le comuni rondini, ambasciatri-

na. Profondi conoscitori dell’avifauna,

E’ anche così, ma in questo modo si

rante i giorni della merla) e i petti-

ci della primavera, purtroppo stanno

hanno iniziato nella primavera 2013

vede ben poco, soprattutto perché per

rossi, il sonoro fringuello e il piccolo

diminuendo drasticamente. Si par-

una campagna di monitoraggio sulle

buona parte dell’anno, con la piante

ma vocifero scricciolo. Voci note ma

la di un calo del 4 per cento all’an-

18

Sentieri e Parole

Incontri commoventi

Altre specie stagionali arrivano a

Sentieri e Parole

19


Averla piccola - Foto di Luciano Rizzi

Codirosso spazzacamino - Foto di Luciano Rizzi

Codirossone - Foto di Luciano Rizzi

Zigolo muciatto - Foto di Luciano Rizzi

popolare i nostri cieli. Per chi abita sul

do ad esempio la tradizionale pratica

leggi di natura ma a leggi economiche,

gheppi, o falchi pecchiaioli o pellegri-

lago, è spettacolo consueto ammira-

dell’alpeggio, che contrasta l’avanzata

che non sono immutabili. Basta vo-

ni; soprattutto nelle ore centrali della

Se dunque di qualcosa ci dobbiamo

re le picchiate del nibbio bruno in-

del bosco nelle praterie. E’ un classico

lerle cambiare. Forse dovremmo farci

giornata, quando il sole ha scaldato

preoccupare – è nella nostra natura -

tento nella pesca, mentre chi sale sui

esempio di mantenimento della bio-

carico di mantenere gli habitat idonei

l’aria creando le correnti ascensionali

preoccupiamoci di garantire un futuro

monti lo vede volteggiare attorno alle

diversità.

sia per chi ha le ali che per chi ha le

dette appunto termiche, tanto ricerca-

a questi nostri compagni di viaggio,

gambe.

te anche da chi pratica il parapendio.

così forti ma

Uomini e rapaci sfruttano l’aria calda

anche

che sale da terra per volteggiare il più

fragili.

cime. Anche lui è un migratore (nome scientifico Milvus migrans…), che pun-

“Direttiva Uccelli” Uomini e rapaci

loro?” (Mt 6,26).

così

tualissimo riparte a metà agosto per

Si capisce lo scopo della diretti-

ricomparire la primavera seguente: ci

va europea (la “Direttiva Uccelli”) che

Un’altra categoria di uccelli (e questi

a lungo possibile; gli uni per diverti-

si può regolare l’orologio.

tende a conservare non solo le spe-

si vedono bene) colpisce invece per la

mento, gli altri per necessità. L’impor-

raccolto

Ma i più commoventi sono i migra-

cie in sé, ma gli ambienti dove que-

sua maestosità e imponenza: i rapaci.

tante però è che i primi non disturbino

nostro

tori transahariani: uccellini minuscoli,

ste specie vivono: è inutile vietare la

La maggior parte nidifica sulle rocce,

i secondi.

naio qualcosa

pochi grammi di carne e piume, che

caccia all’averla, ad esempio, se poi

creando talvolta problemi di convi-

Insomma, sia sulle rocce che in cielo

riescono ad attraversare non solo il

si lascia scomparire l’ambiente dove

venza con i climbers che frequentano

bisognerebbe che noi uomini ci faces-

Sahara, il più grande deserto del mon-

vive. Ma è altrettanto inutile proteg-

le medesime falesie per arrampicare.

simo un po’ da parte, ricordando che

do, ma anche il Mediterraneo, e risa-

gere solo l’habitat di nidificazione nella

Per fortuna, negli ultimi anni è matu-

siamo comunque arrivati dopo.

lire l’intera penisola per venire a fare

ricca Europa, se poi in Africa nulla o

rata una maggior sensibilità ambien-

il nido da noi. Dove trovano la forza?

quasi tutela i luoghi di svernamento. E’

tale. Chi arrampica sa che in certe

Hanno nomi delicati, come delicati

cronaca di questi ultimi anni: dopo “le

zone (Buco del Piombo a Erba, falesia

Forse perché così canterini, l’uomo

sono loro: canapino, prispolone, averla

Primavere arabe”, sulla sponda sud del

Gajum a Canzo), per qualche settima-

da sempre ha associato agli uccelli la

le

piccola, calandro … Alcuni sono molto

Mediterraneo la fame spinge le popo-

na all’anno è meglio non andare, per

spensieratezza, la gioia del vivere e

tà di ricerca

rari e cercano soprattutto gli ambienti

lazioni locali al bracconaggio, prati-

non disturbare i legittimi inquilini. Ma

del godere dei doni della natura, senza

sull’avifauna

aperti. Il fatto che da noi siano anco-

cando forti catture di uccelli migratori,

si sa, c’è sempre qualcuno meno sen-

farsi prendere troppo dalle preoccu-

del lecchese,

ra presenti testimonia l’importanza di

come si faceva un tempo da noi con

sibile degli altri, al quale occorre spie-

pazioni.

consultare

conservare questi habitat, mantenen-

i roccoli. E sulle spiagge accanto par-

gare con un po’ più di energia questa

tono barconi carichi di altri migran-

elementare regola di buon vicinato.

20

Sentieri e Parole

Av re m o nel gra-

di buono.

La giusta preoccupazione

Vale per tutti il passo di Matteo:

Nota:

per attivi-

sito

il

http://

“Guardate gli uccelli del cielo: non se-

w w w . cro -

ti, sempre diretti al nord, in cerca di

E’ spettacolo comune veder volteg-

minano, non mietono, non raccolgo-

svarenna.it/

un posto dove vivere. Purtroppo però

giare attorno al Cornizzolo, o al Cor-

no in granai, e il Padre vostro celeste

Grazie

a

queste migrazioni non obbediscono a

no Birone sopra Valmadrera, poiane, o

li nutre. Non valete voi molto più di

Giuliana

Pi-

rotta, Massimo Brigo e Checco Ornaghi del CROS per la consulenza scientifica e ad Antonella per tutto il resto


IL BOSCO CHE AVANZA

Il caso dell’alpeggio abbandonato di Monte Basso

le avevo viste solo sopra Premana, per cui feci diverse fotografie. Informandomi seppi poi che l’alpeggio si chiamava Monte Basso

stato lasciato cadere in rovina, es-

no da pensionati. Stessa sorte per un altro alpeg-

sendo troppo faticosa la manuten-

gio vicino, Busè, lambito dalla stra-

zione dei fabbricati e la ripulitura

da di Camaggiore.

dei prati non più sfalciati. Pioggia

di Annibale Rota

coperture dei tetti cadute all’in-

fare un’escursione sulle pendici

di Camaggiore (il nome “Monte

Sono tornato in quella zona

e neve hanno fatto crollare vari

i parla molto oggi di abbando-

terno e, inevitabilmente,

prive di

medio-basse del Monte Muggio

Basso” è comune a diversi alpeg-

quest’inverno facendo il percorso

tetti e il bosco, non più regolato,

no e degrado della montagna.

protezione, sono destinate a dete-

che non conoscevo. Parcheggiata

gi) e che veniva utilizzato d’estate

a rovescio: Vendrogno, San Gra-

ha invaso i prati e le baite prive di

Passando da un alpeggio ab-

riorarsi anche le murature.

l’auto a Vendrogno salii per mu-

dagli allevatori di Camaggiore. In

to (poco più di mezz’ora, splen-

tetto, provocando anche la cadu-

S

bandonato è possibile notare come i

Un pericoloso effetto dell’imbo-

lattiera e sterrata a Noceno e da

quegli anni però sempre più per-

dida vista sul lago), Busè (ormai

ta di muri perimetrali. Solo poche

pascoli non più curati vengano inglo-

schimento è poi il pericolo di in-

qui mi inerpicai verso Camaggio-

sone lasciavano le scomodità e le

un gruppo di piccole villette ben

cascine sono ancora quasi integre.

bati dal bosco circostante e le antiche

cendi: i prati non più sfalciati si ri-

re lungo una mulattiera alquan-

fatiche del vivere in montagna e si

tenute con orti curati e prati re-

Ho fatto diverse foto che do-

strutture di alpeggio non più utilizzate

coprono di erba lunga e secca, che

to ripida, ma ben tenuta e pulita,

trasferivano a valle dove lo svilup-

golarmente sfalciati), Camaggiore:

cumentano come il bosco, a quo-

cadano lentamente in rovina.

costituisce un facile innesco per

tra boschi che rivelavano la cura

po industriale offriva opportunità

un villaggio ordinato con anche un

te medio-basse, possa “ingoiare”

di lavoro meno faticoso e più re-

ristoro aperto d’estate e nei festi-

terreni un tempo coltivati e prati

Monte Basso nel 1978

Monte Basso nel 2014

Monte Basso nel 1978

munerativo.

Monte Basso nel 2014

vi e con una vista mozzafiato sul

prima sfalciati e adibiti al pascolo.

centro lago e aperta fino alle Alpi

Foto che non necessitano di ul-

(poco più di due ore da Vendro-

teriori commenti e permettono il

gno).

confronto con quelle di 35 anni fa.

Alcune di queste costruzioni pri-

fuochi accesi da criminali incen-

ve di manutenzione crollano sotto

diari, da sbadati (o meglio inco-

Ad un certo punto, a circa metà

il peso della neve, le infiltrazioni

scienti) escursionisti che gettano

strada tra Noceno e Camaggiore,

della pioggia, la forza delle radici e

mozziconi spenti male, o anche da

a 1.065 metri di quota (Noceno è

Così Monte Basso venne via via

dei rami degli alberi, che “conqui-

cause naturali come il fulmine.

a 862 m, Camaggiore a 1.201 m),

abbandonato e i prati non più sfal-

Ai compagni di quella gita, dopo

dell’uomo.

Differenti destini

stano” i prati attorno alle cascine

Di recente ho potuto documen-

il bosco si aprì per lasciare spazio

ciati. Camaggiore venne pure in

aver deciso di scendere a Noce-

ed alle baite. Spesso rimangono in

tare uno di questi episodi di ab-

ad un alpeggio con una decina di

buona parte abbandonata, ma la

no, anticipai che avremmo incon-

piedi i soli muri perimetrali con le

bandono di un alpeggio e di im-

tipiche cascine montane: sotto le

località era servita da una strada

trato un gruppo di belle e tipiche

boschimento dei prati una volta

abitazioni e le stalle, sopra i fienili

costruita negli anni settanta e le

costruzioni montane. Non ave-

sfalciati e destinati all’allevamento

con la finestre solo parzialmente

sue costruzioni, ristrutturate, di-

vo considerato il fatto che Mon-

del bestiame.

chiuse da traverse di legno per la-

vennero case di villeggiatura, oggi

te Basso non era servito da una

sciar passare l’aria. Strutture simili

anche abitate per molti mesi all’an-

strada e che pertanto tutto era

22

Sentieri e Parole

Nel febbraio del 1978 decisi di

Sentieri e Parole

23


L’AVVENTURA DI ALMA

Sentimenti incancellabili nel diario della Alini

mi risvegliò e notando la sicurezza di

avviammo verso la

Germano nel salire, con animo sereno

vetta della Grigna.

mi preparai a godere più intensamente

Lì facemmo nuova-

le gioie dell’arrampicata.

mente sosta e poi,

Dopo un attimo di esitazione al

per la noiosa Cer-

Capita, nello spazio di una presiden-

ci bene, una volta arrivati al Pian dei

no tutti i miei pensieri, ma una volta

passaggino, arrivammo in vetta al se-

menati, ritornammo

za, di incontrare soci che ti conse-

Resinelli dovevamo ancora camminare

all’attacco improvvisamente l’azione

condo Magnaghi in un baleno.

alla Sem.

gnano uno spaccato del loro vissuto;

per arrivare all’at-

Scendemmo per attaccare il terzo.

Lì ci dissero della

esperienze umane capaci di andare

tacco dei Magnaghi,

Io insistevo nel dire che l’attacco era

morte di un giova-

aldilà del tempo. Ho incontrato le fi-

perciò

tutta

nel secondo canalone, Germano insi-

ne alpinista milane-

glie e il marito Germano della signora

nostra convenienza

steva per il primo. Vinsi io e portai da

se. La Grigna aveva

Alma Alini, ormai purtroppo decedu-

prender …la corrie-

quel lato anche un’altra cordata.

voluto, all’inizio della

ta. Hanno consegnato alla sezione un

ra.

era

Germano con il figlio Sergio e le figlie in immagini recenti

Ma giunti alla fine del canalino, tutti capimmo di avere sbagliato.

stagione, una vittima. Ci rattristam-

estratto del diario che la loro mamma

Salimmo poi alla

amava scrivere per mantenere vivi, a

Sem per fare uno

Proposi di scendere ad attaccarlo

mo, ma giunse l’ora

dispetto del tempo, ricordi che hanno

spuntino e per de-

dalla parte giusta, ma Germano volle

della partenza e con

segnato un’esistenza. Ne hanno anche

positare uno zai-

aspettare il responso del primo dell’al-

l’ultimo sguardo alla

ricostruito l’attività alpinistica. Grazie

no, poi, per il noto

tra cordata il quale era convinto di

vetta conquistata le

alla loro concessione abbiamo la pos-

canalone Porta, ci

poter passare.

dicemmo

sibilità di pubblicarlo. In bella scrittura

portammo

riappaiono sentimenti incancellabili.

tacco dei Magna-

(Emilio Aldeghi)

all’at-

Era la prima volMilano, 3 maggio 1952

ta che andavo via

“arrive-

E infatti ci riuscì. Noi lo seguimmo.

derci” poi, per la Val

La roccia, solida sul primo e secon-

Calolden, di corsa,

do Magnaghi, qui è più friabile.

ghi.

Gli appigli però non mancano, anzi sono abbondanti, ma che importa?

ritornammo. Non

posso

far

altro che elogiare

con Germano, sia

Che importa se l’unico passaggio in

’ bello abbandonarsi alla corren-

a fare una gita, sia

cui gli appigli sono meno abbondanti

sicurezza

te dei ricordi, quando è ancora

ad

del solito non può in coscienza classi-

rampicare, sicurezza

vivissima nella mente la visione

e, benché cono-

ficarsi oltre al terzo grado?

che trasmise an-

della montagna e nel cuore vibra, in-

scessi i Magnaghi

Arrivammo in vetta.

che a me e che ci

tatto, il piacere di una simpatica com-

per averli fatti al-

Ai nostri piedi si estendeva un enor-

permise di fare una

pagnia.

tre volte, provai un

me mare di nebbia, lievemente ondu-

Alle 4.47 di giovedì 1° maggio, Ger-

senso di spavento,

lato ed ondeggiante, mentre sopra di

Mi auguro di po-

mano ed io lasciavamo, con un sospi-

mentre mille dub-

noi regnava sovrano l’infinito azzurro

ter andare presto

ro di sollievo, alle nostre spalle Milano.

bi sgorgarono dal

di un cielo limpidissimo.

sui monti in sua

E

arrampicare

Germano per la sua nell’ar-

bella arrampicata.

La nostra meta era la Grigna.

mio cervello: riu-

Non una valle, non un abitato sorge-

compagnia poiché è

Il viaggio iniziò sotto i migliori au-

scirò a superare la

va dal candido mare: solo le cime più

un ragazzo che dà

spici: cielo perfettamente sereno e

prova che ieri ho

alte della Bergamasca lo sovrastavano.

veramente

un’aria fresca dal nord.

accettato con tanta

Ogni svogliatezza scomparve. Lo

A Lecco pensammo bene di pren-

baldanza? Non sa-

spettacolo superbo e il primo contatto

dere la corriera. Non ci sentivamo di

rebbe meglio de-

della stagione con la roccia mi resero

fare la Calolden. A furia di percorrerla

clinare l’offerta di

di nuovo la piena gioia di vivere.

ci è venuta in uggia e poi, a pensar-

Germano che poi

Seduti sulla vetta del terzo Magna-

magari si pentirà di

ghi mangiammo qualcosa e fumando

aver portato con sé

la meritata sigaretta parlammo dei

“una scarpa”?

nostri progetti per l’avvenire e di gite

24

Sentieri e Parole

Questi

era-

fatte in passato, poi zaino in spalla ci

Alma in Grignetta

mento.

affida-

Alma in un ritratto giovanile Sotto: Alma alla Punta Gnifetti


ALMA ALINI, ATTIVITÀ ALPINISTICA FINO ALL’ESTATE ’58

Alma e Germano sull’Etna nel 2006

Alma con il marito Germano Sotto: Una pagina del diario di Alma

PREALPI LOMBARDE Arrampicate in Grigna Meridionale : Tre torrioni Magnaghi Segantini Campaniletto Angelina Cinquantenario Torre Cecilia spigolo della Crocetta Canalone Porta in invernale Spigolo del Nibbio Grigna Settentrionale dal rifugio Pialeral al rifugio Brioschi Resegone Pizzo dei Tre Signori Pizzo Varrone Zuccone Campelli Zucco di Pesciola Cresta Ongania Pilastrini al Secondo Corno di Canzo ALPI CENTRALI Pizzo Stella Monte Disgrazia Punta Milano Sfinge Pizzo Scalino Pizzo Bernina Traversata Rifugio Marco e Rosa Pizzo Palù - Ghiacciaio del Fellaria - Rifugio Marinelli Cima Piazzi dalla Val Grosina Traversata Rifugio Casati - Cevedale - Rifugio V° Alpini - Monte Zebrù Rifugio V° Alpini -Passo Stelvio passando da Passo dei Volontari e Passo Camosci - Vedretta del Madaccio Rifugio Livrio ALPI OCCIDENTALI Chateau des Dames Testa del Leone Traversata da Rifugio Oriondè a Gressoney passando sotto parete sud del Cervino poi Cresta di Furggen - Rifugio Teodulo - Breithorn - Castore - Rifugio Quintino Sella - Naso del Liskam - Punta Gnifetti – Balmenhorn Punta d'Arbola Pizzo Bianco Punta Grober da Ghiacciaio delle Locce ALPI ORIENTALI Marmolada Traversata da Agordo a Brunico: Rifugio Coldai - Rifugio Venezia - Rifugio San Marco - Rifugio Luzzati -Cortina -Rifugio Cantore -Tofana di Rozes - Rifugio Fanes per la Val Travenances da Fanes a Plan de Corones - Brunico

IL SORRISO DI MARCO

E’ troppo presto per dimenticare “Butch” Anghileri di Renato Frigerio / Gruppo Gamma

P

ochi mesi sono trascorsi da quella triste serata di domenica 16 marzo, quando

a Lecco si stavano diffondendo i primi increduli sussurri che accennavano alla tragica scomparsa di Marco Anghileri, tanto che parlarne ora su questo notiziario può sembrare del tutto superfluo. Tra televisioni e stampa varia abbiamo infatti visto un tale effluvio di parole nei giorni che sono immediatamente seguiti a quel dolorosis-

Marco in cima alla Grigna, marzo 2014

L’ultimo alpinista

tovalutato. Ci sono infatti tanti modi di

simo evento, senza fare giustamente

Perché darne adesso un pur sempli-

considerare e di fare alpinismo: sotto

economia di pagine intere tutte dense

ce cenno su questo notiziario? Siamo

questo aspetto non si finisce mai di

di ricostruzioni, supposizioni e rievo-

sinceri: si sarebbe forse potuto con-

discutere. Ma essere alpinisti come lo

cazioni biografiche di un alpinista che

sentire che almeno un numero del

è stato Marco, nonostante gli incidenti

aveva ancora tanto da dare e sul quale

notiziario del CAI di Lecco non desse

e la sfortuna che lo hanno bersagliato,

Lecco poteva riporre molte ambiziose

spiegazione del perché, a partire dal

è quello che più ci piace ed è quel-

aspettative per mantenersi all’altezza

marzo 2014, non avrebbe più potu-

lo che più si avvicina ai nostri alpinisti

della sua considerazione alpinistica,

to riportare nulla delle imprese cui il

che più amiamo, che sempre ricordia-

tanto che ora non rimane proprio nulla

“Butch” ci aveva abituato? Non per al-

mo e che auspichiamo rappresentino il

da aggiungere.

tro Marco Anghileri non avrebbe più

modello cui si ispirano i giovani che si

Se però diciamo che adesso non

fatto parlare di sé: solo perché lui non

avvicinano ancora alla montagna.

si può trovare niente che serva per

c’era più, e con lui se n’erano pure an-

Se Marco lo rimpiangiamo come

completare quanto abbiamo già letto

date anche le ultime lacrime che ave-

alpinista ideale, non meno ci man-

sui tanti articoli apparsi a suo tempo,

vano pianto la sua scomparsa.

ca nella sua personale umanità che

con ciò non si vuole semmai esclu-

Siamo tentati di affermare che con

esprimeva con la sua amicizia sincera

dere che Marco meriti eventualmente

lui sia uscito di scena anche l’ultimo

e fedele, qualità che risultavano come

che venga pubblicata una bella bio-

nostro alpinista che ricalcava in tutto

condensate nel suo inimitabile sorriso.

grafia completa, come quelle che sono

la passione, lo stile e il fascino dell’al-

Per dire quanto tutti ne rimanessero

state dedicate ai grandi nomi del no-

pinismo che un tempo aveva riempito

contagiati, ricorriamo a quello che di

stro alpinismo. Grande Marco Anghi-

di entusiasmo e di incanto le strade e

lui ha scritto Alessandro Gogna: “Tut-

leri lo è stato di certo, e lo sarebbe

le piazze dell’intera città. Se poi questa

ti parlano del suo sorriso. È vero, era

stato ancora di più se imprevisti e in-

affermazione fosse messa in discus-

inimitabile. Quel suo sorriso è il ricor-

cidenti vari non ne avessero rallentato

sione, se fosse vero che non corri-

la corsa, se soprattutto non fosse so-

sponde alla realtà dei fatti, saremmo

praggiunto questo ultimo volo fatale.

noi i primi a rallegrarci e a chiedere scusa a tutti coloro che abbiamo sot-

Sentieri e Parole

27


do forte e indelebile che porterà sem-

A RICORDO DEL “GUERA”

pre con sé. Il sorriso è uno di quei momenti in cui ti sembra di vedere i

Guerino Cariboni, alpinista umile e coraggioso

sogni degli altri”. Non potremo che ricordarlo sempre con quel suo volto giovanile, sul quale

di Dino Piazza

prima solitaria invernale cui solo un

A

alpinista dotato di qualità straordinarie

mense. Un giorno, dopo l’ascensione

poteva fiduciosamente aspirare.

con i giovani alpinisti, ci fermiamo in

immaginiamo di scorgere un’estrema soddisfazione, quella di avere ormai a portata di mano la conquista di una

CRONACA ALPINISTICA In ordine cronologico, tra le salite più imMarco in tenda nella sua ultima notte sul Bianco portanti della carriera alpinistica di Marco Anghileri di seguito segnaliamo le prime ripetizioni, solitarie, invernali, concatenamenti e le vie nuove, senza trascurare l’attività extraeuropea. L’elenco non comprende invece, per comprensibili ragioni di spazio, le scalate dal Bianco alle Dolomiti effettuate con la ripetizione sulle vie più famose e classiche delle Alpi Occidentali, Centrali ed Orientali. 1990 prima ascensione – variante Gamma alla via Giuliana, 6b – Sasso di Sengg – Grigna settentrionale; 1992 prima ripetizione e prima invernale – via Marino Stenico, VI+, A4 – Cima Su Alto – Civetta – 5 giorni; prima ripetizione e prima invernale – via degli Amici, VI+, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale – 2 giorni; ripetizione in solitaria – via Oppio, VI, A2 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale – 2h; 1993 ripetizione in solitaria – spigolo Nord – Agner – Pale di San Martino – 3h e 30’; 1994 prima invernale solitaria – via Aste, VI, A1 – Punta Civetta – 4 giorni; settima ascensione – diedro Casarotto-Radin, parete Ovest, VI+, A1 – Spiz di Lagunàz – Pale di San Lucano – 2 giorni; solitaria integrale – via dell’Anniversario, VII – Corna di Medale – Costiera del San Martino – 1 h (probabile prima free-solo della via); prima solitaria – via Rebus, 6c, A3 – Corna di Medale – Costiera del San Martino – 2h 30’; 1995 prima ascensione – diedro Marièt, parete Sud, VI+, A3 – Lastia de Gardès – Pale di San Lucano – 2 giorni; ripetizione solitaria – via Don Quixote, parete Sud, VI – Marmolada di Ombretta – 2h; concatenamento in giornata e free solo: via Gandin, Torrione Magnaghi centrale; via Lecco, Torrione Magnaghi settentrionale; via Gandin, Torrione del Cinquantenario; via Marimonti, Torrione Cecilia; via Donna Mathilde, Piramide Casati; via Cassin, Torrione Palma; via Boga, Torrione Clerici; via Zucchi, Pilone centrale della Grignetta; 1996 prima ripetizione e prima invernale – via Sonia, parete Sudovest, VII, A2 – Quarta Pala di San Lucano – 4 giorni; 1997 prima ripetizione e prima invernale – via dei Finanzieri, parete Sud, VI+, A2 – Quarta Pala di San Lucano – 2 giorni; prima ripetizione e prima solitaria invernale – via Olimpo, parete Sud, VII+ - Marmolada di Rocca – 3 giorni; prima invernale – via Casarotto, VII – Cima della Busazza – Civetta – 3 giorni; prima ripetizione solitaria e prima invernale – parete Sud, via Casarotto, VI+ - Quarta Pala di San Lucano, 2 giorni; tentativo al Cho Oyu di 8201, versante Nordovest, in Tibet – raggiunta quota 7500 m; 1999 Yosemite Valley – Sierra Nevada (California) – via del Nose al El Capitan; Regular Route all’Half Dome; la Steak-Salathè alla Sentinel Rock; 2000 prima solitaria invernale – parete Nordovest, via Solleder, VI – 5 giorni; concatenamento in ripetizione solitaria sulle Dolomiti delle vie Vinatzer/Messner alla Marmolada di Penia in 2h e 40’, Solleder alla Civetta in 2h e 15’, Gilberti lungo lo spigolo Nord dell’Agner in 3h e 25’. Con i trasferimenti il tempo totale è di 14h e 15’; 2004 tentativo al K2 di 8611 m, parete Sud, sperone Abruzzi, in Karakorum, Pakistan – raggiunta quota 7900 m; 2005 prima ripetizione con varianti – parete Ovest, via Rosa o Denaro, VI+ - Terza Pala di San Lucano; 2009 concatenamento in una sola giornata sulla Corna di Medale delle vie: Taveggia, Eternium, Mexico e Nuvole, Susanna Sotto le Gocce, Saronno ’87, Anniversario, Cassin e Boga, per un totale di 2000 metri di sviluppo; 2010 concatenamento in 24h di 6 vie di Riccardo Cassin in Grigna: Corna di Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Sasso Carbonari, Sasso Cavallo e Pizzo Eghen, con spostamenti a piedi; 2011 prima solitaria – parete Sudovest, pilone centrale Titan, via per L’ultimo Zar, VII+, A3 – 2 giorni; prima solitaria – via dei Ragni, VI, A3 – Torre Cecilia – Grigna meridionale; seconda solitaria (probabile) via del Dett, VI+, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale; prima solitaria – via del Dett, VI, A4 – Torre Costanza – Grigna meridionale; prima solitaria – via del Dett, VI, A3 – alla Punta Forcellino – Costiera del San Martino; prima ripetizione (probabile) – via Zanetti 2000, 6c, A1 – Corna di Medale; 2012 Prima solitaria e prima invernale, seconda ripetizione – pilastro Sudovest, via dei Finanzieri, VII, A3 – Spiz di Lagunàz – Pale di San Lucano – 3 giorni; prima ripetizione (probabile) e prima in libera (fino al VII+) – parete Ovestsudovest, via Mandello, VI, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale; 2013 Concatenamento in 14h 30’ di 5 diversi canaloni della Grigna: Porta e Federazione (Grignetta), Carbonari (Sasso Carbonari), Ovest (Grignone), Inglese (Pizzo della Pieve); concatenamento in giornata di 3 vie di Giuseppe “Dett” Alippi : Punta Forcellino, Torrione Costanza e Sasso Cavallo; concatenamento in solitaria e in giornata di 5 vie di Walter Bonatti, sul Resegone e in Grignetta, con spostamenti a piedi e in bici: Bastionata del Resegone, Corna di Medale, Torre Costanza, Ago Teresita, Torrione Magnaghi meridionale.

28

Sentieri e Parole

ndavo a fare Alpinismo Giovanile con don Giuseppe Tagliabue, che poi sarebbe

diventato prevosto di Mariano Co-

un rifugio; don Giuseppe si avvicina e mi chiede: “Tu lo conosci il Guerino Cariboni?” “Sì, molto bene” rispondo. “Che tipo è?” “L’è un bravo bagai”. E la cosa finisce lì. Dopo alcuni mesi il Guerino mi invita al suo matrimonio e mi ringrazia di aver parlato bene di lui al prevosto; è stata una festa di matrimonio indimenticabile, aveva invitato molti Ragni, sua moglie era di Mariano Comense.

Mi sono legato diverse volte con il “Guera” e ho potuto constatare il suo coraggio, il suo valore, la sua onestà e la grande umiltà. Siamo andati in Patagonia insieme, era inverno e faceva molto freddo, 30° sotto zero. Dopo quindici giorni ci siamo trasferiti in Brasile, nel Mato Grosso, a 28° sopra zero e ricordo che lui disse che era come uscire dall’inferno ed entrare in paradiso. Era bello viaggiare con lui e la sua simpatia, non si lamentava mai, è sempre stato un ottimo compagno di viaggio. Ha incominciato ad arrampicare con Casimiro Ferrari e di salite ne ha fatte

Guerino Cariboni in un ritratto giovanile. Foto D. Piazza

davvero tante, è stato un vero alpinista. Grazie Guera di tutti i bei momenti passati insieme. Ora vai nel tuo ultimo viaggio e che Dio ti benedica.


ROSSANA E WALTER

metri, sulla Mer de Glace. E nel cor-

padrona impeccabile e impeccabile

Dopo la scomparsa di Walter, nel

so degli anni si sono susseguite tan-

organizzatrice di incontri, di cene, di

settembre 2011, vedo Rossana impe-

te altre avventure di viaggio, in tutti i

serate.

gnata nella missione di tenerne viva la

continenti: Walter e Rossana, Rossana

Ed è ancora Rossana che fa di Wal-

memoria attraverso una serie infinita

e Walter, sempre insieme, sempre in-

ter, per sua natura schivo e solitario, il

di conferenze, incontri, talk-show, che

namorati. Colpiva la genuinità e la fre-

nonno onorario, circondato ed amato

hanno comportato viaggi massacran-

schezza delle manifestazioni di affetto

da una decina di nipoti, partecipe di

ti qua e là per l’Italia. E poi l’impegno

e di amore tra due persone mature,

giochi, bagni e scalate sugli scogli du-

di scrivere due libri e di produrre due

entrambe dalla forte personalità e dal

rante le vacanze estive nella splendida

film, l’ultimo, realizzato insieme a Pa-

ricco passato, manifestazioni fatte di

villa all’Argentario, immersa nella na-

ola Nessi, presentato trionfalmente a

tanti piccoli gesti, di tante piccole at-

tura della macchia mediterranea.

Trento lo scorso ottobre nell’Audito-

tenzioni, che più si aspetterebbero tra

Dopo anni e anni felici insieme, vedo

rium Santa Chiara, dove ero presente,

Rossana partecipe sempre attenta e

con gli amici doc, il presidente del CAI

Questo amore di Rossana verso il

impegnata delle traversie di Walter,

Aldeghi, il sindaco Brivio, l’ex-prefetto

suo Walter si è concretizzato nella ri-

malato e stanco, fino agli ultimi dram-

Valentini, a rappresentare la nostra cit-

cerca e nella sistemazione della casa

matici giorni a Roma, da un ospedale

tà.

della loro vita, il rudere di cascina a

all’altro, da una terapia intensiva a una

Dubino da cui, con le idee e il gusto

rianimazione.

innamorati ventenni.

Ma questo impegno pressante e continuativo ha lasciato una Rossana

di Rossana e con Walter e Rossana, al centro, alla tradizionale messa in vetta alla Grignetta, novembre 1995. Foto Annibale Rota

l’impegno

di Eugenio Mira

conviviali con un gruppo di amici, di

gli anni ’70 o avvolta in un peplo che

on ho avuto l’opportunità e

una decina di veri amici - amici doc

lasciava maliziosamente intravvedere

l’onore di arrampicare con

diceva Rossana - tra le centinaia di

le sue grazie in “Elena di Troia” degli

Walter Bonatti: da modesto

conoscenti e amici occasionali: i Moro

stessi anni? Ma la sua vocazione non

alpinista qual sono non sarei stato

a Chiavenna, gli Scherini a Sondrio, i

era quella dell’attrice e Rossana non

all’altezza di accompagnarlo, neppure

Sertorelli a Bormio, i Brillo, Fiocchi,

si è dispiaciuta di avere poi lasciato

come cliente, negli anni della sua pro-

Quadrio Curzio e Scotti a Lecco.

questa attività.

N

fessione di guida alpina a Courmayeur.

Di Walter alpinista è stato detto e

Devo la mia conoscenza con Walter

scritto tutto. Di Walter uomo è stato

e Rossana ad un altro indimenticabile

detto e scritto molto e gran parte di

Rossana era una donna di avven-

amico, Sergio Ghiraldini, il “Lada”, che

questo, la parte più intima, quella de-

tura, dalle fughe in Libia tra i beduini

me li presentò negli anni ’90 in occa-

gli affetti e dei sentimenti, si deve a

negli anni dell’infanzia, dalle zingarate

sione di un incontro con il Gruppo Ra-

Rossana.

in Toscana negli anni della giovinez-

Donna d’avventura

gni, gruppo di cui Walter si riconosce-

Che dire di Rossana?

za, ai viaggetti improvvisati (ricordo il

va orgogliosamente socio onorario.

Colpiscono la sua spontaneità, il suo

racconto di uno di questi tra Israele,

Da allora le occasioni di frequentazio-

essere sempre se stessa, nell’esprime-

Libano e Siria) durante le pause di la-

ne si sono moltiplicate: escursioni in

re e raccontare - e come sapeva rac-

vorazione dei suoi film, qua e là per il

val Roseg, in val Masino, ai laghi del

contare - le sue vicende, i suoi incon-

mondo. A metà della sua vita l’incon-

Truzzo, spesso con i Ragni Dino Piaz-

tri, le sue avventure, le sue opinioni, i

za e Agostino Castagna, gite in quel di Bormio e in quel di Livigno, incontri

30

Sentieri e Parole

fisico

di

anche Walter

stanca e logorata, Veduta di Dubino; la casa di Walter e Rossana è l’ultima in alto in mezzo al bosco, evidenziata nel cerchio. Foto M. Pedeferri

che mi confessava, in occasione di

- muratore, fale-

una gita a Chia-

gname,

idraulico,

venna e di un volo

elettricista, giardi-

in elicottero con

niere - è nata una

gli amici Moro, di

abitazione

calda,

volersi finalmente

accogliente, piena

riposare e dedi-

di cose belle e di

care un poco a se

ricordi. E qui Ros-

stessa e alla casa

sana

di Dubino.

governava

con mano ferma,

Il destino ha deciso diversamente.

D

opo averlo ammirato per una

solo argomenti alpinistici e medici ma

di pausa, trovando il tempo per scrivere

vita, ho conosciuto Walter

anche interessi comuni in tema di storia,

i suoi ultimi libri sulla amata Lettera 22.

Bonatti a Lecco, all’inizio de-

scienza, politica, visione della vita.

Erano gli anni in cui Walter, riconosciu-

gli anni ’90, grazie all’indimenticabile

Erano gli anni in cui Walter, dopo la

to come il più grande alpinista della sua

tro con l’uomo che più rappresentava

Sergio Ghiraldini, “Lada”, durante una

stagione delle grandi scalate e quella

generazione, partecipava a conferen-

suoi sentimenti, nel non nascondere le

l’avventura, alpinista ed esploratore,

cena in pizzeria in fondo a viale Turati,

delle grandi esplorazioni, aveva trovato

ze, convegni, talk show, conferimenti di

sue rughe e i suoi capelli bianchi, pe-

Walter Bonatti. E dopo il primo in-

in occasione di una serata del Gruppo

la sua serenità con Rossana nella casa di

attestati e di medaglie qua e là per il

raltro sempre portati con una naturale

contro a Roma, casuale, imprevisto ed

Ragni.

Dubino e, in estate, nella villa all’Argen-

squisita eleganza. E’ stata un’attrice,

imprevedibile, esilarante, da racconto

Abbiamo subito socializzato, io per

tario, dove faceva da nonno onorario ai

un’eccellente attrice: chi non la ricor-

cinematografico, la prima delle avven-

la gioia di conversare e frequentare un

numerosi nipoti di Rossana, lavorando

da, inguainata in una aderente tutina

ture insieme: una settimana d’amore

mito della mia giovinezza, Walter pro-

infaticabile come giardiniere, muratore,

azzurra nei “Sette uomini d’oro” de-

nella tenda, nella bufera, a quattromila

babilmente per condividere con me non

imbianchino, falegname e, nei momenti

Sentieri e Parole

31


ALIMENTAZIONE A BASSE QUOTE

sublimò la frustrazione che aveva accumulato dopo la spedizione al K2; della tragedia del Fréney e del ruolo tra i

Cosa mangiare (e perché) quando si fa trekking in montagna

soccorritori degli amici Ragni chiamati dal padre di Gallieni; della grande fraterna amicizia con Carlo Mauri, il Bigio, nel-

Escursione in Alta Valtellina, con Marco Sertorelli e Eugenio Mira. Estate 2004

mondo e ancora riusciva a organizzare

come Dino Piazza, Lupetto e Agostino

con Rossana e gli amici valtellinesi viaggi

Castagna: i laghi di Truzzo, in una cal-

non propriamente turistici in Kamchat-

da giornata d’estate, con Rossana quasi

ka, in Patagonia, in Dancalia (ma perché

disidratata e soccorsa con una bustina

almeno una volta non ho risposto sì ai

di Polase; la Val Masino sino al Pianone

loro inviti?).

sotto la Gianetti, in una serena e fredda

E in questi anni gli incontri si sono

giornata di novembre, quando ci siamo

moltiplicati, con Walter e con Rossana,

incontrati e fotografati con giovani alpi-

in occasioni ufficiali come le conferenze

nisti del CAI Morbegno durante la nostra

di Walter nelle sedi del CAI o al Teatro

colazione al sacco; la Val Roseg sotto la

della Società di Lecco o come la ce-

neve; il Monte Scale, la Val Grosina, la

rimonia per il conferimento della laurea

Val di Sotto, quando Dino dimenticò la

honoris causa in Scienze Ambientali da

macchina fotografica appesa al ramo di

parte dell’ Università dell’Insubria a Va-

un cespuglio, invano cercata per qualche

rese nel 2002 (la lettura magistrale di

ora (Lupetto cita la mia sentenza “chi

Walter “Uomo avventura montagna - La

non ha testa abbia gambe”) e fortuno-

cultura di montagna e i suoi valori” è un

samente ritrovata qualche giorno dopo.

classico di storia e di filosofia dell’alpinismo). Ma più spesso in occasioni più

Passo lento

familiari come i pranzi e le cene nel-

E qui Walter, che avrebbe potuto il-

la casa-museo di Dubino, nella villa di

lustrarci tutte le creste e le guglie del

Rossana all’Argentario, nella nostra casa

Bianco, ascoltava attentamente le nostre

di Maggio, in casa degli amici comuni di

descrizioni delle cime, delle bocchette,

Lecco, di Bormio, di Pavia.

dei cascinali, dei sentieri dei pastori, dei

Qui voglio ricordare ed illustrare le escursioni fatte insieme, e insieme con qualche storico amico del Gruppo Ragni

carbonai, dei contrabbandieri sulle montagne delle Orobie e della Valtellina. E, parlando di alpinismo, i ricordi delle prime mani sulla roccia in Angelina; della

32

Sentieri e Parole

prima al Grand Capucin, che rivelò il giovane Bonatti al mondo alpinistico; della prima al pilastro del Dru, in cui Walter

di Donatella Polvara*

le salite insieme sul Bianco, nella prima

Una corretta alimentazione è la base

al G4, nella grande cavalcata intorno al

per mantenere l’organismo in buo-

Cerro Torre dopo l’incontro con Cesare

no stato di salute e creare le riserve

Maestri.

energetiche necessarie per affrontare

Spesso, in questi racconti, affiorava il

al meglio gli sforzi richiesti durante

nervo scoperto di Walter, la vicenda del

l’esercizio fisico. E’ dunque corret-

K2, con amari ricordi che si addolcirono

to impegnare una parte del proprio

solo dopo il riconoscimento ufficiale da

tempo, oltre che nella pianificazione

parte del CAI, in seguito alla relazione

del tragitto che vorremo intraprende-

dei tre saggi, sul suo ruolo chiave nel

re, anche per la preparazione dei cibi

trasporto dell’ossigeno (“quella notte

adeguati da mettere nello zaino.

dovevo morire”).

Camminare in montagna è uno de-

Di queste escursioni resta il ricordo

gli sport che richiedono un maggiore

del passo lento e regolare di Walter, del

dispendio energetico, mediamente nei

suo abbigliamento essenziale (in mez-

tratti in salita si ha un consumo calo-

zo a sky-runners superaccessoriati e

rico stimato di 500 Kcal/ora: questo

in fuseaux e cardiofrequenzimetro, due

valore varia in funzione della quota a

scarponcini da trekking, una camiciola

cui ci si trova, delle condizioni climati-

di cotone a maniche corte e quadretti-

che, dell’allenamento, dell’età, del peso

ni bianchi e rosa da grande magazzino,

del soggetto.

ma anche l’amato maglione dei Ragni, il

Inoltre durante la salita l’organismo

pile Patagonia, il Rolex); della metico-

perde notevoli quantità di acqua at-

losità con cui sistemava cibo e mate-

traverso la respirazione e la sudora-

riale nel suo piccolo zaino, meticolosità

zione; si stima che vengano persi in

che mi ricordava la preparazione del-

media due litri di liquidi all’ora durante

le grandi sacche del pilastro del Dru e

l’attività sportiva. Questo valore può

della nord del Cervino; della disponibilità

subire notevoli variazioni in funzione

e signorilità con cui Walter si trattene-

della temperatura, umidità, livello di al-

va a conversare con gli ammiratori che

lenamento e condizioni fisiche dell’in-

lo riconoscevano incontrandolo lungo i sentieri. Chiudo con un ultimo ricordo: quello, agli inizi di settembre 2011, di un Walter,

dividuo. Dunque vediamo meglio nel dettaglio come comportarsi con l’alimentazione.

ormai provato dalla malattia, che saliva, a fatica, aiutandosi con i bastoncini da sci, ma solo, senza aiuto e con la sua deter-

Colazione da re La colazione del mattino dovrebbe

minazione di sempre, sotto lo sguardo

comprendere il 20-30 per cento delle

affranto di noi e di Rossana, i pochi gra-

calorie dell’intera giornata e andreb-

dini della villa all’Argentario, alcuni giorni

be consumata almeno una o due ore

prima della sua scomparsa.

prima di fare attività fisica. Soprattutto

per chi fa trekking di lunga durata o sci di fondo, sarebbe utile non appesantire lo stomaco durante il giorno, ma preferire una colazione

ricca

in alimenti altamente calorici e di facile assimilazione. Preferire un tè ben

zuccherato

con fruttosio o stevia

(indica-

ta anche per chi ha maggiori difficoltà nel metabolismo

degli

zuccheri

sem-

(volume sanguigno circolante) e con

plici) oppure miele, considerato un

gravi effetti sull’organismo: diminu-

ottimo supporto energetico. Biscotti

zione della potenza muscolare, stan-

integrali e marmellata, succhi di frut-

chezza, capogiri, nausea e vomito.

ta multivitaminici e cereali integrali a

Sarebbe utile non appesantire lo

base di avena o farro. Per chi ama il

stomaco soprattutto nei percorsi più

salato preferire prosciutto e uova ac-

impegnativi e faticosi.

compagnati da pane integrale.

I carboidrati (contenuti in pane, pasta, frutta, riso, mais) sono il principale

Durante l’attività

carburante ad immediato utilizzo per

Per quote inferiori a 3000 me-

chi fa trekking. Meglio evitare però

tri un soggetto ben allenato sviluppa

zuccheri semplici, meglio mettere

delle capacità di adattamento tali per

nello zaino dei carboidrati con indice

cui non ha bisogno di diete particolari.

glicemico medio, in quanto fanno va-

Solo qualche accorgimento: mangia-

riare la glicemia in modo graduale ed

re a intervalli regolari, mai arrivare ad

evitano sbalzi insulinici, creando un’e-

avere fame perché il recupero potrebbe avere dei tempi molto lunghi con problemi sui livelli di glicemia (livelli di zucchero nel sangue) e volemia

Sentieri e Parole

33


un eccessivo richiamo di liquidi a livelli intestinale con spiacevoli disguidi durante il percorso. Il pasto di recupero La sera, dopo una giornata di trekking o di sci di fondo, si dovranno compensare le perdite energetiche e di sali minerali con un buona cena. Sarebbe bene evitare un eccesso di proteine sottoforma di insaccati o carni per non aumentare il carico di acido urico, prodotto durante l’attività fisica. Preferire minestre in brodo ricche di sali, con pasta o riso, oppure nergia di lunga durata. Le molecole che principalmente rispecchiano questi requisiti sono

quella di seguire i propri gusti, barretta

un giusto apporto proteico sottofor-

o panino con affettato, possono esse-

ma di legumi. L’ideale resta l’associa-

re scelti indifferentemente.

zione ceci, fagioli, piselli con pasta o

il fruttosio e l’isomaltulosio. Ne sono

La sosta al rifugio è l’ideale, soprat-

riso. Formaggi magri e uova posso-

ricchi il miele, i datteri, l’uva, i fichi, le

tutto d’inverno, per sfruttare l’oppor-

no essere accompagnati da un buon

pere, le mele, le gelatine di mela co-

tunità di avere un piatto caldo, ma non

bicchiere di vino rosso, ricco di flavo-

togna.

eccedere con piatti troppo abbondanti

noidi, potenti antiossidanti ad azione

Anche il mix fruttosio/maltodestri-

o eccessivamente grassi se la discesa

benefica sull’intero organismo.

ne è un ottimo carburante per trek-

risulta impegnativa o se i chilometri

king con tempi superiori alle 2/3 ore.

da percorre con gli sci sono ancora

Questi concetti voglio essere un vali-

parecchi.

do supporto di carattere generale, per

Tenere a portata di mano gelatine alla frutta, frutta secca ed essiccata

Per evitare di mandare in tilt tutto

(prugne, uvetta, albicocche, fichi, ba-

l’organismo (basta perdere il 4 per

Chi volesse affrontare la tematica in

nane), riso soffiato, barrette ai cereali,

cento di liquidi per ridurre le presta-

modo più dettagliato e preciso, in vista

nocciole, mandorle e pinoli da consu-

zioni fisiche) sarebbe utile, durante il

di trekking impegnativi o per sostene-

mare ad intervalli regolari.

trekking, bere ad intervalli regolari, con

re performances ad alto livello, neces-

Anche piccole porzioni di ciocco-

un consumo variabile da 300/600 ml

sita di piani personalizzati basati sullo

lato, soprattutto quello fondente, ric-

ogni ora. Consumare un’acqua ricca di

studio delle caratteristiche antropo-

co di magnesio, fosforo, teobromina e

sali minerali con residuo fisso pari o

metriche, utili per un approfondito

flavonoidi (antiossidanti), non posso-

superiore a 1000 mg/l, in modo che il

calcolo del bilancio energetico mirato.

no mancare nello zaino. Ma attenzio-

reintegro disseti e compensi le perdite

ne, il suo valore energetico può essere

di sali circolanti.

molto elevato, 100 grammi possono arrivare a sostenere circa 500 Kcal.

Per chi volesse far uso di bevande a base di integratori sarebbero da preferire quelli ipotonici con una osmola-

Reintegro La regola migliore per il reintegro è

rità < 0,3 osm/l, con un contenuto in carboidrati pari a 4 gr per 100 ml, con fruttosio e maltodestrine che hanno

34

Sentieri e Parole

tempi di assimilazione molto rapidi. Evitare invece bevande molto ricche di zuccheri in quanto causerebbero

individui sani.

*biologa nutrizionista


TORRE PROIBITO

Troppa neve, troppo ghiaccio e troppo caldo in Patagonia

di Matteo Della Bordella

E

ravamo partiti con un progetto preciso in testa: salire la parete Nord del Cerro Torre.

Ma, come spesso accade in mon-

tagna,

abbiamo

dovuto

cambiare

programma. Quest’anno la Nord del Torre purtroppo non è mai stata nelle condizioni giuste per permetterci un tentativo: troppo brutto tempo, trop-

Luca Schiera, Matteo Della Bordella e Silvan Schupbach in cima al Fitz Roy. Foto Matteo della Bordella

Fitz Roy e sull’Aguja Saint Exupery.

pa neve e troppo ghiaccio e all’arrivo

Silvan Schupbach in un tratto di misto sul Fitz Roy.

del bel tempo le temperature troppo

Fitz Roy

portato tutto il materiale, e salire prima

1800 metri di arrampicata fino al 6a+

l’Aguja de la Silla, cercando di aprire

C1 M5.

una via nuova, per poi continuare fino in cima al Cerro Fitz Roy.

Ci sarebbe piaciuto salire una via nuova sull’Aguja de la Silla, ma la prima

alte hanno reso un eventuale tentativo

Il nostro gruppo anche questa vol-

molto pericoloso a causa della caduta

ta era formato da me e Luca Schiera

Siamo partiti la mattina del 13 feb-

parte della parete Nord-Ovest, piena

di pezzi di ghiaccio dall’alto. D’altron-

entrambi dei Ragni di Lecco e dall’a-

braio dal campo “Nipo Nino” e, pas-

di scaglie e senza linee di fessura evi-

de lo sapevamo che la Nord del Torre

mico svizzero Silvan Schupbach; un

sando per l’”Hombre Sentado”, ab-

denti non ci ha convinto, così abbiamo

è una delle pareti della Patagonia più

team che avevamo già avuto modo di

biamo raggiunto la cima dell’Aguja

preferito puntare alla vetta passando

esposte ai venti e difficili da trovare in

collaudare quest’estate in Pakistan.

de la Silla a mezzogiorno del giorno

per vie già esistenti.

condizioni, ma le foto dell’anno scorso

Per Silvan era la prima volta in Pa-

successivo; da qui siamo poi ridiscesi

scattate dalla cima della Torre Egger ci

tagonia, per Luchino la seconda ed io

alla base del Fitz Roy ed il 15 febbraio

avevano fatto sognare di ritrovare an-

ero ormai alla quarta.

abbiamo salito la via “Californiana”, ar-

La settimana successiva è arriva-

Al Saint Exupery

che quest’anno la parete bella asciutta

Nessuno di noi aveva mai salito il

rivando verso le 8 di sera a un como-

ta un’altra finestra di bel tempo, ma

e secca come al termine della stagio-

Fitz Roy. Così, dopo aver scartato il

do e panoramico bivacco proprio 100

le temperature erano ancora troppo

ne passata.

nostro progetto al Cerro Torre, abbia-

metri sotto la cima. Il quarto giorno

elevate per andare al Torre e i peri-

In ogni caso non siamo rimasti solo

mo pensato di provare a salire questa

abbiamo raggiunto di prima mattina la

coli oggettivi troppo alti. Abbiamo così

a guardare le pareti e il ghiaccio che

montagna, magari in un modo un po’

cima del Fitz Roy e quindi siamo ridi-

deciso di tentare di ripetere e ripulire

cadeva, ma abbiamo fatto delle altre

diverso dal solito: scalando qualcosa

scesi a Chalten.

dal materiale in loco la “via dei Ragni”

belle salite; le possibilità in Patagonia

di nuovo o perlomeno passando per

Alla fine non abbiamo aperto nulla

sono talmente tante che ci siamo presi

pareti poco frequentate. In particola-

di significativamente nuovo, ma uni-

comunque delle belle soddisfazioni sul

re la nostra idea era quella di partire

to insieme pezzi di vie esistenti con

dalla valle del Torre, dove avevamo già

alcune varianti per un totale di circa

Alpinismo e arrampicata

37


L’energia che ti serve.

Matteo Della Bordella e Luca Schiera sull’ultimo tiro dell’Aguja de la Silla

sulla parete Est del Fitz Roy. Una via

solo giorno e con più vento rispet-

mo dritti per terreno vergine. La pa-

mitica, aperta nel 1976 da Casimiro

to alle precedenti. Proviamo comun-

rete è lavorata a lame, come sembrava

Ferrari e compagni e ad oggi ancora

que a non farci scappare l’occasione

dal basso, e in cinque tiri siamo alla

irripetuta. Sono 1300 metri di parete

e ci dirigiamo all’Aguja Saint Exupery,

base del tratto finale più ripido. Sil-

e l’idea era quella di tentare la via in

verso la via “Chiaro di Luna”, aperta

van ha il piacere e l’onore di salire da

tre giorni, ma purtroppo dopo un pri-

da Maurizio Giordani e soci nel 1987

primo il tiro più difficile: una fessura

mo giorno bello pieno di arrampicata

e ad oggi divenuta una delle vie più

di dita che poi si perde in un diedro

e 450 metri percorsi abbiamo deciso

apprezzate e ripetute della Patagonia.

e che offre una scalata decisamente

di rinunciare in quanto non abbiamo

In realtà già dalle foto nella guida

“granitica”, fatta di incastri e opposi-

trovato nessun posto da bivacco dove

avevamo visto una bella porzione di

zioni; un tiro complicato e divertente

passare la notte e l’idea di trascorre-

parete ancora senza vie ed all’appa-

che valutiamo di 7a. Da qui altri 150

re una notte appesi agli imbraghi con

renza lavorata a lame e fessure; inol-

metri più facili ci portano in cima alla

900 metri di parete verticale anco-

tre, da uno scambio di mail, un amico

Saint Exupery, dopo circa 9 ore totali

ra da affrontare non ci lasciava molto

che aveva ripetuto la via due anni pri-

di scalata. Nella parte finale della via il

convinti.

ma ci conferma che il potenziale per

vento soffia davvero forte ed iniziamo

aprire qualcosa di nuovo non manca.

la lunga serie di doppie molto preoc-

Il tempo di far rientro a Chalten e dopo pochi giorni viene annuncia-

Bivacchiamo alla base della via e

cupati perché abbiamo solo due corde,

ta ancora una possibile finestra di bel

per la prima volta quest’anno partiamo

ma con un po’ di fortuna ed espe-

tempo, anche se della durata di un

belli leggeri, senza jumar, sacconi e

rienza tutto fila per il verso giusto e

scarponi; tutti e tre solo con scarpette

dopo cinque ore siamo nuovamente

e magnesite e l’idea di scalare in libera

alla base della parete.

38 Alpinismo e arrampicata

e veloci. Saliamo i primi 350 metri di “Chiaro di luna” in circa tre ore, quindi, dove la via piega a sinistra proseguia-

Adios Patagonia y hasta el proximo ano!

Dalla sua costituzione, nel 2003, ACEL Service è il più importante fornitore di gas naturale in tutta la provincia di Lecco. Alla vendita di gas, ACEL Service ha recentemente affiancato la fornitura di energia elettrica ai comuni, alle aziende private e pubbliche e ai possessori di partita IVA. La sua attenta politica ai costi e la sua spiccata attenzione al servizio delle differenti tipologie di clienti, fanno di ACEL Service il tuo fornitore ideale per tutta l’energia che ti serve. Via Amendola, 4 23900 LECCO Tel. 0341 228611 Fax 0341 353293

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quentano la palestra e fra questi non

sportiva nelle scuole elementari e

questi atleti in costante crescita anno

ci sono solo fortissimi top climbers,

medie. All’ultimo Open Day hanno

dopo anno:

ma persone con un livello “normale”

partecipato 200 persone fra bambi-

di preparazione che, semplicemente,

ni, ragazzi e accompagnatori. Un vero

amano arrampicare divertendosi in

successo.

compagnia e senza limiti di età. Per

E’ ormai una tradizione natalizia an-

darvi l’idea, il più piccolo degli utenti

che l’evento della tappa lecchese del

ha solo 4 anni, mentre il più “esperto”

circuito boulder “Bloccati nella Nebbia”

di anni ne ha 74 e riesce ancora a sa-

(ex “Lista di Natale”) che a dicembre

lire difficoltà di tutto rispetto.

2013 ha visto la partecipazione di ben

Il gruppo Ragni di Lecco ASD (As-

144 atleti.

sociazione Sportiva Dilettantistica) organizza inoltre corsi di avvicina-

CLIMBERS A TETTO

La palestra “Carlo Mauri” riferimento per gli arrampicatori sportivi lecchesi

mento all’arrampicata sportiva per

In ultimo, ma certamente non per

bambini, ragazzi e adulti, oltre che per

importanza, anzi motivo di grande

tutte le scuole di ogni ordine e grado.

orgoglio, è la squadra agonistica del-

I corsi sono gestiti da istruttori di ar-

la Ragni Lecco ASD che ha l’obiettivo

rampicata sportiva della FASI (Fede-

di avvicinare i ragazzi al mondo del-

razione Arrampicata Sportiva Italiana)

le competizioni di arrampicata spor-

e nella sola stagione 2013-2014 han-

tiva. Ad oggi la squadra è costituita

no partecipato ai corsi, scuole escluse,

da quindici atleti dai 6 ai 16 anni che

più di 120 persone.

nella stagione agonistica 2013 hanno

Da ricordare l’evento Open Day or-

raggiunto traguardi eccezionali. Oltre

ganizzato a settembre, prima dell’a-

a Stefano Carnati, campione euro-

pertura della stagione, che ha l’o-

peo e mondiale U16, sono certamente

biettivo di promuovere l’arrampicata

da menzionare i risultati da parte di

La squadra agonistica giovanile

di Pierangelo Tentori

S

embra ieri, invece sono già passati dieci anni da quando Mario Bonacina, presidente del

CAI Lecco, e Alberto Pirovano, presidente del gruppo Ragni, assieme ai consigli delle due associazioni, decisero di prendersi in carico la direzione della palestra di arrampicata realizzata dalla Comunità Montana del Lario Orientale Valle S.Martino che attendeva da tempo qualcuno che volesse gestirla. In quel periodo il numero degli arrampicatori sportivi era in continua

40 Alpinismo e arrampicata

crescita, ma i climbers lecchesi pre-

ziativa avrebbe avuto il successo che

ferivano di gran lunga arrampicare su

ora è sotto gli occhi di tutti.

roccia nelle innumerevoli falesie che il nostro ricco territorio montano offre.

Una dinamica realtà

Non si aveva la certezza che avreb-

Oggi la “nostra” palestra di ar-

bero frequentato una palestra indoor

rampicata, dedicata esclusivamente

per allenarsi.

all’arrampicata sportiva, offre diverse

Se aggiungiamo che nel lecchese

strutture boulder (160 mq) e pareti

non c’erano palestre simili e che né il

(330 mq) con vie di arrampicata su

CAI Lecco, né i Ragni avevano espe-

placca, strapiombi con varie inclina-

rienza nel settore, più che una deci-

zioni, oltre che vie con tetto orizzon-

sione quella fu una vera scommessa.

tale lunghe fino a 18 metri.

Ma si sa, come nelle imprese alpinisti-

L’apertura al pubblico avviene nei

che, l’unione delle forze dei singoli e la

giorni feriali, dalle 17 alle 23 da set-

determinazione tipica degli uomini di

tembre a maggio, oltre che nei pome-

montagna permettono di raggiunge-

riggi festivi quando il tempo è brutto,

re obiettivi ambiziosi. Oggi possiamo

per dare la possibilità agli irriducibili

perciò affermare che gli allora presi-

climbers di sfogarsi sulle prese di pla-

denti e consiglieri furono coraggiosi e

stica colorata.

lungimiranti nel credere che tale ini-

Sono più di 500 gli utenti che fre-

Il futuro

In senso orario: Alice Tavola Simone Tentori Anna Aldè Maria Ballerini Foto di Pierangelo Tentori

Anna Aldè, Cat.U12: 1° classificata campionato lombardo Vice Campionessa Italiana Boulder 3° Combinata Finali Nazionali Maria Ballerini, Cat.U14: 2° classificata campionato lombardo 10° Combinata Finali Nazionali Alice Tavola, Cat.U14: 5° classificata campionato lombardo 4° Velocità Finali Nazionali Simone Tentori, Cat.U16, atleta della nazionale italiana giovanile: Vice Campione Italiano Boulder Ha partecipato a quattro gare del campionato europeo boulder conquistando come miglior risultato il 4° posto a L’Argentiere (F) La palestra è aperta a tutti. Vieni anche tu ad arrampicare, ti aspettiamo.


ACCOMPAGNANDO SI CRESCE

Il ruolo dell’accompagnatore nei corsi di Alpinismo Giovanile

fare con dei ragazzi, non ti servirebbe un volontario psicologo, esperto in gestione delle risorse umane e che appena tornato da una riunione del

potrebbe ideare un progetto formati-

CAI di Lecco. Incuriosito, gli chiesi

vo per gli accompagnatori di Alpinismo

quale ruolo avesse all’interno di tale

Giovanile, al fine di potenziare in loro

utto ebbe inizio una sera d’au-

“istituzione”. La risposta fu che era so-

quelle capacità comportamentali utili

tunno dell’anno 2008, incon-

cio, consigliere e accompagnatore dei

per saper gestire gruppi di ragazzi e

trando l’amico Matteo Abate.

ragazzi nelle escursioni in montagna.

non solo?”. La risposta fu che sareb-

Quella sera Matteo mi disse che era

Allora gli dissi: “Visto che hai a che

be stato bello e interessante, e che ne

di Silvano Sala

T


utili in ambito relazionale e psicologi-

d’aula, sono stati proiettati attraver-

Il risultato ottenuto si è poi con-

co nello svolgimento del loro incarico,

so l’uso di diapositive nel successivo

Detto e fatto. In data 20 gennaio

cretizzato in una ”Ipotesi di moduli di

valeva a dire: Identificare le aree d’in-

appuntamento, dando un feedback ai

2009 iniziava in sede CAI Lecco, un

formazione” con diversi argomenti e

tervento migliorabili che riguardano il

partecipanti e rendendoli così consa-

corso di formazione e aggiornamento

contenuti, i cui destinatari sarebbero

ruolo dell’accompagnatore nei corsi di

pevoli dei risultati da loro prodotti.

riservato agli accompagnatori sezionali

stati gli accompagnatori di Alpinismo

A.G.

di Alpinismo giovanile della zona lec-

Giovanile. Il tutto descritto e stampato

Un’altra diapositiva spiegava quale

con maggiore accuratezza i contenuti

chese. Il suddetto corso, per la parte

in una semplice brochure da distribuire

sarebbe stata la metodologia formativa

degli interventi formativi, dato che gli

psicopedagogica che mi competeva, si

agli interessati.

utilizzata negli incontri-lezione, cioè,

esiti emersi dai suddetti lavori vennero

avrebbe parlato con i responsabili CAI A.G.

portante “istituzione”.

Tutto ciò è servito a programmare

è completato nell’arco di cinque anni:

L’avvio del corso fu entusiasmante:

quella attiva-partecipativa, riprendendo

riconosciuti fondamentali dagli accom-

una media di trenta partecipanti a in-

la sala era gremita da decine di perso-

uno dei presupposti del metodo edu-

pagnatori di Alpinismo Giovanile per lo

contro, sei gli incontri formativi per un

ne giovani e meno giovani. A introdur-

cativo CAI che è: “imparare facendo”.

svolgimento del loro mandato.

totale di ventuno ore, conclusosi il 26

re il progetto fu il presidente del gruppo

Nella seconda parte della serata,

Infatti, durante l’incontro del 15 gen-

ottobre 2013. Il titolo scelto, inerente la

A.G. Tiziano Riva, assistito da Matteo

come consigliato nei manuali del CAI,

naio 2010, quale secondo appunta-

parte del mio intervento all’interno del

Spreafico quale direttore della Scuola

abbiamo riflettuto sul concetto di uni-

mento del percorso formativo, furo-

corso di formazione, è stato: “Accom-

sezionale di Alpinismo Giovanile “Gior-

formità operativa, sulla ricerca e con-

no definiti gli argomenti inerenti agli

pagnando si cresce. Il ruolo dell’Ac-

dano Dell’Oro” di Lecco, nonché refe-

fronto, sulle attitudini e su quale fosse lo

aspetti psicopedagogici da sviluppare,

compagnatore nei Corsi di Alpinismo

rente del corso per i successivi anni.

scopo dell’accompagnatore nei riguardi

suddivisi in moduli di formazione così

Giovanile – aspetti psicopedagogici”.

Entrambi mi presentarono agli accom-

dei giovani allievi. Per questo motivo ci

strutturati nel tempo:

Lo scopo prefissato in tale inizia-

pagnatori e a quelli che lo sarebbero

siamo avvalsi del progetto educativo

20/01/2009

tiva era quello d’incrementare negli

diventati in futuro, tutti incuriositi dalla

CAI, dove si legge: “… lo scopo è quel-

Esplorazione e riflessione dei fabbi-

accompagnatori gli aspetti didattici e

novità di questa iniziativa e desiderosi

lo di favorire nel giovane lo svilupparsi

sogni formativi

formativi di loro pertinenza, come “vi-

di saperne di più.

della fiducia, della sicurezza, dell’auto-

15/01/2010

Dopo una mia introduzione che ri-

nomia, della responsabilità e partecipa-

Restituzione e considerazioni dei

guardava l’attività professionale psico-

zione, in armonia con l’ambiente e con

fabbisogni formativi

Pertanto, per realizzare ciò, occorre-

logica da me svolta, chiedevo ai pre-

se stesso”. Successivamente, abbiamo

Come motivare?

va sensibilizzare gli accompagnatori a

senti quali aspettative avevano nei miei

discusso in che modo realizzare quan-

Questionario di rilevazione della

sviluppare quegli “strumenti” utili a so-

riguardi e come li potevo aiutare da un

to esaminato.

stanziare le loro azioni e a migliorarne

punto di vista psicopedagogico. La di-

Nel proseguo dell’incontro si sono

il livello organizzativo, pedagogico e

scussione così innescata, nonché l’at-

fatte persino delle esercitazioni che

sociale.

tenta partecipazione delle persone che

riguardavano il saper fare e il saper

Al fine di ipotizzare quale aree di

gremivano la sala, i numerosi interventi

essere dell’accompagnatore, definizioni

Valutare il livello di maturità del gio-

sviluppo potevano interessare alla re-

e le riflessioni emerse in quella prima

che venivano scritte individualmen-

vane (come da Progetto Educativo

alizzazione di tale progetto formativo

parte di serata, servirono a identificare

te dai partecipanti su uno stampato

CAI)

ho letto il libro “Il giovane con noi”,

le competenze comportamentali e non

preparato per l’occasione, così pure un

Comunicazione e abilità relazionali

edito nel mese di luglio 1993, a cura

solo, necessarie per migliorare l’attua-

questionario da compilare: Autoanali-

Le dinamiche del gruppo

della Commissione regionale lombarda

zione del ruolo di accompagnatore di

si – io so fare e mi piace; io so fare,

Psicopedagogia dell’età evolutiva

Alpinismo Giovanile CAI, come pure

Alpinismo Giovanile.

ma non mi piace; io non so fare, ma

11/11/2011

mi piacerebbe. Inoltre, veniva dato da

Il leader e le sue attitudini: come ri-

vamente” raccomandato e scritto nel

Progetto educativo CAI

l’allegato “Progetto Educativo”. Agendo in questo modo e dialogando con

Fiducia e sicurezza

svolgere un piccolo test di autovaluta-

i vari responsabili ho potuto prendere

Dopo di ciò, ecco la proiezione delle

zione, composto da sette domande, il

consapevolezza della realtà di tale im-

prime diapositive che sostanziavano i

cui titolo era: “L’accompagnatore A.G.

contenuti appena espressi dai parteci-

ha la consapevolezza dei propri com-

panti. Infatti, in una delle slide si chie-

portamenti?”

44

Alpinismo Giovanile

deva ai presenti di descrivere eventuali

Le risposte, le osservazioni, le descri-

esigenze, necessità o bisogni percepiti

zioni e i dati ottenuti da questi lavori

motivazione nei giovani che praticano l’alpinismo giovanile 17/11/2010 (Sede CAI di Calolziocorte - Lc)

conoscerle 24/11/2012

Cambiano negli anni i ragazzi e gli accompagnatori, cambiano le divise e lo stile di andare in montagna. Elementi di continuità sono l’amicizia che cementa il gruppo e la trasmissione di esperienza da una generazione all’altra


L’accompagnatore e lo stile di conduzione del gruppo La relazione con i genitori: quale atteggiamento assumere? 26/10/2013

so di produrre dei documenti cartacei,

amicizie, partecipare alle cene sociali

sintetizzando in essi le riflessioni, le

e diventare socio CAI, discutendo an-

indicazioni, i suggerimenti e le ipotesi.

che su come migliorare ulteriormente il

Tali testimonianze sono:

ruolo dell’accompagnatore di Alpinismo

1. il questionario di rilevazione della motivazione e valutazione

Poi, come spesso succede, finito un

L’ascolto attivo

all’attività sportiva di Alpinismo

“percorso” ne inizia subito un altro. Il

Per il riesame di un’attività esperien-

Giovanile;

7 dicembre 2013, in sede CAI Lecco,

2. il questionario per valutare il li-

viene attivato un nuovo corso di for-

vello di maturità del giovane al-

mazione e aggiornamento per accom-

lievo alpinista;

pagnatori di A.G., con trentadue perso-

Nei vari momenti formativi, oltre alla classica lezione con proiezione di diapositive, sono state poste speciali

3. il ruolo degli accompagnatori di

attenzioni alle esercitazioni, ai que-

Alpinismo Giovanile;

L’Alpinismo Giovanile e la mia passione per la montagna

Giovanile e non solo.

Il feedback

ziale (escursione, ecc.)

QUEL CAMMINARE INSIEME

ne partecipanti. A tutti va un cordiale e caloroso

stionari, alle simulazioni di situazio-

4. le aspettative da parte dei ra-

ni “particolari”, all’analisi dei casi e al

gazzi e dei loro genitori nei

In questo nuovo percorso vi è il de-

role playing, quale gioco di ruolo nel

confronti dell’Alpinismo Giova-

siderio è di fare ancora meglio, accre-

rappresentare in diverse circostan-

nile;

scendo le qualità e le attitudini già insi-

benvenuto. Namasté!

ze sia l’operare dell’accompagnatore

5. una bozza ipotetica di patto

te nelle azioni degli accompagnatori, la

sia il comportamento dei giovani, dei

educativo tra gli allievi alpinisti

cui passione, dedizione e professiona-

genitori, eccetera. L’utilizzo prevalen-

e il CAI;

lità, consentono al CAI di concretizzarsi

di Franca Magistretti

P

apà milanese doc e mamma triestina, sono arrivata a Lecco quando avevo due anni. I nomi

delle montagne e dei torrenti lecchesi, come quelli dei venti che soffiano sul lago, me li ha insegnati la maestra delle scuole elementari. Ho imparato invece ad andare in montagna, a rispettarla e ad amarla grazie all’Alpinismo Giovanile del CAI. Credo fosse il mese di maggio del ’68 - facevo la terza elementare quando ho iniziato con le mie amiche dell’oratorio a partecipare alle uscite

temente di metodi attivi-partecipativi

6. una bozza ipotetica delle Regole

come un’Agenzia educativa e forma-

ha consentito feedback personalizzati

di comportamento (quale rego-

tiva, così pure come Operatori della

e puntuali autovalutazioni dell’appren-

lamento di condotta degli allievi

promozione della salute, sviluppando

pomeriggio infrasettimanale e gite

dimento nei partecipanti, stimolando e

alpinisti e soci CAI);

il valore del benessere nelle persone e

più lunghe la domenica. La nostra

nella società.

parrocchia di San Francesco d’Assisi

dell’Alpinismo Giovanile: gite corte il

attivando la loro curiosità e la voglia

7. un’ipotesi d’incontro-seminario

di imparare. Non sono mancati anche

con i genitori dei giovani alpinisti

Perciò, agli accompagnatori A.G. va

era nata da soli sei anni e, guidata dai

attimi di sano divertimento e risa-

dal titolo “Il CAI a sostegno della

un pensiero di ringraziamento, parti-

frati Cappuccini, era molto “giovane”

te, connessi alla “recita” dei ruoli che

genitorialità”;

colarmente riconoscente e doveroso,

soprattutto nello spirito; così padre

Ricordo Felice Butti, il signor Perossi,

mangiava solo quando ci si fermava;

Gruppo di Alpinismo giovanile al San Martino, anni ’70-’71. In primo piano con la maglietta a righe Franca Magistretti. Foto Dino Piazza

alcuni accompagnatori dovevano si-

8. un’ipotesi d’incontro-seminario

in considerazione del fatto che sono

Ferdinando Colombo, aiutato da al-

il maestro Colombo di Maggianico, e

si guardavano le montagne intorno

mulare nell’immedesimarsi in singolari

con i responsabili di Alpinismo

persone straordinarie, le quali operano

cuni ragazzi e adulti di allora, aveva

le “mitiche” Maria Teresa e Luciana:

e se ne imparavano i nomi. Quando

avvenimenti.

Giovanile dal titolo “Le respon-

tutte in regime di volontariato. Grazie

accettato la preziosa collaborazione

di loro avevamo soggezione per-

raggiungevamo la meta, giocavamo,

sabilità morali e sociali dei diri-

infinite.

con il CAI cittadino: amante dello

ché erano grandi, mentre ai ragazzi

chiacchieravamo,

Inoltre, mi corre l’obbligo di ringra-

sport in genere e della montagna in

più giovani che ci accompagnavano,

adulti cantare; pian pianino abbiamo

ziare tutti i responsabili CAI, che con

particolare e vedendo nelle attività

come Peppino Ciresa, Piero Pensa,

imparato anche noi tantissimi can-

energia e sensibilità, attenzione e im-

a contatto con la natura una grande

Marco Sassone, quando eravamo

ti di montagna, che continuavamo a

Risultati

genti e accompagnatori di Alpi-

I risultati ottenuti nel susseguirsi de-

nismo Giovanile”.

gli incontri hanno permesso d’incre-

ascoltavamo

gli

mentare quei requisiti formativi psico-

Questi “documenti” sono il frutto

pegno, si sono prodigati nel permettere

occasione di sana crescita umana, il

stanchi, osavamo rivolgere la classica

intonare anche al ritorno sul pullman,

pedagogici prefissati all’inizio del corso,

del lavoro di tutti gli accompagnato-

tutto ciò: credendoci e realizzando un

frate non solo partecipava alle uscite,

domanda: “quanto manca?”. Ma negli

persino sui marciapiedi delle strade

ampliando pure le conoscenze e l’uso

ri che hanno partecipato nell’arco del

progetto formativo impegnativo e ar-

ma invitava caldamente noi bambini

di quegli “strumenti” considerati utili a

quinquennio agli incontri formativi e

ticolato.

anni tutti loro, ciascuno a suo modo,

del quartiere prima di raggiungere le

e ragazzi a fare altrettanto. Tra l’altro

sostanziare il ruolo di accompagnatore

rimangono a disposizione di coloro i

Anche a loro va tutta la mia ricono-

ci hanno insegnato davvero tanto. Da

nostre case. A volte ci scottavamo

penso di non sbagliarmi nel ricordare

A.G.. Per di più, gli effetti ottenuti attra-

quali sono interessati a svilupparne l’u-

scenza e gratitudine, nella speranza di

cosa portare o meno, come abbiglia-

col sole, molto più spesso tornavamo

che padre Ferdinando, pur mettendo

verso le esercitazioni hanno permes-

so.

averli sempre come “guide” per il fu-

mento e come alimenti, al modo di

a casa bagnati per aver preso qualche

gli scarponi ai piedi, tenesse sempre e

camminare: passo costante, ritmato, si

comunque il saio durante le gite.

camminava tutti insieme e si seguiva

Nel frattempo, dall’inizio del proget-

46

Alpinismo Giovanile

to sono trascorsi più di cinque anni. Periodo che mi ha permesso di consolidare le conoscenze, sviluppare le

turo.

Noi andavamo in tanti. Era bel-

sempre quello davanti; si rispettava la

lo stare con gli amici di scuola e

natura (non si potevano raccoglie-

dell’oratorio. Gli adulti ci guidavano.

re fiori o buttare carte per terra); si

Alpinismo Giovanile

47


temporale. E come ci divertivamo alle

ventato mio marito. E ci fa piacere

Nel concludere, ricordo volentie-

uscite di due giorni, quando dormi-

vedere che i nostri figli, che abbiamo

ri come nel libro Frati tra la gente,

vamo (si fa per dire) nei rifugi!

sempre portato in montagna fin da

scritto in occasione dei primi cin-

piccoli, hanno oggi la nostra stessa

quant’anni della parrocchia San Fran-

passione.

cesco in Lecco, si parli a più riprese

Il seme La mia passione per la montagna è

Grazie dunque all’Alpinismo Gio-

anche dell’Alpinismo Giovanile e più

vanile che, attraverso le persone di

in generale della collaborazione che

Finite le scuole medie, non sono

quasi cinquant’anni fa, è stato, per

c’è sempre stata tra la comunità par-

più andata alle gite dell’Alpinismo

moltissimi bambini e ragazzi di al-

rocchiale e il CAI cittadino, a ulteriore

Giovanile, ma il seme ormai era get-

lora, grande maestro di montagna e

dimostrazione del ruolo educativo

tato; così quando, alla soglia dei se-

di vita. Il camminare lungo i sentieri

che il sodalizio ha sempre avuto so-

dici anni, ho iniziato a fare le vacanze

della montagna, a volte con grande

prattutto verso i ragazzi.

estive con i miei coetanei della par-

fatica ma sempre con molta soddi-

rocchia, non ho avuto problemi a fare

sfazione, è diventata per me metafo-

le gite in montagna anzi: la sua bel-

ra di vita: per raggiungere una meta,

lezza, il suo silenzio, le rocce contro

un obiettivo, è bello essere insieme,

il cielo terso piuttosto che i boschi

è fondamentale andare al passo del

o i fiori, mi hanno sempre incantata.

più debole, è inutile pensare di non

Quanto camminare per i sentieri del

fare fatica, è fantastico guardarsi in-

circondario o della Valtellina, parlando

torno e gioire di quello che si può

e gettando le basi per la nostra vita

contemplare, è importante ringraziare

futura, con quello che sarebbe poi di-

chi cammina con te.

nata sicuramente lì.

LA PRIMA DEI SALTAFOS

A Pian Sciresa l’esordio del gruppo di mountain bike

Abilità tecniche

P

di Matteo Riva

ronti. Partenza. Via. Siamo partiti. Domenica 11 maggio il neonato gruppo Saltafos ha fatto la pri-

ma uscita guidata in mountain bike sui sentieri delle nostre montagne. Ore 9.00, appuntamento in città in

Evoluzioni sul sentiero

via Besonda. Radunato il gruppo, pochi

Raggiunto il rifugio è il momento di

ma buoni, sotto un cielo grigio ma mai

mangiare un boccone e bere una fre-

triste, abbiamo dato il primo colpo di

sca birretta raccontando agli escursio-

pedale verso Pian Sciresa, la meta.

nisti presenti chi siamo e spiegando ai

Direzione Pescate, dove abbiamo attaccato la salita verso Galbiate San Alessandro passando per un tranquillo sterrato nel bosco. Dopo pochi minuti di pedalata e circa 100 metri di dislivello, abbiamo rag-

curiosi come funziona e cosa ti permette di fare una moderna mtb. Per la discesa abbiamo scelto il sentiero che staccandosi alle spalle del rifugio porta dopo circa una quindicina di minuti a Malgrate in località Gaggio.

giunto il sentiero di mezzo del Monte

La traccia è piuttosto impegnati-

Barro, prendendo immediatamente di-

va e tecnica, richiede buone capacità

rezione nord.

di guida e adeguate protezioni ma il

Il raid in programma prevede una

terreno perfettamente asciutto regala

pedalata breve, l’abbiamo organizzato

sicuro divertimento e, all’arrivo, la sod-

per conoscerci, per capire che tipo di

disfazione è sul volto di tutti.

bikers siamo e come dovranno essere le uscite dei Saltafos. Il sentiero in costa con dei continui “mangia e bevi” regala una serie fan-

Bene, siamo partiti, ci sono tutte le premesse per costruire un bel gruppo e iniziare una bella avventura. In bicicletta.

tastica di scorci sul lago di Garlate e la città di Lecco lasciandoci anche il tem-

Let’s go ride

po di chiacchierare di mtb, di tecniche di guida e di avventure fatte in sella. E allora c’è anche il tempo di provare qualche drop, bunny hop, wheelie su e giù per i sassi e gli ostacoli del sentiero.

Escursionismo

49


IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA

I pionieri, la scuola, i rally: Mario Bonacina racconta il “nostro” sci alpinismo

di Angelo Faccinetto

G

li sci erano di frassino, lunghi che non finivano più. Gli attacchi, due ganasce, una

cinghietta di cuoio e una leva che tendeva la molla. E le pelli erano autentiche pelli di foca: due striscioline sottili giuntate a macchina e fissate agli sci con una robusta fettuccia e fibbie di ferro. Era il 1940, giugno. I giorni della dichiarazione di guerra dell’Italia, quella dell’ora delle decisioni irrevocabili. Avvenne allora, in quella tarda primavera, l’incontro di Mario Bonacina, ragazzino undicenne, con lo sci alpinismo d’alta montagna. “Pizzini, Casati, Cevedale, fu quella la mia

Verso il Resegone. Foto Archivio P. Comi, CAI Lecco

prima gita” – racconta. La prima di una serie lunghissima, che ancora oggi, quando gli ottanta sono passati, continua ad allungarsi. Una salita niente male per dare il la a una passione che sarebbe durata una vita e che si sarebbe saldamente intrecciata negli anni con le vicende del CAI Lecco e con la sua “scuola” – non solo in senso strettamente didattico – di scialpinismo. A quei tempi, del resto, per gli


sciatori fare dello “sci alpinismo”,

La discesa più bella, però, per Bo-

almeno sulle nostre montagne, era

nacina e per tanti lecchesi della sua

una scelta obbligata. Impianti non ce

generazione, era quella che si sno-

n’erano. Sci in spalla, si risaliva la Val

dava, seguendo la strada, dai Pia-

Calolden fino ai Resinelli e al Colti-

(e meno buoni sciatori).

sti di controllo. I rally si disputavano,

sciani, “Ugo Ugo-

a seconda degli anni, tra la fine di

lini” e, con i Ragni

febbraio e l’ultima decade di marzo,

Ninotta Locatelli e

Intanto con gli anni, nonostante

periodi di migliore innevamento, ma

Dario Cecchini, un

ni Resinelli fino a Malavedo e San

lo sviluppo degli impianti di risalita,

anche periodi di frequenti e abbon-

rally della Valsassi-

gnone, dopo aver utilizzato il tram

Giovanni. Non c’era traffico e ci si

che dalle nostre parti conosce il suo

danti nevicate. Così, durante uno di

na. Suoi compagni

che saliva fino a Malavedo. Oppure

buttava a capofitto con gli sci. Le

boom tra l’inizio degli anni sessanta

quei servizi, mi è anche capitato di

d’avventura

da Belledo si raggiungeva Neguggio

lamine, soprattutto nell’ultimo tratto,

e la metà degli anni settanta, co-

restare bloccato dalla tormenta, per

tra gli altri, Silvano

(allora gli inverni non erano avari di

colpivano spesso qualche sasso af-

minciano a crescere coloro che alle

un paio di giorni, al rifugio Brioschi.

Taramelli e Dario

neve nemmeno in città) o si anda-

fiorante dal selciato e sprigionavano

code agli skilift preferiscono sempre

Tagliato fuori dal mondo, mentre

Missaglia.

va al pratone di Ballabio, all’ombra

poderose scintille. Nella semioscu-

più spesso salire nel silenzio della

in officina mi aspettavano. Un’al-

del monte Melma. Altrimenti – se

rità del tramonto l’effetto era sug-

montagna con le pelli di foca sotto i

tra volta, su disposizione di Cassin,

La scuola di sci

si aveva qualche soldo in più in ta-

gestivo. El passa el diaul, dicevano

piedi o con gli sci infilati nello zaino.

ci siamo fatti dare dall’esercito – a

alpinismo

sca - si prendeva la corriera fino a

le donnette di ritorno dalla funzione.

E con l’aumento dei praticanti (co-

quei tempi a Lecco c’era ancora

Per quanto an-

Moggio e si saliva, ovviamente sci

Subito dopo la guerra, comin-

munque niente rispetto ai numeri di

la caserma - delle bombe a mano.

cora assai scarso,

in spalla, fino in Artavaggio, almeno

ciano le escursioni vere. Su neve

oggi) e delle disponibilità finanziarie

Le abbiamo lanciate (e fatte esplo-

verso la fine degli

prima che i piani diventassero zona

e su roccia. Il Mario le affronta in

si comincia anche a pensare di dar

dere), una alla volta, per provocare

anni sessanta il nu-

di guerra per la presenza di forma-

compagnia di quelli che di lì a poco

vita a delle competizioni sci alpini-

piccole slavine e liberare il Vallone

mero di coloro che

zioni partigiane. Quando la neve era

sarebbero diventati I Ragni, tra loro,

stiche. Lo sforzo, dal punto di vista

dei Camosci, sopra i Piani di Bobbio,

desidera accostarsi

molta, chi le aveva, usava le pelli di

Giulio Bartesaghi e Agostino Ca-

organizzativo e, appunto, finanzia-

dal sovraccarico di neve e rendere

allo sci alpinismo

foca.

stagna, sulle orme del fratello Luigi.

rio, è notevole. Ci sono i percor-

possibile il passaggio ai concorrenti.

comincia ad avere

Nel ’48 conosce Giuseppe Spreafico

si da tracciare, le prove speciali da

Roba da non credere”.

una qualche con-

“Pepetto” e Giovanni Ratti e con loro

allestire e le spese da rimborsare.

Come da non credere è l’avventura

sistenza. Non c’è

“Eravamo un gruppo di quattro

Giovanni Carcianiga “Stizza”, oltre a

Senza contare i premi. Ma puntan-

corsa da tre sci alpinisti di Premana

più il deserto e

o cinque ragazzi amanti dello sci,

qualche arrampicata sul Medale e in

do sulla disponibilità degli alpinisti -

al rally del ’67. Durante la salita ver-

cresce l’esigenza di

compagni di liceo, e quelle gite le

Val Masino, sale tutti i 4mila italiani.

sci alpinisti (nel frattempo diventati

so il Brioschi, lungo il versante set-

avere i rudimen-

abbiamo fatte tante volte. Allora, a

Sono tempi in cui i confini fra al-

provetti) del CAI e non solo, anche

tentrionale del Grignone, vengono

ti basilari. Come si

Lecco, il liceo scientifico era sede

pinismo, roccia, sci e sci alpinismo

sulle nostre montagne queste gare

travolti da una slavina e trascinati

fa a cambiare di-

staccata di quello di Como ed era

sono labili. Quella che domina è la

diventano realtà.

a valle. “Li abbiamo recuperati mol-

rezione quando il

ospitato presso l’oratorio di San Ni-

passione per la montagna e si fa un

Nel 1965 si disputa il “1° Rally della

to più in basso tra i rami in cima a

pendio si fa trop-

colò. Nel gennaio del ’45, dopo le

po’ di tutto. “Saremo stati una deci-

Valsassina e delle Funivie”. L’orga-

un larice, erano pallidi, mezzo con-

po ripido? Come

vacanze di Natale, non rientrammo

na – racconta Bonacina-, i pionieri

nizzazione è dell’Azienda autonoma

gelati, ma sani e salvi” – racconta

si sale quando la

a scuola. Il preside ci mise in liber-

dello sci alpinismo. Oltre a quelli che

di soggiorno e turismo di Lecco, ma

Bonacina. Quell’edizione, in seguito

neve è ghiacciata e

tà: non c’era più legna, e men che

ho menzionato c’erano il Riccardo

a sovrintendere le operazioni sono i

all’incidente e al perdurante rischio

si rischia di scivo-

meno carbone, per riscaldare le aule.

Cassin, il Gianfranco Anghileri, il Pri-

maggiorenti dello sci alpinismo lec-

di valanghe, fu poi sospesa.

lare giù sino a fon-

Una pacchia. Ne approfittammo per

mo Stacchini, il Vasco Cocchi, i vec-

chese dell’epoca, Riccardo Cassin e

Ma Mario Bonacina – ormai sci

do valle? Come si

infilare gli scarponi, prendere gli sci

chi della società alpinistica operaia

Vasco Cocchi in testa. Tra loro c’è

alpinista tra i migliori – non è solo

scende quando si

e andare dove si poteva. A Negug-

Antonio Stoppani, quelli della Sel,

anche Mario Bonacina.

una delle colonne dell’organizza-

affonda nel pappo-

gio, soprattutto. E’ su quei prati che

come il Corti e i fratelli Giovenza-

“Si andava a preparare il percorso

zione. Partecipa negli anni settanta

ne e gli sci non ne

abbiamo affinato la nostra tecnica”.

na. E anche un graduato degli Alpini,

durante la settimana – ricorda -. In

anche a diversi rally come portaco-

vogliono sapere di

Flaminio Francisci. Tutti autodidatti.

quei giorni abbandonavo il lavoro alla

lori dell’APE. (Associazione Prole-

galleggiare? Come

Si imparava a suon di cadute”. Così,

Metallurgica Bonacina ai Cantarelli,

tari Escursionisti) Corre, tra gli altri,

si taglia un pendio

se adesso quelli che fanno sci alpi-

la trafileria di mio padre, e salivo in

il Rally dell’Adamello, organizzato

senza

nismo sono tutti buoni sciatori, allo-

montagna a battere la pista, piantare

dalla scuola di scialpinismo della

distacchi di neve?

ra erano soprattutto buoni alpinisti

le bandierine segnavia, allestire i po-

SEB, la Società Escursionisti Bre-

Le domande sono

Il diavolo a Malavedo

52

L’Intervista

I rally

sono,

Cena per i 20 anni della scuola di scialpinismo del CAI Lecco, 1988, Morterone

provocare

Val Viola 1964: Mario, a destra, con Agostino Castagna Sotto: verso il pizzo Scalino, 1968: da sinistra Vasco Cocchi e Mario Bonacina


Mario con Giovanni Ratti in vetta al pizzo Leone nel 1967

2° Rally delle Funivie, 1966: da sinistra Mario Bonacina, Dario Cecchini, Ninotta

tante, le risposte sono spesso con-

ne, fisiologia e

fuse. Nasce così l’idea di dare vita

pronto soccorso,

a una scuola di sci alpinismo. E’ il

orientamento, inne-

1969 e quella di Lecco è una delle

vamento, valanghe

prime scuole del CAI. E Mario Bo-

e meteo) e sette

nacina – che in seguito ne sarà per

uscite. E che uscite,

un decennio anche presidente - è

visto che si trattava

in prima fila.

di principianti. Ar-

langhe.

SEI ANNI DA PRESIDENTE

“Ricordo che il primo direttore

tavaggio – Bobbio;

tecnico della scuola fu Gianni Zuc-

Biandino – Camiso-

chi, il fratello dell’Annibale, perché

lo – Biandino; Erna

era quello che sciava meglio e aveva

– Resegone – Mor-

anche il brevetto di guida sciatore.

terone – Erna; Esino

Poi, nella direzione del corso, c’e-

– Grignone – Esi-

rano Riccardo Cassin, Vasco Cocchi,

no; Pizzo Scalino;

Dino Piazza, Dario Cecchini, Dino

Chiareggio – Pizzo

Corti, Giovanni Lenti, Paolo Leurat-

Cassandra – Chia-

ti, Ugo Lorenzi, Flaminio Francisci,

reggio;

Giovanni Ratti, Giuseppe Spreafico,

Adamello – Ponte

Palmiro Vassena, e c’ero io” – dice.

di Legno.

La scuola era aperta ai soci che

Tonale

Durante le uscite

avessero superato i 17 anni di età e

non

aveva un costo di iscrizione di 5mila

solo le tecniche di

lire. Il primo corso si articolava in

salita e di discesa

quattro lezioni teoriche in sede (su

fuori pista. Si im-

equipaggiamento

para il montaggio e

e

alimentazio-

si

insegnano

l’uso della barella, il

54

L’Intervista

1978, Alta via del Gran Paradiso

recupero di infortunati da crepacci, si studiano le va-

Nato a Lecco il 4 novembre 1929, imprenditore, Mario Bonacina consegue nel 1968 il titolo di Aiuto Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo, convertito successivamente in ISA. Nel 1969 collabora alla fondazione della Scuola di Sci Alpinismo del CAI Lecco (divenuta scuola nazionale nel 1974) all’interno della quale opera ininterrottamente fino al 2008 prima come istruttore, poi come direttore e infine come presidente. E’iscritto al CAI Lecco dal 1948 e dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di presidente della sezione. In 50 anni di attività scialpinistica ha partecipato a diverse centinaia di escursioni classificate come BS (buon sciatore) e BSA (buon sciatore alpinista), oltre ad una quindicina di difficoltà OSA (ottimo sciatore alpinista), fra cui: Cima della Bondasca (Val Bregaglia), Adula (Val Blenio), Piz Varuna (Val Poschiavo), Cima Piazzi parete Nord (Val Viola), Adamello dalla vedretta di Salarno, Dent d’Herens (Val Pelline), Becca di Montandayne (Val di Cogne), Aguille des Glaciers (Val Veny), Grande Rousse (Valgrisanche), Punta Plattes de Chamois (Valgrisanche), Weissmiess (Valle di Almagel), Piz Palu (dal rifugio Marinelli). Inoltre ha partecipato a trekking scialpinistici come Haute Route del Gran Paradiso nel 1978, Haute Route del Delfinato nel 1979, Sci Alpinismo senza frontiere da Sils Maria/Maloja a Splugen nel 1982. E’ stato componente di spedizioni scialpinistiche extraeuropee: Marocco, Alto Atlante nel 1982, Perù Cordillera Blanca nel 1986, Caucaso nel 1990, Cina, regione del Quinghai, nel 1998, Groenlandia nel 2000. Ha anche alle spalle una discreta attività alpinistica su roccia, di difficoltà fino al 5° grado, iniziata nel 1945 in Grigna con amici del gruppo Ragni e proseguita in Valmalenco, Valmasino e nel gruppo del Bianco. Ha effettuato salite su misto e ghiaccio con difficoltà massima D.

Rally 1970: Mario al passo del Camisolo

sezionali, e a loro si affiancano me-

non sono più di quelli che devono

Poi la scuola si afferma, diventa

dici e tecnici glaciologici. Ogni anno

imparare a sciare, sono tutti scia-

scuola nazionale e gli iscritti, anno

sono una ventina e più. Nell’equi-

tori provetti. Ma lo spirito è ancora

dopo anno, aumentano. Ai corsi base

paggiamento, accanto a sci e pelli di

quello dei pionieri e Mario Bonacina

si aggiungono i corsi avanzati. Agli

foca, entrano piccozza, imbragatura,

è sempre lì.

istruttori autodidatti si sostituiscono

dissipatore, moschettoni a ghiera. Si

gli istruttori certificati, nazionali e

impara a utilizzare l’ARVA. Gli allievi

(Foto Archivio Mario Bonacina)

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IL FASCINO MISTERIOSO DELLA NEVE

Lungo l’Inn la “tre giorni” di fondo 2014

di Franco Aromatisi

U

n cielo stellato, e un giorno

ca delle piste che abbiamo percorso;

ancora avvolto nel buio della

Surlej, St. Moritz, Celerina, Pontresina,

notte, caratterizzano la no-

Zuoz, poi giù sino a Zernez.

stra partenza verso l’Austria; ma ben

Il cielo ora è sereno, solo qualche

presto l’alba del 28 febbraio ci inse-

nuvola, e i raggi del sole accompa-

gue lungo il percorso che conduce

gnano il vociare di alcune scolare-

all’Engadina. La strada verso il Passo

sche, ma dopo un attimo di silenzio il

del Maloja, sembra una trincea scavata

vociare diventa melodia; è il coro dei

nella neve, e lo sguardo va alla ricer-

bambini della scuola e la fine del canto


è accompagnato dal nostro applauso. Con noi, sull’autobus, è salita la

sosta a Stams, visitando il Monastero

fronte abbiamo l’immensa vallata del

Circestense.

fiume Inn.

“voglia di sciare”, si inizia a parlare di

La nostra prima giornata termina

In questo magico ambiente la fatica

scioline, alcuni si infilano le scarpet-

con una cena tirolese allietata dalla

non è più che un ricordo, l’attenzione

te e preparano lo zaino. Lasciamo la

musica di una fisarmonica e dai balli

è concentrata nello sforzo di seguire

Confederazione Elvetica ed entriamo

di un gruppo di giovani in costume

la pista e la mente ci porta a pensa-

in Austria, ma il fiume Inn, è sempre al

mascherato.

re e rivedere volti di compagni che ci

nostro fianco; scompare, quando sa-

Ci si raduna al punto di partenza

hanno accompagnato in precedenti

liamo lungo i tornanti che ci portano

delle piste, la sensazione che si pro-

avventure e che non sono più con noi.

a Nauders.

va è piacevole e il momento atteso

Lasciata l’atmosfera suggestiva dei

con impazienza, si concretizza in una

Purtroppo non c’è tempo di fermar-

boschi di Nauders, dove ognuno di noi

lunga fila multicolore. Ognuno di noi è

si a contemplare il paesaggio, occorre

ha saputo adattare con molta natu-

alla ricerca della propria soddisfazio-

fare in fretta, ci sono ancora alcune

ralezza la propria tecnica alle ondu-

ne, affrontiamo le prime asperità del

asperità da affrontare, ma sappiamo

lazioni della pista, raggiungiamo nuo-

percorso con la volontà tesa al rag-

che il traguardo è vicino, il respiro è

vamente il fiume Inn, che per ora è

giungimento di un benessere fisico

rotto dall’emozione, e dentro di noi

ancora impetuoso con salti spumeg-

e di un appagamento spirituale. Poi,

sentiamo finalmente una voce che

gianti. Lasciati alle spalle i rilievi mon-

dopo aver affrontato con caparbietà le

dice “è finita”.

tani ci appare ora la pianura, la vallata

difficoltà della salita, ci lanciamo con

Anche la nostra “tre giorni” giunge

si allarga, e il paesaggio senza neve,

velocità nella discesa, e incuranti delle

al termine, mettiamo nello zaino il ri-

ci mostra i primi accenni di primavera.

tabelle disseminate lungo il percorso,

cordo di tanti amici che hanno con-

Lungo la strada che ci porta alla cit-

assaporiamo la gioia del fascino mi-

diviso il fascino misterioso della neve.

tà di Innsbruck, facciamo una breve

sterioso dei luoghi che ci ospitano. Di Sulle piste di Seefeld. Foto di Pina Ietto

La mia prima volta di Giuseppina Negri

Ci svegliamo al mattino, ci prepa-

chieriamo, qualcuno gioca a carte, e

Brennero, ci fermiamo all’autogrill sul

riamo per la colazione e riprendiamo

poi tutti in camera, si devono prepa-

percorso e gustiamo le torte e il vino

l’autobus.

rare i bagagli, domani si parte.

che alcuni di noi hanno gentilmente

Venerdì 28 febbraio alle ore 6 sia-

prati verdi; cominciamo a farci delle

(un tempo ospitava i monaci), sulla

Arriviamo a Moserer, località a

Al mattino il cielo è coperto, ma

mo partiti da Lecco per la nostra tre

domande: si riuscirà a sciare come in

strada verso Innsbruck, visitiamo l’a-

1200 m nell’Olympiaregion di See-

non piove. Raggiungiamo Leutasch,

Arriviamo a Lecco alle 20.30.

giorni in Austria: il programma previ-

Engadina, come saranno le piste?

rea e ammiriamo l’imponente chiesa

feld: c’è una grande varietà di piste

località a 1300 m nell’Olympiaregion

In questi giorni siamo stati tut-

l’inizio

dell’abbazia, centro dell’intera strut-

e a gruppi ne percorriamo alcune; il

di Seefeld: la partenza delle piste è

ti contenti di stare insieme, abbiamo

della pista: la “Moasloipe”, una rossa di

tura; qualcuno acquista il tipico pane

tempo è bello (fa caldo e il cielo è

un’enorme area completamente in-

sciato su nuove piste e visitato luoghi

Il nostro autista, Jonathan, attraverso

circa 10 km che percorriamo con la

austriaco al negozio del monastero.

limpidissimo), gli sci scorrono e siamo

nevata; c’è una gara di sci e quindi

stupendi.

l’Engadina ci porta alla prima meta in

tecnica del passo alternato. Qualcu-

Riprendiamo il nostro autobus e in

tutti contenti.

decidiamo di percorrere un anello nel

terra austriaca, poco dopo il confine

no si fa accompagnare con l’autobus

breve tempo arriviamo all’Hotel Dol-

di Martina: Nauders, località a1400 m.

più avanti e raggiunge il passo Re-

linger che ci ospita a Innsbruck.

Durante questo primo tratto di

sia, confine italiano, con la tecnica del

sto è molto ricco e comprende sciate in tre posti diversi e visite culturali.

viaggio osserviamo che in Svizzera la

Finalmente

raggiungiamo

pattinato.

Raggiungiamo il nostro autobus che

bosco molto bello e vario.

ci riporta all’hotel, nel pomeriggio vi-

Il tempo si mantiene stabile: non

Ognuno va nella propria camera,

sitiamo il centro storico di Innsbruck:

nevica, in alcune zone c’è un po’ di

riposino, e poi pronti per la cena. Il

il Palazzo Imperiale, la Maria There-

vento, la neve in alcuni punti è marcia,

neve è tanta, ma avvicinandosi all’Au-

La giornata è bella, c’è un po’ di

menu è tipicamente del luogo: bro-

sien Strasse, il Duomo di San Giaco-

arriviamo alla meta e raggiungiamo il

stria diminuisce e si vedono anche i

vento ma gli sciatori proseguono uniti

do con frittata, canederli con crauti e

mo, la Torre Civica.

nostro autobus.

nel bosco, la pista è a tratti ghiaccia-

verdure, torta di mele, cibo buono e

In hotel ci aspetta la seconda cena:

Alcuni di noi si erano fermati a

ta, ma non ci preoccupa, alla fine della

gustato. Alla sera qualcuno rimane in

brodo con pasta, carne e verdura,

Seefeld per visitare il paese e cam-

sciata ci rifocilliamo e ripartiamo ver-

hotel, altri si recano a piedi in centro

torta al cioccolato.

minare, aspettandoci al termine della

so la prossima meta.

per visitare le piazze e vedere il “tetto

58

Sci di Fondo

Raggiungiamo l’abbazia di Stams

d’oro”, famoso simbolo di Innsbruck.

Alla sera il tempo peggiora, scende la prima pioggia, a gruppetti chiac-

sciata. II viaggio di ritorno è attraverso il

offerto.

Ringrazio i nostri accompagnatori: Pina, Giovanni, Daniele e Mimmo che hanno organizzato questa bellissima tre giorni e tutti i partecipanti. Alle prossime sciate.

Sci di Fondo

59


SUGGESTIONI E RICORDI SULLE NEVI DI INNSBRUCK

TRA VINADIO E IL MARGUAREIS

Due giorni nel cuneese con la scuola di fondo

Foto di Pina Ietto

di Paola Sangalli

do, anche se cade un po’ di nevischio.

porri, guanciale di vitello con salsa di

abato, ore 6.30. Inizia la due

Ci prepariamo e aspettiamo istruzioni

miele e caffè, il tutto preceduto da

giorni di fondo della scuola

dai maestri su quale sciolina sia meglio

un buffet di verdure e concluso da

CAI Lecco. Il tempo non è un

mettere. Il gruppo della Pina e di Ce-

un buffet di dolci. La prospettiva ci è

gran che. Sul pullman si intrecciano le

sare oggi invece farà skating. L’anello

sembrata allettante, pur con l’aura di

previsioni meteo più disparate. Si sa:

di fondo corre lungo un fiume, poi lo

mistero che ha subito circondato il

ci sono siti più ottimisti e altri meno,

attraversa e dall’altro lato costeggia il

“guanciale”: come al solito la fantasia

quindi staremo a vedere. Caricati sci e

bosco, con un tratto in leggera disce-

è andata a briglia sciolta.

bagagli, la Pina chiede: ci siete tutti?

sa. Purtroppo, per pericolo valanghe,

Arriviamo a Frabosa Soprana un po’

Sembra proprio di sì, quindi si parte.

la parte più alta è stata chiusa, ma il

più tardi del previsto, e qui le nostre

La meta di quest’anno è in provincia

percorso è comunque sufficiente e

già stanche membra scoprono che il

di Cuneo, quindi il pullman prende di-

soprattutto lo spettacolo naturale è

pullman non può lasciarci nei pres-

rezione Milano e poi l’autostrada per

notevole, anche per la grande quantità

si dell’hotel, causa una gara notturna

Torino. Solita sosta all’autogrill e poi si

di neve caduta.

sulla neve che ha fatto chiudere al

S

prosegue. Lasciata l’autostrada inizia-

L’appuntamento per il rientro è fis-

traffico le strade del paese. Non im-

mo ad attraversare vari paesi finché

sato per le due. Ci aspetta ancora un

porta: zaini in spalla e borse in mano

la strada, piuttosto stretta, entra in una

po’ di viaggio prima di raggiungere

percorriamo i 300 metri (ma ne sia-

valle dove quest’anno la neve è deci-

Frabosa Soprana, dove alloggeremo

mo proprio sicuri?) in leggera salita

samente abbondante. Finalmente arri-

all’Hotel Miramonti e dove avremo il

che ci separano dalla sospirata meta,

viamo alla meta di oggi: le Terme di

piacere di assaggiare le prelibatezze

e finalmente eccoci.

Vinadio.

preparate dal fratello della Pina, An-

Il paese è piccolo e sembra addor-

tonio. Già durante il viaggio di avvi-

mentato sotto la coltre bianca. Scen-

cinamento ci è stato illustrato il menu

diamo. Non sembra faccia molto fred-

che ci attende per la sera: risotto con

Sci di Fondo

61


Valle Pesio.

l’Engadina. Il rifugio si trova su di un

RADUNO DEI FONDISTI PRESSO LA SEDE DEL GRUPPO ALPINI MEDALE

L’hotel è a tutti gli effetti “miramon-

Vi arriviamo la domenica mattina

pianoro assolato. C’è parecchia gen-

ti”. Lo scenario intorno è superbo;

dopo circa un’ora. Il tempo è magni-

te e molti stanno mangiando seduti ai

peccato, vista la stagione, non poter

fico, il sole splendente, la temperatura

tavolini. Peccato non potersi fermare

sfruttare la terrazza davanti all’in-

non troppo fredda. La strada che risale

per un piatto di polenta e salsiccia: il

gresso attrezzata con sedie e tavo-

la valle è piuttosto trafficata perché

pullman ci aspetta.

lini, ottima per un momento di relax.

oggi, nella parte bassa del percorso

Il ritorno è decisamente più veloce

Prendiamo possesso delle camere e ci

di fondo, si svolge una gara interna-

e leggero dell’andata: giù nei binari o

prepariamo per la cena.

zionale di fondo categoria juniores.

sulla pista di skating, attenti solo agli

Alle 19,30 possiamo gustarci quan-

Mentre risaliamo abbiamo la possibilità

incroci con coloro che salgono. Ci ri-

to preparato dallo chef Antonio, con

di vedere dai finestrini gli allenamen-

troviamo tutti all’autobus. Ci cambiamo

in più la sorpresa di un buffet di for-

ti degli atleti che, nonostante la gio-

e ripartiamo. Come al solito dopo po-

escursionismo, che per un trentennio

maggi locali, freschi e stagionati, ac-

vane età, sciano già come campioni.

chi chilometri le voci che commentano

si è svolto sul San Martino, sempre

compagnati da miele e marmellate.

Arriviamo alla Certosa di Pesio, dove

la giornata vanno via via diminuendo

ospiti del rifugio Piazza.

Tutto perfetto. Prima di andare a dor-

il pullman ci scarica. Chi fa alternato

e lasciano posto al sonno o comun-

Quest’anno, pur essendosi abbassa-

mire qualcuno si avventura fuori per

prepara gli sci con la sciolina e poi a

que al meritato riposo. Ma la giornata

to di quota, il raduno rimane comun-

una passeggiata sotto le stelle, altri

piccoli gruppi, con i vari maestri ini-

non è finita: dopo qualche ora, giusto

que nello stesso territorio, e si tratta

si lanciano in una partita a scopone

ziamo a risalire su una pista che per

quando la fame inizia a farsi sentire,

di un felice ritorno, dato che la sede

scientifico. L’appuntamento è comun-

circa 6 km, praticamente sempre in

facciamo sosta per la meritata meren-

precedente ci aveva tante volte accolti

que per la mattina successiva alle 9,15

salita, a volte leggera , a piccoli tratti

da: dal bagagliaio dell’autobus escono

per festeggiare le più belle uscite sulla

al bus, che aspetta all’inizio del paese.

un po’ più impegnativa, porta fino al

torte, cioccolatini, liquori fatti in casa e

neve e per condividere i program-

Meta della giornata: la pista di fondo

rifugio Pian delle Gorre. Nonostante la

spumante. Quasi non ce la facciamo a

mi futuri, sempre all’insegna di una

in località Chiusa di Pesio, più o meno

fatica non possiamo fare a meno di

finire tutto quello che è stato prepa-

cordiale amicizia, fattore trainante di

a 15 km da Cuneo, nel Parco natura-

ammirare la natura che ci circonda

rato, ottimo come al solito. Si riparte

questo meraviglioso gruppo.

le del Marguareis, nella parte alta della

e la cui bellezza non fa rimpiangere

e ora si può proprio dire che la due

Foto di Pina Ietto

La relazione del presidente sull’attività del 2014 di Stefano Vimercati

O

ggi, 7 giugno 2014, eccoci qua a festeggiare la nuova

base nello sci di fondo, su due diret-

te domenicali, che prevedono anche

trici ben distinte e al tempo stesso tra

ginnastica presciistica

loro complementari.

settimanali, in sede CAI.

sede del Gruppo Alpini Me-

dale di Rancio con il tradizionale raduno annuale del gruppo sci di fondo

giorni è terminata. Prima

Nel consiglio della sezione CAI Lec-

di arrivare a Lecco la Pina

co del 6 maggio scorso ho presentato

saluta tutti i partecipanti

una relazione dettagliata sulla nostra

e ricorda l’appuntamen-

formazione e sul nostro operato.

- 3 lezioni tecniche teoriche, infra-

Attività di addestramento Viene svolta dalla Scuola sci di fon-

Rapporti con la commissione di

do escursionismo, su percorsi pista-

riferimento C.R.L.S.A.S.A

ti, organizzando il corso su tre livelli:

Sci escursionismo

principianti, perfezionamento 1° livello

Il regolamento delle scuole prevede

e perfezionamento avanzato di avvi-

che il direttore di ogni scuola sia un

cinamento alla pratica dello sci di fon-

titolato nazionale, vale a dire un INSFE,

do escursionismo.

che noi non abbiamo.

Da un triennio il corso si svolge con

Abbiamo più volte ribadito, per la

riferimento alla nuova Commissione

nostra specifica attività di avvicina-

regionale lombarda scuole di alpini-

mento allo sci di fondo escursionismo,

smo, sci alpinismo, arrampicata libera,

di ritenere sufficiente un titolato ISFE

C.R.L.S.A.S.A. – Sci escursionismo.

(i risultati ottenuti in un trentennio di

Il corpo istruttori è così composto:

attività parlano chiaro). Questa con-

ISFE - Bianchi Marco, direttore della

dizione è stata accettata concedendo

scuola e del corso

una deroga, però solo per gli anni pre-

ISFE - Ietto Maria Giuseppina, rap-

cedenti, mentre per il prossimo inver-

porti con la commissione di riferi-

no 2015 la deroga non verrebbe più

mento

concessa.

ex-ISFE – Monti Paola, in attesa di rinomina

Con e-mail alla segreteria in data 11.10.2011 abbiamo richiesto, elen-

to per il sabato succes-

Ho ritenuto opportuno mettere in

sivo, quando ci sarà la

evidenza quanto abbiamo costruito e

gara sociale Coppa Paolo

sviluppato, sempre in armonia e con

Isez. – Bucca Salvatore, Merlini Ce-

tegrare Paola Monti nel suo titolo

Piazza. Saremo senz’altro

spirito di servizio, nei confronti di tut-

sare, Pozzoni Franco, Colombo Daniele.

ISFE. A tutt’oggi non abbiamo ancora

tutti alleatissimi.

ti gli interessati allo svolgimento della

Gli allievi partecipanti al corso sono

nostra attività.

Isez. – Bolis Giovanni, vicedirettore del corso

candone le ragioni, di prendere in considerazione l’opportunità di rein-

avuto una risposta ufficiale.

di norma circa quaranta ogni anno.

Un grazie da parte no-

Non ho mancato di fare alcune

Nell’inverno 2014 si sono avuti: 18

stra ai nostri preparatis-

considerazioni divergenti rispetto alla

principianti, 16 perfezionamento 1° li-

simi e pazientissimi ma-

Commissione regionale di riferimen-

vello, 9 perfezionamento avanzato.

estri (rigorosamente in

to (CRLSASA-sci escursionismo) in

ordine alfabetico): Cesa-

relazione all’attività di addestramento

re, Marco, Giovanni, Paola,

che svolgiamo. Di seguito i contenuti

- 6 uscite domenicali

pistati nelle località più idonee e at-

Pina, Salvatore.

principali di quella relazione.

- 1 uscita doppia (sabato e dome-

traenti per la pratica dello sci nordico.

Le attività sulla neve prevedono nei mesi di gennaio e febbraio:

Attività amatoriale Guidata da capigruppo sezionali, l’attività sulla neve si svolge di norma di sabato, nei mesi gennaio e febbraio, con una serie di uscite su percorsi

nica). Il gruppo sci di fondo escursionismo in seno al CAI Lecco,

dal 1983 svolge ogni anno l’attività di

Nei mesi precedenti, novembre e dicembre, sono previste: - 5 uscite a secco nelle mattina-

Sci di Fondo

63


La partecipazione è aperta a tutti i

Bucca Salvatore Isez.

tegoria femminile 11; categoria ma-

soci, giovani… senza limiti di età, che

Merlini Cesare Isez.

schile 12

abbiano dimestichezza con gli sci di

Bucca Salvatore Isez.

Risultato soddisfacente per tutti.

fondo o che abbiano frequentato il

Pozzoni Franco Isez. (prov-

-Tre giorni di fondo a Innsbruck,

corso di addestramento, suddivisi in

Austria – 28 febbraio e 1-2 marzo

visorio)

tre gruppi: Azzurri, Gialli e Rossi.

Colombo Daniele asp. Isez.

I capigruppo sezionali sono:

Amatori:

- per gli Azzurri: Piazza Giacomo

Piazza Giacomo accomp..

biamo visitato gli impianti sportivi di

- per i Gialli: Colombo Daniele

Pullano Domenico accomp.

Nauders, Olympia Region di Seefeld in

- per i Rossi: Pullano Domenico

Colombo Daniele accomp..

Tirolo. È mancata un po’ la neve, andrà

Ogni edizione vede una cinquantina

Addetto stampa, bilancio: Beretta

di partecipanti.

Si sono avuti 53 partecipanti. Ab-

Mariarosa

Le uscite a secco e lezioni teoriche in sede sono le stesse che per l’addeFoto di gruppo in partenza per il San Martino (quella con tante persone)

La stagione 2013/2014

stramento.

Passiamo ora ad alcuni cenni riepilogativi della stagione trascorsa.

Attività supplementare

prima parte (comune a tutti)

Per tutti i partecipanti alle attività programmate si prevedono inoltre:

- lezioni tecniche e teoriche in sede. Tre serate con discreta partecipazione

- gara sociale - uscita di tre giorni in località di maggiore richiamo, visitando i centri

- uscite a secco. Cinque uscite nelle mattinate domenicali, con buona partecipazione.

del fondo con le piste più idonee per

meglio alla prossima occasione. Gestione economica Sotto l’aspetto economico l’attività 2014 chiude in positivo, anche se abbiamo dovuto far fronte all’aumento del costo degli autopullman e a un modesto calo di presenze. Non è comunque venuta meno la solidarietà per: - Amici di Lorenzo, ambulatorio di Ascole;

seconda parte

qualità e lunghezza.

- uscite sulla neve addestramento: 45 allievi, di cui 18

- La Nostra Famiglia, ospedale Equador - fondo solidale per il lavoro.

Direttivo del gruppo sci di fondo

principianti. Le sei uscite sono state

Abbiamo inoltre versato alle sezione

escursionismo

effettuate prevalentemente di dome-

di Lecco un contributo di € 500 per

nica, oltre a una due giorni in Piemon-

le sue molteplici attività.

Sono membri del direttivo il presidente, tutti gli istruttori e gli accom-

te.

pagnatori, l’addetto stampa. Verificato e confermato nel settembre 2013 per l’esercizio 2014, esso Momenti conviviali alla baita degli alpini del gruppo Medale. Sotto: sosta alla cappelletta del San Martino.

2014

sono effettuate otto uscite, in prevalenza di sabato.

sarà verificato e confermato nel pros-

Anche se il calendario delle uscite

simo settembre per l’esercizio 2015, e

sulla neve, a causa della situazione

così di seguito anno per anno.

meteorologica, ha subito modifiche,

Esercizio 2014 Presidente, tesoriere e responsabile

Ietto M.Giuseppina ISFE, se-

gretario generale e referente della Bolis Giovanni Isez., vicedi-

rettore dei corso, operatore in Internet

Monti Paola ex-ISFE

settembre. Faremo del nostro meglio.

tervenuti, al Gruppo Alpini Medale che

programma stabilito.

ci ha ospitati, e in particolare all’amico

terza parte -Gara sociale “Coppa Paolo Piazza”, sabato 15 febbraio 2014

Giorgio. Un sincero augurio di una buona e rigenerante stagione estiva.

10 km a tecnica classica sul percorso Surlej-Sils-Surley. Per la prima volta partenza in linea. Gruppo scuola – partecipanti: cate-

C.R.L.S.A.S.A. – Sci escursionismo

del gruppo nella riunione del prossimo

ti si è comunque riusciti a svolgere il

delle scuola e del corso

2015 sarà programmata dal direttivo

Un grazie a tutti voi che siete in-

Addestramento: Bianchi Marco ISFE, direttore

L’attività per la stagione 2014 -

grazie a un paio di recuperi e varian-

bilancio: Vimercati Stefano

Il prossimo anno

gruppo amatori: 46 partecipanti. Si

goria femminile 14; categoria maschile 9 Gruppo amatori – partecipanti: ca-

Sci di Fondo

65


BIANCO & BLU

Scialpinismo nei colori della Norvegia

di Sara Pozzetti

V

oglia di nord, di pace e di pa-

ma battiamo a tappeto tutte le case dei

esaggi insoliti, possibilmente

pescatori e alla fine Erri ha notizia dalla

sconosciuti da esplorare, voglia

sua nuova amica Annika dell’ufficio del

di pestare neve con il rumore delle pel-

turismo di Lingsteidet, che la zona di

li che strisciano, voglia di scivolare su

nord Lenangen è comunque ottima per

pendii liberi.

lo sci alpinismo e che ci sono ancora

Così il mio interesse si catapulta sulla

delle casette disponibili. Ne opzionia-

Groenlandia, ma purtroppo devo accan-

mo due all’interno di un micro villag-

tonare l’idea, viaggio con una logistica

gio, dotate di sauna e Jacuzzi comune.

e costo davvero importanti. Sogno ri-

Fatto, l’essenziale per la sopravvivenza è

messo nel cassetto, almeno per il mo-

evaso, ora non resta che la parte ludica,

mento.

trovare le cartine, le guide, pianificare le

Ripiego, se così si può dire, sulla Norvegia, Alpi di Lyngen e puntuale come

gite, sperare nel bel tempo e aspettare trepidanti la partenza.

per tutte le occasioni, condivido l’idea Carichi come molle

to amico. Le adesioni non stentano ad

L’inverno scorre veloce, qualcuno

arrivare, e nel giro di poco il gruppo è

paventa l’ipotesi di cominciare ad ar-

fatto, saremo in sette per partire il 19

rampicare e andare in bici, e invece noi

aprile. Armando, Daniele, Luca, Ottavio,

siamo carichi per la settimana che ci si

Enrico, Raffaella ed io. Tutto calcolato,

preannuncia. Partiamo entusiasti.

anzi suggerito dal mio capo, alternati-

Veniamo accolti a Tromso da un cielo

vo e forse lungimirante: il 20 è Pasqua,

nuvoloso e 4 gradi, ma non ci faccia-

quindi il 21 festa, il 25 ancora festa, per-

mo scoraggiare. Lasciamo l’aeropor-

ciò settimana non troppo invasiva per

to con le nostre due auto a noleggio

il lavoro.

e imbocchiamo la statale che ci por-

Scatta l’organizzazione compulsiva. Il

terà a Nord-Lenangen, dove ci aspet-

gruppo con Whatsapp farà da collante e

ta Bent, gestore di un mini villaggio di

diffusore di informazioni, aggiornamen-

Rorbuer, tipiche casette di palafitte sul

ti, novità; come la tradizione vuole, la

fiordo. Sono molto calde e accoglienti,

cena per valutare come procedere darà

e destiniamo la più grande per cena-

poi il via alla pianificazione del più pic-

re e far colazione tutti insieme. Bent è

colo dettaglio. Come sempre ci dividia-

così gentile da chiedere al proprietario

mo i compiti, perché il lavoro di squadra

del mini market di aprirci il negozio, così

è sempre il più riuscito. I biglietti aerei

da poterci approvvigionare del minimo

sono emessi, priorità assoluta; si dif-

per la sopravvivenza. Grave errore fare

fonde un attimo di panico per l’allog-

la spesa affamati: svaligiamo il market.

gio, perché pare sia pieno dappertutto,

Tutte le libagioni vengono affiancate alle

Salendo al Rundfjellet

con il resto della scuola e qualche stret-


Dalla cima del Daltinden

Relax

Rorbuer

In cima al Rundfjellet

scorte portate dall’Italia, salami di ogni

zione di sciarci sopra è impagabile, ad

il Rornestinden, di 1050 m. Le discese

presenta 4 km di piano lungo una valle.

movimento dietro di noi. Risaliamo un

Siamo agli sgoccioli, last chance, e

provenienza, bresaole della Valsassi-

ogni curva sembra di tuffarsi dentro.

per entrambi i gruppi sono di grande

Quando arriviamo al parcheggio rima-

pendio sulla nostra sinistra, ma il vento

tentiamo di giocarcela comunque, ma

na, parmigiano reggiano di primissima

Siamo contenti anche se la discesa è

soddisfazione, la neve è ancora bella.

niamo basiti, perché si presenta un’an-

davvero non cede, così ci accontentia-

non siamo fortunati come il giorno

qualità, formaggi d’alpe.

breve perché la neve è una poesia. In un

Ci ritroviamo alle auto contenti, e

ziana signora con un post-it in mano

mo di altri 500 metri, e rientriamo, un

prima. Purtroppo il tempo è cambiato

pronti per affrontare la terza cena del

e un numero di telefono. A gesti mi fa

po’ bastonati, ma contenti della scelta

tanto, pioviggina leggero e soffia vento

nostro cuoco, prova non da sottovalu-

intendere che devo chiamare. Non so

fatta.

forte. Non ci scoraggiamo del tutto, ma

tare.

bene con chi ho parlato, ma qualcuno,

Sino a martedì, quando riaprirà, possiamo farcela.

soffio siamo alle auto come siluri. OttO, ormai cuoco ufficiale, si diletta

OttO si esibisce in una cenetta spettacolo, innaffiata da birra a fiumi. Non contiamo le lattine vuote.

a preparare una cena con i fiocchi. Birra

appena 50 metri sotto la cima del Gi-

in un inglese più che comprensibile, mi

come se piovesse. Lotta col meteo

Raffaella insiste e convince tutto il

Un mondo di colori

fa capire di non procedere nella valle, è

È il 25 aprile, giorno della Liberazione

lavarri dobbiamo rinunciare. Rientriamo ormai sazi.

Gli zaini sono pronti, le gambe cari-

gruppo ad andare a cercare l’aurora bo-

Per martedì le previsioni non danno

sconsigliato. Ragioniamo con cartina e

in Italia, gran giorno per la nostra spedi-

E’ game over. Ma come per tutti i

che come molle, lo spirito è alle stelle,

reale, perché il cielo è sereno. Inforchia-

niente di buono purtroppo, ma aspet-

guida alla mano, e non ci facciamo in-

zione in Norvegia. Vogliamo riattaccare

viaggi che finiscono restano ricordi pro-

si comincia.

mo le auto e raggiungiamo la fine della

tiamo la mattina per verificare se in

golosire, l’attenzione passa su un dosso

il Daltinden, avevamo mirato questa bella

fondi e ricchi di emozioni. La Norvegia

strada, da dove è possibile proseguire

zona non ci sia una piccola finestra di

alla nostra sinistra, che ci invita a risalir-

gita e il conto è aperto, così ci riprovia-

è un mondo meraviglioso, i suoi colori

solo a piedi.

tempo decente. Ha nevicato tutta not-

lo. La cima è quella del Negretinden, ma

mo. Saremo premiati. Cielo sereno, non

rimangono impressi e non si dimentica-

Domenica 20 aprile è Pasqua e la passiamo nel migliore dei modi. La mattina attacchiamo lo Storgalten,

La cosa curiosa, oltre che incredibile,

te e quando ci alziamo ci sono 20 cm

ci fermiamo sotto. Troppo carico sopra

un alito di vento, e la temperatura ide-

no. La sua pace e tranquillità trasmetto-

1219 m, ma raggiunti gli 800 siamo co-

è che non arriva il buio, la notte stenta

di neve fresca sul balcone. Decidiamo

di noi. È immacolato, ancora nessuno è

ale per godere tutto quello che si po-

no serenità nell’animo e permettono di

stretti a ribattere. Il tempo è orrendo e

a spegnersi, alle 23 c’è ancora luce, e

di andare a Tromso, per una giornata

salito, la giornata si apre, entusiasti per

teva. I missili Armando e Daniele sono

trascorrere giornate che riempiono.

la visibilità peggiorata tanto. Rientriamo

alle 2.30 è di nuovo giorno, almeno per

di shopping compulsivo/ossessivo. Gli

la polvere facciamo il bis. Dal limite del

come sempre i primi ad arrivare in cima,

I compagni di viaggio dei veri amici,

veloci, seguendo la traccia sul gps. Ma

quanto riguarda l’illuminazione.

sci sono in auto, perché la speranza c’è

bosco risaliamo. E giù ancora. Le gambe

OttO non tarda di molto, e noi quat-

con i quali è stato un privilegio condi-

non ci arrendiamo così facilmente, ap-

Purtroppo non raggiungiamo l’obiet-

sempre, ma non siamo premiati per la

pulsano, ma fioccano grida di entusia-

tro li raggiungiamo, alle 13.15 facciamo

videre e consumare questo piccolo so-

pena finito di pranzare, il cielo si dipinge

tivo, ma siamo felici per la bella passeg-

perseveranza. Svaligiamo un negozio di

smo.

l’autoscatto tutti insieme. Il panorama è

gno. Quello che c’è da fare ora è pen-

di azzurro e alle 14.30 siamo di nuovo

giata, dove incontriamo un’unica tenda

souvenirs, allungo la mia collezione di

Giovedì 24 aprile, di nuovo in auto

mozzafiato, montagne bianche imma-

sare al prossimo viaggio.

in marcia, verso il Rundfjellet, di cui rag-

scaldata da una lieve luce all’interno.

Trolls di 4 pezzi, ora sono quasi 90, e

verso Coppangen, destinazione Tafel-

colate tutte intorno, Jakkevarri compre-

giungiamo la vetta di 615 m. Il panora-

Il silenzio è rotto solo dalle onde che

una Coop, OttO rimpingua la cucina con

tinden. Il meteo è ragionevole, sem-

so, la cima più alta delle alpi di Lyngen.

Vi aspettiamo a novembre per la

ma è stupendo, peccato un po’ di vento,

sbattono sulla battigia.

ogni bene.

bra voler soffiare un po’ di vento, che

La discesa è tra quelle che difficilmente

consueta proiezione durante il nostro

ma a 360 gradi montagne bianche si

E’ lunedì, ci rimettiamo in marcia di

L’ape parte alle 19, tutto il resto a se-

non ci darà tregua, e rinforzerà. Raffi-

scordi, perché la polvere ci fa dimen-

evento “Una Montagna di Emozioni”,

stagliano nel cielo blu, una meraviglia. I

buon’ora, dopo aver verificato il meteo

guire, il salmone fresco al forno, rico-

che fortissime ci investono, cerchiamo

ticare che siamo in primavera inoltra-

non mancate.

fiordi sotto di noi alternano acque verdi

e accertato che nella zona di Lindseidet

perto di spezie grida dalla bontà.

di non desistere, ma dopo poco più di

ta, sembra di “surfare” come in inverno.

e un color marino profondo. La sensa-

il tempo non è malaccio. Appena fuori

Un giorno trascorso così è sufficien-

200 metri il buon senso ha il soprav-

Daniele con la sua tavola galleggia sopra

dal rado bosco, ci dividiamo, Armando,

te per tutti: qualunque sia il meteo, la

vento. Assolutamente inutile prosegui-

i fiordi.

OttO e Daniele procedono sulla sinistra

decisione univoca è di muoversi l’indo-

re, e troppo carico il pendio che porta

Entusiasmo alle stelle.

verso il Kavringtinden , mentre Enrico,

mani.

al colle. Rientriamo seguiti poco dopo

Ancora ape, ancora cena super, anco-

68

Sci Alpinismo

Raffaella, Luca ed io ci dirigiamo verso

Optiamo per il Daltinden, gitona che

da svariati gruppi che si erano messi in

ra birra, tutto meritato.

Sci Alpinismo

69


LA STRADA DELL’IMPEGNO

La relazione del presidente all’assemblea ordinaria

Il 21 marzo 2014, presso la sede di Via Papa Giovanni XXIII, si è svolta l’assemblea ordinaria annuale 2013 dei soci CAI. Sono state discusse e approvate la relazione del presidente e la relazione finanziaria, e sono state approvate le quote sociali per l’anno 2014. I responsabili dei vari gruppi hanno quindi riferito sulle attività svolte nel corso dell’anno. I verbali dell’assemblea sono consultabili in sede CAI. Di seguito riportiamo la relazione del presidente, Emilio Aldeghi, sulle attività del 2013 e i programmi per l’anno in corso.

C

to McKinley 1961: storia di un’amicizia

ci si avvicina alla

continua ad avere numerose richie-

porta

ste di proiezione da parte di mol-

e alle porte che

te sezioni del CAI che organizzano

danno sul terraz-

eventi cinematografici ed ha avuto un

zo esterno.

grande riconoscimento in Francia con

Dopo aver ese-

la recensione pubblicata sulla rivista

guito

della principale associazione alpinisti-

lavori al rifugio

ca francese e la presenza in due film

Lecco

abbiamo

festival.

dovuto

interve-

gli

ultimi

nire con l’acquiSensibilità

tive: il Family CAI, una proposta offer-

nematografiche, con l’evento centra-

Personalmente mi stanno parecchio

quando devo scrivere la re-

ta a quelle famiglie con bambini piccoli

le al Teatro della Società dedicato a

lazione finale di un anno di at-

che vogliono in compagnia effettuare

tività della sezione mi sorprendo ogni volta della vivacità e del numero di

ari amici del CAI Lecco,

d’ingresso

sto di un nuovo generatore,

la

a cuore alcune attività forse un poco

sistemazione

e

Walter Bonatti. Purtroppo è stata per

defilate, ma che denotano impegno

la messa a nor-

delle piccole uscite in montagna, e la

Lecco l’ultima opportunità di ascolta-

e sensibilità. Penso alle attività con

ma

nascita del gruppo di Mountain bike.

re le parole di Rossana Podestà, la sua

le scuole, all’accompagnamento dei

elettrico

compagna.

bambini dell’asilo e della colonia, pen-

miglioria nel ri-

dell’impianto e

una

iniziative messe in campo nonostante

Sul fronte culturale mi piace sottoli-

la crisi renda sempre più difficile ge-

neare la costanza dei soci che si sono

E’ stata istituita all’interno della se-

so all’attività del coro organizzato dal

scaldamento della

stire entrate ed uscite di ogni singola

occupati di mantenere viva la raccol-

zione la scuola intersezionale per ac-

gruppo Geo e alla proposta dei canti

sala pranzo del rifu-

proposta. E’ solo grazie al generoso

ta di materiale alpinistico storico e di

compagnatori sezionali di Alpinismo

presso il ricovero degli anziani, così

gio Stoppani.

supporto dei volontari che riusciamo

garantire la periodica apertura della

Giovanile intestata a Giordano Dell’Oro.

come è continuata l’attività sul sen-

La comunicazione con i soci ha an-

su più temi della vita associativa por-

che quest’anno avuto il suo caposal-

tando un concreto contributo di idee.

Emilio Aldeghi, Presidente del CAI Lecco.

a non ridurre la potenzialità operativa.

collezione alla Torre Viscontea. Non

Hanno partecipato numerosi accom-

tiero didattico naturalistico del CAI

Vorrei sottolineare un concetto im-

di meno è stato grande l’impegno per

pagnatori di altri CAI lombardi che

Lecco che piano piano sta diventando

do con la pubblicazione del notiziario

portante che è sempre stato proprio

la realizzazione della mostra sull’abate

hanno espresso un alto gradimento

un punto di riferimento per le scuole e

sezionale quadrimestrale e un miglio-

del CAI e cioè quello di garantire la

Stoppani, poi esposta anche in Can-

per la professionalità nello svolgimen-

le associazioni non solo del lecchese.

ramento nella diffusione via mail dei

Naturalmente non è tutto oro quello

libertà di azione di ognuno in mon-

ton Ticino, in Svizzera, e la successiva

to dell’intero ciclo del corso. In attesa

Anche quest’anno abbiamo ripro-

comunicati. In fase di partenza è il

che luccica. La nota dolente credo sia

nuovo sito che presenta elementi di

la scarsa presenza dei soci in sezione

Sezione aperta

tagna con la consapevolezza che

pubblicazione del libro Sulle tracce di

di ulteriori momenti di festeggiamento

posto il Raduno ai Piani di Bobbio

questo non può prescindere da una

Antonio Stoppani con la collabora-

dei 50 anni di attività, il gruppo di AG

strutturandolo volutamente in ma-

più facile accesso per tutti coloro che

nei momenti di apertura il martedì e

pratica virtuosa e da una formazione

zione dell’Associazione Amici dei

ha organizzato a Lecco il convegno

niera semplice per far sì che potesse

vogliono acquisire informazioni sulla

il venerdì, anche se è vero che i vari

adeguata al livello di attività.

Musei del territorio lecchese.

regionale di tutti gli accompagnato-

essere una giornata di puro svago e

nostra sede e sulle nostre attività. A

gruppi si sono organizzati per strut-

ri lombardi che ha visto la presenza

di incontro fra i soci. Abbiamo regi-

breve verrà pubblicato sul sito anche il

turare le proprie attività presso la sede

notiziario sezionale.

in altri giorni della settimana. Il pro-

Anche quest’anno attraverso un

Anche se di minore valenza sono

metodico lavoro dei gruppi abbiamo

stati mantenuti rapporti di collabo-

del presidente nazionale e regionale di

strato un buon numero di partecipanti

saputo proporre tre corsi di Alpini-

razione con diverse associazioni del

AG, del vicesindaco di Lecco Vittorio

e commenti decisamente positivi. Allo

Abbiamo partecipato a diversi in-

blema nasce per il socio nuovo che

smo Giovanile, i corsi di sci di fondo

territorio, penso al Rotary, ad Imma-

Campione e degli alpinisti Alessandro

stesso modo sono stati veramente

contri organizzati da altri CAI della

si avvicina alla sezione nei due giorni

per amatori e principianti, il corso di

gimondo, al supporto alla serata sull’a-

Gogna e Oreste Forno.

piacevoli i momenti comunitari orga-

Lombardia e del Piemonte, dalle asso-

canonici, e, trovandosi isolato, dopo

sci alpinismo, il corso di roccia, il corso

limentazione in alta montagna, all’as-

nizzati presso la sede per i festeggia-

ciazioni del territorio e dalle istituzioni

una fugace visita ai giornali o ai libri,

menti più vari.

locali mantenendo rapporti di ottima

finisce per non avere il giusto appeal

collaborazione.

per rimanere o ritornare.

Come CAI Lecco abbiamo deciso di

di speleologia, il corso di speleologia

sociazione il Gabbiano. E’ prossima la

sostenere l’idea di valorizzazione del-

subacquea, le innumerevoli uscite del

pubblicazione del libro che racconterà

le falesie, e con altri gruppi alpinistici

In tema di investimenti qualche

Gruppo Età d’Oro, le iniziative escur-

i 50 anni di alpinismo giovanile del

lecchesi abbiamo dato un’iniziale ap-

grattacapo è stato procurato dai fur-

Per ultimo devo sottolineare che il

Questo dato non positivo mi per-

sionistiche della sezione.

CAI Lecco con l’inserimento descrit-

porto a chi personalmente da anni si

ti avvenuti presso la sezione con lo

lavoro con il direttivo sezionale si è

mette di portare alla vostra attenzione

tivo dei trekking effettuati nel corso

cimenta nel mantenimento delle aree

scassinamento della porta d’entrata e

svolto attraverso costruttive dinami-

quelle azioni che vorrei caratterizzas-

idonee a questa particolare pratica

di alcuni armadi. Questo ci ha costretti

che di collaborazione e di lavoro e

dell’arrampicata tanto gradita alle gio-

ad intervenire dotando la sede di un

che forse più che in altri anni anche

vani generazioni.

allarme e facendo piccole migliorie

il ruolo dei revisori dei conti non si è

Iniziative Da segnalare due nuovissime inizia-

70

Appuntamenti

degli anni dal gruppo. La terza edizione di “Monti Sorgenti” è stata caratterizzata, sulla scia delle precedenti, da mostre fotografiche,

Credo sia importante segnalare a

come per esempio l’accensione auto-

limitato alla verifica economica della

momenti musicali e teatrali, serate ci-

tutti i soci che il film da noi prodot-

matica della luce nel momento in cui

gestione della sezione, ma ha spaziato

Appuntamenti

71


sero il nuovo anno sociale. Sicuramente

concentreremo

ancora non organizzati. E’ questa

sociali.

sforzi per rivitalizzare la sede attra-

IL QUARTO VIEN DA SÉ

un’azione importante per avere un

gli Organizzazione

peso nel momento in cui durante le

verso alcune semplici modalità: la ri-

In campo organizzativo dovremo

assemblee regionali o nazionali ven-

tinteggiatura della sede da parte dei

definire un regolamento sezionale

gano posti in discussione o in vota-

soci, che non è un modo per far lavo-

e un regolamento delle sottosezio-

zione temi particolarmente importanti

rare gratis la gente, ma lo strumento

ni affinché tutti, pur nella diversità, ci

e che possono avere un impatto di-

per rinsaldare amicizie e rapporti; l’ac-

si strutturi secondo canoni comuni.

retto sulla vita della sezione.

quisto di un nuovo televisore a grande

Oggi, ad esempio, mentre Lecco, Bar-

Queste attività naturalmente saran-

schermo in sostituzione di quello non

zio e Ballabio rinnovano il proprio di-

no aggiuntive rispetto a quanto già

funzionante presente in salone con

rettivo ogni tre anni, la sottosezione

viene fatto.

l’intenzione di offrire mensilmente a

della Strada Storta lo fa ogni due anni.

Io in prima persona, il consiglio di-

tutti i soci film di montagna, oltre che

La strada di questa riorganizzazione,

rettivo e i soci siamo chiamati a pro-

il normale utilizzo per programmi te-

in ottemperanza a quanto deliberato

seguire sulla strada del miglioramento

levisivi; l’organizzazione di mini tor-

dal consiglio direttivo sezionale, deve

continuo, una strada fatta di impegno

nei per esempio di carte, di scacchi, di

portare a definire le modalità di vo-

con la convinzione assoluta però che

dama perché durante il gioco si torni

tazione delle sottosezioni durante la

è l’unica percorribile al fine di mante-

a parlare di montagna, di escursioni

fase di rinnovo del consiglio direttivo

nere il nostro sodalizio come punto

fatte e da fare.

della nostra sezione.

di riferimento all’interno del variegato

Anche se non di diretto impatto sui

Proporrò al consiglio direttivo di

soci dovremo valutare l’aggiornamen-

valutare la possibilità che il CAI Lecco

to o la modernizzazione di program-

diventi il centro propulsore di un’at-

mi informatici per la gestione dei dati

tività di coordinamento fra vari CAI

mondo della montagna e della città.

Il successo dell’edizione 2014 di “Monti Sorgenti” di Matteo Manente

O

ltre la crisi, oltre le difficoltà, oltre la fatica di organizzare e coordinare una settima-

grafica “Storie di uomini e di passioni”

lontano dalle sue montagne, impegna-

di Damiano Levati presso la Quadreria

to a dare il suo contributo con la Bri-

Bovara di Malgrate. Alla sera, invece,

gata Rocciatori durante i giorni della

appuntamento

Liberazione.

all’auditorium

“Casa

na di eventi dedicati alla montagna:

dell’Economia” per l’ormai classica

Mercoledì 21 maggio, invece, spa-

la quarta edizione del festival “Monti

“Serata in Maglione Rosso” curata dal

zio alla serata “Ripido: le due facce del

Sorgenti”, svoltasi dal 19 al 25 mag-

Gruppo Ragni e dedicata alla celebra-

Monte Bianco”, con le imprese al limite

gio, è andata oltre a tutto questo,

zione delle imprese più recenti portate

tra la follia e l’indubbia capacità tec-

conseguendo un successo di critica

a termine dai maglioni rossi in giro per

nica di Luca Rolli e Luca Pandolfi, che

e spettatori lusinghiero, che conferma

il mondo. Buona la risposta del pub-

hanno intrattenuto i numerosi lecche-

la bontà di una manifestazione che

blico in sala, che ha assistito alla pro-

si accorsi in Sala Ticozzi con filma-

anno dopo anno ha saputo affermar-

iezione della prima del film sulla salita

ti e foto relative alle proprie discese

si e ritagliarsi un proprio pubblico di

all’Uli Biaho e ad altri filmati relativi alla

da brivido con gli sci e la tavola da

riferimento. Se la prima edizione era

spedizione in Patagonia, il tutto ac-

snowboard.

stata una vera e propria scommessa,

compagnato dalle musiche dal vivo di

la seconda una piacevole conferma e

Simone Morandotti, Mike Guzzo, Da-

la terza un sorprendente successo, la

nilo Marzorati e Donatella Bortone.

Film e chiacchierate Giovedì 22 maggio è stata un’al-

quarta edizione non può che essere

Martedì 20 maggio, seconda gior-

tra giornata importante per la storia

stata la dimostrazione della validità del

nata della rassegna: in piazza Garibaldi

dell’alpinismo lecchese e non solo:

famoso detto “che il quarto vien da

è stata inaugurata la mostra all’aper-

protagonisti del doppio appuntamen-

sé”.

to intitolata “Vittorio Ratti. Storia di

to pomeridiano e serale il Cerro Torre,

un alpinista caduto in città” curata da

Casimiro Ferrari e i Ragni che con-

Matteo Manente e dedicata al ricordo

quistarono quella vetta patagonica nel

Nonostante le ristrettezze eco-

del forte alpinista lecchese, compagno

1974. Nel pomeriggio è stata inaugu-

nomiche di questi tempi, la rassegna

di Cassin in tante ascensioni negli anni

rata presso la Torre Viscontea la mo-

dedicata alla promozione della cultura

’30 e caduto tragicamente la sera del

stra “Casimiro Ferrari e il Sud America:

della montagna a 360° e i suoi or-

26 aprile 1945 durante gli ultimi scon-

storia di un sogno”, a cura di Alberto

ganizzatori hanno saputo mettere a

tri che portarono alla Liberazione di

Benini e ACAL. In serata, invece, al

punto un programma ricco di eventi,

Lecco. Una mostra fotografica e bio-

Teatro della Società è stato proiettato

con serate di livello e due temi por-

grafica allestita proprio nel luogo in

il docu-film di Paola Nessi “Passione

tanti: il 40° dalla prima salita dei Ragni

cui Ratti venne ucciso, con lo scopo

Cerro Torre”, un’accurata e precisa ri-

al Cerro Torre e il 50° anniversario di

di ripercorrere le tappe fondamenta-

costruzione storica delle imprese dei

attività ininterrotta del gruppo di Alpi-

li della vita non solo alpinistica di un

Ragni legate al Torre, con tanto di in-

nismo Giovanile. Due traguardi egual-

rocciatore importantissimo per Lecco,

tervista a Cesare Maestri, che solo per

mente importanti, che hanno trovato

per la sua storia e per quella dell’al-

l’occasione ha accettato di tornare a

il meritato spazio proprio durante la

pinismo italiano. Una figura, quella di

parlare della “questione Cerro Torre”.

settimana di “Monti Sorgenti”.

Vittorio Ratti, che meritava di essere

Programma ricco

L’apertura

della

manifestazione,

riportata alle luci della ribalta, visto il

come da tradizione, si è svolta nel

suo doppio ruolo di alpinista e par-

tardo pomeriggio di lunedì 19 maggio

tigiano, caduto a nemmeno trent’anni

con l’inaugurazione della mostra foto-

Appuntamenti

73


Al film è seguita una chiacchierata con

il favore delle tante persone interve-

cettare un numero sempre crescente

da quattro anni e che edizione dopo

gli alpinisti che quarant’anni fa si rese-

nute alla serata che di fatto, dopo una

di appassionati, offrendo gratuitamen-

edizione è diventato un momento ir-

ro protagonisti di un sogno inseguito

settimana di appuntamenti per tutti i

te alla città di Lecco, da sempre legata

rinunciabile per avvicinare la monta-

duramente dal “Miro” e conquistato

gusti, ha posto la parola fine alla quar-

alla storia e alla cultura dell’alpinismo,

gna, il suo mondo e la sua cultura, a

con fatica e determinazione, agendo

ta edizione di “Monti Sorgenti”.

un sapiente mix di eventi, mostre, film,

quante più persone possibili, non solo

Un festival, quello di “Monti Sorgenti”,

serate tematiche, storiche o celebra-

sul territorio lecchese.

che anno dopo anno ha saputo inter-

tive. Un appuntamento che si rinnova

come una squadra compatta e risoluta.

1 e 2) Inaugurazione della mostra fotografica di Damiano Levati 3 e 4) Momenti dell’inaugurazione della mostra dedicata a Casimiro Ferrari,, a Lecco Torre Viscontea 5 e 9) In partenza per il sentiero didattico dell’alpinismo giovanile dal piazzale della funivia per Erna 6) Serata Cerro Torre al Teatro della Società 7) Serata “Ripido: le due facce del Monte Bianco” Lecco, sala Don Ticozzi 8 e 11) Momenti dell’inaugurazione della mostra dedicata a Vittorio Ratti Lecco, piazza Garibaldi 10) Serata cinematografica al Circolo libero Pensiero, Lecco

Cinquant’anni e non sentirli: potrebbe essere questo lo slogan per

1

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riassumere al meglio il pomeriggio di sabato 24 maggio, giornata che, dopo la pausa di venerdì 23 maggio, ha visto l’inaugurazione della mostra fotografica “Un sentiero lungo 50 anni”, dedicata proprio al cinquantesimo del gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI Lecco. Una mostra allestita lungo il sentiero didattico recentemente sistemato alle pendici del Magnodeno, in località I Grassi, che tramite diversi pannelli e tante fotografie ha riassunto per decenni i momenti salienti di una storia e di un’attività ininterrotta svolta sempre a favore dei più piccoli. La mostra, inaugurata in occasione di “Monti Sorgenti”, è stata solo il pri-

9

mo tassello di una serie di iniziative – tra cui una successiva e più ampia mostra in Torre Viscontea e un libro commemorativo – che da qui alla fine dell’anno saranno messe in campo per festeggiare degnamente un anniversario così importante non solo per il gruppo alpinistico, ma per tutta la città di Lecco. A concludere “Monti Sorgenti”, domenica 25 maggio si è svolta la serata riservata ai film provenienti dal Trento Film Festival: una selezione accurata di pellicole è stata proiettata nei locali del Circolo Libero Pensiero, raccogliendo

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Appuntamenti

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RECENSIONI IL PRIMO LIBRO DI RICCARDO CASSIN di Adriana Baruffini

1958: Riccardo Cassin, alle soglie dei 50 anni, è nel pieno della sua maturità di uomo e di alpinista, ha alle spalle una lunga serie di salite e le prime grandi imprese che hanno fatto di lui uno degli alpinisti più grandi del mondo, e per la prima volta si mette a scrivere un libro. Racconta tutto di sé, incominciando dalle origini contadine nel basso Friuli e dall’arrivo a Lecco in cerca di lavoro nel 1926. Qui, dove “le montagne vi circondano e vi invitano”, si manifesta la “malattia” della montagna che lo perseguiterà tutta la vita. Capitolo dopo capitolo Riccardo racconta la prima volta in vetta al Resegone, le arrampicate in Grigna, l’incontro con Mary Varale ed Emilio Comici, e poi le grandi salite che lo hanno reso famoso, lo spigolo Sud-est della torre Trieste, la Nord della Cima Ovest di Lavaredo, la Nord-est del Badile, lo sperone Nord della Walker, fino al viaggio di ricognizione nel Karakorum con Ardito Desio, preparatorio per la spedizione al K2 del 1954 dalla quale Riccardo resterà poi amaramente escluso. Nella pagine, arricchite da fotografie scattate dall’autore, attraverso una prosa essenziale ma attenta a tutti i dettagli, scorrono montagne, persone, contenuti tecnici, annotazioni su luoghi e costumi, sentimenti e riflessioni. Il libro, esaurito da oltre 30 anni, è stato ristampato alla fine del 2013 con la prefazione dell’alpinista valtellinese Rossano Libera che prende spunto da questo testo di “storia”per una riflessione sull’alpinismo di ieri e di oggi, tanto diversi perché secondo lui diversi sono gli uomini. La riedizione ospita anche la prefazione all’edizione del 1958 scritta da Carlo Negri, all’epoca presidente generale del CAI Accademico, con un ritratto di Cassin uomo che “prossimo ai 50 anni, sale ancora le montagne con fede immutata, mirante al godimento semplice e primordiale della propria vitalità e al pieno possesso di essa”.

Riccardo Cassin DOVE LA PARETE STRAPIOMBA Nuova edizione, Alpine Studio, Lecco ottobre 2013

CIMITERI, MUSEI A CIELO APERTO di Adriana Baruffini

I cimiteri come luoghi di cultura, di arte, di storia, veri e propri “scrigni di bellezza”. Muovendo da questa convinzione, alla base anche di altre sue pubblicazioni, Tiziana Rota conduce il lettore in un imprevedibile tour attraverso alcuni cimiteri di Lecco, proponendo non una guida sistematica ma dei percorsi tematici studiati per valorizzarne al meglio i contenuti. La pubblicazione di questo libro è il risultato di un progetto, “I segni della memoria”, che sta impegnando da 12 anni l’Associazione Amici dei Musei del territorio lecchese di cui Tiziana Rota è presidente, e che ha portato due cimiteri della città, il Monumentale e quello di Laorca, a far parte della Route Europea dei cimiteri significativi. Nel capitolo introduttivo l’autrice descrive in modo dettagliato le iniziative che fra il 2002 e il 2011 si sono svolte nell’ambito di questo progetto: incontri, convegni, pubblicazioni, collaborazioni. Le sezioni successive sono dedicate ad approfondire la conoscenza di alcuni cimiteri, il Monumentale di Lecco e quelli dei rioni di Rancio, Laorca e Acquate, attraverso immagini, testimonianze, racconto di eventi (mostre, visite guidate, spettacoli) realizzati negli anni al loro interno: i cimiteri come luoghi destinati ai vivi, oltre che al ricordo di chi non c’è più. Nell’ultimo capitolo viene infine tracciata la storia di quello che sarebbe dovuto essere il cimitero della grande Lecco, progettato nel 1931, costruito a Malgrate fra il 1933 e il 1938, mai inaugurato né utilizzato e demolito negli anni Settanta. Poiché i cimiteri sono “specchio culturale, storico, economico e artistico del territorio”, i percorsi nei cimiteri di Lecco, città alpina, presentano inevitabili riferimenti al mondo della montagna. Ecco quindi il cimitero di Laorca, parte del complesso monumentale del Sacromonte realizzato ai piedi della Corna Medale in un suggestivo scenario di speroni rocciosi, grotte e anfratti. E poi, ai piedi del San Martino, il cimitero di Rancio, il quartiere culla dell’alpinismo lecchese, dove sono sepolti vari famosi alpinisti. Nel cimitero di Acquate, accanto al fratello Ernesto, come lui garibaldino, riposa Giovanni Pozzi, pioniere dell’alpinismo e primo presidente di fatto del CAI Lecco, mentre al cimitero Monumentale si trova la tomba di Antonio Stoppani, personaggio che ha improntato di sé vari campi della cultura, non ultimo quello della montagna. Una ricca iconografia accompagna i testi: non solo immagini di tombe di particolare valore artistico, ma anche i contesti paesaggistici in cui sono collocate e le persone a vario titolo coinvolte negli eventi che hanno collaudato i percorsi tematici proposti. La qualità delle fotografie è un importante valore aggiunto, a cominciare dall’immagine di copertina che ritrae il cimitero di Laorca artisticamente interpretato da Mauro Lanfranchi in un’insolita prospettiva invernale.

Tiziana Rota PERCORSI DI ARTE, STORIA E PAESAGGIO NEI CIMITERI DI LECCO Grafiche Cola, Lecco 2014

VISTO PER UN’AVVENTURA IN AUSTRALIA di Luca Pedeferri

Nel 2013 una giovane coppia di lecchesi, fresca di matrimonio, parte per l’Australia. Non si tratta del classico viaggio di nozze, ma di un’esperienza avventurosa – raccontata nel libro - che dura un anno, un perenne nomadismo attraverso l’isola-continente alla ricerca di lavoro, persone, esperienze. Il lavoro in Australia non manca, e i nostri si gettano con entusiasmo nella attività più disparate: dalle fatiche in vigna alle ricerche sulle orchidee, dall’esperienza nei food van al seguito di eventi nel deserto, alla vendita di gelati nei villaggi aborigeni. L’esperienza lavorativa raccontata si snoda attraverso l’intero continente fra paesaggi immensi e una natura selvaggia e straordinaria che è la vera protagonista di questa narrazione; l’amore per ogni incontro vegetale e animale permea queste pagine con inesausta gioia per le continue “scoperte” , un’emozione sempre fresca generata da tutto: la vista di un koala, di un albero della gomma, di un tramonto sull’oceano o di una distesa di termitai. Nel racconto a quattro mani (non sempre impeccabile stilisticamente, forse, ma efficace) non manca la descrizione di alcuni effetti devastanti dell’azione umana, in particolare quando si parla di località minerarie, mentre numerosi sono gli aneddoti che fanno sorridere e i momenti di leggerezza. Infine le persone: quelle conosciute lungo il cammino sono molte e diverse hanno lasciato il segno. Fondamentale risulta soprattutto l’incontro con gli aborigeni, un “popolo di sopravvissuti” relegato ai margini della società australiana in condizioni di degrado materiale e culturale, ma le cui disgrazie passate e presenti non sono riuscite a distruggerne l’antica grandezza di spirito, il senso di comunità e di rapporto con la terra. Un libro di viaggio (anche interiore), nel senso più ricco del termine, che si legge d’un fiato e trasmette al lettore una piacevole energia positiva.

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Daniela Scaccabarozzi e Andrea Aromatisi AUSTRALIA WORKING HONEYMOON VISA Book Sprint edizioni, 2013

SALIRE SU DUE RUOTE di Renato Frigerio Grazie all’attenzione che Versante Sud riserva senza discriminazioni agli appassionati che si rivolgono alla montagna nella loro predilezione sportiva, un nuovo stupendo panorama si spalanca per chi è solito salire in alto faticando sulle due ruote. Mountain bike sui laghi è infatti la guida in cui Luca De Franco e Matteo Gattoni, forti di una esperienza di lunga data e di una passione esplosiva, vengono ad illustrare 69 incantevoli itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, di Lugano e di Como. Impostato secondo il tradizionale metodo di analoghe guide, il volume riprende una parte delle gite che erano già state presentate in una precedente edizione per ampliare poi notevolmente la proposta con percorsi nuovi, individuati soprattutto nella zona del Canton Ticino, fino a spingersi a ridosso della catena alpina. Mentre già la favolosa posizione panoramica presa in considerazione lascia immaginare in quale fantastico ambiente naturale si potranno avventurare i bikers che verranno avvinti dalle suggestive proposte di questa guida. Un incentivo di particolare forza viene poi aggiunto dall’accurata descrizione di ogni itinerario, nella quale brillano le avvincenti note di carattere storico, artistico e paesaggistico. La guida si rivolge ovviamente a coloro che già praticano questo sport tanto faticoso quanto gratificante, ma può soddisfare pienamente e coinvolgere nella medesima passione chi ama l’ambiente montano nel suo aspetto tuttora intatto e ancora lontano dal chiasso della folla e dal frastuono dei motori.

Luca De Franco e Matteo Gattoni MOUNTAIN BIKE SUI LAGHI Edizioni Versante Sud, Milano, 2014

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INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA - TESSERAMENTO

LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:

AGEVOLAZIONI E BENEFICI PER I SOCI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360” e la rivista quadrimestrale sezionale ”CAI Lecco 1974”. Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2014, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO DELLA TESSERA PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso venerdì 18 aprile 2014) con pagamento in contanti, con assegno o con Bancomat In alternativa, il pagamento potrà essere effettuato a mezzo: a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150. c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. d) Modello MAV che verrà inviato ai soci ritardatari dalla BANCA POPOLARE DI SONDRIO Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (+ un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale o bonifico bancario. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.

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Informazioni

CALENDARIO CHIUSURA SEDE La sede resterà chiusa dal 2 al 25 agosto

QUOTE SOCIALI PER IL 2014. Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 (nati nel 1997 e anni seguenti)

Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica

1,00

*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.

IMPORTANTE

Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.

DIMISSIONI E MOROSITA’

Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto immediato, senza restituzione dei ratei della quota sociale versata. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacquistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.

Bruna Perlotti, socia CAI dal 1981 Giuseppina Pozzi, iscritta dal 1992 Enrico Aldè, socio della nostra sezione dal 1931 Marco Anghileri, grande alpinista del gruppo Gamma, iscritto alla sottosezione di Ballabio dal 1997 Guerino Cariboni, membro del gruppo Ragni, iscritto alla sottosezione di Ballabio dal 1962 Ambrogio Bonfanti, protagonista su vari fronti della vita associativa lecchese. Appassionato di montagna, è stato un elemento portante della SEL, per anni direttore responsabile e redattore del Bollettino sociale. Socio CAI dal 1960, ha fatto parte del comitato di redazione del libro CAI Lecco 120 anni e si è occupato per alcuni anni della redazione del Notiziario sezionale. Per diversi anni, collaborando con “Pepetto”, è stato fra gli accompagnatori dei ragazzi della colonia della Cassa edile nelle escursioni in montagna. Fra i ricordi più recenti una serata del 2009 in sede CAI nella quale Ambrogio ha intrattenuto i ragazzi dell’Alpinismo giovanile sul tema della grande guerra. Tutta la sezione partecipa con affetto al dolore dei famigliari

CONVENZIONI

PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici.

TAURUS – SPORT, CALZATURE, PELLETTERIA Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto. E-TRE srl Show-room a Olgiate Molgora, Via Como1/3 (Statale briantea ) Fornitura e posa di prodotti per l’efficienza energetica, come serramenti altamente isolanti, sistemi di riscaldamento ecologici, impianti fotovoltaici, stufe e inserti a pellet, pellet austriaco di prima qualità. Ad ogni iscritto CAI sconto minimo del 10% che a discrezione del cliente potrà essere devoluto alla sezione CAI “Riccardo Cassin” di LECCO. SPORT SPECIALIST SPA- SPORT, ABBIGLIAMENTO, CALZATURE via Figliodoni 14 Barzanò (LC) Presso tutti i punti vendita sconto del 15% ai soci CAI, con esclusione degli articoli in promozione o già scontati

Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci delle sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.

Informazioni

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