Notiziario CAI Lecco 01/2013

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1/2013

CAI LECCO 1874

Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole “CARTINE PER SIGARETTE” Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori”

Alpinismo e Arrampicata

Sci Alpinismo

Escursionismo

L’ULTIMA INVIOLATA

CANADA AGAIN

SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI

La prima alla parete ovest della Torre Egger

Un anno dopo a Roger Pass

Gli erratici del Triangolo Lariano


IN QUESTO NUMERO

EDITORIALE

5

SENTIERI E PAROLE

6 8 10 14 15 18

20

CATTANEO

24

30

di Matteo Della Bordella

CANADA AGAIN Un anno dopo a Roger Pass

SCI DI FONDO

46

L’ULTIMA INVIOLATA La prima alla parete ovest della Torre Egger

SCI ALPINISMO

36 40 42 44

CREATIVITÁ SUL SENTIERO DIDATTICO Figure fantastiche per far rivivere il “bosco vecchio” di Adriana Baruffini

ALPINISMO e ARRAMPICATA

LA CITTÁ DELLE ALPI Montagne e qualitá dell’ambiente: Lecco capitale 2013 di Vittorio Campione ANNIBALE & CESARE Dal Mc Kinley al Buckland e molto altro ancora di Alberto Benini LA SCULTURA DI MICHELE VEDANI Le opere dell’artista custodite nei rifugi della Grigna di Tiziana Rota LA REGINA DELLA MONTAGNA Il “viaggio” della stella alpina, dalla steppe della Siberia alle nostre cime di Annibale Rota “CARTINE PER SIGARETTE” Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori” di Matteo Manente IN MEMORIA DI M13 Epitaffio per un giovane orso ucciso a Poschiavo di Sergio Poli

ALPINISMO GIOVANILE

PER CRESCERE UNITI Proposte per un programma triennale (2013-2015) di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco

LA BELLEZZA DELL’ANDARE Freddo, storia e monti di neve per i fondisti in Alto Adige di Cristina Melazzi FREDDO, SHOPPING E SCIOLINA A Livigno e Santa Caterina la “due giorni” di fondo 2013 di Paola Sangalli FINO IN FONDO Sette amici alla Engadin Skimarathon di Marco Paleari L’INVERNO DEL TRENTENNALE Il resoconto dell’attività sportiva 2012-2013 del gruppo Sci di fondo di Stefano Vimercati

N° 1/2013

Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 30/04/2013

ESCURSIONISMO

SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI Gli erratici del Triangolo Lariano

GRUPPO ETA’ D’ORO

52

57 60 RECENSIONI 62 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

di Corrado Scolari

IL CAMMINO ARAGONESE Lo strano virus che spinge a Santiago di Compostela di Claudio Santoro

APPUNTAMENTI

di Sara Pozzetti

Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano

CAI LECCO, L’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI La relazione del presidente Emilio Aldeghi

Torre Egger parete Ovest (foto archivio Ragni Lecco)


publimania.it

PER CRESCERE UNITI

Proposte per un programma triennale (2013-2015) di Emilio Aldeghi*

Dal 1989 lavoriamo ogni giorno per accompagnarvi a scoprire il mondo. Certo, dal 1989 il mondo è cambiato. Oggi possiamo incontrarci ogni momento in un luogo speciale per condividere la passione del viaggiare. Un luogo dove documentarsi, conoscersi e creare insieme il tuo viaggio ideale. Questo luogo si chiama Rete. Seguici su Earthviaggi.it, su B-Earth.it oppure sui nostri canali social. B-Earth.it è la piattaforma di approfondimento interamente dedicata al Perù e Sud America, India e Himalaya, Africa. Uno spazio digital e social dove puoi consultare informazioni utili.

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socio una maggior fruibilità. Il 2013 è l’anno del 150° dalla fonda-

cercando soluzioni di sostegno econo-

zione del CAI, dobbiamo pensare atti-

mico capaci di coprire meglio le spese.

Lecco deve ritornare ad essere il

vità che lo possano ricordare in modo

E’ evidente che bisogna dare un impulso

punto di incontro degli. associati

degno. E’ importante che per tutte le

diverso alla pubblicità verificando altri

con un coinvolgimento più attivo degli

iniziative che effettueremo nel corso

percorsi di raccolta.

stessi. Significa recuperare un momento

dell’anno ci sia sempre questo richiamo.

di ascolto dei soci, cercare di individuarne le necessità e/o i desideri; significa

Possibili idee di sviluppo

assumere delle decisioni. Si tratta di

offrire un ambiente che non faccia della

Sicuramente dobbiamo far crescere

scegliere se mantenerla nella generalità,

polemica uno strumento di dialogo, ma

all’interno dei gruppi persone che vo-

così come è attualmente, se realizza-

faccia dell’unità della sezione il proprio

gliano migliorare dal punto di vista for-

re una biblioteca specializzata in libri di

punto di forza, sforzandoci di lavorare

mativo di settore per permettere ai soci

montagna e affini a carattere locale, o se

nei gruppi ma anche nel contesto di

che si affidano alla nostra sezione di

decidere per altri indirizzi.

un’unica famiglia CAI.

avere sempre a disposizione personale

della sezione e la nostra presenza su

nato nei rapporti con le istituzioni e

facebook devono essere riqualificati

con le altre associazioni rafforzando

al fine di essere più efficaci e più ve-

la nostra visibilità in città con azioni

loci nel diramare le informazioni che

coordinate a livello di stampa. Quel-

ci riguardano. Definire un coordina-

la della figura dell’addetto stampa è

tore è un passaggio fondamentale.

una questione che non siamo riu-

E’ indispensabile valutare la possi-

sciti a risolvere nel corso del passato

bilità di iniziare un sistema di escur-

triennio, ma non è stata accantona-

sioni sezionali di livello alpinistico

ta: dobbiamo tornare a concentrare

più elevato, facendo leva sui giova-

Abbiamo iniziato con poca fortuna

/Be_Earth

Iscriviti alla nostra newsletter, potrai ricevere periodicamente notizie, informazioni e offerte speciali per organizzare con noi il tuo viaggio ideale.

terminato i corsi e con l’eventuale coinvolgimento di alpinisti esperti,

preparato, rispettando così anche le re-

magari del gruppo Ragni che, pur non

sezionali e delle sottosezioni. Occor-

gole CAI decise a livello nazionale.

dedicandosi più all’arrampicata, amano

metodo di lavoro. /be_earth

ni di alpinismo giovanile che hanno Emilio Aldeghi, riconfermato alla presidenza del CAI Lecco

un’azione di coordinamento delle realtà re avere il coraggio di riproporlo come

/beearth

La comunicazione via internet. Il sito

Occorre mantenere quanto semi-

zione all’altezza.

/Be.earth.it /earthviaggi /Be_Earth

Nei prossimi tre anni dovremo stabilire il ruolo della nostra biblioteca ed

i nostri sforzi per trovare una solu-

seguici su:

simo mantenere lo standard attuale ri-

a sede della sezione del CAI

L @vviso ai naviganti_ci vediamo in Rete?

Considerazioni Generali

Ci sono attività che in determinati

ancora effettuare gite di livello.

momenti diventano di interesse gene-

Con l’avvio del nuovo sistema infor-

Bisogna ripensare al ruolo dei con-

rale, ma che, non rientrando nei no-

matico di raccolta dei dati del tessera-

siglieri rendendo tutti parte attiva me-

stri canoni organizzativi, trascuriamo

mento dovremo valutare diverse pos-

diante una migliore circolazione delle

o attuiamo in modo sporadico. Penso

sibilità di accesso da parte dei soci: il

informazioni ed un diretto coinvolgi-

ad esempio alla mountain bike o alle

sostentamento della sezione deriva per

mento nei compiti istituzionali. Il con-

ciaspole. Così come è nato e si spera

la quasi totalità da questa fonte.

sigliere deve essere, nel limite del pos-

abbia un futuro il “family CAI”. Sarebbe

sibile, un attore fondamentale di ciò che

interessante capire se fra i nostri soci ci

viene svolto in sezione o per conto della

possono essere persone capaci e che

sezione.

abbiano la volontà di far nascere nuove

La segreteria rappresenta una parte

opportunità.

importantissima nella gestione della no-

Il notiziario del CAI Lecco è diventato

stra sezione. E’ indispensabile ricercare

un nostro biglietto da visita apprezzato

e preparare soluzioni che consentano al

da soci e non. Credo sia importantis-

*Presidente CAI Lecco

Editoriale

5


LA CITTÁ DELLE ALPI

Montagne e qualitá dell’ambiente: Lecco capitale 2013

chezza preziosa del nostro terri-

che permette

torio, così come l’acqua dei no-

di

affitta-

stri fiumi e del lago.

re

biciclette

Per queste ragioni l’assegna-

per muoversi

zione del titolo di “Città Alpina

liberamen-

2013” è motivo di orgoglio per la

te in città, in

Città di Lecco che si impegnerà

modo

al massimo per meritare questo

do e nel to-

riconoscimento.

tale

Dopo

Belluno

dell’ambiente.

(2007) e Bolzano (2009), Lecco

Ne l l ’a m bi to

è la quinta città italiana a ricevere

della

questo riconoscimento, assegna-

lità

to da una giuria internazionale.

ruote inoltre,

L’inaugurazione dell’anno, con il

si

passaggio ufficiale del testimo-

poco

ne dalla città francese di Annecy

mati i lavori

(detentrice del titolo nel 2012) a

per

Lecco, si è tenuta il 5 aprile.

lungamen-

mobisu

due

sono

da ulti-

il

pro-

to della pista

tempo una delicata responsa-

ciclabile

bilità alla quale cercheremo di

costeggia

adempiere nel migliore dei modi

lago.

e con il coinvolgimento di tutta la

ma non meno

comunità – afferma in quell’oc-

i m por ta nte ,

casione

Ac q u a d u e ò ,

il

Sindaco

di

Lecco,

che il

Infine,

che

ne delle città alpine vanta, tra i

l’i n sta l l a zi o -

suoi obiettivi, la valorizzazione

ne di cinque

della salvaguardia del territorio

case dell’acqua, di cui quattro

naturale e la promozione dello

già in uso, alle quali i cittadini

dal traffico urbano, ma anche a

sviluppo sostenibile. Per questo

possono rifornirsi di acqua po-

quello derivante da una cattiva

motivo siamo davvero orgogliosi

tabile a soli 5 centesimi al litro: il

gestione dei rifiuti: per questo

di ricevere il titolo di Città Alpina

risparmio economico, la riduzio-

motivo è stato sviluppato un ot-

2013”.

ne degli imballaggi e la diminu-

timo sistema di raccolta diffe-

zione del traffico pesante sono

renziata che è valso alla città il

indubbi vantaggi.”

primo posto nella classifica sti-

soprattutto tutelare l’ambiente –

prevede

Panorama invernale dal Resegone. Nella pagina a fianco: veduta aerea di Lecco e dintorni. Foto di Alberto Locatelli

Virginio Brivio. - L’Associazio-

“Amare la montagna significa

M

rispetto

(1999), Trento (2004), Sondrio

“É un onore, ma nello stesso

di Vittorio Campione*

rapi-

dichiara il vicesindaco e asses-

Il tema della mobilità è poi cru-

lata da Legambiente nel 2011 sui

sore all’Ambiente Vittorio Cam-

ciale, e molto si sta facendo negli

capoluoghi lombardi più virtuosi

pione - e su questo fronte c’è

ultimi anni per ridurre l’impatto

nell’ambito del riciclo.

ancora sicuramente da fare, an-

del traffico, attraverso forme al-

che se molto è stato fatto negli

ternative di mobilità dolce, come

*Vicesindaco

ed

Assessore

onti sorgenti dall’ac-

sembrano emergere dal lago, un

capacità degli alpinisti lecchesi

ultimi anni. Abbiamo potenziato

il bike sharing e il piedibus , che

all’Ambiente del Comune di Lec-

que”, così Alessandro

rapporto stretto e inscindibile tra

di “conquistarle” con destrez-

il sistema di trasporto urbano,

ogni mattina conduce a scuola a

co

Manzoni

montagna e acqua.

za e coraggio. Le nostre vette

che ha permesso di alleggerire

piedi più di 700 bambini (il 50

è conosciuta in tut-

non rappresentano soltanto una

il traffico cittadino e, di conse-

per cento degli iscritti alla scuola

chiuso in queste parole il cuore

to il mondo per le sue splen-

splendida cornice che abbraccia

guenza, l’inquinamento atmosfe-

primaria).

del nostro territorio: rilievi che

dide

la città, ma sono anche una ric-

rico. Un progetto importante è

descriveva

nel 1840 la città di Lecco. E’ rac-

Lecco

montagne

e

l’imbattibile

Blubike , il sistema di bike-sharing

Lecco è una città attenta non solo

all’inquinamento

causato

Sentieri e Parole

7


ANNIBALE e CESARE

Dal Mc Kinley al Buckland e molto altro ancora di Alberto Benini

A

soli 15 giorni di distanza la morte si è portata via due grandi alpinisti lecchesi, due

ragni, due guide. Soprattutto due gran brave persone, di quelle che se ce ne fossero di più, il mondo sarebbe sicuramente un posto più bello dove stare. Forse la morte ha voluto sottolineare i molti aspetti che avevano in comune Cesare Giudici e Annibale Zucchi, perché è di loro che vogliamo parlare. Su tutto di essere stati due formidabili alpinisti. E quando si dice “formidabili”, in un ambiente e in una generazione che allineava (per restare ai Piani Resinelli e a quelli che svolgevano, con maggiore o minore costanza il mestiere di guida) Walter Bonatti, Romano Merendi, Luciano Tenderini, Gigi Alippi e il “Det”, si vuole marcare chiaramente un valore che va ben oltre l’onesto professionismo. Si rischia di cadere nel banale dicendo che si trattava di gente nata in montagna, gente per la quale le difficoltà tecniche delle scalate erano l’ultimo problema della vita. Semmai gente che per motivi diversi ha fatto molto meno di quello che avrebbe potuto fare. Non sto parlando di carriere frustrate. Credo che intimamente fossero felici e soddisfatti di quello che avevano fatto. Penso semplicemente che all’Annibale e al Cesare, oltre al moltissimo che hanno fatto, non mancasse nulla per diventare stelle di prima grandezza nel panorama dell’alpinismo

8

Sentieri e Parole

di quegli anni.

terrogarlo.

sciato la sua firma, aprendovi una via,

viene twitter..) di una

credo di aver sintetizzato il suo va-

famiglia italiana sull’a-

lore alpinistico. È come leggere in un

ereo che riporta lui

curriculum che uno teneva i corsi al

e i suo compagni in

MIT. Se si pensa al Mc Kinley dove –

Italia. Alla fine credo

impossibile non notarlo - erano stati

che Annibale fosse

E non lo dico perché è uso parlar

A rendere il ritratto più ricco di det-

messi insieme degli alpinisti fortissimi

così laconico perché

bene dei morti e perché così il boc-

tagli e limitandoci ai primissimi anni,

(da qualcuno il Bigio la materia l’aveva

gli dava fastidio il ru-

cone da mandar giù diventa (in primis

alcuni piccoli episodi raccolti a caso:

appresa..) e si pensa a quale sia stata

more.

per chi scrive) un po’ meno amaro.

Claudio Corti lo sceglie come com-

la parte di Annibale nella salita, cosa

***

pagno (a 16 anni!) per tentare uno

aggiungere d’altro?

Quando ho visto, appese nel suo

sgarro dei suoi al “grande vecchio” sul

Se penso che lui, Luciano, Gigi e

Chiappa che lo de-

salotto di casa, le fotografie con le

Picco Luigi Amedeo; Cassin se lo por-

Romano erano lì, nel 1960, a giocarsi

scrivono in mezzo

salite del Cesare ho avuto per la prima

ta, giovanissimo, al Cervino in un’ope-

il Pilone Centrale con Walter e Andrea,

a un pericolosissimo

volta la sensazione “fisica” e tangibile

razione di soccorso; la Bonatti al Dru

comincio a credere che a Lecco c’è

soccorso nel canalo-

di quanto fossero vere le parole del

che non gli riesce al primo colpo per la

uno strano destino per i grandi alpini-

ne Porta battuto dalle

Dino Piazza nel presentarmelo tanti

perdita di un mazzo di chiodi (“Pensa

sti. E che solo il Riccardo questo stra-

slavine:

anni fa: “Questo qui era il più forte di

che per evitare il pendolo di Bonatti e

no destino è riuscito a giocarlo.

chiude questa squa-

tutti”. Ho capito perché il Bigio (che

il tetto che abbiamo fatto dopo, ba-

Leggendaria la sua laconicità: “An-

dra: è come il co-

i compagni se li sapeva scegliere, al-

stava girare l’angolo e c’era lì una bella

nibale, com’è oggi la neve a Bobbio?”

mandante che lascia

troché) quando aveva ricominciato ad

fessura di IV grado..”) e non vado ol-

“Bianca!” è uno dei suoi celebri, epi-

per ultimo la nave

arrampicare l’avesse scelto per la Boga

tre, per ragioni di spazio.

Per chiudere rubo due righe di Daniele

Un brindisi di Cesare Giudici con Markus Kautz in onore al Buckland

“L’Annibale

grafici interventi. Degno dell’uomo che

prima

in Medale, la Costantini-Apollonio al

Il Cesare, quando lo guardavi dopo

dopo aver appena iscritto il suo nome

mento”.

Pilastro della Tofana e per l’avventura

avergli fatto notare queste cose o

nel Guinness dei primati con il volo nel

***

del Buckland.

molte altre del suo curriculum, ricam-

canalone del Dru, inanellò, come rara-

Forse c’è qualcosa

Le foto sono lì, piccolo gioiello di

biava guardandoti con la stessa fac-

mente gli accadeva, tre parole conse-

che possiamo impa-

museo personale, non certo perché

cia con cui ti stava guardando prima:

cutive, scelte attentamente per la loro

rare anche noi, cre-

Cesare avesse tenuto traccia della sua

la faccia più normale del mondo. Era

brevità: “Usti che tuma”. Il suo aspetto

sciuti in contesti tanto

attività (figurarsi…), ma perché mol-

tutto normale. Scalava forte e veloce

austero sembrava incarnare alla per-

differenti, poveri ani-

to opportunamente, nemmeno molti

perché gli veniva naturale. Se il Dino

fezione l’idea che la gente di pianura

mali di pianura, dalla

anni fa, sua moglie Rinalma ha pensato

e l’Arnaldo, che non erano certo dei

ha di un montanaro, tuttavia le pagi-

lezione di questi due

fosse il caso di provare a ricostruire

“gatti di marmo”, l’avevano battezzato

ne del suo diario del Mc Kinley di-

ragni con nomi da

la sua storia. Circostanza che ha per-

S’ciupetun una ragione c’era. Più d’u-

mostrano una padronanza dell’italiano

condottiero

messo, fra l’altro, di riportare alla luce

na, anzi. Per esempio una nordest in

che si riscontra raramente in scritti di

tichità: una passione

le sue splendide e inedite foto scattate

8 ore nel 1955 con Robero Osio dice

getto non revisionati da mani più o

per la montagna che li

al Buckland.

molto, soprattutto perché Osio era si-

meno professionali. Ma ancor di più vi

ha condotti ben oltre

Il cerchio si è chiuso e il ritratto

curamente un forte, ma non un veloce.

spicca la grandissima sensibilità per gli

il loro impegno pro-

completato quando ho letto le parole

La velocità non come valore in sé, ma

ambienti. Ci sono osservazioni di fine

fessionale ad esse-

di Toni Egger sul suo libretto di gui-

come misura di quanto un arrampica-

ironia sulle situazioni, sui rapporti fra

re alpinisti nel senso

da: sarebbe come se uno si trovasse

tore sia a suo agio in montagna. Forse

gli alpinisti. C’è soprattutto una sinto-

vero: quello di per-

fra le mani uno scritto di (che so?)

perché, come diceva Rebuffat e come

nia straordinaria con i luoghi, con un

sone che guardano il

Fernando Alonso attestante che è un

era sicuramente vero per il Cesare,

ambiente magnifico, ma difficile in cui

mondo attraverso la

bravo guidatore. Sono le parole di un

apparteneva con naturalezza alle per-

Annibale sembra trovarsi a meraviglia.

lente luminosa e pura

fratello e sono scritte dopo che i due

sone nate per arrampicare.

Tanto da apprezzare di poter resta-

delle montagne.

dell’affonda-

Cesare al Buckland

dell’an-

avevano tracciato insieme una via

***

re per ultimo da solo sul ghiacciaio

Che dovunque sia-

sulla Marmolada. Ma Cesare è rimasto

Quando penso al suono che aveva-

a ore di volo dal primo luogo abita-

no ora, possano tro-

tanto nell’ombra che nessuno di quelli

no negli anni ’60 i nomi della Brenta

to per godersi in santa pace quelle

vare belle montagne

che hanno scritto in lungo e in largo

Alta e del Cervino e penso che su en-

solitudini. E per contrasto il fastidio

da scalare.

di Toni Egger si è mai sognato di in-

trambe le montagne l’Annibale ha la-

per l’inutile “cipettare” (ecco da dove

Annibale quasi certamente all’uscita della via nuova sul Cervino; sotto: Annibale alla fine degli anni Settanta.


LA SCULTURA DI MICHELE VEDANI

Le opere dell’artista custodite nei rifugi della Grigna di Tiziana Rota

L

e montagne intorno a Lecco sono state, fin dagli esordi dell’escursionismo, palestra

privilegiata per la borghesia milanese che alla fine dell’Ottocento aveva scoperto l’alpinismo nostrano. Si partiva da Milano in treno, si risaliva, a piedi, la valle del Gerenzone, e dalla Val Calolden si giungeva ai Piani Resinelli. Da qui si iniziavano i percorsi alpinistici sulla Grignetta o sul Grignone. Come base logistica, di accoglienza o snodo, si resero subito indispensabili

L’Alpino di Michele Vedani, bronzo, 1927, Piani Resinelli, nella collocazione originaria. Al centro l’Ispettore Civita Borletti e Maria Vegetti moglie del gestore del rifugio (foto anni Venti archivio Trentani).

con il CAI di Milano.

dei rifugi che il CAI di Milano e la SEM,

ty. Una solida preparazione classica

Società Escursionisti Milanesi, eresse-

innestata su una matrice scapigliata

ro tra il 1891 e il 1926 e che furono

gli permetterà di essere un grande

Così scrive nel diario che ha lasciato

successivamente distrutti, ricostruiti o

interprete degli sviluppi liberty e sim-

come preziosa traccia della sua me-

ampliati nel corso del 1900.

bolisti del secolo. Vedani è uno degli

moria (Archivio P. Pensa, Esino Lario):

Il primo rifugio del CAI di Milano

ultimi scultori che ha esercitato inten-

“Il mio caro amico Dott. Carlo Porta,

e uno dei primi costruiti in assoluto,

samente “l’arte e il mestiere” in tut-

pronipote del grande poeta Carlo Por-

fu il rifugio Brioschi posto sulla vet-

te le dimensioni e i ruoli che le for-

ta, mi aveva manifestato l’idea di ese-

ta della Grigna settentrionale (2410

me plastiche hanno avuto tra la fine

guire l’Alpino in bronzo da inaugura-

m), inaugurato il 10 ottobre 1895 col

dell’Ottocento e la prima metà del No-

re sul pianoro della Grignetta, più un

nome Capanna Grigna Vetta. Nel 1899

vecento. Riscoprire le sue opere nel-

grande busto dello Scienziato Abate

la SEM edificò un rifugio ai Piani Re-

le piazze, nei cimiteri, sulle montagne

Stoppani da inaugurare alla capanna

sinelli (1354 m), inaugurato da Mario

e nella pianura, negli interni privati e

Rosalba in Grignetta. Io ho accettato

Cermenati. La stessa SEM nel 1907

sulle facciate degli edifici, negli archivi

la sua bella idea e gli ho detto che io

costruì un secondo rifugio in località

e nelle collezioni significa riportare alla

consegnavo i lavori modellati ed ese-

Foppa del Ger al Pialeral, denominato

luce l’immagine di un’epoca che ha

guiti in gesso - ed a lui le spese delle

Capanna Pialeral, distrutto dai nazi-

visto la scultura protagonista nella ce-

fusioni in bronzo – e così fu fatto – Il

fascisti nel 1944, ricostruito dopo la

lebrazione e nella memoria, nel decoro

modello in gesso dell’Abate Stoppani è

guerra col nome di rifugio Tedeschi e

e nell’arredo.

nella scuola di Lecco”.

poi definitivamente raso al suolo da

E’ in fase di pubblicazione la ricerca

Il CAI di Milano, per iniziativa dei

una valanga in una notte di fine gen-

che ha permesso di riscoprire, do-

fratelli Antonio e Angelo Rossini e di

naio 1986. Nel 1906 sorse una strut-

cumentare e rileggere in chiave sto-

Davide Valsecchi, edifica ed inaugu-

tura in legno sulla Grignetta, la Capanna

rico-critica l’opera di questo scultore

ra il 21 ottobre 1911, il rifugio ai pie-

Rosalba (1720 m), e nel 1911 il rifugio

che ha intensamente lavorato in tutti

di della Cresta Cermenati e lo dedica

Carlo Porta (1426 m) ai Piani Resinelli,

i settori della scultura. Dall’ampia mo-

al poeta milanese Carlo Porta il cui

uno dei primi esempi nella storia del

nografia con catalogo generale, anti-

omonimo nipote, amico di Vedani, ha

CAI di “rifugio-albergo”, entrambi di

cipo quanto ho scritto in merito alle

ceduto 3000 mq di terreno a prez-

proprietà del CAI di Milano.

sculture nei rifugi.

zo di favore e ha donato il fitto bosco Giulia, che porta il nome della madre

All’esterno di queste due ultime strutture si ritrovano importanti ope-

L’Alpino e Stoppani

re scultoree a firma Michele Veda-

Michele Vedani ha vinto il concorso

La targa dedicatoria sulla facciata

ni (1874-1969), lo scultore milane-

per il monumento ad Antonio Stop-

del rifugio rende merito a Carlo Porta:

se che ha lasciato molte e pregevoli

pani a Lecco dopo aver avuto due

“Al dott. Carlo Porta/ custode delle

tracce nella zona di Lecco e di cui ho

importanti commissioni per i rifugi del

bellezze dell’alpe/ che a questo rifugio

già scritto nel Notiziario CAI Lecco

CAI milanese e per diversi monumenti

diede/ il fresco respiro del bosco/ e

1-2010 – p.p. 40/42.

ai caduti in provincia di Como (Barzio,

pose a vedetta il simbolo/ dell’eroi-

Ello, Imbersago, Sala Comacina, La-

smo alpino/ onde i giovani ricordino/

Michele Vedani

glio, Lanzo d’Intelvi, per citarne alcu-

la gloria del monte / e della stirpe.

Michele Vedani, figlio di uno scal-

ni). Negli anni Venti era all’apice della

pellino italiano emigrato in America, a

sua fortuna di artista e, ad Esino Lario

Washington, nel 1892 alla ricerca di

dove soggiornava dai primi del 1900,

Il 24 maggio 1925 era stato inaugu-

lavoro, si forma a Milano studiando

si era costruito una villetta progettata

rato il Monumento all’Alpino alla fine

all’Accademia di Brera con Enrico Butti

dall’architetto Mino Fiocchi.

lavorando

La sua passione per la montagna e

per vivere negli studi degli scultori e

il suo prestigio sulla scena milanese

nella decorazione dei palazzi liber-

hanno sicuramente favorito i legami

e contemporaneamente

del donatore.

La sezione C.A.I. di Milano/ riconoscente/ 26 maggio 1927”.

Sentieri e Parole

11


del

nuovo sentiero

La lapide in bronzo recita:

bronzo scabra, mossa, vibrante all’aria

Ballabio

Superiore,

“micantes et vertice alpes/ exce-

e alla luce”. ( T. Rota, Scultura all’aperto

come si può vede-

dunt nubes in aevum/ sic amictum

a Lecco e Provincia, 2009, pp.54-55).

re in una foto degli

sole nomen/ alpino italico militi dica-

Le indicazioni di Claudio Trenta-

anni Venti; successi-

tum/ C. Porta donavit/ M. Vedanius

ni, gestore del rifugio Carlo Porta, ci

vamente fu spostato

fecit”. (Splendenti e al vertice le Alpi

hanno suggerito un’altra traccia della

nella posizione at-

superano le nubi nel tempo così ve-

possibile opera di Vedani nella lapide

tuale, nel prato anti-

stito di sole il nome dedicato al solda-

dedicatoria al rifugio SEM, sempre ai

stante il rifugio.

to alpino italico).

Resinelli, che ricorda quella che fu la

alto

Solamente un anno dopo, il 4 luglio

prima vera tragedia alpinistica sulle

2,20 metri, Vedani

1926 è inaugurato il busto di Stoppani

pareti della Grigna Meridionale, dove

riprende il modello

in un altro rifugio del CAI di Milano,

persero la vita tre giovani alpinisti mi-

realizzato nel 1921

la Capanna Rosalba in Grignetta, una

lanesi nel 1914.

per il Monumento

struttura in legno del 1906 donata da

La vicenda è ricostruita nel volume

ai Caduti di Porlez-

Davide Valsecchi, socio benemerito e

di M. Ferrazza, Grigna assassina, Eu-

za, fuso negli anni

presidente del CAI Milano nel 1925, e

genio Fasana e l’alpinismo milanese,

Quaranta e di cui ri-

dedicata alla figlia Rosalba. Ingrandito

2006.

mane traccia in una

nel 1920 e, in occasione del cinquan-

La bella aquila bronzea che sor-

cartolina

d’epoca,

tenario della Sezione (1923) collega-

montava la lapide è stata asportata per

alcuni

to al rifugio Porta dal sentiero della

essere posta all’ingresso del rifugio. La

particolari: il braccio

Direttissima,

il rifugio fu arricchito

raffinata fattura liberty del rapace in

destro semi piegato

dal busto di Stoppani appoggiato su

volo che porta una ghirlanda floreale

che si appoggia sul

uno sperone roccioso. L’attuale rifu-

sull’ala aperta e i rapporti che Vedani

bastone, il fucile in

gio venne inaugurato nel 1955 vicino

ha avuto con il dott. Carlo Porta e col

spalla e soprattutto

alla roccia con il busto di Stoppani e il

CAI milanese permettono di ipotizza-

la posizione del volto

vecchio rifugio in legno fu smantellato

re una possibile autografia del manu-

che guarda lontano

nel 1983.

fatto, non firmato.

l’alpino,

modificando

In basso: lapide commemorativa, 1914, al rifugio SEM, Piani Resinelli, da cui è stata asportata l’aquila bronzea, ora sull’ingresso del rifugio (foto M. Di Stefano)

nato, i capelli al vento, la superficie del

di collegamento con

Per

In alto: l’Alpino di Michele Vedani, nella collocazione attuale nel prato antistante il rifugio Carlo Porta (foto M. Di Stefano)

sicurezza e vigile calma.

come si conviene ad

La rivista bimestrale della SEL (So-

una vedetta. Mas-

cietà Escursionisti Lecchesi) nell’uscita

riferimento a Vedani

siccio e solidamente

di luglio-agosto 1926, n. 4, p.7) così

za di una sua scultura sulla tomba di

piantato sulle gambe,

annuncia l’insediamento del busto:

Armando Vegetti, 1936, al cimitero di

scarponi, fasce, cal-

“La cara immagine di Antonio Stop-

Ballabio Superiore, dove Vedani rea-

zoni alla zuava, scruta

pani riprodotta nel bronzo torna alle

lizza il rilievo con il ritratto del ragaz-

immobile il valico di

sue montagne che lo ebbero cantore

zo e sublima con un etereo soggetto

Balisio, da cui può

impareggiabile e dal piazzale della Ca-

angelico, un’esile figura composta con

venire

minaccia

panna Rosalba domina con il suo fare

le ali ripiegate alle spalle, il fatale de-

del nemico, contem-

bonario la grandiosa scena della terra

stino del ragazzino. Il tredicenne, figlio

pla questa sua ter-

che da lassù si stende”.

dei gestori del rifugio Porta è tragi-

la

Un ulteriore indizio di un possibile è la presen-

ra amata e difesa. Il

“Più libera e sciolta la trattazione del

camente perito in una sciagura alpina

volto è giovane sot-

busto in bronzo di Stoppani rispetto

sulla Grignetta il 5 agosto 1936, come

to l’ala del cappello,

alle successive versioni più formali, a

Armando Venturoli,

un accenno di baffi e

Lecco e ad Esino Lario. Qui il giovane

dei suoi genitori perito in Grigna ne1

lo sguardo rivolto in

esploratore delle montagne lecchesi

1914 di cui ha fatalmente ereditato il

alto, le mani a ripo-

sorride felice alla natura e al paesaggio

nome e il destino.

so: tutto suggerisce

che tanto ha amato: il colletto sbotto-

l’alpinista amico

In alto: il rifugio Carlo Porta ai Piani Resinelli, con il monumento all’Alpino nella collocazione originaria. In primo piano Maria Vegetti con i due figli (foto anni Venti archivio Trentani) In basso: Michele Vedani accanto al busto di Antonio Stoppani al rifugio Rosalba (foto anni Venti raccolta Vedani)


LA REGINA DELLA MONTAGNA

“CARTINE PER SIGARETTE”

Il “viaggio” della stella alpina, dalla steppe della Siberia alle nostre cime di Annibale Rota Questa volta presenterò un solo fiore, ma si tratta del fiore di montagna per eccellenza, conosciuto da tutti gli alpinisti e non solo da loro. La stella alpina, o edelweiss, è diventata nel tempo addirittura il fiore simbolo della montagna e non a caso si trova nello stemma di molte Associazioni alpinistiche, sia in Italia che in diversi altri paesi europei. Ed è singolare che le sue origini non siano legate a una catena montuosa, ma alle sconfinate lande asiatiche: un fiore di pianura salito poi nel corso dei millenni in “alto” sulle cime. Appartiene al genere Leontopodium, originario delle steppe della Siberia e delle zone desertiche dell’Asia Centrale ed emigrato poi, soprattutto a seguito delle glaciazioni del quaternario, un po’ su tutte le montagne dell’Asia e dell’Europa centro-meridionale. Al mondo questo genere annovera una quarantina di specie, delle quali solo due sono presenti in Italia: il Leon-

topodium alpinum, CASSINI (la nostra stella alpina classica, diffusa sulle Alpi e sui Pirenei) e il Leontopodium niva-

le, D.C. (più piccola della precedente e presente sugli Appennini Centrali e su Cespuglio di Stelle alpine in Grigna

quelli abruzzesi in particolare). Entram-

alte quote, ma soprattutto, riducendo

be sono specie perenni.

di molto la traspirazione, dall’aridità, in

Fino a poche decine di anni fa la stella alpina era molto ricercata e raccolta

Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori”

molti casi estrema, degli ambienti in cui vivono.

dai montanari, per farne composizioni da vendere ai turisti, e dagli alpinisti,

Fiore di fascino

che portavano a valle questo fiore per

Il fiore vero, o meglio i fiori, perché

esibirlo quasi come un trofeo agli ami-

sono più di uno, sono costituiti dai pic-

ci che non frequentavano la montagna.

coli capolini globosi disposti in cerchio,

Era così diventata rara, tanto che negli

normalmente da tre a dodici raggrup-

anni ottanta alcuni botanici la inclusero

pati in corimbi. Anche il numero del-

tra le specie “in via di estinzione”. Oggi

le punte, le brattee foliacee, è variabile,

per fortuna, grazie ai divieti emessi da

generalmente da cinque a dodici, ma

regioni e province e alle campagne di

non mancano esemplari che ne pre-

educazione e rispetto della natura al-

sentano un numero maggiore.

pina, è in costante aumento ed è ab-

Fiorisce normalmente tra luglio e

bastanza facile vederla anche sulle

settembre e l’habitat preferito è costi-

montagne lecchesi. E’ comune lungo

tuito dai pascoli magri e sassosi di alta

la “traversata alta”, specie nel tratto dal

quota (arriva fino a 3.000 metri), ma

Sett alla Bocchetta della Bassa, dove mi

si può vedere anche sulle rocce di rupi

è capitato di vedere anche uno splen-

impervie (mi è capitato più di una vol-

dido cuscinetto ricco di una trentina di

ta di vederne su guglie della Grignetta),

esemplari.

più facilmente su terreni calcarei o in

La particolarità di questo fiore, che

ambienti di rocce scistose e silicee.

appartiene alla famiglia delle Margherite

In Mongolia e nelle aree limitrofe è

(Compositae o Asteraceae), è che quelli

comune il Leontopodium ochroleucum,

che normalmente vengono considera-

BEAUV. Raffigurato su un bel franco-

ti come i petali, in realtà costituiscono

bollo, va sottolineato che sulle monta-

una rosetta di foglioline (brattee folia-

gne himalayane il Leontopodium jaco-

cee), rese bianche dalla fitta selva di peli

tianum, BEAUV si spinge fino a 6.000

lanuginosi che le ricoprono. Ma, osser-

metri di altezza.

vando il fiore, si nota che anche le foglie

A riprova del suo fascino e della sua

del gambo e il

notorietà ricordo che la stella alpina è

gambo stesso

presente in canti degli Alpini, in raccon-

sono pratica-

ti di montagna e in poesie di letterati

mente bian-

famosi.

chi, o alme-

Numerosi stati euroasiatici l’hanno ri-

no biancastri,

prodotta su francobolli, interi postali e

per la peluria

annulli speciali (ne conosco un centi-

che li ricopre

naio) e termino segnalando che la stella

e li proteg-

alpina è raffigurata sul due centesimi di

ge non solo

euro austriaco.

dal gelo delle

1945: la Brigata Rocciatori sfila per le vie di Lecco. (Foto archivio Fondazione Cassin)

di Matteo Manente

N

ella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1945 fu paracadutata sui Piani Resinelli la missione

dell’Office of Strategic Service (O.S.S.)

– un servizio segreto americano precursore dell’attuale CIA – denominata “Dick Ciliegio”: quest’azione è stata una delle più importanti che si registrarono sul territorio lecchese durante la guerra di Liberazione, ma soprattutto fu una delle ultime operazioni in cui fu coinvolta direttamente la “Brigata Rocciatori”. Guidata da Riccardo Cassin, quest’anomala formazione attiva nella zona di Lecco e dei Piani Resinelli tra la fine del 1944 e l’aprile del 1945, era composta al suo interno da alcuni dei migliori alpinisti dell’epoca, che vede-

vano in Cassin un importante punto

sformando il loro andare in montagna

di riferimento. Tra i rocciatori che si

da semplice passione in necessità e in

mostrarono contrari al regime mus-

dovere: necessità di nascondersi dopo

soliniano e che presero parte all’espe-

l’armistizio dell’8 settembre 1943, in

rienza resistenziale ci furono Vittorio

quanto molti di loro erano conside-

Ratti, Mario “Boga” Dell’Oro, Giovan-

rati disertori da parte della neonata

ni “Farfallino” Giudici, Mario “Umett”

Repubblica Sociale Italiana, ma anche

Spreafico, Alfonso Crotta, Silvano Ri-

dovere morale di evitare che il pae-

gamonti, Antonio Polvara, Ettore Riva,

se sprofondasse definitivamente nelle

Ugo Tizzoni, Rocco Spini.

mani dei repubblichini e degli invasori

Per Riccardo Cassin, l’essere leader

tedeschi.

indiscusso a livello alpinistico risultò fondamentale anche durante gli ultimi

Radio trasmittente

lunghi mesi della Resistenza: da capo

L’obiettivo della missione america-

cordata, infatti, si ritrovò ben pre-

na, “l’ultima operazione segreta, quasi

sto a guidare un manipolo di uomini

leggendaria, della Resistenza militare

che ben conosceva, amici con i quali

lecchese”, era quello di “controllare e

spesso si trovava ad arrampicare in Grigna e non solo. L’amicizia nata tra le montagne di casa si rafforzò ulteriormente durante la Resistenza, tra-

Sentieri e Parole

15


riferire attraverso una radio clande-

una gelida notte di febbraio. Dopo che

sentiero delle miniere, Cassin e i suoi

calità Prà Cassin. La sera precedente

vano contro le pareti della Valsassina.

dopo qualche ora, da Boga e Oreste

stina i movimenti bellici nel territorio

“la mobilitazione venne data verso le

rocciatori tagliarono a destra per non

al lancio, il colonnello Harold Stevens,

In breve tempo, come riportano le

Dell’Era. Era il capitano Lazzarini”. Una

lecchese”, da sempre considerato un

18.00 da una staffetta delle Fiamme

sbucare direttamente ai Resinelli, evi-

attraverso i microfoni e le frequenze

parole di Cassin, “iniziarono i lanci e

volta recuperati, “Fulvio” Lazzarini e

crocevia importantissimo e fonda-

Verdi in collegamento con il comando

tando di passare anche nei pressi del

di Radio Londra, aveva avvisato come

scese parecchio materiale nei con-

“Ciccio” Mumolo vennero portati e

mentale per chiunque volesse anda-

di Milano”, la sera di martedì 6 feb-

rifugio SEM. In giro non c’era nes-

di consueto le popolazioni interessa-

tenitori, poi apparvero gli ombrelloni

nascosti ai Resinelli presso amici fidati:

re da Milano e dalla Brianza verso la

braio percorsero il solito sentiero della

suno, ma in tempi come quelli era un

te: “buona sera, parla Londra. A tutte

dei due parà”. Durante le operazioni

“li portammo ai Resinelli in casa Val-

Valtellina, il comasco e la Svizzera. Per

Val Caloden, quello che usavano ogni

attimo cadere in un’imboscata tede-

le stazioni europee della BBC. Ecco

di lancio, gli Alleati lasciarono cadere

secchi, ritrovo dei cacciatori”, situato

attuare questa operazione, furono pa-

volta da più di vent’anni per andare ad

sca; così facendo, i rocciatori lecche-

le notizie. Ma prima, alcuni messag-

ben 28 paracadute con annessi pacchi

appena sopra l’albergo Italia. Solo in

racadutati oltre le linee nemiche due

arrampicare in Grigna. Come ricorda lo

si attraversarono il Prà della Fontana

gi speciali per i nostri amici dei pae-

e container; Cassin, a conoscenza

un secondo momento il colonnello

uomini delle truppe alleate: il primo

stesso Cassin, “dovevo radunare roc-

e arrivarono a destinazione. Tuttavia,

si occupati”. In mezzo alle tante frasi

dell’invio degli ufficiali e di alcuni

Giacinto Lazzarini fu condotto a

era il colonnello italo-canadese dei

ciatori fidati e raggiungere i Resinelli.

come ricorda sempre lo stesso Cas-

pronunciate, Cassin aveva udito anche

bidoni, rimase sorpreso per la quan-

Lecco presso la casa di Cassin, dove

parà d’assalto per missioni specia-

Fu un’impresa non facile avvertire con

sin, “giungemmo ai Resinelli in ritardo

il messaggio “Cartine per sigarette. Ri-

tità così elevata di materiale: “prima

ebbe la possibilità di riabbracciare la

li Domenico Giacinto Lazzarini, noto

catena a viva voce, senza intermedia-

per la difficoltà nella salita notturna;

peto, cartine per sigarette”: come gli

scesero armi, munizioni, rifornimenti

moglie Angela, anche lei nascosta e

anche con lo pseudonimo di “Fulvio” e

ri, gli uomini”. Fortunatamente quel-

l’aereo aveva già fatto il primo giro e

avevano spiegato i dirigenti del CLN,

vari; poi apparvero gli ombrelloni dei

protetta dalla famiglia Cassin in quanto

già attivo in Lombardia nel 1944, dove

la sera non c’era neve a complicare

si era allontanato, non avendo nota-

quella frase era la parola d’ordine che

due parà”. La stessa notte e anche il

ricercata dai fascisti.

tra marzo e ottobre aveva tenuto in

le cose, anche perché non si trattava

to i fuochi di segnalazione”. A questo

riguardava inequivocabilmente la “Bri-

giorno seguente la “Brigata Rocciatori”

scacco ben 6000 uomini delle Brigate

di un’escursione come quelle a cui

punto Cassin, capocordata diventato

gata Rocciatori” e corrispondeva alle

fu impegnata totalmente nel recupero

Come ebbe modo di ricordare suc-

Nere e della X Mas nella zona di Vare-

erano abituati; quella notte bisogna-

per necessità anche capo-brigata, si

operazioni di lancio dei due soldati a

del materiale, che venne prontamente

cessivamente il parà italo-canadese,

se. Il secondo protagonista del lancio

va attendere l’arrivo degli aerei Alleati

adoperò celermente per organizzare

Prà Cassin. Così facendo, la notte se-

nascosto e sistemato nelle miniere dei

“Cassin, sua moglie e sua madre ebbe-

alleato, invece, era il radio-telegrafista

per poi recuperare gli ufficiali e tutto

al meglio le operazioni necessarie, in

guente si era portato ai Resinelli per

Resinelli, in attesa di venire ridistribuito

ro il grande coraggio di ospitare mia

Vittorio Mumolo, detto “Ciccio”. Allo

il materiale bellico paracadutato. Ric-

modo tale da farsi trovare pronto al

attendere l’aviolancio ed insieme ac-

tra le formazioni partigiane della zona:

moglie, ricercata con grande accani-

scopo di mantenere i collegamenti

cardo Cassin, Ugo Tizzoni, Giovan-

secondo passaggio del velivolo alle-

cogliere con i suoi rocciatori i militari

“fummo impegnati tutta la notte a

mento dalle forze fasciste: era stata

fra CLN ed esercito anglo-americano,

ni “Farfallino” Giudici, Mario “Boga”

ato. Insieme a Tizzoni accese i fuo-

Lazzarini e Mumolo.

recuperare il materiale lanciato e far

condannata a morte”. Nella stessa te-

i due militari dell’O.S.S. furono dotati

Dell’Oro, Oreste Dell’Era, Giovanni Ai-

chi di segnalazione, mentre “Boga” e

Stesi a terra in silenzio ai margini del

scomparire i teloni dei paracadutisti

stimonianza, Lazzarini sottolineò an-

di un apparecchio radiotrasmittente.

roldi, Mario “Umett” Spreafico e Felice

“Farfallino” piazzarono le torce, che

pascolo, gli uomini della “Rocciatori”

sparsi un po’ ovunque”. Più complesse

che il valore dimostrato dalla “Brigata

Questa radio, “incaricata di segnala-

Butti camminarono veloci e silenzio-

fortunatamente furono viste dall’aereo

erano concentrati a captare l’arrivo

furono invece le ricerche dei due

Rocciatori” durante le ultime fasi della

re ai comandi alleati ogni operazione

si, senza scambiarsi troppe parole. E’

americano: il velivolo, racconta sem-

degli aerei; l’unico rumore percettibile

parà: “mentre il materiale scese a

Resistenza, esprimendo così la propria

militare nazifascista, in tutto il territorio

ancora Riccardo Cassin che racconta

pre Cassin, “dopo un ampio giro sulle

era lo scoppiettio della legna sul falò,

fuso – ricorda sempre Cassin – “i parà

gratitudine verso gli uomini di Cas-

lecchese”, dovette essere sempre ben

con molta cura lo svolgimento degli

Prealpi (anche per depistare le allerta-

acceso per combattere il gelo tipico

scomparvero alla nostra vista, pie-

sin: “non potrò avere parole sufficienti

nascosta ed ebbe diverse basi clan-

eventi: “salimmo a Laorca, poi lungo

menti da terra) tornò sopra i Resinelli,

di una notte di inizio febbraio. Avvolti

gando in diagonale verso il pendio su

per il Gruppo Rocciatori della Grigna, il

destine tra Lecco e le zone limitrofe:

la rapida Val Calolden; giunti al rifu-

notò i fuochi e fece i lanci”.

nell’oscurità e immersi nel silenzio

Ballabio Superiore. Li trovammo un’ora

vero nucleo della vera Resistenza lec-

dai Resinelli a Morterone, da Abbadia

gio Sel tagliammo per i Piani verso la

più totale, all’improvviso sentirono un

dopo, pronti, nel buio, armi alla mano,

chese, comandata da Cassin e da me”.

al rione di San Giovanni, da via Ga-

Sem, per raggiungere il pianoro allo-

Parola d’ordine

rombo sordo in lontananza, che man

a chiedere la parola d’ordine mentre

Lazzarini spese infine parole di stima

landra nel rione di Castello fino a via

ra di pascoli. Era una serata di buona

Secondo le indicazioni ricevute e

mano si faceva sempre più forte:

ci avvicinavamo nelle ricerche”. Ad

anche nei confronti della città di Lec-

Ariosto, dove allora abitava lo stesso

visibilità, anche se c’era qualche nu-

gli ordini concordati, tutto doveva av-

senza dubbio si trattava degli aerei

esser più precisi, “il primo fu trovato

co: “nel mio rapporto di fine missione

Cassin, l’apparecchio “veniva trasferi-

vola”. Raggiunta la deviazione per il

venire tra le 21.30 e le 22.00 in lo-

alleati che, avvicinandosi, echeggia-

quasi subito; il secondo fu rintracciato

ho scritto che Lecco è stata una delle

to continuamente a distanza di pochi giorni, per evitare la localizzazione da parte dei servizi di controspionaggio nazifascisti”.

Milano 6 maggio 1945, Riccardo Cassin e la Brigata Rocciatori sfilano in corso Vittorio Emanuele (foto archivio Fondazione Cassin).

città più valorose, più leali, più fedeli, nella lotta per la libertà”. Le citazioni in corsivo sono tratte dai seguenti testi:

Per accogliere gli uomini paracadutati con il lancio della missione americana, i rocciatori guidati da Riccardo Cassin salirono ai Piani dei Resinelli in

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Il gruppo Rocciatori Lecchesi futura anima della Brigata Rocciatori in una foto del 1932 con al centro l’on. Angelo Manaresi, presidente del Centro alpinistico italiano (foto archivio Comi).

Sentieri e Parole

1. ALOISIO BONFANTI, Il cortile delle botti e dei sassi 2. GOGNA – MELESI – REDAELLI, Riccardo Cassin. Cento volti di un grande alpinista 3. DANIELE REDAELLI, Cento anni in vetta. Riccardo Cassin, romanzo di vita e alpinismo

Sentieri e Parole

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IN MEMORIA DI M13

Epitaffio per un giovane orso ucciso a Poschiavo di Sergio Poli

N

Un triste risveglio

el Notiziario del CAI Lecco n° 2-2012 avevo scritto un articolo sul ritorno degli

animali nelle Alpi: uccelli rapaci, ungulati, lupi, orsi. Salutavo quel ritorno come una vittoria della Natura, forse finalmente in pace – o almeno in tregua – con l’uomo. Ma la tregua, se mai arriverà, oggi è ancora lunga da venire. Non mi piacciono i sequel, ma in

Il fatto: a Poschiavo, nel Cantone svizzero dei Grigioni, nello scorso mese di febbraio è stato ucciso un giovane orso. Era stato battezzato M13 dagli studiosi che seguono il progetto di ripopolamento delle Alpi; era un maschio nato in Trentino tre anni fa, divenuto famoso in Lombardia proprio perché si era fatto vedere molto spesso anche in fondovalle, in particolare a Morbegno. Qui addirittura era stato adottato dalla cittadinanza, bambini in testa, e la stampa aveva fatto un buon lavoro di educazione ambientale; M13 ormai era noto come “l’orso simpatico”, proprio perché era confidente, non aveva paura dell’uomo, ma nello stesso tempo non aveva fatto male a nessuno. Invece, proprio questa sua confidenza gli è stata fatale: a Poschiavo, svegliatosi affamato dal letargo aveva

18

Sentieri e Parole

stibili alchilati costano molto più del-

no – un orso, o magari anche un no-

cora scorrazzare libero (forse un po’

la miscela tradizionale, circa due-tre

stro simile - minaccia i nostri interessi.

troppo, a parere di qualcuno...) per le

volte tanto (!), e questo spiega perché

Sull’altare della sicurezza sacrifichiamo

nostre vallate.

fatichino a prendere piede.

la nostra privacy (quante telecamere

L’opinione pubblica ha reagito so-

E qui viene la novità: alcuni comuni

sorvegliano ogni nostro passo?), ma

saccheggiato alcune arnie didattiche

no protestato vivacemente, anche in

prattutto perché ha visto anteporre

svizzeri si sono impegnati a promuo-

anche sapori (i cibi sono sempre più

che si trovavano nel recinto di una

sede europea, ravvisando nel com-

la politica – di pancia si potrebbe dire

vere l’uso di tali carburanti, coprendo

sterilizzati, e sempre meno saporiti), e

scuola, e una bimba che lo aveva visto

portamento delle autorità svizzere gli

– alle ragioni della scienza e dell’eti-

fino a metà della spesa, proprio per

talvolta anche altri esseri viventi, come

da vicino era stata ricoverata in stato

estremi per un procedimento inter-

ca. L’animale è stato visto ancora una

contenere l’inquinamento e preservare

appunto il povero M13.

di choc. Pare anche avesse già ucci-

nazionale di condanna. Intanto però il

volta in funzione di ciò che rappre-

la salute degli operatori.

so alcune pecore e un cavallo. Questi

povero M13 ci ha rimesso la pelliccia.

senta per l’uomo – un pericolo o un

Non c’è una contraddizione nel

episodi avevano scatenato una psico-

C’è da dire che da quelle parti non

interesse scientifico – e non come

comportamento delle autorità elveti-

si collettiva nella cittadina grigionese,

era la prima volta che accadeva un

un essere a sé, degno di vivere anche

che?

tanto che le autorità si sono sentite in

episodio di questo genere: già nel

solo per questo.

dovere, per la sicurezza e l’incolumità

2008 era stato abbattuto, ancora nei

della cittadinanza, di procedere all’ab-

Grigioni, un altro orso italiano chia-

battimento dell’animale.

mato JJ3, anche lui un po’ troppo confidente, che si spingeva fino nei paesi

Le reazioni

Ma per fortuna la Natura ha una sua forza autonoma, e segue caparbiamente le sue regole. E’ notizia di questi giorni (aprile

Da una parte, intransigenti difenso-

2013) la presenza costante di un altro

ri dell’ambiente, incentivano pratiche

orso dalle parti di Premana: addirittu-

Contraddizioni

più salutari ed eco-compatibili per la

ra, è stato ripreso dalle foto-trappole

Per le strane combinazioni che tal-

popolazione; dall’altra, permettono l’e-

del Servizio Faunistico Provinciale a…

volta si verificano, nello stesso periodo

liminazione di un animale che incarna

banchettare a base di miele, devastan-

alla ricerca di cibo senza temere l’uo-

è apparso un articolo su una rivista di

la più alta espressione dell’ambiente

do nottetempo gli alveari di un api-

Le reazioni sulla stampa non si sono

mo. Errore fatale. E qualcuno ricorderà

gestione del verde (ACER n° 1/2013)

naturale, il vertice della piramide ali-

coltore.

fatte attendere, in particolare da parte

ancora l’uccisione di un altro orso, co-

intitolato “Aria di novità” (pp. 37-39).

mentare.

italiana, visto che l’orso era patrimo-

nosciuto col nome di Bruno, avvenuta

Gli autori caldeggiano l’uso di combu-

nio di tutti, ma soprattutto di chi aveva

in Germania qualche anno fa.

stibili ecologici (alchilati si chiamano)

Un nuovo dio: la Sicurezza

vincia risarcisce i danni a chi ha subito

questi mesi è successa una cosa che mi ha spinto a tornare sull’argomento.

almeno per interesse M13 poteva an-

Però, finalmente si sta cominciando a usare anche il buon senso: la Pro-

lavorato (e speso…) anni per arriva-

Ma torniamo a M13. Dopo il tragico

invece della tradizionale benzina per

Forse però si torna sempre allo

le…visite del plantigrado, così l’opinione

re al confortante risultato del ritorno

epilogo della sua vicenda sono state

far funzionare motoseghe, decespu-

stesso punto: abbiamo comunque

pubblica accetta meglio questa nuova

dell’orso sulle Alpi centrali. Un titolo

fatte diverse proposte tecniche, fra

gliatori e attrezzature per manuten-

una visione antropocentrica del mon-

vicinanza.

recitava “Ucciso per non aver com-

cui la più sensata proponeva che lo si

zione del verde: tali combustibili ren-

do, che viene visto solo come nostro

messo il fatto”, in quanto in effetti

sarebbe potuto catturare e rimandare

dono di più e inquinano molto meno

ambiente di vita.

non aveva davvero commesso nulla

in Trentino, dove gli orsi rappresen-

l’aria, e ciò è importante soprattutto

Ci piace l’ambiente se è per noi, e

to al grande vantaggio del ritorno dei

di grave.

tano addirittura un’attrazione turistica

per gli operatori, che vicino alle at-

siamo disposti anche a qualche pic-

carnivori sulle Alpi. Quindi, il trend pro-

stu-

e sono quindi ben visti dalla popo-

trezzature lavorano, e respirano, otto

colo sacrificio perché sappiamo che è

segue: gli orsi ci sono, si fanno sentire

diosi, ma anche gente comune han-

lazione. Insomma, se non per amore,

ore al giorno. Ovviamente i combu-

per il nostro bene. Ma guai se qualcu-

e ormai dobbiamo fare i conti con una

Associazioni

ambientaliste,

Foto di Gianfranco Scieghi

Foto di Carlo Frapporti

I piccoli dispetti fatti dall’orso sono un modesto danno collaterale, rispet-

loro presenza stabile. Presenza reale, non virtuale: a noi piacciono sì gli orsi, ma di peluche, o nei cartoni animati. Quelli veri ci spaventano: nel mondo reale c’è posto solo per noi. Invece – lo ripeto - siamo in tanti su questa Terra, e tutti abbiamo lo stesso diritto di viverci.

Sentieri e Parole

19


CREATIVITÁ SUL SENTIERO DIDATTICO

Figure fantastiche per far rivivere il “bosco vecchio”

U

n bosco di latifoglie nel-

mente la foresta “con gli abeti forse

gna trova la sua principale fonte di

la zona dei Grassi appeso

più vecchi del mondo” di cui par-

ispirazione.Insieme hanno lavorato

al ripido pendio che sale

la Dino Buzzati, ma gli ingredienti

sul tema del bosco, realizzando con

verso il Magnodeno; come sfondo

per far rivivere Il segreto del Bosco

materiali di recupero una carrella-

le creste del Resegone e un ma-

Vecchio ci sono tutti, basta saperli

ta di creature fantastiche che sono

gnifico scorcio sulla Grignetta; alla

scoprire o immaginare.

andate a popolare la radura ac-

base una vecchia baita, rifugio e

E’ quello che hanno fatto in una

canto alla baita: cavalletti di legno

punto di aggregazione per i ragazzi

domenica di pioggia alcuni bambini

e cortecce d’albero per dare vita

dell’alpinismo giovanile: in questo

del primo corso di alpinismo gio-

agli animali del bosco; un cesto, un

scenario si snoda il sentiero di-

vanile con i loro accompagnatori,

vecchio abito, un cappello per cre-

dattico inaugurato un anno fa, in

seguendo i suggerimenti di Luisa

are l’amico segreto, il custode della

occasione della seconda edizione

Rota Sperti, l’artista che nella na-

baita. Creature perfettamente a loro

di Monti Sorgenti. Non è esatta-

tura e nelle leggende della monta-

agio accanto ai disegni di Luisa

Lavoro di squadra

di Adriana Baruffini


Rota Sperti che, collo-

tista: uno Stoppani relativamente

cati nelle bacheche lun-

giovane con alle spalle il Resegone.

go il sentiero didattico,

A ben guardare, però, l’incongruen-

evocano le atmosfere

za è solo apparente.

surreali

Sopra: servono altre cortecce ; Sotto:l'artista al lavoro con Stefano

Il vento Matteo in un disegno di Luisa Rota Sperti

del

romanzo

L’abate, nato e sepolto a Lecco,

di Buzzati, con il suo

figura poliedrica di scienziato, let-

corredo di geni, folletti,

terato e filosofo, è infatti un per-

animali e venti parlan-

sonaggio

ti, ma anche con i suoi

a queste montagne. Incominciò a

profondi contenuti mo-

salirle fin da ragazzo osservando

rali. La matita dell’artista

tutto con occhio attento, conti-

illustra alcuni momenti

nuò a percorrerle da adulto con la

fra i più significativi del

passione dell’alpinista e lo sguardo

racconto: il colonnello

sempre rivolto all’ambiente naturale.

Procolo che ascolta per

Essendo un grande divulgato-

la prima volta nella sua

re riuscì a comunicare interesse e

vita i rumori della fo-

amore per la natura a generazioni

resta; i geni che popo-

di giovani, trasmettendo in modo

lano gli alberi, della cui

gradevole e facilmente comprensi-

presenza si accorgono

bile anche contenuti di tipo scien-

“solo i bimbi ancor liberi

tifico.Il suo ritratto collocato lungo

da pregiudizi”; “l’ambi-

il sentiero dell’alpinismo giovanile,

ziosissimo” vento Mat-

sullo sfondo del Resegone con la

teo, capace di esibirsi

punta che porta il suo nome, sem-

in concerto, estraendo

bra vegliare sul bosco, in armonia

dal bosco perfette so-

con tutte le creature reali e fanta-

norità, specie se alla sua

stiche che lo popolano.

profondamente

legato

voce si unisce quella

Sabato 25 maggio, nell’ambito

del bambino Benvenu-

della terza edizione di Monti Sor-

to; l’assemblea notturna

genti, un percorso animato lungo il

degli uccelli riuniti per

sentiero didattico ha portato ra-

salvare “l’onore del bo-

gazzi e adulti alla scoperta del Bo-

sco vecchio”; il raduno

sco Vecchio.

delle bestie della sel-

Il titolo della manifestazione, DAL

va “per vedere come il

bosco, NEL bosco, COL bosco, ne

Procolo, il padrone del

riassume i contenuti e il significato,

bosco vecchio, facesse

ponendo l’accento sulla possibilità

a morire”.

di generare bellezza da materiali umili, quando la creatività trova nel

Il giovane Stoppani Nella bacheca posta

22

più in alto un pannello

Alpinismo Giovanile

che potrebbe sembrare “fuori tema” riproduce un ritratto di Antonio Stoppani eseguito dalla stessa ar-

contatto con la natura ispirazione e sfogo.

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L’ULTIMA INVIOLATA

di Matteo Della Bordella

L

a parete Ovest della Tor-

vano direttamente sopra lo Hielo

gonia famosa e frequentata da

re Egger era forse l’ultima

Continental (il terzo ghiacciaio

centinaia di alpinisti ogni anno,

grande

inviolata

più grande del mondo, dopo Polo

dove “tutto è già stato fatto” e

della Patagonia nella zona “clas-

Sud e Polo Nord), che atten-

dove tutte le cime del gruppo del

sica” del massiccio Torre-Fitz

devano ancora una prima salita

Torre – Cerro Torre, Torre Egger

Roy: mille metri o più di granito

completa.

e Aguja Standhart - sono state

parete

verticale e compatto che si ele-

In una regione come la Pata-

ormai scalate da diverse par-

Luca Schiera affronta la penultima lunghezza sul fungo di ghiaccio (tutte le foto appartengono all’archivio Gruppo Ragni)

La prima alla parete ovest della Torre Egger


Matteo Bernasconi e Matteo Della Bordella nell'avvicinamento al passo Marconi

Matteo Della Bordella in apertura sulla parte alta della via

Matteo Della Bordella sotto gli strapiombi prima del Colle Lux

Matteo Della Bordella e Luca Schiera dopo la salita alla Ovest della Egger

ti e con diversi stili (da Est, da

molto simile a quello che si ha

avventure così nel 2013? Forse

un tentativo che ha portato me

zioni buone. Ultimo ma non ulti-

una decisione comprensibile, ed

Ovest, in traversata, con chiodi

abitualmente sulle Alpi, un ap-

sì, forse no. I tempi sono cam-

e Matteo Bernasconi veramente

mo, pensiamo di allargare il no-

anche molti altri famosi alpinisti

a espansione, by fair means , in

proccio ben diverso dalla Pata-

biati, la possibilità di avere del-

a un soffio dal successo, arriva

stro team a Luca Schiera, che è

erano sulla strada del ritorno a

libera, in estate, in inverno…) re-

gonia del passato e ben diverso

le previsioni meteo ha sconvolto

la combattuta decisione di ripro-

subito entusiasta dell’idea.

causa del meteo avverso.

stava ancora una parete da sca-

dal tipo di esperienza che io e

completamente le carte in ta-

varci anche quest’anno.

lare: la Ovest della Torre Egger.

Matteo Bernasconi avevamo vis-

vola nelle salite patagoniche ed

A dirla tutta, per tutto il 2012

suto gli anni precedenti.

è praticamente impossibile oggi

Condizioni meteo, pericoli oggettivi, logistica complessa, pa-

Giovedì 20 febbraio, dopo 11 La cronaca

ore di cammino Luca ed io giun-

io non ero affatto motivato a ri-

Come è andata poi la nostra

giamo al Filo Rosso, dove incon-

fare paragoni con certe imprese

provarci un’altra volta nel 2013.

salita ormai lo sanno un po’ tut-

triamo diverse cordate che han-

rete repulsiva. Ma sicuramente

Personalmente ho deciso di

del passato, che erano sicura-

Avevo ancora nella testa l’imma-

ti, sono sempre le stesse cose

no appena salito la via dei Ragni

anche il fatto che probabilmente

andare in Patagonia affascina-

mente a un livello superiore per

gine di me e Berna appesi ad un

scritte in diversi modi, comun-

al Cerro Torre. Le previsioni me-

tanti forti alpinisti l’abbiano rite-

to dai grandi racconti dei “vec-

avventura ed incertezza.

unico friend con mille metri di

que per chi ancora non avesse

teo per venerdì 21 febbraio sono

nuta “meno interessante” di altre

chi Ragni”, in particolare dalle

Ma alcune cose sono rima-

vuoto sotto, avevo ancora nella

letto nulla questo è un breve ri-

buone, ma poi è previsto l’arrivo

pareti.

spedizioni di Casimiro Ferrari:

ste immutate: le montagne sono

testa i 60 giorni passati in Pa-

assunto:

di una perturbazione per saba-

Ok, ok, andiamoci piano…

la parete Ovest del Torre, la Est

sempre le stesse, selvagge e

tagonia l’anno precedente, i 35

Io, Luca e Matteo Bernasco-

Il modo di fare alpinismo in Pa-

del Fitz, e soprattutto il Mural-

difficili come un tempo, e tanti

dell’anno prima e le interminabili

ni eravamo partiti il 19 genna-

tagonia negli ultimi anni è cam-

lon, senza dubbio una delle pa-

alpinisti hanno ancora voglia di

attese in truna… Insomma pen-

io dall’Italia; il nostro rientro

Siamo così costretti ad atten-

biato notevolmente con la nasci-

reti più impegnative e isolate

mettersi alla prova, cercando di

savo che un anno di stacco alla

era fissato per il 23 febbraio.

dere una settimana nella nostra

ta e la crescita del paese di El

della Patagonia, dove Casimiro

spingere in là l’asticella della sfi-

fine “ ci sarebbe stato dentro ”.

Le previsioni meteo degli ultimi

tenda, finchè, dopo aver postici-

Chalten. L’approccio più in voga

ebbe successo dopo tre mesi di

da.

to e tempo ancora variabile per i giorni successivi.

E invece no. Invece no, perché

ipotetici giorni di permanenza

pato nuovamente il volo aereo di

assedio con gli appena maggio-

Personalmente se c’è una cosa

avevo anche in testa che alla fine

continuavano a cambiare, ma in

rientro, giovedì 28 febbraio en-

di fare “campo base” in paese, in

renni Paolo Vitali e Carlo Aldè!

che mi hanno tramandato i gran-

io nella vita (o almeno in questa

generale non erano super ot-

tra la finestra di bel tempo giusta

una cabana (o casa), ed aspetta-

Queste sono salite leggendarie.

di nomi del passato come quello

parte della vita) ho scelto di sca-

timistiche, anche se lasciavano

per attaccare la parete.

re le condizioni meteo favorevoli

I racconti di grandi permanen-

di Casimiro è di credere sempre

lare le montagne, avevo in testa

comunque la possibilità dell’arri-

Dopo aver ripercorso l’avvici-

per scalare le montagne.

ze sotto le pareti nell’attesa del

e comunque nel proprio proget-

che ci dovevo riprovare perché

vo di un periodo di bel tempo.

namento ispezionato sei giorni

Comodo eh? Non voglio dire

bel tempo, di tentativi andati a

to e continuare ad insistere an-

non poteva finire così e perché

Così, dopo diverse incertezze,

prima, siamo in tre ore e mezza

che in questo modo non si pos-

vuoto ed infine della riuscita, di

che quando tutto sembra remare

in Patagonia bisogna insistere.

io e Luca Schiera decidiamo di

alla base dello zoccolo. Scalia-

sa fare grande alpinismo e del-

un ambiente selvaggio, isolato

contro.

prolungare il

nostro soggior-

mo lo zoccolo ed il nevaio sen-

le grandi salite, anzi. Voglio solo

ed austero. Questo era il tipo di

mi-compromesso: ci riproviamo

no fino al primo marzo. Matteo

za particolari problemi, la fatica

dire che questo è un approccio

spedizione ed il tipo di Patagonia

Bene, e quindi come è anda-

anche nel 2013, ma senza attese

Bernasconi invece fa una scelta

più grande è data dai pesi dei

che io andavo cercando, volevo

ta nel 2013? Ecco, fu così che

in truna old style , quest’anno ci

diversa e decide di rientrare in

provare anch’io un’avventura di

dopo due anni di assedio old

facciamo furbi, stiamo a Chalten

Italia e tenere fede agli impegni

questo tipo.

style , con lunghe permanenze in

come tutti e andiamo alla Egger

lavorativi presi in precedenza;

truna in attesa del bel tempo e

se e solo se ci sono le condi-

d’altronde, viste le condizioni era

tra gli alpinisti nel 2013 è quello

26

Alpinismo e arrampicata

Ma è ancora possibile vivere

Alla fine siamo giunti ad un se-

Alpinismo e arrampicata

27


sacconi che contengono oltre al

rata. Alle 17 ripartiamo, le fisse

ed esamino la situazione: guardo

una fessura mooooolto friabile.

fungo il giorno prima si era tra-

che avevo tanto sognato e desi-

materiale per aprire su roccia,

dei due tiri successivi sono so-

il colle alla mia sinistra e vedo,

Non senza patemi mi ci appendo

sformata in verglas e, nonostante

derato per tre lunghi anni.

quello per scalare su ghiaccio

prendentemente in ottimo stato

come avevo già notato, che è

e in una decina di minuti pianto a

la parete fosse al sole sin dalle

e il necessario per sopravvivere

e le risaliamo.

nettamente più pulito dell’an-

mano lo spit della salvezza.

prime ore del mattino, le placche

Poi però iniziano le brutte so-

no scorso; in più davanti a me

Penso che vedendo dalla sosta

Le prime due corde fisse che

prese: sugli ultimi 4 tiri aperti

parte una fessura diagonale che

lo spit, adesso questa sezione

avevamo lasciato sulla nostra via

l’anno scorso il vento ha com-

va in direzione appunto del col-

mancano, e i tiri sono da ri-sca-

pletamente ridotto a brandelli le

lare, dopodichè incontriamo un centinaio di metri di corde fisse

quattro giorni in parete.

erano ancora ghiacciate.

salita, ci aspetta infatti un disce-

non sia poi così difficile perché

nell’altro, spiccozzando il verglas

sa lunga e la stanchezza inizia a

le. L’anno precedente io e Berna

sai che quando arrivi lì lo afferri

via dalla roccia, riesco ad arriva-

farsi sentire. Dopo qualche foto

corde che avevamo lasciato, ed

avevamo scartato l’opzione di

con i moschettoni, ma per quan-

re al fungo e piantare una vite.

di rito iniziamo le doppie.

ora siamo costretti a riscalarli. Il

uscire da questa parte per via di

to mi riguarda… mi sono decisa-

Chiedo a Luca se vuole salire lui

Durante la discesa stacchiamo

in buono stato che ci apprestia-

vero problema è che sono tutti

grandi macchie di neve pensili al

mente ingaggiato ! Vado avanti

da primo il primo tiro del fun-

e recuperiamo tutte le corde fis-

mo a risalire.

tiri impegnativi, per lo più stra-

colle, macchie che quest’anno si

qualche metro e faccio un bat-

go e lui accetta volentieri. Luca

se lasciate in parete.

Arriviamo alle 13 all’inizio del

piombanti. Arrampico i primi due,

sono ridotte in modo esponen-

hook , pianto poi un altro spit e

arriva in sosta e mi recupera ed

Alle 17 arriviamo all’inizio del

grande diedro e con cautela

ma poi la luce inizia a calare e

zionale.

finalmente raggiungo un sistema

io parto per l’ultimo e facile tiro

grande diedro, dove ci fermiamo

continuo a risalire le corde fisse,

noi dobbiamo trovare un posto

Urlo quindi a Luca: “Cambio

di fessure che conduce dritto al

che porta in cima.

per un ultimo bivacco in parete.

sapendo che queste potrebbero

dove passare la notte. Non sa-

linea!” e seguo la fessura verso

essere in cattivo stato. Arrivo in

pendo bene cosa fare, vedo un

sinistra.

cima alla prima corda fissa del

punto di parete di circa 2 metri

Luca risale ed io riparto apren-

quando anche Luca mi raggiunge

zo quando

Luca Schiera ed io

triamo alla nostra tenda, da qui

diedro e mi accorgo che è at-

per 3 leggermente appoggiato,

do due tiri nuovi per lo più in

in sosta al Colle tra la Herron e

mettiamo i piedi sulla cima del-

il giorno successivo le solite 11

taccata solo per tre trefoli che

o meglio, inclinato a circa 40°

fessura fin sotto il colle.

la Egger.

la Torre Egger. Siamo i primi ad

ore di cammino ci riportano a

sfregano direttamente su uno

direi. Su qualsiasi altra parete

La stanchezza inizia a farsi

essere arrivati fino a qui salendo

Chalten.

spigolo vivo.

non lo considererei mai un po-

L’ultimo tiro

sentire, dobbiamo fare acqua e

dalla parete Ovest. È il momento

Parto per la risalita successiva;

sto bivacco, ma appeso in questo

Sono le 13.30 quando mi pre-

appena sopra il colle sembra si

la corda sembra in buono stato,

vuoto, tutto cambia prospettiva

paro per l’ultimo tiro che do-

possa scavare nella neve un po-

ma quando meno me lo aspet-

e soprattutto non abbiamo altra

vrebbe portarmi al colle tra Pun-

sto da bivacco per lo meno de-

to, di colpo la calza si rompe ed

scelta: o scendiamo di 300-

ta Herron e Torre Egger. Capisco

cente.

io scivolo indietro per 2-3 me-

400 metri oppure passiamo la

subito che non sarà un tiro facile,

Alle 18 finiamo di prepare il

tri finchè le jumar si bloccano

notte qui. Sarà una lunga notte

ma per lo meno adesso fa un po’

necessario per bivaccare e de-

nuovamente più in basso. Un al-

appesi agli imbraghi, con i piedi

più caldo e c’è meno vento. Il

cido di scalare e fissare le corde

tro bello spavento, considerando

che scaricano in una staffa o nel

tiro strapiomba, ma pare ci siano

sui 90 metri successivi fino sot-

che mi trovavo ad una quindicina

saccone ed il sedere appoggia-

delle tacche. Non sono capace di

to al fungo, prima del traverso.

di metri dalla sosta e non avevo

to su una placca che continua a

fare artificiale serio, perciò parto

Dopo aver passato un giorno

ancora messo alcun friend.

scivolare verso il basso.

dalla sosta nell’unico vero modo

e una notte sempre appesi su

un

modo

colle. Sono

Domenica 3 marzo completiaormai

le

16

passate

Continuiamo poi la nostra sa-

“ Notti Magiche ” dice Luca. Bat-

che conosco, ovvero arrampi-

terreno strapiombante non mi

lita, tra risalita di fisse e qualche

tezziamo questa placca “Hotel

cando in libera. Inizio a salire, la

sembra vero di poter procedere

tratto in arrampicata, e giungia-

Egger”.

difficoltà non è elevata, ma nem-

spedito sulle lame leggermen-

meno facile, magari 6c o 7a (non

te appoggiate della via Huber-

le 16 e ci fermiamo ad un ter-

Il giorno successivo la tempe-

saprei proprio), mi accorgo però

Schnarf, ed alle 18.40 siamo

razino per sciogliere della neve,

ratura è piuttosto rigida ed ul-

che non ho possibilità di proteg-

nuovamente entrambi al bivacco.

è la nostra ultima possibilità per

teriormente abbassata dal vento,

germi, la roccia è un po’ friabile

farlo perché da lì in poi la pa-

che seppur non sia forte, si fa

e alcuni passi che faccio sono

Sabato 2 marzo, dopo un bi-

rete inizia a strapiombare fino

sentire. Con grande fatica inizio

“senza ritorno”, proseguo verso

vacco un po’ più clemente, risa-

al colle e in assenza di vento la

a scalare il tiro successivo, in ar-

l’alto nella speranza di trovare un

liamo le corde fissate il giorno

neve resta completamente ripa-

tificiale e ben bardato di vestiti.

piazzamento per un friend. Arri-

precedente. Ci aspetta il traverso

Giunto circa a metà mi aspetta un

vo ad una decina di metri dalla

verso sinistra per affrontare il

tratto su muro verticale a tacche

sosta ma non trovo nulla. Dopo

fungo dove è meno ripido.

che l’anno scorso al pomeriggio

un po’ di panico, mantenendo la

Beh, il traverso per me si ri-

con il sole avevo affrontato in li-

calma, vedo la possibilità di met-

vela decisamente impegnativo:

bera. Penso un attimo a cosa fare

tere il camalot 4 un po’ aperto in

tutta l’acqua che si scioglieva dal

28 Alpinismo e Arrampicata

in

di essere solo a metà della nostra o

mo sotto gli strampiombi. Sono

Comunque

Ma siamo entrambi consapevoli

Sono le 11.20 di sabato 2 mar-

Notti Magiche, tracciato della via

mo la discesa ed alle 16 rien-


CANADA AGAIN

Un anno dopo a Roger Pass

Grizzly Shoulder (tutte le foto sono di Sara Pozzetti)

di Sara Pozzetti

S

iamo ancora in piena estate,

di partecipare, e spendiamo la serata

I biglietti sono emessi, si parte il 23

ma nell’aria della scuola di sci

a pianificare lo sviluppo, che vede in

febbraio, e con grande strappo alla

comincia a risuonare la do-

prima linea la ricerca dei voli. Conve-

tradizionale regola ci concediamo un

manda “ma Sara, a febbraio torniamo

niamo di tornare al Glacier Park Lodge,

giorno in più, rientro previsto per lu-

in Canada, vero?”

punto strategico per le gite a Roger

nedì 4 marzo.

Non posso esimermi dal prendere in

Pass, comodo, accogliente e pulito.

Ecco i protagonisti dello squadrone:

carico l’organizzazione, faccio passare

Durante le settimane successive, ti-

Armando, il Piccolino. Mauro, il Papi.

le vacanze, a settembre convochiamo

riamo le somme. Sicuri siamo in undi-

Luca, il Nonno. Pierluigi, Mr North Face.

un ritrovo in sede.

ci, ma da lì a poco si aggrega il dodi-

Nicola, il Nostalgico. Remo, l’Impavido.

cesimo. Chiudiamo il gruppo.

Silvia, la Piccolina. Maurilio, l’Uomo

Siamo una quindicina, tutti bramosi


Immagine. Chiara, la Ciucia nebbia.

dell’ostello, che ci aspetta

cenare tutti insieme dopo una

c’è più neve”, ma basta poco perché si

Matteo, the Go-Pro boy. Giacomo, the

trepidante, felice di acco-

bella sciata, inutile metterla

ricreda. Nevica... strano eh!

Go-Pro brother. Sara, lo Scricciolo.

gliere 12 italiani.

giù troppo dura. La notte pas-

La prima gita la esauriamo proprio

sa, ma è un inferno. L’ostello

dietro al lodge, che è chiuso, e risalia-

Nella tana

è a pochi metri dalla stazione;

mo il Grizzly Shoulder.

bondanti, e durante le vacanze di Na-

È tutto pronto. Il 23 feb-

metabolizziamo che i tappi

È veramente un peccato vedere le

tale mi ritaglio mezz’ora e scrivo al

braio alle 5 del mattino il

trovati per ognuno sul letto,

finestre con gli assi inchiodati, e la

Glacier Park Lodge, prenotando le sei

torpedone carica tutti e ci

non servivano per proteggerci

neve che arriva a metà porta d’in-

camere doppie, o meglio, pensando

scarica a Linate dove de-

dal russare degli amici, ben-

gresso. Un vero delitto non sfruttare

di prenotare le sei camere; quando

colliamo per Amsterdam.

sì dal rumore dei lunghissimi

una così bella struttura, unica in mez-

mi torna indietro all’istante la mail di

Alle 12 ci imbarchiamo sul

treni merci in transito durante

zo a un paradiso bianco immacolato.

mancata consegna, rabbrividisco.

volo per Calgary, dove at-

l’intera notte, che fanno persi-

Avremmo dovuto esaudire i nostri voli

no tremare i muri (di legno) e

pindarici dell’anno scorso e rilevarlo.

Faccio passare un paio di mesi ab-

Faccio una ricerca in internet e tro-

terreremo dopo nove ore,

vo un articolo su un giornale canade-

e sono le due del pome-

se che si intitola “Glacier Park Lodge

riggio. Recuperiamo le no-

close down at the end of september”.

Azulkan Valley

Il conto alla rovescia parte.

i letti. I primi commenti, appe-

Rientriamo contenti, e festeggiamo

na svegli, rilasciano una serie

con un aperitivo e una cenetta con i

stre auto a noleggio, due

irripetibile di improperi. In più

fiocchi, durante la quale decidiamo di

Noooooo! il Lodge ha chiuso e lì al

Suburban ENORMI, da otto

abbiamo la bella sorpresa che

cambiare location, il 26 ci trasferiremo

passo non c’è nient’altro.

posti ciascuna, ma quando

Tanya è andata in vacanza...

a Revelstoke.

Comunico la brutta notizia a tutto il

carichiamo tutti i bagagli

sparita. Le è bastato così poco

Il lunedì 25 decidiamo di andare

gruppo, dobbiamo rivedere la logistica

e le sacche con gli sci, ci

per essere sazia di ospiti ita-

all’Azulkan Valley, nevica ancora, ma

dell’alloggio.

rendiamo conto che erano

liani? E dire che la sera prima

non ci facciamo scoraggiare, ormai

Ma è presto fatto, anche perché non

necessarie. Ci mettiamo in

ci aveva visto e parlato per

siamo abituati. Nonostante si possa

ci sono tante possibilità, o Golden, 50

marcia verso Golden, dove

solo un quarto d’ora.

arrivare solo al limite del bosco per la

minuti prima del passo, o Revelstoke,

arriveremo

50 minuti dopo il passo.

quattro ore.

dopo

quasi

Ci lascia nelle mani dell’a-

troppa neve, risaliamo il monte Abbott

mico Andy, che chiameremo

con grande soddisfazione. La discesa

Rouge the Gost, che non avrà

sarà memorabile, powder sino oltre la

la più pallida idea di come

vita.

Ci accoglie Tanya, che

giurare qualsiasi rischio di rimanere

con un grande sorriso ci

bloccati nel caso, come l’anno scorso,

mostra quella che sarà

chiudano la strada per la troppa neve.

la nostra tana per i sette

Troviamo un ostello, Kickinghor-

giorni successivi. Al mo-

sehostel, che prenotiamo per l’intera

mento credo che nessu-

settimana, alla modica cifra di 22.5 $

no osi dire niente, a parte

La neve

successivo, per dirigerci a Revelstoke,

a testa. Sarà tutto per noi, perché può

PJ che si lascia scappare

Ma pazienza, non diamo

dove avevamo saputo che aveva ne-

accogliere 13 persone. Siamo entusia-

“impossibile star qui tutta

molto peso a questi parti-

vicato di più. Non fa una piega, anzi

sti, almeno sino a che non realizze-

la settimana”, ma già du-

colari, le gambe friggono, e

anche lui è un po’ contrariato, perché

remo con i nostri occhi dove siamo

rante la nostra prima cena,

la voglia di calpestare neve a

pensava di sciare in pista a Golden, ma

finiti.

le sensazioni di ognuno

Roger Pass è tanta. Finalmente

non c’era tantissima neve, il tempo

A gennaio organizzo una cena, e

vengono servite a tavola.

arriva il momento di comin-

non era dei migliori, e Tanya l’aveva

mettiamo a punto i dettagli, materiale

Confidiamo che il giorno

ciare, domenica 24 febbraio. I

lasciato a gestire l’ostello per qualche

personale e comune, cibo da mettere

successivo, dopo una bella

nostri amici rangers Michael e

tempo. Non sarà in grado di farci una

nelle sacche per le luculliane cene che

e sonora dormita, avremo

Mat saranno contenti di rive-

ricevuta come si deve, e non riuscirà a

ci concederemo da Tanya, gestore

sicuramente tutt’altra opi-

derci, tant’è che ci riconosco-

contattare Tanya, così ci congediamo

nione, forse la stanchezza

no e si ricordano di noi (come

Sci Alpinismo

fuscava un po’ il metro di giudizio. E poi l’ostello ci sarebbe solo servito per

Bonney Trees

32

dopo 24 ore svegli, ci of-

Vista salendo al Mc Gill

La scelta cade su Golden, per scon-

gestire né l’ostello, né tanto

La sera per cena Remo si diletta, e

meno 12 selvaggi affamati di

ci prepara il risotto alla premanese; ne

powder e assetati di birra.

approfittiamo per comunicare a Rouge che lasceremo l’ostello il giorno

dimenticarci?). Armando durante l’avvicinamento al passo, dice: “beh... mi sembra di andare a Pescegallo, anzi, forse lì

Sci Alpinismo

33


senza pagare un dollaro, aspettando che Tanya risponda alla nostra mail, con la richiesta di conto totale e pagamento tramite Pay Pal, così come avevamo fatto per l’anticipo. Il martedì 26 il nostro obiettivo è Mc Gill, che come l’anno scorso, ci regalerà una sciata storica. La salita, con la scelta di una traccia tutta da scoprire, è di grande soddisfazione, e la discesa è grandiosa. Siamo premiati, smette di nevicare e il sole illumina e scalda tutto intorno. Due ore, due ore di bel tempo, che dipingono il paesaggio con colori caldi e profondi, finalmente riusciamo a scorgere anche le montagne sopra e di fronte a noi, candide, immacolate e severe. Attimi di emozione. In discesa ci sbizzarriamo con le telecamere sui caschi e montate sui bastoncini, la neve è sofficissima, e ci sommerge a ogni curva, incredibile, vorremmo non finisse mai, ma inevitabilmente sarà game over, e arriviamo alle auto. Raggiungiamo il lodge prenotato a Revelstoke, e sarà divertente scoprire che è gestito dalle stesse persone

34

Sci Alpinismo

che erano

guiamo verso Banff, dove ci aspetta

al Glacier

un pomeriggio di shopping compulsi-

Park Lod-

vo e una fantastica serata negli ostelli

ge: ci ri-

precedentemente prenotati. L’ultima

conosco-

cena.

no. Come

La domenica mattina una gran sor-

dimenti-

presa per tutti si affaccia proprio ai

carci?

nostri occhi.

Mer-

Nevica, ma è una tempesta di neve.

coledì nel

Banff è completamente imbiancata, ma

mirino c’è

fiduciosi ci mettiamo in auto, confi-

Bonney

dando che avvicinandoci a Calgary, la

Trees, ar-

situazione potrà solo migliorare, in-

riviamo

vece è proprio il contrario. Le strade

sino a circa 2000 metri, al limite del

sono imbrattate, uno strato corposo

bosco, e ribattiamo, c’è poca visibilità

di neve ricopre tutto, e continuano a

e i pendii sono carichi. La sciata però

scendere fiocchi giganti. Siamo tutti

non è niente di meno di quelle prece-

preoccupati, io in prima battuta perché

denti, tanto che il giovedì decidiamo

ho il volo per New York alle 12.30 e

di bissare; siamo premiati da un po’ di

sono quasi convinta di perderlo, ma

sole che ci permette di arrivare un po’

più o meno tutti siamo quasi certi che

più in alto e di scendere da un altro

chiuderanno l’aeroporto. Troppa neve,

versante: se è possibile, la discesa è

la tempesta non si placa, impossibile

ancora meglio del giorno prima. In-

che gli aerei decollino.

credibile.

nonno viene ufficialmente eletto Pilota

mana da Zalas, una Steak House fe-

Estremo Canada 2013. Quando arrivo

nomenale.

al check-in alle 11.45 trafelata, con il

Discutiamo il da farsi per il venerdì,

fiatone e chiedo la situazione, la cor-

il nostro amico ranger Mat ci aveva

tese signorina mi guarda divertita e mi

avvisato che erano previste forti pre-

rassicura che è tutto nella normalità, i

cipitazioni e che il pericolo valanghe

voli sono regolari e mi invita ad acco-

sarebbe salito a 4 anche nei boschi.

modarmi al gate. Avevamo dimentica-

Così, tutti d’accordo, decidiamo di far

to di essere in Canada, forse loro sono

contento Matteo, che da giorni aspet-

un po’abituati.

tava questo momento, e di sciare

Che cosa posso aggiungere? Fanta-

in pista a Revelstoke. Scelta che per

stica compagnia, magnifica neve, bel-

qualcuno si rivela non troppo entu-

lissima vacanza.

realtà canadese, alla modica cifra di 85 $ a testa, uno sproposito.

Non so in cos’altro avremmo potuto A chi avrà voglia di ascoltarlo, racconteremo il nostro viaggio il pros-

cominciare ad avviarci sulla strada del

simo autunno, durante il tradizionale

rientro.

evento “Una Montagna di Emozioni”

Luise, una bellissima località, e prose-

a così...

Smontaggio vecchio tetto in Eternit con amianto Smaltimento in discariche autorizzate, pratica A.S.L. compresa Installazione immediata del nuovo tetto con pannelli isotermici

sperare.

È sabato, è venuto il momento di

Facciamo una breve pausa a Lake

da così...

Dopo due ore e mezza di guida, il

Festeggiamo le fatiche della setti-

siasmante, ma proviamo anche questa

COPERTURE

speciale coperture

che la scuola di Sci Alpinismo orga-

LECCO: Via Toscanini, 11 - Tel. 0341.420209 - Fax 0341.422658 MONGUZZO: Via Valassina, 20 - Tel. 031.650203 - Fax 031.651527 OSNAGO: Via M. della Liberazione, 12 - Tel. 039.8947490 - Fax 039.8947491 OGGIONO: Via Longoni, 26 - Tel. 0341.263026 - Fax 0341.575184

nizza ogni anno.

info@invernizzicoperture.com


LA BELLEZZA DELL’ANDARE

Freddo, storia e monti di neve per i fondisti in Alto Adige di Cristina Melazzi prio da qui, ma perchè non ammetter-

confortante delle sale del Flotscherhof

Grande Freddo?

lo: sì, quei meno 17 gradi li abbiamo

a Natz Sciaves, si sentivano commenti

sentiti e patiti un po’ tutti.

di soddisfazione: “Un freddo, ragazzi!

Cioè a raccontare subito

ma una meraviglia!”

della prima meta, Lappago a Selva dei

Ma tutti, come si conviene a dei

Molini (Mühlwald), e del primo impat-

fondisti CAI, li abbiamo anche sfidati:

Del resto (se è permessa un’ulteriore

to col freddo acuto di questo gennaio

chi con i suoi bravi sci, chi cammi-

freddura) cosa aspettarsi, muovendosi

sudtirolese?

nando a piccoli gruppi compatti, tutti

tra due località che già nell’attacco dei

comunque

dall’incredibile

rispettivi nomi (Bressanone, Brunico)

esposta a nord, non concedeva pas-

scenografia del percorso tra i boschi

non possono che suggerire brividi di

saggi ai raggi del sole.

innevati.

gelo?

Il fatto è che la valle, a quota 1220,

Forse non ci fa onore iniziare pro-

ammirati

E a sera, ben rifocillati e nel calore

Angolo di paese in Val Ridanna (foto C. Spinelli)

S

e cominciassimo a dire del


e si immaginano ben altri geli,

SKI PAST

vissuti da chi, da una parte e

di Marco Pedeferri

dall’altra, tra questi monti belli e difficili, combatteva, resisteva come poteva, moriva. Ogni luogo è carico di storia e questi lo sono in particolare. Non solo per le vicende belliche ma anche per la secolare tradizione mineraria. Nella zona di Predoi-Rio Rosso si cavava rame, a quota 2000, fin dal XV secolo o molto prima, secondo gli archeologi. Il minerale veniva poi fuso in Val Aurina. Il durissimo lavoro di miniera, proseguito fino a fine ‘800, verrà defi-

Le piste di Val Ridanna (foto C. Spinelli)

nitivamente

Tre giorni bianca

Brixen dalle case dipinte ed i portici

temperature basse, chissà perchè qui

Poi però diciamo qualcosa dei tanti

medievali) rigorosamente chiusi alle sei

sembra più tosta: sarà la sindrome

che eravamo. Dalle giovanissime e

di un sabato sera alquanto sottozero,

dell’extra moenia, del fuori casa...

atletiche “riccioline”, ormai più veloci di

e perfino qualche bizzarra proposta di

Sta di fatto che le levette degli at-

nonna e nonno istruttori, al folto grup-

menù per la cena ristoratrice (polenta

tacchi degli sci di Chiara sono bloccate

po di ben preparati fondisti e fondiste,

con gorgonzola e... tonno!).

dal gelo. Così tocca andare alla Casetta del

fino ai non pochi illustri seniores, con alle spalle qualche lustro (appunto!) sia di anni che d’imprese: nell’insieme,

Ma andiamo a raccontare del secondo giorno in Valle Aurina, Predoi.

fondo, là a inizio piste, dove un sorridente incaricato e una provvidenziale

quasi tutti i magnifici settanta e più

Si va più su di quota (1595-1700 m),

stufa a legna (proprio come quelle di

fondisti del Gruppo CAI Lecco, scuola

oltre Brunico, verso nord. Il sole sembra

casa nostra di una volta) scioglieranno

ed amatori.

sfuggirci ad ogni curva, lo vediamo

il blocco dei ferretti e riscalderanno

sempre altrove. Dove finiremo?

mani, piedi e animi.

Una variegata e buona compagnia che, solidale e vacanziera, immersa

Quando scendiamo dal pullmann il

Con questo signore scambiamo

nella tanto sospirata Tre giorni bianca,

termometro segna un temibile meno

qualche parola sulle piccole “invenzioni

riesce, grazie alla paziente tela ordita

16, che si fa sentire ben oltre i nostri

portatili” del giorno d’oggi per ovviare

dagli organizzatori, a reggere sorriden-

strati di “tessuto tecnico”.

al freddo delle nostre estremità (quelle

do il lungo viaggio e qualche piccolo stress da trasferta. Per dire: i cambi di tenuta del dopo-sci sul pullman-spogliatoio, in

Qualcuno decide di aspettare, nel

magiche bustine scaldamani e scalda-

conforto di un locale bar, che la tem-

piedi che fanno la differenza: provare

peratura esterna si faccia appena un

per credere).

po’ più mite, prima di mettersi in pista.

“Quand’ero ragazzino, ci dice, per

pericolosa acrobazia tra un sedile e

Insieme al gruppo dei “Si va!” ci

andare a letto coi piedi caldi ci face-

l’altro, o i negozi di città (la romantica

accingiamo, anche se con qualche ap-

vano fare il giro del cortile a piedi nudi

prensione e adeguato imbacuccamen-

nella neve, e funzionava eccome!”

38

Sci di Fondo

to, a tentar di stendere la sciolina più

Si sorride insieme, ma per un mo-

hard, quella verde, la meno10/meno18,

mento si va col pensiero (eh sì, siamo

che tuttavia fatica ad attaccare.

fondisti pensierosi...) anche ad altri

Eppure anche in Engadina ci capitano

tempi. Tempi di guerra non così lontani,

sospeso,

dopo

una ripresa, nel 1971. Oggi la miniera, allestita in forma museale, è visitabile. Un fuori programma, offerto dal nostro cortese Ospite Altoatesino, ci aspetta al rientro

una corona di monti a perdita d’occhio.

Vincendo la quiete sonnolenta che avvolge il pullman dopo tre giorni intensi di sci, sulla via del ritorno si fa sosta a Trento, per visitare le gallerie di Piedicastello, due tunnel stradali di 400 metri, arterie vitali del traffico fino ad anni recenti, oggi sede di eventi espositivi dedicati alla storia. La mostra “Ski past” che andiamo a visitare illustra storie nordiche in val di Fiemme e nel mondo riguardanti in particolare sci di fondo, salto con gli sci e combinata. Fin dall’ingresso grandi sorprese, a cominciare dagli sci appartenuti a Fridtjog Nansen, l’esploratore norvegese che nel 1888 attraversò per primo “da destra a sinistra” la Groenlandia, oltre 500 km in 42 giorni, servendosi di nove paia di sci di quercia e betulla lunghi 230 cm. Accanto, in successione, centinaia di oggetti: sci di ieri e di oggi carichi di storia, come quelli usati dagli alpini della Grande Guerra, “la nuova arma miracolosa”; bastoncini realizzati in materiali disparati (all’inizio se ne usava uno solo lungo circa 2 metri); pantaloni dalle fogge più varie; tute, guanti, caschi, attacchi, scarponi e scarpette, pelli di foca, scioline…E poi le medaglie dei grandi campioni. Decine di videoinstallazioni, con schermi a volte larghi 10 metri, illustrano l’evoluzione dei materiali o documentano gli avvenimenti più importanti del ‘900 nelle discipline nordiche: la storia della “valanga azzurra”, della Marcialonga, dei giochi olimpici invernali a partire dalle loro origini nel 1924, fino ai campionati mondiali 2013 in Val di Fiemme. Gli eventi sportivi riflettono le relazioni politiche internazionali: la Germania e il nazismo, l’Italia e il fascismo, il secondo conflitto mondiale, la Guerra fredda, i contrasti fra Cina e Taiwan, Russia e Stati Uniti in Afghanistan, la caduta del muro di Berlino e le due Germanie, la dissoluzione dell’Unione Sovietica e le trasformazioni geopolitiche dei Balcani… La visita a queste gallerie cariche di storia è apprezzata da tutti e compensa ampiamente la fatica della sosta; peccato solo non potersi fermare più a lungo.

Dobbiamo raccontare del sole. Il sole luminoso di questo freddo e limpido gennaio tirolese. Da raccontare, perchè ci ha accolto da subito e ci ha accompagnato fedele, come una mano calda e leggera sulle spalle, nel nostro andare e venire, salire e scendere, lungo la piana e i percorsi delle ampie piste di fondo. Vorremmo anche raccontare delle curve nella neve: come si può raccontare una curva? Forse una foto, un’immagine può riprodurre la leggerezza, il nitore, la dolce sinuosità di quel segno tracciato ad arco nella distesa, nel bianco. Un’impronta

artificiale,

che pure non cancella e non intacca il manto della natura:

serale del sabato: ci ritroviamo

ecco, forse è questo incontro

così tra un tintinnar di bicchieri,

armonioso,

per un brindisi beneaugurale

che fa apparire anche alcune

che, accompagnato da un mini

tracce umane come parte di

coro improvvisato, anticipa il

un unico disegno grafico.

non

violento,

Il sogno di confondersi con

festeggiamento lecchese per

la natura, una nostalgia ricor-

i trent’anni del Gruppo Fondo.

rente... Nella foresta incantata Davvero da ricordare, infine,

Potersi muovere scivolan-

la giornata di domenica, in una

do senza troppo rumore o

Val Ridanna inondata di luce.

Un momento di pausa a Casere Predoi (foto C. Spinelli)

disegno, in questa pace, è

All’arrivo, un cartello segnala

come respirare la vita, dentro

la presenza del Museo delle Miniere Ridanna Monteneve: chiuse

camminando in questo bianco

queste vicende.

e fuori di noi: forse è questa la bellezza

negli anni ‘80, vantano otto secoli di

Ma ora ci aspetta la neve.

dell’andare, che non si può spiegare se

attività estrattiva. Argento, piombo,

Siamo attorniati dalla selva fittissima

non con l’andare.

zinco venivano estratti in quota e poi

di abeti, addobbati di bianco, ramo per

trasportati a valle lungo un tortuoso

ramo, come nella foresta incantata delle

percorso ancora documentato. Un

fiabe.

buon motivo per ritornare in altra

Poi il paesaggio si dilata in una conca

stagione a riscoprire questi luoghi e

bianchissima, placidamente adagiata tra

Sci di Fondo

39


FREDDO, SHOPPING E SCIOLINA

A Livigno e Santa Caterina la “due giorni” di fondo 2013 di Paola Sangalli

9

sati risale a qualche anno fa ed è

Si ritorna la pullman e si parte per

febbraio 2013, ore 6,30

quindi piacevole rivedere posti che

Bormio. Alla dogana una sorpresa:

del mattino, tutti pronti sul

nel frattempo sono cambiati o che

un finanziere sale a bordo con l’in-

pullman, un po’ assonnati,

si sono conservati immutati.

timazione “alzassero le mani quelli

ma in attesa di trascorrere la “Due

Ma ormai ci siamo: la strada

che….” e vuole sapere se abbiamo

giorni” di fondo sulle nevi di Livi-

dopo Bormio si alza sempre più in

comperato apparecchi fotografici,

gno e Santa Caterina Valfurva.

mezzo alle montagne, si oltrepassa

sigarette, alcool. Ci informa che se

il paese di Trepalle ed eccoci a

siamo in possesso di quantitativi

in silenzio, chi dorme, chi chiac-

Livigno.

di merce oltre i limiti concessi,

chiera sottovoce con il vicino.

Nel

La prima ora di viaggio trascorre

frattempo

sono

arrivate

siamo passibili di sanzioni penali,

Poi una voce nota - ”Allora, siete

notizie da due allieve che sono già

sequestro dei beni acquistati ed

svegli adesso?”, ovviamente quella

arrivate sul posto con mezzi propri:

altre cose inquietanti. Poi fa finta

della Pina (ma la Pina dorme mai in

temperatura -18°. Qualcuno dice:

di guardare nella cappelliera sopra

fondo al pullman?) - ci desta e ci

“Io resto sul pullman”, ma non c’è

i nostri sedili, intima al nostro au-

annuncia il programma della gior-

spazio per la pigrizia.

tista Abbondio di aprire il cofano,

nata: meta del giorno sarà Livigno,

I nostri pazienti ma decisi mae­

sembra che voglia perquisire tutti i

arrivo più o meno alle 11, lezione di

stri ci invitano a coprirci bene e

nostri bagagli e poi risale a bordo,

fondo fino alle 14, possibilità di un

scendere a prendere il necessario

ci ringrazia e ci augura buon viag-

giro in centro paese per acquisti,

dal bagagliaio perché il pullman

gio. Una volta ripartiti, non si può

ritrovo al pullman e partenza per

deve liberare il ciglio della strada

fare a meno di scoppiare a ridere.

Bormio verso le 16, arrivo all’Hotel

e spostarsi al posteggio. Quindi

Arrivati a Bormio ci sistemiamo

svela un mistero che ci ha tenuti

ci avviciniamo il cielo si rasserena

Stella, sistemazione nelle camere,

coraggio. Guanti, giacca, berretta,

nelle camere, poi si fa un giro in

col fiato sospeso per settimane:

sempre di più e quando arriviamo

Il viaggio di ritorno trascorre

cena alle 19,45.

scarichiamo gli sci e ci avviamo

centro e, puntuali alle 19,45, tutti

il famoso culatello del Gianfranco

sopra di noi è tutto azzurro e lo

senza intoppi. Sosta alla Galbusera

Si percorre la Valtellina fino a

alla partenza della pista, proprio a

in sala da pranzo per la cena. Più

esiste veramente o lui (il Gian-

spettacolo delle montagne circo-

di Cosio Valtellino per comperare

Tirano, dove facciamo sosta per la

lato della strada. Tutto sommato

tardi una partita a carte e poi a

franco) ci ha presi tutti in giro? E

stanti è notevole. Giovanni

e la

la colomba, ma, ahimè, ci sono solo

colazione. Qualcuno approfitta per

il freddo non è così intenso come

dormire: domani a Santa Caterina

invece no, non ci ha presi in giro: il

Pina vanno a prendere i biglietti

biscotti, per le colombe è troppo

acquistare qualcosa per il pranzo,

temevamo, o almeno così ci sem-

ci aspetta una pista a tratti ”ago-

culatello è lì davanti ai nostri occhi,

per la pista, noi intanto ci preparia-

presto. Pazienza.

altri, con più profondi interessi cul-

bra, e poi c’è il sole, che quest’anno

nistica”, quindi bisogna essere in

tagliato a fette nei piatti di portata

mo per uscire al gelo. Che sciolina

turali, entrano nella vicina basilica

durante le altre giornate del corso

forma e riposati.

a nostra disposizione per la cola-

mettiamo oggi? Verde? Va bene.

per dare un’occhiata al famoso

è stato piuttosto raro. Ci radu-

10 febbraio: colazione dalle 8,

zione, pronto per farcire panini da

Il freddo è sì intenso, ma con il

organo del 1600.

niamo intorno ai nostri maestri e

pronti con i bagagli alle 9,30, par-

mangiare subito o da portarsi via

movimento non lo si sente nean-

Pina, prendiamo tutto. Ci vediamo

partiamo.

tenza ore 9,45. La voce della Pina

per il pranzo.

che troppo, e così trascorre anche

sabato alla gara. Grazie a tutti i

questa giornata, l’ultima del corso

maestri: Marco, Pina, Paola, Sal-

di fondo 2013, perché sabato

vatore, Giovanni, Franco. Grazie ai compagni di viaggio.

Si riparte. Ops, quasi lasciamo a

Gruppo a Livigno (foto Pina Ietto)

Alla fine della mattinata faccia-

quando ci aveva dato il programma

mo ritorno al pullman a mangiare

la sera prima era stata come sem-

La strada non è nuova, ma per

qualcosa e poi alcuni di noi si

pre decisa e autorevole : nessuno

Si parte per Santa Caterina:

prossimo, 16 febbraio, ci sarà la

alcuni l’ultima volta che sono pas-

recano in paese per acquistare

avrebbe osato contravvenire alle

quello che, anche se non lo diamo

gara, e la domenica successiva la

merce che notoriamente qui a

sue indicazioni.

terra un passeggero, ma lo recuperiamo subito e via.

40

Sci di Fondo

Grazie Gianfranco, l’anno prossimo ci aspettiamo il bis.

a vedere, ci preoccupa un pochino

maratona. Alla fine, prima di risalire

Livigno è molto più conveniente

Perciò tutti puntuali in sala a ri-

è che notoriamente lì le tempe-

sul pullman, le immancabili torte,

che in Italia: sigarette, bottiglie di

focillarci prima di un’altra giornata

rature sono tra le più rigide. Che

gentilmente preparate dalle signo-

alcool, cioccolato…

impegnativa, anche perché oggi si

cosa ci aspetta? Comunque mentre

re, e il vino, gentilmente offerto dai

signori.

Arriviamo a Lecco: “Mi raccomando: non lasciate niente nelle cappelliere!”

Sci di Fondo

Non ti preoccupare,

41


FINO IN FONDO

Sette amici alla Engadin Skimarathon di Marco Paleari

sico, e ci si sente alquanto speciali,

stringendo i denti

anche perché siamo in pochi, in pro-

avanzano stoica-

porzione a chi percorre la gara in

mente, incitandosi

skating. Le fatiche della salita termi-

l’un l’altro ognuno

nano con l’apprensione per la fatidica

nella propria lingua,

verso Zernez. Il tragitto passa vicino

Cerco di salutare gli altri sei del CAI

discesa di Staz dove non si capisce

uomini e donne,

urante i sabati sul pullman

a S.Chanf, punto di arrivo della mara-

Lecco, ma saranno sparsi qua e là,

se gli alberi siano cresciuti in mezzo

giovani e anziani,

degli amatori è piacevole

tona: cerco di immaginare un arrivo

tra circa dodicimila persone. A cin-

alla pista o il contrario. Ai margini di

francesi e saudi-

lasciarsi andare in chiac-

trionfale circondato da due ali di folla

que minuti dalla partenza comincia

questa discesa è assiepata più gente

ti. Giunti in cima,

chiere e racconti rievocanti impre-

festante, ma torno alla realtà. Zernez!

a salire l’adrenalina, si fanno le ulti-

che lungo tutti i 42 chilometri. Del

la pista scende in

se sciistiche di alcuni dei più quotati

Ora si tratta di cercare il centro del-

me foto, si saluta chi si ha vicino. La

resto gli ingredienti per lo show ci

un imbuto a “esse”

fondisti lecchesi. Si snocciolano date,

la protezione civile dove pernotterò,

musica di sottofondo cessa, comin-

sono tutti, discesa ripida e ghiacciata,

dove stare in pie-

cifre, chilometri e curiosità. Come

ma ben presto scopro

cia il conto alla rovescia, due minuti,

alberi da evitare e telecamere pronte

di è questione di

non rimanere incantati?

un bunker antiatomico, la cui entrata

un minuto, sci ai piedi, l’emozione è

ad immortalare la caduta più spet-

fortuna,

I sabati passano, arriviamo all’ulti-

pare quella di un garage; passo due,

così palpabile che pare di partire per

tacolare.

curva una banda

ma uscita, l’argomento che va per la

tre spesse porte blindate, conosco gli

la Luna … Drei, zwei, eins , go!

maggiore è la Engadin Skimarathon,

altri camerati appartenenti a diverse

Come una mandria, la massa uma-

granfondo di sci, 42 km in stile libero,

nazionalità. Prima di sera scopro che

na si sposta abbastanza omogenea

Ma in barba ai crucchi i nostri

traguardo, la neve

alla quale parteciperanno alcuni gio-

un negozio propone un tris di scio-

in avanti, il ritmo della gara pare da

dribblano agilmente alberi, concor-

è indecente, ma

vani del gruppo amatori.

linatura, Top, Race e Basic, ma costa

subito sostenuto, tanto che lungo i

renti e telecamere per tuffarsi a tut-

ecco il rettilineo

Ognuno dà il proprio consiglio, si

65 franchi, decido così di fare da me,

chilometri il serpentone si allun-

ta birra verso il meritato ristoro di

finale, mi vengo-

studiano strategie e qualcuno sug-

armeggio per due ore gli attrezzi di

ga sempre più. La giornata è bella

Pontresina. Vengono offerte bevande

no i brividi, la folla

gerisce “met sot negot”, mentre il

cui dispongo, ed ottengo un buon ri-

e calda, la neve già dopo i primi 10

calde, fredde e un buon brodino, ma il

sugli spalti mi in-

decano del fondo concede la bene-

sultato, spero. La sera un brodino e

chilometri comincia a cedere, ohi-

cronometro non si ferma, e via, verso

cita, stringo i denti,

dizione e l’augurio di buona fortuna.

poi assisto ad una partita di hockey,

bò , dalle retrovie si sentono i primi

la piana di Samedan, infinita, senza

passo sotto il tra-

Sabato 9 marzo, ore 7.30, salgo sul

se le danno di gusto, ma comincia a

“mannaggia”. Passati i 15 chilometri

punti di riferimento che possano in-

guardo braccia al

diretto Lecco-Tirano armato di sci

fare freddo, rincaso e vado in branda.

l’andatura generale si stabilizza ed è

dicare il progredire di ognuno, chilo-

cielo.

e di un grande zaino, neanche due

La notte è abbastanza rumorosa, ma

facile superare e farsi superare dal-

metri e chilometri. Cerco di variare la

I sette del grup-

ore e cambio a Tirano per andare

con un po’ di pazienza arriva il mat-

le stesse persone e col progredire

tecnica, passo alternato, passo spinta,

po arrivano uno

a Sankt Moritz col Bernina Express.

tino della gara.

dei chilometri il loro volto diventa

passo svedese, ma comunque avanti,

dopo l’altro, Teresa,

sempre più familiare. Gli spettatori ai

sempre avanti! Si passa poi per le vie

Elena, Gianni, Da-

D

trattarsi di

Il tempo di mandare qualche mes-

annuncia L’ultima salita

rosa

frago-

l’imminente

saggio prima di varcare il confine, ed

La carica dei 12.000

lati della pista incitano i fondisti, dal

di un bel paesino appositamente in-

niele, Vittorio, Lu-

ecco che il trenino attraversa Tirano

Domenica 10 marzo, ore 5, mi sve-

primo all’ultimo, gridando heja heja!

nevate, dove è presente una piccola

cilla e Marco. Tra-

e comincia la lunga salita, diverten-

glio (si fa per dire) per raggiungere

Applaudono, suonano campanacci, ci

folla: incitano, gridano il nome, heja

guardo raggiunto!

te la giravolta di Brusio, bello anche

il Maloja. Conosco una ragazza di

chiamano per nome, offrono banane.

heja, e offrono banane.

Pacche,

l’abitato di Poschiavo, ma il trenino

Berlino, farà la mezza maratona; sul

Tutto ciò ci rallegra e ci fa sentire nel

sale inesorabile verso le alte quote.

pullman che ci porta al Maloja siamo

nostro piccolo dei campioni.

Al passo del Bernina è tutto bianco,

stretti come sardine, si sente parlare

bianco candido, fa molto freddo, ma

sorrisi, che bel-

è tempo di arrivare, mancano 5 chi-

lo, che emozione

Dei sette del gruppo alcuni sono

lometri. Di fronte a questo cartello

qui all’arrivo tutti

ogni lingua, si respira l’aria dei grandi

avanti, alcuni indietro, ognuno pen-

beffardo, i più pensano ormai di es-

assieme a festeg-

la sosta è breve e scendiamo velo-

eventi e l’attesa cresce. Prendo posi-

sa agli altri chiedendosi con velata

sere arrivati, è fatta! È fatta “un par

giare le fatiche di

cemente a Pontresina e poi a Sankt

zione nella griglia di partenza per lo

curiosità “chi sarà il primo di noi ad

de ball”, sono chilometri tutti in salita,

una giornata so-

Moritz. Ritiro pettorale, e via in treno

stile classico, sono in quinta fila e più

arrivare?” Ma bisogna ancora supe-

una salita lunga e infinita, le gambe

lare.

avanti si vedono partire i campioni;

rare le salite nel bosco di Staz: molto

cominciano a essere stanche, e dopo

lo speaker, su di una torretta, pro-

bello questo tratto, vario e tecnico;

una curva ecco un altro pezzo in

pone esercizi di riscaldamento tan-

in alcuni punti il tracciato riserva un

salita. Da lontano sembra di vedere

to che dopo un’ora si è già stanchi.

tratto apposito per chi scia in clas-

tante formichine che pian pianino

42

Sei dei sette amici in gara (foto Marco Paleari)

abbracci,

Passano altri chilometri, altre ore,

Sci di Fondo

Il trenino del Bernina nei pressi del passo (foto Marco Paleari)

all’ultima

Un momento della competizione (foto Marco Paleari)

Sci di Fondo

43


L’INVERNO DEL TRENTENNALE

Il resoconto dell’attività sportiva 2012-2013 del gruppo Sci di fondo

precedente stagione, si è sciato:

didattiche

Nell’uscita finale del 24 febbraio in

facendo capo al Centro del fondo di Predoi;

Engadina alcuni allievi hanno seguito

una punta di orgoglio e un pizzico di

- Orientamento e topografia

il percorso della “maratonina”, di 25

commozione, mi sento quasi incre-

- Sciolinatura.

-30 chilometri.

dulo per il traguardo raggiunto, e mi

Si è lamentata la scarsa partecipa-

trovo a ricordare le programmazioni

zione, soprattutto da parte dei princi-

Gruppo amatoriale

succedutesi anno dopo anno, sempre

pianti e degli inesperti.

Le uscite sulla neve si sono svol-

viaggiando con due autopullman della

te tutte di sabato, dall’8 gennaio al 2

SAL di Lecco. (pubblichiamo a parte

Uscite a secco

marzo 2013, con mete diverse lungo

resoconti e immagini).

Nel lontano 1983, quando un grup-

Si sono svolte nelle mattinate do-

tutta l’Engadina e un’uscita finale a

po di amici, con alla testa Dino Piazza,

menicali dall’11 novembre al 16 di-

proposero al CAI Lecco di promuo-

cembre, alternando il piano lago alla

Domenica 24 febbraio alcuni parte-

vere lo sci di fondo per tutti colo-

montagna, con esercizi di ginnastica

cipanti hanno seguito l’intero percorso della Skimarathon (km 42).

col preciso impegno di fare sempre meglio.

di Mariarosa Beretta

zio della Valle Aurina;

- Sci di fondo e salute

Siamo al 30° anno di attività. Con

La prima edizione della “Coppa Paolo Piazza” di fondo

Lappago. Pista Selva dei Molini all’ini- 2° giorno: in alta Valle Aurina,

di Stefano Vimercati

SURLEJ-SILS-SURLEJ

- 1° giorno: Centro sportivo di

- 3° giorno: in Val Ridanna, nell’omonimo Centro del fondo, con pista che percorre tutta la valle. Hanno partecipato circa 80 persone,

Sabato 16 febbraio si è disputata la prima edizione della gara “Coppa Paolo Piazza”, organizzata dal gruppo Sci di fondo escursionismo del CAI Lecco, valida come prova di fine corso per allievi e come gara sociale per allievi e amatori. L’esperienza è vissuta con particolare intensità: celebra il 30° anniversario della fondazione del gruppo Sci di fondo del CAI Lecco ed è dedicata a Paolo Piazza, uno dei fondatori del gruppo, caro amico e punto di riferimento, scomparso prematuramente. I partecipanti, suddivisi in due categorie (allievi/addestramento e amatori) a loro volta suddivise in maschile e femminile, hanno ottenuto risultati soddisfacenti. Di seguito le classifiche con i tempi ottenuti. CATEGORIA ALLIEVI/ADDESTRAMENTO

MASCHILE

Si è trattato di una delle migliori tre

FEMMINILE

Mandelli Enrico

00.51.31

1

2

Zappaterra Gianni

00.54.31

2

Arigoni Imelda

01.05.14

3

Campagna Antonio

01.01.25

3

Rosaspini Franca

01.06.22

Conclusione della stagione 2012-13

4

Bianchini Gualtiero

01.02.19

4

Rossi Emanuela

01.06.31

In occasione del trentennale, abbia-

5

Biffi Roberto

01.05.24

5

Sangalli Paola

01.07.35

Come di consueto gli iscritti, 46 in

mo pensato di ritrovarci a festeggiare

6

Regazzoni Maurizio

01.06.06

6

Pennati Antonella

01.12.33

totale, sono stati suddivisi in tre sot-

insieme questa importante ricorrenza

7

Santoro Angelo

01.08.56

7

Diana Lucina

01.12.50

con una serata conviviale, venerdì 19

8

Caimmi Gianfranco

01.09.22

8

Pivato Eliana

01.13.59

togruppi, Azzurri, Gialli e Rossi, rispet-

9

Colombo Omar

01.23.35

9

Negri Giuseppina

01.19.31

Attività di addestramento

tivamente accompagnati da Giacomo

aprile, presso il ristorante Riposo di

10

Rozzi Giovanni

01.24.11

10

Gilardi Miriam

01.33.12

Passiamo ora al resoconto annuale.

Svolta dalla Scuola sci di fondo

Piazza, Daniele Colombo e Domenico

Cesana Brianza. É stata una serata tra

11

Pinchetti Giuseppe

01.32.06

11

Rea Tiziana

01.33.41

Anche quest’anno abbiamo proposto il

escursionismo del CAI Lecco, col pro-

Pullano.

amici, durante la quale ci siamo scam-

12

Del Pozzo Maurizio

01.44.26

12

consueto schema:

prio corpo istruttori:

ro – giovani e meno giovani – che

presciistica guidati da Marco Bianchi.

avessero avuto la volontà di faticare

La partecipazione è stata discreta.

per divertirsi, forse non pensavamo di Seconda parte

portare avanti così a lungo l’impegno assunto.

- prima parte: lezioni tecniche e teo­riche in sede e uscite a secco;

Direttore della scuola e dei corsi: Marco Bianchi, ISFE

Splugen.

giorni degli ultimi anni.

biate anche impressioni ed eventuali Terza parte (comune a tutti)

Prova di fine corso – Gara sociale

1

01.03.45

CATEGORIA AMATORI

proposte per il prosieguo della nostra attività.

Polvara Carla

MASCHILE

FEMMINILE

1

Paleari Marco

00.45.36

1

Rusconi M.Teresa

00.56.34

2

Sorrenti Marco

00.48.25

2

Saba Giuliana

00.58.04

Il 16 febbraio 2013 si è disputata per

Il consueto raduno di fine mag-

la prima volta la Coppa “Paolo Piazza”,

gio al rifugio Piazza al San Martino

3

Martinelli Ottaviano

00.54.33

3

Longoni Pinuccia

01.00.15

a valere come prova di fine corso per

quest’anno è stato sospeso, anche per

4

Riva Clorindo

00.58.31

4

Bassani Elena

01.00.42

gli allievi della scuola, e come gara so-

l’assenza del nostro amico Giorgio,

ciale per tutti. È stata intitolata all’ami-

valente cuoco, che ha subito un infor-

pianti, perfezionamento di 1° livello e

co Paolo Piazza, recentemente scom-

tunio e non si è ancora ripreso.

Prima parte (comune a tutti)

perfezionamento avanzato) nel perio-

parso, in ricordo del grande contributo

Lezioni tecniche e teoriche in sede

do dal 6 gennaio al 24 febbraio 2013,

Le lezioni, tenute il giovedì sera per

prevalentemente di domenica.

- seconda parte: uscite sulla neve, suddivise nei due settori, addestra-

Istruttori ISFE: Maria Giuseppina Ietto, Paola Monti Istruttori sezionali: Giovanni Bolis,

mento e amatoriale; - terza parte: gara sociale e uscita

Salvatore Bucca, Franco Pozzoni Si è sviluppata su tre livelli (princi-

5

Ronchetti Giorgio

01.00.17

5

Orsoni Chiara

01.02.28

6

Di Stefano Massimo

01.00.43

6

Rota Tiziana

01.03.44

7

Cecchini Dario

01.02.23

7

Spinelli M. Chiara

01.06.04

8

Brivio Raimondo

01.06.12

8

Crimella Carla

01.08.13

Concludo ringraziando il direttivo al

9

Pedeferri Marco

01.09.33

9

Baruffini Adriana

01.09.42

da lui dato alla nostra attività, di cui è

completo per l’opera svolta con spiri-

10

Barozzi Luigi

01.09.34

10

Melazzi Cristina

01.10.06

Spandri Giancarlo

01.10.30

11

Toselli Gina

01.11.39

stato tra i primi fondatori. La gara, a

to di servizio e per la collaborazione

11

cinque settimane, dall’8 novembre al

Sono state effettuate sei uscite in

tecnica classica, si è svolta sull’abituale

prestatami nel coordinamento dell’at-

6 dicembre 2012, hanno sviluppato i

Engadina e una due giorni sulle nevi

percorso di 10 km Surlej-Sils-Surlej

tività.

seguenti argomenti:

di Livigno e S. Caterina Valfurva (pub-

(pubblichiamo a parte commenti e

- Attrezzatura ed equipaggiamento

blichiamo a parte resoconto e imma-

classifiche).

- Nozioni tecniche con proiezioni

gini). Hanno partecipato in totale 46

supplementare di tre giorni sulla neve.

44

allievi, di cui:

Sci di Fondo

- 13 principianti - 19 perfezionamento di 1° livello - 14 perfezionamento avanzato

12

Fusina Piero

01.18.29

12

Cesabianchi M.Grazia

01.14.36

13

Marchese Valentino

01.20.49

13

Castagna M. Luisa

01.18.01

14

Illenupi Paolo

01.28.44

14

Pedretta Bianca

01.18.04

Auguro a tutti buona continuazione,

15

Ventura Flavio

over time

15

Tentori Rosa Maria

01.22.43

auspicando che lo sci di fondo in seno

16

Arzani Ferruccio

ritirato

16

Ponziani Angela

01.22.47

17

Cameroni Antonella

01.22.51

18

Corti Giuseppina

01.26.13

al CAI Lecco non venga mai meno.

Tre giorni di fondo in Alto Adige – 25-26-27 gennaio 2013 Ospitati nell’ ottimo albergo di Sciaves (Bressanone) già sperimentato la

Cronometristi: Carlo Zecchi e Carlo Fazzini Giudice di Gara: Stefano Vimercati

Sci di Fondo

45


SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI

Gli erratici del Triangolo Lariano

di Corrado Scolari

A

ntonio Stoppani, il più ce-

denza della Società Geologica Italiana.

lebre dei nostri concittadi-

Geologo e paleontologo, contempo-

ni, nacque in quella che è

raneo di Agassiz (padre della teoria

oggi piazza XX Settembre, il 15 agosto

delle glaciazioni) fu attratto anche

1824. Consacrato sacerdote nel 1848

dalla nascente glaciologia: nell’opera

nell’ordine dei Rosminiani, è consi-

L’Era Neozoica egli analizza a fondo

derato unanimemente il padre della

i depositi morenici lasciati sul nostro

geologia italiana. Patriota, partecipò

territorio dai grandi ghiacciai qua-

all’insurrezione di Milano del ’48 con-

ternari con particolare riferimento ai

tro gli Austriaci. Fu anche fervente

massi erratici. Di essi scrive:

alpinista e primo presidente della se-

“… Dappertutto ai limiti settentrionali

zione di Lecco del CAI alla sua fon-

della pianura, in seno alle valli, nel let-

dazione nel 1874. A lui la nostra se-

to dei torrenti, sul dorso dei colli, sui

zione ha dedicato nel 1895 la capanna

fianchi delle montagne, sui margini dei

in val Comera ai piedi del Resegone.

laghi, sui cigli dei precipizi, dappertutto

In città è ricordato nel grande com-

dico, veggonsi o solitari, o in gruppi

plesso monumentale posto sul lungo

fantastici, o allineati a modo di mo-

lago con una bella statua bronzea di

struose falangi, quei pezzi enormi di

Michele Vedani.

graniti, di porfidi, di serpentini, di rocce

In Stoppani l’amore e la curiosità per

alpine d’ogni genere, evidentemente

la natura alpestre si svilupparono fin

divelti dai monti lontani, portati giù giù

dall’infanzia per poi portarlo ai massi-

a centinaia di miglia di distanza, e po-

mi vertici della scienza del tempo. Nel

sti a giacere, così rudi e informi, ove

1861 divenne insegnante straordinario

possono meglio stupirci, o col contra-

di geologia all’Università di Pavia e, nel

sto della loro natura, colla natura della

1867, professore di geologia nel neo-

roccia sulla quale son posti a giacere,

nato Politecnico di Milano. Fra gli inca-

o con quello della loro rozza nudità

richi di prestigio da lui assunti ricor-

colla veste fiorita del colle o del piano,

diamo la direzione del Museo Civico

ove si trovano come per sorpresa, o

di Storia Naturale di Milano e la presi-

colla potenza della loro mole, o coll’ar-


Preguda, grande erratico

sud lungo il solco vallivo ora occupato

glaciazioni, la presenza sul territorio di

quelli di Rez-

sul Moregallo appena so-

dal ramo settentrionale del Lario. At-

questi enormi macigni di natura litolo-

zago,

pra Valmadrera,

Stoppa-

traverso varie trasfluenze, dalla colata

gica diversa da quella locale non po-

portati alla luce

dedicò addirittura un

principale si diramarono vari rami se-

teva che destare stupore e meraviglia.

dall’erosione dei

condari. In sinistra idrografica questi

Per millenni gli erratici alimentarono

grandi deposi-

penetrarono in Val Varro-

con la loro presenza la fantasia popo-

ti morenici del

ne e in Valsassina, mentre

lare; su di essi fiorirono leggende di

quaternario

sulla destra un braccio im-

ogni tipo che chiamarono in causa di

opera delle ac-

ponente raggiunse il Cere-

volta in volta la perfidia del Maligno e

que superficiali.

sio, collegandosi quindi col

la clemenza dei Santi o della Vergine,

I trovanti del

ghiacciaio del Ticino.

le streghe o i folletti o riti di ferti-

Triangolo Laria-

Nella zona del Triangolo Lariano la

lità. Con il crescere delle conoscenze

no sono, quasi

colata, spessa ancora un migliaio di

furono tentate anche spiegazioni più

senza eccezio-

Durante gli ultimi 1,8 mi-

metri, si sdoppiò in due rami intorno

razionali, fino a teorizzare che si trat-

ne, costituiti da

lioni di anni (Pleistocene),

al monte San Primo per poi ricon-

tasse di meteoriti o del prodotto di

rocce granitoidi del complesso Masi-

ore 2,00. Ritorno: se non si vuole ri-

per almeno quattro volte,

giungersi a valle di questo massiccio

una grande esplosione in ambito al-

no – Bregaglia. A causa della ordinata

percorrere l’itinerario di andata, data la

secondo le concezioni più

e raggiungere la pianura, dove i suoi

pino.

distribuzione dei flussi glaciali, gli er-

scarsità di mezzi pubblici, bisogna di-

datate, per una dozzina di

lobi pedemontani depositarono i noti

Furono naturalmente oggetto di

ratici originari della Valchiavenna fu-

sporre di due auto lasciandone una a

volte in base agli studi più

anfiteatri morenici della Brianza. Te-

culto e sulla loro superficie si trova-

rono abbandonati sul lato destro del

Rezzago all’andata

recenti, forse in conseguenza di va-

stimonianze di questo passaggio si

no spesso incisioni di origine sacra

Ghiacciaio Abduano e quelli di origine

da Lecco al Piano Rancio / Pra Filip-

riazioni climatiche indotte da modifi-

trovano un po’ovunque da Appiano

o rituale come coppelle, cerchi, croci

Valtellinese sul lato sinistro.

po (via Pusiano - Asso – Madonna

cazioni dell’asse e dell’orbita terrestre,

ad Alzate, da Casatenovo a Missaglia

e spirali; come vedremo nella nostra

sull’Arco Alpino si sono accumulate

fino a Lesmo. Nelle fasi del suo ultimo

escursione, ancora ai nostri giorni

L’itinerario

Asso, deviazione a sinistra per Rez-

grandi quantità di ghiaccio che, riem-

ritiro (alla fine del Wurm, a partire da

alcuni di questi luoghi custodiscono

L’escursione descritta fa parte di un

zago (2 km). Stagione: primavera o

piendo le valli e lasciando emergere

circa 22.000 anni fa) l’immane colata,

cappelle e piccoli santuari.

solo le cime più alte, mostravano un

lunga quasi 200 chilometri, abbando-

paesaggio simile a quello antartico o groenlandese dei giorni nostri.

ni

poemetto:

…Ospite o pellegrin, come hai potuto, quasi piuma leggiera in preda al vento, l’abisso sorvolar che si ti parte dalla cima natia lontan lontano?

Il grande Ghiacciaio dell’Adda

Una bella immagine dell’abate Antonio Stoppani.

ditezza delle loro posizioni di equilibrio. Così i graniti ed i serpentini della Valtellina si trovano per es. a giacere sui fianchi calcarei delle montagne del lago di Como, o sui colli arenacei della Brianza; così i porfidi della valle Camonica appaiono in ruderi enormi in seno alla valle Cavallina, o sulle colline della Franciacorta; così pure i porfidi del Tirolo sono disseminati sui margini del Garda; e sulle sponde del lago Maggiore gli scisti micacei del Gottardo. I padri nostri si arrestarono stupiti davanti a quei monconi di monti lontani, che celavano un mistero…” Nella sua opera più nota, Il Bel Pae­

se, due serate, così l’autore chiama i capitoli, sono dedicate a due grandi ghiacciai italiani che i nostri lettori quasi sicuramente conoscono essendo stati meta di nostre gite sociali: il ghiacciaio del Belvedere di

Macu-

gnaga e il Ghiacciaio dei Forni sopra Santa Caterina Valfurva. Al Sasso di

48

Escursionismo

vennero

a

Il Sasso Sole, in granodiorite del Masino, abbandonato dai ghiacci in quello che oggi è il parco di un noto ristorante.

Accesso in auto:

del Ghisallo) km 30; circa 2 km dopo

che

autunno. Attrezzatura: scarponcini da

Da molti di essi furono ricavati

hanno come filo conduttore la figura

escursionismo e bastoncini. Cartogra-

nò tutto il materiale che portava con

monumenti funerari (i famosi mas-

di Antonio Stoppani e rientrano nel

fia: Carta Turistica Kompass K91 Lago

In

sé, dal finissimo limo ai mastodontici

si avelli) di cui nel nostro territorio

progetto interreg “Confini d’incontro”

di Como – Lago di Lugano 1:50000.

seguito alla riduzione generalizzata

massi erratici. Nel periodo postgla-

si trova ampia traccia e la cui esatta

a cui la sezione di Lecco del CAI ha

Bibliografia: Trovanti: storia geologica

delle temperature di alcuni gradi, sulle

ciale il paesaggio morenico originale

collocazione storica è in parte ancora

aderito per il triennio 2010-2013.

e antropica dei massi erratici nel neo­

alte montagne che circondano la Val-

è stato rimaneggiato dall’erosione flu-

circondata da un velo di mistero. Ma

Il nostro itinerario attraversa il ver-

zoico lariano / introduzione: Pietro

tellina e la Valchiavenna cominciarono

viale, molto attiva su questi materiali

infinite furono le applicazioni, anche in

sante orientale del Monte San Primo.

Pensa ; testi: Giorgio Achermann e

ad accumularsi le nevi; le fronti glaciali

incoerenti, ricoperto dalla vegetazione

campo edilizio, di queste rocce che

Questo massiccio, in epoca glacia-

altri; foto: Stefano Scarabello. Como:

sempre più rigonfie avanzarono ed i

e infine adattato dall’uomo ai suoi usi

tanto comodamente la natura aveva

le costringeva il grande Ghiacciaio

Nuoveparole, 1987.

ghiacciai, abbandonati gli alti recessi

agricoli ed abitativi.

sparso ovunque; la popolazione ne

dell’Adda proveniente da nord a di-

ricavò cippi, architravi, stipiti, capitel-

vidersi in due rami. A sud di esso poi

La nostra escursione inizia lungo

dove sono confinati ai nostri giorni,

programma di attività culturali

scesero dalle montagne dell’Ortles,

I grandi massi erratici o “trovanti”

li, macine e colonne. I massi erratici

il ghiacciaio si ricomponeva, tanto che

la carrozzabile che da Bellagio sale al

della Val Malenco, del Masino e del-

Ci voleva una legge, invocata dal

scomparvero dalle aree più vicine agli

il monte San Primo emergeva come

Piano Rancio, poco a monte del Pra

le Orobie, colmando la Valtellina fino

nostro abate geologo già un secolo e

insediamenti; si salvarono solo quel-

un’isola dal mare di ghiaccio. Di se-

Filippo. Qui ci si imbatte subito nel più

ad una altezza di circa 2000 metri.

mezzo fa, per salvare alcuni di questi

li oggetto di particolare devozione o

guito sono esposte le caratteristiche

bello ed impressionante degli erratici

Contemporaneamente, i ghiacciai del-

muti testimoni del grande disegno del

localizzati nei siti più reconditi e di-

ed una breve descrizione del percorso.

lariani: è la Pietra Lentina, di ghiando-

la Valchiavenna scesi dalle monta-

Creatore ed elevarli al rango di monu-

sagevoli.

gne dello Spluga e della Val Bregaglia

menti della Natura.

ne, di 1500 mc di volume. Posto a ri-

Alcuni di questi massi furono pro-

Difficolta: E. Dislivello: 400 m in sa-

confluirono nella colata proveniente

In effetti, fino alla prima metà

babilmente abbandonati esattamente

lita 600 m in discesa. Tempi di marcia:

dalla Valtellina presso l’attuale Piana

dell’Ottocento, quando per opera di

come ora li vediamo alla fine dell’ul-

da Pra Filippo alla Colma del Piano ore

di Colico, proseguendo quindi verso

Agassiz fu enunciata la teoria delle

tima glaciazione (Wurm), altri, come

2,15; dalla Colma del Piano a Rezzago

Escursionismo

49


dosso della car-

damente il Piano Rancio, imboccando

rozzabile, sul suo

poi, verso sud, al limitare del grande

versante

nord

posteggio, il sentiero per il Piano del

è stata traccia-

Tivano. Rimontate vallette ingombre di

ta una breve via

detriti morenici si scavalca un poggio

di

arrampicata.

con protezioni in legno da cui la vi-

Poco più in alto,

sta spazia sul Lario fino a oltre Coli-

all’Alpe

Pie-

co, lasciandoci immaginare il percor-

tra Luna (970

so del grande Ghiacciaio Abduano.

m) si possono

Si traversa un ripido pendio sopra

ammirare

altri

alcuni salti rocciosi, per scendere alla

“trovanti”

fa-

Bocchetta di Spessola (1255 m). Da

mosi. Fra que-

qui, seguendo a ritroso la stradina che

sti il Sasso Sole,

porta dalla Capanna pure denomina-

in

ta Stoppani

mo, si raggiunge la Colma del Piano.

più famosa Pie-

In questo tratto si dominano i Piani

tra Luna, masso

del Tivano la cui origine va pure ri-

erratico di roc-

cercata nella presenza di un antico

ce

metamorfi-

lago di natura glaciale poi colmato

che (gneiss) di

dai detriti ed intorbatosi. Qui infatti

probabile origine

giungeva parte del ramo occidenta-

valmalenchina, la

le del ghiacciaio dell’Adda, penetran-

cui fama è do-

dovi

vuta al fatto di

Dalla Colma, aggirato il Monte Falò, si

essere stato al

scende per buona mulattiera a Ca-

centro di nu-

glio per raggiungere quindi il san-

merose contro-

tuario della Madonna di Campoè del

versie confinarie

XVI secolo. Superato il santuario ci

fra la comunità

si porta in località Fornace, alla testata

di Bellagio e il

della Valle di Rezzago, si valica il tor-

feudo abbazia-

rente e, seguendo una pista agricola,

le di Civenna e

si penetra nel magnifico castagneto di

Limonta. A quei

Enco dove vige tuttora lo ius plan-

fatti

risalgono

tandi. Si seguono le indicazioni per

le lettere PLDB

i “Funghi di Terra” che ci permettono

(Pietra Luna di

di ammirare questo raro fenomeno di

Bellagio)

inci-

erosione operata dalle acque meteo-

masso

riche nei terreni incoerenti (morene)

50

sul

attraverso la Valle del Nosè.

Tali

abbandonati dai ghiacciai quaternari.

contese ebbero

La gita si conclude alla cappelletta del-

termine solo nel

la Madonna dei Morti, a ridosso di un

1782. Opera “sa-

ennesimo grande trovante. Da qui in

tanica” sarebbe

breve si raggiunge l’antico ed interes-

nel

Escursionismo

alla vetta del San Pri-

del Masino, e la

se

“Fungo” a Rezzago. Sullo sfondo una sezione di morena simile a quelle che si possono vedere sui ghiacciai alpini ai nostri giorni.

granodiorite

1585.

invece la mezza luna incisa nel masso. Lasciati gli erratici si raggiunge rapi-

sante borgo medioevale di Rezzago.


IL CAMMINO ARAGONESE

Arcobaleno al monastero di Lunate (foto Claudio Santoro)

Lo strano virus che spinge a Santiago di Compostela

di Claudio Santoro

U

n socio del CAI è abitua-

camminatore. Un classico di questo

tenza, invece, sono due: Saint Jean

to a parlare di dislivelli, di

genere è il Cammino di Santiago

Pied de Port, nei Pirenei francesi

salite e relative discese, e,

che, partendo dai Pirenei, ha come

per il così detto “camino frances” e

forse, non lo è altrettanto a ragio-

meta la città di Santiago de Compo-

il Col de Somport (Summus Portus

nare in termini di chilometri percor-

stela, dove si trova la tomba di San

per gli antichi Romani) fino alla cit-

si su sterrati, carrarecce e, quando

Giacomo, uno dei dodici apostoli.

tà di Puente de la Reina (Ponte della

capita, anche su asfalto come fa un

Se la meta è unica, i punti di par-

Regina) per il “cammino aragonese”,


• Azienda leader in Italia Partenza dal Somport

• Fondata nel 1953

tratto così chiamato perché costeg-

170 chilometri del tratto aragonese.

Alla fine arrivare a Puente de la Reina

gia il fiume Aragon che dà il nome

Dopo aver raggiunto Saragozza in

può risultare quasi traumatico, con il

alla regione spagnola dell’Aragona.

aereo ho raggiunto il Col de Som-

numero dei viandanti che lievita no-

Il sottoscritto, socio del Gruppo

port e , in compagnia dei dodici chili

tevolmente. Si conferma in pieno il

Seniores del CAI Lecco, ha percorso

del mio zaino, sono partito da lì e

fatto che essi provengano da tutto

per intero il “camino frances” nell’a-

sono arrivato a Puente de la Reina.

il mondo. Come al solito occorre un certo

prile 2010, macinando i quasi ottocento chilometri in 31 tappe. Un al-

Compagna solitudine

spirito di adattamento e di flessibilità

tro socio del GEO, Mario Stoppini, ha

Il tratto aragonese si è conferma-

nell’accettare l’ostello, con i suoi letti

percorso il medesimo itinerario nel

to meno battuto dai pellegrini che

a castello (a Viana addirittura a tre

maggio 2012. Non è un caso, per-

prediligono il più classico “camino

piani!), i bagni e le docce in comune.

ché, già nel 1999, il GEO, allora capi-

frances”. All’inizio la solitudine si fa

In cambio si può dormire con 5/7

tanato dall’indimenticata Anna Cloz-

sentire e sui sentieri si incontrano

euro per notte.

za, aveva percorso per lunghi tratti il

davvero ben poche persone. Può

Terminato il tratto aragonese ho

cammino di Santiago, sino alla meta

essere un’occasione per rimanere

proseguito in direzione ovest per

finale di Praza Obradoiro.

soli con se stessi e per apprezzare

altri 150 chilometri, raggiungendo

Ma fare il cammino può risultare

le bellezze naturali che ti circondano.

Belorado, a non molti chilometri da

pericoloso. Si può infatti contrar-

Occorre un pizzico di attenzione nel

Burgos. Ho attraversato così l’Ara-

re uno strano virus che porta a ri-

programmare la tappa della giornata

gona, la Navarra e parte della Castilla

tornare su quelle strade. E’ così che,

perché la rete di ostelli (albergues, in

y Léon in quindici giorni da ricorda-

nel settembre dello scorso anno,

spagnolo) non è così fitta come nel

re per sempre, per poi fare ritorno

sono ritornato per compiere anche i

tratto “frances”. Si passa per villaggi

a Lecco. Magari a progettare nuovi

davvero microscopici che ospita-

percorsi che facciano da anticorpi

no 40 abitanti e l’ostello diventa un

per contrastare lo strano virus con-

punto di riferimento per simili realtà.

tratto.

54

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CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI LECCO “RICCARDO CASSIN”

CAI LECCO, L’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI

RADUNO C.A.I. LECCO

La relazione del presidente Emilio Aldeghi

DOMENICA 23 GIUGNO 2013

L’8 aprile 2013, presso la sala conferenze dell’Associazione Confindustria in via Caprera 4 a Lecco, si è svolta l’assemblea generale ordinaria dei soci del CAI di Lecco con il seguente ordine del giorno: 1. Nomina del Presidente e del Segretario d’Assemblea e di tre scrutatori. 2. Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno 2012; discussione e votazione. 3. Relazione finanziaria: presentazione del Bilancio consuntivo 2012 e del Bilancio preventivo 2013; relazione del Collegio dei Revisori dei Conti; discussione e votazione. 4. Rinnovo delle cariche sociali: presentazione dei candidati per l’elezione dei membri del Consiglio Direttivo, per l’elezione dei membri del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’elezione dei delegati all’Assemblea Nazionale e all’Assemblea Regionale Lombarda; apertura delle votazioni. 5. Relazioni dei responsabili di settore sulle attività svolte nell’anno 2012. 6. Approvazione delle quote associative per l’anno 2013. 7. Varie ed eventuali.

PIANI DI BOBBIO PROGRAMMA

ore 8.00 RITROVO SUL PIAZZALE DELLA FUNIVIA A BARZIO salita in funivia ore 8.00 RITROVO SUL PIAZZALE DELLA FUNIVIA A MOGGIO

I verbali dell’assemblea sono consultabili per intero in sede CAI. Qui ci limitiamo a riportare la relazione del presidente uscente Emilio Aldeghi e i risultati delle votazioni per il rinnovo delle cariche sociali. DALLE 8.00 ALLE 9.30 VENDITA BIGLIETTI FUNIVIA PREZZI AGEVOLATI PRESSO PIAZZALE FUNIVIA BARZIO

LA RELAZIONE 2013, il Club Alpino Italiano festeggia

ciazione attraverso anche solo il gesto

Ragni, e la serata con l’alpinista Nico-

simbolico del rinnovo del bollino sulla

las Favresse; c’è stata la presentazio-

tessera.

ne dei libri L’altra montagna di Oreste

il centocinquantesimo di fondazione.

Tutto questo, per un presidente, per

Forno, Lecco e le sue montagne edito

150 anni nel corso die quali scorrono

un consiglio direttivo, per i presidenti

grandi imprese alpinistiche, il rispetto e

dei gruppi e i rappresentanti delle va-

la continua divulgazione di valori quali

rie commissioni, fa sì che ci sia sempre

la difesa dell’ambiente naturale e delle

una tensione verso il miglioramento,

ARRAMPICATA CON IL GRUPPO RAGNI

tradizioni, la dimensione della sicu-

verso un lavoro continuo nel tempo

rezza nel percorrere l’ambiente alpino

che non dia per scontato il già fatto.

i soci del Gruppo “Ragni della Grignetta” saranno disponibili a fornire assistenza ai partecipanti che volessero provare ad arrampicare su roccia sulle placche accanto al Rifugio “Lecco”

strutturata attraverso le unità forma-

Questo tipo di impegno morale

tive di base; ma anche la sottolinea-

verso noi stessi e verso tutti gli as-

tura di elementi meno tangibili eppure

sociati, ci ha portato anche nel 2012 a

tanto sentiti nel nostro ambiente quali

proporre, strutturare, organizzare cor-

la solidarietà, l’amicizia, il senso e l’im-

si, singoli eventi, manifestazioni, mo-

portanza del volontariato.

menti di incontro e di cultura.

dal Comune di Lecco, e la storica Guida itinerario delle Prealpi Bergamasche rieditata dalla nostra sezione; è stata organizzata la mostra Sasso Cavallo, ritratti di una parete con disegni e dipinti di Luisa Rota Sperti e fotografie di Alberto Locatelli; si è svolta al cenacolo Francescano la serata con Mario Panzeri, fresco conquistatore del 14° ottomila senza l’ausilio dell’ossigeno, e la proiezione del film documentario Solo per passione dedicato all’alpinista e prodotto dalla nostra sezione con la regia di Paola Nessi e la partecipazione del gruppo musicale Lingalad; è stata proposta presso il sagrato della chiesa di Acquate la mostra all’aperto Fascino, agilità, fantasia: storia di Gigi Vitali, l’alpinista simpatico, mostra che ha proseguito il discorso intrapreso nella precedente edizione di Monti Sorgenti nella presentazione degli uomini che hanno realmente creato la scuola alpinistica lecchese. La rassegna è terminata con l’inugurazione

salita a piedi lungo un antico sentiero da Moggio (ore 3 /disl. 900 m circa)

ore 9.30

ore 11.00 RITROVO PER TUTTI I PARTECIPANTI AL RIFUGIO “LECCO” ore 11.30 S. MESSA

Noi, il Club Alpino Italiano sezio-

all’esterno del Rifugio “Lecco”

ore 13.00 PRANZO AL RIFUGIO “LECCO” menù fisso, con specialità enogastronomiche della zona (10,00 €) Comune di Barzio

Sottosezione Ballabio

info: www.cai.lecco.it

Sottosezione Barzio

Sottosezione Strada Storta

Ricordandoli in ordine sparso:

ne di Lecco, ci sentiamo parte attiva

-la mostra organizzata dalla com-

di questa storia, ci sentiamo atto-

missione museo dal titolo Montagne,

ri protagonisti pronti a dare il nostro

l’epica e l’incanto nelle opere di Lu-

contributo concreto. Dal 1874 siamo

isa Rota Sperti: un viaggio attraver-

sempre stati capaci di dare un senso

so l’immaginario di un‘artista in cui

al nostro essere associati, come alpi-

cogliere gli aspetti intimi e personali

nisti, come escursionisti, come amanti

dell’approccio alla storia alpinistica e

della montagna. Il legame alle mon-

alla bellezza delle montagne.

tagne che circondano la nostra città

-l’iniziativa “Monti Sorgenti”, una

sono parte del nostro DNA di lecchesi,

rassegna dedicata alla montagna vista

un amore che ha portato gli amici del

attraverso varie sensibilità artistiche

gruppo Ragni ad essere e a continuare

e la presenza di alpinisti. In questo

ad essere i protagonisti dell’alpinismo

contesto nel 2012 è stata presentata

mondiale. Dietro di loro, magari nel-

la mostra fotografica di Mario Verin;

le retrovie, tanti che hanno creduto e

si sono svolte la „Serata in maglione

credono nel ruolo della nostra asso-

rosso“ con i filmati delle imprese dei

Appuntamenti

57


del sentiero didattico naturalistico in

franchi.

Cocchi da me delegato a rappresen-

-In campo associativo abbiamo

o viene deciso nel sodalizio.

tiene alla nostra storia e che abbiamo

località Grassi voluto e pensato dal

-In collaborazione con il CAI regio-

tare all’interno dell’associazione il CAI

cercato di ripristinare la nostra pre-

-A quanto detto deve naturalmen-

gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI

nale, nell’ambito del progetto VETTA

Lecco. Fra i primi lavori l’ACAL sta

senza negli organi ufficiali del CAI.

te essere aggiunto tutto il lavoro e le

Essendo questa la conclusione del

Lecco, cui ha partecipato l’alpinista Er-

abbiamo organizzato un incontro con

promuovendo la raccolta del patrimo-

Nel corso dell’assemblea dei Delegati

iniziative messe in atto dai vari gruppi

mio mandato triennale ho voluto ri-

manno Salvaterra.

alcune scuole medie della città per

nio fotografico e storico della storia

Lombardi tenutasi a Morbegno il 1°

e commissioni della sezione.

leggere quanto mi prefiggevo al mo-

-Il direttivo del CAI Lecco ha dato

presentare l’esperienza dell’alpinismo

dell’alpinismo lecchese per realizzare

Aprile 2012 sono stati eletti:

un forte impulso perchè fosse realiz-

giovanile. Hanno partecipato, oltre a

una sala espositiva multimediale all’in-

zato in omaggio a Mario Panzeri un

rappresentati del nostro gruppo di AG,

film con le immagini scattate dall‘alpi-

la presidente regionale del CAI Renata

nista sul monte Dhaulagiri. Montato da Paola Nessi; questo film è stato pre-

Questi aspetti verranno dettagliati

mento della mia elezione. Ho ritrovato

Maria Giuseppina Ietto componen-

nel corso dell‘ assemblea dai singoli

aspetti con risultati raggiunti, altri in

terno del Palazzo delle Paure. Fra non

te del Comitato Direttivo Regionale

rappresentanti. Per quanto mi riguarda,

fase di crescita, altri dove circostanze

molto il Comune di Lecco emetterà un

Andrea

compo-

non posso che ringraziare tutti per la

diverse mi hanno fatto cambiare idea

Viviani e il presidente del gruppo Ra-

bando per iniziare la realizzazione del

nente

Lombardi

notevole mole di lavoro svolta volon-

ed altri invece ancora da implemen-

gni Fabio Palma.

progetto.

Giuliana

tariamente, arricchita da vera passione

tare.

sentato ad Orobie Film Festival, dove

-Abbiamo inoltre avuto modo di

è andato in finale, e attualmente è al vaglio della commissione del Film Festival di Trento. -La mostra su Gigi Vitali è stata ri-

il dovere di mantenere.

-Con

Spreafico dei Saba

Probiviri

componente

del-

grande merito del grup-

la Commissione Medica Lombarda

incontrare i ragazzi dell’Istituto tecni-

po Ragni, ma sostenuto con forza da

Marco Merlini componente dei Revi-

co per geometri per presentare il film

tutto il direttivo e approvato dal CAI

sori Lombardi.

Dhaulagiri e la nostra sezione con la

Centrale è stata inserito, per la prima

presenza di Mario Panzeri.

e professionalità.

Sicuramente mi piacerebbe in pro-

-Il tema rifugi, ed in particolare ciò

spettiva futura una modalità di ge-

che riguarda la manutenzione del ri-

stione più dinamica del nostro sito.

Questo aspetto della nostra presen-

fugio Lecco, è stato un argomento

Qualche cosa in più in merito alla co-

volta in Italia, nella scuola di alpinismo

za negli organismi del CAI regionale

caldo del triennio. Il consigliere Piro-

municazione con i soci è stato fatto,

chiesta da diverse associazioni ed è

-Abbiamo voluto mantenere il tra-

il livello “Academy”, cioè la possibilità

e nazionale è un tema che deve as-

vano, che ha seguito da vicino tutto

ma grandi passi in avanti si possono

stata presentata, oltre che presso la

dizionale appuntamento con i cori al-

di selezionare giovani con specifiche

solutamente ritornare in primo piano.

l’evolversi dei lavori, al termine di que-

ancora fare. E’ importante che i soci

Torre Viscontea, al CAI di Bergamo, al

pini per gli auguri di Natale alla cittadi-

capacità alpinistiche avviandoli ad un

Essere presenti significa avere inter-

sta mia relazione, illustrerà quanto re-

aderiscano ad un percorso di forma-

CAI di Nembro, al CAI di Valmadrera,

nanza, così come abbiamo riproposto

corso di alto livello sotto la guida e

locutori capaci di valorizzare le nostre

alizzato. Da parte mia voglio rimarcare

zione per avere in alcune aree tito-

alla Biblioteca di Malgrate, alla Biblio-

e riproporremo il Raduno sezionale ai

l’insegnamento dei Ragni attualmente

aspettative e in ogni caso farci diret-

la volontà di continuare a valorizzare

lati che ci permettano di proseguire

teca di Bulciago e al Rifugio Porta ai

Piani di Bobbio, un momento di in-

in attività. Una vera opportunità per

tamente partecipi di ciò che si muove

e rispettare un patrimonio che appar-

un’importante tradizione, e mi rife-

Resinelli.

contro con gli associati che riteniamo

rinforzare la grande tradizione del

-Citavo prima la stampa in copia

davvero importante al fine di raffor-

gruppo.

anastatica del libro Guida-Itinerario

zare lo spirito di appartenenza alla

-Come presidente, oltre ad avere

alle Prealpi bergamasche con prefazione del prof. Antonio Stoppani. Questa iniziativa, attuata nell’ambito del Progetto Interreg Italia/Svizzera “Confini d’incontro“, è stata il preludio di altri avvenimenti strutturati nell’ambito del 150° di fondazione del CAI che vedranno riproposta la figura dell’abate Stoppani scienziato ed alpinista. -Abbiamo raggiunto un accordo con la casa editrice francese FILIGRANOWA per la distribuzione in Francia, Svizzera, Belgio e Olanda del film da noi prodotto Mc Kinley 1961: storia di un’amicizia. -La Commissione museo, oltre al lavoro capillare e metodico sugli oggetti della storia alpinistica lecchese, riproposti nella sede presso la Torre Viscontea , ha collaborato con il “Giornale di Lecco” all’allestimento di una mostra fotografica di Mauro Lan-

nostra associazione e creare ulteriori

avallato, sostenuto ed operato affin-

possibilità aggregative.

chè quanto sopra fosse realizzato, ho

58

Appuntamenti

risco nello specifico allo sci di fondo

RISULTATI ELEZIONI Per il consiglio CAI Lecco per il triennio 2013-2015

escursionismo, così come abbiamo un’assoluta mancanza di accompa-

Come delegati alle Assemblee Nazionali e Regionali del CAI per l’anno 2013 eletti:

gnatori di media montagna. Se mi permettete vorrei concludere

-Ovunque ho ricevuto complimenti

rivolto una particolare attenzione ai

1

Aldeghi Emilio

147

per il nostro notiziario sezionale “CAI

rapporti con le istituzioni e con altre

LECCO 1874”. La nuova edizione si

associazioni del territorio, ritenendo

2

Sellari Marcello

87

1

Aldeghi Emilio

174

presenta in modo decisamente accat-

che una realtà come la nostra debba

3

Baruffini Adriana

84

2

Sellari Marcello

152

tivante. Bella la resa delle foto con il

sempre avere visibilità ed essere rico-

4

Riva Agostino

79

3

Ciresa Giuseppe

147

76

4

Vimercati Stefano

146

Grazie al direttivo, grazie alla segreteria, grazie ai presidenti di gruppi

nuovo formato e la qualità degli arti-

nosciuta sia per l’importanza del lega-

coli che sono su standard di vera pro-

me città-montagna, sia per lo sviluppo

fessionalità. Un grande grazie a coloro

costante del tema della sicurezza, sia

che a questo lavoro stanno dedicando

per il ruolo educativo verso i giovani

anima e passione.

e la meritoria azione verso le perso-

5

Abate Matteo

6

Gavazzi Giuseppina

74

5

Bonacina Mario

142

7

Riva Tiziano

57

6

Mantovani Giuliano

125

8

Bolis Stefano

50

7

Spreafico Andrea

112

Orlandi Giuseppe

109

-Alcuni soci si sono resi disponibili

ne un poco in là negli anni. Abbiamo

9

Spreafico Matteo

44

8

quale supporto alla camminata orga-

cercato di favorire la nostra visibilità

nizzata dal Rotary Lecco e alla gara

con la creazione di un abbigliamento

10 Pirovano Alberto

43

di corsa in Montagna “Sentiero delle

sociale disponibile in visione presso la

11 Colombo Daniele

36

Per il collegio Revisori dei Conti per il triennio 2013-2015

Grigne”.

sede.

12 Giudici Marco

26

1

Merlini Marco

176

13 Cocchi Michele

19

2

Buizza Mario

144

14 Vaninetti Enrico

19

3

Panzeri Mauro

143

15 Spreafico Enrico

13 11 10

-Dopo una non brevissima gesta-

-Non abbiamo trascurato il soste-

zione è stata ufficializzata la creazio-

gno al sociale sia con azioni svolte dai

ne dell’associazione ACAL (Associa-

singoli gruppi sia con convenzioni sti-

zione Culturale Alpinismo Lecchese)

pulate con l’istituto Don Guanella e la

che vede attualmente la partecipazio-

Comunità Il Gabbiano. Così come ab-

16 Riva Daniele

ne del CAI Lecco, del Gruppo Ragni,

biamo rinnovato la convenzione con

17 Spreafico Andrea

dell’UOEI, del Gruppo Gamma, dell’APE,

il Politecnico di Milano per agevolare

della Fondazione Cassin e della SEL.

l’iscrizione al nostro sodalizio degli

18 Bona Egidio

Presidente è stato nominato Michele

studenti.

Eletti i primi 15

4

Nella seduta di consiglio dell’8 aprile 2013 sono stati eletti: Emilio Aldeghi presidente Marcello Sellari vicepresidente Stefano Bolis tesoriere

con un grazie a tutte le persone che in questi tre anni hanno condiviso con me un impegno per niente banale e assorbente in termini di tempo ed energie.

e responsabili di commissioni, grazie al segretario che ha avuto, fra i tanti compiti, anche quello di redigere tutti i verbali del consiglio direttivo, grazie alle singole persone che in più occasioni mi hanno aiutato, grazie a tutti voi che avete deciso di rinnovare l’adesione al CAI Lecco “Riccardo Cassin”. Da parte mia ci ho messo tanta passione e tanto cuore. Speriamo sia bastato.

Appuntamenti

59


RECENSIONI INCONTRI CON I NOSTRI ALPINISTI, NELLE ALPI DELL’OVEST di Alberto Benini

Invitato ad una serata organizzata da Sport specialist a Bevera in cui era prevista la presentazione del volume Scarason di Fulvio Scotto (ed. Versante Sud 2012) mi sono andato a documentare sul protagonista. E ho trovato su Mountainglog (http://www.mountainblog.it) una bella intervista di Christian Roccati a questo scalatore schivo, quanto appassionato e brillante. Scotto racconta di come ha iniziato ad arrampicare: “Vado in montagna dal 1975, quando ho finito di studiare all’ISEF di Milano. Nel centro universitario dove vivevo ho conosciuto dei ragazzi di Lecco e di Bergamo che praticavano l’alpinismo o comunque la montagna e le cui diapositive mi avevano affascinato. Uno di loro, Marino Lafranconi, mi aveva prestato il libro Le mie montagne di Walter Bonatti, che avevo letto con molto interesse cominciando a galoppare con la fantasia e a fare qualche progetto, o più che progetti sogni”. Marino Lafranconi? Ma certo proprio lui: il medico-alpinista di Mandello. Incuriosito ancor più di quanto non lo fossi già, proseguo nella lettura. Ritrovo il Marino, la Grigna e anche il grande Nino Oppio. Anche dalle Marittime è un attimo trovarsi a casa: “Ho poi iniziato a cercare anche itinerari gradualmente più impegnativi, facendo delle prove di arrampicata sulle rocce del nostro Appennino del Beigua. Intanto l’amico Lafranconi mi ha procurato una bella corda, quaranta metri da nove millimetri di un blu molto fotogenico e che portavo in giro a tracolla con grande orgoglio. Con essa mi legai addirittura con il grande Nino Oppio incontrato nell’inverno ’76 al rifugio Brioschi, nella traversata alta delle Grigne… “ Un paio di colpi di telefono e alla serata, impreziosita dalla proiezione del film Scarason, l’anima del Marguareis di Angelo Siri sceneggiato dallo stesso Scotto, i due amici si ritrovano dopo quasi 40 anni. Chissà che fine ha fatto la corda blu? Il libro di Scotto in ogni caso è davvero un’interessante biografia di una parete, che tutti quelli della mia generazione ricordano per il racconto letto nelle pagine di Un alpinismo di ricerca di Alessandro Gogna. Un racconto che scava nella storia, mette insieme testimonianze orali, dati desunti da osservazioni in loco, rari scritti alpinistici e soprattutto da ore e ore (giorni e giorni) passateci ad arrampicare. Un libro pieno di notizie, ma scritto con una leggerezza che te lo fa apprezzare dalla prima all’ultima riga. Perché, dalla prima all’ultima riga, ci senti vibrare la passione di Scotto e compagni per la “loro” parete.

Fulvio Scotto SCARASON Edizioni Versante Sud, 2012 *** La recente guida opera di Alberto Paleari e dedicata all’Ossola (Le più belle vie di roccia dell’Ossola, dal I al V grado edizioni MonteRosa 2013) permette di andare a riscoprire alcune delle vie salite in quell’area del conte Aldo Bonacossa. In questo caso la via tracciata sulla cresta sud est della Cima dei Campelli nel 1926 e la “Cresta Lago Maggiore” al Mittelruck datata 1918. Bonacossa è una figura nota a Lecco per la sua amicizia con Riccardo Cassin, Gigi Vitali e Giovanni Ratti. Con questi ultimi due tracciò numerosissime vie (ne abbiamo fin’ora rintracciate oltre una ventina) proprio nelle zone dell’Ossola e del Sempione, delle quali era stato chiamato dal CAI a compilare una guida che invece non vide mai la luce. Ma nel libro di Paleari si trovano altri nomi legati alle nostre montagne, scoprendo, ad esempio, che la Cresta Ovest del Pizzo Crampiolo venne salita nel 1894 da Riccardo Gerla con Democrito Prina e Carlo Casati, due fra i pionieri delle nostre Grigne. L’occasione può essere colta al volo per allargare un po’ il nostro sguardo verso zone che tradizionalmente esulano dalla nostra tradizionale frequentazione. La guida poi è particolarmente gradevole perché molto “raccontata” e con belle immagini che fanno venir voglia di andare a mettere gli occhi e le mani in zona. Alberto ti parla come dovrebbe fare una vera guida, ti lega alla sua corda e ti conduce per queste montagne di cui conosce ogni sasso, un po’ come ha fatto con l’altra sua recente produzione Arrampicare, camminare, conoscere il Mottarone (MonteRosa 2012). La filosofia che sta diedro a questo lavoro è davvero improntata alla più antica e sana tradizione dell’alpinismo: camminare e scalare per conoscere. Conoscere per poter raccontare e condividere.

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Recensioni

Alberto Paleari LE PIÙ BELLE VIE DI ROCCIA DELL’OSSOLA, DAL I AL V GRADO Edizioni Monterosa, 2013

UNA “GRIGNA” PER I PIU’ GIOVANI (E PER CHI SA GUARDARE CON GLI OCCHI DELLA FANTASIA) di Adriana Baruffini

Un libro scritto a più mani, e fatto di testi e disegni a colori, che, come si legge nella presentazione, nasce con lo scopo di stimolare interesse e curiosità per la montagna più importante del lecchese in chiunque “ama le montagne e le sa guardare anche con gli occhi della fantasia”. I destinatari privilegiati sono naturalmente i ragazzi. A loro è dedicato il racconto di apertura, una storia fantastica di cavalieri innamorati e guerriere crudeli che trae ispirazione da un’altra storia, la leggenda della Grigna, quella di cui narra la famosa canzone scritta nel 1954 da Luigi Santucci e musicata dal maestro Vincenzo Carniel: l’unica canzone di montagna conosciuta anche dai più giovani, ormai estranei alla tradizione del cantare quando si va per sentieri o ci si ferma nei rifugi. Della canzone vengono riportati testo e spartito, con un commento del maestro Francesco Sacchi. Gli altri capitoli accennano in modo semplice e sintetico alla geografia della Grigna, alla storia alpinistica, all’attualità dei percorsi escursionistici e di arrampicata, agli aspetti geologici e paleontologici. Questo volume è il primo di una collana intitolata “ Sulle orme dell’abate” che, nell’intento dichiarato degli autori, “vuole richiamare alla memoria, almeno dei lecchesi, la figura di Antonio Stoppani, ma soprattutto vuole invitare a mettersi proprio sulle orme dell’abate perché i lettori raggiungano la stessa meta: alzare ammirati gli occhi verso le bellezze del nostro territorio affacciato al lago e abbracciato ai monti…” La pubblicazione di questo libro è anche una scelta di solidarietà: parte del ricavato dalla vendita andrà a favore del Progetto Crossing, che si svolge a Lecco presso la Casa sul Pozzo, e attraverso il quale la Comunità di via Gaggio sostiene adolescenti in condizioni di disagio.

LA SEMPLICITA’ DI UNO SPORT, LA GRANDEZZA DI UN’EMOZIONE...

Autori Vari LA LEGGENDA DELLA GRIGNA AL TEMPO DI BERTWALD E AGELTRUDE Lecco, Teka Edizioni, febbraio 2013

ERRATA CORRIGE Nel numero 3/2012 di questa rivista l’articolo “In paradiso con gli sci. Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia” è stato erroneamente pubblicato con firma Daniele Bernasconi anziché Martino Colonna.

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Ce ne scusiamo con l’autore e con i lettori. www.df-sportspecialist.it - info@df-sportspecialist.it


INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:

AGEVOLAZIONI E BENEFICI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “CAI Lecco 1874” Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:0

QUOTE SOCIALI PER IL 2013.

Mario Crimella, socio del CAI Lecco dal 1955

Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica

1,00

*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.

IMPORTANTE

Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Direttamente a mezzo: Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. elenchi dei rinnovi. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinIBAN IT74I0310422901000000024150. nova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissioLecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN ne del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota soIT07J0569622902000002154X06. ciale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da CALENDARIO CHIUSURA SEDE subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, deLa sede resterà chiusa dal 3 al 26 agosto vono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In TESSERAMENTO questo caso la garanzia assicurativa decorre dal AGGIORNAMENTO DATI ANAGRAFICI giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà Come già precedentemente comunicato, informiamo tutti i soci che con poi all’invio a domicilio del relativo bollino. il tesseramento 2014 non sarà più possibile effettuare i rinnovi e/o nuove iscrizioni in mancanza del codice fiscale.

DIMISSIONI E MOROSITA’

La sezione ha quindi necessità di completare e aggiornare i dati presenti Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere in archivio di tutti i soci (ordinari, familiari, giovani e vitalizi). presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Per poter compiere questa operazione nell'anno in corso, invitiamo i soci Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto ima comunicare alla segreteria i propri dati anagrafici completi di codice mediato, senza restituzione dei ratei della quota fiscale, luogo e data nascita, n. telefono ed eventualmente professione e sociale versata. indirizzo mail. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacRingraziamo per la collaborazione. quistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.

I dati potranno essere comunicati: - direttamente alla segreteria all'atto del rinnovo - per fax al n. 0341/284717 - all'indirizzo mail segreteria@cai.lecco.it

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Informazioni

Amelia Talarico, iscritta al Cai Lecco dal 2008 Adele Corti, socia del CAI Lecco dal 1990 Alessandro Brigatti, iscritto al CAI Lecco dal 1948 Sono inoltre scomparsi Cesare Giudici e Annibale Zucchi, entrambi guide alpine e membri del Gruppo Ragni, ricordati in un’altra sezione di questa rivista.

Ai famigliari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.

CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto.

Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci delle sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.

Informazioni

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