Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO
3/2012
CAI LECCO 1874
Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole I signori delle terre di mezzo La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio
Alpinismo e Arrampicata
Sci Alpinismo
La montagna del sogno
In paradiso con gli sci
Il tentativo alla parete nord dell’Ogre
Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia
Sci di Fondo Da 30 anni
in “scivolata spinta” per andare oltre
EDITORIALE
5 SENTIERI E PAROLE 6 10 13 14 16 20
Da 150 anni con il Club alpino italiano di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco
I signori delle terre di mezzo La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio
di Dino Piazza I Ragni di Rancio ... e in un’aiuola un sasso della Grigna eretto a monumento di Alberto Benini Le cime del papa Le imprese di Pio XI, il pontefice alpinista di Annibale Rota Montagna senza compromessi Roberto Osio di Barbara Garavaglia La fritillaria e la pulsatilla Fiori rari sulle montagne lecchesi di Annibale Rota Ai piedi del Resegone Un sentiero didattico naturalistico realizzato dal gruppo di Ag di Alessia Losa La montagna del sogno Il tentativo alla parete nord dell’Ogre
SCI ALPINISMO
32 44
In paradiso con gli sci Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia
ISA_RA’ 2012 Cronaca ed emozioni di un corso per istruttori
46 54
In “scivolata spinta” per andare oltre Il gruppo Sci di Fondo compie 30 anni
Omaggio a ... Gianfranco Anghileri
di Daniele Bernasconi
di Martino Colonna di Sara Pozzetti
SCI DI FONDO
CAI LECCO 1874
Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano N° 3/2012
ALPINISMO e ARRAMPICATA
26
di Raimondo Brivio
Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 25/01/2013
ESCURSIONISMO
56
di Sergio Poli
ALPINISMO GIOVANILE
22
Giulio Bartesaghi Ricordi sparsi di un eterno ragazzo
1/2012
IN QUESTO NUMERO
Sotto il sole della Grecia In montagna nelle isole del Dodecaneso
GRUPPO ETA’ D’ORO
58
Sui monti Sibillini Il trekking del GEO attorno alla grotta della Sibilla
APPUNTAMENTI
62 62 63 63 64 65 68 70
A piccoli passi
La terza edizione di Monti Sorgenti
Lavoro e montagna
Sulle tracce di Antonio Stoppani
Arte e montagna
A Bobbio il raduno sezionale 2013
RECENSIONI
INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
di Luigi Colombo
di Marcello Sellari
Veloce discesa verso il mare blu cobalto. (Foto di Martino Colonna)
publimania.it
DA 150 ANNI CON IL CLUB ALPINO ITALIANO
Dalla nostra storia e dalla nostra tradizione la forza per guardare avanti di Emilio Aldeghi Presidente CAI Lecco
I
l Club Alpino Italiano compie 150
gne escavate, con il proliferare degli im-
riconosciuto a livello nazionale con l’e-
pianti sciistici, con la libera circolazione
nergia e le idee del volontariato locale,
delle motoslitte.
è il modello che ci ha portato a questo
anni. Nel 1863, nel castello del Va-
Occorre, oggi, che dal nostro sodali-
anniversario dei 150 anni. Se il nostro
lentino a Torino, vennero poste le
zio esca con forza l’esigenza di met-
unico riferimento fosse stato un ente
basi dell’atto di fondazione di quella che
tere mano a programmi concreti di uso
centralizzato o se avessimo dovuto
è la più antica associazione nata dopo
sostenibile del territorio capaci di ridare
vivere di vita propria probabilmente in
l’unità d’Italia.
vita a una economia abbandonata. Non
questo momento racconteremmo una
L’anniversario non deve essere però
possiamo rimanere solo spettatori e
storia meno lunga e meno virtuosa.
solo un momento di festeggiamento,
accusatori delle cose storte, ma con la
Questo pensiero e una vita associativa
deve essere anche un modo per riflet-
nostra storia e la forza dei numeri dob-
lunga 150 anni deve farci riflettere ogni
tere sui principi e le finalità dell’asso-
biamo divenire i corretti cartelli indica-
qual volta il campanilismo prende piede.
ciazione, per verificare se siano ancora
tori della meta.
Può essere che in un certo periodo una
validi o, eventualmente, per reinterpretarli nel contesto attuale.
L’altro aspetto che voglio prendere in
sezione, una sottosezione o un gruppo
considerazione è l’articolo 24 dello sta-
si sentano tanto forti da intraprende-
Partiamo dalla finalità indicata nel-
tuto: “Le sezioni sono
re il cammino da soli, ma
lo statuto: “Il C.A.I. ha per iscopo l’al-
costituite per volontà di
il concetto stesso di soli
pinismo in ogni sua manifestazione, la
un gruppo di soci che
è un cerchio destinato a
da venticinque anni è a disposizione per costruire insieme la tua esperienza di viaggio.
conoscenza e lo studio delle montagne,
intendono promuovere
chiudersi, una prospettiva
specialmente di quelle italiane, e la dife-
il coordinato consegui-
magari interessante per
sa del loro ambiente”.
mento delle finalità isti-
pochi anni, ma senza futuro.
Istanze certamente ancora valide, an-
tuzionali in una deter-
I nostri soci, in particolare
che se hanno bisogno di una decodifi-
minata zona di attività,
quelli che per anni hanno
Per noi il viaggio è una continua ricerca di luoghi unici dove la
cazione che le renda attuali. Innanzitutto
impiegando le risorse a
rinnovato l’adesione al CAI,
c’è da sottolineare l’attenzione al mon-
disposizione, con iniziative di interesse
hanno dimostrato di aver fatto proprio
do della montagna in tutti i suoi aspetti,
locale e generale, in ottemperanza degli
il desiderio di sentirsi parte di quella
con una visione a 360°diremmo oggi
impegni assunti con la loro adesione al
grande famiglia che ha nel simbolo del-
in sintonia con la pubblicazione ufficia-
Club alpino italiano. La costituzione di
la montagna l’insieme dei valori umani,
le del CAI. Il tema della conoscenza e
una sezione è deliberata dal comitato
culturali, di solidarietà, amplificati dalla
dello studio della montagna era avver-
direttivo regionale competente di cui al
forza di essere volontari.
tito come doveroso punto di partenza,
Titolo VII e approvata dal CC. Le sezioni
Se in momenti come questi, in cui
probabilmente una sentita esigenza di
sono dotate di proprio ordinamento che
le difficoltà economiche possono per
approfondimento verso tematiche che
ne assicura una conforme autonomia
ognuno di noi essere dietro l’angolo,
allora erano appannaggio di pochi eletti.
organizzativa, funzionale e patrimonia-
riusciamo a mantenere questa forza del
le.”
dare il nostro tempo e le nostre energie
Earth Cultura e Natura
storia dell’uomo e l’ambiente naturale siano sempre in primo piano, per vivere esperienze pure, inattese e ispiranti. Nel rispetto della terra e dei suoi popoli.
Partenze speciali Tour & Trekking Aprile
Giordania - Il Regno Hashemita
Maggio
Bolivia - Cordillera Real e Salar de Uyuni
Agosto
Tibet orientale - Kora del Monte Amnnye Machen
Ottobre
Nepal - Campo base del Makalu
Ancora oggi, purtroppo, questi temi
Visita il nostro sito
earthviaggi.it e seguici su:
culturali, pur essendo accessibili ai più,
Mi sorprende la lungimiranza dei soci
non hanno avuto la forza di arrivare al
fondatori nell’immaginare strutture pe-
risultato della difesa dell’ambiente alpino.
riferiche capaci sia di essere parte di
Troppe volte dobbiamo fare i conti con
una famiglia globale che di avere auto-
le speculazioni edilizie, con lo sfrutta-
nomia organizzativa. Unire queste due
mento di fiumi e torrenti, con le monta-
componenti, la forza di essere un ente
in modo gratuito, probabilmente
fe-
steggeremo ancora molti anniversari.
Editoriale
5
I SIGNORI DELLE TERRE DI MEZZO
La dura vita degli alpigiani, difensori del territorio di Sergio Poli appunto a metà fra il mondo abi-
della media montagna, dove an-
zione e gratitudine: quella degli
Sono un popolo in forte dimi-
chiaro richiamo a Tolkien,
tato dagli uomini – noi, le nostre
cora abitano e lavorano i mon-
alpigiani, gli allevatori che anco-
nuzione, minacciato da numerosi
Ed è in un’occasione precisa
alla saga del Signore degli
città, la pianura – ed il mondo in-
tanari, che da quell’ambiente au-
ra caricano gli alpeggi, fanno la
nemici che si possono generica-
dell’anno che questa vitalità si
Anelli e ai suoi mondi immaginari.
cantato delle vette, frequentato –
stero e difficile traggono il loro
transumanza verticale e tengono
mente riassumere nelle “tenta-
manifesta con particolare evi-
Nel nostro caso però, le Ter-
sporadicamente - da alpinisti ed
sostentamento.
viva la montagna, contribuendo
zioni della vita moderna”.
denza: la Festa dell’Alpe. E’ ap-
re di Mezzo esistono eccome: si tratta di quei territori che sono
escursionisti. Per farla breve, sono i territori
Una categoria in particolare di montanari merita la nostra atten-
non poco anche alla conservazione del nostro paesaggio.
Eppure, ancora resistono, e anzi mostrano una vitalità e una com-
battività veramente ammirevoli.
punto di una di queste che vogliamo parlare.
300 pecore.. e una manza
E
bbene sì, il titolo è un
Un momento in cui si rinsalda il
così è totalmente ignorato dalle
vinarsi per una malattia, un tem-
Il Regno degli alpigiani è ap-
legame con il territorio e il fon-
vacche, che continuano a brucare
porale. Chi al giorno d’oggi, nella
punto l’alpeggio, l’insieme dei
dovalle; si rivedono colleghi di
tranquille, solo infastidite dall’in-
nostra civiltà digitale e virtuale,
pascoli e delle strutture - casa,
altri alpeggi, si scambiano espe-
sistente abbaiare dell’inascoltato
è più disposto a questa vita di
casera dove si lavora il latte, ri-
rienze e si condivide il momento
cane. Per le vacche occorrono
sacrifici reali?
covero del bestiame - che costi-
magico – tempo permettendo -
cani più convincenti: ad esem-
tuiscono un’unica unità produtti-
dell’estate alpina.
pio i pastori bergamaschi, con il
Una battaglia di retroguardia
Il Regno, la Stagione, la Festa
E’ da una decina d’anni che
lungo pelo rasta , più robusti e...
Nelle nostre valli, il mestiere
del paesaggio. In alcune zone
questa bella tradizione è tornata
mordaci. Anzi, proprio per que-
dell’alpigiano sembrerebbe dun-
delle Alpi questo insieme viene
anche vicino a Lecco, nell’alpeg-
sto occorre che non esagerino,
que destinato a scomparire. Po-
anche chiamato malga , e gli alle-
gio regionale di Costa del Palio,
magari mordendo sul muso una
che decine di persone tengono
vatori sono detti malgari .
sopra Morterone. E’ nata dap-
manza e facendole male; devono
ancora in piedi gli ultimi alpeg-
solo far capire che potrebbero
gi, incalzati nel migliore dei casi
mordere e così le vacche obbe-
dalla tentazione di fermarsi nelle
discono.
stalle di fondovalle, ad alimen-
In Valsassina, per restare dal-
prima come semplice ma gradi-
le nostre parti, di alpeggi veri e
tissimo pranzo alpestre, si è poi
propri ne sopravvive poco più
arricchita di iniziative collaterali
di una decina: quelli ancora re-
come la passeggiata alla vicina
munerativi e non scomodissimi
vetta del Cucco (panorama me-
da raggiungere. Sono una razza
raviglioso sulle valli Taleggio e
forte gli alpigiani, ma non pro-
Imagna) o lungo il sentiero dei
prio dei martiri: in un alpeggio
Grandi Alberi. Infine, negli ulti-
ci deve essere almeno la stra-
mi anni, l’evento principale della
da, una casa decente, l’acqua e
giornata è diventato la gara dei
la luce, anche se in molti casi si
cani pastore, o meglio dei cani
accontentano dell’illuminazione a
da lavoro come più propriamen-
gas.
te si dovrebbero chiamare, vero
La Stagione: è quella meravi-
cuore e apice della festa. La gara
gliosa dell’estate di montagna,
nostrana, organizzata dall’Ersaf,
da metà giugno a metà settem-
si è così affiancata a quelle or-
bre, quando l’erba cresce rigo-
mai consolidate di Crocedomini
gliosa nelle praterie d’altitudine,
nel bresciano e dei Piani dell’A-
mettendo a disposizione - gra-
varo nella bergamasca.
I protagonisti
va e un elemento fondamentale
tis - un abbondante alimento per il bestiame. Risparmio per
Cavallo …
tente che spiegava al pubblico
qualche dirupo; riconduce a più
ciò che succedeva sul campo di
miti consigli le bestie recalci-
gara, ha potuto imparare diverse
tranti, che indugiano ancora in
cose sul difficile lavoro del mal-
zone dove non c’è più nulla da
garo – e del suo cane.
mangiare.
Primo, che il cane rappresenta
Secondo, che non tutti i cani
ancora un grandissimo aiuto per
sono adatti per tutti i tipi di be-
l’allevatore. Agli ordini del pa-
stiame. Ad esempio il border col-
drone, unisce e sposta gli animali
lie , simpatica razza bianco-nera
a seconda delle esigenze, per
usata anche in pubblicità per la
farli pascolare in una zona nuova,
sua eleganza, è un ottimo cane
o bere a fine giornata, evitando
da pecore, perché quando si ac-
al malgaro di dover radunare il
quatta accanto al gregge imitan-
bestiame sparso magari su una
do il lupo le bestie si mettono
vastissima zona; recupera l’ani-
in allarme e si spostano subito,
male che esce dal gruppo e che
appena il cane gira loro attorno.
rischia di perdersi o infilarsi in
Viceversa,
un
comportamento
Insomma, è una gustosissima battaglia
psicologica,
e
tare gli animali con il mangime,
veder
forzando al massimo le povere
lavorare bene questi cani è un
vacche a una superproduzione di
vero spettacolo.
latte che le porta in pochi anni all’esaurimento.
…e cavaliere
Eppure,
questa
grande
crisi
Dopo i cani, parliamo ora un po’
che tutti noi stiamo attraversan-
dei loro padroni. Gente abitua-
do, ci sta mandando dei segnali
ta alla fatica, a volte un po’ fol-
che dovremmo cogliere. C’è una
cloristica nel comportamento e
disoccupazione
nell’abbigliamento, ma orgogliosa
te, soprattutto giovanile; forse è
del proprio lavoro, e ovviamen-
venuto il momento di rivalutare
te del proprio cane. Verrebbe da
alcuni mestieri tradizionali, come
pensare a uomini duri e irsuti, e
l’allevatore appunto, mestiere che
così è nella maggior parte dei
offre
casi ma… sorpresa! Quest’anno la
territorio, il quale può così mi-
gara alla Costa del Palio l’ha vin-
gliorare e tornare a vivere.
impressionan-
un’opportunità
anche
al
ta una ragazza. Evidentemente
Che gli ultimi malgari siano
le donne hanno doti persuasive
forse come i famosi Trecento
maggiori, anche con gli animali.
delle Termopili, che hanno resi-
l’allevatore, che non deve usare
Come nei tornei medievali è
mangime o foraggio anche d’e-
inscindibile la coppia cavallo-
state; salute per gli animali, che
cavaliere, così in questa prova è
I malgari in Lombardia ormai
stito contro forze molto supe-
diventano sani e robusti; e salute
inscindibile la coppia cane-pa-
saranno un centinaio, coadiu-
riori, salvando così tutti gli altri?
anche per l’ambiente, che viene
drone. E’ però bene ricordare da
vati da altrettanti aiutanti per la
E i nostri in più hanno anche
presidiato, curato, valorizzato.
subito che è il cane a vincere la
maggior parte balcanici (mace-
E nel cuore della stagione, in
gara, anche se poi è il padrone
doni, kossovari, montenegrini…),
alcuni alpeggi è ancora tradizio-
che si porta via il premio, l’ago-
raramente dai propri figli. Così il
ne fare la Festa dell’Alpe.
gnato campanaccio.
mestiere rischia di perdersi, per
i cani.
il solito problema della vita dura, Chi ha avuto la fortuna di as-
senza sabato né domenica, con
sistere a questo evento, magari
grossi investimenti di capitale
aiutato da una persona compe-
Gli ordini
8
Sentieri e Parole
(gli animali) che magari può ro-
Sentieri e Parole
9
GIULIO BARTESAGHI
Ricordi sparsi di un eterno ragazzo
I
di Dino Piazza
l Giulio a Lecco è stato davvero qualcuno. Ragno fin da subito, per la sua attività alpinistica ha
ottenuto il titolo di accademico del CAI e anche di Istruttore Nazionale di Alpinismo: era uno che la montagna la conosceva bene. A un’assemblea del gruppo Ragni è stato votato il capo del soccorso alpino: il Giulio Bartesaghi. Lui era amico del dottor Cocchi che gli suggeriva come intervenire sugli infortunati. A quei tempi, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, la barella era una branda staccata da un letto a castello, difficile da portare e anche pericolosa, però tutte le volte che si faceva un soccorso si studiavano i materiali e venivano modificati. Con Giulio si faceva la scelta dei soccorritori e contattando una compagnia svizzera si veniva assicurati in caso di infortunio. Mi ricordo un soccorso fatto in Grigna a un ragazzo di Milano, che si era rotto una caviglia e non riusciva più a camminare. L’abbiamo messo nella barella e portato ai piani Resinelli che ormai era buio. Vista l’ora non c’era più nessun mezzo di trasporto, l’unico che aveva la macchina era Giulio che lo voleva portare a Lecco in ospedale, ma lui si è rifiutato, perché sceso dalla Grigna in barella si è spaventato e voleva andare a casa dalla sua mamma. Allora Giulio lo ha caricato in macchi-
10
na per accompagnarlo a casa. C’era la
Arrivo, faccio il secondo tiro, recupero
nebbia. Una volta arrivato nella casa di
il Giulio che va direttamente in cima.
ringhiera dove viveva, lo ha dovuto
In cima c’erano degli alpinisti che sta-
portare sulle spalle fino al quarto pia-
vano preparando la discesa, avevano
no. Era passata la mezzanotte, stanco
già buttato la corda, Giulio li ha fermati
e affannato Giulio si è sentito sgridare
dicendogli: “Noi siamo i Ragni lascia-
dalla madre perché pensava fosse sta-
teci passare”. Morale, mentre io sta-
to lui a fargli del male. Vista la situa-
vo arrivando in cima Giulio stava già
zione Giulio ha spiegato a questa si-
scendendo a corda doppia sulle loro
gnora: “Guardi che suo figlio si è fatto
corde. E così ho fatto anch’io. Nessuno
male in cima alla Grigna ed è stata la
credeva che avessimo salito il Sigaro
squadra del soccorso a portarlo sulle
in così breve tempo.
spalle fino ai Piani Resinelli, poi io l’ho
A quei giorni il nostro allenamento e
portato qua con la mia macchina … sa
la nostra preparazione erano di alto
signora abbiamo avuto anche delle
livello, perché in settimana, al mattino
spese”. A questo punto la donna si
presto, andavamo al Nibbio dalle 4 alle
è messa a piangere, dicendo che loro
7: si faceva 2 o 3 vie andando in cima
di soldi non ne avevano, che lavorava
e scendendo dal canale senza nem-
solo il ragazzo. Giulio vista la situa-
meno slegarsi. Non avevamo l’orolo-
zione si aspettava almeno una tazza
gio e portavamo una sveglia puntata
di caffè, ma la donna piangeva per i
sulle sette: quando suonava in qual-
soldi, il ragazzo per la caviglia. Giulio
siasi punto fossimo, giù con la doppia
ha salutato, ha sceso le scale e si è
perché bisognava andare a lavorare.
trovato di nuovo in mezzo alla neb-
Nel 1958 col Giulio e il Luigino Airoldi
bia con le strade buie ed è tornato a Lecco stanco e affamato. Così era il soccorso negli anni ‘50. La prima volta che ho partecipato come istruttore alla scuola di roccia del Gruppo Ragni ero in coppia con Giulio. Siamo saliti con gli allievi a scalare la via normale dei Magnaghi. Tornando dal sentiero vediamo il Sigaro. Ci siamo guardati e in un attimo abbiamo deciso di andare ad arrampicarlo. Abbiamo lasciato i sei allievi in un posto sicuro e siamo partiti. Avevamo una corda e quattro
Sentieri e Parole
moschettoni. Giulio parte, fa il primo tiro che è di 35 metri e mi recupera.
siamo andati in Francia per parteci-
gridavo: “Non ce la faccio più a te-
mettendo sul fondo gli sci al posto
pare a un rally di sci alpinismo. Gli era
nere”. Anche il Giulio si è messo a
del materasso, dopo la cena ci siamo
appena nato il figlio Matteo e Giulio
gridare la stessa cosa. Il Luigino lega-
sdraiati a dormire. Il Giulio per aiuta-
doveva partecipare al battesimo. Ma
to sulla barella è diventato pallido e se
re il sonno ci ha dato delle pastiglie
così avremmo perso il treno che ci
la vedeva davvero brutta. Io sentivo
che aveva avuto dal dottor Cocchi. Al
avrebbe portato in Val-d’Isère. Que-
crampi in tutto il corpo non ne potevo
mattino ci siamo svegliati che ormai
sto era un rally internazionale che
più e continuavo a scendere. Il ghiac-
erano partiti tutti e li vedevamo lonta-
durava tre giorni, bisognava costruire
cio era così duro che malgrado aves-
ni là in fondo al ghiacciaio, il sonnifero
l’igloo per dormirci e fare ogni gior-
si montato i coltelli ”bilgheri” sotto la
aveva fatto il suo effetto!
no circa 3000 metri di dislivello con
barella, non riuscivamo proprio a fer-
Ci siamo preparati in gran fretta, ab-
gli sci. C’era con noi anche Giacomino
marci: eravamo disperati, ormai vede-
biamo saltato la colazione e anche il
Carozzi che di mestiere faceva il bar-
vo la tragedia. Lì in giro non c’era una
taglio della barba. Sotto le pelli ave-
biere: tutte le mattine prima di partire
pianta per attaccarci. Il Giulio conti-
vo messo della sciolina visto il primo
per la gara ci faceva la barba. Il gior-
nuava a gridare di non mollare. In quel
tratto pianeggiante. E così, sfruttando
no prima della gara, volevamo prova-
momento la barella si è appoggiata su
la scivolata, siamo arrivati sulla pri-
re la barella che avevo costruito nella
un tovagliolo di neve ventata e si è
ma cima assieme alle ultime squadre.
mia officina. Prendiamo la funivia e in
fermata: è stata la fine di un incubo.
Poi nella discesa abbiamo recuperato
un attimo arriviamo a 3.100 metri di
Abbiamo slegato il Luigino, smontato
ancora. Dopo una salita di circa due
quota, montiamo la barella, ci leghia-
la barella, lavoro fatto con molta at-
ore fermano tutte le squadre, si monta
mo, carichiamo Luigino e partiamo.
tenzione per evitare di lasciare sci-
la barella. Incomincia la gara di sla-
La neve è bella, facciamo delle curve,
volare via qualche pezzo che sarebbe
lom con la barella sugli sci che crea la
dopo circa 400 metri di dislivello la
finito in un canale con tanto di salto
classifica. Noi dobbiamo partire con il
neve si trasforma, è diventata ghiac-
finale dove sarebbe finita la barella con
numero 15 perché siamo arrivati alla
cio. In quelle condizioni non riusciva-
il Luigino dentro se l’avessimo mollata.
partenza al 15° posto e le squadre
mo più a frenare. Il Giulio che era da-
Tornati in albergo ci siamo scolati una
sono 35. Parte la pattuglia numero 10,
vanti con i bastoncini in mano tentava
bottiglia di vino, anche se nei nostri
noi osserviamo con attenzione la loro
di girare verso l’alto, ma il peso della
piani avevamo deciso di bere solo lat-
discesa perché sono tre guide e ma-
barella ci trascinava in basso, io che
te prima della gara.
estri di sci di Chamonix, che scendono senza commettere errori. Bravi, ma a
ero dietro con le due corde in mano Il giorno dopo incomincia la gara. Si
noi appaiono lenti. Avevamo notato
parte che è ancora buio. Dopo sei
che sotto gli sci della barella avevano
ore su di un bellissimo percorso di sci
messo le “bilgheri”. Poche parole con
alpinismo con tempo e neve ottimi,
Giulio e decidiamo di partire senza
siamo arrivati a una strozzatura dove
“bilgheri”, perché tanto la barella è sta-
bisognava togliere gli sci e fare una
ta costruita in modo che gli sci non
corda doppia. Lì, ferma sul punto di
appoggino di piatto, ma con lo spigolo
partenza per la discesa, c’era una bel-
interno e quindi conservi una certa
lissima ragazza che aspettava i Ragni
stabilità anche senza l’attrito dei col-
per scendere con loro: il Giulio mi ha
telli. Tocca a noi, ci mettiamo sulla linea
dato i suoi sci, si è preso sulle spalle la
di partenza. Giulio controlla benissi-
ragazza ed è sceso in doppia. Poi ab-
mo l’emozione, Luigino con la testa a
biamo saputo che era una giornalista francese. Dopo una breve discesa con gli sci siamo arrivati al rifugio Carro, dove finiva la tappa. Costruito l’igloo,
Sentieri e Parole
11
nometrista scandisce
va: “Ehi venite a slegarmi” e ci siamo
i secondi e poi dice:
precipitati dai cronometristi i quali ci
“Via”. Dopo la prima
hanno comunicato che eravamo primi
curva notiamo che la
con 15 secondi di vantaggio sui tre di
barella è veloce, al-
Chamonix. Finita la gara smontiamo le
lora il Giulio, da otti-
barelle e in fila indiana si ritorna al ri-
mo sciatore, anticipa
fugio. Sul percorso ci sono dei militari
le porte. Arriviamo a
che fanno il controllo materiali. A noi
un punto che biso-
manca la carta geografica e ci danno
gna risalire un dosso
20 punti di penalità. Arrivati al rifugio
e lì sopra passare una
portiamo il nostro materiale nell’igloo
di Rancio si infittisce, poco a poco, il
porta. Noi sapevamo
dove dormiremo anche stanotte e
numero delle vecchie glorie.
di questo problema,
attaccata al muro di ghiaccio trovia-
Tanti capelli argentati e maglio-
avendo osservato le
mo una busta di plastica con dentro
ni rossi. Un’aria di festa composta e
altre
Così
la carta geografica: con la premura di
partecipata.
prima di arrivare in
partire stamattina l’abbiamo dimenti-
quel
cata.
ti” per una cerimonia semplice che
mo lasciato correre
Ultimo giorno di gara. La giornata è
viene da una bella idea del Terenzio
gli sci, superando la
bellissima e anche la neve. Stiamo in
Castelli: lì dove il nuovo si inseri-
barella. Con le corde
giro in queste valli innevate per delle
che tenevo le ho dato
ore, poi per un canale si scende al pa-
un colpo, riuscendo a
ese di Val-d’Isère . Prima di mezzo-
superare questa leg-
giorno ci riuniamo per la premiazione:
gera salita di slancio.
noi siamo puliti e sbarbati con i nostri
Ritorna la pendenza,
maglioni rossi. I vincitori ricevono una
passiamo in una por-
coppa che sembra un porta ombrel-
ta. Poi dobbiamo fare
li e in più un cartone di bottiglie. A
un piccolo traverso, la
noi che risultiamo secondi per col-
pista è piena di buche
pa della cartina, danno una coppa che
causate dai concor-
era appena più grande di un bicchiere.
renti che ci hanno
Ai terzi (austriaci) coppa e bottiglie.
preceduto, la barella
Ci sentiamo un po’ maltrattati Ma la
sta per rovesciarsi e
nostra soddisfazione è di aver vinto la
sarebbe la fine di tut-
gara della barella e, soprattutto, quella
to. Il Giulio sta attento
splendida giornalista che aspettava i
alla linea, sta passan-
Ragni per scendere con loro in doppia.
do la porta ma non
Potrei andare avanti per chissà quanto
può vedere che la barella si sta rove-
tempo a ricordare il Giulio, la sua vita
sciando, io spigolo con gli sci andando
piena di avventure. Di quando dirigeva
a monte e tirando la corda a valle: la
la scuola di roccia dei Ragni, del suo
barella si raddrizza. Superata l’ulti-
comportamento da uomo senza pau-
ma porta siamo entrati nel traguardo
ra, coraggioso, onesto. Un vero amico
in piena velocità. Abbiamo lasciato la
che non finirò mai di ringraziare per i
memoria del Gruppo e la quota più
barella che è andata avanti per conto
moltissimi bei momenti passati insie-
elevata a Brogno, fa da cerimoniere
suo con dentro Luigino che grida-
me.
Nella pagina precedente: Giulio Bartesaghi In questa pagina: G. Bartesaghi, a destra, ai piedi della NE del Badile con Arnaldo Tizzoni.; G. Bartesaghi, a destra, con Arnaldo Tizzoni
monte dice: “Sono nelle vostre mani… “ e dopo l’esperienza di ieri sono parole che hanno un loro senso particolare che non ci sfugge di certo … Io sono dietro con le corde in mano. Il cro-
12
Sentieri e Parole
squadre. punto
abbia-
I RAGNI DI RANCIO
… e in un’aiuola un sasso della Grigna eretto a monumento di Alberto Benini
U
n bel sabato di sole, senza troppa gente in giro. Davanti al complesso che ha
preso il posto delle vecchie scuole
Siamo “tutti non a caso qui riuni-
sce nel tessuto della vecchia Rancio, a due passi da casa del Duilio, un pezzo di Grigna piantato in una aiuola, vuol marcare il legame profondissimo e inscindibile fra i Ragni e Rancio. O fra Rancio e i Ragni: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Don Giuseppe Locatelli (che è nativo di Acquate, un’altra patria dei Ragni) richiama all’ordine e benedice la pietra che da quel momento diventa il monumento. Parla il Dino Piazza e dice poche cose essenziali: ricorda che essere nati montanari dentro una città è una cosa strana, una cosa che ti segna. Potrebbe andare avanti per ore e nominarli tutti quelli che sono lì e quelli che guardano la cerimonia dall’alto dei cieli (se c’è) in posti numerati: il Luigi Castagna, il Bigio, il Duilio, il Nisa, il Casimiro. Il Giovanni Ratti che presidia la
e scopre il monumento. Fra una fo-
tografia di gruppo e una battuta, ogni tanto uno sguardo
scap-
pa verso la cima della
Medale
o su per il San Martino,
verso
la cappelletta, il crocione, i cento sentieri, i mille ricordi. Se sono così tanti per me chissà cosa sono per ciascuno di questi
uomini:
ci sono venuti grandi su questo pezzo di montagna che non sai bene dove cominci e dove finisca. Anche per questo il sasso della Grigna ha un suo senso. La Grigna come ultimo spalto (invisibile da qui) del San Martino. La Grigna come
Sopra: Giovanni Ratti scopre la lapide.Sullo sfondo da sinistra don Locatelli, Guerino Cariboni, Terenzio Castelli. Sotto: attorno alla lapide, da sinistra G. Carcianiga, G. Spreafico, G. Cariboni, D. Piazza, G. Ratti, G. Castelnuovo.
punto di incontro fra tutti quelli che salivano dalla
mo a girare in tondo a far due parole
pianura. La Grigna come trampolino
con questo e con quello. Nel gran
per spiccare il volo verso le grandi
piacere di ritrovarsi e di progettare e
montagne.
ricordare insieme. Anche per questo
È strano come una cerimonia
sono nati i Ragni.
semplice e volutamente priva di retorica possa avere una sua bellezza che ti resta dentro. Forse non sono l’unico a pensarla così se continuia-
Sentieri e Parole
13
anche ai giorni nostri, e la traversa-
Achille Ratti come vice-prefetto del-
ta a Zermatt per il Colle Zumstein. Si
la Biblioteca Vaticana. A conferma del
Il Cervino “in giornata” e
trattava della prima traversata italia-
suo amore per la montagna l’anno
la traversata del Rosa
na del Colle Zumstein, in preceden-
successivo, tornato a Desio per una
Nel 1889 il Cervino “in giornata”,
za compiuta solo da famosi alpinisti
breve vacanza, per ritemprarsi lo spi-
limpide aveva visto fin da ragazzo
con partenza da Zermatt alle due
inglesi, e della prima discesa asso-
rito il futuro papa trascorse quattro
Poi un colpo di fortuna: sfoglian-
dalla sua natia Desio. In particolare
antimeridiane e arrivo in vetta alle
luta dalla vetta della Dufour al Colle
giorni sul Grignone presso il Rifugio
do un catalogo di una libreria alpina
sono ricordate le Grigne e il Legnone.
16,30. In discesa poi la neve ghiac-
Zumstein.
Brioschi, allora Rifugio “Grigna Vetta”.
antiquaria mi capitò sotto gli occhi
Ma passò ben presto alle Alpi sa-
ciata e l’avvicinarsi del buio consi-
Venne compiuta in tre giorni con
Poi gli “impegni” gli impedirono
questo titolo: Scritti alpinistici del sa-
lendo, negli anni in cui rimase a Mi-
gliarono di fermarsi a passare la not-
due pernottamenti: il primo su una
altre divagazioni alpinistiche: venne
cerdote dott. Achille Ratti (ora S. S.
lano, diversi quattromila, alcune cime
te poco sotto la Spalla. E un bivacco
stretta cengia della parete Est del
nominato Prefetto della Biblioteca
Papa Pio XI). Ordinai quel libro e con
minori per quei tempi decisamente
in parete con l’abbigliamento di quei
Rosa, dove poterono solo stare se-
Vaticana e nel 1918 Benedetto XV,
mia grande sorpresa vi trovai le rela-
difficili e compiendo numerose tra-
tempi è sicuramente indice di un fi-
duti e sempre svegli, battendo conti-
succeduto a Pio X, lo inviò in Polonia
zioni di salite alpinistiche di notevole
versate di tutto rispetto.
sico molto resistente. Ma, come ve-
nuamente i piedi per evitarne il con-
e Lituania, dapprima come visitatore
dremo, fece anche “soste” notturne
gelamento; il secondo poco sotto la
apostolico e poi come nunzio.
ben più impegnative.
cima della Dufour, ancora solo seduti
Nel 1921 ritornò a Milano come
Nel 1890 il Monte Bianco, salito
anche se un po’ più comodi. Con loro
Arcivescovo della Diocesi Ambrosia-
per il Rocher con fortunato pernot-
la guida di Macugnaga Alessio Pro-
na, ma ebbe solo il tempo di guarda-
ment.
re le amate montagne, perché pochi
LE CIME DEL PAPA
Le imprese di Pio XI, il pontefice alpinista di Annibale Rota
N
ei primi anni settanta, leggendo un libro sulla storia dell’alpinismo, trovai la no-
tizia che San Bernardo da Mentone era stato dichiarato “patrono degli alpinisti” da Papa Pio XI con una sua lettera apostolica, naturalmente scritta in latino e datata 20 agosto 1923, dove a un certo punto si diceva: “… vogliamo stabilire San Bernardo da Mentone qual Patrono celeste non pure agli abitanti e ai viaggiatori delle Alpi, ma anche a coloro che si esercitano a salirne i gioghi.” Segue poi una descrizione precisa e dettagliata dell’alpinismo e un elogio dei benefici che derivano “alla sanità dell’anima e del corpo” di coloro che lo praticano. Rimasi abbastanza sorpreso del fatto che un Papa avesse deciso di proclamare un santo “patrono degli alpinisti” e, incuriosito, feci altre ricerche, senza però trovare una risposta. A quei tempi non esisteva la comodità di internet e si doveva ricorrere a libri o a enciclopedie, sulle quali però avevo trovato solo notizie relative al pontificato di Pio XI: le numerose e importanti encicliche, il Concordato con lo stato italiano, l’inaugurazione della stazione Radio Vaticana e i difficili rapporti con i dittatori europei. Niente che lo collegasse alla sua profonda conoscenza
14
Sentieri e Parole
dell’alpinismo.
Ricordo il Monte Bianco, il Cervi-
rilevanza.
no, il Monte Rosa, il Gran Paradiso, il Le Grigne e i “quattromila” Ordinato sacerdote nel 1879, dopo
Monviso, il Piccolo Cervino, la Cima Jazzi, la Marmolada e la Presolana.
esperta della zona dell’ascensione.
un periodo di permanenza a Roma,
Tra le molte traversate ricordo solo
tamento al coperto nel Rifugio-Os-
dove si laureò in teologia, in dirit-
quella sui ghiacciai del Monte Bian-
servatorio Vallot, in fase di costru-
Di questa “traversata” l’allora sacer-
mesi dopo, il 6 febbraio 1922, venne
to canonico e in filosofia, nel 1882
co, da Courmayeur a Chamonix per
zione quasi ultimata. Poi la prima
dote Achille Ratti redasse una precisa,
eletto al soglio pontificio e iniziò il
Achille Ratti venne trasferito a Milano
le Aiguilles Grises, il Col de la Seigne,
discesa assoluta a Courmayeur per
dettagliata e storicamente documen-
pontificato con un gesto coraggio-
dove rimase fino al 1912, dapprima
il Col des Fours, il Col du Bonhomme,
il ramo occidentale del ghiacciaio
tata relazione, pubblicata sul Bolletti-
so: impartì la benedizione urbi et orbi
come insegnante presso il Seminario
il Col de Tuf, il Col de Voza, il Col de la
del Dome, via che venne successi-
no annuale del Club Alpino Italiano,
dalla loggia esterna di San Pietro che
e poi come Prefetto della Biblioteca
Balme e il Col de la Forclaz, una clas-
vamente chiamata “Ratti-Grasselli”
che aveva già dato risalto all’impresa
era rimasta chiusa dal 1870, anno
Ambrosiana.
sica decisamente impegnativa anche
(Grasselli era un altro sacerdote pure
sulla Rivista mensile. Più che di una
dell’annessione di Roma al Regno
ai giorni nostri.
valente alpinista e spesso compagno
relazione si tratta di un avvincente
d’Italia.
del futuro Papa).
racconto, che porta il lettore a rivi-
Le relazioni scritte dall’allora sacer-
Torniamo al 1889 per l’impresa si-
vere le fasi più difficili dell’ascensione
dote Achille Ratti vennero raccolte
curamente più difficile: la salita da
e ad entusiasmarsi con l’autore per i
nel volume citato all’inizio, pubblicato
Durante questo periodo, innamorato com’era della montagna, dedicò
E non mancano autentiche “impre-
tutto il suo tempo libero all’alpini-
se”, sempre accompagnato da due
smo, realizzando anche ascensioni di
guide valdostane.
grande difficoltà, specie se si consi-
La sua guida di fiducia fu Giuseppe
Macugnaga alla Punta Dufour, la più
grandiosi spettacoli naturali, offerti a
dalla Sezione di Milano del C.A.I. nel
derano gli anni in cui furono compiu-
Gadin di Courmayeur, che poi si av-
alta del gruppo, per la parete Est del
ogni ora dall’alta montagna e che si-
1923, in occasione del cinquantena-
te. Era il periodo ancora quasi eroico
valeva dell’assistenza di un’altra guida
Monte Rosa, estremamente difficile
curamente avvicinano a Dio: “In certi
rio della Sezione, di cui il Papa era
dell’alpinismo, nel quale la
magnifici
pratica dell’alta montagna
tri di montagna,
era ritenuta difficile e
in certi immensi
pericolosa, se non addi-
anfiteatri lanciati
rittura temeraria.
nello spazio dalla
tea-
Stando a quanto do-
mano di Dio, ab-
cumentato, don Achille
biamo sentito la
aveva iniziato a salire le
Sua
montagne già da se-
e la Sua onnipo-
minarista,
tenza …”.
compiendo
ascensioni sulle monta-
Alla
grandezza
fine
del
gne del lecchese, mon-
1912 Papa Pio X
tagne che nelle giornate
chiamò a Roma
stato socio.
Foto di sinistra: foglietto ricordo con un francobollo recante l’effigie di Pio XI emesso alla morte del Papa Foto di destra: Capanna Grigna-Vetta, oggi Rifugio Brioschi, su una cartolina dei primi anni del ‘900
Sentieri e Parole
15
Roberto Osio
di Barbara Garavaglia
L
o chiamavano “avvocato” i malgari, perché tale lo consideravano, ovvero una persona
che stava dalla loro parte, che poteva difendere i loro interessi, sostenere lo sviluppo della loro plurisecolare attività, che sapeva come interloquire con le istituzioni e come leggere tra le righe delle leggi, pur sporcandosi – per scelta - le mani con la terra. I compagni di cordata lo consideravano un buon alpinista, un uomo inamovibile nelle proprie convinzioni, capace di vedere lontano non rinnegando il passato, e ne stimavano le capacità, l’equilibrio e l’onestà. Roberto Osio – nato nel 1929 e morto nel 2002 - è stato un personaggio importante nel panorama alpinistico lecchese e nazionale, non solamente per il palmarès delle ascensioni
compiute, ma per aver amato, rispettato e conosciuto la montagna sotto diversi aspetti, tra loro inscindibilmente collegati: la roccia, la vita concreta che vi si svolge, e la difesa dell’ambiente. La familiarità con la montagna in Roberto Osio sorse naturale. La madre del futuro presidente dei Ragni di Lecco – Antonietta Nogara – aveva avuto modo di frequentare un’importante guida alpina quale fu Christian Klucker. […] La famiglia di Antonietta era originaria di Bellano […]. Anche Roberto era nato a Bellano il 16 ottobre del 1929 e, pur crescendo a Milano, rimase lega-
16
Sentieri e Parole
carica sino al 1990.
[…] Affiancano il nome di Osio nella sali-
«Con Osio c’erano molte discussioni
ta di importanti vie, i più grandi alpinisti
a
di quel periodo: Giovanni Ratti, Lino
la sua idea di fondo
livello
alpinistico;
to al paese natale e successivamente
frequenta, ricordandoci sempre che la
Lacedelli, Emilio Ratti, Erich Abram, Jack
era che l’Accademi-
soprattutto a Colico, dove la mamma
natura è un bene che ci è stato affidato
Canali, Carlo Mauri, Dino Piazza, Luigino
co rimanesse aperto,
aveva acquistato, a partire dal 1934,
dalla Creazione e ne saremo respon-
Airoldi.
così come all’origine,
un’ampia proprietà. E là, alle falde del
sabili verso le generazioni future» (R.
Per Osio l’amicizia era un ingredien-
ai soli dilettanti. Nei
Legnone, nacque la passione per le
Osio, Guardare avanti, in “Club Alpino
te fondamentale della delicata alchimia
secoli precedenti e
ascensioni.
Italiano – Il Bollettino n. 91. Club Al-
che rende l’alpinismo, e più in generale
nel dopoguerra era-
pino Accademico Italiano – Annuario”,
l’esistenza, attraente. E tra gli amici, egli
no tutti dilettanti. Noi,
1990, pag. 6).
rammentava sempre con molto affetto
affermava
Carlo Mauri. […]
andiamo a lavorare e
L’iniziazione all’arrampicata per Osio si coniugò col ricordo di un personag-
Roberto,
gio fondamentale dell’alpinismo, falcia-
La montagna evocata dai racconti di
to con una raffica di mitra all’indomani
Vittorio Ratti, diventò la meta del gio-
Per i Ragni di Lecco si occupò dell’i-
facciamo attività al-
della Liberazione: il lecchese Vittorio
vane Osio che volle “tradurre in realtà
struzione dei più giovani. Tra gli episo-
pinistica solamente il
Ratti. Giovane e già affermato alpinista,
le fantasie della giovinezza”. Iniziò a
di che sono rimasti impressi nella me-
sabato e la domenica,
Vittorio Ratti fu uno degli alpini che il
scalare con Riccardo Cassin, poi conti-
moria di coloro che lo conoscevano ce
mentre una guida al-
padre di Roberto, Umberto, avvocato
nuò con i coetanei. Una foto lo ritrae al
n’è uno particolare e noto, che indica
pina si può permettere
milanese, ufficiale, ebbe come sotto-
campeggio organizzato dai Ragni della
quale fosse il carattere di Osio e la sua
di salire in montagna
posti quando fu chiamato a formare
Grignetta ai Piani Resinelli, nell’estate
idea di alpinismo. Lo ricorda Piazza:
ogni volta che vuo-
a Lecco il Battaglione Valle Intelvi, nel
del 1948: è in posa con alcuni dei pro-
«Era il 1958 e il campeggio estivo dei
le. Si deve marcare
1939. […]
tagonisti di quella stagione, quali Gio-
Ragni era alle Cime di Lavaredo. Noi
una differenza tra una
Sin dall’infanzia, quindi, prese con-
vanni Ratti, Silvio Fezzi, Arnaldo Tizzo-
arrivammo e piantammo però la tenda
persona che lavora,
sistenza una passione, che manterrà
ni. E dei Ragni Osio entrerà a far parte,
in riva al lago di Misurina, anche per
che utilizza il dena-
costantemente negli anni una conno-
diventandone presidente, dopo Vasco
essere vicini al paese e magari trovare
ro della sua famiglia,
tazione particolare: la dedizione alla
Cocchi, nel 1957. Scrisse: “[…] soprat-
un po’ di divertimento. Verso sera, in
che “ruba” tempo alla
montagna sotto le diverse sfaccettatu-
tutto io devo ringraziare il Gruppo Ra-
sella al suo Galletto, arrivò Osio che si
propria famiglia per
re. Per Osio l’ambiente alpino non fu un
gni e i suoi componenti che col loro
arrabbiò moltissimo e ci fece togliere la
arrampicare e colo-
terreno di conquista, una palestra per
aiuto ed il loro insegnamento mi hanno
tenda…». […]
ro che lo fanno per
mettere in evidenza le proprie capacità
permesso di trovare nell’alpinismo tan-
e per cercare di superare i propri limiti.
te gioie che mi erano sconosciute”.
Uomo sobrio, determinato, ascolta-
professione. E que-
to nonostante una certa asperità del
sto è stato un punto
Dall’alto: Roberto Osio, in primo piano a destra, in vetta al Pizzo Badile, al centro Cesare Giudici; Roberto Osio, a destra, con Giovanni Ratti; Roberto Osio, a sinistra, al rientro dalla Walker.
MONTAGNA SENZA COMPROMESSI
di passioni: l’agricoltura e l’allevamento.
Egli amò la montagna, come ambito nel
Le ascensioni compiute erano di
carattere, Osio connotò sempre più la
importante.
quale scoprire e conservare la bellezza,
tutto rispetto, come la via Oppio sulla
propria azione e i propri interventi per
parlava, si capiva che
l’impegno, la serietà insite nello scorre-
parete nord della Sfinge, salita nel luglio
propugnare una filosofia di approccio
le sue parole sortiva-
re dell’esistenza. In questa formazione
del 1958 con l’amico Dino Piazza. […]
alla montagna che tenesse conto dei
no da una vita di al-
Egli frequentò assiduamente il grup-
vari aspetti che possono mantenere
pinista, di montagna»
po del Masino-Bregaglia, diventando
vivo quell’ambiente che egli amava e
(ricordo di Tino Alba-
Uomo rigoroso, profondo e autore-
uno dei più forti alpinisti lombardi degli
che aveva, attraverso variegate espe-
ni). […]
vole, descrisse così il rapporto uomo-
anni Cinquanta e Sessanta. Tra il 1952
rienze umane e grazie all’attività di
Il presidente gene-
montagna, uomo-ambiente: «Impe-
e il ’59 salì per ben cinque volte la via
scalatore, imparato a conoscere. Ne
rale del Caai percepiva
dire la banalizzazione della natura e
Cassin sul Badile. Similmente alla mag-
derivò un impegno personale in am-
come
quindi della montagna attraverso un
gior parte degli scalatori del tempo,
bito amministrativo, professionale e
porre al centro l’uo-
modello di sviluppo che sfrutta il bene
Roberto era un alpinista “della dome-
associativo.
mo. Osio guardava
ambiente svendendolo per un effimero
nica”. “Rubava” tempo per chiodi, corde
Roberto Osio fu chiamato alla pre-
benessere economico, vuol dire impe-
e piccozze, alle occupazioni – lavorò
sidenza del Club alpino accademico
i fremiti, ma non intendeva cedere e
dire la banalizzazione dell’uomo che la
per diverse aziende – e alle sue gran-
italiano (Caai) nel 1978 e mantenne la
lasciare che l’idea di alpinismo si avvi-
un ruolo importante ebbe anche la frequentazione degli scout. […]
Quando
fondamentale
ai giovani, ne intuiva
Sentieri e Parole
17
cinasse sempre più all’idea di uno sport
presenza italiana in Himalaya e, con-
come accadeva all’interno degli am-
sfogo, un “parco di divertimento” per il
no le bestie sotto il
teso alla ricerca del divertimento op-
seguentemente, sulla necessità che nel
bienti alpinistici, i suoi interventi, anche
resto del Paese. Mio padre sosteneva
rifugio
pure dell’affermazione di sé. […]
nostro Paese si osasse qualche cosa di
se a volte controcorrente e in contra-
che l’agricoltura dovesse essere abbi-
Tutti lo chiamava-
L’alpinista che aveva salito importanti
più, andando oltre i ristretti confini na-
sto con quelli di altri, erano ascoltati
nata al turismo, per far sì che la gente
no avvocato, perché
montagne, che apprezzava le vie ele-
zionali, recuperando lo spirito che ave-
e apprezzati. Molte sue idee, all’inizio
stesse in montagna per viverci, tutto
sapeva
ganti tracciate con l’utilizzo del mate-
va portato gli italiani ad alti livelli con le
disattese e incomprese, col trascorrere
l’anno» (testimonianza di Alessandro
loro problemi. Tor-
riale strettamente necessario, che vo-
spedizioni sul K2. Al di là delle imprese
degli anni si sono rivelate opportune e
Osio). […]
nammo dal sentiero
leva rispettate e preservate le vie dei
di Reinhold Messner e di Renato Ca-
vincenti. Giovanni Fazzini, premanese,
Non era però un sognatore, Osio;
degli Stradini. Lungo
vecchi dal “progresso”, comprendeva
sarotto, Osio non riusciva a individuare
per anni alla presidenza della Comunità
non accarezzava un ritratto idilliaco
il tragitto mi fermai a
che ogni scalatore, ogni persona che
qualcuno che abbracciasse una pro-
Montana Valsassina, Valvarrone e val
della montagna, dell’agricoltura, dell’al-
fare qualche foto, ma
si affaccia al mondo della montagna,
spettiva più ampia, ma solamente “una
d’Esino, rammenta: «Grazie a Roberto,
levamento. Erano aspetti che egli co-
appoggiai la mac-
ha una responsabilità nei confronti di
serie di spedizioni minori”. […]
a Colico, per il passaggio della Super-
nosceva
direttamente
china su un sasso,
Roberto Osio non pensava a un al-
strada 36 fu scelto il male minore. Egli
operando nei diversi campi. Le mon-
dimenticandomela…
Nell’editoriale del secondo numero
pinismo che, per stare “a passo con i
“disubbidì” alle linee del partito, in nome
tagne le aveva amate scalandole, e
Me la riconsegnaro-
del “Bollettino”, Osio definì che cosa
tempi”, aggredisse la montagna, la sua
della salvaguardia del territorio. Era al
continuava ad amarle vivendole come
no un anno dopo. Era
significasse essere un Accademico, e
cultura e le sue tradizioni. Il suo ideale
di sopra della politica…». […]
agricoltore e come allevatore. Nella
rimasta là, sotto la
le sue parole vibrano di idealità: «Es-
di alpinismo non era certamente quello
zona dei Montecchi, a Colico, in prima
neve, poi sotto il sole,
sere Accademico non è solo essere
della conquista, ma del rispetto. Il nome
persona Roberto si occupò degli ani-
finché qualcuno la
alpinista completo ad alto livello, ma
di Osio, infatti, è legato a un movimen-
Anzitutto, come del resto aveva ri-
mali. Accudiva le sue mucche, affian-
ritrovò e, sviluppan-
è anche comportamento, disinteresse
to internazionale ambientalista, qual è
badito negli scritti per l’Accademico,
cando quest’attività ad altre occupa-
do il rullino, mi rico-
e disponibilità. È essere quello che il
Mountain Wilderness, “montagna sel-
l’idea di fondo era quella che la mon-
zioni e all’arrampicata.[…]
nobbe nelle immagini
contatto con le grandi montagne e la
vaggia”. […]
tagna, per vivere, ha bisogno di essere
Non erano chiacchiere le azioni pre-
e me la riconsegnò.
Qual era il filo rosso che collegava gli interventi dell’alpinista?
risolvere
i
natura intatta ci ha dato e che forse
Non erano solamente parole, pro-
preservata e di mantenere le attività
se in accordo con i sindaci per salva-
Sono le ultime foto
senza accorgersi portiamo in tutte le
positi, ideali slegati dalla quotidianità,
produttive, nel rispetto delle tradizio-
re le vecchie casere e le teleferiche;
che
nostre azioni».
quelli che Roberto Osio pronuncia-
ni, pur aprendosi alle innovazioni. Ben
non era solamente un buon proposito
mio amico. Ma ormai,
Osio non ha mai “venduto” la propria
va e difendeva. Infatti, egli condusse
accetti, perciò, nella filosofia di Osio,
quello di promuovere un’attività che
Roberto non c’era
immagine di alpinista per un guadagno
battaglie anche in seno a organi poli-
la meccanizzazione, il turismo, senza
contemplasse la tutela degli alpeggi, la
più…».
personale, anche solamente in termini
tici e istituzionali. Partendo dalla con-
però violentare l’ambiente che egli sa-
ricerca del benessere delle bestie, il pa-
Il
di “fama”; non era quel genere di sod-
cretezza, ovvero dalla sua esperienza
peva di dover conservare e trasmet-
scolo durante tutto l’anno, il ritorno agli
del 4 febbraio del
disfazioni che egli cercava aderendo
alpinistica di alto livello e dall’impegno
tere alle generazioni future. Creare
animali rustici. Tutto questo Rober-
2002, l’ex presidente
alla roccia e guadagnando cime di tut-
diretto nel campo dell’allevamento e
reddito, occupazione, sarebbero state
to Osio lo affermava, perché in prima
del Caai e dei Ra-
to rispetto. Il suo andare in montagna
dell’agricoltura sulle terre alte.
le corrette premesse per lo sviluppo
persona lo attuava, nella sua azienda di
gni, l’amministratore
possiedo
del
pomeriggio
Dall’alto : Roberto Osio, a sinistra, con Dino Piazza; Roberto Osio sulla NO del Cengalo.
quell’ambito. […]
direttamente,
“Cazzaniga”.
assumeva una connotazione spirituale,
Roberto Osio – che militava nel-
turistico del territorio. […] L’ammini-
Colico, nella partecipazione alla coope-
pubblico, l’agricoltore
era una filosofia di vita e un continuo
la Democrazia Cristiana, anteponendo
stratore Osio, quindi, desiderava che
rativa dei Piani di Bobbio dove portava,
appassionato e di-
sprone ad affrontare l’esistenza con
sempre agli interessi di partito le istan-
risorse fossero messe in campo per il
in estate, le proprie mucche in alpeggio.
sinteressato,
virtù e coerenza, difendendo in prima
ze degli abitanti del territorio e la difesa
miglioramento zootecnico, l’istruzione
[…]
va infatti travolto da
persona e concretamente quell’am-
dell’ambiente lacustre e montano – fu
tecnica degli addetti all’agricoltura, per
Gli allevatori lo chiamavano “avvoca-
un trattore nella sua
biente tanto amato.[…]
consigliere comunale a Colico, membro
il miglioramento delle strutture, per la
to”, consci di avere in quell’uomo un
tenuta a Colico, mo-
Alla metà degli anni Ottanta, in qua-
della giunta della Camera di Commer-
qualificazione e la commercializzazio-
po’ rude, ma sincero, un difensore im-
rendo.
lità di presidente dell’Accademico e di
cio, tra i fondatori del Consiglio di Val-
ne dei prodotti. […]
parziale e disinteressato. Lo chiama-
presidente della commissione spedi-
le, poi trasformato in Comunità Mon-
«Ha sempre avuto un grande di-
rono così anche una delle ultime volte
(da “Montagna sen-
zioni extra-europee del Cai, il gran-
tana41. Inoltre, fu tra i fondatori della
spiacere constatando che, sia per il
nelle quali salì tra gli alpigiani, a Bobbio,
za compromessi. Ro-
de alpinista si interrogava sulla scarsa
Sezione bovini di razza bruna in seno
governo centrale che per la Regione,
con l’amico Piazza. Stava per incomin-
all’Associazione provinciale degli alle-
la montagna avesse sempre ricoperto
ciare l’autunno. «Andammo insieme in
nell’ambito
vatori (Apa).
un ruolo marginale. Le politiche italiane
funivia a Bobbio, dove aveva gli animali.
letterario “Carlo Mauri”, edizione 2012.
hanno avuto un basso profilo e han-
Prese due panetti di burro, poi andam-
Le foto in bianco e nero sono tratte dal
mo a mangiare dai pastori che aveva-
volume “Ragni di Lecco. Cinquant’anni sul-
18
Sentieri e Parole
Di “battaglie” ne condusse molte in qualità di amministratore locale e,
no visto la montagna come un’area di
berto
Osio”,
veni-
saggio
giornalistico premiato del
concorso
le montagne del mondo” di Alberto Benini)
Sentieri e Parole
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LA FRITILLARIA E LA PULSATILLA
Fiori rari sulle montagne lecchesi
I
di Annibale Rota
l concetto di rarità di una specie spontanea, e alpina in particolare, va considerato con parecchia cautela.
Una specie può infatti essere considerata rara in assoluto, perché presente in una zona (areale) molto ristretta, ma in quella zona essere abbastanza diffusa e quindi non rara. E’ il caso dell’aglio insubrico citato nell’articolo del precedente Notiziario. Mi soffermerò di seguito su specie magari abbastanza comuni in altre zone, ma rare, o addirittura molto rare, sulle montagne lecchesi. A mio parere il fiore più raro presente sulle nostre montagne è la fritillaria, Fri-
tillaria tubiformis, GRENIER & GODRON. Appartiene alla famiglia dei gigli, anche se sembra una modesta campanella, ed è abbastanza presente sulle Alpi Liguri e in diverse zone degli Appennini. Nel nostro territorio fiorisce per pochi giorni in giugno solo sulla cima del Sodadura, la piramide che domina Artavaggio. Avendo la fortuna di capitarvi al momento
giusto, è possibile contarne una quindi-
terreni calcarei, sulle Orobie bergama-
cina di esemplari. A me questo è suc-
sche, sulle Alpi Liguri e Marittime, sugli
cesso una sola volta, purtroppo in una
Appennini Settentrionali e naturalmente
giornata grigia per cui le foto fatte non
sui Pirenei da dove ha derivato il nome.
sono il massimo. C’ero salito con i ra-
Due sole volte m’è capitato di vedere
gazzi del secondo Corso dell’Alpinismo
sulle nostre montagne il papavero gial-
Giovanile ai quali, durante una sosta al
lo, Papaver rhaeticum, GREMLI. Calcifilo,
Rifugio Merlini-Cazzaniga, avevo parla-
appartiene alla famiglia dei papaveri e
to proprio della fritillaria ed è stata così
fiorisce su prati magri sassosi o addi-
una grossa soddisfazione l’aver potuto
rittura nei macereti. Comune nelle Do-
mostrare loro il fiore. Devo aggiungere
lomiti, è presente anche in diverse zone
che questo fiore è probabilmente il più
degli Appennini. Da noi lo si trova solo
raro anche di tutta la Lombardia.
all’estremità inferiore di alcuni ghiaioni
Presente solo sulle rocce della cresta
delle Grigne, dove comincia ad affiorare
sommitale del Grignone è la petrocalli-
un po’ di terra. Personalmente l’ho vi-
de, Petrocallis pyrenaica, R.BROWN. E’ un
sto tra le ultime ghiaie sotto il Canalino
minuscolo fiorellino della famiglia delle
Federazione e quasi all’uscita della Val
Crucifere, che forma graziosi cuscinet-
Cugnoletta, quindi sulle Grigne, mentre
ti lilla-pallido o rosa. Le crucifere sono
non è mai stato segnalato su altre mon-
così chiamate perché i loro fiori hanno
tagne lecchesi.
quattro petali disposti a croce. Fiorisce
Raro sulle montagne lecchesi, e molto
in giugno e in luglio e i fiori durano a
raro in tutta la Lombardia, è l’anemone
lungo.
viola, Pulsatilla montana, REICHENBACH.
Il cuscinetto fotografato è molto bel-
Predilige i prati aridi e da noi fiorisce
lo e comprende anche un ciuffettino di
regolarmente tra fine marzo e apri-
fiori bianchi (albini) estremamente rari
le sui praticelli della zona archeologica
in questa specie diffusa, di preferenza su
del Monte Barro, poco sotto il piazzale con il monumento all’Alpino.
In senso orario: Petrocallis pyrenaica; Pulsatilla montana ; Papaver rhaeticum ; Fritillaria tubiformis;
Proprio per la sua rarità e la sua bellezza questo fiore è stato assunto come simbolo del Parco del Monte Barro. E’ presente anche in piccole stazioni isolate sui Corni di Canzo e sui versanti a lago delle Grigne. A questi andrebbero aggiunte un paio di specie citate nei precedenti articoli: la campanula gialla non facile da vedere e, soprattutto, la Primula grignensis la cui probabile estrema rarità non è stata ancora ben definita, trattandosi di una specie scoperta da meno di vent’anni.
AI PIEDI DEL RESEGONE
Un sentiero didattico naturalistico realizzato dal gruppo di Ag
D
alle finestre che illuminano la
terse, a un verde scuro, molto cupo in
riegati colori, dovuti all’alternarsi delle
mia casa posso scoprire, co-
giornate nuvolose e piovose. Sempre
stagioni e al gioco di luci e ombre,
noscere e ammirare le bel-
osservando la natura, dalle mie fine-
generato dal sorgere e tramontare del
lezze della natura. Un esempio è l’ac-
stre si può spaziare dall’acqua fluida
sole. La cima di tali rilievi può essere
qua del lago in apparenza placida, ma
e in movimento alla solidità e staticità
raggiunta percorrendo sentieri di dif-
che in una giornata ventosa cambia il
dei rilievi che circondano la città.
ficoltà differente, quello che più conta
suo tranquillo aspetto increspandosi. Il
Queste famose montagne, collocate
è la voglia di camminare. Il richiamo
suo mutabile colore può, inoltre, virare
nella fascia delle Prealpi, sono carat-
della natura cresce sempre più dentro
da un vivace blu cristallino, in giornate
terizzate da peculiari forme e da va-
di me suscitando il desiderio di cono-
In cammino lungo il sentiero
di Alessia Losa
scerla e scoprirla. Ormai la semplice
guenza del constatare quanto diffusa
domenica, potranno vivere emozio-
fine dei lavori. L’evento è stato con-
servando le foto collocate sui pannelli
osservazione è divenuta un elemento
sia la tecnologia più sofisticata nelle
nanti esperienze in gruppo con altri
Ogni sentiero è caratterizzato da un
dotto in grande stile. Ha avuto inizio
illustrativi che documentano il lavoro
limitante, bisogna andare oltre.
mani di un bambino. Questi strumenti
ragazzi, stare all’aria aperta e andare
proprio andamento, pendenza, espo-
con il discorso del presidente del CAI
svolto alla baita e quello richiesto per
Il monte Barro sembra il dorso di
tecnologici non stimolano il ragazzo
alla scoperta delle montagne del ter-
sizione, lunghezza e composizione:
Lecco, Emilio Aldeghi, che ha spiegato
la realizzazione del sentiero. Inoltre
un cavallo, la Grigna meridionale un
ad andare alla scoperta della natu-
ritorio in cui vivono. Sicuramente du-
tratti sassosi alternati a quelli erbosi.
le finalità dell’opera e ha poi accolto
lungo il sentiero i visitatori hanno po-
triangolo scaleno, meglio, una pirami-
ra, lo spingono a impoltronirsi tra le
rante le escursioni un po’ di fatica si
Ma cosa avrà di tanto particolare il
e salutato gli ospiti intervenuti, come
tuto godere una magnifica vista sulla
de innalzatasi milioni di anni fa dalle
quattro mura di casa. La playstation,
farà, ma sarà appagata dai paesaggi
sentiero di AG? In questo tracciato vi
l’alpinista trentino Ermanno Salvater-
parete ovest del Resegone e scoprire i
profondità marine, infatti ancora oggi
la wii, il computer, l’iPhone, l’Ipad – e
mozzafiato, dalla natura, dal diverti-
sono pannelli di legno dove è possibi-
ra, famoso per le sue salite al Cerro
nomi delle sue numerose guglie ripor-
si trovano fossili marini tra le sue roc-
chi più ne ha più ne metta - sono i
mento e dall’avventura di dormire in
le appendere foto o schede riportanti
Torre in Patagonia, Roberto Chiappa,
tate su un pannello panoramico.
ce. E il Resegone con le sue numerose
migliori amici dei ragazzi. Sono stru-
un rifugio o in una tenda ai piedi di
diverse notizie. Si potranno allestire
alpinista lecchese, attuale presidente
Quando in una giornata soleggiata
guglie può sembrare la parte seghet-
menti molto utili in ambito lavorativo,
una montagna, lontani da casa.
mostre con tematiche storiche, natu-
del gruppo UOEI, e Marta Cassin, ni-
vi viene voglia di fare una passeggia-
tata di un coltello per affettare il pane.
riducono i tempi di comunicazione e
Il gruppo di AG, in questi ultimi anni,
ralistiche (flora e fauna), geologiche e
pote di Riccardo. Il tutto è stato ripre-
ta nella zona del piazzale della funivia
Leggendo queste righe si può pen-
facilitano l’organizzazione, però limi-
ha avvicinato i più giovani alla mon-
riguardanti l’alpinismo. Questo luogo
so dalle telecamere di Unica TV per il
ora avete una scelta in più; oltre che
Ermanno Salvaterra, a sinistra, intrattiene un gruppo
Momento di festa davanti alla baita
verse tematiche.
Pannello didattico
Segnavia
programma “Itinerari”.
raggiungere l’abitato di Costa o il ri-
sare che tutto ciò possa essere il frut-
tano la socializzazione e l’incontro tra
tagna anche in un altro modo, diverso
potrà essere usato dai ragazzi di AG,
to della fervida immaginazione di un
le persone durante il tempo libero. Le
da quello tradizionale delle gite. Nella
ma anche dalle scuole per fare delle
Imboccato il sentiero numero 1 dal
fugio Stoppani o arrivare fino ai Piani
bambino appassionato di natura che
svariate proposte tecnologiche, inoltre,
zona dei Grassi ai piedi del Resegone i
lezioni specifiche all’aria aperta a due
piazzale della funivia il gruppo ha rag-
d’Erna o al Resegone o a Campo de’
trascorre le ore del suo tempo libero
tendono ad azzerare la fantasia dei più
ragazzi hanno partecipato alla manu-
passi dalla città.
giunto l’abitato di Costa e ha prose-
Boi, potrete anche scegliere di percor-
all’aria aperta. In realtà i ragazzi d’og-
piccoli, rendendoli tutti uguali.
tenzione di una vecchia baita in disu-
guito il suo cammino lungo il sentiero
rere il sentiero didattico naturalistico
gi dotati di una vivace fantasia sono
In passato la voglia di conoscere, di
so, alla pulizia dei sentieri e alla pro-
L’inaugurazione
che porta al Magnodeno. Dopo aver
di AG, scoprendo le novità proposte
tutt’altro che comuni. Può sembrare
esplorare e di avventura era il motore
gettazione di uno nuovo: il sentiero
In un sabato di fine maggio 2012 è
oltrepassato un torrente, è giunto in
nei pannelli espositivi.
un’affermazione forte, ma è la conse-
propulsore dei grandi alpinisti. Anche i
didattico naturalistico di AG.
avvenuta l’inaugurazione, con ritrovo
località Grassi, nel punto di inizio del
24
Alpinismo Giovanile
ragazzi d’oggi possono sognare come
Il nuovo tracciato è stato realizzato
alle 14.30 al piazzale della funivia che
sentiero didattico naturalistico dove è
loro, se messi in condizione di tra-
con la finalità di creare un luogo dove
porta ai piani d’Erna. Qui, poco alla vol-
avvenuto il taglio del nastro seguito
scorrere delle ore in mezzo alla natura.
poter giocare e imparare, fare lezioni
ta, si è formato un folto gruppo com-
da un discorso augurale del presidente
Partecipando, ad esempio, ai corsi di
all’aria aperta e allestire mostre tem-
posto da bambini, genitori, accompa-
e di Salvaterra. Infine tutti i parteci-
alpinismo giovanile (AG) i bambini, la
poranee aventi sempre nuove e di-
gnatori e persone curiose di vedere la
panti hanno percorso il sentiero os-
Alpinismo Giovanile
25
LA MONTAGNA DEL SOGNO
Il tentativo alla parete nord dell’Ogre
Il Baintha Brakk, meglio noto come Ogre , è una montagna di 7285 m situata nel Karakorum centrale pakistano. A giugno-luglio 2012 Daniele Bernasconi, con il valdostano Hervé Barmasse e il trentino Martino Peterlongo, ne ha tentato la salita per l’inviolata parete Nord. Fino a quel momento solo due spedizioni avevano raggiunto la vetta, entrambe inglesi ed entrambe per la parete Sud: la prima, nel 1977, con Doug Scott e Chris Bonington, la seconda nel 2001 con Thomas Huber, Urs Stokker e Iwan Wolf. E proprio gli alpinisti inglesi ribattezzarono la montagna Ogre (orco). Daniele racconta la sua avventura.
Il campo base allo Snow Lake
di Daniele Bernasconi
P
otrei definirla la montagna del
di questo gruppo di bellissime cime
ottomila metri. Il desiderio attuale era
sogno, un sogno che cullavo
che spiccano a una certa distanza dai
di cimentarmi con un settemila tecni-
da alcuni anni dopo aver letto
giganti del Karakorum. Le stesse che
i libri di Doug Scott e Chris Boning-
prevedendo di arrivare al campo base
apprezzato queste bellezze soprat-
Oggi organizzare una spedizione in
ai primi di luglio, e di utilizzare tre
tutto al ritorno: vedere un fiore dopo
co, difficile e inesplorato. In Karako-
Pakistan è più facile di alcuni anni fa.
settimane per l’acclimatamento prima
un mese di sola neve è stata davvero
avevo ammirato dall’aereo sorvolan-
rum ci sono diverse cime di questo
Si contatta un’agenzia locale e di so-
dell’attacco alla parete che nel frat-
un’emozione. Il tratto successivo dello
ton, con il racconto della prima salita
do il Nanga Parbat per raggiungere
genere, ma la scelta non poteva che
lito non è difficile ottenere i permessi.
tempo avremmo studiato dal basso.
Snow Lake, invece, è una distesa piatta
compiuta nel 1977. Ma dell’Ogre ave-
da Islamabad il Karakorum cinese, e
cadere sull’Ogre.
Noi abbiamo presentato la domanda
Due giorni in jeep per arrivare a
di neve, alpinisticamente pochissimo
vo letto anche su “Himalaya stile al-
che avevo osservato in lontananza
un po’ in ritardo e siamo partiti alcuni
Skardu da Islamabad e poi un altro
esplorata. L’Ogre non si affaccia diret-
pino. Gli itinerari più affascinanti sulle
da quota 7000 nel 2004, durante un
L’occasione si è presentata nell’e-
giorni dopo il previsto, perdendo par-
giorno in jeep su strada impervia per
tamente sullo Snow Lake: per rag-
cime più alte”, pubblicato nel 1996 da
tentativo alla Nord del K2. Montagne
state del 2012, essendo tramontato un
te di una iniziale finestra di bel tempo
raggiungere Askole, l’ultimo villaggio.
giungerlo bisogna percorrere un altro
Andy Fanshawe e Stephen Venables,
grandi, belle, eleganti come tanti Cer-
altro progetto che si sarebbe dovuto
che magari avrebbe determinato un
Qui è iniziato il trekking di avvicina-
ghiacciaio alto di neve, il Sim Gang
un vero libro di culto per gli alpinisti:
vini; avevo sospettato che una potes-
realizzare l’inverno precedente.
esito diverso della nostra impresa. Ma
mento, di circa 90 km, sul Biafo Gla-
Glacier, lungo circa 20 km.
nelle pagine dedicate a questa monta-
se essere l’Ogre e la conferma l’avevo
questo fa parte del senno di poi.
cier.
gna mi aveva colpito il racconto della
avuta al ritorno studiando la cartina.
Ho proposto a Hervé Barmasse e a
dea è subito piaciuta.
La presenza di tanta neve ha avuto
Martino Peterlongo, entrambi guide
Oltre al materiale alpinistico di base
Fino al passo Isper (5125 metri) il
ripercussioni importanti sulla spedi-
prima straordinaria salita e soprattutto
L’idea dell’Ogre, dunque, è partita da
alpine e alpinisti di grande esperienza,
ci siamo portati un po’ di tutto, l’oc-
trekking è relativamente frequen-
zione. Ad esempio, mancava l’acqua, e
dell’epica discesa all’inizio della qua-
me. Negli ultimi anni c’erano stati la
di avventurarci nella regione del passo
corrente per scalata su ghiaccio e su
tato ed è molto bello. Si percorrono
per averla è stato necessario scioglie-
le Doug si era rotto le caviglie. E poi
Patagonia, l’Himalaya, tentativi a volte
Isper e del Biafo Glacier, lontano dalle
roccia, sci, slitte.
morene piene di fiori e di insetti, c’è
re la neve, con un consumo di carbu-
c’era una fotografia presa da lontano
riusciti a volte meno su montagne di
rotte più frequentate del Baltoro, e l’i-
perfino un’oasi. A dire il vero abbiamo
rante, a detta della nostra guida, supe-
Siamo partiti dall’Italia il 22 giugno,
In alto: accampamento durante il trekking; bambini di Askole; portatori balti nel trekking di avvicinamento; portatori allo Snow Lake. In basso: ai piedi dell’Orco; Daniele Bernasconi; Hervé Barmasse; l’0gre a sinistra visto dal ghiacciao Sim Gang
fatto l’ultima scalata andando in vetta
Tornando al campo base, con sullo sfondo le Solu Towers; la nord dell’Ogre dopo 20 giorni di nevicate. Nella pagina a fianco: avvicinamento all’Ogre.
riore a quello delle spedizioni invernali.
prattutto con il brutto tempo, è psi-
Un altro problema logistico si è posto
cologicamente piuttosto impegnativo;
con i portatori che, abituati a cam-
portata di mano.
Un progetto da riprendere
colorato e più simile ai paesaggi alpini
a una delle Solu Towers (5900 metri),
A conclusione di questa avventu-
a noi familiari, solo in dimensioni più
con una faticosa e difficile ascensione
ra rimane l’amaro di non aver potuto
grandi. E diverse, per ragioni storiche
di ghiaccio e neve per un dislivello di
neppure tentare la salita della monta-
e religiose, sono anche le popolazioni.
1300 metri.
gna del sogno, una montagna carica di
Al primo impatto i nepalesi appaiono
Due giorni dopo si è presentata una
neve che non si trasforma, non diventa
più amichevoli, più vicini alla nostra
breve finestra di bel tempo e siamo
mai dura, con meringhe e giganteschi
sensibilità, ma a una conoscenza più
ripartiti per l’Ogre. Abbiamo trovato
funghi di ghiaccio che ricordano al-
approfondita si apprezzano nelle po-
una montagna coperta da uno spesso
cune vette patagoniche, e con un’ana-
polazioni locali pakistane disponibilità
manto nevoso che nascondeva an-
loga variabilità meteorologica. E per le
e grande senso dell’ospitalità. Durante
che le pareti di roccia più verticali, una
vie di ghiaccio avremmo dovuto sce-
una sosta, ad esempio, abbiamo ce-
montagna diventata inaccessibile. Non
gliere un periodo meno caldo.
nato a casa del capo villaggio che ci
potendo prolungare la permanenza,
A casa ci siamo portati la ricchezza
ha offerto carne di ibex, una specie di
Nei giorni successivi ci siamo de-
abbiamo recuperato tenda e materiali
di un viaggio di alpinismo esplorativo
stambecco locale, e ha fatto di tutto
dal punto di vista alpinistico, poi, ha
dicati a una bellissima cima di cir-
e ci siamo organizzati per il ritorno,
e la bellezza di un posto che asso-
per procurarci una Coca Cola.
minare sul ghiaccio, non si muovono
significato meno possibilità di suddi-
ca 6300 metri che vedevamo al di là
anticipando di un giorno la discesa
miglia all’Alaska, fantastico anche solo
abitualmente nella neve, sia perché
videre i carichi, soprattutto i pesanti
dello Snow Lake. Partiti sotto il sole,
per evitare la nuova perturbazione in
per andarci con gli sci.
non hanno calzature adatte, sia perché
materiali da roccia, e quindi meno op-
con una luce abbacinante e un gran
agguato che ci avrebbe creato pro-
Il Pakistan è un gran bel paese, tor-
positiva è stata l’esperienza di con-
temono i crepacci. Dei sessanta che ci
portunità di aprire nuove vie su roccia.
caldo, abbiamo raggiunto la base di
blemi con i portatori. Anche due-tre
mentato da problemi politici che sulle
divisione con Hervé; lo conoscevo
hanno accompagnato al campo base
Senza perdere tempo, il 4 e il 5 lu-
questa montagna camminando per
giorni del trekking di ritorno si sono
montagne arrivano però molto sfumati
già per essere stato altre due volte in
solo tre sono rimasti con noi, man-
glio con sci e slitta ci siamo portati alla
circa 10 km, e abbiamo piantato la
svolti sotto acqua e neve e il rientro
o non arrivano del tutto. La natura è
spedizione con lui e ci siamo “soppor-
tenendosi per 31 giorni all’interno di
base della nord dell’Ogre, approfittan-
tenda. Al mattino abbiamo affrontato
a Islamabad è necessariamente av-
splendida ma dura, le montagne sono
tati” bene.
un’area di cento metri quadrati; gli altri
do del bel tempo che durava da alcuni
la salita percorrendo la ripida cresta
venuto via terra, sulla Karakorum Hi-
aspre. Viene naturale il confronto con
Alla fine di tutto rimane un progetto
sono ritornati ad Askole. Noi uscivamo
giorni, dopo due mesi di brutto per-
est, con pericolose cornici, su neve
ghway.
il Nepal che si presenta invece verde,
aperto che prima o poi dovrà essere
dal perimetro di sicurezza con gli sci
sistente. La parete non ci è sembrata
non trasformata, camminando come
ai piedi.
male, con tanta roccia; abbiamo anche
su palline di polistirolo: l’abbiamo bat-
Mi sono fatto l’idea che, a parità
individuato due-tre possibili vie di
tezzata Monk Peak per la somiglianza
di quota, in questa regione ci siano
salita, una delle quali, la cresta Nord-
con il famoso Monch dell’Oberland.
precipitazioni più abbondanti che nel
Est, sembrava portare velocemente in
Siamo scesi per la cresta Sud.
resto del Karakorum, forse perché la
alto. Nessun riferimento a precedenti
A questo punto però il bel tempo
posizione alla confluenza di tre valli
esperienze, perché chi era salito prima
stava per abbandonarci. Verso il 10 lu-
determina condizioni metereologiche
di noi aveva arrampicato sulla Sud.
glio abbiamo ricevuto dall’amico me-
del tutto particolari. Una montagna inaccessibile Al campo base (4700 metri), ai pri-
Siamo rientrati al campo base la-
tereologo portoghese le previsioni di
sciando lì una tenda e del materiale, e
una lunga perturbazione che ci avreb-
abbiamo avviato il nostro programma
be perseguitato fino alla fine con un
di acclimatamento.
solo giorno di parentesi . Ne abbiamo
mi di luglio, siamo arrivati solo in due.
Il 7 luglio siamo partiti con gli sci
approfittato per compiere l’ascensione
Martino non era stato bene durante
verso il passo Isper e abbiamo sali-
di un’altra montagna inviolata di 5966
il trekking ed era stato costretto a
to una bellissima cima, probabilmente
metri, facendo anche la bellissima di-
tornare indietro. Le conseguenze non
inviolata, di 5915 metri; fra andata e
scesa con gli sci. Come sempre il pa-
sono state di poco conto: reggere un
ritorno abbiamo percorso una trentina
norama era spettacolare, con l’Ogre
campo base in due anziché in tre, so-
di chilometri.
proprio davanti a noi, perennemente
30
Alpinismo e Arrampicata
Dopo un giorno di riposo, abbiamo
avvolto dalle nuvole, e in lontananza
fatto una ricognizione delle Solu To-
il K2 e gli altri giganti del Karakorum
wers, magnifiche torri di granito adia-
centrale.
centi al campo base, roccia buona a
Qualche giorno più tardi abbiamo
Dal punto di vista umano, quindi, il bilancio è stato positivo, così come
ripreso.
IN PARADISO CON GLI SCI
Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia
di Daniele Bernasconi
NOTIZIE PRATICHE
queste lande dove per spo-
fornito di una grande ten-
starsi lungo i fiordi ghiacciati nei lunghissimi e
bui mesi
invernali, l’unico modo è farsi trainare dai cani. Sono animali selvaggi che non amano le coccole come i loro cugini addomesticati a cui siamo abituati. Vivono per trainare e per correre. Appena vengono slegati sembrano impazziti e fino a quando il Musher, il loro guidatore e padrone, non gli dà il via abbaiano e si dimenano. Ma appena partiti si dispongono ordinati in fila e il loro sguardo cambia. Guardano avanti e puntano la loro
L
a Groenlandia evoca con il
Kulusuk e Constable Point possono
Gli inuit hanno sempre vissuto di
suo nome immagini di infiniti
però essere raggiunte in sole tre ore
caccia e sicuramente la loro attività
spazi bianchi e di natura sel-
di aereo da Rejikiavik in Islanda, con
principale non può essere convertita
vaggia. Una natura così selvaggia da
un volo settimanale. Ma una volta at-
alla pastorizia o all’agricoltura. Conti-
poter essere abitata solo dai temibili
terrati sulla striscia di terra ghiacciata
nuano a cacciare utilizzando, come da
orsi polari e dalle loro amate foche.
che chiamano pista di atterraggio, si
tradizione, le loro slitte per spostarsi e
La Groenlandia è effettivamente qua-
capisce subito che questo è un po-
i cani per stanare gli orsi. Personal-
si disabitata ma in alcuni fiordi sulla
sto unico e selvaggio. Il primo car-
mente ritengo che sia meglio che gli
costa esistono dei minuscoli villaggi,
tello che troneggia fuori dalla baracca
inuit vadano a caccia piuttosto che
formati da caratteristiche case colo-
che costituisce l’aeroporto di Kulusuk
ridursi in alcolizzati stanziali come
rate in toni sgargianti. In particolare
mette subito in guardia contro gli orsi
purtroppo sta già in parte succeden-
ci sono due aeroporti sulla costa est
bianchi. Il pack artico è la terra degli
do e come è accaduto nel passato ad
che consentono di esplorare le infini-
orsi bianchi e in Groenlandia ci sono
altri popoli indigeni colonizzati dagli
te montagne che costellano la costa
sicuramente più orsi bianchi che abi-
occidentali.
groenlandese.
tanti. Nonostante siano molto teneri
Una volta verificata l’assenza di orsi
Il mio primo viaggio in Groenlan-
da vedere mentre giocano nei do-
(due erano stati appena uccisi a po-
dia è stato nel 2010 a Kulusuk che è
cumentari di Discovery Channel, pare
chi chilometri di distanza) capiamo
più o meno alla latitudine dell’Islanda,
che non siano così socievoli con gli
subito l’unicità di un luogo dove non
mentre quest’anno sono andato mol-
esseri umani. Specialmente quando
esistono strade per collegare l’aero-
to più a nord nella Liverpool Land.
c’è carenza di foche vedono l’uomo
porto con il villaggio di 200 anime
Una volta era molto difficile arrivare
come un bel bocconcino da sgranoc-
che ci accoglierà per la notte. Rag-
in Groenlandia specialmente durante il
chiare, un po’ ossuto ma gustoso. Gli
giunto il paese dopo 30 minuti di
duro inverno artico. Da qualche anno
abitanti di queste terre girano sempre
camminata nella bufera, seguendo
con il fucile a tracolla, non solo per
una serie di pali scoloriti piantati nella
proteggersi, ma anche perché in Gro-
neve, abbiamo la sorpresa di trovare
enlandia i nativi hanno il permesso di
solo cani da slitta a presidiare il paese.
cacciare gli orsi.
I cani da slitta sono i veri abitanti di
34
Sci Alpinismo
destinazione mentre il loro Musher si gode il caldo della sua pelliccia, sdraiato sulla slitta, dando solo brevi e secchi comandi. Lo skilift più bello Proprio questo è stato il mezzo che abbiamo scelto per raggiungere il nostro campo base. Trainati come da uno skilift sui nostri sci
da geodetica dove mangiare Kulusuk si trova sulla costa est della Groenlandia a circa 65 gradi di latitudine nord. Sull’isola di Kulusuk c’è il principale aeroporto che serve la costa est della Groenlandia, collegato con l’aeroporto nazionale di Rejikiavik e con gli aeroporti della costa ovest della Groenlandia. La cittadina principale della zona è Tassilaq (circa 2000 abitanti) la capitale della regione Angmagssalik che dista circa 20 minuti di volo in elicottero essendo sul lato ovest del fiordo di Angmagssalik. Il paese di Kulusuk è abitato da circa 200 Inuit e dista 30 minuti a piedi sulla neve dall’aeroporto. Esiste un albergo a 200 metri dall’aeroporto, ma è molto più bello dormire in paese pernottando nelle case dei locali come abbiamo fatto noi. In paese c’è anche un ufficio postale, un piccolo negozio e una scuola. La zona che abbiamo esplorato si trova a circa 20 km a nord del villaggio e si raggiunge in due ore di slitta sul mare ghiacciato. I pernottamenti sono fatti in tenda sul ghiacciaio ed è fondamentale un ottimo sacco a pelo da almeno meno 30. Di giorno le temperature non sono freddissime (minimo meno15) ma se soffia il temibile vento catabatico Piteraq la temperatura avvertita è molto più bassa. La zona è abitata da numerosi orsi polari per cui è necessario avere con se un fucile e dei razzi di segnalazione per spaventarli. In Groenlandia la caccia all’orso da parte dei nativi è consentita per cui è difficile che l’animale vi si avvicini senza che sia stato intercettato dagli inuit. Noi abbiamo esplorato l’isola di Apusjiak in quanto relativamente vicina e con diverse cime e canali ancora non sciati. Allontanandosi di pochi km ci sono tantissime isole inesplorate con un numero pressoché infinito di nuove discese. Il periodo migliore è aprile in quanto i mesi precedenti possono essere molto freddi e a maggio cominciano a sciogliersi i lembi di ghiaccio che collegano le isole rendendo difficili gli spostamenti. Ad aprile è ancora possibile vedere bene l’aurora boreale che da sola vale il prezzo del viaggio. La Liverpool Land è raggiungibile in aereo atterrando a Constable Point e da qui in slitta con i cani o in motoslitta. La traversata con le pelli fino alle montagne è molto lunga (60 km) e personalmente la sconsiglio. Ci sono decine di opzioni in Liverpool Land e centinaia di cime da salire per ogni gusto. Per la zona di Ittoqottormitt si può far riferimento a Nanu Travel, l’unica agenzia turistica locale, che può organizzare trasferimenti con le motoslitte e il cibo. Il cibo locale lascia un po’ a desiderare per cui conviene portarsi qualche scorta dall’Italia.
per i 20 chilometri che ci
e rilassarci nelle giornate di brutto tempo. Ma anche dal punto di vista eno-gastronomico non ci eravamo fatti mancare nulla. Vino italiano per brindare ad ogni nuova discesa, birra per dissetarci e riserve di cibo che avrebbero sfamato quasi tutti gli orsi bianchi della zona. Il vero spettacolo in Groenlandia comincia con il tramonto. Tecnicamente, piccole particelle cariche elettricamente provenienti dal vento solare colpiscono l’atmosfera terrestre ed eccitano gli atomi di gas presenti nella ionosfera emettendo radiazioni luminose. Questo negli asettici termini scientifici che male rappresentano uno spettacolo difficile da descrivere a parole. Non avrei mai pensato di rimanere così basito davanti ad un fenomeno chimico di ionizzazione. Ma la prima volta che ho visto
separano dal ghiacciaio dove
si costruiscono i muretti di neve per
queste straordinarie strisce
monteremo le nostre tende. Lo skilift
proteggerci dal furioso vento Piteraq
colorate disegnare con le loro ve-
più bello e festoso del mondo. Die-
che soffia dal grande altopiano ghiac-
loci serpentine la volta celeste sono
tro di noi si allontanano le piccole
ciato verso il mare. I cani scalpitano
rimasto imbalsamato con uno sguar-
case colorate di Kulusuk. Il ghiacciaio
per tornare a tirare la slitta. Partono
do ebete come quello di un bambino
di Apusjiak si avvicina davanti a noi.
abbaiando festosi lasciandoci soli nei
di città che vede per la prima volta
Lentamente compaiono una a una le
nostri castelli di ghiaccio. Verranno
la neve. Davanti ad uno spettacolo
cime che circondano il ghiacciaio la-
a recuperarci tra due settimane. Lo
come questo ci si può dimenticare
sciandoci sognare le linee che scie-
sguardo vaga sugli iceberg che si sta-
dei 20 gradi sottozero della fredda
remo nei prossimi giorni. I cani pun-
gliano all’orizzonte. Il silenzio è asso-
notte groenlandese e può succedere
tano verso il fronte di ghiaccio che
luto. La luce perfetta. Siamo nel posto
si riversa in mare. Sopra i seracchi,
giusto nel momento giusto.
sul plateau ghiacciato, pianteremo le
La perfetta organizzazione locale,
nostre tende. Si scaricano gli zaini e
oltre alle tende dove dormire ci aveva
Sci Alpinismo
35
di accorgersi dopo un’ora di essersi
dono fino al mare e di fronte
e dagli amanti delle gite con
e massime di meno 15. Ma in un posto
dimenticati la giacca di piumino den-
nelle altre isole si vedono e si
i cani da slitta. Una ricer-
così bello le fatiche e le privazioni si
tro la tenda. Ma il naso incollato sul
sognano nuove linee. Per cui
ca più approfondita mi ave-
dimenticano presto. A dire il vero il
metallo della macchina fotografica mi
si scende e si risale, si attra-
va finalmente permesso di
cibo locale non ci ha fatto impazzire
fa destare dal mio stato di trance e mi
versa il mare, si raggiungono
trovare il tassello mancante:
(in particolare la foca e anche l’orso
fa capire che è arrivato il momento di
colli senza soluzione di con-
l’anno scorso una spedizione
bianco visto che sa di foca, mentre
infilarmi nel mio caldo sacco a pelo.
tinuità. Andando avanti fino a
di snowboarder inglesi aveva
il bue muschiato era mangiabile), ma
Un ultimo sguardo prima di chiudere
che la luce comincia a calare
esplorato la Liverpool Land in
si sa che noi emiliani siamo difficili
la tenda e posso addormentarmi con-
e il caldo della tenda comu-
cerca di nuove linee da scen-
quando si parla di cibo.
tinuando a sognare ad occhi chiusi.
ne ci chiama. Pronti, appena il
dere. Il nome del capo grup-
Un’esperienza unica è stata quella di
sole è calato dietro l’orizzon-
po mi aveva fatto saltare sulla
condividere la tenda con un giovane
Polvere & firn
te, ad uscire dalle nostre tende
sedia. Era Matt, lo stesso che
cacciatore inuit di nome George che
Anche se la bellezza del posto ten-
per assistere al migliore spet-
aveva organizzato la logisti-
avevamo contattato per garantirci la
deva a distrarci, noi eravamo in Gro-
tacolo serale che un essere
ca del precedente viaggio in
sicurezza dagli orsi, visto che anche
enlandia per sciare. La nostra isoletta
umano possa desiderare.
Groenlandia. In poco tem-
in questo caso c’era una tana molto
ci dava la possibilità di decine di di-
A nord di Kulusuk esiste
po sono riuscito a mettermi
vicina al campo. Le lunghe chiacchie-
verse gite. Essere su una piccola isola
un solo aeroporto, costrui-
in contatto con Matt con cui
rate con George, anche se conosce-
ti permette di sciare tutti i versanti e
to da una società petrolifera.
avremmo provato a mette-
va poche parole di inglese, mi hanno
trovare i diversi tipi di neve, dalla pol-
Più che un aeroporto è una
re in piedi la spedizione con
fatto capire la forza di questi popoli
vere al firn.
sottile striscia pianeggiante di
l’aiuto di alcuni eschimesi che
che vivono in un ambiente così bello,
Le cime non raggiungono i 1000
ghiaccio con un hangar e un
gestiscono un’organizzazione
ma anche così ostile. E ho capito che
metri di altezza ma qui si può sciare
parcheggio per le motoslitte
di viaggi nel paese dal nome
è fondamentale che le loro millena-
fino sul mare. In un giorno si pos-
che porta il nome di Mittarfik
impronunciabile. Dopo lunghe
rie tradizioni non scompaiano. Sono
sono inanellare vere e proprie tra-
Nerlerit Inaat, meglio cono-
discussioni avevamo deciso
un popolo di fieri cacciatori e questo
versate senza mai passare due volte
sciuto come Constable Point.
di esplorare una lunga val-
dovrebbero rimanere.
nello stesso punto magari esplorando
Da qui si può raggiungere in
le glaciale a 70 gradi di la-
Alla fine la Groenlandia è un posto
le isole vicine, attraversando i fior-
elicottero il paese più gran-
titudine nord, chiamata Hans
che ti resta dentro. Per uno scialpini-
di quasi completamente ghiacciati
de della costa nord-est della
Glacier. Avevamo segnato le
sta in cerca di avventura è un posto
percorsi da inquietanti crepacci che
Groenlandia, l’impronunciabile
coordinate GPS e chiesto di
che può donare delle sensazioni uni-
fanno intuire il blu cobalto del mare
Ittoqqortoormiit, abitato da
essere catapultati in quello
che e che rimarranno nella memoria
sottostante. Non ci sono programmi.
ben quattrocento eschimesi.
che sembrava un piccolo pa-
per sempre. E lo so che non ce la farò
La mattina, dopo la solita abbondan-
Questa è stata la zona che ho
radiso scialpinistico. E quando
a non tornare.
te colazione, si guarda il tempo e si
scelto con i miei compagni
siamo arrivati sull’Hans Gla-
battezza una prima cima da salire. Il
di viaggio per la spedizione
cier abbiamo capito che ave-
campo base è circondato da una de-
del 2012. Soltanto a guardare
vamo scelto il posto giusto.
cina di picchi molti dei quali non sono
Google Maps mi era già ve-
Decine di canali e di valloni
mai stati discesi prima con gli sci. Una
nuta la bava alla bocca. Una
a disposizione, molti dei quali
volta arrivati in cima raramente si
distesa di montagne affilate
probabilmente mai saliti e mai
scende dal pendio che abbiamo stu-
e ghiacciai costellano questa
sciati. Un vero paradiso per
diato durante la salita. Sull’altro ver-
landa ghiacciata chiamata Li-
lo scialpinista. E per 18 giorni
sante si aprono ripidi canali che scen-
verpool Land.
abbiamo salito e sceso, senza
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Sci Alpinismo
Spulciando su Internet ave-
programmi precisi, tanti ca-
vo visto che quella zona era
nali, solo per il gusto di sciarli.
molto ambita dai traversatori
Certo il freddo si faceva sen-
sci-escursionistici con pulka
tire, con minime di meno 30
Pace, polvere e aurore boreali.
www.martinocolonna.com
Foto di apertura: il campo base; nella pagina precedente: il ghiacciaio di Apusjiak e i picchi che lo circondano; a fianco: da un colle all’altro; aurora boreale; polvere e firn. (foto di Martino Colonna)
Sci Alpinismo
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ISA_RA’ 2012
Cronaca ed emozioni di un corso per istruttori di Sara Pozzetti
È
settembre
2011
e
risuona
sensazione di gratitudine per la fi-
nell’aria della scuola di sci alpi-
ducia espressa chiaramente nei miei
nismo di Lecco l’invito a pre-
confronti, e mi convinco a mettere
sentare il curriculum per la candida-
per iscritto il mio passato montanaro,
tura al corso regionale per istruttori.
assolutamente certa che tanto poi la
Faccio finta di niente, non colgo.
commissione respingerà la mia candi-
A fine novembre, aleggia nuovamente la proposta, e questa volta il direttore della scuola è più incisivo e
Scendendo dalla cima del Gran Zebrù
insistente. A quel punto subentra una
datura e quella di Luca Guanziroli. La data ultima di consegna è fissata per il 2 dicembre.
Riesco a far avere i documenti al
perte, i giochi stavano per cominciare
Nessuno fiata, pendiamo dalle labbra
segretario in ritardo, ma lui mi rincuo-
e ritirarsi non rientrava nel mio stile
di Fabio, direttore della scuola regio-
ra, almeno così crede; mi dice che la
di pensiero, perciò l’unica cosa da fare
nale, che finalmente prende la parola, si
riunione per la valutazione delle can-
era mettercela tutta e cercare di fare il
didature sarà la settimana successiva
diante profilo stratigrafico e redazione
struttore assegnato.
Siamo ansiosi di ricevere da Fabio
Mal di testa atroce, meglio ritirar-
il programma del modulo successivo,
Aspettare il proprio turno tra un
si negli alloggi e non pensarci almeno
che non tarda ad arrivare. Ricchissi-
presenta e ci fa un quadro di quanto
blocco e l’altro è una sofferenza, me-
sino all’indomani, ma niente da fare, la
mo di eventi (ancora quiz, topografia
meglio che potevamo, sia per una no-
ci aspetta per i due giorni succes-
glio approfittare quando c’è un istrut-
domenica mattina occhi “crepati”. Il
e orientamento, meteorologia, primo
e che farà un’eccezione alle regole
stra soddisfazione personale, sia per la
sivi. Il piano è agghiacciante, fitto di
tore libero e cercare di anticipare le
gelo che ci attende serve solo a rin-
soccorso) ci raccoglie il 4-5 marzo a
accettando comunque le nostre pre-
scuola, che tanto aveva creduto nelle
appuntamenti, tutto ovviamente ben
prove. Il clima, termometro a -20°,
vigorire il fisico, che tenta di ribellarsi.
Madesimo dove saremo valutati sulla
sentazioni. Niente, mi va ancora male.
nostre capacità.
schedulato e programmato. Il pensiero
aiuta a essere operativi, rapidi e il più
Gita in ambiente, applicando la teoria
tecnica FISI in pista e fuori pista, sulla
che mi passa per la mente e mi fa so-
veloci possibile.
sul campo, rispondendo e partecipan-
tecnica individuale di salita, sulle ca-
Il 23 dicembre riceviamo una mail del segretario, oggetto “ XXI corso
dello stesso.
A lezione
pravvivere è che anche la giornata più
Nonostante le temperature non
do attivamente alle continue doman-
pacità didattiche, di conduzione della
Ho deglutito profonda-
E così arriva il 4 febbraio, data della
lunga ha un tramonto, arriverà domani
mollino, l’atmosfera comincia a scon-
de, cercando di nascondere un po’ di
gita, di organizzazione e gestione di
mente e son quasi svenuta quando
prima convocazione: Alpe Devero (Val
sera e tutto sarà finito.
gelarsi, qualche battuta, qualche do-
timore.
un autosoccorso in valanga.
ho letto le prime righe....ӏ con piacere
d’Ossola).
ISA-LOM”.
Dopo la lezione sull’Artva, ci spo-
manda, proprio come a scuola: Ma tu
Alle 16 veniamo congedati da Fabio,
La domenica, gita in ambiente, appli-
che la Commissione lombarda vi co-
Raggiungiamo l’albergo prenotato
stiamo in ambiente, dove ci attende il
hai studiato? Ma non ci chiederanno
saremo contattati per il modulo suc-
cando sul campo topografia e orien-
munica l’accoglimento della domanda
il venerdì sera, pensando di riposare
blocco a tempo per la ricerca di due
anche...? Ma i test di stasera...? Ma le
cessivo. Non un commento, non un
tamento.
di partecipazione al corso in oggetto”.
un po’ di più e di non dover partire
sepolti in un’area di 50x50, poi in-
gite di domani...? E, dopo ogni prova
giudizio.
Primissimo spontaneo pensiero: qui
prestissimo la mattina del sabato. Ten-
terrogazione individuale, sondaggio
sostenuta: Sì, finito.
tativo vano, perché passo la notte in-
di un sepolto a un metro di profon-
La cena è fitta di scambi sull’esito
sonne. Finalmente arriva l’ora di alzarsi,
dità, quiz scritti su neve/valanghe e
dei test scritti. Ognuno dice la sua, ne
il ritrovo è alle 8 per la colazione, in
autosoccorso, cena, e per conclude-
ho sbagliate 5, forse 6, una era giu-
Il manuale sul comodino
troppe difficoltà. Il meteo aiuta con
attesa di raggruppare i 34 candidati e
re prova valutativa pratica sulla pre-
sta poi l’ho corretta porca miseria, ho
Partiamo per il Canada a metà feb-
una giornata molto bella, e l’attesa tra
i numerosi istruttori.
parazione della gita del giorno dopo,
segnato a caso perché non ne ave-
braio con i MontaGnari, e in valigia c’è
una prova di discesa e l’altra permette
L’atmosfera è rigidissima, ognuno di
con la stesura dello schizzo di rotta.
vo idea, spero di aver azzeccato, ero
il manuale, perché il tardo pomeriggio,
di familiarizzare fra noi allievi. Quando
noi si guarda in giro con circospezio-
La domenica si esce sugli sci, si af-
sicurissimo che fosse così, ma tu ora
follia pura, sarà dedicato a studiare.
ne, osserva, scruta, cerca di capire chi
fronta una prova valutativa pratica e
dici il contrario...
Rolando sarà così disponibile da pre-
sono gli allievi e quali sono gli istrut-
teorica individuale sulla condotta della
Sfiniti, terminiamo con lo schizzo
tori.
gita con analisi del manto nevoso me-
di rotta, condiviso con il gruppo e l’i-
si fa sul serio. Seconda
considerazione:
manca
poco più di un mese e si comincia. Ultima osservazione: non ce la faremo mai. Ma ormai le carte erano state sco-
40
Sci Alpinismo
Nell’aria il pensiero “Chissà come ce la siamo cavata”.
L’atmosfera è un po’ meno gelida del primo incontro, anche perché la giornata del sabato in pista è piacevole e tutto sommato si svolge senza
starsi a ripassare con noi la costruzione della barella.
Sci Alpinismo
41
arriva l’ora dei test il silenzio cala in
cena in rifugio, i musi sono paonazzi
sala, con solo qualche borbottio, mo-
con chiazze di bianco pallido intorno
E via via, arriva anche il nostro turno,
lesto per gli istruttori che girano tra i
agli occhi, gli occhiali hanno funziona-
Guanziroli IDONEO, Pozzetti IDONEA.
tavoli invitando a fare silenzio.
to! Approfittiamo della festa del ma-
sudano, gli sguardi sono bassi.
La cena scopre il vero cuore del
trimonio di Paolo, istruttore Cai Lecco,
I manuali sono sul comodino, nella
gruppo, il distillato aiuta a sciogliere le
per gustare una fantastica cena. L’u-
borsa insieme all’insalata da portare in
tensioni, serviamo in tavola quello che
more è alto, c’è grande soddisfazione
ufficio, nel luogo del ritiro mattutino,
poi si svilupperà nel gruppo: grande
per la bella salita, e ci godiamo la sera-
sul tavolo in cucina, ci sono dispense
affiatamento, aggregazione e amicizia.
ta che si svolge all’insegna dell’allegria,
in ogni dove.
Quando la domenica veniamo con-
riempita fra l’altro da una serratissima
Partono una serie innumerevole di
gedati dopo la gita e la simulazione
discussione su quanto possa pesare il
mail, che hanno soprattutto lo scopo
di autosoccorso in valanga, vien qua-
cannone posto sulla cima di fronte al
di condividere l’impazienza dell’atte-
si spontaneo darci appuntamento al
rifugio dei Caduti dell’Adamello.
sa. Ognuno risponde a tutti, allegando
modulo successivo.
La domenica non siamo così fortu-
lezioni, materiale recuperato da ami-
Fabio ci comunica che sino a set-
nati, il clima è ostile ma ci permette
ci, tratti di sapienza profonda che si
tembre non ci saranno più test scritti,
di arrivare in cima e fare una foto di
tenta di tesaurizzare per prepararsi al
ed è grande festa.
fianco al fatidico cannone, di cui ri-
meglio.
Nasce il gruppo ISA_RA’ 2012 (Ma
mane indefinito il peso.
E partono gli incontri di gruppo,
saremo istruttori di sci alpinismo?),
Qualcuno rientra dal Mandrone, altri
Morterasch, Furka, serate negli ospizi
che ancora oggi ci tiene uniti ed ag-
scendono lungo l’infinita Val d’Avio, e il
e giornate intere di didattica facen-
giornati.
ritrovo è organizzato da Fabio a valle,
do finta di non pensare alle gite a cui
in una trattoria.
siamo costretti a rinunciare, paranchi
A metà aprile, terzo appuntamento. Il programma prevede tre giorni in-
Siamo rilassati, siamo oltre la metà,
in salotto utilizzando la stufa in ghisa,
teramente dedicati a una meravigliosa
questo il pensiero comune. Comunque
quando il tempo non permette dav-
traversata, durante la quale bivacche-
sia andata, i tre blocchi son passati.
vero di uscire, tutto per assorbire e
remo, saliremo cime, discenderemo
Mentre tutti facciamo andare le
condividere le conoscenze di ognu-
ghiacciai. Purtroppo il meteo non è
mandibole, gustando formaggi e af-
no, così da rendere meno invasive le
dalla nostra parte, e Fabio si vede co-
fettati, il buon Gianni Perelli è con-
prove del modulo successivo, che è in
stretto a rimandare l’incontro di due
centratissimo ad inserire a computer
agguato.
settimane, fissando un ritrovo in Ada-
le valutazioni. Non alza la testa, una
mello per i giorni 30 aprile e 1 mag-
tazza di tè fumante di fianco, niente
gio. Verremo valutati su topografia e
lo distoglie.
Veniamo convocati per i giorni 16,17 e 18 giugno al rifugio Pizzini. Quando ricevo il programma ingeri-
orientamento, legatura su ghiacciaio,
Il tavolo degli allievi comincia a fer-
conduzione del gruppo in salita e in
mentare e la rappresentante ufficiale
Sabato: progressione di base su
discesa, tecnica di discesa fuori pista,
auto-designata, reclama un esito, vor-
neve e ghiaccio, passi, progressione
preparazione fisica e comportamento
remmo avere notizie, vorremmo sa-
con un solo attrezzo sino a 50 gradi,
su terreno alpinistico.
pere come ognuno di noi se l’è cavata
preparazione di una sosta, dimostra-
sino a quel momento, non possiamo
zione di assicurazione in parete con
aspettare fino al termine del corso.
metodo classico e ventrale, trattenuta
Ogni gruppo è come sempre abbinato a un istruttore; in programma,
sco la preoccupazione.
oltre al resto, c’è una salita nella gior-
Il gelo cala nel locale, silenzio as-
di un compagno mediante manovre
nata di sabato che è splendida e calda.
soluto, siamo paralizzati e aspettiamo
di azione interna ed esterna, calata in
Quando ci ritroviamo la sera per la
che Fabio elenchi nomi e cognomi
corda doppia con vite da ghiaccio e
con il risultato ottenuto. La sensazione
recupero del chiodo.
42
Sci Alpinismo
è quasi imbarazzante, perché la pan-
Domenica: percorso tecnico du-
cia si svuota all’improvviso, le mani
rante il quale verranno applicate tut-
aggrappate al compagno/a di fianco
te le varie tipologie di progressione
a seconda del terreno, trattenuta del
espressioni confuse ed imbarazzate.
compagno con applicazione del mez-
Ci arriva notizia di qualche compagno
Luca è contento, io lancio un urlo
zo poldo (paranco per recupero ndr),
che appende dal balcone il figlio, pre-
di felicità: Guanziroli ISA, Pozzetti ISA!
abalakov, ossia calata in corda doppia
statosi a questa ardua prova, o attrez-
Ho finito, ed è andata. Mi concedo
su ghiaccio.
za la fissa tra il salotto e la cucina.
Lunedì: salita di una via di ghiaccio/ misto di difficoltà AD/AD+. Quando raggiungo l’auto il lunedì pomeriggio sono fra lo stravolto, il rilassato e il preoccupato. Sono stanchissima, tre giorni molto intensi senza
Organizziamo ritrovi in ambiente,
bacchiato.
cinque minuti tra me e le mie lacrime di commozione e rilassamento.
cercando un compromesso tra la sali-
Gran finale con la cena, tutti riuniti,
ta, che ovviamente tutti prediligono, e
si brinda, si scherza, si raccontano gli
la didattica.
episodi non trapelati o non diffusi, ci si
Arriva il programma del modulo che
saluta con un ciao come fra colleghi.
ci paralizza.
un attimo di pausa; mi sento leggera
Per il sabato è prevista la salita in
Anno impegnativo, anno decisa-
perché un altro pezzetto è andato,
ambiente, le cordate saranno sparpa-
mente formativo, concreto e proficuo.
ma sono preoccupata. Gianni non fa
gliate tra le guglie della Grigna; al ri-
Ho incontrato persone meravigliose,
in tempo ad inserire tutte le valuta-
entro ci attenderanno i quiz: catena di
approfondito legami davvero speciali,
zioni, e di comune accordo chiediamo
assicurazione, flora e fauna, geologia
mi è stata data un’occasione che sa-
a Fabio di mandarci via mail gli esiti,
e glaciologia, regolamenti Cai, storia
rebbe stato un delitto non cogliere.
benché lui non sia del parere, ma sia-
dell’alpinismo e dello sci alpinismo.
Ringrazio Stefano Bolis, Mario Ca-
Per la domenica, invece, è prevista
stelnuovo e tutti gli istruttori ed amici
l’organizzazione di cinque stazioni,
della scuola di sci alpinismo del Cai
soste e metodi di assicurazione, in-
Lecco che hanno creduto in noi e ci
stallazione di una doppia con risalita
hanno sempre incitato e trasmesso fi-
Studiare & provare
e calata, corda fissa, paranco mezzo
ducia; ringrazio Fabio Gregorini e gli
Siamo congedati sino all’8 settem-
poldo, tecnica individuale presso la
istruttori della scuola regionale che
Casa delle Guide a Introbio.
sono riusciti a diffondere così tanta
mo troppo impazienti. La mail arriva: Guanziroli IDONEO, Pozzetti IDONEA.
bre, ultimo appuntamento sul campo. Le vacanze sono alle porte, ma i
Le giornate sono lunghe, intense,
passione ed impegno, dai quali non
manuali non prendono ferie, e le eser-
cadenzate da tutti gli appuntamenti ai
potevamo non prendere esempio; e
citazioni si fanno più intense. Quando
quali ognuno di noi non può sottrarsi.
poi ringrazio tutti gli allievi con cui ho
il tempo lo permette, improvvisiamo
Chiude il week-end Davide Rogora,
condiviso momenti di fatica, emozio-
fisse in giardino, tirando le corde tra
con una splendida lezione sulla storia
ne, felicità, allegria e preoccupazione,
una pianta e l’altra, qualche perples-
dell’alpinismo che, nonostante la stan-
in particolare Matteo Scaltritti, grande
sità sulle protezioni intermedie, ma la
chezza e la tipologia della materia, ri-
compagno di cordata.
fantasia è a pieno regime. Anche la
esce a tenere attenti e vigili tutti gli
tartaruga, che approfitta della nostra
allievi.
presenza nel prato per passeggiare in
Ultimo step. Aspettiamo il verdet-
giro, credo ci guardi basita. Per non
to finale fuori dalla sala dove tutto il
parlare poi dei paranchi, appesi a turno
corpo istruttori è riunito per tirare le
alla recinzione, o della corda doppia
somme. Partono a chiamare in ordine
con la sua relativa risalita, penzolan-
alfabetico, uno ad uno singolarmente.
ti dalla betulla precaria. I vicini sono
L’atmosfera si ghiaccia tutto d’un col-
dubbiosi e scettici, noi sorridiamo e
po, non parla più nessuno, e anche chi
salutiamo senza badare troppo alle
sino a quel momento si era mostrato più rilassato di altri, manifesta un po’ di
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Sci Alpinismo
L'energia solare accessibile
preoccupazione. Qualcuno esce saltando, qualcuno sorridendo, qualcun altro un po’ ab-
Con tutti loro è un arrivederci presto alla prossima. E ora è ISA_E’ 2012: siamo diventati istruttori di sci alpinismo
Le foto di pagina 40 e 41, da sinistra: verso la cima del Gran Zebrù; salendo il torrione del Cinquantenario in Grignetta; in cima al Gran Zebrù ; vista dal rifugio Rosalba, Grignetta. (Tutte le foto sono di Sara Pozzetti, tranne quella di gruppo che è di Fabio Gregorini)
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“
…L’uomo che si immerge in questo ambiente suggestivo entra in un’altra dimensione temporale e compie un passo nell’eternità… Angelo Valsecchi: Greina, Club Alpino Svizzero, 2003
”
S
ci di fondo uguale montagna
diceva a coloro che “bagnavano giù”
della scuola che in pochi anni abbia
facile. Potrebbe essere l’epi-
un po’ troppo: “te se dent ni binari, l’è
raggiunto il diploma di Worldloppet
gramma della nostra attività.
cume ciapà el tram”, eppure alla scuola
Master. Altri hanno affinato la loro
ha dato l’anima e un’anima.
tecnica diventando Istruttori Sezio-
Nulla a che vedere con rischiose e difficili salite invernali: la Scuola Sci di
I neofiti, in buona parte, non nutrono
nali; altri ancora, dopo due anni di ad-
Fondo sezionale è un ambiente pro-
grandi ambizioni e si accontentano di
destramento ai corsi regionali, si sono
tetto, sicuro; che sa generare gioia,
tranquille scivolate sulla neve, tuttavia
diplomati Istruttore di Sci di Fondo
piaceri, amicizia, entusiasmi e stimoli
non sono mancate alcune apprezza-
Escursionistico.
per gustare i paesaggi naturali nella
bili eccezioni quali: Arturo Spreafico,
stagione invernale. Dino Piazza, ispira-
Rancio doc, mai praticato lo sci in vita
tore e fondatore della scuola, talvolta
sua, primo e finora unico rampollo
Ma avviamoci a ricostruire per sommi capi i passati sei lustri.
Val Vizze, TreGiorni 2012 (foto Chiara Spinelli)
di Raimondo Brivio
Gli esordi
zione alle grandi maratone in Italia e
forma mentale da fondista, significa
deceduto su di un sentiero dirimpet-
All’Assemblea di sezione del 1983 il
in Europa. Guardati con reverenza da-
solo andare a cercar rogne. Occorre
to ai colossi granitici della Val Bon-
Memorabile la traversata Albigna-
Paola Monti, direttrice del Corso, in
presidente Annibale Rota annuncia “…
gli allievi, sanno trasmettere esperien-
il coraggio delle scelte: sci di fondo
dasca. L’omaggio non risana la ferita
Sciora per il Passo di Cacciabella. All’e-
quattordici giorni attraversa l’Islanda
il prossimo gennaio prenderà il via il
ze, stimoli a perfezionarsi e, in qualche
su piste tracciate o sci alpinismo. E in
della sua mancanza, ma ci consentirà
poca l’itinerario non era attrezzato,
con gli sci di fondo, trascinando una
primo corso di sci da fondo in colla-
caso, a seguirne le tracce.
buona sostanza noi si sceglie sci di
di additarlo quale esempio alle nuove
cosicché i Ragni Dino Piazza e Battista
pulka da 35/40 kg; bufere e venti fu-
fondo,.
leve che verranno con noi.
Corti, dal valico, calarono nel ripidissi-
riosi costrinsero in tenda lei e gli ami-
mo canalino ghiacciato un centinaio
ci per ben tre giornate senza potersi muovere.
escursionistica in luglio.
ti iniziative individuali. La fortissima
borazione con lo Sci Club Monte Me-
La macchina è lanciata. Assiso in
dale di Rancio. Diretto da Dino Piazza,
plancia c’è Stefano Vimercati, i co-
potrà contare su un gruppo di validi
mandi saldamente fra le mani. La
La gara sociale
Le “TreGiorni”
di metri di corde fisse. Battista dovette
collaboratori, questo corso rappre-
crescita impetuosa, l’entusiasmo del-
Parallelamente ai corsi e alle gite, a
Torniamo ai primordi. Ben presto
prendere in custodia due bimbi ingle-
Quattordici fondisti effettuano la
senta una novità assoluta per la no-
lo staff tecnico della prima ora e il
fine stagione, sull’anello piuttosto tec-
entrano nella tradizione le “TreGior-
si di 6-7 anni spaventati e piangenti,
Traversata dell’Engadina in quattro
stra Sezione, ma anche per la nostra
consolidato spirito di gruppo rendono
nico dei Piani di Bobbio si svolge la
ni” di fondo che ci vedono sulle piste
portati fin lassù da genitori incoscienti,
tappe festeggiando la notte di Capo-
zona. E le numerose adesioni perve-
presto insufficiente un solo pullman. Si
gara sociale, dapprima aperta a tut-
di buona parte delle località alpine più
pure loro in difficoltà. Mentre sostia-
danno a Zernez.
nute hanno confermato il gradimento
passa quindi al raddoppio: sul primo
ti i soci, sottosezioni comprese, e poi
interessanti: la prima allo Sciliar, poi in
mo sulla lunga ganda che sprofonda al
Nel gennaio ’93, sci ai piedi, un ag-
dell’iniziativa…”
la scuola vera e propria e sul secondo
limitata al gruppo dello sci di fondo.
Valle d’Aosta, Val Venosta, Val Pusteria
Rifugio Sciora, un gruppetto di olan-
guerrito manipolo tenta l’attraversa-
L’anno successivo Rota potrà scri-
gli amatori. Nel 1989 si hanno ben 110
La gara diventa quindi Coppa Gianni
e le sue valli laterali, Valle Isarco, Val
desi risale allo stretto intaglio; uno si
mento della Foresta Nera in Germania,
vere sul Notiziario che il successo ot-
iscritti: 32 principianti, 28 per il per-
Brocca, a ricordo dell’amico che trop-
di Fassa, sull’Altipiano di Asiago, ecc.
destreggia con una enorme piccoz-
ma purtroppo manto nevoso e velleità
Gara sociale ai Piani di Bobbio, 1999 (foto Domenico Pullano)
tenuto dai corsi alla prima edizione e
Alpe di Siusi, TreGiorni 2007 (foto Domenico Pullano)
fezionamento e 50 amatori.
Paola Monti, Islanda 1993
Finlandia 1994: Chiara Spinelli lanciata nella corsa (foto ufficiale della gara)
po presto ci ha lasciato. Oramai da
Trovare posto sui due pullman è quasi
za. Ricordo il sarcastico commento di
sportive vengono dilavate da pioggia e caldo.
largamente confermato alla seconda
Ancora nel primo quinquennio il
molti anni la competizione viene ef-
sempre un esercizio per abili e svelti
Dino: “quel lé el ga scià la picozza de
“li inserisce di diritto tra le nostre at-
gruppo dei giovani istruttori opta per
fettuata sui 10 km del percorso enga-
sprinter. Alle meravigliose cavalcate
Whymper”. Un urlo scuote il vallone.
Infine, rinverdendo la tradizione dei
tività più significative”. Ci sono già una
il superamento di schemi caserecci,
dinese Castello di Silvaplana, Sils Maria
sugli sci stretti, sovente riusciamo ad
Appena sotto il passo l’olandese vola
“nonni”, alcune sciatrici e sciatori si
cinquantina di iscritti.
efficaci per la formazione di appas-
e ritorno, con la simpatica formula a
unire un ritaglio di turismo storico e
col suo piccozzone e va a sbattere
cimentano con successo nelle Gran
Accanto alla scuola vera e propria
sionati sciatori, ma non più in linea con
coppie: maschio e femmina, tempo ri-
culturale, approfittando degli innume-
sulla ganda. Verrà ricuperato dall’eli-
Fondo europee: Finlandia Hiitho, Va-
c’è il gruppo degli amatori. Per lo più,
le metodologie definite dalla Commis-
levato sul secondo arrivato. A partire
revoli beni artistici sparsi ovunque nel
cottero della Rega.
saloppet, Birkebeinerrennet, Dolomi-
essi hanno alle spalle un buon passato
sione Cai.
da questa stagione del 30° tornere-
Bel Paese.
I racconti potrebbero essere molti,
di alpinismo, escursionismo, sci alpini-
Si sperimenta pure un corso di Fon-
mo alla classica corsa individuale nelle
smo e sci di fondo con la partecipa-
do Escursionistico, come recita ancor
due categorie maschile e femminile e
Ritrovo al San Martino
oggi la ragione sociale della “ditta”; ma
dedicheremo la Coppa a Paolo Piazza,
e gite estive
il tentativo viene presto abbandonato.
Istruttore Sezionale, accompagnatore
Diventano consuetudine altri due
Sulle nostre Alpi andare in neve fresca
del gruppo amatori, entusiasta trasci-
appuntamenti: il ritrovo conviviale di
Nei primi anni novanta all’interno del
con sci di fondo, equipaggiamento e
natore di tante occasioni, purtroppo
fine maggio al San Martino e la gita
gruppo trovano spazio interessan-
48
Sci di Fondo
ma già troppo siamo usciti dal seminato.
tenlauf, Engadin Skimarathon, Marcialonga, Marcia Gran Paradiso, ecc. Per un intero decennio si svolse a
Attività collaterali
Sci di Fondo
49
Sils Maria il Trofeo Koradi, gara vo-
ogni propria attività.
Lezione di autosoccorso in caso di
lesina tempo impegno e dedizione a
Ricorso in secondo grado e il Cai
valanga. Dino non perde l’occasione
questa creatura da lui portata ad un
Dino Piazza. Era una disfida tra scia-
nazionale mette in campo un pezzo
di sfoggiarla ogni volta che si fa la
elevatissimo livello organizzativo che
tori lecchesi e dell’Alto Lago, con gare
grosso: il vice presidente Vincenzo
Zuoz-Zernez, pista che, con pericolo
rende onore all’intera sezione.
nella gara, tipo la disputa del maialino
Torti, avvocato. La nuova senten-
tra alcuni contendenti. Il tutto finiva
za recita: “assoluzione perché il fatto
poi con cena e premiazione in un ri-
non sussiste”. La battaglia caparbia-
storante di Gera Lario. Memorabili gli
mente voluta da Stefano Vimercati
interminabili discorsi di Peter e quelli
ha prodotto la vittoria del Club Alpino
aspramente educativi del dottor Dino
Italiano, della Sezione di Lecco e del
Maroni. Ritorno nella notte e, per for-
suo volontariato. Stefano può a buona
tuna, in quei tempi non c’era la prova
ragione andare fiero del suo capola-
palloncino.
voro affermando: “…questa sentenza è
destinata a fare giurisprudenza, a co1992-93
stituire un punto di riferimento in ogni
Diventiamo maggiorenni
altra contrapposizione legale del ge-
Sul Notiziario 3/1993 troviamo una
Traversata Zuoz-Zernez, 2010 (foto Domenico Pullano)
luta e organizzata da Peter Koradi e
nere…” Correva l’anno 1997.
buona nuova: “…da quest’anno il no-
stro sci di fondo è stato elevato al
La stampa sociale
rango di “Scuola Nazionale” di sci di
Il Notiziario sezionale reca costante
fondo escursionistico, un ambito ri-
testimonianza dell’attività del gruppo
conoscimento che corona il lavoro, la
fondisti; rileggendoli ne viene quasi
professionalità e la preparazione dei
un’antologia. Il filo conduttore è di-
nostri responsabili sezionali premia-
spiegato dal presidente Stefano Vi-
ti tra l’altro ogni anno da un sempre
mercati, trama e ordito sono sottesi
maggior numero di partecipanti, tra
dalle abili mani di brave collaboratrici:
cui molti giovani…”
in mezzo a tante donne, e per lui è come essere in casa, un pezzo da 90
Come in tutte le saghe che si rispet-
che ritroveremo in altro spazio della rivista.
tino, non mancano nemmeno i guai
Ci mancherà la cronaca della prossi-
con la giustizia. Durante una lezione
ma TreGiorni già prenotata da Giorgio
a Cogne un nostro istruttore viene in-
Pisati; purtroppo all’amico non è ba-
vitato in caserma dal maresciallo dei
stato il tempo.
carabinieri: su denuncia dei locali ma-
Da segnalare per la bellezza e la ri-
estri gli si contesta “l’esercizio abusivo
levanza storica due articoli apparsi sul
di professione di maestro di sci senza
n.1-2008 che invitiamo a rileggere:
l’abilitazione FISI”. Processo e con-
Dino Piazza - La nascita dello sci di
danna: multa di lire 500.000 più spe-
fondo al Cai Lecco nei ricordi di un
se processuali. Il caso ha una enorme
fondatore; Annibale Rota - Battesimo
rilevanza per tutto il Cai, che da sem-
del gruppo sci di fondo escursionisti-
pre si avvale di Istruttori Sezionali per
co.
50
Sci di Fondo
Un paio di aneddoti “Pastore svizzero investito da scia-
tore italiano”. Potrebbe essere un tito-
servizio svizzero. Istruzioni: mollare i
La Scuola e gli Istruttori
bastoncini, tentare di galleggiare sulla
Lo schema formativo, ricorda Mar-
neve, proteggere bocca e naso con le
co Bianchi da molti anni direttore della
mani onde evitare di ingurgitare neve
Scuola, non ha subito sostanziali mo-
e creare una piccola camera d’aria per
difiche, salvo qualche aggiornamento
respirare, se possibile scavare ver-
derivante dall’evoluzione tecnica e
so l’alto; già, ma da sommersi come
tecnologica.
si individua dove sta l’alto? semplice, facendosi pipì addosso!
Gli allievi vengono accolti il mattino avendo cura di creare un ambiente piacevole, dove possano sentirsi a
lo della “Gazzetta di Lenzerheide” (?!).
ammaccato, rifiuta soccorso perché
Cronaca: gruppetto fondisti italiani
asserisce che fra gli amici ci sono due
scende da Capfeders a folle velocità
medici.
per stretta e ripida pista nella bosca-
Il buon Clorindo, che per sua sfor-
glia. Un bell’esemplare di pastore sviz-
tuna è il primo della pattuglia, infor-
zero di quattro anni, seguito a rego-
ca in pieno il cane; gli altri si buttano
lamentare distanza di 20 metri dalla
nella neve onde evitargli altri danni (al
proprietaria, attraversa la loipe mentre
Clorindo). Stoicamente raggiunge il
l’incauto sciatore proviene dalla sua
primo paese dove verrà raccolto dal
destra senza dare precedenza. L’im-
nostro pullman. Poteva andargli anche
patto è inevitabile. Dopo il violento
peggio; è di tempra buona, ma la sua
urto il pastore si accuccia mugolando.
stagione finisce lì.
Lo sciatore, pure lui apparentemente Presidente e accompagnatori sezionali in Val Casies, 2011 (foto Chiara Spinelli)
Una sentenza storica
di slavine, viene chiusa dall’efficiente
Come funziona la macchina
loro agio e coltivare rapporti di ami-
organizzativa
cizia, non di competitività. Gli istruttori
Il presidente del gruppo
sono un riferimento tecnico e orga-
Preciso e fine organizzatore,
nizzativo, ma non solo; fino al ritorno
puntuale e cortese esattore,
a Lecco si mettono in gioco con larga
Cicerone dai modi
disponibilità per risolvere i problemi di
sempre garbati, di chi parliam? diciamo,
tutti e di ognuno. Le lezioni sulla neve durano tre ore,
di Stefano Vimercati.
compresa l’escursione di 5-10 km per
Per te giunto è il
mettere in pratica quanto appreso,
gran momento
rifacendosi alle metodologie oramai
Di svelare qual è
collaudate proposte dal Cai centrale e
il santo del bel tempo!
all’esperienza acquisita sul campo. Ognuno dei sei Istruttori guida un
Con questa strofetta pennellavo
gruppo di sette/otto allievi; tre gruppi
la figura di Stefano Vimercati in una
imparano e si perfezionano sul passo
scherzosa Giullarata alla fine del 5°
classico, gli altri tre sul passo pattinato.
Corso. Lo conoscevo da un paio d’anni
Statisticamente fra i principianti del
e mi metteva un poco di soggezione.
primo corso c’è un avvicendamento
Mi si perdoni l’autocitazione, ma a di-
del 50% circa; quelli che rimango-
stanza di un quarto di secolo aggiun-
no non vorrebbero più cambiare aria
gerei solo un dettaglio non irrilevan-
e restano nella scuola fino a quan-
te: la sua profonda umanità. Stefano
do vengono “spinti” nel gruppo degli
vive questa esperienza quasi fosse
amatori.
una paternità collettiva: partecipa alle
Oltre a Marco Bianchi, sono Istrut-
vicissitudini di ciascuno con discre-
tori titolati Paola Monti e Giuseppina
zione; sempre vigile; è un riferimento
Ietto, mentre Giovanni Bolis, Salvatore
sicuro, non ritira mai la mano. Forse le mie parole sono inadeguate e insufficienti, ma vogliono essere un sincero grosso “grazie” alla persona che non
Sci di Fondo
51
EDILIZIA A 360°
A Zuoz, la foto di gruppo dei 20 anni (foto Massimo Di Stefano)
Bucca e Franco Pozzoni sono Istruttori Sezionali.
reca il motto: “mett sott negott”. Mimmo Pullano, capo del gruppo
contrabbandano il tutto per mirabolanti nuovi modelli.
La formula organizzativa funziona
degli scalmanati, ha il suo bel daffare
Chissà se l’attuale situazione di crisi
molto bene con soddisfazione degli
a correre su e giù; è paziente e forte,
favorirà il ritorno a produrre materiali
allievi e pure dei maestri, che possono
riesce a non arrabbiarsi mai; talvolta
di buona qualità a prezzi ragionevo-
fieramente affermare: “non c’è nulla
penso sia andato a scuola dai bonzi.
li; le pratiche sportive sono utili agli
da cambiare”. Il loro sogno è di vedere
Di questi tempi non farebbe carriera
uomini e non al cosiddetto mercato,
qualche giovane frequentare il Corso
in politica, perché occupa il suo spazio
mostro che ingoia risorse e ben poco
biennale per Istruttori Cai.
con spirito di servizio.
rende in cambio.
Gli Amatori
Il nuovo accompagnatore Danie-
Il racconto dei primi trentanni po-
Caratteristica fondamentale dell’a-
le Colombo si sta inserendo bene nel
trebbe a lungo proseguire: schizzare
matore di classe è un certo anarchi-
gruppo intermedio: lo attende una
fatti, personaggi, momenti di vita, ri-
smo. Oddio, non è richiesto all’atto
lunga carriera.
chiederebbe ben altro spazio, ma qui ci
dell’iscrizione, ma nei fatti così è. Sci
interessava solo brevemente offrire la
ai piedi e via…
vicenda di un gruppo e del suo modo
Gli Accompagnatori Sezionali re-
Raffrontando i 30 anni del Gruppo
di essere. E vorremmo trasformare la
stano in carica a vita. Giacomo Piazza
Sci di Fondo ai 140 della Sezione si
narrazione nell’invito a intraprendere
segue e talvolta “solleva” quelli che si
potrebbe dire che a tutt’oggi ha l’età
un’esperienza che dona soddisfazioni
accontentano del giretto; in più rico-
di uno sbarbatello ancora in crescita.
a ragazzi, giovani e vecchi: basta farsi
pre il delicato incarico di Gran Can-
Si fa sempre il pieno, ma al momen-
una bella sudata a 10/15 gradi sotto-
tiniere che svolge con competenza
to non si intravvede una gran folla di
zero e divertirsi faticando un pochino.
persin superiore a quella di maestro
neofiti smaniosi di precipitarsi sugli
A tutti, arrivederci sugli sci. Incon-
sciolinatore: il suo stemma araldico
scietti, fors’anche perché il costo delle
trandosi in boschi incantevoli, ve lo
attrezzature ha raggiunto livelli inso-
giuro, è bello e gratificante scambiarsi
stenibili. Pur di alzare il prezzo, ogni
il saluto con un festoso: ciao, grütsi,
anno i produttori cambiano serigra-
buongiorno, hola, GrüßGott, hello!
52
Sci di Fondo
fia, qualche dettaglio insignificante e
DIVISIONE CERAMICHE DIVISIONE MATERIALI EDILI DIVISIONE COPERTURE
● LECCO
Esposizione, Magazzino, Uffici: Via Toscanini, 11 tel. 0341 420209 Fax 0341 422658 info@invernizziceramiche.it
● MONGUZZO
Esposizione, Magazzino, Uffici: Via Valassina, 20 Tel. 031 650203 Fax 031 651527 edilizia@invernizziceramiche.it
● OSNAGO
Esposizione, Magazzino, Uffici: Via M. della Librazione, 12 Tel. 039 8947490 Fax 039 8947491 osnago@invernizziceramiche.it
● OGGIONO
Filiale Espositiva: Via Longoni, 26 Tel. 0341 263026 Fax 0341 575184 espo@invernizziceramiche.it
OMAGGIO A ...
Gianfranco Anghileri L’autore dello scritto che riproponiamo è quel “giovinotto” che sfoggia una capigliatura ondulata di elegante candore, arguto, battuta frizzante sempre pronta. E’ il saggio che ascolta osserva parla ma non giudica, l’uomo che chiunque amerebbe avere quale amico. Iscritto al Cai da settanta anni, a venti già Ragno della Grignetta, Guida Alpina, Istruttore Nazionale di Roccia, Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo, Direttore negli anni ’60 dei Corsi roccia dei Ragni. Eclettico alpinista con intensa attività in montagna avvolta da un innato riserbo, lo vediamo sgusciare veloce sugli sci e affrontare con eleganza le più ripide discese come se dicesse: - ma so fare ben altro! Son certo che quando Gianfranco leggerà queste righe mi tirerà dietro una sfilza di saette, ma oramai è tardi, sono stampate. Con stima e ammirazione. r.b.
E TU, RAGAZZA, CHE TUTA INDOSSI? Chiacchierata semiseria sullo sci di fondo Cara Adriana, mi dici di parlarti un
ratura sul cruscotto del pullman e poi
po’ dello sci di fondo. Non penso di
vanno, nel nome di Dio, mettendocela
essere la persona più adatta, comun-
tutta ed accontentandosi di quel poco
que ci provo, anche se, sono certo,
che sanno fare.
queste ultime. Ho suddiviso le tute femminili in tre categorie : MF –SB – LS . Categoria MF : mozza fiato, le in-
ne uscirà qualcosa di molto leggero.
Fare fondo vuol dire spingere, im-
dossano sciatrici velocissime, con
Il “fondo” non è un gioco: fare fon-
pegnarsi, faticare: se non sudi io dico
faccia cattiva, alte, segaligne, non ce
do è una cosa seria! Si comincia con
che non stai facendo fondo, ma vai a
ne è una che porti non dico la sesta,
il dover “indovinare” la sciolina e qui
spasso con gli sci ai piedi. Visto così,
ma almeno la prima o la seconda, sono
i problemi non mancano, perché devi
si può pensare sia solo roba da ma-
piatte come assi da stiro, hanno sem-
tener conto della temperatura, del tipo
sochisti, ma non è vero, perché è tanta
pre fretta, sono sempre di corsa, dove
di neve, devi prevedere se verrà più
gioia di vivere, lavori in un ambiente-
vogliono andare lo sa Dio, comunque
caldo o più freddo…
meraviglioso, provi il piacere di scivo-
è meglio che se ne vadano perché mi
lare via leggero e veloce, respirando
sembrano poco socievoli.
Ci sono i maghi, quelli con il termometro in tasca, che sanno tutto: quelli
aria pura a pieni polmoni. Per fare fondo si indossano indu-
questo modello è indossato dalle at-
tempo che verrà e la coprono con una
menti particolari, o meglio, li indos-
lete, ed io vorrei vederlo da vicino
da usare subito, e cosi via.
siamo noi uomini, perché quelli che
questo indumento, ma sono convinto
Sono gli stessi che sempre si la-
indossano le signore, non sono indu-
che non abbia le solite taglie S, M, L,
mentano perché la neve è cambia-
menti, ma evidenziatori. Solo le don-
ma lo vendano in un barattolo, come
ta, perché è venuto il vento, gli sci
ne potevano essere tanto perfide da
la vernice : se lo pitturano addosso, lo
“scalciano”…E poi ci sono le persone
inventare cose del genere. Anche gli
lasciano asciugare, e sono vestite. Hai
normali, i peones, come sono io, che
uomini portano pantaloni attillati, ma
presente Eva Kant, la donna di Diabo-
si accontentano di leggere la tempe-
se lo stesso indumento lo indossa un
lik? Ecco, fatte le debite proporzioni, ne
uomo, è una “braga”, su una donna
salta fuori una roba quasi così. Hanno
diventa un fuseau. Avendo vissuto da
solo quello, ma per essere ancora più
sempre in un ambiente al femminile
carogne, in vita si mettono una cintu-
per nove decimi, preferisco parlare di
ra con borraccetta che immagino sia
Sci di Fondo
o che il trenino rosso passandoti ac-
piaceri del gentil sesso restano con-
Categoria LS : lasciami sognare;
canto ti saluti con il suo fischio acuto.
finati nell’arco che va da qualche casta
queste sono le donne che in città
E’ una cosa meravigliosa ma dura
galanteria, al sorprendersi intento ad
sanno portare anche la gonna, non
poco, perché dopo un po’ il demo-
accelerare il passo al solo fine di non
sono “Rambo” hanno la loro brava
ne dell’agonismo ti riprende e torni a
perdere di vista (come dicono gli ar-
giacca a vento, e lo zainetto o il mar-
spingere come un maledetto.
chitetti) il “prospetto tergale” di qual-
supio con tutte le cosine che possono
In mezzo a tutto questo ben di Dio
che ben assortita grazia femminile.
servire. Sono le mie preferite: a que-
tu pensi si possa perdere la trebisonda,
Riassumendo, cara Adriana, per il
ste ti puoi accodare e seguire senza
ma stai tranquilla, le pulsioni del vec-
Gianfri il fondo è tutto qui: gioia di
andare in affanno; ti puoi guardare in
chio satiro soggiacciono oggi come
vivere, sudore, sciolina, tute ed adre-
giro e rimirare le montagne ascoltan-
ieri all’etica inflessibile di un marito
nalina.
do la voce di Dio che ti parla, puoi so-
sempre innamorato ed ancora fede-
gnare e sperare, come a volte accade,
le, pertanto, anche nel giro dello sci,
che dal bosco esca qualche cerbiatto,
come ho letto da qualche parte, “ i
di Gianfranco Anghileri Articolo già pubblicato su Notiziario Cai Lecco n. 3-2009
con Linee Lecco GiRi LA ciTTà e RiSPeTTi L’AMBienTe Azienda certificata UNI - EN ISO 14001:2004
Categoria SB : sesso e borraccia;
che mettono sotto una sciolina per il
54
sempre vuota, però fa un bel vedere.
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SOTTO IL SOLE DELLA GRECIA
In montagna nelle isole del Dodecaneso
VIENI IN MONTAGNA CON NOI CALENDARIO GITE SOCIALI 2013
a cura di Domenico, Giuliano, Roberto, Corrado, Beppe Il monte Kali Limni
di Luigi Colombo Di solito, quando si parla di vacanze nelle isole della Grecia, si pensa al mare, a spiagge dorate o rocciose. Ma nelle isole si possono trovare anche interessanti itinerari per escursioni e ascensioni in montagna. Le altitudini sono modeste, mille metri o poco più; bisogna però tenere in considerazione che le partenze avvengono da quote molto basse, spesso da pochi metri sopra il livello del mare; il dislivello c’è comunque. Molte isole offrono anche la possibilità di effettuare interessanti percorsi di trekking, su sentieri spesso molto ben segnalati. Una di queste è Karpathos, nel Do-
1 h 15’. Spettacolare il panorama, con
La cima più alta dell’isola è il monte
vista quasi a 360 gradi delle coste, e
Kali Limni, 1215 m s. l. m. Per arrivarci si
della vicina isola di Kasos. Si dice che,
deve raggiungere il villaggio di Lastos,
in giornate particolarmente limpide, si
nel centro dell’isola. Dal capoluogo Pi-
riesca a vedere anche Creta.
gadia si prende la litoranea orientale
In alternativa, è possibile salire il Kali
in direzione Mesochori fino a un bi-
Limni partendo dal villaggio di Lefkos,
vio per Pyles e Othos; da quest’ultima
sulla costa orientale, poco prima di
località si devia a sinistra per Lastos.
Mesochori, con un percorso decisa-
Tutte le strade di accesso sono asfal-
mente più lungo (2 h 30’), partendo in
tate e in ottime condizioni.
pratica dal mare. Il percorso è segna-
Si parte proprio dove termina la
lato (sentiero n. 13), e si snoda quasi
strada asfaltata, dove c’è una taver-
interamente fra pinete di pino marit-
na, a circa 550 m s. l. m. Il sentiero
timo.
è molto ben segnalato, con bolli neri
Se vi capita di andare in vacanza a
e rossi e ometti (uno ogni 10 – 15
Karpathos, mettete in valigia anche un
metri; impossibile sbagliarsi). Nel pri-
paio di scarpe da trekking; vi assicuro,
mo tratto si sale in mezzo a cespugli
ne vale la pena
di timo in fiore; poi, mano a mano che
decaneso. L’isola è molto bella e selvaggia; è prevalentemente montuosa, con rocce calcaree di origine da sedimentazione
si sale, il sentiero diventa sempre più
Cartografia: SKAI MAPS, foglio n.
ripido, ma senza particolari difficoltà
345 – Karpathos – Kasos, 1:60.000.
(E) fino a raggiungere la croce della
La carta è facilmente reperibile in loco.
vetta. Tempo impiegato per la salita:
sottomarina nella parte nord e nordovest, ottime anche per interessanti
Domenica 7 aprile Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Val Breggia, Gole della Breggia (Canton Ticino)
Domenica 1 settembre Passo Julier – Capanna Jenatsch. In alternativa Piz Umbrail
Domenica 21 aprile Via della transumanza,Val Bavona (Canton Ticino)
Domenica 15 settembre Val Formazza
Domenica 5 maggio Rifugio Alpetto in traversata da Dirinella a Zenna (provincia di Varese)
Domenica 29 settembre Val Bedretto – Gottardo
Sabato 18 e Domenica 19 maggio Rapallo - Montallegro - Chiavari - Bedonia Domenica salita al Monte Maggiorasca, 1799 m Domenica 2 giugno Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Salita al Monte Generoso dal versante svizzero accompagnati da una guida naturalistica del CAS
Domenica 20 ottobre Continuando a camminare sulle nostre montagne: Passo del Cammello – Piani d’Erna – Pian del Fieno e sosta alla capanna Stoppani per la castagnata sociale
Domenica 9 giugno La grande traversata del Monte Baldo in collaborazione con gli amici della SEL
Domenica 10 novembre Chiusura gite in prima ipotesi presso rifugio Lecco ai Piani di Bobbio. Aspettiamo proposte
Domenica 16 giugno Sulle orme dell’Abate Antonio Stoppani Via dei Trovanti (Triangolo Lariano)
percorsi di arrampicata, mentre la parte più meridionale è essenzialmente costituita da lastre di arenaria, talvolta
Domenica 23 giugno Terzo Raduno sezionale ai Piani di Bobbio presso Rifugio Lecco
alternate a strati argillosi. Le cime principali superano di poco i mille metri, e nel versante nord e nord-ovest sono ricoperte da fit-
Domenica 30 giugno Capanna Segantini (Engadina)
te pinete di pino marittimo e arbusti di macchia mediterranea. Notevole la
Alpi.
56
Escursionismo
Panorama dal monte Kali Limni
idealmente i rododendri delle nostre
“
Come l’universo, come la vita, anche la bellezza della natura è un mistero. Ma qualunque sia l’interpretazione… la bellezza della natura è l’ultimo messaggio spirituale nella vita di oggi (George M. Trevelyan, storico inglese)
presenza di timo; i suoi fiori violetti a cespugli, profumatissimi, sostituiscono
Domenica 13 ottobre A spasso sulle nostre montagne Mandello – Era – Alpe Cetra
Sabato 13 e Domenica 14 luglio Piramide Vincent (Monte Rosa) In alternativa Domenica 14 Maloja-Passo Grevasalvas-Veduta Domenica 28 luglio Valpelline
Escursionismo
” 57
SUI MONTI SIBILLINI
Il trekking del GEO attorno alla grotta della Sibilla
di Marcello Sellari
A
vete mai sentito parlare di
finalmente poteva svelarsi alla prin-
Guerrin Meschino?
cipessa che amava in segreto. Ma qual-
prima dovette sfuggire alla maga
che ricordo personale, vi dirò che
che abitava la grotta e che si era in-
quand’ero bambino seguivo le sue
vaghita di lui.
Se
permettete
gesta nel teatro dei pupi siciliani. Ca-
Dalla grotta
della Sibilla (luogo
valiere senza macchia e senza paura
sede di un oracolo anche al tem-
non conosceva però le sue origini
po dei Romani) traggono dunque il
(era infatti stato rapito da bambino
nome i Monti Sibillini. Ma della grot-
e condotto in schiavitù alla corte del
ta rimangono oramai poche tracce
Sultano turco) per cui si mise a gi-
a causa dei crolli avvenuti nei secoli
rare il mondo interrogando ovunque
(naturali e provocati dall’uomo), non
oracoli e maghi. Giunto sugli Appen-
vale quindi più la pena andarla a vi-
nini alla grotta della Sibilla, finalmen-
sitare.
te seppe di essere di nobili origini,
24/07 Viaggio di andata
cortesia. Il rifugio è proprio ai piedi
li cani pastore. Questi sono di due
no alle 07:50. Breve sosta a Visso
mo un ampio giro nella Val di Bove e
Siamo solo in dieci: l’idea di dor-
del Monte Vettore in mezzo a dolci
razze: quella di pelo scuro controlla
dove incontriamo Silvio Cignolo del
poi saliamo in vetta al Monte Bicco
mire in rifugio ormai tiene a casa
e isolati pendii che ispirano pace e
il gregge durante la giornata, mentre
CAI di Ancona che ci farà da guida.
per la sua cresta Ovest. Escursione
Giacomucci ci viene a prender alle
molti “Geeini”. Molti sono poi però
tranquillità. La sistemazione è spar-
bianchi pastori maremmani di gior-
Da Visso sempre in bus per Fron-
un po’ faticosa nel primo tratto, di-
09:00 accompagnato da un nipo-
anche i pentiti quando sentono il
tana, ma le camerate sono pulite.
no dormono e la notte montano di
tignano da dove iniziamo la nostra
vertente con qualche facile passag-
tino di 10/11 anni. Con il nostro bus
guardia contro ladri e predatori. In
escursione alle 09:25.
gio su roccia, sulla cresta.
saliamo sin in vetta al Monte Conero.
racconto del trekking.
Si parte in
orario alle 06:00. Alle 08:10-08:35
Fa abbastanza freddo, tant’è vero che i termosifoni sono accesi.
sosta all’area di servizio di S. Martino
Il rifugio è in ristrutturazione e tra
Ovest con un tempo bello e fresco.
un paio di anni potrà offrire un am-
Nuova sosta alle 10:25 a Rubicone
biente più confortevole.
zona, ci dicono, c’è anche un branco di 6/7 lupi.
L’escursione che faremo è leggermente diversa da quella program-
Giornata serena e più calda della precedente.
27/07 Escursione nel Parco del Conero e viaggio di ritorno
Visitiamo la chiesa di S. Pietro, poi a piedi imbocchiamo un sentiero nella
la vetta del Monte
Scendiamo poi alla partenza della
macchia mediterranea che offre, qua
poter ammirare una volpe che viene
Bove Nord e la cresta che lo collega
seggiovia dove arriviamo alle 12:55.
e là, scorci sulla costa del Conero, in
a prendere il cibo da una ciotola che
al Monte Bove Sud sono precluse
Sosta per un parco snack e poi ri-
particolare sui due faraglioni chia-
le viene lasciata fuori dal rifugio.
agli escursionisti in estate in quanto
entro a Frontignano in seggiovia. Da
mati “le due sorelle” e sul promonto-
zona di ripopolamento di stambec-
Frontignano non rientriamo più al ri-
rio di Numana e Sirolo; in poco meno
Noi la sera abbiamo la fortuna di
mata perché
Ovest, dove ci offriamo in autono-
In attesa della cena facciamo una
mia un aperitivo a base di Prosecco
puntata a Castelluccio, dove com-
(Romolo) e Negroni (preparato da
priamo sacchetti delle sue famose
Alessandro), “amuse-gueule” prepa-
lenticchie e altri cereali, e a Norcia.
26/07 Escursione
chi e camosci. I camosci però non lo
fugio di Forca di Presta, ma andiamo
di tre ore, raggiungiamo la spiaggia
rati da Mariarosa a base di salamino,
A Norcia visitiamo una mostra fo-
Val di Bove – Monte Bicco
sanno e infatti un piccolo branco ci
all’Hotel Touring di Falconara dove
di Sirolo. Abbiamo quindi l’occasione
pecorino sardo e pane carasau. Si
tografica della piana di Castelluccio
Siamo partiti in bus per Frontigna-
controlla da vicino. Pertanto faccia-
arriviamo alle 17:15 circa.
di fare un bel bagno (la giornata è
riparte alle 11:30.
che in tarda primavera è un tavoloz-
Alle 13:35 arriviamo a Grottamare
Giunti in albergo salutiamo Silvio che ha un po’ fretta di tornare a casa.
za di fiori dai diversi colori.
molto calda) e di mangiare qualcosa in un piccolo bar sulla spiaggia.
Ottima cena in rifugio. Piatto for-
Scopriamo che è nonno di 5 nipo-
Purtroppo non siamo potuti scen-
in fondo al lungomare verso Nord, in
te sono le zuppe di lenticchie (ov-
ti che stanno passando l’estate da
dere alla spiaggia delle “due sorel-
una bella palazzina bianca, là dove la
viamente di Castelluccio) e di ceci
lui e che oggi sono stati affidati alle
le”, perché un’ordinanza del sindaco
strada lascia il mare con una curva a
con castagne. Viene servita anche
cure della sola nonna. Comprendia-
ne ha chiuso il sentiero di accesso.
sinistra per passare sotto la ferro-
una pantagruelica grigliata di ottima
mo quindi il motivo della sua fretta e
Il sentiero in effetti si presenta ab-
via (consigliato da un’amica che ha
carne. La cuoca è la moglie del ge-
apprezziamo ancora di più il tempo
bastanza ripido e richiede scarpe da
conoscenze nei paraggi, amica che
store; servono in tavola con molta
che ci ha dedicato. Non siamo però
trekking, mentre abbiamo visto in
purtroppo per un fastidioso mal di
gentilezza due giovani ragazze che
lasciati soli e Renato Giacomuc-
giro, more solito, gente con le in-
schiena ha dovuto rinunciare al trek-
vengono da un paese dell’ex Jugo-
ci, altro socio del CAI di Ancona, ci
fradito. In passato pare vi sia stato
king e non è con noi). Pranzo ottimo,
slavia.
aspetta in albergo, ci terrà compa-
qualche incidente. Terminato bagno
gnia questa sera e ci farà da guida
e colazione, in dieci minuti saliamo
domani.
sulla strada e chiamiamo Pippo, il
ovviamente a base di pesce, a prez-
Dormiamo tutti bene.
zo modico (26 € bevande com-
Sulla spiaggia del Conero
con sosta al ristorante Kursal situato
Dopo una bella doccia salutare e
nostro autista, che viene a prenderci.
un confortevole riposino, ancora una
Salutiamo Renato Giacomucci e
25/07 Escursione al
le vongole e asparagi di mare. Alle
Monte Vettore
15:55 ripartiamo; alle 16:45 siamo ad
Partiamo dal rifugio alle 09:00.
volta andiamo a cena in un bel risto-
Ascoli Piceno. Dedichiamo un’ora ad
Raggiungiamo il rifugio Tito Zelioli
rante sul mare. Il ristorante si chiama
Viaggio con traffico scorrevole.
una breve visita dei suoi monumenti
(incustodito, aperto solo locale in-
“Il Ristorantino” ed è ben conosciuto
Sosta a Modena per un breve snack
principali, senza trascurare lo storico
vernale) alle 10:45 e la Sella di Ciau-
dal CAI di Ancona che lo frequenta
ed alle 20:30 circa siamo di nuovo
caffè Meletti famoso per il suo sti-
le alle 10:55, alle 11:35 arriviamo in
sovente. È a Marina di Montemar-
a Lecco. Fa molto caldo. Noi abbia-
le Liberty e la sua anisetta che non
vetta tutti.
ciano, verso Nord venendo da Fal-
mo avuto la fortuna di effettuare il
Tempo: sereno con nebbia a ban-
conara, in Lungomare Marina. Anche
trekking nei primi giorni di bel tempo
Alle 17:45 siamo finalmente al ri-
chi che saliva dal mare coprendo a
qui cena veramente pantagruelica di
successivi a una settimana di piog-
fugio ANA di Forca di Presta, dove
tratti il sole. Fresco. In vetta c’è ven-
ottima qualità, anche se meno raffi-
gia, riuscendo quindi a godere di
veniamo accolti con gentilezza e
to e fa quasi freddo. Rientrati al rifu-
nata di quella di Grottamare. Spesa
temperature gradevoli.
manchiamo di gustare.
gio a Forca di Presta alle 14:05
60
Gruppo Età d’Oro
I pendii del Vettore sono pascolo per greggi di pecore custodite da pastori macedoni e da ammirevo-
In vetta al monte Vettore
prese). Vi consiglio spaghetti con
partiamo per Lecco.
35 € a testa per pranzo completo, bevande comprese.
Gruppo Età d’Oro
61
A PICCOLI PASSI
C
Al centro dell’attenzione – in un’ot-
anche alle famiglie con bimbi di 3 o
Dal mese di maggio partirà infatti
tica nuova per il CAI – saranno po-
4 anni di età, le attività, gli itinerari, le
S
“FAMILY CAI”, un programma di at-
sti il nucleo famigliare ed il rapporto
tività pensato ed organizzato specifi-
on l’arrivo del nuovo anno si
avvicinare alla montagna. A “piccoli
rinnovano le proposte per i
passi”, ovviamente.
Soci.
iniziative che verranno proposte. Per permettere la frequentazione
LAVORO E MONTAGNA
abato 5 ottobre 2012, presso
sigenazione) a carico di più distretti
l’Aula Magna dell’Ospedale A.
vascolari.
Manzoni di Lecco, si è svol-
Nel corso del convegno sono sta-
to un convegno dal titolo “Lavoro &
ti presentati, fra l’altro, i risultati di un
mete e gli argomenti saranno scelti
Montagna, insieme per l’alta Sicurez-
recente studio sperimentale condot-
genitori-figli; lo sviluppo delle capa-
espressamente a “misura di bimbo”;
za”.
to in laboratorio su persone esperte
catamente per coinvolgere le famiglie
cità genitoriali di gestire l’esperienza
con uscite nel circondario, sempre a
Organizzata dall’azienda ospedaliera
nell’uso di imbrago (fra cui alpinisti,
di Soci con bambini che si vogliano
nei suoi vari aspetti e di coadiuvare
contatto con la natura, e con l’inten-
di Lecco in collaborazione con l’Asl di
soccorritori e guide alpine) e soggetti
i figli anche nelle pri-
to di far percorrere ai più piccoli facili
Lecco e l’Università di Milano Bicoc-
di controllo, atleti e non.
me “avventure” in spazi
sentieri e far scoprire loro luoghi che
ca, la giornata di studi si è concentrata
Tutti sono stati sottoposti a test di
aperti ed in ambiente
permettano di divertirsi e di fare le
sul rischio di sviluppare la sindrome da
sospensione passiva e a valutazione di
montano;
prime esperienze nell’ambiente mon-
sospensione inerte nei lavoratori che,
parametri respiratori, cardiovascolari,
termia, lo stress. Il tutto finalizzato a
tano.
come gli alpinisti, svolgono la propria
cerebrali e muscolari.
individuare le misure di prevenzione
l’accresci-
mento della voglia e delle capacità dei ge-
Troverete tutte le informazioni utili
mansione sospesi in fune con l’ausi-
Prodromi di eventi sincopali du-
più corrette per ciascun lavoratore e a
nitori di trasmettere ai
per partecipare alle iniziative del FA-
lio dell’imbrago (antennisti, lattonieri,
rante il test di sospensione passiva
elaborare linee guida di emergenza in
piccoli le nozioni base
MILY CAI e le date delle escursioni in
posatori di tetti, disgaggisti, boscaio-
sono stati osservati nel 10 per cento
caso di evento sincopale in imbrago.
e le conoscenze utili
segreteria e sul sito internet sezionale.
li, soccorritori estremi…): in seguito a
delle persone esaminate; gli individui
Il convegno è stato anche l’occa-
caduta, questi soggetti possono in-
sintomatici si sono caratterizzati per
sione per ricordare la figura del dot-
correre in un evento di tipo sincopa-
una ridotta ossigenazione cerebrale;
tor Giorgio Pisati, socio del Cai Lecco,
le con perdita di coscienza ed esito
esperienza nell’utilizzo dell’imbrago
che, come responsabile della struttura
talvolta fatale.
e livello di allenamento aerobico non
di Medicina del Lavoro dell’ospeda-
Le prime segnalazioni sull’argomen-
hanno influenzato il tempo di com-
le di Lecco, si è impegnato a fondo
to risalgono a 30 anni fa e arrivano
parsa della sindrome da sospensione
nella conduzione di ricerche sul tema
proprio dal mondo alpinistico: casi di
inerte.
del lavoro in altezza e, fino all’ultimo,
ad affrontare in auto-
(A. Spreafico)
sufficienza le singole
LA TERZA EDIZIONE DI MONTI SORGENTI
L
a terza edizione di “Monti Sorgenti” (maggio 2013), pur contraddistinguendosi come le
precedenti per la multidisciplinarietà delle iniziative, avrà per la prima volta un tema centrale: il ricordo di Walter Bonatti. Alla grande figura dell’alpinista
62
Appuntamenti
e dell’uomo verranno dedicate due
come detto, troverà spazio un mo-
serate specifiche, una con materia-
mento teatrale: nel ricordo di Walter
li inediti proposti dalla sua compagna
Bonatti, il mondo della montagna e il
Rossana Podestà e la seconda con una
pensiero di un suo protagonista rivi-
rappresentazione teatrale di Teatro
vranno in maniera intensa. Rimarranno
Invito. Anche le altre manifestazioni
un piatto forte gli appuntamenti con la
saranno attraversate direttamente o
serata “In maglione rosso” del gruppo
indirettamente dalla figura di Bonatti
Ragni e la proiezione di tre film pro-
e ci porteranno a risentire il profumo
venienti dai migliori film festival della
della coerenza del suo pensiero.
montagna.
“Monti Sorgenti” vuole quindi fare
predisponenti di tipo individuale e pe-
si; all’autopsia era stata documentata
sare il ruolo che sul campo possono
una condizione di ipossia (ridotta os-
svolgere fattori come la quota, l’ipo-
C
(A. Baruffini)
SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI ria); comune è l’obiettivo di sviluppa-
rapporto fatto di curiosità scientifica
è il titolo di un progetto in-
re nel biennio 2012-2013 una rete di
ma anche di emozioni e di passione
terreg (programma operativo di coo-
itinerari di turismo culturale fra Lom-
per il bello, grande divulgatore del-
La presentazione dei libri sarà resa
perazione transfrontaliera Italia-Sviz-
bardia e Canton Ticino.
le proprie conoscenze ed esperien-
più leggera con la proposta di un mo-
zera) che nasce dalla collaborazione
Il percorso ideato dal CAI per Le vie
mento musicale, curato dal gruppo
del CAI di Lecco con altre due asso-
dei Monti ruota intorno alla figura di
Born by Chance, e recitativo.
ciazioni del territorio, Mikrokosmos e
Antonio Stoppani (1824-1891), fon-
Associazione Amici dei Musei. I temi
datore e primo presidente della se-
trattati sono diversi (Le vie dell’acqua,
zione di Lecco, geologo, naturalista e
la nostra città di Lecco: vuole ridare
di Mario “Boga” Dell’Oro.
dell’alpinismo
lecchese
le idee e anche nel 2013 non poche saranno le novità. Per la prima volta,
appesi alla corda in attesa dei soccor-
nell’organizzazione di questa giornata.
vise d’arte, storia e tradizioni:
continuerà con il recupero del ricordo
tura di Monti Sorgenti non mancano
cessari per evidenziare le condizioni
letterato, legato alla montagna da un
saluto che gli abbiamo dedicato nel-
Al gruppo che costituisce l’ossa-
a caduta non traumatica, erano rimasti
Le vie dei Monti, Le vie della Memo-
importanti
segnare.
Altri studi fisiopatologici sono ne-
onfini d’incontro. Vie condi-
La ricerca storica sulle figure più
un passo avanti rispetto a quell’ultimo
respiro al ricordo di chi ha saputo in-
morte in arrampicatori che, in seguito
(E. Aldeghi)
ze, come si evince dalla lettura de Il
Appuntamenti
63
Guida itinerario delle Prealpi Berga-
e per la scienza, con anche una sezio-
bientato sulle principali vette delle Do-
La mostra, che ha registrato una
simili. Gli elementi che li compongono,
masche compresi i passi alla Valtelli-
ne dedicata alla rappresentazione del
lomiti, è un’indagine sul rapporto uo-
soddisfacente presenza di visitatori, è
montagne, nuvole, creature, si ripetono
na pubblicata a cura delle sezioni di
personaggio nell’arte: dipinti, scultu-
mo-morte-montagna. Gli alpinisti che
stata inaugurata sabato 10 novembre
all’infinito con impercettibili variazio-
Bergamo e di Milano del Club Alpino
re, monumenti che ne conservano la
vi appaiono, generalmente soli, hanno
alla presenza del sindaco e dell’asses-
ni, come avviene nell’arte dell’Estremo
Italiano nel 1888, con prefazione del
memoria.
vissuto con quelle montagne momenti
sore alla cultura del comune di Lec-
Oriente. Le mie opere non percorrono
estremamente significativi della loro
co. Hanno partecipato Alberto Beni-
un cammino in evoluzione ma affron-
esistenza. Tutte le storie si ispirano ai
ni e Roberto Mantovani, scrittori di
tano un tortuoso sentiero di ricerca
Due aspetti qualificanti meritano di
necrologi di Dino Buzzati (pubblica-
montagna e storici dell’alpinismo, che
interiore: il senso del vivente, il mi-
essere sottolineati: la finalità divul-
ti sul “Corriere della Sera” dell’epoca)
hanno dialogato con l’artista offren-
stero della morte… con un foglio, con delle matite…”
Prof. Antonio Stoppani: una lezione magistrale che lascia trapelare tutte le componenti del complesso rapporto Bel Paese. Questa scelta vuole essere
dell’autore con la montagna.
A corollario, una pubblicazione a stampa.
anche un contributo di memoria per i
Per il 2013 è prevista un’attività
gativa e didattica del progetto rivolta
dedicati a questi uomini ma soprat-
dole lo spunto per raccontare il signi-
150 anni del CAI che ricorrono pro-
escursionistica guidata che porterà
soprattutto ai giovani e alle scuole, e il
tutto al magico rapporto dell’autore
ficato del suo lavoro: “I miei disegni,
prio nel 2013.
gruppi sezionali di ogni età su itine-
collegamento con il Club Alpino Sviz-
con le montagne”.
da sempre organizzati in cicli, pur nel
Il 2012 è stato soprattutto un anno
rari di interesse naturalistico, soprat-
zero di Lugano per uno scambio di
di programmazione, di studio, di ricer-
tutto paleontologico, alla scoperta dei
proposte culturali ed escursionistiche.
ca di contatti con associazioni e isti-
siti fossiliferi studiati da Antonio Stop-
tuzioni, con un’unica iniziativa ufficiale
pani. E’ stata inoltre programmata una
pensata come introduzione ideale al
mostra che svilupperà il tema della
progetto: la ristampa del libro storico
passione di Stoppani per la montagna
Montagne L’Epica e L’Incanto
(A. Baruffini)
ARTE E MONTAGNA
N
A BOBBIO IL RADUNO SEZIONALE 2013
nell’opera di Luisal prossimo Rota 23Sperti giugno tornerà il
I
Raduno della Sezione e, com’è ormai tradizione, si terrà ai Piani
di Bobbio con arrivo al Rifugio “Lecco”. Anche quest’anno la partecipazione al
si attenuano e gli elementi si schiari-
esplicitamente un omaggio a tutte le
raduno sarà aperta a tutti e il pro-
bre 2012 le sale espositive
scono all’avvicinarsi. Qua e là esplo-
donne”
gramma, in via di definizione, preve-
della Torre Viscontea hanno
dono gli spazi scuri dell’inconscio e della paura”
isa Rota Sperti dal titolo “Montagne: l’epica e l’incanto”, organizzata dal Cai
Ai
confini
del
derà la salita al rifugio con partenza
Dalle cattedrali della terra ai sentieri
dai piazzali delle In collaborazione confunivie di Barzio e di
del cielo. Sala Buzzati: “Il ciclo, am-
Moggio; oltre ad del unaLario serie di attività Comune di Mandello viedid’arrampicata le vie ferraCAIsulle Grigne Mandello deleLario dello Zucco Campelli gestite dagli Les te Cultures-Progetto Iride (Rongio) Libreria Mondolibri Lecco istruttori e dagli diaccompagnatori seFondazione Ercole Carcano (Mandello) zionali nonché dalle guide alpine del
cielo
Lecco in collaborazione con il Comu-
(leggende nelle Dolomiti):
ne di Lecco e il SIMUL. L’artista, che
“Carlo Felice Wolff dedicò
nella montagna ha sempre trovato la
tutta la vita a raccogliere
sua principale fonte di ispirazione, ha
le leggende delle Dolomi-
proposto tre cicli pittorici fortemente
ti. I quadri di questo ciclo
rappresentativi della sua produzione,
si ispirano ad alcune delle
da lei stessa raccontati con brevi note
storie più belle dal Lago-
che mi piace riportare a commento:
rai ai monti di Fanes. Dalle
Le montagne grandi: “Il racconto
li si dipanano le vicende
disegnato di episodi legati alla con-
di principesse guerriere,
quista delle grandi montagne. Storie
donne magiche, pasto-
antiche, legami forti fra uomini, rocce
relle; le loro storie sono
e ghiacci. La carta accoglie le matite
metafora del femminile
con morbidezza di cotone. I contrasti
universale, la loro centralità nel racconto è sottoli-
Appuntamenti
neata dall’uso del colore. Il ciclo è implicitamente ed
UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE ...
Gruppo “Ragni della Grignetta”, che verranno presentate nei prossimi mesi. Sin d’ora possiamo però anticiparvi che una particolare attenzione sarà dedicata ai più piccoli, con attività specificatamente ideate per farli av-
vette dei monti alle val-
64
variare dei temi, si rincorrono molto
el periodo ottobre-novem-
ospitato una mostra di opere di Lu-
(A. Baruffini)
vicinare alla montagna in sicurezza e divertire.
11 novembre - 2 dicembre 2012
Sedi Espositive: Lecco
Torre Viscontea, Piazza XX Settembre 3
I cicli pittorici - Le illustrazioni - I video
Inaugurazione sabato 10 novembre ore 18 con la partecipazione di Roberto Mantovani e Alberto Benini Orari: da martedì a venerdì ore 15-19 Sabato e domenica ore 10.30-12.30 15-19 Lunedì chiuso
Mandello del Lario Siete quindi tutti invitati
a parteci-
CAIpare Grigne, Riva dell’Ospizio ed Via a condividere la partecipa-
Sasso Cavallo: bozzetti e libretti cone fotografie di Alberto Locatelli zione con i vostri famigliari, amici Inaugurazione sabato 10 novembre ore 21 con conoscenti. Carlo Caccia: Conversazioni Alpine
Orari: martedì e venerdì ore 20.30-23 (A. Spreafico) Fondazione Carcano, Via Statale 7
Percorso nelle leggende con tavole e installazioni
SIRTORI -LC- Loc. Bevera - Via delle industrie, 17 - Provinciale Villasanta/Oggiono - Tel. 039.9217591 Le fotografie delle “creature” sono di Marina Gallandra Inaugurazione domenica 11 novembre ore 16 con rinfresco equosolidale Orari: da martedì a sabato ore 15.30-18.30 Domenica 10-12 15.30-18.30
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I Soci della Sezione di Lecco “Riccardo Cassin” del Club Alpino Italiano sono convocati in
ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA presso la Sala Conferenze dell’Associazione Confindustria in via Caprera n. 4 a Lecco, in prima convocazione il giorno 21 marzo 2013 alle ore 12.00 ed in seconda convocazione, con apertura della verifica poteri alle ore 20.00, il giorno
22 MARZO 2013 – ORE 20.30 per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO • Nomina del Presidente e del Segretario d’Assemblea e di tre scrutatori • Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno 2012; discussione e votazione • Relazione finanziaria: presentazione del Bilancio consuntivo 2012 e del Bilancio preventivo 2013; relazione del Collegio dei Revisori dei Conti; discussione e votazione • Rinnovo delle cariche sociali: presentazione dei candidati per l’elezione dei membri del Consiglio Direttivo, per l’elezione dei membri del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’elezione dei delegati all’Assemblea Nazionale e all’Assemblea Regionale Lombarda; apertura delle votazioni • Relazioni dei responsabili di settore sulle attività svolte nell’anno 2012 • Approvazione delle quote associative per l’anno 2013 • Varie ed eventuali La documentazione relativa ai punti indicati nell’Ordine del Giorno sarà messa a disposizione dei Soci presso la Segreteria della Sezione nonché sarà pubblicata sul sito www.cai.lecco.it, dove è altresì consultabile il vigente Statuto Sezionale. Si ricorda che, a norma dell’art. 19 dello Statuto sezionale, hanno diritto di intervenire all’assemblea tutti i Soci in regola con il pagamento della quota associativa sociale e che i minori di anni 18 non hanno diritto al voto; è ammessa la partecipazione all’Assemblea per delega ed ogni socio maggiorenne può essere portatore di una sola delega sulla quale oltre alla firma leggibile del delegante deve risultare il suo numero della tessera d’iscrizione.
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Il Segretario, Giuseppe Ferrario
Il Presidente, Emilio Aldeghi
SPEDIZIONI INTERNAZIONALI
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RECENSIONI ALPI E UNITA’ D’ITALIA di Adriana Baruffini
Gli atti del convegno “Le Alpi e l’Unità d’Italia” svoltosi a Bergamo il 22 ottobre 2011, raccolti in questo volumetto, offrono lo spunto per riflettere in modo organico e completo sul ruolo svolto dalle Alpi nel processo dell’unificazione nazionale, attraverso una serie di contributi su temi specifici. Un saggio introduttivo di Annibale Salsa analizza le trasformazioni dello spazio alpino che nel corso dei secoli hanno accompagnato le vicende della politica europea. A seconda delle visioni strategiche del momento, le Alpi hanno avuto un ruolo determinante nell’unire o nel dividere il Nord dal Sud, l’Est dall’Ovest: ruolo di “cerniera” o di “barriera”, di “confine”, etimologicamente inteso come linea di incontro fra territori e popoli, piuttosto che di “frontiera”, ossia linea di chiusura in cui entità diverse si fronteggiano e si modificano. Nel caso italiano, il passaggio da uno staterello intra-alpino, quale era il Ducato di Savoia, al Regno d’Italia ha fortemente modificato il rapporto con le Alpi che da spazio vissuto, da luogo dell’abitare, si sono trasformate in corridoio di flusso da attraversare. Le ripercussioni economiche, antropologiche e sociali di queste diverse interpretazioni dello spazio alpino sono argomento di altri contributi incentrati sul fenomeno dell’emigrazione e sugli eventi che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, sull’onda dei progressi raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia, hanno trasformato l’ambiente delle Alpi: trafori, sfruttamento dell’energia idroelettrica, industrializzazione. Un capitolo del libro è dedicato all’invenzione del paesaggio alpino in pittura, mentre due saggi rispettivamente intitolati “I figli della montagna. Percorsi letterari nella genesi di un mito guerriero” e “Su quella cima dove nessuno era mai salito. L’invenzione naturalistica del Petrarca alpinista”, offrono esempi di rappresentazione delle Alpi nella letteratura, non mancando di sottolineare la retorica e la deriva nazionalistica di cui peccano alcune delle opere esaminate. Di particolare interesse per noi è il capitolo riguardante la nascita del CAI, la cui storia è coeva e per tanti versi parallela a quella dell’Italia unificata, e lo sviluppo delle sezioni territoriali dal 1863 al 1900. Le origini dell’associazione sono ripercorse dal punto di vista di alcuni protagonisti nati nel corso dell’Ottocento e tutti attivi sia come alpinisti che come dirigenti. Un ricco corredo di note con riferimenti bibliografici consente di approfondire i singoli temi.
Oreste Forno GUARDIANO DI DIGHE – IL MESTIERE PIÙ BELLO DEL MONDO BELLAVITE editore in Missaglia
di Fabio Palma
PROBLEMI DELL’ALPINISMO E “DIAVOLETTI” di Renato Frigerio
Erano troppo bravi i nostri lontani antenati che, scrutando attentamente l’animo umano, riuscivano a scoprirne le pieghe profonde e a ricavarne, con sintesi impressionante, gli ancora attuali detti sapienziali. A noi non resta che approfittarne e ricorriamo allora all’ “ex abundantia cordis os loquitur” per sentirci persuasi che in Franco Giovannini, autore di non pochi libri e articoli sullo stesso argomento, alberga preponderante la passione per la montagna e per la sua frequentazione più audace, vale a dire l’alpinismo. Se ciò poteva apparire già chiaro con le precedenti pubblicazioni, con questo suo ultimo “Montagne e Diavoletti” sembra quasi che Giovannini abbia predisposto una sintesi complessiva dei suoi lavori per prendere in considerazione critica le molte problematiche che riguardano l’alpinismo e che probabilmente non avranno mai fine. Anche se queste spiegano le incomprensioni e i contrasti che sorgono tra chi ne pratica la disciplina, ma investono pure chi osserva le cose dall’esterno, rappresentano in certo modo il bello dell’alpinismo, mentre nel loro continuo discuterne se ne alimenta quell’interesse che contribuisce a tenerlo fortemente in vita. L’autore comunque passa in rassegna ogni cosa e, quando sembra che abbia individuato il giusto punto di equilibrio, ecco spuntare sommessa una voce che mette tutto in discussione, avanzando dubbi e perplessità. Ma non è sopraggiunto un nuovo interlocutore: che si fa sentire adesso è l’altra metà dell’ “io”, quella che interviene allo stesso modo anche in tante situazioni esistenziali che esigono una decisione. È questo il diavoletto che viene proposto nel titolo del volume e che ora ci accompagna in ogni passo della narrazione che, in uno stile un po’ mordace, alle volte ironico, ma sempre incisivo e divertente, espone il pensiero appassionato dell’autore.
Recensioni
di Renato Frigerio
È normale per uno scrittore, come lo è per ogni uomo, trovarsi a dialogare con se stesso. Che suona un po’ strano è che uno si metta ad intervistare se stesso e lo faccia poi in modo da rendersi particolarmente interessante se così facendo va a realizzare un buon libro. È quello che ha fatto di recente Oreste Forno, e lo si capisce subito dal titolo che il tema che affronta gli è singolarmente congeniale, trattandosi soprattutto di montagna, e non precisamente di un’ampia descrizione del suo impiego lavorativo ai margini di una diga. Del resto questo lavoro risulterebbe troppo semplice da imparare e troppo facile da svolgere, come lui pure ammette, per consentire ad uno scrittore di riempire per intero le pagine di un nuovo libro. Ma siccome è proprio lui che riveste il ruolo dell’intervistatore, non ha nessun problema ad indirizzare la conversazione su quello che meglio gli riesce e più gli piace. Torna allora ancora una volta alla luce il suo incontenibile parlare di montagna e di alpinismo, il terreno dove si è scatenata la sua ardente passione, che gli ha fatto vivere vicende avvincenti nelle esplorazioni alpinistiche che lo hanno visto più volte alle prese con le insidiose vette himalayane. Verremo a conoscere che queste sono state lo scenario di avventurose esperienze, al confine addirittura della tragedia, che egli rivive ora con un racconto realistico, ma dai toni sdrammatizzanti, che rivelano la seducente semplicità del personaggio. Si potrà seguire con gradevole curiosità, specie per chi si trova adesso anagraficamente lontano da quel mondo, la descrizione delle favolose condizioni di lavoro che gli hanno consentito di salire una lusinghiera carriera, cui lui ha detto incredibilmente basta poco prima di toccarne i vertici, per non tradire la sua intima ispirazione di avere una vita di assoluta libertà. Per questo ha trovato nuovamente rifugio nella montagna, con la fortuna di ricevere come un dono privilegiato questo suo ultimo lavoro che gli consente di rimanere immerso nella natura che più ama, dove può sentire ed esprimere tutto ciò che è riservato a chi solo è veramente innamorato, tanto da volerne far parte anche a chi non ha la sua stessa fortuna.
STILE ALPINO la rivista dei Ragni di Lecco
Club Alpino Italiano sezione e sottosezioni di Bergamo LE ALPI E L’UNITÀ D’ITALIA LO SPAZIO ALPINO E IL PROCESSO DI UNITÀ NAZIONALE Bergamo, Tecnograph srl, 2012
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IL LAVORO PIÙ BELLO DEL MONDO
Franco Giovannini MONTAGNE E DIAVOLETTI Edizioni Mare Verticale, Grancona, 2012
E’ in uscita il nuovo numero di Stile Alpino, il 19, che promette degli articoli molto interessanti, a partire da quello realizzato da Domenico Flavio Ronzoni che, con assoluta precisione, parla di un Grande Ragno del passato: Carlo Mauri. E un altro Grandissimo del passato ci ha purtroppo lasciati da poco tempo: Patrick Edlinger è stato uno dei più grandi e carismatici arrampicatori di tutti i tempi e noi vogliamo ricordarlo riproponendo un articolo estratto dalla prima edizione, ormai introvabile, di Uomini e pareti. Ultimamente ha destato particolare attenzione l’attività speleologica nel gruppo delle Grigne, rivelando la presenza di luoghi incredibili, viaggi difficilmente immaginabili, “Avventure senza rete” alle quali abbiamo dato voce. Spostandoci poi in Trentino andremo a scoprire con fotografie e storie inedite le più belle cascate della Valsugana. L’abbonamento a Stile Alpino (4 numeri) può essere effettuato con un versamento di 17 euro (spese di spedizione incluse) sul c/c postale n° 46317251 intestato a A.G.Bellavite srl oppure con un bonifico a Banca del credito valtellinese IBAN IT 09 S 05216 51550 0000000040 30
INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
LUTTI Cesare Bolis socio del CAI Lecco dal 1985
AGEVOLAZIONI E BENEFICI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “CAI Lecco 1874” Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:0 (escluso venerdì 29 marzo 2013) Direttamente a mezzo: a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150. c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. CALENDARIO CHIUSURA SEDE venerdì 29 marzo 2013 (Venerdì Santo) sabato 30 marzo 2013 (Vigilia di Pasqua)
TESSERAMENTO AGGIORNAMENTO DATI ANAGRAFICI
QUOTE SOCIALI PER IL 2013. Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica
€
1,00
*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.
DUE FACILITAZIONI PER IL RINNOVO - La segreteria, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, sarà aperta anche sabato dalle ore 15:00 alle 17:00 a partire da sabato 12 gennaio fino a sabato 23 marzo 2013 - Il bollino può essere spedito per posta a domicilio, con un contributo, per socio o per nucleo familiare, di € 2,00 per spese postali e di segreteria. Con il bollino verrà inviato il bollettino di c/c postale pre-compilato per il pagamento. I soci interessati dovranno contattare la Segreteria telefonicamente o per lettera.
DIMISSIONI E MOROSITA’
Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in Informiamo tutti i soci che con il tesseramento 2014 non sarà più pos- qualsiasi momento; le dimissioni devono essere sibile effettuare i rinnovi e/o nuove iscrizioni in mancanza del codice presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della fiscale. Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto imLa sezione ha quindi necessità di completare e aggiornare i dati presenti mediato, senza restituzione dei ratei della quota in archivio di tutti i soci (ordinari, familiari, giovani e vitalizi). sociale versata. Per poter compiere questa operazione nell'anno in corso, invitiamo i soci a comunicare alla segreteria i propri dati anagrafici completi di codice fiscale, luogo e data nascita, n. telefono ed eventualmente professione e Il socio è considerato moroso se non rinnova la indirizzo mail. propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; I dati potranno essere comunicati: - direttamente alla segreteria all'atto del rinnovo l’accertamento della morosità è di competenza del - per fax al n. 0341/284717 Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riac- all'indirizzo mail segreteria@cai.lecco.it quistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità Ringraziamo per la collaborazione. di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.
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Giulio Bartesaghi, tra i fondatori del Gruppo Ragni del quale è stato un grande animatore, a lungo impegnato nella Scuola di Roccia e nel Soccorso Alpino. Viene ricordato in un’altra sezione di questo notiziario dall’amico alpinista Dino Piazza Giangaspare Pediconi, iscritto dal 1954 Chiarastella Assolari, speleosub bergamasca, deceduta a gennaio 2013 durante un’immersione alle Grotte di Oliero, nel Vicentino Ricordiamo infine che nel 2012 è scomparso Carlo Pisati, da sempre vicino al Gruppo Ragni, di cui era socio onorario, e del quale ha ripetutamente sostenuto l’attività e le iniziative
Ai famigliari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.
CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto.
Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci dell e sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.
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