Notiziario CAI Lecco 03/2012

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3/2012

CAI LECCO 1874

Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole I signori delle terre di mezzo La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio

Alpinismo e Arrampicata

Sci Alpinismo

La montagna del sogno

In paradiso con gli sci

Il tentativo alla parete nord dell’Ogre

Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia

Sci di Fondo Da 30 anni

in “scivolata spinta” per andare oltre


EDITORIALE

5 SENTIERI E PAROLE 6 10 13 14 16 20

Da 150 anni con il Club alpino italiano di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco

I signori delle terre di mezzo La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio

di Dino Piazza I Ragni di Rancio ... e in un’aiuola un sasso della Grigna eretto a monumento di Alberto Benini Le cime del papa Le imprese di Pio XI, il pontefice alpinista di Annibale Rota Montagna senza compromessi Roberto Osio di Barbara Garavaglia La fritillaria e la pulsatilla Fiori rari sulle montagne lecchesi di Annibale Rota Ai piedi del Resegone Un sentiero didattico naturalistico realizzato dal gruppo di Ag di Alessia Losa La montagna del sogno Il tentativo alla parete nord dell’Ogre

SCI ALPINISMO

32 44

In paradiso con gli sci Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia

ISA_RA’ 2012 Cronaca ed emozioni di un corso per istruttori

46 54

In “scivolata spinta” per andare oltre Il gruppo Sci di Fondo compie 30 anni

Omaggio a ... Gianfranco Anghileri

di Daniele Bernasconi

di Martino Colonna di Sara Pozzetti

SCI DI FONDO

CAI LECCO 1874

Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano N° 3/2012

ALPINISMO e ARRAMPICATA

26

di Raimondo Brivio

Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 25/01/2013

ESCURSIONISMO

56

di Sergio Poli

ALPINISMO GIOVANILE

22

Giulio Bartesaghi Ricordi sparsi di un eterno ragazzo

1/2012

IN QUESTO NUMERO

Sotto il sole della Grecia In montagna nelle isole del Dodecaneso

GRUPPO ETA’ D’ORO

58

Sui monti Sibillini Il trekking del GEO attorno alla grotta della Sibilla

APPUNTAMENTI

62 62 63 63 64 65 68 70

A piccoli passi

La terza edizione di Monti Sorgenti

Lavoro e montagna

Sulle tracce di Antonio Stoppani

Arte e montagna

A Bobbio il raduno sezionale 2013

RECENSIONI

INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

di Luigi Colombo

di Marcello Sellari

Veloce discesa verso il mare blu cobalto. (Foto di Martino Colonna)


publimania.it

DA 150 ANNI CON IL CLUB ALPINO ITALIANO

Dalla nostra storia e dalla nostra tradizione la forza per guardare avanti di Emilio Aldeghi Presidente CAI Lecco

I

l Club Alpino Italiano compie 150

gne escavate, con il proliferare degli im-

riconosciuto a livello nazionale con l’e-

pianti sciistici, con la libera circolazione

nergia e le idee del volontariato locale,

delle motoslitte.

è il modello che ci ha portato a questo

anni. Nel 1863, nel castello del Va-

Occorre, oggi, che dal nostro sodali-

anniversario dei 150 anni. Se il nostro

lentino a Torino, vennero poste le

zio esca con forza l’esigenza di met-

unico riferimento fosse stato un ente

basi dell’atto di fondazione di quella che

tere mano a programmi concreti di uso

centralizzato o se avessimo dovuto

è la più antica associazione nata dopo

sostenibile del territorio capaci di ridare

vivere di vita propria probabilmente in

l’unità d’Italia.

vita a una economia abbandonata. Non

questo momento racconteremmo una

L’anniversario non deve essere però

possiamo rimanere solo spettatori e

storia meno lunga e meno virtuosa.

solo un momento di festeggiamento,

accusatori delle cose storte, ma con la

Questo pensiero e una vita associativa

deve essere anche un modo per riflet-

nostra storia e la forza dei numeri dob-

lunga 150 anni deve farci riflettere ogni

tere sui principi e le finalità dell’asso-

biamo divenire i corretti cartelli indica-

qual volta il campanilismo prende piede.

ciazione, per verificare se siano ancora

tori della meta.

Può essere che in un certo periodo una

validi o, eventualmente, per reinterpretarli nel contesto attuale.

L’altro aspetto che voglio prendere in

sezione, una sottosezione o un gruppo

considerazione è l’articolo 24 dello sta-

si sentano tanto forti da intraprende-

Partiamo dalla finalità indicata nel-

tuto: “Le sezioni sono

re il cammino da soli, ma

lo statuto: “Il C.A.I. ha per iscopo l’al-

costituite per volontà di

il concetto stesso di soli

pinismo in ogni sua manifestazione, la

un gruppo di soci che

è un cerchio destinato a

da venticinque anni è a disposizione per costruire insieme la tua esperienza di viaggio.

conoscenza e lo studio delle montagne,

intendono promuovere

chiudersi, una prospettiva

specialmente di quelle italiane, e la dife-

il coordinato consegui-

magari interessante per

sa del loro ambiente”.

mento delle finalità isti-

pochi anni, ma senza futuro.

Istanze certamente ancora valide, an-

tuzionali in una deter-

I nostri soci, in particolare

che se hanno bisogno di una decodifi-

minata zona di attività,

quelli che per anni hanno

Per noi il viaggio è una continua ricerca di luoghi unici dove la

cazione che le renda attuali. Innanzitutto

impiegando le risorse a

rinnovato l’adesione al CAI,

c’è da sottolineare l’attenzione al mon-

disposizione, con iniziative di interesse

hanno dimostrato di aver fatto proprio

do della montagna in tutti i suoi aspetti,

locale e generale, in ottemperanza degli

il desiderio di sentirsi parte di quella

con una visione a 360°diremmo oggi

impegni assunti con la loro adesione al

grande famiglia che ha nel simbolo del-

in sintonia con la pubblicazione ufficia-

Club alpino italiano. La costituzione di

la montagna l’insieme dei valori umani,

le del CAI. Il tema della conoscenza e

una sezione è deliberata dal comitato

culturali, di solidarietà, amplificati dalla

dello studio della montagna era avver-

direttivo regionale competente di cui al

forza di essere volontari.

tito come doveroso punto di partenza,

Titolo VII e approvata dal CC. Le sezioni

Se in momenti come questi, in cui

probabilmente una sentita esigenza di

sono dotate di proprio ordinamento che

le difficoltà economiche possono per

approfondimento verso tematiche che

ne assicura una conforme autonomia

ognuno di noi essere dietro l’angolo,

allora erano appannaggio di pochi eletti.

organizzativa, funzionale e patrimonia-

riusciamo a mantenere questa forza del

le.”

dare il nostro tempo e le nostre energie

Earth Cultura e Natura

storia dell’uomo e l’ambiente naturale siano sempre in primo piano, per vivere esperienze pure, inattese e ispiranti. Nel rispetto della terra e dei suoi popoli.

Partenze speciali Tour & Trekking Aprile

Giordania - Il Regno Hashemita

Maggio

Bolivia - Cordillera Real e Salar de Uyuni

Agosto

Tibet orientale - Kora del Monte Amnnye Machen

Ottobre

Nepal - Campo base del Makalu

Ancora oggi, purtroppo, questi temi

Visita il nostro sito

earthviaggi.it e seguici su:

culturali, pur essendo accessibili ai più,

Mi sorprende la lungimiranza dei soci

non hanno avuto la forza di arrivare al

fondatori nell’immaginare strutture pe-

risultato della difesa dell’ambiente alpino.

riferiche capaci sia di essere parte di

Troppe volte dobbiamo fare i conti con

una famiglia globale che di avere auto-

le speculazioni edilizie, con lo sfrutta-

nomia organizzativa. Unire queste due

mento di fiumi e torrenti, con le monta-

componenti, la forza di essere un ente

in modo gratuito, probabilmente

fe-

steggeremo ancora molti anniversari.

Editoriale

5


I SIGNORI DELLE TERRE DI MEZZO

La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio di Sergio Poli appunto a metà fra il mondo abi-

della media montagna, dove an-

zione e gratitudine: quella degli

Sono un popolo in forte dimi-

chiaro richiamo a Tolkien,

tato dagli uomini – noi, le nostre

cora abitano e lavorano i mon-

alpigiani, gli allevatori che anco-

nuzione, minacciato da numerosi

Ed è in un’occasione precisa

alla saga del Signore degli

città, la pianura – ed il mondo in-

tanari, che da quell’ambiente au-

ra caricano gli alpeggi, fanno la

nemici che si possono generica-

dell’anno che questa vitalità si

Anelli e ai suoi mondi immaginari.

cantato delle vette, frequentato –

stero e difficile traggono il loro

transumanza verticale e tengono

mente riassumere nelle “tenta-

manifesta con particolare evi-

Nel nostro caso però, le Ter-

sporadicamente - da alpinisti ed

sostentamento.

viva la montagna, contribuendo

zioni della vita moderna”.

denza: la Festa dell’Alpe. E’ ap-

re di Mezzo esistono eccome: si tratta di quei territori che sono

escursionisti. Per farla breve, sono i territori

Una categoria in particolare di montanari merita la nostra atten-

non poco anche alla conservazione del nostro paesaggio.

Eppure, ancora resistono, e anzi mostrano una vitalità e una com-

battività veramente ammirevoli.

punto di una di queste che vogliamo parlare.

300 pecore.. e una manza

E

bbene sì, il titolo è un


Un momento in cui si rinsalda il

così è totalmente ignorato dalle

vinarsi per una malattia, un tem-

Il Regno degli alpigiani è ap-

legame con il territorio e il fon-

vacche, che continuano a brucare

porale. Chi al giorno d’oggi, nella

punto l’alpeggio, l’insieme dei

dovalle; si rivedono colleghi di

tranquille, solo infastidite dall’in-

nostra civiltà digitale e virtuale,

pascoli e delle strutture - casa,

altri alpeggi, si scambiano espe-

sistente abbaiare dell’inascoltato

è più disposto a questa vita di

casera dove si lavora il latte, ri-

rienze e si condivide il momento

cane. Per le vacche occorrono

sacrifici reali?

covero del bestiame - che costi-

magico – tempo permettendo -

cani più convincenti: ad esem-

tuiscono un’unica unità produtti-

dell’estate alpina.

pio i pastori bergamaschi, con il

Una battaglia di retroguardia

Il Regno, la Stagione, la Festa

E’ da una decina d’anni che

lungo pelo rasta , più robusti e...

Nelle nostre valli, il mestiere

del paesaggio. In alcune zone

questa bella tradizione è tornata

mordaci. Anzi, proprio per que-

dell’alpigiano sembrerebbe dun-

delle Alpi questo insieme viene

anche vicino a Lecco, nell’alpeg-

sto occorre che non esagerino,

que destinato a scomparire. Po-

anche chiamato malga , e gli alle-

gio regionale di Costa del Palio,

magari mordendo sul muso una

che decine di persone tengono

vatori sono detti malgari .

sopra Morterone. E’ nata dap-

manza e facendole male; devono

ancora in piedi gli ultimi alpeg-

solo far capire che potrebbero

gi, incalzati nel migliore dei casi

mordere e così le vacche obbe-

dalla tentazione di fermarsi nelle

discono.

stalle di fondovalle, ad alimen-

In Valsassina, per restare dal-

prima come semplice ma gradi-

le nostre parti, di alpeggi veri e

tissimo pranzo alpestre, si è poi

propri ne sopravvive poco più

arricchita di iniziative collaterali

di una decina: quelli ancora re-

come la passeggiata alla vicina

munerativi e non scomodissimi

vetta del Cucco (panorama me-

da raggiungere. Sono una razza

raviglioso sulle valli Taleggio e

forte gli alpigiani, ma non pro-

Imagna) o lungo il sentiero dei

prio dei martiri: in un alpeggio

Grandi Alberi. Infine, negli ulti-

ci deve essere almeno la stra-

mi anni, l’evento principale della

da, una casa decente, l’acqua e

giornata è diventato la gara dei

la luce, anche se in molti casi si

cani pastore, o meglio dei cani

accontentano dell’illuminazione a

da lavoro come più propriamen-

gas.

te si dovrebbero chiamare, vero

La Stagione: è quella meravi-

cuore e apice della festa. La gara

gliosa dell’estate di montagna,

nostrana, organizzata dall’Ersaf,

da metà giugno a metà settem-

si è così affiancata a quelle or-

bre, quando l’erba cresce rigo-

mai consolidate di Crocedomini

gliosa nelle praterie d’altitudine,

nel bresciano e dei Piani dell’A-

mettendo a disposizione - gra-

varo nella bergamasca.

I protagonisti

va e un elemento fondamentale

tis - un abbondante alimento per il bestiame. Risparmio per

Cavallo …

tente che spiegava al pubblico

qualche dirupo; riconduce a più

ciò che succedeva sul campo di

miti consigli le bestie recalci-

gara, ha potuto imparare diverse

tranti, che indugiano ancora in

cose sul difficile lavoro del mal-

zone dove non c’è più nulla da

garo – e del suo cane.

mangiare.

Primo, che il cane rappresenta

Secondo, che non tutti i cani

ancora un grandissimo aiuto per

sono adatti per tutti i tipi di be-

l’allevatore. Agli ordini del pa-

stiame. Ad esempio il border col-

drone, unisce e sposta gli animali

lie , simpatica razza bianco-nera

a seconda delle esigenze, per

usata anche in pubblicità per la

farli pascolare in una zona nuova,

sua eleganza, è un ottimo cane

o bere a fine giornata, evitando

da pecore, perché quando si ac-

al malgaro di dover radunare il

quatta accanto al gregge imitan-

bestiame sparso magari su una

do il lupo le bestie si mettono

vastissima zona; recupera l’ani-

in allarme e si spostano subito,

male che esce dal gruppo e che

appena il cane gira loro attorno.

rischia di perdersi o infilarsi in

Viceversa,

un

comportamento

Insomma, è una gustosissima battaglia

psicologica,

e

tare gli animali con il mangime,

veder

forzando al massimo le povere

lavorare bene questi cani è un

vacche a una superproduzione di

vero spettacolo.

latte che le porta in pochi anni all’esaurimento.

…e cavaliere

Eppure,

questa

grande

crisi

Dopo i cani, parliamo ora un po’

che tutti noi stiamo attraversan-

dei loro padroni. Gente abitua-

do, ci sta mandando dei segnali

ta alla fatica, a volte un po’ fol-

che dovremmo cogliere. C’è una

cloristica nel comportamento e

disoccupazione

nell’abbigliamento, ma orgogliosa

te, soprattutto giovanile; forse è

del proprio lavoro, e ovviamen-

venuto il momento di rivalutare

te del proprio cane. Verrebbe da

alcuni mestieri tradizionali, come

pensare a uomini duri e irsuti, e

l’allevatore appunto, mestiere che

così è nella maggior parte dei

offre

casi ma… sorpresa! Quest’anno la

territorio, il quale può così mi-

gara alla Costa del Palio l’ha vin-

gliorare e tornare a vivere.

impressionan-

un’opportunità

anche

al

ta una ragazza. Evidentemente

Che gli ultimi malgari siano

le donne hanno doti persuasive

forse come i famosi Trecento

maggiori, anche con gli animali.

delle Termopili, che hanno resi-

l’allevatore, che non deve usare

Come nei tornei medievali è

mangime o foraggio anche d’e-

inscindibile la coppia cavallo-

state; salute per gli animali, che

cavaliere, così in questa prova è

I malgari in Lombardia ormai

stito contro forze molto supe-

diventano sani e robusti; e salute

inscindibile la coppia cane-pa-

saranno un centinaio, coadiu-

riori, salvando così tutti gli altri?

anche per l’ambiente, che viene

drone. E’ però bene ricordare da

vati da altrettanti aiutanti per la

E i nostri in più hanno anche

presidiato, curato, valorizzato.

subito che è il cane a vincere la

maggior parte balcanici (mace-

E nel cuore della stagione, in

gara, anche se poi è il padrone

doni, kossovari, montenegrini…),

alcuni alpeggi è ancora tradizio-

che si porta via il premio, l’ago-

raramente dai propri figli. Così il

ne fare la Festa dell’Alpe.

gnato campanaccio.

mestiere rischia di perdersi, per

i cani.

il solito problema della vita dura, Chi ha avuto la fortuna di as-

senza sabato né domenica, con

sistere a questo evento, magari

grossi investimenti di capitale

aiutato da una persona compe-

Gli ordini

8

Sentieri e Parole

(gli animali) che magari può ro-

Sentieri e Parole

9


GIULIO BARTESAGHI

Ricordi sparsi di un eterno ragazzo

I

di Dino Piazza

l Giulio a Lecco è stato davvero qualcuno. Ragno fin da subito, per la sua attività alpinistica ha

ottenuto il titolo di accademico del CAI e anche di Istruttore Nazionale di Alpinismo: era uno che la montagna la conosceva bene. A un’assemblea del gruppo Ragni è stato votato il capo del soccorso alpino: il Giulio Bartesaghi. Lui era amico del dottor Cocchi che gli suggeriva come intervenire sugli infortunati. A quei tempi, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, la barella era una branda staccata da un letto a castello, difficile da portare e anche pericolosa, però tutte le volte che si faceva un soccorso si studiavano i materiali e venivano modificati. Con Giulio si faceva la scelta dei soccorritori e contattando una compagnia svizzera si veniva assicurati in caso di infortunio. Mi ricordo un soccorso fatto in Grigna a un ragazzo di Milano, che si era rotto una caviglia e non riusciva più a camminare. L’abbiamo messo nella barella e portato ai piani Resinelli che ormai era buio. Vista l’ora non c’era più nessun mezzo di trasporto, l’unico che aveva la macchina era Giulio che lo voleva portare a Lecco in ospedale, ma lui si è rifiutato, perché sceso dalla Grigna in barella si è spaventato e voleva andare a casa dalla sua mamma. Allora Giulio lo ha caricato in macchi-

10

na per accompagnarlo a casa. C’era la

Arrivo, faccio il secondo tiro, recupero

nebbia. Una volta arrivato nella casa di

il Giulio che va direttamente in cima.

ringhiera dove viveva, lo ha dovuto

In cima c’erano degli alpinisti che sta-

portare sulle spalle fino al quarto pia-

vano preparando la discesa, avevano

no. Era passata la mezzanotte, stanco

già buttato la corda, Giulio li ha fermati

e affannato Giulio si è sentito sgridare

dicendogli: “Noi siamo i Ragni lascia-

dalla madre perché pensava fosse sta-

teci passare”. Morale, mentre io sta-

to lui a fargli del male. Vista la situa-

vo arrivando in cima Giulio stava già

zione Giulio ha spiegato a questa si-

scendendo a corda doppia sulle loro

gnora: “Guardi che suo figlio si è fatto

corde. E così ho fatto anch’io. Nessuno

male in cima alla Grigna ed è stata la

credeva che avessimo salito il Sigaro

squadra del soccorso a portarlo sulle

in così breve tempo.

spalle fino ai Piani Resinelli, poi io l’ho

A quei giorni il nostro allenamento e

portato qua con la mia macchina … sa

la nostra preparazione erano di alto

signora abbiamo avuto anche delle

livello, perché in settimana, al mattino

spese”. A questo punto la donna si

presto, andavamo al Nibbio dalle 4 alle

è messa a piangere, dicendo che loro

7: si faceva 2 o 3 vie andando in cima

di soldi non ne avevano, che lavorava

e scendendo dal canale senza nem-

solo il ragazzo. Giulio vista la situa-

meno slegarsi. Non avevamo l’orolo-

zione si aspettava almeno una tazza

gio e portavamo una sveglia puntata

di caffè, ma la donna piangeva per i

sulle sette: quando suonava in qual-

soldi, il ragazzo per la caviglia. Giulio

siasi punto fossimo, giù con la doppia

ha salutato, ha sceso le scale e si è

perché bisognava andare a lavorare.

trovato di nuovo in mezzo alla neb-

Nel 1958 col Giulio e il Luigino Airoldi

bia con le strade buie ed è tornato a Lecco stanco e affamato. Così era il soccorso negli anni ‘50. La prima volta che ho partecipato come istruttore alla scuola di roccia del Gruppo Ragni ero in coppia con Giulio. Siamo saliti con gli allievi a scalare la via normale dei Magnaghi. Tornando dal sentiero vediamo il Sigaro. Ci siamo guardati e in un attimo abbiamo deciso di andare ad arrampicarlo. Abbiamo lasciato i sei allievi in un posto sicuro e siamo partiti. Avevamo una corda e quattro

Sentieri e Parole

moschettoni. Giulio parte, fa il primo tiro che è di 35 metri e mi recupera.

siamo andati in Francia per parteci-

gridavo: “Non ce la faccio più a te-

mettendo sul fondo gli sci al posto

pare a un rally di sci alpinismo. Gli era

nere”. Anche il Giulio si è messo a

del materasso, dopo la cena ci siamo

appena nato il figlio Matteo e Giulio

gridare la stessa cosa. Il Luigino lega-

sdraiati a dormire. Il Giulio per aiuta-

doveva partecipare al battesimo. Ma

to sulla barella è diventato pallido e se

re il sonno ci ha dato delle pastiglie

così avremmo perso il treno che ci

la vedeva davvero brutta. Io sentivo

che aveva avuto dal dottor Cocchi. Al

avrebbe portato in Val-d’Isère. Que-

crampi in tutto il corpo non ne potevo

mattino ci siamo svegliati che ormai

sto era un rally internazionale che

più e continuavo a scendere. Il ghiac-

erano partiti tutti e li vedevamo lonta-

durava tre giorni, bisognava costruire

cio era così duro che malgrado aves-

ni là in fondo al ghiacciaio, il sonnifero

l’igloo per dormirci e fare ogni gior-

si montato i coltelli ”bilgheri” sotto la

aveva fatto il suo effetto!

no circa 3000 metri di dislivello con

barella, non riuscivamo proprio a fer-

Ci siamo preparati in gran fretta, ab-

gli sci. C’era con noi anche Giacomino

marci: eravamo disperati, ormai vede-

biamo saltato la colazione e anche il

Carozzi che di mestiere faceva il bar-

vo la tragedia. Lì in giro non c’era una

taglio della barba. Sotto le pelli ave-

biere: tutte le mattine prima di partire

pianta per attaccarci. Il Giulio conti-

vo messo della sciolina visto il primo

per la gara ci faceva la barba. Il gior-

nuava a gridare di non mollare. In quel

tratto pianeggiante. E così, sfruttando

no prima della gara, volevamo prova-

momento la barella si è appoggiata su

la scivolata, siamo arrivati sulla pri-

re la barella che avevo costruito nella

un tovagliolo di neve ventata e si è

ma cima assieme alle ultime squadre.

mia officina. Prendiamo la funivia e in

fermata: è stata la fine di un incubo.

Poi nella discesa abbiamo recuperato

un attimo arriviamo a 3.100 metri di

Abbiamo slegato il Luigino, smontato

ancora. Dopo una salita di circa due

quota, montiamo la barella, ci leghia-

la barella, lavoro fatto con molta at-

ore fermano tutte le squadre, si monta

mo, carichiamo Luigino e partiamo.

tenzione per evitare di lasciare sci-

la barella. Incomincia la gara di sla-

La neve è bella, facciamo delle curve,

volare via qualche pezzo che sarebbe

lom con la barella sugli sci che crea la

dopo circa 400 metri di dislivello la

finito in un canale con tanto di salto

classifica. Noi dobbiamo partire con il

neve si trasforma, è diventata ghiac-

finale dove sarebbe finita la barella con

numero 15 perché siamo arrivati alla

cio. In quelle condizioni non riusciva-

il Luigino dentro se l’avessimo mollata.

partenza al 15° posto e le squadre

mo più a frenare. Il Giulio che era da-

Tornati in albergo ci siamo scolati una

sono 35. Parte la pattuglia numero 10,

vanti con i bastoncini in mano tentava

bottiglia di vino, anche se nei nostri

noi osserviamo con attenzione la loro

di girare verso l’alto, ma il peso della

piani avevamo deciso di bere solo lat-

discesa perché sono tre guide e ma-

barella ci trascinava in basso, io che

te prima della gara.

estri di sci di Chamonix, che scendono senza commettere errori. Bravi, ma a

ero dietro con le due corde in mano Il giorno dopo incomincia la gara. Si

noi appaiono lenti. Avevamo notato

parte che è ancora buio. Dopo sei

che sotto gli sci della barella avevano

ore su di un bellissimo percorso di sci

messo le “bilgheri”. Poche parole con

alpinismo con tempo e neve ottimi,

Giulio e decidiamo di partire senza

siamo arrivati a una strozzatura dove

“bilgheri”, perché tanto la barella è sta-

bisognava togliere gli sci e fare una

ta costruita in modo che gli sci non

corda doppia. Lì, ferma sul punto di

appoggino di piatto, ma con lo spigolo

partenza per la discesa, c’era una bel-

interno e quindi conservi una certa

lissima ragazza che aspettava i Ragni

stabilità anche senza l’attrito dei col-

per scendere con loro: il Giulio mi ha

telli. Tocca a noi, ci mettiamo sulla linea

dato i suoi sci, si è preso sulle spalle la

di partenza. Giulio controlla benissi-

ragazza ed è sceso in doppia. Poi ab-

mo l’emozione, Luigino con la testa a

biamo saputo che era una giornalista francese. Dopo una breve discesa con gli sci siamo arrivati al rifugio Carro, dove finiva la tappa. Costruito l’igloo,

Sentieri e Parole

11


nometrista scandisce

va: “Ehi venite a slegarmi” e ci siamo

i secondi e poi dice:

precipitati dai cronometristi i quali ci

“Via”. Dopo la prima

hanno comunicato che eravamo primi

curva notiamo che la

con 15 secondi di vantaggio sui tre di

barella è veloce, al-

Chamonix. Finita la gara smontiamo le

lora il Giulio, da otti-

barelle e in fila indiana si ritorna al ri-

mo sciatore, anticipa

fugio. Sul percorso ci sono dei militari

le porte. Arriviamo a

che fanno il controllo materiali. A noi

un punto che biso-

manca la carta geografica e ci danno

gna risalire un dosso

20 punti di penalità. Arrivati al rifugio

e lì sopra passare una

portiamo il nostro materiale nell’igloo

di Rancio si infittisce, poco a poco, il

porta. Noi sapevamo

dove dormiremo anche stanotte e

numero delle vecchie glorie.

di questo problema,

attaccata al muro di ghiaccio trovia-

Tanti capelli argentati e maglio-

avendo osservato le

mo una busta di plastica con dentro

ni rossi. Un’aria di festa composta e

altre

Così

la carta geografica: con la premura di

partecipata.

prima di arrivare in

partire stamattina l’abbiamo dimenti-

quel

cata.

ti” per una cerimonia semplice che

mo lasciato correre

Ultimo giorno di gara. La giornata è

viene da una bella idea del Terenzio

gli sci, superando la

bellissima e anche la neve. Stiamo in

Castelli: lì dove il nuovo si inseri-

barella. Con le corde

giro in queste valli innevate per delle

che tenevo le ho dato

ore, poi per un canale si scende al pa-

un colpo, riuscendo a

ese di Val-d’Isère . Prima di mezzo-

superare questa leg-

giorno ci riuniamo per la premiazione:

gera salita di slancio.

noi siamo puliti e sbarbati con i nostri

Ritorna la pendenza,

maglioni rossi. I vincitori ricevono una

passiamo in una por-

coppa che sembra un porta ombrel-

ta. Poi dobbiamo fare

li e in più un cartone di bottiglie. A

un piccolo traverso, la

noi che risultiamo secondi per col-

pista è piena di buche

pa della cartina, danno una coppa che

causate dai concor-

era appena più grande di un bicchiere.

renti che ci hanno

Ai terzi (austriaci) coppa e bottiglie.

preceduto, la barella

Ci sentiamo un po’ maltrattati Ma la

sta per rovesciarsi e

nostra soddisfazione è di aver vinto la

sarebbe la fine di tut-

gara della barella e, soprattutto, quella

to. Il Giulio sta attento

splendida giornalista che aspettava i

alla linea, sta passan-

Ragni per scendere con loro in doppia.

do la porta ma non

Potrei andare avanti per chissà quanto

può vedere che la barella si sta rove-

tempo a ricordare il Giulio, la sua vita

sciando, io spigolo con gli sci andando

piena di avventure. Di quando dirigeva

a monte e tirando la corda a valle: la

la scuola di roccia dei Ragni, del suo

barella si raddrizza. Superata l’ulti-

comportamento da uomo senza pau-

ma porta siamo entrati nel traguardo

ra, coraggioso, onesto. Un vero amico

in piena velocità. Abbiamo lasciato la

che non finirò mai di ringraziare per i

memoria del Gruppo e la quota più

barella che è andata avanti per conto

moltissimi bei momenti passati insie-

elevata a Brogno, fa da cerimoniere

suo con dentro Luigino che grida-

me.

Nella pagina precedente: Giulio Bartesaghi In questa pagina: G. Bartesaghi, a destra, ai piedi della NE del Badile con Arnaldo Tizzoni.; G. Bartesaghi, a destra, con Arnaldo Tizzoni

monte dice: “Sono nelle vostre mani… “ e dopo l’esperienza di ieri sono parole che hanno un loro senso particolare che non ci sfugge di certo … Io sono dietro con le corde in mano. Il cro-

12

Sentieri e Parole

squadre. punto

abbia-

I RAGNI DI RANCIO

… e in un’aiuola un sasso della Grigna eretto a monumento di Alberto Benini

U

n bel sabato di sole, senza troppa gente in giro. Davanti al complesso che ha

preso il posto delle vecchie scuole

Siamo “tutti non a caso qui riuni-

sce nel tessuto della vecchia Rancio, a due passi da casa del Duilio, un pezzo di Grigna piantato in una aiuola, vuol marcare il legame profondissimo e inscindibile fra i Ragni e Rancio. O fra Rancio e i Ragni: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Don Giuseppe Locatelli (che è nativo di Acquate, un’altra patria dei Ragni) richiama all’ordine e benedice la pietra che da quel momento diventa il monumento. Parla il Dino Piazza e dice poche cose essenziali: ricorda che essere nati montanari dentro una città è una cosa strana, una cosa che ti segna. Potrebbe andare avanti per ore e nominarli tutti quelli che sono lì e quelli che guardano la cerimonia dall’alto dei cieli (se c’è) in posti numerati: il Luigi Castagna, il Bigio, il Duilio, il Nisa, il Casimiro. Il Giovanni Ratti che presidia la

e scopre il monumento. Fra una fo-

tografia di gruppo e una battuta, ogni tanto uno sguardo

scap-

pa verso la cima della

Medale

o su per il San Martino,

verso

la cappelletta, il crocione, i cento sentieri, i mille ricordi. Se sono così tanti per me chissà cosa sono per ciascuno di questi

uomini:

ci sono venuti grandi su questo pezzo di montagna che non sai bene dove cominci e dove finisca. Anche per questo il sasso della Grigna ha un suo senso. La Grigna come ultimo spalto (invisibile da qui) del San Martino. La Grigna come

Sopra: Giovanni Ratti scopre la lapide.Sullo sfondo da sinistra don Locatelli, Guerino Cariboni, Terenzio Castelli. Sotto: attorno alla lapide, da sinistra G. Carcianiga, G. Spreafico, G. Cariboni, D. Piazza, G. Ratti, G. Castelnuovo.

punto di incontro fra tutti quelli che salivano dalla

mo a girare in tondo a far due parole

pianura. La Grigna come trampolino

con questo e con quello. Nel gran

per spiccare il volo verso le grandi

piacere di ritrovarsi e di progettare e

montagne.

ricordare insieme. Anche per questo

È strano come una cerimonia

sono nati i Ragni.

semplice e volutamente priva di retorica possa avere una sua bellezza che ti resta dentro. Forse non sono l’unico a pensarla così se continuia-

Sentieri e Parole

13


anche ai giorni nostri, e la traversa-

Achille Ratti come vice-prefetto del-

ta a Zermatt per il Colle Zumstein. Si

la Biblioteca Vaticana. A conferma del

Il Cervino “in giornata” e

trattava della prima traversata italia-

suo amore per la montagna l’anno

la traversata del Rosa

na del Colle Zumstein, in preceden-

successivo, tornato a Desio per una

Nel 1889 il Cervino “in giornata”,

za compiuta solo da famosi alpinisti

breve vacanza, per ritemprarsi lo spi-

limpide aveva visto fin da ragazzo

con partenza da Zermatt alle due

inglesi, e della prima discesa asso-

rito il futuro papa trascorse quattro

Poi un colpo di fortuna: sfoglian-

dalla sua natia Desio. In particolare

antimeridiane e arrivo in vetta alle

luta dalla vetta della Dufour al Colle

giorni sul Grignone presso il Rifugio

do un catalogo di una libreria alpina

sono ricordate le Grigne e il Legnone.

16,30. In discesa poi la neve ghiac-

Zumstein.

Brioschi, allora Rifugio “Grigna Vetta”.

antiquaria mi capitò sotto gli occhi

Ma passò ben presto alle Alpi sa-

ciata e l’avvicinarsi del buio consi-

Venne compiuta in tre giorni con

Poi gli “impegni” gli impedirono

questo titolo: Scritti alpinistici del sa-

lendo, negli anni in cui rimase a Mi-

gliarono di fermarsi a passare la not-

due pernottamenti: il primo su una

altre divagazioni alpinistiche: venne

cerdote dott. Achille Ratti (ora S. S.

lano, diversi quattromila, alcune cime

te poco sotto la Spalla. E un bivacco

stretta cengia della parete Est del

nominato Prefetto della Biblioteca

Papa Pio XI). Ordinai quel libro e con

minori per quei tempi decisamente

in parete con l’abbigliamento di quei

Rosa, dove poterono solo stare se-

Vaticana e nel 1918 Benedetto XV,

mia grande sorpresa vi trovai le rela-

difficili e compiendo numerose tra-

tempi è sicuramente indice di un fi-

duti e sempre svegli, battendo conti-

succeduto a Pio X, lo inviò in Polonia

zioni di salite alpinistiche di notevole

versate di tutto rispetto.

sico molto resistente. Ma, come ve-

nuamente i piedi per evitarne il con-

e Lituania, dapprima come visitatore

dremo, fece anche “soste” notturne

gelamento; il secondo poco sotto la

apostolico e poi come nunzio.

ben più impegnative.

cima della Dufour, ancora solo seduti

Nel 1921 ritornò a Milano come

Nel 1890 il Monte Bianco, salito

anche se un po’ più comodi. Con loro

Arcivescovo della Diocesi Ambrosia-

per il Rocher con fortunato pernot-

la guida di Macugnaga Alessio Pro-

na, ma ebbe solo il tempo di guarda-

ment.

re le amate montagne, perché pochi

LE CIME DEL PAPA

Le imprese di Pio XI, il pontefice alpinista di Annibale Rota

N

ei primi anni settanta, leggendo un libro sulla storia dell’alpinismo, trovai la no-

tizia che San Bernardo da Mentone era stato dichiarato “patrono degli alpinisti” da Papa Pio XI con una sua lettera apostolica, naturalmente scritta in latino e datata 20 agosto 1923, dove a un certo punto si diceva: “… vogliamo stabilire San Bernardo da Mentone qual Patrono celeste non pure agli abitanti e ai viaggiatori delle Alpi, ma anche a coloro che si esercitano a salirne i gioghi.” Segue poi una descrizione precisa e dettagliata dell’alpinismo e un elogio dei benefici che derivano “alla sanità dell’anima e del corpo” di coloro che lo praticano. Rimasi abbastanza sorpreso del fatto che un Papa avesse deciso di proclamare un santo “patrono degli alpinisti” e, incuriosito, feci altre ricerche, senza però trovare una risposta. A quei tempi non esisteva la comodità di internet e si doveva ricorrere a libri o a enciclopedie, sulle quali però avevo trovato solo notizie relative al pontificato di Pio XI: le numerose e importanti encicliche, il Concordato con lo stato italiano, l’inaugurazione della stazione Radio Vaticana e i difficili rapporti con i dittatori europei. Niente che lo collegasse alla sua profonda conoscenza

14

Sentieri e Parole

dell’alpinismo.

Ricordo il Monte Bianco, il Cervi-

rilevanza.

no, il Monte Rosa, il Gran Paradiso, il Le Grigne e i “quattromila” Ordinato sacerdote nel 1879, dopo

Monviso, il Piccolo Cervino, la Cima Jazzi, la Marmolada e la Presolana.

esperta della zona dell’ascensione.

un periodo di permanenza a Roma,

Tra le molte traversate ricordo solo

tamento al coperto nel Rifugio-Os-

dove si laureò in teologia, in dirit-

quella sui ghiacciai del Monte Bian-

servatorio Vallot, in fase di costru-

Di questa “traversata” l’allora sacer-

mesi dopo, il 6 febbraio 1922, venne

to canonico e in filosofia, nel 1882

co, da Courmayeur a Chamonix per

zione quasi ultimata. Poi la prima

dote Achille Ratti redasse una precisa,

eletto al soglio pontificio e iniziò il

Achille Ratti venne trasferito a Milano

le Aiguilles Grises, il Col de la Seigne,

discesa assoluta a Courmayeur per

dettagliata e storicamente documen-

pontificato con un gesto coraggio-

dove rimase fino al 1912, dapprima

il Col des Fours, il Col du Bonhomme,

il ramo occidentale del ghiacciaio

tata relazione, pubblicata sul Bolletti-

so: impartì la benedizione urbi et orbi

come insegnante presso il Seminario

il Col de Tuf, il Col de Voza, il Col de la

del Dome, via che venne successi-

no annuale del Club Alpino Italiano,

dalla loggia esterna di San Pietro che

e poi come Prefetto della Biblioteca

Balme e il Col de la Forclaz, una clas-

vamente chiamata “Ratti-Grasselli”

che aveva già dato risalto all’impresa

era rimasta chiusa dal 1870, anno

Ambrosiana.

sica decisamente impegnativa anche

(Grasselli era un altro sacerdote pure

sulla Rivista mensile. Più che di una

dell’annessione di Roma al Regno

ai giorni nostri.

valente alpinista e spesso compagno

relazione si tratta di un avvincente

d’Italia.

del futuro Papa).

racconto, che porta il lettore a rivi-

Le relazioni scritte dall’allora sacer-

Torniamo al 1889 per l’impresa si-

vere le fasi più difficili dell’ascensione

dote Achille Ratti vennero raccolte

curamente più difficile: la salita da

e ad entusiasmarsi con l’autore per i

nel volume citato all’inizio, pubblicato

Durante questo periodo, innamorato com’era della montagna, dedicò

E non mancano autentiche “impre-

tutto il suo tempo libero all’alpini-

se”, sempre accompagnato da due

smo, realizzando anche ascensioni di

guide valdostane.

grande difficoltà, specie se si consi-

La sua guida di fiducia fu Giuseppe

Macugnaga alla Punta Dufour, la più

grandiosi spettacoli naturali, offerti a

dalla Sezione di Milano del C.A.I. nel

derano gli anni in cui furono compiu-

Gadin di Courmayeur, che poi si av-

alta del gruppo, per la parete Est del

ogni ora dall’alta montagna e che si-

1923, in occasione del cinquantena-

te. Era il periodo ancora quasi eroico

valeva dell’assistenza di un’altra guida

Monte Rosa, estremamente difficile

curamente avvicinano a Dio: “In certi

rio della Sezione, di cui il Papa era

dell’alpinismo, nel quale la

magnifici

pratica dell’alta montagna

tri di montagna,

era ritenuta difficile e

in certi immensi

pericolosa, se non addi-

anfiteatri lanciati

rittura temeraria.

nello spazio dalla

tea-

Stando a quanto do-

mano di Dio, ab-

cumentato, don Achille

biamo sentito la

aveva iniziato a salire le

Sua

montagne già da se-

e la Sua onnipo-

minarista,

tenza …”.

compiendo

ascensioni sulle monta-

Alla

grandezza

fine

del

gne del lecchese, mon-

1912 Papa Pio X

tagne che nelle giornate

chiamò a Roma

stato socio.

Foto di sinistra: foglietto ricordo con un francobollo recante l’effigie di Pio XI emesso alla morte del Papa Foto di destra: Capanna Grigna-Vetta, oggi Rifugio Brioschi, su una cartolina dei primi anni del ‘900

Sentieri e Parole

15


Roberto Osio

di Barbara Garavaglia

L

o chiamavano “avvocato” i malgari, perché tale lo consideravano, ovvero una persona

che stava dalla loro parte, che poteva difendere i loro interessi, sostenere lo sviluppo della loro plurisecolare attività, che sapeva come interloquire con le istituzioni e come leggere tra le righe delle leggi, pur sporcandosi – per scelta - le mani con la terra. I compagni di cordata lo consideravano un buon alpinista, un uomo inamovibile nelle proprie convinzioni, capace di vedere lontano non rinnegando il passato, e ne stimavano le capacità, l’equilibrio e l’onestà. Roberto Osio – nato nel 1929 e morto nel 2002 - è stato un personaggio importante nel panorama alpinistico lecchese e nazionale, non solamente per il palmarès delle ascensioni

compiute, ma per aver amato, rispettato e conosciuto la montagna sotto diversi aspetti, tra loro inscindibilmente collegati: la roccia, la vita concreta che vi si svolge, e la difesa dell’ambiente. La familiarità con la montagna in Roberto Osio sorse naturale. La madre del futuro presidente dei Ragni di Lecco – Antonietta Nogara – aveva avuto modo di frequentare un’importante guida alpina quale fu Christian Klucker. […] La famiglia di Antonietta era originaria di Bellano […]. Anche Roberto era nato a Bellano il 16 ottobre del 1929 e, pur crescendo a Milano, rimase lega-

16

Sentieri e Parole

carica sino al 1990.

[…] Affiancano il nome di Osio nella sali-

«Con Osio c’erano molte discussioni

ta di importanti vie, i più grandi alpinisti

a

di quel periodo: Giovanni Ratti, Lino

la sua idea di fondo

livello

alpinistico;

to al paese natale e successivamente

frequenta, ricordandoci sempre che la

Lacedelli, Emilio Ratti, Erich Abram, Jack

era che l’Accademi-

soprattutto a Colico, dove la mamma

natura è un bene che ci è stato affidato

Canali, Carlo Mauri, Dino Piazza, Luigino

co rimanesse aperto,

aveva acquistato, a partire dal 1934,

dalla Creazione e ne saremo respon-

Airoldi.

così come all’origine,

un’ampia proprietà. E là, alle falde del

sabili verso le generazioni future» (R.

Per Osio l’amicizia era un ingredien-

ai soli dilettanti. Nei

Legnone, nacque la passione per le

Osio, Guardare avanti, in “Club Alpino

te fondamentale della delicata alchimia

secoli precedenti e

ascensioni.

Italiano – Il Bollettino n. 91. Club Al-

che rende l’alpinismo, e più in generale

nel dopoguerra era-

pino Accademico Italiano – Annuario”,

l’esistenza, attraente. E tra gli amici, egli

no tutti dilettanti. Noi,

1990, pag. 6).

rammentava sempre con molto affetto

affermava

Carlo Mauri. […]

andiamo a lavorare e

L’iniziazione all’arrampicata per Osio si coniugò col ricordo di un personag-

Roberto,

gio fondamentale dell’alpinismo, falcia-

La montagna evocata dai racconti di

to con una raffica di mitra all’indomani

Vittorio Ratti, diventò la meta del gio-

Per i Ragni di Lecco si occupò dell’i-

facciamo attività al-

della Liberazione: il lecchese Vittorio

vane Osio che volle “tradurre in realtà

struzione dei più giovani. Tra gli episo-

pinistica solamente il

Ratti. Giovane e già affermato alpinista,

le fantasie della giovinezza”. Iniziò a

di che sono rimasti impressi nella me-

sabato e la domenica,

Vittorio Ratti fu uno degli alpini che il

scalare con Riccardo Cassin, poi conti-

moria di coloro che lo conoscevano ce

mentre una guida al-

padre di Roberto, Umberto, avvocato

nuò con i coetanei. Una foto lo ritrae al

n’è uno particolare e noto, che indica

pina si può permettere

milanese, ufficiale, ebbe come sotto-

campeggio organizzato dai Ragni della

quale fosse il carattere di Osio e la sua

di salire in montagna

posti quando fu chiamato a formare

Grignetta ai Piani Resinelli, nell’estate

idea di alpinismo. Lo ricorda Piazza:

ogni volta che vuo-

a Lecco il Battaglione Valle Intelvi, nel

del 1948: è in posa con alcuni dei pro-

«Era il 1958 e il campeggio estivo dei

le. Si deve marcare

1939. […]

tagonisti di quella stagione, quali Gio-

Ragni era alle Cime di Lavaredo. Noi

una differenza tra una

Sin dall’infanzia, quindi, prese con-

vanni Ratti, Silvio Fezzi, Arnaldo Tizzo-

arrivammo e piantammo però la tenda

persona che lavora,

sistenza una passione, che manterrà

ni. E dei Ragni Osio entrerà a far parte,

in riva al lago di Misurina, anche per

che utilizza il dena-

costantemente negli anni una conno-

diventandone presidente, dopo Vasco

essere vicini al paese e magari trovare

ro della sua famiglia,

tazione particolare: la dedizione alla

Cocchi, nel 1957. Scrisse: “[…] soprat-

un po’ di divertimento. Verso sera, in

che “ruba” tempo alla

montagna sotto le diverse sfaccettatu-

tutto io devo ringraziare il Gruppo Ra-

sella al suo Galletto, arrivò Osio che si

propria famiglia per

re. Per Osio l’ambiente alpino non fu un

gni e i suoi componenti che col loro

arrabbiò moltissimo e ci fece togliere la

arrampicare e colo-

terreno di conquista, una palestra per

aiuto ed il loro insegnamento mi hanno

tenda…». […]

ro che lo fanno per

mettere in evidenza le proprie capacità

permesso di trovare nell’alpinismo tan-

e per cercare di superare i propri limiti.

te gioie che mi erano sconosciute”.

Uomo sobrio, determinato, ascolta-

professione. E que-

to nonostante una certa asperità del

sto è stato un punto

Dall’alto: Roberto Osio, in primo piano a destra, in vetta al Pizzo Badile, al centro Cesare Giudici; Roberto Osio, a destra, con Giovanni Ratti; Roberto Osio, a sinistra, al rientro dalla Walker.

MONTAGNA SENZA COMPROMESSI

di passioni: l’agricoltura e l’allevamento.

Egli amò la montagna, come ambito nel

Le ascensioni compiute erano di

carattere, Osio connotò sempre più la

importante.

quale scoprire e conservare la bellezza,

tutto rispetto, come la via Oppio sulla

propria azione e i propri interventi per

parlava, si capiva che

l’impegno, la serietà insite nello scorre-

parete nord della Sfinge, salita nel luglio

propugnare una filosofia di approccio

le sue parole sortiva-

re dell’esistenza. In questa formazione

del 1958 con l’amico Dino Piazza. […]

alla montagna che tenesse conto dei

no da una vita di al-

Egli frequentò assiduamente il grup-

vari aspetti che possono mantenere

pinista, di montagna»

po del Masino-Bregaglia, diventando

vivo quell’ambiente che egli amava e

(ricordo di Tino Alba-

Uomo rigoroso, profondo e autore-

uno dei più forti alpinisti lombardi degli

che aveva, attraverso variegate espe-

ni). […]

vole, descrisse così il rapporto uomo-

anni Cinquanta e Sessanta. Tra il 1952

rienze umane e grazie all’attività di

Il presidente gene-

montagna, uomo-ambiente: «Impe-

e il ’59 salì per ben cinque volte la via

scalatore, imparato a conoscere. Ne

rale del Caai percepiva

dire la banalizzazione della natura e

Cassin sul Badile. Similmente alla mag-

derivò un impegno personale in am-

come

quindi della montagna attraverso un

gior parte degli scalatori del tempo,

bito amministrativo, professionale e

porre al centro l’uo-

modello di sviluppo che sfrutta il bene

Roberto era un alpinista “della dome-

associativo.

mo. Osio guardava

ambiente svendendolo per un effimero

nica”. “Rubava” tempo per chiodi, corde

Roberto Osio fu chiamato alla pre-

benessere economico, vuol dire impe-

e piccozze, alle occupazioni – lavorò

sidenza del Club alpino accademico

i fremiti, ma non intendeva cedere e

dire la banalizzazione dell’uomo che la

per diverse aziende – e alle sue gran-

italiano (Caai) nel 1978 e mantenne la

lasciare che l’idea di alpinismo si avvi-

un ruolo importante ebbe anche la frequentazione degli scout. […]

Quando

fondamentale

ai giovani, ne intuiva

Sentieri e Parole

17


cinasse sempre più all’idea di uno sport

presenza italiana in Himalaya e, con-

come accadeva all’interno degli am-

sfogo, un “parco di divertimento” per il

no le bestie sotto il

teso alla ricerca del divertimento op-

seguentemente, sulla necessità che nel

bienti alpinistici, i suoi interventi, anche

resto del Paese. Mio padre sosteneva

rifugio

pure dell’affermazione di sé. […]

nostro Paese si osasse qualche cosa di

se a volte controcorrente e in contra-

che l’agricoltura dovesse essere abbi-

Tutti lo chiamava-

L’alpinista che aveva salito importanti

più, andando oltre i ristretti confini na-

sto con quelli di altri, erano ascoltati

nata al turismo, per far sì che la gente

no avvocato, perché

montagne, che apprezzava le vie ele-

zionali, recuperando lo spirito che ave-

e apprezzati. Molte sue idee, all’inizio

stesse in montagna per viverci, tutto

sapeva

ganti tracciate con l’utilizzo del mate-

va portato gli italiani ad alti livelli con le

disattese e incomprese, col trascorrere

l’anno» (testimonianza di Alessandro

loro problemi. Tor-

riale strettamente necessario, che vo-

spedizioni sul K2. Al di là delle imprese

degli anni si sono rivelate opportune e

Osio). […]

nammo dal sentiero

leva rispettate e preservate le vie dei

di Reinhold Messner e di Renato Ca-

vincenti. Giovanni Fazzini, premanese,

Non era però un sognatore, Osio;

degli Stradini. Lungo

vecchi dal “progresso”, comprendeva

sarotto, Osio non riusciva a individuare

per anni alla presidenza della Comunità

non accarezzava un ritratto idilliaco

il tragitto mi fermai a

che ogni scalatore, ogni persona che

qualcuno che abbracciasse una pro-

Montana Valsassina, Valvarrone e val

della montagna, dell’agricoltura, dell’al-

fare qualche foto, ma

si affaccia al mondo della montagna,

spettiva più ampia, ma solamente “una

d’Esino, rammenta: «Grazie a Roberto,

levamento. Erano aspetti che egli co-

appoggiai la mac-

ha una responsabilità nei confronti di

serie di spedizioni minori”. […]

a Colico, per il passaggio della Super-

nosceva

direttamente

china su un sasso,

Roberto Osio non pensava a un al-

strada 36 fu scelto il male minore. Egli

operando nei diversi campi. Le mon-

dimenticandomela…

Nell’editoriale del secondo numero

pinismo che, per stare “a passo con i

“disubbidì” alle linee del partito, in nome

tagne le aveva amate scalandole, e

Me la riconsegnaro-

del “Bollettino”, Osio definì che cosa

tempi”, aggredisse la montagna, la sua

della salvaguardia del territorio. Era al

continuava ad amarle vivendole come

no un anno dopo. Era

significasse essere un Accademico, e

cultura e le sue tradizioni. Il suo ideale

di sopra della politica…». […]

agricoltore e come allevatore. Nella

rimasta là, sotto la

le sue parole vibrano di idealità: «Es-

di alpinismo non era certamente quello

zona dei Montecchi, a Colico, in prima

neve, poi sotto il sole,

sere Accademico non è solo essere

della conquista, ma del rispetto. Il nome

persona Roberto si occupò degli ani-

finché qualcuno la

alpinista completo ad alto livello, ma

di Osio, infatti, è legato a un movimen-

Anzitutto, come del resto aveva ri-

mali. Accudiva le sue mucche, affian-

ritrovò e, sviluppan-

è anche comportamento, disinteresse

to internazionale ambientalista, qual è

badito negli scritti per l’Accademico,

cando quest’attività ad altre occupa-

do il rullino, mi rico-

e disponibilità. È essere quello che il

Mountain Wilderness, “montagna sel-

l’idea di fondo era quella che la mon-

zioni e all’arrampicata.[…]

nobbe nelle immagini

contatto con le grandi montagne e la

vaggia”. […]

tagna, per vivere, ha bisogno di essere

Non erano chiacchiere le azioni pre-

e me la riconsegnò.

Qual era il filo rosso che collegava gli interventi dell’alpinista?

risolvere

i

natura intatta ci ha dato e che forse

Non erano solamente parole, pro-

preservata e di mantenere le attività

se in accordo con i sindaci per salva-

Sono le ultime foto

senza accorgersi portiamo in tutte le

positi, ideali slegati dalla quotidianità,

produttive, nel rispetto delle tradizio-

re le vecchie casere e le teleferiche;

che

nostre azioni».

quelli che Roberto Osio pronuncia-

ni, pur aprendosi alle innovazioni. Ben

non era solamente un buon proposito

mio amico. Ma ormai,

Osio non ha mai “venduto” la propria

va e difendeva. Infatti, egli condusse

accetti, perciò, nella filosofia di Osio,

quello di promuovere un’attività che

Roberto non c’era

immagine di alpinista per un guadagno

battaglie anche in seno a organi poli-

la meccanizzazione, il turismo, senza

contemplasse la tutela degli alpeggi, la

più…».

personale, anche solamente in termini

tici e istituzionali. Partendo dalla con-

però violentare l’ambiente che egli sa-

ricerca del benessere delle bestie, il pa-

Il

di “fama”; non era quel genere di sod-

cretezza, ovvero dalla sua esperienza

peva di dover conservare e trasmet-

scolo durante tutto l’anno, il ritorno agli

del 4 febbraio del

disfazioni che egli cercava aderendo

alpinistica di alto livello e dall’impegno

tere alle generazioni future. Creare

animali rustici. Tutto questo Rober-

2002, l’ex presidente

alla roccia e guadagnando cime di tut-

diretto nel campo dell’allevamento e

reddito, occupazione, sarebbero state

to Osio lo affermava, perché in prima

del Caai e dei Ra-

to rispetto. Il suo andare in montagna

dell’agricoltura sulle terre alte.

le corrette premesse per lo sviluppo

persona lo attuava, nella sua azienda di

gni, l’amministratore

possiedo

del

pomeriggio

Dall’alto : Roberto Osio, a sinistra, con Dino Piazza; Roberto Osio sulla NO del Cengalo.

quell’ambito. […]

direttamente,

“Cazzaniga”.

assumeva una connotazione spirituale,

Roberto Osio – che militava nel-

turistico del territorio. […] L’ammini-

Colico, nella partecipazione alla coope-

pubblico, l’agricoltore

era una filosofia di vita e un continuo

la Democrazia Cristiana, anteponendo

stratore Osio, quindi, desiderava che

rativa dei Piani di Bobbio dove portava,

appassionato e di-

sprone ad affrontare l’esistenza con

sempre agli interessi di partito le istan-

risorse fossero messe in campo per il

in estate, le proprie mucche in alpeggio.

sinteressato,

virtù e coerenza, difendendo in prima

ze degli abitanti del territorio e la difesa

miglioramento zootecnico, l’istruzione

[…]

va infatti travolto da

persona e concretamente quell’am-

dell’ambiente lacustre e montano – fu

tecnica degli addetti all’agricoltura, per

Gli allevatori lo chiamavano “avvoca-

un trattore nella sua

biente tanto amato.[…]

consigliere comunale a Colico, membro

il miglioramento delle strutture, per la

to”, consci di avere in quell’uomo un

tenuta a Colico, mo-

Alla metà degli anni Ottanta, in qua-

della giunta della Camera di Commer-

qualificazione e la commercializzazio-

po’ rude, ma sincero, un difensore im-

rendo.

lità di presidente dell’Accademico e di

cio, tra i fondatori del Consiglio di Val-

ne dei prodotti. […]

parziale e disinteressato. Lo chiama-

presidente della commissione spedi-

le, poi trasformato in Comunità Mon-

«Ha sempre avuto un grande di-

rono così anche una delle ultime volte

(da “Montagna sen-

zioni extra-europee del Cai, il gran-

tana41. Inoltre, fu tra i fondatori della

spiacere constatando che, sia per il

nelle quali salì tra gli alpigiani, a Bobbio,

za compromessi. Ro-

de alpinista si interrogava sulla scarsa

Sezione bovini di razza bruna in seno

governo centrale che per la Regione,

con l’amico Piazza. Stava per incomin-

all’Associazione provinciale degli alle-

la montagna avesse sempre ricoperto

ciare l’autunno. «Andammo insieme in

nell’ambito

vatori (Apa).

un ruolo marginale. Le politiche italiane

funivia a Bobbio, dove aveva gli animali.

letterario “Carlo Mauri”, edizione 2012.

hanno avuto un basso profilo e han-

Prese due panetti di burro, poi andam-

Le foto in bianco e nero sono tratte dal

mo a mangiare dai pastori che aveva-

volume “Ragni di Lecco. Cinquant’anni sul-

18

Sentieri e Parole

Di “battaglie” ne condusse molte in qualità di amministratore locale e,

no visto la montagna come un’area di

berto

Osio”,

veni-

saggio

giornalistico premiato del

concorso

le montagne del mondo” di Alberto Benini)

Sentieri e Parole

19


LA FRITILLARIA E LA PULSATILLA

Fiori rari sulle montagne lecchesi

I

di Annibale Rota

l concetto di rarità di una specie spontanea, e alpina in particolare, va considerato con parecchia cautela.

Una specie può infatti essere considerata rara in assoluto, perché presente in una zona (areale) molto ristretta, ma in quella zona essere abbastanza diffusa e quindi non rara. E’ il caso dell’aglio insubrico citato nell’articolo del precedente Notiziario. Mi soffermerò di seguito su specie magari abbastanza comuni in altre zone, ma rare, o addirittura molto rare, sulle montagne lecchesi. A mio parere il fiore più raro presente sulle nostre montagne è la fritillaria, Fri-

tillaria tubiformis, GRENIER & GODRON. Appartiene alla famiglia dei gigli, anche se sembra una modesta campanella, ed è abbastanza presente sulle Alpi Liguri e in diverse zone degli Appennini. Nel nostro territorio fiorisce per pochi giorni in giugno solo sulla cima del Sodadura, la piramide che domina Artavaggio. Avendo la fortuna di capitarvi al momento

giusto, è possibile contarne una quindi-

terreni calcarei, sulle Orobie bergama-

cina di esemplari. A me questo è suc-

sche, sulle Alpi Liguri e Marittime, sugli

cesso una sola volta, purtroppo in una

Appennini Settentrionali e naturalmente

giornata grigia per cui le foto fatte non

sui Pirenei da dove ha derivato il nome.

sono il massimo. C’ero salito con i ra-

Due sole volte m’è capitato di vedere

gazzi del secondo Corso dell’Alpinismo

sulle nostre montagne il papavero gial-

Giovanile ai quali, durante una sosta al

lo, Papaver rhaeticum, GREMLI. Calcifilo,

Rifugio Merlini-Cazzaniga, avevo parla-

appartiene alla famiglia dei papaveri e

to proprio della fritillaria ed è stata così

fiorisce su prati magri sassosi o addi-

una grossa soddisfazione l’aver potuto

rittura nei macereti. Comune nelle Do-

mostrare loro il fiore. Devo aggiungere

lomiti, è presente anche in diverse zone

che questo fiore è probabilmente il più

degli Appennini. Da noi lo si trova solo

raro anche di tutta la Lombardia.

all’estremità inferiore di alcuni ghiaioni

Presente solo sulle rocce della cresta

delle Grigne, dove comincia ad affiorare

sommitale del Grignone è la petrocalli-

un po’ di terra. Personalmente l’ho vi-

de, Petrocallis pyrenaica, R.BROWN. E’ un

sto tra le ultime ghiaie sotto il Canalino

minuscolo fiorellino della famiglia delle

Federazione e quasi all’uscita della Val

Crucifere, che forma graziosi cuscinet-

Cugnoletta, quindi sulle Grigne, mentre

ti lilla-pallido o rosa. Le crucifere sono

non è mai stato segnalato su altre mon-

così chiamate perché i loro fiori hanno

tagne lecchesi.

quattro petali disposti a croce. Fiorisce

Raro sulle montagne lecchesi, e molto

in giugno e in luglio e i fiori durano a

raro in tutta la Lombardia, è l’anemone

lungo.

viola, Pulsatilla montana, REICHENBACH.

Il cuscinetto fotografato è molto bel-

Predilige i prati aridi e da noi fiorisce

lo e comprende anche un ciuffettino di

regolarmente tra fine marzo e apri-

fiori bianchi (albini) estremamente rari

le sui praticelli della zona archeologica

in questa specie diffusa, di preferenza su

del Monte Barro, poco sotto il piazzale con il monumento all’Alpino.

In senso orario: Petrocallis pyrenaica; Pulsatilla montana ; Papaver rhaeticum ; Fritillaria tubiformis;

Proprio per la sua rarità e la sua bellezza questo fiore è stato assunto come simbolo del Parco del Monte Barro. E’ presente anche in piccole stazioni isolate sui Corni di Canzo e sui versanti a lago delle Grigne. A questi andrebbero aggiunte un paio di specie citate nei precedenti articoli: la campanula gialla non facile da vedere e, soprattutto, la Primula grignensis la cui probabile estrema rarità non è stata ancora ben definita, trattandosi di una specie scoperta da meno di vent’anni.


AI PIEDI DEL RESEGONE

Un sentiero didattico naturalistico realizzato dal gruppo di Ag

D

alle finestre che illuminano la

terse, a un verde scuro, molto cupo in

riegati colori, dovuti all’alternarsi delle

mia casa posso scoprire, co-

giornate nuvolose e piovose. Sempre

stagioni e al gioco di luci e ombre,

noscere e ammirare le bel-

osservando la natura, dalle mie fine-

generato dal sorgere e tramontare del

lezze della natura. Un esempio è l’ac-

stre si può spaziare dall’acqua fluida

sole. La cima di tali rilievi può essere

qua del lago in apparenza placida, ma

e in movimento alla solidità e staticità

raggiunta percorrendo sentieri di dif-

che in una giornata ventosa cambia il

dei rilievi che circondano la città.

ficoltà differente, quello che più conta

suo tranquillo aspetto increspandosi. Il

Queste famose montagne, collocate

è la voglia di camminare. Il richiamo

suo mutabile colore può, inoltre, virare

nella fascia delle Prealpi, sono carat-

della natura cresce sempre più dentro

da un vivace blu cristallino, in giornate

terizzate da peculiari forme e da va-

di me suscitando il desiderio di cono-

In cammino lungo il sentiero

di Alessia Losa


scerla e scoprirla. Ormai la semplice

guenza del constatare quanto diffusa

domenica, potranno vivere emozio-

fine dei lavori. L’evento è stato con-

servando le foto collocate sui pannelli

osservazione è divenuta un elemento

sia la tecnologia più sofisticata nelle

nanti esperienze in gruppo con altri

Ogni sentiero è caratterizzato da un

dotto in grande stile. Ha avuto inizio

illustrativi che documentano il lavoro

limitante, bisogna andare oltre.

mani di un bambino. Questi strumenti

ragazzi, stare all’aria aperta e andare

proprio andamento, pendenza, espo-

con il discorso del presidente del CAI

svolto alla baita e quello richiesto per

Il monte Barro sembra il dorso di

tecnologici non stimolano il ragazzo

alla scoperta delle montagne del ter-

sizione, lunghezza e composizione:

Lecco, Emilio Aldeghi, che ha spiegato

la realizzazione del sentiero. Inoltre

un cavallo, la Grigna meridionale un

ad andare alla scoperta della natu-

ritorio in cui vivono. Sicuramente du-

tratti sassosi alternati a quelli erbosi.

le finalità dell’opera e ha poi accolto

lungo il sentiero i visitatori hanno po-

triangolo scaleno, meglio, una pirami-

ra, lo spingono a impoltronirsi tra le

rante le escursioni un po’ di fatica si

Ma cosa avrà di tanto particolare il

e salutato gli ospiti intervenuti, come

tuto godere una magnifica vista sulla

de innalzatasi milioni di anni fa dalle

quattro mura di casa. La playstation,

farà, ma sarà appagata dai paesaggi

sentiero di AG? In questo tracciato vi

l’alpinista trentino Ermanno Salvater-

parete ovest del Resegone e scoprire i

profondità marine, infatti ancora oggi

la wii, il computer, l’iPhone, l’Ipad – e

mozzafiato, dalla natura, dal diverti-

sono pannelli di legno dove è possibi-

ra, famoso per le sue salite al Cerro

nomi delle sue numerose guglie ripor-

si trovano fossili marini tra le sue roc-

chi più ne ha più ne metta - sono i

mento e dall’avventura di dormire in

le appendere foto o schede riportanti

Torre in Patagonia, Roberto Chiappa,

tate su un pannello panoramico.

ce. E il Resegone con le sue numerose

migliori amici dei ragazzi. Sono stru-

un rifugio o in una tenda ai piedi di

diverse notizie. Si potranno allestire

alpinista lecchese, attuale presidente

Quando in una giornata soleggiata

guglie può sembrare la parte seghet-

menti molto utili in ambito lavorativo,

una montagna, lontani da casa.

mostre con tematiche storiche, natu-

del gruppo UOEI, e Marta Cassin, ni-

vi viene voglia di fare una passeggia-

tata di un coltello per affettare il pane.

riducono i tempi di comunicazione e

Il gruppo di AG, in questi ultimi anni,

ralistiche (flora e fauna), geologiche e

pote di Riccardo. Il tutto è stato ripre-

ta nella zona del piazzale della funivia

Leggendo queste righe si può pen-

facilitano l’organizzazione, però limi-

ha avvicinato i più giovani alla mon-

riguardanti l’alpinismo. Questo luogo

so dalle telecamere di Unica TV per il

ora avete una scelta in più; oltre che

Ermanno Salvaterra, a sinistra, intrattiene un gruppo

Momento di festa davanti alla baita

verse tematiche.

Pannello didattico

Segnavia

programma “Itinerari”.

raggiungere l’abitato di Costa o il ri-

sare che tutto ciò possa essere il frut-

tano la socializzazione e l’incontro tra

tagna anche in un altro modo, diverso

potrà essere usato dai ragazzi di AG,

to della fervida immaginazione di un

le persone durante il tempo libero. Le

da quello tradizionale delle gite. Nella

ma anche dalle scuole per fare delle

Imboccato il sentiero numero 1 dal

fugio Stoppani o arrivare fino ai Piani

bambino appassionato di natura che

svariate proposte tecnologiche, inoltre,

zona dei Grassi ai piedi del Resegone i

lezioni specifiche all’aria aperta a due

piazzale della funivia il gruppo ha rag-

d’Erna o al Resegone o a Campo de’

trascorre le ore del suo tempo libero

tendono ad azzerare la fantasia dei più

ragazzi hanno partecipato alla manu-

passi dalla città.

giunto l’abitato di Costa e ha prose-

Boi, potrete anche scegliere di percor-

all’aria aperta. In realtà i ragazzi d’og-

piccoli, rendendoli tutti uguali.

tenzione di una vecchia baita in disu-

guito il suo cammino lungo il sentiero

rere il sentiero didattico naturalistico

gi dotati di una vivace fantasia sono

In passato la voglia di conoscere, di

so, alla pulizia dei sentieri e alla pro-

L’inaugurazione

che porta al Magnodeno. Dopo aver

di AG, scoprendo le novità proposte

tutt’altro che comuni. Può sembrare

esplorare e di avventura era il motore

gettazione di uno nuovo: il sentiero

In un sabato di fine maggio 2012 è

oltrepassato un torrente, è giunto in

nei pannelli espositivi.

un’affermazione forte, ma è la conse-

propulsore dei grandi alpinisti. Anche i

didattico naturalistico di AG.

avvenuta l’inaugurazione, con ritrovo

località Grassi, nel punto di inizio del

24

Alpinismo Giovanile

ragazzi d’oggi possono sognare come

Il nuovo tracciato è stato realizzato

alle 14.30 al piazzale della funivia che

sentiero didattico naturalistico dove è

loro, se messi in condizione di tra-

con la finalità di creare un luogo dove

porta ai piani d’Erna. Qui, poco alla vol-

avvenuto il taglio del nastro seguito

scorrere delle ore in mezzo alla natura.

poter giocare e imparare, fare lezioni

ta, si è formato un folto gruppo com-

da un discorso augurale del presidente

Partecipando, ad esempio, ai corsi di

all’aria aperta e allestire mostre tem-

posto da bambini, genitori, accompa-

e di Salvaterra. Infine tutti i parteci-

alpinismo giovanile (AG) i bambini, la

poranee aventi sempre nuove e di-

gnatori e persone curiose di vedere la

panti hanno percorso il sentiero os-

Alpinismo Giovanile

25


LA MONTAGNA DEL SOGNO

Il tentativo alla parete nord dell’Ogre

Il Baintha Brakk, meglio noto come Ogre , è una montagna di 7285 m situata nel Karakorum centrale pakistano. A giugno-luglio 2012 Daniele Bernasconi, con il valdostano Hervé Barmasse e il trentino Martino Peterlongo, ne ha tentato la salita per l’inviolata parete Nord. Fino a quel momento solo due spedizioni avevano raggiunto la vetta, entrambe inglesi ed entrambe per la parete Sud: la prima, nel 1977, con Doug Scott e Chris Bonington, la seconda nel 2001 con Thomas Huber, Urs Stokker e Iwan Wolf. E proprio gli alpinisti inglesi ribattezzarono la montagna Ogre (orco). Daniele racconta la sua avventura.

Il campo base allo Snow Lake

di Daniele Bernasconi


P

otrei definirla la montagna del

di questo gruppo di bellissime cime

ottomila metri. Il desiderio attuale era

sogno, un sogno che cullavo

che spiccano a una certa distanza dai

di cimentarmi con un settemila tecni-

da alcuni anni dopo aver letto

giganti del Karakorum. Le stesse che

i libri di Doug Scott e Chris Boning-

prevedendo di arrivare al campo base

apprezzato queste bellezze soprat-

Oggi organizzare una spedizione in

ai primi di luglio, e di utilizzare tre

tutto al ritorno: vedere un fiore dopo

co, difficile e inesplorato. In Karako-

Pakistan è più facile di alcuni anni fa.

settimane per l’acclimatamento prima

un mese di sola neve è stata davvero

avevo ammirato dall’aereo sorvolan-

rum ci sono diverse cime di questo

Si contatta un’agenzia locale e di so-

dell’attacco alla parete che nel frat-

un’emozione. Il tratto successivo dello

ton, con il racconto della prima salita

do il Nanga Parbat per raggiungere

genere, ma la scelta non poteva che

lito non è difficile ottenere i permessi.

tempo avremmo studiato dal basso.

Snow Lake, invece, è una distesa piatta

compiuta nel 1977. Ma dell’Ogre ave-

da Islamabad il Karakorum cinese, e

cadere sull’Ogre.

Noi abbiamo presentato la domanda

Due giorni in jeep per arrivare a

di neve, alpinisticamente pochissimo

vo letto anche su “Himalaya stile al-

che avevo osservato in lontananza

un po’ in ritardo e siamo partiti alcuni

Skardu da Islamabad e poi un altro

esplorata. L’Ogre non si affaccia diret-

pino. Gli itinerari più affascinanti sulle

da quota 7000 nel 2004, durante un

L’occasione si è presentata nell’e-

giorni dopo il previsto, perdendo par-

giorno in jeep su strada impervia per

tamente sullo Snow Lake: per rag-

cime più alte”, pubblicato nel 1996 da

tentativo alla Nord del K2. Montagne

state del 2012, essendo tramontato un

te di una iniziale finestra di bel tempo

raggiungere Askole, l’ultimo villaggio.

giungerlo bisogna percorrere un altro

Andy Fanshawe e Stephen Venables,

grandi, belle, eleganti come tanti Cer-

altro progetto che si sarebbe dovuto

che magari avrebbe determinato un

Qui è iniziato il trekking di avvicina-

ghiacciaio alto di neve, il Sim Gang

un vero libro di culto per gli alpinisti:

vini; avevo sospettato che una potes-

realizzare l’inverno precedente.

esito diverso della nostra impresa. Ma

mento, di circa 90 km, sul Biafo Gla-

Glacier, lungo circa 20 km.

nelle pagine dedicate a questa monta-

se essere l’Ogre e la conferma l’avevo

questo fa parte del senno di poi.

cier.

gna mi aveva colpito il racconto della

avuta al ritorno studiando la cartina.

Ho proposto a Hervé Barmasse e a

dea è subito piaciuta.

La presenza di tanta neve ha avuto

Martino Peterlongo, entrambi guide

Oltre al materiale alpinistico di base

Fino al passo Isper (5125 metri) il

ripercussioni importanti sulla spedi-

prima straordinaria salita e soprattutto

L’idea dell’Ogre, dunque, è partita da

alpine e alpinisti di grande esperienza,

ci siamo portati un po’ di tutto, l’oc-

trekking è relativamente frequen-

zione. Ad esempio, mancava l’acqua, e

dell’epica discesa all’inizio della qua-

me. Negli ultimi anni c’erano stati la

di avventurarci nella regione del passo

corrente per scalata su ghiaccio e su

tato ed è molto bello. Si percorrono

per averla è stato necessario scioglie-

le Doug si era rotto le caviglie. E poi

Patagonia, l’Himalaya, tentativi a volte

Isper e del Biafo Glacier, lontano dalle

roccia, sci, slitte.

morene piene di fiori e di insetti, c’è

re la neve, con un consumo di carbu-

c’era una fotografia presa da lontano

riusciti a volte meno su montagne di

rotte più frequentate del Baltoro, e l’i-

perfino un’oasi. A dire il vero abbiamo

rante, a detta della nostra guida, supe-

Siamo partiti dall’Italia il 22 giugno,

In alto: accampamento durante il trekking; bambini di Askole; portatori balti nel trekking di avvicinamento; portatori allo Snow Lake. In basso: ai piedi dell’Orco; Daniele Bernasconi; Hervé Barmasse; l’0gre a sinistra visto dal ghiacciao Sim Gang


fatto l’ultima scalata andando in vetta

Tornando al campo base, con sullo sfondo le Solu Towers; la nord dell’Ogre dopo 20 giorni di nevicate. Nella pagina a fianco: avvicinamento all’Ogre.

riore a quello delle spedizioni invernali.

prattutto con il brutto tempo, è psi-

Un altro problema logistico si è posto

cologicamente piuttosto impegnativo;

con i portatori che, abituati a cam-

portata di mano.

Un progetto da riprendere

colorato e più simile ai paesaggi alpini

a una delle Solu Towers (5900 metri),

A conclusione di questa avventu-

a noi familiari, solo in dimensioni più

con una faticosa e difficile ascensione

ra rimane l’amaro di non aver potuto

grandi. E diverse, per ragioni storiche

di ghiaccio e neve per un dislivello di

neppure tentare la salita della monta-

e religiose, sono anche le popolazioni.

1300 metri.

gna del sogno, una montagna carica di

Al primo impatto i nepalesi appaiono

Due giorni dopo si è presentata una

neve che non si trasforma, non diventa

più amichevoli, più vicini alla nostra

breve finestra di bel tempo e siamo

mai dura, con meringhe e giganteschi

sensibilità, ma a una conoscenza più

ripartiti per l’Ogre. Abbiamo trovato

funghi di ghiaccio che ricordano al-

approfondita si apprezzano nelle po-

una montagna coperta da uno spesso

cune vette patagoniche, e con un’ana-

polazioni locali pakistane disponibilità

manto nevoso che nascondeva an-

loga variabilità meteorologica. E per le

e grande senso dell’ospitalità. Durante

che le pareti di roccia più verticali, una

vie di ghiaccio avremmo dovuto sce-

una sosta, ad esempio, abbiamo ce-

montagna diventata inaccessibile. Non

gliere un periodo meno caldo.

nato a casa del capo villaggio che ci

potendo prolungare la permanenza,

A casa ci siamo portati la ricchezza

ha offerto carne di ibex, una specie di

Nei giorni successivi ci siamo de-

abbiamo recuperato tenda e materiali

di un viaggio di alpinismo esplorativo

stambecco locale, e ha fatto di tutto

dal punto di vista alpinistico, poi, ha

dicati a una bellissima cima di cir-

e ci siamo organizzati per il ritorno,

e la bellezza di un posto che asso-

per procurarci una Coca Cola.

minare sul ghiaccio, non si muovono

significato meno possibilità di suddi-

ca 6300 metri che vedevamo al di là

anticipando di un giorno la discesa

miglia all’Alaska, fantastico anche solo

abitualmente nella neve, sia perché

videre i carichi, soprattutto i pesanti

dello Snow Lake. Partiti sotto il sole,

per evitare la nuova perturbazione in

per andarci con gli sci.

non hanno calzature adatte, sia perché

materiali da roccia, e quindi meno op-

con una luce abbacinante e un gran

agguato che ci avrebbe creato pro-

Il Pakistan è un gran bel paese, tor-

positiva è stata l’esperienza di con-

temono i crepacci. Dei sessanta che ci

portunità di aprire nuove vie su roccia.

caldo, abbiamo raggiunto la base di

blemi con i portatori. Anche due-tre

mentato da problemi politici che sulle

divisione con Hervé; lo conoscevo

hanno accompagnato al campo base

Senza perdere tempo, il 4 e il 5 lu-

questa montagna camminando per

giorni del trekking di ritorno si sono

montagne arrivano però molto sfumati

già per essere stato altre due volte in

solo tre sono rimasti con noi, man-

glio con sci e slitta ci siamo portati alla

circa 10 km, e abbiamo piantato la

svolti sotto acqua e neve e il rientro

o non arrivano del tutto. La natura è

spedizione con lui e ci siamo “soppor-

tenendosi per 31 giorni all’interno di

base della nord dell’Ogre, approfittan-

tenda. Al mattino abbiamo affrontato

a Islamabad è necessariamente av-

splendida ma dura, le montagne sono

tati” bene.

un’area di cento metri quadrati; gli altri

do del bel tempo che durava da alcuni

la salita percorrendo la ripida cresta

venuto via terra, sulla Karakorum Hi-

aspre. Viene naturale il confronto con

Alla fine di tutto rimane un progetto

sono ritornati ad Askole. Noi uscivamo

giorni, dopo due mesi di brutto per-

est, con pericolose cornici, su neve

ghway.

il Nepal che si presenta invece verde,

aperto che prima o poi dovrà essere

dal perimetro di sicurezza con gli sci

sistente. La parete non ci è sembrata

non trasformata, camminando come

ai piedi.

male, con tanta roccia; abbiamo anche

su palline di polistirolo: l’abbiamo bat-

Mi sono fatto l’idea che, a parità

individuato due-tre possibili vie di

tezzata Monk Peak per la somiglianza

di quota, in questa regione ci siano

salita, una delle quali, la cresta Nord-

con il famoso Monch dell’Oberland.

precipitazioni più abbondanti che nel

Est, sembrava portare velocemente in

Siamo scesi per la cresta Sud.

resto del Karakorum, forse perché la

alto. Nessun riferimento a precedenti

A questo punto però il bel tempo

posizione alla confluenza di tre valli

esperienze, perché chi era salito prima

stava per abbandonarci. Verso il 10 lu-

determina condizioni metereologiche

di noi aveva arrampicato sulla Sud.

glio abbiamo ricevuto dall’amico me-

del tutto particolari. Una montagna inaccessibile Al campo base (4700 metri), ai pri-

Siamo rientrati al campo base la-

tereologo portoghese le previsioni di

sciando lì una tenda e del materiale, e

una lunga perturbazione che ci avreb-

abbiamo avviato il nostro programma

be perseguitato fino alla fine con un

di acclimatamento.

solo giorno di parentesi . Ne abbiamo

mi di luglio, siamo arrivati solo in due.

Il 7 luglio siamo partiti con gli sci

approfittato per compiere l’ascensione

Martino non era stato bene durante

verso il passo Isper e abbiamo sali-

di un’altra montagna inviolata di 5966

il trekking ed era stato costretto a

to una bellissima cima, probabilmente

metri, facendo anche la bellissima di-

tornare indietro. Le conseguenze non

inviolata, di 5915 metri; fra andata e

scesa con gli sci. Come sempre il pa-

sono state di poco conto: reggere un

ritorno abbiamo percorso una trentina

norama era spettacolare, con l’Ogre

campo base in due anziché in tre, so-

di chilometri.

proprio davanti a noi, perennemente

30

Alpinismo e Arrampicata

Dopo un giorno di riposo, abbiamo

avvolto dalle nuvole, e in lontananza

fatto una ricognizione delle Solu To-

il K2 e gli altri giganti del Karakorum

wers, magnifiche torri di granito adia-

centrale.

centi al campo base, roccia buona a

Qualche giorno più tardi abbiamo

Dal punto di vista umano, quindi, il bilancio è stato positivo, così come

ripreso.


IN PARADISO CON GLI SCI

Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia

di Daniele Bernasconi


NOTIZIE PRATICHE

queste lande dove per spo-

fornito di una grande ten-

starsi lungo i fiordi ghiacciati nei lunghissimi e

bui mesi

invernali, l’unico modo è farsi trainare dai cani. Sono animali selvaggi che non amano le coccole come i loro cugini addomesticati a cui siamo abituati. Vivono per trainare e per correre. Appena vengono slegati sembrano impazziti e fino a quando il Musher, il loro guidatore e padrone, non gli dà il via abbaiano e si dimenano. Ma appena partiti si dispongono ordinati in fila e il loro sguardo cambia. Guardano avanti e puntano la loro

L

a Groenlandia evoca con il

Kulusuk e Constable Point possono

Gli inuit hanno sempre vissuto di

suo nome immagini di infiniti

però essere raggiunte in sole tre ore

caccia e sicuramente la loro attività

spazi bianchi e di natura sel-

di aereo da Rejikiavik in Islanda, con

principale non può essere convertita

vaggia. Una natura così selvaggia da

un volo settimanale. Ma una volta at-

alla pastorizia o all’agricoltura. Conti-

poter essere abitata solo dai temibili

terrati sulla striscia di terra ghiacciata

nuano a cacciare utilizzando, come da

orsi polari e dalle loro amate foche.

che chiamano pista di atterraggio, si

tradizione, le loro slitte per spostarsi e

La Groenlandia è effettivamente qua-

capisce subito che questo è un po-

i cani per stanare gli orsi. Personal-

si disabitata ma in alcuni fiordi sulla

sto unico e selvaggio. Il primo car-

mente ritengo che sia meglio che gli

costa esistono dei minuscoli villaggi,

tello che troneggia fuori dalla baracca

inuit vadano a caccia piuttosto che

formati da caratteristiche case colo-

che costituisce l’aeroporto di Kulusuk

ridursi in alcolizzati stanziali come

rate in toni sgargianti. In particolare

mette subito in guardia contro gli orsi

purtroppo sta già in parte succeden-

ci sono due aeroporti sulla costa est

bianchi. Il pack artico è la terra degli

do e come è accaduto nel passato ad

che consentono di esplorare le infini-

orsi bianchi e in Groenlandia ci sono

altri popoli indigeni colonizzati dagli

te montagne che costellano la costa

sicuramente più orsi bianchi che abi-

occidentali.

groenlandese.

tanti. Nonostante siano molto teneri

Una volta verificata l’assenza di orsi

Il mio primo viaggio in Groenlan-

da vedere mentre giocano nei do-

(due erano stati appena uccisi a po-

dia è stato nel 2010 a Kulusuk che è

cumentari di Discovery Channel, pare

chi chilometri di distanza) capiamo

più o meno alla latitudine dell’Islanda,

che non siano così socievoli con gli

subito l’unicità di un luogo dove non

mentre quest’anno sono andato mol-

esseri umani. Specialmente quando

esistono strade per collegare l’aero-

to più a nord nella Liverpool Land.

c’è carenza di foche vedono l’uomo

porto con il villaggio di 200 anime

Una volta era molto difficile arrivare

come un bel bocconcino da sgranoc-

che ci accoglierà per la notte. Rag-

in Groenlandia specialmente durante il

chiare, un po’ ossuto ma gustoso. Gli

giunto il paese dopo 30 minuti di

duro inverno artico. Da qualche anno

abitanti di queste terre girano sempre

camminata nella bufera, seguendo

con il fucile a tracolla, non solo per

una serie di pali scoloriti piantati nella

proteggersi, ma anche perché in Gro-

neve, abbiamo la sorpresa di trovare

enlandia i nativi hanno il permesso di

solo cani da slitta a presidiare il paese.

cacciare gli orsi.

I cani da slitta sono i veri abitanti di

34

Sci Alpinismo

destinazione mentre il loro Musher si gode il caldo della sua pelliccia, sdraiato sulla slitta, dando solo brevi e secchi comandi. Lo skilift più bello Proprio questo è stato il mezzo che abbiamo scelto per raggiungere il nostro campo base. Trainati come da uno skilift sui nostri sci

da geodetica dove mangiare Kulusuk si trova sulla costa est della Groenlandia a circa 65 gradi di latitudine nord. Sull’isola di Kulusuk c’è il principale aeroporto che serve la costa est della Groenlandia, collegato con l’aeroporto nazionale di Rejikiavik e con gli aeroporti della costa ovest della Groenlandia. La cittadina principale della zona è Tassilaq (circa 2000 abitanti) la capitale della regione Angmagssalik che dista circa 20 minuti di volo in elicottero essendo sul lato ovest del fiordo di Angmagssalik. Il paese di Kulusuk è abitato da circa 200 Inuit e dista 30 minuti a piedi sulla neve dall’aeroporto. Esiste un albergo a 200 metri dall’aeroporto, ma è molto più bello dormire in paese pernottando nelle case dei locali come abbiamo fatto noi. In paese c’è anche un ufficio postale, un piccolo negozio e una scuola. La zona che abbiamo esplorato si trova a circa 20 km a nord del villaggio e si raggiunge in due ore di slitta sul mare ghiacciato. I pernottamenti sono fatti in tenda sul ghiacciaio ed è fondamentale un ottimo sacco a pelo da almeno meno 30. Di giorno le temperature non sono freddissime (minimo meno15) ma se soffia il temibile vento catabatico Piteraq la temperatura avvertita è molto più bassa. La zona è abitata da numerosi orsi polari per cui è necessario avere con se un fucile e dei razzi di segnalazione per spaventarli. In Groenlandia la caccia all’orso da parte dei nativi è consentita per cui è difficile che l’animale vi si avvicini senza che sia stato intercettato dagli inuit. Noi abbiamo esplorato l’isola di Apusjiak in quanto relativamente vicina e con diverse cime e canali ancora non sciati. Allontanandosi di pochi km ci sono tantissime isole inesplorate con un numero pressoché infinito di nuove discese. Il periodo migliore è aprile in quanto i mesi precedenti possono essere molto freddi e a maggio cominciano a sciogliersi i lembi di ghiaccio che collegano le isole rendendo difficili gli spostamenti. Ad aprile è ancora possibile vedere bene l’aurora boreale che da sola vale il prezzo del viaggio. La Liverpool Land è raggiungibile in aereo atterrando a Constable Point e da qui in slitta con i cani o in motoslitta. La traversata con le pelli fino alle montagne è molto lunga (60 km) e personalmente la sconsiglio. Ci sono decine di opzioni in Liverpool Land e centinaia di cime da salire per ogni gusto. Per la zona di Ittoqottormitt si può far riferimento a Nanu Travel, l’unica agenzia turistica locale, che può organizzare trasferimenti con le motoslitte e il cibo. Il cibo locale lascia un po’ a desiderare per cui conviene portarsi qualche scorta dall’Italia.

per i 20 chilometri che ci

e rilassarci nelle giornate di brutto tempo. Ma anche dal punto di vista eno-gastronomico non ci eravamo fatti mancare nulla. Vino italiano per brindare ad ogni nuova discesa, birra per dissetarci e riserve di cibo che avrebbero sfamato quasi tutti gli orsi bianchi della zona. Il vero spettacolo in Groenlandia comincia con il tramonto. Tecnicamente, piccole particelle cariche elettricamente provenienti dal vento solare colpiscono l’atmosfera terrestre ed eccitano gli atomi di gas presenti nella ionosfera emettendo radiazioni luminose. Questo negli asettici termini scientifici che male rappresentano uno spettacolo difficile da descrivere a parole. Non avrei mai pensato di rimanere così basito davanti ad un fenomeno chimico di ionizzazione. Ma la prima volta che ho visto

separano dal ghiacciaio dove

si costruiscono i muretti di neve per

queste straordinarie strisce

monteremo le nostre tende. Lo skilift

proteggerci dal furioso vento Piteraq

colorate disegnare con le loro ve-

più bello e festoso del mondo. Die-

che soffia dal grande altopiano ghiac-

loci serpentine la volta celeste sono

tro di noi si allontanano le piccole

ciato verso il mare. I cani scalpitano

rimasto imbalsamato con uno sguar-

case colorate di Kulusuk. Il ghiacciaio

per tornare a tirare la slitta. Partono

do ebete come quello di un bambino

di Apusjiak si avvicina davanti a noi.

abbaiando festosi lasciandoci soli nei

di città che vede per la prima volta

Lentamente compaiono una a una le

nostri castelli di ghiaccio. Verranno

la neve. Davanti ad uno spettacolo

cime che circondano il ghiacciaio la-

a recuperarci tra due settimane. Lo

come questo ci si può dimenticare

sciandoci sognare le linee che scie-

sguardo vaga sugli iceberg che si sta-

dei 20 gradi sottozero della fredda

remo nei prossimi giorni. I cani pun-

gliano all’orizzonte. Il silenzio è asso-

notte groenlandese e può succedere

tano verso il fronte di ghiaccio che

luto. La luce perfetta. Siamo nel posto

si riversa in mare. Sopra i seracchi,

giusto nel momento giusto.

sul plateau ghiacciato, pianteremo le

La perfetta organizzazione locale,

nostre tende. Si scaricano gli zaini e

oltre alle tende dove dormire ci aveva

Sci Alpinismo

35


di accorgersi dopo un’ora di essersi

dono fino al mare e di fronte

e dagli amanti delle gite con

e massime di meno 15. Ma in un posto

dimenticati la giacca di piumino den-

nelle altre isole si vedono e si

i cani da slitta. Una ricer-

così bello le fatiche e le privazioni si

tro la tenda. Ma il naso incollato sul

sognano nuove linee. Per cui

ca più approfondita mi ave-

dimenticano presto. A dire il vero il

metallo della macchina fotografica mi

si scende e si risale, si attra-

va finalmente permesso di

cibo locale non ci ha fatto impazzire

fa destare dal mio stato di trance e mi

versa il mare, si raggiungono

trovare il tassello mancante:

(in particolare la foca e anche l’orso

fa capire che è arrivato il momento di

colli senza soluzione di con-

l’anno scorso una spedizione

bianco visto che sa di foca, mentre

infilarmi nel mio caldo sacco a pelo.

tinuità. Andando avanti fino a

di snowboarder inglesi aveva

il bue muschiato era mangiabile), ma

Un ultimo sguardo prima di chiudere

che la luce comincia a calare

esplorato la Liverpool Land in

si sa che noi emiliani siamo difficili

la tenda e posso addormentarmi con-

e il caldo della tenda comu-

cerca di nuove linee da scen-

quando si parla di cibo.

tinuando a sognare ad occhi chiusi.

ne ci chiama. Pronti, appena il

dere. Il nome del capo grup-

Un’esperienza unica è stata quella di

sole è calato dietro l’orizzon-

po mi aveva fatto saltare sulla

condividere la tenda con un giovane

Polvere & firn

te, ad uscire dalle nostre tende

sedia. Era Matt, lo stesso che

cacciatore inuit di nome George che

Anche se la bellezza del posto ten-

per assistere al migliore spet-

aveva organizzato la logisti-

avevamo contattato per garantirci la

deva a distrarci, noi eravamo in Gro-

tacolo serale che un essere

ca del precedente viaggio in

sicurezza dagli orsi, visto che anche

enlandia per sciare. La nostra isoletta

umano possa desiderare.

Groenlandia. In poco tem-

in questo caso c’era una tana molto

ci dava la possibilità di decine di di-

A nord di Kulusuk esiste

po sono riuscito a mettermi

vicina al campo. Le lunghe chiacchie-

verse gite. Essere su una piccola isola

un solo aeroporto, costrui-

in contatto con Matt con cui

rate con George, anche se conosce-

ti permette di sciare tutti i versanti e

to da una società petrolifera.

avremmo provato a mette-

va poche parole di inglese, mi hanno

trovare i diversi tipi di neve, dalla pol-

Più che un aeroporto è una

re in piedi la spedizione con

fatto capire la forza di questi popoli

vere al firn.

sottile striscia pianeggiante di

l’aiuto di alcuni eschimesi che

che vivono in un ambiente così bello,

Le cime non raggiungono i 1000

ghiaccio con un hangar e un

gestiscono un’organizzazione

ma anche così ostile. E ho capito che

metri di altezza ma qui si può sciare

parcheggio per le motoslitte

di viaggi nel paese dal nome

è fondamentale che le loro millena-

fino sul mare. In un giorno si pos-

che porta il nome di Mittarfik

impronunciabile. Dopo lunghe

rie tradizioni non scompaiano. Sono

sono inanellare vere e proprie tra-

Nerlerit Inaat, meglio cono-

discussioni avevamo deciso

un popolo di fieri cacciatori e questo

versate senza mai passare due volte

sciuto come Constable Point.

di esplorare una lunga val-

dovrebbero rimanere.

nello stesso punto magari esplorando

Da qui si può raggiungere in

le glaciale a 70 gradi di la-

Alla fine la Groenlandia è un posto

le isole vicine, attraversando i fior-

elicottero il paese più gran-

titudine nord, chiamata Hans

che ti resta dentro. Per uno scialpini-

di quasi completamente ghiacciati

de della costa nord-est della

Glacier. Avevamo segnato le

sta in cerca di avventura è un posto

percorsi da inquietanti crepacci che

Groenlandia, l’impronunciabile

coordinate GPS e chiesto di

che può donare delle sensazioni uni-

fanno intuire il blu cobalto del mare

Ittoqqortoormiit, abitato da

essere catapultati in quello

che e che rimarranno nella memoria

sottostante. Non ci sono programmi.

ben quattrocento eschimesi.

che sembrava un piccolo pa-

per sempre. E lo so che non ce la farò

La mattina, dopo la solita abbondan-

Questa è stata la zona che ho

radiso scialpinistico. E quando

a non tornare.

te colazione, si guarda il tempo e si

scelto con i miei compagni

siamo arrivati sull’Hans Gla-

battezza una prima cima da salire. Il

di viaggio per la spedizione

cier abbiamo capito che ave-

campo base è circondato da una de-

del 2012. Soltanto a guardare

vamo scelto il posto giusto.

cina di picchi molti dei quali non sono

Google Maps mi era già ve-

Decine di canali e di valloni

mai stati discesi prima con gli sci. Una

nuta la bava alla bocca. Una

a disposizione, molti dei quali

volta arrivati in cima raramente si

distesa di montagne affilate

probabilmente mai saliti e mai

scende dal pendio che abbiamo stu-

e ghiacciai costellano questa

sciati. Un vero paradiso per

diato durante la salita. Sull’altro ver-

landa ghiacciata chiamata Li-

lo scialpinista. E per 18 giorni

sante si aprono ripidi canali che scen-

verpool Land.

abbiamo salito e sceso, senza

36

Sci Alpinismo

Spulciando su Internet ave-

programmi precisi, tanti ca-

vo visto che quella zona era

nali, solo per il gusto di sciarli.

molto ambita dai traversatori

Certo il freddo si faceva sen-

sci-escursionistici con pulka

tire, con minime di meno 30

Pace, polvere e aurore boreali.

www.martinocolonna.com

Foto di apertura: il campo base; nella pagina precedente: il ghiacciaio di Apusjiak e i picchi che lo circondano; a fianco: da un colle all’altro; aurora boreale; polvere e firn. (foto di Martino Colonna)

Sci Alpinismo

37


ISA_RA’ 2012

Cronaca ed emozioni di un corso per istruttori di Sara Pozzetti

È

settembre

2011

e

risuona

sensazione di gratitudine per la fi-

nell’aria della scuola di sci alpi-

ducia espressa chiaramente nei miei

nismo di Lecco l’invito a pre-

confronti, e mi convinco a mettere

sentare il curriculum per la candida-

per iscritto il mio passato montanaro,

tura al corso regionale per istruttori.

assolutamente certa che tanto poi la

Faccio finta di niente, non colgo.

commissione respingerà la mia candi-

A fine novembre, aleggia nuovamente la proposta, e questa volta il direttore della scuola è più incisivo e

Scendendo dalla cima del Gran Zebrù

insistente. A quel punto subentra una

datura e quella di Luca Guanziroli. La data ultima di consegna è fissata per il 2 dicembre.


Riesco a far avere i documenti al

perte, i giochi stavano per cominciare

Nessuno fiata, pendiamo dalle labbra

segretario in ritardo, ma lui mi rincuo-

e ritirarsi non rientrava nel mio stile

di Fabio, direttore della scuola regio-

ra, almeno così crede; mi dice che la

di pensiero, perciò l’unica cosa da fare

nale, che finalmente prende la parola, si

riunione per la valutazione delle can-

era mettercela tutta e cercare di fare il

didature sarà la settimana successiva

diante profilo stratigrafico e redazione

struttore assegnato.

Siamo ansiosi di ricevere da Fabio

Mal di testa atroce, meglio ritirar-

il programma del modulo successivo,

Aspettare il proprio turno tra un

si negli alloggi e non pensarci almeno

che non tarda ad arrivare. Ricchissi-

presenta e ci fa un quadro di quanto

blocco e l’altro è una sofferenza, me-

sino all’indomani, ma niente da fare, la

mo di eventi (ancora quiz, topografia

meglio che potevamo, sia per una no-

ci aspetta per i due giorni succes-

glio approfittare quando c’è un istrut-

domenica mattina occhi “crepati”. Il

e orientamento, meteorologia, primo

e che farà un’eccezione alle regole

stra soddisfazione personale, sia per la

sivi. Il piano è agghiacciante, fitto di

tore libero e cercare di anticipare le

gelo che ci attende serve solo a rin-

soccorso) ci raccoglie il 4-5 marzo a

accettando comunque le nostre pre-

scuola, che tanto aveva creduto nelle

appuntamenti, tutto ovviamente ben

prove. Il clima, termometro a -20°,

vigorire il fisico, che tenta di ribellarsi.

Madesimo dove saremo valutati sulla

sentazioni. Niente, mi va ancora male.

nostre capacità.

schedulato e programmato. Il pensiero

aiuta a essere operativi, rapidi e il più

Gita in ambiente, applicando la teoria

tecnica FISI in pista e fuori pista, sulla

che mi passa per la mente e mi fa so-

veloci possibile.

sul campo, rispondendo e partecipan-

tecnica individuale di salita, sulle ca-

Il 23 dicembre riceviamo una mail del segretario, oggetto “ XXI corso

dello stesso.

A lezione

pravvivere è che anche la giornata più

Nonostante le temperature non

do attivamente alle continue doman-

pacità didattiche, di conduzione della

Ho deglutito profonda-

E così arriva il 4 febbraio, data della

lunga ha un tramonto, arriverà domani

mollino, l’atmosfera comincia a scon-

de, cercando di nascondere un po’ di

gita, di organizzazione e gestione di

mente e son quasi svenuta quando

prima convocazione: Alpe Devero (Val

sera e tutto sarà finito.

gelarsi, qualche battuta, qualche do-

timore.

un autosoccorso in valanga.

ho letto le prime righe....ӏ con piacere

d’Ossola).

ISA-LOM”.

Dopo la lezione sull’Artva, ci spo-

manda, proprio come a scuola: Ma tu

Alle 16 veniamo congedati da Fabio,

La domenica, gita in ambiente, appli-

che la Commissione lombarda vi co-

Raggiungiamo l’albergo prenotato

stiamo in ambiente, dove ci attende il

hai studiato? Ma non ci chiederanno

saremo contattati per il modulo suc-

cando sul campo topografia e orien-

munica l’accoglimento della domanda

il venerdì sera, pensando di riposare

blocco a tempo per la ricerca di due

anche...? Ma i test di stasera...? Ma le

cessivo. Non un commento, non un

tamento.

di partecipazione al corso in oggetto”.

un po’ di più e di non dover partire

sepolti in un’area di 50x50, poi in-

gite di domani...? E, dopo ogni prova

giudizio.

Primissimo spontaneo pensiero: qui

prestissimo la mattina del sabato. Ten-

terrogazione individuale, sondaggio

sostenuta: Sì, finito.

tativo vano, perché passo la notte in-

di un sepolto a un metro di profon-

La cena è fitta di scambi sull’esito

sonne. Finalmente arriva l’ora di alzarsi,

dità, quiz scritti su neve/valanghe e

dei test scritti. Ognuno dice la sua, ne

il ritrovo è alle 8 per la colazione, in

autosoccorso, cena, e per conclude-

ho sbagliate 5, forse 6, una era giu-

Il manuale sul comodino

troppe difficoltà. Il meteo aiuta con

attesa di raggruppare i 34 candidati e

re prova valutativa pratica sulla pre-

sta poi l’ho corretta porca miseria, ho

Partiamo per il Canada a metà feb-

una giornata molto bella, e l’attesa tra

i numerosi istruttori.

parazione della gita del giorno dopo,

segnato a caso perché non ne ave-

braio con i MontaGnari, e in valigia c’è

una prova di discesa e l’altra permette

L’atmosfera è rigidissima, ognuno di

con la stesura dello schizzo di rotta.

vo idea, spero di aver azzeccato, ero

il manuale, perché il tardo pomeriggio,

di familiarizzare fra noi allievi. Quando

noi si guarda in giro con circospezio-

La domenica si esce sugli sci, si af-

sicurissimo che fosse così, ma tu ora

follia pura, sarà dedicato a studiare.

ne, osserva, scruta, cerca di capire chi

fronta una prova valutativa pratica e

dici il contrario...

Rolando sarà così disponibile da pre-

sono gli allievi e quali sono gli istrut-

teorica individuale sulla condotta della

Sfiniti, terminiamo con lo schizzo

tori.

gita con analisi del manto nevoso me-

di rotta, condiviso con il gruppo e l’i-

si fa sul serio. Seconda

considerazione:

manca

poco più di un mese e si comincia. Ultima osservazione: non ce la faremo mai. Ma ormai le carte erano state sco-

40

Sci Alpinismo

Nell’aria il pensiero “Chissà come ce la siamo cavata”.

L’atmosfera è un po’ meno gelida del primo incontro, anche perché la giornata del sabato in pista è piacevole e tutto sommato si svolge senza

starsi a ripassare con noi la costruzione della barella.

Sci Alpinismo

41


arriva l’ora dei test il silenzio cala in

cena in rifugio, i musi sono paonazzi

sala, con solo qualche borbottio, mo-

con chiazze di bianco pallido intorno

E via via, arriva anche il nostro turno,

lesto per gli istruttori che girano tra i

agli occhi, gli occhiali hanno funziona-

Guanziroli IDONEO, Pozzetti IDONEA.

tavoli invitando a fare silenzio.

to! Approfittiamo della festa del ma-

sudano, gli sguardi sono bassi.

La cena scopre il vero cuore del

trimonio di Paolo, istruttore Cai Lecco,

I manuali sono sul comodino, nella

gruppo, il distillato aiuta a sciogliere le

per gustare una fantastica cena. L’u-

borsa insieme all’insalata da portare in

tensioni, serviamo in tavola quello che

more è alto, c’è grande soddisfazione

ufficio, nel luogo del ritiro mattutino,

poi si svilupperà nel gruppo: grande

per la bella salita, e ci godiamo la sera-

sul tavolo in cucina, ci sono dispense

affiatamento, aggregazione e amicizia.

ta che si svolge all’insegna dell’allegria,

in ogni dove.

Quando la domenica veniamo con-

riempita fra l’altro da una serratissima

Partono una serie innumerevole di

gedati dopo la gita e la simulazione

discussione su quanto possa pesare il

mail, che hanno soprattutto lo scopo

di autosoccorso in valanga, vien qua-

cannone posto sulla cima di fronte al

di condividere l’impazienza dell’atte-

si spontaneo darci appuntamento al

rifugio dei Caduti dell’Adamello.

sa. Ognuno risponde a tutti, allegando

modulo successivo.

La domenica non siamo così fortu-

lezioni, materiale recuperato da ami-

Fabio ci comunica che sino a set-

nati, il clima è ostile ma ci permette

ci, tratti di sapienza profonda che si

tembre non ci saranno più test scritti,

di arrivare in cima e fare una foto di

tenta di tesaurizzare per prepararsi al

ed è grande festa.

fianco al fatidico cannone, di cui ri-

meglio.

Nasce il gruppo ISA_RA’ 2012 (Ma

mane indefinito il peso.

E partono gli incontri di gruppo,

saremo istruttori di sci alpinismo?),

Qualcuno rientra dal Mandrone, altri

Morterasch, Furka, serate negli ospizi

che ancora oggi ci tiene uniti ed ag-

scendono lungo l’infinita Val d’Avio, e il

e giornate intere di didattica facen-

giornati.

ritrovo è organizzato da Fabio a valle,

do finta di non pensare alle gite a cui

in una trattoria.

siamo costretti a rinunciare, paranchi

A metà aprile, terzo appuntamento. Il programma prevede tre giorni in-

Siamo rilassati, siamo oltre la metà,

in salotto utilizzando la stufa in ghisa,

teramente dedicati a una meravigliosa

questo il pensiero comune. Comunque

quando il tempo non permette dav-

traversata, durante la quale bivacche-

sia andata, i tre blocchi son passati.

vero di uscire, tutto per assorbire e

remo, saliremo cime, discenderemo

Mentre tutti facciamo andare le

condividere le conoscenze di ognu-

ghiacciai. Purtroppo il meteo non è

mandibole, gustando formaggi e af-

no, così da rendere meno invasive le

dalla nostra parte, e Fabio si vede co-

fettati, il buon Gianni Perelli è con-

prove del modulo successivo, che è in

stretto a rimandare l’incontro di due

centratissimo ad inserire a computer

agguato.

settimane, fissando un ritrovo in Ada-

le valutazioni. Non alza la testa, una

mello per i giorni 30 aprile e 1 mag-

tazza di tè fumante di fianco, niente

gio. Verremo valutati su topografia e

lo distoglie.

Veniamo convocati per i giorni 16,17 e 18 giugno al rifugio Pizzini. Quando ricevo il programma ingeri-

orientamento, legatura su ghiacciaio,

Il tavolo degli allievi comincia a fer-

conduzione del gruppo in salita e in

mentare e la rappresentante ufficiale

Sabato: progressione di base su

discesa, tecnica di discesa fuori pista,

auto-designata, reclama un esito, vor-

neve e ghiaccio, passi, progressione

preparazione fisica e comportamento

remmo avere notizie, vorremmo sa-

con un solo attrezzo sino a 50 gradi,

su terreno alpinistico.

pere come ognuno di noi se l’è cavata

preparazione di una sosta, dimostra-

sino a quel momento, non possiamo

zione di assicurazione in parete con

aspettare fino al termine del corso.

metodo classico e ventrale, trattenuta

Ogni gruppo è come sempre abbinato a un istruttore; in programma,

sco la preoccupazione.

oltre al resto, c’è una salita nella gior-

Il gelo cala nel locale, silenzio as-

di un compagno mediante manovre

nata di sabato che è splendida e calda.

soluto, siamo paralizzati e aspettiamo

di azione interna ed esterna, calata in

Quando ci ritroviamo la sera per la

che Fabio elenchi nomi e cognomi

corda doppia con vite da ghiaccio e

con il risultato ottenuto. La sensazione

recupero del chiodo.

42

Sci Alpinismo

è quasi imbarazzante, perché la pan-

Domenica: percorso tecnico du-

cia si svuota all’improvviso, le mani

rante il quale verranno applicate tut-

aggrappate al compagno/a di fianco

te le varie tipologie di progressione


a seconda del terreno, trattenuta del

espressioni confuse ed imbarazzate.

compagno con applicazione del mez-

Ci arriva notizia di qualche compagno

Luca è contento, io lancio un urlo

zo poldo (paranco per recupero ndr),

che appende dal balcone il figlio, pre-

di felicità: Guanziroli ISA, Pozzetti ISA!

abalakov, ossia calata in corda doppia

statosi a questa ardua prova, o attrez-

Ho finito, ed è andata. Mi concedo

su ghiaccio.

za la fissa tra il salotto e la cucina.

Lunedì: salita di una via di ghiaccio/ misto di difficoltà AD/AD+. Quando raggiungo l’auto il lunedì pomeriggio sono fra lo stravolto, il rilassato e il preoccupato. Sono stanchissima, tre giorni molto intensi senza

Organizziamo ritrovi in ambiente,

bacchiato.

cinque minuti tra me e le mie lacrime di commozione e rilassamento.

cercando un compromesso tra la sali-

Gran finale con la cena, tutti riuniti,

ta, che ovviamente tutti prediligono, e

si brinda, si scherza, si raccontano gli

la didattica.

episodi non trapelati o non diffusi, ci si

Arriva il programma del modulo che

saluta con un ciao come fra colleghi.

ci paralizza.

un attimo di pausa; mi sento leggera

Per il sabato è prevista la salita in

Anno impegnativo, anno decisa-

perché un altro pezzetto è andato,

ambiente, le cordate saranno sparpa-

mente formativo, concreto e proficuo.

ma sono preoccupata. Gianni non fa

gliate tra le guglie della Grigna; al ri-

Ho incontrato persone meravigliose,

in tempo ad inserire tutte le valuta-

entro ci attenderanno i quiz: catena di

approfondito legami davvero speciali,

zioni, e di comune accordo chiediamo

assicurazione, flora e fauna, geologia

mi è stata data un’occasione che sa-

a Fabio di mandarci via mail gli esiti,

e glaciologia, regolamenti Cai, storia

rebbe stato un delitto non cogliere.

benché lui non sia del parere, ma sia-

dell’alpinismo e dello sci alpinismo.

Ringrazio Stefano Bolis, Mario Ca-

Per la domenica, invece, è prevista

stelnuovo e tutti gli istruttori ed amici

l’organizzazione di cinque stazioni,

della scuola di sci alpinismo del Cai

soste e metodi di assicurazione, in-

Lecco che hanno creduto in noi e ci

stallazione di una doppia con risalita

hanno sempre incitato e trasmesso fi-

Studiare & provare

e calata, corda fissa, paranco mezzo

ducia; ringrazio Fabio Gregorini e gli

Siamo congedati sino all’8 settem-

poldo, tecnica individuale presso la

istruttori della scuola regionale che

Casa delle Guide a Introbio.

sono riusciti a diffondere così tanta

mo troppo impazienti. La mail arriva: Guanziroli IDONEO, Pozzetti IDONEA.

bre, ultimo appuntamento sul campo. Le vacanze sono alle porte, ma i

Le giornate sono lunghe, intense,

passione ed impegno, dai quali non

manuali non prendono ferie, e le eser-

cadenzate da tutti gli appuntamenti ai

potevamo non prendere esempio; e

citazioni si fanno più intense. Quando

quali ognuno di noi non può sottrarsi.

poi ringrazio tutti gli allievi con cui ho

il tempo lo permette, improvvisiamo

Chiude il week-end Davide Rogora,

condiviso momenti di fatica, emozio-

fisse in giardino, tirando le corde tra

con una splendida lezione sulla storia

ne, felicità, allegria e preoccupazione,

una pianta e l’altra, qualche perples-

dell’alpinismo che, nonostante la stan-

in particolare Matteo Scaltritti, grande

sità sulle protezioni intermedie, ma la

chezza e la tipologia della materia, ri-

compagno di cordata.

fantasia è a pieno regime. Anche la

esce a tenere attenti e vigili tutti gli

tartaruga, che approfitta della nostra

allievi.

presenza nel prato per passeggiare in

Ultimo step. Aspettiamo il verdet-

giro, credo ci guardi basita. Per non

to finale fuori dalla sala dove tutto il

parlare poi dei paranchi, appesi a turno

corpo istruttori è riunito per tirare le

alla recinzione, o della corda doppia

somme. Partono a chiamare in ordine

con la sua relativa risalita, penzolan-

alfabetico, uno ad uno singolarmente.

ti dalla betulla precaria. I vicini sono

L’atmosfera si ghiaccia tutto d’un col-

dubbiosi e scettici, noi sorridiamo e

po, non parla più nessuno, e anche chi

salutiamo senza badare troppo alle

sino a quel momento si era mostrato più rilassato di altri, manifesta un po’ di

44

Sci Alpinismo

L'energia solare accessibile

preoccupazione. Qualcuno esce saltando, qualcuno sorridendo, qualcun altro un po’ ab-

Con tutti loro è un arrivederci presto alla prossima. E ora è ISA_E’ 2012: siamo diventati istruttori di sci alpinismo

Le foto di pagina 40 e 41, da sinistra: verso la cima del Gran Zebrù; salendo il torrione del Cinquantenario in Grignetta; in cima al Gran Zebrù ; vista dal rifugio Rosalba, Grignetta. (Tutte le foto sono di Sara Pozzetti, tranne quella di gruppo che è di Fabio Gregorini)

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IN “SCIVOLATA SPINTA” PER ANDARE OLTRE Il gruppo Sci di Fondo compie 30 anni

…L’uomo che si immerge in questo ambiente suggestivo entra in un’altra dimensione temporale e compie un passo nell’eternità… Angelo Valsecchi: Greina, Club Alpino Svizzero, 2003

S

ci di fondo uguale montagna

diceva a coloro che “bagnavano giù”

della scuola che in pochi anni abbia

facile. Potrebbe essere l’epi-

un po’ troppo: “te se dent ni binari, l’è

raggiunto il diploma di Worldloppet

gramma della nostra attività.

cume ciapà el tram”, eppure alla scuola

Master. Altri hanno affinato la loro

ha dato l’anima e un’anima.

tecnica diventando Istruttori Sezio-

Nulla a che vedere con rischiose e difficili salite invernali: la Scuola Sci di

I neofiti, in buona parte, non nutrono

nali; altri ancora, dopo due anni di ad-

Fondo sezionale è un ambiente pro-

grandi ambizioni e si accontentano di

destramento ai corsi regionali, si sono

tetto, sicuro; che sa generare gioia,

tranquille scivolate sulla neve, tuttavia

diplomati Istruttore di Sci di Fondo

piaceri, amicizia, entusiasmi e stimoli

non sono mancate alcune apprezza-

Escursionistico.

per gustare i paesaggi naturali nella

bili eccezioni quali: Arturo Spreafico,

stagione invernale. Dino Piazza, ispira-

Rancio doc, mai praticato lo sci in vita

tore e fondatore della scuola, talvolta

sua, primo e finora unico rampollo

Ma avviamoci a ricostruire per sommi capi i passati sei lustri.

Val Vizze, TreGiorni 2012 (foto Chiara Spinelli)

di Raimondo Brivio


Gli esordi

zione alle grandi maratone in Italia e

forma mentale da fondista, significa

deceduto su di un sentiero dirimpet-

All’Assemblea di sezione del 1983 il

in Europa. Guardati con reverenza da-

solo andare a cercar rogne. Occorre

to ai colossi granitici della Val Bon-

Memorabile la traversata Albigna-

Paola Monti, direttrice del Corso, in

presidente Annibale Rota annuncia “…

gli allievi, sanno trasmettere esperien-

il coraggio delle scelte: sci di fondo

dasca. L’omaggio non risana la ferita

Sciora per il Passo di Cacciabella. All’e-

quattordici giorni attraversa l’Islanda

il prossimo gennaio prenderà il via il

ze, stimoli a perfezionarsi e, in qualche

su piste tracciate o sci alpinismo. E in

della sua mancanza, ma ci consentirà

poca l’itinerario non era attrezzato,

con gli sci di fondo, trascinando una

primo corso di sci da fondo in colla-

caso, a seguirne le tracce.

buona sostanza noi si sceglie sci di

di additarlo quale esempio alle nuove

cosicché i Ragni Dino Piazza e Battista

pulka da 35/40 kg; bufere e venti fu-

fondo,.

leve che verranno con noi.

Corti, dal valico, calarono nel ripidissi-

riosi costrinsero in tenda lei e gli ami-

mo canalino ghiacciato un centinaio

ci per ben tre giornate senza potersi muovere.

escursionistica in luglio.

ti iniziative individuali. La fortissima

borazione con lo Sci Club Monte Me-

La macchina è lanciata. Assiso in

dale di Rancio. Diretto da Dino Piazza,

plancia c’è Stefano Vimercati, i co-

potrà contare su un gruppo di validi

mandi saldamente fra le mani. La

La gara sociale

Le “TreGiorni”

di metri di corde fisse. Battista dovette

collaboratori, questo corso rappre-

crescita impetuosa, l’entusiasmo del-

Parallelamente ai corsi e alle gite, a

Torniamo ai primordi. Ben presto

prendere in custodia due bimbi ingle-

Quattordici fondisti effettuano la

senta una novità assoluta per la no-

lo staff tecnico della prima ora e il

fine stagione, sull’anello piuttosto tec-

entrano nella tradizione le “TreGior-

si di 6-7 anni spaventati e piangenti,

Traversata dell’Engadina in quattro

stra Sezione, ma anche per la nostra

consolidato spirito di gruppo rendono

nico dei Piani di Bobbio si svolge la

ni” di fondo che ci vedono sulle piste

portati fin lassù da genitori incoscienti,

tappe festeggiando la notte di Capo-

zona. E le numerose adesioni perve-

presto insufficiente un solo pullman. Si

gara sociale, dapprima aperta a tut-

di buona parte delle località alpine più

pure loro in difficoltà. Mentre sostia-

danno a Zernez.

nute hanno confermato il gradimento

passa quindi al raddoppio: sul primo

ti i soci, sottosezioni comprese, e poi

interessanti: la prima allo Sciliar, poi in

mo sulla lunga ganda che sprofonda al

Nel gennaio ’93, sci ai piedi, un ag-

dell’iniziativa…”

la scuola vera e propria e sul secondo

limitata al gruppo dello sci di fondo.

Valle d’Aosta, Val Venosta, Val Pusteria

Rifugio Sciora, un gruppetto di olan-

guerrito manipolo tenta l’attraversa-

L’anno successivo Rota potrà scri-

gli amatori. Nel 1989 si hanno ben 110

La gara diventa quindi Coppa Gianni

e le sue valli laterali, Valle Isarco, Val

desi risale allo stretto intaglio; uno si

mento della Foresta Nera in Germania,

vere sul Notiziario che il successo ot-

iscritti: 32 principianti, 28 per il per-

Brocca, a ricordo dell’amico che trop-

di Fassa, sull’Altipiano di Asiago, ecc.

destreggia con una enorme piccoz-

ma purtroppo manto nevoso e velleità

Gara sociale ai Piani di Bobbio, 1999 (foto Domenico Pullano)

tenuto dai corsi alla prima edizione e

Alpe di Siusi, TreGiorni 2007 (foto Domenico Pullano)

fezionamento e 50 amatori.

Paola Monti, Islanda 1993

Finlandia 1994: Chiara Spinelli lanciata nella corsa (foto ufficiale della gara)

po presto ci ha lasciato. Oramai da

Trovare posto sui due pullman è quasi

za. Ricordo il sarcastico commento di

sportive vengono dilavate da pioggia e caldo.

largamente confermato alla seconda

Ancora nel primo quinquennio il

molti anni la competizione viene ef-

sempre un esercizio per abili e svelti

Dino: “quel lé el ga scià la picozza de

“li inserisce di diritto tra le nostre at-

gruppo dei giovani istruttori opta per

fettuata sui 10 km del percorso enga-

sprinter. Alle meravigliose cavalcate

Whymper”. Un urlo scuote il vallone.

Infine, rinverdendo la tradizione dei

tività più significative”. Ci sono già una

il superamento di schemi caserecci,

dinese Castello di Silvaplana, Sils Maria

sugli sci stretti, sovente riusciamo ad

Appena sotto il passo l’olandese vola

“nonni”, alcune sciatrici e sciatori si

cinquantina di iscritti.

efficaci per la formazione di appas-

e ritorno, con la simpatica formula a

unire un ritaglio di turismo storico e

col suo piccozzone e va a sbattere

cimentano con successo nelle Gran

Accanto alla scuola vera e propria

sionati sciatori, ma non più in linea con

coppie: maschio e femmina, tempo ri-

culturale, approfittando degli innume-

sulla ganda. Verrà ricuperato dall’eli-

Fondo europee: Finlandia Hiitho, Va-

c’è il gruppo degli amatori. Per lo più,

le metodologie definite dalla Commis-

levato sul secondo arrivato. A partire

revoli beni artistici sparsi ovunque nel

cottero della Rega.

saloppet, Birkebeinerrennet, Dolomi-

essi hanno alle spalle un buon passato

sione Cai.

da questa stagione del 30° tornere-

Bel Paese.

I racconti potrebbero essere molti,

di alpinismo, escursionismo, sci alpini-

Si sperimenta pure un corso di Fon-

mo alla classica corsa individuale nelle

smo e sci di fondo con la partecipa-

do Escursionistico, come recita ancor

due categorie maschile e femminile e

Ritrovo al San Martino

oggi la ragione sociale della “ditta”; ma

dedicheremo la Coppa a Paolo Piazza,

e gite estive

il tentativo viene presto abbandonato.

Istruttore Sezionale, accompagnatore

Diventano consuetudine altri due

Sulle nostre Alpi andare in neve fresca

del gruppo amatori, entusiasta trasci-

appuntamenti: il ritrovo conviviale di

Nei primi anni novanta all’interno del

con sci di fondo, equipaggiamento e

natore di tante occasioni, purtroppo

fine maggio al San Martino e la gita

gruppo trovano spazio interessan-

48

Sci di Fondo

ma già troppo siamo usciti dal seminato.

tenlauf, Engadin Skimarathon, Marcialonga, Marcia Gran Paradiso, ecc. Per un intero decennio si svolse a

Attività collaterali

Sci di Fondo

49


Sils Maria il Trofeo Koradi, gara vo-

ogni propria attività.

Lezione di autosoccorso in caso di

lesina tempo impegno e dedizione a

Ricorso in secondo grado e il Cai

valanga. Dino non perde l’occasione

questa creatura da lui portata ad un

Dino Piazza. Era una disfida tra scia-

nazionale mette in campo un pezzo

di sfoggiarla ogni volta che si fa la

elevatissimo livello organizzativo che

tori lecchesi e dell’Alto Lago, con gare

grosso: il vice presidente Vincenzo

Zuoz-Zernez, pista che, con pericolo

rende onore all’intera sezione.

nella gara, tipo la disputa del maialino

Torti, avvocato. La nuova senten-

tra alcuni contendenti. Il tutto finiva

za recita: “assoluzione perché il fatto

poi con cena e premiazione in un ri-

non sussiste”. La battaglia caparbia-

storante di Gera Lario. Memorabili gli

mente voluta da Stefano Vimercati

interminabili discorsi di Peter e quelli

ha prodotto la vittoria del Club Alpino

aspramente educativi del dottor Dino

Italiano, della Sezione di Lecco e del

Maroni. Ritorno nella notte e, per for-

suo volontariato. Stefano può a buona

tuna, in quei tempi non c’era la prova

ragione andare fiero del suo capola-

palloncino.

voro affermando: “…questa sentenza è

destinata a fare giurisprudenza, a co1992-93

stituire un punto di riferimento in ogni

Diventiamo maggiorenni

altra contrapposizione legale del ge-

Sul Notiziario 3/1993 troviamo una

Traversata Zuoz-Zernez, 2010 (foto Domenico Pullano)

luta e organizzata da Peter Koradi e

nere…” Correva l’anno 1997.

buona nuova: “…da quest’anno il no-

stro sci di fondo è stato elevato al

La stampa sociale

rango di “Scuola Nazionale” di sci di

Il Notiziario sezionale reca costante

fondo escursionistico, un ambito ri-

testimonianza dell’attività del gruppo

conoscimento che corona il lavoro, la

fondisti; rileggendoli ne viene quasi

professionalità e la preparazione dei

un’antologia. Il filo conduttore è di-

nostri responsabili sezionali premia-

spiegato dal presidente Stefano Vi-

ti tra l’altro ogni anno da un sempre

mercati, trama e ordito sono sottesi

maggior numero di partecipanti, tra

dalle abili mani di brave collaboratrici:

cui molti giovani…”

in mezzo a tante donne, e per lui è come essere in casa, un pezzo da 90

Come in tutte le saghe che si rispet-

che ritroveremo in altro spazio della rivista.

tino, non mancano nemmeno i guai

Ci mancherà la cronaca della prossi-

con la giustizia. Durante una lezione

ma TreGiorni già prenotata da Giorgio

a Cogne un nostro istruttore viene in-

Pisati; purtroppo all’amico non è ba-

vitato in caserma dal maresciallo dei

stato il tempo.

carabinieri: su denuncia dei locali ma-

Da segnalare per la bellezza e la ri-

estri gli si contesta “l’esercizio abusivo

levanza storica due articoli apparsi sul

di professione di maestro di sci senza

n.1-2008 che invitiamo a rileggere:

l’abilitazione FISI”. Processo e con-

Dino Piazza - La nascita dello sci di

danna: multa di lire 500.000 più spe-

fondo al Cai Lecco nei ricordi di un

se processuali. Il caso ha una enorme

fondatore; Annibale Rota - Battesimo

rilevanza per tutto il Cai, che da sem-

del gruppo sci di fondo escursionisti-

pre si avvale di Istruttori Sezionali per

co.

50

Sci di Fondo

Un paio di aneddoti “Pastore svizzero investito da scia-

tore italiano”. Potrebbe essere un tito-

servizio svizzero. Istruzioni: mollare i

La Scuola e gli Istruttori

bastoncini, tentare di galleggiare sulla

Lo schema formativo, ricorda Mar-

neve, proteggere bocca e naso con le

co Bianchi da molti anni direttore della

mani onde evitare di ingurgitare neve

Scuola, non ha subito sostanziali mo-

e creare una piccola camera d’aria per

difiche, salvo qualche aggiornamento

respirare, se possibile scavare ver-

derivante dall’evoluzione tecnica e

so l’alto; già, ma da sommersi come

tecnologica.

si individua dove sta l’alto? semplice, facendosi pipì addosso!

Gli allievi vengono accolti il mattino avendo cura di creare un ambiente piacevole, dove possano sentirsi a

lo della “Gazzetta di Lenzerheide” (?!).

ammaccato, rifiuta soccorso perché

Cronaca: gruppetto fondisti italiani

asserisce che fra gli amici ci sono due

scende da Capfeders a folle velocità

medici.

per stretta e ripida pista nella bosca-

Il buon Clorindo, che per sua sfor-

glia. Un bell’esemplare di pastore sviz-

tuna è il primo della pattuglia, infor-

zero di quattro anni, seguito a rego-

ca in pieno il cane; gli altri si buttano

lamentare distanza di 20 metri dalla

nella neve onde evitargli altri danni (al

proprietaria, attraversa la loipe mentre

Clorindo). Stoicamente raggiunge il

l’incauto sciatore proviene dalla sua

primo paese dove verrà raccolto dal

destra senza dare precedenza. L’im-

nostro pullman. Poteva andargli anche

patto è inevitabile. Dopo il violento

peggio; è di tempra buona, ma la sua

urto il pastore si accuccia mugolando.

stagione finisce lì.

Lo sciatore, pure lui apparentemente Presidente e accompagnatori sezionali in Val Casies, 2011 (foto Chiara Spinelli)

Una sentenza storica

di slavine, viene chiusa dall’efficiente

Come funziona la macchina

loro agio e coltivare rapporti di ami-

organizzativa

cizia, non di competitività. Gli istruttori

Il presidente del gruppo

sono un riferimento tecnico e orga-

Preciso e fine organizzatore,

nizzativo, ma non solo; fino al ritorno

puntuale e cortese esattore,

a Lecco si mettono in gioco con larga

Cicerone dai modi

disponibilità per risolvere i problemi di

sempre garbati, di chi parliam? diciamo,

tutti e di ognuno. Le lezioni sulla neve durano tre ore,

di Stefano Vimercati.

compresa l’escursione di 5-10 km per

Per te giunto è il

mettere in pratica quanto appreso,

gran momento

rifacendosi alle metodologie oramai

Di svelare qual è

collaudate proposte dal Cai centrale e

il santo del bel tempo!

all’esperienza acquisita sul campo. Ognuno dei sei Istruttori guida un

Con questa strofetta pennellavo

gruppo di sette/otto allievi; tre gruppi

la figura di Stefano Vimercati in una

imparano e si perfezionano sul passo

scherzosa Giullarata alla fine del 5°

classico, gli altri tre sul passo pattinato.

Corso. Lo conoscevo da un paio d’anni

Statisticamente fra i principianti del

e mi metteva un poco di soggezione.

primo corso c’è un avvicendamento

Mi si perdoni l’autocitazione, ma a di-

del 50% circa; quelli che rimango-

stanza di un quarto di secolo aggiun-

no non vorrebbero più cambiare aria

gerei solo un dettaglio non irrilevan-

e restano nella scuola fino a quan-

te: la sua profonda umanità. Stefano

do vengono “spinti” nel gruppo degli

vive questa esperienza quasi fosse

amatori.

una paternità collettiva: partecipa alle

Oltre a Marco Bianchi, sono Istrut-

vicissitudini di ciascuno con discre-

tori titolati Paola Monti e Giuseppina

zione; sempre vigile; è un riferimento

Ietto, mentre Giovanni Bolis, Salvatore

sicuro, non ritira mai la mano. Forse le mie parole sono inadeguate e insufficienti, ma vogliono essere un sincero grosso “grazie” alla persona che non

Sci di Fondo

51


EDILIZIA A 360°

A Zuoz, la foto di gruppo dei 20 anni (foto Massimo Di Stefano)

Bucca e Franco Pozzoni sono Istruttori Sezionali.

reca il motto: “mett sott negott”. Mimmo Pullano, capo del gruppo

contrabbandano il tutto per mirabolanti nuovi modelli.

La formula organizzativa funziona

degli scalmanati, ha il suo bel daffare

Chissà se l’attuale situazione di crisi

molto bene con soddisfazione degli

a correre su e giù; è paziente e forte,

favorirà il ritorno a produrre materiali

allievi e pure dei maestri, che possono

riesce a non arrabbiarsi mai; talvolta

di buona qualità a prezzi ragionevo-

fieramente affermare: “non c’è nulla

penso sia andato a scuola dai bonzi.

li; le pratiche sportive sono utili agli

da cambiare”. Il loro sogno è di vedere

Di questi tempi non farebbe carriera

uomini e non al cosiddetto mercato,

qualche giovane frequentare il Corso

in politica, perché occupa il suo spazio

mostro che ingoia risorse e ben poco

biennale per Istruttori Cai.

con spirito di servizio.

rende in cambio.

Gli Amatori

Il nuovo accompagnatore Danie-

Il racconto dei primi trentanni po-

Caratteristica fondamentale dell’a-

le Colombo si sta inserendo bene nel

trebbe a lungo proseguire: schizzare

matore di classe è un certo anarchi-

gruppo intermedio: lo attende una

fatti, personaggi, momenti di vita, ri-

smo. Oddio, non è richiesto all’atto

lunga carriera.

chiederebbe ben altro spazio, ma qui ci

dell’iscrizione, ma nei fatti così è. Sci

interessava solo brevemente offrire la

ai piedi e via…

vicenda di un gruppo e del suo modo

Gli Accompagnatori Sezionali re-

Raffrontando i 30 anni del Gruppo

di essere. E vorremmo trasformare la

stano in carica a vita. Giacomo Piazza

Sci di Fondo ai 140 della Sezione si

narrazione nell’invito a intraprendere

segue e talvolta “solleva” quelli che si

potrebbe dire che a tutt’oggi ha l’età

un’esperienza che dona soddisfazioni

accontentano del giretto; in più rico-

di uno sbarbatello ancora in crescita.

a ragazzi, giovani e vecchi: basta farsi

pre il delicato incarico di Gran Can-

Si fa sempre il pieno, ma al momen-

una bella sudata a 10/15 gradi sotto-

tiniere che svolge con competenza

to non si intravvede una gran folla di

zero e divertirsi faticando un pochino.

persin superiore a quella di maestro

neofiti smaniosi di precipitarsi sugli

A tutti, arrivederci sugli sci. Incon-

sciolinatore: il suo stemma araldico

scietti, fors’anche perché il costo delle

trandosi in boschi incantevoli, ve lo

attrezzature ha raggiunto livelli inso-

giuro, è bello e gratificante scambiarsi

stenibili. Pur di alzare il prezzo, ogni

il saluto con un festoso: ciao, grütsi,

anno i produttori cambiano serigra-

buongiorno, hola, GrüßGott, hello!

52

Sci di Fondo

fia, qualche dettaglio insignificante e

DIVISIONE CERAMICHE DIVISIONE MATERIALI EDILI DIVISIONE COPERTURE

● LECCO

Esposizione, Magazzino, Uffici: Via Toscanini, 11 tel. 0341 420209 Fax 0341 422658 info@invernizziceramiche.it

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Filiale Espositiva: Via Longoni, 26 Tel. 0341 263026 Fax 0341 575184 espo@invernizziceramiche.it


OMAGGIO A ...

Gianfranco Anghileri L’autore dello scritto che riproponiamo è quel “giovinotto” che sfoggia una capigliatura ondulata di elegante candore, arguto, battuta frizzante sempre pronta. E’ il saggio che ascolta osserva parla ma non giudica, l’uomo che chiunque amerebbe avere quale amico. Iscritto al Cai da settanta anni, a venti già Ragno della Grignetta, Guida Alpina, Istruttore Nazionale di Roccia, Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo, Direttore negli anni ’60 dei Corsi roccia dei Ragni. Eclettico alpinista con intensa attività in montagna avvolta da un innato riserbo, lo vediamo sgusciare veloce sugli sci e affrontare con eleganza le più ripide discese come se dicesse: - ma so fare ben altro! Son certo che quando Gianfranco leggerà queste righe mi tirerà dietro una sfilza di saette, ma oramai è tardi, sono stampate. Con stima e ammirazione. r.b.

E TU, RAGAZZA, CHE TUTA INDOSSI? Chiacchierata semiseria sullo sci di fondo Cara Adriana, mi dici di parlarti un

ratura sul cruscotto del pullman e poi

po’ dello sci di fondo. Non penso di

vanno, nel nome di Dio, mettendocela

essere la persona più adatta, comun-

tutta ed accontentandosi di quel poco

que ci provo, anche se, sono certo,

che sanno fare.

queste ultime. Ho suddiviso le tute femminili in tre categorie : MF –SB – LS . Categoria MF : mozza fiato, le in-

ne uscirà qualcosa di molto leggero.

Fare fondo vuol dire spingere, im-

dossano sciatrici velocissime, con

Il “fondo” non è un gioco: fare fon-

pegnarsi, faticare: se non sudi io dico

faccia cattiva, alte, segaligne, non ce

do è una cosa seria! Si comincia con

che non stai facendo fondo, ma vai a

ne è una che porti non dico la sesta,

il dover “indovinare” la sciolina e qui

spasso con gli sci ai piedi. Visto così,

ma almeno la prima o la seconda, sono

i problemi non mancano, perché devi

si può pensare sia solo roba da ma-

piatte come assi da stiro, hanno sem-

tener conto della temperatura, del tipo

sochisti, ma non è vero, perché è tanta

pre fretta, sono sempre di corsa, dove

di neve, devi prevedere se verrà più

gioia di vivere, lavori in un ambiente-

vogliono andare lo sa Dio, comunque

caldo o più freddo…

meraviglioso, provi il piacere di scivo-

è meglio che se ne vadano perché mi

lare via leggero e veloce, respirando

sembrano poco socievoli.

Ci sono i maghi, quelli con il termometro in tasca, che sanno tutto: quelli

aria pura a pieni polmoni. Per fare fondo si indossano indu-

questo modello è indossato dalle at-

tempo che verrà e la coprono con una

menti particolari, o meglio, li indos-

lete, ed io vorrei vederlo da vicino

da usare subito, e cosi via.

siamo noi uomini, perché quelli che

questo indumento, ma sono convinto

Sono gli stessi che sempre si la-

indossano le signore, non sono indu-

che non abbia le solite taglie S, M, L,

mentano perché la neve è cambia-

menti, ma evidenziatori. Solo le don-

ma lo vendano in un barattolo, come

ta, perché è venuto il vento, gli sci

ne potevano essere tanto perfide da

la vernice : se lo pitturano addosso, lo

“scalciano”…E poi ci sono le persone

inventare cose del genere. Anche gli

lasciano asciugare, e sono vestite. Hai

normali, i peones, come sono io, che

uomini portano pantaloni attillati, ma

presente Eva Kant, la donna di Diabo-

si accontentano di leggere la tempe-

se lo stesso indumento lo indossa un

lik? Ecco, fatte le debite proporzioni, ne

uomo, è una “braga”, su una donna

salta fuori una roba quasi così. Hanno

diventa un fuseau. Avendo vissuto da

solo quello, ma per essere ancora più

sempre in un ambiente al femminile

carogne, in vita si mettono una cintu-

per nove decimi, preferisco parlare di

ra con borraccetta che immagino sia

Sci di Fondo

o che il trenino rosso passandoti ac-

piaceri del gentil sesso restano con-

Categoria LS : lasciami sognare;

canto ti saluti con il suo fischio acuto.

finati nell’arco che va da qualche casta

queste sono le donne che in città

E’ una cosa meravigliosa ma dura

galanteria, al sorprendersi intento ad

sanno portare anche la gonna, non

poco, perché dopo un po’ il demo-

accelerare il passo al solo fine di non

sono “Rambo” hanno la loro brava

ne dell’agonismo ti riprende e torni a

perdere di vista (come dicono gli ar-

giacca a vento, e lo zainetto o il mar-

spingere come un maledetto.

chitetti) il “prospetto tergale” di qual-

supio con tutte le cosine che possono

In mezzo a tutto questo ben di Dio

che ben assortita grazia femminile.

servire. Sono le mie preferite: a que-

tu pensi si possa perdere la trebisonda,

Riassumendo, cara Adriana, per il

ste ti puoi accodare e seguire senza

ma stai tranquilla, le pulsioni del vec-

Gianfri il fondo è tutto qui: gioia di

andare in affanno; ti puoi guardare in

chio satiro soggiacciono oggi come

vivere, sudore, sciolina, tute ed adre-

giro e rimirare le montagne ascoltan-

ieri all’etica inflessibile di un marito

nalina.

do la voce di Dio che ti parla, puoi so-

sempre innamorato ed ancora fede-

gnare e sperare, come a volte accade,

le, pertanto, anche nel giro dello sci,

che dal bosco esca qualche cerbiatto,

come ho letto da qualche parte, “ i

di Gianfranco Anghileri Articolo già pubblicato su Notiziario Cai Lecco n. 3-2009

con Linee Lecco GiRi LA ciTTà e RiSPeTTi L’AMBienTe Azienda certificata UNI - EN ISO 14001:2004

Categoria SB : sesso e borraccia;

che mettono sotto una sciolina per il

54

sempre vuota, però fa un bel vedere.

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SOTTO IL SOLE DELLA GRECIA

In montagna nelle isole del Dodecaneso

VIENI IN MONTAGNA CON NOI CALENDARIO GITE SOCIALI 2013

a cura di Domenico, Giuliano, Roberto, Corrado, Beppe Il monte Kali Limni

di Luigi Colombo Di solito, quando si parla di vacanze nelle isole della Grecia, si pensa al mare, a spiagge dorate o rocciose. Ma nelle isole si possono trovare anche interessanti itinerari per escursioni e ascensioni in montagna. Le altitudini sono modeste, mille metri o poco più; bisogna però tenere in considerazione che le partenze avvengono da quote molto basse, spesso da pochi metri sopra il livello del mare; il dislivello c’è comunque. Molte isole offrono anche la possibilità di effettuare interessanti percorsi di trekking, su sentieri spesso molto ben segnalati. Una di queste è Karpathos, nel Do-

1 h 15’. Spettacolare il panorama, con

La cima più alta dell’isola è il monte

vista quasi a 360 gradi delle coste, e

Kali Limni, 1215 m s. l. m. Per arrivarci si

della vicina isola di Kasos. Si dice che,

deve raggiungere il villaggio di Lastos,

in giornate particolarmente limpide, si

nel centro dell’isola. Dal capoluogo Pi-

riesca a vedere anche Creta.

gadia si prende la litoranea orientale

In alternativa, è possibile salire il Kali

in direzione Mesochori fino a un bi-

Limni partendo dal villaggio di Lefkos,

vio per Pyles e Othos; da quest’ultima

sulla costa orientale, poco prima di

località si devia a sinistra per Lastos.

Mesochori, con un percorso decisa-

Tutte le strade di accesso sono asfal-

mente più lungo (2 h 30’), partendo in

tate e in ottime condizioni.

pratica dal mare. Il percorso è segna-

Si parte proprio dove termina la

lato (sentiero n. 13), e si snoda quasi

strada asfaltata, dove c’è una taver-

interamente fra pinete di pino marit-

na, a circa 550 m s. l. m. Il sentiero

timo.

è molto ben segnalato, con bolli neri

Se vi capita di andare in vacanza a

e rossi e ometti (uno ogni 10 – 15

Karpathos, mettete in valigia anche un

metri; impossibile sbagliarsi). Nel pri-

paio di scarpe da trekking; vi assicuro,

mo tratto si sale in mezzo a cespugli

ne vale la pena

di timo in fiore; poi, mano a mano che

decaneso. L’isola è molto bella e selvaggia; è prevalentemente montuosa, con rocce calcaree di origine da sedimentazione

si sale, il sentiero diventa sempre più

Cartografia: SKAI MAPS, foglio n.

ripido, ma senza particolari difficoltà

345 – Karpathos – Kasos, 1:60.000.

(E) fino a raggiungere la croce della

La carta è facilmente reperibile in loco.

vetta. Tempo impiegato per la salita:

sottomarina nella parte nord e nordovest, ottime anche per interessanti

Domenica 7 aprile Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Val Breggia, Gole della Breggia (Canton Ticino)

Domenica 1 settembre Passo Julier – Capanna Jenatsch. In alternativa Piz Umbrail

Domenica 21 aprile Via della transumanza,Val Bavona (Canton Ticino)

Domenica 15 settembre Val Formazza

Domenica 5 maggio Rifugio Alpetto in traversata da Dirinella a Zenna (provincia di Varese)

Domenica 29 settembre Val Bedretto – Gottardo

Sabato 18 e Domenica 19 maggio Rapallo - Montallegro - Chiavari - Bedonia Domenica salita al Monte Maggiorasca, 1799 m Domenica 2 giugno Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Salita al Monte Generoso dal versante svizzero accompagnati da una guida naturalistica del CAS

Domenica 20 ottobre Continuando a camminare sulle nostre montagne: Passo del Cammello – Piani d’Erna – Pian del Fieno e sosta alla capanna Stoppani per la castagnata sociale

Domenica 9 giugno La grande traversata del Monte Baldo in collaborazione con gli amici della SEL

Domenica 10 novembre Chiusura gite in prima ipotesi presso rifugio Lecco ai Piani di Bobbio. Aspettiamo proposte

Domenica 16 giugno Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Via dei Trovanti (Triangolo Lariano)

percorsi di arrampicata, mentre la parte più meridionale è essenzialmente costituita da lastre di arenaria, talvolta

Domenica 23 giugno Terzo Raduno sezionale ai Piani di Bobbio presso Rifugio Lecco

alternate a strati argillosi. Le cime principali superano di poco i mille metri, e nel versante nord e nord-ovest sono ricoperte da fit-

Domenica 30 giugno Capanna Segantini (Engadina)

te pinete di pino marittimo e arbusti di macchia mediterranea. Notevole la

Alpi.

56

Escursionismo

Panorama dal monte Kali Limni

idealmente i rododendri delle nostre

Come l’universo, come la vita, anche la bellezza della natura è un mistero. Ma qualunque sia l’interpretazione… la bellezza della natura è l’ultimo messaggio spirituale nella vita di oggi (George M. Trevelyan, storico inglese)

presenza di timo; i suoi fiori violetti a cespugli, profumatissimi, sostituiscono

Domenica 13 ottobre A spasso sulle nostre montagne Mandello – Era – Alpe Cetra

Sabato 13 e Domenica 14 luglio Piramide Vincent (Monte Rosa) In alternativa Domenica 14 Maloja-Passo Grevasalvas-Veduta Domenica 28 luglio Valpelline

Escursionismo

” 57


SUI MONTI SIBILLINI

Il trekking del GEO attorno alla grotta della Sibilla

di Marcello Sellari

A

vete mai sentito parlare di

finalmente poteva svelarsi alla prin-

Guerrin Meschino?

cipessa che amava in segreto. Ma qual-

prima dovette sfuggire alla maga

che ricordo personale, vi dirò che

che abitava la grotta e che si era in-

quand’ero bambino seguivo le sue

vaghita di lui.

Se

permettete

gesta nel teatro dei pupi siciliani. Ca-

Dalla grotta

della Sibilla (luogo

valiere senza macchia e senza paura

sede di un oracolo anche al tem-

non conosceva però le sue origini

po dei Romani) traggono dunque il

(era infatti stato rapito da bambino

nome i Monti Sibillini. Ma della grot-

e condotto in schiavitù alla corte del

ta rimangono oramai poche tracce

Sultano turco) per cui si mise a gi-

a causa dei crolli avvenuti nei secoli

rare il mondo interrogando ovunque

(naturali e provocati dall’uomo), non

oracoli e maghi. Giunto sugli Appen-

vale quindi più la pena andarla a vi-

nini alla grotta della Sibilla, finalmen-

sitare.

te seppe di essere di nobili origini,


24/07 Viaggio di andata

cortesia. Il rifugio è proprio ai piedi

li cani pastore. Questi sono di due

no alle 07:50. Breve sosta a Visso

mo un ampio giro nella Val di Bove e

Siamo solo in dieci: l’idea di dor-

del Monte Vettore in mezzo a dolci

razze: quella di pelo scuro controlla

dove incontriamo Silvio Cignolo del

poi saliamo in vetta al Monte Bicco

mire in rifugio ormai tiene a casa

e isolati pendii che ispirano pace e

il gregge durante la giornata, mentre

CAI di Ancona che ci farà da guida.

per la sua cresta Ovest. Escursione

Giacomucci ci viene a prender alle

molti “Geeini”. Molti sono poi però

tranquillità. La sistemazione è spar-

bianchi pastori maremmani di gior-

Da Visso sempre in bus per Fron-

un po’ faticosa nel primo tratto, di-

09:00 accompagnato da un nipo-

anche i pentiti quando sentono il

tana, ma le camerate sono pulite.

no dormono e la notte montano di

tignano da dove iniziamo la nostra

vertente con qualche facile passag-

tino di 10/11 anni. Con il nostro bus

guardia contro ladri e predatori. In

escursione alle 09:25.

gio su roccia, sulla cresta.

saliamo sin in vetta al Monte Conero.

racconto del trekking.

Si parte in

orario alle 06:00. Alle 08:10-08:35

Fa abbastanza freddo, tant’è vero che i termosifoni sono accesi.

sosta all’area di servizio di S. Martino

Il rifugio è in ristrutturazione e tra

Ovest con un tempo bello e fresco.

un paio di anni potrà offrire un am-

Nuova sosta alle 10:25 a Rubicone

biente più confortevole.

zona, ci dicono, c’è anche un branco di 6/7 lupi.

L’escursione che faremo è leggermente diversa da quella program-

Giornata serena e più calda della precedente.

27/07 Escursione nel Parco del Conero e viaggio di ritorno

Visitiamo la chiesa di S. Pietro, poi a piedi imbocchiamo un sentiero nella

la vetta del Monte

Scendiamo poi alla partenza della

macchia mediterranea che offre, qua

poter ammirare una volpe che viene

Bove Nord e la cresta che lo collega

seggiovia dove arriviamo alle 12:55.

e là, scorci sulla costa del Conero, in

a prendere il cibo da una ciotola che

al Monte Bove Sud sono precluse

Sosta per un parco snack e poi ri-

particolare sui due faraglioni chia-

le viene lasciata fuori dal rifugio.

agli escursionisti in estate in quanto

entro a Frontignano in seggiovia. Da

mati “le due sorelle” e sul promonto-

zona di ripopolamento di stambec-

Frontignano non rientriamo più al ri-

rio di Numana e Sirolo; in poco meno

Noi la sera abbiamo la fortuna di

mata perché

Ovest, dove ci offriamo in autono-

In attesa della cena facciamo una

mia un aperitivo a base di Prosecco

puntata a Castelluccio, dove com-

(Romolo) e Negroni (preparato da

priamo sacchetti delle sue famose

Alessandro), “amuse-gueule” prepa-

lenticchie e altri cereali, e a Norcia.

26/07 Escursione

chi e camosci. I camosci però non lo

fugio di Forca di Presta, ma andiamo

di tre ore, raggiungiamo la spiaggia

rati da Mariarosa a base di salamino,

A Norcia visitiamo una mostra fo-

Val di Bove – Monte Bicco

sanno e infatti un piccolo branco ci

all’Hotel Touring di Falconara dove

di Sirolo. Abbiamo quindi l’occasione

pecorino sardo e pane carasau. Si

tografica della piana di Castelluccio

Siamo partiti in bus per Frontigna-

controlla da vicino. Pertanto faccia-

arriviamo alle 17:15 circa.

di fare un bel bagno (la giornata è

riparte alle 11:30.

che in tarda primavera è un tavoloz-

Alle 13:35 arriviamo a Grottamare

Giunti in albergo salutiamo Silvio che ha un po’ fretta di tornare a casa.

za di fiori dai diversi colori.

molto calda) e di mangiare qualcosa in un piccolo bar sulla spiaggia.

Ottima cena in rifugio. Piatto for-

Scopriamo che è nonno di 5 nipo-

Purtroppo non siamo potuti scen-

in fondo al lungomare verso Nord, in

te sono le zuppe di lenticchie (ov-

ti che stanno passando l’estate da

dere alla spiaggia delle “due sorel-

una bella palazzina bianca, là dove la

viamente di Castelluccio) e di ceci

lui e che oggi sono stati affidati alle

le”, perché un’ordinanza del sindaco

strada lascia il mare con una curva a

con castagne. Viene servita anche

cure della sola nonna. Comprendia-

ne ha chiuso il sentiero di accesso.

sinistra per passare sotto la ferro-

una pantagruelica grigliata di ottima

mo quindi il motivo della sua fretta e

Il sentiero in effetti si presenta ab-

via (consigliato da un’amica che ha

carne. La cuoca è la moglie del ge-

apprezziamo ancora di più il tempo

bastanza ripido e richiede scarpe da

conoscenze nei paraggi, amica che

store; servono in tavola con molta

che ci ha dedicato. Non siamo però

trekking, mentre abbiamo visto in

purtroppo per un fastidioso mal di

gentilezza due giovani ragazze che

lasciati soli e Renato Giacomuc-

giro, more solito, gente con le in-

schiena ha dovuto rinunciare al trek-

vengono da un paese dell’ex Jugo-

ci, altro socio del CAI di Ancona, ci

fradito. In passato pare vi sia stato

king e non è con noi). Pranzo ottimo,

slavia.

aspetta in albergo, ci terrà compa-

qualche incidente. Terminato bagno

gnia questa sera e ci farà da guida

e colazione, in dieci minuti saliamo

domani.

sulla strada e chiamiamo Pippo, il

ovviamente a base di pesce, a prez-

Dormiamo tutti bene.

zo modico (26 € bevande com-

Sulla spiaggia del Conero

con sosta al ristorante Kursal situato

Dopo una bella doccia salutare e

nostro autista, che viene a prenderci.

un confortevole riposino, ancora una

Salutiamo Renato Giacomucci e

25/07 Escursione al

le vongole e asparagi di mare. Alle

Monte Vettore

15:55 ripartiamo; alle 16:45 siamo ad

Partiamo dal rifugio alle 09:00.

volta andiamo a cena in un bel risto-

Ascoli Piceno. Dedichiamo un’ora ad

Raggiungiamo il rifugio Tito Zelioli

rante sul mare. Il ristorante si chiama

Viaggio con traffico scorrevole.

una breve visita dei suoi monumenti

(incustodito, aperto solo locale in-

“Il Ristorantino” ed è ben conosciuto

Sosta a Modena per un breve snack

principali, senza trascurare lo storico

vernale) alle 10:45 e la Sella di Ciau-

dal CAI di Ancona che lo frequenta

ed alle 20:30 circa siamo di nuovo

caffè Meletti famoso per il suo sti-

le alle 10:55, alle 11:35 arriviamo in

sovente. È a Marina di Montemar-

a Lecco. Fa molto caldo. Noi abbia-

le Liberty e la sua anisetta che non

vetta tutti.

ciano, verso Nord venendo da Fal-

mo avuto la fortuna di effettuare il

Tempo: sereno con nebbia a ban-

conara, in Lungomare Marina. Anche

trekking nei primi giorni di bel tempo

Alle 17:45 siamo finalmente al ri-

chi che saliva dal mare coprendo a

qui cena veramente pantagruelica di

successivi a una settimana di piog-

fugio ANA di Forca di Presta, dove

tratti il sole. Fresco. In vetta c’è ven-

ottima qualità, anche se meno raffi-

gia, riuscendo quindi a godere di

veniamo accolti con gentilezza e

to e fa quasi freddo. Rientrati al rifu-

nata di quella di Grottamare. Spesa

temperature gradevoli.

manchiamo di gustare.

gio a Forca di Presta alle 14:05

60

Gruppo Età d’Oro

I pendii del Vettore sono pascolo per greggi di pecore custodite da pastori macedoni e da ammirevo-

In vetta al monte Vettore

prese). Vi consiglio spaghetti con

partiamo per Lecco.

35 € a testa per pranzo completo, bevande comprese.

Gruppo Età d’Oro

61


A PICCOLI PASSI

C

Al centro dell’attenzione – in un’ot-

anche alle famiglie con bimbi di 3 o

Dal mese di maggio partirà infatti

tica nuova per il CAI – saranno po-

4 anni di età, le attività, gli itinerari, le

S

“FAMILY CAI”, un programma di at-

sti il nucleo famigliare ed il rapporto

tività pensato ed organizzato specifi-

on l’arrivo del nuovo anno si

avvicinare alla montagna. A “piccoli

rinnovano le proposte per i

passi”, ovviamente.

Soci.

iniziative che verranno proposte. Per permettere la frequentazione

LAVORO E MONTAGNA

abato 5 ottobre 2012, presso

sigenazione) a carico di più distretti

l’Aula Magna dell’Ospedale A.

vascolari.

Manzoni di Lecco, si è svol-

Nel corso del convegno sono sta-

to un convegno dal titolo “Lavoro &

ti presentati, fra l’altro, i risultati di un

mete e gli argomenti saranno scelti

Montagna, insieme per l’alta Sicurez-

recente studio sperimentale condot-

genitori-figli; lo sviluppo delle capa-

espressamente a “misura di bimbo”;

za”.

to in laboratorio su persone esperte

catamente per coinvolgere le famiglie

cità genitoriali di gestire l’esperienza

con uscite nel circondario, sempre a

Organizzata dall’azienda ospedaliera

nell’uso di imbrago (fra cui alpinisti,

di Soci con bambini che si vogliano

nei suoi vari aspetti e di coadiuvare

contatto con la natura, e con l’inten-

di Lecco in collaborazione con l’Asl di

soccorritori e guide alpine) e soggetti

i figli anche nelle pri-

to di far percorrere ai più piccoli facili

Lecco e l’Università di Milano Bicoc-

di controllo, atleti e non.

me “avventure” in spazi

sentieri e far scoprire loro luoghi che

ca, la giornata di studi si è concentrata

Tutti sono stati sottoposti a test di

aperti ed in ambiente

permettano di divertirsi e di fare le

sul rischio di sviluppare la sindrome da

sospensione passiva e a valutazione di

montano;

prime esperienze nell’ambiente mon-

sospensione inerte nei lavoratori che,

parametri respiratori, cardiovascolari,

termia, lo stress. Il tutto finalizzato a

tano.

come gli alpinisti, svolgono la propria

cerebrali e muscolari.

individuare le misure di prevenzione

l’accresci-

mento della voglia e delle capacità dei ge-

Troverete tutte le informazioni utili

mansione sospesi in fune con l’ausi-

Prodromi di eventi sincopali du-

più corrette per ciascun lavoratore e a

nitori di trasmettere ai

per partecipare alle iniziative del FA-

lio dell’imbrago (antennisti, lattonieri,

rante il test di sospensione passiva

elaborare linee guida di emergenza in

piccoli le nozioni base

MILY CAI e le date delle escursioni in

posatori di tetti, disgaggisti, boscaio-

sono stati osservati nel 10 per cento

caso di evento sincopale in imbrago.

e le conoscenze utili

segreteria e sul sito internet sezionale.

li, soccorritori estremi…): in seguito a

delle persone esaminate; gli individui

Il convegno è stato anche l’occa-

caduta, questi soggetti possono in-

sintomatici si sono caratterizzati per

sione per ricordare la figura del dot-

correre in un evento di tipo sincopa-

una ridotta ossigenazione cerebrale;

tor Giorgio Pisati, socio del Cai Lecco,

le con perdita di coscienza ed esito

esperienza nell’utilizzo dell’imbrago

che, come responsabile della struttura

talvolta fatale.

e livello di allenamento aerobico non

di Medicina del Lavoro dell’ospeda-

Le prime segnalazioni sull’argomen-

hanno influenzato il tempo di com-

le di Lecco, si è impegnato a fondo

to risalgono a 30 anni fa e arrivano

parsa della sindrome da sospensione

nella conduzione di ricerche sul tema

proprio dal mondo alpinistico: casi di

inerte.

del lavoro in altezza e, fino all’ultimo,

ad affrontare in auto-

(A. Spreafico)

sufficienza le singole

LA TERZA EDIZIONE DI MONTI SORGENTI

L

a terza edizione di “Monti Sorgenti” (maggio 2013), pur contraddistinguendosi come le

precedenti per la multidisciplinarietà delle iniziative, avrà per la prima volta un tema centrale: il ricordo di Walter Bonatti. Alla grande figura dell’alpinista

62

Appuntamenti

e dell’uomo verranno dedicate due

come detto, troverà spazio un mo-

serate specifiche, una con materia-

mento teatrale: nel ricordo di Walter

li inediti proposti dalla sua compagna

Bonatti, il mondo della montagna e il

Rossana Podestà e la seconda con una

pensiero di un suo protagonista rivi-

rappresentazione teatrale di Teatro

vranno in maniera intensa. Rimarranno

Invito. Anche le altre manifestazioni

un piatto forte gli appuntamenti con la

saranno attraversate direttamente o

serata “In maglione rosso” del gruppo

indirettamente dalla figura di Bonatti

Ragni e la proiezione di tre film pro-

e ci porteranno a risentire il profumo

venienti dai migliori film festival della

della coerenza del suo pensiero.

montagna.

“Monti Sorgenti” vuole quindi fare

predisponenti di tipo individuale e pe-

si; all’autopsia era stata documentata

sare il ruolo che sul campo possono

una condizione di ipossia (ridotta os-

svolgere fattori come la quota, l’ipo-

C

(A. Baruffini)

SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI ria); comune è l’obiettivo di sviluppa-

rapporto fatto di curiosità scientifica

è il titolo di un progetto in-

re nel biennio 2012-2013 una rete di

ma anche di emozioni e di passione

terreg (programma operativo di coo-

itinerari di turismo culturale fra Lom-

per il bello, grande divulgatore del-

La presentazione dei libri sarà resa

perazione transfrontaliera Italia-Sviz-

bardia e Canton Ticino.

le proprie conoscenze ed esperien-

più leggera con la proposta di un mo-

zera) che nasce dalla collaborazione

Il percorso ideato dal CAI per Le vie

mento musicale, curato dal gruppo

del CAI di Lecco con altre due asso-

dei Monti ruota intorno alla figura di

Born by Chance, e recitativo.

ciazioni del territorio, Mikrokosmos e

Antonio Stoppani (1824-1891), fon-

Associazione Amici dei Musei. I temi

datore e primo presidente della se-

trattati sono diversi (Le vie dell’acqua,

zione di Lecco, geologo, naturalista e

la nostra città di Lecco: vuole ridare

di Mario “Boga” Dell’Oro.

dell’alpinismo

lecchese

le idee e anche nel 2013 non poche saranno le novità. Per la prima volta,

appesi alla corda in attesa dei soccor-

nell’organizzazione di questa giornata.

vise d’arte, storia e tradizioni:

continuerà con il recupero del ricordo

tura di Monti Sorgenti non mancano

cessari per evidenziare le condizioni

letterato, legato alla montagna da un

saluto che gli abbiamo dedicato nel-

Al gruppo che costituisce l’ossa-

a caduta non traumatica, erano rimasti

Le vie dei Monti, Le vie della Memo-

importanti

segnare.

Altri studi fisiopatologici sono ne-

onfini d’incontro. Vie condi-

La ricerca storica sulle figure più

un passo avanti rispetto a quell’ultimo

respiro al ricordo di chi ha saputo in-

morte in arrampicatori che, in seguito

(E. Aldeghi)

ze, come si evince dalla lettura de Il

Appuntamenti

63


Guida itinerario delle Prealpi Berga-

e per la scienza, con anche una sezio-

bientato sulle principali vette delle Do-

La mostra, che ha registrato una

simili. Gli elementi che li compongono,

masche compresi i passi alla Valtelli-

ne dedicata alla rappresentazione del

lomiti, è un’indagine sul rapporto uo-

soddisfacente presenza di visitatori, è

montagne, nuvole, creature, si ripetono

na pubblicata a cura delle sezioni di

personaggio nell’arte: dipinti, scultu-

mo-morte-montagna. Gli alpinisti che

stata inaugurata sabato 10 novembre

all’infinito con impercettibili variazio-

Bergamo e di Milano del Club Alpino

re, monumenti che ne conservano la

vi appaiono, generalmente soli, hanno

alla presenza del sindaco e dell’asses-

ni, come avviene nell’arte dell’Estremo

Italiano nel 1888, con prefazione del

memoria.

vissuto con quelle montagne momenti

sore alla cultura del comune di Lec-

Oriente. Le mie opere non percorrono

estremamente significativi della loro

co. Hanno partecipato Alberto Beni-

un cammino in evoluzione ma affron-

esistenza. Tutte le storie si ispirano ai

ni e Roberto Mantovani, scrittori di

tano un tortuoso sentiero di ricerca

Due aspetti qualificanti meritano di

necrologi di Dino Buzzati (pubblica-

montagna e storici dell’alpinismo, che

interiore: il senso del vivente, il mi-

essere sottolineati: la finalità divul-

ti sul “Corriere della Sera” dell’epoca)

hanno dialogato con l’artista offren-

stero della morte… con un foglio, con delle matite…”

Prof. Antonio Stoppani: una lezione magistrale che lascia trapelare tutte le componenti del complesso rapporto Bel Paese. Questa scelta vuole essere

dell’autore con la montagna.

A corollario, una pubblicazione a stampa.

anche un contributo di memoria per i

Per il 2013 è prevista un’attività

gativa e didattica del progetto rivolta

dedicati a questi uomini ma soprat-

dole lo spunto per raccontare il signi-

150 anni del CAI che ricorrono pro-

escursionistica guidata che porterà

soprattutto ai giovani e alle scuole, e il

tutto al magico rapporto dell’autore

ficato del suo lavoro: “I miei disegni,

prio nel 2013.

gruppi sezionali di ogni età su itine-

collegamento con il Club Alpino Sviz-

con le montagne”.

da sempre organizzati in cicli, pur nel

Il 2012 è stato soprattutto un anno

rari di interesse naturalistico, soprat-

zero di Lugano per uno scambio di

di programmazione, di studio, di ricer-

tutto paleontologico, alla scoperta dei

proposte culturali ed escursionistiche.

ca di contatti con associazioni e isti-

siti fossiliferi studiati da Antonio Stop-

tuzioni, con un’unica iniziativa ufficiale

pani. E’ stata inoltre programmata una

pensata come introduzione ideale al

mostra che svilupperà il tema della

progetto: la ristampa del libro storico

passione di Stoppani per la montagna

Montagne L’Epica e L’Incanto

(A. Baruffini)

ARTE E MONTAGNA

N

A BOBBIO IL RADUNO SEZIONALE 2013

nell’opera di Luisal prossimo Rota 23Sperti giugno tornerà il

I

Raduno della Sezione e, com’è ormai tradizione, si terrà ai Piani

di Bobbio con arrivo al Rifugio “Lecco”. Anche quest’anno la partecipazione al

si attenuano e gli elementi si schiari-

esplicitamente un omaggio a tutte le

raduno sarà aperta a tutti e il pro-

bre 2012 le sale espositive

scono all’avvicinarsi. Qua e là esplo-

donne”

gramma, in via di definizione, preve-

della Torre Viscontea hanno

dono gli spazi scuri dell’inconscio e della paura”

isa Rota Sperti dal titolo “Montagne: l’epica e l’incanto”, organizzata dal Cai

Ai

confini

del

derà la salita al rifugio con partenza

Dalle cattedrali della terra ai sentieri

dai piazzali delle In collaborazione confunivie di Barzio e di

del cielo. Sala Buzzati: “Il ciclo, am-

Moggio; oltre ad del unaLario serie di attività Comune di Mandello viedid’arrampicata le vie ferraCAIsulle Grigne Mandello deleLario dello Zucco Campelli gestite dagli Les te Cultures-Progetto Iride (Rongio) Libreria Mondolibri Lecco istruttori e dagli diaccompagnatori seFondazione Ercole Carcano (Mandello) zionali nonché dalle guide alpine del

cielo

Lecco in collaborazione con il Comu-

(leggende nelle Dolomiti):

ne di Lecco e il SIMUL. L’artista, che

“Carlo Felice Wolff dedicò

nella montagna ha sempre trovato la

tutta la vita a raccogliere

sua principale fonte di ispirazione, ha

le leggende delle Dolomi-

proposto tre cicli pittorici fortemente

ti. I quadri di questo ciclo

rappresentativi della sua produzione,

si ispirano ad alcune delle

da lei stessa raccontati con brevi note

storie più belle dal Lago-

che mi piace riportare a commento:

rai ai monti di Fanes. Dalle

Le montagne grandi: “Il racconto

li si dipanano le vicende

disegnato di episodi legati alla con-

di principesse guerriere,

quista delle grandi montagne. Storie

donne magiche, pasto-

antiche, legami forti fra uomini, rocce

relle; le loro storie sono

e ghiacci. La carta accoglie le matite

metafora del femminile

con morbidezza di cotone. I contrasti

universale, la loro centralità nel racconto è sottoli-

Appuntamenti

neata dall’uso del colore. Il ciclo è implicitamente ed

UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE ...

Gruppo “Ragni della Grignetta”, che verranno presentate nei prossimi mesi. Sin d’ora possiamo però anticiparvi che una particolare attenzione sarà dedicata ai più piccoli, con attività specificatamente ideate per farli av-

vette dei monti alle val-

64

variare dei temi, si rincorrono molto

el periodo ottobre-novem-

ospitato una mostra di opere di Lu-

(A. Baruffini)

vicinare alla montagna in sicurezza e divertire.

11 novembre - 2 dicembre 2012

Sedi Espositive: Lecco

Torre Viscontea, Piazza XX Settembre 3

I cicli pittorici - Le illustrazioni - I video

Inaugurazione sabato 10 novembre ore 18 con la partecipazione di Roberto Mantovani e Alberto Benini Orari: da martedì a venerdì ore 15-19 Sabato e domenica ore 10.30-12.30 15-19 Lunedì chiuso

Mandello del Lario Siete quindi tutti invitati

a parteci-

CAIpare Grigne, Riva dell’Ospizio ed Via a condividere la partecipa-

Sasso Cavallo: bozzetti e libretti cone fotografie di Alberto Locatelli zione con i vostri famigliari, amici Inaugurazione sabato 10 novembre ore 21 con conoscenti. Carlo Caccia: Conversazioni Alpine

Orari: martedì e venerdì ore 20.30-23 (A. Spreafico) Fondazione Carcano, Via Statale 7

Percorso nelle leggende con tavole e installazioni

SIRTORI -LC- Loc. Bevera - Via delle industrie, 17 - Provinciale Villasanta/Oggiono - Tel. 039.9217591 Le fotografie delle “creature” sono di Marina Gallandra Inaugurazione domenica 11 novembre ore 16 con rinfresco equosolidale Orari: da martedì a sabato ore 15.30-18.30 Domenica 10-12 15.30-18.30

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I Soci della Sezione di Lecco “Riccardo Cassin” del Club Alpino Italiano sono convocati in

ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA presso la Sala Conferenze dell’Associazione Confindustria in via Caprera n. 4 a Lecco, in prima convocazione il giorno 21 marzo 2013 alle ore 12.00 ed in seconda convocazione, con apertura della verifica poteri alle ore 20.00, il giorno

22 MARZO 2013 – ORE 20.30 per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO • Nomina del Presidente e del Segretario d’Assemblea e di tre scrutatori • Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno 2012; discussione e votazione • Relazione finanziaria: presentazione del Bilancio consuntivo 2012 e del Bilancio preventivo 2013; relazione del Collegio dei Revisori dei Conti; discussione e votazione • Rinnovo delle cariche sociali: presentazione dei candidati per l’elezione dei membri del Consiglio Direttivo, per l’elezione dei membri del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’elezione dei delegati all’Assemblea Nazionale e all’Assemblea Regionale Lombarda; apertura delle votazioni • Relazioni dei responsabili di settore sulle attività svolte nell’anno 2012 • Approvazione delle quote associative per l’anno 2013 • Varie ed eventuali La documentazione relativa ai punti indicati nell’Ordine del Giorno sarà messa a disposizione dei Soci presso la Segreteria della Sezione nonché sarà pubblicata sul sito www.cai.lecco.it, dove è altresì consultabile il vigente Statuto Sezionale. Si ricorda che, a norma dell’art. 19 dello Statuto sezionale, hanno diritto di intervenire all’assemblea tutti i Soci in regola con il pagamento della quota associativa sociale e che i minori di anni 18 non hanno diritto al voto; è ammessa la partecipazione all’Assemblea per delega ed ogni socio maggiorenne può essere portatore di una sola delega sulla quale oltre alla firma leggibile del delegante deve risultare il suo numero della tessera d’iscrizione.

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Il Segretario, Giuseppe Ferrario

Il Presidente, Emilio Aldeghi

SPEDIZIONI INTERNAZIONALI

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RECENSIONI ALPI E UNITA’ D’ITALIA di Adriana Baruffini

Gli atti del convegno “Le Alpi e l’Unità d’Italia” svoltosi a Bergamo il 22 ottobre 2011, raccolti in questo volumetto, offrono lo spunto per riflettere in modo organico e completo sul ruolo svolto dalle Alpi nel processo dell’unificazione nazionale, attraverso una serie di contributi su temi specifici. Un saggio introduttivo di Annibale Salsa analizza le trasformazioni dello spazio alpino che nel corso dei secoli hanno accompagnato le vicende della politica europea. A seconda delle visioni strategiche del momento, le Alpi hanno avuto un ruolo determinante nell’unire o nel dividere il Nord dal Sud, l’Est dall’Ovest: ruolo di “cerniera” o di “barriera”, di “confine”, etimologicamente inteso come linea di incontro fra territori e popoli, piuttosto che di “frontiera”, ossia linea di chiusura in cui entità diverse si fronteggiano e si modificano. Nel caso italiano, il passaggio da uno staterello intra-alpino, quale era il Ducato di Savoia, al Regno d’Italia ha fortemente modificato il rapporto con le Alpi che da spazio vissuto, da luogo dell’abitare, si sono trasformate in corridoio di flusso da attraversare. Le ripercussioni economiche, antropologiche e sociali di queste diverse interpretazioni dello spazio alpino sono argomento di altri contributi incentrati sul fenomeno dell’emigrazione e sugli eventi che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, sull’onda dei progressi raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia, hanno trasformato l’ambiente delle Alpi: trafori, sfruttamento dell’energia idroelettrica, industrializzazione. Un capitolo del libro è dedicato all’invenzione del paesaggio alpino in pittura, mentre due saggi rispettivamente intitolati “I figli della montagna. Percorsi letterari nella genesi di un mito guerriero” e “Su quella cima dove nessuno era mai salito. L’invenzione naturalistica del Petrarca alpinista”, offrono esempi di rappresentazione delle Alpi nella letteratura, non mancando di sottolineare la retorica e la deriva nazionalistica di cui peccano alcune delle opere esaminate. Di particolare interesse per noi è il capitolo riguardante la nascita del CAI, la cui storia è coeva e per tanti versi parallela a quella dell’Italia unificata, e lo sviluppo delle sezioni territoriali dal 1863 al 1900. Le origini dell’associazione sono ripercorse dal punto di vista di alcuni protagonisti nati nel corso dell’Ottocento e tutti attivi sia come alpinisti che come dirigenti. Un ricco corredo di note con riferimenti bibliografici consente di approfondire i singoli temi.

Oreste Forno GUARDIANO DI DIGHE – IL MESTIERE PIÙ BELLO DEL MONDO BELLAVITE editore in Missaglia

di Fabio Palma

PROBLEMI DELL’ALPINISMO E “DIAVOLETTI” di Renato Frigerio

Erano troppo bravi i nostri lontani antenati che, scrutando attentamente l’animo umano, riuscivano a scoprirne le pieghe profonde e a ricavarne, con sintesi impressionante, gli ancora attuali detti sapienziali. A noi non resta che approfittarne e ricorriamo allora all’ “ex abundantia cordis os loquitur” per sentirci persuasi che in Franco Giovannini, autore di non pochi libri e articoli sullo stesso argomento, alberga preponderante la passione per la montagna e per la sua frequentazione più audace, vale a dire l’alpinismo. Se ciò poteva apparire già chiaro con le precedenti pubblicazioni, con questo suo ultimo “Montagne e Diavoletti” sembra quasi che Giovannini abbia predisposto una sintesi complessiva dei suoi lavori per prendere in considerazione critica le molte problematiche che riguardano l’alpinismo e che probabilmente non avranno mai fine. Anche se queste spiegano le incomprensioni e i contrasti che sorgono tra chi ne pratica la disciplina, ma investono pure chi osserva le cose dall’esterno, rappresentano in certo modo il bello dell’alpinismo, mentre nel loro continuo discuterne se ne alimenta quell’interesse che contribuisce a tenerlo fortemente in vita. L’autore comunque passa in rassegna ogni cosa e, quando sembra che abbia individuato il giusto punto di equilibrio, ecco spuntare sommessa una voce che mette tutto in discussione, avanzando dubbi e perplessità. Ma non è sopraggiunto un nuovo interlocutore: che si fa sentire adesso è l’altra metà dell’ “io”, quella che interviene allo stesso modo anche in tante situazioni esistenziali che esigono una decisione. È questo il diavoletto che viene proposto nel titolo del volume e che ora ci accompagna in ogni passo della narrazione che, in uno stile un po’ mordace, alle volte ironico, ma sempre incisivo e divertente, espone il pensiero appassionato dell’autore.

Recensioni

di Renato Frigerio

È normale per uno scrittore, come lo è per ogni uomo, trovarsi a dialogare con se stesso. Che suona un po’ strano è che uno si metta ad intervistare se stesso e lo faccia poi in modo da rendersi particolarmente interessante se così facendo va a realizzare un buon libro. È quello che ha fatto di recente Oreste Forno, e lo si capisce subito dal titolo che il tema che affronta gli è singolarmente congeniale, trattandosi soprattutto di montagna, e non precisamente di un’ampia descrizione del suo impiego lavorativo ai margini di una diga. Del resto questo lavoro risulterebbe troppo semplice da imparare e troppo facile da svolgere, come lui pure ammette, per consentire ad uno scrittore di riempire per intero le pagine di un nuovo libro. Ma siccome è proprio lui che riveste il ruolo dell’intervistatore, non ha nessun problema ad indirizzare la conversazione su quello che meglio gli riesce e più gli piace. Torna allora ancora una volta alla luce il suo incontenibile parlare di montagna e di alpinismo, il terreno dove si è scatenata la sua ardente passione, che gli ha fatto vivere vicende avvincenti nelle esplorazioni alpinistiche che lo hanno visto più volte alle prese con le insidiose vette himalayane. Verremo a conoscere che queste sono state lo scenario di avventurose esperienze, al confine addirittura della tragedia, che egli rivive ora con un racconto realistico, ma dai toni sdrammatizzanti, che rivelano la seducente semplicità del personaggio. Si potrà seguire con gradevole curiosità, specie per chi si trova adesso anagraficamente lontano da quel mondo, la descrizione delle favolose condizioni di lavoro che gli hanno consentito di salire una lusinghiera carriera, cui lui ha detto incredibilmente basta poco prima di toccarne i vertici, per non tradire la sua intima ispirazione di avere una vita di assoluta libertà. Per questo ha trovato nuovamente rifugio nella montagna, con la fortuna di ricevere come un dono privilegiato questo suo ultimo lavoro che gli consente di rimanere immerso nella natura che più ama, dove può sentire ed esprimere tutto ciò che è riservato a chi solo è veramente innamorato, tanto da volerne far parte anche a chi non ha la sua stessa fortuna.

STILE ALPINO la rivista dei Ragni di Lecco

Club Alpino Italiano sezione e sottosezioni di Bergamo LE ALPI E L’UNITÀ D’ITALIA LO SPAZIO ALPINO E IL PROCESSO DI UNITÀ NAZIONALE Bergamo, Tecnograph srl, 2012

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IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO

Franco Giovannini MONTAGNE E DIAVOLETTI Edizioni Mare Verticale, Grancona, 2012

E’ in uscita il nuovo numero di Stile Alpino, il 19, che promette degli articoli molto interessanti, a partire da quello realizzato da Domenico Flavio Ronzoni che, con assoluta precisione, parla di un Grande Ragno del passato: Carlo Mauri. E un altro Grandissimo del passato ci ha purtroppo lasciati da poco tempo: Patrick Edlinger è stato uno dei più grandi e carismatici arrampicatori di tutti i tempi e noi vogliamo ricordarlo riproponendo un articolo estratto dalla prima edizione, ormai introvabile, di Uomini e pareti. Ultimamente ha destato particolare attenzione l’attività speleologica nel gruppo delle Grigne, rivelando la presenza di luoghi incredibili, viaggi difficilmente immaginabili, “Avventure senza rete” alle quali abbiamo dato voce. Spostandoci poi in Trentino andremo a scoprire con fotografie e storie inedite le più belle cascate della Valsugana. L’abbonamento a Stile Alpino (4 numeri) può essere effettuato con un versamento di 17 euro (spese di spedizione incluse) sul c/c postale n° 46317251 intestato a A.G.Bellavite srl oppure con un bonifico a Banca del credito valtellinese IBAN IT 09 S 05216 51550 0000000040 30


INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

LUTTI Cesare Bolis socio del CAI Lecco dal 1985

AGEVOLAZIONI E BENEFICI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “CAI Lecco 1874” Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:0 (escluso venerdì 29 marzo 2013) Direttamente a mezzo: a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150. c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. CALENDARIO CHIUSURA SEDE venerdì 29 marzo 2013 (Venerdì Santo) sabato 30 marzo 2013 (Vigilia di Pasqua)

TESSERAMENTO AGGIORNAMENTO DATI ANAGRAFICI

QUOTE SOCIALI PER IL 2013. Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica

1,00

*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.

DUE FACILITAZIONI PER IL RINNOVO - La segreteria, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, sarà aperta anche sabato dalle ore 15:00 alle 17:00 a partire da sabato 12 gennaio fino a sabato 23 marzo 2013 - Il bollino può essere spedito per posta a domicilio, con un contributo, per socio o per nucleo familiare, di € 2,00 per spese postali e di segreteria. Con il bollino verrà inviato il bollettino di c/c postale pre-compilato per il pagamento. I soci interessati dovranno contattare la Segreteria telefonicamente o per lettera.

DIMISSIONI E MOROSITA’

Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in Informiamo tutti i soci che con il tesseramento 2014 non sarà più pos- qualsiasi momento; le dimissioni devono essere sibile effettuare i rinnovi e/o nuove iscrizioni in mancanza del codice presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della fiscale. Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto imLa sezione ha quindi necessità di completare e aggiornare i dati presenti mediato, senza restituzione dei ratei della quota in archivio di tutti i soci (ordinari, familiari, giovani e vitalizi). sociale versata. Per poter compiere questa operazione nell'anno in corso, invitiamo i soci a comunicare alla segreteria i propri dati anagrafici completi di codice fiscale, luogo e data nascita, n. telefono ed eventualmente professione e Il socio è considerato moroso se non rinnova la indirizzo mail. propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; I dati potranno essere comunicati: - direttamente alla segreteria all'atto del rinnovo l’accertamento della morosità è di competenza del - per fax al n. 0341/284717 Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riac- all'indirizzo mail segreteria@cai.lecco.it quistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità Ringraziamo per la collaborazione. di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.

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Informazioni

Giulio Bartesaghi, tra i fondatori del Gruppo Ragni del quale è stato un grande animatore, a lungo impegnato nella Scuola di Roccia e nel Soccorso Alpino. Viene ricordato in un’altra sezione di questo notiziario dall’amico alpinista Dino Piazza Giangaspare Pediconi, iscritto dal 1954 Chiarastella Assolari, speleosub bergamasca, deceduta a gennaio 2013 durante un’immersione alle Grotte di Oliero, nel Vicentino Ricordiamo infine che nel 2012 è scomparso Carlo Pisati, da sempre vicino al Gruppo Ragni, di cui era socio onorario, e del quale ha ripetutamente sostenuto l’attività e le iniziative

Ai famigliari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.

CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto.

Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci dell e sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.

Informazioni

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