Notiziario CAI Lecco 01/2012

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Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" 1/2012

CAI LECCO 1874


UN’ASSOCIAZIONE CHE GUARDA AL FUTURO

L’intervento del presidente all’assemblea dei soci

C

di Emilio Aldeghi

ari amici del CAI Lecco,

il sentiero incrocia il canalone Comera; per la continuazione di alcune opere

eccomi giunto al secondo giro

sul sentiero naturalistico realizzato dal

di boa del mandato. Questa re-

nostro gruppo di alpinismo giovanile,

lazione mi offre l’opportunità di una ri-

sentiero che verrà inaugurato il mese di

flessione non fatta a livello personale o

maggio; per la continuazione del per-

condivisa con poche persone ma estesa

corso verso la creazione del polo cul-

a tutti i soci, su quello che ritengo im-

turale per l’alpinismo lecchese. E come

portante al fine di mantenere e possibil-

dimostrano gli importanti finanziamenti

mente migliorare la nostra associazione.

da parte dello stesso comune e della

Parlare di crisi economica o, se vo-

regione Lombardia a sostegno di nostre

gliamo, di valori di riferimento è mette-

attività.

Il presidente del Cai Lecco Emilio Aldeghi

re il dito nella piaga, ma non deve essere

Il 2011 è stato caratterizzato da

a realizzare la manifestazione dei fe-

il paravento dell’immobilismo; al contra-

nuove iniziative atte a incrementare la

steggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia

rio deve essere uno sprone per miglio-

nostra visibilità in ambito cittadino e a

fornendo un contributo organizzativo

rare la capacità di divulgare il nostro

ridare fiato al concetto stesso di asso-

concreto, oltre che una selezione di

messaggio di rispetto della montagna e

ciazione. In particolare abbiamo dato

documenti pubblicati sull’opuscolo edito

della cultura alpina cercando sempre di

vita alla prima edizione di “Monti Sor-

dalla stessa prefettura.

innalzare qualitativamente le nostre ini-

genti” che, come saprete, è stata pen-

Ancora dal punto di vista della storia

ziative sia pratiche che culturali.

sata come una rassegna di avvenimenti

dell’alpinismo lecchese, abbiamo rea-

mantenuto

culturali multidisciplinari attorno al tema

lizzato in collaborazione con il Gruppo

lo stesso numero di associati significa

della montagna. Nel corso di questa

Ragni il filmato “Omaggio a tre grandi

aver avuto un credito che non possia-

prima edizione, apprezzata sia dai soci

alpinisti” in ricordo del 10° anniversario

mo permetterci di disperdere. Moral-

del nostro sodalizio che dal mondo

della morte di Pino Negri e di Casimiro

mente, presidente e consiglieri hanno

dell’informazione, fra le varie iniziative,

Ferrari e del 15° della morte di Lorenzo

il dovere di confrontarsi il più possibile

abbiamo prodotto il film “McKinley 1951

Mazzoleni, mentre il gruppo “Museo” ha

con la base degli associati, di mante-

- Storia di un’amicizia” che è risulta-

proposto la bella esposizione “McKinley:

nere un sodalizio al passo con i tempi.

to finalista all’Orobie Film Festival e al

una parete per tre generazioni di alpini-

Il numero degli associati, che ci colloca

Trento Film Festival, e abbiamo iniziato

sti” e il ricordo dei fratelli Pozzi, presso

fra i gruppi più numerosi della città, ci

un percorso di recupero di importanti

il cimitero di Acquate, nell’ambito della

impone un impegno, che non può es-

figure che hanno fatto la storia dell’alpi-

festa di Lecco.

sere sottovalutato. E’ un dovere che ho

nismo lecchese. In particolare, nel 2011

La proiezione del film si è svolta in

fatto mio e al quale con responsabilità

abbiamo ricordato Luigi Castagna. Le

occasione del tradizionale concerto di

ho deciso di dedicare tempo e impe-

foto e una sintesi della storia di Luigi

Natale dei cori alpini, altro importante

gno sottraendolo ad altri miei interessi

Castagna hanno avuto altri due mo-

momento di aggregazione dei soci.

personali e alla mia famiglia.

menti espositivi: il primo presso la tor-

Per cercare di riportare le persone

Lo scorso anno abbiamo creato un

re Viscontea nell’ambito della rassegna

iscritte al CAI Lecco a vivere un mo-

rapporto costruttivo con le istituzioni:

“Tra Monti e Acque” , il secondo presso

mento di condivisione della passione

Comune, Provincia, Regione e Prefettu-

il Palamonti di Bergamo all’interno del-

per la montagna abbiamo proposto, con

ra. Il dialogo instaurato si sta rivelando

la manifestazione “Il Grande Sentiero”

una buona riuscita, il raduno ai Piani di

importante anche nel corso del 2012,

organizzata da LAB80 e dalla rivista

come dimostra la collaborazione con

“Orobie” e che ci ha poi visto compar-

il comune di Lecco per il ripristino del

tecipi presentando a Lecco il film di Ca-

sentiero n° 1 nel tratto che scende dal-

therine Destivelle.

L’aver

sostanzialmente

la bocchetta dei Piani d’Erna fin dove

Con la prefettura abbiamo contribuito

Editoriale

3


pentola. Il topo invece di scappare in un

salvaguardia degli aspetti ambientali. Per

fugio Lecco, non attivo causa opere di

ambiente nuovo ebbe paura di affrontare

dovere di onestà devo dire che non sia-

manutenzione straordinaria, sono state

ciò che non conosceva e cercò di sal-

mo ancora usciti dal guado, ma posso

superate. Molti soci ci hanno chiesto, in

varsi spostandosi sul fondo della pentola

anche affermare che il traguardo ades-

modo diretto ed indiretto, di riproporre

e li morì”. La nuova associazione do-

so è visibile. Di sicuro siamo certi di aver

l’iniziativa. Non intendiamo certo venire

vrebbe vedere la luce nel corso del 2012

rivalorizzato un patrimonio che è parte

meno a questa sollecitazione e anche

e il nucleo iniziale essere composto da

della nostra stessa storia, un segno di ri-

quest’anno riproporremo il raduno nella

CAI Lecco, Gruppo Ragni, Gruppo UOEI,

spetto verso chi in passato ha deciso di

stessa località.

Gruppo Gamma, SEL, Fondazione Cassin

lasciare un segno del proprio passaggio

Sul finire del 2011 è stato edito il no-

oltre a una settima associazione non an-

con un elemento tangibile quale è un ri-

tiziario rivisto completamente nella sua

cora stabilita. Il Consiglio del CAI Lecco

fugio.

veste grafica e nel formato. La nuova

ha votato a favore dell’atto costitutivo e

Il primo impegno per il prossimo anno

edizione è stata particolarmente apprez-

dello statuto della nuova associazione:

è sicuramente quello di mantenere

zata e, nonostante un maggior impegno

un’azione che dimostra una volontà di

quanto fino ad ora attuato con la con-

in termini di contenuti e di costi, siamo

apertura verso l’esterno cercando, senza

sapevolezza che, visto nella sua globalità,

decisi a non abbassare la guardia e a

gelosie, di mettere in campo sinergie a

non è certo compito da poco.

continuare su questa strada che siamo

sostegno dell’ente pubblico per presen-

Il secondo è quello di rivedere l’assetto

sicuri ci porterà soddisfazioni.

tare alla città in modo più dinamico e so-

organizzativo, metodologico e di comu-

20

stenibile la storia dell’alpinismo lecchese.

nicazione fra i responsabili dei vari grup-

Pur non esponendolo in forma det-

4

EDITORIALE

3

24 28 30

pi, i consiglieri sezionali e la presidenza

realizzato dai singoli gruppi o commis-

mini di stress è stato quello legato al ri-

affinché possa riaffermarsi l’importanza

sioni che all’interno della sezione seguo-

fugio Lecco. Siamo partiti con una cer-

della sezione in quanto tale, superando

no specifiche attività. Il Gruppo età d’oro

tezza: il rifugio aveva assoluto bisogno di

particolarismi che non portano a nulla.

(GEO), lo sci alpinismo, lo sci di fondo

manutenzione, sia per andare incontro

Penso di predisporre una mappa degli

escursionismo, l’alpinismo giovanile, il

alle esigenze dei frequentatori sia per

adempimenti sezionali, che non devono

gruppo speleologico, la scuola di alpini-

adeguarlo alle normative vigenti, cosa

essere conosciuti solo dalla segreteria e

smo dei Ragni della Grignetta, i Monta-

alla quale non ci si poteva sottrarre. Gli

da pochissimi altri, un calendario di riu-

gnari, la commissione gite, la commissio-

aspetti economici di dettaglio vi verranno

nioni periodiche al di fuori del momento

ne museo, la redazione del notiziario, chi

presentati dal nostro tesoriere, Stefano

istituzionale del consiglio direttivo capaci

si è cimentato col ripristino dei sentieri:

Bolis, ma di certo siamo partiti con una

di diventare il motore operativo della se-

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tutti si sono mossi con la consueta capa-

visione ottimistica del preventivo che, in-

zione, stabilendo obiettivi precisi da rag-

cità che viene riconosciuta dai parteci-

vece, a causa di alcune problematiche di

giungere. Penso anche di ricercare per-

panti alle iniziative.

carattere logistico e di specifiche esigen-

sone che possano in un prossimo futuro

Il 2011 ci ha visto impegnati in un pro-

ze via via manifestatesi, ha presto preso

occupare cariche all’interno del mondo

getto fuori dalle normali dinamiche della

una piega diversa. Per affrontare i costi

CAI a livello regionale e nazionale, senza

sezione: la realizzazione di un’associa-

abbiamo seguito alcune direzioni ben

l’assillo della ricerca dell’ultimo momento.

zione di associazioni capace di gestire in

precise: accettare un anticipo da parte

Io sono certo che abbiamo tutte le

futuro il Museo dell’alpinismo lecchese ed

del gestore dei pagamenti annuali; parte-

carte in regola per fare questo che ri-

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eventuali altre iniziative culturali con po-

cipare al bando pro rifugi del CAI nazio-

tengo essere un salto di qualità, ma solo

tenzialità aggregative. Voglio citarvi una

nale; partecipare al bando della Regione

la voglia di metterci in gioco e di fare

piccola storiella per cercare di spiegare

Lombardia a sostegno delle strutture al-

squadra ci porterà a buoni risultati.

le ragioni di questa scelta che perso-

pine. Lo sforzo e l’impegno per cercare

A tutti gli amici che in questo anno si

nalmente ho sostenuto in modo deciso.

di far quadrare i conti senza pesare sugli

sono dati da fare e a tutti i soci che con il

“C’era una volta un topo che era abituato

associati era un imperativo che il teso-

rinnovo del tesseramento hanno confer-

a fare il bagno in una pentola d’acqua. Un

riere ha fatto proprio e che ha avuto un

mato la fiducia alla nostra associazione,

giorno venne acceso un fuoco sotto alla

allentamento psicologico solo con l’asse-

e alla sezione di Lecco in particolare, un

gnazione del contributo di 150mila Euro

grazie di cuore. Quando qualche volta mi

da parte della Regione. Il rifugio Lecco

è sembrato di essere solo, mi sono sem-

si mostra oggi con una rinnovata bellez-

pre accorto che c’era qualcuno al mio

za interna, ma soprattutto con interventi

fianco.

Editoriale

tecnologici di primaria importanza per la

Quattro passi lontano da casa Fatiche, paesaggi, risate di un trekking in Nepal

Die another day Partita aperta sulla Ovest della Egger

di Matteo Abate

di Matteo Bernasconi

La via del Det La realizzazione di un sogno sul Sasso Cavallo

di Luca Passini Undici giorni di granito L’attacco al pilastro ovest della Aguja Mermoz (e non solo) di Simone Pedeferri

ESCURSIONISMO

Le gite sociali, una nostra tradizione 5 aprile 1891, in Erna la prima escursione della sezione di Lecco di Giuseppe Ferrario

SCI ALPINISMO

Montagnari in Paradiso Una settimana in Canada sommersi dalla neve

SCI DI FONDO

di Sara Pozzetti

Sci di fondo escursionismo: attività inverno 2011-2012 di Stefano Vimercati Libere parole in competizione A Sils la gara di fondo CAI 2012 di Cristina Melazzi Scioline e torte di mele Due giorni in pista tra Veneto e Trentino di Bianca Bodini Nelle Alpi Aurine Il “buco di bel tempo” benedice i fondisti di Raimondo Brivio

CAI LECCO 1874

Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club alpino italiano N° 1/2012

Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club alpino italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 15/04/2012

GRUPPO ETA’ D’ORO

50 53

di Giovanni Capra Vecchi Ragni… Il ricordo di sei moschettieri di un tempo che non torna più di Alberto Benini Convivenza di Dino Piazza Quando eravamo “I Marios” Mario Panzeri ricorda l’amico Mario Merelli di Matteo Manente Riflessi (e riflessioni). Sull’Albenza che biancheggia di cave di Sergio Poli Il raponzolo e la campanula dell’Arciduca Viaggio tra i fiori delle montagne lecchesi di Annibale Rota

ALPINISMO E ARRAMPICATA

Un capitolo di grosso impegno in ter-

La Nord dell’Eiger Riflessioni a cinquant’anni dalla prima italiana

ALPINISMO GIOVANILE

tagliata, non posso dimenticare quanto

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Un’associazione che guarda al futuro L’intervento del presidente all’assemblea dei soci di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco

SENTIERI E PAROLE

6 9 11 12 16 18

IN QUESTO NUMERO 1/2012

Bobbio. Le iniziali diffidenze legate al ri-

Una settimana verde Il GEO alla scoperta della regione di Macon L’altro GEO L’impegno nel volontariato dei soci “d’oro”

SPELEOLOGIA

54

Fiumelatte, quota meno 92 Nelle viscere di Mamma Terra

APPUNTAMENTI

Il 24 giugno tutti a Bobbio 58 Al rifugio Lecco il raduno annuale del CAI 60 RECENSIONI 62 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

del Gruppo GEO di Marcello Sellari

di Luigi Casati

di Andrea Spreafico

In copertina: avvicinamento alla parete Ovest dell’Aguja Mermoz con Fitz Roy e Poincenot sullo sfondo (Foto di Lorenzo Lanfranchi)


LA NORD DELL’EIGER

Riflessioni a cinquant’anni dalla prima italiana

Giovanni Capra è ormai un ex inse-

Ne ha tirato fuori un racconto che si

e indietro,dalla montagna alla pianura

vada bene. Una mattina di lavoro mi

gnante di inglese, appassionato uomo

segnala per la scrittura limpida, per il

per raccontarci anche l’Italia di allora a

ha richiesto, l’ho scritto per voi, grandi

di montagna. Scialpinista, soprattutto.

brio che non cede mai. Un racconto

metà del boom economico.

del CAI Lecco”.

Ad un certo punto della sua vita ha

che per una volta non parla di tragedie

Gli abbiamo chiesto di scrivere

preso in mano la storia della prima

ma racconta per filo e per segno (per

qualche riga come chi torna (6 anni

salita italiana alla Nord dell’Eiger com-

tiro e per segno?) una salita condotta

piuta da due cordate comprendenti i

Che cosa aggiungere? Nulla. Buona lettura.

A

cinquant’anni dalla prima

scalate di Bonatti, di Maestri e dei loro

italiana alla Nord dell’Eiger,

compagni di scalata. No, i sei erano

alcune riflessioni, così, a

proprio schivi, segnati dal più schietto

caso.

spirito amatoriale: arrampicavano per

Certo che i sei di quella impresa non

il piacere di saggiare e vincere l’estre-

dopo!) sul luogo del misfatto (averce-

si curarono molto di far conoscere

mo verticale, ma non smaniavano per

all’insegna del buon senso, con il chia-

ne di misfatti così...). Ce le ha mandate,

come erano andate le cose, e sì che la

un po’ di notorietà.

“lecchesi” Romano Perego, Pierlorenzo

ro obiettivo di tornare tutti a casa vivi

da vero gentleman, accompagnate da

grande stampa era allora sensibile alle

Acquistapace (Canela) e Gildo Airoldi.

e vegeti... Un racconto che va avanti

queste parole: “ Ciao, spero l’articolo

Bastava loro l’orgoglio di appartenere al gruppo dei migliori e del resto, il

In vetta, da sinistra Perego, Mellano, Acquistapace, Airoldi, Solina (archivio famiglia Acquistapace)

di Giovanni Capra


CAI, quel dif-

tà; Romano Perego, come il più giova-

fuso atteggia-

ne Gildo Airoldi, venivano dalla scuola

mento

d’in-

lecchese di cui i Ragni erano e restano

feriorità per il

l’espressione più genuina, palestra di

quale

l’italia-

vibrante, indomito alpinismo già pro-

all’estero,

iettato in chiave agonistica, alla ricerca

no,

Romano Perego, e Andrea Mellano

allora riguardo alla loro impresa si può ascrivere a diverse ragioni. L’Eiger era la bestia nera degli italiani -così almeno lo definì Harrer il nazista- e anche la atroce, sofferta vicenda di Claudio Corti era stata dal CAI colpevolmente e sostanzialmente ignorata: c’era stato il segno fortemente negativo dell’intervento di Cassin e la pesante campagna di pregiudizi antiitaliani così forti nel mondo tedesco e nella Svizzera di quegli anni, con Harrer che si agitava a gettare benzina sul fuoco. Aveva forse prevalso, anche nel

8

Sentieri e Parole

nanti precisazioni. Magari apparente-

e c’è una cosa veramente in-

di quando eravate giovani? Parlate di

mente divergenti dal filo del discorso

sopportabile sono gli articoli in

ragazze, di gite, di pareti, di sci?

principale, ma sempre azzeccate …

S

per-

Sull’altra 600, Aste, roveretano ma

donare qual-

dolomitista, forse il massimo di allo-

cosa.

ra, legato alla tradizione bellunese dei

a pretesto il morto. Quegli articoli che

Se penso a loro, penso a come tutto

sparasse pochi colpi, ma quasi sem-

Comici e dei Carlesso che sulla Nor-

si potrebbero invariabilmente intitola-

è cominciato. Al libro sulla storia dei

pre perfettamente centrati, se ne era

Con il 50°

dwand calza per la seconda volta i

re: “Io e ... ” rigorosamente nell’ordine.

Ragni. Al piacere di parlare con il Lada,

uscito con un sonante: “Mica come il

anniversario il

ramponi; Solina, compagno geniale

Tutto teso a dimostrare quanto io ero

che mi raccontava di quando ave-

… che era un partigiano…” E quel “par-

CAI ha final-

quanto schivo e atleticamente ine-

importante per il morto...

va fatto amicizia con mio padre, alle

tigiano” detto con la G che diventa

mente

volu-

sauribile, Acquistapace, del gruppo più

A pensarci bene, specie se capi-

scuole medie, in giro un pomeriggio a

quasi una J da allora mi fa saltare alla

celebrare

risoluto e audace dei Ragni, un vero

ta ad una certa età, non c’è niente di

raccogliere i soldi per una corona di

mente la descrizione di Robertino nei

degn a mente

cacciatore della Nordwand, che già

male a morire: è un fatto naturale, e

fiori per un loro compagno annegato.

Piccoli Maestri di Meneghello, quella

quell’impresa e

l’anno precedente aveva sfidato con

la frase che il Panzerin amava ripe-

E a furia di sentirmelo raccontare, il

del comandante partigiano impegnato,

riconoscerne

Giuseppe Lafranconi. Caratteri diver-

tere, prendendola a prestito da Mircea

Sergio ragazzino, capace di ottenere

su di un tavolo, in un rapido intercorso

il merito, con

si, ognuno con distinte priorità, ma

Eliade: “La vita è un bene incerto e

qualcosa da ciascuno, mi sembra di

con la sua staffetta, di un racconto di

l’immagine sul

che sulla parete, mettono in comune

la morte non è un male certo”, aiuta

vedermelo davanti , alto e magro in

Fenoglio, e la colorita descrizione del

bollino

an-

i loro alpinismi, rinunciano a qualche

non poco, anche chi non crede in Dio,

un triste giorno del tempo di guerra..

tipo, offerta in brevi indimenticabili ri-

articoli

individualità, arrivano in punta non

a farsene una ragione. La tragedia è

“Ho fatto per tutta la vita il pesciatt…“ e

ghe da Gadda. Difficile da allora pren-

sullo Scarpo-

“facendo le ferie” come qualcuno in-

cosa fanno del tuo nome dopo che

giù racconti pieni di brio su avventure

dere troppo sul serio certe parole …

ne e con altre

sinuò, ma perché fiduciosi della loro

sei morto e non ti puoi più difendere.

in giro per l’Italia quando per conclu-

Il Topo, il Canada, la ferrovia, l’orso,

progressiva intesa. Infatti, sicuri delle

Gare di corsa in montagna per gente

dere un contratto “bastava guardar-

le lettere agli amici rimasti qui, il re-

loro possibilità, salgono come squadra,

che pensava che correre in montagna

si negli occhi e stringersi la mano”. Il

cupero del corpo di Oggioni nel 1961

La Nordwand continuò a restare il

come gruppo, con calma, senza fretta,

fosse una sonora idiozia, sante messe

comico racconto di una baruffa fami-

al Monte Bianco. La competizione con

chiodo fisso degli italiani anche dopo

sorretti da un eccellente affiatamento

in ricordo di chi faceva perfino fatica

liare scoppiata per una dedica troppo

quei “bilott de Munza” ma anche il

i diversi generosi tentativi di Claudio

psicologico e da una severa prepara-

a pronunciare la parola “dio”, salvo non

affettuosa di due giornaliste su di un

grande affetto che ne era derivato. La

Corti di recuperare il corpo di Stefa-

zione fisica.

fosse seguita (o preceduta) immedia-

libro che gli avevano regalato … I suoi

sportività, il saper gioire dei successi

tamente da un richiamo a varie specie

battibecchi con gli altri vecchi, dove,

degli altri, perché in fondo erano i tuoi

animali e via discorrendo …

dietro la ruvidezza dei modi, sentivi il

successi…

La traversata degli dei (tutte le foto sono dell’archivio famiglia Acquistapace)

La sorprendente amnesia del CAI di

state raccontando seduti su un sasso

sempre

nuale,

parlava chiaro.

di Alberto Benini

farsi

to

loro curriculum prima della Nordwand

Il ricordo di sei moschettieri di un tempo che non torna più

doveva

Attacco alla Rampa.

iniziative.

di difficoltà sempre maggiori.

VECCHI RAGNI...

no Longhi, sempre ostacolati e negati

La vittoria sulla parete diventa la

dalle autorità e dalle guide svizzere. E’

chiave per una sintonia di sentimen-

davvero sorprendente la coincidenza

ti che si cementeranno di incontro in

delle due Seicento che a distanza di

incontro in una preziosa amicizia; a

un giorno attaccano la parete, Aste,

distanza di cinquant’anni, quelli della

Solina e Acquistapace il 14 agosto,

Nordwand continuano a incontrarsi, a

Mellano, Perego e Airoldi il 15.

rivivere vecchie emozioni anche con

Felicemente sorprendente perché

amici che con la Nordwand avevano

i sei rappresentavano l’alpinismo ita-

conti in sospeso, come Roberto Sor-

liano nelle sue espressioni più diver-

gato, Det Alippi, Giorgio Redaelli, conti

se. Andrea Mellano era portatore di

che il tempo ha appianato e dissolto.

quell’alpinismo piemontese, o meglio,

Manca solo lui, il caro, vivace, batta-

sabaudo sorretto da valori democra-

gliero “Canela” il più giovane che se

tici, aperto a tutti, ma reso nobile dalla

n’è andato per primo.

tradizione e da una dichiarata austeri-

Parlando del Casimiro e di come

cui uno parla di sé prendendo

E quindi mi scuso in anticipo se mi

calore di un’amicizia. Le sue telefona-

tocca scrivere del Lada (Sergio Ghi-

te al mattino per raccontarti questo

Se penso al Piccolo lo vedo pronto

raldini), del Topo (Emilio Ratti), del

o quell’altro. Sempre informatissimo

alla battuta e pronto a metterti a tuo

Piccolo (Franco Spreafico), del Batti-

e sempre a fin di bene, con un’uma-

agio in tutti i modi. Penso che ave-

sta (Battista Corti,) di Silvio Fezzi e di

na partecipazione alle vicende, che se

va capito che mi sentivo sotto esame

Snapitus (Mario Colombo) tirandomi

gliela facevi notare ti beccavi garantito

seduto davanti a lui, a Osio, a Maresi,

in mezzo. Sei vecchi Ragni. Sei mo-

il tuo meritato “Ma va a dà via al ….”

a Piazza non proprio il massimo della dolcezza, almeno alla prima impres-

schettieri di un tempo che non torna più. Perché sono persone che a vario

Penso alla brusca accoglienza del

titolo ti sono entrate nel cuore perché

Topo quando ti dava udienza al ta-

erano persone speciali, proprio perché

volino del Caffè Commercio. Al suo

non facevano niente per esserlo e an-

loden verde. Ai racconti che gli altri

cor meno per sembrarlo.

facevano delle sue azioni. Di lui che

Dove siete? Dove siete andati? Ve la

assentiva o se ne usciva con fulmi-

sione, ne converrete …. Penso sentis-

Sentieri e Parole

9


re. Ero stato da lui l’anno prima e in

che avessi tempo di dire qualcosa: “Se

dopo il tentativo sfortunato all’Anna-

quel tempo la malattia si era accani-

lo ricordi” sono state le ultime parole

purna per ringraziarlo di quanto si era

ta su di lui. Respirava dalla bombola

che ho sentito dalla sua voce.

dato da fare per farli rientrare a casa. “Vedi –diceva, rileggendo il pezzo in

dell’ossigeno. “Volevo raccontarle una cosa, prima di morire -mi disse- mi

Del Battista ha già scritto Dino Piaz-

cui l’Alberto diceva di aver compreso

ascolti senza interrompere perché di

za. Aggiungo solo il ricordo dell’ulti-

allora che cos’era in concreto lo spi-

fiato ormai me ne è rimasto poco”. E

ma intervista in cui ripercorreva tutta

rito del Gruppo- queste sono le cose

mi raccontò tutto di fila non delle sue

la sua lunga carriera. Dell’amicizia col

che ti fanno capire di aver agito giu-

salite, non dell’essere stato scelto a

Renzo Battiston, dell’orgoglio di essere

stamente”.

primo presidente di un gruppo che poi

entrati insieme nei Ragni. Di quando

Era tutta gente che forse inconscia-

era diventato famoso nel mondo, ma

scalava con Roberto Osio, dei soccor-

mente percepiva di essere stata parte

di quando, appena finita la guerra ave-

si. Della sua testardaggine leggenda-

di una vicenda avventurosa più gran-

va guidato una ragazza cieca a fare il

ria che gli era valsa il soprannome di

de di quella di ciascuno dei singoli…

giro della Grigna. Così aveva descritto

Crapun. Un termine in cui c’era (molto

Gente che non aveva chiesto niente in

il percorso, canalone Porta, saltino del

alla lecchese) della ammirazione per

cambio del moltissimo che aveva dato.

gatto, vetta e discesa dalla Cermena-

la sua ostinazione a fare bene le cose

Che andava orgogliosa di quello che

ti. Il racconto gli era uscito semplice

in cui credeva, con grande senso di

aveva fatto, o che aveva contribuito a

e commovente. Tutto di fila. Pieno di

responsabilità.

fare. Perché ve ne siete andati, pur sa-

dettagli sui trucchi usati per superare i punti più difficili o pericolosi. Tanto

Con il Lada ho cominciato. E con lui

che mi sembrava di essere presente

mi è caro concludere: ricordo quan-

alla scena. Poi mi aveva congedato

do tirò fuori dal portafoglio la lettera

quasi brusco, anche se gentile. Prima

che gli aveva scritto l’Alberto Pirovano

In senso orario: Snapitus in una foto del 1964; Piccolo, a sinistra, e Duilio Berera in una foto fine anni ‘40; Piccolo; Silvio Fezzi; Battista Corti; Topo e Lada, 2° e 3° da sinistra, con Carlo Mauri, 1° a sinistra, e Gaston Rebuffat al rifugio Torino nel 1951; Antonio Nisa Castelnuovo.

se più di altri, con la sua saggezza

dedicata una mostra, che ricordi a tutti

E Snapitus? Ovvero di come un

discreta, come fosse importante riu-

che è stato fra i massimi alpinisti di

soprannome geniale riscatti un nome

scire a far parlare il suo compagno di

quel periodo.

dall’apparenza banale: Mario Colom-

pendo che gente come voi non ne nascerà più?

CONVIVENZA

Q

di Dino Piazza

scusi, ha ragione”.

prattutto che la bontà col tempo paga

uando cammino su un sen-

Ora, passati gli anni, continuo a sa-

tiero di montagna saluto

lutare. Molti rispondono, ma forse per-

A questo mi rivolgo a tutti quelli che

sempre chi incontro. Il salu-

ché la cultura e il rispetto si sono un

insegnano agli altri ad andare in mon-

to è la prima forma di rispetto per le

po’ persi, mi è capitato di sentirmi ri-

tagna (l’ho fatto anch’io per tanti anni

generazione di mezzo che si è trovata

persone che incontro. Dire due parole,

spondere: “Ma che c… vuoi?”.

alla Scuola dei Ragni e nei corsi di Al-

racconto di questi ragazzi che ancor

a traghettare il Gruppo dall’entusiasmo

riuscire a strappare un sorriso: que-

Una volta, mentre viaggiavo con

pinismo Giovanile) con un piccolo ap-

gli ridevano, ricordando uno scherzo

prima di essere usciti dal loro quar-

dei primi anni al desiderio di trova-

sto modo di fare mi è stato insegnato

l’auto, vidi sul bordo della strada una

pello: insegnate ai vostri allievi anche

fatto a questo o a quello. A come sa-

tiere si erano ritrovati schiaffati nel bel

re un proprio spazio e una propria

dai miei genitori, quando ero ancora

signora con un bambino in braccio e

l’importanza del saluto alla gente che

peva far ritornare umane anche delle

mezzo della guerra civile. A scegliere

identità. Affermata in quell’amore per

bambino.

una bambina per mano. Mi sono fer-

incontrano. Il saluto è dimostrazione

figure che avevano per lui il sapore

fra la fuga e l’arruolamento forzato.

il “maglione rosso” che finiva nasco-

A volte capita che il mio saluto non

mato per farli attraversare, malgrado ci

di amicizia, di umiltà e di rispetto. È

del mito. Penso alla sua ammirazione

A trovarsi a scappare, a esser presi a

sto nello zaino se non eri in forma, ma

venga corrisposto, allora rimango

fosse traffico. A metà strada la bambi-

la dichiarazione di disponibilità in caso

per Gigi Vitali. A come sarebbe stato

botte, a fare i conti con la paura della

che veniva ostentato, anche in mezzo

male, molto male.

na si è girata a guardarmi, mi ha sorri-

di necessità. Un valore da difendere

contento di sapere che al Gigi, che dei

deportazione. Penso alle battute ful-

alla bufera se, per dirla col Dino Piazza,

In gioventù facevo osservare: “Non

so, poi con la mano mi ha salutato: un

perché non costa nulla, ma è molto

Ragni fu il vero padre, verrà finalmente

minanti del Duilio, camicia bianca con

stavi facendo “bella figura”.

rispondere al saluto è un comporta-

gesto che mi ha commosso e mi ha

importante.

mento maleducato”. Lo facevo pro-

fatto bene al cuore.

cordata Giulio Bartesaghi per capire

E insieme a loro penso al Nisa, alla

bo... uno di quelli che hanno fatto l’os-

di come erano nati i Ragni, di come

sua casa a Rancio. All’incontro con

satura del gruppo, ruvido e orgoglioso,

la leadership del Giulio fosse seconda

lui e col Duilio Berera. Al vino bian-

fra quelli che hanno saputo dare con-

solo a quella del Gigi Vitali.

co bevuto insieme in un pomeriggio

tinuità con la loro esperienza a quella

Penso a come tornava alla spensie-

di primavera. A come fluiva naturale il

ratezza di quei tempi con gli occhi che

maniche rimboccate e bretelle d’ordi-

10

Sentieri e Parole

nanza. Al suo tuonare fulminanti pareri

Quando era ormai prossimo a mo-

fra un bicchiere e l’altro. A riportare

rire, Silvio Fezzi, che era stato il primo

sulla terra qualunque grande impresa.

presidente dei Ragni, mi fece chiama-

tetto dal maglione dei Ragni e dal di-

Essere educati e comportarsi bene

stintivo di guida alpina appuntato sul

al giorno d’oggi forse non è più di

petto. Poi avevo il bene prezioso della

moda. Ma sono convinto che il buo-

gioventù, allora mi rispondevano: “Mi

no non può diventare cattivo e so-

sempre.

Sentieri e Parole

11


QUANDO ERAVAMO “I MARIOS”

Mario Panzeri ricorda l’amico Mario Merelli

I

di Matteo Manente

mprovvisa e inaspettata, nelle prime ore del 18 gennaio 2012 è arrivata la notizia della morte di Mario Merelli, avvenuta proprio sulle “sue” vette orobiche; la tragica fatalità che ha coinvolto il forte alpinista di Lizzola ha sconvolto e scosso profondamente tutto il mondo alpinistico che negli anni lo aveva conosciuto e apprezzato. Al di là delle indiscusse doti tecniche e delle prestigiose imprese messe a segno, Merelli è stato

prima cosa che hai pensato quando hai

me, specie se il legame tra due persone

appreso della scomparsa di Mario Me-

è forte e radicato nel tempo. A 7000

relli?

metri di quota l’amicizia conta più di

Quella mattina mi trovavo per lavoro

qualsiasi altra cosa e soprattutto rimane

dalle parti di Varese, ricordo che faceva

anche quando la spedizione è termina-

un gran freddo e che essendo abba-

ta e si torna a casa; in alta quota devi

stanza presto, c’era ancora molto buio.

andare d’accordo con il tuo compagno

Verso le 8.30 ho ricevuto la telefonata

di cordata, devi fidarti reciprocamente,

del mio amico Silvio “Gnaro” Mondinelli

non hai scuse... e con Mario è successo

che mi comunicava quanto accaduto a

esattamente tutto questo.

Merelli. Sulle prime non volevo crederci, la notizia era troppo assurda per essere

Mario Merelli in Himalaya (tutte le foto sono dell’archivio Mario Panzeri)

Quando vi siete conosciuti, in quale occasione?

I Marios al campo base dell’Annapurna nel 2005. Merelli è a sinistra

per tanti ammiratori l’esempio di come l’alpinismo possa conciliare allo stesso tempo divertimento e professionalità. Tra i tanti che hanno avuto la fortuna di conoscere da vicino lo scalatore bergamasco c’è anche il lecchese Mario Panzeri, al quale abbiamo chiesto un breve ricordo dell’amico e compagno di tante spedizioni in Himalaya.

vera e poi era ancora avvolta dal mistero,

Il primo contatto è avvenuto per

nel senso che nessuno sapeva di preci-

questioni legate al lavoro; ai tempi la-

so cosa fosse successo. Nonostante le

voravamo per la stessa ditta di disgaggi

circostanze dell’incidente fossero an-

e una sera ci siamo incontrati casual-

cora confuse, sono rimasto ugualmente

mente in ufficio. Era il 1998 e in quell’in-

sotto shock, preso da un grande sen-

contro fortuito venne fuori che lui stava

so di sconforto: ricordo solo il freddo

per partire alla volta dell’Everest e così

pungente e l’ombra che mi circondava.

gli ho dato qualche consiglio su come

Poi, una volta metabolizzata la batosta,

affrontare quella montagna. Tuttavia,

ho iniziato a ripensare ai momenti più

non siamo partiti subito a fare spedi-

Allora, Mario, partiamo dalla notizia

belli trascorsi insieme durante le nostre

zioni insieme perché spesso è capitato

spedizioni in Himalaya: nella mia men-

che i rispettivi programmi riguardassero

te è iniziato un flash continuo di ricordi

cime che uno dei due aveva già salito:

e di immagini, come se stessi vedendo

ad esempio, io l’Everest l’avevo già fatto

un film. D’altronde, di fronte a notizie di

nel 1992 e così la nostra prima collabo-

questo genere non puoi far altro che ti-

razione slittò di qualche anno rispetto a

rare fuori i momenti felici passati insie-

quel primo incontro.

più dolorosa: dov’eri e qual è stata la

12

Sentieri e Parole

In effetti la vostra prima spedizione

a causa del brutto tempo. L’intesa al-

terrotto nel 1998. Dopo i primi succes-

risale al 2004: quante ne avete fatte

pinistica raggiunta con Merelli in quel

si, avevo perso le motivazioni e non

in totale?

periodo ci è valsa l’appellativo di “The

trovavo più i compagni giusti per in-

Dunque, insieme a Mario Merel-

Marios” e così, sempre nell’autunno

traprendere nuove sfide di quel livello;

li ho fatto 7 spedizioni, a partire dal

del 2005, abbiamo deciso di ripartire

l’amicizia e il supporto che ho trovato

2004 fino al 2009: Everest (2004),

ancora una volta per tentare lo Shisha

in Merelli sono stati fondamentali an-

Annapurna e Shisha Pangma (2005),

Pangma; il merito di quella spedizione,

che in questo senso.

Gasherbrum II (2006), Dhaulagiri e

in cui però raggiungemmo solo la cima

Gasherbrum I (2007), Manaslu (2009).

Middle e non quella principale, va dato

Nel 2007, però, dopo alcuni anni di

La prima volta che siamo partiti as-

al Mario, visto che è stato lui a trovare

grandi risultati e diverse spedizioni,

il contatto con il capo spedizione.

avete dovuto attraversare un brutto

sieme è stato il 2004, l’anno in cui ho ripreso a salire gli Ottomila dopo una

Squadra che vince non si cambia:

parentesi in cui non avevo più avuto

come è continuato il vostro rapporto?

Sì, il 2007 è stato l’anno di una

gli stimoli giusti per andarci. Il trami-

L’anno seguente, dopo aver avuto

doppia spedizione, prima al Dhaulagiri

te fra me e Merelli è stato Agostino

progetti differenti per la primavera, ci

e poi al Gasherbrum I, ma entrambi i

Da Polenza, un amico comune che

siamo ritrovati per la spedizione estiva

tentativi sono falliti. Quello che però ha

per quell’anno aveva organizzato una

al Gasherbrum II; di quell’esperienza,

reso il 2007 un anno orribile è stata

mega spedizione scientifica all’Eve-

a cui prese parte anche Lina Quesa-

la morte di Sergio Dalla Longa duran-

I Marios (Merelli a destra) in vetta all’Annapurna nel 2005

momento.

I Marios (Merelli è il primo a sinistra) al campo base del GI nel 2007

rest. Tra i membri del team c’era an-

da, mi ricordo soprattutto il campo 3

te la salita al Dhaulagiri: la perdita di

che Mario, con il quale sono arrivato

distrutto dalla neve e la rabbia conse-

un compagno d’avventura è una cosa

fino agli 8.300 metri d’altezza, prima

guente, che ci portò a tentare la vet-

bruttissima e ha segnato in negativo

di dover rinunciare alla cima e tornare

ta direttamente da campo 2. Fu una

tutta la spedizione. Insieme a Merel-

al campo base. Durante l’ascesa abbia-

tirata pazzesca, con pendii ghiacciati

li abbiamo trasportato al campo base

mo avuto modo di conoscerci meglio

affrontati di notte mentre rischiavamo

la salma del nostro amico e poi siamo

a vicenda e al rientro mi è arrivata la

entrambi di addormentarci. Lo sforzo

tornati a casa piuttosto sconfortati e

sua proposta per l’anno successivo di

fu ripagato da una giornata stupenda,

affranti. Dopo un fatto del genere, ri-

salire insieme l’Annapurna.

tanto che ci fermammo in cima per

caricare le pile non è stato facile, ma

ben un’ora e mezza.

alla fine di giugno abbiamo deciso di

Insieme a noi nel 2005 c’erano anche “Gnaro” Mondinelli, Daniele Berna-

Sono tutti ricordi bellissimi e ciascu-

ripartire verso il GI, questa volta solo

sconi e Cristiano Gobbi, e finalmente

no è legato a un particolare momento

io e lui: la scomparsa di Sergio ci ha

abbiamo raggiunto la vetta. A suggel-

della mia vita, non solo alpinistica. Il

lare la fiducia e la stima reciproca che

rapporto che ho costruito con Mario

s’era instaurata fra di noi, quella vol-

Merelli, infatti, è stato importantissimo,

ta ci ha pensato anche un crepaccio

perché mi ha permesso di riprendere

nel quale abbiamo dovuto bivaccare

la “corsa agli Ottomila” che avevo in-

Sentieri e Parole

13


deciso di interrompere la spedizione e

mento abbiamo deciso di non fare più

di tornare a casa; io non ero così con-

Inoltre, andare in spedizione con lui

nessuna spedizione troppo numerosa, al

vinto e grazie al supporto di mia moglie

significava partire abbastanza spesati,

massimo due o tre persone. Purtroppo

Paola e del presidente del CAI, Bona-

perché grazie al suo lavoro aveva mol-

il brutto tempo e il ritardo sulla tabella di

cina, ho deciso di rimanere per tentare

te conoscenze con imprenditori e ditte

marcia ci hanno impedito di raggiunge-

nuovamente la cima. Alla fine ho avuto

che ci fornivano materiale o comunque

re la cima. L’unica conquista del 2007,

ragione e ho raggiunto la vetta del Ma-

finanziavano in parte le nostre avventu-

derivata dalla spedizione estiva al GI, è

naslu, ma è inutile negare la differente

re; in cambio Mario li invitava a Lizzola

stata per Merelli l’aver conosciuto Mireia,

visione che c’è stata tra me e Merelli.

per una polenta e il gioco era fatto. Oltre

una ragazza catalana dolcissima e molto

Fortunatamente l’incidente non ha avu-

alle doti alpinistiche e di sciatore, infatti,

gentile, che nel giro di qualche anno sa-

to altre ripercussioni, nel senso che pur

era anche un grande cuoco e quando

rebbe diventata sua moglie.

rimanendo su posizioni contrastanti, io

aveva voglia (ma non più di due o tre

Dopo le rinunce forzate del 2007,

e Mario ci siamo salutati con una pacca

volte a spedizione, eh!) preparava degli

nemmeno il 2008 è stato un anno in

sulla spalla e tutto è finito lì alle pendici

ottimi pranzi al campo base. Mario era

cui avete intrapreso delle spedizioni co-

del Manaslu. Certo, dopo quell’esperien-

fatto così, sapeva coniugare il lato spiri-

muni: come mai?

za il nostro rapporto si è un po’ incrina-

toso con quello altamente professionale:

Come ci era già capitato nei primi anni

to, ma ciò non ci ha impedito di sentirci

la sua conoscenza della montagna fa-

di frequentazione, anche nel 2008 ab-

abbastanza spesso; anzi, ti dirò di più:

ceva da contraltare alla sua grande vo-

biamo avuto obiettivi differenti: io pun-

a fine anno Mario si è sposato e mi ha

glia di divertirsi in ogni momento. Tanto

tavo al Nanga Parbat che Merelli aveva

invitato su a Lizzola per il matrimonio. E’

per dirne una, c’è un locale a Kathman-

già fatto, mentre lui aveva intenzione di

vero che negli ultimi due anni ci siamo

du dove tutti gli alpinisti di ritorno dal-

ritentare il Lothse, che a mia volta avevo

visti con meno frequenza del solito, ma

le spedizioni si ritrovano e fanno festa;

già salito qualche anno prima. Così i no-

continuavamo a telefonarci, anche solo

qui più di una volta mi è capitato di far

stri progetti si sono temporaneamente

per scambiarci gli auguri o cose del ge-

chiusura insieme al Mario e ogni volta

interrotti, ma entrambi abbiamo portato

nere. Addirittura, l’avevo sentito proprio

che il gestore del locale ci vedeva sor-

a casa la vetta ed è andata bene così.

all’inizio dell’anno e mi aveva spiegato

rideva ricordandosi di noi! Altrettanto

Le vostre strade si sono ritrovate nel

che aveva intenzione di andare al Nanga

mitica è stata la volta che siamo partiti

2009, ma la spedizione al Manaslu è

Parbat. Poi però è successo quello che è

per il GI, o meglio, che abbiamo cercato

stata anche l’ultima che avete fatto in-

successo e niente...

di partire: Mario era riuscito ad otte-

sieme: cos’è successo in quell’occasione?

Qual è il ricordo più bello che conservi dell’uomo e dell’alpinista Mario Merelli?

nere i biglietti a un buon prezzo e così il giorno prefissato per la partenza ci

E’ vero, con Merelli mi sono ritrova-

Bella domanda. Non è facile sceglie-

siamo dati appuntamento in aeroporto.

to nell’estate del 2009 con l’intenzione

re il ricordo più bello, ce ne sono tanti

Arrivato a Malpensa, ho scoperto che lui

di salire il Manaslu. Purtroppo la spedi-

e tutti ugualmente significativi, perché

aveva effettivamente i biglietti, ma che la

zione ha registrato un piccolo diverbio

legati a esperienze e circostanze diver-

data indicata per la partenza era relativa

tra di noi, dovuto alle differenti opinioni

se. Sicuramente la cosa bella di Merelli

al giorno successivo. Ovviamente ci ab-

in merito all’opportunità o meno di re-

è che sapeva essere cordiale ma anche

biamo riso sopra e siamo tornati a casa,

stare al campo base dopo la morte di

molto “incazzoso”, era uno che sapeva

rinviando il volo al giorno dopo. Evi-

Giuseppe Antonelli. Mentre io e Me-

divertirsi ma allo stesso tempo sapeva

dentemente la spedizione al GI non po-

relli stavamo salendo, Antonelli, che si

il fatto suo. Era un grande raccontatore

teva finire senza un altro colpo di scena:

era aggregato alla nostra spedizione in

di barzellette e sapeva intrattenere tutti

al ritorno, abbiamo dovuto passare una

un secondo momento, non si è senti-

quanti, comprese le spedizioni stranie-

notte fuori dall’aeroporto di Peshawar,

to bene e ha deciso di tornare indietro;

re (con una particolare e spiccata at-

in attesa del nostro volo che era in ri-

durante la discesa ha avuto un infarto e

tenzione per la componente femminile

tardo; ammetto di aver avuto parecchia

abbiamo scoperto che era morto quan-

delle stesse). La sua grande passio-

paura, perché il timore per i talebani era

do siamo tornati a campo 2. Rientrati

ne per l’alpinismo lo portava sempre a

alto: noi da soli fuori da quell’aeropor-

al campo base con la salma, Merelli ha

trovare il lato comico anche quando il

to abbiamo rischiato parecchio, tuttavia

brutto tempo ci costringeva a stare nelle

il Mario è riuscito a divertirsi anche in

tende del campo base; poi però, quando

quella situazione. Era fatto così.

14

Sentieri e Parole

ci sentivamo in novembre o dicembre per decidere la destinazione da scegliere per la primavera successiva, doveva

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fatto riflettere molto e da quel mo-

e scopri le meraviglie di un paese straordinario

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RIFLESSI (E RIFLESSIONI)

Sull’Albenza che biancheggia di cave

oggi l’Albenza biancheggia…) testimonia un’altra scala, un’altra dimensione dello sfruttamento. E il contrasto fra vecchio e nuovo uso è davvero stridente.

S

di Sergio Poli

ono anni asciutti. Anni in cui, a parte qualche

raro caso ormai anomalo, l’in-

verno non regala più la sua pietosa coperta alla terra indifesa. Indifesa dal gelo (sotto la neve, pane - si diceva…) e indifesa dall’inarrestabile lavorio dell’uomo. Ci sono luoghi dove questa vulnerabilità emerge con particolarmente evidenza, per la loro posizione privilegiata: uno di questi è il monte Albenza, sperone avanzato delle Prealpi al confine con la pianura, ultimo sussulto della catena del Resegone verso sud. Il nome Albenza, fra l’altro, richiama

albus, cioè bianco: forse gli antichi lo hanno chiamato così vedendolo innevato per molti mesi l’anno. Oggi è ancora bianco, almeno sotto la cima, ma perché la sua roccia è stata messa a nudo. E’ facile arrivare all’Albenza. Si può salire in macchina fino al valico di Valcava, fra la valle dell’Adda – qui valle San Martino - e la valle Imagna, un punto che come panorama ha pochi paragoni in Lombardia, e da lì, in mezz’oretta di passeggiata quasi orizzontale, toccare la cima del Monte Linzone (1.392 m), massima elevazione della dorsale. Pardon, la massima elevazione non è la vetta erbosa, ma l’altissima antenna che spicca a pochi metri dal passo, e che diffonde onde radio, televisive, telefoniche e chissà cos’altro verso le nostre case. E altre quattro antenne, di poco più basse, le

16

Sentieri e Parole

fanno compagnia.

di Nane, Cà di Giane, al Fò, Cat…

Ma se il cielo è limpido, come spes-

Per ciascun nucleo sono riportati i

so capita in questi inverni, lo sguardo

nomi – Rota, Mazzoleni, Tironi – e le

può andare oltre le antenne e scor-

date di nascita e di morte degli ulti-

gere l’intero arco alpino, i grattacie-

mi abitanti: il più recente è mancato

li di Milano (si vedono davvero!) gli

nel 1994, praticamente ieri… Sul retro

Appennini giù in fondo, e qualche te-

della chiesetta, la commovente lapide

merario paraglider che veleggia con il

che ricorda Rosina Rota, morta a otto

suo parapendio. Anche in gennaio.

anni per una caduta di sassi al cospet-

E sopra le vele colorate che solcano

to degli straziati genitori. Non si può

il cielo, le bianche scie degli aerei che

restare indifferenti, anche ottant’anni

si intrecciano nel blu, dirette verso lo

dopo.

scalo di Orio, hub italiano di una delle

Si passa davanti a diversi di que-

compagnie low-cost più importanti al

sti casolari: sono splendidi nella loro

mondo.

semplicità, tutti in pietra, tetto com-

Girando il capo verso est invece il

preso. In alcuni il tetto è crollato, ma le

panorama è più rassicurante: l’affollata

volte delle stalle sono ancora perfette,

massa delle Orobie si offre allo sguar-

e gli spigoli dei muri sono ancora dritti

do con tutte le sue cime, per noi lec-

da fare invidia ai moderni costruttori.

chesi sempre un po’ misteriose: quello

Che maestria! D’altronde, la terra ber-

è il Pizzo, ma quella piramide cos’è?

gamasca è ancor oggi terra di mastri…

L’Arera? L’Araralta? Sembra uno scio-

Terra calcarea, asciutta oggi come

glilingua…

allora: quindi, cisterne sotto le case

É il momento di tornare, cambiando

per raccogliere l’acqua piovana, e nei

però sentiero rispetto all’andata (ap-

pascoli pozze d’abbeverata per le be-

parteniamo anche noi alla Compagnia

stie. Nemmeno una goccia andava

dell’Anello…). Invece della cresta si può

sprecata.

seguire un antico tracciato che riporta in Valcava passando poche decine di

Anni asciutti anche quelli, ma di un’asciuttezza diversa.

metri sotto il crinale, toccando i nu-

E altre pietre, tantissime, furono rac-

merosi nuclei rurali che punteggiano

colte per liberare i pascoli e costruire i

il monte. Già, perché anche qui, fino

muretti divisori, sorreggere i terrapieni

a pochi decenni fa, la montagna era

delle case, segnare le mulattiere verso

abitata da numerose famiglie che vi-

la valle.

vevano di ciò che poteva dare la terra: pascolo (magro), legna e poco altro. Una di queste antiche baite è stata recentemente trasformata in chiesetta

Una maestria, dicevamo, ma anche una dignità, una funzionalità ammirevoli. La roccia veniva usata per costruire le case dell’uomo.

campestre, dedicata alla Santa Fami-

Poco più avanti, ecco però l’amara

glia di Nazareth. Sul muro del sagrato

sorpresa: anche oggi la roccia viene

campeggia un pannello, con il disegno

usata per costruire, ma non dalla gente

e i nomi delle località che facevano – e

che abita lì, che ci ha lasciato testimo-

ancora faticosamente fanno - corona

nianza della propria abilità. La voragine

al Paviù, antico nome del Linzone: Cà

della grande cava (per questo anche

Il basso sole invernale crea strani riflessi nella pianura: verso Bergamo luccicano grandi superfici che richiamano quelle dei laghi brianzoli, visibili verso ovest. Ma sotto Bergamo di laghi non ce ne sono: sono infatti gli enormi tetti dei capannoni, dei centri commerciali, dei poli logistici cresciuti a dismisura negli ultimi anni, erodendo man mano tutta l’alta pianura. E in mezzo, a cucire questo tessuto

Vecchie e nuove pietre

disaggregato, le grandi vie di comunicazione, vecchie e nuove: circonvallazioni, Pedemontana, BreBeMi… Ecco dove va a finire la roccia dell’Albenza: nella megalopoli da dieci milioni di abitanti che sta crescendo appena lì sotto. E’ chiaro che alcune persone, almeno la domenica, si rifugino in montagna, per sfuggire al parossismo del formicaio sottostante. In montagna si riesce ancora a vedere l’altro come un nostro simile, e non un avversario. Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere, si carezza un cane… Ma è altrettanto chiaro che è lì sotto che c’è da fare, che c’è da cambiare qualcosa nel nostro modo di stare al mondo, e di sfruttare il mondo. Quello è il lavoro, questo - la montagna - è l’intervallo. Anche se persino in montagna l’intervallo sta finendo: le antenne, la cava, gli aerei… il consumo delle risorse è ormai risalito fino a qui. Viene in mente un passo dell’Antico Testamento - un libro dove spesso il Protagonista non è molto tenero con le sue disobbedienti creature: “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini” (Levitico 25, 23). Speriamo di non ricevere lo sfratto…

Architettura locale. Sotto: antenne sull’Albenza


IL RAPONZOLO E LA CAMPANULA DELL’ARCIDUCA

Viaggio tra i fiori delle montagne lecchesi

P

di Annibale Rota

rima di iniziare a parlare delle

verse specie fino ad allora sconosciu-

Legousia,

te, come questa sassifraga da lui tro-

33 specie.

Physoplexis, Phyteuma) e

calcaree, che adorna di splendidi cu-

essere uno dei pochi ad avere foto-

e sul Grignone, specie lungo la Cresta

scinetti con le radici inserite in fessure

grafato un insolito esemplare a doppia

dei Carbonari e le rocce basali della

talvolta microscopiche ed è in grado

spiga.

parete Fasana. E’ data presente anche

di resistere a siccità anche prolungate.

Nei prati collinari e nei pascoli mon-

sul San Martino e sul Monte Barro, ma

Fiorisce prevalentemente da giugno

tani sono comuni diverse specie del

su quelle due montagne non mi è mai

ad agosto ed è abbastanza comu-

genere Phyteuma, volgarmente chia-

capitato di vederla.

ne sulle montagne lecchesi, mentre è

mati tutti raponzoli e dai fiori abba-

E mi fermo qui.

stanza insignificanti.

campanule, ritengo opportuna

vata in Grignetta) o Silene elisabetha

Personalmente mi limiterò a parlare

più rara su quelle comasche e berga-

una breve premessa di carattere

(Elisabetta era la moglie del Vicerè di

delle più belle e più interessanti, ri-

masche. In luglio è abbastanza facile

Superbo è invece, con la sua

mandando chi volesse eventualmente

vederla all’inizio dei canaloni Caimi e

magnifica esplosione di punte

Il nome della specie è sempre se-

documentarsi su tutte le specie pre-

Porta in Grignetta, verso la Val Cu-

rosa-violacee, il raponzolo di

guito dal nome del botanico che l’ha

senti alla guida La flora insubrica di

gnoletta al Grignone ed ai Piani d’Erna.

roccia, Phyteuma comosum L. (o

classificata, spesso abbreviato (es. Al-

Gianguido Consonni, edito dalla Co-

Abbastanza comuni nei prati e ai mar-

anche Physoplexis comosa Shur).

sificati in famiglie, generi e specie e

lium ursinum L. dove “L.” sta per Lin-

munità Montana del Lario Orientale.

gini dei boschi delle montagne lec-

Ho ricordato sopra che talvol-

per la nomenclatura scientifica viene

neo, il grande botanico svedese padre

chesi sono la Campanula barbata L.,

ta botanici diversi hanno clas-

sempre utilizzata la lingua latina.

della moderna classificazione dei ve-

Comincio da quella che ritengo

che predilige i terreni acidi, la Cam-

sificato in modo differente una

La famiglia comprende un gruppo di

getali). E può anche capitare che ad

la più bella e la più preziosa, oltre ad

panula persicifolia L. e la Campanula

stessa specie e questo è uno di

piante in cui alcuni caratteri, general-

una stessa specie siano stati attribuiti

essere un raro endemismo insubri-

glomerata L.

quei casi. Specie endemica delle

mente relativi al fiore, sono costanti e

due nomi diversi da due diversi bo-

co: la Campanula raineri Perpenti. Fu

Più difficile da vedere è l’unica cam-

Alpi Meridionali e delle Dolomiti,

chiaramente differenziati da quelli di

tanici.

scoperta nel 1815 sui Corni di Canzo

panula gialla, la Campanula thyrsoides

vive tra le fessure, preferibilmen-

da una nobildonna appassionata di

L. alta anche 60-70 cm e con una

te umide e ombrose, sul calcare

Ma veniamo ora alle Campanula-

botanica, Candida Lena Perpenti, che

spiga densa di fiori di colore gial-

e sulla dolomia, salendo fino a

neri, gruppi minori ciascuno dei quali

ceae, o famiglia delle campanule. Al

la dedicò all’Arciduca Rainer, Vicerè

lo pallido. A secondo dell’andamento

2.000 metri di quota. Fiorisce

ha strutture simili e si può considerare

mondo questa famiglia comprende un

di Milano, da dove il nome volgare

stagionale fiorisce da giugno ad ago-

in luglio e in agosto e, anche se

derivato da un antenato comune.

migliaio di specie ripartite in 59 generi.

di campanula dell’Arciduca o anche

sto nei pascoli montani sassosi.

abbastanza raro, facendo atten-

Le singole piante vengono chiamate

Sulle montagne lecchesi, secondo un

di campanula di Raineri. Alla signo-

Personalmente l’ho vista poche vol-

zione è possibile vedere questo

specie e sono individuate dal genere a

accurato studio del compianto Gian-

ra Perpenti toccò l’onore di figurare

te lungo la “Traversata bassa” dai Re-

splendido fiore nei canaloni del

cui appartengono, scritto con l’iniziale

guido Consonni, sono presenti 6 ge-

nei testi di botanica. Generalmente di

sinelli al Pialeral e una sola volta sul

Resegone, in Grignetta lungo la

maiuscola e che, facendo un parago-

neri (Adenophora, Campanula, Jasione,

colore azzurro chiaro, vive sulle rupi

Moregallo sopra Preguda. Penso poi di

Direttissima e la Cresta Sinigaglia

ne con l’uomo, può essere considera-

Campanula dell’Arciduca – Campanula raineri

generale sulla nomenclatura botanica, che potrà servire anche per altri articoli. Gli individui vegetali vengono clas-

altre famiglie. Le famiglie sono suddivise in ge-

to come il loro cognome, seguito da un altro vocabolo specifico, il nome proprio, che può avere origini diverse. Può essere un aggettivo che ne individua una caratteristica morfologica (es. Scilla bifolia, scilla con due foglie), o il colore (es. Gentiana purpurea), o l’ambiente in cui cresce (es. Ranuncu-

lus alpestris, Linaria alpina). Spesso si può trovare anche un nome proprio, come Saxifraga vandel-

lii (Vandelli era un botanico padovano che ha esplorato a lungo le montagne lecchesi e valsassinesi, scoprendo di-

18

Sentieri e Parole

Milano).

Raponzolo di roccia – Phyteuma comosum

Campanula gialla a doppia spiga – Campanula thyrsoides


QUATTRO PASSI LONTANO DA CASA

Fatiche, paesaggi, risate di un trekking in Nepal

E

sì, sembra ieri quando in sede

i preparativi, il trekking ed il ritorno alla

scritto anche pagine importanti di al-

a Ballabio veniva proposto un

normalità alle spalle a tentare di radu-

pinismo, ma ognuno riesce a portare

trekking in Nepal o quando

nare qualche idea riguardo un’espe-

a casa qualche cosa di particolare da

rienza speciale.

ogni esperienza. Per me era la prima

il mio amico Oscar, davanti ad una schiumosa birra dall’Oste, cercava di

Ormai si conosce tutto del Nepal,

volta così lontano e così in quota, e

vincere le mie riserve residue. Invece

miriadi di alpinisti ed escursionisti ci

le aspettative erano alte. Il risultato è

eccomi qui a un anno di distanza con

sono andati e alcuni lecchesi hanno

stato perlomeno altrettanto.

Tornando dal Khalapattar, sullo sfondo il Pumo Ri.

di Matteo Abate


Boudanath, importante stupa buddista in Kathmandu.

L’Ama Dablan nelle luci del crepuscolo.

Dal Renjo La (5368 m.) il lago di Gokyo e in fondo l’Everest,.

Il gruppo con l’ing.Verza responsabile della piramide del Cnr (5015 m)

saggi, risate, le poesie ed i tea-

della vacanza. Tappe lunghe, altre corte,

gli anni, che non ci dava alcuna fiducia,

l’apparecchio, un’esperienza da provare,

diani, sulle rive del sacro fiume Bagmati;

bu, la regione himalayana del Nepal

trini

An-

più o meno faticose, grazie alle quali

ma che è riuscito, nonostante la gran-

molto meglio di una giostra.

lo “spettacolo” particolare dei riti fune-

dove si trovano i colossi della terra, da

drea, i portatori, gli sherpa, i lodge:

siamo arrivati con le idee chiare al mo-

de fatica ad alzarsi in volo, a portarci a

E’ stato bello anche visitare Kath-

bri, con le pire dove vengono bruciati i

ovest verso est compiendo il tragitto

non è facile scegliere tra le tante

mento di scegliere se andare a tentare

destinazione con un viaggio della spe-

mandu, gli stupa buddisti di Boudanath

cadaveri, i cui resti scaricati nel sudicio

più completo e valicando i passi più

cose di cui si potrebbe raccontare.

la cima dell’Island Peak o se desiste-

ranza di un’ora e mezzo nella nebbia e

e Swayambhunath (tempio delle scim-

e sacro corso d’acqua, diventano pre-

alti, nell’ordine il Renjo La, il Cho La e

A Thame, per esempio, noi baldi gio-

re e attendere il ritorno dei compagni.

con una leggera pioggia. Complimen-

mie) con i profumi di incensi, le ruote

da di bambini alla ricerca di resti d’oro

il Kongma La, senza lasciarci scappa-

vani abbiamo deciso di sfidare gli

Infine siamo partiti in sette per provare

ti al pilota, perché siamo stati gli unici

di preghiera girate dai fedeli, i monaci, e

(denti, anelli…), un modo come un al-

re qualche picco come il Gokyo Ri o il

sherpa in un’esaltante partita al pallo-

a salire questi 6189 metri. Due gior-

a raggiungere la valle in quei cinque

gli immancabili mercatini che vendono

tro per procurarsi da vivere. Un mondo

famoso Khalapattar, punto panoramico

ne: un vero massacro perchè a 3800

ni diversi dagli altri, un campo base,

giorni di autunno pazzerello, e questo

un po’ di tutto; passeggiare nel mer-

estremamente diverso dal nostro che si

privilegiato sul Pumo Ri e l’imponente

metri il fiato era corto e le gam-

la tenda mensa, la partenza nelle pri-

ci ha permesso di mantenere i nostri

cato popolare, un grande ammasso di

percepisce anche nel quartiere più tu-

gruppo composto da Everest, Lhotse e

be pesanti, ma il divertimento è sta-

me ore della notte e l’ascensione fino

programmi, avendo perso un solo gior-

gente in un’atmosfera quasi paesana.

ristico, quello di Thamel, dove gli occi-

Nuptse. Su questa meta siamo riusciti

to tanto e ci ha aiutato a creare un

in vetta, la soddisfazione e la gioia per

no nell’ aeroporto della capitale. Per il

E poi l’antica città reale di Patan dalle

dentali alloggiano abitualmente: negozi

ad arrivare tutti e quindici, permetten-

certo feeling con le nostre guide.

aver aggiunto una ciliegina su una tor-

ritorno abbiamo usufruito dei

mitici

architetture di una bellezza quasi irre-

di ogni tipo, soprattutto di attrezzatura

doci di festeggiare con una bottiglia di

Gli sherpa, gente eccezionale come del

ta già di suo molto buona. Particola-

aerei bimotore con partenza in discesa

ale; Pashupati, luogo di culto induista di

alpinistica e per trekkers, dove anche i

champagne la laurea della nostra Isa-

resto le altre numerose etnie di questo

re è il fatto che a pochissima distanza

e uscita nel vuoto dopo la corta pi-

straordinaria importanza non solo per

meno avvezzi allo shopping non pos-

bella.

paese, sono persone che vivono con

dall’Imja Tse, nome nepalese della cima,

sta… si vola e un urlo liberatorio riempie

la gente del Nepal ma anche per gli in-

sono fare a meno di perdersi nelle trat-

Quindici. Eravamo un bel gruppo

molto poco e riescono ad essere sem-

c’è il Lhotse, colosso di 8500 m; sei

molto eterogeneo, dai 22 ai 65 anni,

pre disponibili, cordiali, pronte ad acco-

così in alto eppure ti sovrastano altri

da nord a sud. Infatti noi cinque lec-

gliere chiunque con un sorriso sincero

2000 e rotti metri di parete e ti senti

chesi ci siamo uniti, per ridurre i costi,

che si vede dagli occhi. Ecco, questo è

davvero piccolo, una strana sensazione.

ad altri amici del grande Flo (Floriano

l’aspetto che più ci ha colpito: abbiamo

Momento molto intenso ed insieme

Castelnuovo, la nostra guida e guru), un

portato in Italia un bell’insegnamento

esaltante è stata la visita alla Piramide

paio di brianzoli e sette romani. Questo

sulla semplicità e la sincerità, capendo

del CNR, vanto italiano nel mondo. Alla

aspetto ha reso ancora più interessan-

di quante cose inutili ci circondiamo.

presenza del responsabile della strut-

te e particolare il viaggio, incontrando

Donare una caramella a un bambino e

tura, l’ingegner Verza, abbiamo potu-

persone molto simpatiche e alla mano,

vedersi ricambiati con un’espressione

ta visitarla anche all’interno, ricevendo

appassionate di montagna e di vita

solare, come se avesse ricevuto il re-

tutte le spiegazioni del caso e gustando

perlomeno quanto noi, con le quali si è

galo più desiderato, è davvero un’emo-

l’ennesimo black tea comodamente se-

creato subito un rapporto di complicità

zione impagabile, personalmente la pri-

duti nell’ufficio. Ci sentivamo tutti sod-

e amicizia che ha reso la vacanza an-

ma volta mi sono anche commosso.

disfatti e nel contempo orgogliosi, oltre

Abbiamo attraversato il Solukhum-

cor più costruttiva grazie al mischiarsi

22

di

fatica,

dal

nostro

Durante il tragitto alcuni di noi hanno avuto piccoli problemi con la quota, ma

di esperienze e stili differenti. Momenti

sceneggiati

pae-

Alpinismo Giovanile

che fortunati, per aver avuto questa speciale possibilità.

fortunatamente mai niente di grave; le

Anche i viaggi di salita e discesa da

tappe di inizio trekking sapientemente

Lukla sono degni di menzione. All’an-

studiate dal Flo ci hanno permesso di

data ci hanno caricati su un vecchio

avere un acclimatamento adeguato per

aeroplano russo, superstite di una

poter godere al meglio del percorso e

squadra di dodici caduti nel corso de-

tative consumando senza accorgersi

Programma trekking nel Khumbu + Island Peak m. 6.189 12 Novembre - 04 Dicembre 2011 12 Novembre – Volo da Malpensa a Kathmandu via New Delhi con Jet Airways 13 Novembre – Arrivo a Kathmandu ( Nepal ) e trasferimento in hotel 14 Novembre – Giornata libera a Kathmandu e preparativi per il trekking 15 Novembre – Volo Kathmandu – Lukla 2840 m + trek a Phakding e Monjo 2835 m 16 Novembre – Monjo – Namche Bazar 3440 m – Khumjung 3.780 m 17 Novembre – Khumjung – giornata di acclimatamento con escursioni nei dintorni 18 Novembre – Khumjung – Thame 3820 m 19 Novembre – Thame – Lungden 4380 m 20 Novembre – Lungden – Renjo La pass 5340 m – Gokio 4790 m 21 Novembre – Gokio – Gokio Ri 5483 m – Thagnak 4700 m 22 Novembre – Thagnak – Cho La pass 5330 m – Dzonglha 4800 m 23 Novembre – Dzonghla – Lobuche 4910 m ( visita alla Piramide CNR ) 24 Novembre – Lobuche – Gorak Shep 5140 m – Kala Pattar 5550 m – Lobuche 25 Novembre – Lobuche – Kongma La 5535 m – Chukkung 4730 m 26 Novembre – Chukkung – Island Peak Base Camp 5080 m 27 Novembre – Salita dell’Island Peak 6189 m + ritorno al Base Camp 28 Novembre – Eventuale giorno di scorta per ascensione dell’Island Peak 29 Novembre – Island Base Camp - Dingboche 4410 m – Pangboche 3930 m 30 Novembre – Pangboche 3930 m – Tengboche 3860 m – Khumjung 1 Dicembre – Khumjung – Namche Bazar – Phakding – Lukla 2 Dicembre – Volo Lukla / Kathmandu , trasferimento in hotel e pomeriggio libero 3 Dicembre – Kathmandu : giornata libera, visita della città 4 Dicembre – Volo di rientro in Italia via New Delhi con Jet Airways

interi pomeriggi, ingolositi dai prezzi veramente ridicoli della merce. Un’esperienza speciale, dicevo all’inizio, forse perché la prima, vissuta con grande intensità e soddisfazione. L’appetito però vien mangiando e questa avventura non ha fatto altro che stuzzicare la voglia e la curiosità di conoscere, vedere, provare, magari anche con gli stessi compagni di viaggio, o con altri, su percorsi non troppo impegnativi come questo o sfidandosi in imprese più difficili. Tanti i luoghi e le esperienze da poter vivere anche se in Nepal ho lasciato un pezzettino di cuore.

Alpinismo Giovanile

23


DIE ANOTHER DAY

Partita aperta sulla Ovest della Egger

di Matteo Bernasconi Torre Egger 2850 m West Face 950 m 7a/A2

L

un altro giorno”. Siamo appesi entrambi alla sosta che si trova pochi metri sopra a uno

il Colle per poi puntare alla vetta seguendo la Via degli Italiani o HuberSchnarf (200 m 6b+ MI3).

a domanda che spesso mi viene

strapiombo di cinque metri appena

Teo (Matteo Della Bordella) parte, il

rivolta è questa: “Come mai Die

superato, siamo a un solo tiro dal Col-

chiodo a lama corto che aveva prece-

Another Day? Come mai pro-

le, finiamo di recuperare il sacco, una

dentemente caricato, al nuovo carico,

prio questo ?” Morire un altro giorno.

sosta scomoda, una sosta dove si rie-

dopo parecchio che si trovava con

Il nostro tentativo di aprire una via

sce a stare solo appesi, l’unico soste-

tutto il peso sulla staffa nel tentativo di

nuova sull’inviolata parete Ovest della

gno possibile è stare con i piedi nelle

mettere una nuova protezione, esce;

Torre Egger si interrompe il 21 genna-

staffe delle jumar; la parete di roccia è

è solo questione di pochi secondi, un

io 2012. Sono le otto di sera, siamo a

solo incisa da una piccola fessura cie-

urlo. Teo nel cadere mi strappa dal

un solo tiro dal Colle De Donà-Giongo

ca, la roccia è molto dura, un chiodo

casco la telecamera, io sbatto vio-

o Colle Lux, siamo a pochi metri dal

a lama corto, un friend 0,5 e un altro

lentemente la faccia, e in particolare

terminare il nostro progetto di una via

friend 0,3 sono i nostri punti di so-

la bocca, su un fittone da neve che si

nuova quando il nostro sogno, il no-

sta; sotto di noi poco più di 900 metri

trovava all’interno del saccone, lui tre

stro desiderio di arrivare in cumbre si

di parete, pochi metri ci separano dal

metri sotto di me penzola nel vuoto.

trasforma in Die Another Day, “morire

realizzare il nostro sogno, raggiungere

Anch’io per il violento colpo esco


Foto di Matteo Bernasconi. Nell’ultima: Matteo della Bordella e in primo piano Matteo Bernasconi

con i piedi dalle staffe, sono appeso nel

poco spazio, nel dormiveglia tre vol-

co) con tutto il necessario, materiale

tamente sul ghiacciaio piove, diluvia,

Teo che mi chiama urlando, mi giro

proprio di lì, dal muro liscio, per in-

vuoto, dalla bocca sputo sangue, ho il

te mi sono ritrovato appeso alla sosta

d’arrampicata, da ghiaccio, cibo, ma-

abbandoniamo diversi fittoni per

verso il basso e una parte del tiro che

filarsi in un toboga sporco di neve e

labbro tagliato e una gengiva sollevata

dopo aver perso l’equilibrio cadendo

teriale da bivacco, telo della portaled-

attraversare con la scala i crepacci

avevo appena scalato crolla comple-

ghiaccio che porta sotto al colle. Non

a causa del colpo appena preso. Cer-

dalla cengia; pensiamo a come risol-

ge. Il tempo è bello e caldo.

e torniamo alla truna. Non abbiamo

tamente, tranciandomi di netto una

vogliamo rischiare troppo; mentre

chiamo di capire cosa è successo, Teo

vere la situazione, il pianta spit si è in-

17-01-2012: parete. Ore 3.00 sve-

niente di asciutto compresi i sacchi

corda. Teo apre L 20 e L 21, yosemite

cerchiamo una soluzione Teo intra-

mi chiede come fare a risalire. Gli passo

chiodato, non funziona.

glia. Facciamo colazione, fa molto

a pelo. Ci cambiamo tutti i vestiti

style cracks. Riparto per aprire L 22,

vede una linea possibile ma dubbia

Cerchiamo diverse soluzioni, non

freddo. Alle 4.00 le prime luci ac-

che abbiamo addosso e ci infiliamo

la via torna a essere pericolosa per

100 metri sopra di noi, nel centro

In quel momento ci rendiamo con-

funzionano, senza uno spit per rin-

compagnate da un vento fortissimo

in tenda solo con il sacco da bivacco.

le scariche che possono cadere dal

del grande tetto che sbarra il colle.

to che parte della sosta non ha retto la

forzare la sosta non ce la sentiamo di

e gelido. Ci rendiamo conto che le

Passiamo il resto della giornata e la

colle. Metto un friend, rinvio la cor-

Teo apre L 22-6c/A1+-50 m, L 23-A2/

caduta, il chiodo a lama corto e il friend

continuare dopo quello che è appena

previsioni non sono quelle che ci

notte come riusciamo.

da, e pochi secondi dopo una grossa

tetto-35 m: come è andata a finire lo

0,5 sono usciti, siamo entrambi appesi

successo.

aspettavamo, si rannuvola velocis-

19-01-2012: truna/sole. La giorna-

scarica di neve e ghiaccio esplode a

sapete già.

Fino ad allora avevamo piantato solo

simamente, ci ritroviamo avvolti

ta è magnifica, sole, caldo, assenza

due metri da me. Non esito neanche

In Patagonia ho fatto cinque spe-

Teo risale, e pensiamo che se ha ret-

due spit, uno alla sosta L 18 e uno di

nelle nuvole. Decidiamo di aspetta-

di vento e nuvole. La parete è molto

un secondo e torno in sosta. Mi fac-

dizioni, sono riuscito a realizzare

to un colpo del genere non può uscire

progressione su L 18. Decidiamo di

re, la meteo dava bello, riapriamo il

sporca di neve, grosse scariche scen-

cio coraggio e riparto, raggiungo il

alcuni miei sogni, sono riuscito a

proprio adesso; colleghiamo lo 0,3 con

scendere, e di tornare, tempo permet-

telo della portaledge e ci rinfiliamo

dono dalla parete.

friend, ma il mio sguardo è rivolto

calpestare cime che mi hanno fatto

un micro nut e un altro friend come

tendo, con un nuovo pianta spit funzio-

nei sacchi a pelo. Il tempo peggiora

Facciamo asciugare i vestiti e i sac-

verso l’alto, penso solo ad una nuo-

sognare e che tanto desideravo salire;

riusciamo, fissiamo la corda in sosta, la

nante per terminare la via. Ecco perché

velocemente, incomincia a piovere,

chi a pelo. Prepariamo nuovamente

va scarica che può cadere, non me

quanto vi ho appena raccontato è il

frazioniamo, e decidiamo di scendere;

Die Another Day.

passiamo la giornata sotto la pioggia

il materiale, ma “cambiamo tattica”.

la sento e ritorno sui miei passi. Mi

motivo per cui non siamo riusciti a

una jumar e lui risale.

ad un unico friend 0,3.

una doppia di 35 metri nel vuoto ci ri-

Purtroppo poi il tempo non è stato

e nel tardo pomeriggio incomincia a

Con noi solo sacco da bivacco, cibo

assicuro in sosta quando una nuova

terminare la via. Spesso mi viene det-

porta a L 22 dove passeremo la notte.

dalla nostra, ma sappiamo di avere dato

nevischiare. Sono le 21 quando il telo

per 3 giorni, materiale d’arrampicata

scarica cade proprio sul friend, sulla

to “ non siete arrivati in cima e quindi

Per quel giorno ne abbiamo avuto ab-

il tutto per tutto.

della portaledge è completamente

e da ghiaccio. La meteo conferma 3

via di salita. Contenti della decisione

la spedizione è andata male”. Assolu-

bagnato così come il sacco a pelo.

giorni di bel tempo, è il nostro mo-

presa scendiamo a bivaccare a L 5.

tamente no, la nostra avventura alla

Siamo costretti a metterci seduti uno

mento per cercare di finire la via e

di fianco all’altro, passiamo la notte

tentare la cima.

bastanza. Bivacchiamo. Seduti su una piccola cengia larga 30 centimetri, mentre

Ecco qualche estratto dal mio diario di spedizione:

21-1-2012: parete. Ore 3.00 sveglia.

Egger è stata talmente ricca di epi-

Alle 4.00 incominciamo a risalire le

sodi, di momenti e di esperienze im-

scaldiamo dell’acqua per la cena, i pen-

15-01-2012. Chalten/Filo Rosso-

come riusciamo; fuori pioggia e neve.

20-01-2012: parete. Ore 2.45 par-

fisse fino a L 21. Parto io, il tiro va tut-

portanti e diverse una dall’altra che

sieri sono unicamente rivolti a quello

truna. 12 ore per rientrare alla truna

18-01-2012: parete. Ore 5.00, ac-

tiamo dalla truna. Risaliamo con la

to a sinistra, in centro parete proprio

mi hanno arricchito come alpinista e

che è appena successo; siamo stati

con la scala, il tempo è bello, assenza

cendo una sigaretta, il mal di schiena

scala il ghiacciaio, proseguiamo fino

sotto al colle e a delle grosse mac-

come persona. Noi eravamo in due,

molto fortunati, non era ancora il nostro

di vento. La meteo prevede 3 giorni di

è insopportabile, i nervi incomin-

a L 5. Lasciamo materiale da ghiac-

chie di neve e ghiaccio. Allestisco la

la Ovest della Egger è una sola, e pro-

giorno, consapevoli del fatto che sono

tempo bello.

ciano a saltare, nevica e noi siamo

cio, da bivacco e continuiamo fino a

sosta, mi raggiunge Teo, ma ci ren-

prio per questo siamo determinati a

16-01-2012: parete. Alle 4.00 par-

completamente nel bagnato. Fuori è

L 18. Ore 8.00 circa, inizio ad aprire

diamo conto che siamo proprio sotto

finire quello che abbiamo iniziato. La

tiamo dalla truna, con noi sacchi pe-

tutto ghiacciato, nevica, decidiamo

il nuovo tiro. L 18-A2-45 m. La roc-

le scariche, se ne dovesse cadere una

partita è ancora aperta, il round fina-

santissimi, circa 60 kg in due, oltre

di scendere in fretta e furia: in quelle

cia è molto marcia, anzi marcissima,

non ci lascerebbe scampo. La parete

le è ancora tutto da giocare.

alla scala per superare i crepacci.

condizioni se il tempo fosse peggio-

sarà l’unico tiro della via con la roc-

è difficile e liscia, ci impegnerebbe

Risaliamo il ghiacciaio con la scala,

rato non saremmo più stati in grado

cia di cattiva qualità. Sono a 15 metri

per parecchio tempo obbligandoci a

i buchi si sono ulteriormente allar-

di restare in parete. Abbandoniamo

dal fare sosta, a un tratto il rumore

stare sotto grossi pericoli oggettivi.

gati ma riusciamo ad attraversarli.

un poco di cibo e con tutto il mate-

di una frana, nella mia testa penso

Decidiamo di scendere e tornare alla

Risaliamo fino a L5 (posto da bivac-

riale scendiamo sulle fisse. Fortuna-

subito da dove possa arrivare, sento

sosta di L 21. La linea logica passa

cose che possono capitare quando decidi di spingere sull’acceleratore. Il freddo, il solo sacco da bivacco, il

26

Alpinismo e Arrampicata

www.matteobernasconi.com

Alpinismo e Arrampicata

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artificiale in forte strapiombo, ma la

salita e dalla magia della via. In alcu-

convinzione di riuscita è ugualmen-

ni tratti non è stato facile nemmeno

te alta. La temperatura è ideale per

capire dove salisse, la via. Il lavoro

scalare, alternandoci sui tiri saliamo

superava, della chiodatura precaria e

ferma di come le piccole cose pos-

enché la sua gigantesca mole

sembrava avanzare in modo lento, ma

veloci. Il divertimento e le sensazioni

della roccia in alcuni tratti poco so-

sono cambiare il corso degli eventi e

mi si presentasse davanti ogni

inesorabilmente dietro di noi prende-

di quei momenti sono impagabili, ci

lida?

di quanto a volte il destino sia proprio

va forma una linea stupenda da sca-

godiamo al massimo la scalata e in

B

qualvolta mi affacciassi alla fi-

Con gli altri si cercava di dare

crudele, abbiamo inconsapevolmente

nestra di casa, non gli avevo mai pre-

lare in libera. Pur mantenendo una

meno di 4 ore siamo al punto più alto

un’immagine concreta a un qualcosa

dato vita a quello che lui avrebbe

stato un’attenzione particolare. Solo

chiodatura tradizionale, quindi senza

raggiunto in precedenza. Dopo una

che rimaneva avvolto in un alone di

successivamente

dopo aver frequentato per sbaglio un

l’aggiunta di spit, abbiamo sistemato al

breve pausa, un facile, ma esposto

mistero; si cercavano di incastrare,

bollicine.

corso di arrampicata, qualche anno

meglio le soste e i punti di protezione

traverso su gocce taglienti ci con-

come in un puzzle, le informazioni

“Ho saputo che ti piacerebbe pro-

dopo, iniziai a intravedere ciò che

lungo i tiri, ripulendo poi la roccia, in

duce sotto l’imponente terzo stra-

più disparate, gli aneddoti più strani, il

vare la via del Det al Cavallo, se vuoi

realmente si celava dietro quell’impo-

brevi tratti instabile, anche da un po’

piombo. Iniziamo a provare il tiro non

sentito dire. E ogni volta si finiva con

possiamo andare insieme”. Ero sem-

nente quanto enigmatica parete cal-

di vegetazione alla ricerca degli appi-

senza incognite, cercando di scovare

più incognite e dubbi di prima.

pre stato io a proporre la cosa, ades-

gli migliori.

quegli appigli - che a volte sembra-

battezzato

team

carea. La prima volta che ci andai ne

Pur avendo cercato spesso in que-

so che mi si presentava l’occasione,

rimasi entusiasta. Fino ad allora avevo

L’obiettivo era quello di salire en-

no non esserci - che ci permettano

sti anni qualcuno che fosse interes-

come avrei potuto dire di no? Ci

scalato per lo più da secondo di cor-

trambi questa mitica linea in arram-

di passare in libera anche quest’ulti-

sato a questa intrigante avventura, e

interessava iniziare il lavoro di siste-

data su vie classiche in Grignetta e

picata libera.

mo tratto, sicuramente il più difficile.

benché fosse desiderata da tanti, non

mazione della via lasciando traccia

in Medale, lassù era tutto amplificato,

Il giorno prescelto per il “tentati-

Trovata la sequenza e sistemata la

sono mai riuscito a mettere insieme

del nostro passaggio, prima che altri

lo si capiva già dall’avvicinamento, 2

vo buono” ci vede operativi in parete

chiodatura, sappiamo di avere un solo

niente di concreto. Ho conosciuto

potessero infrangere il nostro sogno

ore di salita a volte sconcertante, ma

alle prime luci dell’alba, solo metà via

tentativo a testa: il tempo è corso

Matteo Piccardi (il pota) quest’estate

e prima della stagione invernale, che

poi tutto veniva ripagato da quell’am-

è sistemata e conosciuta, sappiamo

inesorabilmente più avanti di quanto

a un matrimonio. Quel giorno a con-

ci avrebbe obbligatoriamente fermati.

che sopra il punto più alto finora rag-

pensassimo. Non possiamo sbagliare

biente straordinario. Il panorama sul lago, su Mandello e sulle Grigne, il vuoto e il brivido di arrampicare su quella roccia perfetta, e poi il silenzio, quello a cui non siamo più abituati. Tornai a breve per ripetere le vie più moderne e riassaporare quelle emozioni che ti lascia una giornata al Sasso Cavallo. Non conoscevo il Det di persona, conoscevo il personaggio. Sapevo quello che aveva fatto e che tipo era, l’avevo intravisto a qualche serata, ma di lui mi intrigava soprattutto la sua via al Cavallo. Quante volte tra i vari discorsi si finiva col parlare di quella via, della possibilità di salirla in arrampicata libera, degli strapiombi che

28

Alpinismo e Arrampicata

Luca Passini e Matteo Piccardi - Via del Det L10 - Tutte le foto sono di Riky Felderer

Matteo Piccardi e Luca Passini - Via del Det L7

di Luca Passini

giro di pochi giorni, galvanizzati dalla

se vogliamo arrivare in cima prima del buio. Ripercorriamo quell’infinita successione di movimenti senza esitazione, supportandoci a vicenda affinché il gioco continui senza pagare pegno. Ci aspettano ora 4/5 tiri non difficili, sulla carta, ma un po’ da

Luca Passini

La realizzazione di un sogno sul Sasso Cavallo

giunto ci attende ancora un tiro di

ricercare, visto che in questo tratto la via gira parecchio e così quando usciamo sul prato sommitale, il sole è già tramontato. Non facciamo altro che dividerci sommariamente il materiale, infilarci le nostre luci frontali e imboccare il sentiero di discesa. Di questa giornata resteranno tanti ricordi, ma resterà soprattutto impresso nelle nostre menti quanto sia stato bello condividere e realizzare quello che per noi all’inizio era un grande sogno.

Luca Passini e Matteo Piccardi

LA VIA DEL DET

Siamo saliti in parete cinque volte nel


Undici giorni di granito

L’attacco al pilastro Ovest della Aguja Mermoz (e non solo) di Simone Pedeferri

fessura bellissimi e altri passaggi in

ho dovuto tirare fuori tutta la mia

l pilastro Ovest dell’Aguja Mer-

artificiale su sky hook. Purtroppo

esperienza per passare. Dopo la

moz ha uno sviluppo di circa 800

però la parete si è difesa alla grande

cumbre e la discesa ci siamo trovati

metri su granito molto ripido.

e ci ha giocato un brutto scherzo: la

sul ghiacciaio di notte, perdendo le

La salita era già stata tentata senza

zona centrale si è rivelata strapiom-

tracce di salita, quindi abbiamo va-

successo nel 2007 da Simone Pede-

bantissima e liscia, quindi ci si è

gato per due ore tra i crepacci prima

ferri insieme ad Adriano Selva, Ma-

posto un problema etico-morale: se

di ritrovare la strada giusta verso il

rio Conti e Dante Barlascini. Lorenzo

forzare per due o tre tiri la parete,

passo Guillamet.

Lanfranchi (Pala) ci aveva provato nel

con molti spit e largo uso di artifi-

2009 in un team di cui faceva parte

ciale, o rinunciare al progetto.

I

anche lo svizzero Michael Pitelka, sa-

Il nostro modo di scalare ci ha

lendo per quattro lunghezze di corda

sempre portato a salire delle linee

ma senza raggiungere la vetta.

Siamo rientrati a Chalten con tutto il materiale e dopo un giorno di riposo io, Pala e Mirko siamo ripartiti alla volta della valle del Torre.

logiche in montagna, e a tutti e

Avevamo un’idea di un concate-

Simone e Lorenzo hanno così de-

quattro questa è sembrata una linea

namento di più giorni, ma il canale

ciso di unire le proprie forze e, con

troppo forzata per il nostro stile; ma

di accesso alla prima parte della via

l’aggiunta della guida alpina di Mila-

non è facile rinunciare a una salita

era sotto il tiro di continue scariche;

no Mirko Masè, hanno sferrato un

del genere dopo aver fatto tanta fa-

quindi abbiamo deciso di ripetere la

ulteriore attacco a questa imponen-

tica a portare il materiale e scalare

via Chiaro di luna (800 m, 6c) alla

te muraglia mai salita finora nella sua

tutta la prima parte e avendo anche

Aguja St. Exupéry.

parte più repulsiva: infatti le quattro

il tempo bello per poter continuare;

Il giorno successivo abbiamo sa-

linee già tracciate sulla parete evitano

per questi motivi la nostra scelta è

lito questa via in velocità e dalla

l’imponente scudo che rappresentava

stata ben ponderata. Dopodiché ab-

cumbre abbiamo deciso di traversa-

l’obiettivo di questa spedizione.

biamo passato due giorni di brutto

re verso la punta Ovest per calarci

Simone Pedeferri, Lorenzo Lanfran-

tempo al passo Mermoz a tenere le

verso la Aguja S. La discesa si è ri-

chi e Mirko Masè sono partiti dall’Italia

tende per il vento, una delle due ha

velata più impegnativa del previsto;

con destinazione pilastro Ovest della

ceduto.

siamo arrivati alle ultime luci del

Aguja Mermoz mercoledì 11 gennaio 2012.

Il terzo giorno fino alle quattro della mattina ha piovuto, alle cinque il cielo era tutto stellato e sia-

Dal diario di Simone Pedeferri

mo partiti per il pilastro Est della

Venerdì 27 gennaio siamo parti-

Mermoz, per salire la via Red pillar

ti in quattro per la Mermoz, pare-

o Vela y viento (700 m, 7b+ max),

te Ovest: io, Mirko, Pala e Carsten

aperta da Kurt Albert e Bernd Ar-

(Von Birkhahn). Abbiamo stabilito

nold.

il campo base al passo Mermoz, in

Erano anni che volevo salire que-

due giorni abbiamo scalato dieci

sta via e sognavo questa linea pu-

tiri fantastici di 7a + A3 con tratti in

rissima in fessura; l’abbiamo salita

30

Alpinismo e Arrampicata

tutti e quattro e posso assicurare che è veramente dura. Gli ultimi tiri ci hanno impegnato duramente a causa del ghiaccio nelle fessure e

giorno nel canale tra le due Agujas e siamo scesi. E’ stato fatto tutto in 11 giorni filati.

Le foto della pagina a fianco, in senso orario: Mirko e Lorenzo sul Pilastro Rosso; da sinistra Simone, Lorenzo e Mirko in cima all’Aguja St Exupéry con Cerro Torre alle spalle; avvicinamento alla parete Ovest dell’Aguja Mermoz con Fitz Roy e Poincenot sullo sfondo; Simone durante la salita di Vela y Viento o Pilastro Rosso alla parete Ovest della Mermoz; Mirko Masè in apertura del 6° tiro del tentativo alla via nuova sull’Aguja Mermoz; Lorenzo si affida al friend all’8° tiro della via nuova; Simone allo strapiombo del 5° tiro della via nuova.


LE GITE SOCIALI, UNA NOSTRA TRADIZIONE

L'energia solare accessibile

5 aprile 1891, in Erna la prima escursione della sezione di Lecco Da sempre l’escursionismo, ovvero il turismo a piedi a contatto con la natura, riscuote grande favore, forse anche per reazione alle nostre artificiali condizioni di vita. Il CAI ha dato fin dalle sue origini un contributo essenziale alla diffusione di questa attività, organizzando gite, campeggi, vacanze in montagna e con la pubblicazione di apposite guide tematiche. Già nel 1874, immediatamente dopo la sua fondazione, il CAI di Lecco programmò per la domenica 25 maggio un’escursione al Resegone “onde approfittare dell’occasione per incontrarsi su quella classica cima con alpinisti di altre Sezioni”. Fu l’inizio di una tradizione che da oltre un secolo si rinnova tutti gli anni grazie all’impegno di pochi, ma appassionati soci. Dal secondo volume di “Note Alpinistiche” pubblicato nel 1893 dal CAI Lecco, riportiamo il resoconto, a firma Giacomo Gilardi, di una successiva gita: uno spaccato di quegli anni e del modo di concepire l’andare per monti, basato sull’idea che “Le gite ai monti ristorano il corpo e la mente, e servono ad affratellare gli uomini lassù fra le vette...”.

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quell’altro amico, esponendo le ragioni,

sì mattiniero appetito. L’allegria più

gli impedimenti, che l’avevano tratte-

schietta regnò nella salita; ripetervi le

nuto a casa, io diedi un’occhiata agli

barzellette, le freddure, gli scherzi che

abbigliamenti, e mi augurai di saper

uscirono dalle nostre bocche, non le

maneggiare il pennello per riprodurre

potrei, anche se gli egregi colleghi mi

il magnifico quadro. Dalle scarpe so-

lasciassero a disposizione le quattro

lide e broccate dell’Anghileri, più che

colonne del giornale.

sufficienti per i ghiacciai, alle scarpe

Arrivammo in cima verso le otto, ri-

oneste di mezza montagna, passavano

mirammo Lecco, che giaceva ai nostri

d’un tratto agli stivalini, alle scarpet-

piedi, la Vallata e la Brianza, che si di-

te di città; bastoni alti due metri con

stendeva maestosa davanti a noi; ma…

tanto di corno in cima, passavano ai

alcuno osservò che la vista si gode

bastoncini di città, ai paracqua (sì, ai

meglio… a pancia piena, e facemmo

paracqua, perché il tempo, non si sa

colazione, ritirati in una specie di in-

mai, ne fa d’ogni sorta; e l’uom pru-

senatura per ripararci dall’aria. Ritor-

dente si premunisce sempre). E que-

nammo sulla cima ove ebbe luogo la

sto abbigliamento strano, svariato, multiforme, era logico, perché rispondeva egregiamente al concetto che ognuno s’era fatto della passeggiata: per alcuni una vera gita colle emozioni

dell’alpinismo,

per altri, rotti al monte, una gita di signorine. Vedremo chi ebbe ragione. Partiamo. Il Chiesa ed il Castelli ci precedevano nella via, illuminata dai raggi della “Giustizia” (soprannome di uno dei gitanti) che però, a

Gita alla Pizza d’Erna. 5 aprile 1891

Q

un dato punto, con mol-

1904, gita al Resegone con sosta alla capanna Stoppani (foto archivio Pino Comi)

di Giuseppe Ferrario

uando domenica mattina, ri-

ta sorpresa, si eclissò. Ad

uniti nel luogo di ritrovo, ci

Acquate

contammo, eravamo in venti,

le nostre munizioni, e

non compreso il vivace bambino Mat-

poi su allegramente per

tarelli, che seguì o meglio precedet-

Malnago, Falghera fino a Costa, dove

te i nostri passi per tutto il viaggio.

i più fecero uno spuntino, accusando

Mentre i soci reciprocamente cerca-

l’aria fresca di aver risvegliato in loro

vano di scusare l’assenza di questo o

completammo

Escursionismo

33


votazione per la nomina di altri due

Io mi auguro che la

direttori, e poi scendemmo per la valle

passione pei monti si

di Boassio, dove incontrammo la neve,

diffonda di più nel nostro

in alcuni punti indurita, ma in altri così

paese e che la Direzione

molle, che si affondava quasi per tut-

del Club si faccia promo-

ta la gamba. I ben calzati ridevano, e

trice di frequenti escur-

gli altri si pentivano per aver preso,

sioni, facili se si vuole, ed

per così dire, Erna a gabbo… ma poi

alle quali possano pren-

ridevano anch’essi. Fortunato il Mat-

der parte anche le mol-

tarellino, che scorreva sulla neve non

te signorine della nostra

lasciando traccia. Viaggiammo sulla

città, alcune delle quali

neve per ben tre quarti d’ora, finché

ardono di desiderio di

vette si dimenticano gli affari e la po-

giungemmo alla valle, da cui risalim-

visitare le cime dei monti che ci cir-

litica, che spesso quaggiù ci dividono.

mo seguendo la strada di Monterone

condano. Le gite ai monti ristorano il

E le giornate in cui tanto si gode non

che ci guidò a Ballabio, dove una grata

corpo e la mente, e servono ad affra-

si dimenticano facilmente.

sorpresa ci aspettava. Il signor Pozzi

tellare gli uomini; perché lassù fra le

Gagliardi e forti, reduci dall’Erna Qui l’Alpinismo ha la sua nota gaja. Fra noi qui si potrebbe or far la terna Per fare un’escursione all’Imalaja! Ma pur troppo ora è vuota la giberna, Faticosa ci aspetta la fungaia, Ed i soliti affari e la taverna, La mammina, il papà, la moglie o l’aia. Noi di ferrate non abbiam bisogno: I garetti abbiam buoni ed un buon legno, Né stanchi siam, giammai, nemmen per segno. Ed ora alla mia Musa sia sostegno La Valle sacra a Lodi e Codogno, Che di nuova escursion ci sarà pegno.

Vittorio era là colla sua macchina fo-

Calendario gite sociali anno 2012

tografica ad attenderci al varco, e noi per ben due volte posammo. Il pranzo era modesto, ma ab-

Data

E.

Bus

Domenica 22 Centovalli Aprile

4,15

+ 650 - 850

E.

Bus

03

Domenica 13 Monte Boglia Maggio

5,30

+ 750 - 1250

E

Bus o Auto

04

Domenica 27 Monte Maggio Pizzocolo

7,00

+ 1200 - 1200

E

Bus

05

Sabato 02 Giugno

3,00

Quota max E m. 1780

Auto

gate, che qui trascrivo [vedi riquadro

06

6,00

+ 750 - 950

E

Bus

in rosso ndr], e ci avviammo verso

Domenica 17 Passo del giugno Muretto

07

Domenica 24 Piani di Bobbio giugno Raduno sezionale

Sent. Mughi + 400 + - 350

E

Auto

08

Domenica 15 Albert Heim luglio Hutte

4,00

+ 1000 - 450

E

Bus

09

Domenica 29 Il Fuorn - Tarasp 6,30 luglio

+ 900 - 1300

EE

Bus

10

Domenica 9 Settembre

5,30

+ 750 - 1000

E

Bus

11

Domenica 23 Passo della Settembre Presolana

6,30

+ 1000 - 1000

E

Bus

12

Domenica 14 Alp Flix ottobre

6,15

+ 250 - 700

E

Bus

13

Domenica 21 Castagnataottobre Stoppani Magnodeno

5,00

+ 700 - 700

E

Auto

14

Domenica 28 Chiusura attività ottobre

prendere la misura dai discorsi e dai brindisi che furono (allo stracchino, non allo champagne) pronunciati dai vari oratori. Il signor Mauro Chiesa

02

improvvisò un sonetto a rime obbli-

Lecco. Inviammo un telegramma al nostro presidente Cermenati a Roma:

Or che festanti reduci – siam della Pizza d’Erna A voi mandiamo un brindisi – nella cittade eterna. E ci sciogliemmo, lieti di aver passata una sì bella giornata e rimpiangendo coloro che non avevano potuto partecipare alla gita.

34

Escursionismo

Monte di Portofino

Dislivello Difficoltà Trasporto + 700 - 700

vuotate furono parecchie, se si deve

Domenica 1 Aprile

Tempo tot. 5,30

bondante ed eccellente; le bottiglie

01

Luogo

Piani Bobbio

Piz Minor

Auto


MONTAGNARI IN PARADISO

Una settimana in Canada sommersi dalla neve

di Sara Pozzetti

R

aduno confermato, i Monta-

la proposta: “Chi viene a febbraio in

biglietti aerei sono emessi. Stefano e

Gnari si ritrovano per il consue-

Canada?!” Sono anni che vedo foto,

Rolando accettano con entusiasmo la

to appuntamento mangereccio

filmati. Sono anni che la neve polve-

proposta. Dopo 10 giorno Mario, caro

di novembre al rifugio Tavecchia. In-

rosa profonda è motivo di desiderio

amico di Roma, conferma l’emissione

vadiamo la Val Biandino, certi che la

sfrenato, sono anni che il Canada è

del biglietto, stesso volo.

giornata si svolgerà nel migliore dei

nel cassetto. Quasi sapessi che il resto

Il nostro obiettivo è Roger Pass, a

modi, considerati gli ottimi propositi

dell’inverno non sarebbe migliorato

circa cinque ore di auto da Calga-

stesi a tavolino i giovedì precedenti in

molto, la decisione era presa. Canada,

ry. Devo cercare l’albergo, noleggia-

sede, ed espressamente dichiarati nel

dal 18 al 26 febbraio, chi c’è c’è, per gli

re l’auto, ma è presto fatto. Contatto

giro di mail a tutti i partecipanti.

altri... ogni lasciata è persa!

il lodge Glacier Park, unica struttura

Ci incamminiamo lungo il sen-

Scendendo dalla Val Biandino scrivo

al passo, e prenoto le camere, blocco

tiero, arido, erboso, completamente

a Martino Colonna, caro amico cono-

un minivan da sette posti. Basta, tutto

sgombro di neve e constatiamo che

scitore eccellente delle nevi canadesi,

fatto, scocca il conto alla rovescia, ab-

l’anno precedente di questi tem-

il quale mi consiglia all’istante dove

biamo una scadenza.

pi avevamo già inforcato gli sci e

andare per essere certa di non rima-

Si sparge la voce all’interno della

assaporato le prime nevicate. Oggi

nere delusa. La domenica sera bramo

scuola di sci e, tra una battuta e l’altra,

niente, non ce n’è. E la cosa dram-

il rientro per mandare mail a tutto il

Pierluigi fa intendere che verrebbe vo-

matica è che non ci sono perturba-

gruppo, è mia intenzione prenotare i

lentieri. Giacomo valuta la possibilità di

zioni corpose in arrivo. Preoccupante.

voli al più presto.

aggregarsi. Passa un mese e altri due

Pensa e ripensa, mi viene di getto

E così è. Cinque giorni dopo quattro

biglietti vengono emessi, stesso volo.


se la pianta si

venga chiusa ancora la strada. Convo-

sia ormai affe-

chiamo un summit veloce del team e

zionata alla sua

decidiamo di andare all’Asulkan Valley,

neve e non se

libera da permessi, dandoci un limite.

ne voglia di-

Alle 14 essere al lodge, così da prepa-

sfare. Ogni pie-

rare i bagagli e avviarci verso Calgary.

gamento

Non possiamo rischiare di rimanere

pro-

voca un’ondata di polvere che ci Dopo Tutte le foto sono di Sara Pozzetti

Il minivan è pieno. Procuro la cartina aggiornata delle aree di sci alpinismo di Roger Pass, che

no” (...se cade il mondo io mi sposto).

libro. A denti stretti ricambiamo il sor-

giusto, il più piccolo. Con grande sor-

Sara, inesauribile sognatrice itinerante,

riso, ma dopo un breve meeting della

presa scopriamo che quello di destra è

detta “Scricciolo” (dentro!).

squadra decidiamo di percorrere una

stato malamente chiuso il giorno pre-

mi viene recapitata lo stesso giorno in

Compito di tutte le mattine sarà re-

delle due zone che non richiede per-

cedente, così riusciamo solo a forzarlo

cui organizzo la cena del gruppo. Tra

carsi presso l’ufficio dei Rangers, dove

messi perché non sottoposta a restri-

e ad aprirlo parzialmente. Solleviamo

un brindisi e l’altro la lista del materiale

si deve richiedere il permesso per per-

zioni. Improvvisiamo una gita nei così

di peso Jeky, componente più “sotti-

necessario è fatta, ci spartiamo i com-

correre l’area sciistica scelta, così che

chiamati “Teddy Bear Trees”. La nostra

le” della spedizione, che verrà inseri-

piti e ci congediamo con l’adrenalina

tutti siano sempre registrati, e dove si

iniziativa piace, e non a pochi. Dietro

to diagonalmente all’interno dell’auto.

che scorre nelle vene, è solo questione

può visionare il bollettino nivo-meteo,

di noi, qualche timidone approfitta del-

Tutto a posto, sblocca le serrature. E

di tempo.

incontrare altri sci alpinisti e scambiare

la nostra traccia e ci segue a distanza.

siamo fortunati, riusciamo a sistemare

qualche opinione.

Incredibile il susseguirsi di boati delle

lo snodo del vetro, senza alcun danno, come se non fosse successo nulla.

Il 18 febbraio arriva velocissimo, il pulmino che raccoglie tutti ci lascia a

Domenica, colazione alle 7, nevica.

granate sparate dall’esercito sui pen-

Malpensa alle quattro del mattino. Sarà

La maggior parte delle aree sci sono

dii per far scaricare il manto nevoso,

Sarà la gita più bella della nostra vita.

uno dei giorni più lunghi della mia vita.

chiuse. Poco male, optiamo per Cheops

carico e pronto a scivolare al minimo

McGill Shoulder rimarrà per sempre nei

Partiamo con il sole. Ad Amsterdam ci

Mountain. Qui sì che c’è neve. E’ tutto

movimento.

nostri cuori. Mai vista così tanta neve,

imbarchiamo per Calgary, dove atter-

bianco, dappertutto, tutto ovattato. Gita

Giovedì, colazione alle 7, nevica.

tutta insieme, impressionante. Provia-

reremo nove ore dopo: c’è ancora il

la mattina, snack al lodge, gita al pome-

Oggi ci spostiamo in auto. Quando

mo a quantificare i metri, ma è davve-

sole, sono solo le 14. Abbiamo ancora

riggio, le gambe friggono.

incrocio lo sguardo di Rolly, percepisco

ro impossibile. Gli alberi sono carichi, le

un pomeriggio intero di luce e di gui-

Lunedì, colazione alle 7, nevica.

qualcosa, sorride, l’espressione sul viso

meringhe sulle loro punte sono immo-

da verso il nostro lodge. Ci arriveremo

Decidiamo di andare a Revelstoke,

è tra il basito e il sorpreso. Ha spazzato

bili, nonostante siano in bilico. E’ come

dopo quasi 28 ore da quando è suo-

circa a un’ora di auto perché purtrop-

l’auto, ha carinamente acceso il moto-

nata la sveglia. Finalmente ci sdraiamo

po non sono arrivati gli sci di Mario, e

re per scaldare l’ambiente, è sceso per

in branda, siamo sfiniti, ma troppo cari-

là potrà noleggiarli. Consumiamo tut-

liberare un po’ il parcheggio e per-

chi per quello che ci aspetta.

te le energie sino alle 16, sia in pista

metterci di uscire comodamente, ma

Il team è operativo:

che fuori. Rientriamo al lodge dopo

ci accoglie con un “Abbiamo un pro-

Rolando, il maestro, meglio cono-

un’egregia cena, a base di NY steak e

blema”. L’auto si è chiusa! Chiusa, ser-

salmone.

rata, blindata, a motore acceso. Siamo

sciuto come “MrNiff”; Stefano, uomo infaticabile, detto “None”; Mario, “de

Martedì, colazione alle 7, nevica.

tutti e sette fuori dall’auto, pietrificati

Roma”, ormai noto per la sua tipica

Nessun

ranger

e veramente perplessi. Rimarremo a

Giacomo,

ormai amico, ci aspetta sorriden-

piedi, perché finirà il carburante. Dob-

giovane ingegnere, meglio chiamato

do... “where are you going today”?

biamo andare a Calgary per recuperare

“Slim Jeky”; Pierluigi, preciso in ogni

Ci mettiamo in marcia nella valle del

un paio di chiavi di scorta. Il quadret-

dettaglio, detto “PJ”; Luca, detto “ilNon-

Connaught Creek, ansiosi di pestare i

to è agghiacciante, ma i sorrisi sono

30 cm di neve caduta nella notte.

stampati su tutti i musi, perché la si-

esclamazione

38

“Mortacci”;

Sci Alpinismo

problema.

Matt,

Mercoledì, colazione alle 7, nevica.

tuazione è troppo divertente. Ok, cal-

Tutte le aree sci sono chiuse, tutte!

ma, ci sarà una soluzione: spacchiamo

Matt ci suggerisce di leggere un buon

un vetro e lo cambieremo. Il deflettore

sommerge. qualche

curva dobbiamo

bloccati a Roger Pass. Ultima salita, ultima polvere, ultimo bosco, ultimo incantevole e silenzioso paesaggio. Sabato, colazione alle 7, nevica.

fermarci e scrol-

Ci concediamo un paio d’ore di tu-

larci dalla neve

rismo per shopping compulsivo a Banff,

che ci ha ricoperti, non si vede qua-

bellissima ed accogliente località mon-

si più fuori dalla maschera. Ogni tanto

tana dove abbiamo pernottato, e nostro

siamo sorpresi da cadute divertenti,

malgrado in tarda mattinata ci avviamo

dalle quali è difficilissimo rialzarsi, la

verso l’aeroporto. Durante il viaggio di

neve è talmente tanta e soffice, che più

ritorno fantastichiamo sull’ipotesi di ri-

tenti di alzarti, più affondi. Il paesaggio

levare il lodge, che è in vendita. Ci di-

è al limite dell’incredibile. E’ emozio-

stribuiamo i compiti, a ognuno il suo,

nante da quanto è bello, è incantato,

come è giusto che sia: MrNiff si occu-

tutto bianco, c’è un silenzio introvabi-

pa dei bimbi, PJ delle mamme dei bim-

le. Succhiamo tutto il benessere che ci

bi, Jeky dei materiali, ilNonno dei conti,

viene donato allo spirito.

Mortacci della cucina, None della lo-

Venerdì, colazione alle 7, nevica.

gistica, Scricciolo dell’accoglienza e

Matt ci accoglie con brutte notizie,

gestione ospiti. A turno ognuno, ov-

tutte le aree sciistiche sono chiuse in

viamente, organizza gite e accompa-

via precauzionale, perché è previsto un

gna gli ospiti, sia d’estate che d’inverno.

peggioramento importante delle pre-

Quando terminiamo i voli pindarici e

cipitazioni nel pomeriggio. Aggiunge

abbiamo metabolizzato il fatto di esse-

che esiste la possibilità che l’indomani

re rientrati subentra un unico pensiero comune a tutta la squadra: quando ci torniamo? L’avventura è stata prontamente documentata da foto e filmati, che saranno proiettati in occasione dell’evento “Una Montagna d’Emozioni”, il prossimo autunno/inverno. Saremo felici di condividere con tutti voi questo bel viaggio. MontaGnari forever!

Sci Alpinismo

39


Expedition

dhaulagiri 8167mt

ACEL Service è a fianco di Mario Panzeri nella nuova entusiasmante sfida che lo attende: il Dhaulagiri. In bocca al lupo, Mario!


GRUPPO SCI DI FONDO ESCURSIONISMO

Attività Inverno 2011-2012

Gruppo della Scuola in Engadina (foto Pina Ietto)

di Stefano Vimercati

I

l programma del 29° anno di attività sci di fondo escursionismo

- prima parte: lezioni tecniche e teoriche in sede e uscite a secco;

è stato illustrato a soci, simpa-

- seconda parte: uscite sulla neve,

tizzanti e amici in sede CAI giovedì

suddivisa nei due settori, addestra-

3 novembre 2011. La sala stracolma

mento e amatoriale;

ha testimoniato l’interesse per questa

- terza parte: attività sulla neve, co-

attività, confermando la buona qualità

stituita dalla gara sociale e da un’usci-

dell’organizzazione nel programmare

ta supplementare di tre giorni a fine

ogni iniziativa.

gennaio.

L’attività è stata strutturata anche per quest’anno proponendo a tutti gli interessati il consueto schema:


PRIMA PARTE (comune a tutti)

Lavazzé e di Millegrobbe. Pubblichiamo a parte resoconti e immagini.

Lezioni tecniche e teoriche

27-28-29 gennaio 2012

L’uscita finale del 10 marzo è sta-

Ospitati in un ottimo albergo a Scia-

Le lezioni, tenute in sede CAI pre-

ta caratterizzata per alcuni allievi da

ves (Bressanone), si è sciato rispettiva-

valentemente di giovedì sera, dal 10

un percorso (“maratonina”) di circa 25

mente:

novembre al 7 dicembre 2011, hanno

chilometri lungo il tracciato della Ski-

sviluppato i seguenti argomenti:

marathon.

Attrezzatura ed equipaggiamento – Nozioni tecniche con proiezioni didat-

Ai corsi hanno preso parte in totale 47 allievi, così suddivisi: - 12 principianti

mento e topografia – Sciolinatura.

- 18 perfezionamento 1° livello

soprattutto da parte dei principianti e degli inesperti.

A Sils la gara di fondo CAI 2012 di Cristina Melazzi

- 1° giorno: Centro del Fondo a Riva

C

di Tures, altitudine m 1595 (Val di Tures);

tiche – Sci di fondo e salute – OrientaSi lamenta la scarsa partecipazione

LIBERE PAROLE IN COMPETIZIONE

Tre giorni di fondo in Alto Adige –

hiaro: alla serietà della no-

- 2° giorno: Centro del Fondo Alta

stra gara annuale, ci teniamo.

Badia, Armentarola, Saré, altitudine m

Vorremmo però permetterci

1650;

- 17 perfezionamento avanzato La prova di fine corso è stata positiva per tutti.

un gioco: del resto la Coppa Brocca

- 3° giorno: Centro sportivo di Val di

è concepita come prova sportiva, ma

Vizze altitudine m 1395-1455.

anche come gioco di relazioni.

Hanno partecipato 80 persone, viag-

Allora l’edizione 2012 proviamo a

giando con due autopullman della SAL

raccontarla giocando con le parole,

di Lecco. Uscite a secco

Gruppo amatoriale

Si sono svolte nelle mattinate dome-

Le uscite sulla neve si sono svol-

nicali dal 6 novembre all’11 dicembre,

te tutte di sabato, dal 7 gennaio al 10

alternando il piano lago e la montagna,

marzo, con mete diverse lungo tutta la

con esercizi di ginnastica presciistica

Bassa e l’Alta Engadina.

tenuti da Marco Bianchi. Si sono anche

Nel corso dell’uscita finale alcuni par-

praticati alcuni esercizi di orientamento.

tecipanti hanno seguito l’intero percor-

La partecipazione è stata discreta.

so della Skimarathon (km 42).

Pubblichiamo a parte resoconti e im-

assonanza.

E poi chissà, conoscendo la sua Si è trattato di una stagione con no-

gelo e disgelo che hanno creato incon-

(suddivisa nei due settori, addestra-

gruppi, rispettivamente guidati da:

venienti e insicurezza sui diversi per-

- Azzurri:

Giacomo Piazza

corsi, difficoltà di interpretazione delle

- Gialli:

Daniele Colombo

caratteristiche della neve e conseguenti

- Rossi:

Domenico Pullano

problemi di sciolinatura. Abbiamo cercato di fare del nostro

TERZA PARTE (comune a tutti)

corpo istruttori, si è sviluppata su tre

meglio, sospendendo o rimandando alcune uscite per evitare il rischio di

livelli (principianti, perfezionamento 1°

Prova di fine corso – Gara sociale

spiacevoli conseguenze. Non si lamenta

livello, perfezionamento avanzato) nel

Il 18 febbraio 2012 si è disputata la

alcun incidente di rilievo.

periodo tra l’8 gennaio e il 10 marzo

“Coppa Gianni Brocca”, a valere come

Come da tradizione, la stagione si

2012.

prova di fine corso per gli allievi della

chiuderà definitivamente sabato 26

scuola, e come gara sociale per tutti.

maggio con il raduno conviviale al ri-

Direttore della scuola e dei corsi:

La gara, a tecnica classica, si è svol-

Marco Bianchi, ISFE Istruttori ISFE: Maria Giuseppina Iet-

ta sull’abituale percorso di 10 km Sur-

fugio Piazza al San Martino, ospiti del

Istruttori sezionali: Giovanni Bolis, Salvatore Bucca, Franco Pozzoni.

ta formula a coppie, prevalentemente uomo/donna. Questa formula ante-

PROGRAMMA PER LA STAGIONE 2012/13

Sono state effettuate sei uscite in

pone all’agonismo un atteggiamento di

Nella prossima riunione del Direttivo,

Engadina, prevalentemente di domenica,

riguardo e di attenzione reciproca da

prevista per settembre, definiremo, ol-

e una due giorni in Trentino sulle nevi di

parte dei componenti la coppia.

tre al normale programma delle attivi-

Hanno preso parte alla gara 12 coppie

44

Sci di Fondo

di allievi e 14 coppie di amatori. Pubblichiamo a parte classifiche e commenti.

tà, anche le iniziative per festeggiare il trentesimo anno di vita del Gruppo Sci di fondo escursionismo del CAI Lecco.

Ed ecco qui gli accoppiamenti:

INFLUENZA.

tenza, fondisti tutti raccolti e presenti

gara di quest’anno, diminuendo l’af-

all’appello dei nostri capi. Sullo sfondo,

flusso dei partecipanti. D’obbligo quin-

la suggestiva sagoma del castello sul

di scambiarsi un consolatorio “pochi

lago, come un set d’altri tempi. Infat-

ma buoni”!

ti: l’edificio, detto Crap da sass, sorge

SCIO QUI o SCIO... LI’? L’inquie-

nel 1906 come residenza privata d’un

tante interrogativo vuole suggerire

conte generale tedesco....

la cronica perplessità sull’azzeccare la

SORTEGGIO e PUNTEGGIO. I due

giusta sciolina per la miglior sciata...

fattori sono inevitabilmente legati: il

TRACCIATI e ACCIACCATI. Si sa,

punteggio dipenderà dall’assortimen-

può succedere ai pur inossidabili ever

to della coppia sorteggiata, ma... mai

green, d’arrivare in gara in condizioni

dire mai, l’imprevedibile è sempre alle

non precisamente eccellenti. Ma poi ci

COPPIA Rusconi Teresa – Botta Gerardo Orsoni Chiara – Riva Clorindo Spinelli Maria Chiara – Sala Adriano Pedersoli Maria Giovanna – Martinelli Ottaviano Tentori Lilia – Froio Giuseppe Longoni Pinuccia – Pirovano Lodovico Toselli Gina – Arzani Ferruccio Crimella Carla – Invernizzi Giuseppe Melazzi Cristina – Brivio Raimondo Carnelli Loredana – Spandri Giancarlo Plebani Maria Luisa – Barozzi Luigi Locatelli Carlo – Ventura Flavio Saba Giuliana – Maniglia Giuseppe Tentori Rosa Maria – Marchese Valentino COPPIA Bodini Bianca – Campagna Antonio Aldeghi Giulia – Zappaterra Gianni Arigoni Imelda – Biffi Roberto Rossi Emanuela – Peleari Marco Diana Lucina – Mandelli Enrico Carcano Simonetta – Bianchini Gualtiero Losa Rosita – Pozzi Giovanni Griggi Fulvia – Ragno Vittorio Sangalli Paola – Caimmi Gianfranco Gilardi Miriam – Rosaspini Franca Mauri Raffaella – Passoni Annalisa Pepe Maria Gabriella – Marchetti Augusto

e

diffusi) ha non poco... influenzato la

TEMPO (h.min.sec.) 0.56.58 1.02.18 1.04.29 1.05.20 1.05.32 1.06.38 1.06.40 1.08.04 1.09.51 1.15.10 1.17.51 1.21.30 1.26.02 1.31.05

Gruppo scuola 2011-2012 | Gara fine corso | Coppa Gianni Brocca 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AFFLUENZA

APPELLO e CASTELLO. Alla par-

Gruppo amatori 2011-2012 | Gara Sociale | Coppa Gianni Brocca 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

porte! Quest’ultima (con febbri e malesseri

SCI DI FONDO ESCURSIONISMO - 29° CORSO

Gruppo Alpini Medale.

lej-Sils-Surlej, secondo la collauda-

to, Paola Monti

disponibilità a sorridere, forse anche

tevoli disagi dovuti a condizioni assai

totale, sono stati suddivisi in tre sotto-

sionismo del CAI Lecco, col proprio

un po’ dell’amichevole atmosfera...

2010/11

SECONDA PARTE Attività sulla neve

L’attività Scuola sci di fondo escur-

Così anche chi non c’era / partecipa

CONCLUSIONE DELLA STAGIONE

variabili di temperatura, con effetti di

Addestramento

appaiate per semplici ragioni di rima o

magini.

Come di consueto gli iscritti, 47 in

mento e amatoriale)

anzi con coppie di parole, liberamente

Paolo sorriderà con noi....

TEMPO (h.min.sec.) 0.55.49 1.00.54 1.07.58 1.10.29 1.11.44 1.13.37 1.14.13 1.15.11 1.16.15 1.23.46 1.24.24 1.35.24

stanno a mettersi in gioco e scorrere tranquilli, con i loro acciacchi, sui bianchi tracciati tra Surlej e Sils.... MORALE e PETTORALE. In ogni caso, su col morale! Indossare il numero di gara ci fa sorridere e sembra darci quella spinta in più per avviarci alla grande... ALLINEATI e ALLENATI. Tutti ben allineati per la partenza. Allenati, invece, forse non tutti alla stessa stregua, ma siamo qui, pronti... PRONTI e VIA! Sembra banale, ma invece si dice davvero proprio così! SOLE e SOLIDALI. Dapprima piuttosto rabbuiato ed ingrigito, il cielo di febbraio poi si apre e la gara si avvia sotto i buoni auspici del sole d’Engadina. Qui il gioco di parole è con il legame di solidarietà che scatta, quasi in contemporanea col cronometro, al

Sci di Fondo

45


congratulazioni da parte del Gruppo

mi invece hanno il loro clou trionfale

NEVE e SPAZZANEVE. Neve buona

Amatoriale. Ma è bello vedere che le

al momento delle premiazioni, più o

questa volta, con qualche durezza nel

cose nel Gruppo Fondo si possono

meno accompagnati da apprezza-

breve tratto di discesa nel bosco: me-

mescolare, come di fatto succede con

menti, hurrà e pacche sulle spalle.

glio in questo caso prendersela tran-

alcune coppie in gara (miste scuola-

CLASSIFICHE e GRATIFICHE. Gioia

quilla a spazzaneve...

amatori), accomunate dall’amor pei

e tormento dei concorrenti, le classifi-

monti e per la neve.

che vengono rese note in sede CAI a

momento del “Via”.

IRONIA e COMPAGNIA. Mai senza: l’una e l’altra sono componenti indi-

TRAGUARDI e RIGUARDI. Per chi

fine giornata. Riservano sempre qual-

spensabili a far della gara una bella

partecipa alla competizione, è un tra-

che sorpresa gratificante: sia per una

occasione di socialità, soprattutto per

guardo non solo quello della linea

imprevista performance (le combina-

i meno giovani del gruppo amatoriale.

d’arrivo finale, indipendentemente dal

zioni di coppie son fatte per questo!),

Ma sembra dimostrato che proprio la

tempo raggiunto: essere in gara è un

sia per la ricca dote-premi, costituita

pratica del fondo contribuisca allo svi-

traguardo di per sé, come lo è anche

non solo dalle più ambite coppe, ma

luppo di queste componenti.

quell’atteggiamento di attenzione e

da altri confortevoli e graditi accesso-

VOLENTI e VOLANTI. Ovvero: si

riguardo verso il compagno o la com-

ri, per il corpo e per la mente...

fa quel che si può! A volte la buona

pagna che gareggia al nostro fianco

volontà non basta a renderci veloci;

e con cui dobbiamo trovare il

e tuttavia, dicono gli istruttori, con un

giusto passo.

Alla prossima!

Foto Giovanni Bolis

SCIOLINE E TORTE DI MELE

Due giorni in pista tra Veneto e Trentino di Bianca Bodini

cupazione di godermi appieno questo

abbia una capienza tale da permettere

entre sto preparando lo

tempo, il panorama sempre incante-

a tutti i partecipanti di stare assieme:

zaino per la due giorni e

vole delle Dolomiti, la convivialità dei

l’Hotel Du Lac a Lavarone; hanno se-

controllando, in forno, la

compagni di corso e degli istruttori.

lezionato le piste più idonee anche in

M

torta di mele che condividerò con gli altri partecipanti, mi sorge spontanea

È un’occasione per rigenerarmi, divertendomi. Cosa volere di più?

base alla quantità di neve caduta, che questo inverno ha scarseggiato, ma

la considerazione che sono proprio

Trovo tutto pronto, perfettamente

che è arrivata puntuale qualche gior-

fortunata: ho la possibilità di trascor-

organizzato: gli istruttori e il presi-

no prima del nostro arrivo in Trentino,

rere un fine settimana

interamente

dente si sono preoccupati di sceglie-

regalandoci condizioni di innevamen-

dedicato a me, facendo ciò che mi

re un albergo che soddisfi i requisiti

to ideali, con piste bellissime.

appassiona: sciare, con la sola preoc-

di economicità e piacevolezza, e che

Sabato 11 febbraio abbiamo sciato al centro di fondo passo Lavazè, in val di Fiemme, mentre domenica 12 feb-

ULTIMI E PENULTIMI. Oh,

braio ci siamo spostati al centro del

IMPEGNO e SOSTEGNO. E’ questo

ma non importa! Tutti quel-

fondo di Millegrobbe nel comprenso-

in fondo il ruolo delle coppie, e la vera

li che han partecipato sono

rio di Lavarone, Levico, Luserna, con

posta in gioco. Impegnarsi e soste-

‘”dei nostri”.

piste che scorrono tra ampi spazi

buon allenamento....

aperti e abetaie.

nersi a vicenda è il piccolo traguardo

SAGGI e ASSAGGI. Ossia

comune che ci poniamo con questa

i saggi di bravura di alcuni

Quella della due giorni è davvero

prova sulla neve....

gareggianti, ma a questi ci

un’esperienza importante, scandita da

CLASSICA e ROCK. Obbligatorio

piace accostare le prove di

riti ormai immancabili come sabato

attenersi in gara alla tecnica classica

gastronomia di amiche/ami-

mattina, sul pullman, il momento della

del passo alternato, ma nell’insieme

ci fondisti: e qualcuno di loro

dichiarazione della suddivisione delle

fare fondo è anche “molto rock”! E

(Luisa, per esempio) ha così

persone nelle varie camere, o la con-

poi qualche svarione rockettaro qua e

voluto ‘compensare’ la forza-

divisione, la domenica pomeriggio, dei

là è tollerato, magari appena tagliato il

ta assenza dalla gara.

dolci e delle bevande che ogni parte-

ONORI ed ONERI. Gli one-

cipante si è preoccupato di portare. La

ARRIVI e SORRISI. A parte forse

ri organizzativi sono come

finalità non è solo quella di migliorare

qualche sbuffo di stanchezza che ci

sempre a carico del coordi-

e perfezionare la tecnica dello sci, ma

lasciamo sfuggire, all’arrivo non si può

natore e dei responsabili del

anche quella di creare le condizioni

che rispondere sorridendo all’imman-

Gruppo Fondo: i primi onori

migliori per trascorrere due giorni in-

cabile “Bravi, dai!” di Giacomo o di

spettano quindi senz’altro a

sieme, in un clima di convivialità e di

Stefano che ci accolgono.

loro, ma in seconda battu-

gioia, perché l’attenzione non è solo

VINCITORI e AMATORI. Anche

ta anche ai concorrenti, che

per il lato atletico di ognuno di noi ma

quest’anno, la coppia vincente pro-

cercano pur sempre di farsi

anche per quello umano.

viene dalle fila dei corsisti più collau-

onore...

traguardo, tanto per festeggiare....

dati della Scuola, e merita le più vive

Arrivederci all’anno prossimo!

BATTIMANI e FREDDOAI-PIEDI. Il secondo è dif-

46

Sci di Fondo

fuso generalmente sulla linea di partenza, in specie tra le partecipanti femminili. I pri-

Sci di Fondo

47


NELLE ALPI AURINE

Il “buco di bel tempo” benedice i fondisti di Raimondo Brivio

S

onnecchiando sul vecchio e scricchiolante pullman, surriscaldato o freddo a secondo

di dove siedi, mi sovviene la “rozza

giubilata”* , ripiego bramato da Antonio Stoppani la sera del 16 settembre 1871 per rimontare la valle del Cordevole da Belluno ad Agordo ed essere di buonora il dì seguente alla festa del Club Alpino Italiano. Fortuna vuole che il nostro “Automedonte”, il bravo Abbondio, sia un cocchiere ben sveglio e non “un vetturino fossile…bianco

di pelo, grinzuto, curvo sotto la soma degli anni” simile a quello in cui ebbe la ventura di incappare il nostro abate. Stiamo discendendo le valli della Rienza e dell’Adige dopo una felice vacanza, la tradizionale “tre giorni” con gli sci di fondo sulle nevi pusteresi e della Val di Vizze, nei giorni 27-29 gennaio 2012. Anche quest’anno la buona stella di Stefano Vimercati ebbe l’occasione di sfavillare in un lungo dribbling fra le * Cavallo, dall’altotedesco “Ross”, malconcio e pieno di magagne, esentato dal servizio lungamente sostenuto.

molte insidie tese da un clima oltre-

cure Tremonti prima e Monti dopo,

modo bizzarro. Scansato l’anomalo

hanno talmente inciso sui borsellini

caldo della prima quindicina di gen-

che i singoli e le famiglie devono, giu-

naio, la neve, arrivata scarsa e tardissi-

stamente, dare la precedenza a spese

mo ma in misura sufficiente, permase

meno voluttuarie? Persino sulle piste

ben conservata; la perturbazione che

engadinesi quest’anno incontrammo

imperversò in quei giorni sulle Alpi,

pochissimi sciatori, svizzeri compresi.

curiosamente ci girò al largo; infine il

A me piacciono gli ambienti non af-

gelo siberiano sopraggiunse quando

follati, ma risulta lampante che qual-

eravamo già nelle nostre case. Per la

cosa è cambiato nel divertimentificio

serie: aiutati che il ciel ti aiuta.

edificato negli ultimi decenni. Se così

Se si dice che l’albergo era buono, il

fosse mi pare evidente sia necessa-

cibo pure, l’organizzazione perfetta e

rio ripensare scelte macroeconomiche

accurata fin nei dettagli, gli accompa-

che parevano inarrestabili e vincenti;

gnatori attenti, precisi e cortesi, le piste

e, forse non è un male, il futuro richie-

altoatesine ben tenute e gli ambienti

derà maggior sobrietà.

montani molto belli: beh, cosa pretendere di più dalla vita?

Paradossalmente potrebbe essere il momento di un associazionismo come

L’albergo che ci ospita è situato fra

il nostro. Proponendo forme sportive

i meli, su di un ampio tavoliere more-

di gruppo, in primo luogo si socializza

nico a mezzacosta, poco sopra Bres-

e, cosa non da poco, si spende meno.

sanone. A marzo con la fioritura do-

“Cogliere l’attimo”; è una sfida de-

vrebbe essere una maraviglia.

gli anni a venire per il CAI, la sezione

A latere alcune brevi considerazioni.

e i suoi dirigenti: da affrontare fin da

Tre giorni, tre differenti località: oltre ai

subito. Sapersi vendere valorizzando il

nostri due pullman, altre presenze vi-

retaggio culturale di 150 anni di so-

cino a zero. Fra le pratiche sportive lo

dalizio.

sci di fondo sta precipitando soppian-

Mi pare d’essere il vecchio zio che

tato da nuove attività, tipo le racchet-

sempre trova qualche morale da fare:

te da neve, o c’è dell’altro? Oppure, le

sarà l’età o sono gli ultimi sprazzi di

1. Bressanone: scorcio di piazza Duomo con l’austera facciata della chiesa di San Michele; 2. Riva di Tures: spettacolari cime delle Vedrette di Ries;

ti Pallidi, sono tracciati in una piccola

le Isarco. Vecchia conoscenza estiva,

conca di circa un chilometro paesag-

la rivedo per la prima volta in veste

gisticamente notevole, ma che manca

invernale; era facilmente intuibile che

Imboccata la lunghissima Valle Au-

dei grandi spazi che fanno dello sci

fosse perfetta per il fondo, ma la realtà

rina chiusa a nord dalla Vetta d’Italia,

di fondo uno sport di grande impat-

supera le aspettative. Il freddo bestia

a Campo Tures svoltiamo per salire a

to emozionale. E anche oggi in barba

pietrifica sulle labbra gli esclamati-

Riva di Tures. Per me è un salto indie-

al Bernacca di turno (chi ha meno di

vi “oh che bello!”. La gentile signora

tro di una ventina d’anni, un frugare fra

cinquant’anni questa non la capisce)

del centro di fondo ci assicura che se

i ricordi, ora sfocati, di una pista piut-

scendiamo a valle con un cielo splen-

pazientassimo un paio d’ore il sole ri-

tosto tecnica. L’ambiente è veramente

dente. Tutt’attorno piove o nevica.

scalderebbe ben bene la valle. Grazie,

lucidità? Mah… Fine della digressione. Torniamo a sciare.

meine liebe Frau! Sciolina verde per

bello: alla nostra destra si stagliano le

Una breve visita alla città di Bres-

Vedrette di Ries che ci separano dalla

sanone concede spazio ai turisti e ai

Valle di Anterselva, dove chiudemmo

cultori di storia ed arte. E’ sabato e

Qualche strappo, belle discese, fuo-

la “tre giorni” lo scorso anno. Chi non

nella chiesa parrocchiale di San Mi-

ri e dentro per il bosco, giri attor-

vuol faticare troppo resta sui pianori;

chele si celebra la messa vespertina.

no alle rade malghe; ci sono tutti gli

chi osa un po’ di più, si addentra nel

Era stata preannunciata una “messet-

ingredienti per soddisfare i palati più

solco vallivo affrontando i divertenti

ta” in lingua italiana di una mezzora.

esigenti. Con una punta di rammari-

saliscendi. Alla fine mettiamo in crisi i

La chiesa è piena, il grande e possente

co rieccoci al punto di partenza: “ma

gestori del ristoro che si ritrovano un

organo introduce l’ingresso dei ce-

come, la ventina di km è già finita?”.

gruppone di affamati e assetati dieci

lebranti. Il coro canta un bell’inno in

Questi sono i casi in cui la qualità fa

volte superiore alle loro aspettative.

ladino. Festeggiano un santo locale di

premio sulla quantità.

-10°/-30° e via.

Oggi è andata bene, abbiamo schi-

questo antico ceppo linguistico e la

I telefonini gracchiano: “a casa pio-

vato il brutto tempo, ma, secondo le

solenne messa è quasi un pontificale.

ve; a Lecco nevica”. E noi lassù, an-

previsioni, domani non sarà così.

Interessante l’uso alternato del tede-

che oggi nella solare luminosità delle

sconfina-

sco e del ladino, con qualche momen-

Alpi Aurine. Che al professor Monti

mento nelle Dolomiti con cambio di

to anche in italiano: mi è sembrato un

sia riuscito addirittura il miracolo di

programma. Lo scarso innevamento

ottimo esercizio di rispetto per le di-

spostare il famoso “buco di bel tempo”

sconsiglia la valle che da San Vigilio

versità e un’educazione alla conviven-

da Scuol a Bressanone? Se così fosse

di Marebbe adduce al Rifugio Pederù;

za e alla comprensione fra differenti

sono quasi sicuro che la Svizzera ci

peccato, perché è forse il più bell’iti-

culture.

dichiarerebbe guerra.

Il

giorno

successivo

nerario della Pusteria. L’appuntamento

La domenica cambiamo zona. A

Come faranno i nostri capi a fare di

è rinviato ad altra occasione. Andiamo

Vipiteno ci infiliamo nella Val di Viz-

meglio l’anno che verrà? Sarà l’anno

ad Armentarola, in Val Badia. I perfet-

ze, accesso principale ai 3.510 metri

del trentesimo e qualcosa occorrerà

ti anellini di questo angolo vicino al

dell’imponente massiccio del Gran Pi-

pure inventarsi.

Passo Falzarego, nel cuore dei Mon-

lastro: è una delle gemme della Val-

Le foto sono di Chiara Spinelli

3. Val Badia: Torrioni dolomitici sovrastano l’accesso al Centro di fondo di Armentarola; 4. In solitudine nell’abetaia della Val di Vizze


UNA SETTIMANA VERDE

Il GEO alla scoperta della regione di Macon

del gruppo GEO

L

e premesse risalgono all’ot-

obiettivi tra questa associazione ed

sessore del comune di Mâcon inca-

tobre del 2010 quando al-

il GEO.

ricata delle relazioni internazionali, di

cuni membri del GEO furo-

Si incominciò a ipotizzare che i

Bernad Combier, presidente del GRS

no invitati dalla professoressa Elda

soci del GEO potessero trascorrere

e di François Sauzet, presidente del

Cattaneo, presidente del Comitato di

la settimana che normalmente pro-

Comitato di Gemellaggio di Mâcon le

Gemellaggio di Lecco, a rappresen-

grammano tra maggio e giugno di

ipotesi si concretizzarono in un pro-

tare la città di Lecco alla “Semaine

ogni anno (la Settimana Verde) or-

gramma, e 38 soci del GEO partiro-

Bleu” di Mâcon, settimana di gare e

ganizzando escursioni nei dintorni

no di buon’ora il 15 maggio 2011 per

manifestazioni dedicate ai “senio-

di Mâcon.

trascorrere una settimana a Mâcon.

res”. Fu l’occasione per conoscere

Marcello Sellari, presidente del

Daniel Lefranc del GRS era stato il

il GRS (associazione dei pensionati

GEO, mantenne i contatti e sotto gli

nostro punto di riferimento per or-

sportivi) e trovare subito affinità di

auspici di Marie-Paule Cervos, as-

ganizzare il nostro soggiorno e lo


ed il GEO e discorsi di ringraziamen-

da M. Coudert vice-presidente del

accolti come amici e coccolati per

to che non sono più di circostan-

Comitato di Gemellaggio e delegato

un’intera settimana.

za, ma vero scambio di impressioni

per Lecco, da M. Ceddia vice-presi-

Abbiamo conosciuto una splendi-

tra amici. Il presidente del GEO per

dente del Comitato di Gemellaggio

da regione e un gruppo attivo, alle-

rinsaldare l’amicizia invita il GRS a

delegato per la città di Egger, e ov-

gro, con il quale abbiamo trascorso

venire a Lecco quanto prima. Segue

viamente da tutta la squadra del GRS

delle splendide giornate. Eravamo

una cena-spettacolo organizzata

guidata dal suo presidente Bernard

sempre circondati da gente premu-

ancora una volta dalle gentile signo-

Combier. Il pomeriggio escursione

rosa che ci faceva da guida, che si

re del GRS, animata da danze e canti.

al castello Cormatin del XVII secolo,

è ingegnata a descrivere in italiano

Venerdì 20 siamo dapprima og-

celebre per avere il più fastoso de-

quanto vedevamo, pronta ad aiu-

getto di una lezione di tiro con l’ar-

gli appartamenti dipinti dell’epoca di

tarci in qualunque circostanza, che

co dove, con un po’ di fortuna, riu-

Luigi XIII.

soprattutto ci ha accolto con affet-

sciamo anche a fare qualche centro.

Sabato mattina dopo una passeg-

to ed amicizia a dimostrazione che i

Segue poi un ricevimento ufficiale in

giata lungo le rive della Saône salu-

pregiudizi tra popoli diversi esistono

Comune dove siamo accolti da Ma-

tiamo i nostri ospiti, dei quali oramai

solo quando li si dibatte sulla carta,

rie-Paule Cervos in rappresentanza

siamo diventati amici, e dopo un ve-

ma spariscono quando ci si incontra

del sindaco Jean Patrick Courtois, da

loce spuntino in un ristorante sulle

di persona.

Annick Blanchard delegata del co-

rive del fiume, ripartiamo per Lecco.

mune per le associazioni “senior”,

Siamo tutti soddisfatti. Siamo stati

L’ALTRO GEO

Vetta Roche de Solutrè

sarebbe stato anche durante tutta

di Cluny. La storia ed i monumenti

di Fourvier, splendido punto pano-

la settimana. Eravamo convinti che

ci sono stati illustrati con trasporto

ramico, alla fine rendono anche la

saremmo stati ben accolti, ma siamo

da Jean Marc Marechal studioso del

giornata “distensiva” faticosa, ed è

restati estasiati di fronte alle manife-

luogo e grande appassionato d’arte.

con vero piacere che ci sediamo

stazioni di amicizia di cui siamo stati

Martedì 17 dopo una visita di

ai tavoli della rinomata Brasserie

oggetto e al numero di persone che

Mâcon, escursione a Berze le Chatel.

George per gustare una meritata

si è occupato di noi affinché tutto

E qui quanti, viste le modeste quote

cena tipicamente francese.

quanto era stato previsto si svol-

delle colline di Mâcon (quota mas-

Giovedì 19 escursione alla Roche

gesse nel migliore dei modi.

sima raggiunta. 493 metri), aveva-

de Solutrè, celebre per le vestigia ri-

Nella pista vicina si sta svolgendo una

Già all’ arrivo siamo stati accolti

no sottovalutato le passeggiate, si

salenti all’età della pietra trovate ai

gara di slalom gigante. Vicino ad ogni

nella sede del GRS, addobbata con

accorgono che percorsi di 12 e più

suoi piedi. Si parte con una leggera

porta c’è una persona che grida ad

le bandiere francese e italiana, at-

km su e giù per le colline richiedono

pioggerellina che poi lascerà il posto

alta voce il numero della porta. Guardo

tesi dai rappresentanti del comune

altrettanto impegno che una salita

al sole, ma serve a farci conoscere

meglio: i concorrenti che scendono

e delle varie associazioni e da un

sulle nostre montagne.

il proverbio “la pluie du matin n’ar-

veloci sono non vedenti. Guardo an-

L’impegno nel volontariato dei “soci d’oro” di Marcello Sellari

U

no uno uno, due due due, tre tre tre… Sono in una località di sport invernali e sto sciando

quando sento questo strano ritornello.

principesco buffet di specialità locali

Il 18 giornata distensiva. Mattinata

rête pas le pèlerin”. La roccia si erge

cora e vedo il mio amico A. del GEO.

preparato per noi dalle gentili signo-

dedicata a imparare danze folclori-

solitaria ammantata di splendidi vi-

Scopro che da anni dedica le sue do-

re del GRS.

stiche ed il pomeriggio turisti a Lio-

gneti che ci invogliano a visitare una

meniche ad accompagnare sulle piste

Il lunedì 16 maggio un’ escursio-

ne. La città vecchia è praticamente

cantina dei dintorni. Degustazione di

innevate sciatori non vedenti.

ne attraverso boschi e villaggi tipici

un museo dell’arte rinascimentale

vini rossi e bianchi. Al ritorno il pul-

Organizzo una riunione; la riunione

ci ha condotto a Vaux-Jalogny e da

italiana. Caratteristici sono i tra-

lman è un po’ allegro e il suo baga-

si protrae oltre l’orario prestabilito. L’A.

qui alla famosa abbazia e villaggio

boule che permettono di passare

gliaio appesantito di bottiglie desti-

freme, poi mi dice che assolutamente

da una via all’altra attraversando i

nate ad essere gustate con gli amici

ci deve lasciare. Scopro che tutte le

cortili di diverse case abitate. I chi-

rimasti a Lecco.

sere va all’ Airoldi e Muzzi per dare

52

Gruppo Età d’Oro

lometri percorsi per la visita della

Alla sera aperitivo nel nostro al-

città coronati dalla salita alla collina

bergo con scambio di doni tra il GRS

una mano a imboccare gli anziani inabili.

Il parco di una villa all’Alpe del Vi-

all’ACMT, organizzazione che segue

ceré. Io ed altri invitati siamo condotti

con cure palliative i malati terminali.

per mano lungo un percorso con finti

C’è chi si è assunto l’onere di gesti-

laghetti, qualche scaletta, un sentiero

re la mensa dei poveri con tecniche

attrezzato, passaggi obbligati. La mia

imprenditoriali: i risultati sono sotto gli

guida è tutta felice e sorride. È un di-

occhi di tutti. Di tanto in tanto il no-

versamente abile, orgoglioso perché è

stro coro canta per (e fa cantare) gli

convinto che senza di lui mi sarei tro-

inquilini di qualche casa di riposo per

vato in difficoltà. Scopro che un grup-

anziani.

po di amici del GEO dedica un giorno

Questo e altro ho scoperto, dico “ho

della settimana per far passare una

scoperto”, perché un’ altra caratteri-

giornata diversa all’aria aperta a questi

stica dei miei amici del GEO è che non

nostri fratelli meno fortunati di noi.

menano vanto di queste loro attività,

Avete visto come sono ben ricoperti

anzi tendono a tenerle nascoste.

i libri della Biblioteca Comunale di Lec-

Mi è parso giusto pertanto parlarne

co? Bene, un volontario del GEO ha

un po’: il GEO non è solo escursioni e

dedicato per anni un pomeriggio alla

pranzi in trattoria.

settimana a questo lavoro. Abbiamo poi volontari dell’AVO che danno assistenza a chi si reca al pronto soccorso del nostro ospedale. C’è chi offre parte del proprio tempo

Gruppo Età d’Oro

53


FIUMELATTE, QUOTA MENO 92

Nelle viscere di Mamma Terra

di Luigi Casati

Tribolo un poco a superare alcu-

dello svolgi sagola

ni passaggi, dopo i quali lascio una

arriva al suo ulti-

bombola da sette litri d’ossigeno, poi,

mo giro: 234 metri

seguendo il filo d’Arianna, raggiun-

totali

go il primo pozzetto e scendo. Tutto

del sifone cioè 34

dall’ingresso

come quello di allora, l’amico Tiziano,

vinco che potrò passare anche con il

il materiale che ho con me mi limita

metri in più dell’ul-

iumelatte è la grotta che ha dato

frequentatore assiduo e osservatore

reb. Scendo giù e vedo iniziare la gal-

notevolmente, sbatto ovunque duran-

tima volta e una

il via alla mia passione per la

all’erta dei livelli dei sifoni della grotta,

leria di dimensioni più ampie. La vo-

te la discesa. Nonostante stia usando

profondità massima

speleologia subacquea quando,

mi chiama e mi avverte che i livelli si

glia di continuare mi assale ma il buon

il reb quindi non emetta bolle d’aria, il

portata da -62 a

quasi per caso, nel 1986 ho assistito

sono di nuovo abbassati quasi come

senso mi suggerisce che sono troppo

fango depositato sulle pareti si smuo-

-71. Tra una nuvola

all’immersione di Patrik Deriaz in un

nel passato anno di grazia.

profondo per pensare di far strada con

ve e riduce notevolmente la visibilità.

d’argilla e l’altra, ri-

F

suo sifone. Lì poi ho visto una secon-

Avevo programmato di prender-

due piccole bombole, perciò fisso il filo

Il raffreddore che da qualche mese mi

torno indietro: rag-

da immersione, di Jean Jacques Bolanz,

mi una pausa di qualche mese per

e torno indietro scongiurando che il

perseguita è problematico e i miei seni

giungo la fine del-

che sarebbe in seguito diventato il mio

rimettere in assetto il mio fisico, ma

tempo meteo mi sia favorevole nei

paranasali non ne vogliono sapere di

la galleria e prima

tutor, guida e amico nelle immersioni

la telefonata ha l’effetto dell’accensio-

prossimi giorni.

equilibrarsi: sono costretto a fermarmi

di oltrepassare la

e nella vita. E lì, dopo brevissimo tem-

ne di una miccia che funziona a lenta

8 febbraio

o a rallentare la discesa. A -21 metri

strettoia, lascio una

po dall’inizio della mia attività speleo

combustione. Si decide per il giorno

Il cielo è rimasto sereno, la tempe-

lascio la bombola di triox 50 per cen-

delle due bombo-

subacquea, mi sono immerso anch’io.

28 di fare un sopralluogo. Mi immer-

ratura freddissima, perciò è giusto se-

to – 20 per cento. Finalmente sono

le da 12 litri. Salire

Come sempre accade, nel momento

gerò per rielaborare il ricordo delle

guire le indicazioni della sorte e dare

più snello e filante, almeno fino all’ulti-

nell’acqua marrone

in cui si cerca di ricordare, ci si accorge

strettoie e dei passaggi. Porto un bibo

un altro colpetto alla conoscenza di

mo pozzetto a -30 dove sgancio di

di fango fra le due

di quanto tempo sia trascorso e come

da sette litri, una muta leggera. I vo-

Fiumelatte. Alle cinque della sera, un

nuovo le due bombole da 12 per poter

fratture di forma

“l’appena ieri” è un po’ più lontano e la

lonterosi portatori sono numerosi e

tramonto romantico, pieno di sugge-

passare. Quando finisce il filo nuovo

ellittica non è così

memoria opacizza le immagini che ci

in breve raggiungiamo il “mio” sifone.

stivi riflessi arancioni, nelle acque lisce

steso la scorsa volta, sono avvolto

divertente e, in alcuni

la luce brillante della mattina avanzata

si aspettava rimanessero nitide.

Sono in una fase di pigrizia acuta,

del lago, assiste alla preparazione dei

dalla nuvola fangosa che mi stava in-

punti, a fatica trovo il punto ideale con

fa dileguare il rosato, quasi malinco-

Allora l’immersione la eseguii in

anzi acutissima e, sul bordo del la-

sacchi con bombole, erogatori, rebre-

seguendo; attacco lo svolgi sagola e

lo spazio per passare. Mi avvicino alla

nico, ricordo del tramonto dell’ultima

circuito aperto e il gas che respiravo

ghetto, esprimo ai prodi speleo che

ather, da trasportare nel buio asso-

continuo la progressione per una de-

superficie lentamente, osservando che

volta. La luminosità infonde energia e

era semplice aria. Il sifone scendeva

mi hanno aiutato, il rammarico di non

luto della grotta. L’arrivo degli ultimi

cina di metri finché intravedo quella

lo shearwater mi indica una decom-

anche se un po’ in ritardo sulla tabella

con passaggi anche stretti, quasi im-

essere vicino al fuoco del caminetto

volonterosi permette di portare tutto

strettoia, l’ultima che ricordavo di aver

pressione diversa da quella del VR3,

di marcia prevista, tutto è già pronto,

praticabili con i bibo sulla schiena, per

sorseggiando un tè invece di essere

all’ingresso in un viaggio solo. Diamo

superato anni fa e il cui profilo mi è

più consona ai canoni attuali, ma si-

compreso l’entusiasmo dei portato-

quanto me ne possa ricordare, e la

lì. Mi preparo poco convinto, supero

l’addio alle stelle già accese e alla neve

rimasto stampato nella memoria. Tro-

mile nel tempo totale. Dopo 75 minuti

ri. In breve, il materiale necessario è

galleria scendeva e proseguiva ad una

il laghetto, risalgo una piccola cengia,

scricchiolante sotto i piedi e ci infilia-

vo pezzi del mio “antico” filo, mentre

riemergo dall’acqua in un punto dif-

trasportato alla bocca del tenebroso

profondità media di circa -60 metri.

supero altri 6-7 metri in una frattura

mo all’interno in direzione del sifone,

proseguo in una galleria non troppo

ferente meno stretto, ma più fangoso.

“antro” e da lì al sifone. Comodamen-

L’esplorazione fu interrotta dalle piog-

verticale non molto larga ed eccomi

percorso alto.

grande che però, a tratti, permette un

Si organizza il trasporto del materiale

te seduto, sono veloce nel sistemare

ge e da allora non rimase altro che at-

in acqua. Cacciando la testa sotto la

La mia intenzione è di predisporre

comodo passaggio. Ancora 100 metri

che deve essere rigenerato e in breve

le attrezzature che sono già parzial-

tendere un periodo di secca altrettan-

superficie e riscoprendo la galleria già

per l’esplorazione di punta del pros-

di galleria a -60 dove posso osser-

tempo stavolta. Alle 00.30 ci ritrovia-

mente assemblate. Mentre qualcuno,

to notevole, per poter continuare con

nota con una visibilità stupenda, il mio

simo sabato e quindi dovrò collocare

vare il punto finale della mia vecchia

mo sulla riva del lago illuminato dalla

giustamente, sgranocchia la sua me-

il minimo delle penalizzazioni causate

umore cambia completamente e s’in-

tutte le bombole di emergenza in ac-

esplorazione con il filo annodato an-

luce limpida della luna.

renda, io mi colloco a bagnomaria nel-

dalla profondità.

nescano finalmente nella mia testa i

qua. Si arriva con tutta calma al sifo-

cora lì.

28 gennaio

fuochi artificiali dello spirito esplora-

ne facilitati dalle corde fissate lungo i

Allora avevo usato quattro bombole

Il materiale infangato dell’esplora-

Carlo, che con la muta umida, sem-

Quest’anno, mentre il pensiero si

tivo. L’adrenalina va a mille. Avanzo

pozzetti. Appoggiato scomodamente

da dieci litri, due delle quali caricate

zione di mercoledì non sono riuscito a

bra uno speleosub di antica memoria,

era molto allontanato dall’idea di po-

veloce con il piccolo bibo nella galle-

alle rocce ho bisogno di allestire un

con una giclette con il 15 per cento di

pulirlo alla perfezione. Le temperature

è pronto a scattare qualche foto nella

ter ritrovare un periodo favorevole

ria a frattura verticale, poi di nuovo in

po’ di cose, dal reb, completamente

elio, scelta azzardata alla luce dell’at-

di questi giorni non mi hanno certo

parte iniziale del sifone. Mentre pro-

una galleria non grande ma nemmeno

smontato per il trasporto, agli eroga-

tuale esperienza, che consiste nell’uso

agevolato: in cortile infatti, c’è una la-

troppo piccola; eccomi sulla frattura

tori sulle bombole, alle luci sul casco,

delle miscele. La galleria si restringe e

stra di ghiaccio e l’acqua del rubinetto

che porta a -46 metri. Ricordo che è

cosicché, quando entro in acqua, sono

perciò sgancio una delle due bombole

esterno è gelata. Pazienza, mi accon-

la più stretta, ma rivedendola mi con-

le 22.

e proseguo finché il filo sul rocchetto

tenterò. Arrivo al parcheggio mentre

54

Speleologia

Si avanza nella grotta (foto Mario Comi)

11 febbraio

la pozza, per terminare la vestizione.

Speleologia

55


Progressione nella galleria (foto Carlo Venezia)

Prima immersione di ricognizione (foto Mario Comi)

cediamo di qualche metro, mi accorgo

una da 12 e una 10 oltre al reb che

fuori dall’acqua nella parte più comoda

che con lui davanti, l’acqua s’intorbi-

ha un bel buco sul sacco di espira-

anche se più fangosa.

disce perché, quando si volta nel pic-

zione. Dopo 20 metri orizzontali, vedo

Si torna, mentre per l’ora, le sei del

colo spazio accessibile, solleva nuvole

un’ennesima frattura che scende; a un

pomeriggio, e per la pioviggine, fuori

d’argilla; gli faccio cenno di lasciarmi

certo punto questa si allarga ma poi,

dalla grotta è buio, fosco, malinconi-

passare davanti, anche se così sarà

di fronte a me, c’é un’ulteriore strettoia

co. I nostri animi invece sono sere-

costretto a scattare foto soprattutto

che nel suo punto più largo, mi obbliga

ni e soddisfatti, anche se la stagione

del mio “mandolino” che, a causa della

a incunearmi tra le due rocce. Dopo

invernale che sta finendo, il prossi-

mia età e della muta che lo riveste, in

averla superata, strisciando, posso solo

mo scioglimento delle nevi in quo-

fotografia avrà l’aspetto di uno sca-

continuare per una decina di metri

ta e il tempo che mi occorre ancora

tolone.

perché una nuova strettoia obliqua,

per rimettermi in piena forma, non mi

Arriviamo alla prima frattura, dove

alta circa 40 centimetri mi impedisce

consentiranno a breve, di riprovarci.

Carlo si ferma, mentre io continuo

il passaggio con la configurazione che

Lo scioglimento delle nevi farà rialza-

verso la galleria sul fondo. Ritrovo la

ho adottato cioè con il reb sulle spal-

re il livello del sifone, e forse ancora

bombola da 12 litri che avevo lasciato

le. Sono trascorsi 35 minuti dalla mia

un po’ di anni trascorreranno prima di

mercoledì e avanzo verso lo scono-

partenza: la profondità massima ora

recuperare quelle condizioni favore-

sciuto. Ora che non devo tirare il filo,

è di -92, la distanza dall’ingresso del

voli che in questo breve arco di gior-

mi posso guardare in giro; non stimo

sifone è di 280 m e la temperatura

ni mi hanno concesso di sfrugugliare

di essere molto allenato anzi, credo di

dell’acqua è di 9/10 °C. Per riuscire

nella pancia di mamma Terra.

essere solo al 50 per cento delle mie

a infilarsi in questa strettoia, sarebbe

possibilità. Stimo di avere la velocità di

necessario avere una configurazione

Un grazie particolare ai partecipanti

una tartaruga. Avrei potuto utilizzare

con le bombole all’inglese per ottenere

(sperando di non essermi dimenti-

un propulsore Zeuxo, ma la ristrettez-

un minore ingombro. Rientro tranquil-

cato di nessuno...): Andrea Forni -

za dello spazio, prima di raggiungere

lamente recuperando di volta in volta,

Beatrice Dell’Oro - Carlo Civillini -

la galleria sul fondo e la previsione di

le bombole di sicurezza e superando

Carlo Venezia - Claudio Carnello -

accessi angusti, mi ha convinto a ri-

di nuovo i vari restringimenti lungo il

Cristina Rainero - Davide Corengia

mandarne l’opportunità. Voilà lo svol-

percorso.

- Elena Marelli - Emanuele Citterio -

gi sagola in bella mostra: sono a -71

Riemergo dopo 83 minuti, con Carlo

Fabrizio Spreafico - Federica Cattani

metri e qui lascio una bombola da 12

che, essendo quasi pronto per scen-

- Francesco di Vita - Giorgio Argen-

litri per avanzare con due bombole,

dere a verificare la mia deco, quan-

tieri - Luca Fachera - Luca Triacchini

do mi vede riemergere, è pronto ad

- Mario Comi - Marzio Merozzi - Mi-

aiutarmi a far passare fuori dal sifone

chele Gnecchi -Paola Cestari - Paolo

dalla parte stretta, ma decisamente più

Cesana - Pierluigi Gandola - Stefano

pulita, tutte le bombole cioè le due da

Gallingani - Tiziano Manzi - Virginia

7 litri, una da 10 e due da 12. Sguscio

Mandracchia.

56

Speleologia

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IL 24 GIUGNO TUTTI A BOBBIO

Al rifugio Lecco il raduno annuale del CAI

I

di Andrea Spreafico

l consiglio direttivo, facendo se-

simpatizzanti ed appassionati di mon-

la possibilità di praticare gratuitamen-

guito alla buona riuscita del ra-

tagna di avvicinarsi e di frequentare

te una serie di attività che si svolge-

duno svoltosi lo scorso 10 luglio,

– in sicurezza – il nostro ambiente al-

ranno nei pressi del rifugio.

ha inteso trasformare tale evento in

pino, secondo la cultura e le tradizioni

un’iniziativa a cadenza annuale, da

del nostro Club.

organizzarsi in occasione dell’ultima

La gestione di tutte le attività (escursionismo, arrampicata su roccia

La partecipazione al raduno è infatti,

e itinerari lungo le vie ferrate) verrà

come lo scorso anno, aperta a tutti. Il

affidata agli accompagnatori ed agli

Dalla prossima edizione del 24 giu-

programma prevede la salita al rifugio

istruttori della sezione nonché alle

gno 2012, pertanto, il raduno diverrà

“Lecco” ai Piani di Bobbio con parten-

guide alpine del gruppo Ragni della

il principale appuntamento per i soci

za dai piazzali delle funivie di Barzio e

Grignetta. Dei servizi di ristorazione

della sezione e permetterà a tutti i

di Moggio. I partecipanti avranno poi

si occuperà invece Andrea Rupani,

domenica del mese di giugno.

noto gestore del rifugio “Lecco”, che www.df-sportspecialist.it

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UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE.

quest’anno ci delizierà con un menù dedicato alle specialità enogastronomiche valsassinesi. Dalla presente edizione, la manifestazione sarà inserita nel calendario del “Festival delle Alpi di Lombardia” (il più grande evento turistico, culturale, naturalistico e mediatico organizzato sulle Alpi lombarde), organizzato

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far partecipare i vostri famigliari, amici e conoscenti.

2a CAMMINATA SUL SENTIERO ROTARY Domenica 3 giugno 2012

Camminata non competitiva da Versasio al Castello dell’Innominato fino a Vercurago organizzata da Rotary Club Lecco e CAI sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Per informazioni : Sede Cai Lecco via Papa Giovanni XXIII, 11 martedì e venerdì ore 20.30-22.30 Ufficio Informazioni turistiche: Lecco via Sauro 9-12.30 e 14.30-18


RECENSIONI DALLA GRIGNA ALLA PATAGONIA di Annibale Rota

Più che un libro è un album di splendide immagini. A parte l’introduzione iniziale, da leggere ci sono solo le didascalie delle fotografie e, alla fine del libro, tre pagine di una biografia essenziale di Casimiro, curata da Alberto Benini. A dieci anni dalla sua scomparsa gli amici dell’estancia di Punta del Lago hanno deciso di ricordare il grande alpinista lecchese con pochissime parole e tante immagini. Fotografie scattate durante i loro viaggi in Patagonia, su percorsi facili e meno facili, in luoghi che per il Miro “avevano un significato particolare e che si possono definire (forse) i suoi ultimi sogni”. Sono più di cento queste fotografie e mostrano un po’ tutta la Patagonia di Casimiro Ferrari: dagli ambienti in cui è vissuto ed ha lavorato, alle cime salite, agli spazi sconfinati che lo avevano stregato e lo avevano indotto a lasciare Lecco e la Grigna. I fotografi, oltre ai panorami mozzafiato, hanno saputo prestare attenzione anche ai piccoli particolari incontrati durante le loro escursioni. E sono particolari di vario genere: fossili, vegetali, pietre strane e singolari formazioni geologiche. Di grande interesse sono poi le immagini di alcune rocce ricoperte di antichi graffiti, sicuramente risalenti alla preistoria, che rappresentano persone, animali e simboli di ogni genere. Da segnalare anche alcune foto ripiegate per allargare i panorami ripresi e, in particolare, alla fine del libro un eccezionale panorama di ben cinque facciate dominato da due delle cime più famose salite dal Miro: il Cerro Torre e il Fitz Roy. Concludo con i doverosi e sinceri complimenti ai “fotografi” e a Giuliano Maresi, coordinatore di tutta l’opera.

LA MONTAGNA CHE FA TOCCARE IL CIELO di Renato Frigerio

Si scosta nettamente dalla consueta letteratura di montagna, il recente libro di Oreste Forno, anche se a un alpinista del suo calibro, che ha trascorso una parte consistente della sua vita sulle verticali pareti alpine e sulle vie innevate degli 8000 himalayani, non sarebbero mancati gli argomenti per riempire come voleva innumerevoli pagine con il racconto di tante imprese stupefacenti, a volte perfino drammatiche. L’altra montagna è invece un libro in cui si riflette una vita che si svolge più che altro nell’interiorità personale, anche se tutto è permeato dai colori, dalla magia, dalle mille forme della montagna. Questo è l’ambiente che ha favorito nell’autore la percezione, dapprima inconscia ma sempre presente, di quella voce che, dopo avergli causato uno strano senso di inquietudine, si sarebbe poi fatta più fortemente sentire per muoverlo alla scoperta della luce e del calore di cui era continuamente alla ricerca. Il titolo del libro indica il traguardo finale cui l’autore è pervenuto, dopo il lungo travaglio esistenziale in cui la montagna è stata presente come un soffuso leit-motiv, soprattutto dopo che con una decisione quasi immotivata, si è imposto di raggiungere, una dopo l’altra, sette delle sue cime più amate e di vivere fino in fondo questa esperienza trascorrendovi la notte all’addiaccio. Sono appunto queste salite, che vengono ampiamente descritte con impressionante passione, a rivelare senza falsi pudori i ricordi, i sentimenti, gli stati d’animo, che nel volgere di queste straordinarie esperienze vengono interpellati e provocati da coincidenze strane, addirittura inspiegabili. “L’altra montagna” – spiega il sottotitolo – è appunto “quella che porta più in alto delle cime”: se una lettura attenta risulterà piacevole ad ogni pagina, non mancherà più ancora di farci recuperare una diversa visione della vita e dell’uomo, qualcosa che non ci lascerà più come prima. Oreste Forno L’ALTRA MONTAGNA A.G. Bellavite srl Missaglia (LC), 2011

Autori vari “CASIMIRO FERRARI – Un sognatore dalla Grigna alla Patagonia” Cattaneo Editore , 2011

ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA DEI SOCI

ITINERARI LECCHESI di Alberto Benini

Ben due dei sei volumetti finora formanti la recente collana “Itinerari naturalistici e geografici attraverso le montagne italiane” promossa dal Club Alpino Italiano sono dedicati alle nostre montagne. Ed entrambi sono dovuti alla penna di Annibale Rota, un ritorno sulle carte che salutiamo con particolare piacere per almeno due ottimi motivi. Il primo che Rota, presidente della nostra sezione dal 1983 al 1989, insieme a Giancarlo Mauri può essere considerato il precursore della riscoperta moderna delle nostre montagne. Il secondo è che di Annibale conosciamo l’ingegneresca (e si intende il termine scherzoso come un complimento) precisione. La sua attenzione al dettaglio, l’esattezza delle sue descrizioni. Si tratta, va subito detto, di materiale fruibile soprattutto da escursionisti che vengono da fuori, e a loro indirizzato, perché nei due volumetti intitolati rispettivamente Intorno al Lago di Lecco (73 pagine, 2010), e Il Gruppo delle Grigne (109 pagine, 2011) sono descritti itinerari che ogni frequentatore assiduo delle nostre montagne ben conosce ed ama. Ma pur nella sua quasi necessità la scelta risulta equilibrata e (sembra una contraddizione ma non lo è) originale. Anche le immagini non certo abbondanti, sono scelte con particolare cura. E se pensate di riuscire per un attimo a cancellare dalla vostra memoria percorsi impressivi da sempre, e provate per un istante ad affacciarvi con spirito “vergine” sulle nostre montagne, apprezzerete in pieno il valore semplice ed efficacissimo di queste pagine, dalla grafica elegante e dal profondo contenuto di sapere.

Annibale Rota INTORNO AL LAGO DI LECCO Itinerari naturalistici, panoramici e storici sulle montagne lecchesi Editore Club alpino italiano 2010

60

Recensioni

Annibale Rota IL GRUPPO DELLE GRIGNE Itinerari naturalistici, panoramici e storici attraverso le Grigne Editore Club alpino italiano 2011

Il 24 marzo 2012 alle ore 16, a Lecco, presso il salone Arcobaleno

Su proposta del presidente, Emilio Aldeghi, sono stati designati ri-

della parrocchia di San Giovanni in via Invernizzi 4, i soci del Cai di

spettivamente presidente e segretario dell’assemblea ordinaria e stra-

Lecco si sono riuniti in assemblea straordinaria e ordinaria per discutere

ordinaria l’avv. Giuseppe Maniglia e la signora Ambrogina Farina.

i seguenti ordini del giorno:

Nell’ambito dell’assemblea straordinaria, è stata concessa all’una-

ASSEMBLEA STRAORDINARIA

nimità al presidente l’autorizzazione per l’apposizione di “vincolo di

1) Autorizzazione al Presidente per l’apposizione di “vincolo di desti-

destinazione d’uso per 20 anni a rifugio” del rifugio Lecco ai Piani di

nazione d’uso per 20 anni a Rifugio” del Rifugio Lecco ai Piani di Bobbio,

Bobbio. E’ stato inoltre dato mandato al presidente di procedere per la

Comune di Barzio, provincia di Lecco.

costituzione dell’“Associazione Culturale dell’Alpinismo Lecchese”, con

2) Mandato al Presidente per la costituzione dell’“Associazione Culturale dell’Alpinismo Lecchese”

51 voti favorevoli e 3 astenuti. Nel corso dell’assemblea ordinaria sono state approvate all’unani-

ASSEMBLEA ORDINARIA

mità la relazione del presidente della sezione sulle attività del 2011 e

1) Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno

sulle previsioni per il 2012, la relazione sul bilancio consuntivo 2011 e

2011.

le previsioni di spesa per il 2012, le dettagliate e documentate rela-

2) Relazione del Presidente sezionale sul programma dell’anno 2012

zioni dei responsabili dei Gruppi. Sono state inoltre ratificate le quote

3) Relazione del Tesoriere sezionale sul bilancio consuntivo dell’anno

associative per il 2012, confermando quelle del 2011.

2010 e sulle previsioni per l’anno 2011.

Infine e sono stati nominati i delegati per le Assemblee

4) Relazione del Presidente del Collegio dei Revisori.

Nazionali e Regionali e per il Convegno Lombardo del CAI: Aldeghi

5) Relazione dei responsabili dei Gruppi e delle Scuole sezionali sulle

Emilio (presidente della sezione), Corti Stefania (sottosezione Stra-

attività svolte nel 2011 e sui programmi per l’anno 2012. 6) Discussione e deliberazioni sulle relazioni del Presidente e sul bilancio consuntivo. 7) Ratifica della determinazione delle quote associative per l’anno sociale 2012. 8) Nomina dei delegati all’Assemblea Nazionale e Regionale e al Convegno Lombardo 9) Varie ed eventuali Erano presenti 54 soci di cui uno per delega.

dastorta), Bonacina Mario, Ciresa Giuseppe, Mantovani Giuliano, Sellari Marcello, Spreafico Andrea, Vimercati Stefano. I vebali sono consultabili in sede CAI L’assemblea si è conclusa alle 18.30. E’ seguita, sempre presso il salone Arcobaleno, la cena sociale che tradizionalmente si svolgeva prima di Natale. Durante la cena sono stati premiati alcuni soci iscritti al Cai da 50, 60 e 80 anni. E’ intervenuto Michele Tavola, assessore alla Cultura del comune di Lecco.


INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

LUTTI

Riportiamo qui di seguito le quote sociali per il 2012. AGEVOLAZIONI E BENEFICI

Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai

Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00

“montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “ CAI Lecco 1874”

Variazione Anagrafica

Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali.

1,00

Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI.

*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.

IMPORTANTE Il rinnovo può essere effettuato: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso 6 aprile 2012 – Venerdì Santo) Direttamente a mezzo: a) Vaglia postale. b) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. c) BANCA POPOLARE DI LECCO, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT74I0310422901000000024150. d) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06.

CALENDARIO CHIUSURA SEDE Dal 4 al 27 agosto.

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Informazioni

Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno successivo a quello in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno successivo a quello di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino. Riportiamo per opportuna conoscenza l’art. 9 dello Statuto Sezionale: L’appartenenza del socio all’associazione si intende tacitamente rinnovata di anno in anno, qualora il socio non faccia pervenire al Consiglio Direttivo, almeno tre mesi prima della fine dell’anno solare, le proprie dimissioni per iscritto. Le dimissioni hanno effetto dall’inizio dell’anno successivo Invitiamo i soci che volessero dare le proprie dimissioni ad attenersi a quanto sopra esposto.

Ci hanno lasciato: Giancarlo Marinoni, iscritto dal 1972 è stato consigliere del Cai Lecco nel triennio 19982000 e segretario del Gruppo Ragni. Sergio Ghiraldini, socio Cai dal 1948 e membro del Gruppo Ragni (Lada): per il gruppo è stato un importante punto di riferimento, mettendo a disposizione le sue grandi capacità organizzative. Enrico Pizzagalli, iscritto dal 2007 e membro del Gruppo Età d’oro. Franco Spreafico, per tutti il “Piccolo”, è stato tra i fondatori del Gruppo Ragni nel 1946. Iscritto al CAI Lecco dal 1987. E’ inoltre scomparso a 81 anni l’alpinista morbegnese Felice Bottani, molto vicino all’ambiente alpinistico lecchese degli anni Sessanta Ai famigliari dei defunti la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.

CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. GIOIELLERIA LOSA QUINTO & C. Via Carlo Cattaneo 26 23900 Lecco, tel. 0341-365186 Sconto del 15% su orologi, argenteria, oreficeria e gioielleria. Lo sconto non è effettuabile su riparazioni di orologi, gioielli, infilatura collane. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto. ITTICA BRIANZA Via Carlo Porta 18 (zona industriale) Cesana Brianza (LC), tel 031658420; e-mail: info@itticabrianza.com; sito internet: www.itticabrianza.com. Sconto del 10% su tutti i prodotti esposti in tutti i giorni della settimana.

Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci dell e sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.

Informazioni

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