Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO
n° 1/2014
CAI LECCO 1874
Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole
L’Intervista
CATTEDRALE NEL VENTO IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA 30 anni fa la prima al Cerro Murallon
Mario Bonacina racconta lo sci alpinismo dei pionieri
Alpinismo CLIMBERS A TETTO
La palestra “Carlo Mauri” casa degli arrampicatori sportivi
Sentieri e Parole IN ALTO, IN ALTO!
L’inno del CAI Lecco di Antonio Ghislanzoni e Carlos Gomes
0%40%50%60%70%30%40%50% 30%40%50%60%70%30%40% 460%70%30%40%50%60%70 60%70%30%40%50%60%70%30% 6 0%50%60%70%30%40%50%60% 40%50%60%70%30%40%50% 14 30%40%50%60%70%70%30%40% 30%40%50%60%70%70%30 18 0%60%70%30%40%50%60%70% 50%60%70%30%40%50%60% 22 ABBIGLIAMENTO TREKKING, OUTDOOR, TEMPO LIBERO E SCARPE 30%40%50%60%70%30%40% 24 27 60%70%30%40%50%60%70 29 40%50%60%70%30%40%50% 30 30%40%50%60%70%70%30 33 50%60%70%30%40%50%60% 36 IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
SENTIERI E PAROLE
di Giuliano Maresi
IN ALTO! IN ALTO! L’inno di Gomes e Ghislanzoni per il CAI Lecco
PRENDIAMO IL VOLO Note profane sull’avifauna delle nostre montagne
IL BOSCO CHE AVANZA Il caso dell’alpeggio abbandonato di Monte Basso
L’AVVENTURA DI ALMA Sentimenti incancellabili nel diario della Alini
di Luca Pedeferri
di Sergio Poli
di Annibale Rota
di Alma Alini IL SORRISO DI MARCO E’ troppo presto per dimenticare “Butch” Anghileri di Renato Frigerio / Gruppo Gamma A RICORDO DEL “GUERA” Guerino Cariboni, alpinista umile e coraggioso di Dino Piazza ROSSANA E WALTER
di Eugenio Mira ALIMENTAZIONE A BASSE QUOTE Cosa mangiare (e perché) quando si fa trekking in montagna di Donatella Polvara
ALPINISMO e ARRAMPICATA
40
CATTEDRALE NEL VENTO Trent’anni fa la prima salita al Cerro Murallon
LA BUONA EDUCAZIONE E LA BUONA VOLONTÀ E’ compito di tutti difendere il patrimonio dei nostri sentieri di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco
TORRE PROIBITO Troppa neve, troppo ghiaccio e troppo caldo in Patagonia di Matteo Della Bordella CLIMBERS A TETTO La palestra “Carlo Mauri” riferimento per gli arrampicatori sportivi lecchesi di Pierangelo Tentori
ALPINISMO GIOVANILE
42 47
ACCOMPAGNANDO SI CRESCE Il ruolo dell’accompagnatore nei corsi di Alpinismo Giovanile di Silvano Sala QUEL CAMMINARE INSIEME L’Alpinismo Giovanile e la mia passione per la montagna di Franca Magistretti
ESCURSIONISMO
49
L’INTERVISTA
50
0%40%50%60%70%30%40%50%56 dal 3 luglio 60%70%30%40%50%60%70%30% 61 0%50%60%70%30%40%50%60%63 30%40%50%60%70%70%30%40% 66 0%60%70%30%40%50%60%70%70
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N° 1/2014
Redazione: Adriana Baruffini, Angelo Faccinetto
Direttore responsabile: Angelo Faccinetto
Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Grafiche Riga Annone Brianza
Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it
Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 13/06/2014
di Matteo Riva
IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA I pionieri, la scuola, i rally: Mario Bonacina racconta il “nostro” sci alpinismo di Angelo Faccinetto
SCI DI FONDO
IL FASCINO MISTERIOSO DELLA NEVE Lungo l’Inn la “tre giorni” di fondo 2014
TRA VINADIO E IL MARGUAREIS Due giorni nel cuneese con la scuola di fondo
LA PRIMA DEI SALTAFOS A Pian Sciresa l’esordio del gruppo di mountain bike
Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano
di Franco Aromatisi
di Paola Sangalli RADUNO DEI FONDISTI PRESSO LA SEDE DEL GRUPPO ALPINI MEDALE La relazione del presidente sull’attività del 2014 di Stefano Vimercati
SCI ALPINISMO
BIANCO & BLU Scialpinismo nei colori della Norvegia
APPUNTAMENTI
LA STRADA DELL’IMPEGNO La relazione del presidente all’assemblea ordinaria
di Sara Pozzetti
di Emilio Aldeghi,
IL QUARTO VIEN DA SÉ 73 Il successo dell’edizione 2014 di “Monti Sorgenti” di Matteo Manente RECENSIONI 76 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA 78
Casimiro Ferrari e Paolo Vitali sotto la vetta del Cerro Murallon. Foto Archivio Carlo Aldè, 1984.
LA BUONA EDUCAZIONE E LA BUONA VOLONTÀ
E’ compito di tutti difendere il patrimonio dei nostri sentieri
L
di Emilio Aldeghi*
a montagna è sempre più ricercata e percorsa da persone che
ci può venire in mente.
dobbiamo fare un passo in più della
La montagna genera la vita: l’acqua,
buona intenzione. Manutenzione e pulizia
prodotti innalzano la qualità della no-
trascorrere una giornata diversa. Gli
Lo stesso discorso deve essere
stra vita.
ambienti naturali sono uno scenario di incredibile bellezza dove ognuno a suo modo può percepirne i colori, i contrasti di luce, i profumi, la felicità di un obiettivo raggiunto. Le montagne che circondano la nostra città ci regalano il privilegio di poter praticare quasi tutte le speciali-
Sentieri a chilometro zero, un patrimonio che Lecco deve difendere con impegno. Foto A. Baruffini
tà: escursionismo, alpinismo, sport
Editoriale
dobbiamo essere tutti dei volontari,
l’ossigeno, la terra, gli animali, i suoi
in tutti i mesi dell’anno vogliono
4
della neve, speleologia e tutto quanto
Le genti del nostro passato ci han-
applicato alla manutenzione dei sen-
no regalato i percorsi e i sentieri che
tieri. Quante volte li percorriamo e ci
ci danno la possibilità di usufruire di
lamentiamo dello stato di degrado,
queste risorse preziose. Quando li
quante volte addossiamo al comune,
percorriamo sentiamo il dovere di
al CAI, a qualche altra associazione
trasmettere ai nostri ragazzi questo
il compito di gestire, di fare, di pulire,
territorio troppo bello per essere di-
di sistemare. Certo mantenere la cura
menticato o sciupato.
Troppe volte
di un sentiero non è solo questione
questo mondo che dovrebbe essere
di buona educazione o di buona vo-
un patrimonio da difendere ad ogni
lontà, occorrono capacità, conoscen-
costo è lasciato all’incuria, al degra-
ze delle tecniche e del territorio, ma
do del tempo, a un interesse legato ad
questo non deve essere la scusa per
uno spazio di tempo limitato. Troppe
non impegnarsi, almeno per attuare
volte pretendiamo che altri facciano
quei semplici interventi come la ripu-
quello che pensiamo sia giusto fare.
litura del sentiero dalla vegetazione,
Mi ha raccontato l’amico Beppe che
dai sassi o da alberi caduti. Solo dalle
durante una passeggiata ha incontra-
piccole cose possono nascere grandi
to un escursionista il quale, dopo aver
cose.
percorso un tratto di strada in comu-
Le forze che il CAI può oggi met-
ne, gli ha fatto notare la presenza di
tere in campo sono poche e quelle
carta sul sentiero e, dopo aver fatto
poche in là con gli anni. Ci piacerebbe
la morale al prossimo maleducato, ha
allargare la base dei volontari, rivita-
proseguito senza raccogliere il rifiu-
lizzare una coscienza ecologica e del
to. Alla semplice domanda del perché
rispetto guidata da chi nel nostro am-
non l’avesse raccolto, Beppe si è senti-
biente ha ancora voglia di trasmettere
to rispondere che quella carta non era
la propria esperienza. Aspettiamo che
stato lui a buttarla. Sicuramente non
fra i nostri soci, ma non solo, ci sia
dobbiamo essere i servi di nessuno,
qualcuno che alzi la mano e dica “Io
ma raccogliere quel pezzo di carta
sono disponibile”.
sarebbe stato dare un segno di rispet-
Oltre che un bel gesto sarebbe re-
to verso quel mondo che vogliamo a
galare un futuro al nostro territorio e
parole difendere. Per finire la storia, il
lasciare in vita quel grande patrimonio
Beppe la carta l’ha raccolta e l’ha mes-
che è stato il frutto del sudore di tante
sa nel suo zaino. La morale di questo
persone.
racconto vero è che per la montagna
*Presidente del CAI Lecco
CATTEDRALE NEL VENTO
Trent’anni fa la prima salita al Cerro Murallon
T
ra i diversi luoghi che la Ter-
non essendovi particolari trafile bu-
ra ancora nasconde all’esplo-
rocratiche, è per certi aspetti sempli-
razione alpinistica, una zona
ce organizzarvi una spedizione. Re-
caratteristica è senz’altro la Pata-
sta, cosa non facile, il reperimento dei
gonia. Pur non presentando cime
finanziamenti, ma quando si ha alle
di particolare rilevanza altimetrica,
spalle un nome, confortato da serie-
il costante maltempo rende quanto
tà e successi, può anche non essere
mai problematico il conseguimento di
impossibile. Si aggiunga un pizzico di
successi alpinistici. In compenso, pur
buona volontà e determinazione e si
in presenza di numerosi e concre-
arriva a tentare, ritentare sino ad ar-
ti problemi da affrontare e risolvere,
rivare al sospirato successo.
Carlo Aldé e Paolo Vitali sul ghiacciaio Upsala al rientro dopo la cima. Foto archivio Carlo Aldè.
di Giuliano Maresi
Carlo Aldé e Casimiro Ferrari al Bivacco Pascal situato a una giornata di cammino dal Murallon
timi problemi. Quattro tentativi per una vittoria
Nel 1979 era una montagna prati-
Il 14 febbraio 1984, Casimiro Fer-
camente sconosciuta e i pochi che la
rari, Carlo Aldè e Paolo Vitali, hanno
conoscevano potevano contare so-
raggiunto la vetta del Cerro Murallon,
lamente su dati approssimativi: po-
la montagna della Cordillera Patago-
sizione più a sud del Cerro Torre, in
nica da tempo nelle mire del Gruppo
mezzo all’immenso ghiacciaio Upsala
Ragni della Grignetta, la “montagna
fonte perenne dello sconfinato lago
fantasma” come da qualcuno è stata
Argentino, quota circa 3000 me-
maliziosamente definita o la “mon-
tri, parete di circa 1300/1500 metri
tagna senza storia”, come la si suole
assolutamente inviolata, vetta for-
chiamare considerando il suo recente
se salita una sola volta dall’opposto
ingresso nel numero esiguo degli ul-
versante ghiacciato, un solo docu-
mento fotografico ravvicinato, tro-
nuovo tentativo estivo di Casimiro
vato sull’unica edizione del 1949 di
Ferrari, Giuliano Maresi, Fabio Lenti,
un bellissimo libro di padre A.M. De
fermato anche questo dal maltempo.
Agostini, due foto panoramiche e
Dopo ben tre tentativi andati a
due cartine topografiche dallo stesso
vuoto, sicuramente parecchi avreb-
prezioso volume.
bero gettato la spugna. Si ha un bel
Sulla spinta dei componenti più
raccontare la leggenda del Calafate,
giovani del gruppo, inizia il lavoro che
che un giorno di bel tempo ti ripa-
porterà nel dicembre 1980 alla prima
ga di trenta giorni di tempesta, che
spedizione, forse la più giovane che
la montagna desiderata merita que-
si conosca per età dei partecipanti,
sto corteggiamento. Restano sempre
sulla strada del Cerro Murallon. Ne
gli impegni personali e non, restano
facevano parte Marco Ballerini, Marco
le domande non fatte - “Ma come,
Della Santa, Ben Laritti, Norberto Riva,
questi Ragni non sanno più cavare
Beppe Rusconi, Vanni Spinelli, Dario
un ragno dal buco?” – e proprio per
Spreafico e il dott. Claudio Cavenago,
questo più pungenti, resta sempre la
puntare al ghiacciaio Upsala, dove si
guna vicina all’estancia. I posti sono
il tempo impossibile li bloccherà.
difficoltà di trovare nuovi sponsor,
alza, illustre sconosciuto, il Murallon. Il
tre. Casimiro manda Paolo, Marco e
Nel gennaio 1981 Casimiro Ferrari,
con tanti tentativi a vuoto sulle spalle.
primo non facile problema da risolve-
Fabio. Il lago è calmissimo, pioviggina.
Bruno Lombardini, E. Spreafico rag-
Non si demorde e, nella tarda prima-
re è trovare una barca per il traghetto
Il luogo dove sorge l’estancia sembra
giungono la spedizione all’estancia
vera dell’83, un proficuo contatto con
da Puerto Bandera all’estancia Cri-
il paradiso perduto. I signori Master, i
Cristina.
la Banca Nazionale del Lavoro, con-
stina, lungo un percorso di circa 60
proprietari, ai quali dobbiamo e do-
Luglio-agosto 1981: Casimiro Fer-
sente di mettere in cantiere quella
chilometri sul lago Argentino.
vremo molto per quanto faranno per
rari, Vittorio Meles, i salitori del Fitz
che sarà la spedizione vittoriosa. Il
Roy, Maurizio Scaioli compiono un
7 dicembre 1983 sette scalatori sono
tentativo invernale, fermato dal tem-
a Calafate, ridente cittadina turistica,
Martedì 9.12: alle 7.30 sveglia. Ci
ti riuniti all’estancia. Il 14 dicembre
po impossibile.
persa nella solitudine e nel vento pa-
avvisano via radio che sono dispo-
tutto e tutti siamo al rifugio Pascal.
tagonico. Base di partenza per i cele-
nibili tre o quattro posti su una barca
E’ questa una piccola costruzione in
brati Torre e Fitz Roy, anche base per
di pescatori che vanno verso una la-
lamiera sulla morena laterale sinistra
giorno prima, alla base della parete alla
un senso di insicurezza, di timore che
col tempo bello! Rimango allibito per
sinistra del nostro spigolo nord-est.
fatico a dominare: sarà il primo im-
la verticalità del granito che ricorda
Dicembre 1982- gennaio 1983:
Dal diario di Carlo Aldè
Pubblicato su Stile Alpino n° 2, settembre 2006
Carlo Aldé e Paolo Vitali in cima nella bufera
noi, ci appaiono come personaggi da Dal diario dei componenti
film. Dopo quattro giorni siamo tut-
La nostra prima idea infatti era di
patto con la Patagonia o meglio con
il Grand Capucin: è impressionante,
tiamo gustando l’ultimo pran-
della nostra avventura era stata sem-
due mesi e mezzo da quando siamo
salire in centro alla parete est per es-
l’alpinismo extra-europeo. Le nume-
ma al tempo stesso stupendo. Ormai
zo a base di cannelloni ed
pre vuota, senza pensieri, senza emo-
partiti da Lecco!
sere più al riparo dal vento proveniente
rose letture di libri di montagna mi
la Torre Ben ci ha drogati, siamo co-
asado
Cristina,
zioni: come un foglio di carta bian-
Mi ricordo la prima volta che, con
da ovest. La friabilità della parete salita
condizionano troppo! La mia indeci-
stretti a salirla per ricercare la felicità
quando mi tornano in mente le pa-
ca. Per via della stanchezza e delle
Casimiro e Paolo, saliamo i primi 400
il giorno prima, ci aveva indotto a ri-
sione scompare alla vista della secon-
che ci ha rubato fin dalla sua prima
role della canzone di Francesco De
condizioni fisiche, non avevo ancora
metri di parete con difficoltà di medio
cercare un’altra possibilità più a destra
da torre, che decidiamo di dedicare al
visione. L’indomani trasporteremo il
Gregori. Solo ora, dopo quattro giorni
capito di essere arrivato in cima: ave-
livello. Salgo da secondo e trovo lun-
sullo spigolo. Per sfruttare al massimo
nostro amico Benvenuto Laritti (Ben).
nostro materiale sullo spigolo. Il tem-
dalla salita, mi accorgo di essere an-
vo solo voglia di riposare, per scari-
go schiodare i grandi lamoni di gra-
il bel tempo, cosa molto rara in queste
Ritrovo la carica psicologica, la voglia
po però infrange tutti i nostri inutili
dato veramente lontano.
carmi di tutta la tensione accumulata
nito per via del martello con il manico
zone, saliamo con il poco materiale
di salire che avevo nei giorni scorsi
progetti. In Patagonia i preventivi de-
nei giorni precedenti. All’improvviso,
mezzo rotto e senza il foro per fare
abbandonato dalle precedenti spe-
quando eravamo bloccati a Calafate
vono essere scordati; bisogna vivere
dopo aver soddisfatto le esigenze
la catena con i moschettoni. Non mi
dizioni dei Ragni. Avevo già provato
e non potevamo attraversare il Lago
dello stomaco, rivedo come in un film
posso neanche appendere alla corda
ad arrampicare senza imbracatura e
Argentino per la rottura della barca
tutti gli eventi del nostro lungo sog-
per la mancanza dell’imbracatura, de-
con gli scarponi anche su difficoltà più
della Gendarmeria. Quanta sofferen-
giorno patagonico; sono passati circa
positata con tutto il materiale, fin dal
sostenute. Questa volta però provo
za in questi giorni di inattività forzata
S
all’Estancia
La mia mente negli ultimi attimi
8
Sentieri e Parole
Sentieri e Parole
9
del ghiacciaio
dove la vita stessa parrebbe quasi
dicembre il tempo peggiora. Il 24 si
da.
Upsala.
impossibile.
rientra all’estancia per trascorrere il
esce. Potrem-
Tutto
Nessuno
attorno laghetti
Il rifugio Pascal, realizzato da Ma-
Natale insieme. Il 25 dicembre la bel-
mo scrivere un
con acqua dai
rio Bertone per lo studio dei ghiac-
la sorpresa di vedere scendere dalla
libro dal titolo
colori intensi e
ciai, pur nella sua estrema modestia
barca di Master, andata a far scorta
significativo:
di una purezza
rappresenta un riparo confortevole,
di viveri, gli amici Egidio e Giuliano,
“Sopravvivere
i nde scrivi bi -
un punto d’appoggio di grande im-
che dall’Italia portano notizie dei no-
in un buco”. 18
stri cari. Il panettone, il torrone, giunti
gennaio,
32°
con loro, hanno un sapore particolare.
giorno.
Oggi
Il 26 tempo incerto. In quattro ci si
c’è la luna pie-
avvia verso il Pascal. Il tempo rimane
na. Se il tempo
stabile al brutto e l’ultimo dell’anno ci
non cambia, ci
trova tutti riuniti al rifugio senza nulla
va buca anche
di fatto. Il panettone, ancora lui, l’aria
questa
di festa, contribuiscono a dissipare i
ta.
Possibile?
normali malumori che si creano per
In
Patagonia
la forzata inattività e la convivenza
sicuramen-
gomito a gomito.
te. Il 19 breve
le. Nei luoghi s ot tove n to , macchie di vegetazione con fiori
stupendi.
Voli di condor, otarde, sconosciuti uccellini, che ci si chiede come possano resistere in aria, data la
“
Miro era come la Patagonia. Te ne stai lì venti giorni nel brutto tempo e ti domandi perché ti infliggi una cosa del genere. Ma poi arriva quell’unica giornata bella, che hai aspettato disperatamente ... e a quel punto avresti potuto abbracciare e baciare quell’uomo
”
Giuliano Maresi da:Tom Dauer, Cerro Torre Mito della Patagonia, Corbaccio ed, 2008, pagina 250.
vol-
Cambia l’anno, ma non il tempo. Il 2
schiarita. Tor-
del
gennaio, tempo brutto, si decide che
niamo in pare-
vento, volpi e
qualcuno si rechi alla truna, scavata
te. Attrezziamo
violenza topolini
sono
portanza, pur trovandosi a circa 25
vicino alla parete, per verificare che
due lunghezze
piccola
chilometri dalla base della montagna.
tutto sia a posto. E’ un bene perché
di corda. Ci è
parte di quello
Il 17 dicembre tre sono in parete, è
la truna è quasi scomparsa e il ma-
stato concesso
che la natura
la prima volta che si riesce ad at-
teriale si stava bagnando. Venerdì 13
troppo. Si ri-
offre.
Questo
taccare la montagna. Superano ve-
gennaio, 27° giorno di brutto tempo
piega, di nuovo.
luogo
locemente i primi 400 metri. Dal 18
consecutivo. Una giornata tremen-
Ripiegamento
una
in
un
Carlo Aldé nella tendina alla base della Torre Ben attendendo il bel tempo
Murallon spigolo Nord Est
alla giornata ed ogni mattino alzar-
Passando molti giorni nella truna a
vedere come si mette il tempo: vuo-
rete sopra di me che strapiomba in
di fare in fretta perché le prime due
occupato: sto transitando 30 metri
si sperando che il nuovo giorno sia
non far niente, ti accorgi che l’attesa
le tentare l’ultima possibilità. Mi faccio
misura notevole; penso alla fatica che
corde sulle quali gocciola l’acqua dalla
sopra la sua testa su un tratto un po’
quello decisivo, quello che si aspetta
di qualcosa è sempre migliore della
convincere, ma non ci credo più: or-
sta facendo per chiodare. Meno male
cima della Torre sono già ghiacciate.
pericoloso.
da molto tempo. E’ questo un sogno
realtà. La voglia di sfuggire dalla realtà
mai il tempo ci ha preso in giro troppe
che questo tiro non è toccato a me.
Fra poco tutta la parete sarà coperta
Mi sento esaltato per la bellezza
che ti rovina psicologicamente per-
per tornare alla vita normale è stata
volte. Ero convinto di dormire all’a-
Mi accorgo di essere proprio fuori dal
da uno strato di vetrato. Presi dalla
della via; pensare che solo un’ora pri-
ché ogni giorno brutto è un giorno
la molla che mi ha spinto nell’ultimo
sciutto del bivacco Pascal: il Paradi-
mondo: chissà quanti avvenimenti
fretta non riusciamo a sistemare bene
ma credevo di essere più lento degli
in meno: diminuiscono le possibilità e
tentativo a cercare di essere sempre
so può attendere ancora per qualche
sono successi nei nostri lunghi mesi
le corde. Me ne accorgo l’indomani
altri due compagni. Era un’idiozia che
al tempo stesso aumenta la voglia di
più veloce, sempre più deciso nelle
giorno! Dopo un’ora inizio a riprende-
di solitudine e noi non lo sappiamo e
quando, con lo zaino pesante, cerco
mi perseguitava fin dal primo gior-
arrivare in cima. I sacrifici compiuti ed
mie azioni per ritornare all’Estancia
re fiducia; mi torna in mente una frase
magari non lo sapremo mai. Assorto
di risalire la corda che avevamo fis-
no. Finalmente mi accorgo di esse-
i soldi spesi fanno aumentare sempre
Cristina. Lo stesso desiderio lo provo
di Reinhard Karl, un alpinista tedesco:
in questi pensieri non mi accorgo che
sato per metà il giorno prima. Riparto
re anch’io un estremo. Ormai manca
più la posta in gioco. Il passato è un
quando il giorno 10 febbraio decidia-
“La via per la valle passa attraverso la
il tempo è volato: sono già le 20,30
io dall’ultima sosta e salgo la fessura
poco per uscire dal pilastro e recu-
forte stimolo per il presente.
mo di abbandonare l’impresa e giunti
vetta”. Speriamo che abbia ragione! A
quando Paolo arriva in sosta. Devo
obliqua che abbiamo sopra di noi.
periamo parte del nostro materiale.
a metà ghiacciaio il sole comincia a
mezzogiorno siamo ancora alla base
salire anch’io per schiodare e fissa-
Salgo con nuts e friends fino a che
farsi sentire e le nuvole a diradarsi.
della Torre Ben. E’ la sesta volta che
re la corda nei chiodi intermedi, in
la fessura diventa molto sottile e mi
Casimiro ci propone di fermarci per
risalgo fin qua. Con Paolo poi attrezzo
modo che resti tesa e non si allunghi
obbliga ad attraversare a destra su
far asciugare tutto il materiale e per
il terzo tiro della Torre, vedo la pa-
quando vi saliamo con i jumar. Cerco
lame un po’ instabili. Casimiro è pre-
10
Sentieri e Parole
Sentieri e Parole
11
LA MONTAGNA
Il Cerro Murallon è una cima delle Ande Patagoniche, sul confine tra Argentina e Cile. Si trova nello Hielo Continental, nel cuore del ghiacciaio Upsala, 60 chilometri più a sud e 20 chilometri più a ovest del Cerro Torre. La conformazione richiama la nostra Marmolada in quanto, sul lato argentino, presenta pareti di almeno 1200 metri di altezza, con sviluppo in ampiezza di diversi chilometri. Sul lato cileno, invece, la coltre ghiacciata arriva sino alla cima. Da Calafate, base di partenza per il Torre e il Fitz Roy, a Puerto Bandera, 40 chilometri di strada sterrata, dove si deve reperire una barca che traghetti all’estancia Cristina, sul ramo Cristina del lago Argentino. Sono circa 60 chilometri di percorso, non sempre fattibili per i forti venti. Dall’estancia s’inizia l’avvicinamento a piedi. Dapprima un lungo tratto pianeggiante, in direzione della laguna Anita. Si risale quindi un vallone incassato tra alte pareti, si supera un colletto, da dove si vede di fronte un fiume scendere impetuoso. Con percorso a saliscendi e a mezza costa, poi in ripida salita, ci si avvicina al fiume. Guadarlo dove possibile, continuare la salita sino al laghetto da cui origina. Da qui, in cinque minuti, al rifugio Pascal, posto in un avvallamento al riparo dal vento, vicino ad uno splendido laghetto. Da qui, risalire la morena dell’Upsala, costeggiando in saliscendi questo lago e il successivo, fin che si tocca il ghiacciaio. Risalirlo per un tratto, quindi iniziare l’attraversamento, mirando allo sbocco del ramo secondario del ghiacciaio che scende tra il Murallon e il Don Bosco. In questo tentativo, il campo base è stato ricavato in truna, rinnovata più volte, data la lunga permanenza. E’ l’unico sistema, anche se un po’ umido, per resistere più giorni al vento e al maltempo di quelle zone. Mario Bertone su questo ghiacciaio ha misurato una velocità del vento superiore ai 300 chilometri orari. Altezza della parete salita: 1300 metri. Sviluppo circa 1400 metri; attrezzata con corde fisse solo la prima parte. Il tratto chiave è il superamento della seconda torre, con forti difficoltà in libera ed in artificiale. La discesa è stata effettuata lungo il versante di salita, causa la non visibilità per maltempo. Componenti la spedizione: Casimiro Ferrari, Carlo Aldè, Marco Ballerini, Fabio Lenti e Paolo Vitali del Gruppo Ragni; don Giuseppe Noli e Alessandro Banfi dei “Falchet” di Abbiate Guazzone.
o disfatta? Umanamente si è fatto il
Casimiro, duro a cedere senza aver
to
possibile. L’aver messo le mani sulla
tentato il tutto per tutto, propone di
lo spigolo NE
roccia, l’aver attaccato, l’aver valuta-
fermarsi per far asciugare il materiale.
del Murallon è
to la possibilità di riuscita, rende più
Passa così qualche ora. Il tempo mi-
vinto. Casimiro
penosa la rinuncia. Per impegni inde-
gliora a vista d’occhio. La decisione,
Ferrari,
rogabili quattro componenti la spe-
anche se difficile: si ritorna in parete.
Aldè, Paolo Vi-
dizione devono rientrare. Il 25 siamo
La sera stessa un’altra lunghezza sulla
tali e con loro
tutti a Rio Gallegos. Risolti i problemi
torre Ben è attrezzata, la più impe-
il Gruppo Ra-
dei biglietti, Miro, Carlo e Paolo, re-
gnativa di tutta la salita. Il giorno 11
gni, ce l’hanno
stano per un ultimo tentativo.
febbraio il tratto chiave è superato.
fatta. Non un
Il 31 gennaio da Calafate al rifugio
Da qui proseguono in stile alpino sino
ultimo proble-
Pascal. Un record, non c’è che dire,
alla vetta, superando altre tre torri e
ma risolto, ma
conoscendo luoghi e problemi.
un’infida rampa di misto nel tratto
una
finale. Oltre 600 metri di dislivello
montagna con
su difficoltà continue di V e V sup.
tante possibilità
10 febbraio: tutto il vestiario ba-
Questo, senza appoggi né alla base,
di scalata, sve-
gnato. Tempo impossibile. Ulteriore
né altrove, in Patagonia. In un luogo
lata al mondo
ripiegamento dalla parete. Si rinun-
dove l’ipotesi di un aiuto di qualsiasi
alpinistico.
cia definitivamente. Il morale sotto la
tipo non è neanche pensabile.
Il tentativo della vittoria
suola delle scarpe. Non è più pensabile di farcela.
tentativo,
Carlo
splendida
Il 14 febbraio alle ore 11, 75 giorni dopo aver lasciato l’Italia e al quar-
Miro ha trascurato il lavoro per oltre due mesi. Per Carlo e Paolo la chiamata alle armi, che non può certo aspettare. Si incamminano sul ghiacciaio. Dopo qualche ora di cammino, il vento si calma, il sole fa capolino.
Giuliano Maresi aveva pubblicato questo articolo su La Rivista del Club Alpino Italiano anno 105 n. 9 – 10 del settembre – ottobre 1984. Lo ripropone qui, con minime variazioni , a 30 anni dalla prima salita. Paolo Vitali si sistema per il secondo bivacco in salita. Sarà anche il posto del bivacco in discesa.
Devo ridiscendere per un pezzo e
riggio riprendiamo a salire: il tempo
dal vento. Non avevo mai bivaccato in
come questi mi erano già capitati e
in mezzo ad una tormenta con vi-
mista ai dadi del brodo. Sono talmen-
unire le corde che ci sono avanzate.
sta peggiorando e la sera arriviamo
queste condizioni.
mi ero emozionato al punto di resta-
sibilità nulla, siamo obbligati a scen-
te spossato che non mi preoccupo più
Appena recupero lo zaino mi spaven-
in cima alla torre successiva. Per for-
L’indomani, col brutto, riusciamo ad
re senza parole per qualche secondo.
dere dalla parete salita. Abbiamo una
di nulla; i sei giorni in parete mi hanno
to per le evoluzioni che il vento gli fa
tuna riusciamo a trovare un posto da
arrivare in vetta. Sono intento a to-
Ora, il fatto di essere sulla cima di una
corda intera, una corda ramponata a
“prosciugato”. Il tempo continua ad
fare, si allontana dalla parete per circa
bivacco molto comodo. Sarà l’ultimo
gliere un chiodo da ghiaccio quando
montagna così ostile non mi suscita
metà, uno spezzone di circa 30 me-
essere schifoso: pioggia e vento for-
30 metri.
asciutto!
sento Casimiro che urlando annuncia
alcun sentimento o commozione. Al
tri e pochissimo materiale. Le ultime
te. Sono costretto a sopportare anche l’ultima lavata patagonica!
L’indomani, dopo un bivacco in
Infatti il giorno dopo il tempo è
di intravedere la cima. Ho una gran
momento penso che siano la stan-
corde doppie le faremo utilizzando i
cima alla torre, il vento è aumentato
brutto e la sera siamo obbligati a sca-
voglia di arrivare e perciò abbandono
chezza, le pessime condizioni atmo-
gradini delle staffe come se fossero
e perdiamo tempo per recuperare il
vare un terrazzino nel ghiaccio per
i chiodi che non riesco a togliere. Alla
sferiche le difficoltà che ci attendono.
chiodi! Un ulteriore bivacco in pare-
resto del materiale. Lo zaino continua
star seduti sul pendio di 70/80° che
fine mi accorgo di essere arrivato su
La discesa ci riserva ulteriori proble-
te ci attende e quando siamo ancora
ad incastrarsi. Finalmente nel pome-
si trova sotto la vetta. Ormai siamo
una piazzuola di pochi metri in mez-
mi; siamo convinti di poter scendere
coi piedi sul ghiacciaio Upsala deci-
quasi vicini alla cima: mancheranno
zo ad una bufera patagonica! Non me
dalla via normale lungo il ghiacciaio
diamo di tornare al Pascal. Sono le 6
circa 200 metri di dislivello. Siamo
l’ero immaginata così la vetta: cre-
e non dalla parete, ma la tormenta
di sera e sono 12 ore che siamo ri-
tutti bagnati e non riusciamo a fis-
devo fosse più bella. Ho solo voglia
ce lo impedisce. Dopo un bivacco in
partiti dall’ultimo bivacco. Il cibo ed il
sare la tenda: ci infiliamo solo dentro
di scendere! Casimiro mi abbraccia
un crepaccio nei pressi della cima e
gas sono finiti da più di un giorno e
per tentare di ripararci dall’acqua e
e Paolo mi stringe le mani. Momenti
mezza giornata a girovagare a vuoto
ci dissetiamo mettendo in bocca neve
12
Sentieri e Parole
(Tutte le immagini appartengono all’Archivio Carlo Aldè)
Sentieri e Parole
13
IN ALTO! IN ALTO!
L’inno di Gomes e Ghislanzoni per il CAI Lecco
F
di Luca Pedeferri
orse pochi lecchesi, anche soci del CAI, sanno che nella storia della sezione di Lecco esiste un
inno specificamente dedicato (anzi due, ma del secondo, opera di Dominiceti, parleremo in altra occasione): una composizione poetica in sei brevi strofe abbinate alla musica, nata con intenti celebrativi pochi anni dopo la fondazione. Al di là del valore artistico,
l’Inno Alpino di Ghislanzoni e Gomes
Un po’ di storia
commissionata al concittadino poe-
festa.
trambi gentilmente accondiscesero”.
ta Antonio Ghislanzoni forse già nel
Di fatto, per avere il testo poetico
Antonio Ghislanzoni, ringraziando il
1876; racconta infatti Arnaldo Rug-
occorrerà attendere sette anni e mo-
CAI Lecco per averlo onorato dell’in-
giero (1) che l’lnno per gli alpinisti
menti migliori nella vita della sezione,
carico, invia dopo pochi giorni, la sua
avrebbe dovuto essere letto in occa-
dopo la crisi degli anni a cavallo del
composizione: “Brevità, chiarezza e
sione della festa di Carnevale del 1876
1880 che ne videro nel 1882 il tem-
sonorità di metro - dichiara nella let-
merita di essere rispolverato per il suo
Nel 1874 nasce il CAI Lecco e presto
organizzata presso l’albergo Corona da
poraneo scioglimento. Arriviamo così
tera di accompagnamento - ritengo
significato storico, perché le sue vi-
si avverte l’esigenza, in piena sintonia
“ginnasti, schermidori, alpinisti e tira-
ai primi mesi del 1883 e alla cronaca
debbano essere i requisiti essenziali
cende si intrecciano intimamente con
con una stagione di inni (alpini, alpini-
tori” (nel 1875 la sezione, nella speran-
della rinascita del CAI Lecco con il ri-
delle poesie per musica da cantarsi
quelle della nascita della sezione, tanto
stici, patriottici) e di grandi entusiasmi
za di allargare la propria influenza e il
torno alle originarie caratteristiche di
in coro. Si potrebbero aggiungere un
che i curatori del primo allestimen-
e retoriche patrie, di dotarsi di un inno
numero degli iscritti, aveva promosso
società alpinistica pura sotto la pre-
paio di strofe accennanti alle monta-
to del Museo dell’Alpinismo lecchese
proprio, che contribuisca a dare lustro
senza troppo entusiasmo la nascita
sidenza di Giovanni Pozzi. A questo
gne nostre… Qualora poi si desideras-
presso la torre Viscontea, negli anni
e coesione alla giovane sezione e ne
della Società di scherma e ginnasti-
punto, scrive Mario Cermenati (2) “Si
se un grande inno per inaugurazione
‘90, ritennero opportuno darne notizia
inserisca l’operato nel nobile solco
ca degli alpinisti tiratori), ma nessun
pensò anche a comporre un apposi-
ecc., ecc., allora converrà fare qualcosa
su uno dei pannelli dedicati alle origini.
dello spirito risorgimentale.
riferimento all’Inno compare nel nu-
to inno alpino. Furono pregati il poeta
di più solenne…”
mero del 23 febbraio del bisettimanale
Antonio Ghislanzoni per le parole e il
“Ma la poesia inviata era assai bel-
“L’Adda” che pure reca la cronaca della
maestro Gomes per la musica; en-
la - scrive Cermenati - e si decise
La stesura del testo sarebbe stata
pinismo è “lotta all’alpe”, ricompensa-
menti più raccolti, a tratti lirici, di dina-
sato in maggio
ta da un innalzamento spirituale e dal
mica esitazione, ripetizione, variazione
a
I due autori
rinsaldarsi di ideali patriottici. L’alpini-
ad accompagnare la descrizione degli
quale inaugu-
dell’inno erano
sta sfida con coraggio e caparbia la
elementi naturali, dei passi che prepa-
razione dell’in-
all’epoca all’a-
forza ostile della natura, l”eterno gel”
rano la vittoria finale.
no alpino musi-
pice della fama,
e i sentieri scabri, la forza dei venti
Nel complesso l’inno risulta piace-
cato da Gomes.
e avevano già
e i rombi della valanga, in quella che
vole all’ascolto ed orecchiabile, ma non
Tutto era pron-
collaborato con
viene dipinta come una vera e pro-
privo di alcune raffinatezze armoniche
to e molti soci,
grande
suc-
pria battaglia (“Col gel, col turbine, si
e difficoltà melodiche che forse, in-
accompagnati
cesso: Antonio
pugnerà”); il premio che, vittorioso,
sieme al carattere nel complesso più
da
Ghisl anzoni,
riceve dai monti ripaga però ampia-
bandistico che corale (si noti anche
gentili
affermato
li-
mente i suoi sforzi: raggiunta la vetta,
la scelta della tonalità di Si bemolle,
re e signorine,
brettista di oltre
il suo pensiero può vagare libero nei
perfetta per i fiati), ne hanno limitato
a spettava no
sessanta opere,
regni del sole, dominare con superiore
la diffusione fra i soci e l’ingresso nel
ansiosi di udi-
aveva fra l’altro
distacco la realtà quotidiana, spaziare
repertorio consolidato di canti alpini
re il bellissimo
già scritto il li-
nel cielo ed inebriarsi del fascino “dol-
tuttora in voga (si pensi, per contrasto,
lavoro musica-
bretto dell’Aida
ce e sublime” dell’alpe, già decantato
alla “Leggenda della Grigna”).
le.
di Verdi (1871);
dall’abate Stoppani. L’idealizzazione
Carlos Gomes, compositore brasiliano
patriottica dell’alpinismo, esplicita nelle
che visse a lungo nella villa di Mag-
ultime due strofe (“Stringiam le destre,
L’inno fu stampato da F. Lucca, Mi-
festa sul più bello. Fu giocoforza ri-
gianico che porta il suo nome, ave-
dai monti ai mari, i gridi echeggino, di
lano, in tre versioni, due per piano-
mandare l’esecuzione dell’inno ad altra
va raggiunto un enorme successo di
libertà”) è forse l’aspetto del testo che
forte a due e quattro mani nel 1884 e
volta, ma per screzi insorti poi in seno
pubblico dopo la rappresentazione alla
risulta più strettamente legato al cli-
una per quattro voci e coro con ac-
alla Direzione, e per altre circostanze
Scala de Il Guarany (1870), successo
ma post-risorgimentale e più distante
compagnamento nel 1888. Nel 1892,
diverse, non se ne parlò più”.
continuato negli anni seguenti grazie
dalla sensibilità odierna: può incurio-
stando alle parole di Mario Cermenati
E non se ne parlò davvero più fino
alla Fosca (1873, su libretto di Ghislan-
sire, far sorridere, ma difficilmente è in
(2), fu presentato a Palermo con gran-
al 1974, quando, in occasione dei fe-
zoni) e soprattutto al Salvator Rosa
grado di suscitare in noi gli auspicati
de successo nell’ambito della “Mostra
steggiamenti per il centenario della
(1874-75, sempre su testo di Ghislan-
pensieri gagliardi verso “la forte Italia
alpina che si tenne nella capitale del-
fondazione del CAI Lecco, l’inno poté
zoni). Il compositore non era nuovo
dei nuovi dì”.
la Sicilia in occasione dell’Esposizio-
finalmente essere eseguito in prima
Gli autori
Busto di Antonio Ghislanzoni sul lungolago di Lecco, opera di A. Bezzola, 1893
senz’altro di passarla al maestro”. Antonio Ghislanzoni ricevette in cambio del favore “un bel quadro di
fiori alpini essiccati e artisticamente disposti”. Lo stesso dono fu fatto al maestro Gomes che musicò l’inno e al maestro Mariani che ne fece lo spartito strumentale. La stampa fu affidata alla ditta Lucca di Milano (poi assorbita da Ricordi) alla quale venne ceduta la proprietà dell’inno; in cambio la sezione ricevette 200 copie cartacee, distribuite all’inizio del 1884 ai soci e a tutte le sezioni d’Italia del CAI. Una copia fu inviata a Quintino Sella, presidente del Club alpino italiano, il quale, poco prima di morire, rispose con parole di apprezzamento e di stima: ”Ebbi l’inno alpino… Uscendo di
casa troverò chi me lo possa cantare, giacché sono impaziente di udirlo… Le mie migliori congratulazioni per l’impulso musicale e letterario dato in tal modo all’alpinismo…”
16
Sentieri e Parole
Maggianico,
parecchie signo-
Quand’ec-
Busto di Carlos Gomes
co scatenarsi un L’esecuzione
violento uragano che fece troncare la
alla produzione di inni, genere che lo
Per quanto riguarda la musica, si
ne nazionale… Questa robusta pagina
assoluta. Gli archivi sezionali custo-
vide felicemente fecondo e celebrato
tratta di un “Allegro marziale” in Si
musicale che l’autore del Guarany,
discono le lettere scambiate in fase
proprio negli anni precedenti la com-
bemolle maggiore, il cui carattere bal-
della Fosca, del Salvator Rosa, della
preparatoria dall’allora presidente Ric-
posizione del nostro: Inno pel primo
danzoso e bandistico risulta evidente
Maria Tudor, del Condor e del Colom-
cardo Cassin con il presidente della
centenario dell’indipendenza america-
fin dalle prime indicazioni del compo-
bo scrisse qui tra noi, ispirandosi alle
Corale di San Pietro al Monte di Civate,
na (1876), A Camoes: Hymno trium-
sitore: “energico e marcato”, “stentato
nostre montagne - come Beethoven
B. Valsecchi. Quest’ultimo, sottolinean-
phal (1880), Inno marcia, dedicato al
e marcatissimo”, e dalle annotazioni
un giorno alle folte boscaglie teutoni-
do “l’impegno serio” richiesto “dalla
Collegio Militare di Milano (1883).
“squilli” e “tamburi” apposte anche alla
che, e Schumann agli incantati domini
messa insieme dell’inno che non va
versione pianistica, a richiamare chia-
del Benaco e del Verbano, e Mendels-
presa alla leggera” e rimarcando “l’alto
ramente l’immaginario sonoro fatto
sohn alle vette sublimi della libera El-
onore di avere un inno del poeta lec-
di trombe e percussioni della fanfara
vezia - fruttò alla Sezione un diploma
chese Antonio Ghislanzoni e musicato
militare.
di benemerenza che il giurì napoleta-
dal brasiliano Carlos Gomes, musicista
no si compiacque di assegnarle”.
di alto valore internazionale”, chiede
Giungiamo così, sempre nel 1883, alla nascita dell’Inno Alpino. Testo e musica Le brevi strofe di Ghislanzoni, basa-
La melodia rispetta ed enfatizza il
te su un metro di canzonetta, racchiu-
testo, sottolineando in particolare gli
dono ed esaltano lo spirito alpinistico
slanci verso l’alto dell’alpinista (“In alto!
dell’epoca, organizzandolo attorno a
In alto”) con corrispondenti ascese
Racconta ancora Mario Cermenati
de accettando la proposta e stabilen-
tre nuclei tematici fondamentali: l’al-
melodiche trionfali, alternate a mo-
(2): “Un ultimo ritrovo sociale fu fis-
do una presentazione al pubblico nella
Una prima esecuzione era prevista per il 1884 ma…
serata alpina conclusiva delle manifestazioni celebrative del centenario. Durante quella serata che si svolse al Teatro della Società di Lecco e di cui racconta il Resegone del 30 dicembre 1974, “una folla di soci, di simpatizzanti
e le autorità” assistettero a un’esecuzione dell’inno “esemplare e commo-
vente”, con la Corale di San Pietro al Monte diretta dal maestro Domenico Castelli.
(!) Arnaldo Ruggiero: “Il centenario della sezione lecchese del Club alpino Italiano” in Piccolo mondo antico lecchese, Lecco 1975 (2) Mario Cermenati: “Cronaca della sezione di Lecco” in Note Alpinistiche volume II, Club Alpino Italiano sezione di Lecco 1893.
un rimborso spese di 70mila lire. Riccardo, a nome del CAI Lecco, rispon-
Sentieri e Parole
17
PRENDIAMO IL VOLO
Note profane sull’avifauna delle nostre montagne
Gracchio alpino ai Comolli – Grigna settentrionale. Foto S. Poli
A
di Sergio Poli
o meno uguali.
coperte di foglie, è davvero difficile
non conosciute,
riuscire a scorgere qualcosa. In realtà,
che con un po’
se si vuole prendere coscienza un po’
di attenzione si
di tutte le specie che in quel periodo
impara
si trovano nell’area, è necessario spo-
a
starsi, attraversare i diversi ambienti e,
E’ incredibile la
soprattutto, saper ascoltare.
loro resistenza:
anche
riconoscere.
Già, più che bird-watching, cioè
viene in men-
osservazione degli uccelli, è neces-
te il Partigia-
sario fare bird-listening, cioè ascolto.
no Johnny di
Non si può fare a meno di ammirare
Beppe Fenoglio,
chi è in grado di riconoscere i diversi
che durante il
canti, non solo distinguendo le varie
terribile inver-
specie, ma capendo anche se si tratta
no ’44-’45, ab-
di un maschio o di una femmina, se
bandonato
sta eseguendo un canto “territoriale”
tutti, scampato
o di allarme, di contatto o richiamo,
per miracolo ai
insomma, una vera babele di lingue.
rastrellamen-
Ci vuole davvero una gran pratica ed
ti,
esperienza.
compagni cat-
con
da
molti
Aiutano però i nuovi ritrovati tec-
turati, ebbe a
nologici. In un telefonino o in un mp3
dire “Sono l’ul-
si possono immagazzinare tutti i canti
timo
degli uccelli europei, ascoltandoli al bi-
sul ramo”. Ma
passero Gheppio - Foto di Luciano Rizzi
sogno, così da poterli confrontare in
per i passeri è così
popolazioni di uccelli che frequentano
no in Lombardia. Colpa di vari fattori
diretta con ciò che si sta sentendo dal
ogni inverno.
climatici ed ambientali, ma pare anche
mmettiamolo: chi, se non i
Ma, come sempre quando si parla di
il Monte Cornizzolo nelle diverse sta-
vivo e identificare la fonte del canto.
Sempre presenti anche in inverno
natura, appena ci si addentra un po’ in
gioni. Il motivo per cui è stato avviato
delle diverse tecniche di allevamento
cacciatori, può dire di cono-
Di solito però agli esperti basta l’orec-
sono i taculòtt, i gracchi alpini, con-
profondità, si scopre un mondo affa-
il monitoraggio è, come forse mol-
del bestiame usate oggi. Se infatti un
scere gli uccelli? Anche chi
chio e usano queste diavolerie solo in
fidenti e opportunisti. La colonia più
scinante. L’importante è iniziare a fare
ti sapranno, la minacciata apertura di
tempo il bestiame si allevava all’aper-
va in montagna, e quindi è interessato
casi difficili, per distinguere specie con
famosa è quella che staziona in cima
i primi passi.
una cava sopra San Pietro al Monte,
to per la maggior parte dell’anno, con
alla natura, al massimo conosce i fiori,
canti molto simili fra loro. Anche per-
alla Grignetta, la quale prospera grazie
a Civate: dimostrando – se ancora ce
conseguente abbondante sviluppo di
ché disturbano un po’ i veri cantanti.
alla “simbiosi” con gli escursionisti.
insetti e quindi di cibo per le rondini,
che osserva salendo sotto il peso dello zaino; ma i fiori stanno fermi.
Bird-watching o bird-listening?
n’è bisogno – l’importanza naturali-
In primavera poi esplode la vita. Ar-
con le moderne stalle chiuse c’è più
rivano le specie migratrici, che hanno
igiene ma molti meno insetti, quindi le
Invece, l’altra parte dell’ambiente,
E i primi passi in un mondo sco-
stica di questa montagna, si spera di
quella che si muove, costituisce una
nosciuto è meglio farli con qualcu-
aggiungere un ulteriore vincolo pro-
Nel corso delle uscite, che si svol-
passato l’inverno in Africa e vengono
no che ti insegni a camminare. Nella
tettivo all’area, impedendone l’ulteriore
rondini non trovano più da mangiare.
sorta di rumore di fondo, creando
gono lungo l’intero corso dell’anno, si
da noi per metter su famiglia. E’ tutto
nostra zona c’è un gruppo di appas-
scempio.
Magari pensiamoci, quando ci sdraia-
giusto una colonna sonora finché non
possono incontrare tutte le specie che
un fischiare, trillare, cantare che allarga
sionati che svolge un’intensa attività
Ma torniamo al monitoraggio. Un
mo sui prati fuori dai rifugi, infastidi-
si sale oltre il limite del bosco.
frequentano le nostre zone.
il cuore – e un po’ stordisce le orec-
di monitoraggio dell’avifauna e ag-
profano come il sottoscritto pensa
ti dalla presenza delle vacche e delle
Raramente gli uccelli si riescono a
Si inizia con le svernanti – le più
chie. Anche di notte, come nel caso
giorna anche gli atlanti nazionali con
che occorra soprattutto mettersi in un
loro sconvenienti deiezioni. Amiamo
vedere, difficilmente a fotografare od
coraggiose - ovviamente in inverno.
del misterioso succiacapre che trilla
osservazioni e rilievi scientifici: è il
punto nascosto e, armato di binocolo,
la natura, ma solo la parte pulita.
osservare da vicino. E anche se si riu-
Il bosco spoglio o le praterie sui ver-
acquattato nell’erba. Ma anche qui c’è
scisse, a noi profani sembrano tutti più
CROS – Centro Ricerche Ornitologi-
aspettare che qualche uccello pas-
santi caldi permettono di osservare i
qualche problema.
che Scanagatta, con sede a Varen-
si di lì per osservarlo e riconoscerlo.
comuni passeri, i merli (non solo du-
Le comuni rondini, ambasciatri-
na. Profondi conoscitori dell’avifauna,
E’ anche così, ma in questo modo si
rante i giorni della merla) e i petti-
ci della primavera, purtroppo stanno
hanno iniziato nella primavera 2013
vede ben poco, soprattutto perché per
rossi, il sonoro fringuello e il piccolo
diminuendo drasticamente. Si par-
una campagna di monitoraggio sulle
buona parte dell’anno, con la piante
ma vocifero scricciolo. Voci note ma
la di un calo del 4 per cento all’an-
18
Sentieri e Parole
Incontri commoventi
Altre specie stagionali arrivano a
Sentieri e Parole
19
Averla piccola - Foto di Luciano Rizzi
Codirosso spazzacamino - Foto di Luciano Rizzi
Codirossone - Foto di Luciano Rizzi
Zigolo muciatto - Foto di Luciano Rizzi
popolare i nostri cieli. Per chi abita sul
do ad esempio la tradizionale pratica
leggi di natura ma a leggi economiche,
gheppi, o falchi pecchiaioli o pellegri-
lago, è spettacolo consueto ammira-
dell’alpeggio, che contrasta l’avanzata
che non sono immutabili. Basta vo-
ni; soprattutto nelle ore centrali della
Se dunque di qualcosa ci dobbiamo
re le picchiate del nibbio bruno in-
del bosco nelle praterie. E’ un classico
lerle cambiare. Forse dovremmo farci
giornata, quando il sole ha scaldato
preoccupare – è nella nostra natura -
tento nella pesca, mentre chi sale sui
esempio di mantenimento della bio-
carico di mantenere gli habitat idonei
l’aria creando le correnti ascensionali
preoccupiamoci di garantire un futuro
monti lo vede volteggiare attorno alle
diversità.
sia per chi ha le ali che per chi ha le
dette appunto termiche, tanto ricerca-
a questi nostri compagni di viaggio,
gambe.
te anche da chi pratica il parapendio.
così forti ma
Uomini e rapaci sfruttano l’aria calda
anche
che sale da terra per volteggiare il più
fragili.
cime. Anche lui è un migratore (nome scientifico Milvus migrans…), che pun-
“Direttiva Uccelli” Uomini e rapaci
loro?” (Mt 6,26).
così
tualissimo riparte a metà agosto per
Si capisce lo scopo della diretti-
ricomparire la primavera seguente: ci
va europea (la “Direttiva Uccelli”) che
Un’altra categoria di uccelli (e questi
a lungo possibile; gli uni per diverti-
si può regolare l’orologio.
tende a conservare non solo le spe-
si vedono bene) colpisce invece per la
mento, gli altri per necessità. L’impor-
raccolto
Ma i più commoventi sono i migra-
cie in sé, ma gli ambienti dove que-
sua maestosità e imponenza: i rapaci.
tante però è che i primi non disturbino
nostro
tori transahariani: uccellini minuscoli,
ste specie vivono: è inutile vietare la
La maggior parte nidifica sulle rocce,
i secondi.
naio qualcosa
pochi grammi di carne e piume, che
caccia all’averla, ad esempio, se poi
creando talvolta problemi di convi-
Insomma, sia sulle rocce che in cielo
riescono ad attraversare non solo il
si lascia scomparire l’ambiente dove
venza con i climbers che frequentano
bisognerebbe che noi uomini ci faces-
Sahara, il più grande deserto del mon-
vive. Ma è altrettanto inutile proteg-
le medesime falesie per arrampicare.
simo un po’ da parte, ricordando che
do, ma anche il Mediterraneo, e risa-
gere solo l’habitat di nidificazione nella
Per fortuna, negli ultimi anni è matu-
siamo comunque arrivati dopo.
lire l’intera penisola per venire a fare
ricca Europa, se poi in Africa nulla o
rata una maggior sensibilità ambien-
il nido da noi. Dove trovano la forza?
quasi tutela i luoghi di svernamento. E’
tale. Chi arrampica sa che in certe
Hanno nomi delicati, come delicati
cronaca di questi ultimi anni: dopo “le
zone (Buco del Piombo a Erba, falesia
Forse perché così canterini, l’uomo
sono loro: canapino, prispolone, averla
Primavere arabe”, sulla sponda sud del
Gajum a Canzo), per qualche settima-
da sempre ha associato agli uccelli la
le
piccola, calandro … Alcuni sono molto
Mediterraneo la fame spinge le popo-
na all’anno è meglio non andare, per
spensieratezza, la gioia del vivere e
tà di ricerca
rari e cercano soprattutto gli ambienti
lazioni locali al bracconaggio, prati-
non disturbare i legittimi inquilini. Ma
del godere dei doni della natura, senza
sull’avifauna
aperti. Il fatto che da noi siano anco-
cando forti catture di uccelli migratori,
si sa, c’è sempre qualcuno meno sen-
farsi prendere troppo dalle preoccu-
del lecchese,
ra presenti testimonia l’importanza di
come si faceva un tempo da noi con
sibile degli altri, al quale occorre spie-
pazioni.
consultare
conservare questi habitat, mantenen-
i roccoli. E sulle spiagge accanto par-
gare con un po’ più di energia questa
tono barconi carichi di altri migran-
elementare regola di buon vicinato.
20
Sentieri e Parole
Av re m o nel gra-
di buono.
La giusta preoccupazione
Vale per tutti il passo di Matteo:
Nota:
per attivi-
sito
il
http://
“Guardate gli uccelli del cielo: non se-
w w w . cro -
ti, sempre diretti al nord, in cerca di
E’ spettacolo comune veder volteg-
minano, non mietono, non raccolgo-
svarenna.it/
un posto dove vivere. Purtroppo però
giare attorno al Cornizzolo, o al Cor-
no in granai, e il Padre vostro celeste
Grazie
a
queste migrazioni non obbediscono a
no Birone sopra Valmadrera, poiane, o
li nutre. Non valete voi molto più di
Giuliana
Pi-
rotta, Massimo Brigo e Checco Ornaghi del CROS per la consulenza scientifica e ad Antonella per tutto il resto
IL BOSCO CHE AVANZA
Il caso dell’alpeggio abbandonato di Monte Basso
le avevo viste solo sopra Premana, per cui feci diverse fotografie. Informandomi seppi poi che l’alpeggio si chiamava Monte Basso
stato lasciato cadere in rovina, es-
no da pensionati. Stessa sorte per un altro alpeg-
sendo troppo faticosa la manuten-
gio vicino, Busè, lambito dalla stra-
zione dei fabbricati e la ripulitura
da di Camaggiore.
dei prati non più sfalciati. Pioggia
di Annibale Rota
coperture dei tetti cadute all’in-
fare un’escursione sulle pendici
di Camaggiore (il nome “Monte
Sono tornato in quella zona
e neve hanno fatto crollare vari
i parla molto oggi di abbando-
terno e, inevitabilmente,
prive di
medio-basse del Monte Muggio
Basso” è comune a diversi alpeg-
quest’inverno facendo il percorso
tetti e il bosco, non più regolato,
no e degrado della montagna.
protezione, sono destinate a dete-
che non conoscevo. Parcheggiata
gi) e che veniva utilizzato d’estate
a rovescio: Vendrogno, San Gra-
ha invaso i prati e le baite prive di
Passando da un alpeggio ab-
riorarsi anche le murature.
l’auto a Vendrogno salii per mu-
dagli allevatori di Camaggiore. In
to (poco più di mezz’ora, splen-
tetto, provocando anche la cadu-
S
bandonato è possibile notare come i
Un pericoloso effetto dell’imbo-
lattiera e sterrata a Noceno e da
quegli anni però sempre più per-
dida vista sul lago), Busè (ormai
ta di muri perimetrali. Solo poche
pascoli non più curati vengano inglo-
schimento è poi il pericolo di in-
qui mi inerpicai verso Camaggio-
sone lasciavano le scomodità e le
un gruppo di piccole villette ben
cascine sono ancora quasi integre.
bati dal bosco circostante e le antiche
cendi: i prati non più sfalciati si ri-
re lungo una mulattiera alquan-
fatiche del vivere in montagna e si
tenute con orti curati e prati re-
Ho fatto diverse foto che do-
strutture di alpeggio non più utilizzate
coprono di erba lunga e secca, che
to ripida, ma ben tenuta e pulita,
trasferivano a valle dove lo svilup-
golarmente sfalciati), Camaggiore:
cumentano come il bosco, a quo-
cadano lentamente in rovina.
costituisce un facile innesco per
tra boschi che rivelavano la cura
po industriale offriva opportunità
un villaggio ordinato con anche un
te medio-basse, possa “ingoiare”
di lavoro meno faticoso e più re-
ristoro aperto d’estate e nei festi-
terreni un tempo coltivati e prati
Monte Basso nel 1978
Monte Basso nel 2014
Monte Basso nel 1978
munerativo.
Monte Basso nel 2014
vi e con una vista mozzafiato sul
prima sfalciati e adibiti al pascolo.
centro lago e aperta fino alle Alpi
Foto che non necessitano di ul-
(poco più di due ore da Vendro-
teriori commenti e permettono il
gno).
confronto con quelle di 35 anni fa.
Alcune di queste costruzioni pri-
fuochi accesi da criminali incen-
ve di manutenzione crollano sotto
diari, da sbadati (o meglio inco-
Ad un certo punto, a circa metà
il peso della neve, le infiltrazioni
scienti) escursionisti che gettano
strada tra Noceno e Camaggiore,
della pioggia, la forza delle radici e
mozziconi spenti male, o anche da
a 1.065 metri di quota (Noceno è
Così Monte Basso venne via via
dei rami degli alberi, che “conqui-
cause naturali come il fulmine.
a 862 m, Camaggiore a 1.201 m),
abbandonato e i prati non più sfal-
Ai compagni di quella gita, dopo
dell’uomo.
Differenti destini
stano” i prati attorno alle cascine
Di recente ho potuto documen-
il bosco si aprì per lasciare spazio
ciati. Camaggiore venne pure in
aver deciso di scendere a Noce-
ed alle baite. Spesso rimangono in
tare uno di questi episodi di ab-
ad un alpeggio con una decina di
buona parte abbandonata, ma la
no, anticipai che avremmo incon-
piedi i soli muri perimetrali con le
bandono di un alpeggio e di im-
tipiche cascine montane: sotto le
località era servita da una strada
trato un gruppo di belle e tipiche
boschimento dei prati una volta
abitazioni e le stalle, sopra i fienili
costruita negli anni settanta e le
costruzioni montane. Non ave-
sfalciati e destinati all’allevamento
con la finestre solo parzialmente
sue costruzioni, ristrutturate, di-
vo considerato il fatto che Mon-
del bestiame.
chiuse da traverse di legno per la-
vennero case di villeggiatura, oggi
te Basso non era servito da una
sciar passare l’aria. Strutture simili
anche abitate per molti mesi all’an-
strada e che pertanto tutto era
22
Sentieri e Parole
Nel febbraio del 1978 decisi di
Sentieri e Parole
23
L’AVVENTURA DI ALMA
Sentimenti incancellabili nel diario della Alini
mi risvegliò e notando la sicurezza di
avviammo verso la
Germano nel salire, con animo sereno
vetta della Grigna.
mi preparai a godere più intensamente
Lì facemmo nuova-
le gioie dell’arrampicata.
mente sosta e poi,
Dopo un attimo di esitazione al
per la noiosa Cer-
Capita, nello spazio di una presiden-
ci bene, una volta arrivati al Pian dei
no tutti i miei pensieri, ma una volta
passaggino, arrivammo in vetta al se-
menati, ritornammo
za, di incontrare soci che ti conse-
Resinelli dovevamo ancora camminare
all’attacco improvvisamente l’azione
condo Magnaghi in un baleno.
alla Sem.
gnano uno spaccato del loro vissuto;
per arrivare all’at-
Scendemmo per attaccare il terzo.
Lì ci dissero della
esperienze umane capaci di andare
tacco dei Magnaghi,
Io insistevo nel dire che l’attacco era
morte di un giova-
aldilà del tempo. Ho incontrato le fi-
perciò
tutta
nel secondo canalone, Germano insi-
ne alpinista milane-
glie e il marito Germano della signora
nostra convenienza
steva per il primo. Vinsi io e portai da
se. La Grigna aveva
Alma Alini, ormai purtroppo decedu-
prender …la corrie-
quel lato anche un’altra cordata.
voluto, all’inizio della
ta. Hanno consegnato alla sezione un
ra.
era
Germano con il figlio Sergio e le figlie in immagini recenti
Ma giunti alla fine del canalino, tutti capimmo di avere sbagliato.
stagione, una vittima. Ci rattristam-
estratto del diario che la loro mamma
Salimmo poi alla
amava scrivere per mantenere vivi, a
Sem per fare uno
Proposi di scendere ad attaccarlo
mo, ma giunse l’ora
dispetto del tempo, ricordi che hanno
spuntino e per de-
dalla parte giusta, ma Germano volle
della partenza e con
segnato un’esistenza. Ne hanno anche
positare uno zai-
aspettare il responso del primo dell’al-
l’ultimo sguardo alla
ricostruito l’attività alpinistica. Grazie
no, poi, per il noto
tra cordata il quale era convinto di
vetta conquistata le
alla loro concessione abbiamo la pos-
canalone Porta, ci
poter passare.
dicemmo
sibilità di pubblicarlo. In bella scrittura
portammo
riappaiono sentimenti incancellabili.
tacco dei Magna-
(Emilio Aldeghi)
all’at-
Era la prima volMilano, 3 maggio 1952
ta che andavo via
“arrive-
E infatti ci riuscì. Noi lo seguimmo.
derci” poi, per la Val
La roccia, solida sul primo e secon-
Calolden, di corsa,
do Magnaghi, qui è più friabile.
ghi.
Gli appigli però non mancano, anzi sono abbondanti, ma che importa?
ritornammo. Non
posso
far
altro che elogiare
con Germano, sia
Che importa se l’unico passaggio in
’ bello abbandonarsi alla corren-
a fare una gita, sia
cui gli appigli sono meno abbondanti
sicurezza
te dei ricordi, quando è ancora
ad
del solito non può in coscienza classi-
rampicare, sicurezza
vivissima nella mente la visione
e, benché cono-
ficarsi oltre al terzo grado?
che trasmise an-
della montagna e nel cuore vibra, in-
scessi i Magnaghi
Arrivammo in vetta.
che a me e che ci
tatto, il piacere di una simpatica com-
per averli fatti al-
Ai nostri piedi si estendeva un enor-
permise di fare una
pagnia.
tre volte, provai un
me mare di nebbia, lievemente ondu-
Alle 4.47 di giovedì 1° maggio, Ger-
senso di spavento,
lato ed ondeggiante, mentre sopra di
Mi auguro di po-
mano ed io lasciavamo, con un sospi-
mentre mille dub-
noi regnava sovrano l’infinito azzurro
ter andare presto
ro di sollievo, alle nostre spalle Milano.
bi sgorgarono dal
di un cielo limpidissimo.
sui monti in sua
E
arrampicare
Germano per la sua nell’ar-
bella arrampicata.
La nostra meta era la Grigna.
mio cervello: riu-
Non una valle, non un abitato sorge-
compagnia poiché è
Il viaggio iniziò sotto i migliori au-
scirò a superare la
va dal candido mare: solo le cime più
un ragazzo che dà
spici: cielo perfettamente sereno e
prova che ieri ho
alte della Bergamasca lo sovrastavano.
veramente
un’aria fresca dal nord.
accettato con tanta
Ogni svogliatezza scomparve. Lo
A Lecco pensammo bene di pren-
baldanza? Non sa-
spettacolo superbo e il primo contatto
dere la corriera. Non ci sentivamo di
rebbe meglio de-
della stagione con la roccia mi resero
fare la Calolden. A furia di percorrerla
clinare l’offerta di
di nuovo la piena gioia di vivere.
ci è venuta in uggia e poi, a pensar-
Germano che poi
Seduti sulla vetta del terzo Magna-
magari si pentirà di
ghi mangiammo qualcosa e fumando
aver portato con sé
la meritata sigaretta parlammo dei
“una scarpa”?
nostri progetti per l’avvenire e di gite
24
Sentieri e Parole
Questi
era-
fatte in passato, poi zaino in spalla ci
Alma in Grignetta
mento.
affida-
Alma in un ritratto giovanile Sotto: Alma alla Punta Gnifetti
ALMA ALINI, ATTIVITÀ ALPINISTICA FINO ALL’ESTATE ’58
Alma e Germano sull’Etna nel 2006
Alma con il marito Germano Sotto: Una pagina del diario di Alma
PREALPI LOMBARDE Arrampicate in Grigna Meridionale : Tre torrioni Magnaghi Segantini Campaniletto Angelina Cinquantenario Torre Cecilia spigolo della Crocetta Canalone Porta in invernale Spigolo del Nibbio Grigna Settentrionale dal rifugio Pialeral al rifugio Brioschi Resegone Pizzo dei Tre Signori Pizzo Varrone Zuccone Campelli Zucco di Pesciola Cresta Ongania Pilastrini al Secondo Corno di Canzo ALPI CENTRALI Pizzo Stella Monte Disgrazia Punta Milano Sfinge Pizzo Scalino Pizzo Bernina Traversata Rifugio Marco e Rosa Pizzo Palù - Ghiacciaio del Fellaria - Rifugio Marinelli Cima Piazzi dalla Val Grosina Traversata Rifugio Casati - Cevedale - Rifugio V° Alpini - Monte Zebrù Rifugio V° Alpini -Passo Stelvio passando da Passo dei Volontari e Passo Camosci - Vedretta del Madaccio Rifugio Livrio ALPI OCCIDENTALI Chateau des Dames Testa del Leone Traversata da Rifugio Oriondè a Gressoney passando sotto parete sud del Cervino poi Cresta di Furggen - Rifugio Teodulo - Breithorn - Castore - Rifugio Quintino Sella - Naso del Liskam - Punta Gnifetti – Balmenhorn Punta d'Arbola Pizzo Bianco Punta Grober da Ghiacciaio delle Locce ALPI ORIENTALI Marmolada Traversata da Agordo a Brunico: Rifugio Coldai - Rifugio Venezia - Rifugio San Marco - Rifugio Luzzati -Cortina -Rifugio Cantore -Tofana di Rozes - Rifugio Fanes per la Val Travenances da Fanes a Plan de Corones - Brunico
IL SORRISO DI MARCO
E’ troppo presto per dimenticare “Butch” Anghileri di Renato Frigerio / Gruppo Gamma
P
ochi mesi sono trascorsi da quella triste serata di domenica 16 marzo, quando
a Lecco si stavano diffondendo i primi increduli sussurri che accennavano alla tragica scomparsa di Marco Anghileri, tanto che parlarne ora su questo notiziario può sembrare del tutto superfluo. Tra televisioni e stampa varia abbiamo infatti visto un tale effluvio di parole nei giorni che sono immediatamente seguiti a quel dolorosis-
Marco in cima alla Grigna, marzo 2014
L’ultimo alpinista
tovalutato. Ci sono infatti tanti modi di
simo evento, senza fare giustamente
Perché darne adesso un pur sempli-
considerare e di fare alpinismo: sotto
economia di pagine intere tutte dense
ce cenno su questo notiziario? Siamo
questo aspetto non si finisce mai di
di ricostruzioni, supposizioni e rievo-
sinceri: si sarebbe forse potuto con-
discutere. Ma essere alpinisti come lo
cazioni biografiche di un alpinista che
sentire che almeno un numero del
è stato Marco, nonostante gli incidenti
aveva ancora tanto da dare e sul quale
notiziario del CAI di Lecco non desse
e la sfortuna che lo hanno bersagliato,
Lecco poteva riporre molte ambiziose
spiegazione del perché, a partire dal
è quello che più ci piace ed è quel-
aspettative per mantenersi all’altezza
marzo 2014, non avrebbe più potu-
lo che più si avvicina ai nostri alpinisti
della sua considerazione alpinistica,
to riportare nulla delle imprese cui il
che più amiamo, che sempre ricordia-
tanto che ora non rimane proprio nulla
“Butch” ci aveva abituato? Non per al-
mo e che auspichiamo rappresentino il
da aggiungere.
tro Marco Anghileri non avrebbe più
modello cui si ispirano i giovani che si
Se però diciamo che adesso non
fatto parlare di sé: solo perché lui non
avvicinano ancora alla montagna.
si può trovare niente che serva per
c’era più, e con lui se n’erano pure an-
Se Marco lo rimpiangiamo come
completare quanto abbiamo già letto
date anche le ultime lacrime che ave-
alpinista ideale, non meno ci man-
sui tanti articoli apparsi a suo tempo,
vano pianto la sua scomparsa.
ca nella sua personale umanità che
con ciò non si vuole semmai esclu-
Siamo tentati di affermare che con
esprimeva con la sua amicizia sincera
dere che Marco meriti eventualmente
lui sia uscito di scena anche l’ultimo
e fedele, qualità che risultavano come
che venga pubblicata una bella bio-
nostro alpinista che ricalcava in tutto
condensate nel suo inimitabile sorriso.
grafia completa, come quelle che sono
la passione, lo stile e il fascino dell’al-
Per dire quanto tutti ne rimanessero
state dedicate ai grandi nomi del no-
pinismo che un tempo aveva riempito
contagiati, ricorriamo a quello che di
stro alpinismo. Grande Marco Anghi-
di entusiasmo e di incanto le strade e
lui ha scritto Alessandro Gogna: “Tut-
leri lo è stato di certo, e lo sarebbe
le piazze dell’intera città. Se poi questa
ti parlano del suo sorriso. È vero, era
stato ancora di più se imprevisti e in-
affermazione fosse messa in discus-
inimitabile. Quel suo sorriso è il ricor-
cidenti vari non ne avessero rallentato
sione, se fosse vero che non corri-
la corsa, se soprattutto non fosse so-
sponde alla realtà dei fatti, saremmo
praggiunto questo ultimo volo fatale.
noi i primi a rallegrarci e a chiedere scusa a tutti coloro che abbiamo sot-
Sentieri e Parole
27
do forte e indelebile che porterà sem-
A RICORDO DEL “GUERA”
pre con sé. Il sorriso è uno di quei momenti in cui ti sembra di vedere i
Guerino Cariboni, alpinista umile e coraggioso
sogni degli altri”. Non potremo che ricordarlo sempre con quel suo volto giovanile, sul quale
di Dino Piazza
prima solitaria invernale cui solo un
A
alpinista dotato di qualità straordinarie
mense. Un giorno, dopo l’ascensione
poteva fiduciosamente aspirare.
con i giovani alpinisti, ci fermiamo in
immaginiamo di scorgere un’estrema soddisfazione, quella di avere ormai a portata di mano la conquista di una
CRONACA ALPINISTICA In ordine cronologico, tra le salite più imMarco in tenda nella sua ultima notte sul Bianco portanti della carriera alpinistica di Marco Anghileri di seguito segnaliamo le prime ripetizioni, solitarie, invernali, concatenamenti e le vie nuove, senza trascurare l’attività extraeuropea. L’elenco non comprende invece, per comprensibili ragioni di spazio, le scalate dal Bianco alle Dolomiti effettuate con la ripetizione sulle vie più famose e classiche delle Alpi Occidentali, Centrali ed Orientali. 1990 prima ascensione – variante Gamma alla via Giuliana, 6b – Sasso di Sengg – Grigna settentrionale; 1992 prima ripetizione e prima invernale – via Marino Stenico, VI+, A4 – Cima Su Alto – Civetta – 5 giorni; prima ripetizione e prima invernale – via degli Amici, VI+, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale – 2 giorni; ripetizione in solitaria – via Oppio, VI, A2 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale – 2h; 1993 ripetizione in solitaria – spigolo Nord – Agner – Pale di San Martino – 3h e 30’; 1994 prima invernale solitaria – via Aste, VI, A1 – Punta Civetta – 4 giorni; settima ascensione – diedro Casarotto-Radin, parete Ovest, VI+, A1 – Spiz di Lagunàz – Pale di San Lucano – 2 giorni; solitaria integrale – via dell’Anniversario, VII – Corna di Medale – Costiera del San Martino – 1 h (probabile prima free-solo della via); prima solitaria – via Rebus, 6c, A3 – Corna di Medale – Costiera del San Martino – 2h 30’; 1995 prima ascensione – diedro Marièt, parete Sud, VI+, A3 – Lastia de Gardès – Pale di San Lucano – 2 giorni; ripetizione solitaria – via Don Quixote, parete Sud, VI – Marmolada di Ombretta – 2h; concatenamento in giornata e free solo: via Gandin, Torrione Magnaghi centrale; via Lecco, Torrione Magnaghi settentrionale; via Gandin, Torrione del Cinquantenario; via Marimonti, Torrione Cecilia; via Donna Mathilde, Piramide Casati; via Cassin, Torrione Palma; via Boga, Torrione Clerici; via Zucchi, Pilone centrale della Grignetta; 1996 prima ripetizione e prima invernale – via Sonia, parete Sudovest, VII, A2 – Quarta Pala di San Lucano – 4 giorni; 1997 prima ripetizione e prima invernale – via dei Finanzieri, parete Sud, VI+, A2 – Quarta Pala di San Lucano – 2 giorni; prima ripetizione e prima solitaria invernale – via Olimpo, parete Sud, VII+ - Marmolada di Rocca – 3 giorni; prima invernale – via Casarotto, VII – Cima della Busazza – Civetta – 3 giorni; prima ripetizione solitaria e prima invernale – parete Sud, via Casarotto, VI+ - Quarta Pala di San Lucano, 2 giorni; tentativo al Cho Oyu di 8201, versante Nordovest, in Tibet – raggiunta quota 7500 m; 1999 Yosemite Valley – Sierra Nevada (California) – via del Nose al El Capitan; Regular Route all’Half Dome; la Steak-Salathè alla Sentinel Rock; 2000 prima solitaria invernale – parete Nordovest, via Solleder, VI – 5 giorni; concatenamento in ripetizione solitaria sulle Dolomiti delle vie Vinatzer/Messner alla Marmolada di Penia in 2h e 40’, Solleder alla Civetta in 2h e 15’, Gilberti lungo lo spigolo Nord dell’Agner in 3h e 25’. Con i trasferimenti il tempo totale è di 14h e 15’; 2004 tentativo al K2 di 8611 m, parete Sud, sperone Abruzzi, in Karakorum, Pakistan – raggiunta quota 7900 m; 2005 prima ripetizione con varianti – parete Ovest, via Rosa o Denaro, VI+ - Terza Pala di San Lucano; 2009 concatenamento in una sola giornata sulla Corna di Medale delle vie: Taveggia, Eternium, Mexico e Nuvole, Susanna Sotto le Gocce, Saronno ’87, Anniversario, Cassin e Boga, per un totale di 2000 metri di sviluppo; 2010 concatenamento in 24h di 6 vie di Riccardo Cassin in Grigna: Corna di Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Sasso Carbonari, Sasso Cavallo e Pizzo Eghen, con spostamenti a piedi; 2011 prima solitaria – parete Sudovest, pilone centrale Titan, via per L’ultimo Zar, VII+, A3 – 2 giorni; prima solitaria – via dei Ragni, VI, A3 – Torre Cecilia – Grigna meridionale; seconda solitaria (probabile) via del Dett, VI+, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale; prima solitaria – via del Dett, VI, A4 – Torre Costanza – Grigna meridionale; prima solitaria – via del Dett, VI, A3 – alla Punta Forcellino – Costiera del San Martino; prima ripetizione (probabile) – via Zanetti 2000, 6c, A1 – Corna di Medale; 2012 Prima solitaria e prima invernale, seconda ripetizione – pilastro Sudovest, via dei Finanzieri, VII, A3 – Spiz di Lagunàz – Pale di San Lucano – 3 giorni; prima ripetizione (probabile) e prima in libera (fino al VII+) – parete Ovestsudovest, via Mandello, VI, A3 – Sasso Cavallo – Grigna settentrionale; 2013 Concatenamento in 14h 30’ di 5 diversi canaloni della Grigna: Porta e Federazione (Grignetta), Carbonari (Sasso Carbonari), Ovest (Grignone), Inglese (Pizzo della Pieve); concatenamento in giornata di 3 vie di Giuseppe “Dett” Alippi : Punta Forcellino, Torrione Costanza e Sasso Cavallo; concatenamento in solitaria e in giornata di 5 vie di Walter Bonatti, sul Resegone e in Grignetta, con spostamenti a piedi e in bici: Bastionata del Resegone, Corna di Medale, Torre Costanza, Ago Teresita, Torrione Magnaghi meridionale.
28
Sentieri e Parole
ndavo a fare Alpinismo Giovanile con don Giuseppe Tagliabue, che poi sarebbe
diventato prevosto di Mariano Co-
un rifugio; don Giuseppe si avvicina e mi chiede: “Tu lo conosci il Guerino Cariboni?” “Sì, molto bene” rispondo. “Che tipo è?” “L’è un bravo bagai”. E la cosa finisce lì. Dopo alcuni mesi il Guerino mi invita al suo matrimonio e mi ringrazia di aver parlato bene di lui al prevosto; è stata una festa di matrimonio indimenticabile, aveva invitato molti Ragni, sua moglie era di Mariano Comense.
Mi sono legato diverse volte con il “Guera” e ho potuto constatare il suo coraggio, il suo valore, la sua onestà e la grande umiltà. Siamo andati in Patagonia insieme, era inverno e faceva molto freddo, 30° sotto zero. Dopo quindici giorni ci siamo trasferiti in Brasile, nel Mato Grosso, a 28° sopra zero e ricordo che lui disse che era come uscire dall’inferno ed entrare in paradiso. Era bello viaggiare con lui e la sua simpatia, non si lamentava mai, è sempre stato un ottimo compagno di viaggio. Ha incominciato ad arrampicare con Casimiro Ferrari e di salite ne ha fatte
Guerino Cariboni in un ritratto giovanile. Foto D. Piazza
davvero tante, è stato un vero alpinista. Grazie Guera di tutti i bei momenti passati insieme. Ora vai nel tuo ultimo viaggio e che Dio ti benedica.
ROSSANA E WALTER
metri, sulla Mer de Glace. E nel cor-
padrona impeccabile e impeccabile
Dopo la scomparsa di Walter, nel
so degli anni si sono susseguite tan-
organizzatrice di incontri, di cene, di
settembre 2011, vedo Rossana impe-
te altre avventure di viaggio, in tutti i
serate.
gnata nella missione di tenerne viva la
continenti: Walter e Rossana, Rossana
Ed è ancora Rossana che fa di Wal-
memoria attraverso una serie infinita
e Walter, sempre insieme, sempre in-
ter, per sua natura schivo e solitario, il
di conferenze, incontri, talk-show, che
namorati. Colpiva la genuinità e la fre-
nonno onorario, circondato ed amato
hanno comportato viaggi massacran-
schezza delle manifestazioni di affetto
da una decina di nipoti, partecipe di
ti qua e là per l’Italia. E poi l’impegno
e di amore tra due persone mature,
giochi, bagni e scalate sugli scogli du-
di scrivere due libri e di produrre due
entrambe dalla forte personalità e dal
rante le vacanze estive nella splendida
film, l’ultimo, realizzato insieme a Pa-
ricco passato, manifestazioni fatte di
villa all’Argentario, immersa nella na-
ola Nessi, presentato trionfalmente a
tanti piccoli gesti, di tante piccole at-
tura della macchia mediterranea.
Trento lo scorso ottobre nell’Audito-
tenzioni, che più si aspetterebbero tra
Dopo anni e anni felici insieme, vedo
rium Santa Chiara, dove ero presente,
Rossana partecipe sempre attenta e
con gli amici doc, il presidente del CAI
Questo amore di Rossana verso il
impegnata delle traversie di Walter,
Aldeghi, il sindaco Brivio, l’ex-prefetto
suo Walter si è concretizzato nella ri-
malato e stanco, fino agli ultimi dram-
Valentini, a rappresentare la nostra cit-
cerca e nella sistemazione della casa
matici giorni a Roma, da un ospedale
tà.
della loro vita, il rudere di cascina a
all’altro, da una terapia intensiva a una
Dubino da cui, con le idee e il gusto
rianimazione.
innamorati ventenni.
Ma questo impegno pressante e continuativo ha lasciato una Rossana
di Rossana e con Walter e Rossana, al centro, alla tradizionale messa in vetta alla Grignetta, novembre 1995. Foto Annibale Rota
l’impegno
di Eugenio Mira
conviviali con un gruppo di amici, di
gli anni ’70 o avvolta in un peplo che
on ho avuto l’opportunità e
una decina di veri amici - amici doc
lasciava maliziosamente intravvedere
l’onore di arrampicare con
diceva Rossana - tra le centinaia di
le sue grazie in “Elena di Troia” degli
Walter Bonatti: da modesto
conoscenti e amici occasionali: i Moro
stessi anni? Ma la sua vocazione non
alpinista qual sono non sarei stato
a Chiavenna, gli Scherini a Sondrio, i
era quella dell’attrice e Rossana non
all’altezza di accompagnarlo, neppure
Sertorelli a Bormio, i Brillo, Fiocchi,
si è dispiaciuta di avere poi lasciato
come cliente, negli anni della sua pro-
Quadrio Curzio e Scotti a Lecco.
questa attività.
N
fessione di guida alpina a Courmayeur.
Di Walter alpinista è stato detto e
Devo la mia conoscenza con Walter
scritto tutto. Di Walter uomo è stato
e Rossana ad un altro indimenticabile
detto e scritto molto e gran parte di
Rossana era una donna di avven-
amico, Sergio Ghiraldini, il “Lada”, che
questo, la parte più intima, quella de-
tura, dalle fughe in Libia tra i beduini
me li presentò negli anni ’90 in occa-
gli affetti e dei sentimenti, si deve a
negli anni dell’infanzia, dalle zingarate
sione di un incontro con il Gruppo Ra-
Rossana.
in Toscana negli anni della giovinez-
Donna d’avventura
gni, gruppo di cui Walter si riconosce-
Che dire di Rossana?
za, ai viaggetti improvvisati (ricordo il
va orgogliosamente socio onorario.
Colpiscono la sua spontaneità, il suo
racconto di uno di questi tra Israele,
Da allora le occasioni di frequentazio-
essere sempre se stessa, nell’esprime-
Libano e Siria) durante le pause di la-
ne si sono moltiplicate: escursioni in
re e raccontare - e come sapeva rac-
vorazione dei suoi film, qua e là per il
val Roseg, in val Masino, ai laghi del
contare - le sue vicende, i suoi incon-
mondo. A metà della sua vita l’incon-
Truzzo, spesso con i Ragni Dino Piaz-
tri, le sue avventure, le sue opinioni, i
za e Agostino Castagna, gite in quel di Bormio e in quel di Livigno, incontri
30
Sentieri e Parole
fisico
di
anche Walter
stanca e logorata, Veduta di Dubino; la casa di Walter e Rossana è l’ultima in alto in mezzo al bosco, evidenziata nel cerchio. Foto M. Pedeferri
che mi confessava, in occasione di
- muratore, fale-
una gita a Chia-
gname,
idraulico,
venna e di un volo
elettricista, giardi-
in elicottero con
niere - è nata una
gli amici Moro, di
abitazione
calda,
volersi finalmente
accogliente, piena
riposare e dedi-
di cose belle e di
care un poco a se
ricordi. E qui Ros-
stessa e alla casa
sana
di Dubino.
governava
con mano ferma,
Il destino ha deciso diversamente.
D
opo averlo ammirato per una
solo argomenti alpinistici e medici ma
di pausa, trovando il tempo per scrivere
vita, ho conosciuto Walter
anche interessi comuni in tema di storia,
i suoi ultimi libri sulla amata Lettera 22.
Bonatti a Lecco, all’inizio de-
scienza, politica, visione della vita.
Erano gli anni in cui Walter, riconosciu-
gli anni ’90, grazie all’indimenticabile
Erano gli anni in cui Walter, dopo la
to come il più grande alpinista della sua
tro con l’uomo che più rappresentava
Sergio Ghiraldini, “Lada”, durante una
stagione delle grandi scalate e quella
generazione, partecipava a conferen-
suoi sentimenti, nel non nascondere le
l’avventura, alpinista ed esploratore,
cena in pizzeria in fondo a viale Turati,
delle grandi esplorazioni, aveva trovato
ze, convegni, talk show, conferimenti di
sue rughe e i suoi capelli bianchi, pe-
Walter Bonatti. E dopo il primo in-
in occasione di una serata del Gruppo
la sua serenità con Rossana nella casa di
attestati e di medaglie qua e là per il
raltro sempre portati con una naturale
contro a Roma, casuale, imprevisto ed
Ragni.
Dubino e, in estate, nella villa all’Argen-
squisita eleganza. E’ stata un’attrice,
imprevedibile, esilarante, da racconto
Abbiamo subito socializzato, io per
tario, dove faceva da nonno onorario ai
un’eccellente attrice: chi non la ricor-
cinematografico, la prima delle avven-
la gioia di conversare e frequentare un
numerosi nipoti di Rossana, lavorando
da, inguainata in una aderente tutina
ture insieme: una settimana d’amore
mito della mia giovinezza, Walter pro-
infaticabile come giardiniere, muratore,
azzurra nei “Sette uomini d’oro” de-
nella tenda, nella bufera, a quattromila
babilmente per condividere con me non
imbianchino, falegname e, nei momenti
Sentieri e Parole
31
ALIMENTAZIONE A BASSE QUOTE
sublimò la frustrazione che aveva accumulato dopo la spedizione al K2; della tragedia del Fréney e del ruolo tra i
Cosa mangiare (e perché) quando si fa trekking in montagna
soccorritori degli amici Ragni chiamati dal padre di Gallieni; della grande fraterna amicizia con Carlo Mauri, il Bigio, nel-
Escursione in Alta Valtellina, con Marco Sertorelli e Eugenio Mira. Estate 2004
mondo e ancora riusciva a organizzare
come Dino Piazza, Lupetto e Agostino
con Rossana e gli amici valtellinesi viaggi
Castagna: i laghi di Truzzo, in una cal-
non propriamente turistici in Kamchat-
da giornata d’estate, con Rossana quasi
ka, in Patagonia, in Dancalia (ma perché
disidratata e soccorsa con una bustina
almeno una volta non ho risposto sì ai
di Polase; la Val Masino sino al Pianone
loro inviti?).
sotto la Gianetti, in una serena e fredda
E in questi anni gli incontri si sono
giornata di novembre, quando ci siamo
moltiplicati, con Walter e con Rossana,
incontrati e fotografati con giovani alpi-
in occasioni ufficiali come le conferenze
nisti del CAI Morbegno durante la nostra
di Walter nelle sedi del CAI o al Teatro
colazione al sacco; la Val Roseg sotto la
della Società di Lecco o come la ce-
neve; il Monte Scale, la Val Grosina, la
rimonia per il conferimento della laurea
Val di Sotto, quando Dino dimenticò la
honoris causa in Scienze Ambientali da
macchina fotografica appesa al ramo di
parte dell’ Università dell’Insubria a Va-
un cespuglio, invano cercata per qualche
rese nel 2002 (la lettura magistrale di
ora (Lupetto cita la mia sentenza “chi
Walter “Uomo avventura montagna - La
non ha testa abbia gambe”) e fortuno-
cultura di montagna e i suoi valori” è un
samente ritrovata qualche giorno dopo.
classico di storia e di filosofia dell’alpinismo). Ma più spesso in occasioni più
Passo lento
familiari come i pranzi e le cene nel-
E qui Walter, che avrebbe potuto il-
la casa-museo di Dubino, nella villa di
lustrarci tutte le creste e le guglie del
Rossana all’Argentario, nella nostra casa
Bianco, ascoltava attentamente le nostre
di Maggio, in casa degli amici comuni di
descrizioni delle cime, delle bocchette,
Lecco, di Bormio, di Pavia.
dei cascinali, dei sentieri dei pastori, dei
Qui voglio ricordare ed illustrare le escursioni fatte insieme, e insieme con qualche storico amico del Gruppo Ragni
carbonai, dei contrabbandieri sulle montagne delle Orobie e della Valtellina. E, parlando di alpinismo, i ricordi delle prime mani sulla roccia in Angelina; della
32
Sentieri e Parole
prima al Grand Capucin, che rivelò il giovane Bonatti al mondo alpinistico; della prima al pilastro del Dru, in cui Walter
di Donatella Polvara*
le salite insieme sul Bianco, nella prima
Una corretta alimentazione è la base
al G4, nella grande cavalcata intorno al
per mantenere l’organismo in buo-
Cerro Torre dopo l’incontro con Cesare
no stato di salute e creare le riserve
Maestri.
energetiche necessarie per affrontare
Spesso, in questi racconti, affiorava il
al meglio gli sforzi richiesti durante
nervo scoperto di Walter, la vicenda del
l’esercizio fisico. E’ dunque corret-
K2, con amari ricordi che si addolcirono
to impegnare una parte del proprio
solo dopo il riconoscimento ufficiale da
tempo, oltre che nella pianificazione
parte del CAI, in seguito alla relazione
del tragitto che vorremo intraprende-
dei tre saggi, sul suo ruolo chiave nel
re, anche per la preparazione dei cibi
trasporto dell’ossigeno (“quella notte
adeguati da mettere nello zaino.
dovevo morire”).
Camminare in montagna è uno de-
Di queste escursioni resta il ricordo
gli sport che richiedono un maggiore
del passo lento e regolare di Walter, del
dispendio energetico, mediamente nei
suo abbigliamento essenziale (in mez-
tratti in salita si ha un consumo calo-
zo a sky-runners superaccessoriati e
rico stimato di 500 Kcal/ora: questo
in fuseaux e cardiofrequenzimetro, due
valore varia in funzione della quota a
scarponcini da trekking, una camiciola
cui ci si trova, delle condizioni climati-
di cotone a maniche corte e quadretti-
che, dell’allenamento, dell’età, del peso
ni bianchi e rosa da grande magazzino,
del soggetto.
ma anche l’amato maglione dei Ragni, il
Inoltre durante la salita l’organismo
pile Patagonia, il Rolex); della metico-
perde notevoli quantità di acqua at-
losità con cui sistemava cibo e mate-
traverso la respirazione e la sudora-
riale nel suo piccolo zaino, meticolosità
zione; si stima che vengano persi in
che mi ricordava la preparazione del-
media due litri di liquidi all’ora durante
le grandi sacche del pilastro del Dru e
l’attività sportiva. Questo valore può
della nord del Cervino; della disponibilità
subire notevoli variazioni in funzione
e signorilità con cui Walter si trattene-
della temperatura, umidità, livello di al-
va a conversare con gli ammiratori che
lenamento e condizioni fisiche dell’in-
lo riconoscevano incontrandolo lungo i sentieri. Chiudo con un ultimo ricordo: quello, agli inizi di settembre 2011, di un Walter,
dividuo. Dunque vediamo meglio nel dettaglio come comportarsi con l’alimentazione.
ormai provato dalla malattia, che saliva, a fatica, aiutandosi con i bastoncini da sci, ma solo, senza aiuto e con la sua deter-
Colazione da re La colazione del mattino dovrebbe
minazione di sempre, sotto lo sguardo
comprendere il 20-30 per cento delle
affranto di noi e di Rossana, i pochi gra-
calorie dell’intera giornata e andreb-
dini della villa all’Argentario, alcuni giorni
be consumata almeno una o due ore
prima della sua scomparsa.
prima di fare attività fisica. Soprattutto
per chi fa trekking di lunga durata o sci di fondo, sarebbe utile non appesantire lo stomaco durante il giorno, ma preferire una colazione
ricca
in alimenti altamente calorici e di facile assimilazione. Preferire un tè ben
zuccherato
con fruttosio o stevia
(indica-
ta anche per chi ha maggiori difficoltà nel metabolismo
degli
zuccheri
sem-
(volume sanguigno circolante) e con
plici) oppure miele, considerato un
gravi effetti sull’organismo: diminu-
ottimo supporto energetico. Biscotti
zione della potenza muscolare, stan-
integrali e marmellata, succhi di frut-
chezza, capogiri, nausea e vomito.
ta multivitaminici e cereali integrali a
Sarebbe utile non appesantire lo
base di avena o farro. Per chi ama il
stomaco soprattutto nei percorsi più
salato preferire prosciutto e uova ac-
impegnativi e faticosi.
compagnati da pane integrale.
I carboidrati (contenuti in pane, pasta, frutta, riso, mais) sono il principale
Durante l’attività
carburante ad immediato utilizzo per
Per quote inferiori a 3000 me-
chi fa trekking. Meglio evitare però
tri un soggetto ben allenato sviluppa
zuccheri semplici, meglio mettere
delle capacità di adattamento tali per
nello zaino dei carboidrati con indice
cui non ha bisogno di diete particolari.
glicemico medio, in quanto fanno va-
Solo qualche accorgimento: mangia-
riare la glicemia in modo graduale ed
re a intervalli regolari, mai arrivare ad
evitano sbalzi insulinici, creando un’e-
avere fame perché il recupero potrebbe avere dei tempi molto lunghi con problemi sui livelli di glicemia (livelli di zucchero nel sangue) e volemia
Sentieri e Parole
33
un eccessivo richiamo di liquidi a livelli intestinale con spiacevoli disguidi durante il percorso. Il pasto di recupero La sera, dopo una giornata di trekking o di sci di fondo, si dovranno compensare le perdite energetiche e di sali minerali con un buona cena. Sarebbe bene evitare un eccesso di proteine sottoforma di insaccati o carni per non aumentare il carico di acido urico, prodotto durante l’attività fisica. Preferire minestre in brodo ricche di sali, con pasta o riso, oppure nergia di lunga durata. Le molecole che principalmente rispecchiano questi requisiti sono
quella di seguire i propri gusti, barretta
un giusto apporto proteico sottofor-
o panino con affettato, possono esse-
ma di legumi. L’ideale resta l’associa-
re scelti indifferentemente.
zione ceci, fagioli, piselli con pasta o
il fruttosio e l’isomaltulosio. Ne sono
La sosta al rifugio è l’ideale, soprat-
riso. Formaggi magri e uova posso-
ricchi il miele, i datteri, l’uva, i fichi, le
tutto d’inverno, per sfruttare l’oppor-
no essere accompagnati da un buon
pere, le mele, le gelatine di mela co-
tunità di avere un piatto caldo, ma non
bicchiere di vino rosso, ricco di flavo-
togna.
eccedere con piatti troppo abbondanti
noidi, potenti antiossidanti ad azione
Anche il mix fruttosio/maltodestri-
o eccessivamente grassi se la discesa
benefica sull’intero organismo.
ne è un ottimo carburante per trek-
risulta impegnativa o se i chilometri
king con tempi superiori alle 2/3 ore.
da percorre con gli sci sono ancora
Questi concetti voglio essere un vali-
parecchi.
do supporto di carattere generale, per
Tenere a portata di mano gelatine alla frutta, frutta secca ed essiccata
Per evitare di mandare in tilt tutto
(prugne, uvetta, albicocche, fichi, ba-
l’organismo (basta perdere il 4 per
Chi volesse affrontare la tematica in
nane), riso soffiato, barrette ai cereali,
cento di liquidi per ridurre le presta-
modo più dettagliato e preciso, in vista
nocciole, mandorle e pinoli da consu-
zioni fisiche) sarebbe utile, durante il
di trekking impegnativi o per sostene-
mare ad intervalli regolari.
trekking, bere ad intervalli regolari, con
re performances ad alto livello, neces-
Anche piccole porzioni di ciocco-
un consumo variabile da 300/600 ml
sita di piani personalizzati basati sullo
lato, soprattutto quello fondente, ric-
ogni ora. Consumare un’acqua ricca di
studio delle caratteristiche antropo-
co di magnesio, fosforo, teobromina e
sali minerali con residuo fisso pari o
metriche, utili per un approfondito
flavonoidi (antiossidanti), non posso-
superiore a 1000 mg/l, in modo che il
calcolo del bilancio energetico mirato.
no mancare nello zaino. Ma attenzio-
reintegro disseti e compensi le perdite
ne, il suo valore energetico può essere
di sali circolanti.
molto elevato, 100 grammi possono arrivare a sostenere circa 500 Kcal.
Per chi volesse far uso di bevande a base di integratori sarebbero da preferire quelli ipotonici con una osmola-
Reintegro La regola migliore per il reintegro è
rità < 0,3 osm/l, con un contenuto in carboidrati pari a 4 gr per 100 ml, con fruttosio e maltodestrine che hanno
34
Sentieri e Parole
tempi di assimilazione molto rapidi. Evitare invece bevande molto ricche di zuccheri in quanto causerebbero
individui sani.
*biologa nutrizionista
TORRE PROIBITO
Troppa neve, troppo ghiaccio e troppo caldo in Patagonia
di Matteo Della Bordella
E
ravamo partiti con un progetto preciso in testa: salire la parete Nord del Cerro Torre.
Ma, come spesso accade in mon-
tagna,
abbiamo
dovuto
cambiare
programma. Quest’anno la Nord del Torre purtroppo non è mai stata nelle condizioni giuste per permetterci un tentativo: troppo brutto tempo, trop-
Luca Schiera, Matteo Della Bordella e Silvan Schupbach in cima al Fitz Roy. Foto Matteo della Bordella
Fitz Roy e sull’Aguja Saint Exupery.
pa neve e troppo ghiaccio e all’arrivo
Silvan Schupbach in un tratto di misto sul Fitz Roy.
del bel tempo le temperature troppo
Fitz Roy
portato tutto il materiale, e salire prima
1800 metri di arrampicata fino al 6a+
l’Aguja de la Silla, cercando di aprire
C1 M5.
una via nuova, per poi continuare fino in cima al Cerro Fitz Roy.
Ci sarebbe piaciuto salire una via nuova sull’Aguja de la Silla, ma la prima
alte hanno reso un eventuale tentativo
Il nostro gruppo anche questa vol-
molto pericoloso a causa della caduta
ta era formato da me e Luca Schiera
Siamo partiti la mattina del 13 feb-
parte della parete Nord-Ovest, piena
di pezzi di ghiaccio dall’alto. D’altron-
entrambi dei Ragni di Lecco e dall’a-
braio dal campo “Nipo Nino” e, pas-
di scaglie e senza linee di fessura evi-
de lo sapevamo che la Nord del Torre
mico svizzero Silvan Schupbach; un
sando per l’”Hombre Sentado”, ab-
denti non ci ha convinto, così abbiamo
è una delle pareti della Patagonia più
team che avevamo già avuto modo di
biamo raggiunto la cima dell’Aguja
preferito puntare alla vetta passando
esposte ai venti e difficili da trovare in
collaudare quest’estate in Pakistan.
de la Silla a mezzogiorno del giorno
per vie già esistenti.
condizioni, ma le foto dell’anno scorso
Per Silvan era la prima volta in Pa-
successivo; da qui siamo poi ridiscesi
scattate dalla cima della Torre Egger ci
tagonia, per Luchino la seconda ed io
alla base del Fitz Roy ed il 15 febbraio
avevano fatto sognare di ritrovare an-
ero ormai alla quarta.
abbiamo salito la via “Californiana”, ar-
La settimana successiva è arriva-
Al Saint Exupery
che quest’anno la parete bella asciutta
Nessuno di noi aveva mai salito il
rivando verso le 8 di sera a un como-
ta un’altra finestra di bel tempo, ma
e secca come al termine della stagio-
Fitz Roy. Così, dopo aver scartato il
do e panoramico bivacco proprio 100
le temperature erano ancora troppo
ne passata.
nostro progetto al Cerro Torre, abbia-
metri sotto la cima. Il quarto giorno
elevate per andare al Torre e i peri-
In ogni caso non siamo rimasti solo
mo pensato di provare a salire questa
abbiamo raggiunto di prima mattina la
coli oggettivi troppo alti. Abbiamo così
a guardare le pareti e il ghiaccio che
montagna, magari in un modo un po’
cima del Fitz Roy e quindi siamo ridi-
deciso di tentare di ripetere e ripulire
cadeva, ma abbiamo fatto delle altre
diverso dal solito: scalando qualcosa
scesi a Chalten.
dal materiale in loco la “via dei Ragni”
belle salite; le possibilità in Patagonia
di nuovo o perlomeno passando per
Alla fine non abbiamo aperto nulla
sono talmente tante che ci siamo presi
pareti poco frequentate. In particola-
di significativamente nuovo, ma uni-
comunque delle belle soddisfazioni sul
re la nostra idea era quella di partire
to insieme pezzi di vie esistenti con
dalla valle del Torre, dove avevamo già
alcune varianti per un totale di circa
Alpinismo e arrampicata
37
L’energia che ti serve.
Matteo Della Bordella e Luca Schiera sull’ultimo tiro dell’Aguja de la Silla
sulla parete Est del Fitz Roy. Una via
solo giorno e con più vento rispet-
mo dritti per terreno vergine. La pa-
mitica, aperta nel 1976 da Casimiro
to alle precedenti. Proviamo comun-
rete è lavorata a lame, come sembrava
Ferrari e compagni e ad oggi ancora
que a non farci scappare l’occasione
dal basso, e in cinque tiri siamo alla
irripetuta. Sono 1300 metri di parete
e ci dirigiamo all’Aguja Saint Exupery,
base del tratto finale più ripido. Sil-
e l’idea era quella di tentare la via in
verso la via “Chiaro di Luna”, aperta
van ha il piacere e l’onore di salire da
tre giorni, ma purtroppo dopo un pri-
da Maurizio Giordani e soci nel 1987
primo il tiro più difficile: una fessura
mo giorno bello pieno di arrampicata
e ad oggi divenuta una delle vie più
di dita che poi si perde in un diedro
e 450 metri percorsi abbiamo deciso
apprezzate e ripetute della Patagonia.
e che offre una scalata decisamente
di rinunciare in quanto non abbiamo
In realtà già dalle foto nella guida
“granitica”, fatta di incastri e opposi-
trovato nessun posto da bivacco dove
avevamo visto una bella porzione di
zioni; un tiro complicato e divertente
passare la notte e l’idea di trascorre-
parete ancora senza vie ed all’appa-
che valutiamo di 7a. Da qui altri 150
re una notte appesi agli imbraghi con
renza lavorata a lame e fessure; inol-
metri più facili ci portano in cima alla
900 metri di parete verticale anco-
tre, da uno scambio di mail, un amico
Saint Exupery, dopo circa 9 ore totali
ra da affrontare non ci lasciava molto
che aveva ripetuto la via due anni pri-
di scalata. Nella parte finale della via il
convinti.
ma ci conferma che il potenziale per
vento soffia davvero forte ed iniziamo
aprire qualcosa di nuovo non manca.
la lunga serie di doppie molto preoc-
Il tempo di far rientro a Chalten e dopo pochi giorni viene annuncia-
Bivacchiamo alla base della via e
cupati perché abbiamo solo due corde,
ta ancora una possibile finestra di bel
per la prima volta quest’anno partiamo
ma con un po’ di fortuna ed espe-
tempo, anche se della durata di un
belli leggeri, senza jumar, sacconi e
rienza tutto fila per il verso giusto e
scarponi; tutti e tre solo con scarpette
dopo cinque ore siamo nuovamente
e magnesite e l’idea di scalare in libera
alla base della parete.
38 Alpinismo e arrampicata
e veloci. Saliamo i primi 350 metri di “Chiaro di luna” in circa tre ore, quindi, dove la via piega a sinistra proseguia-
Adios Patagonia y hasta el proximo ano!
Dalla sua costituzione, nel 2003, ACEL Service è il più importante fornitore di gas naturale in tutta la provincia di Lecco. Alla vendita di gas, ACEL Service ha recentemente affiancato la fornitura di energia elettrica ai comuni, alle aziende private e pubbliche e ai possessori di partita IVA. La sua attenta politica ai costi e la sua spiccata attenzione al servizio delle differenti tipologie di clienti, fanno di ACEL Service il tuo fornitore ideale per tutta l’energia che ti serve. Via Amendola, 4 23900 LECCO Tel. 0341 228611 Fax 0341 353293
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Via Marconi, 16 23848 OGGIONO Fax 0341 228663
Società del gruppo Lario reti holding info@acelservice.it www.acelservice.it
quentano la palestra e fra questi non
sportiva nelle scuole elementari e
questi atleti in costante crescita anno
ci sono solo fortissimi top climbers,
medie. All’ultimo Open Day hanno
dopo anno:
ma persone con un livello “normale”
partecipato 200 persone fra bambi-
di preparazione che, semplicemente,
ni, ragazzi e accompagnatori. Un vero
amano arrampicare divertendosi in
successo.
compagnia e senza limiti di età. Per
E’ ormai una tradizione natalizia an-
darvi l’idea, il più piccolo degli utenti
che l’evento della tappa lecchese del
ha solo 4 anni, mentre il più “esperto”
circuito boulder “Bloccati nella Nebbia”
di anni ne ha 74 e riesce ancora a sa-
(ex “Lista di Natale”) che a dicembre
lire difficoltà di tutto rispetto.
2013 ha visto la partecipazione di ben
Il gruppo Ragni di Lecco ASD (As-
144 atleti.
sociazione Sportiva Dilettantistica) organizza inoltre corsi di avvicina-
CLIMBERS A TETTO
La palestra “Carlo Mauri” riferimento per gli arrampicatori sportivi lecchesi
mento all’arrampicata sportiva per
In ultimo, ma certamente non per
bambini, ragazzi e adulti, oltre che per
importanza, anzi motivo di grande
tutte le scuole di ogni ordine e grado.
orgoglio, è la squadra agonistica del-
I corsi sono gestiti da istruttori di ar-
la Ragni Lecco ASD che ha l’obiettivo
rampicata sportiva della FASI (Fede-
di avvicinare i ragazzi al mondo del-
razione Arrampicata Sportiva Italiana)
le competizioni di arrampicata spor-
e nella sola stagione 2013-2014 han-
tiva. Ad oggi la squadra è costituita
no partecipato ai corsi, scuole escluse,
da quindici atleti dai 6 ai 16 anni che
più di 120 persone.
nella stagione agonistica 2013 hanno
Da ricordare l’evento Open Day or-
raggiunto traguardi eccezionali. Oltre
ganizzato a settembre, prima dell’a-
a Stefano Carnati, campione euro-
pertura della stagione, che ha l’o-
peo e mondiale U16, sono certamente
biettivo di promuovere l’arrampicata
da menzionare i risultati da parte di
La squadra agonistica giovanile
di Pierangelo Tentori
S
embra ieri, invece sono già passati dieci anni da quando Mario Bonacina, presidente del
CAI Lecco, e Alberto Pirovano, presidente del gruppo Ragni, assieme ai consigli delle due associazioni, decisero di prendersi in carico la direzione della palestra di arrampicata realizzata dalla Comunità Montana del Lario Orientale Valle S.Martino che attendeva da tempo qualcuno che volesse gestirla. In quel periodo il numero degli arrampicatori sportivi era in continua
40 Alpinismo e arrampicata
crescita, ma i climbers lecchesi pre-
ziativa avrebbe avuto il successo che
ferivano di gran lunga arrampicare su
ora è sotto gli occhi di tutti.
roccia nelle innumerevoli falesie che il nostro ricco territorio montano offre.
Una dinamica realtà
Non si aveva la certezza che avreb-
Oggi la “nostra” palestra di ar-
bero frequentato una palestra indoor
rampicata, dedicata esclusivamente
per allenarsi.
all’arrampicata sportiva, offre diverse
Se aggiungiamo che nel lecchese
strutture boulder (160 mq) e pareti
non c’erano palestre simili e che né il
(330 mq) con vie di arrampicata su
CAI Lecco, né i Ragni avevano espe-
placca, strapiombi con varie inclina-
rienza nel settore, più che una deci-
zioni, oltre che vie con tetto orizzon-
sione quella fu una vera scommessa.
tale lunghe fino a 18 metri.
Ma si sa, come nelle imprese alpinisti-
L’apertura al pubblico avviene nei
che, l’unione delle forze dei singoli e la
giorni feriali, dalle 17 alle 23 da set-
determinazione tipica degli uomini di
tembre a maggio, oltre che nei pome-
montagna permettono di raggiunge-
riggi festivi quando il tempo è brutto,
re obiettivi ambiziosi. Oggi possiamo
per dare la possibilità agli irriducibili
perciò affermare che gli allora presi-
climbers di sfogarsi sulle prese di pla-
denti e consiglieri furono coraggiosi e
stica colorata.
lungimiranti nel credere che tale ini-
Sono più di 500 gli utenti che fre-
Il futuro
In senso orario: Alice Tavola Simone Tentori Anna Aldè Maria Ballerini Foto di Pierangelo Tentori
Anna Aldè, Cat.U12: 1° classificata campionato lombardo Vice Campionessa Italiana Boulder 3° Combinata Finali Nazionali Maria Ballerini, Cat.U14: 2° classificata campionato lombardo 10° Combinata Finali Nazionali Alice Tavola, Cat.U14: 5° classificata campionato lombardo 4° Velocità Finali Nazionali Simone Tentori, Cat.U16, atleta della nazionale italiana giovanile: Vice Campione Italiano Boulder Ha partecipato a quattro gare del campionato europeo boulder conquistando come miglior risultato il 4° posto a L’Argentiere (F) La palestra è aperta a tutti. Vieni anche tu ad arrampicare, ti aspettiamo.
ACCOMPAGNANDO SI CRESCE
Il ruolo dell’accompagnatore nei corsi di Alpinismo Giovanile
fare con dei ragazzi, non ti servirebbe un volontario psicologo, esperto in gestione delle risorse umane e che appena tornato da una riunione del
potrebbe ideare un progetto formati-
CAI di Lecco. Incuriosito, gli chiesi
vo per gli accompagnatori di Alpinismo
quale ruolo avesse all’interno di tale
Giovanile, al fine di potenziare in loro
utto ebbe inizio una sera d’au-
“istituzione”. La risposta fu che era so-
quelle capacità comportamentali utili
tunno dell’anno 2008, incon-
cio, consigliere e accompagnatore dei
per saper gestire gruppi di ragazzi e
trando l’amico Matteo Abate.
ragazzi nelle escursioni in montagna.
non solo?”. La risposta fu che sareb-
Quella sera Matteo mi disse che era
Allora gli dissi: “Visto che hai a che
be stato bello e interessante, e che ne
di Silvano Sala
T
utili in ambito relazionale e psicologi-
d’aula, sono stati proiettati attraver-
Il risultato ottenuto si è poi con-
co nello svolgimento del loro incarico,
so l’uso di diapositive nel successivo
Detto e fatto. In data 20 gennaio
cretizzato in una ”Ipotesi di moduli di
valeva a dire: Identificare le aree d’in-
appuntamento, dando un feedback ai
2009 iniziava in sede CAI Lecco, un
formazione” con diversi argomenti e
tervento migliorabili che riguardano il
partecipanti e rendendoli così consa-
corso di formazione e aggiornamento
contenuti, i cui destinatari sarebbero
ruolo dell’accompagnatore nei corsi di
pevoli dei risultati da loro prodotti.
riservato agli accompagnatori sezionali
stati gli accompagnatori di Alpinismo
A.G.
di Alpinismo giovanile della zona lec-
Giovanile. Il tutto descritto e stampato
Un’altra diapositiva spiegava quale
con maggiore accuratezza i contenuti
chese. Il suddetto corso, per la parte
in una semplice brochure da distribuire
sarebbe stata la metodologia formativa
degli interventi formativi, dato che gli
psicopedagogica che mi competeva, si
agli interessati.
utilizzata negli incontri-lezione, cioè,
esiti emersi dai suddetti lavori vennero
avrebbe parlato con i responsabili CAI A.G.
portante “istituzione”.
Tutto ciò è servito a programmare
è completato nell’arco di cinque anni:
L’avvio del corso fu entusiasmante:
quella attiva-partecipativa, riprendendo
riconosciuti fondamentali dagli accom-
una media di trenta partecipanti a in-
la sala era gremita da decine di perso-
uno dei presupposti del metodo edu-
pagnatori di Alpinismo Giovanile per lo
contro, sei gli incontri formativi per un
ne giovani e meno giovani. A introdur-
cativo CAI che è: “imparare facendo”.
svolgimento del loro mandato.
totale di ventuno ore, conclusosi il 26
re il progetto fu il presidente del gruppo
Nella seconda parte della serata,
Infatti, durante l’incontro del 15 gen-
ottobre 2013. Il titolo scelto, inerente la
A.G. Tiziano Riva, assistito da Matteo
come consigliato nei manuali del CAI,
naio 2010, quale secondo appunta-
parte del mio intervento all’interno del
Spreafico quale direttore della Scuola
abbiamo riflettuto sul concetto di uni-
mento del percorso formativo, furo-
corso di formazione, è stato: “Accom-
sezionale di Alpinismo Giovanile “Gior-
formità operativa, sulla ricerca e con-
no definiti gli argomenti inerenti agli
pagnando si cresce. Il ruolo dell’Ac-
dano Dell’Oro” di Lecco, nonché refe-
fronto, sulle attitudini e su quale fosse lo
aspetti psicopedagogici da sviluppare,
compagnatore nei Corsi di Alpinismo
rente del corso per i successivi anni.
scopo dell’accompagnatore nei riguardi
suddivisi in moduli di formazione così
Giovanile – aspetti psicopedagogici”.
Entrambi mi presentarono agli accom-
dei giovani allievi. Per questo motivo ci
strutturati nel tempo:
Lo scopo prefissato in tale inizia-
pagnatori e a quelli che lo sarebbero
siamo avvalsi del progetto educativo
20/01/2009
tiva era quello d’incrementare negli
diventati in futuro, tutti incuriositi dalla
CAI, dove si legge: “… lo scopo è quel-
Esplorazione e riflessione dei fabbi-
accompagnatori gli aspetti didattici e
novità di questa iniziativa e desiderosi
lo di favorire nel giovane lo svilupparsi
sogni formativi
formativi di loro pertinenza, come “vi-
di saperne di più.
della fiducia, della sicurezza, dell’auto-
15/01/2010
Dopo una mia introduzione che ri-
nomia, della responsabilità e partecipa-
Restituzione e considerazioni dei
guardava l’attività professionale psico-
zione, in armonia con l’ambiente e con
fabbisogni formativi
Pertanto, per realizzare ciò, occorre-
logica da me svolta, chiedevo ai pre-
se stesso”. Successivamente, abbiamo
Come motivare?
va sensibilizzare gli accompagnatori a
senti quali aspettative avevano nei miei
discusso in che modo realizzare quan-
Questionario di rilevazione della
sviluppare quegli “strumenti” utili a so-
riguardi e come li potevo aiutare da un
to esaminato.
stanziare le loro azioni e a migliorarne
punto di vista psicopedagogico. La di-
Nel proseguo dell’incontro si sono
il livello organizzativo, pedagogico e
scussione così innescata, nonché l’at-
fatte persino delle esercitazioni che
sociale.
tenta partecipazione delle persone che
riguardavano il saper fare e il saper
Al fine di ipotizzare quale aree di
gremivano la sala, i numerosi interventi
essere dell’accompagnatore, definizioni
Valutare il livello di maturità del gio-
sviluppo potevano interessare alla re-
e le riflessioni emerse in quella prima
che venivano scritte individualmen-
vane (come da Progetto Educativo
alizzazione di tale progetto formativo
parte di serata, servirono a identificare
te dai partecipanti su uno stampato
CAI)
ho letto il libro “Il giovane con noi”,
le competenze comportamentali e non
preparato per l’occasione, così pure un
Comunicazione e abilità relazionali
edito nel mese di luglio 1993, a cura
solo, necessarie per migliorare l’attua-
questionario da compilare: Autoanali-
Le dinamiche del gruppo
della Commissione regionale lombarda
zione del ruolo di accompagnatore di
si – io so fare e mi piace; io so fare,
Psicopedagogia dell’età evolutiva
Alpinismo Giovanile CAI, come pure
Alpinismo Giovanile.
ma non mi piace; io non so fare, ma
11/11/2011
mi piacerebbe. Inoltre, veniva dato da
Il leader e le sue attitudini: come ri-
vamente” raccomandato e scritto nel
Progetto educativo CAI
l’allegato “Progetto Educativo”. Agendo in questo modo e dialogando con
Fiducia e sicurezza
svolgere un piccolo test di autovaluta-
i vari responsabili ho potuto prendere
Dopo di ciò, ecco la proiezione delle
zione, composto da sette domande, il
consapevolezza della realtà di tale im-
prime diapositive che sostanziavano i
cui titolo era: “L’accompagnatore A.G.
contenuti appena espressi dai parteci-
ha la consapevolezza dei propri com-
panti. Infatti, in una delle slide si chie-
portamenti?”
44
Alpinismo Giovanile
deva ai presenti di descrivere eventuali
Le risposte, le osservazioni, le descri-
esigenze, necessità o bisogni percepiti
zioni e i dati ottenuti da questi lavori
motivazione nei giovani che praticano l’alpinismo giovanile 17/11/2010 (Sede CAI di Calolziocorte - Lc)
conoscerle 24/11/2012
Cambiano negli anni i ragazzi e gli accompagnatori, cambiano le divise e lo stile di andare in montagna. Elementi di continuità sono l’amicizia che cementa il gruppo e la trasmissione di esperienza da una generazione all’altra
L’accompagnatore e lo stile di conduzione del gruppo La relazione con i genitori: quale atteggiamento assumere? 26/10/2013
so di produrre dei documenti cartacei,
amicizie, partecipare alle cene sociali
sintetizzando in essi le riflessioni, le
e diventare socio CAI, discutendo an-
indicazioni, i suggerimenti e le ipotesi.
che su come migliorare ulteriormente il
Tali testimonianze sono:
ruolo dell’accompagnatore di Alpinismo
1. il questionario di rilevazione della motivazione e valutazione
Poi, come spesso succede, finito un
L’ascolto attivo
all’attività sportiva di Alpinismo
“percorso” ne inizia subito un altro. Il
Per il riesame di un’attività esperien-
Giovanile;
7 dicembre 2013, in sede CAI Lecco,
2. il questionario per valutare il li-
viene attivato un nuovo corso di for-
vello di maturità del giovane al-
mazione e aggiornamento per accom-
lievo alpinista;
pagnatori di A.G., con trentadue perso-
Nei vari momenti formativi, oltre alla classica lezione con proiezione di diapositive, sono state poste speciali
3. il ruolo degli accompagnatori di
attenzioni alle esercitazioni, ai que-
Alpinismo Giovanile;
L’Alpinismo Giovanile e la mia passione per la montagna
Giovanile e non solo.
Il feedback
ziale (escursione, ecc.)
QUEL CAMMINARE INSIEME
ne partecipanti. A tutti va un cordiale e caloroso
stionari, alle simulazioni di situazio-
4. le aspettative da parte dei ra-
ni “particolari”, all’analisi dei casi e al
gazzi e dei loro genitori nei
In questo nuovo percorso vi è il de-
role playing, quale gioco di ruolo nel
confronti dell’Alpinismo Giova-
siderio è di fare ancora meglio, accre-
rappresentare in diverse circostan-
nile;
scendo le qualità e le attitudini già insi-
benvenuto. Namasté!
ze sia l’operare dell’accompagnatore
5. una bozza ipotetica di patto
te nelle azioni degli accompagnatori, la
sia il comportamento dei giovani, dei
educativo tra gli allievi alpinisti
cui passione, dedizione e professiona-
genitori, eccetera. L’utilizzo prevalen-
e il CAI;
lità, consentono al CAI di concretizzarsi
di Franca Magistretti
P
apà milanese doc e mamma triestina, sono arrivata a Lecco quando avevo due anni. I nomi
delle montagne e dei torrenti lecchesi, come quelli dei venti che soffiano sul lago, me li ha insegnati la maestra delle scuole elementari. Ho imparato invece ad andare in montagna, a rispettarla e ad amarla grazie all’Alpinismo Giovanile del CAI. Credo fosse il mese di maggio del ’68 - facevo la terza elementare quando ho iniziato con le mie amiche dell’oratorio a partecipare alle uscite
temente di metodi attivi-partecipativi
6. una bozza ipotetica delle Regole
come un’Agenzia educativa e forma-
ha consentito feedback personalizzati
di comportamento (quale rego-
tiva, così pure come Operatori della
e puntuali autovalutazioni dell’appren-
lamento di condotta degli allievi
promozione della salute, sviluppando
pomeriggio infrasettimanale e gite
dimento nei partecipanti, stimolando e
alpinisti e soci CAI);
il valore del benessere nelle persone e
più lunghe la domenica. La nostra
nella società.
parrocchia di San Francesco d’Assisi
dell’Alpinismo Giovanile: gite corte il
attivando la loro curiosità e la voglia
7. un’ipotesi d’incontro-seminario
di imparare. Non sono mancati anche
con i genitori dei giovani alpinisti
Perciò, agli accompagnatori A.G. va
era nata da soli sei anni e, guidata dai
attimi di sano divertimento e risa-
dal titolo “Il CAI a sostegno della
un pensiero di ringraziamento, parti-
frati Cappuccini, era molto “giovane”
te, connessi alla “recita” dei ruoli che
genitorialità”;
colarmente riconoscente e doveroso,
soprattutto nello spirito; così padre
Ricordo Felice Butti, il signor Perossi,
mangiava solo quando ci si fermava;
Gruppo di Alpinismo giovanile al San Martino, anni ’70-’71. In primo piano con la maglietta a righe Franca Magistretti. Foto Dino Piazza
alcuni accompagnatori dovevano si-
8. un’ipotesi d’incontro-seminario
in considerazione del fatto che sono
Ferdinando Colombo, aiutato da al-
il maestro Colombo di Maggianico, e
si guardavano le montagne intorno
mulare nell’immedesimarsi in singolari
con i responsabili di Alpinismo
persone straordinarie, le quali operano
cuni ragazzi e adulti di allora, aveva
le “mitiche” Maria Teresa e Luciana:
e se ne imparavano i nomi. Quando
avvenimenti.
Giovanile dal titolo “Le respon-
tutte in regime di volontariato. Grazie
accettato la preziosa collaborazione
di loro avevamo soggezione per-
raggiungevamo la meta, giocavamo,
sabilità morali e sociali dei diri-
infinite.
con il CAI cittadino: amante dello
ché erano grandi, mentre ai ragazzi
chiacchieravamo,
Inoltre, mi corre l’obbligo di ringra-
sport in genere e della montagna in
più giovani che ci accompagnavano,
adulti cantare; pian pianino abbiamo
ziare tutti i responsabili CAI, che con
particolare e vedendo nelle attività
come Peppino Ciresa, Piero Pensa,
imparato anche noi tantissimi can-
energia e sensibilità, attenzione e im-
a contatto con la natura una grande
Marco Sassone, quando eravamo
ti di montagna, che continuavamo a
Risultati
genti e accompagnatori di Alpi-
I risultati ottenuti nel susseguirsi de-
nismo Giovanile”.
gli incontri hanno permesso d’incre-
ascoltavamo
gli
mentare quei requisiti formativi psico-
Questi “documenti” sono il frutto
pegno, si sono prodigati nel permettere
occasione di sana crescita umana, il
stanchi, osavamo rivolgere la classica
intonare anche al ritorno sul pullman,
pedagogici prefissati all’inizio del corso,
del lavoro di tutti gli accompagnato-
tutto ciò: credendoci e realizzando un
frate non solo partecipava alle uscite,
domanda: “quanto manca?”. Ma negli
persino sui marciapiedi delle strade
ampliando pure le conoscenze e l’uso
ri che hanno partecipato nell’arco del
progetto formativo impegnativo e ar-
ma invitava caldamente noi bambini
di quegli “strumenti” considerati utili a
quinquennio agli incontri formativi e
ticolato.
anni tutti loro, ciascuno a suo modo,
del quartiere prima di raggiungere le
e ragazzi a fare altrettanto. Tra l’altro
sostanziare il ruolo di accompagnatore
rimangono a disposizione di coloro i
Anche a loro va tutta la mia ricono-
ci hanno insegnato davvero tanto. Da
nostre case. A volte ci scottavamo
penso di non sbagliarmi nel ricordare
A.G.. Per di più, gli effetti ottenuti attra-
quali sono interessati a svilupparne l’u-
scenza e gratitudine, nella speranza di
cosa portare o meno, come abbiglia-
col sole, molto più spesso tornavamo
che padre Ferdinando, pur mettendo
verso le esercitazioni hanno permes-
so.
averli sempre come “guide” per il fu-
mento e come alimenti, al modo di
a casa bagnati per aver preso qualche
gli scarponi ai piedi, tenesse sempre e
camminare: passo costante, ritmato, si
comunque il saio durante le gite.
camminava tutti insieme e si seguiva
Nel frattempo, dall’inizio del proget-
46
Alpinismo Giovanile
to sono trascorsi più di cinque anni. Periodo che mi ha permesso di consolidare le conoscenze, sviluppare le
turo.
Noi andavamo in tanti. Era bel-
sempre quello davanti; si rispettava la
lo stare con gli amici di scuola e
natura (non si potevano raccoglie-
dell’oratorio. Gli adulti ci guidavano.
re fiori o buttare carte per terra); si
Alpinismo Giovanile
47
temporale. E come ci divertivamo alle
ventato mio marito. E ci fa piacere
Nel concludere, ricordo volentie-
uscite di due giorni, quando dormi-
vedere che i nostri figli, che abbiamo
ri come nel libro Frati tra la gente,
vamo (si fa per dire) nei rifugi!
sempre portato in montagna fin da
scritto in occasione dei primi cin-
piccoli, hanno oggi la nostra stessa
quant’anni della parrocchia San Fran-
passione.
cesco in Lecco, si parli a più riprese
Il seme La mia passione per la montagna è
Grazie dunque all’Alpinismo Gio-
anche dell’Alpinismo Giovanile e più
vanile che, attraverso le persone di
in generale della collaborazione che
Finite le scuole medie, non sono
quasi cinquant’anni fa, è stato, per
c’è sempre stata tra la comunità par-
più andata alle gite dell’Alpinismo
moltissimi bambini e ragazzi di al-
rocchiale e il CAI cittadino, a ulteriore
Giovanile, ma il seme ormai era get-
lora, grande maestro di montagna e
dimostrazione del ruolo educativo
tato; così quando, alla soglia dei se-
di vita. Il camminare lungo i sentieri
che il sodalizio ha sempre avuto so-
dici anni, ho iniziato a fare le vacanze
della montagna, a volte con grande
prattutto verso i ragazzi.
estive con i miei coetanei della par-
fatica ma sempre con molta soddi-
rocchia, non ho avuto problemi a fare
sfazione, è diventata per me metafo-
le gite in montagna anzi: la sua bel-
ra di vita: per raggiungere una meta,
lezza, il suo silenzio, le rocce contro
un obiettivo, è bello essere insieme,
il cielo terso piuttosto che i boschi
è fondamentale andare al passo del
o i fiori, mi hanno sempre incantata.
più debole, è inutile pensare di non
Quanto camminare per i sentieri del
fare fatica, è fantastico guardarsi in-
circondario o della Valtellina, parlando
torno e gioire di quello che si può
e gettando le basi per la nostra vita
contemplare, è importante ringraziare
futura, con quello che sarebbe poi di-
chi cammina con te.
nata sicuramente lì.
LA PRIMA DEI SALTAFOS
A Pian Sciresa l’esordio del gruppo di mountain bike
Abilità tecniche
P
di Matteo Riva
ronti. Partenza. Via. Siamo partiti. Domenica 11 maggio il neonato gruppo Saltafos ha fatto la pri-
ma uscita guidata in mountain bike sui sentieri delle nostre montagne. Ore 9.00, appuntamento in città in
Evoluzioni sul sentiero
via Besonda. Radunato il gruppo, pochi
Raggiunto il rifugio è il momento di
ma buoni, sotto un cielo grigio ma mai
mangiare un boccone e bere una fre-
triste, abbiamo dato il primo colpo di
sca birretta raccontando agli escursio-
pedale verso Pian Sciresa, la meta.
nisti presenti chi siamo e spiegando ai
Direzione Pescate, dove abbiamo attaccato la salita verso Galbiate San Alessandro passando per un tranquillo sterrato nel bosco. Dopo pochi minuti di pedalata e circa 100 metri di dislivello, abbiamo rag-
curiosi come funziona e cosa ti permette di fare una moderna mtb. Per la discesa abbiamo scelto il sentiero che staccandosi alle spalle del rifugio porta dopo circa una quindicina di minuti a Malgrate in località Gaggio.
giunto il sentiero di mezzo del Monte
La traccia è piuttosto impegnati-
Barro, prendendo immediatamente di-
va e tecnica, richiede buone capacità
rezione nord.
di guida e adeguate protezioni ma il
Il raid in programma prevede una
terreno perfettamente asciutto regala
pedalata breve, l’abbiamo organizzato
sicuro divertimento e, all’arrivo, la sod-
per conoscerci, per capire che tipo di
disfazione è sul volto di tutti.
bikers siamo e come dovranno essere le uscite dei Saltafos. Il sentiero in costa con dei continui “mangia e bevi” regala una serie fan-
Bene, siamo partiti, ci sono tutte le premesse per costruire un bel gruppo e iniziare una bella avventura. In bicicletta.
tastica di scorci sul lago di Garlate e la città di Lecco lasciandoci anche il tem-
Let’s go ride
po di chiacchierare di mtb, di tecniche di guida e di avventure fatte in sella. E allora c’è anche il tempo di provare qualche drop, bunny hop, wheelie su e giù per i sassi e gli ostacoli del sentiero.
Escursionismo
49
IL FASCINO DELLE PELLI DI FOCA
I pionieri, la scuola, i rally: Mario Bonacina racconta il “nostro” sci alpinismo
di Angelo Faccinetto
G
li sci erano di frassino, lunghi che non finivano più. Gli attacchi, due ganasce, una
cinghietta di cuoio e una leva che tendeva la molla. E le pelli erano autentiche pelli di foca: due striscioline sottili giuntate a macchina e fissate agli sci con una robusta fettuccia e fibbie di ferro. Era il 1940, giugno. I giorni della dichiarazione di guerra dell’Italia, quella dell’ora delle decisioni irrevocabili. Avvenne allora, in quella tarda primavera, l’incontro di Mario Bonacina, ragazzino undicenne, con lo sci alpinismo d’alta montagna. “Pizzini, Casati, Cevedale, fu quella la mia
Verso il Resegone. Foto Archivio P. Comi, CAI Lecco
prima gita” – racconta. La prima di una serie lunghissima, che ancora oggi, quando gli ottanta sono passati, continua ad allungarsi. Una salita niente male per dare il la a una passione che sarebbe durata una vita e che si sarebbe saldamente intrecciata negli anni con le vicende del CAI Lecco e con la sua “scuola” – non solo in senso strettamente didattico – di scialpinismo. A quei tempi, del resto, per gli
sciatori fare dello “sci alpinismo”,
La discesa più bella, però, per Bo-
almeno sulle nostre montagne, era
nacina e per tanti lecchesi della sua
una scelta obbligata. Impianti non ce
generazione, era quella che si sno-
n’erano. Sci in spalla, si risaliva la Val
dava, seguendo la strada, dai Pia-
Calolden fino ai Resinelli e al Colti-
(e meno buoni sciatori).
sti di controllo. I rally si disputavano,
sciani, “Ugo Ugo-
a seconda degli anni, tra la fine di
lini” e, con i Ragni
febbraio e l’ultima decade di marzo,
Ninotta Locatelli e
Intanto con gli anni, nonostante
periodi di migliore innevamento, ma
Dario Cecchini, un
ni Resinelli fino a Malavedo e San
lo sviluppo degli impianti di risalita,
anche periodi di frequenti e abbon-
rally della Valsassi-
gnone, dopo aver utilizzato il tram
Giovanni. Non c’era traffico e ci si
che dalle nostre parti conosce il suo
danti nevicate. Così, durante uno di
na. Suoi compagni
che saliva fino a Malavedo. Oppure
buttava a capofitto con gli sci. Le
boom tra l’inizio degli anni sessanta
quei servizi, mi è anche capitato di
d’avventura
da Belledo si raggiungeva Neguggio
lamine, soprattutto nell’ultimo tratto,
e la metà degli anni settanta, co-
restare bloccato dalla tormenta, per
tra gli altri, Silvano
(allora gli inverni non erano avari di
colpivano spesso qualche sasso af-
minciano a crescere coloro che alle
un paio di giorni, al rifugio Brioschi.
Taramelli e Dario
neve nemmeno in città) o si anda-
fiorante dal selciato e sprigionavano
code agli skilift preferiscono sempre
Tagliato fuori dal mondo, mentre
Missaglia.
va al pratone di Ballabio, all’ombra
poderose scintille. Nella semioscu-
più spesso salire nel silenzio della
in officina mi aspettavano. Un’al-
del monte Melma. Altrimenti – se
rità del tramonto l’effetto era sug-
montagna con le pelli di foca sotto i
tra volta, su disposizione di Cassin,
La scuola di sci
si aveva qualche soldo in più in ta-
gestivo. El passa el diaul, dicevano
piedi o con gli sci infilati nello zaino.
ci siamo fatti dare dall’esercito – a
alpinismo
sca - si prendeva la corriera fino a
le donnette di ritorno dalla funzione.
E con l’aumento dei praticanti (co-
quei tempi a Lecco c’era ancora
Per quanto an-
Moggio e si saliva, ovviamente sci
Subito dopo la guerra, comin-
munque niente rispetto ai numeri di
la caserma - delle bombe a mano.
cora assai scarso,
in spalla, fino in Artavaggio, almeno
ciano le escursioni vere. Su neve
oggi) e delle disponibilità finanziarie
Le abbiamo lanciate (e fatte esplo-
verso la fine degli
prima che i piani diventassero zona
e su roccia. Il Mario le affronta in
si comincia anche a pensare di dar
dere), una alla volta, per provocare
anni sessanta il nu-
di guerra per la presenza di forma-
compagnia di quelli che di lì a poco
vita a delle competizioni sci alpini-
piccole slavine e liberare il Vallone
mero di coloro che
zioni partigiane. Quando la neve era
sarebbero diventati I Ragni, tra loro,
stiche. Lo sforzo, dal punto di vista
dei Camosci, sopra i Piani di Bobbio,
desidera accostarsi
molta, chi le aveva, usava le pelli di
Giulio Bartesaghi e Agostino Ca-
organizzativo e, appunto, finanzia-
dal sovraccarico di neve e rendere
allo sci alpinismo
foca.
stagna, sulle orme del fratello Luigi.
rio, è notevole. Ci sono i percor-
possibile il passaggio ai concorrenti.
comincia ad avere
Nel ’48 conosce Giuseppe Spreafico
si da tracciare, le prove speciali da
Roba da non credere”.
una qualche con-
“Pepetto” e Giovanni Ratti e con loro
allestire e le spese da rimborsare.
Come da non credere è l’avventura
sistenza. Non c’è
“Eravamo un gruppo di quattro
Giovanni Carcianiga “Stizza”, oltre a
Senza contare i premi. Ma puntan-
corsa da tre sci alpinisti di Premana
più il deserto e
o cinque ragazzi amanti dello sci,
qualche arrampicata sul Medale e in
do sulla disponibilità degli alpinisti -
al rally del ’67. Durante la salita ver-
cresce l’esigenza di
compagni di liceo, e quelle gite le
Val Masino, sale tutti i 4mila italiani.
sci alpinisti (nel frattempo diventati
so il Brioschi, lungo il versante set-
avere i rudimen-
abbiamo fatte tante volte. Allora, a
Sono tempi in cui i confini fra al-
provetti) del CAI e non solo, anche
tentrionale del Grignone, vengono
ti basilari. Come si
Lecco, il liceo scientifico era sede
pinismo, roccia, sci e sci alpinismo
sulle nostre montagne queste gare
travolti da una slavina e trascinati
fa a cambiare di-
staccata di quello di Como ed era
sono labili. Quella che domina è la
diventano realtà.
a valle. “Li abbiamo recuperati mol-
rezione quando il
ospitato presso l’oratorio di San Ni-
passione per la montagna e si fa un
Nel 1965 si disputa il “1° Rally della
to più in basso tra i rami in cima a
pendio si fa trop-
colò. Nel gennaio del ’45, dopo le
po’ di tutto. “Saremo stati una deci-
Valsassina e delle Funivie”. L’orga-
un larice, erano pallidi, mezzo con-
po ripido? Come
vacanze di Natale, non rientrammo
na – racconta Bonacina-, i pionieri
nizzazione è dell’Azienda autonoma
gelati, ma sani e salvi” – racconta
si sale quando la
a scuola. Il preside ci mise in liber-
dello sci alpinismo. Oltre a quelli che
di soggiorno e turismo di Lecco, ma
Bonacina. Quell’edizione, in seguito
neve è ghiacciata e
tà: non c’era più legna, e men che
ho menzionato c’erano il Riccardo
a sovrintendere le operazioni sono i
all’incidente e al perdurante rischio
si rischia di scivo-
meno carbone, per riscaldare le aule.
Cassin, il Gianfranco Anghileri, il Pri-
maggiorenti dello sci alpinismo lec-
di valanghe, fu poi sospesa.
lare giù sino a fon-
Una pacchia. Ne approfittammo per
mo Stacchini, il Vasco Cocchi, i vec-
chese dell’epoca, Riccardo Cassin e
Ma Mario Bonacina – ormai sci
do valle? Come si
infilare gli scarponi, prendere gli sci
chi della società alpinistica operaia
Vasco Cocchi in testa. Tra loro c’è
alpinista tra i migliori – non è solo
scende quando si
e andare dove si poteva. A Negug-
Antonio Stoppani, quelli della Sel,
anche Mario Bonacina.
una delle colonne dell’organizza-
affonda nel pappo-
gio, soprattutto. E’ su quei prati che
come il Corti e i fratelli Giovenza-
“Si andava a preparare il percorso
zione. Partecipa negli anni settanta
ne e gli sci non ne
abbiamo affinato la nostra tecnica”.
na. E anche un graduato degli Alpini,
durante la settimana – ricorda -. In
anche a diversi rally come portaco-
vogliono sapere di
Flaminio Francisci. Tutti autodidatti.
quei giorni abbandonavo il lavoro alla
lori dell’APE. (Associazione Prole-
galleggiare? Come
Si imparava a suon di cadute”. Così,
Metallurgica Bonacina ai Cantarelli,
tari Escursionisti) Corre, tra gli altri,
si taglia un pendio
se adesso quelli che fanno sci alpi-
la trafileria di mio padre, e salivo in
il Rally dell’Adamello, organizzato
senza
nismo sono tutti buoni sciatori, allo-
montagna a battere la pista, piantare
dalla scuola di scialpinismo della
distacchi di neve?
ra erano soprattutto buoni alpinisti
le bandierine segnavia, allestire i po-
SEB, la Società Escursionisti Bre-
Le domande sono
Il diavolo a Malavedo
52
L’Intervista
I rally
sono,
Cena per i 20 anni della scuola di scialpinismo del CAI Lecco, 1988, Morterone
provocare
Val Viola 1964: Mario, a destra, con Agostino Castagna Sotto: verso il pizzo Scalino, 1968: da sinistra Vasco Cocchi e Mario Bonacina
Mario con Giovanni Ratti in vetta al pizzo Leone nel 1967
2° Rally delle Funivie, 1966: da sinistra Mario Bonacina, Dario Cecchini, Ninotta
tante, le risposte sono spesso con-
ne, fisiologia e
fuse. Nasce così l’idea di dare vita
pronto soccorso,
a una scuola di sci alpinismo. E’ il
orientamento, inne-
1969 e quella di Lecco è una delle
vamento, valanghe
prime scuole del CAI. E Mario Bo-
e meteo) e sette
nacina – che in seguito ne sarà per
uscite. E che uscite,
un decennio anche presidente - è
visto che si trattava
in prima fila.
di principianti. Ar-
langhe.
SEI ANNI DA PRESIDENTE
“Ricordo che il primo direttore
tavaggio – Bobbio;
tecnico della scuola fu Gianni Zuc-
Biandino – Camiso-
chi, il fratello dell’Annibale, perché
lo – Biandino; Erna
era quello che sciava meglio e aveva
– Resegone – Mor-
anche il brevetto di guida sciatore.
terone – Erna; Esino
Poi, nella direzione del corso, c’e-
– Grignone – Esi-
rano Riccardo Cassin, Vasco Cocchi,
no; Pizzo Scalino;
Dino Piazza, Dario Cecchini, Dino
Chiareggio – Pizzo
Corti, Giovanni Lenti, Paolo Leurat-
Cassandra – Chia-
ti, Ugo Lorenzi, Flaminio Francisci,
reggio;
Giovanni Ratti, Giuseppe Spreafico,
Adamello – Ponte
Palmiro Vassena, e c’ero io” – dice.
di Legno.
La scuola era aperta ai soci che
Tonale
–
Durante le uscite
avessero superato i 17 anni di età e
non
aveva un costo di iscrizione di 5mila
solo le tecniche di
lire. Il primo corso si articolava in
salita e di discesa
quattro lezioni teoriche in sede (su
fuori pista. Si im-
equipaggiamento
para il montaggio e
e
alimentazio-
si
insegnano
l’uso della barella, il
54
L’Intervista
1978, Alta via del Gran Paradiso
recupero di infortunati da crepacci, si studiano le va-
Nato a Lecco il 4 novembre 1929, imprenditore, Mario Bonacina consegue nel 1968 il titolo di Aiuto Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo, convertito successivamente in ISA. Nel 1969 collabora alla fondazione della Scuola di Sci Alpinismo del CAI Lecco (divenuta scuola nazionale nel 1974) all’interno della quale opera ininterrottamente fino al 2008 prima come istruttore, poi come direttore e infine come presidente. E’iscritto al CAI Lecco dal 1948 e dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di presidente della sezione. In 50 anni di attività scialpinistica ha partecipato a diverse centinaia di escursioni classificate come BS (buon sciatore) e BSA (buon sciatore alpinista), oltre ad una quindicina di difficoltà OSA (ottimo sciatore alpinista), fra cui: Cima della Bondasca (Val Bregaglia), Adula (Val Blenio), Piz Varuna (Val Poschiavo), Cima Piazzi parete Nord (Val Viola), Adamello dalla vedretta di Salarno, Dent d’Herens (Val Pelline), Becca di Montandayne (Val di Cogne), Aguille des Glaciers (Val Veny), Grande Rousse (Valgrisanche), Punta Plattes de Chamois (Valgrisanche), Weissmiess (Valle di Almagel), Piz Palu (dal rifugio Marinelli). Inoltre ha partecipato a trekking scialpinistici come Haute Route del Gran Paradiso nel 1978, Haute Route del Delfinato nel 1979, Sci Alpinismo senza frontiere da Sils Maria/Maloja a Splugen nel 1982. E’ stato componente di spedizioni scialpinistiche extraeuropee: Marocco, Alto Atlante nel 1982, Perù Cordillera Blanca nel 1986, Caucaso nel 1990, Cina, regione del Quinghai, nel 1998, Groenlandia nel 2000. Ha anche alle spalle una discreta attività alpinistica su roccia, di difficoltà fino al 5° grado, iniziata nel 1945 in Grigna con amici del gruppo Ragni e proseguita in Valmalenco, Valmasino e nel gruppo del Bianco. Ha effettuato salite su misto e ghiaccio con difficoltà massima D.
Rally 1970: Mario al passo del Camisolo
sezionali, e a loro si affiancano me-
non sono più di quelli che devono
Poi la scuola si afferma, diventa
dici e tecnici glaciologici. Ogni anno
imparare a sciare, sono tutti scia-
scuola nazionale e gli iscritti, anno
sono una ventina e più. Nell’equi-
tori provetti. Ma lo spirito è ancora
dopo anno, aumentano. Ai corsi base
paggiamento, accanto a sci e pelli di
quello dei pionieri e Mario Bonacina
si aggiungono i corsi avanzati. Agli
foca, entrano piccozza, imbragatura,
è sempre lì.
istruttori autodidatti si sostituiscono
dissipatore, moschettoni a ghiera. Si
gli istruttori certificati, nazionali e
impara a utilizzare l’ARVA. Gli allievi
(Foto Archivio Mario Bonacina)
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IL FASCINO MISTERIOSO DELLA NEVE
Lungo l’Inn la “tre giorni” di fondo 2014
di Franco Aromatisi
U
n cielo stellato, e un giorno
ca delle piste che abbiamo percorso;
ancora avvolto nel buio della
Surlej, St. Moritz, Celerina, Pontresina,
notte, caratterizzano la no-
Zuoz, poi giù sino a Zernez.
stra partenza verso l’Austria; ma ben
Il cielo ora è sereno, solo qualche
presto l’alba del 28 febbraio ci inse-
nuvola, e i raggi del sole accompa-
gue lungo il percorso che conduce
gnano il vociare di alcune scolare-
all’Engadina. La strada verso il Passo
sche, ma dopo un attimo di silenzio il
del Maloja, sembra una trincea scavata
vociare diventa melodia; è il coro dei
nella neve, e lo sguardo va alla ricer-
bambini della scuola e la fine del canto
è accompagnato dal nostro applauso. Con noi, sull’autobus, è salita la
sosta a Stams, visitando il Monastero
fronte abbiamo l’immensa vallata del
Circestense.
fiume Inn.
“voglia di sciare”, si inizia a parlare di
La nostra prima giornata termina
In questo magico ambiente la fatica
scioline, alcuni si infilano le scarpet-
con una cena tirolese allietata dalla
non è più che un ricordo, l’attenzione
te e preparano lo zaino. Lasciamo la
musica di una fisarmonica e dai balli
è concentrata nello sforzo di seguire
Confederazione Elvetica ed entriamo
di un gruppo di giovani in costume
la pista e la mente ci porta a pensa-
in Austria, ma il fiume Inn, è sempre al
mascherato.
re e rivedere volti di compagni che ci
nostro fianco; scompare, quando sa-
Ci si raduna al punto di partenza
hanno accompagnato in precedenti
liamo lungo i tornanti che ci portano
delle piste, la sensazione che si pro-
avventure e che non sono più con noi.
a Nauders.
va è piacevole e il momento atteso
Lasciata l’atmosfera suggestiva dei
con impazienza, si concretizza in una
Purtroppo non c’è tempo di fermar-
boschi di Nauders, dove ognuno di noi
lunga fila multicolore. Ognuno di noi è
si a contemplare il paesaggio, occorre
ha saputo adattare con molta natu-
alla ricerca della propria soddisfazio-
fare in fretta, ci sono ancora alcune
ralezza la propria tecnica alle ondu-
ne, affrontiamo le prime asperità del
asperità da affrontare, ma sappiamo
lazioni della pista, raggiungiamo nuo-
percorso con la volontà tesa al rag-
che il traguardo è vicino, il respiro è
vamente il fiume Inn, che per ora è
giungimento di un benessere fisico
rotto dall’emozione, e dentro di noi
ancora impetuoso con salti spumeg-
e di un appagamento spirituale. Poi,
sentiamo finalmente una voce che
gianti. Lasciati alle spalle i rilievi mon-
dopo aver affrontato con caparbietà le
dice “è finita”.
tani ci appare ora la pianura, la vallata
difficoltà della salita, ci lanciamo con
Anche la nostra “tre giorni” giunge
si allarga, e il paesaggio senza neve,
velocità nella discesa, e incuranti delle
al termine, mettiamo nello zaino il ri-
ci mostra i primi accenni di primavera.
tabelle disseminate lungo il percorso,
cordo di tanti amici che hanno con-
Lungo la strada che ci porta alla cit-
assaporiamo la gioia del fascino mi-
diviso il fascino misterioso della neve.
tà di Innsbruck, facciamo una breve
sterioso dei luoghi che ci ospitano. Di Sulle piste di Seefeld. Foto di Pina Ietto
La mia prima volta di Giuseppina Negri
Ci svegliamo al mattino, ci prepa-
chieriamo, qualcuno gioca a carte, e
Brennero, ci fermiamo all’autogrill sul
riamo per la colazione e riprendiamo
poi tutti in camera, si devono prepa-
percorso e gustiamo le torte e il vino
l’autobus.
rare i bagagli, domani si parte.
che alcuni di noi hanno gentilmente
Venerdì 28 febbraio alle ore 6 sia-
prati verdi; cominciamo a farci delle
(un tempo ospitava i monaci), sulla
Arriviamo a Moserer, località a
Al mattino il cielo è coperto, ma
mo partiti da Lecco per la nostra tre
domande: si riuscirà a sciare come in
strada verso Innsbruck, visitiamo l’a-
1200 m nell’Olympiaregion di See-
non piove. Raggiungiamo Leutasch,
Arriviamo a Lecco alle 20.30.
giorni in Austria: il programma previ-
Engadina, come saranno le piste?
rea e ammiriamo l’imponente chiesa
feld: c’è una grande varietà di piste
località a 1300 m nell’Olympiaregion
In questi giorni siamo stati tut-
l’inizio
dell’abbazia, centro dell’intera strut-
e a gruppi ne percorriamo alcune; il
di Seefeld: la partenza delle piste è
ti contenti di stare insieme, abbiamo
della pista: la “Moasloipe”, una rossa di
tura; qualcuno acquista il tipico pane
tempo è bello (fa caldo e il cielo è
un’enorme area completamente in-
sciato su nuove piste e visitato luoghi
Il nostro autista, Jonathan, attraverso
circa 10 km che percorriamo con la
austriaco al negozio del monastero.
limpidissimo), gli sci scorrono e siamo
nevata; c’è una gara di sci e quindi
stupendi.
l’Engadina ci porta alla prima meta in
tecnica del passo alternato. Qualcu-
Riprendiamo il nostro autobus e in
tutti contenti.
decidiamo di percorrere un anello nel
terra austriaca, poco dopo il confine
no si fa accompagnare con l’autobus
breve tempo arriviamo all’Hotel Dol-
di Martina: Nauders, località a1400 m.
più avanti e raggiunge il passo Re-
linger che ci ospita a Innsbruck.
Durante questo primo tratto di
sia, confine italiano, con la tecnica del
sto è molto ricco e comprende sciate in tre posti diversi e visite culturali.
viaggio osserviamo che in Svizzera la
Finalmente
raggiungiamo
pattinato.
Raggiungiamo il nostro autobus che
bosco molto bello e vario.
ci riporta all’hotel, nel pomeriggio vi-
Il tempo si mantiene stabile: non
Ognuno va nella propria camera,
sitiamo il centro storico di Innsbruck:
nevica, in alcune zone c’è un po’ di
riposino, e poi pronti per la cena. Il
il Palazzo Imperiale, la Maria There-
vento, la neve in alcuni punti è marcia,
neve è tanta, ma avvicinandosi all’Au-
La giornata è bella, c’è un po’ di
menu è tipicamente del luogo: bro-
sien Strasse, il Duomo di San Giaco-
arriviamo alla meta e raggiungiamo il
stria diminuisce e si vedono anche i
vento ma gli sciatori proseguono uniti
do con frittata, canederli con crauti e
mo, la Torre Civica.
nostro autobus.
nel bosco, la pista è a tratti ghiaccia-
verdure, torta di mele, cibo buono e
In hotel ci aspetta la seconda cena:
Alcuni di noi si erano fermati a
ta, ma non ci preoccupa, alla fine della
gustato. Alla sera qualcuno rimane in
brodo con pasta, carne e verdura,
Seefeld per visitare il paese e cam-
sciata ci rifocilliamo e ripartiamo ver-
hotel, altri si recano a piedi in centro
torta al cioccolato.
minare, aspettandoci al termine della
so la prossima meta.
per visitare le piazze e vedere il “tetto
58
Sci di Fondo
Raggiungiamo l’abbazia di Stams
d’oro”, famoso simbolo di Innsbruck.
Alla sera il tempo peggiora, scende la prima pioggia, a gruppetti chiac-
sciata. II viaggio di ritorno è attraverso il
offerto.
Ringrazio i nostri accompagnatori: Pina, Giovanni, Daniele e Mimmo che hanno organizzato questa bellissima tre giorni e tutti i partecipanti. Alle prossime sciate.
Sci di Fondo
59
SUGGESTIONI E RICORDI SULLE NEVI DI INNSBRUCK
TRA VINADIO E IL MARGUAREIS
Due giorni nel cuneese con la scuola di fondo
Foto di Pina Ietto
di Paola Sangalli
do, anche se cade un po’ di nevischio.
porri, guanciale di vitello con salsa di
abato, ore 6.30. Inizia la due
Ci prepariamo e aspettiamo istruzioni
miele e caffè, il tutto preceduto da
giorni di fondo della scuola
dai maestri su quale sciolina sia meglio
un buffet di verdure e concluso da
CAI Lecco. Il tempo non è un
mettere. Il gruppo della Pina e di Ce-
un buffet di dolci. La prospettiva ci è
gran che. Sul pullman si intrecciano le
sare oggi invece farà skating. L’anello
sembrata allettante, pur con l’aura di
previsioni meteo più disparate. Si sa:
di fondo corre lungo un fiume, poi lo
mistero che ha subito circondato il
ci sono siti più ottimisti e altri meno,
attraversa e dall’altro lato costeggia il
“guanciale”: come al solito la fantasia
quindi staremo a vedere. Caricati sci e
bosco, con un tratto in leggera disce-
è andata a briglia sciolta.
bagagli, la Pina chiede: ci siete tutti?
sa. Purtroppo, per pericolo valanghe,
Arriviamo a Frabosa Soprana un po’
Sembra proprio di sì, quindi si parte.
la parte più alta è stata chiusa, ma il
più tardi del previsto, e qui le nostre
La meta di quest’anno è in provincia
percorso è comunque sufficiente e
già stanche membra scoprono che il
di Cuneo, quindi il pullman prende di-
soprattutto lo spettacolo naturale è
pullman non può lasciarci nei pres-
rezione Milano e poi l’autostrada per
notevole, anche per la grande quantità
si dell’hotel, causa una gara notturna
Torino. Solita sosta all’autogrill e poi si
di neve caduta.
sulla neve che ha fatto chiudere al
S
prosegue. Lasciata l’autostrada inizia-
L’appuntamento per il rientro è fis-
traffico le strade del paese. Non im-
mo ad attraversare vari paesi finché
sato per le due. Ci aspetta ancora un
porta: zaini in spalla e borse in mano
la strada, piuttosto stretta, entra in una
po’ di viaggio prima di raggiungere
percorriamo i 300 metri (ma ne sia-
valle dove quest’anno la neve è deci-
Frabosa Soprana, dove alloggeremo
mo proprio sicuri?) in leggera salita
samente abbondante. Finalmente arri-
all’Hotel Miramonti e dove avremo il
che ci separano dalla sospirata meta,
viamo alla meta di oggi: le Terme di
piacere di assaggiare le prelibatezze
e finalmente eccoci.
Vinadio.
preparate dal fratello della Pina, An-
Il paese è piccolo e sembra addor-
tonio. Già durante il viaggio di avvi-
mentato sotto la coltre bianca. Scen-
cinamento ci è stato illustrato il menu
diamo. Non sembra faccia molto fred-
che ci attende per la sera: risotto con
Sci di Fondo
61
Valle Pesio.
l’Engadina. Il rifugio si trova su di un
RADUNO DEI FONDISTI PRESSO LA SEDE DEL GRUPPO ALPINI MEDALE
L’hotel è a tutti gli effetti “miramon-
Vi arriviamo la domenica mattina
pianoro assolato. C’è parecchia gen-
ti”. Lo scenario intorno è superbo;
dopo circa un’ora. Il tempo è magni-
te e molti stanno mangiando seduti ai
peccato, vista la stagione, non poter
fico, il sole splendente, la temperatura
tavolini. Peccato non potersi fermare
sfruttare la terrazza davanti all’in-
non troppo fredda. La strada che risale
per un piatto di polenta e salsiccia: il
gresso attrezzata con sedie e tavo-
la valle è piuttosto trafficata perché
pullman ci aspetta.
lini, ottima per un momento di relax.
oggi, nella parte bassa del percorso
Il ritorno è decisamente più veloce
Prendiamo possesso delle camere e ci
di fondo, si svolge una gara interna-
e leggero dell’andata: giù nei binari o
prepariamo per la cena.
zionale di fondo categoria juniores.
sulla pista di skating, attenti solo agli
Alle 19,30 possiamo gustarci quan-
Mentre risaliamo abbiamo la possibilità
incroci con coloro che salgono. Ci ri-
to preparato dallo chef Antonio, con
di vedere dai finestrini gli allenamen-
troviamo tutti all’autobus. Ci cambiamo
in più la sorpresa di un buffet di for-
ti degli atleti che, nonostante la gio-
e ripartiamo. Come al solito dopo po-
escursionismo, che per un trentennio
maggi locali, freschi e stagionati, ac-
vane età, sciano già come campioni.
chi chilometri le voci che commentano
si è svolto sul San Martino, sempre
compagnati da miele e marmellate.
Arriviamo alla Certosa di Pesio, dove
la giornata vanno via via diminuendo
ospiti del rifugio Piazza.
Tutto perfetto. Prima di andare a dor-
il pullman ci scarica. Chi fa alternato
e lasciano posto al sonno o comun-
Quest’anno, pur essendosi abbassa-
mire qualcuno si avventura fuori per
prepara gli sci con la sciolina e poi a
que al meritato riposo. Ma la giornata
to di quota, il raduno rimane comun-
una passeggiata sotto le stelle, altri
piccoli gruppi, con i vari maestri ini-
non è finita: dopo qualche ora, giusto
que nello stesso territorio, e si tratta
si lanciano in una partita a scopone
ziamo a risalire su una pista che per
quando la fame inizia a farsi sentire,
di un felice ritorno, dato che la sede
scientifico. L’appuntamento è comun-
circa 6 km, praticamente sempre in
facciamo sosta per la meritata meren-
precedente ci aveva tante volte accolti
que per la mattina successiva alle 9,15
salita, a volte leggera , a piccoli tratti
da: dal bagagliaio dell’autobus escono
per festeggiare le più belle uscite sulla
al bus, che aspetta all’inizio del paese.
un po’ più impegnativa, porta fino al
torte, cioccolatini, liquori fatti in casa e
neve e per condividere i program-
Meta della giornata: la pista di fondo
rifugio Pian delle Gorre. Nonostante la
spumante. Quasi non ce la facciamo a
mi futuri, sempre all’insegna di una
in località Chiusa di Pesio, più o meno
fatica non possiamo fare a meno di
finire tutto quello che è stato prepa-
cordiale amicizia, fattore trainante di
a 15 km da Cuneo, nel Parco natura-
ammirare la natura che ci circonda
rato, ottimo come al solito. Si riparte
questo meraviglioso gruppo.
le del Marguareis, nella parte alta della
e la cui bellezza non fa rimpiangere
e ora si può proprio dire che la due
Foto di Pina Ietto
La relazione del presidente sull’attività del 2014 di Stefano Vimercati
O
ggi, 7 giugno 2014, eccoci qua a festeggiare la nuova
base nello sci di fondo, su due diret-
te domenicali, che prevedono anche
trici ben distinte e al tempo stesso tra
ginnastica presciistica
loro complementari.
settimanali, in sede CAI.
sede del Gruppo Alpini Me-
dale di Rancio con il tradizionale raduno annuale del gruppo sci di fondo
giorni è terminata. Prima
Nel consiglio della sezione CAI Lec-
di arrivare a Lecco la Pina
co del 6 maggio scorso ho presentato
saluta tutti i partecipanti
una relazione dettagliata sulla nostra
e ricorda l’appuntamen-
formazione e sul nostro operato.
- 3 lezioni tecniche teoriche, infra-
Attività di addestramento Viene svolta dalla Scuola sci di fon-
Rapporti con la commissione di
do escursionismo, su percorsi pista-
riferimento C.R.L.S.A.S.A
ti, organizzando il corso su tre livelli:
Sci escursionismo
principianti, perfezionamento 1° livello
Il regolamento delle scuole prevede
e perfezionamento avanzato di avvi-
che il direttore di ogni scuola sia un
cinamento alla pratica dello sci di fon-
titolato nazionale, vale a dire un INSFE,
do escursionismo.
che noi non abbiamo.
Da un triennio il corso si svolge con
Abbiamo più volte ribadito, per la
riferimento alla nuova Commissione
nostra specifica attività di avvicina-
regionale lombarda scuole di alpini-
mento allo sci di fondo escursionismo,
smo, sci alpinismo, arrampicata libera,
di ritenere sufficiente un titolato ISFE
C.R.L.S.A.S.A. – Sci escursionismo.
(i risultati ottenuti in un trentennio di
Il corpo istruttori è così composto:
attività parlano chiaro). Questa con-
ISFE - Bianchi Marco, direttore della
dizione è stata accettata concedendo
scuola e del corso
una deroga, però solo per gli anni pre-
ISFE - Ietto Maria Giuseppina, rap-
cedenti, mentre per il prossimo inver-
porti con la commissione di riferi-
no 2015 la deroga non verrebbe più
mento
concessa.
ex-ISFE – Monti Paola, in attesa di rinomina
Con e-mail alla segreteria in data 11.10.2011 abbiamo richiesto, elen-
to per il sabato succes-
Ho ritenuto opportuno mettere in
sivo, quando ci sarà la
evidenza quanto abbiamo costruito e
gara sociale Coppa Paolo
sviluppato, sempre in armonia e con
Isez. – Bucca Salvatore, Merlini Ce-
tegrare Paola Monti nel suo titolo
Piazza. Saremo senz’altro
spirito di servizio, nei confronti di tut-
sare, Pozzoni Franco, Colombo Daniele.
ISFE. A tutt’oggi non abbiamo ancora
tutti alleatissimi.
ti gli interessati allo svolgimento della
Gli allievi partecipanti al corso sono
nostra attività.
Isez. – Bolis Giovanni, vicedirettore del corso
candone le ragioni, di prendere in considerazione l’opportunità di rein-
avuto una risposta ufficiale.
di norma circa quaranta ogni anno.
Un grazie da parte no-
Non ho mancato di fare alcune
Nell’inverno 2014 si sono avuti: 18
stra ai nostri preparatis-
considerazioni divergenti rispetto alla
principianti, 16 perfezionamento 1° li-
simi e pazientissimi ma-
Commissione regionale di riferimen-
vello, 9 perfezionamento avanzato.
estri (rigorosamente in
to (CRLSASA-sci escursionismo) in
ordine alfabetico): Cesa-
relazione all’attività di addestramento
re, Marco, Giovanni, Paola,
che svolgiamo. Di seguito i contenuti
- 6 uscite domenicali
pistati nelle località più idonee e at-
Pina, Salvatore.
principali di quella relazione.
- 1 uscita doppia (sabato e dome-
traenti per la pratica dello sci nordico.
“
Le attività sulla neve prevedono nei mesi di gennaio e febbraio:
Attività amatoriale Guidata da capigruppo sezionali, l’attività sulla neve si svolge di norma di sabato, nei mesi gennaio e febbraio, con una serie di uscite su percorsi
nica). Il gruppo sci di fondo escursionismo in seno al CAI Lecco,
dal 1983 svolge ogni anno l’attività di
Nei mesi precedenti, novembre e dicembre, sono previste: - 5 uscite a secco nelle mattina-
Sci di Fondo
63
La partecipazione è aperta a tutti i
Bucca Salvatore Isez.
tegoria femminile 11; categoria ma-
soci, giovani… senza limiti di età, che
Merlini Cesare Isez.
schile 12
abbiano dimestichezza con gli sci di
Bucca Salvatore Isez.
Risultato soddisfacente per tutti.
fondo o che abbiano frequentato il
Pozzoni Franco Isez. (prov-
-Tre giorni di fondo a Innsbruck,
corso di addestramento, suddivisi in
Austria – 28 febbraio e 1-2 marzo
visorio)
tre gruppi: Azzurri, Gialli e Rossi.
Colombo Daniele asp. Isez.
I capigruppo sezionali sono:
Amatori:
- per gli Azzurri: Piazza Giacomo
Piazza Giacomo accomp..
biamo visitato gli impianti sportivi di
- per i Gialli: Colombo Daniele
Pullano Domenico accomp.
Nauders, Olympia Region di Seefeld in
- per i Rossi: Pullano Domenico
Colombo Daniele accomp..
Tirolo. È mancata un po’ la neve, andrà
Ogni edizione vede una cinquantina
Addetto stampa, bilancio: Beretta
di partecipanti.
Si sono avuti 53 partecipanti. Ab-
Mariarosa
Le uscite a secco e lezioni teoriche in sede sono le stesse che per l’addeFoto di gruppo in partenza per il San Martino (quella con tante persone)
La stagione 2013/2014
stramento.
”
Passiamo ora ad alcuni cenni riepilogativi della stagione trascorsa.
Attività supplementare
prima parte (comune a tutti)
Per tutti i partecipanti alle attività programmate si prevedono inoltre:
- lezioni tecniche e teoriche in sede. Tre serate con discreta partecipazione
- gara sociale - uscita di tre giorni in località di maggiore richiamo, visitando i centri
- uscite a secco. Cinque uscite nelle mattinate domenicali, con buona partecipazione.
del fondo con le piste più idonee per
meglio alla prossima occasione. Gestione economica Sotto l’aspetto economico l’attività 2014 chiude in positivo, anche se abbiamo dovuto far fronte all’aumento del costo degli autopullman e a un modesto calo di presenze. Non è comunque venuta meno la solidarietà per: - Amici di Lorenzo, ambulatorio di Ascole;
seconda parte
qualità e lunghezza.
- uscite sulla neve addestramento: 45 allievi, di cui 18
- La Nostra Famiglia, ospedale Equador - fondo solidale per il lavoro.
Direttivo del gruppo sci di fondo
principianti. Le sei uscite sono state
Abbiamo inoltre versato alle sezione
escursionismo
effettuate prevalentemente di dome-
di Lecco un contributo di € 500 per
nica, oltre a una due giorni in Piemon-
le sue molteplici attività.
Sono membri del direttivo il presidente, tutti gli istruttori e gli accom-
te.
pagnatori, l’addetto stampa. Verificato e confermato nel settembre 2013 per l’esercizio 2014, esso Momenti conviviali alla baita degli alpini del gruppo Medale. Sotto: sosta alla cappelletta del San Martino.
2014
sono effettuate otto uscite, in prevalenza di sabato.
sarà verificato e confermato nel pros-
Anche se il calendario delle uscite
simo settembre per l’esercizio 2015, e
sulla neve, a causa della situazione
così di seguito anno per anno.
meteorologica, ha subito modifiche,
Esercizio 2014 Presidente, tesoriere e responsabile
Ietto M.Giuseppina ISFE, se-
gretario generale e referente della Bolis Giovanni Isez., vicedi-
rettore dei corso, operatore in Internet
Monti Paola ex-ISFE
settembre. Faremo del nostro meglio.
tervenuti, al Gruppo Alpini Medale che
programma stabilito.
ci ha ospitati, e in particolare all’amico
terza parte -Gara sociale “Coppa Paolo Piazza”, sabato 15 febbraio 2014
Giorgio. Un sincero augurio di una buona e rigenerante stagione estiva.
10 km a tecnica classica sul percorso Surlej-Sils-Surley. Per la prima volta partenza in linea. Gruppo scuola – partecipanti: cate-
C.R.L.S.A.S.A. – Sci escursionismo
del gruppo nella riunione del prossimo
ti si è comunque riusciti a svolgere il
delle scuola e del corso
2015 sarà programmata dal direttivo
Un grazie a tutti voi che siete in-
Addestramento: Bianchi Marco ISFE, direttore
L’attività per la stagione 2014 -
grazie a un paio di recuperi e varian-
bilancio: Vimercati Stefano
Il prossimo anno
gruppo amatori: 46 partecipanti. Si
goria femminile 14; categoria maschile 9 Gruppo amatori – partecipanti: ca-
Sci di Fondo
65
BIANCO & BLU
Scialpinismo nei colori della Norvegia
di Sara Pozzetti
V
oglia di nord, di pace e di pa-
ma battiamo a tappeto tutte le case dei
esaggi insoliti, possibilmente
pescatori e alla fine Erri ha notizia dalla
sconosciuti da esplorare, voglia
sua nuova amica Annika dell’ufficio del
di pestare neve con il rumore delle pel-
turismo di Lingsteidet, che la zona di
li che strisciano, voglia di scivolare su
nord Lenangen è comunque ottima per
pendii liberi.
lo sci alpinismo e che ci sono ancora
Così il mio interesse si catapulta sulla
delle casette disponibili. Ne opzionia-
Groenlandia, ma purtroppo devo accan-
mo due all’interno di un micro villag-
tonare l’idea, viaggio con una logistica
gio, dotate di sauna e Jacuzzi comune.
e costo davvero importanti. Sogno ri-
Fatto, l’essenziale per la sopravvivenza è
messo nel cassetto, almeno per il mo-
evaso, ora non resta che la parte ludica,
mento.
trovare le cartine, le guide, pianificare le
Ripiego, se così si può dire, sulla Norvegia, Alpi di Lyngen e puntuale come
gite, sperare nel bel tempo e aspettare trepidanti la partenza.
per tutte le occasioni, condivido l’idea Carichi come molle
to amico. Le adesioni non stentano ad
L’inverno scorre veloce, qualcuno
arrivare, e nel giro di poco il gruppo è
paventa l’ipotesi di cominciare ad ar-
fatto, saremo in sette per partire il 19
rampicare e andare in bici, e invece noi
aprile. Armando, Daniele, Luca, Ottavio,
siamo carichi per la settimana che ci si
Enrico, Raffaella ed io. Tutto calcolato,
preannuncia. Partiamo entusiasti.
anzi suggerito dal mio capo, alternati-
Veniamo accolti a Tromso da un cielo
vo e forse lungimirante: il 20 è Pasqua,
nuvoloso e 4 gradi, ma non ci faccia-
quindi il 21 festa, il 25 ancora festa, per-
mo scoraggiare. Lasciamo l’aeropor-
ciò settimana non troppo invasiva per
to con le nostre due auto a noleggio
il lavoro.
e imbocchiamo la statale che ci por-
Scatta l’organizzazione compulsiva. Il
terà a Nord-Lenangen, dove ci aspet-
gruppo con Whatsapp farà da collante e
ta Bent, gestore di un mini villaggio di
diffusore di informazioni, aggiornamen-
Rorbuer, tipiche casette di palafitte sul
ti, novità; come la tradizione vuole, la
fiordo. Sono molto calde e accoglienti,
cena per valutare come procedere darà
e destiniamo la più grande per cena-
poi il via alla pianificazione del più pic-
re e far colazione tutti insieme. Bent è
colo dettaglio. Come sempre ci dividia-
così gentile da chiedere al proprietario
mo i compiti, perché il lavoro di squadra
del mini market di aprirci il negozio, così
è sempre il più riuscito. I biglietti aerei
da poterci approvvigionare del minimo
sono emessi, priorità assoluta; si dif-
per la sopravvivenza. Grave errore fare
fonde un attimo di panico per l’allog-
la spesa affamati: svaligiamo il market.
gio, perché pare sia pieno dappertutto,
Tutte le libagioni vengono affiancate alle
Salendo al Rundfjellet
con il resto della scuola e qualche stret-
Dalla cima del Daltinden
Relax
Rorbuer
In cima al Rundfjellet
scorte portate dall’Italia, salami di ogni
zione di sciarci sopra è impagabile, ad
il Rornestinden, di 1050 m. Le discese
presenta 4 km di piano lungo una valle.
movimento dietro di noi. Risaliamo un
Siamo agli sgoccioli, last chance, e
provenienza, bresaole della Valsassi-
ogni curva sembra di tuffarsi dentro.
per entrambi i gruppi sono di grande
Quando arriviamo al parcheggio rima-
pendio sulla nostra sinistra, ma il vento
tentiamo di giocarcela comunque, ma
na, parmigiano reggiano di primissima
Siamo contenti anche se la discesa è
soddisfazione, la neve è ancora bella.
niamo basiti, perché si presenta un’an-
davvero non cede, così ci accontentia-
non siamo fortunati come il giorno
qualità, formaggi d’alpe.
breve perché la neve è una poesia. In un
Ci ritroviamo alle auto contenti, e
ziana signora con un post-it in mano
mo di altri 500 metri, e rientriamo, un
prima. Purtroppo il tempo è cambiato
pronti per affrontare la terza cena del
e un numero di telefono. A gesti mi fa
po’ bastonati, ma contenti della scelta
tanto, pioviggina leggero e soffia vento
nostro cuoco, prova non da sottovalu-
intendere che devo chiamare. Non so
fatta.
forte. Non ci scoraggiamo del tutto, ma
tare.
bene con chi ho parlato, ma qualcuno,
Sino a martedì, quando riaprirà, possiamo farcela.
soffio siamo alle auto come siluri. OttO, ormai cuoco ufficiale, si diletta
OttO si esibisce in una cenetta spettacolo, innaffiata da birra a fiumi. Non contiamo le lattine vuote.
a preparare una cena con i fiocchi. Birra
appena 50 metri sotto la cima del Gi-
in un inglese più che comprensibile, mi
come se piovesse. Lotta col meteo
Raffaella insiste e convince tutto il
Un mondo di colori
fa capire di non procedere nella valle, è
È il 25 aprile, giorno della Liberazione
lavarri dobbiamo rinunciare. Rientriamo ormai sazi.
Gli zaini sono pronti, le gambe cari-
gruppo ad andare a cercare l’aurora bo-
Per martedì le previsioni non danno
sconsigliato. Ragioniamo con cartina e
in Italia, gran giorno per la nostra spedi-
E’ game over. Ma come per tutti i
che come molle, lo spirito è alle stelle,
reale, perché il cielo è sereno. Inforchia-
niente di buono purtroppo, ma aspet-
guida alla mano, e non ci facciamo in-
zione in Norvegia. Vogliamo riattaccare
viaggi che finiscono restano ricordi pro-
si comincia.
mo le auto e raggiungiamo la fine della
tiamo la mattina per verificare se in
golosire, l’attenzione passa su un dosso
il Daltinden, avevamo mirato questa bella
fondi e ricchi di emozioni. La Norvegia
strada, da dove è possibile proseguire
zona non ci sia una piccola finestra di
alla nostra sinistra, che ci invita a risalir-
gita e il conto è aperto, così ci riprovia-
è un mondo meraviglioso, i suoi colori
solo a piedi.
tempo decente. Ha nevicato tutta not-
lo. La cima è quella del Negretinden, ma
mo. Saremo premiati. Cielo sereno, non
rimangono impressi e non si dimentica-
Domenica 20 aprile è Pasqua e la passiamo nel migliore dei modi. La mattina attacchiamo lo Storgalten,
La cosa curiosa, oltre che incredibile,
te e quando ci alziamo ci sono 20 cm
ci fermiamo sotto. Troppo carico sopra
un alito di vento, e la temperatura ide-
no. La sua pace e tranquillità trasmetto-
1219 m, ma raggiunti gli 800 siamo co-
è che non arriva il buio, la notte stenta
di neve fresca sul balcone. Decidiamo
di noi. È immacolato, ancora nessuno è
ale per godere tutto quello che si po-
no serenità nell’animo e permettono di
stretti a ribattere. Il tempo è orrendo e
a spegnersi, alle 23 c’è ancora luce, e
di andare a Tromso, per una giornata
salito, la giornata si apre, entusiasti per
teva. I missili Armando e Daniele sono
trascorrere giornate che riempiono.
la visibilità peggiorata tanto. Rientriamo
alle 2.30 è di nuovo giorno, almeno per
di shopping compulsivo/ossessivo. Gli
la polvere facciamo il bis. Dal limite del
come sempre i primi ad arrivare in cima,
I compagni di viaggio dei veri amici,
veloci, seguendo la traccia sul gps. Ma
quanto riguarda l’illuminazione.
sci sono in auto, perché la speranza c’è
bosco risaliamo. E giù ancora. Le gambe
OttO non tarda di molto, e noi quat-
con i quali è stato un privilegio condi-
non ci arrendiamo così facilmente, ap-
Purtroppo non raggiungiamo l’obiet-
sempre, ma non siamo premiati per la
pulsano, ma fioccano grida di entusia-
tro li raggiungiamo, alle 13.15 facciamo
videre e consumare questo piccolo so-
pena finito di pranzare, il cielo si dipinge
tivo, ma siamo felici per la bella passeg-
perseveranza. Svaligiamo un negozio di
smo.
l’autoscatto tutti insieme. Il panorama è
gno. Quello che c’è da fare ora è pen-
di azzurro e alle 14.30 siamo di nuovo
giata, dove incontriamo un’unica tenda
souvenirs, allungo la mia collezione di
Giovedì 24 aprile, di nuovo in auto
mozzafiato, montagne bianche imma-
sare al prossimo viaggio.
in marcia, verso il Rundfjellet, di cui rag-
scaldata da una lieve luce all’interno.
Trolls di 4 pezzi, ora sono quasi 90, e
verso Coppangen, destinazione Tafel-
colate tutte intorno, Jakkevarri compre-
giungiamo la vetta di 615 m. Il panora-
Il silenzio è rotto solo dalle onde che
una Coop, OttO rimpingua la cucina con
tinden. Il meteo è ragionevole, sem-
so, la cima più alta delle alpi di Lyngen.
Vi aspettiamo a novembre per la
ma è stupendo, peccato un po’ di vento,
sbattono sulla battigia.
ogni bene.
bra voler soffiare un po’ di vento, che
La discesa è tra quelle che difficilmente
consueta proiezione durante il nostro
ma a 360 gradi montagne bianche si
E’ lunedì, ci rimettiamo in marcia di
L’ape parte alle 19, tutto il resto a se-
non ci darà tregua, e rinforzerà. Raffi-
scordi, perché la polvere ci fa dimen-
evento “Una Montagna di Emozioni”,
stagliano nel cielo blu, una meraviglia. I
buon’ora, dopo aver verificato il meteo
guire, il salmone fresco al forno, rico-
che fortissime ci investono, cerchiamo
ticare che siamo in primavera inoltra-
non mancate.
fiordi sotto di noi alternano acque verdi
e accertato che nella zona di Lindseidet
perto di spezie grida dalla bontà.
di non desistere, ma dopo poco più di
ta, sembra di “surfare” come in inverno.
e un color marino profondo. La sensa-
il tempo non è malaccio. Appena fuori
Un giorno trascorso così è sufficien-
200 metri il buon senso ha il soprav-
Daniele con la sua tavola galleggia sopra
dal rado bosco, ci dividiamo, Armando,
te per tutti: qualunque sia il meteo, la
vento. Assolutamente inutile prosegui-
i fiordi.
OttO e Daniele procedono sulla sinistra
decisione univoca è di muoversi l’indo-
re, e troppo carico il pendio che porta
Entusiasmo alle stelle.
verso il Kavringtinden , mentre Enrico,
mani.
al colle. Rientriamo seguiti poco dopo
Ancora ape, ancora cena super, anco-
68
Sci Alpinismo
Raffaella, Luca ed io ci dirigiamo verso
Optiamo per il Daltinden, gitona che
da svariati gruppi che si erano messi in
ra birra, tutto meritato.
Sci Alpinismo
69
LA STRADA DELL’IMPEGNO
La relazione del presidente all’assemblea ordinaria
Il 21 marzo 2014, presso la sede di Via Papa Giovanni XXIII, si è svolta l’assemblea ordinaria annuale 2013 dei soci CAI. Sono state discusse e approvate la relazione del presidente e la relazione finanziaria, e sono state approvate le quote sociali per l’anno 2014. I responsabili dei vari gruppi hanno quindi riferito sulle attività svolte nel corso dell’anno. I verbali dell’assemblea sono consultabili in sede CAI. Di seguito riportiamo la relazione del presidente, Emilio Aldeghi, sulle attività del 2013 e i programmi per l’anno in corso.
C
to McKinley 1961: storia di un’amicizia
ci si avvicina alla
continua ad avere numerose richie-
porta
ste di proiezione da parte di mol-
e alle porte che
te sezioni del CAI che organizzano
danno sul terraz-
eventi cinematografici ed ha avuto un
zo esterno.
grande riconoscimento in Francia con
Dopo aver ese-
la recensione pubblicata sulla rivista
guito
della principale associazione alpinisti-
lavori al rifugio
ca francese e la presenza in due film
Lecco
abbiamo
festival.
dovuto
interve-
gli
ultimi
nire con l’acquiSensibilità
tive: il Family CAI, una proposta offer-
nematografiche, con l’evento centra-
Personalmente mi stanno parecchio
quando devo scrivere la re-
ta a quelle famiglie con bambini piccoli
le al Teatro della Società dedicato a
lazione finale di un anno di at-
che vogliono in compagnia effettuare
tività della sezione mi sorprendo ogni volta della vivacità e del numero di
ari amici del CAI Lecco,
d’ingresso
sto di un nuovo generatore,
la
a cuore alcune attività forse un poco
sistemazione
e
Walter Bonatti. Purtroppo è stata per
defilate, ma che denotano impegno
la messa a nor-
delle piccole uscite in montagna, e la
Lecco l’ultima opportunità di ascolta-
e sensibilità. Penso alle attività con
ma
nascita del gruppo di Mountain bike.
re le parole di Rossana Podestà, la sua
le scuole, all’accompagnamento dei
elettrico
compagna.
bambini dell’asilo e della colonia, pen-
miglioria nel ri-
dell’impianto e
una
iniziative messe in campo nonostante
Sul fronte culturale mi piace sottoli-
la crisi renda sempre più difficile ge-
neare la costanza dei soci che si sono
E’ stata istituita all’interno della se-
so all’attività del coro organizzato dal
scaldamento della
stire entrate ed uscite di ogni singola
occupati di mantenere viva la raccol-
zione la scuola intersezionale per ac-
gruppo Geo e alla proposta dei canti
sala pranzo del rifu-
proposta. E’ solo grazie al generoso
ta di materiale alpinistico storico e di
compagnatori sezionali di Alpinismo
presso il ricovero degli anziani, così
gio Stoppani.
supporto dei volontari che riusciamo
garantire la periodica apertura della
Giovanile intestata a Giordano Dell’Oro.
come è continuata l’attività sul sen-
La comunicazione con i soci ha an-
su più temi della vita associativa por-
che quest’anno avuto il suo caposal-
tando un concreto contributo di idee.
Emilio Aldeghi, Presidente del CAI Lecco.
a non ridurre la potenzialità operativa.
collezione alla Torre Viscontea. Non
Hanno partecipato numerosi accom-
tiero didattico naturalistico del CAI
Vorrei sottolineare un concetto im-
di meno è stato grande l’impegno per
pagnatori di altri CAI lombardi che
Lecco che piano piano sta diventando
do con la pubblicazione del notiziario
portante che è sempre stato proprio
la realizzazione della mostra sull’abate
hanno espresso un alto gradimento
un punto di riferimento per le scuole e
sezionale quadrimestrale e un miglio-
del CAI e cioè quello di garantire la
Stoppani, poi esposta anche in Can-
per la professionalità nello svolgimen-
le associazioni non solo del lecchese.
ramento nella diffusione via mail dei
Naturalmente non è tutto oro quello
libertà di azione di ognuno in mon-
ton Ticino, in Svizzera, e la successiva
to dell’intero ciclo del corso. In attesa
Anche quest’anno abbiamo ripro-
comunicati. In fase di partenza è il
che luccica. La nota dolente credo sia
nuovo sito che presenta elementi di
la scarsa presenza dei soci in sezione
Sezione aperta
tagna con la consapevolezza che
pubblicazione del libro Sulle tracce di
di ulteriori momenti di festeggiamento
posto il Raduno ai Piani di Bobbio
questo non può prescindere da una
Antonio Stoppani con la collabora-
dei 50 anni di attività, il gruppo di AG
strutturandolo volutamente in ma-
più facile accesso per tutti coloro che
nei momenti di apertura il martedì e
pratica virtuosa e da una formazione
zione dell’Associazione Amici dei
ha organizzato a Lecco il convegno
niera semplice per far sì che potesse
vogliono acquisire informazioni sulla
il venerdì, anche se è vero che i vari
adeguata al livello di attività.
Musei del territorio lecchese.
regionale di tutti gli accompagnato-
essere una giornata di puro svago e
nostra sede e sulle nostre attività. A
gruppi si sono organizzati per strut-
ri lombardi che ha visto la presenza
di incontro fra i soci. Abbiamo regi-
breve verrà pubblicato sul sito anche il
turare le proprie attività presso la sede
notiziario sezionale.
in altri giorni della settimana. Il pro-
Anche quest’anno attraverso un
Anche se di minore valenza sono
metodico lavoro dei gruppi abbiamo
stati mantenuti rapporti di collabo-
del presidente nazionale e regionale di
strato un buon numero di partecipanti
saputo proporre tre corsi di Alpini-
razione con diverse associazioni del
AG, del vicesindaco di Lecco Vittorio
e commenti decisamente positivi. Allo
Abbiamo partecipato a diversi in-
blema nasce per il socio nuovo che
smo Giovanile, i corsi di sci di fondo
territorio, penso al Rotary, ad Imma-
Campione e degli alpinisti Alessandro
stesso modo sono stati veramente
contri organizzati da altri CAI della
si avvicina alla sezione nei due giorni
per amatori e principianti, il corso di
gimondo, al supporto alla serata sull’a-
Gogna e Oreste Forno.
piacevoli i momenti comunitari orga-
Lombardia e del Piemonte, dalle asso-
canonici, e, trovandosi isolato, dopo
sci alpinismo, il corso di roccia, il corso
limentazione in alta montagna, all’as-
nizzati presso la sede per i festeggia-
ciazioni del territorio e dalle istituzioni
una fugace visita ai giornali o ai libri,
menti più vari.
locali mantenendo rapporti di ottima
finisce per non avere il giusto appeal
collaborazione.
per rimanere o ritornare.
Come CAI Lecco abbiamo deciso di
di speleologia, il corso di speleologia
sociazione il Gabbiano. E’ prossima la
sostenere l’idea di valorizzazione del-
subacquea, le innumerevoli uscite del
pubblicazione del libro che racconterà
le falesie, e con altri gruppi alpinistici
In tema di investimenti qualche
Gruppo Età d’Oro, le iniziative escur-
i 50 anni di alpinismo giovanile del
lecchesi abbiamo dato un’iniziale ap-
grattacapo è stato procurato dai fur-
Per ultimo devo sottolineare che il
Questo dato non positivo mi per-
sionistiche della sezione.
CAI Lecco con l’inserimento descrit-
porto a chi personalmente da anni si
ti avvenuti presso la sezione con lo
lavoro con il direttivo sezionale si è
mette di portare alla vostra attenzione
tivo dei trekking effettuati nel corso
cimenta nel mantenimento delle aree
scassinamento della porta d’entrata e
svolto attraverso costruttive dinami-
quelle azioni che vorrei caratterizzas-
idonee a questa particolare pratica
di alcuni armadi. Questo ci ha costretti
che di collaborazione e di lavoro e
dell’arrampicata tanto gradita alle gio-
ad intervenire dotando la sede di un
che forse più che in altri anni anche
vani generazioni.
allarme e facendo piccole migliorie
il ruolo dei revisori dei conti non si è
Iniziative Da segnalare due nuovissime inizia-
70
Appuntamenti
degli anni dal gruppo. La terza edizione di “Monti Sorgenti” è stata caratterizzata, sulla scia delle precedenti, da mostre fotografiche,
Credo sia importante segnalare a
come per esempio l’accensione auto-
limitato alla verifica economica della
momenti musicali e teatrali, serate ci-
tutti i soci che il film da noi prodot-
matica della luce nel momento in cui
gestione della sezione, ma ha spaziato
Appuntamenti
71
sero il nuovo anno sociale. Sicuramente
concentreremo
ancora non organizzati. E’ questa
sociali.
sforzi per rivitalizzare la sede attra-
IL QUARTO VIEN DA SÉ
un’azione importante per avere un
gli Organizzazione
peso nel momento in cui durante le
verso alcune semplici modalità: la ri-
In campo organizzativo dovremo
assemblee regionali o nazionali ven-
tinteggiatura della sede da parte dei
definire un regolamento sezionale
gano posti in discussione o in vota-
soci, che non è un modo per far lavo-
e un regolamento delle sottosezio-
zione temi particolarmente importanti
rare gratis la gente, ma lo strumento
ni affinché tutti, pur nella diversità, ci
e che possono avere un impatto di-
per rinsaldare amicizie e rapporti; l’ac-
si strutturi secondo canoni comuni.
retto sulla vita della sezione.
quisto di un nuovo televisore a grande
Oggi, ad esempio, mentre Lecco, Bar-
Queste attività naturalmente saran-
schermo in sostituzione di quello non
zio e Ballabio rinnovano il proprio di-
no aggiuntive rispetto a quanto già
funzionante presente in salone con
rettivo ogni tre anni, la sottosezione
viene fatto.
l’intenzione di offrire mensilmente a
della Strada Storta lo fa ogni due anni.
Io in prima persona, il consiglio di-
tutti i soci film di montagna, oltre che
La strada di questa riorganizzazione,
rettivo e i soci siamo chiamati a pro-
il normale utilizzo per programmi te-
in ottemperanza a quanto deliberato
seguire sulla strada del miglioramento
levisivi; l’organizzazione di mini tor-
dal consiglio direttivo sezionale, deve
continuo, una strada fatta di impegno
nei per esempio di carte, di scacchi, di
portare a definire le modalità di vo-
con la convinzione assoluta però che
dama perché durante il gioco si torni
tazione delle sottosezioni durante la
è l’unica percorribile al fine di mante-
a parlare di montagna, di escursioni
fase di rinnovo del consiglio direttivo
nere il nostro sodalizio come punto
fatte e da fare.
della nostra sezione.
di riferimento all’interno del variegato
Anche se non di diretto impatto sui
Proporrò al consiglio direttivo di
soci dovremo valutare l’aggiornamen-
valutare la possibilità che il CAI Lecco
to o la modernizzazione di program-
diventi il centro propulsore di un’at-
mi informatici per la gestione dei dati
tività di coordinamento fra vari CAI
mondo della montagna e della città.
Il successo dell’edizione 2014 di “Monti Sorgenti” di Matteo Manente
O
ltre la crisi, oltre le difficoltà, oltre la fatica di organizzare e coordinare una settima-
grafica “Storie di uomini e di passioni”
lontano dalle sue montagne, impegna-
di Damiano Levati presso la Quadreria
to a dare il suo contributo con la Bri-
Bovara di Malgrate. Alla sera, invece,
gata Rocciatori durante i giorni della
appuntamento
Liberazione.
all’auditorium
“Casa
na di eventi dedicati alla montagna:
dell’Economia” per l’ormai classica
Mercoledì 21 maggio, invece, spa-
la quarta edizione del festival “Monti
“Serata in Maglione Rosso” curata dal
zio alla serata “Ripido: le due facce del
Sorgenti”, svoltasi dal 19 al 25 mag-
Gruppo Ragni e dedicata alla celebra-
Monte Bianco”, con le imprese al limite
gio, è andata oltre a tutto questo,
zione delle imprese più recenti portate
tra la follia e l’indubbia capacità tec-
conseguendo un successo di critica
a termine dai maglioni rossi in giro per
nica di Luca Rolli e Luca Pandolfi, che
e spettatori lusinghiero, che conferma
il mondo. Buona la risposta del pub-
hanno intrattenuto i numerosi lecche-
la bontà di una manifestazione che
blico in sala, che ha assistito alla pro-
si accorsi in Sala Ticozzi con filma-
anno dopo anno ha saputo affermar-
iezione della prima del film sulla salita
ti e foto relative alle proprie discese
si e ritagliarsi un proprio pubblico di
all’Uli Biaho e ad altri filmati relativi alla
da brivido con gli sci e la tavola da
riferimento. Se la prima edizione era
spedizione in Patagonia, il tutto ac-
snowboard.
stata una vera e propria scommessa,
compagnato dalle musiche dal vivo di
la seconda una piacevole conferma e
Simone Morandotti, Mike Guzzo, Da-
la terza un sorprendente successo, la
nilo Marzorati e Donatella Bortone.
Film e chiacchierate Giovedì 22 maggio è stata un’al-
quarta edizione non può che essere
Martedì 20 maggio, seconda gior-
tra giornata importante per la storia
stata la dimostrazione della validità del
nata della rassegna: in piazza Garibaldi
dell’alpinismo lecchese e non solo:
famoso detto “che il quarto vien da
è stata inaugurata la mostra all’aper-
protagonisti del doppio appuntamen-
sé”.
to intitolata “Vittorio Ratti. Storia di
to pomeridiano e serale il Cerro Torre,
un alpinista caduto in città” curata da
Casimiro Ferrari e i Ragni che con-
Matteo Manente e dedicata al ricordo
quistarono quella vetta patagonica nel
Nonostante le ristrettezze eco-
del forte alpinista lecchese, compagno
1974. Nel pomeriggio è stata inaugu-
nomiche di questi tempi, la rassegna
di Cassin in tante ascensioni negli anni
rata presso la Torre Viscontea la mo-
dedicata alla promozione della cultura
’30 e caduto tragicamente la sera del
stra “Casimiro Ferrari e il Sud America:
della montagna a 360° e i suoi or-
26 aprile 1945 durante gli ultimi scon-
storia di un sogno”, a cura di Alberto
ganizzatori hanno saputo mettere a
tri che portarono alla Liberazione di
Benini e ACAL. In serata, invece, al
punto un programma ricco di eventi,
Lecco. Una mostra fotografica e bio-
Teatro della Società è stato proiettato
con serate di livello e due temi por-
grafica allestita proprio nel luogo in
il docu-film di Paola Nessi “Passione
tanti: il 40° dalla prima salita dei Ragni
cui Ratti venne ucciso, con lo scopo
Cerro Torre”, un’accurata e precisa ri-
al Cerro Torre e il 50° anniversario di
di ripercorrere le tappe fondamenta-
costruzione storica delle imprese dei
attività ininterrotta del gruppo di Alpi-
li della vita non solo alpinistica di un
Ragni legate al Torre, con tanto di in-
nismo Giovanile. Due traguardi egual-
rocciatore importantissimo per Lecco,
tervista a Cesare Maestri, che solo per
mente importanti, che hanno trovato
per la sua storia e per quella dell’al-
l’occasione ha accettato di tornare a
il meritato spazio proprio durante la
pinismo italiano. Una figura, quella di
parlare della “questione Cerro Torre”.
settimana di “Monti Sorgenti”.
Vittorio Ratti, che meritava di essere
Programma ricco
L’apertura
della
manifestazione,
riportata alle luci della ribalta, visto il
come da tradizione, si è svolta nel
suo doppio ruolo di alpinista e par-
tardo pomeriggio di lunedì 19 maggio
tigiano, caduto a nemmeno trent’anni
con l’inaugurazione della mostra foto-
Appuntamenti
73
Al film è seguita una chiacchierata con
il favore delle tante persone interve-
cettare un numero sempre crescente
da quattro anni e che edizione dopo
gli alpinisti che quarant’anni fa si rese-
nute alla serata che di fatto, dopo una
di appassionati, offrendo gratuitamen-
edizione è diventato un momento ir-
ro protagonisti di un sogno inseguito
settimana di appuntamenti per tutti i
te alla città di Lecco, da sempre legata
rinunciabile per avvicinare la monta-
duramente dal “Miro” e conquistato
gusti, ha posto la parola fine alla quar-
alla storia e alla cultura dell’alpinismo,
gna, il suo mondo e la sua cultura, a
con fatica e determinazione, agendo
ta edizione di “Monti Sorgenti”.
un sapiente mix di eventi, mostre, film,
quante più persone possibili, non solo
Un festival, quello di “Monti Sorgenti”,
serate tematiche, storiche o celebra-
sul territorio lecchese.
che anno dopo anno ha saputo inter-
tive. Un appuntamento che si rinnova
come una squadra compatta e risoluta.
1 e 2) Inaugurazione della mostra fotografica di Damiano Levati 3 e 4) Momenti dell’inaugurazione della mostra dedicata a Casimiro Ferrari,, a Lecco Torre Viscontea 5 e 9) In partenza per il sentiero didattico dell’alpinismo giovanile dal piazzale della funivia per Erna 6) Serata Cerro Torre al Teatro della Società 7) Serata “Ripido: le due facce del Monte Bianco” Lecco, sala Don Ticozzi 8 e 11) Momenti dell’inaugurazione della mostra dedicata a Vittorio Ratti Lecco, piazza Garibaldi 10) Serata cinematografica al Circolo libero Pensiero, Lecco
Cinquant’anni e non sentirli: potrebbe essere questo lo slogan per
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riassumere al meglio il pomeriggio di sabato 24 maggio, giornata che, dopo la pausa di venerdì 23 maggio, ha visto l’inaugurazione della mostra fotografica “Un sentiero lungo 50 anni”, dedicata proprio al cinquantesimo del gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI Lecco. Una mostra allestita lungo il sentiero didattico recentemente sistemato alle pendici del Magnodeno, in località I Grassi, che tramite diversi pannelli e tante fotografie ha riassunto per decenni i momenti salienti di una storia e di un’attività ininterrotta svolta sempre a favore dei più piccoli. La mostra, inaugurata in occasione di “Monti Sorgenti”, è stata solo il pri-
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mo tassello di una serie di iniziative – tra cui una successiva e più ampia mostra in Torre Viscontea e un libro commemorativo – che da qui alla fine dell’anno saranno messe in campo per festeggiare degnamente un anniversario così importante non solo per il gruppo alpinistico, ma per tutta la città di Lecco. A concludere “Monti Sorgenti”, domenica 25 maggio si è svolta la serata riservata ai film provenienti dal Trento Film Festival: una selezione accurata di pellicole è stata proiettata nei locali del Circolo Libero Pensiero, raccogliendo
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Appuntamenti
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RECENSIONI IL PRIMO LIBRO DI RICCARDO CASSIN di Adriana Baruffini
1958: Riccardo Cassin, alle soglie dei 50 anni, è nel pieno della sua maturità di uomo e di alpinista, ha alle spalle una lunga serie di salite e le prime grandi imprese che hanno fatto di lui uno degli alpinisti più grandi del mondo, e per la prima volta si mette a scrivere un libro. Racconta tutto di sé, incominciando dalle origini contadine nel basso Friuli e dall’arrivo a Lecco in cerca di lavoro nel 1926. Qui, dove “le montagne vi circondano e vi invitano”, si manifesta la “malattia” della montagna che lo perseguiterà tutta la vita. Capitolo dopo capitolo Riccardo racconta la prima volta in vetta al Resegone, le arrampicate in Grigna, l’incontro con Mary Varale ed Emilio Comici, e poi le grandi salite che lo hanno reso famoso, lo spigolo Sud-est della torre Trieste, la Nord della Cima Ovest di Lavaredo, la Nord-est del Badile, lo sperone Nord della Walker, fino al viaggio di ricognizione nel Karakorum con Ardito Desio, preparatorio per la spedizione al K2 del 1954 dalla quale Riccardo resterà poi amaramente escluso. Nella pagine, arricchite da fotografie scattate dall’autore, attraverso una prosa essenziale ma attenta a tutti i dettagli, scorrono montagne, persone, contenuti tecnici, annotazioni su luoghi e costumi, sentimenti e riflessioni. Il libro, esaurito da oltre 30 anni, è stato ristampato alla fine del 2013 con la prefazione dell’alpinista valtellinese Rossano Libera che prende spunto da questo testo di “storia”per una riflessione sull’alpinismo di ieri e di oggi, tanto diversi perché secondo lui diversi sono gli uomini. La riedizione ospita anche la prefazione all’edizione del 1958 scritta da Carlo Negri, all’epoca presidente generale del CAI Accademico, con un ritratto di Cassin uomo che “prossimo ai 50 anni, sale ancora le montagne con fede immutata, mirante al godimento semplice e primordiale della propria vitalità e al pieno possesso di essa”.
Riccardo Cassin DOVE LA PARETE STRAPIOMBA Nuova edizione, Alpine Studio, Lecco ottobre 2013
CIMITERI, MUSEI A CIELO APERTO di Adriana Baruffini
I cimiteri come luoghi di cultura, di arte, di storia, veri e propri “scrigni di bellezza”. Muovendo da questa convinzione, alla base anche di altre sue pubblicazioni, Tiziana Rota conduce il lettore in un imprevedibile tour attraverso alcuni cimiteri di Lecco, proponendo non una guida sistematica ma dei percorsi tematici studiati per valorizzarne al meglio i contenuti. La pubblicazione di questo libro è il risultato di un progetto, “I segni della memoria”, che sta impegnando da 12 anni l’Associazione Amici dei Musei del territorio lecchese di cui Tiziana Rota è presidente, e che ha portato due cimiteri della città, il Monumentale e quello di Laorca, a far parte della Route Europea dei cimiteri significativi. Nel capitolo introduttivo l’autrice descrive in modo dettagliato le iniziative che fra il 2002 e il 2011 si sono svolte nell’ambito di questo progetto: incontri, convegni, pubblicazioni, collaborazioni. Le sezioni successive sono dedicate ad approfondire la conoscenza di alcuni cimiteri, il Monumentale di Lecco e quelli dei rioni di Rancio, Laorca e Acquate, attraverso immagini, testimonianze, racconto di eventi (mostre, visite guidate, spettacoli) realizzati negli anni al loro interno: i cimiteri come luoghi destinati ai vivi, oltre che al ricordo di chi non c’è più. Nell’ultimo capitolo viene infine tracciata la storia di quello che sarebbe dovuto essere il cimitero della grande Lecco, progettato nel 1931, costruito a Malgrate fra il 1933 e il 1938, mai inaugurato né utilizzato e demolito negli anni Settanta. Poiché i cimiteri sono “specchio culturale, storico, economico e artistico del territorio”, i percorsi nei cimiteri di Lecco, città alpina, presentano inevitabili riferimenti al mondo della montagna. Ecco quindi il cimitero di Laorca, parte del complesso monumentale del Sacromonte realizzato ai piedi della Corna Medale in un suggestivo scenario di speroni rocciosi, grotte e anfratti. E poi, ai piedi del San Martino, il cimitero di Rancio, il quartiere culla dell’alpinismo lecchese, dove sono sepolti vari famosi alpinisti. Nel cimitero di Acquate, accanto al fratello Ernesto, come lui garibaldino, riposa Giovanni Pozzi, pioniere dell’alpinismo e primo presidente di fatto del CAI Lecco, mentre al cimitero Monumentale si trova la tomba di Antonio Stoppani, personaggio che ha improntato di sé vari campi della cultura, non ultimo quello della montagna. Una ricca iconografia accompagna i testi: non solo immagini di tombe di particolare valore artistico, ma anche i contesti paesaggistici in cui sono collocate e le persone a vario titolo coinvolte negli eventi che hanno collaudato i percorsi tematici proposti. La qualità delle fotografie è un importante valore aggiunto, a cominciare dall’immagine di copertina che ritrae il cimitero di Laorca artisticamente interpretato da Mauro Lanfranchi in un’insolita prospettiva invernale.
Tiziana Rota PERCORSI DI ARTE, STORIA E PAESAGGIO NEI CIMITERI DI LECCO Grafiche Cola, Lecco 2014
VISTO PER UN’AVVENTURA IN AUSTRALIA di Luca Pedeferri
Nel 2013 una giovane coppia di lecchesi, fresca di matrimonio, parte per l’Australia. Non si tratta del classico viaggio di nozze, ma di un’esperienza avventurosa – raccontata nel libro - che dura un anno, un perenne nomadismo attraverso l’isola-continente alla ricerca di lavoro, persone, esperienze. Il lavoro in Australia non manca, e i nostri si gettano con entusiasmo nella attività più disparate: dalle fatiche in vigna alle ricerche sulle orchidee, dall’esperienza nei food van al seguito di eventi nel deserto, alla vendita di gelati nei villaggi aborigeni. L’esperienza lavorativa raccontata si snoda attraverso l’intero continente fra paesaggi immensi e una natura selvaggia e straordinaria che è la vera protagonista di questa narrazione; l’amore per ogni incontro vegetale e animale permea queste pagine con inesausta gioia per le continue “scoperte” , un’emozione sempre fresca generata da tutto: la vista di un koala, di un albero della gomma, di un tramonto sull’oceano o di una distesa di termitai. Nel racconto a quattro mani (non sempre impeccabile stilisticamente, forse, ma efficace) non manca la descrizione di alcuni effetti devastanti dell’azione umana, in particolare quando si parla di località minerarie, mentre numerosi sono gli aneddoti che fanno sorridere e i momenti di leggerezza. Infine le persone: quelle conosciute lungo il cammino sono molte e diverse hanno lasciato il segno. Fondamentale risulta soprattutto l’incontro con gli aborigeni, un “popolo di sopravvissuti” relegato ai margini della società australiana in condizioni di degrado materiale e culturale, ma le cui disgrazie passate e presenti non sono riuscite a distruggerne l’antica grandezza di spirito, il senso di comunità e di rapporto con la terra. Un libro di viaggio (anche interiore), nel senso più ricco del termine, che si legge d’un fiato e trasmette al lettore una piacevole energia positiva.
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Daniela Scaccabarozzi e Andrea Aromatisi AUSTRALIA WORKING HONEYMOON VISA Book Sprint edizioni, 2013
SALIRE SU DUE RUOTE di Renato Frigerio Grazie all’attenzione che Versante Sud riserva senza discriminazioni agli appassionati che si rivolgono alla montagna nella loro predilezione sportiva, un nuovo stupendo panorama si spalanca per chi è solito salire in alto faticando sulle due ruote. Mountain bike sui laghi è infatti la guida in cui Luca De Franco e Matteo Gattoni, forti di una esperienza di lunga data e di una passione esplosiva, vengono ad illustrare 69 incantevoli itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, di Lugano e di Como. Impostato secondo il tradizionale metodo di analoghe guide, il volume riprende una parte delle gite che erano già state presentate in una precedente edizione per ampliare poi notevolmente la proposta con percorsi nuovi, individuati soprattutto nella zona del Canton Ticino, fino a spingersi a ridosso della catena alpina. Mentre già la favolosa posizione panoramica presa in considerazione lascia immaginare in quale fantastico ambiente naturale si potranno avventurare i bikers che verranno avvinti dalle suggestive proposte di questa guida. Un incentivo di particolare forza viene poi aggiunto dall’accurata descrizione di ogni itinerario, nella quale brillano le avvincenti note di carattere storico, artistico e paesaggistico. La guida si rivolge ovviamente a coloro che già praticano questo sport tanto faticoso quanto gratificante, ma può soddisfare pienamente e coinvolgere nella medesima passione chi ama l’ambiente montano nel suo aspetto tuttora intatto e ancora lontano dal chiasso della folla e dal frastuono dei motori.
Luca De Franco e Matteo Gattoni MOUNTAIN BIKE SUI LAGHI Edizioni Versante Sud, Milano, 2014
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INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA - TESSERAMENTO
LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:
AGEVOLAZIONI E BENEFICI PER I SOCI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360” e la rivista quadrimestrale sezionale ”CAI Lecco 1974”. Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2014, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO DELLA TESSERA PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso venerdì 18 aprile 2014) con pagamento in contanti, con assegno o con Bancomat In alternativa, il pagamento potrà essere effettuato a mezzo: a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150. c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. d) Modello MAV che verrà inviato ai soci ritardatari dalla BANCA POPOLARE DI SONDRIO Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (+ un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale o bonifico bancario. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.
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Informazioni
CALENDARIO CHIUSURA SEDE La sede resterà chiusa dal 2 al 25 agosto
QUOTE SOCIALI PER IL 2014. Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 (nati nel 1997 e anni seguenti)
Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica
€
1,00
*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.
IMPORTANTE
Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.
DIMISSIONI E MOROSITA’
Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto immediato, senza restituzione dei ratei della quota sociale versata. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacquistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.
Bruna Perlotti, socia CAI dal 1981 Giuseppina Pozzi, iscritta dal 1992 Enrico Aldè, socio della nostra sezione dal 1931 Marco Anghileri, grande alpinista del gruppo Gamma, iscritto alla sottosezione di Ballabio dal 1997 Guerino Cariboni, membro del gruppo Ragni, iscritto alla sottosezione di Ballabio dal 1962 Ambrogio Bonfanti, protagonista su vari fronti della vita associativa lecchese. Appassionato di montagna, è stato un elemento portante della SEL, per anni direttore responsabile e redattore del Bollettino sociale. Socio CAI dal 1960, ha fatto parte del comitato di redazione del libro CAI Lecco 120 anni e si è occupato per alcuni anni della redazione del Notiziario sezionale. Per diversi anni, collaborando con “Pepetto”, è stato fra gli accompagnatori dei ragazzi della colonia della Cassa edile nelle escursioni in montagna. Fra i ricordi più recenti una serata del 2009 in sede CAI nella quale Ambrogio ha intrattenuto i ragazzi dell’Alpinismo giovanile sul tema della grande guerra. Tutta la sezione partecipa con affetto al dolore dei famigliari
CONVENZIONI
PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici.
TAURUS – SPORT, CALZATURE, PELLETTERIA Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto. E-TRE srl Show-room a Olgiate Molgora, Via Como1/3 (Statale briantea ) Fornitura e posa di prodotti per l’efficienza energetica, come serramenti altamente isolanti, sistemi di riscaldamento ecologici, impianti fotovoltaici, stufe e inserti a pellet, pellet austriaco di prima qualità. Ad ogni iscritto CAI sconto minimo del 10% che a discrezione del cliente potrà essere devoluto alla sezione CAI “Riccardo Cassin” di LECCO. SPORT SPECIALIST SPA- SPORT, ABBIGLIAMENTO, CALZATURE via Figliodoni 14 Barzanò (LC) Presso tutti i punti vendita sconto del 15% ai soci CAI, con esclusione degli articoli in promozione o già scontati
Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci delle sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.
Informazioni
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