Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" 1/2012
CAI LECCO 1874
UN’ASSOCIAZIONE CHE GUARDA AL FUTURO
L’intervento del presidente all’assemblea dei soci
C
di Emilio Aldeghi
ari amici del CAI Lecco,
il sentiero incrocia il canalone Comera; per la continuazione di alcune opere
eccomi giunto al secondo giro
sul sentiero naturalistico realizzato dal
di boa del mandato. Questa re-
nostro gruppo di alpinismo giovanile,
lazione mi offre l’opportunità di una ri-
sentiero che verrà inaugurato il mese di
flessione non fatta a livello personale o
maggio; per la continuazione del per-
condivisa con poche persone ma estesa
corso verso la creazione del polo cul-
a tutti i soci, su quello che ritengo im-
turale per l’alpinismo lecchese. E come
portante al fine di mantenere e possibil-
dimostrano gli importanti finanziamenti
mente migliorare la nostra associazione.
da parte dello stesso comune e della
Parlare di crisi economica o, se vo-
regione Lombardia a sostegno di nostre
gliamo, di valori di riferimento è mette-
attività.
Il presidente del Cai Lecco Emilio Aldeghi
re il dito nella piaga, ma non deve essere
Il 2011 è stato caratterizzato da
a realizzare la manifestazione dei fe-
il paravento dell’immobilismo; al contra-
nuove iniziative atte a incrementare la
steggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia
rio deve essere uno sprone per miglio-
nostra visibilità in ambito cittadino e a
fornendo un contributo organizzativo
rare la capacità di divulgare il nostro
ridare fiato al concetto stesso di asso-
concreto, oltre che una selezione di
messaggio di rispetto della montagna e
ciazione. In particolare abbiamo dato
documenti pubblicati sull’opuscolo edito
della cultura alpina cercando sempre di
vita alla prima edizione di “Monti Sor-
dalla stessa prefettura.
innalzare qualitativamente le nostre ini-
genti” che, come saprete, è stata pen-
Ancora dal punto di vista della storia
ziative sia pratiche che culturali.
sata come una rassegna di avvenimenti
dell’alpinismo lecchese, abbiamo rea-
mantenuto
culturali multidisciplinari attorno al tema
lizzato in collaborazione con il Gruppo
lo stesso numero di associati significa
della montagna. Nel corso di questa
Ragni il filmato “Omaggio a tre grandi
aver avuto un credito che non possia-
prima edizione, apprezzata sia dai soci
alpinisti” in ricordo del 10° anniversario
mo permetterci di disperdere. Moral-
del nostro sodalizio che dal mondo
della morte di Pino Negri e di Casimiro
mente, presidente e consiglieri hanno
dell’informazione, fra le varie iniziative,
Ferrari e del 15° della morte di Lorenzo
il dovere di confrontarsi il più possibile
abbiamo prodotto il film “McKinley 1951
Mazzoleni, mentre il gruppo “Museo” ha
con la base degli associati, di mante-
- Storia di un’amicizia” che è risulta-
proposto la bella esposizione “McKinley:
nere un sodalizio al passo con i tempi.
to finalista all’Orobie Film Festival e al
una parete per tre generazioni di alpini-
Il numero degli associati, che ci colloca
Trento Film Festival, e abbiamo iniziato
sti” e il ricordo dei fratelli Pozzi, presso
fra i gruppi più numerosi della città, ci
un percorso di recupero di importanti
il cimitero di Acquate, nell’ambito della
impone un impegno, che non può es-
figure che hanno fatto la storia dell’alpi-
festa di Lecco.
sere sottovalutato. E’ un dovere che ho
nismo lecchese. In particolare, nel 2011
La proiezione del film si è svolta in
fatto mio e al quale con responsabilità
abbiamo ricordato Luigi Castagna. Le
occasione del tradizionale concerto di
ho deciso di dedicare tempo e impe-
foto e una sintesi della storia di Luigi
Natale dei cori alpini, altro importante
gno sottraendolo ad altri miei interessi
Castagna hanno avuto altri due mo-
momento di aggregazione dei soci.
personali e alla mia famiglia.
menti espositivi: il primo presso la tor-
Per cercare di riportare le persone
Lo scorso anno abbiamo creato un
re Viscontea nell’ambito della rassegna
iscritte al CAI Lecco a vivere un mo-
rapporto costruttivo con le istituzioni:
“Tra Monti e Acque” , il secondo presso
mento di condivisione della passione
Comune, Provincia, Regione e Prefettu-
il Palamonti di Bergamo all’interno del-
per la montagna abbiamo proposto, con
ra. Il dialogo instaurato si sta rivelando
la manifestazione “Il Grande Sentiero”
una buona riuscita, il raduno ai Piani di
importante anche nel corso del 2012,
organizzata da LAB80 e dalla rivista
come dimostra la collaborazione con
“Orobie” e che ci ha poi visto compar-
il comune di Lecco per il ripristino del
tecipi presentando a Lecco il film di Ca-
sentiero n° 1 nel tratto che scende dal-
therine Destivelle.
L’aver
sostanzialmente
la bocchetta dei Piani d’Erna fin dove
Con la prefettura abbiamo contribuito
Editoriale
3
pentola. Il topo invece di scappare in un
salvaguardia degli aspetti ambientali. Per
fugio Lecco, non attivo causa opere di
ambiente nuovo ebbe paura di affrontare
dovere di onestà devo dire che non sia-
manutenzione straordinaria, sono state
ciò che non conosceva e cercò di sal-
mo ancora usciti dal guado, ma posso
superate. Molti soci ci hanno chiesto, in
varsi spostandosi sul fondo della pentola
anche affermare che il traguardo ades-
modo diretto ed indiretto, di riproporre
e li morì”. La nuova associazione do-
so è visibile. Di sicuro siamo certi di aver
l’iniziativa. Non intendiamo certo venire
vrebbe vedere la luce nel corso del 2012
rivalorizzato un patrimonio che è parte
meno a questa sollecitazione e anche
e il nucleo iniziale essere composto da
della nostra stessa storia, un segno di ri-
quest’anno riproporremo il raduno nella
CAI Lecco, Gruppo Ragni, Gruppo UOEI,
spetto verso chi in passato ha deciso di
stessa località.
Gruppo Gamma, SEL, Fondazione Cassin
lasciare un segno del proprio passaggio
Sul finire del 2011 è stato edito il no-
oltre a una settima associazione non an-
con un elemento tangibile quale è un ri-
tiziario rivisto completamente nella sua
cora stabilita. Il Consiglio del CAI Lecco
fugio.
veste grafica e nel formato. La nuova
ha votato a favore dell’atto costitutivo e
Il primo impegno per il prossimo anno
edizione è stata particolarmente apprez-
dello statuto della nuova associazione:
è sicuramente quello di mantenere
zata e, nonostante un maggior impegno
un’azione che dimostra una volontà di
quanto fino ad ora attuato con la con-
in termini di contenuti e di costi, siamo
apertura verso l’esterno cercando, senza
sapevolezza che, visto nella sua globalità,
decisi a non abbassare la guardia e a
gelosie, di mettere in campo sinergie a
non è certo compito da poco.
continuare su questa strada che siamo
sostegno dell’ente pubblico per presen-
Il secondo è quello di rivedere l’assetto
sicuri ci porterà soddisfazioni.
tare alla città in modo più dinamico e so-
organizzativo, metodologico e di comu-
20
stenibile la storia dell’alpinismo lecchese.
nicazione fra i responsabili dei vari grup-
Pur non esponendolo in forma det-
4
EDITORIALE
3
24 28 30
pi, i consiglieri sezionali e la presidenza
realizzato dai singoli gruppi o commis-
mini di stress è stato quello legato al ri-
affinché possa riaffermarsi l’importanza
sioni che all’interno della sezione seguo-
fugio Lecco. Siamo partiti con una cer-
della sezione in quanto tale, superando
no specifiche attività. Il Gruppo età d’oro
tezza: il rifugio aveva assoluto bisogno di
particolarismi che non portano a nulla.
(GEO), lo sci alpinismo, lo sci di fondo
manutenzione, sia per andare incontro
Penso di predisporre una mappa degli
escursionismo, l’alpinismo giovanile, il
alle esigenze dei frequentatori sia per
adempimenti sezionali, che non devono
gruppo speleologico, la scuola di alpini-
adeguarlo alle normative vigenti, cosa
essere conosciuti solo dalla segreteria e
smo dei Ragni della Grignetta, i Monta-
alla quale non ci si poteva sottrarre. Gli
da pochissimi altri, un calendario di riu-
gnari, la commissione gite, la commissio-
aspetti economici di dettaglio vi verranno
nioni periodiche al di fuori del momento
ne museo, la redazione del notiziario, chi
presentati dal nostro tesoriere, Stefano
istituzionale del consiglio direttivo capaci
si è cimentato col ripristino dei sentieri:
Bolis, ma di certo siamo partiti con una
di diventare il motore operativo della se-
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tutti si sono mossi con la consueta capa-
visione ottimistica del preventivo che, in-
zione, stabilendo obiettivi precisi da rag-
cità che viene riconosciuta dai parteci-
vece, a causa di alcune problematiche di
giungere. Penso anche di ricercare per-
panti alle iniziative.
carattere logistico e di specifiche esigen-
sone che possano in un prossimo futuro
Il 2011 ci ha visto impegnati in un pro-
ze via via manifestatesi, ha presto preso
occupare cariche all’interno del mondo
getto fuori dalle normali dinamiche della
una piega diversa. Per affrontare i costi
CAI a livello regionale e nazionale, senza
sezione: la realizzazione di un’associa-
abbiamo seguito alcune direzioni ben
l’assillo della ricerca dell’ultimo momento.
zione di associazioni capace di gestire in
precise: accettare un anticipo da parte
Io sono certo che abbiamo tutte le
futuro il Museo dell’alpinismo lecchese ed
del gestore dei pagamenti annuali; parte-
carte in regola per fare questo che ri-
42 45 47 48
eventuali altre iniziative culturali con po-
cipare al bando pro rifugi del CAI nazio-
tengo essere un salto di qualità, ma solo
tenzialità aggregative. Voglio citarvi una
nale; partecipare al bando della Regione
la voglia di metterci in gioco e di fare
piccola storiella per cercare di spiegare
Lombardia a sostegno delle strutture al-
squadra ci porterà a buoni risultati.
le ragioni di questa scelta che perso-
pine. Lo sforzo e l’impegno per cercare
A tutti gli amici che in questo anno si
nalmente ho sostenuto in modo deciso.
di far quadrare i conti senza pesare sugli
sono dati da fare e a tutti i soci che con il
“C’era una volta un topo che era abituato
associati era un imperativo che il teso-
rinnovo del tesseramento hanno confer-
a fare il bagno in una pentola d’acqua. Un
riere ha fatto proprio e che ha avuto un
mato la fiducia alla nostra associazione,
giorno venne acceso un fuoco sotto alla
allentamento psicologico solo con l’asse-
e alla sezione di Lecco in particolare, un
gnazione del contributo di 150mila Euro
grazie di cuore. Quando qualche volta mi
da parte della Regione. Il rifugio Lecco
è sembrato di essere solo, mi sono sem-
si mostra oggi con una rinnovata bellez-
pre accorto che c’era qualcuno al mio
za interna, ma soprattutto con interventi
fianco.
Editoriale
tecnologici di primaria importanza per la
Quattro passi lontano da casa Fatiche, paesaggi, risate di un trekking in Nepal
Die another day Partita aperta sulla Ovest della Egger
di Matteo Abate
di Matteo Bernasconi
La via del Det La realizzazione di un sogno sul Sasso Cavallo
di Luca Passini Undici giorni di granito L’attacco al pilastro ovest della Aguja Mermoz (e non solo) di Simone Pedeferri
ESCURSIONISMO
Le gite sociali, una nostra tradizione 5 aprile 1891, in Erna la prima escursione della sezione di Lecco di Giuseppe Ferrario
SCI ALPINISMO
Montagnari in Paradiso Una settimana in Canada sommersi dalla neve
SCI DI FONDO
di Sara Pozzetti
Sci di fondo escursionismo: attività inverno 2011-2012 di Stefano Vimercati Libere parole in competizione A Sils la gara di fondo CAI 2012 di Cristina Melazzi Scioline e torte di mele Due giorni in pista tra Veneto e Trentino di Bianca Bodini Nelle Alpi Aurine Il “buco di bel tempo” benedice i fondisti di Raimondo Brivio
CAI LECCO 1874
Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club alpino italiano N° 1/2012
Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club alpino italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 15/04/2012
GRUPPO ETA’ D’ORO
50 53
di Giovanni Capra Vecchi Ragni… Il ricordo di sei moschettieri di un tempo che non torna più di Alberto Benini Convivenza di Dino Piazza Quando eravamo “I Marios” Mario Panzeri ricorda l’amico Mario Merelli di Matteo Manente Riflessi (e riflessioni). Sull’Albenza che biancheggia di cave di Sergio Poli Il raponzolo e la campanula dell’Arciduca Viaggio tra i fiori delle montagne lecchesi di Annibale Rota
ALPINISMO E ARRAMPICATA
Un capitolo di grosso impegno in ter-
La Nord dell’Eiger Riflessioni a cinquant’anni dalla prima italiana
ALPINISMO GIOVANILE
tagliata, non posso dimenticare quanto
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Un’associazione che guarda al futuro L’intervento del presidente all’assemblea dei soci di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco
SENTIERI E PAROLE
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IN QUESTO NUMERO 1/2012
Bobbio. Le iniziali diffidenze legate al ri-
Una settimana verde Il GEO alla scoperta della regione di Macon L’altro GEO L’impegno nel volontariato dei soci “d’oro”
SPELEOLOGIA
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Fiumelatte, quota meno 92 Nelle viscere di Mamma Terra
APPUNTAMENTI
Il 24 giugno tutti a Bobbio 58 Al rifugio Lecco il raduno annuale del CAI 60 RECENSIONI 62 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
del Gruppo GEO di Marcello Sellari
di Luigi Casati
di Andrea Spreafico
In copertina: avvicinamento alla parete Ovest dell’Aguja Mermoz con Fitz Roy e Poincenot sullo sfondo (Foto di Lorenzo Lanfranchi)
LA NORD DELL’EIGER
Riflessioni a cinquant’anni dalla prima italiana
Giovanni Capra è ormai un ex inse-
Ne ha tirato fuori un racconto che si
e indietro,dalla montagna alla pianura
vada bene. Una mattina di lavoro mi
gnante di inglese, appassionato uomo
segnala per la scrittura limpida, per il
per raccontarci anche l’Italia di allora a
ha richiesto, l’ho scritto per voi, grandi
di montagna. Scialpinista, soprattutto.
brio che non cede mai. Un racconto
metà del boom economico.
del CAI Lecco”.
Ad un certo punto della sua vita ha
che per una volta non parla di tragedie
Gli abbiamo chiesto di scrivere
preso in mano la storia della prima
ma racconta per filo e per segno (per
qualche riga come chi torna (6 anni
salita italiana alla Nord dell’Eiger com-
tiro e per segno?) una salita condotta
piuta da due cordate comprendenti i
Che cosa aggiungere? Nulla. Buona lettura.
A
cinquant’anni dalla prima
scalate di Bonatti, di Maestri e dei loro
italiana alla Nord dell’Eiger,
compagni di scalata. No, i sei erano
alcune riflessioni, così, a
proprio schivi, segnati dal più schietto
caso.
spirito amatoriale: arrampicavano per
Certo che i sei di quella impresa non
il piacere di saggiare e vincere l’estre-
dopo!) sul luogo del misfatto (averce-
si curarono molto di far conoscere
mo verticale, ma non smaniavano per
all’insegna del buon senso, con il chia-
ne di misfatti così...). Ce le ha mandate,
come erano andate le cose, e sì che la
un po’ di notorietà.
“lecchesi” Romano Perego, Pierlorenzo
ro obiettivo di tornare tutti a casa vivi
da vero gentleman, accompagnate da
grande stampa era allora sensibile alle
Acquistapace (Canela) e Gildo Airoldi.
e vegeti... Un racconto che va avanti
queste parole: “ Ciao, spero l’articolo
Bastava loro l’orgoglio di appartenere al gruppo dei migliori e del resto, il
In vetta, da sinistra Perego, Mellano, Acquistapace, Airoldi, Solina (archivio famiglia Acquistapace)
di Giovanni Capra
CAI, quel dif-
tà; Romano Perego, come il più giova-
fuso atteggia-
ne Gildo Airoldi, venivano dalla scuola
mento
d’in-
lecchese di cui i Ragni erano e restano
feriorità per il
l’espressione più genuina, palestra di
quale
l’italia-
vibrante, indomito alpinismo già pro-
all’estero,
iettato in chiave agonistica, alla ricerca
no,
Romano Perego, e Andrea Mellano
allora riguardo alla loro impresa si può ascrivere a diverse ragioni. L’Eiger era la bestia nera degli italiani -così almeno lo definì Harrer il nazista- e anche la atroce, sofferta vicenda di Claudio Corti era stata dal CAI colpevolmente e sostanzialmente ignorata: c’era stato il segno fortemente negativo dell’intervento di Cassin e la pesante campagna di pregiudizi antiitaliani così forti nel mondo tedesco e nella Svizzera di quegli anni, con Harrer che si agitava a gettare benzina sul fuoco. Aveva forse prevalso, anche nel
8
Sentieri e Parole
nanti precisazioni. Magari apparente-
e c’è una cosa veramente in-
di quando eravate giovani? Parlate di
mente divergenti dal filo del discorso
sopportabile sono gli articoli in
ragazze, di gite, di pareti, di sci?
principale, ma sempre azzeccate …
S
per-
Sull’altra 600, Aste, roveretano ma
donare qual-
dolomitista, forse il massimo di allo-
cosa.
ra, legato alla tradizione bellunese dei
a pretesto il morto. Quegli articoli che
Se penso a loro, penso a come tutto
sparasse pochi colpi, ma quasi sem-
Comici e dei Carlesso che sulla Nor-
si potrebbero invariabilmente intitola-
è cominciato. Al libro sulla storia dei
pre perfettamente centrati, se ne era
Con il 50°
dwand calza per la seconda volta i
re: “Io e ... ” rigorosamente nell’ordine.
Ragni. Al piacere di parlare con il Lada,
uscito con un sonante: “Mica come il
anniversario il
ramponi; Solina, compagno geniale
Tutto teso a dimostrare quanto io ero
che mi raccontava di quando ave-
… che era un partigiano…” E quel “par-
CAI ha final-
quanto schivo e atleticamente ine-
importante per il morto...
va fatto amicizia con mio padre, alle
tigiano” detto con la G che diventa
mente
volu-
sauribile, Acquistapace, del gruppo più
A pensarci bene, specie se capi-
scuole medie, in giro un pomeriggio a
quasi una J da allora mi fa saltare alla
celebrare
risoluto e audace dei Ragni, un vero
ta ad una certa età, non c’è niente di
raccogliere i soldi per una corona di
mente la descrizione di Robertino nei
degn a mente
cacciatore della Nordwand, che già
male a morire: è un fatto naturale, e
fiori per un loro compagno annegato.
Piccoli Maestri di Meneghello, quella
quell’impresa e
l’anno precedente aveva sfidato con
la frase che il Panzerin amava ripe-
E a furia di sentirmelo raccontare, il
del comandante partigiano impegnato,
riconoscerne
Giuseppe Lafranconi. Caratteri diver-
tere, prendendola a prestito da Mircea
Sergio ragazzino, capace di ottenere
su di un tavolo, in un rapido intercorso
il merito, con
si, ognuno con distinte priorità, ma
Eliade: “La vita è un bene incerto e
qualcosa da ciascuno, mi sembra di
con la sua staffetta, di un racconto di
l’immagine sul
che sulla parete, mettono in comune
la morte non è un male certo”, aiuta
vedermelo davanti , alto e magro in
Fenoglio, e la colorita descrizione del
bollino
an-
i loro alpinismi, rinunciano a qualche
non poco, anche chi non crede in Dio,
un triste giorno del tempo di guerra..
tipo, offerta in brevi indimenticabili ri-
articoli
individualità, arrivano in punta non
a farsene una ragione. La tragedia è
“Ho fatto per tutta la vita il pesciatt…“ e
ghe da Gadda. Difficile da allora pren-
sullo Scarpo-
“facendo le ferie” come qualcuno in-
cosa fanno del tuo nome dopo che
giù racconti pieni di brio su avventure
dere troppo sul serio certe parole …
ne e con altre
sinuò, ma perché fiduciosi della loro
sei morto e non ti puoi più difendere.
in giro per l’Italia quando per conclu-
Il Topo, il Canada, la ferrovia, l’orso,
progressiva intesa. Infatti, sicuri delle
Gare di corsa in montagna per gente
dere un contratto “bastava guardar-
le lettere agli amici rimasti qui, il re-
loro possibilità, salgono come squadra,
che pensava che correre in montagna
si negli occhi e stringersi la mano”. Il
cupero del corpo di Oggioni nel 1961
La Nordwand continuò a restare il
come gruppo, con calma, senza fretta,
fosse una sonora idiozia, sante messe
comico racconto di una baruffa fami-
al Monte Bianco. La competizione con
chiodo fisso degli italiani anche dopo
sorretti da un eccellente affiatamento
in ricordo di chi faceva perfino fatica
liare scoppiata per una dedica troppo
quei “bilott de Munza” ma anche il
i diversi generosi tentativi di Claudio
psicologico e da una severa prepara-
a pronunciare la parola “dio”, salvo non
affettuosa di due giornaliste su di un
grande affetto che ne era derivato. La
Corti di recuperare il corpo di Stefa-
zione fisica.
fosse seguita (o preceduta) immedia-
libro che gli avevano regalato … I suoi
sportività, il saper gioire dei successi
tamente da un richiamo a varie specie
battibecchi con gli altri vecchi, dove,
degli altri, perché in fondo erano i tuoi
animali e via discorrendo …
dietro la ruvidezza dei modi, sentivi il
successi…
La traversata degli dei (tutte le foto sono dell’archivio famiglia Acquistapace)
La sorprendente amnesia del CAI di
state raccontando seduti su un sasso
sempre
nuale,
parlava chiaro.
di Alberto Benini
farsi
to
loro curriculum prima della Nordwand
Il ricordo di sei moschettieri di un tempo che non torna più
doveva
Attacco alla Rampa.
iniziative.
di difficoltà sempre maggiori.
VECCHI RAGNI...
no Longhi, sempre ostacolati e negati
La vittoria sulla parete diventa la
dalle autorità e dalle guide svizzere. E’
chiave per una sintonia di sentimen-
davvero sorprendente la coincidenza
ti che si cementeranno di incontro in
delle due Seicento che a distanza di
incontro in una preziosa amicizia; a
un giorno attaccano la parete, Aste,
distanza di cinquant’anni, quelli della
Solina e Acquistapace il 14 agosto,
Nordwand continuano a incontrarsi, a
Mellano, Perego e Airoldi il 15.
rivivere vecchie emozioni anche con
Felicemente sorprendente perché
amici che con la Nordwand avevano
i sei rappresentavano l’alpinismo ita-
conti in sospeso, come Roberto Sor-
liano nelle sue espressioni più diver-
gato, Det Alippi, Giorgio Redaelli, conti
se. Andrea Mellano era portatore di
che il tempo ha appianato e dissolto.
quell’alpinismo piemontese, o meglio,
Manca solo lui, il caro, vivace, batta-
sabaudo sorretto da valori democra-
gliero “Canela” il più giovane che se
tici, aperto a tutti, ma reso nobile dalla
n’è andato per primo.
tradizione e da una dichiarata austeri-
Parlando del Casimiro e di come
cui uno parla di sé prendendo
E quindi mi scuso in anticipo se mi
calore di un’amicizia. Le sue telefona-
tocca scrivere del Lada (Sergio Ghi-
te al mattino per raccontarti questo
Se penso al Piccolo lo vedo pronto
raldini), del Topo (Emilio Ratti), del
o quell’altro. Sempre informatissimo
alla battuta e pronto a metterti a tuo
Piccolo (Franco Spreafico), del Batti-
e sempre a fin di bene, con un’uma-
agio in tutti i modi. Penso che ave-
sta (Battista Corti,) di Silvio Fezzi e di
na partecipazione alle vicende, che se
va capito che mi sentivo sotto esame
Snapitus (Mario Colombo) tirandomi
gliela facevi notare ti beccavi garantito
seduto davanti a lui, a Osio, a Maresi,
in mezzo. Sei vecchi Ragni. Sei mo-
il tuo meritato “Ma va a dà via al ….”
a Piazza non proprio il massimo della dolcezza, almeno alla prima impres-
schettieri di un tempo che non torna più. Perché sono persone che a vario
Penso alla brusca accoglienza del
titolo ti sono entrate nel cuore perché
Topo quando ti dava udienza al ta-
erano persone speciali, proprio perché
volino del Caffè Commercio. Al suo
non facevano niente per esserlo e an-
loden verde. Ai racconti che gli altri
cor meno per sembrarlo.
facevano delle sue azioni. Di lui che
Dove siete? Dove siete andati? Ve la
assentiva o se ne usciva con fulmi-
sione, ne converrete …. Penso sentis-
Sentieri e Parole
9
re. Ero stato da lui l’anno prima e in
che avessi tempo di dire qualcosa: “Se
dopo il tentativo sfortunato all’Anna-
quel tempo la malattia si era accani-
lo ricordi” sono state le ultime parole
purna per ringraziarlo di quanto si era
ta su di lui. Respirava dalla bombola
che ho sentito dalla sua voce.
dato da fare per farli rientrare a casa. “Vedi –diceva, rileggendo il pezzo in
dell’ossigeno. “Volevo raccontarle una cosa, prima di morire -mi disse- mi
Del Battista ha già scritto Dino Piaz-
cui l’Alberto diceva di aver compreso
ascolti senza interrompere perché di
za. Aggiungo solo il ricordo dell’ulti-
allora che cos’era in concreto lo spi-
fiato ormai me ne è rimasto poco”. E
ma intervista in cui ripercorreva tutta
rito del Gruppo- queste sono le cose
mi raccontò tutto di fila non delle sue
la sua lunga carriera. Dell’amicizia col
che ti fanno capire di aver agito giu-
salite, non dell’essere stato scelto a
Renzo Battiston, dell’orgoglio di essere
stamente”.
primo presidente di un gruppo che poi
entrati insieme nei Ragni. Di quando
Era tutta gente che forse inconscia-
era diventato famoso nel mondo, ma
scalava con Roberto Osio, dei soccor-
mente percepiva di essere stata parte
di quando, appena finita la guerra ave-
si. Della sua testardaggine leggenda-
di una vicenda avventurosa più gran-
va guidato una ragazza cieca a fare il
ria che gli era valsa il soprannome di
de di quella di ciascuno dei singoli…
giro della Grigna. Così aveva descritto
Crapun. Un termine in cui c’era (molto
Gente che non aveva chiesto niente in
il percorso, canalone Porta, saltino del
alla lecchese) della ammirazione per
cambio del moltissimo che aveva dato.
gatto, vetta e discesa dalla Cermena-
la sua ostinazione a fare bene le cose
Che andava orgogliosa di quello che
ti. Il racconto gli era uscito semplice
in cui credeva, con grande senso di
aveva fatto, o che aveva contribuito a
e commovente. Tutto di fila. Pieno di
responsabilità.
fare. Perché ve ne siete andati, pur sa-
dettagli sui trucchi usati per superare i punti più difficili o pericolosi. Tanto
Con il Lada ho cominciato. E con lui
che mi sembrava di essere presente
mi è caro concludere: ricordo quan-
alla scena. Poi mi aveva congedato
do tirò fuori dal portafoglio la lettera
quasi brusco, anche se gentile. Prima
che gli aveva scritto l’Alberto Pirovano
In senso orario: Snapitus in una foto del 1964; Piccolo, a sinistra, e Duilio Berera in una foto fine anni ‘40; Piccolo; Silvio Fezzi; Battista Corti; Topo e Lada, 2° e 3° da sinistra, con Carlo Mauri, 1° a sinistra, e Gaston Rebuffat al rifugio Torino nel 1951; Antonio Nisa Castelnuovo.
se più di altri, con la sua saggezza
dedicata una mostra, che ricordi a tutti
E Snapitus? Ovvero di come un
discreta, come fosse importante riu-
che è stato fra i massimi alpinisti di
soprannome geniale riscatti un nome
scire a far parlare il suo compagno di
quel periodo.
dall’apparenza banale: Mario Colom-
pendo che gente come voi non ne nascerà più?
CONVIVENZA
Q
di Dino Piazza
scusi, ha ragione”.
prattutto che la bontà col tempo paga
uando cammino su un sen-
Ora, passati gli anni, continuo a sa-
tiero di montagna saluto
lutare. Molti rispondono, ma forse per-
A questo mi rivolgo a tutti quelli che
sempre chi incontro. Il salu-
ché la cultura e il rispetto si sono un
insegnano agli altri ad andare in mon-
to è la prima forma di rispetto per le
po’ persi, mi è capitato di sentirmi ri-
tagna (l’ho fatto anch’io per tanti anni
generazione di mezzo che si è trovata
persone che incontro. Dire due parole,
spondere: “Ma che c… vuoi?”.
alla Scuola dei Ragni e nei corsi di Al-
racconto di questi ragazzi che ancor
a traghettare il Gruppo dall’entusiasmo
riuscire a strappare un sorriso: que-
Una volta, mentre viaggiavo con
pinismo Giovanile) con un piccolo ap-
gli ridevano, ricordando uno scherzo
prima di essere usciti dal loro quar-
dei primi anni al desiderio di trova-
sto modo di fare mi è stato insegnato
l’auto, vidi sul bordo della strada una
pello: insegnate ai vostri allievi anche
fatto a questo o a quello. A come sa-
tiere si erano ritrovati schiaffati nel bel
re un proprio spazio e una propria
dai miei genitori, quando ero ancora
signora con un bambino in braccio e
l’importanza del saluto alla gente che
peva far ritornare umane anche delle
mezzo della guerra civile. A scegliere
identità. Affermata in quell’amore per
bambino.
una bambina per mano. Mi sono fer-
incontrano. Il saluto è dimostrazione
figure che avevano per lui il sapore
fra la fuga e l’arruolamento forzato.
il “maglione rosso” che finiva nasco-
A volte capita che il mio saluto non
mato per farli attraversare, malgrado ci
di amicizia, di umiltà e di rispetto. È
del mito. Penso alla sua ammirazione
A trovarsi a scappare, a esser presi a
sto nello zaino se non eri in forma, ma
venga corrisposto, allora rimango
fosse traffico. A metà strada la bambi-
la dichiarazione di disponibilità in caso
per Gigi Vitali. A come sarebbe stato
botte, a fare i conti con la paura della
che veniva ostentato, anche in mezzo
male, molto male.
na si è girata a guardarmi, mi ha sorri-
di necessità. Un valore da difendere
contento di sapere che al Gigi, che dei
deportazione. Penso alle battute ful-
alla bufera se, per dirla col Dino Piazza,
In gioventù facevo osservare: “Non
so, poi con la mano mi ha salutato: un
perché non costa nulla, ma è molto
Ragni fu il vero padre, verrà finalmente
minanti del Duilio, camicia bianca con
stavi facendo “bella figura”.
rispondere al saluto è un comporta-
gesto che mi ha commosso e mi ha
importante.
mento maleducato”. Lo facevo pro-
fatto bene al cuore.
cordata Giulio Bartesaghi per capire
E insieme a loro penso al Nisa, alla
bo... uno di quelli che hanno fatto l’os-
di come erano nati i Ragni, di come
sua casa a Rancio. All’incontro con
satura del gruppo, ruvido e orgoglioso,
la leadership del Giulio fosse seconda
lui e col Duilio Berera. Al vino bian-
fra quelli che hanno saputo dare con-
solo a quella del Gigi Vitali.
co bevuto insieme in un pomeriggio
tinuità con la loro esperienza a quella
Penso a come tornava alla spensie-
di primavera. A come fluiva naturale il
ratezza di quei tempi con gli occhi che
maniche rimboccate e bretelle d’ordi-
10
Sentieri e Parole
nanza. Al suo tuonare fulminanti pareri
Quando era ormai prossimo a mo-
fra un bicchiere e l’altro. A riportare
rire, Silvio Fezzi, che era stato il primo
sulla terra qualunque grande impresa.
presidente dei Ragni, mi fece chiama-
tetto dal maglione dei Ragni e dal di-
Essere educati e comportarsi bene
stintivo di guida alpina appuntato sul
al giorno d’oggi forse non è più di
petto. Poi avevo il bene prezioso della
moda. Ma sono convinto che il buo-
gioventù, allora mi rispondevano: “Mi
no non può diventare cattivo e so-
sempre.
Sentieri e Parole
11
QUANDO ERAVAMO “I MARIOS”
Mario Panzeri ricorda l’amico Mario Merelli
I
di Matteo Manente
mprovvisa e inaspettata, nelle prime ore del 18 gennaio 2012 è arrivata la notizia della morte di Mario Merelli, avvenuta proprio sulle “sue” vette orobiche; la tragica fatalità che ha coinvolto il forte alpinista di Lizzola ha sconvolto e scosso profondamente tutto il mondo alpinistico che negli anni lo aveva conosciuto e apprezzato. Al di là delle indiscusse doti tecniche e delle prestigiose imprese messe a segno, Merelli è stato
prima cosa che hai pensato quando hai
me, specie se il legame tra due persone
appreso della scomparsa di Mario Me-
è forte e radicato nel tempo. A 7000
relli?
metri di quota l’amicizia conta più di
Quella mattina mi trovavo per lavoro
qualsiasi altra cosa e soprattutto rimane
dalle parti di Varese, ricordo che faceva
anche quando la spedizione è termina-
un gran freddo e che essendo abba-
ta e si torna a casa; in alta quota devi
stanza presto, c’era ancora molto buio.
andare d’accordo con il tuo compagno
Verso le 8.30 ho ricevuto la telefonata
di cordata, devi fidarti reciprocamente,
del mio amico Silvio “Gnaro” Mondinelli
non hai scuse... e con Mario è successo
che mi comunicava quanto accaduto a
esattamente tutto questo.
Merelli. Sulle prime non volevo crederci, la notizia era troppo assurda per essere
Mario Merelli in Himalaya (tutte le foto sono dell’archivio Mario Panzeri)
Quando vi siete conosciuti, in quale occasione?
I Marios al campo base dell’Annapurna nel 2005. Merelli è a sinistra
per tanti ammiratori l’esempio di come l’alpinismo possa conciliare allo stesso tempo divertimento e professionalità. Tra i tanti che hanno avuto la fortuna di conoscere da vicino lo scalatore bergamasco c’è anche il lecchese Mario Panzeri, al quale abbiamo chiesto un breve ricordo dell’amico e compagno di tante spedizioni in Himalaya.
vera e poi era ancora avvolta dal mistero,
Il primo contatto è avvenuto per
nel senso che nessuno sapeva di preci-
questioni legate al lavoro; ai tempi la-
so cosa fosse successo. Nonostante le
voravamo per la stessa ditta di disgaggi
circostanze dell’incidente fossero an-
e una sera ci siamo incontrati casual-
cora confuse, sono rimasto ugualmente
mente in ufficio. Era il 1998 e in quell’in-
sotto shock, preso da un grande sen-
contro fortuito venne fuori che lui stava
so di sconforto: ricordo solo il freddo
per partire alla volta dell’Everest e così
pungente e l’ombra che mi circondava.
gli ho dato qualche consiglio su come
Poi, una volta metabolizzata la batosta,
affrontare quella montagna. Tuttavia,
ho iniziato a ripensare ai momenti più
non siamo partiti subito a fare spedi-
Allora, Mario, partiamo dalla notizia
belli trascorsi insieme durante le nostre
zioni insieme perché spesso è capitato
spedizioni in Himalaya: nella mia men-
che i rispettivi programmi riguardassero
te è iniziato un flash continuo di ricordi
cime che uno dei due aveva già salito:
e di immagini, come se stessi vedendo
ad esempio, io l’Everest l’avevo già fatto
un film. D’altronde, di fronte a notizie di
nel 1992 e così la nostra prima collabo-
questo genere non puoi far altro che ti-
razione slittò di qualche anno rispetto a
rare fuori i momenti felici passati insie-
quel primo incontro.
più dolorosa: dov’eri e qual è stata la
12
Sentieri e Parole
In effetti la vostra prima spedizione
a causa del brutto tempo. L’intesa al-
terrotto nel 1998. Dopo i primi succes-
risale al 2004: quante ne avete fatte
pinistica raggiunta con Merelli in quel
si, avevo perso le motivazioni e non
in totale?
periodo ci è valsa l’appellativo di “The
trovavo più i compagni giusti per in-
Dunque, insieme a Mario Merel-
Marios” e così, sempre nell’autunno
traprendere nuove sfide di quel livello;
li ho fatto 7 spedizioni, a partire dal
del 2005, abbiamo deciso di ripartire
l’amicizia e il supporto che ho trovato
2004 fino al 2009: Everest (2004),
ancora una volta per tentare lo Shisha
in Merelli sono stati fondamentali an-
Annapurna e Shisha Pangma (2005),
Pangma; il merito di quella spedizione,
che in questo senso.
Gasherbrum II (2006), Dhaulagiri e
in cui però raggiungemmo solo la cima
Gasherbrum I (2007), Manaslu (2009).
Middle e non quella principale, va dato
Nel 2007, però, dopo alcuni anni di
La prima volta che siamo partiti as-
al Mario, visto che è stato lui a trovare
grandi risultati e diverse spedizioni,
il contatto con il capo spedizione.
avete dovuto attraversare un brutto
sieme è stato il 2004, l’anno in cui ho ripreso a salire gli Ottomila dopo una
Squadra che vince non si cambia:
parentesi in cui non avevo più avuto
come è continuato il vostro rapporto?
Sì, il 2007 è stato l’anno di una
gli stimoli giusti per andarci. Il trami-
L’anno seguente, dopo aver avuto
doppia spedizione, prima al Dhaulagiri
te fra me e Merelli è stato Agostino
progetti differenti per la primavera, ci
e poi al Gasherbrum I, ma entrambi i
Da Polenza, un amico comune che
siamo ritrovati per la spedizione estiva
tentativi sono falliti. Quello che però ha
per quell’anno aveva organizzato una
al Gasherbrum II; di quell’esperienza,
reso il 2007 un anno orribile è stata
mega spedizione scientifica all’Eve-
a cui prese parte anche Lina Quesa-
la morte di Sergio Dalla Longa duran-
I Marios (Merelli a destra) in vetta all’Annapurna nel 2005
momento.
I Marios (Merelli è il primo a sinistra) al campo base del GI nel 2007
rest. Tra i membri del team c’era an-
da, mi ricordo soprattutto il campo 3
te la salita al Dhaulagiri: la perdita di
che Mario, con il quale sono arrivato
distrutto dalla neve e la rabbia conse-
un compagno d’avventura è una cosa
fino agli 8.300 metri d’altezza, prima
guente, che ci portò a tentare la vet-
bruttissima e ha segnato in negativo
di dover rinunciare alla cima e tornare
ta direttamente da campo 2. Fu una
tutta la spedizione. Insieme a Merel-
al campo base. Durante l’ascesa abbia-
tirata pazzesca, con pendii ghiacciati
li abbiamo trasportato al campo base
mo avuto modo di conoscerci meglio
affrontati di notte mentre rischiavamo
la salma del nostro amico e poi siamo
a vicenda e al rientro mi è arrivata la
entrambi di addormentarci. Lo sforzo
tornati a casa piuttosto sconfortati e
sua proposta per l’anno successivo di
fu ripagato da una giornata stupenda,
affranti. Dopo un fatto del genere, ri-
salire insieme l’Annapurna.
tanto che ci fermammo in cima per
caricare le pile non è stato facile, ma
ben un’ora e mezza.
alla fine di giugno abbiamo deciso di
Insieme a noi nel 2005 c’erano anche “Gnaro” Mondinelli, Daniele Berna-
Sono tutti ricordi bellissimi e ciascu-
ripartire verso il GI, questa volta solo
sconi e Cristiano Gobbi, e finalmente
no è legato a un particolare momento
io e lui: la scomparsa di Sergio ci ha
abbiamo raggiunto la vetta. A suggel-
della mia vita, non solo alpinistica. Il
lare la fiducia e la stima reciproca che
rapporto che ho costruito con Mario
s’era instaurata fra di noi, quella vol-
Merelli, infatti, è stato importantissimo,
ta ci ha pensato anche un crepaccio
perché mi ha permesso di riprendere
nel quale abbiamo dovuto bivaccare
la “corsa agli Ottomila” che avevo in-
Sentieri e Parole
13
deciso di interrompere la spedizione e
mento abbiamo deciso di non fare più
di tornare a casa; io non ero così con-
Inoltre, andare in spedizione con lui
nessuna spedizione troppo numerosa, al
vinto e grazie al supporto di mia moglie
significava partire abbastanza spesati,
massimo due o tre persone. Purtroppo
Paola e del presidente del CAI, Bona-
perché grazie al suo lavoro aveva mol-
il brutto tempo e il ritardo sulla tabella di
cina, ho deciso di rimanere per tentare
te conoscenze con imprenditori e ditte
marcia ci hanno impedito di raggiunge-
nuovamente la cima. Alla fine ho avuto
che ci fornivano materiale o comunque
re la cima. L’unica conquista del 2007,
ragione e ho raggiunto la vetta del Ma-
finanziavano in parte le nostre avventu-
derivata dalla spedizione estiva al GI, è
naslu, ma è inutile negare la differente
re; in cambio Mario li invitava a Lizzola
stata per Merelli l’aver conosciuto Mireia,
visione che c’è stata tra me e Merelli.
per una polenta e il gioco era fatto. Oltre
una ragazza catalana dolcissima e molto
Fortunatamente l’incidente non ha avu-
alle doti alpinistiche e di sciatore, infatti,
gentile, che nel giro di qualche anno sa-
to altre ripercussioni, nel senso che pur
era anche un grande cuoco e quando
rebbe diventata sua moglie.
rimanendo su posizioni contrastanti, io
aveva voglia (ma non più di due o tre
Dopo le rinunce forzate del 2007,
e Mario ci siamo salutati con una pacca
volte a spedizione, eh!) preparava degli
nemmeno il 2008 è stato un anno in
sulla spalla e tutto è finito lì alle pendici
ottimi pranzi al campo base. Mario era
cui avete intrapreso delle spedizioni co-
del Manaslu. Certo, dopo quell’esperien-
fatto così, sapeva coniugare il lato spiri-
muni: come mai?
za il nostro rapporto si è un po’ incrina-
toso con quello altamente professionale:
Come ci era già capitato nei primi anni
to, ma ciò non ci ha impedito di sentirci
la sua conoscenza della montagna fa-
di frequentazione, anche nel 2008 ab-
abbastanza spesso; anzi, ti dirò di più:
ceva da contraltare alla sua grande vo-
biamo avuto obiettivi differenti: io pun-
a fine anno Mario si è sposato e mi ha
glia di divertirsi in ogni momento. Tanto
tavo al Nanga Parbat che Merelli aveva
invitato su a Lizzola per il matrimonio. E’
per dirne una, c’è un locale a Kathman-
già fatto, mentre lui aveva intenzione di
vero che negli ultimi due anni ci siamo
du dove tutti gli alpinisti di ritorno dal-
ritentare il Lothse, che a mia volta avevo
visti con meno frequenza del solito, ma
le spedizioni si ritrovano e fanno festa;
già salito qualche anno prima. Così i no-
continuavamo a telefonarci, anche solo
qui più di una volta mi è capitato di far
stri progetti si sono temporaneamente
per scambiarci gli auguri o cose del ge-
chiusura insieme al Mario e ogni volta
interrotti, ma entrambi abbiamo portato
nere. Addirittura, l’avevo sentito proprio
che il gestore del locale ci vedeva sor-
a casa la vetta ed è andata bene così.
all’inizio dell’anno e mi aveva spiegato
rideva ricordandosi di noi! Altrettanto
Le vostre strade si sono ritrovate nel
che aveva intenzione di andare al Nanga
mitica è stata la volta che siamo partiti
2009, ma la spedizione al Manaslu è
Parbat. Poi però è successo quello che è
per il GI, o meglio, che abbiamo cercato
stata anche l’ultima che avete fatto in-
successo e niente...
di partire: Mario era riuscito ad otte-
sieme: cos’è successo in quell’occasione?
Qual è il ricordo più bello che conservi dell’uomo e dell’alpinista Mario Merelli?
nere i biglietti a un buon prezzo e così il giorno prefissato per la partenza ci
E’ vero, con Merelli mi sono ritrova-
Bella domanda. Non è facile sceglie-
siamo dati appuntamento in aeroporto.
to nell’estate del 2009 con l’intenzione
re il ricordo più bello, ce ne sono tanti
Arrivato a Malpensa, ho scoperto che lui
di salire il Manaslu. Purtroppo la spedi-
e tutti ugualmente significativi, perché
aveva effettivamente i biglietti, ma che la
zione ha registrato un piccolo diverbio
legati a esperienze e circostanze diver-
data indicata per la partenza era relativa
tra di noi, dovuto alle differenti opinioni
se. Sicuramente la cosa bella di Merelli
al giorno successivo. Ovviamente ci ab-
in merito all’opportunità o meno di re-
è che sapeva essere cordiale ma anche
biamo riso sopra e siamo tornati a casa,
stare al campo base dopo la morte di
molto “incazzoso”, era uno che sapeva
rinviando il volo al giorno dopo. Evi-
Giuseppe Antonelli. Mentre io e Me-
divertirsi ma allo stesso tempo sapeva
dentemente la spedizione al GI non po-
relli stavamo salendo, Antonelli, che si
il fatto suo. Era un grande raccontatore
teva finire senza un altro colpo di scena:
era aggregato alla nostra spedizione in
di barzellette e sapeva intrattenere tutti
al ritorno, abbiamo dovuto passare una
un secondo momento, non si è senti-
quanti, comprese le spedizioni stranie-
notte fuori dall’aeroporto di Peshawar,
to bene e ha deciso di tornare indietro;
re (con una particolare e spiccata at-
in attesa del nostro volo che era in ri-
durante la discesa ha avuto un infarto e
tenzione per la componente femminile
tardo; ammetto di aver avuto parecchia
abbiamo scoperto che era morto quan-
delle stesse). La sua grande passio-
paura, perché il timore per i talebani era
do siamo tornati a campo 2. Rientrati
ne per l’alpinismo lo portava sempre a
alto: noi da soli fuori da quell’aeropor-
al campo base con la salma, Merelli ha
trovare il lato comico anche quando il
to abbiamo rischiato parecchio, tuttavia
brutto tempo ci costringeva a stare nelle
il Mario è riuscito a divertirsi anche in
tende del campo base; poi però, quando
quella situazione. Era fatto così.
14
Sentieri e Parole
ci sentivamo in novembre o dicembre per decidere la destinazione da scegliere per la primavera successiva, doveva
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sempre avere l’ultima parola.
fatto riflettere molto e da quel mo-
e scopri le meraviglie di un paese straordinario
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RIFLESSI (E RIFLESSIONI)
Sull’Albenza che biancheggia di cave
oggi l’Albenza biancheggia…) testimonia un’altra scala, un’altra dimensione dello sfruttamento. E il contrasto fra vecchio e nuovo uso è davvero stridente.
S
di Sergio Poli
ono anni asciutti. Anni in cui, a parte qualche
raro caso ormai anomalo, l’in-
verno non regala più la sua pietosa coperta alla terra indifesa. Indifesa dal gelo (sotto la neve, pane - si diceva…) e indifesa dall’inarrestabile lavorio dell’uomo. Ci sono luoghi dove questa vulnerabilità emerge con particolarmente evidenza, per la loro posizione privilegiata: uno di questi è il monte Albenza, sperone avanzato delle Prealpi al confine con la pianura, ultimo sussulto della catena del Resegone verso sud. Il nome Albenza, fra l’altro, richiama
albus, cioè bianco: forse gli antichi lo hanno chiamato così vedendolo innevato per molti mesi l’anno. Oggi è ancora bianco, almeno sotto la cima, ma perché la sua roccia è stata messa a nudo. E’ facile arrivare all’Albenza. Si può salire in macchina fino al valico di Valcava, fra la valle dell’Adda – qui valle San Martino - e la valle Imagna, un punto che come panorama ha pochi paragoni in Lombardia, e da lì, in mezz’oretta di passeggiata quasi orizzontale, toccare la cima del Monte Linzone (1.392 m), massima elevazione della dorsale. Pardon, la massima elevazione non è la vetta erbosa, ma l’altissima antenna che spicca a pochi metri dal passo, e che diffonde onde radio, televisive, telefoniche e chissà cos’altro verso le nostre case. E altre quattro antenne, di poco più basse, le
16
Sentieri e Parole
fanno compagnia.
di Nane, Cà di Giane, al Fò, Cat…
Ma se il cielo è limpido, come spes-
Per ciascun nucleo sono riportati i
so capita in questi inverni, lo sguardo
nomi – Rota, Mazzoleni, Tironi – e le
può andare oltre le antenne e scor-
date di nascita e di morte degli ulti-
gere l’intero arco alpino, i grattacie-
mi abitanti: il più recente è mancato
li di Milano (si vedono davvero!) gli
nel 1994, praticamente ieri… Sul retro
Appennini giù in fondo, e qualche te-
della chiesetta, la commovente lapide
merario paraglider che veleggia con il
che ricorda Rosina Rota, morta a otto
suo parapendio. Anche in gennaio.
anni per una caduta di sassi al cospet-
E sopra le vele colorate che solcano
to degli straziati genitori. Non si può
il cielo, le bianche scie degli aerei che
restare indifferenti, anche ottant’anni
si intrecciano nel blu, dirette verso lo
dopo.
scalo di Orio, hub italiano di una delle
Si passa davanti a diversi di que-
compagnie low-cost più importanti al
sti casolari: sono splendidi nella loro
mondo.
semplicità, tutti in pietra, tetto com-
Girando il capo verso est invece il
preso. In alcuni il tetto è crollato, ma le
panorama è più rassicurante: l’affollata
volte delle stalle sono ancora perfette,
massa delle Orobie si offre allo sguar-
e gli spigoli dei muri sono ancora dritti
do con tutte le sue cime, per noi lec-
da fare invidia ai moderni costruttori.
chesi sempre un po’ misteriose: quello
Che maestria! D’altronde, la terra ber-
è il Pizzo, ma quella piramide cos’è?
gamasca è ancor oggi terra di mastri…
L’Arera? L’Araralta? Sembra uno scio-
Terra calcarea, asciutta oggi come
glilingua…
allora: quindi, cisterne sotto le case
É il momento di tornare, cambiando
per raccogliere l’acqua piovana, e nei
però sentiero rispetto all’andata (ap-
pascoli pozze d’abbeverata per le be-
parteniamo anche noi alla Compagnia
stie. Nemmeno una goccia andava
dell’Anello…). Invece della cresta si può
sprecata.
seguire un antico tracciato che riporta in Valcava passando poche decine di
Anni asciutti anche quelli, ma di un’asciuttezza diversa.
metri sotto il crinale, toccando i nu-
E altre pietre, tantissime, furono rac-
merosi nuclei rurali che punteggiano
colte per liberare i pascoli e costruire i
il monte. Già, perché anche qui, fino
muretti divisori, sorreggere i terrapieni
a pochi decenni fa, la montagna era
delle case, segnare le mulattiere verso
abitata da numerose famiglie che vi-
la valle.
vevano di ciò che poteva dare la terra: pascolo (magro), legna e poco altro. Una di queste antiche baite è stata recentemente trasformata in chiesetta
Una maestria, dicevamo, ma anche una dignità, una funzionalità ammirevoli. La roccia veniva usata per costruire le case dell’uomo.
campestre, dedicata alla Santa Fami-
Poco più avanti, ecco però l’amara
glia di Nazareth. Sul muro del sagrato
sorpresa: anche oggi la roccia viene
campeggia un pannello, con il disegno
usata per costruire, ma non dalla gente
e i nomi delle località che facevano – e
che abita lì, che ci ha lasciato testimo-
ancora faticosamente fanno - corona
nianza della propria abilità. La voragine
al Paviù, antico nome del Linzone: Cà
della grande cava (per questo anche
Il basso sole invernale crea strani riflessi nella pianura: verso Bergamo luccicano grandi superfici che richiamano quelle dei laghi brianzoli, visibili verso ovest. Ma sotto Bergamo di laghi non ce ne sono: sono infatti gli enormi tetti dei capannoni, dei centri commerciali, dei poli logistici cresciuti a dismisura negli ultimi anni, erodendo man mano tutta l’alta pianura. E in mezzo, a cucire questo tessuto
Vecchie e nuove pietre
disaggregato, le grandi vie di comunicazione, vecchie e nuove: circonvallazioni, Pedemontana, BreBeMi… Ecco dove va a finire la roccia dell’Albenza: nella megalopoli da dieci milioni di abitanti che sta crescendo appena lì sotto. E’ chiaro che alcune persone, almeno la domenica, si rifugino in montagna, per sfuggire al parossismo del formicaio sottostante. In montagna si riesce ancora a vedere l’altro come un nostro simile, e non un avversario. Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere, si carezza un cane… Ma è altrettanto chiaro che è lì sotto che c’è da fare, che c’è da cambiare qualcosa nel nostro modo di stare al mondo, e di sfruttare il mondo. Quello è il lavoro, questo - la montagna - è l’intervallo. Anche se persino in montagna l’intervallo sta finendo: le antenne, la cava, gli aerei… il consumo delle risorse è ormai risalito fino a qui. Viene in mente un passo dell’Antico Testamento - un libro dove spesso il Protagonista non è molto tenero con le sue disobbedienti creature: “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e inquilini” (Levitico 25, 23). Speriamo di non ricevere lo sfratto…
Architettura locale. Sotto: antenne sull’Albenza
IL RAPONZOLO E LA CAMPANULA DELL’ARCIDUCA
Viaggio tra i fiori delle montagne lecchesi
P
di Annibale Rota
rima di iniziare a parlare delle
verse specie fino ad allora sconosciu-
Legousia,
te, come questa sassifraga da lui tro-
33 specie.
Physoplexis, Phyteuma) e
calcaree, che adorna di splendidi cu-
essere uno dei pochi ad avere foto-
e sul Grignone, specie lungo la Cresta
scinetti con le radici inserite in fessure
grafato un insolito esemplare a doppia
dei Carbonari e le rocce basali della
talvolta microscopiche ed è in grado
spiga.
parete Fasana. E’ data presente anche
di resistere a siccità anche prolungate.
Nei prati collinari e nei pascoli mon-
sul San Martino e sul Monte Barro, ma
Fiorisce prevalentemente da giugno
tani sono comuni diverse specie del
su quelle due montagne non mi è mai
ad agosto ed è abbastanza comu-
genere Phyteuma, volgarmente chia-
capitato di vederla.
ne sulle montagne lecchesi, mentre è
mati tutti raponzoli e dai fiori abba-
E mi fermo qui.
stanza insignificanti.
campanule, ritengo opportuna
vata in Grignetta) o Silene elisabetha
Personalmente mi limiterò a parlare
più rara su quelle comasche e berga-
una breve premessa di carattere
(Elisabetta era la moglie del Vicerè di
delle più belle e più interessanti, ri-
masche. In luglio è abbastanza facile
Superbo è invece, con la sua
mandando chi volesse eventualmente
vederla all’inizio dei canaloni Caimi e
magnifica esplosione di punte
Il nome della specie è sempre se-
documentarsi su tutte le specie pre-
Porta in Grignetta, verso la Val Cu-
rosa-violacee, il raponzolo di
guito dal nome del botanico che l’ha
senti alla guida La flora insubrica di
gnoletta al Grignone ed ai Piani d’Erna.
roccia, Phyteuma comosum L. (o
classificata, spesso abbreviato (es. Al-
Gianguido Consonni, edito dalla Co-
Abbastanza comuni nei prati e ai mar-
anche Physoplexis comosa Shur).
sificati in famiglie, generi e specie e
lium ursinum L. dove “L.” sta per Lin-
munità Montana del Lario Orientale.
gini dei boschi delle montagne lec-
Ho ricordato sopra che talvol-
per la nomenclatura scientifica viene
neo, il grande botanico svedese padre
chesi sono la Campanula barbata L.,
ta botanici diversi hanno clas-
sempre utilizzata la lingua latina.
della moderna classificazione dei ve-
Comincio da quella che ritengo
che predilige i terreni acidi, la Cam-
sificato in modo differente una
La famiglia comprende un gruppo di
getali). E può anche capitare che ad
la più bella e la più preziosa, oltre ad
panula persicifolia L. e la Campanula
stessa specie e questo è uno di
piante in cui alcuni caratteri, general-
una stessa specie siano stati attribuiti
essere un raro endemismo insubri-
glomerata L.
quei casi. Specie endemica delle
mente relativi al fiore, sono costanti e
due nomi diversi da due diversi bo-
co: la Campanula raineri Perpenti. Fu
Più difficile da vedere è l’unica cam-
Alpi Meridionali e delle Dolomiti,
chiaramente differenziati da quelli di
tanici.
scoperta nel 1815 sui Corni di Canzo
panula gialla, la Campanula thyrsoides
vive tra le fessure, preferibilmen-
da una nobildonna appassionata di
L. alta anche 60-70 cm e con una
te umide e ombrose, sul calcare
Ma veniamo ora alle Campanula-
botanica, Candida Lena Perpenti, che
spiga densa di fiori di colore gial-
e sulla dolomia, salendo fino a
neri, gruppi minori ciascuno dei quali
ceae, o famiglia delle campanule. Al
la dedicò all’Arciduca Rainer, Vicerè
lo pallido. A secondo dell’andamento
2.000 metri di quota. Fiorisce
ha strutture simili e si può considerare
mondo questa famiglia comprende un
di Milano, da dove il nome volgare
stagionale fiorisce da giugno ad ago-
in luglio e in agosto e, anche se
derivato da un antenato comune.
migliaio di specie ripartite in 59 generi.
di campanula dell’Arciduca o anche
sto nei pascoli montani sassosi.
abbastanza raro, facendo atten-
Le singole piante vengono chiamate
Sulle montagne lecchesi, secondo un
di campanula di Raineri. Alla signo-
Personalmente l’ho vista poche vol-
zione è possibile vedere questo
specie e sono individuate dal genere a
accurato studio del compianto Gian-
ra Perpenti toccò l’onore di figurare
te lungo la “Traversata bassa” dai Re-
splendido fiore nei canaloni del
cui appartengono, scritto con l’iniziale
guido Consonni, sono presenti 6 ge-
nei testi di botanica. Generalmente di
sinelli al Pialeral e una sola volta sul
Resegone, in Grignetta lungo la
maiuscola e che, facendo un parago-
neri (Adenophora, Campanula, Jasione,
colore azzurro chiaro, vive sulle rupi
Moregallo sopra Preguda. Penso poi di
Direttissima e la Cresta Sinigaglia
ne con l’uomo, può essere considera-
Campanula dell’Arciduca – Campanula raineri
generale sulla nomenclatura botanica, che potrà servire anche per altri articoli. Gli individui vegetali vengono clas-
altre famiglie. Le famiglie sono suddivise in ge-
to come il loro cognome, seguito da un altro vocabolo specifico, il nome proprio, che può avere origini diverse. Può essere un aggettivo che ne individua una caratteristica morfologica (es. Scilla bifolia, scilla con due foglie), o il colore (es. Gentiana purpurea), o l’ambiente in cui cresce (es. Ranuncu-
lus alpestris, Linaria alpina). Spesso si può trovare anche un nome proprio, come Saxifraga vandel-
lii (Vandelli era un botanico padovano che ha esplorato a lungo le montagne lecchesi e valsassinesi, scoprendo di-
18
Sentieri e Parole
Milano).
Raponzolo di roccia – Phyteuma comosum
Campanula gialla a doppia spiga – Campanula thyrsoides
QUATTRO PASSI LONTANO DA CASA
Fatiche, paesaggi, risate di un trekking in Nepal
E
sì, sembra ieri quando in sede
i preparativi, il trekking ed il ritorno alla
scritto anche pagine importanti di al-
a Ballabio veniva proposto un
normalità alle spalle a tentare di radu-
pinismo, ma ognuno riesce a portare
trekking in Nepal o quando
nare qualche idea riguardo un’espe-
a casa qualche cosa di particolare da
rienza speciale.
ogni esperienza. Per me era la prima
il mio amico Oscar, davanti ad una schiumosa birra dall’Oste, cercava di
Ormai si conosce tutto del Nepal,
volta così lontano e così in quota, e
vincere le mie riserve residue. Invece
miriadi di alpinisti ed escursionisti ci
le aspettative erano alte. Il risultato è
eccomi qui a un anno di distanza con
sono andati e alcuni lecchesi hanno
stato perlomeno altrettanto.
Tornando dal Khalapattar, sullo sfondo il Pumo Ri.
di Matteo Abate
Boudanath, importante stupa buddista in Kathmandu.
L’Ama Dablan nelle luci del crepuscolo.
Dal Renjo La (5368 m.) il lago di Gokyo e in fondo l’Everest,.
Il gruppo con l’ing.Verza responsabile della piramide del Cnr (5015 m)
saggi, risate, le poesie ed i tea-
della vacanza. Tappe lunghe, altre corte,
gli anni, che non ci dava alcuna fiducia,
l’apparecchio, un’esperienza da provare,
diani, sulle rive del sacro fiume Bagmati;
bu, la regione himalayana del Nepal
trini
An-
più o meno faticose, grazie alle quali
ma che è riuscito, nonostante la gran-
molto meglio di una giostra.
lo “spettacolo” particolare dei riti fune-
dove si trovano i colossi della terra, da
drea, i portatori, gli sherpa, i lodge:
siamo arrivati con le idee chiare al mo-
de fatica ad alzarsi in volo, a portarci a
E’ stato bello anche visitare Kath-
bri, con le pire dove vengono bruciati i
ovest verso est compiendo il tragitto
non è facile scegliere tra le tante
mento di scegliere se andare a tentare
destinazione con un viaggio della spe-
mandu, gli stupa buddisti di Boudanath
cadaveri, i cui resti scaricati nel sudicio
più completo e valicando i passi più
cose di cui si potrebbe raccontare.
la cima dell’Island Peak o se desiste-
ranza di un’ora e mezzo nella nebbia e
e Swayambhunath (tempio delle scim-
e sacro corso d’acqua, diventano pre-
alti, nell’ordine il Renjo La, il Cho La e
A Thame, per esempio, noi baldi gio-
re e attendere il ritorno dei compagni.
con una leggera pioggia. Complimen-
mie) con i profumi di incensi, le ruote
da di bambini alla ricerca di resti d’oro
il Kongma La, senza lasciarci scappa-
vani abbiamo deciso di sfidare gli
Infine siamo partiti in sette per provare
ti al pilota, perché siamo stati gli unici
di preghiera girate dai fedeli, i monaci, e
(denti, anelli…), un modo come un al-
re qualche picco come il Gokyo Ri o il
sherpa in un’esaltante partita al pallo-
a salire questi 6189 metri. Due gior-
a raggiungere la valle in quei cinque
gli immancabili mercatini che vendono
tro per procurarsi da vivere. Un mondo
famoso Khalapattar, punto panoramico
ne: un vero massacro perchè a 3800
ni diversi dagli altri, un campo base,
giorni di autunno pazzerello, e questo
un po’ di tutto; passeggiare nel mer-
estremamente diverso dal nostro che si
privilegiato sul Pumo Ri e l’imponente
metri il fiato era corto e le gam-
la tenda mensa, la partenza nelle pri-
ci ha permesso di mantenere i nostri
cato popolare, un grande ammasso di
percepisce anche nel quartiere più tu-
gruppo composto da Everest, Lhotse e
be pesanti, ma il divertimento è sta-
me ore della notte e l’ascensione fino
programmi, avendo perso un solo gior-
gente in un’atmosfera quasi paesana.
ristico, quello di Thamel, dove gli occi-
Nuptse. Su questa meta siamo riusciti
to tanto e ci ha aiutato a creare un
in vetta, la soddisfazione e la gioia per
no nell’ aeroporto della capitale. Per il
E poi l’antica città reale di Patan dalle
dentali alloggiano abitualmente: negozi
ad arrivare tutti e quindici, permetten-
certo feeling con le nostre guide.
aver aggiunto una ciliegina su una tor-
ritorno abbiamo usufruito dei
mitici
architetture di una bellezza quasi irre-
di ogni tipo, soprattutto di attrezzatura
doci di festeggiare con una bottiglia di
Gli sherpa, gente eccezionale come del
ta già di suo molto buona. Particola-
aerei bimotore con partenza in discesa
ale; Pashupati, luogo di culto induista di
alpinistica e per trekkers, dove anche i
champagne la laurea della nostra Isa-
resto le altre numerose etnie di questo
re è il fatto che a pochissima distanza
e uscita nel vuoto dopo la corta pi-
straordinaria importanza non solo per
meno avvezzi allo shopping non pos-
bella.
paese, sono persone che vivono con
dall’Imja Tse, nome nepalese della cima,
sta… si vola e un urlo liberatorio riempie
la gente del Nepal ma anche per gli in-
sono fare a meno di perdersi nelle trat-
Quindici. Eravamo un bel gruppo
molto poco e riescono ad essere sem-
c’è il Lhotse, colosso di 8500 m; sei
molto eterogeneo, dai 22 ai 65 anni,
pre disponibili, cordiali, pronte ad acco-
così in alto eppure ti sovrastano altri
da nord a sud. Infatti noi cinque lec-
gliere chiunque con un sorriso sincero
2000 e rotti metri di parete e ti senti
chesi ci siamo uniti, per ridurre i costi,
che si vede dagli occhi. Ecco, questo è
davvero piccolo, una strana sensazione.
ad altri amici del grande Flo (Floriano
l’aspetto che più ci ha colpito: abbiamo
Momento molto intenso ed insieme
Castelnuovo, la nostra guida e guru), un
portato in Italia un bell’insegnamento
esaltante è stata la visita alla Piramide
paio di brianzoli e sette romani. Questo
sulla semplicità e la sincerità, capendo
del CNR, vanto italiano nel mondo. Alla
aspetto ha reso ancora più interessan-
di quante cose inutili ci circondiamo.
presenza del responsabile della strut-
te e particolare il viaggio, incontrando
Donare una caramella a un bambino e
tura, l’ingegner Verza, abbiamo potu-
persone molto simpatiche e alla mano,
vedersi ricambiati con un’espressione
ta visitarla anche all’interno, ricevendo
appassionate di montagna e di vita
solare, come se avesse ricevuto il re-
tutte le spiegazioni del caso e gustando
perlomeno quanto noi, con le quali si è
galo più desiderato, è davvero un’emo-
l’ennesimo black tea comodamente se-
creato subito un rapporto di complicità
zione impagabile, personalmente la pri-
duti nell’ufficio. Ci sentivamo tutti sod-
e amicizia che ha reso la vacanza an-
ma volta mi sono anche commosso.
disfatti e nel contempo orgogliosi, oltre
Abbiamo attraversato il Solukhum-
cor più costruttiva grazie al mischiarsi
22
di
fatica,
dal
nostro
Durante il tragitto alcuni di noi hanno avuto piccoli problemi con la quota, ma
di esperienze e stili differenti. Momenti
sceneggiati
pae-
Alpinismo Giovanile
che fortunati, per aver avuto questa speciale possibilità.
fortunatamente mai niente di grave; le
Anche i viaggi di salita e discesa da
tappe di inizio trekking sapientemente
Lukla sono degni di menzione. All’an-
studiate dal Flo ci hanno permesso di
data ci hanno caricati su un vecchio
avere un acclimatamento adeguato per
aeroplano russo, superstite di una
poter godere al meglio del percorso e
squadra di dodici caduti nel corso de-
tative consumando senza accorgersi
Programma trekking nel Khumbu + Island Peak m. 6.189 12 Novembre - 04 Dicembre 2011 12 Novembre – Volo da Malpensa a Kathmandu via New Delhi con Jet Airways 13 Novembre – Arrivo a Kathmandu ( Nepal ) e trasferimento in hotel 14 Novembre – Giornata libera a Kathmandu e preparativi per il trekking 15 Novembre – Volo Kathmandu – Lukla 2840 m + trek a Phakding e Monjo 2835 m 16 Novembre – Monjo – Namche Bazar 3440 m – Khumjung 3.780 m 17 Novembre – Khumjung – giornata di acclimatamento con escursioni nei dintorni 18 Novembre – Khumjung – Thame 3820 m 19 Novembre – Thame – Lungden 4380 m 20 Novembre – Lungden – Renjo La pass 5340 m – Gokio 4790 m 21 Novembre – Gokio – Gokio Ri 5483 m – Thagnak 4700 m 22 Novembre – Thagnak – Cho La pass 5330 m – Dzonglha 4800 m 23 Novembre – Dzonghla – Lobuche 4910 m ( visita alla Piramide CNR ) 24 Novembre – Lobuche – Gorak Shep 5140 m – Kala Pattar 5550 m – Lobuche 25 Novembre – Lobuche – Kongma La 5535 m – Chukkung 4730 m 26 Novembre – Chukkung – Island Peak Base Camp 5080 m 27 Novembre – Salita dell’Island Peak 6189 m + ritorno al Base Camp 28 Novembre – Eventuale giorno di scorta per ascensione dell’Island Peak 29 Novembre – Island Base Camp - Dingboche 4410 m – Pangboche 3930 m 30 Novembre – Pangboche 3930 m – Tengboche 3860 m – Khumjung 1 Dicembre – Khumjung – Namche Bazar – Phakding – Lukla 2 Dicembre – Volo Lukla / Kathmandu , trasferimento in hotel e pomeriggio libero 3 Dicembre – Kathmandu : giornata libera, visita della città 4 Dicembre – Volo di rientro in Italia via New Delhi con Jet Airways
interi pomeriggi, ingolositi dai prezzi veramente ridicoli della merce. Un’esperienza speciale, dicevo all’inizio, forse perché la prima, vissuta con grande intensità e soddisfazione. L’appetito però vien mangiando e questa avventura non ha fatto altro che stuzzicare la voglia e la curiosità di conoscere, vedere, provare, magari anche con gli stessi compagni di viaggio, o con altri, su percorsi non troppo impegnativi come questo o sfidandosi in imprese più difficili. Tanti i luoghi e le esperienze da poter vivere anche se in Nepal ho lasciato un pezzettino di cuore.
Alpinismo Giovanile
23
DIE ANOTHER DAY
Partita aperta sulla Ovest della Egger
di Matteo Bernasconi Torre Egger 2850 m West Face 950 m 7a/A2
L
un altro giorno”. Siamo appesi entrambi alla sosta che si trova pochi metri sopra a uno
il Colle per poi puntare alla vetta seguendo la Via degli Italiani o HuberSchnarf (200 m 6b+ MI3).
a domanda che spesso mi viene
strapiombo di cinque metri appena
Teo (Matteo Della Bordella) parte, il
rivolta è questa: “Come mai Die
superato, siamo a un solo tiro dal Col-
chiodo a lama corto che aveva prece-
Another Day? Come mai pro-
le, finiamo di recuperare il sacco, una
dentemente caricato, al nuovo carico,
prio questo ?” Morire un altro giorno.
sosta scomoda, una sosta dove si rie-
dopo parecchio che si trovava con
Il nostro tentativo di aprire una via
sce a stare solo appesi, l’unico soste-
tutto il peso sulla staffa nel tentativo di
nuova sull’inviolata parete Ovest della
gno possibile è stare con i piedi nelle
mettere una nuova protezione, esce;
Torre Egger si interrompe il 21 genna-
staffe delle jumar; la parete di roccia è
è solo questione di pochi secondi, un
io 2012. Sono le otto di sera, siamo a
solo incisa da una piccola fessura cie-
urlo. Teo nel cadere mi strappa dal
un solo tiro dal Colle De Donà-Giongo
ca, la roccia è molto dura, un chiodo
casco la telecamera, io sbatto vio-
o Colle Lux, siamo a pochi metri dal
a lama corto, un friend 0,5 e un altro
lentemente la faccia, e in particolare
terminare il nostro progetto di una via
friend 0,3 sono i nostri punti di so-
la bocca, su un fittone da neve che si
nuova quando il nostro sogno, il no-
sta; sotto di noi poco più di 900 metri
trovava all’interno del saccone, lui tre
stro desiderio di arrivare in cumbre si
di parete, pochi metri ci separano dal
metri sotto di me penzola nel vuoto.
trasforma in Die Another Day, “morire
realizzare il nostro sogno, raggiungere
Anch’io per il violento colpo esco
Foto di Matteo Bernasconi. Nell’ultima: Matteo della Bordella e in primo piano Matteo Bernasconi
con i piedi dalle staffe, sono appeso nel
poco spazio, nel dormiveglia tre vol-
co) con tutto il necessario, materiale
tamente sul ghiacciaio piove, diluvia,
Teo che mi chiama urlando, mi giro
proprio di lì, dal muro liscio, per in-
vuoto, dalla bocca sputo sangue, ho il
te mi sono ritrovato appeso alla sosta
d’arrampicata, da ghiaccio, cibo, ma-
abbandoniamo diversi fittoni per
verso il basso e una parte del tiro che
filarsi in un toboga sporco di neve e
labbro tagliato e una gengiva sollevata
dopo aver perso l’equilibrio cadendo
teriale da bivacco, telo della portaled-
attraversare con la scala i crepacci
avevo appena scalato crolla comple-
ghiaccio che porta sotto al colle. Non
a causa del colpo appena preso. Cer-
dalla cengia; pensiamo a come risol-
ge. Il tempo è bello e caldo.
e torniamo alla truna. Non abbiamo
tamente, tranciandomi di netto una
vogliamo rischiare troppo; mentre
chiamo di capire cosa è successo, Teo
vere la situazione, il pianta spit si è in-
17-01-2012: parete. Ore 3.00 sve-
niente di asciutto compresi i sacchi
corda. Teo apre L 20 e L 21, yosemite
cerchiamo una soluzione Teo intra-
mi chiede come fare a risalire. Gli passo
chiodato, non funziona.
glia. Facciamo colazione, fa molto
a pelo. Ci cambiamo tutti i vestiti
style cracks. Riparto per aprire L 22,
vede una linea possibile ma dubbia
Cerchiamo diverse soluzioni, non
freddo. Alle 4.00 le prime luci ac-
che abbiamo addosso e ci infiliamo
la via torna a essere pericolosa per
100 metri sopra di noi, nel centro
In quel momento ci rendiamo con-
funzionano, senza uno spit per rin-
compagnate da un vento fortissimo
in tenda solo con il sacco da bivacco.
le scariche che possono cadere dal
del grande tetto che sbarra il colle.
to che parte della sosta non ha retto la
forzare la sosta non ce la sentiamo di
e gelido. Ci rendiamo conto che le
Passiamo il resto della giornata e la
colle. Metto un friend, rinvio la cor-
Teo apre L 22-6c/A1+-50 m, L 23-A2/
caduta, il chiodo a lama corto e il friend
continuare dopo quello che è appena
previsioni non sono quelle che ci
notte come riusciamo.
da, e pochi secondi dopo una grossa
tetto-35 m: come è andata a finire lo
0,5 sono usciti, siamo entrambi appesi
successo.
aspettavamo, si rannuvola velocis-
19-01-2012: truna/sole. La giorna-
scarica di neve e ghiaccio esplode a
sapete già.
Fino ad allora avevamo piantato solo
simamente, ci ritroviamo avvolti
ta è magnifica, sole, caldo, assenza
due metri da me. Non esito neanche
In Patagonia ho fatto cinque spe-
Teo risale, e pensiamo che se ha ret-
due spit, uno alla sosta L 18 e uno di
nelle nuvole. Decidiamo di aspetta-
di vento e nuvole. La parete è molto
un secondo e torno in sosta. Mi fac-
dizioni, sono riuscito a realizzare
to un colpo del genere non può uscire
progressione su L 18. Decidiamo di
re, la meteo dava bello, riapriamo il
sporca di neve, grosse scariche scen-
cio coraggio e riparto, raggiungo il
alcuni miei sogni, sono riuscito a
proprio adesso; colleghiamo lo 0,3 con
scendere, e di tornare, tempo permet-
telo della portaledge e ci rinfiliamo
dono dalla parete.
friend, ma il mio sguardo è rivolto
calpestare cime che mi hanno fatto
un micro nut e un altro friend come
tendo, con un nuovo pianta spit funzio-
nei sacchi a pelo. Il tempo peggiora
Facciamo asciugare i vestiti e i sac-
verso l’alto, penso solo ad una nuo-
sognare e che tanto desideravo salire;
riusciamo, fissiamo la corda in sosta, la
nante per terminare la via. Ecco perché
velocemente, incomincia a piovere,
chi a pelo. Prepariamo nuovamente
va scarica che può cadere, non me
quanto vi ho appena raccontato è il
frazioniamo, e decidiamo di scendere;
Die Another Day.
passiamo la giornata sotto la pioggia
il materiale, ma “cambiamo tattica”.
la sento e ritorno sui miei passi. Mi
motivo per cui non siamo riusciti a
una jumar e lui risale.
ad un unico friend 0,3.
una doppia di 35 metri nel vuoto ci ri-
Purtroppo poi il tempo non è stato
e nel tardo pomeriggio incomincia a
Con noi solo sacco da bivacco, cibo
assicuro in sosta quando una nuova
terminare la via. Spesso mi viene det-
porta a L 22 dove passeremo la notte.
dalla nostra, ma sappiamo di avere dato
nevischiare. Sono le 21 quando il telo
per 3 giorni, materiale d’arrampicata
scarica cade proprio sul friend, sulla
to “ non siete arrivati in cima e quindi
Per quel giorno ne abbiamo avuto ab-
il tutto per tutto.
della portaledge è completamente
e da ghiaccio. La meteo conferma 3
via di salita. Contenti della decisione
la spedizione è andata male”. Assolu-
bagnato così come il sacco a pelo.
giorni di bel tempo, è il nostro mo-
presa scendiamo a bivaccare a L 5.
tamente no, la nostra avventura alla
Siamo costretti a metterci seduti uno
mento per cercare di finire la via e
di fianco all’altro, passiamo la notte
tentare la cima.
bastanza. Bivacchiamo. Seduti su una piccola cengia larga 30 centimetri, mentre
Ecco qualche estratto dal mio diario di spedizione:
21-1-2012: parete. Ore 3.00 sveglia.
Egger è stata talmente ricca di epi-
Alle 4.00 incominciamo a risalire le
sodi, di momenti e di esperienze im-
scaldiamo dell’acqua per la cena, i pen-
15-01-2012. Chalten/Filo Rosso-
come riusciamo; fuori pioggia e neve.
20-01-2012: parete. Ore 2.45 par-
fisse fino a L 21. Parto io, il tiro va tut-
portanti e diverse una dall’altra che
sieri sono unicamente rivolti a quello
truna. 12 ore per rientrare alla truna
18-01-2012: parete. Ore 5.00, ac-
tiamo dalla truna. Risaliamo con la
to a sinistra, in centro parete proprio
mi hanno arricchito come alpinista e
che è appena successo; siamo stati
con la scala, il tempo è bello, assenza
cendo una sigaretta, il mal di schiena
scala il ghiacciaio, proseguiamo fino
sotto al colle e a delle grosse mac-
come persona. Noi eravamo in due,
molto fortunati, non era ancora il nostro
di vento. La meteo prevede 3 giorni di
è insopportabile, i nervi incomin-
a L 5. Lasciamo materiale da ghiac-
chie di neve e ghiaccio. Allestisco la
la Ovest della Egger è una sola, e pro-
giorno, consapevoli del fatto che sono
tempo bello.
ciano a saltare, nevica e noi siamo
cio, da bivacco e continuiamo fino a
sosta, mi raggiunge Teo, ma ci ren-
prio per questo siamo determinati a
16-01-2012: parete. Alle 4.00 par-
completamente nel bagnato. Fuori è
L 18. Ore 8.00 circa, inizio ad aprire
diamo conto che siamo proprio sotto
finire quello che abbiamo iniziato. La
tiamo dalla truna, con noi sacchi pe-
tutto ghiacciato, nevica, decidiamo
il nuovo tiro. L 18-A2-45 m. La roc-
le scariche, se ne dovesse cadere una
partita è ancora aperta, il round fina-
santissimi, circa 60 kg in due, oltre
di scendere in fretta e furia: in quelle
cia è molto marcia, anzi marcissima,
non ci lascerebbe scampo. La parete
le è ancora tutto da giocare.
alla scala per superare i crepacci.
condizioni se il tempo fosse peggio-
sarà l’unico tiro della via con la roc-
è difficile e liscia, ci impegnerebbe
Risaliamo il ghiacciaio con la scala,
rato non saremmo più stati in grado
cia di cattiva qualità. Sono a 15 metri
per parecchio tempo obbligandoci a
i buchi si sono ulteriormente allar-
di restare in parete. Abbandoniamo
dal fare sosta, a un tratto il rumore
stare sotto grossi pericoli oggettivi.
gati ma riusciamo ad attraversarli.
un poco di cibo e con tutto il mate-
di una frana, nella mia testa penso
Decidiamo di scendere e tornare alla
Risaliamo fino a L5 (posto da bivac-
riale scendiamo sulle fisse. Fortuna-
subito da dove possa arrivare, sento
sosta di L 21. La linea logica passa
cose che possono capitare quando decidi di spingere sull’acceleratore. Il freddo, il solo sacco da bivacco, il
26
Alpinismo e Arrampicata
www.matteobernasconi.com
Alpinismo e Arrampicata
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artificiale in forte strapiombo, ma la
salita e dalla magia della via. In alcu-
convinzione di riuscita è ugualmen-
ni tratti non è stato facile nemmeno
te alta. La temperatura è ideale per
capire dove salisse, la via. Il lavoro
scalare, alternandoci sui tiri saliamo
superava, della chiodatura precaria e
ferma di come le piccole cose pos-
enché la sua gigantesca mole
sembrava avanzare in modo lento, ma
veloci. Il divertimento e le sensazioni
della roccia in alcuni tratti poco so-
sono cambiare il corso degli eventi e
mi si presentasse davanti ogni
inesorabilmente dietro di noi prende-
di quei momenti sono impagabili, ci
lida?
di quanto a volte il destino sia proprio
va forma una linea stupenda da sca-
godiamo al massimo la scalata e in
B
qualvolta mi affacciassi alla fi-
Con gli altri si cercava di dare
crudele, abbiamo inconsapevolmente
nestra di casa, non gli avevo mai pre-
lare in libera. Pur mantenendo una
meno di 4 ore siamo al punto più alto
un’immagine concreta a un qualcosa
dato vita a quello che lui avrebbe
stato un’attenzione particolare. Solo
chiodatura tradizionale, quindi senza
raggiunto in precedenza. Dopo una
che rimaneva avvolto in un alone di
successivamente
dopo aver frequentato per sbaglio un
l’aggiunta di spit, abbiamo sistemato al
breve pausa, un facile, ma esposto
mistero; si cercavano di incastrare,
bollicine.
corso di arrampicata, qualche anno
meglio le soste e i punti di protezione
traverso su gocce taglienti ci con-
come in un puzzle, le informazioni
“Ho saputo che ti piacerebbe pro-
dopo, iniziai a intravedere ciò che
lungo i tiri, ripulendo poi la roccia, in
duce sotto l’imponente terzo stra-
più disparate, gli aneddoti più strani, il
vare la via del Det al Cavallo, se vuoi
realmente si celava dietro quell’impo-
brevi tratti instabile, anche da un po’
piombo. Iniziamo a provare il tiro non
sentito dire. E ogni volta si finiva con
possiamo andare insieme”. Ero sem-
nente quanto enigmatica parete cal-
di vegetazione alla ricerca degli appi-
senza incognite, cercando di scovare
più incognite e dubbi di prima.
pre stato io a proporre la cosa, ades-
gli migliori.
quegli appigli - che a volte sembra-
battezzato
team
carea. La prima volta che ci andai ne
Pur avendo cercato spesso in que-
so che mi si presentava l’occasione,
rimasi entusiasta. Fino ad allora avevo
L’obiettivo era quello di salire en-
no non esserci - che ci permettano
sti anni qualcuno che fosse interes-
come avrei potuto dire di no? Ci
scalato per lo più da secondo di cor-
trambi questa mitica linea in arram-
di passare in libera anche quest’ulti-
sato a questa intrigante avventura, e
interessava iniziare il lavoro di siste-
data su vie classiche in Grignetta e
picata libera.
mo tratto, sicuramente il più difficile.
benché fosse desiderata da tanti, non
mazione della via lasciando traccia
in Medale, lassù era tutto amplificato,
Il giorno prescelto per il “tentati-
Trovata la sequenza e sistemata la
sono mai riuscito a mettere insieme
del nostro passaggio, prima che altri
lo si capiva già dall’avvicinamento, 2
vo buono” ci vede operativi in parete
chiodatura, sappiamo di avere un solo
niente di concreto. Ho conosciuto
potessero infrangere il nostro sogno
ore di salita a volte sconcertante, ma
alle prime luci dell’alba, solo metà via
tentativo a testa: il tempo è corso
Matteo Piccardi (il pota) quest’estate
e prima della stagione invernale, che
poi tutto veniva ripagato da quell’am-
è sistemata e conosciuta, sappiamo
inesorabilmente più avanti di quanto
a un matrimonio. Quel giorno a con-
ci avrebbe obbligatoriamente fermati.
che sopra il punto più alto finora rag-
pensassimo. Non possiamo sbagliare
biente straordinario. Il panorama sul lago, su Mandello e sulle Grigne, il vuoto e il brivido di arrampicare su quella roccia perfetta, e poi il silenzio, quello a cui non siamo più abituati. Tornai a breve per ripetere le vie più moderne e riassaporare quelle emozioni che ti lascia una giornata al Sasso Cavallo. Non conoscevo il Det di persona, conoscevo il personaggio. Sapevo quello che aveva fatto e che tipo era, l’avevo intravisto a qualche serata, ma di lui mi intrigava soprattutto la sua via al Cavallo. Quante volte tra i vari discorsi si finiva col parlare di quella via, della possibilità di salirla in arrampicata libera, degli strapiombi che
28
Alpinismo e Arrampicata
Luca Passini e Matteo Piccardi - Via del Det L10 - Tutte le foto sono di Riky Felderer
Matteo Piccardi e Luca Passini - Via del Det L7
di Luca Passini
giro di pochi giorni, galvanizzati dalla
se vogliamo arrivare in cima prima del buio. Ripercorriamo quell’infinita successione di movimenti senza esitazione, supportandoci a vicenda affinché il gioco continui senza pagare pegno. Ci aspettano ora 4/5 tiri non difficili, sulla carta, ma un po’ da
Luca Passini
La realizzazione di un sogno sul Sasso Cavallo
giunto ci attende ancora un tiro di
ricercare, visto che in questo tratto la via gira parecchio e così quando usciamo sul prato sommitale, il sole è già tramontato. Non facciamo altro che dividerci sommariamente il materiale, infilarci le nostre luci frontali e imboccare il sentiero di discesa. Di questa giornata resteranno tanti ricordi, ma resterà soprattutto impresso nelle nostre menti quanto sia stato bello condividere e realizzare quello che per noi all’inizio era un grande sogno.
Luca Passini e Matteo Piccardi
LA VIA DEL DET
Siamo saliti in parete cinque volte nel
Undici giorni di granito
L’attacco al pilastro Ovest della Aguja Mermoz (e non solo) di Simone Pedeferri
fessura bellissimi e altri passaggi in
ho dovuto tirare fuori tutta la mia
l pilastro Ovest dell’Aguja Mer-
artificiale su sky hook. Purtroppo
esperienza per passare. Dopo la
moz ha uno sviluppo di circa 800
però la parete si è difesa alla grande
cumbre e la discesa ci siamo trovati
metri su granito molto ripido.
e ci ha giocato un brutto scherzo: la
sul ghiacciaio di notte, perdendo le
La salita era già stata tentata senza
zona centrale si è rivelata strapiom-
tracce di salita, quindi abbiamo va-
successo nel 2007 da Simone Pede-
bantissima e liscia, quindi ci si è
gato per due ore tra i crepacci prima
ferri insieme ad Adriano Selva, Ma-
posto un problema etico-morale: se
di ritrovare la strada giusta verso il
rio Conti e Dante Barlascini. Lorenzo
forzare per due o tre tiri la parete,
passo Guillamet.
Lanfranchi (Pala) ci aveva provato nel
con molti spit e largo uso di artifi-
2009 in un team di cui faceva parte
ciale, o rinunciare al progetto.
I
anche lo svizzero Michael Pitelka, sa-
Il nostro modo di scalare ci ha
lendo per quattro lunghezze di corda
sempre portato a salire delle linee
ma senza raggiungere la vetta.
Siamo rientrati a Chalten con tutto il materiale e dopo un giorno di riposo io, Pala e Mirko siamo ripartiti alla volta della valle del Torre.
logiche in montagna, e a tutti e
Avevamo un’idea di un concate-
Simone e Lorenzo hanno così de-
quattro questa è sembrata una linea
namento di più giorni, ma il canale
ciso di unire le proprie forze e, con
troppo forzata per il nostro stile; ma
di accesso alla prima parte della via
l’aggiunta della guida alpina di Mila-
non è facile rinunciare a una salita
era sotto il tiro di continue scariche;
no Mirko Masè, hanno sferrato un
del genere dopo aver fatto tanta fa-
quindi abbiamo deciso di ripetere la
ulteriore attacco a questa imponen-
tica a portare il materiale e scalare
via Chiaro di luna (800 m, 6c) alla
te muraglia mai salita finora nella sua
tutta la prima parte e avendo anche
Aguja St. Exupéry.
parte più repulsiva: infatti le quattro
il tempo bello per poter continuare;
Il giorno successivo abbiamo sa-
linee già tracciate sulla parete evitano
per questi motivi la nostra scelta è
lito questa via in velocità e dalla
l’imponente scudo che rappresentava
stata ben ponderata. Dopodiché ab-
cumbre abbiamo deciso di traversa-
l’obiettivo di questa spedizione.
biamo passato due giorni di brutto
re verso la punta Ovest per calarci
Simone Pedeferri, Lorenzo Lanfran-
tempo al passo Mermoz a tenere le
verso la Aguja S. La discesa si è ri-
chi e Mirko Masè sono partiti dall’Italia
tende per il vento, una delle due ha
velata più impegnativa del previsto;
con destinazione pilastro Ovest della
ceduto.
siamo arrivati alle ultime luci del
Aguja Mermoz mercoledì 11 gennaio 2012.
Il terzo giorno fino alle quattro della mattina ha piovuto, alle cinque il cielo era tutto stellato e sia-
Dal diario di Simone Pedeferri
mo partiti per il pilastro Est della
Venerdì 27 gennaio siamo parti-
Mermoz, per salire la via Red pillar
ti in quattro per la Mermoz, pare-
o Vela y viento (700 m, 7b+ max),
te Ovest: io, Mirko, Pala e Carsten
aperta da Kurt Albert e Bernd Ar-
(Von Birkhahn). Abbiamo stabilito
nold.
il campo base al passo Mermoz, in
Erano anni che volevo salire que-
due giorni abbiamo scalato dieci
sta via e sognavo questa linea pu-
tiri fantastici di 7a + A3 con tratti in
rissima in fessura; l’abbiamo salita
30
Alpinismo e Arrampicata
tutti e quattro e posso assicurare che è veramente dura. Gli ultimi tiri ci hanno impegnato duramente a causa del ghiaccio nelle fessure e
giorno nel canale tra le due Agujas e siamo scesi. E’ stato fatto tutto in 11 giorni filati.
Le foto della pagina a fianco, in senso orario: Mirko e Lorenzo sul Pilastro Rosso; da sinistra Simone, Lorenzo e Mirko in cima all’Aguja St Exupéry con Cerro Torre alle spalle; avvicinamento alla parete Ovest dell’Aguja Mermoz con Fitz Roy e Poincenot sullo sfondo; Simone durante la salita di Vela y Viento o Pilastro Rosso alla parete Ovest della Mermoz; Mirko Masè in apertura del 6° tiro del tentativo alla via nuova sull’Aguja Mermoz; Lorenzo si affida al friend all’8° tiro della via nuova; Simone allo strapiombo del 5° tiro della via nuova.
LE GITE SOCIALI, UNA NOSTRA TRADIZIONE
L'energia solare accessibile
5 aprile 1891, in Erna la prima escursione della sezione di Lecco Da sempre l’escursionismo, ovvero il turismo a piedi a contatto con la natura, riscuote grande favore, forse anche per reazione alle nostre artificiali condizioni di vita. Il CAI ha dato fin dalle sue origini un contributo essenziale alla diffusione di questa attività, organizzando gite, campeggi, vacanze in montagna e con la pubblicazione di apposite guide tematiche. Già nel 1874, immediatamente dopo la sua fondazione, il CAI di Lecco programmò per la domenica 25 maggio un’escursione al Resegone “onde approfittare dell’occasione per incontrarsi su quella classica cima con alpinisti di altre Sezioni”. Fu l’inizio di una tradizione che da oltre un secolo si rinnova tutti gli anni grazie all’impegno di pochi, ma appassionati soci. Dal secondo volume di “Note Alpinistiche” pubblicato nel 1893 dal CAI Lecco, riportiamo il resoconto, a firma Giacomo Gilardi, di una successiva gita: uno spaccato di quegli anni e del modo di concepire l’andare per monti, basato sull’idea che “Le gite ai monti ristorano il corpo e la mente, e servono ad affratellare gli uomini lassù fra le vette...”.
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quell’altro amico, esponendo le ragioni,
sì mattiniero appetito. L’allegria più
gli impedimenti, che l’avevano tratte-
schietta regnò nella salita; ripetervi le
nuto a casa, io diedi un’occhiata agli
barzellette, le freddure, gli scherzi che
abbigliamenti, e mi augurai di saper
uscirono dalle nostre bocche, non le
maneggiare il pennello per riprodurre
potrei, anche se gli egregi colleghi mi
il magnifico quadro. Dalle scarpe so-
lasciassero a disposizione le quattro
lide e broccate dell’Anghileri, più che
colonne del giornale.
sufficienti per i ghiacciai, alle scarpe
Arrivammo in cima verso le otto, ri-
oneste di mezza montagna, passavano
mirammo Lecco, che giaceva ai nostri
d’un tratto agli stivalini, alle scarpet-
piedi, la Vallata e la Brianza, che si di-
te di città; bastoni alti due metri con
stendeva maestosa davanti a noi; ma…
tanto di corno in cima, passavano ai
alcuno osservò che la vista si gode
bastoncini di città, ai paracqua (sì, ai
meglio… a pancia piena, e facemmo
paracqua, perché il tempo, non si sa
colazione, ritirati in una specie di in-
mai, ne fa d’ogni sorta; e l’uom pru-
senatura per ripararci dall’aria. Ritor-
dente si premunisce sempre). E que-
nammo sulla cima ove ebbe luogo la
sto abbigliamento strano, svariato, multiforme, era logico, perché rispondeva egregiamente al concetto che ognuno s’era fatto della passeggiata: per alcuni una vera gita colle emozioni
dell’alpinismo,
per altri, rotti al monte, una gita di signorine. Vedremo chi ebbe ragione. Partiamo. Il Chiesa ed il Castelli ci precedevano nella via, illuminata dai raggi della “Giustizia” (soprannome di uno dei gitanti) che però, a
Gita alla Pizza d’Erna. 5 aprile 1891
Q
un dato punto, con mol-
1904, gita al Resegone con sosta alla capanna Stoppani (foto archivio Pino Comi)
di Giuseppe Ferrario
uando domenica mattina, ri-
ta sorpresa, si eclissò. Ad
uniti nel luogo di ritrovo, ci
Acquate
contammo, eravamo in venti,
le nostre munizioni, e
non compreso il vivace bambino Mat-
poi su allegramente per
tarelli, che seguì o meglio precedet-
Malnago, Falghera fino a Costa, dove
te i nostri passi per tutto il viaggio.
i più fecero uno spuntino, accusando
Mentre i soci reciprocamente cerca-
l’aria fresca di aver risvegliato in loro
vano di scusare l’assenza di questo o
completammo
Escursionismo
33
“
votazione per la nomina di altri due
Io mi auguro che la
direttori, e poi scendemmo per la valle
passione pei monti si
di Boassio, dove incontrammo la neve,
diffonda di più nel nostro
in alcuni punti indurita, ma in altri così
paese e che la Direzione
molle, che si affondava quasi per tut-
del Club si faccia promo-
ta la gamba. I ben calzati ridevano, e
trice di frequenti escur-
gli altri si pentivano per aver preso,
sioni, facili se si vuole, ed
per così dire, Erna a gabbo… ma poi
alle quali possano pren-
ridevano anch’essi. Fortunato il Mat-
der parte anche le mol-
tarellino, che scorreva sulla neve non
te signorine della nostra
lasciando traccia. Viaggiammo sulla
città, alcune delle quali
neve per ben tre quarti d’ora, finché
ardono di desiderio di
vette si dimenticano gli affari e la po-
giungemmo alla valle, da cui risalim-
visitare le cime dei monti che ci cir-
litica, che spesso quaggiù ci dividono.
mo seguendo la strada di Monterone
condano. Le gite ai monti ristorano il
E le giornate in cui tanto si gode non
che ci guidò a Ballabio, dove una grata
corpo e la mente, e servono ad affra-
si dimenticano facilmente.
sorpresa ci aspettava. Il signor Pozzi
tellare gli uomini; perché lassù fra le
Gagliardi e forti, reduci dall’Erna Qui l’Alpinismo ha la sua nota gaja. Fra noi qui si potrebbe or far la terna Per fare un’escursione all’Imalaja! Ma pur troppo ora è vuota la giberna, Faticosa ci aspetta la fungaia, Ed i soliti affari e la taverna, La mammina, il papà, la moglie o l’aia. Noi di ferrate non abbiam bisogno: I garetti abbiam buoni ed un buon legno, Né stanchi siam, giammai, nemmen per segno. Ed ora alla mia Musa sia sostegno La Valle sacra a Lodi e Codogno, Che di nuova escursion ci sarà pegno.
”
Vittorio era là colla sua macchina fo-
Calendario gite sociali anno 2012
tografica ad attenderci al varco, e noi per ben due volte posammo. Il pranzo era modesto, ma ab-
Data
E.
Bus
Domenica 22 Centovalli Aprile
4,15
+ 650 - 850
E.
Bus
03
Domenica 13 Monte Boglia Maggio
5,30
+ 750 - 1250
E
Bus o Auto
04
Domenica 27 Monte Maggio Pizzocolo
7,00
+ 1200 - 1200
E
Bus
05
Sabato 02 Giugno
3,00
Quota max E m. 1780
Auto
gate, che qui trascrivo [vedi riquadro
06
6,00
+ 750 - 950
E
Bus
in rosso ndr], e ci avviammo verso
Domenica 17 Passo del giugno Muretto
07
Domenica 24 Piani di Bobbio giugno Raduno sezionale
Sent. Mughi + 400 + - 350
E
Auto
08
Domenica 15 Albert Heim luglio Hutte
4,00
+ 1000 - 450
E
Bus
09
Domenica 29 Il Fuorn - Tarasp 6,30 luglio
+ 900 - 1300
EE
Bus
10
Domenica 9 Settembre
5,30
+ 750 - 1000
E
Bus
11
Domenica 23 Passo della Settembre Presolana
6,30
+ 1000 - 1000
E
Bus
12
Domenica 14 Alp Flix ottobre
6,15
+ 250 - 700
E
Bus
13
Domenica 21 Castagnataottobre Stoppani Magnodeno
5,00
+ 700 - 700
E
Auto
14
Domenica 28 Chiusura attività ottobre
prendere la misura dai discorsi e dai brindisi che furono (allo stracchino, non allo champagne) pronunciati dai vari oratori. Il signor Mauro Chiesa
02
improvvisò un sonetto a rime obbli-
Lecco. Inviammo un telegramma al nostro presidente Cermenati a Roma:
Or che festanti reduci – siam della Pizza d’Erna A voi mandiamo un brindisi – nella cittade eterna. E ci sciogliemmo, lieti di aver passata una sì bella giornata e rimpiangendo coloro che non avevano potuto partecipare alla gita.
34
Escursionismo
Monte di Portofino
Dislivello Difficoltà Trasporto + 700 - 700
vuotate furono parecchie, se si deve
Domenica 1 Aprile
Tempo tot. 5,30
bondante ed eccellente; le bottiglie
01
Luogo
Piani Bobbio
Piz Minor
Auto
MONTAGNARI IN PARADISO
Una settimana in Canada sommersi dalla neve
di Sara Pozzetti
R
aduno confermato, i Monta-
la proposta: “Chi viene a febbraio in
biglietti aerei sono emessi. Stefano e
Gnari si ritrovano per il consue-
Canada?!” Sono anni che vedo foto,
Rolando accettano con entusiasmo la
to appuntamento mangereccio
filmati. Sono anni che la neve polve-
proposta. Dopo 10 giorno Mario, caro
di novembre al rifugio Tavecchia. In-
rosa profonda è motivo di desiderio
amico di Roma, conferma l’emissione
vadiamo la Val Biandino, certi che la
sfrenato, sono anni che il Canada è
del biglietto, stesso volo.
giornata si svolgerà nel migliore dei
nel cassetto. Quasi sapessi che il resto
Il nostro obiettivo è Roger Pass, a
modi, considerati gli ottimi propositi
dell’inverno non sarebbe migliorato
circa cinque ore di auto da Calga-
stesi a tavolino i giovedì precedenti in
molto, la decisione era presa. Canada,
ry. Devo cercare l’albergo, noleggia-
sede, ed espressamente dichiarati nel
dal 18 al 26 febbraio, chi c’è c’è, per gli
re l’auto, ma è presto fatto. Contatto
giro di mail a tutti i partecipanti.
altri... ogni lasciata è persa!
il lodge Glacier Park, unica struttura
Ci incamminiamo lungo il sen-
Scendendo dalla Val Biandino scrivo
al passo, e prenoto le camere, blocco
tiero, arido, erboso, completamente
a Martino Colonna, caro amico cono-
un minivan da sette posti. Basta, tutto
sgombro di neve e constatiamo che
scitore eccellente delle nevi canadesi,
fatto, scocca il conto alla rovescia, ab-
l’anno precedente di questi tem-
il quale mi consiglia all’istante dove
biamo una scadenza.
pi avevamo già inforcato gli sci e
andare per essere certa di non rima-
Si sparge la voce all’interno della
assaporato le prime nevicate. Oggi
nere delusa. La domenica sera bramo
scuola di sci e, tra una battuta e l’altra,
niente, non ce n’è. E la cosa dram-
il rientro per mandare mail a tutto il
Pierluigi fa intendere che verrebbe vo-
matica è che non ci sono perturba-
gruppo, è mia intenzione prenotare i
lentieri. Giacomo valuta la possibilità di
zioni corpose in arrivo. Preoccupante.
voli al più presto.
aggregarsi. Passa un mese e altri due
Pensa e ripensa, mi viene di getto
E così è. Cinque giorni dopo quattro
biglietti vengono emessi, stesso volo.
se la pianta si
venga chiusa ancora la strada. Convo-
sia ormai affe-
chiamo un summit veloce del team e
zionata alla sua
decidiamo di andare all’Asulkan Valley,
neve e non se
libera da permessi, dandoci un limite.
ne voglia di-
Alle 14 essere al lodge, così da prepa-
sfare. Ogni pie-
rare i bagagli e avviarci verso Calgary.
gamento
Non possiamo rischiare di rimanere
pro-
voca un’ondata di polvere che ci Dopo Tutte le foto sono di Sara Pozzetti
Il minivan è pieno. Procuro la cartina aggiornata delle aree di sci alpinismo di Roger Pass, che
no” (...se cade il mondo io mi sposto).
libro. A denti stretti ricambiamo il sor-
giusto, il più piccolo. Con grande sor-
Sara, inesauribile sognatrice itinerante,
riso, ma dopo un breve meeting della
presa scopriamo che quello di destra è
detta “Scricciolo” (dentro!).
squadra decidiamo di percorrere una
stato malamente chiuso il giorno pre-
mi viene recapitata lo stesso giorno in
Compito di tutte le mattine sarà re-
delle due zone che non richiede per-
cedente, così riusciamo solo a forzarlo
cui organizzo la cena del gruppo. Tra
carsi presso l’ufficio dei Rangers, dove
messi perché non sottoposta a restri-
e ad aprirlo parzialmente. Solleviamo
un brindisi e l’altro la lista del materiale
si deve richiedere il permesso per per-
zioni. Improvvisiamo una gita nei così
di peso Jeky, componente più “sotti-
necessario è fatta, ci spartiamo i com-
correre l’area sciistica scelta, così che
chiamati “Teddy Bear Trees”. La nostra
le” della spedizione, che verrà inseri-
piti e ci congediamo con l’adrenalina
tutti siano sempre registrati, e dove si
iniziativa piace, e non a pochi. Dietro
to diagonalmente all’interno dell’auto.
che scorre nelle vene, è solo questione
può visionare il bollettino nivo-meteo,
di noi, qualche timidone approfitta del-
Tutto a posto, sblocca le serrature. E
di tempo.
incontrare altri sci alpinisti e scambiare
la nostra traccia e ci segue a distanza.
siamo fortunati, riusciamo a sistemare
qualche opinione.
Incredibile il susseguirsi di boati delle
lo snodo del vetro, senza alcun danno, come se non fosse successo nulla.
Il 18 febbraio arriva velocissimo, il pulmino che raccoglie tutti ci lascia a
Domenica, colazione alle 7, nevica.
granate sparate dall’esercito sui pen-
Malpensa alle quattro del mattino. Sarà
La maggior parte delle aree sci sono
dii per far scaricare il manto nevoso,
Sarà la gita più bella della nostra vita.
uno dei giorni più lunghi della mia vita.
chiuse. Poco male, optiamo per Cheops
carico e pronto a scivolare al minimo
McGill Shoulder rimarrà per sempre nei
Partiamo con il sole. Ad Amsterdam ci
Mountain. Qui sì che c’è neve. E’ tutto
movimento.
nostri cuori. Mai vista così tanta neve,
imbarchiamo per Calgary, dove atter-
bianco, dappertutto, tutto ovattato. Gita
Giovedì, colazione alle 7, nevica.
tutta insieme, impressionante. Provia-
reremo nove ore dopo: c’è ancora il
la mattina, snack al lodge, gita al pome-
Oggi ci spostiamo in auto. Quando
mo a quantificare i metri, ma è davve-
sole, sono solo le 14. Abbiamo ancora
riggio, le gambe friggono.
incrocio lo sguardo di Rolly, percepisco
ro impossibile. Gli alberi sono carichi, le
un pomeriggio intero di luce e di gui-
Lunedì, colazione alle 7, nevica.
qualcosa, sorride, l’espressione sul viso
meringhe sulle loro punte sono immo-
da verso il nostro lodge. Ci arriveremo
Decidiamo di andare a Revelstoke,
è tra il basito e il sorpreso. Ha spazzato
bili, nonostante siano in bilico. E’ come
dopo quasi 28 ore da quando è suo-
circa a un’ora di auto perché purtrop-
l’auto, ha carinamente acceso il moto-
nata la sveglia. Finalmente ci sdraiamo
po non sono arrivati gli sci di Mario, e
re per scaldare l’ambiente, è sceso per
in branda, siamo sfiniti, ma troppo cari-
là potrà noleggiarli. Consumiamo tut-
liberare un po’ il parcheggio e per-
chi per quello che ci aspetta.
te le energie sino alle 16, sia in pista
metterci di uscire comodamente, ma
Il team è operativo:
che fuori. Rientriamo al lodge dopo
ci accoglie con un “Abbiamo un pro-
Rolando, il maestro, meglio cono-
un’egregia cena, a base di NY steak e
blema”. L’auto si è chiusa! Chiusa, ser-
salmone.
rata, blindata, a motore acceso. Siamo
sciuto come “MrNiff”; Stefano, uomo infaticabile, detto “None”; Mario, “de
Martedì, colazione alle 7, nevica.
tutti e sette fuori dall’auto, pietrificati
Roma”, ormai noto per la sua tipica
Nessun
ranger
e veramente perplessi. Rimarremo a
Giacomo,
ormai amico, ci aspetta sorriden-
piedi, perché finirà il carburante. Dob-
giovane ingegnere, meglio chiamato
do... “where are you going today”?
biamo andare a Calgary per recuperare
“Slim Jeky”; Pierluigi, preciso in ogni
Ci mettiamo in marcia nella valle del
un paio di chiavi di scorta. Il quadret-
dettaglio, detto “PJ”; Luca, detto “ilNon-
Connaught Creek, ansiosi di pestare i
to è agghiacciante, ma i sorrisi sono
30 cm di neve caduta nella notte.
stampati su tutti i musi, perché la si-
esclamazione
38
“Mortacci”;
Sci Alpinismo
problema.
Matt,
Mercoledì, colazione alle 7, nevica.
tuazione è troppo divertente. Ok, cal-
Tutte le aree sci sono chiuse, tutte!
ma, ci sarà una soluzione: spacchiamo
Matt ci suggerisce di leggere un buon
un vetro e lo cambieremo. Il deflettore
sommerge. qualche
curva dobbiamo
bloccati a Roger Pass. Ultima salita, ultima polvere, ultimo bosco, ultimo incantevole e silenzioso paesaggio. Sabato, colazione alle 7, nevica.
fermarci e scrol-
Ci concediamo un paio d’ore di tu-
larci dalla neve
rismo per shopping compulsivo a Banff,
che ci ha ricoperti, non si vede qua-
bellissima ed accogliente località mon-
si più fuori dalla maschera. Ogni tanto
tana dove abbiamo pernottato, e nostro
siamo sorpresi da cadute divertenti,
malgrado in tarda mattinata ci avviamo
dalle quali è difficilissimo rialzarsi, la
verso l’aeroporto. Durante il viaggio di
neve è talmente tanta e soffice, che più
ritorno fantastichiamo sull’ipotesi di ri-
tenti di alzarti, più affondi. Il paesaggio
levare il lodge, che è in vendita. Ci di-
è al limite dell’incredibile. E’ emozio-
stribuiamo i compiti, a ognuno il suo,
nante da quanto è bello, è incantato,
come è giusto che sia: MrNiff si occu-
tutto bianco, c’è un silenzio introvabi-
pa dei bimbi, PJ delle mamme dei bim-
le. Succhiamo tutto il benessere che ci
bi, Jeky dei materiali, ilNonno dei conti,
viene donato allo spirito.
Mortacci della cucina, None della lo-
Venerdì, colazione alle 7, nevica.
gistica, Scricciolo dell’accoglienza e
Matt ci accoglie con brutte notizie,
gestione ospiti. A turno ognuno, ov-
tutte le aree sciistiche sono chiuse in
viamente, organizza gite e accompa-
via precauzionale, perché è previsto un
gna gli ospiti, sia d’estate che d’inverno.
peggioramento importante delle pre-
Quando terminiamo i voli pindarici e
cipitazioni nel pomeriggio. Aggiunge
abbiamo metabolizzato il fatto di esse-
che esiste la possibilità che l’indomani
re rientrati subentra un unico pensiero comune a tutta la squadra: quando ci torniamo? L’avventura è stata prontamente documentata da foto e filmati, che saranno proiettati in occasione dell’evento “Una Montagna d’Emozioni”, il prossimo autunno/inverno. Saremo felici di condividere con tutti voi questo bel viaggio. MontaGnari forever!
Sci Alpinismo
39
Expedition
dhaulagiri 8167mt
ACEL Service è a fianco di Mario Panzeri nella nuova entusiasmante sfida che lo attende: il Dhaulagiri. In bocca al lupo, Mario!
GRUPPO SCI DI FONDO ESCURSIONISMO
Attività Inverno 2011-2012
Gruppo della Scuola in Engadina (foto Pina Ietto)
di Stefano Vimercati
I
l programma del 29° anno di attività sci di fondo escursionismo
- prima parte: lezioni tecniche e teoriche in sede e uscite a secco;
è stato illustrato a soci, simpa-
- seconda parte: uscite sulla neve,
tizzanti e amici in sede CAI giovedì
suddivisa nei due settori, addestra-
3 novembre 2011. La sala stracolma
mento e amatoriale;
ha testimoniato l’interesse per questa
- terza parte: attività sulla neve, co-
attività, confermando la buona qualità
stituita dalla gara sociale e da un’usci-
dell’organizzazione nel programmare
ta supplementare di tre giorni a fine
ogni iniziativa.
gennaio.
L’attività è stata strutturata anche per quest’anno proponendo a tutti gli interessati il consueto schema:
PRIMA PARTE (comune a tutti)
Lavazzé e di Millegrobbe. Pubblichiamo a parte resoconti e immagini.
Lezioni tecniche e teoriche
27-28-29 gennaio 2012
L’uscita finale del 10 marzo è sta-
Ospitati in un ottimo albergo a Scia-
Le lezioni, tenute in sede CAI pre-
ta caratterizzata per alcuni allievi da
ves (Bressanone), si è sciato rispettiva-
valentemente di giovedì sera, dal 10
un percorso (“maratonina”) di circa 25
mente:
novembre al 7 dicembre 2011, hanno
chilometri lungo il tracciato della Ski-
sviluppato i seguenti argomenti:
marathon.
Attrezzatura ed equipaggiamento – Nozioni tecniche con proiezioni didat-
Ai corsi hanno preso parte in totale 47 allievi, così suddivisi: - 12 principianti
mento e topografia – Sciolinatura.
- 18 perfezionamento 1° livello
soprattutto da parte dei principianti e degli inesperti.
A Sils la gara di fondo CAI 2012 di Cristina Melazzi
- 1° giorno: Centro del Fondo a Riva
C
di Tures, altitudine m 1595 (Val di Tures);
tiche – Sci di fondo e salute – OrientaSi lamenta la scarsa partecipazione
LIBERE PAROLE IN COMPETIZIONE
Tre giorni di fondo in Alto Adige –
hiaro: alla serietà della no-
- 2° giorno: Centro del Fondo Alta
stra gara annuale, ci teniamo.
Badia, Armentarola, Saré, altitudine m
Vorremmo però permetterci
1650;
- 17 perfezionamento avanzato La prova di fine corso è stata positiva per tutti.
un gioco: del resto la Coppa Brocca
- 3° giorno: Centro sportivo di Val di
è concepita come prova sportiva, ma
Vizze altitudine m 1395-1455.
anche come gioco di relazioni.
Hanno partecipato 80 persone, viag-
Allora l’edizione 2012 proviamo a
giando con due autopullman della SAL
raccontarla giocando con le parole,
di Lecco. Uscite a secco
Gruppo amatoriale
Si sono svolte nelle mattinate dome-
Le uscite sulla neve si sono svol-
nicali dal 6 novembre all’11 dicembre,
te tutte di sabato, dal 7 gennaio al 10
alternando il piano lago e la montagna,
marzo, con mete diverse lungo tutta la
con esercizi di ginnastica presciistica
Bassa e l’Alta Engadina.
tenuti da Marco Bianchi. Si sono anche
Nel corso dell’uscita finale alcuni par-
praticati alcuni esercizi di orientamento.
tecipanti hanno seguito l’intero percor-
La partecipazione è stata discreta.
so della Skimarathon (km 42).
Pubblichiamo a parte resoconti e im-
assonanza.
E poi chissà, conoscendo la sua Si è trattato di una stagione con no-
gelo e disgelo che hanno creato incon-
(suddivisa nei due settori, addestra-
gruppi, rispettivamente guidati da:
venienti e insicurezza sui diversi per-
- Azzurri:
Giacomo Piazza
corsi, difficoltà di interpretazione delle
- Gialli:
Daniele Colombo
caratteristiche della neve e conseguenti
- Rossi:
Domenico Pullano
problemi di sciolinatura. Abbiamo cercato di fare del nostro
TERZA PARTE (comune a tutti)
corpo istruttori, si è sviluppata su tre
meglio, sospendendo o rimandando alcune uscite per evitare il rischio di
livelli (principianti, perfezionamento 1°
Prova di fine corso – Gara sociale
spiacevoli conseguenze. Non si lamenta
livello, perfezionamento avanzato) nel
Il 18 febbraio 2012 si è disputata la
alcun incidente di rilievo.
periodo tra l’8 gennaio e il 10 marzo
“Coppa Gianni Brocca”, a valere come
Come da tradizione, la stagione si
2012.
prova di fine corso per gli allievi della
chiuderà definitivamente sabato 26
scuola, e come gara sociale per tutti.
maggio con il raduno conviviale al ri-
Direttore della scuola e dei corsi:
La gara, a tecnica classica, si è svol-
Marco Bianchi, ISFE Istruttori ISFE: Maria Giuseppina Iet-
ta sull’abituale percorso di 10 km Sur-
fugio Piazza al San Martino, ospiti del
Istruttori sezionali: Giovanni Bolis, Salvatore Bucca, Franco Pozzoni.
ta formula a coppie, prevalentemente uomo/donna. Questa formula ante-
PROGRAMMA PER LA STAGIONE 2012/13
Sono state effettuate sei uscite in
pone all’agonismo un atteggiamento di
Nella prossima riunione del Direttivo,
Engadina, prevalentemente di domenica,
riguardo e di attenzione reciproca da
prevista per settembre, definiremo, ol-
e una due giorni in Trentino sulle nevi di
parte dei componenti la coppia.
tre al normale programma delle attivi-
Hanno preso parte alla gara 12 coppie
44
Sci di Fondo
di allievi e 14 coppie di amatori. Pubblichiamo a parte classifiche e commenti.
tà, anche le iniziative per festeggiare il trentesimo anno di vita del Gruppo Sci di fondo escursionismo del CAI Lecco.
Ed ecco qui gli accoppiamenti:
INFLUENZA.
tenza, fondisti tutti raccolti e presenti
gara di quest’anno, diminuendo l’af-
all’appello dei nostri capi. Sullo sfondo,
flusso dei partecipanti. D’obbligo quin-
la suggestiva sagoma del castello sul
di scambiarsi un consolatorio “pochi
lago, come un set d’altri tempi. Infat-
ma buoni”!
ti: l’edificio, detto Crap da sass, sorge
SCIO QUI o SCIO... LI’? L’inquie-
nel 1906 come residenza privata d’un
tante interrogativo vuole suggerire
conte generale tedesco....
la cronica perplessità sull’azzeccare la
SORTEGGIO e PUNTEGGIO. I due
giusta sciolina per la miglior sciata...
fattori sono inevitabilmente legati: il
TRACCIATI e ACCIACCATI. Si sa,
punteggio dipenderà dall’assortimen-
può succedere ai pur inossidabili ever
to della coppia sorteggiata, ma... mai
green, d’arrivare in gara in condizioni
dire mai, l’imprevedibile è sempre alle
non precisamente eccellenti. Ma poi ci
COPPIA Rusconi Teresa – Botta Gerardo Orsoni Chiara – Riva Clorindo Spinelli Maria Chiara – Sala Adriano Pedersoli Maria Giovanna – Martinelli Ottaviano Tentori Lilia – Froio Giuseppe Longoni Pinuccia – Pirovano Lodovico Toselli Gina – Arzani Ferruccio Crimella Carla – Invernizzi Giuseppe Melazzi Cristina – Brivio Raimondo Carnelli Loredana – Spandri Giancarlo Plebani Maria Luisa – Barozzi Luigi Locatelli Carlo – Ventura Flavio Saba Giuliana – Maniglia Giuseppe Tentori Rosa Maria – Marchese Valentino COPPIA Bodini Bianca – Campagna Antonio Aldeghi Giulia – Zappaterra Gianni Arigoni Imelda – Biffi Roberto Rossi Emanuela – Peleari Marco Diana Lucina – Mandelli Enrico Carcano Simonetta – Bianchini Gualtiero Losa Rosita – Pozzi Giovanni Griggi Fulvia – Ragno Vittorio Sangalli Paola – Caimmi Gianfranco Gilardi Miriam – Rosaspini Franca Mauri Raffaella – Passoni Annalisa Pepe Maria Gabriella – Marchetti Augusto
e
diffusi) ha non poco... influenzato la
TEMPO (h.min.sec.) 0.56.58 1.02.18 1.04.29 1.05.20 1.05.32 1.06.38 1.06.40 1.08.04 1.09.51 1.15.10 1.17.51 1.21.30 1.26.02 1.31.05
Gruppo scuola 2011-2012 | Gara fine corso | Coppa Gianni Brocca 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
AFFLUENZA
APPELLO e CASTELLO. Alla par-
Gruppo amatori 2011-2012 | Gara Sociale | Coppa Gianni Brocca 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
porte! Quest’ultima (con febbri e malesseri
SCI DI FONDO ESCURSIONISMO - 29° CORSO
Gruppo Alpini Medale.
lej-Sils-Surlej, secondo la collauda-
to, Paola Monti
disponibilità a sorridere, forse anche
tevoli disagi dovuti a condizioni assai
totale, sono stati suddivisi in tre sotto-
sionismo del CAI Lecco, col proprio
un po’ dell’amichevole atmosfera...
2010/11
SECONDA PARTE Attività sulla neve
L’attività Scuola sci di fondo escur-
Così anche chi non c’era / partecipa
CONCLUSIONE DELLA STAGIONE
variabili di temperatura, con effetti di
Addestramento
appaiate per semplici ragioni di rima o
magini.
Come di consueto gli iscritti, 47 in
mento e amatoriale)
anzi con coppie di parole, liberamente
Paolo sorriderà con noi....
TEMPO (h.min.sec.) 0.55.49 1.00.54 1.07.58 1.10.29 1.11.44 1.13.37 1.14.13 1.15.11 1.16.15 1.23.46 1.24.24 1.35.24
stanno a mettersi in gioco e scorrere tranquilli, con i loro acciacchi, sui bianchi tracciati tra Surlej e Sils.... MORALE e PETTORALE. In ogni caso, su col morale! Indossare il numero di gara ci fa sorridere e sembra darci quella spinta in più per avviarci alla grande... ALLINEATI e ALLENATI. Tutti ben allineati per la partenza. Allenati, invece, forse non tutti alla stessa stregua, ma siamo qui, pronti... PRONTI e VIA! Sembra banale, ma invece si dice davvero proprio così! SOLE e SOLIDALI. Dapprima piuttosto rabbuiato ed ingrigito, il cielo di febbraio poi si apre e la gara si avvia sotto i buoni auspici del sole d’Engadina. Qui il gioco di parole è con il legame di solidarietà che scatta, quasi in contemporanea col cronometro, al
Sci di Fondo
45
congratulazioni da parte del Gruppo
mi invece hanno il loro clou trionfale
NEVE e SPAZZANEVE. Neve buona
Amatoriale. Ma è bello vedere che le
al momento delle premiazioni, più o
questa volta, con qualche durezza nel
cose nel Gruppo Fondo si possono
meno accompagnati da apprezza-
breve tratto di discesa nel bosco: me-
mescolare, come di fatto succede con
menti, hurrà e pacche sulle spalle.
glio in questo caso prendersela tran-
alcune coppie in gara (miste scuola-
CLASSIFICHE e GRATIFICHE. Gioia
quilla a spazzaneve...
amatori), accomunate dall’amor pei
e tormento dei concorrenti, le classifi-
monti e per la neve.
che vengono rese note in sede CAI a
momento del “Via”.
IRONIA e COMPAGNIA. Mai senza: l’una e l’altra sono componenti indi-
TRAGUARDI e RIGUARDI. Per chi
fine giornata. Riservano sempre qual-
spensabili a far della gara una bella
partecipa alla competizione, è un tra-
che sorpresa gratificante: sia per una
occasione di socialità, soprattutto per
guardo non solo quello della linea
imprevista performance (le combina-
i meno giovani del gruppo amatoriale.
d’arrivo finale, indipendentemente dal
zioni di coppie son fatte per questo!),
Ma sembra dimostrato che proprio la
tempo raggiunto: essere in gara è un
sia per la ricca dote-premi, costituita
pratica del fondo contribuisca allo svi-
traguardo di per sé, come lo è anche
non solo dalle più ambite coppe, ma
luppo di queste componenti.
quell’atteggiamento di attenzione e
da altri confortevoli e graditi accesso-
VOLENTI e VOLANTI. Ovvero: si
riguardo verso il compagno o la com-
ri, per il corpo e per la mente...
fa quel che si può! A volte la buona
pagna che gareggia al nostro fianco
volontà non basta a renderci veloci;
e con cui dobbiamo trovare il
e tuttavia, dicono gli istruttori, con un
giusto passo.
Alla prossima!
Foto Giovanni Bolis
SCIOLINE E TORTE DI MELE
Due giorni in pista tra Veneto e Trentino di Bianca Bodini
cupazione di godermi appieno questo
abbia una capienza tale da permettere
entre sto preparando lo
tempo, il panorama sempre incante-
a tutti i partecipanti di stare assieme:
zaino per la due giorni e
vole delle Dolomiti, la convivialità dei
l’Hotel Du Lac a Lavarone; hanno se-
controllando, in forno, la
compagni di corso e degli istruttori.
lezionato le piste più idonee anche in
M
torta di mele che condividerò con gli altri partecipanti, mi sorge spontanea
È un’occasione per rigenerarmi, divertendomi. Cosa volere di più?
base alla quantità di neve caduta, che questo inverno ha scarseggiato, ma
la considerazione che sono proprio
Trovo tutto pronto, perfettamente
che è arrivata puntuale qualche gior-
fortunata: ho la possibilità di trascor-
organizzato: gli istruttori e il presi-
no prima del nostro arrivo in Trentino,
rere un fine settimana
interamente
dente si sono preoccupati di sceglie-
regalandoci condizioni di innevamen-
dedicato a me, facendo ciò che mi
re un albergo che soddisfi i requisiti
to ideali, con piste bellissime.
appassiona: sciare, con la sola preoc-
di economicità e piacevolezza, e che
Sabato 11 febbraio abbiamo sciato al centro di fondo passo Lavazè, in val di Fiemme, mentre domenica 12 feb-
ULTIMI E PENULTIMI. Oh,
braio ci siamo spostati al centro del
IMPEGNO e SOSTEGNO. E’ questo
ma non importa! Tutti quel-
fondo di Millegrobbe nel comprenso-
in fondo il ruolo delle coppie, e la vera
li che han partecipato sono
rio di Lavarone, Levico, Luserna, con
posta in gioco. Impegnarsi e soste-
‘”dei nostri”.
piste che scorrono tra ampi spazi
buon allenamento....
aperti e abetaie.
nersi a vicenda è il piccolo traguardo
SAGGI e ASSAGGI. Ossia
comune che ci poniamo con questa
i saggi di bravura di alcuni
Quella della due giorni è davvero
prova sulla neve....
gareggianti, ma a questi ci
un’esperienza importante, scandita da
CLASSICA e ROCK. Obbligatorio
piace accostare le prove di
riti ormai immancabili come sabato
attenersi in gara alla tecnica classica
gastronomia di amiche/ami-
mattina, sul pullman, il momento della
del passo alternato, ma nell’insieme
ci fondisti: e qualcuno di loro
dichiarazione della suddivisione delle
fare fondo è anche “molto rock”! E
(Luisa, per esempio) ha così
persone nelle varie camere, o la con-
poi qualche svarione rockettaro qua e
voluto ‘compensare’ la forza-
divisione, la domenica pomeriggio, dei
là è tollerato, magari appena tagliato il
ta assenza dalla gara.
dolci e delle bevande che ogni parte-
ONORI ed ONERI. Gli one-
cipante si è preoccupato di portare. La
ARRIVI e SORRISI. A parte forse
ri organizzativi sono come
finalità non è solo quella di migliorare
qualche sbuffo di stanchezza che ci
sempre a carico del coordi-
e perfezionare la tecnica dello sci, ma
lasciamo sfuggire, all’arrivo non si può
natore e dei responsabili del
anche quella di creare le condizioni
che rispondere sorridendo all’imman-
Gruppo Fondo: i primi onori
migliori per trascorrere due giorni in-
cabile “Bravi, dai!” di Giacomo o di
spettano quindi senz’altro a
sieme, in un clima di convivialità e di
Stefano che ci accolgono.
loro, ma in seconda battu-
gioia, perché l’attenzione non è solo
VINCITORI e AMATORI. Anche
ta anche ai concorrenti, che
per il lato atletico di ognuno di noi ma
quest’anno, la coppia vincente pro-
cercano pur sempre di farsi
anche per quello umano.
viene dalle fila dei corsisti più collau-
onore...
traguardo, tanto per festeggiare....
dati della Scuola, e merita le più vive
Arrivederci all’anno prossimo!
BATTIMANI e FREDDOAI-PIEDI. Il secondo è dif-
46
Sci di Fondo
fuso generalmente sulla linea di partenza, in specie tra le partecipanti femminili. I pri-
Sci di Fondo
47
NELLE ALPI AURINE
Il “buco di bel tempo” benedice i fondisti di Raimondo Brivio
S
onnecchiando sul vecchio e scricchiolante pullman, surriscaldato o freddo a secondo
di dove siedi, mi sovviene la “rozza
giubilata”* , ripiego bramato da Antonio Stoppani la sera del 16 settembre 1871 per rimontare la valle del Cordevole da Belluno ad Agordo ed essere di buonora il dì seguente alla festa del Club Alpino Italiano. Fortuna vuole che il nostro “Automedonte”, il bravo Abbondio, sia un cocchiere ben sveglio e non “un vetturino fossile…bianco
di pelo, grinzuto, curvo sotto la soma degli anni” simile a quello in cui ebbe la ventura di incappare il nostro abate. Stiamo discendendo le valli della Rienza e dell’Adige dopo una felice vacanza, la tradizionale “tre giorni” con gli sci di fondo sulle nevi pusteresi e della Val di Vizze, nei giorni 27-29 gennaio 2012. Anche quest’anno la buona stella di Stefano Vimercati ebbe l’occasione di sfavillare in un lungo dribbling fra le * Cavallo, dall’altotedesco “Ross”, malconcio e pieno di magagne, esentato dal servizio lungamente sostenuto.
molte insidie tese da un clima oltre-
cure Tremonti prima e Monti dopo,
modo bizzarro. Scansato l’anomalo
hanno talmente inciso sui borsellini
caldo della prima quindicina di gen-
che i singoli e le famiglie devono, giu-
naio, la neve, arrivata scarsa e tardissi-
stamente, dare la precedenza a spese
mo ma in misura sufficiente, permase
meno voluttuarie? Persino sulle piste
ben conservata; la perturbazione che
engadinesi quest’anno incontrammo
imperversò in quei giorni sulle Alpi,
pochissimi sciatori, svizzeri compresi.
curiosamente ci girò al largo; infine il
A me piacciono gli ambienti non af-
gelo siberiano sopraggiunse quando
follati, ma risulta lampante che qual-
eravamo già nelle nostre case. Per la
cosa è cambiato nel divertimentificio
serie: aiutati che il ciel ti aiuta.
edificato negli ultimi decenni. Se così
Se si dice che l’albergo era buono, il
fosse mi pare evidente sia necessa-
cibo pure, l’organizzazione perfetta e
rio ripensare scelte macroeconomiche
accurata fin nei dettagli, gli accompa-
che parevano inarrestabili e vincenti;
gnatori attenti, precisi e cortesi, le piste
e, forse non è un male, il futuro richie-
altoatesine ben tenute e gli ambienti
derà maggior sobrietà.
montani molto belli: beh, cosa pretendere di più dalla vita?
Paradossalmente potrebbe essere il momento di un associazionismo come
L’albergo che ci ospita è situato fra
il nostro. Proponendo forme sportive
i meli, su di un ampio tavoliere more-
di gruppo, in primo luogo si socializza
nico a mezzacosta, poco sopra Bres-
e, cosa non da poco, si spende meno.
sanone. A marzo con la fioritura do-
“Cogliere l’attimo”; è una sfida de-
vrebbe essere una maraviglia.
gli anni a venire per il CAI, la sezione
A latere alcune brevi considerazioni.
e i suoi dirigenti: da affrontare fin da
Tre giorni, tre differenti località: oltre ai
subito. Sapersi vendere valorizzando il
nostri due pullman, altre presenze vi-
retaggio culturale di 150 anni di so-
cino a zero. Fra le pratiche sportive lo
dalizio.
sci di fondo sta precipitando soppian-
Mi pare d’essere il vecchio zio che
tato da nuove attività, tipo le racchet-
sempre trova qualche morale da fare:
te da neve, o c’è dell’altro? Oppure, le
sarà l’età o sono gli ultimi sprazzi di
1. Bressanone: scorcio di piazza Duomo con l’austera facciata della chiesa di San Michele; 2. Riva di Tures: spettacolari cime delle Vedrette di Ries;
ti Pallidi, sono tracciati in una piccola
le Isarco. Vecchia conoscenza estiva,
conca di circa un chilometro paesag-
la rivedo per la prima volta in veste
gisticamente notevole, ma che manca
invernale; era facilmente intuibile che
Imboccata la lunghissima Valle Au-
dei grandi spazi che fanno dello sci
fosse perfetta per il fondo, ma la realtà
rina chiusa a nord dalla Vetta d’Italia,
di fondo uno sport di grande impat-
supera le aspettative. Il freddo bestia
a Campo Tures svoltiamo per salire a
to emozionale. E anche oggi in barba
pietrifica sulle labbra gli esclamati-
Riva di Tures. Per me è un salto indie-
al Bernacca di turno (chi ha meno di
vi “oh che bello!”. La gentile signora
tro di una ventina d’anni, un frugare fra
cinquant’anni questa non la capisce)
del centro di fondo ci assicura che se
i ricordi, ora sfocati, di una pista piut-
scendiamo a valle con un cielo splen-
pazientassimo un paio d’ore il sole ri-
tosto tecnica. L’ambiente è veramente
dente. Tutt’attorno piove o nevica.
scalderebbe ben bene la valle. Grazie,
lucidità? Mah… Fine della digressione. Torniamo a sciare.
meine liebe Frau! Sciolina verde per
bello: alla nostra destra si stagliano le
Una breve visita alla città di Bres-
Vedrette di Ries che ci separano dalla
sanone concede spazio ai turisti e ai
Valle di Anterselva, dove chiudemmo
cultori di storia ed arte. E’ sabato e
Qualche strappo, belle discese, fuo-
la “tre giorni” lo scorso anno. Chi non
nella chiesa parrocchiale di San Mi-
ri e dentro per il bosco, giri attor-
vuol faticare troppo resta sui pianori;
chele si celebra la messa vespertina.
no alle rade malghe; ci sono tutti gli
chi osa un po’ di più, si addentra nel
Era stata preannunciata una “messet-
ingredienti per soddisfare i palati più
solco vallivo affrontando i divertenti
ta” in lingua italiana di una mezzora.
esigenti. Con una punta di rammari-
saliscendi. Alla fine mettiamo in crisi i
La chiesa è piena, il grande e possente
co rieccoci al punto di partenza: “ma
gestori del ristoro che si ritrovano un
organo introduce l’ingresso dei ce-
come, la ventina di km è già finita?”.
gruppone di affamati e assetati dieci
lebranti. Il coro canta un bell’inno in
Questi sono i casi in cui la qualità fa
volte superiore alle loro aspettative.
ladino. Festeggiano un santo locale di
premio sulla quantità.
-10°/-30° e via.
Oggi è andata bene, abbiamo schi-
questo antico ceppo linguistico e la
I telefonini gracchiano: “a casa pio-
vato il brutto tempo, ma, secondo le
solenne messa è quasi un pontificale.
ve; a Lecco nevica”. E noi lassù, an-
previsioni, domani non sarà così.
Interessante l’uso alternato del tede-
che oggi nella solare luminosità delle
sconfina-
sco e del ladino, con qualche momen-
Alpi Aurine. Che al professor Monti
mento nelle Dolomiti con cambio di
to anche in italiano: mi è sembrato un
sia riuscito addirittura il miracolo di
programma. Lo scarso innevamento
ottimo esercizio di rispetto per le di-
spostare il famoso “buco di bel tempo”
sconsiglia la valle che da San Vigilio
versità e un’educazione alla conviven-
da Scuol a Bressanone? Se così fosse
di Marebbe adduce al Rifugio Pederù;
za e alla comprensione fra differenti
sono quasi sicuro che la Svizzera ci
peccato, perché è forse il più bell’iti-
culture.
dichiarerebbe guerra.
Il
giorno
successivo
nerario della Pusteria. L’appuntamento
La domenica cambiamo zona. A
Come faranno i nostri capi a fare di
è rinviato ad altra occasione. Andiamo
Vipiteno ci infiliamo nella Val di Viz-
meglio l’anno che verrà? Sarà l’anno
ad Armentarola, in Val Badia. I perfet-
ze, accesso principale ai 3.510 metri
del trentesimo e qualcosa occorrerà
ti anellini di questo angolo vicino al
dell’imponente massiccio del Gran Pi-
pure inventarsi.
Passo Falzarego, nel cuore dei Mon-
lastro: è una delle gemme della Val-
Le foto sono di Chiara Spinelli
3. Val Badia: Torrioni dolomitici sovrastano l’accesso al Centro di fondo di Armentarola; 4. In solitudine nell’abetaia della Val di Vizze
UNA SETTIMANA VERDE
Il GEO alla scoperta della regione di Macon
del gruppo GEO
L
e premesse risalgono all’ot-
obiettivi tra questa associazione ed
sessore del comune di Mâcon inca-
tobre del 2010 quando al-
il GEO.
ricata delle relazioni internazionali, di
cuni membri del GEO furo-
Si incominciò a ipotizzare che i
Bernad Combier, presidente del GRS
no invitati dalla professoressa Elda
soci del GEO potessero trascorrere
e di François Sauzet, presidente del
Cattaneo, presidente del Comitato di
la settimana che normalmente pro-
Comitato di Gemellaggio di Mâcon le
Gemellaggio di Lecco, a rappresen-
grammano tra maggio e giugno di
ipotesi si concretizzarono in un pro-
tare la città di Lecco alla “Semaine
ogni anno (la Settimana Verde) or-
gramma, e 38 soci del GEO partiro-
Bleu” di Mâcon, settimana di gare e
ganizzando escursioni nei dintorni
no di buon’ora il 15 maggio 2011 per
manifestazioni dedicate ai “senio-
di Mâcon.
trascorrere una settimana a Mâcon.
res”. Fu l’occasione per conoscere
Marcello Sellari, presidente del
Daniel Lefranc del GRS era stato il
il GRS (associazione dei pensionati
GEO, mantenne i contatti e sotto gli
nostro punto di riferimento per or-
sportivi) e trovare subito affinità di
auspici di Marie-Paule Cervos, as-
ganizzare il nostro soggiorno e lo
ed il GEO e discorsi di ringraziamen-
da M. Coudert vice-presidente del
accolti come amici e coccolati per
to che non sono più di circostan-
Comitato di Gemellaggio e delegato
un’intera settimana.
za, ma vero scambio di impressioni
per Lecco, da M. Ceddia vice-presi-
Abbiamo conosciuto una splendi-
tra amici. Il presidente del GEO per
dente del Comitato di Gemellaggio
da regione e un gruppo attivo, alle-
rinsaldare l’amicizia invita il GRS a
delegato per la città di Egger, e ov-
gro, con il quale abbiamo trascorso
venire a Lecco quanto prima. Segue
viamente da tutta la squadra del GRS
delle splendide giornate. Eravamo
una cena-spettacolo organizzata
guidata dal suo presidente Bernard
sempre circondati da gente premu-
ancora una volta dalle gentile signo-
Combier. Il pomeriggio escursione
rosa che ci faceva da guida, che si
re del GRS, animata da danze e canti.
al castello Cormatin del XVII secolo,
è ingegnata a descrivere in italiano
Venerdì 20 siamo dapprima og-
celebre per avere il più fastoso de-
quanto vedevamo, pronta ad aiu-
getto di una lezione di tiro con l’ar-
gli appartamenti dipinti dell’epoca di
tarci in qualunque circostanza, che
co dove, con un po’ di fortuna, riu-
Luigi XIII.
soprattutto ci ha accolto con affet-
sciamo anche a fare qualche centro.
Sabato mattina dopo una passeg-
to ed amicizia a dimostrazione che i
Segue poi un ricevimento ufficiale in
giata lungo le rive della Saône salu-
pregiudizi tra popoli diversi esistono
Comune dove siamo accolti da Ma-
tiamo i nostri ospiti, dei quali oramai
solo quando li si dibatte sulla carta,
rie-Paule Cervos in rappresentanza
siamo diventati amici, e dopo un ve-
ma spariscono quando ci si incontra
del sindaco Jean Patrick Courtois, da
loce spuntino in un ristorante sulle
di persona.
Annick Blanchard delegata del co-
rive del fiume, ripartiamo per Lecco.
mune per le associazioni “senior”,
Siamo tutti soddisfatti. Siamo stati
L’ALTRO GEO
Vetta Roche de Solutrè
sarebbe stato anche durante tutta
di Cluny. La storia ed i monumenti
di Fourvier, splendido punto pano-
la settimana. Eravamo convinti che
ci sono stati illustrati con trasporto
ramico, alla fine rendono anche la
saremmo stati ben accolti, ma siamo
da Jean Marc Marechal studioso del
giornata “distensiva” faticosa, ed è
restati estasiati di fronte alle manife-
luogo e grande appassionato d’arte.
con vero piacere che ci sediamo
stazioni di amicizia di cui siamo stati
Martedì 17 dopo una visita di
ai tavoli della rinomata Brasserie
oggetto e al numero di persone che
Mâcon, escursione a Berze le Chatel.
George per gustare una meritata
si è occupato di noi affinché tutto
E qui quanti, viste le modeste quote
cena tipicamente francese.
quanto era stato previsto si svol-
delle colline di Mâcon (quota mas-
Giovedì 19 escursione alla Roche
gesse nel migliore dei modi.
sima raggiunta. 493 metri), aveva-
de Solutrè, celebre per le vestigia ri-
Nella pista vicina si sta svolgendo una
Già all’ arrivo siamo stati accolti
no sottovalutato le passeggiate, si
salenti all’età della pietra trovate ai
gara di slalom gigante. Vicino ad ogni
nella sede del GRS, addobbata con
accorgono che percorsi di 12 e più
suoi piedi. Si parte con una leggera
porta c’è una persona che grida ad
le bandiere francese e italiana, at-
km su e giù per le colline richiedono
pioggerellina che poi lascerà il posto
alta voce il numero della porta. Guardo
tesi dai rappresentanti del comune
altrettanto impegno che una salita
al sole, ma serve a farci conoscere
meglio: i concorrenti che scendono
e delle varie associazioni e da un
sulle nostre montagne.
il proverbio “la pluie du matin n’ar-
veloci sono non vedenti. Guardo an-
L’impegno nel volontariato dei “soci d’oro” di Marcello Sellari
U
no uno uno, due due due, tre tre tre… Sono in una località di sport invernali e sto sciando
quando sento questo strano ritornello.
principesco buffet di specialità locali
Il 18 giornata distensiva. Mattinata
rête pas le pèlerin”. La roccia si erge
cora e vedo il mio amico A. del GEO.
preparato per noi dalle gentili signo-
dedicata a imparare danze folclori-
solitaria ammantata di splendidi vi-
Scopro che da anni dedica le sue do-
re del GRS.
stiche ed il pomeriggio turisti a Lio-
gneti che ci invogliano a visitare una
meniche ad accompagnare sulle piste
Il lunedì 16 maggio un’ escursio-
ne. La città vecchia è praticamente
cantina dei dintorni. Degustazione di
innevate sciatori non vedenti.
ne attraverso boschi e villaggi tipici
un museo dell’arte rinascimentale
vini rossi e bianchi. Al ritorno il pul-
Organizzo una riunione; la riunione
ci ha condotto a Vaux-Jalogny e da
italiana. Caratteristici sono i tra-
lman è un po’ allegro e il suo baga-
si protrae oltre l’orario prestabilito. L’A.
qui alla famosa abbazia e villaggio
boule che permettono di passare
gliaio appesantito di bottiglie desti-
freme, poi mi dice che assolutamente
da una via all’altra attraversando i
nate ad essere gustate con gli amici
ci deve lasciare. Scopro che tutte le
cortili di diverse case abitate. I chi-
rimasti a Lecco.
sere va all’ Airoldi e Muzzi per dare
52
Gruppo Età d’Oro
lometri percorsi per la visita della
Alla sera aperitivo nel nostro al-
città coronati dalla salita alla collina
bergo con scambio di doni tra il GRS
una mano a imboccare gli anziani inabili.
Il parco di una villa all’Alpe del Vi-
all’ACMT, organizzazione che segue
ceré. Io ed altri invitati siamo condotti
con cure palliative i malati terminali.
per mano lungo un percorso con finti
C’è chi si è assunto l’onere di gesti-
laghetti, qualche scaletta, un sentiero
re la mensa dei poveri con tecniche
attrezzato, passaggi obbligati. La mia
imprenditoriali: i risultati sono sotto gli
guida è tutta felice e sorride. È un di-
occhi di tutti. Di tanto in tanto il no-
versamente abile, orgoglioso perché è
stro coro canta per (e fa cantare) gli
convinto che senza di lui mi sarei tro-
inquilini di qualche casa di riposo per
vato in difficoltà. Scopro che un grup-
anziani.
po di amici del GEO dedica un giorno
Questo e altro ho scoperto, dico “ho
della settimana per far passare una
scoperto”, perché un’ altra caratteri-
giornata diversa all’aria aperta a questi
stica dei miei amici del GEO è che non
nostri fratelli meno fortunati di noi.
menano vanto di queste loro attività,
Avete visto come sono ben ricoperti
anzi tendono a tenerle nascoste.
i libri della Biblioteca Comunale di Lec-
Mi è parso giusto pertanto parlarne
co? Bene, un volontario del GEO ha
un po’: il GEO non è solo escursioni e
dedicato per anni un pomeriggio alla
pranzi in trattoria.
settimana a questo lavoro. Abbiamo poi volontari dell’AVO che danno assistenza a chi si reca al pronto soccorso del nostro ospedale. C’è chi offre parte del proprio tempo
Gruppo Età d’Oro
53
FIUMELATTE, QUOTA MENO 92
Nelle viscere di Mamma Terra
di Luigi Casati
Tribolo un poco a superare alcu-
dello svolgi sagola
ni passaggi, dopo i quali lascio una
arriva al suo ulti-
bombola da sette litri d’ossigeno, poi,
mo giro: 234 metri
seguendo il filo d’Arianna, raggiun-
totali
go il primo pozzetto e scendo. Tutto
del sifone cioè 34
dall’ingresso
come quello di allora, l’amico Tiziano,
vinco che potrò passare anche con il
il materiale che ho con me mi limita
metri in più dell’ul-
iumelatte è la grotta che ha dato
frequentatore assiduo e osservatore
reb. Scendo giù e vedo iniziare la gal-
notevolmente, sbatto ovunque duran-
tima volta e una
il via alla mia passione per la
all’erta dei livelli dei sifoni della grotta,
leria di dimensioni più ampie. La vo-
te la discesa. Nonostante stia usando
profondità massima
speleologia subacquea quando,
mi chiama e mi avverte che i livelli si
glia di continuare mi assale ma il buon
il reb quindi non emetta bolle d’aria, il
portata da -62 a
quasi per caso, nel 1986 ho assistito
sono di nuovo abbassati quasi come
senso mi suggerisce che sono troppo
fango depositato sulle pareti si smuo-
-71. Tra una nuvola
all’immersione di Patrik Deriaz in un
nel passato anno di grazia.
profondo per pensare di far strada con
ve e riduce notevolmente la visibilità.
d’argilla e l’altra, ri-
F
suo sifone. Lì poi ho visto una secon-
Avevo programmato di prender-
due piccole bombole, perciò fisso il filo
Il raffreddore che da qualche mese mi
torno indietro: rag-
da immersione, di Jean Jacques Bolanz,
mi una pausa di qualche mese per
e torno indietro scongiurando che il
perseguita è problematico e i miei seni
giungo la fine del-
che sarebbe in seguito diventato il mio
rimettere in assetto il mio fisico, ma
tempo meteo mi sia favorevole nei
paranasali non ne vogliono sapere di
la galleria e prima
tutor, guida e amico nelle immersioni
la telefonata ha l’effetto dell’accensio-
prossimi giorni.
equilibrarsi: sono costretto a fermarmi
di oltrepassare la
e nella vita. E lì, dopo brevissimo tem-
ne di una miccia che funziona a lenta
8 febbraio
o a rallentare la discesa. A -21 metri
strettoia, lascio una
po dall’inizio della mia attività speleo
combustione. Si decide per il giorno
Il cielo è rimasto sereno, la tempe-
lascio la bombola di triox 50 per cen-
delle due bombo-
subacquea, mi sono immerso anch’io.
28 di fare un sopralluogo. Mi immer-
ratura freddissima, perciò è giusto se-
to – 20 per cento. Finalmente sono
le da 12 litri. Salire
Come sempre accade, nel momento
gerò per rielaborare il ricordo delle
guire le indicazioni della sorte e dare
più snello e filante, almeno fino all’ulti-
nell’acqua marrone
in cui si cerca di ricordare, ci si accorge
strettoie e dei passaggi. Porto un bibo
un altro colpetto alla conoscenza di
mo pozzetto a -30 dove sgancio di
di fango fra le due
di quanto tempo sia trascorso e come
da sette litri, una muta leggera. I vo-
Fiumelatte. Alle cinque della sera, un
nuovo le due bombole da 12 per poter
fratture di forma
“l’appena ieri” è un po’ più lontano e la
lonterosi portatori sono numerosi e
tramonto romantico, pieno di sugge-
passare. Quando finisce il filo nuovo
ellittica non è così
memoria opacizza le immagini che ci
in breve raggiungiamo il “mio” sifone.
stivi riflessi arancioni, nelle acque lisce
steso la scorsa volta, sono avvolto
divertente e, in alcuni
la luce brillante della mattina avanzata
si aspettava rimanessero nitide.
Sono in una fase di pigrizia acuta,
del lago, assiste alla preparazione dei
dalla nuvola fangosa che mi stava in-
punti, a fatica trovo il punto ideale con
fa dileguare il rosato, quasi malinco-
Allora l’immersione la eseguii in
anzi acutissima e, sul bordo del la-
sacchi con bombole, erogatori, rebre-
seguendo; attacco lo svolgi sagola e
lo spazio per passare. Mi avvicino alla
nico, ricordo del tramonto dell’ultima
circuito aperto e il gas che respiravo
ghetto, esprimo ai prodi speleo che
ather, da trasportare nel buio asso-
continuo la progressione per una de-
superficie lentamente, osservando che
volta. La luminosità infonde energia e
era semplice aria. Il sifone scendeva
mi hanno aiutato, il rammarico di non
luto della grotta. L’arrivo degli ultimi
cina di metri finché intravedo quella
lo shearwater mi indica una decom-
anche se un po’ in ritardo sulla tabella
con passaggi anche stretti, quasi im-
essere vicino al fuoco del caminetto
volonterosi permette di portare tutto
strettoia, l’ultima che ricordavo di aver
pressione diversa da quella del VR3,
di marcia prevista, tutto è già pronto,
praticabili con i bibo sulla schiena, per
sorseggiando un tè invece di essere
all’ingresso in un viaggio solo. Diamo
superato anni fa e il cui profilo mi è
più consona ai canoni attuali, ma si-
compreso l’entusiasmo dei portato-
quanto me ne possa ricordare, e la
lì. Mi preparo poco convinto, supero
l’addio alle stelle già accese e alla neve
rimasto stampato nella memoria. Tro-
mile nel tempo totale. Dopo 75 minuti
ri. In breve, il materiale necessario è
galleria scendeva e proseguiva ad una
il laghetto, risalgo una piccola cengia,
scricchiolante sotto i piedi e ci infilia-
vo pezzi del mio “antico” filo, mentre
riemergo dall’acqua in un punto dif-
trasportato alla bocca del tenebroso
profondità media di circa -60 metri.
supero altri 6-7 metri in una frattura
mo all’interno in direzione del sifone,
proseguo in una galleria non troppo
ferente meno stretto, ma più fangoso.
“antro” e da lì al sifone. Comodamen-
L’esplorazione fu interrotta dalle piog-
verticale non molto larga ed eccomi
percorso alto.
grande che però, a tratti, permette un
Si organizza il trasporto del materiale
te seduto, sono veloce nel sistemare
ge e da allora non rimase altro che at-
in acqua. Cacciando la testa sotto la
La mia intenzione è di predisporre
comodo passaggio. Ancora 100 metri
che deve essere rigenerato e in breve
le attrezzature che sono già parzial-
tendere un periodo di secca altrettan-
superficie e riscoprendo la galleria già
per l’esplorazione di punta del pros-
di galleria a -60 dove posso osser-
tempo stavolta. Alle 00.30 ci ritrovia-
mente assemblate. Mentre qualcuno,
to notevole, per poter continuare con
nota con una visibilità stupenda, il mio
simo sabato e quindi dovrò collocare
vare il punto finale della mia vecchia
mo sulla riva del lago illuminato dalla
giustamente, sgranocchia la sua me-
il minimo delle penalizzazioni causate
umore cambia completamente e s’in-
tutte le bombole di emergenza in ac-
esplorazione con il filo annodato an-
luce limpida della luna.
renda, io mi colloco a bagnomaria nel-
dalla profondità.
nescano finalmente nella mia testa i
qua. Si arriva con tutta calma al sifo-
cora lì.
28 gennaio
fuochi artificiali dello spirito esplora-
ne facilitati dalle corde fissate lungo i
Allora avevo usato quattro bombole
Il materiale infangato dell’esplora-
Carlo, che con la muta umida, sem-
Quest’anno, mentre il pensiero si
tivo. L’adrenalina va a mille. Avanzo
pozzetti. Appoggiato scomodamente
da dieci litri, due delle quali caricate
zione di mercoledì non sono riuscito a
bra uno speleosub di antica memoria,
era molto allontanato dall’idea di po-
veloce con il piccolo bibo nella galle-
alle rocce ho bisogno di allestire un
con una giclette con il 15 per cento di
pulirlo alla perfezione. Le temperature
è pronto a scattare qualche foto nella
ter ritrovare un periodo favorevole
ria a frattura verticale, poi di nuovo in
po’ di cose, dal reb, completamente
elio, scelta azzardata alla luce dell’at-
di questi giorni non mi hanno certo
parte iniziale del sifone. Mentre pro-
una galleria non grande ma nemmeno
smontato per il trasporto, agli eroga-
tuale esperienza, che consiste nell’uso
agevolato: in cortile infatti, c’è una la-
troppo piccola; eccomi sulla frattura
tori sulle bombole, alle luci sul casco,
delle miscele. La galleria si restringe e
stra di ghiaccio e l’acqua del rubinetto
che porta a -46 metri. Ricordo che è
cosicché, quando entro in acqua, sono
perciò sgancio una delle due bombole
esterno è gelata. Pazienza, mi accon-
la più stretta, ma rivedendola mi con-
le 22.
e proseguo finché il filo sul rocchetto
tenterò. Arrivo al parcheggio mentre
54
Speleologia
Si avanza nella grotta (foto Mario Comi)
11 febbraio
la pozza, per terminare la vestizione.
Speleologia
55
Progressione nella galleria (foto Carlo Venezia)
Prima immersione di ricognizione (foto Mario Comi)
cediamo di qualche metro, mi accorgo
una da 12 e una 10 oltre al reb che
fuori dall’acqua nella parte più comoda
che con lui davanti, l’acqua s’intorbi-
ha un bel buco sul sacco di espira-
anche se più fangosa.
disce perché, quando si volta nel pic-
zione. Dopo 20 metri orizzontali, vedo
Si torna, mentre per l’ora, le sei del
colo spazio accessibile, solleva nuvole
un’ennesima frattura che scende; a un
pomeriggio, e per la pioviggine, fuori
d’argilla; gli faccio cenno di lasciarmi
certo punto questa si allarga ma poi,
dalla grotta è buio, fosco, malinconi-
passare davanti, anche se così sarà
di fronte a me, c’é un’ulteriore strettoia
co. I nostri animi invece sono sere-
costretto a scattare foto soprattutto
che nel suo punto più largo, mi obbliga
ni e soddisfatti, anche se la stagione
del mio “mandolino” che, a causa della
a incunearmi tra le due rocce. Dopo
invernale che sta finendo, il prossi-
mia età e della muta che lo riveste, in
averla superata, strisciando, posso solo
mo scioglimento delle nevi in quo-
fotografia avrà l’aspetto di uno sca-
continuare per una decina di metri
ta e il tempo che mi occorre ancora
tolone.
perché una nuova strettoia obliqua,
per rimettermi in piena forma, non mi
Arriviamo alla prima frattura, dove
alta circa 40 centimetri mi impedisce
consentiranno a breve, di riprovarci.
Carlo si ferma, mentre io continuo
il passaggio con la configurazione che
Lo scioglimento delle nevi farà rialza-
verso la galleria sul fondo. Ritrovo la
ho adottato cioè con il reb sulle spal-
re il livello del sifone, e forse ancora
bombola da 12 litri che avevo lasciato
le. Sono trascorsi 35 minuti dalla mia
un po’ di anni trascorreranno prima di
mercoledì e avanzo verso lo scono-
partenza: la profondità massima ora
recuperare quelle condizioni favore-
sciuto. Ora che non devo tirare il filo,
è di -92, la distanza dall’ingresso del
voli che in questo breve arco di gior-
mi posso guardare in giro; non stimo
sifone è di 280 m e la temperatura
ni mi hanno concesso di sfrugugliare
di essere molto allenato anzi, credo di
dell’acqua è di 9/10 °C. Per riuscire
nella pancia di mamma Terra.
essere solo al 50 per cento delle mie
a infilarsi in questa strettoia, sarebbe
possibilità. Stimo di avere la velocità di
necessario avere una configurazione
Un grazie particolare ai partecipanti
una tartaruga. Avrei potuto utilizzare
con le bombole all’inglese per ottenere
(sperando di non essermi dimenti-
un propulsore Zeuxo, ma la ristrettez-
un minore ingombro. Rientro tranquil-
cato di nessuno...): Andrea Forni -
za dello spazio, prima di raggiungere
lamente recuperando di volta in volta,
Beatrice Dell’Oro - Carlo Civillini -
la galleria sul fondo e la previsione di
le bombole di sicurezza e superando
Carlo Venezia - Claudio Carnello -
accessi angusti, mi ha convinto a ri-
di nuovo i vari restringimenti lungo il
Cristina Rainero - Davide Corengia
mandarne l’opportunità. Voilà lo svol-
percorso.
- Elena Marelli - Emanuele Citterio -
gi sagola in bella mostra: sono a -71
Riemergo dopo 83 minuti, con Carlo
Fabrizio Spreafico - Federica Cattani
metri e qui lascio una bombola da 12
che, essendo quasi pronto per scen-
- Francesco di Vita - Giorgio Argen-
litri per avanzare con due bombole,
dere a verificare la mia deco, quan-
tieri - Luca Fachera - Luca Triacchini
do mi vede riemergere, è pronto ad
- Mario Comi - Marzio Merozzi - Mi-
aiutarmi a far passare fuori dal sifone
chele Gnecchi -Paola Cestari - Paolo
dalla parte stretta, ma decisamente più
Cesana - Pierluigi Gandola - Stefano
pulita, tutte le bombole cioè le due da
Gallingani - Tiziano Manzi - Virginia
7 litri, una da 10 e due da 12. Sguscio
Mandracchia.
56
Speleologia
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Partita Iva 00210750139 - Capitale sociale 300.000 i.v. REA Lecco N° 69916 - Reg. Imp. Lecco N° 00210750139
IL 24 GIUGNO TUTTI A BOBBIO
Al rifugio Lecco il raduno annuale del CAI
I
di Andrea Spreafico
l consiglio direttivo, facendo se-
simpatizzanti ed appassionati di mon-
la possibilità di praticare gratuitamen-
guito alla buona riuscita del ra-
tagna di avvicinarsi e di frequentare
te una serie di attività che si svolge-
duno svoltosi lo scorso 10 luglio,
– in sicurezza – il nostro ambiente al-
ranno nei pressi del rifugio.
ha inteso trasformare tale evento in
pino, secondo la cultura e le tradizioni
un’iniziativa a cadenza annuale, da
del nostro Club.
organizzarsi in occasione dell’ultima
La gestione di tutte le attività (escursionismo, arrampicata su roccia
La partecipazione al raduno è infatti,
e itinerari lungo le vie ferrate) verrà
come lo scorso anno, aperta a tutti. Il
affidata agli accompagnatori ed agli
Dalla prossima edizione del 24 giu-
programma prevede la salita al rifugio
istruttori della sezione nonché alle
gno 2012, pertanto, il raduno diverrà
“Lecco” ai Piani di Bobbio con parten-
guide alpine del gruppo Ragni della
il principale appuntamento per i soci
za dai piazzali delle funivie di Barzio e
Grignetta. Dei servizi di ristorazione
della sezione e permetterà a tutti i
di Moggio. I partecipanti avranno poi
si occuperà invece Andrea Rupani,
domenica del mese di giugno.
noto gestore del rifugio “Lecco”, che www.df-sportspecialist.it
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UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE.
quest’anno ci delizierà con un menù dedicato alle specialità enogastronomiche valsassinesi. Dalla presente edizione, la manifestazione sarà inserita nel calendario del “Festival delle Alpi di Lombardia” (il più grande evento turistico, culturale, naturalistico e mediatico organizzato sulle Alpi lombarde), organizzato
GIACCA SOFTSHELL
€ 69.90 TESSUTO CON ELASTICITA’. FISSAGGIO ESTERNO IDROREPELLENTE E RETE ACCOPPIATA INTERNA PER FAVORIRE LA TRASPIRAZIONE. CAPO ANTIVENTO E TRASPIRANTE CON AMPIA LIBERTA’ DI MOVIMENTI IDEALE PER ALPINISMO, SCI ALPINISMO, TREKKING
dall’Associazione culturale “Montagna Italia” e dal Club Alpino Italiano - Regione Lombardia con il patrocinio di numerosissimi Enti pubblici (tra cui UNESCO, Commissione Europea, Ministero dell’Ambiente, ERSAF della Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Provincia di Brescia). Siete tutti invitati a partecipare e a
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€ 39.90 PICCOLO ZAINO DALLE GRANDI PRESTAZIONI, AMPIA TASCA IN LICRA ANTERIORE + 2 TASCHE IN RETE LATERALI, 2 AMPI VANI CON CHIUSURA A CERNIERA, PORTA BASTONCINI E PICOZZA, SCHIENALE A CONTATTO CON MESCH ANTISUDORE
far partecipare i vostri famigliari, amici e conoscenti.
2a CAMMINATA SUL SENTIERO ROTARY Domenica 3 giugno 2012
Camminata non competitiva da Versasio al Castello dell’Innominato fino a Vercurago organizzata da Rotary Club Lecco e CAI sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Per informazioni : Sede Cai Lecco via Papa Giovanni XXIII, 11 martedì e venerdì ore 20.30-22.30 Ufficio Informazioni turistiche: Lecco via Sauro 9-12.30 e 14.30-18
RECENSIONI DALLA GRIGNA ALLA PATAGONIA di Annibale Rota
Più che un libro è un album di splendide immagini. A parte l’introduzione iniziale, da leggere ci sono solo le didascalie delle fotografie e, alla fine del libro, tre pagine di una biografia essenziale di Casimiro, curata da Alberto Benini. A dieci anni dalla sua scomparsa gli amici dell’estancia di Punta del Lago hanno deciso di ricordare il grande alpinista lecchese con pochissime parole e tante immagini. Fotografie scattate durante i loro viaggi in Patagonia, su percorsi facili e meno facili, in luoghi che per il Miro “avevano un significato particolare e che si possono definire (forse) i suoi ultimi sogni”. Sono più di cento queste fotografie e mostrano un po’ tutta la Patagonia di Casimiro Ferrari: dagli ambienti in cui è vissuto ed ha lavorato, alle cime salite, agli spazi sconfinati che lo avevano stregato e lo avevano indotto a lasciare Lecco e la Grigna. I fotografi, oltre ai panorami mozzafiato, hanno saputo prestare attenzione anche ai piccoli particolari incontrati durante le loro escursioni. E sono particolari di vario genere: fossili, vegetali, pietre strane e singolari formazioni geologiche. Di grande interesse sono poi le immagini di alcune rocce ricoperte di antichi graffiti, sicuramente risalenti alla preistoria, che rappresentano persone, animali e simboli di ogni genere. Da segnalare anche alcune foto ripiegate per allargare i panorami ripresi e, in particolare, alla fine del libro un eccezionale panorama di ben cinque facciate dominato da due delle cime più famose salite dal Miro: il Cerro Torre e il Fitz Roy. Concludo con i doverosi e sinceri complimenti ai “fotografi” e a Giuliano Maresi, coordinatore di tutta l’opera.
LA MONTAGNA CHE FA TOCCARE IL CIELO di Renato Frigerio
Si scosta nettamente dalla consueta letteratura di montagna, il recente libro di Oreste Forno, anche se a un alpinista del suo calibro, che ha trascorso una parte consistente della sua vita sulle verticali pareti alpine e sulle vie innevate degli 8000 himalayani, non sarebbero mancati gli argomenti per riempire come voleva innumerevoli pagine con il racconto di tante imprese stupefacenti, a volte perfino drammatiche. L’altra montagna è invece un libro in cui si riflette una vita che si svolge più che altro nell’interiorità personale, anche se tutto è permeato dai colori, dalla magia, dalle mille forme della montagna. Questo è l’ambiente che ha favorito nell’autore la percezione, dapprima inconscia ma sempre presente, di quella voce che, dopo avergli causato uno strano senso di inquietudine, si sarebbe poi fatta più fortemente sentire per muoverlo alla scoperta della luce e del calore di cui era continuamente alla ricerca. Il titolo del libro indica il traguardo finale cui l’autore è pervenuto, dopo il lungo travaglio esistenziale in cui la montagna è stata presente come un soffuso leit-motiv, soprattutto dopo che con una decisione quasi immotivata, si è imposto di raggiungere, una dopo l’altra, sette delle sue cime più amate e di vivere fino in fondo questa esperienza trascorrendovi la notte all’addiaccio. Sono appunto queste salite, che vengono ampiamente descritte con impressionante passione, a rivelare senza falsi pudori i ricordi, i sentimenti, gli stati d’animo, che nel volgere di queste straordinarie esperienze vengono interpellati e provocati da coincidenze strane, addirittura inspiegabili. “L’altra montagna” – spiega il sottotitolo – è appunto “quella che porta più in alto delle cime”: se una lettura attenta risulterà piacevole ad ogni pagina, non mancherà più ancora di farci recuperare una diversa visione della vita e dell’uomo, qualcosa che non ci lascerà più come prima. Oreste Forno L’ALTRA MONTAGNA A.G. Bellavite srl Missaglia (LC), 2011
Autori vari “CASIMIRO FERRARI – Un sognatore dalla Grigna alla Patagonia” Cattaneo Editore , 2011
ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA DEI SOCI
ITINERARI LECCHESI di Alberto Benini
Ben due dei sei volumetti finora formanti la recente collana “Itinerari naturalistici e geografici attraverso le montagne italiane” promossa dal Club Alpino Italiano sono dedicati alle nostre montagne. Ed entrambi sono dovuti alla penna di Annibale Rota, un ritorno sulle carte che salutiamo con particolare piacere per almeno due ottimi motivi. Il primo che Rota, presidente della nostra sezione dal 1983 al 1989, insieme a Giancarlo Mauri può essere considerato il precursore della riscoperta moderna delle nostre montagne. Il secondo è che di Annibale conosciamo l’ingegneresca (e si intende il termine scherzoso come un complimento) precisione. La sua attenzione al dettaglio, l’esattezza delle sue descrizioni. Si tratta, va subito detto, di materiale fruibile soprattutto da escursionisti che vengono da fuori, e a loro indirizzato, perché nei due volumetti intitolati rispettivamente Intorno al Lago di Lecco (73 pagine, 2010), e Il Gruppo delle Grigne (109 pagine, 2011) sono descritti itinerari che ogni frequentatore assiduo delle nostre montagne ben conosce ed ama. Ma pur nella sua quasi necessità la scelta risulta equilibrata e (sembra una contraddizione ma non lo è) originale. Anche le immagini non certo abbondanti, sono scelte con particolare cura. E se pensate di riuscire per un attimo a cancellare dalla vostra memoria percorsi impressivi da sempre, e provate per un istante ad affacciarvi con spirito “vergine” sulle nostre montagne, apprezzerete in pieno il valore semplice ed efficacissimo di queste pagine, dalla grafica elegante e dal profondo contenuto di sapere.
Annibale Rota INTORNO AL LAGO DI LECCO Itinerari naturalistici, panoramici e storici sulle montagne lecchesi Editore Club alpino italiano 2010
60
Recensioni
Annibale Rota IL GRUPPO DELLE GRIGNE Itinerari naturalistici, panoramici e storici attraverso le Grigne Editore Club alpino italiano 2011
Il 24 marzo 2012 alle ore 16, a Lecco, presso il salone Arcobaleno
Su proposta del presidente, Emilio Aldeghi, sono stati designati ri-
della parrocchia di San Giovanni in via Invernizzi 4, i soci del Cai di
spettivamente presidente e segretario dell’assemblea ordinaria e stra-
Lecco si sono riuniti in assemblea straordinaria e ordinaria per discutere
ordinaria l’avv. Giuseppe Maniglia e la signora Ambrogina Farina.
i seguenti ordini del giorno:
Nell’ambito dell’assemblea straordinaria, è stata concessa all’una-
ASSEMBLEA STRAORDINARIA
nimità al presidente l’autorizzazione per l’apposizione di “vincolo di
1) Autorizzazione al Presidente per l’apposizione di “vincolo di desti-
destinazione d’uso per 20 anni a rifugio” del rifugio Lecco ai Piani di
nazione d’uso per 20 anni a Rifugio” del Rifugio Lecco ai Piani di Bobbio,
Bobbio. E’ stato inoltre dato mandato al presidente di procedere per la
Comune di Barzio, provincia di Lecco.
costituzione dell’“Associazione Culturale dell’Alpinismo Lecchese”, con
2) Mandato al Presidente per la costituzione dell’“Associazione Culturale dell’Alpinismo Lecchese”
51 voti favorevoli e 3 astenuti. Nel corso dell’assemblea ordinaria sono state approvate all’unani-
ASSEMBLEA ORDINARIA
mità la relazione del presidente della sezione sulle attività del 2011 e
1) Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno
sulle previsioni per il 2012, la relazione sul bilancio consuntivo 2011 e
2011.
le previsioni di spesa per il 2012, le dettagliate e documentate rela-
2) Relazione del Presidente sezionale sul programma dell’anno 2012
zioni dei responsabili dei Gruppi. Sono state inoltre ratificate le quote
3) Relazione del Tesoriere sezionale sul bilancio consuntivo dell’anno
associative per il 2012, confermando quelle del 2011.
2010 e sulle previsioni per l’anno 2011.
Infine e sono stati nominati i delegati per le Assemblee
4) Relazione del Presidente del Collegio dei Revisori.
Nazionali e Regionali e per il Convegno Lombardo del CAI: Aldeghi
5) Relazione dei responsabili dei Gruppi e delle Scuole sezionali sulle
Emilio (presidente della sezione), Corti Stefania (sottosezione Stra-
attività svolte nel 2011 e sui programmi per l’anno 2012. 6) Discussione e deliberazioni sulle relazioni del Presidente e sul bilancio consuntivo. 7) Ratifica della determinazione delle quote associative per l’anno sociale 2012. 8) Nomina dei delegati all’Assemblea Nazionale e Regionale e al Convegno Lombardo 9) Varie ed eventuali Erano presenti 54 soci di cui uno per delega.
dastorta), Bonacina Mario, Ciresa Giuseppe, Mantovani Giuliano, Sellari Marcello, Spreafico Andrea, Vimercati Stefano. I vebali sono consultabili in sede CAI L’assemblea si è conclusa alle 18.30. E’ seguita, sempre presso il salone Arcobaleno, la cena sociale che tradizionalmente si svolgeva prima di Natale. Durante la cena sono stati premiati alcuni soci iscritti al Cai da 50, 60 e 80 anni. E’ intervenuto Michele Tavola, assessore alla Cultura del comune di Lecco.
INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
LUTTI
Riportiamo qui di seguito le quote sociali per il 2012. AGEVOLAZIONI E BENEFICI
Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai
Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00
“montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “ CAI Lecco 1874”
Variazione Anagrafica
Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali.
€
1,00
Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI.
*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.
IMPORTANTE Il rinnovo può essere effettuato: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso 6 aprile 2012 – Venerdì Santo) Direttamente a mezzo: a) Vaglia postale. b) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. c) BANCA POPOLARE DI LECCO, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT74I0310422901000000024150. d) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06.
CALENDARIO CHIUSURA SEDE Dal 4 al 27 agosto.
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Informazioni
Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno successivo a quello in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno successivo a quello di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino. Riportiamo per opportuna conoscenza l’art. 9 dello Statuto Sezionale: L’appartenenza del socio all’associazione si intende tacitamente rinnovata di anno in anno, qualora il socio non faccia pervenire al Consiglio Direttivo, almeno tre mesi prima della fine dell’anno solare, le proprie dimissioni per iscritto. Le dimissioni hanno effetto dall’inizio dell’anno successivo Invitiamo i soci che volessero dare le proprie dimissioni ad attenersi a quanto sopra esposto.
Ci hanno lasciato: Giancarlo Marinoni, iscritto dal 1972 è stato consigliere del Cai Lecco nel triennio 19982000 e segretario del Gruppo Ragni. Sergio Ghiraldini, socio Cai dal 1948 e membro del Gruppo Ragni (Lada): per il gruppo è stato un importante punto di riferimento, mettendo a disposizione le sue grandi capacità organizzative. Enrico Pizzagalli, iscritto dal 2007 e membro del Gruppo Età d’oro. Franco Spreafico, per tutti il “Piccolo”, è stato tra i fondatori del Gruppo Ragni nel 1946. Iscritto al CAI Lecco dal 1987. E’ inoltre scomparso a 81 anni l’alpinista morbegnese Felice Bottani, molto vicino all’ambiente alpinistico lecchese degli anni Sessanta Ai famigliari dei defunti la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.
CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. GIOIELLERIA LOSA QUINTO & C. Via Carlo Cattaneo 26 23900 Lecco, tel. 0341-365186 Sconto del 15% su orologi, argenteria, oreficeria e gioielleria. Lo sconto non è effettuabile su riparazioni di orologi, gioielli, infilatura collane. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto. ITTICA BRIANZA Via Carlo Porta 18 (zona industriale) Cesana Brianza (LC), tel 031658420; e-mail: info@itticabrianza.com; sito internet: www.itticabrianza.com. Sconto del 10% su tutti i prodotti esposti in tutti i giorni della settimana.
Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci dell e sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.
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