Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO
1/2013
CAI LECCO 1874
Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole “CARTINE PER SIGARETTE” Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori”
Alpinismo e Arrampicata
Sci Alpinismo
Escursionismo
L’ULTIMA INVIOLATA
CANADA AGAIN
SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI
La prima alla parete ovest della Torre Egger
Un anno dopo a Roger Pass
Gli erratici del Triangolo Lariano
IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
5
SENTIERI E PAROLE
6 8 10 14 15 18
20
CATTANEO
24
30
di Matteo Della Bordella
CANADA AGAIN Un anno dopo a Roger Pass
SCI DI FONDO
46
L’ULTIMA INVIOLATA La prima alla parete ovest della Torre Egger
SCI ALPINISMO
36 40 42 44
CREATIVITÁ SUL SENTIERO DIDATTICO Figure fantastiche per far rivivere il “bosco vecchio” di Adriana Baruffini
ALPINISMO e ARRAMPICATA
LA CITTÁ DELLE ALPI Montagne e qualitá dell’ambiente: Lecco capitale 2013 di Vittorio Campione ANNIBALE & CESARE Dal Mc Kinley al Buckland e molto altro ancora di Alberto Benini LA SCULTURA DI MICHELE VEDANI Le opere dell’artista custodite nei rifugi della Grigna di Tiziana Rota LA REGINA DELLA MONTAGNA Il “viaggio” della stella alpina, dalla steppe della Siberia alle nostre cime di Annibale Rota “CARTINE PER SIGARETTE” Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori” di Matteo Manente IN MEMORIA DI M13 Epitaffio per un giovane orso ucciso a Poschiavo di Sergio Poli
ALPINISMO GIOVANILE
PER CRESCERE UNITI Proposte per un programma triennale (2013-2015) di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco
LA BELLEZZA DELL’ANDARE Freddo, storia e monti di neve per i fondisti in Alto Adige di Cristina Melazzi FREDDO, SHOPPING E SCIOLINA A Livigno e Santa Caterina la “due giorni” di fondo 2013 di Paola Sangalli FINO IN FONDO Sette amici alla Engadin Skimarathon di Marco Paleari L’INVERNO DEL TRENTENNALE Il resoconto dell’attività sportiva 2012-2013 del gruppo Sci di fondo di Stefano Vimercati
N° 1/2013
Redazione: Adriana Baruffini, Alberto Benini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia Tipografia: Cattaneo Paolo Grafiche srl, Annone Brianza, via Ai pascoli 1 Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96 Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 30/04/2013
ESCURSIONISMO
SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI Gli erratici del Triangolo Lariano
GRUPPO ETA’ D’ORO
52
57 60 RECENSIONI 62 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
di Corrado Scolari
IL CAMMINO ARAGONESE Lo strano virus che spinge a Santiago di Compostela di Claudio Santoro
APPUNTAMENTI
di Sara Pozzetti
Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano
CAI LECCO, L’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI La relazione del presidente Emilio Aldeghi
Torre Egger parete Ovest (foto archivio Ragni Lecco)
publimania.it
PER CRESCERE UNITI
Proposte per un programma triennale (2013-2015) di Emilio Aldeghi*
Dal 1989 lavoriamo ogni giorno per accompagnarvi a scoprire il mondo. Certo, dal 1989 il mondo è cambiato. Oggi possiamo incontrarci ogni momento in un luogo speciale per condividere la passione del viaggiare. Un luogo dove documentarsi, conoscersi e creare insieme il tuo viaggio ideale. Questo luogo si chiama Rete. Seguici su Earthviaggi.it, su B-Earth.it oppure sui nostri canali social. B-Earth.it è la piattaforma di approfondimento interamente dedicata al Perù e Sud America, India e Himalaya, Africa. Uno spazio digital e social dove puoi consultare informazioni utili.
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socio una maggior fruibilità. Il 2013 è l’anno del 150° dalla fonda-
cercando soluzioni di sostegno econo-
zione del CAI, dobbiamo pensare atti-
mico capaci di coprire meglio le spese.
Lecco deve ritornare ad essere il
vità che lo possano ricordare in modo
E’ evidente che bisogna dare un impulso
punto di incontro degli. associati
degno. E’ importante che per tutte le
diverso alla pubblicità verificando altri
con un coinvolgimento più attivo degli
iniziative che effettueremo nel corso
percorsi di raccolta.
stessi. Significa recuperare un momento
dell’anno ci sia sempre questo richiamo.
di ascolto dei soci, cercare di individuarne le necessità e/o i desideri; significa
Possibili idee di sviluppo
assumere delle decisioni. Si tratta di
offrire un ambiente che non faccia della
Sicuramente dobbiamo far crescere
scegliere se mantenerla nella generalità,
polemica uno strumento di dialogo, ma
all’interno dei gruppi persone che vo-
così come è attualmente, se realizza-
faccia dell’unità della sezione il proprio
gliano migliorare dal punto di vista for-
re una biblioteca specializzata in libri di
punto di forza, sforzandoci di lavorare
mativo di settore per permettere ai soci
montagna e affini a carattere locale, o se
nei gruppi ma anche nel contesto di
che si affidano alla nostra sezione di
decidere per altri indirizzi.
un’unica famiglia CAI.
avere sempre a disposizione personale
della sezione e la nostra presenza su
nato nei rapporti con le istituzioni e
facebook devono essere riqualificati
con le altre associazioni rafforzando
al fine di essere più efficaci e più ve-
la nostra visibilità in città con azioni
loci nel diramare le informazioni che
coordinate a livello di stampa. Quel-
ci riguardano. Definire un coordina-
la della figura dell’addetto stampa è
tore è un passaggio fondamentale.
una questione che non siamo riu-
E’ indispensabile valutare la possi-
sciti a risolvere nel corso del passato
bilità di iniziare un sistema di escur-
triennio, ma non è stata accantona-
sioni sezionali di livello alpinistico
ta: dobbiamo tornare a concentrare
più elevato, facendo leva sui giova-
Abbiamo iniziato con poca fortuna
/Be_Earth
Iscriviti alla nostra newsletter, potrai ricevere periodicamente notizie, informazioni e offerte speciali per organizzare con noi il tuo viaggio ideale.
terminato i corsi e con l’eventuale coinvolgimento di alpinisti esperti,
preparato, rispettando così anche le re-
magari del gruppo Ragni che, pur non
sezionali e delle sottosezioni. Occor-
gole CAI decise a livello nazionale.
dedicandosi più all’arrampicata, amano
metodo di lavoro. /be_earth
ni di alpinismo giovanile che hanno Emilio Aldeghi, riconfermato alla presidenza del CAI Lecco
un’azione di coordinamento delle realtà re avere il coraggio di riproporlo come
/beearth
La comunicazione via internet. Il sito
Occorre mantenere quanto semi-
zione all’altezza.
/Be.earth.it /earthviaggi /Be_Earth
Nei prossimi tre anni dovremo stabilire il ruolo della nostra biblioteca ed
i nostri sforzi per trovare una solu-
seguici su:
simo mantenere lo standard attuale ri-
a sede della sezione del CAI
L @vviso ai naviganti_ci vediamo in Rete?
Considerazioni Generali
Ci sono attività che in determinati
ancora effettuare gite di livello.
momenti diventano di interesse gene-
Con l’avvio del nuovo sistema infor-
Bisogna ripensare al ruolo dei con-
rale, ma che, non rientrando nei no-
matico di raccolta dei dati del tessera-
siglieri rendendo tutti parte attiva me-
stri canoni organizzativi, trascuriamo
mento dovremo valutare diverse pos-
diante una migliore circolazione delle
o attuiamo in modo sporadico. Penso
sibilità di accesso da parte dei soci: il
informazioni ed un diretto coinvolgi-
ad esempio alla mountain bike o alle
sostentamento della sezione deriva per
mento nei compiti istituzionali. Il con-
ciaspole. Così come è nato e si spera
la quasi totalità da questa fonte.
sigliere deve essere, nel limite del pos-
abbia un futuro il “family CAI”. Sarebbe
sibile, un attore fondamentale di ciò che
interessante capire se fra i nostri soci ci
viene svolto in sezione o per conto della
possono essere persone capaci e che
sezione.
abbiano la volontà di far nascere nuove
La segreteria rappresenta una parte
opportunità.
importantissima nella gestione della no-
Il notiziario del CAI Lecco è diventato
stra sezione. E’ indispensabile ricercare
un nostro biglietto da visita apprezzato
e preparare soluzioni che consentano al
da soci e non. Credo sia importantis-
*Presidente CAI Lecco
Editoriale
5
LA CITTÁ DELLE ALPI
Montagne e qualitá dell’ambiente: Lecco capitale 2013
chezza preziosa del nostro terri-
che permette
torio, così come l’acqua dei no-
di
affitta-
stri fiumi e del lago.
re
biciclette
Per queste ragioni l’assegna-
per muoversi
zione del titolo di “Città Alpina
liberamen-
2013” è motivo di orgoglio per la
te in città, in
Città di Lecco che si impegnerà
modo
al massimo per meritare questo
do e nel to-
riconoscimento.
tale
Dopo
Belluno
dell’ambiente.
(2007) e Bolzano (2009), Lecco
Ne l l ’a m bi to
è la quinta città italiana a ricevere
della
questo riconoscimento, assegna-
lità
to da una giuria internazionale.
ruote inoltre,
L’inaugurazione dell’anno, con il
si
passaggio ufficiale del testimo-
poco
ne dalla città francese di Annecy
mati i lavori
(detentrice del titolo nel 2012) a
per
Lecco, si è tenuta il 5 aprile.
lungamen-
mobisu
due
sono
da ulti-
il
pro-
to della pista
tempo una delicata responsa-
ciclabile
bilità alla quale cercheremo di
costeggia
adempiere nel migliore dei modi
lago.
e con il coinvolgimento di tutta la
ma non meno
comunità – afferma in quell’oc-
i m por ta nte ,
casione
Ac q u a d u e ò ,
il
Sindaco
di
Lecco,
che il
Infine,
che
ne delle città alpine vanta, tra i
l’i n sta l l a zi o -
suoi obiettivi, la valorizzazione
ne di cinque
della salvaguardia del territorio
case dell’acqua, di cui quattro
naturale e la promozione dello
già in uso, alle quali i cittadini
dal traffico urbano, ma anche a
sviluppo sostenibile. Per questo
possono rifornirsi di acqua po-
quello derivante da una cattiva
motivo siamo davvero orgogliosi
tabile a soli 5 centesimi al litro: il
gestione dei rifiuti: per questo
di ricevere il titolo di Città Alpina
risparmio economico, la riduzio-
motivo è stato sviluppato un ot-
2013”.
ne degli imballaggi e la diminu-
timo sistema di raccolta diffe-
zione del traffico pesante sono
renziata che è valso alla città il
indubbi vantaggi.”
primo posto nella classifica sti-
soprattutto tutelare l’ambiente –
prevede
Panorama invernale dal Resegone. Nella pagina a fianco: veduta aerea di Lecco e dintorni. Foto di Alberto Locatelli
Virginio Brivio. - L’Associazio-
“Amare la montagna significa
M
rispetto
(1999), Trento (2004), Sondrio
“É un onore, ma nello stesso
di Vittorio Campione*
rapi-
dichiara il vicesindaco e asses-
Il tema della mobilità è poi cru-
lata da Legambiente nel 2011 sui
sore all’Ambiente Vittorio Cam-
ciale, e molto si sta facendo negli
capoluoghi lombardi più virtuosi
pione - e su questo fronte c’è
ultimi anni per ridurre l’impatto
nell’ambito del riciclo.
ancora sicuramente da fare, an-
del traffico, attraverso forme al-
che se molto è stato fatto negli
ternative di mobilità dolce, come
*Vicesindaco
ed
Assessore
onti sorgenti dall’ac-
sembrano emergere dal lago, un
capacità degli alpinisti lecchesi
ultimi anni. Abbiamo potenziato
il bike sharing e il piedibus , che
all’Ambiente del Comune di Lec-
que”, così Alessandro
rapporto stretto e inscindibile tra
di “conquistarle” con destrez-
il sistema di trasporto urbano,
ogni mattina conduce a scuola a
co
Manzoni
montagna e acqua.
za e coraggio. Le nostre vette
che ha permesso di alleggerire
piedi più di 700 bambini (il 50
è conosciuta in tut-
non rappresentano soltanto una
il traffico cittadino e, di conse-
per cento degli iscritti alla scuola
chiuso in queste parole il cuore
to il mondo per le sue splen-
splendida cornice che abbraccia
guenza, l’inquinamento atmosfe-
primaria).
del nostro territorio: rilievi che
dide
la città, ma sono anche una ric-
rico. Un progetto importante è
descriveva
nel 1840 la città di Lecco. E’ rac-
Lecco
montagne
e
l’imbattibile
Blubike , il sistema di bike-sharing
Lecco è una città attenta non solo
all’inquinamento
causato
Sentieri e Parole
7
ANNIBALE e CESARE
Dal Mc Kinley al Buckland e molto altro ancora di Alberto Benini
A
soli 15 giorni di distanza la morte si è portata via due grandi alpinisti lecchesi, due
ragni, due guide. Soprattutto due gran brave persone, di quelle che se ce ne fossero di più, il mondo sarebbe sicuramente un posto più bello dove stare. Forse la morte ha voluto sottolineare i molti aspetti che avevano in comune Cesare Giudici e Annibale Zucchi, perché è di loro che vogliamo parlare. Su tutto di essere stati due formidabili alpinisti. E quando si dice “formidabili”, in un ambiente e in una generazione che allineava (per restare ai Piani Resinelli e a quelli che svolgevano, con maggiore o minore costanza il mestiere di guida) Walter Bonatti, Romano Merendi, Luciano Tenderini, Gigi Alippi e il “Det”, si vuole marcare chiaramente un valore che va ben oltre l’onesto professionismo. Si rischia di cadere nel banale dicendo che si trattava di gente nata in montagna, gente per la quale le difficoltà tecniche delle scalate erano l’ultimo problema della vita. Semmai gente che per motivi diversi ha fatto molto meno di quello che avrebbe potuto fare. Non sto parlando di carriere frustrate. Credo che intimamente fossero felici e soddisfatti di quello che avevano fatto. Penso semplicemente che all’Annibale e al Cesare, oltre al moltissimo che hanno fatto, non mancasse nulla per diventare stelle di prima grandezza nel panorama dell’alpinismo
8
Sentieri e Parole
di quegli anni.
terrogarlo.
sciato la sua firma, aprendovi una via,
viene twitter..) di una
credo di aver sintetizzato il suo va-
famiglia italiana sull’a-
lore alpinistico. È come leggere in un
ereo che riporta lui
curriculum che uno teneva i corsi al
e i suo compagni in
MIT. Se si pensa al Mc Kinley dove –
Italia. Alla fine credo
impossibile non notarlo - erano stati
che Annibale fosse
E non lo dico perché è uso parlar
A rendere il ritratto più ricco di det-
messi insieme degli alpinisti fortissimi
così laconico perché
bene dei morti e perché così il boc-
tagli e limitandoci ai primissimi anni,
(da qualcuno il Bigio la materia l’aveva
gli dava fastidio il ru-
cone da mandar giù diventa (in primis
alcuni piccoli episodi raccolti a caso:
appresa..) e si pensa a quale sia stata
more.
per chi scrive) un po’ meno amaro.
Claudio Corti lo sceglie come com-
la parte di Annibale nella salita, cosa
***
pagno (a 16 anni!) per tentare uno
aggiungere d’altro?
Quando ho visto, appese nel suo
sgarro dei suoi al “grande vecchio” sul
Se penso che lui, Luciano, Gigi e
Chiappa che lo de-
salotto di casa, le fotografie con le
Picco Luigi Amedeo; Cassin se lo por-
Romano erano lì, nel 1960, a giocarsi
scrivono in mezzo
salite del Cesare ho avuto per la prima
ta, giovanissimo, al Cervino in un’ope-
il Pilone Centrale con Walter e Andrea,
a un pericolosissimo
volta la sensazione “fisica” e tangibile
razione di soccorso; la Bonatti al Dru
comincio a credere che a Lecco c’è
soccorso nel canalo-
di quanto fossero vere le parole del
che non gli riesce al primo colpo per la
uno strano destino per i grandi alpini-
ne Porta battuto dalle
Dino Piazza nel presentarmelo tanti
perdita di un mazzo di chiodi (“Pensa
sti. E che solo il Riccardo questo stra-
slavine:
anni fa: “Questo qui era il più forte di
che per evitare il pendolo di Bonatti e
no destino è riuscito a giocarlo.
chiude questa squa-
tutti”. Ho capito perché il Bigio (che
il tetto che abbiamo fatto dopo, ba-
Leggendaria la sua laconicità: “An-
dra: è come il co-
i compagni se li sapeva scegliere, al-
stava girare l’angolo e c’era lì una bella
nibale, com’è oggi la neve a Bobbio?”
mandante che lascia
troché) quando aveva ricominciato ad
fessura di IV grado..”) e non vado ol-
“Bianca!” è uno dei suoi celebri, epi-
per ultimo la nave
arrampicare l’avesse scelto per la Boga
tre, per ragioni di spazio.
Per chiudere rubo due righe di Daniele
Un brindisi di Cesare Giudici con Markus Kautz in onore al Buckland
“L’Annibale
grafici interventi. Degno dell’uomo che
prima
in Medale, la Costantini-Apollonio al
Il Cesare, quando lo guardavi dopo
dopo aver appena iscritto il suo nome
mento”.
Pilastro della Tofana e per l’avventura
avergli fatto notare queste cose o
nel Guinness dei primati con il volo nel
***
del Buckland.
molte altre del suo curriculum, ricam-
canalone del Dru, inanellò, come rara-
Forse c’è qualcosa
Le foto sono lì, piccolo gioiello di
biava guardandoti con la stessa fac-
mente gli accadeva, tre parole conse-
che possiamo impa-
museo personale, non certo perché
cia con cui ti stava guardando prima:
cutive, scelte attentamente per la loro
rare anche noi, cre-
Cesare avesse tenuto traccia della sua
la faccia più normale del mondo. Era
brevità: “Usti che tuma”. Il suo aspetto
sciuti in contesti tanto
attività (figurarsi…), ma perché mol-
tutto normale. Scalava forte e veloce
austero sembrava incarnare alla per-
differenti, poveri ani-
to opportunamente, nemmeno molti
perché gli veniva naturale. Se il Dino
fezione l’idea che la gente di pianura
mali di pianura, dalla
anni fa, sua moglie Rinalma ha pensato
e l’Arnaldo, che non erano certo dei
ha di un montanaro, tuttavia le pagi-
lezione di questi due
fosse il caso di provare a ricostruire
“gatti di marmo”, l’avevano battezzato
ne del suo diario del Mc Kinley di-
ragni con nomi da
la sua storia. Circostanza che ha per-
S’ciupetun una ragione c’era. Più d’u-
mostrano una padronanza dell’italiano
condottiero
messo, fra l’altro, di riportare alla luce
na, anzi. Per esempio una nordest in
che si riscontra raramente in scritti di
tichità: una passione
le sue splendide e inedite foto scattate
8 ore nel 1955 con Robero Osio dice
getto non revisionati da mani più o
per la montagna che li
al Buckland.
molto, soprattutto perché Osio era si-
meno professionali. Ma ancor di più vi
ha condotti ben oltre
Il cerchio si è chiuso e il ritratto
curamente un forte, ma non un veloce.
spicca la grandissima sensibilità per gli
il loro impegno pro-
completato quando ho letto le parole
La velocità non come valore in sé, ma
ambienti. Ci sono osservazioni di fine
fessionale ad esse-
di Toni Egger sul suo libretto di gui-
come misura di quanto un arrampica-
ironia sulle situazioni, sui rapporti fra
re alpinisti nel senso
da: sarebbe come se uno si trovasse
tore sia a suo agio in montagna. Forse
gli alpinisti. C’è soprattutto una sinto-
vero: quello di per-
fra le mani uno scritto di (che so?)
perché, come diceva Rebuffat e come
nia straordinaria con i luoghi, con un
sone che guardano il
Fernando Alonso attestante che è un
era sicuramente vero per il Cesare,
ambiente magnifico, ma difficile in cui
mondo attraverso la
bravo guidatore. Sono le parole di un
apparteneva con naturalezza alle per-
Annibale sembra trovarsi a meraviglia.
lente luminosa e pura
fratello e sono scritte dopo che i due
sone nate per arrampicare.
Tanto da apprezzare di poter resta-
delle montagne.
dell’affonda-
Cesare al Buckland
dell’an-
avevano tracciato insieme una via
***
re per ultimo da solo sul ghiacciaio
Che dovunque sia-
sulla Marmolada. Ma Cesare è rimasto
Quando penso al suono che aveva-
a ore di volo dal primo luogo abita-
no ora, possano tro-
tanto nell’ombra che nessuno di quelli
no negli anni ’60 i nomi della Brenta
to per godersi in santa pace quelle
vare belle montagne
che hanno scritto in lungo e in largo
Alta e del Cervino e penso che su en-
solitudini. E per contrasto il fastidio
da scalare.
di Toni Egger si è mai sognato di in-
trambe le montagne l’Annibale ha la-
per l’inutile “cipettare” (ecco da dove
Annibale quasi certamente all’uscita della via nuova sul Cervino; sotto: Annibale alla fine degli anni Settanta.
LA SCULTURA DI MICHELE VEDANI
Le opere dell’artista custodite nei rifugi della Grigna di Tiziana Rota
L
e montagne intorno a Lecco sono state, fin dagli esordi dell’escursionismo, palestra
privilegiata per la borghesia milanese che alla fine dell’Ottocento aveva scoperto l’alpinismo nostrano. Si partiva da Milano in treno, si risaliva, a piedi, la valle del Gerenzone, e dalla Val Calolden si giungeva ai Piani Resinelli. Da qui si iniziavano i percorsi alpinistici sulla Grignetta o sul Grignone. Come base logistica, di accoglienza o snodo, si resero subito indispensabili
L’Alpino di Michele Vedani, bronzo, 1927, Piani Resinelli, nella collocazione originaria. Al centro l’Ispettore Civita Borletti e Maria Vegetti moglie del gestore del rifugio (foto anni Venti archivio Trentani).
con il CAI di Milano.
dei rifugi che il CAI di Milano e la SEM,
ty. Una solida preparazione classica
Società Escursionisti Milanesi, eresse-
innestata su una matrice scapigliata
ro tra il 1891 e il 1926 e che furono
gli permetterà di essere un grande
Così scrive nel diario che ha lasciato
successivamente distrutti, ricostruiti o
interprete degli sviluppi liberty e sim-
come preziosa traccia della sua me-
ampliati nel corso del 1900.
bolisti del secolo. Vedani è uno degli
moria (Archivio P. Pensa, Esino Lario):
Il primo rifugio del CAI di Milano
ultimi scultori che ha esercitato inten-
“Il mio caro amico Dott. Carlo Porta,
e uno dei primi costruiti in assoluto,
samente “l’arte e il mestiere” in tut-
pronipote del grande poeta Carlo Por-
fu il rifugio Brioschi posto sulla vet-
te le dimensioni e i ruoli che le for-
ta, mi aveva manifestato l’idea di ese-
ta della Grigna settentrionale (2410
me plastiche hanno avuto tra la fine
guire l’Alpino in bronzo da inaugura-
m), inaugurato il 10 ottobre 1895 col
dell’Ottocento e la prima metà del No-
re sul pianoro della Grignetta, più un
nome Capanna Grigna Vetta. Nel 1899
vecento. Riscoprire le sue opere nel-
grande busto dello Scienziato Abate
la SEM edificò un rifugio ai Piani Re-
le piazze, nei cimiteri, sulle montagne
Stoppani da inaugurare alla capanna
sinelli (1354 m), inaugurato da Mario
e nella pianura, negli interni privati e
Rosalba in Grignetta. Io ho accettato
Cermenati. La stessa SEM nel 1907
sulle facciate degli edifici, negli archivi
la sua bella idea e gli ho detto che io
costruì un secondo rifugio in località
e nelle collezioni significa riportare alla
consegnavo i lavori modellati ed ese-
Foppa del Ger al Pialeral, denominato
luce l’immagine di un’epoca che ha
guiti in gesso - ed a lui le spese delle
Capanna Pialeral, distrutto dai nazi-
visto la scultura protagonista nella ce-
fusioni in bronzo – e così fu fatto – Il
fascisti nel 1944, ricostruito dopo la
lebrazione e nella memoria, nel decoro
modello in gesso dell’Abate Stoppani è
guerra col nome di rifugio Tedeschi e
e nell’arredo.
nella scuola di Lecco”.
poi definitivamente raso al suolo da
E’ in fase di pubblicazione la ricerca
Il CAI di Milano, per iniziativa dei
una valanga in una notte di fine gen-
che ha permesso di riscoprire, do-
fratelli Antonio e Angelo Rossini e di
naio 1986. Nel 1906 sorse una strut-
cumentare e rileggere in chiave sto-
Davide Valsecchi, edifica ed inaugu-
tura in legno sulla Grignetta, la Capanna
rico-critica l’opera di questo scultore
ra il 21 ottobre 1911, il rifugio ai pie-
Rosalba (1720 m), e nel 1911 il rifugio
che ha intensamente lavorato in tutti
di della Cresta Cermenati e lo dedica
Carlo Porta (1426 m) ai Piani Resinelli,
i settori della scultura. Dall’ampia mo-
al poeta milanese Carlo Porta il cui
uno dei primi esempi nella storia del
nografia con catalogo generale, anti-
omonimo nipote, amico di Vedani, ha
CAI di “rifugio-albergo”, entrambi di
cipo quanto ho scritto in merito alle
ceduto 3000 mq di terreno a prez-
proprietà del CAI di Milano.
sculture nei rifugi.
zo di favore e ha donato il fitto bosco Giulia, che porta il nome della madre
All’esterno di queste due ultime strutture si ritrovano importanti ope-
L’Alpino e Stoppani
re scultoree a firma Michele Veda-
Michele Vedani ha vinto il concorso
La targa dedicatoria sulla facciata
ni (1874-1969), lo scultore milane-
per il monumento ad Antonio Stop-
del rifugio rende merito a Carlo Porta:
se che ha lasciato molte e pregevoli
pani a Lecco dopo aver avuto due
“Al dott. Carlo Porta/ custode delle
tracce nella zona di Lecco e di cui ho
importanti commissioni per i rifugi del
bellezze dell’alpe/ che a questo rifugio
già scritto nel Notiziario CAI Lecco
CAI milanese e per diversi monumenti
diede/ il fresco respiro del bosco/ e
1-2010 – p.p. 40/42.
ai caduti in provincia di Como (Barzio,
pose a vedetta il simbolo/ dell’eroi-
Ello, Imbersago, Sala Comacina, La-
smo alpino/ onde i giovani ricordino/
Michele Vedani
glio, Lanzo d’Intelvi, per citarne alcu-
la gloria del monte / e della stirpe.
Michele Vedani, figlio di uno scal-
ni). Negli anni Venti era all’apice della
pellino italiano emigrato in America, a
sua fortuna di artista e, ad Esino Lario
Washington, nel 1892 alla ricerca di
dove soggiornava dai primi del 1900,
Il 24 maggio 1925 era stato inaugu-
lavoro, si forma a Milano studiando
si era costruito una villetta progettata
rato il Monumento all’Alpino alla fine
all’Accademia di Brera con Enrico Butti
dall’architetto Mino Fiocchi.
lavorando
La sua passione per la montagna e
per vivere negli studi degli scultori e
il suo prestigio sulla scena milanese
nella decorazione dei palazzi liber-
hanno sicuramente favorito i legami
e contemporaneamente
del donatore.
La sezione C.A.I. di Milano/ riconoscente/ 26 maggio 1927”.
Sentieri e Parole
11
del
nuovo sentiero
La lapide in bronzo recita:
bronzo scabra, mossa, vibrante all’aria
Ballabio
Superiore,
“micantes et vertice alpes/ exce-
e alla luce”. ( T. Rota, Scultura all’aperto
come si può vede-
dunt nubes in aevum/ sic amictum
a Lecco e Provincia, 2009, pp.54-55).
re in una foto degli
sole nomen/ alpino italico militi dica-
Le indicazioni di Claudio Trenta-
anni Venti; successi-
tum/ C. Porta donavit/ M. Vedanius
ni, gestore del rifugio Carlo Porta, ci
vamente fu spostato
fecit”. (Splendenti e al vertice le Alpi
hanno suggerito un’altra traccia della
nella posizione at-
superano le nubi nel tempo così ve-
possibile opera di Vedani nella lapide
tuale, nel prato anti-
stito di sole il nome dedicato al solda-
dedicatoria al rifugio SEM, sempre ai
stante il rifugio.
to alpino italico).
Resinelli, che ricorda quella che fu la
alto
Solamente un anno dopo, il 4 luglio
prima vera tragedia alpinistica sulle
2,20 metri, Vedani
1926 è inaugurato il busto di Stoppani
pareti della Grigna Meridionale, dove
riprende il modello
in un altro rifugio del CAI di Milano,
persero la vita tre giovani alpinisti mi-
realizzato nel 1921
la Capanna Rosalba in Grignetta, una
lanesi nel 1914.
per il Monumento
struttura in legno del 1906 donata da
La vicenda è ricostruita nel volume
ai Caduti di Porlez-
Davide Valsecchi, socio benemerito e
di M. Ferrazza, Grigna assassina, Eu-
za, fuso negli anni
presidente del CAI Milano nel 1925, e
genio Fasana e l’alpinismo milanese,
Quaranta e di cui ri-
dedicata alla figlia Rosalba. Ingrandito
2006.
mane traccia in una
nel 1920 e, in occasione del cinquan-
La bella aquila bronzea che sor-
cartolina
d’epoca,
tenario della Sezione (1923) collega-
montava la lapide è stata asportata per
alcuni
to al rifugio Porta dal sentiero della
essere posta all’ingresso del rifugio. La
particolari: il braccio
Direttissima,
il rifugio fu arricchito
raffinata fattura liberty del rapace in
destro semi piegato
dal busto di Stoppani appoggiato su
volo che porta una ghirlanda floreale
che si appoggia sul
uno sperone roccioso. L’attuale rifu-
sull’ala aperta e i rapporti che Vedani
bastone, il fucile in
gio venne inaugurato nel 1955 vicino
ha avuto con il dott. Carlo Porta e col
spalla e soprattutto
alla roccia con il busto di Stoppani e il
CAI milanese permettono di ipotizza-
la posizione del volto
vecchio rifugio in legno fu smantellato
re una possibile autografia del manu-
che guarda lontano
nel 1983.
fatto, non firmato.
l’alpino,
modificando
In basso: lapide commemorativa, 1914, al rifugio SEM, Piani Resinelli, da cui è stata asportata l’aquila bronzea, ora sull’ingresso del rifugio (foto M. Di Stefano)
nato, i capelli al vento, la superficie del
di collegamento con
Per
In alto: l’Alpino di Michele Vedani, nella collocazione attuale nel prato antistante il rifugio Carlo Porta (foto M. Di Stefano)
sicurezza e vigile calma.
come si conviene ad
La rivista bimestrale della SEL (So-
una vedetta. Mas-
cietà Escursionisti Lecchesi) nell’uscita
riferimento a Vedani
siccio e solidamente
di luglio-agosto 1926, n. 4, p.7) così
za di una sua scultura sulla tomba di
piantato sulle gambe,
annuncia l’insediamento del busto:
Armando Vegetti, 1936, al cimitero di
scarponi, fasce, cal-
“La cara immagine di Antonio Stop-
Ballabio Superiore, dove Vedani rea-
zoni alla zuava, scruta
pani riprodotta nel bronzo torna alle
lizza il rilievo con il ritratto del ragaz-
immobile il valico di
sue montagne che lo ebbero cantore
zo e sublima con un etereo soggetto
Balisio, da cui può
impareggiabile e dal piazzale della Ca-
angelico, un’esile figura composta con
venire
minaccia
panna Rosalba domina con il suo fare
le ali ripiegate alle spalle, il fatale de-
del nemico, contem-
bonario la grandiosa scena della terra
stino del ragazzino. Il tredicenne, figlio
pla questa sua ter-
che da lassù si stende”.
dei gestori del rifugio Porta è tragi-
la
Un ulteriore indizio di un possibile è la presen-
ra amata e difesa. Il
“Più libera e sciolta la trattazione del
camente perito in una sciagura alpina
volto è giovane sot-
busto in bronzo di Stoppani rispetto
sulla Grignetta il 5 agosto 1936, come
to l’ala del cappello,
alle successive versioni più formali, a
Armando Venturoli,
un accenno di baffi e
Lecco e ad Esino Lario. Qui il giovane
dei suoi genitori perito in Grigna ne1
lo sguardo rivolto in
esploratore delle montagne lecchesi
1914 di cui ha fatalmente ereditato il
alto, le mani a ripo-
sorride felice alla natura e al paesaggio
nome e il destino.
so: tutto suggerisce
che tanto ha amato: il colletto sbotto-
l’alpinista amico
In alto: il rifugio Carlo Porta ai Piani Resinelli, con il monumento all’Alpino nella collocazione originaria. In primo piano Maria Vegetti con i due figli (foto anni Venti archivio Trentani) In basso: Michele Vedani accanto al busto di Antonio Stoppani al rifugio Rosalba (foto anni Venti raccolta Vedani)
LA REGINA DELLA MONTAGNA
“CARTINE PER SIGARETTE”
Il “viaggio” della stella alpina, dalla steppe della Siberia alle nostre cime di Annibale Rota Questa volta presenterò un solo fiore, ma si tratta del fiore di montagna per eccellenza, conosciuto da tutti gli alpinisti e non solo da loro. La stella alpina, o edelweiss, è diventata nel tempo addirittura il fiore simbolo della montagna e non a caso si trova nello stemma di molte Associazioni alpinistiche, sia in Italia che in diversi altri paesi europei. Ed è singolare che le sue origini non siano legate a una catena montuosa, ma alle sconfinate lande asiatiche: un fiore di pianura salito poi nel corso dei millenni in “alto” sulle cime. Appartiene al genere Leontopodium, originario delle steppe della Siberia e delle zone desertiche dell’Asia Centrale ed emigrato poi, soprattutto a seguito delle glaciazioni del quaternario, un po’ su tutte le montagne dell’Asia e dell’Europa centro-meridionale. Al mondo questo genere annovera una quarantina di specie, delle quali solo due sono presenti in Italia: il Leon-
topodium alpinum, CASSINI (la nostra stella alpina classica, diffusa sulle Alpi e sui Pirenei) e il Leontopodium niva-
le, D.C. (più piccola della precedente e presente sugli Appennini Centrali e su Cespuglio di Stelle alpine in Grigna
quelli abruzzesi in particolare). Entram-
alte quote, ma soprattutto, riducendo
be sono specie perenni.
di molto la traspirazione, dall’aridità, in
Fino a poche decine di anni fa la stella alpina era molto ricercata e raccolta
Riccardo Cassin e la “Brigata Rocciatori”
molti casi estrema, degli ambienti in cui vivono.
dai montanari, per farne composizioni da vendere ai turisti, e dagli alpinisti,
Fiore di fascino
che portavano a valle questo fiore per
Il fiore vero, o meglio i fiori, perché
esibirlo quasi come un trofeo agli ami-
sono più di uno, sono costituiti dai pic-
ci che non frequentavano la montagna.
coli capolini globosi disposti in cerchio,
Era così diventata rara, tanto che negli
normalmente da tre a dodici raggrup-
anni ottanta alcuni botanici la inclusero
pati in corimbi. Anche il numero del-
tra le specie “in via di estinzione”. Oggi
le punte, le brattee foliacee, è variabile,
per fortuna, grazie ai divieti emessi da
generalmente da cinque a dodici, ma
regioni e province e alle campagne di
non mancano esemplari che ne pre-
educazione e rispetto della natura al-
sentano un numero maggiore.
pina, è in costante aumento ed è ab-
Fiorisce normalmente tra luglio e
bastanza facile vederla anche sulle
settembre e l’habitat preferito è costi-
montagne lecchesi. E’ comune lungo
tuito dai pascoli magri e sassosi di alta
la “traversata alta”, specie nel tratto dal
quota (arriva fino a 3.000 metri), ma
Sett alla Bocchetta della Bassa, dove mi
si può vedere anche sulle rocce di rupi
è capitato di vedere anche uno splen-
impervie (mi è capitato più di una vol-
dido cuscinetto ricco di una trentina di
ta di vederne su guglie della Grignetta),
esemplari.
più facilmente su terreni calcarei o in
La particolarità di questo fiore, che
ambienti di rocce scistose e silicee.
appartiene alla famiglia delle Margherite
In Mongolia e nelle aree limitrofe è
(Compositae o Asteraceae), è che quelli
comune il Leontopodium ochroleucum,
che normalmente vengono considera-
BEAUV. Raffigurato su un bel franco-
ti come i petali, in realtà costituiscono
bollo, va sottolineato che sulle monta-
una rosetta di foglioline (brattee folia-
gne himalayane il Leontopodium jaco-
cee), rese bianche dalla fitta selva di peli
tianum, BEAUV si spinge fino a 6.000
lanuginosi che le ricoprono. Ma, osser-
metri di altezza.
vando il fiore, si nota che anche le foglie
A riprova del suo fascino e della sua
del gambo e il
notorietà ricordo che la stella alpina è
gambo stesso
presente in canti degli Alpini, in raccon-
sono pratica-
ti di montagna e in poesie di letterati
mente bian-
famosi.
chi, o alme-
Numerosi stati euroasiatici l’hanno ri-
no biancastri,
prodotta su francobolli, interi postali e
per la peluria
annulli speciali (ne conosco un centi-
che li ricopre
naio) e termino segnalando che la stella
e li proteg-
alpina è raffigurata sul due centesimi di
ge non solo
euro austriaco.
dal gelo delle
1945: la Brigata Rocciatori sfila per le vie di Lecco. (Foto archivio Fondazione Cassin)
di Matteo Manente
N
ella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1945 fu paracadutata sui Piani Resinelli la missione
dell’Office of Strategic Service (O.S.S.)
– un servizio segreto americano precursore dell’attuale CIA – denominata “Dick Ciliegio”: quest’azione è stata una delle più importanti che si registrarono sul territorio lecchese durante la guerra di Liberazione, ma soprattutto fu una delle ultime operazioni in cui fu coinvolta direttamente la “Brigata Rocciatori”. Guidata da Riccardo Cassin, quest’anomala formazione attiva nella zona di Lecco e dei Piani Resinelli tra la fine del 1944 e l’aprile del 1945, era composta al suo interno da alcuni dei migliori alpinisti dell’epoca, che vede-
vano in Cassin un importante punto
sformando il loro andare in montagna
di riferimento. Tra i rocciatori che si
da semplice passione in necessità e in
mostrarono contrari al regime mus-
dovere: necessità di nascondersi dopo
soliniano e che presero parte all’espe-
l’armistizio dell’8 settembre 1943, in
rienza resistenziale ci furono Vittorio
quanto molti di loro erano conside-
Ratti, Mario “Boga” Dell’Oro, Giovan-
rati disertori da parte della neonata
ni “Farfallino” Giudici, Mario “Umett”
Repubblica Sociale Italiana, ma anche
Spreafico, Alfonso Crotta, Silvano Ri-
dovere morale di evitare che il pae-
gamonti, Antonio Polvara, Ettore Riva,
se sprofondasse definitivamente nelle
Ugo Tizzoni, Rocco Spini.
mani dei repubblichini e degli invasori
Per Riccardo Cassin, l’essere leader
tedeschi.
indiscusso a livello alpinistico risultò fondamentale anche durante gli ultimi
Radio trasmittente
lunghi mesi della Resistenza: da capo
L’obiettivo della missione america-
cordata, infatti, si ritrovò ben pre-
na, “l’ultima operazione segreta, quasi
sto a guidare un manipolo di uomini
leggendaria, della Resistenza militare
che ben conosceva, amici con i quali
lecchese”, era quello di “controllare e
spesso si trovava ad arrampicare in Grigna e non solo. L’amicizia nata tra le montagne di casa si rafforzò ulteriormente durante la Resistenza, tra-
Sentieri e Parole
15
riferire attraverso una radio clande-
una gelida notte di febbraio. Dopo che
sentiero delle miniere, Cassin e i suoi
calità Prà Cassin. La sera precedente
vano contro le pareti della Valsassina.
dopo qualche ora, da Boga e Oreste
stina i movimenti bellici nel territorio
“la mobilitazione venne data verso le
rocciatori tagliarono a destra per non
al lancio, il colonnello Harold Stevens,
In breve tempo, come riportano le
Dell’Era. Era il capitano Lazzarini”. Una
lecchese”, da sempre considerato un
18.00 da una staffetta delle Fiamme
sbucare direttamente ai Resinelli, evi-
attraverso i microfoni e le frequenze
parole di Cassin, “iniziarono i lanci e
volta recuperati, “Fulvio” Lazzarini e
crocevia importantissimo e fonda-
Verdi in collegamento con il comando
tando di passare anche nei pressi del
di Radio Londra, aveva avvisato come
scese parecchio materiale nei con-
“Ciccio” Mumolo vennero portati e
mentale per chiunque volesse anda-
di Milano”, la sera di martedì 6 feb-
rifugio SEM. In giro non c’era nes-
di consueto le popolazioni interessa-
tenitori, poi apparvero gli ombrelloni
nascosti ai Resinelli presso amici fidati:
re da Milano e dalla Brianza verso la
braio percorsero il solito sentiero della
suno, ma in tempi come quelli era un
te: “buona sera, parla Londra. A tutte
dei due parà”. Durante le operazioni
“li portammo ai Resinelli in casa Val-
Valtellina, il comasco e la Svizzera. Per
Val Caloden, quello che usavano ogni
attimo cadere in un’imboscata tede-
le stazioni europee della BBC. Ecco
di lancio, gli Alleati lasciarono cadere
secchi, ritrovo dei cacciatori”, situato
attuare questa operazione, furono pa-
volta da più di vent’anni per andare ad
sca; così facendo, i rocciatori lecche-
le notizie. Ma prima, alcuni messag-
ben 28 paracadute con annessi pacchi
appena sopra l’albergo Italia. Solo in
racadutati oltre le linee nemiche due
arrampicare in Grigna. Come ricorda lo
si attraversarono il Prà della Fontana
gi speciali per i nostri amici dei pae-
e container; Cassin, a conoscenza
un secondo momento il colonnello
uomini delle truppe alleate: il primo
stesso Cassin, “dovevo radunare roc-
e arrivarono a destinazione. Tuttavia,
si occupati”. In mezzo alle tante frasi
dell’invio degli ufficiali e di alcuni
Giacinto Lazzarini fu condotto a
era il colonnello italo-canadese dei
ciatori fidati e raggiungere i Resinelli.
come ricorda sempre lo stesso Cas-
pronunciate, Cassin aveva udito anche
bidoni, rimase sorpreso per la quan-
Lecco presso la casa di Cassin, dove
parà d’assalto per missioni specia-
Fu un’impresa non facile avvertire con
sin, “giungemmo ai Resinelli in ritardo
il messaggio “Cartine per sigarette. Ri-
tità così elevata di materiale: “prima
ebbe la possibilità di riabbracciare la
li Domenico Giacinto Lazzarini, noto
catena a viva voce, senza intermedia-
per la difficoltà nella salita notturna;
peto, cartine per sigarette”: come gli
scesero armi, munizioni, rifornimenti
moglie Angela, anche lei nascosta e
anche con lo pseudonimo di “Fulvio” e
ri, gli uomini”. Fortunatamente quel-
l’aereo aveva già fatto il primo giro e
avevano spiegato i dirigenti del CLN,
vari; poi apparvero gli ombrelloni dei
protetta dalla famiglia Cassin in quanto
già attivo in Lombardia nel 1944, dove
la sera non c’era neve a complicare
si era allontanato, non avendo nota-
quella frase era la parola d’ordine che
due parà”. La stessa notte e anche il
ricercata dai fascisti.
tra marzo e ottobre aveva tenuto in
le cose, anche perché non si trattava
to i fuochi di segnalazione”. A questo
riguardava inequivocabilmente la “Bri-
giorno seguente la “Brigata Rocciatori”
scacco ben 6000 uomini delle Brigate
di un’escursione come quelle a cui
punto Cassin, capocordata diventato
gata Rocciatori” e corrispondeva alle
fu impegnata totalmente nel recupero
Come ebbe modo di ricordare suc-
Nere e della X Mas nella zona di Vare-
erano abituati; quella notte bisogna-
per necessità anche capo-brigata, si
operazioni di lancio dei due soldati a
del materiale, che venne prontamente
cessivamente il parà italo-canadese,
se. Il secondo protagonista del lancio
va attendere l’arrivo degli aerei Alleati
adoperò celermente per organizzare
Prà Cassin. Così facendo, la notte se-
nascosto e sistemato nelle miniere dei
“Cassin, sua moglie e sua madre ebbe-
alleato, invece, era il radio-telegrafista
per poi recuperare gli ufficiali e tutto
al meglio le operazioni necessarie, in
guente si era portato ai Resinelli per
Resinelli, in attesa di venire ridistribuito
ro il grande coraggio di ospitare mia
Vittorio Mumolo, detto “Ciccio”. Allo
il materiale bellico paracadutato. Ric-
modo tale da farsi trovare pronto al
attendere l’aviolancio ed insieme ac-
tra le formazioni partigiane della zona:
moglie, ricercata con grande accani-
scopo di mantenere i collegamenti
cardo Cassin, Ugo Tizzoni, Giovan-
secondo passaggio del velivolo alle-
cogliere con i suoi rocciatori i militari
“fummo impegnati tutta la notte a
mento dalle forze fasciste: era stata
fra CLN ed esercito anglo-americano,
ni “Farfallino” Giudici, Mario “Boga”
ato. Insieme a Tizzoni accese i fuo-
Lazzarini e Mumolo.
recuperare il materiale lanciato e far
condannata a morte”. Nella stessa te-
i due militari dell’O.S.S. furono dotati
Dell’Oro, Oreste Dell’Era, Giovanni Ai-
chi di segnalazione, mentre “Boga” e
Stesi a terra in silenzio ai margini del
scomparire i teloni dei paracadutisti
stimonianza, Lazzarini sottolineò an-
di un apparecchio radiotrasmittente.
roldi, Mario “Umett” Spreafico e Felice
“Farfallino” piazzarono le torce, che
pascolo, gli uomini della “Rocciatori”
sparsi un po’ ovunque”. Più complesse
che il valore dimostrato dalla “Brigata
Questa radio, “incaricata di segnala-
Butti camminarono veloci e silenzio-
fortunatamente furono viste dall’aereo
erano concentrati a captare l’arrivo
furono invece le ricerche dei due
Rocciatori” durante le ultime fasi della
re ai comandi alleati ogni operazione
si, senza scambiarsi troppe parole. E’
americano: il velivolo, racconta sem-
degli aerei; l’unico rumore percettibile
parà: “mentre il materiale scese a
Resistenza, esprimendo così la propria
militare nazifascista, in tutto il territorio
ancora Riccardo Cassin che racconta
pre Cassin, “dopo un ampio giro sulle
era lo scoppiettio della legna sul falò,
fuso – ricorda sempre Cassin – “i parà
gratitudine verso gli uomini di Cas-
lecchese”, dovette essere sempre ben
con molta cura lo svolgimento degli
Prealpi (anche per depistare le allerta-
acceso per combattere il gelo tipico
scomparvero alla nostra vista, pie-
sin: “non potrò avere parole sufficienti
nascosta ed ebbe diverse basi clan-
eventi: “salimmo a Laorca, poi lungo
menti da terra) tornò sopra i Resinelli,
di una notte di inizio febbraio. Avvolti
gando in diagonale verso il pendio su
per il Gruppo Rocciatori della Grigna, il
destine tra Lecco e le zone limitrofe:
la rapida Val Calolden; giunti al rifu-
notò i fuochi e fece i lanci”.
nell’oscurità e immersi nel silenzio
Ballabio Superiore. Li trovammo un’ora
vero nucleo della vera Resistenza lec-
dai Resinelli a Morterone, da Abbadia
gio Sel tagliammo per i Piani verso la
più totale, all’improvviso sentirono un
dopo, pronti, nel buio, armi alla mano,
chese, comandata da Cassin e da me”.
al rione di San Giovanni, da via Ga-
Sem, per raggiungere il pianoro allo-
Parola d’ordine
rombo sordo in lontananza, che man
a chiedere la parola d’ordine mentre
Lazzarini spese infine parole di stima
landra nel rione di Castello fino a via
ra di pascoli. Era una serata di buona
Secondo le indicazioni ricevute e
mano si faceva sempre più forte:
ci avvicinavamo nelle ricerche”. Ad
anche nei confronti della città di Lec-
Ariosto, dove allora abitava lo stesso
visibilità, anche se c’era qualche nu-
gli ordini concordati, tutto doveva av-
senza dubbio si trattava degli aerei
esser più precisi, “il primo fu trovato
co: “nel mio rapporto di fine missione
Cassin, l’apparecchio “veniva trasferi-
vola”. Raggiunta la deviazione per il
venire tra le 21.30 e le 22.00 in lo-
alleati che, avvicinandosi, echeggia-
quasi subito; il secondo fu rintracciato
ho scritto che Lecco è stata una delle
to continuamente a distanza di pochi giorni, per evitare la localizzazione da parte dei servizi di controspionaggio nazifascisti”.
Milano 6 maggio 1945, Riccardo Cassin e la Brigata Rocciatori sfilano in corso Vittorio Emanuele (foto archivio Fondazione Cassin).
città più valorose, più leali, più fedeli, nella lotta per la libertà”. Le citazioni in corsivo sono tratte dai seguenti testi:
Per accogliere gli uomini paracadutati con il lancio della missione americana, i rocciatori guidati da Riccardo Cassin salirono ai Piani dei Resinelli in
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Il gruppo Rocciatori Lecchesi futura anima della Brigata Rocciatori in una foto del 1932 con al centro l’on. Angelo Manaresi, presidente del Centro alpinistico italiano (foto archivio Comi).
Sentieri e Parole
1. ALOISIO BONFANTI, Il cortile delle botti e dei sassi 2. GOGNA – MELESI – REDAELLI, Riccardo Cassin. Cento volti di un grande alpinista 3. DANIELE REDAELLI, Cento anni in vetta. Riccardo Cassin, romanzo di vita e alpinismo
Sentieri e Parole
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IN MEMORIA DI M13
Epitaffio per un giovane orso ucciso a Poschiavo di Sergio Poli
N
Un triste risveglio
el Notiziario del CAI Lecco n° 2-2012 avevo scritto un articolo sul ritorno degli
animali nelle Alpi: uccelli rapaci, ungulati, lupi, orsi. Salutavo quel ritorno come una vittoria della Natura, forse finalmente in pace – o almeno in tregua – con l’uomo. Ma la tregua, se mai arriverà, oggi è ancora lunga da venire. Non mi piacciono i sequel, ma in
Il fatto: a Poschiavo, nel Cantone svizzero dei Grigioni, nello scorso mese di febbraio è stato ucciso un giovane orso. Era stato battezzato M13 dagli studiosi che seguono il progetto di ripopolamento delle Alpi; era un maschio nato in Trentino tre anni fa, divenuto famoso in Lombardia proprio perché si era fatto vedere molto spesso anche in fondovalle, in particolare a Morbegno. Qui addirittura era stato adottato dalla cittadinanza, bambini in testa, e la stampa aveva fatto un buon lavoro di educazione ambientale; M13 ormai era noto come “l’orso simpatico”, proprio perché era confidente, non aveva paura dell’uomo, ma nello stesso tempo non aveva fatto male a nessuno. Invece, proprio questa sua confidenza gli è stata fatale: a Poschiavo, svegliatosi affamato dal letargo aveva
18
Sentieri e Parole
stibili alchilati costano molto più del-
no – un orso, o magari anche un no-
cora scorrazzare libero (forse un po’
la miscela tradizionale, circa due-tre
stro simile - minaccia i nostri interessi.
troppo, a parere di qualcuno...) per le
volte tanto (!), e questo spiega perché
Sull’altare della sicurezza sacrifichiamo
nostre vallate.
fatichino a prendere piede.
la nostra privacy (quante telecamere
L’opinione pubblica ha reagito so-
E qui viene la novità: alcuni comuni
sorvegliano ogni nostro passo?), ma
saccheggiato alcune arnie didattiche
no protestato vivacemente, anche in
prattutto perché ha visto anteporre
svizzeri si sono impegnati a promuo-
anche sapori (i cibi sono sempre più
che si trovavano nel recinto di una
sede europea, ravvisando nel com-
la politica – di pancia si potrebbe dire
vere l’uso di tali carburanti, coprendo
sterilizzati, e sempre meno saporiti), e
scuola, e una bimba che lo aveva visto
portamento delle autorità svizzere gli
– alle ragioni della scienza e dell’eti-
fino a metà della spesa, proprio per
talvolta anche altri esseri viventi, come
da vicino era stata ricoverata in stato
estremi per un procedimento inter-
ca. L’animale è stato visto ancora una
contenere l’inquinamento e preservare
appunto il povero M13.
di choc. Pare anche avesse già ucci-
nazionale di condanna. Intanto però il
volta in funzione di ciò che rappre-
la salute degli operatori.
so alcune pecore e un cavallo. Questi
povero M13 ci ha rimesso la pelliccia.
senta per l’uomo – un pericolo o un
Non c’è una contraddizione nel
episodi avevano scatenato una psico-
C’è da dire che da quelle parti non
interesse scientifico – e non come
comportamento delle autorità elveti-
si collettiva nella cittadina grigionese,
era la prima volta che accadeva un
un essere a sé, degno di vivere anche
che?
tanto che le autorità si sono sentite in
episodio di questo genere: già nel
solo per questo.
dovere, per la sicurezza e l’incolumità
2008 era stato abbattuto, ancora nei
della cittadinanza, di procedere all’ab-
Grigioni, un altro orso italiano chia-
battimento dell’animale.
mato JJ3, anche lui un po’ troppo confidente, che si spingeva fino nei paesi
Le reazioni
Ma per fortuna la Natura ha una sua forza autonoma, e segue caparbiamente le sue regole. E’ notizia di questi giorni (aprile
Da una parte, intransigenti difenso-
2013) la presenza costante di un altro
ri dell’ambiente, incentivano pratiche
orso dalle parti di Premana: addirittu-
Contraddizioni
più salutari ed eco-compatibili per la
ra, è stato ripreso dalle foto-trappole
Per le strane combinazioni che tal-
popolazione; dall’altra, permettono l’e-
del Servizio Faunistico Provinciale a…
volta si verificano, nello stesso periodo
liminazione di un animale che incarna
banchettare a base di miele, devastan-
alla ricerca di cibo senza temere l’uo-
è apparso un articolo su una rivista di
la più alta espressione dell’ambiente
do nottetempo gli alveari di un api-
Le reazioni sulla stampa non si sono
mo. Errore fatale. E qualcuno ricorderà
gestione del verde (ACER n° 1/2013)
naturale, il vertice della piramide ali-
coltore.
fatte attendere, in particolare da parte
ancora l’uccisione di un altro orso, co-
intitolato “Aria di novità” (pp. 37-39).
mentare.
italiana, visto che l’orso era patrimo-
nosciuto col nome di Bruno, avvenuta
Gli autori caldeggiano l’uso di combu-
nio di tutti, ma soprattutto di chi aveva
in Germania qualche anno fa.
stibili ecologici (alchilati si chiamano)
Un nuovo dio: la Sicurezza
vincia risarcisce i danni a chi ha subito
questi mesi è successa una cosa che mi ha spinto a tornare sull’argomento.
almeno per interesse M13 poteva an-
Però, finalmente si sta cominciando a usare anche il buon senso: la Pro-
lavorato (e speso…) anni per arriva-
Ma torniamo a M13. Dopo il tragico
invece della tradizionale benzina per
Forse però si torna sempre allo
le…visite del plantigrado, così l’opinione
re al confortante risultato del ritorno
epilogo della sua vicenda sono state
far funzionare motoseghe, decespu-
stesso punto: abbiamo comunque
pubblica accetta meglio questa nuova
dell’orso sulle Alpi centrali. Un titolo
fatte diverse proposte tecniche, fra
gliatori e attrezzature per manuten-
una visione antropocentrica del mon-
vicinanza.
recitava “Ucciso per non aver com-
cui la più sensata proponeva che lo si
zione del verde: tali combustibili ren-
do, che viene visto solo come nostro
messo il fatto”, in quanto in effetti
sarebbe potuto catturare e rimandare
dono di più e inquinano molto meno
ambiente di vita.
non aveva davvero commesso nulla
in Trentino, dove gli orsi rappresen-
l’aria, e ciò è importante soprattutto
Ci piace l’ambiente se è per noi, e
to al grande vantaggio del ritorno dei
di grave.
tano addirittura un’attrazione turistica
per gli operatori, che vicino alle at-
siamo disposti anche a qualche pic-
carnivori sulle Alpi. Quindi, il trend pro-
stu-
e sono quindi ben visti dalla popo-
trezzature lavorano, e respirano, otto
colo sacrificio perché sappiamo che è
segue: gli orsi ci sono, si fanno sentire
diosi, ma anche gente comune han-
lazione. Insomma, se non per amore,
ore al giorno. Ovviamente i combu-
per il nostro bene. Ma guai se qualcu-
e ormai dobbiamo fare i conti con una
Associazioni
ambientaliste,
Foto di Gianfranco Scieghi
Foto di Carlo Frapporti
I piccoli dispetti fatti dall’orso sono un modesto danno collaterale, rispet-
loro presenza stabile. Presenza reale, non virtuale: a noi piacciono sì gli orsi, ma di peluche, o nei cartoni animati. Quelli veri ci spaventano: nel mondo reale c’è posto solo per noi. Invece – lo ripeto - siamo in tanti su questa Terra, e tutti abbiamo lo stesso diritto di viverci.
Sentieri e Parole
19
CREATIVITÁ SUL SENTIERO DIDATTICO
Figure fantastiche per far rivivere il “bosco vecchio”
U
n bosco di latifoglie nel-
mente la foresta “con gli abeti forse
gna trova la sua principale fonte di
la zona dei Grassi appeso
più vecchi del mondo” di cui par-
ispirazione.Insieme hanno lavorato
al ripido pendio che sale
la Dino Buzzati, ma gli ingredienti
sul tema del bosco, realizzando con
verso il Magnodeno; come sfondo
per far rivivere Il segreto del Bosco
materiali di recupero una carrella-
le creste del Resegone e un ma-
Vecchio ci sono tutti, basta saperli
ta di creature fantastiche che sono
gnifico scorcio sulla Grignetta; alla
scoprire o immaginare.
andate a popolare la radura ac-
base una vecchia baita, rifugio e
E’ quello che hanno fatto in una
canto alla baita: cavalletti di legno
punto di aggregazione per i ragazzi
domenica di pioggia alcuni bambini
e cortecce d’albero per dare vita
dell’alpinismo giovanile: in questo
del primo corso di alpinismo gio-
agli animali del bosco; un cesto, un
scenario si snoda il sentiero di-
vanile con i loro accompagnatori,
vecchio abito, un cappello per cre-
dattico inaugurato un anno fa, in
seguendo i suggerimenti di Luisa
are l’amico segreto, il custode della
occasione della seconda edizione
Rota Sperti, l’artista che nella na-
baita. Creature perfettamente a loro
di Monti Sorgenti. Non è esatta-
tura e nelle leggende della monta-
agio accanto ai disegni di Luisa
Lavoro di squadra
di Adriana Baruffini
Rota Sperti che, collo-
tista: uno Stoppani relativamente
cati nelle bacheche lun-
giovane con alle spalle il Resegone.
go il sentiero didattico,
A ben guardare, però, l’incongruen-
evocano le atmosfere
za è solo apparente.
surreali
Sopra: servono altre cortecce ; Sotto:l'artista al lavoro con Stefano
Il vento Matteo in un disegno di Luisa Rota Sperti
del
romanzo
L’abate, nato e sepolto a Lecco,
di Buzzati, con il suo
figura poliedrica di scienziato, let-
corredo di geni, folletti,
terato e filosofo, è infatti un per-
animali e venti parlan-
sonaggio
ti, ma anche con i suoi
a queste montagne. Incominciò a
profondi contenuti mo-
salirle fin da ragazzo osservando
rali. La matita dell’artista
tutto con occhio attento, conti-
illustra alcuni momenti
nuò a percorrerle da adulto con la
fra i più significativi del
passione dell’alpinista e lo sguardo
racconto: il colonnello
sempre rivolto all’ambiente naturale.
Procolo che ascolta per
Essendo un grande divulgato-
la prima volta nella sua
re riuscì a comunicare interesse e
vita i rumori della fo-
amore per la natura a generazioni
resta; i geni che popo-
di giovani, trasmettendo in modo
lano gli alberi, della cui
gradevole e facilmente comprensi-
presenza si accorgono
bile anche contenuti di tipo scien-
“solo i bimbi ancor liberi
tifico.Il suo ritratto collocato lungo
da pregiudizi”; “l’ambi-
il sentiero dell’alpinismo giovanile,
ziosissimo” vento Mat-
sullo sfondo del Resegone con la
teo, capace di esibirsi
punta che porta il suo nome, sem-
in concerto, estraendo
bra vegliare sul bosco, in armonia
dal bosco perfette so-
con tutte le creature reali e fanta-
norità, specie se alla sua
stiche che lo popolano.
profondamente
legato
voce si unisce quella
Sabato 25 maggio, nell’ambito
del bambino Benvenu-
della terza edizione di Monti Sor-
to; l’assemblea notturna
genti, un percorso animato lungo il
degli uccelli riuniti per
sentiero didattico ha portato ra-
salvare “l’onore del bo-
gazzi e adulti alla scoperta del Bo-
sco vecchio”; il raduno
sco Vecchio.
delle bestie della sel-
Il titolo della manifestazione, DAL
va “per vedere come il
bosco, NEL bosco, COL bosco, ne
Procolo, il padrone del
riassume i contenuti e il significato,
bosco vecchio, facesse
ponendo l’accento sulla possibilità
a morire”.
di generare bellezza da materiali umili, quando la creatività trova nel
Il giovane Stoppani Nella bacheca posta
22
più in alto un pannello
Alpinismo Giovanile
che potrebbe sembrare “fuori tema” riproduce un ritratto di Antonio Stoppani eseguito dalla stessa ar-
contatto con la natura ispirazione e sfogo.
L’energia che ti serve. Dalla sua costituzione, nel 2003, ACEL Service è il più importante fornitore di gas naturale in tutta la provincia di Lecco. Alla vendita di gas, ACEL Service ha recentemente affiancato la fornitura di energia elettrica ai comuni, alle aziende private e pubbliche e ai possessori di partita IVA. La sua attenta politica ai costi e la sua spiccata attenzione al servizio delle differenti tipologie di clienti, fanno di ACEL Service il tuo fornitore ideale per tutta l’energia che ti serve. Via Amendola, 4 23900 LECCO Tel. 0341 228611 Fax 0341 353293
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L’ULTIMA INVIOLATA
di Matteo Della Bordella
L
a parete Ovest della Tor-
vano direttamente sopra lo Hielo
gonia famosa e frequentata da
re Egger era forse l’ultima
Continental (il terzo ghiacciaio
centinaia di alpinisti ogni anno,
grande
inviolata
più grande del mondo, dopo Polo
dove “tutto è già stato fatto” e
della Patagonia nella zona “clas-
Sud e Polo Nord), che atten-
dove tutte le cime del gruppo del
sica” del massiccio Torre-Fitz
devano ancora una prima salita
Torre – Cerro Torre, Torre Egger
Roy: mille metri o più di granito
completa.
e Aguja Standhart - sono state
parete
verticale e compatto che si ele-
In una regione come la Pata-
ormai scalate da diverse par-
Luca Schiera affronta la penultima lunghezza sul fungo di ghiaccio (tutte le foto appartengono all’archivio Gruppo Ragni)
La prima alla parete ovest della Torre Egger
Matteo Bernasconi e Matteo Della Bordella nell'avvicinamento al passo Marconi
Matteo Della Bordella in apertura sulla parte alta della via
Matteo Della Bordella sotto gli strapiombi prima del Colle Lux
Matteo Della Bordella e Luca Schiera dopo la salita alla Ovest della Egger
ti e con diversi stili (da Est, da
molto simile a quello che si ha
avventure così nel 2013? Forse
un tentativo che ha portato me
zioni buone. Ultimo ma non ulti-
una decisione comprensibile, ed
Ovest, in traversata, con chiodi
abitualmente sulle Alpi, un ap-
sì, forse no. I tempi sono cam-
e Matteo Bernasconi veramente
mo, pensiamo di allargare il no-
anche molti altri famosi alpinisti
a espansione, by fair means , in
proccio ben diverso dalla Pata-
biati, la possibilità di avere del-
a un soffio dal successo, arriva
stro team a Luca Schiera, che è
erano sulla strada del ritorno a
libera, in estate, in inverno…) re-
gonia del passato e ben diverso
le previsioni meteo ha sconvolto
la combattuta decisione di ripro-
subito entusiasta dell’idea.
causa del meteo avverso.
stava ancora una parete da sca-
dal tipo di esperienza che io e
completamente le carte in ta-
varci anche quest’anno.
lare: la Ovest della Torre Egger.
Matteo Bernasconi avevamo vis-
vola nelle salite patagoniche ed
A dirla tutta, per tutto il 2012
suto gli anni precedenti.
è praticamente impossibile oggi
Condizioni meteo, pericoli oggettivi, logistica complessa, pa-
Giovedì 20 febbraio, dopo 11 La cronaca
ore di cammino Luca ed io giun-
io non ero affatto motivato a ri-
Come è andata poi la nostra
giamo al Filo Rosso, dove incon-
fare paragoni con certe imprese
provarci un’altra volta nel 2013.
salita ormai lo sanno un po’ tut-
triamo diverse cordate che han-
rete repulsiva. Ma sicuramente
Personalmente ho deciso di
del passato, che erano sicura-
Avevo ancora nella testa l’imma-
ti, sono sempre le stesse cose
no appena salito la via dei Ragni
anche il fatto che probabilmente
andare in Patagonia affascina-
mente a un livello superiore per
gine di me e Berna appesi ad un
scritte in diversi modi, comun-
al Cerro Torre. Le previsioni me-
tanti forti alpinisti l’abbiano rite-
to dai grandi racconti dei “vec-
avventura ed incertezza.
unico friend con mille metri di
que per chi ancora non avesse
teo per venerdì 21 febbraio sono
nuta “meno interessante” di altre
chi Ragni”, in particolare dalle
Ma alcune cose sono rima-
vuoto sotto, avevo ancora nella
letto nulla questo è un breve ri-
buone, ma poi è previsto l’arrivo
pareti.
spedizioni di Casimiro Ferrari:
ste immutate: le montagne sono
testa i 60 giorni passati in Pa-
assunto:
di una perturbazione per saba-
Ok, ok, andiamoci piano…
la parete Ovest del Torre, la Est
sempre le stesse, selvagge e
tagonia l’anno precedente, i 35
Io, Luca e Matteo Bernasco-
Il modo di fare alpinismo in Pa-
del Fitz, e soprattutto il Mural-
difficili come un tempo, e tanti
dell’anno prima e le interminabili
ni eravamo partiti il 19 genna-
tagonia negli ultimi anni è cam-
lon, senza dubbio una delle pa-
alpinisti hanno ancora voglia di
attese in truna… Insomma pen-
io dall’Italia; il nostro rientro
Siamo così costretti ad atten-
biato notevolmente con la nasci-
reti più impegnative e isolate
mettersi alla prova, cercando di
savo che un anno di stacco alla
era fissato per il 23 febbraio.
dere una settimana nella nostra
ta e la crescita del paese di El
della Patagonia, dove Casimiro
spingere in là l’asticella della sfi-
fine “ ci sarebbe stato dentro ”.
Le previsioni meteo degli ultimi
tenda, finchè, dopo aver postici-
Chalten. L’approccio più in voga
ebbe successo dopo tre mesi di
da.
to e tempo ancora variabile per i giorni successivi.
E invece no. Invece no, perché
ipotetici giorni di permanenza
pato nuovamente il volo aereo di
assedio con gli appena maggio-
Personalmente se c’è una cosa
avevo anche in testa che alla fine
continuavano a cambiare, ma in
rientro, giovedì 28 febbraio en-
di fare “campo base” in paese, in
renni Paolo Vitali e Carlo Aldè!
che mi hanno tramandato i gran-
io nella vita (o almeno in questa
generale non erano super ot-
tra la finestra di bel tempo giusta
una cabana (o casa), ed aspetta-
Queste sono salite leggendarie.
di nomi del passato come quello
parte della vita) ho scelto di sca-
timistiche, anche se lasciavano
per attaccare la parete.
re le condizioni meteo favorevoli
I racconti di grandi permanen-
di Casimiro è di credere sempre
lare le montagne, avevo in testa
comunque la possibilità dell’arri-
Dopo aver ripercorso l’avvici-
per scalare le montagne.
ze sotto le pareti nell’attesa del
e comunque nel proprio proget-
che ci dovevo riprovare perché
vo di un periodo di bel tempo.
namento ispezionato sei giorni
Comodo eh? Non voglio dire
bel tempo, di tentativi andati a
to e continuare ad insistere an-
non poteva finire così e perché
Così, dopo diverse incertezze,
prima, siamo in tre ore e mezza
che in questo modo non si pos-
vuoto ed infine della riuscita, di
che quando tutto sembra remare
in Patagonia bisogna insistere.
io e Luca Schiera decidiamo di
alla base dello zoccolo. Scalia-
sa fare grande alpinismo e del-
un ambiente selvaggio, isolato
contro.
prolungare il
nostro soggior-
mo lo zoccolo ed il nevaio sen-
le grandi salite, anzi. Voglio solo
ed austero. Questo era il tipo di
mi-compromesso: ci riproviamo
no fino al primo marzo. Matteo
za particolari problemi, la fatica
dire che questo è un approccio
spedizione ed il tipo di Patagonia
Bene, e quindi come è anda-
anche nel 2013, ma senza attese
Bernasconi invece fa una scelta
più grande è data dai pesi dei
che io andavo cercando, volevo
ta nel 2013? Ecco, fu così che
in truna old style , quest’anno ci
diversa e decide di rientrare in
provare anch’io un’avventura di
dopo due anni di assedio old
facciamo furbi, stiamo a Chalten
Italia e tenere fede agli impegni
questo tipo.
style , con lunghe permanenze in
come tutti e andiamo alla Egger
lavorativi presi in precedenza;
truna in attesa del bel tempo e
se e solo se ci sono le condi-
d’altronde, viste le condizioni era
tra gli alpinisti nel 2013 è quello
26
Alpinismo e arrampicata
Ma è ancora possibile vivere
Alla fine siamo giunti ad un se-
Alpinismo e arrampicata
27
sacconi che contengono oltre al
rata. Alle 17 ripartiamo, le fisse
ed esamino la situazione: guardo
una fessura mooooolto friabile.
fungo il giorno prima si era tra-
che avevo tanto sognato e desi-
materiale per aprire su roccia,
dei due tiri successivi sono so-
il colle alla mia sinistra e vedo,
Non senza patemi mi ci appendo
sformata in verglas e, nonostante
derato per tre lunghi anni.
quello per scalare su ghiaccio
prendentemente in ottimo stato
come avevo già notato, che è
e in una decina di minuti pianto a
la parete fosse al sole sin dalle
e il necessario per sopravvivere
e le risaliamo.
nettamente più pulito dell’an-
mano lo spit della salvezza.
prime ore del mattino, le placche
Poi però iniziano le brutte so-
no scorso; in più davanti a me
Penso che vedendo dalla sosta
Le prime due corde fisse che
prese: sugli ultimi 4 tiri aperti
parte una fessura diagonale che
lo spit, adesso questa sezione
avevamo lasciato sulla nostra via
l’anno scorso il vento ha com-
va in direzione appunto del col-
mancano, e i tiri sono da ri-sca-
pletamente ridotto a brandelli le
lare, dopodichè incontriamo un centinaio di metri di corde fisse
quattro giorni in parete.
erano ancora ghiacciate.
salita, ci aspetta infatti un disce-
non sia poi così difficile perché
nell’altro, spiccozzando il verglas
sa lunga e la stanchezza inizia a
le. L’anno precedente io e Berna
sai che quando arrivi lì lo afferri
via dalla roccia, riesco ad arriva-
farsi sentire. Dopo qualche foto
corde che avevamo lasciato, ed
avevamo scartato l’opzione di
con i moschettoni, ma per quan-
re al fungo e piantare una vite.
di rito iniziamo le doppie.
ora siamo costretti a riscalarli. Il
uscire da questa parte per via di
to mi riguarda… mi sono decisa-
Chiedo a Luca se vuole salire lui
Durante la discesa stacchiamo
in buono stato che ci apprestia-
vero problema è che sono tutti
grandi macchie di neve pensili al
mente ingaggiato ! Vado avanti
da primo il primo tiro del fun-
e recuperiamo tutte le corde fis-
mo a risalire.
tiri impegnativi, per lo più stra-
colle, macchie che quest’anno si
qualche metro e faccio un bat-
go e lui accetta volentieri. Luca
se lasciate in parete.
Arriviamo alle 13 all’inizio del
piombanti. Arrampico i primi due,
sono ridotte in modo esponen-
hook , pianto poi un altro spit e
arriva in sosta e mi recupera ed
Alle 17 arriviamo all’inizio del
grande diedro e con cautela
ma poi la luce inizia a calare e
zionale.
finalmente raggiungo un sistema
io parto per l’ultimo e facile tiro
grande diedro, dove ci fermiamo
continuo a risalire le corde fisse,
noi dobbiamo trovare un posto
Urlo quindi a Luca: “Cambio
di fessure che conduce dritto al
che porta in cima.
per un ultimo bivacco in parete.
sapendo che queste potrebbero
dove passare la notte. Non sa-
linea!” e seguo la fessura verso
essere in cattivo stato. Arrivo in
pendo bene cosa fare, vedo un
sinistra.
cima alla prima corda fissa del
punto di parete di circa 2 metri
Luca risale ed io riparto apren-
quando anche Luca mi raggiunge
zo quando
Luca Schiera ed io
triamo alla nostra tenda, da qui
diedro e mi accorgo che è at-
per 3 leggermente appoggiato,
do due tiri nuovi per lo più in
in sosta al Colle tra la Herron e
mettiamo i piedi sulla cima del-
il giorno successivo le solite 11
taccata solo per tre trefoli che
o meglio, inclinato a circa 40°
fessura fin sotto il colle.
la Egger.
la Torre Egger. Siamo i primi ad
ore di cammino ci riportano a
sfregano direttamente su uno
direi. Su qualsiasi altra parete
La stanchezza inizia a farsi
essere arrivati fino a qui salendo
Chalten.
spigolo vivo.
non lo considererei mai un po-
L’ultimo tiro
sentire, dobbiamo fare acqua e
dalla parete Ovest. È il momento
Parto per la risalita successiva;
sto bivacco, ma appeso in questo
Sono le 13.30 quando mi pre-
appena sopra il colle sembra si
la corda sembra in buono stato,
vuoto, tutto cambia prospettiva
paro per l’ultimo tiro che do-
possa scavare nella neve un po-
ma quando meno me lo aspet-
e soprattutto non abbiamo altra
vrebbe portarmi al colle tra Pun-
sto da bivacco per lo meno de-
to, di colpo la calza si rompe ed
scelta: o scendiamo di 300-
ta Herron e Torre Egger. Capisco
cente.
io scivolo indietro per 2-3 me-
400 metri oppure passiamo la
subito che non sarà un tiro facile,
Alle 18 finiamo di prepare il
tri finchè le jumar si bloccano
notte qui. Sarà una lunga notte
ma per lo meno adesso fa un po’
necessario per bivaccare e de-
nuovamente più in basso. Un al-
appesi agli imbraghi, con i piedi
più caldo e c’è meno vento. Il
cido di scalare e fissare le corde
tro bello spavento, considerando
che scaricano in una staffa o nel
tiro strapiomba, ma pare ci siano
sui 90 metri successivi fino sot-
che mi trovavo ad una quindicina
saccone ed il sedere appoggia-
delle tacche. Non sono capace di
to al fungo, prima del traverso.
di metri dalla sosta e non avevo
to su una placca che continua a
fare artificiale serio, perciò parto
Dopo aver passato un giorno
ancora messo alcun friend.
scivolare verso il basso.
dalla sosta nell’unico vero modo
e una notte sempre appesi su
un
modo
colle. Sono
Domenica 3 marzo completiaormai
le
16
passate
Continuiamo poi la nostra sa-
“ Notti Magiche ” dice Luca. Bat-
che conosco, ovvero arrampi-
terreno strapiombante non mi
lita, tra risalita di fisse e qualche
tezziamo questa placca “Hotel
cando in libera. Inizio a salire, la
sembra vero di poter procedere
tratto in arrampicata, e giungia-
Egger”.
difficoltà non è elevata, ma nem-
spedito sulle lame leggermen-
meno facile, magari 6c o 7a (non
te appoggiate della via Huber-
le 16 e ci fermiamo ad un ter-
Il giorno successivo la tempe-
saprei proprio), mi accorgo però
Schnarf, ed alle 18.40 siamo
razino per sciogliere della neve,
ratura è piuttosto rigida ed ul-
che non ho possibilità di proteg-
nuovamente entrambi al bivacco.
è la nostra ultima possibilità per
teriormente abbassata dal vento,
germi, la roccia è un po’ friabile
farlo perché da lì in poi la pa-
che seppur non sia forte, si fa
e alcuni passi che faccio sono
Sabato 2 marzo, dopo un bi-
rete inizia a strapiombare fino
sentire. Con grande fatica inizio
“senza ritorno”, proseguo verso
vacco un po’ più clemente, risa-
al colle e in assenza di vento la
a scalare il tiro successivo, in ar-
l’alto nella speranza di trovare un
liamo le corde fissate il giorno
neve resta completamente ripa-
tificiale e ben bardato di vestiti.
piazzamento per un friend. Arri-
precedente. Ci aspetta il traverso
Giunto circa a metà mi aspetta un
vo ad una decina di metri dalla
verso sinistra per affrontare il
tratto su muro verticale a tacche
sosta ma non trovo nulla. Dopo
fungo dove è meno ripido.
che l’anno scorso al pomeriggio
un po’ di panico, mantenendo la
Beh, il traverso per me si ri-
con il sole avevo affrontato in li-
calma, vedo la possibilità di met-
vela decisamente impegnativo:
bera. Penso un attimo a cosa fare
tere il camalot 4 un po’ aperto in
tutta l’acqua che si scioglieva dal
28 Alpinismo e Arrampicata
in
di essere solo a metà della nostra o
mo sotto gli strampiombi. Sono
Comunque
Ma siamo entrambi consapevoli
Sono le 11.20 di sabato 2 mar-
Notti Magiche, tracciato della via
mo la discesa ed alle 16 rien-
CANADA AGAIN
Un anno dopo a Roger Pass
Grizzly Shoulder (tutte le foto sono di Sara Pozzetti)
di Sara Pozzetti
S
iamo ancora in piena estate,
di partecipare, e spendiamo la serata
I biglietti sono emessi, si parte il 23
ma nell’aria della scuola di sci
a pianificare lo sviluppo, che vede in
febbraio, e con grande strappo alla
comincia a risuonare la do-
prima linea la ricerca dei voli. Conve-
tradizionale regola ci concediamo un
manda “ma Sara, a febbraio torniamo
niamo di tornare al Glacier Park Lodge,
giorno in più, rientro previsto per lu-
in Canada, vero?”
punto strategico per le gite a Roger
nedì 4 marzo.
Non posso esimermi dal prendere in
Pass, comodo, accogliente e pulito.
Ecco i protagonisti dello squadrone:
carico l’organizzazione, faccio passare
Durante le settimane successive, ti-
Armando, il Piccolino. Mauro, il Papi.
le vacanze, a settembre convochiamo
riamo le somme. Sicuri siamo in undi-
Luca, il Nonno. Pierluigi, Mr North Face.
un ritrovo in sede.
ci, ma da lì a poco si aggrega il dodi-
Nicola, il Nostalgico. Remo, l’Impavido.
cesimo. Chiudiamo il gruppo.
Silvia, la Piccolina. Maurilio, l’Uomo
Siamo una quindicina, tutti bramosi
Immagine. Chiara, la Ciucia nebbia.
dell’ostello, che ci aspetta
cenare tutti insieme dopo una
c’è più neve”, ma basta poco perché si
Matteo, the Go-Pro boy. Giacomo, the
trepidante, felice di acco-
bella sciata, inutile metterla
ricreda. Nevica... strano eh!
Go-Pro brother. Sara, lo Scricciolo.
gliere 12 italiani.
giù troppo dura. La notte pas-
La prima gita la esauriamo proprio
sa, ma è un inferno. L’ostello
dietro al lodge, che è chiuso, e risalia-
Nella tana
è a pochi metri dalla stazione;
mo il Grizzly Shoulder.
bondanti, e durante le vacanze di Na-
È tutto pronto. Il 23 feb-
metabolizziamo che i tappi
È veramente un peccato vedere le
tale mi ritaglio mezz’ora e scrivo al
braio alle 5 del mattino il
trovati per ognuno sul letto,
finestre con gli assi inchiodati, e la
Glacier Park Lodge, prenotando le sei
torpedone carica tutti e ci
non servivano per proteggerci
neve che arriva a metà porta d’in-
camere doppie, o meglio, pensando
scarica a Linate dove de-
dal russare degli amici, ben-
gresso. Un vero delitto non sfruttare
di prenotare le sei camere; quando
colliamo per Amsterdam.
sì dal rumore dei lunghissimi
una così bella struttura, unica in mez-
mi torna indietro all’istante la mail di
Alle 12 ci imbarchiamo sul
treni merci in transito durante
zo a un paradiso bianco immacolato.
mancata consegna, rabbrividisco.
volo per Calgary, dove at-
l’intera notte, che fanno persi-
Avremmo dovuto esaudire i nostri voli
no tremare i muri (di legno) e
pindarici dell’anno scorso e rilevarlo.
Faccio passare un paio di mesi ab-
Faccio una ricerca in internet e tro-
terreremo dopo nove ore,
vo un articolo su un giornale canade-
e sono le due del pome-
se che si intitola “Glacier Park Lodge
riggio. Recuperiamo le no-
close down at the end of september”.
Azulkan Valley
Il conto alla rovescia parte.
i letti. I primi commenti, appe-
Rientriamo contenti, e festeggiamo
na svegli, rilasciano una serie
con un aperitivo e una cenetta con i
stre auto a noleggio, due
irripetibile di improperi. In più
fiocchi, durante la quale decidiamo di
Noooooo! il Lodge ha chiuso e lì al
Suburban ENORMI, da otto
abbiamo la bella sorpresa che
cambiare location, il 26 ci trasferiremo
passo non c’è nient’altro.
posti ciascuna, ma quando
Tanya è andata in vacanza...
a Revelstoke.
Comunico la brutta notizia a tutto il
carichiamo tutti i bagagli
sparita. Le è bastato così poco
Il lunedì 25 decidiamo di andare
gruppo, dobbiamo rivedere la logistica
e le sacche con gli sci, ci
per essere sazia di ospiti ita-
all’Azulkan Valley, nevica ancora, ma
dell’alloggio.
rendiamo conto che erano
liani? E dire che la sera prima
non ci facciamo scoraggiare, ormai
Ma è presto fatto, anche perché non
necessarie. Ci mettiamo in
ci aveva visto e parlato per
siamo abituati. Nonostante si possa
ci sono tante possibilità, o Golden, 50
marcia verso Golden, dove
solo un quarto d’ora.
arrivare solo al limite del bosco per la
minuti prima del passo, o Revelstoke,
arriveremo
50 minuti dopo il passo.
quattro ore.
dopo
quasi
Ci lascia nelle mani dell’a-
troppa neve, risaliamo il monte Abbott
mico Andy, che chiameremo
con grande soddisfazione. La discesa
Rouge the Gost, che non avrà
sarà memorabile, powder sino oltre la
la più pallida idea di come
vita.
Ci accoglie Tanya, che
giurare qualsiasi rischio di rimanere
con un grande sorriso ci
bloccati nel caso, come l’anno scorso,
mostra quella che sarà
chiudano la strada per la troppa neve.
la nostra tana per i sette
Troviamo un ostello, Kickinghor-
giorni successivi. Al mo-
sehostel, che prenotiamo per l’intera
mento credo che nessu-
settimana, alla modica cifra di 22.5 $
no osi dire niente, a parte
La neve
successivo, per dirigerci a Revelstoke,
a testa. Sarà tutto per noi, perché può
PJ che si lascia scappare
Ma pazienza, non diamo
dove avevamo saputo che aveva ne-
accogliere 13 persone. Siamo entusia-
“impossibile star qui tutta
molto peso a questi parti-
vicato di più. Non fa una piega, anzi
sti, almeno sino a che non realizze-
la settimana”, ma già du-
colari, le gambe friggono, e
anche lui è un po’ contrariato, perché
remo con i nostri occhi dove siamo
rante la nostra prima cena,
la voglia di calpestare neve a
pensava di sciare in pista a Golden, ma
finiti.
le sensazioni di ognuno
Roger Pass è tanta. Finalmente
non c’era tantissima neve, il tempo
A gennaio organizzo una cena, e
vengono servite a tavola.
arriva il momento di comin-
non era dei migliori, e Tanya l’aveva
mettiamo a punto i dettagli, materiale
Confidiamo che il giorno
ciare, domenica 24 febbraio. I
lasciato a gestire l’ostello per qualche
personale e comune, cibo da mettere
successivo, dopo una bella
nostri amici rangers Michael e
tempo. Non sarà in grado di farci una
nelle sacche per le luculliane cene che
e sonora dormita, avremo
Mat saranno contenti di rive-
ricevuta come si deve, e non riuscirà a
ci concederemo da Tanya, gestore
sicuramente tutt’altra opi-
derci, tant’è che ci riconosco-
contattare Tanya, così ci congediamo
nione, forse la stanchezza
no e si ricordano di noi (come
Sci Alpinismo
fuscava un po’ il metro di giudizio. E poi l’ostello ci sarebbe solo servito per
Bonney Trees
32
dopo 24 ore svegli, ci of-
Vista salendo al Mc Gill
La scelta cade su Golden, per scon-
gestire né l’ostello, né tanto
La sera per cena Remo si diletta, e
meno 12 selvaggi affamati di
ci prepara il risotto alla premanese; ne
powder e assetati di birra.
approfittiamo per comunicare a Rouge che lasceremo l’ostello il giorno
dimenticarci?). Armando durante l’avvicinamento al passo, dice: “beh... mi sembra di andare a Pescegallo, anzi, forse lì
Sci Alpinismo
33
senza pagare un dollaro, aspettando che Tanya risponda alla nostra mail, con la richiesta di conto totale e pagamento tramite Pay Pal, così come avevamo fatto per l’anticipo. Il martedì 26 il nostro obiettivo è Mc Gill, che come l’anno scorso, ci regalerà una sciata storica. La salita, con la scelta di una traccia tutta da scoprire, è di grande soddisfazione, e la discesa è grandiosa. Siamo premiati, smette di nevicare e il sole illumina e scalda tutto intorno. Due ore, due ore di bel tempo, che dipingono il paesaggio con colori caldi e profondi, finalmente riusciamo a scorgere anche le montagne sopra e di fronte a noi, candide, immacolate e severe. Attimi di emozione. In discesa ci sbizzarriamo con le telecamere sui caschi e montate sui bastoncini, la neve è sofficissima, e ci sommerge a ogni curva, incredibile, vorremmo non finisse mai, ma inevitabilmente sarà game over, e arriviamo alle auto. Raggiungiamo il lodge prenotato a Revelstoke, e sarà divertente scoprire che è gestito dalle stesse persone
34
Sci Alpinismo
che erano
guiamo verso Banff, dove ci aspetta
al Glacier
un pomeriggio di shopping compulsi-
Park Lod-
vo e una fantastica serata negli ostelli
ge: ci ri-
precedentemente prenotati. L’ultima
conosco-
cena.
no. Come
La domenica mattina una gran sor-
dimenti-
presa per tutti si affaccia proprio ai
carci?
nostri occhi.
Mer-
Nevica, ma è una tempesta di neve.
coledì nel
Banff è completamente imbiancata, ma
mirino c’è
fiduciosi ci mettiamo in auto, confi-
Bonney
dando che avvicinandoci a Calgary, la
Trees, ar-
situazione potrà solo migliorare, in-
riviamo
vece è proprio il contrario. Le strade
sino a circa 2000 metri, al limite del
sono imbrattate, uno strato corposo
bosco, e ribattiamo, c’è poca visibilità
di neve ricopre tutto, e continuano a
e i pendii sono carichi. La sciata però
scendere fiocchi giganti. Siamo tutti
non è niente di meno di quelle prece-
preoccupati, io in prima battuta perché
denti, tanto che il giovedì decidiamo
ho il volo per New York alle 12.30 e
di bissare; siamo premiati da un po’ di
sono quasi convinta di perderlo, ma
sole che ci permette di arrivare un po’
più o meno tutti siamo quasi certi che
più in alto e di scendere da un altro
chiuderanno l’aeroporto. Troppa neve,
versante: se è possibile, la discesa è
la tempesta non si placa, impossibile
ancora meglio del giorno prima. In-
che gli aerei decollino.
credibile.
nonno viene ufficialmente eletto Pilota
mana da Zalas, una Steak House fe-
Estremo Canada 2013. Quando arrivo
nomenale.
al check-in alle 11.45 trafelata, con il
Discutiamo il da farsi per il venerdì,
fiatone e chiedo la situazione, la cor-
il nostro amico ranger Mat ci aveva
tese signorina mi guarda divertita e mi
avvisato che erano previste forti pre-
rassicura che è tutto nella normalità, i
cipitazioni e che il pericolo valanghe
voli sono regolari e mi invita ad acco-
sarebbe salito a 4 anche nei boschi.
modarmi al gate. Avevamo dimentica-
Così, tutti d’accordo, decidiamo di far
to di essere in Canada, forse loro sono
contento Matteo, che da giorni aspet-
un po’abituati.
tava questo momento, e di sciare
Che cosa posso aggiungere? Fanta-
in pista a Revelstoke. Scelta che per
stica compagnia, magnifica neve, bel-
qualcuno si rivela non troppo entu-
lissima vacanza.
realtà canadese, alla modica cifra di 85 $ a testa, uno sproposito.
Non so in cos’altro avremmo potuto A chi avrà voglia di ascoltarlo, racconteremo il nostro viaggio il pros-
cominciare ad avviarci sulla strada del
simo autunno, durante il tradizionale
rientro.
evento “Una Montagna di Emozioni”
Luise, una bellissima località, e prose-
a così...
Smontaggio vecchio tetto in Eternit con amianto Smaltimento in discariche autorizzate, pratica A.S.L. compresa Installazione immediata del nuovo tetto con pannelli isotermici
sperare.
È sabato, è venuto il momento di
Facciamo una breve pausa a Lake
da così...
Dopo due ore e mezza di guida, il
Festeggiamo le fatiche della setti-
siasmante, ma proviamo anche questa
COPERTURE
speciale coperture
che la scuola di Sci Alpinismo orga-
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LA BELLEZZA DELL’ANDARE
Freddo, storia e monti di neve per i fondisti in Alto Adige di Cristina Melazzi prio da qui, ma perchè non ammetter-
confortante delle sale del Flotscherhof
Grande Freddo?
lo: sì, quei meno 17 gradi li abbiamo
a Natz Sciaves, si sentivano commenti
sentiti e patiti un po’ tutti.
di soddisfazione: “Un freddo, ragazzi!
Cioè a raccontare subito
ma una meraviglia!”
della prima meta, Lappago a Selva dei
Ma tutti, come si conviene a dei
Molini (Mühlwald), e del primo impat-
fondisti CAI, li abbiamo anche sfidati:
Del resto (se è permessa un’ulteriore
to col freddo acuto di questo gennaio
chi con i suoi bravi sci, chi cammi-
freddura) cosa aspettarsi, muovendosi
sudtirolese?
nando a piccoli gruppi compatti, tutti
tra due località che già nell’attacco dei
comunque
dall’incredibile
rispettivi nomi (Bressanone, Brunico)
esposta a nord, non concedeva pas-
scenografia del percorso tra i boschi
non possono che suggerire brividi di
saggi ai raggi del sole.
innevati.
gelo?
Il fatto è che la valle, a quota 1220,
Forse non ci fa onore iniziare pro-
ammirati
E a sera, ben rifocillati e nel calore
Angolo di paese in Val Ridanna (foto C. Spinelli)
S
e cominciassimo a dire del
e si immaginano ben altri geli,
SKI PAST
vissuti da chi, da una parte e
di Marco Pedeferri
dall’altra, tra questi monti belli e difficili, combatteva, resisteva come poteva, moriva. Ogni luogo è carico di storia e questi lo sono in particolare. Non solo per le vicende belliche ma anche per la secolare tradizione mineraria. Nella zona di Predoi-Rio Rosso si cavava rame, a quota 2000, fin dal XV secolo o molto prima, secondo gli archeologi. Il minerale veniva poi fuso in Val Aurina. Il durissimo lavoro di miniera, proseguito fino a fine ‘800, verrà defi-
Le piste di Val Ridanna (foto C. Spinelli)
nitivamente
Tre giorni bianca
Brixen dalle case dipinte ed i portici
temperature basse, chissà perchè qui
Poi però diciamo qualcosa dei tanti
medievali) rigorosamente chiusi alle sei
sembra più tosta: sarà la sindrome
che eravamo. Dalle giovanissime e
di un sabato sera alquanto sottozero,
dell’extra moenia, del fuori casa...
atletiche “riccioline”, ormai più veloci di
e perfino qualche bizzarra proposta di
Sta di fatto che le levette degli at-
nonna e nonno istruttori, al folto grup-
menù per la cena ristoratrice (polenta
tacchi degli sci di Chiara sono bloccate
po di ben preparati fondisti e fondiste,
con gorgonzola e... tonno!).
dal gelo. Così tocca andare alla Casetta del
fino ai non pochi illustri seniores, con alle spalle qualche lustro (appunto!) sia di anni che d’imprese: nell’insieme,
Ma andiamo a raccontare del secondo giorno in Valle Aurina, Predoi.
fondo, là a inizio piste, dove un sorridente incaricato e una provvidenziale
quasi tutti i magnifici settanta e più
Si va più su di quota (1595-1700 m),
stufa a legna (proprio come quelle di
fondisti del Gruppo CAI Lecco, scuola
oltre Brunico, verso nord. Il sole sembra
casa nostra di una volta) scioglieranno
ed amatori.
sfuggirci ad ogni curva, lo vediamo
il blocco dei ferretti e riscalderanno
sempre altrove. Dove finiremo?
mani, piedi e animi.
Una variegata e buona compagnia che, solidale e vacanziera, immersa
Quando scendiamo dal pullmann il
Con questo signore scambiamo
nella tanto sospirata Tre giorni bianca,
termometro segna un temibile meno
qualche parola sulle piccole “invenzioni
riesce, grazie alla paziente tela ordita
16, che si fa sentire ben oltre i nostri
portatili” del giorno d’oggi per ovviare
dagli organizzatori, a reggere sorriden-
strati di “tessuto tecnico”.
al freddo delle nostre estremità (quelle
do il lungo viaggio e qualche piccolo stress da trasferta. Per dire: i cambi di tenuta del dopo-sci sul pullman-spogliatoio, in
Qualcuno decide di aspettare, nel
magiche bustine scaldamani e scalda-
conforto di un locale bar, che la tem-
piedi che fanno la differenza: provare
peratura esterna si faccia appena un
per credere).
po’ più mite, prima di mettersi in pista.
“Quand’ero ragazzino, ci dice, per
pericolosa acrobazia tra un sedile e
Insieme al gruppo dei “Si va!” ci
andare a letto coi piedi caldi ci face-
l’altro, o i negozi di città (la romantica
accingiamo, anche se con qualche ap-
vano fare il giro del cortile a piedi nudi
prensione e adeguato imbacuccamen-
nella neve, e funzionava eccome!”
38
Sci di Fondo
to, a tentar di stendere la sciolina più
Si sorride insieme, ma per un mo-
hard, quella verde, la meno10/meno18,
mento si va col pensiero (eh sì, siamo
che tuttavia fatica ad attaccare.
fondisti pensierosi...) anche ad altri
Eppure anche in Engadina ci capitano
tempi. Tempi di guerra non così lontani,
sospeso,
dopo
una ripresa, nel 1971. Oggi la miniera, allestita in forma museale, è visitabile. Un fuori programma, offerto dal nostro cortese Ospite Altoatesino, ci aspetta al rientro
una corona di monti a perdita d’occhio.
Vincendo la quiete sonnolenta che avvolge il pullman dopo tre giorni intensi di sci, sulla via del ritorno si fa sosta a Trento, per visitare le gallerie di Piedicastello, due tunnel stradali di 400 metri, arterie vitali del traffico fino ad anni recenti, oggi sede di eventi espositivi dedicati alla storia. La mostra “Ski past” che andiamo a visitare illustra storie nordiche in val di Fiemme e nel mondo riguardanti in particolare sci di fondo, salto con gli sci e combinata. Fin dall’ingresso grandi sorprese, a cominciare dagli sci appartenuti a Fridtjog Nansen, l’esploratore norvegese che nel 1888 attraversò per primo “da destra a sinistra” la Groenlandia, oltre 500 km in 42 giorni, servendosi di nove paia di sci di quercia e betulla lunghi 230 cm. Accanto, in successione, centinaia di oggetti: sci di ieri e di oggi carichi di storia, come quelli usati dagli alpini della Grande Guerra, “la nuova arma miracolosa”; bastoncini realizzati in materiali disparati (all’inizio se ne usava uno solo lungo circa 2 metri); pantaloni dalle fogge più varie; tute, guanti, caschi, attacchi, scarponi e scarpette, pelli di foca, scioline…E poi le medaglie dei grandi campioni. Decine di videoinstallazioni, con schermi a volte larghi 10 metri, illustrano l’evoluzione dei materiali o documentano gli avvenimenti più importanti del ‘900 nelle discipline nordiche: la storia della “valanga azzurra”, della Marcialonga, dei giochi olimpici invernali a partire dalle loro origini nel 1924, fino ai campionati mondiali 2013 in Val di Fiemme. Gli eventi sportivi riflettono le relazioni politiche internazionali: la Germania e il nazismo, l’Italia e il fascismo, il secondo conflitto mondiale, la Guerra fredda, i contrasti fra Cina e Taiwan, Russia e Stati Uniti in Afghanistan, la caduta del muro di Berlino e le due Germanie, la dissoluzione dell’Unione Sovietica e le trasformazioni geopolitiche dei Balcani… La visita a queste gallerie cariche di storia è apprezzata da tutti e compensa ampiamente la fatica della sosta; peccato solo non potersi fermare più a lungo.
Dobbiamo raccontare del sole. Il sole luminoso di questo freddo e limpido gennaio tirolese. Da raccontare, perchè ci ha accolto da subito e ci ha accompagnato fedele, come una mano calda e leggera sulle spalle, nel nostro andare e venire, salire e scendere, lungo la piana e i percorsi delle ampie piste di fondo. Vorremmo anche raccontare delle curve nella neve: come si può raccontare una curva? Forse una foto, un’immagine può riprodurre la leggerezza, il nitore, la dolce sinuosità di quel segno tracciato ad arco nella distesa, nel bianco. Un’impronta
artificiale,
che pure non cancella e non intacca il manto della natura:
serale del sabato: ci ritroviamo
ecco, forse è questo incontro
così tra un tintinnar di bicchieri,
armonioso,
per un brindisi beneaugurale
che fa apparire anche alcune
che, accompagnato da un mini
tracce umane come parte di
coro improvvisato, anticipa il
un unico disegno grafico.
non
violento,
Il sogno di confondersi con
festeggiamento lecchese per
la natura, una nostalgia ricor-
i trent’anni del Gruppo Fondo.
rente... Nella foresta incantata Davvero da ricordare, infine,
Potersi muovere scivolan-
la giornata di domenica, in una
do senza troppo rumore o
Val Ridanna inondata di luce.
Un momento di pausa a Casere Predoi (foto C. Spinelli)
disegno, in questa pace, è
All’arrivo, un cartello segnala
come respirare la vita, dentro
la presenza del Museo delle Miniere Ridanna Monteneve: chiuse
camminando in questo bianco
queste vicende.
e fuori di noi: forse è questa la bellezza
negli anni ‘80, vantano otto secoli di
Ma ora ci aspetta la neve.
dell’andare, che non si può spiegare se
attività estrattiva. Argento, piombo,
Siamo attorniati dalla selva fittissima
non con l’andare.
zinco venivano estratti in quota e poi
di abeti, addobbati di bianco, ramo per
trasportati a valle lungo un tortuoso
ramo, come nella foresta incantata delle
percorso ancora documentato. Un
fiabe.
buon motivo per ritornare in altra
Poi il paesaggio si dilata in una conca
stagione a riscoprire questi luoghi e
bianchissima, placidamente adagiata tra
Sci di Fondo
39
FREDDO, SHOPPING E SCIOLINA
A Livigno e Santa Caterina la “due giorni” di fondo 2013 di Paola Sangalli
9
sati risale a qualche anno fa ed è
Si ritorna la pullman e si parte per
febbraio 2013, ore 6,30
quindi piacevole rivedere posti che
Bormio. Alla dogana una sorpresa:
del mattino, tutti pronti sul
nel frattempo sono cambiati o che
un finanziere sale a bordo con l’in-
pullman, un po’ assonnati,
si sono conservati immutati.
timazione “alzassero le mani quelli
ma in attesa di trascorrere la “Due
Ma ormai ci siamo: la strada
che….” e vuole sapere se abbiamo
giorni” di fondo sulle nevi di Livi-
dopo Bormio si alza sempre più in
comperato apparecchi fotografici,
gno e Santa Caterina Valfurva.
mezzo alle montagne, si oltrepassa
sigarette, alcool. Ci informa che se
il paese di Trepalle ed eccoci a
siamo in possesso di quantitativi
in silenzio, chi dorme, chi chiac-
Livigno.
di merce oltre i limiti concessi,
chiera sottovoce con il vicino.
Nel
La prima ora di viaggio trascorre
frattempo
sono
arrivate
siamo passibili di sanzioni penali,
Poi una voce nota - ”Allora, siete
notizie da due allieve che sono già
sequestro dei beni acquistati ed
svegli adesso?”, ovviamente quella
arrivate sul posto con mezzi propri:
altre cose inquietanti. Poi fa finta
della Pina (ma la Pina dorme mai in
temperatura -18°. Qualcuno dice:
di guardare nella cappelliera sopra
fondo al pullman?) - ci desta e ci
“Io resto sul pullman”, ma non c’è
i nostri sedili, intima al nostro au-
annuncia il programma della gior-
spazio per la pigrizia.
tista Abbondio di aprire il cofano,
nata: meta del giorno sarà Livigno,
I nostri pazienti ma decisi mae
sembra che voglia perquisire tutti i
arrivo più o meno alle 11, lezione di
stri ci invitano a coprirci bene e
nostri bagagli e poi risale a bordo,
fondo fino alle 14, possibilità di un
scendere a prendere il necessario
ci ringrazia e ci augura buon viag-
giro in centro paese per acquisti,
dal bagagliaio perché il pullman
gio. Una volta ripartiti, non si può
ritrovo al pullman e partenza per
deve liberare il ciglio della strada
fare a meno di scoppiare a ridere.
Bormio verso le 16, arrivo all’Hotel
e spostarsi al posteggio. Quindi
Arrivati a Bormio ci sistemiamo
svela un mistero che ci ha tenuti
ci avviciniamo il cielo si rasserena
Stella, sistemazione nelle camere,
coraggio. Guanti, giacca, berretta,
nelle camere, poi si fa un giro in
col fiato sospeso per settimane:
sempre di più e quando arriviamo
Il viaggio di ritorno trascorre
cena alle 19,45.
scarichiamo gli sci e ci avviamo
centro e, puntuali alle 19,45, tutti
il famoso culatello del Gianfranco
sopra di noi è tutto azzurro e lo
senza intoppi. Sosta alla Galbusera
Si percorre la Valtellina fino a
alla partenza della pista, proprio a
in sala da pranzo per la cena. Più
esiste veramente o lui (il Gian-
spettacolo delle montagne circo-
di Cosio Valtellino per comperare
Tirano, dove facciamo sosta per la
lato della strada. Tutto sommato
tardi una partita a carte e poi a
franco) ci ha presi tutti in giro? E
stanti è notevole. Giovanni
e la
la colomba, ma, ahimè, ci sono solo
colazione. Qualcuno approfitta per
il freddo non è così intenso come
dormire: domani a Santa Caterina
invece no, non ci ha presi in giro: il
Pina vanno a prendere i biglietti
biscotti, per le colombe è troppo
acquistare qualcosa per il pranzo,
temevamo, o almeno così ci sem-
ci aspetta una pista a tratti ”ago-
culatello è lì davanti ai nostri occhi,
per la pista, noi intanto ci preparia-
presto. Pazienza.
altri, con più profondi interessi cul-
bra, e poi c’è il sole, che quest’anno
nistica”, quindi bisogna essere in
tagliato a fette nei piatti di portata
mo per uscire al gelo. Che sciolina
turali, entrano nella vicina basilica
durante le altre giornate del corso
forma e riposati.
a nostra disposizione per la cola-
mettiamo oggi? Verde? Va bene.
per dare un’occhiata al famoso
è stato piuttosto raro. Ci radu-
10 febbraio: colazione dalle 8,
zione, pronto per farcire panini da
Il freddo è sì intenso, ma con il
organo del 1600.
niamo intorno ai nostri maestri e
pronti con i bagagli alle 9,30, par-
mangiare subito o da portarsi via
movimento non lo si sente nean-
Pina, prendiamo tutto. Ci vediamo
partiamo.
tenza ore 9,45. La voce della Pina
per il pranzo.
che troppo, e così trascorre anche
sabato alla gara. Grazie a tutti i
questa giornata, l’ultima del corso
maestri: Marco, Pina, Paola, Sal-
di fondo 2013, perché sabato
vatore, Giovanni, Franco. Grazie ai compagni di viaggio.
Si riparte. Ops, quasi lasciamo a
Gruppo a Livigno (foto Pina Ietto)
Alla fine della mattinata faccia-
quando ci aveva dato il programma
mo ritorno al pullman a mangiare
la sera prima era stata come sem-
La strada non è nuova, ma per
qualcosa e poi alcuni di noi si
pre decisa e autorevole : nessuno
Si parte per Santa Caterina:
prossimo, 16 febbraio, ci sarà la
alcuni l’ultima volta che sono pas-
recano in paese per acquistare
avrebbe osato contravvenire alle
quello che, anche se non lo diamo
gara, e la domenica successiva la
merce che notoriamente qui a
sue indicazioni.
terra un passeggero, ma lo recuperiamo subito e via.
40
Sci di Fondo
Grazie Gianfranco, l’anno prossimo ci aspettiamo il bis.
a vedere, ci preoccupa un pochino
maratona. Alla fine, prima di risalire
Livigno è molto più conveniente
Perciò tutti puntuali in sala a ri-
è che notoriamente lì le tempe-
sul pullman, le immancabili torte,
che in Italia: sigarette, bottiglie di
focillarci prima di un’altra giornata
rature sono tra le più rigide. Che
gentilmente preparate dalle signo-
alcool, cioccolato…
impegnativa, anche perché oggi si
cosa ci aspetta? Comunque mentre
re, e il vino, gentilmente offerto dai
signori.
Arriviamo a Lecco: “Mi raccomando: non lasciate niente nelle cappelliere!”
Sci di Fondo
Non ti preoccupare,
41
FINO IN FONDO
Sette amici alla Engadin Skimarathon di Marco Paleari
sico, e ci si sente alquanto speciali,
stringendo i denti
anche perché siamo in pochi, in pro-
avanzano stoica-
porzione a chi percorre la gara in
mente, incitandosi
skating. Le fatiche della salita termi-
l’un l’altro ognuno
nano con l’apprensione per la fatidica
nella propria lingua,
verso Zernez. Il tragitto passa vicino
Cerco di salutare gli altri sei del CAI
discesa di Staz dove non si capisce
uomini e donne,
urante i sabati sul pullman
a S.Chanf, punto di arrivo della mara-
Lecco, ma saranno sparsi qua e là,
se gli alberi siano cresciuti in mezzo
giovani e anziani,
degli amatori è piacevole
tona: cerco di immaginare un arrivo
tra circa dodicimila persone. A cin-
alla pista o il contrario. Ai margini di
francesi e saudi-
lasciarsi andare in chiac-
trionfale circondato da due ali di folla
que minuti dalla partenza comincia
questa discesa è assiepata più gente
ti. Giunti in cima,
chiere e racconti rievocanti impre-
festante, ma torno alla realtà. Zernez!
a salire l’adrenalina, si fanno le ulti-
che lungo tutti i 42 chilometri. Del
la pista scende in
se sciistiche di alcuni dei più quotati
Ora si tratta di cercare il centro del-
me foto, si saluta chi si ha vicino. La
resto gli ingredienti per lo show ci
un imbuto a “esse”
fondisti lecchesi. Si snocciolano date,
la protezione civile dove pernotterò,
musica di sottofondo cessa, comin-
sono tutti, discesa ripida e ghiacciata,
dove stare in pie-
cifre, chilometri e curiosità. Come
ma ben presto scopro
cia il conto alla rovescia, due minuti,
alberi da evitare e telecamere pronte
di è questione di
non rimanere incantati?
un bunker antiatomico, la cui entrata
un minuto, sci ai piedi, l’emozione è
ad immortalare la caduta più spet-
fortuna,
I sabati passano, arriviamo all’ulti-
pare quella di un garage; passo due,
così palpabile che pare di partire per
tacolare.
curva una banda
ma uscita, l’argomento che va per la
tre spesse porte blindate, conosco gli
la Luna … Drei, zwei, eins , go!
maggiore è la Engadin Skimarathon,
altri camerati appartenenti a diverse
Come una mandria, la massa uma-
granfondo di sci, 42 km in stile libero,
nazionalità. Prima di sera scopro che
na si sposta abbastanza omogenea
Ma in barba ai crucchi i nostri
traguardo, la neve
alla quale parteciperanno alcuni gio-
un negozio propone un tris di scio-
in avanti, il ritmo della gara pare da
dribblano agilmente alberi, concor-
è indecente, ma
vani del gruppo amatori.
linatura, Top, Race e Basic, ma costa
subito sostenuto, tanto che lungo i
renti e telecamere per tuffarsi a tut-
ecco il rettilineo
Ognuno dà il proprio consiglio, si
65 franchi, decido così di fare da me,
chilometri il serpentone si allun-
ta birra verso il meritato ristoro di
finale, mi vengo-
studiano strategie e qualcuno sug-
armeggio per due ore gli attrezzi di
ga sempre più. La giornata è bella
Pontresina. Vengono offerte bevande
no i brividi, la folla
gerisce “met sot negot”, mentre il
cui dispongo, ed ottengo un buon ri-
e calda, la neve già dopo i primi 10
calde, fredde e un buon brodino, ma il
sugli spalti mi in-
decano del fondo concede la bene-
sultato, spero. La sera un brodino e
chilometri comincia a cedere, ohi-
cronometro non si ferma, e via, verso
cita, stringo i denti,
dizione e l’augurio di buona fortuna.
poi assisto ad una partita di hockey,
bò , dalle retrovie si sentono i primi
la piana di Samedan, infinita, senza
passo sotto il tra-
Sabato 9 marzo, ore 7.30, salgo sul
se le danno di gusto, ma comincia a
“mannaggia”. Passati i 15 chilometri
punti di riferimento che possano in-
guardo braccia al
diretto Lecco-Tirano armato di sci
fare freddo, rincaso e vado in branda.
l’andatura generale si stabilizza ed è
dicare il progredire di ognuno, chilo-
cielo.
e di un grande zaino, neanche due
La notte è abbastanza rumorosa, ma
facile superare e farsi superare dal-
metri e chilometri. Cerco di variare la
I sette del grup-
ore e cambio a Tirano per andare
con un po’ di pazienza arriva il mat-
le stesse persone e col progredire
tecnica, passo alternato, passo spinta,
po arrivano uno
a Sankt Moritz col Bernina Express.
tino della gara.
dei chilometri il loro volto diventa
passo svedese, ma comunque avanti,
dopo l’altro, Teresa,
sempre più familiare. Gli spettatori ai
sempre avanti! Si passa poi per le vie
Elena, Gianni, Da-
D
trattarsi di
Il tempo di mandare qualche mes-
annuncia L’ultima salita
rosa
frago-
l’imminente
saggio prima di varcare il confine, ed
La carica dei 12.000
lati della pista incitano i fondisti, dal
di un bel paesino appositamente in-
niele, Vittorio, Lu-
ecco che il trenino attraversa Tirano
Domenica 10 marzo, ore 5, mi sve-
primo all’ultimo, gridando heja heja!
nevate, dove è presente una piccola
cilla e Marco. Tra-
e comincia la lunga salita, diverten-
glio (si fa per dire) per raggiungere
Applaudono, suonano campanacci, ci
folla: incitano, gridano il nome, heja
guardo raggiunto!
te la giravolta di Brusio, bello anche
il Maloja. Conosco una ragazza di
chiamano per nome, offrono banane.
heja, e offrono banane.
Pacche,
l’abitato di Poschiavo, ma il trenino
Berlino, farà la mezza maratona; sul
Tutto ciò ci rallegra e ci fa sentire nel
sale inesorabile verso le alte quote.
pullman che ci porta al Maloja siamo
nostro piccolo dei campioni.
Al passo del Bernina è tutto bianco,
stretti come sardine, si sente parlare
bianco candido, fa molto freddo, ma
sorrisi, che bel-
è tempo di arrivare, mancano 5 chi-
lo, che emozione
Dei sette del gruppo alcuni sono
lometri. Di fronte a questo cartello
qui all’arrivo tutti
ogni lingua, si respira l’aria dei grandi
avanti, alcuni indietro, ognuno pen-
beffardo, i più pensano ormai di es-
assieme a festeg-
la sosta è breve e scendiamo velo-
eventi e l’attesa cresce. Prendo posi-
sa agli altri chiedendosi con velata
sere arrivati, è fatta! È fatta “un par
giare le fatiche di
cemente a Pontresina e poi a Sankt
zione nella griglia di partenza per lo
curiosità “chi sarà il primo di noi ad
de ball”, sono chilometri tutti in salita,
una giornata so-
Moritz. Ritiro pettorale, e via in treno
stile classico, sono in quinta fila e più
arrivare?” Ma bisogna ancora supe-
una salita lunga e infinita, le gambe
lare.
avanti si vedono partire i campioni;
rare le salite nel bosco di Staz: molto
cominciano a essere stanche, e dopo
lo speaker, su di una torretta, pro-
bello questo tratto, vario e tecnico;
una curva ecco un altro pezzo in
pone esercizi di riscaldamento tan-
in alcuni punti il tracciato riserva un
salita. Da lontano sembra di vedere
to che dopo un’ora si è già stanchi.
tratto apposito per chi scia in clas-
tante formichine che pian pianino
42
Sei dei sette amici in gara (foto Marco Paleari)
abbracci,
Passano altri chilometri, altre ore,
Sci di Fondo
Il trenino del Bernina nei pressi del passo (foto Marco Paleari)
all’ultima
Un momento della competizione (foto Marco Paleari)
Sci di Fondo
43
L’INVERNO DEL TRENTENNALE
Il resoconto dell’attività sportiva 2012-2013 del gruppo Sci di fondo
precedente stagione, si è sciato:
didattiche
Nell’uscita finale del 24 febbraio in
facendo capo al Centro del fondo di Predoi;
Engadina alcuni allievi hanno seguito
una punta di orgoglio e un pizzico di
- Orientamento e topografia
il percorso della “maratonina”, di 25
commozione, mi sento quasi incre-
- Sciolinatura.
-30 chilometri.
dulo per il traguardo raggiunto, e mi
Si è lamentata la scarsa partecipa-
trovo a ricordare le programmazioni
zione, soprattutto da parte dei princi-
Gruppo amatoriale
succedutesi anno dopo anno, sempre
pianti e degli inesperti.
Le uscite sulla neve si sono svol-
viaggiando con due autopullman della
te tutte di sabato, dall’8 gennaio al 2
SAL di Lecco. (pubblichiamo a parte
Uscite a secco
marzo 2013, con mete diverse lungo
resoconti e immagini).
Nel lontano 1983, quando un grup-
Si sono svolte nelle mattinate do-
tutta l’Engadina e un’uscita finale a
po di amici, con alla testa Dino Piazza,
menicali dall’11 novembre al 16 di-
proposero al CAI Lecco di promuo-
cembre, alternando il piano lago alla
Domenica 24 febbraio alcuni parte-
vere lo sci di fondo per tutti colo-
montagna, con esercizi di ginnastica
cipanti hanno seguito l’intero percorso della Skimarathon (km 42).
col preciso impegno di fare sempre meglio.
di Mariarosa Beretta
zio della Valle Aurina;
- Sci di fondo e salute
Siamo al 30° anno di attività. Con
La prima edizione della “Coppa Paolo Piazza” di fondo
Lappago. Pista Selva dei Molini all’ini- 2° giorno: in alta Valle Aurina,
di Stefano Vimercati
SURLEJ-SILS-SURLEJ
- 1° giorno: Centro sportivo di
- 3° giorno: in Val Ridanna, nell’omonimo Centro del fondo, con pista che percorre tutta la valle. Hanno partecipato circa 80 persone,
Sabato 16 febbraio si è disputata la prima edizione della gara “Coppa Paolo Piazza”, organizzata dal gruppo Sci di fondo escursionismo del CAI Lecco, valida come prova di fine corso per allievi e come gara sociale per allievi e amatori. L’esperienza è vissuta con particolare intensità: celebra il 30° anniversario della fondazione del gruppo Sci di fondo del CAI Lecco ed è dedicata a Paolo Piazza, uno dei fondatori del gruppo, caro amico e punto di riferimento, scomparso prematuramente. I partecipanti, suddivisi in due categorie (allievi/addestramento e amatori) a loro volta suddivise in maschile e femminile, hanno ottenuto risultati soddisfacenti. Di seguito le classifiche con i tempi ottenuti. CATEGORIA ALLIEVI/ADDESTRAMENTO
MASCHILE
Si è trattato di una delle migliori tre
FEMMINILE
Mandelli Enrico
00.51.31
1
2
Zappaterra Gianni
00.54.31
2
Arigoni Imelda
01.05.14
3
Campagna Antonio
01.01.25
3
Rosaspini Franca
01.06.22
Conclusione della stagione 2012-13
4
Bianchini Gualtiero
01.02.19
4
Rossi Emanuela
01.06.31
In occasione del trentennale, abbia-
5
Biffi Roberto
01.05.24
5
Sangalli Paola
01.07.35
Come di consueto gli iscritti, 46 in
mo pensato di ritrovarci a festeggiare
6
Regazzoni Maurizio
01.06.06
6
Pennati Antonella
01.12.33
totale, sono stati suddivisi in tre sot-
insieme questa importante ricorrenza
7
Santoro Angelo
01.08.56
7
Diana Lucina
01.12.50
con una serata conviviale, venerdì 19
8
Caimmi Gianfranco
01.09.22
8
Pivato Eliana
01.13.59
togruppi, Azzurri, Gialli e Rossi, rispet-
9
Colombo Omar
01.23.35
9
Negri Giuseppina
01.19.31
Attività di addestramento
tivamente accompagnati da Giacomo
aprile, presso il ristorante Riposo di
10
Rozzi Giovanni
01.24.11
10
Gilardi Miriam
01.33.12
Passiamo ora al resoconto annuale.
Svolta dalla Scuola sci di fondo
Piazza, Daniele Colombo e Domenico
Cesana Brianza. É stata una serata tra
11
Pinchetti Giuseppe
01.32.06
11
Rea Tiziana
01.33.41
Anche quest’anno abbiamo proposto il
escursionismo del CAI Lecco, col pro-
Pullano.
amici, durante la quale ci siamo scam-
12
Del Pozzo Maurizio
01.44.26
12
consueto schema:
prio corpo istruttori:
ro – giovani e meno giovani – che
presciistica guidati da Marco Bianchi.
avessero avuto la volontà di faticare
La partecipazione è stata discreta.
per divertirsi, forse non pensavamo di Seconda parte
portare avanti così a lungo l’impegno assunto.
- prima parte: lezioni tecniche e teoriche in sede e uscite a secco;
Direttore della scuola e dei corsi: Marco Bianchi, ISFE
Splugen.
giorni degli ultimi anni.
biate anche impressioni ed eventuali Terza parte (comune a tutti)
Prova di fine corso – Gara sociale
1
01.03.45
CATEGORIA AMATORI
proposte per il prosieguo della nostra attività.
Polvara Carla
MASCHILE
FEMMINILE
1
Paleari Marco
00.45.36
1
Rusconi M.Teresa
00.56.34
2
Sorrenti Marco
00.48.25
2
Saba Giuliana
00.58.04
Il 16 febbraio 2013 si è disputata per
Il consueto raduno di fine mag-
la prima volta la Coppa “Paolo Piazza”,
gio al rifugio Piazza al San Martino
3
Martinelli Ottaviano
00.54.33
3
Longoni Pinuccia
01.00.15
a valere come prova di fine corso per
quest’anno è stato sospeso, anche per
4
Riva Clorindo
00.58.31
4
Bassani Elena
01.00.42
gli allievi della scuola, e come gara so-
l’assenza del nostro amico Giorgio,
ciale per tutti. È stata intitolata all’ami-
valente cuoco, che ha subito un infor-
pianti, perfezionamento di 1° livello e
co Paolo Piazza, recentemente scom-
tunio e non si è ancora ripreso.
Prima parte (comune a tutti)
perfezionamento avanzato) nel perio-
parso, in ricordo del grande contributo
Lezioni tecniche e teoriche in sede
do dal 6 gennaio al 24 febbraio 2013,
Le lezioni, tenute il giovedì sera per
prevalentemente di domenica.
- seconda parte: uscite sulla neve, suddivise nei due settori, addestra-
Istruttori ISFE: Maria Giuseppina Ietto, Paola Monti Istruttori sezionali: Giovanni Bolis,
mento e amatoriale; - terza parte: gara sociale e uscita
Salvatore Bucca, Franco Pozzoni Si è sviluppata su tre livelli (princi-
5
Ronchetti Giorgio
01.00.17
5
Orsoni Chiara
01.02.28
6
Di Stefano Massimo
01.00.43
6
Rota Tiziana
01.03.44
7
Cecchini Dario
01.02.23
7
Spinelli M. Chiara
01.06.04
8
Brivio Raimondo
01.06.12
8
Crimella Carla
01.08.13
Concludo ringraziando il direttivo al
9
Pedeferri Marco
01.09.33
9
Baruffini Adriana
01.09.42
da lui dato alla nostra attività, di cui è
completo per l’opera svolta con spiri-
10
Barozzi Luigi
01.09.34
10
Melazzi Cristina
01.10.06
Spandri Giancarlo
01.10.30
11
Toselli Gina
01.11.39
stato tra i primi fondatori. La gara, a
to di servizio e per la collaborazione
11
cinque settimane, dall’8 novembre al
Sono state effettuate sei uscite in
tecnica classica, si è svolta sull’abituale
prestatami nel coordinamento dell’at-
6 dicembre 2012, hanno sviluppato i
Engadina e una due giorni sulle nevi
percorso di 10 km Surlej-Sils-Surlej
tività.
seguenti argomenti:
di Livigno e S. Caterina Valfurva (pub-
(pubblichiamo a parte commenti e
- Attrezzatura ed equipaggiamento
blichiamo a parte resoconto e imma-
classifiche).
- Nozioni tecniche con proiezioni
gini). Hanno partecipato in totale 46
supplementare di tre giorni sulla neve.
44
allievi, di cui:
Sci di Fondo
- 13 principianti - 19 perfezionamento di 1° livello - 14 perfezionamento avanzato
12
Fusina Piero
01.18.29
12
Cesabianchi M.Grazia
01.14.36
13
Marchese Valentino
01.20.49
13
Castagna M. Luisa
01.18.01
14
Illenupi Paolo
01.28.44
14
Pedretta Bianca
01.18.04
Auguro a tutti buona continuazione,
15
Ventura Flavio
over time
15
Tentori Rosa Maria
01.22.43
auspicando che lo sci di fondo in seno
16
Arzani Ferruccio
ritirato
16
Ponziani Angela
01.22.47
17
Cameroni Antonella
01.22.51
18
Corti Giuseppina
01.26.13
al CAI Lecco non venga mai meno.
Tre giorni di fondo in Alto Adige – 25-26-27 gennaio 2013 Ospitati nell’ ottimo albergo di Sciaves (Bressanone) già sperimentato la
Cronometristi: Carlo Zecchi e Carlo Fazzini Giudice di Gara: Stefano Vimercati
Sci di Fondo
45
SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI
Gli erratici del Triangolo Lariano
di Corrado Scolari
A
ntonio Stoppani, il più ce-
denza della Società Geologica Italiana.
lebre dei nostri concittadi-
Geologo e paleontologo, contempo-
ni, nacque in quella che è
raneo di Agassiz (padre della teoria
oggi piazza XX Settembre, il 15 agosto
delle glaciazioni) fu attratto anche
1824. Consacrato sacerdote nel 1848
dalla nascente glaciologia: nell’opera
nell’ordine dei Rosminiani, è consi-
L’Era Neozoica egli analizza a fondo
derato unanimemente il padre della
i depositi morenici lasciati sul nostro
geologia italiana. Patriota, partecipò
territorio dai grandi ghiacciai qua-
all’insurrezione di Milano del ’48 con-
ternari con particolare riferimento ai
tro gli Austriaci. Fu anche fervente
massi erratici. Di essi scrive:
alpinista e primo presidente della se-
“… Dappertutto ai limiti settentrionali
zione di Lecco del CAI alla sua fon-
della pianura, in seno alle valli, nel let-
dazione nel 1874. A lui la nostra se-
to dei torrenti, sul dorso dei colli, sui
zione ha dedicato nel 1895 la capanna
fianchi delle montagne, sui margini dei
in val Comera ai piedi del Resegone.
laghi, sui cigli dei precipizi, dappertutto
In città è ricordato nel grande com-
dico, veggonsi o solitari, o in gruppi
plesso monumentale posto sul lungo
fantastici, o allineati a modo di mo-
lago con una bella statua bronzea di
struose falangi, quei pezzi enormi di
Michele Vedani.
graniti, di porfidi, di serpentini, di rocce
In Stoppani l’amore e la curiosità per
alpine d’ogni genere, evidentemente
la natura alpestre si svilupparono fin
divelti dai monti lontani, portati giù giù
dall’infanzia per poi portarlo ai massi-
a centinaia di miglia di distanza, e po-
mi vertici della scienza del tempo. Nel
sti a giacere, così rudi e informi, ove
1861 divenne insegnante straordinario
possono meglio stupirci, o col contra-
di geologia all’Università di Pavia e, nel
sto della loro natura, colla natura della
1867, professore di geologia nel neo-
roccia sulla quale son posti a giacere,
nato Politecnico di Milano. Fra gli inca-
o con quello della loro rozza nudità
richi di prestigio da lui assunti ricor-
colla veste fiorita del colle o del piano,
diamo la direzione del Museo Civico
ove si trovano come per sorpresa, o
di Storia Naturale di Milano e la presi-
colla potenza della loro mole, o coll’ar-
Preguda, grande erratico
sud lungo il solco vallivo ora occupato
glaciazioni, la presenza sul territorio di
quelli di Rez-
sul Moregallo appena so-
dal ramo settentrionale del Lario. At-
questi enormi macigni di natura litolo-
zago,
pra Valmadrera,
Stoppa-
traverso varie trasfluenze, dalla colata
gica diversa da quella locale non po-
portati alla luce
dedicò addirittura un
principale si diramarono vari rami se-
teva che destare stupore e meraviglia.
dall’erosione dei
condari. In sinistra idrografica questi
Per millenni gli erratici alimentarono
grandi deposi-
penetrarono in Val Varro-
con la loro presenza la fantasia popo-
ti morenici del
ne e in Valsassina, mentre
lare; su di essi fiorirono leggende di
quaternario
sulla destra un braccio im-
ogni tipo che chiamarono in causa di
opera delle ac-
ponente raggiunse il Cere-
volta in volta la perfidia del Maligno e
que superficiali.
sio, collegandosi quindi col
la clemenza dei Santi o della Vergine,
I trovanti del
ghiacciaio del Ticino.
le streghe o i folletti o riti di ferti-
Triangolo Laria-
Nella zona del Triangolo Lariano la
lità. Con il crescere delle conoscenze
no sono, quasi
colata, spessa ancora un migliaio di
furono tentate anche spiegazioni più
senza eccezio-
Durante gli ultimi 1,8 mi-
metri, si sdoppiò in due rami intorno
razionali, fino a teorizzare che si trat-
ne, costituiti da
lioni di anni (Pleistocene),
al monte San Primo per poi ricon-
tasse di meteoriti o del prodotto di
rocce granitoidi del complesso Masi-
ore 2,00. Ritorno: se non si vuole ri-
per almeno quattro volte,
giungersi a valle di questo massiccio
una grande esplosione in ambito al-
no – Bregaglia. A causa della ordinata
percorrere l’itinerario di andata, data la
secondo le concezioni più
e raggiungere la pianura, dove i suoi
pino.
distribuzione dei flussi glaciali, gli er-
scarsità di mezzi pubblici, bisogna di-
datate, per una dozzina di
lobi pedemontani depositarono i noti
Furono naturalmente oggetto di
ratici originari della Valchiavenna fu-
sporre di due auto lasciandone una a
volte in base agli studi più
anfiteatri morenici della Brianza. Te-
culto e sulla loro superficie si trova-
rono abbandonati sul lato destro del
Rezzago all’andata
recenti, forse in conseguenza di va-
stimonianze di questo passaggio si
no spesso incisioni di origine sacra
Ghiacciaio Abduano e quelli di origine
da Lecco al Piano Rancio / Pra Filip-
riazioni climatiche indotte da modifi-
trovano un po’ovunque da Appiano
o rituale come coppelle, cerchi, croci
Valtellinese sul lato sinistro.
po (via Pusiano - Asso – Madonna
cazioni dell’asse e dell’orbita terrestre,
ad Alzate, da Casatenovo a Missaglia
e spirali; come vedremo nella nostra
sull’Arco Alpino si sono accumulate
fino a Lesmo. Nelle fasi del suo ultimo
escursione, ancora ai nostri giorni
L’itinerario
Asso, deviazione a sinistra per Rez-
grandi quantità di ghiaccio che, riem-
ritiro (alla fine del Wurm, a partire da
alcuni di questi luoghi custodiscono
L’escursione descritta fa parte di un
zago (2 km). Stagione: primavera o
piendo le valli e lasciando emergere
circa 22.000 anni fa) l’immane colata,
cappelle e piccoli santuari.
solo le cime più alte, mostravano un
lunga quasi 200 chilometri, abbando-
paesaggio simile a quello antartico o groenlandese dei giorni nostri.
ni
poemetto:
…Ospite o pellegrin, come hai potuto, quasi piuma leggiera in preda al vento, l’abisso sorvolar che si ti parte dalla cima natia lontan lontano?
Il grande Ghiacciaio dell’Adda
Una bella immagine dell’abate Antonio Stoppani.
ditezza delle loro posizioni di equilibrio. Così i graniti ed i serpentini della Valtellina si trovano per es. a giacere sui fianchi calcarei delle montagne del lago di Como, o sui colli arenacei della Brianza; così i porfidi della valle Camonica appaiono in ruderi enormi in seno alla valle Cavallina, o sulle colline della Franciacorta; così pure i porfidi del Tirolo sono disseminati sui margini del Garda; e sulle sponde del lago Maggiore gli scisti micacei del Gottardo. I padri nostri si arrestarono stupiti davanti a quei monconi di monti lontani, che celavano un mistero…” Nella sua opera più nota, Il Bel Pae
se, due serate, così l’autore chiama i capitoli, sono dedicate a due grandi ghiacciai italiani che i nostri lettori quasi sicuramente conoscono essendo stati meta di nostre gite sociali: il ghiacciaio del Belvedere di
Macu-
gnaga e il Ghiacciaio dei Forni sopra Santa Caterina Valfurva. Al Sasso di
48
Escursionismo
vennero
a
Il Sasso Sole, in granodiorite del Masino, abbandonato dai ghiacci in quello che oggi è il parco di un noto ristorante.
Accesso in auto:
del Ghisallo) km 30; circa 2 km dopo
che
autunno. Attrezzatura: scarponcini da
Da molti di essi furono ricavati
hanno come filo conduttore la figura
escursionismo e bastoncini. Cartogra-
nò tutto il materiale che portava con
monumenti funerari (i famosi mas-
di Antonio Stoppani e rientrano nel
fia: Carta Turistica Kompass K91 Lago
In
sé, dal finissimo limo ai mastodontici
si avelli) di cui nel nostro territorio
progetto interreg “Confini d’incontro”
di Como – Lago di Lugano 1:50000.
seguito alla riduzione generalizzata
massi erratici. Nel periodo postgla-
si trova ampia traccia e la cui esatta
a cui la sezione di Lecco del CAI ha
Bibliografia: Trovanti: storia geologica
delle temperature di alcuni gradi, sulle
ciale il paesaggio morenico originale
collocazione storica è in parte ancora
aderito per il triennio 2010-2013.
e antropica dei massi erratici nel neo
alte montagne che circondano la Val-
è stato rimaneggiato dall’erosione flu-
circondata da un velo di mistero. Ma
Il nostro itinerario attraversa il ver-
zoico lariano / introduzione: Pietro
tellina e la Valchiavenna cominciarono
viale, molto attiva su questi materiali
infinite furono le applicazioni, anche in
sante orientale del Monte San Primo.
Pensa ; testi: Giorgio Achermann e
ad accumularsi le nevi; le fronti glaciali
incoerenti, ricoperto dalla vegetazione
campo edilizio, di queste rocce che
Questo massiccio, in epoca glacia-
altri; foto: Stefano Scarabello. Como:
sempre più rigonfie avanzarono ed i
e infine adattato dall’uomo ai suoi usi
tanto comodamente la natura aveva
le costringeva il grande Ghiacciaio
Nuoveparole, 1987.
ghiacciai, abbandonati gli alti recessi
agricoli ed abitativi.
sparso ovunque; la popolazione ne
dell’Adda proveniente da nord a di-
ricavò cippi, architravi, stipiti, capitel-
vidersi in due rami. A sud di esso poi
La nostra escursione inizia lungo
dove sono confinati ai nostri giorni,
programma di attività culturali
scesero dalle montagne dell’Ortles,
I grandi massi erratici o “trovanti”
li, macine e colonne. I massi erratici
il ghiacciaio si ricomponeva, tanto che
la carrozzabile che da Bellagio sale al
della Val Malenco, del Masino e del-
Ci voleva una legge, invocata dal
scomparvero dalle aree più vicine agli
il monte San Primo emergeva come
Piano Rancio, poco a monte del Pra
le Orobie, colmando la Valtellina fino
nostro abate geologo già un secolo e
insediamenti; si salvarono solo quel-
un’isola dal mare di ghiaccio. Di se-
Filippo. Qui ci si imbatte subito nel più
ad una altezza di circa 2000 metri.
mezzo fa, per salvare alcuni di questi
li oggetto di particolare devozione o
guito sono esposte le caratteristiche
bello ed impressionante degli erratici
Contemporaneamente, i ghiacciai del-
muti testimoni del grande disegno del
localizzati nei siti più reconditi e di-
ed una breve descrizione del percorso.
lariani: è la Pietra Lentina, di ghiando-
la Valchiavenna scesi dalle monta-
Creatore ed elevarli al rango di monu-
sagevoli.
gne dello Spluga e della Val Bregaglia
menti della Natura.
ne, di 1500 mc di volume. Posto a ri-
Alcuni di questi massi furono pro-
Difficolta: E. Dislivello: 400 m in sa-
confluirono nella colata proveniente
In effetti, fino alla prima metà
babilmente abbandonati esattamente
lita 600 m in discesa. Tempi di marcia:
dalla Valtellina presso l’attuale Piana
dell’Ottocento, quando per opera di
come ora li vediamo alla fine dell’ul-
da Pra Filippo alla Colma del Piano ore
di Colico, proseguendo quindi verso
Agassiz fu enunciata la teoria delle
tima glaciazione (Wurm), altri, come
2,15; dalla Colma del Piano a Rezzago
Escursionismo
49
dosso della car-
damente il Piano Rancio, imboccando
rozzabile, sul suo
poi, verso sud, al limitare del grande
versante
nord
posteggio, il sentiero per il Piano del
è stata traccia-
Tivano. Rimontate vallette ingombre di
ta una breve via
detriti morenici si scavalca un poggio
di
arrampicata.
con protezioni in legno da cui la vi-
Poco più in alto,
sta spazia sul Lario fino a oltre Coli-
all’Alpe
Pie-
co, lasciandoci immaginare il percor-
tra Luna (970
so del grande Ghiacciaio Abduano.
m) si possono
Si traversa un ripido pendio sopra
ammirare
altri
alcuni salti rocciosi, per scendere alla
“trovanti”
fa-
Bocchetta di Spessola (1255 m). Da
mosi. Fra que-
qui, seguendo a ritroso la stradina che
sti il Sasso Sole,
porta dalla Capanna pure denomina-
in
ta Stoppani
mo, si raggiunge la Colma del Piano.
più famosa Pie-
In questo tratto si dominano i Piani
tra Luna, masso
del Tivano la cui origine va pure ri-
erratico di roc-
cercata nella presenza di un antico
ce
metamorfi-
lago di natura glaciale poi colmato
che (gneiss) di
dai detriti ed intorbatosi. Qui infatti
probabile origine
giungeva parte del ramo occidenta-
valmalenchina, la
le del ghiacciaio dell’Adda, penetran-
cui fama è do-
dovi
vuta al fatto di
Dalla Colma, aggirato il Monte Falò, si
essere stato al
scende per buona mulattiera a Ca-
centro di nu-
glio per raggiungere quindi il san-
merose contro-
tuario della Madonna di Campoè del
versie confinarie
XVI secolo. Superato il santuario ci
fra la comunità
si porta in località Fornace, alla testata
di Bellagio e il
della Valle di Rezzago, si valica il tor-
feudo abbazia-
rente e, seguendo una pista agricola,
le di Civenna e
si penetra nel magnifico castagneto di
Limonta. A quei
Enco dove vige tuttora lo ius plan-
fatti
risalgono
tandi. Si seguono le indicazioni per
le lettere PLDB
i “Funghi di Terra” che ci permettono
(Pietra Luna di
di ammirare questo raro fenomeno di
Bellagio)
inci-
erosione operata dalle acque meteo-
masso
riche nei terreni incoerenti (morene)
50
sul
attraverso la Valle del Nosè.
Tali
abbandonati dai ghiacciai quaternari.
contese ebbero
La gita si conclude alla cappelletta del-
termine solo nel
la Madonna dei Morti, a ridosso di un
1782. Opera “sa-
ennesimo grande trovante. Da qui in
tanica” sarebbe
breve si raggiunge l’antico ed interes-
nel
Escursionismo
alla vetta del San Pri-
del Masino, e la
se
“Fungo” a Rezzago. Sullo sfondo una sezione di morena simile a quelle che si possono vedere sui ghiacciai alpini ai nostri giorni.
granodiorite
1585.
invece la mezza luna incisa nel masso. Lasciati gli erratici si raggiunge rapi-
sante borgo medioevale di Rezzago.
IL CAMMINO ARAGONESE
Arcobaleno al monastero di Lunate (foto Claudio Santoro)
Lo strano virus che spinge a Santiago di Compostela
di Claudio Santoro
U
n socio del CAI è abitua-
camminatore. Un classico di questo
tenza, invece, sono due: Saint Jean
to a parlare di dislivelli, di
genere è il Cammino di Santiago
Pied de Port, nei Pirenei francesi
salite e relative discese, e,
che, partendo dai Pirenei, ha come
per il così detto “camino frances” e
forse, non lo è altrettanto a ragio-
meta la città di Santiago de Compo-
il Col de Somport (Summus Portus
nare in termini di chilometri percor-
stela, dove si trova la tomba di San
per gli antichi Romani) fino alla cit-
si su sterrati, carrarecce e, quando
Giacomo, uno dei dodici apostoli.
tà di Puente de la Reina (Ponte della
capita, anche su asfalto come fa un
Se la meta è unica, i punti di par-
Regina) per il “cammino aragonese”,
• Azienda leader in Italia Partenza dal Somport
• Fondata nel 1953
tratto così chiamato perché costeg-
170 chilometri del tratto aragonese.
Alla fine arrivare a Puente de la Reina
gia il fiume Aragon che dà il nome
Dopo aver raggiunto Saragozza in
può risultare quasi traumatico, con il
alla regione spagnola dell’Aragona.
aereo ho raggiunto il Col de Som-
numero dei viandanti che lievita no-
Il sottoscritto, socio del Gruppo
port e , in compagnia dei dodici chili
tevolmente. Si conferma in pieno il
Seniores del CAI Lecco, ha percorso
del mio zaino, sono partito da lì e
fatto che essi provengano da tutto
per intero il “camino frances” nell’a-
sono arrivato a Puente de la Reina.
il mondo. Come al solito occorre un certo
prile 2010, macinando i quasi ottocento chilometri in 31 tappe. Un al-
Compagna solitudine
spirito di adattamento e di flessibilità
tro socio del GEO, Mario Stoppini, ha
Il tratto aragonese si è conferma-
nell’accettare l’ostello, con i suoi letti
percorso il medesimo itinerario nel
to meno battuto dai pellegrini che
a castello (a Viana addirittura a tre
maggio 2012. Non è un caso, per-
prediligono il più classico “camino
piani!), i bagni e le docce in comune.
ché, già nel 1999, il GEO, allora capi-
frances”. All’inizio la solitudine si fa
In cambio si può dormire con 5/7
tanato dall’indimenticata Anna Cloz-
sentire e sui sentieri si incontrano
euro per notte.
za, aveva percorso per lunghi tratti il
davvero ben poche persone. Può
Terminato il tratto aragonese ho
cammino di Santiago, sino alla meta
essere un’occasione per rimanere
proseguito in direzione ovest per
finale di Praza Obradoiro.
soli con se stessi e per apprezzare
altri 150 chilometri, raggiungendo
Ma fare il cammino può risultare
le bellezze naturali che ti circondano.
Belorado, a non molti chilometri da
pericoloso. Si può infatti contrar-
Occorre un pizzico di attenzione nel
Burgos. Ho attraversato così l’Ara-
re uno strano virus che porta a ri-
programmare la tappa della giornata
gona, la Navarra e parte della Castilla
tornare su quelle strade. E’ così che,
perché la rete di ostelli (albergues, in
y Léon in quindici giorni da ricorda-
nel settembre dello scorso anno,
spagnolo) non è così fitta come nel
re per sempre, per poi fare ritorno
sono ritornato per compiere anche i
tratto “frances”. Si passa per villaggi
a Lecco. Magari a progettare nuovi
davvero microscopici che ospita-
percorsi che facciano da anticorpi
no 40 abitanti e l’ostello diventa un
per contrastare lo strano virus con-
punto di riferimento per simili realtà.
tratto.
54
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CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI LECCO “RICCARDO CASSIN”
CAI LECCO, L’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI
RADUNO C.A.I. LECCO
La relazione del presidente Emilio Aldeghi
DOMENICA 23 GIUGNO 2013
L’8 aprile 2013, presso la sala conferenze dell’Associazione Confindustria in via Caprera 4 a Lecco, si è svolta l’assemblea generale ordinaria dei soci del CAI di Lecco con il seguente ordine del giorno: 1. Nomina del Presidente e del Segretario d’Assemblea e di tre scrutatori. 2. Relazione del Presidente sezionale sulle attività svolte nell’anno 2012; discussione e votazione. 3. Relazione finanziaria: presentazione del Bilancio consuntivo 2012 e del Bilancio preventivo 2013; relazione del Collegio dei Revisori dei Conti; discussione e votazione. 4. Rinnovo delle cariche sociali: presentazione dei candidati per l’elezione dei membri del Consiglio Direttivo, per l’elezione dei membri del Collegio dei Revisori dei Conti e per l’elezione dei delegati all’Assemblea Nazionale e all’Assemblea Regionale Lombarda; apertura delle votazioni. 5. Relazioni dei responsabili di settore sulle attività svolte nell’anno 2012. 6. Approvazione delle quote associative per l’anno 2013. 7. Varie ed eventuali.
PIANI DI BOBBIO PROGRAMMA
ore 8.00 RITROVO SUL PIAZZALE DELLA FUNIVIA A BARZIO salita in funivia ore 8.00 RITROVO SUL PIAZZALE DELLA FUNIVIA A MOGGIO
I verbali dell’assemblea sono consultabili per intero in sede CAI. Qui ci limitiamo a riportare la relazione del presidente uscente Emilio Aldeghi e i risultati delle votazioni per il rinnovo delle cariche sociali. DALLE 8.00 ALLE 9.30 VENDITA BIGLIETTI FUNIVIA PREZZI AGEVOLATI PRESSO PIAZZALE FUNIVIA BARZIO
LA RELAZIONE 2013, il Club Alpino Italiano festeggia
ciazione attraverso anche solo il gesto
Ragni, e la serata con l’alpinista Nico-
simbolico del rinnovo del bollino sulla
las Favresse; c’è stata la presentazio-
tessera.
ne dei libri L’altra montagna di Oreste
il centocinquantesimo di fondazione.
Tutto questo, per un presidente, per
Forno, Lecco e le sue montagne edito
150 anni nel corso die quali scorrono
un consiglio direttivo, per i presidenti
grandi imprese alpinistiche, il rispetto e
dei gruppi e i rappresentanti delle va-
la continua divulgazione di valori quali
rie commissioni, fa sì che ci sia sempre
la difesa dell’ambiente naturale e delle
una tensione verso il miglioramento,
ARRAMPICATA CON IL GRUPPO RAGNI
tradizioni, la dimensione della sicu-
verso un lavoro continuo nel tempo
rezza nel percorrere l’ambiente alpino
che non dia per scontato il già fatto.
i soci del Gruppo “Ragni della Grignetta” saranno disponibili a fornire assistenza ai partecipanti che volessero provare ad arrampicare su roccia sulle placche accanto al Rifugio “Lecco”
strutturata attraverso le unità forma-
Questo tipo di impegno morale
tive di base; ma anche la sottolinea-
verso noi stessi e verso tutti gli as-
tura di elementi meno tangibili eppure
sociati, ci ha portato anche nel 2012 a
tanto sentiti nel nostro ambiente quali
proporre, strutturare, organizzare cor-
la solidarietà, l’amicizia, il senso e l’im-
si, singoli eventi, manifestazioni, mo-
portanza del volontariato.
menti di incontro e di cultura.
dal Comune di Lecco, e la storica Guida itinerario delle Prealpi Bergamasche rieditata dalla nostra sezione; è stata organizzata la mostra Sasso Cavallo, ritratti di una parete con disegni e dipinti di Luisa Rota Sperti e fotografie di Alberto Locatelli; si è svolta al cenacolo Francescano la serata con Mario Panzeri, fresco conquistatore del 14° ottomila senza l’ausilio dell’ossigeno, e la proiezione del film documentario Solo per passione dedicato all’alpinista e prodotto dalla nostra sezione con la regia di Paola Nessi e la partecipazione del gruppo musicale Lingalad; è stata proposta presso il sagrato della chiesa di Acquate la mostra all’aperto Fascino, agilità, fantasia: storia di Gigi Vitali, l’alpinista simpatico, mostra che ha proseguito il discorso intrapreso nella precedente edizione di Monti Sorgenti nella presentazione degli uomini che hanno realmente creato la scuola alpinistica lecchese. La rassegna è terminata con l’inugurazione
salita a piedi lungo un antico sentiero da Moggio (ore 3 /disl. 900 m circa)
ore 9.30
ore 11.00 RITROVO PER TUTTI I PARTECIPANTI AL RIFUGIO “LECCO” ore 11.30 S. MESSA
Noi, il Club Alpino Italiano sezio-
all’esterno del Rifugio “Lecco”
ore 13.00 PRANZO AL RIFUGIO “LECCO” menù fisso, con specialità enogastronomiche della zona (10,00 €) Comune di Barzio
Sottosezione Ballabio
info: www.cai.lecco.it
Sottosezione Barzio
Sottosezione Strada Storta
Ricordandoli in ordine sparso:
ne di Lecco, ci sentiamo parte attiva
-la mostra organizzata dalla com-
di questa storia, ci sentiamo atto-
missione museo dal titolo Montagne,
ri protagonisti pronti a dare il nostro
l’epica e l’incanto nelle opere di Lu-
contributo concreto. Dal 1874 siamo
isa Rota Sperti: un viaggio attraver-
sempre stati capaci di dare un senso
so l’immaginario di un‘artista in cui
al nostro essere associati, come alpi-
cogliere gli aspetti intimi e personali
nisti, come escursionisti, come amanti
dell’approccio alla storia alpinistica e
della montagna. Il legame alle mon-
alla bellezza delle montagne.
tagne che circondano la nostra città
-l’iniziativa “Monti Sorgenti”, una
sono parte del nostro DNA di lecchesi,
rassegna dedicata alla montagna vista
un amore che ha portato gli amici del
attraverso varie sensibilità artistiche
gruppo Ragni ad essere e a continuare
e la presenza di alpinisti. In questo
ad essere i protagonisti dell’alpinismo
contesto nel 2012 è stata presentata
mondiale. Dietro di loro, magari nel-
la mostra fotografica di Mario Verin;
le retrovie, tanti che hanno creduto e
si sono svolte la „Serata in maglione
credono nel ruolo della nostra asso-
rosso“ con i filmati delle imprese dei
Appuntamenti
57
del sentiero didattico naturalistico in
franchi.
Cocchi da me delegato a rappresen-
-In campo associativo abbiamo
o viene deciso nel sodalizio.
tiene alla nostra storia e che abbiamo
località Grassi voluto e pensato dal
-In collaborazione con il CAI regio-
tare all’interno dell’associazione il CAI
cercato di ripristinare la nostra pre-
-A quanto detto deve naturalmen-
gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI
nale, nell’ambito del progetto VETTA
Lecco. Fra i primi lavori l’ACAL sta
senza negli organi ufficiali del CAI.
te essere aggiunto tutto il lavoro e le
Essendo questa la conclusione del
Lecco, cui ha partecipato l’alpinista Er-
abbiamo organizzato un incontro con
promuovendo la raccolta del patrimo-
Nel corso dell’assemblea dei Delegati
iniziative messe in atto dai vari gruppi
mio mandato triennale ho voluto ri-
manno Salvaterra.
alcune scuole medie della città per
nio fotografico e storico della storia
Lombardi tenutasi a Morbegno il 1°
e commissioni della sezione.
leggere quanto mi prefiggevo al mo-
-Il direttivo del CAI Lecco ha dato
presentare l’esperienza dell’alpinismo
dell’alpinismo lecchese per realizzare
Aprile 2012 sono stati eletti:
un forte impulso perchè fosse realiz-
giovanile. Hanno partecipato, oltre a
una sala espositiva multimediale all’in-
zato in omaggio a Mario Panzeri un
rappresentati del nostro gruppo di AG,
film con le immagini scattate dall‘alpi-
la presidente regionale del CAI Renata
nista sul monte Dhaulagiri. Montato da Paola Nessi; questo film è stato pre-
Questi aspetti verranno dettagliati
mento della mia elezione. Ho ritrovato
Maria Giuseppina Ietto componen-
nel corso dell‘ assemblea dai singoli
aspetti con risultati raggiunti, altri in
terno del Palazzo delle Paure. Fra non
te del Comitato Direttivo Regionale
rappresentanti. Per quanto mi riguarda,
fase di crescita, altri dove circostanze
molto il Comune di Lecco emetterà un
Andrea
compo-
non posso che ringraziare tutti per la
diverse mi hanno fatto cambiare idea
Viviani e il presidente del gruppo Ra-
bando per iniziare la realizzazione del
nente
Lombardi
notevole mole di lavoro svolta volon-
ed altri invece ancora da implemen-
gni Fabio Palma.
progetto.
Giuliana
tariamente, arricchita da vera passione
tare.
sentato ad Orobie Film Festival, dove
-Abbiamo inoltre avuto modo di
è andato in finale, e attualmente è al vaglio della commissione del Film Festival di Trento. -La mostra su Gigi Vitali è stata ri-
il dovere di mantenere.
-Con
Spreafico dei Saba
Probiviri
componente
del-
grande merito del grup-
la Commissione Medica Lombarda
incontrare i ragazzi dell’Istituto tecni-
po Ragni, ma sostenuto con forza da
Marco Merlini componente dei Revi-
co per geometri per presentare il film
tutto il direttivo e approvato dal CAI
sori Lombardi.
Dhaulagiri e la nostra sezione con la
Centrale è stata inserito, per la prima
presenza di Mario Panzeri.
e professionalità.
Sicuramente mi piacerebbe in pro-
-Il tema rifugi, ed in particolare ciò
spettiva futura una modalità di ge-
che riguarda la manutenzione del ri-
stione più dinamica del nostro sito.
Questo aspetto della nostra presen-
fugio Lecco, è stato un argomento
Qualche cosa in più in merito alla co-
volta in Italia, nella scuola di alpinismo
za negli organismi del CAI regionale
caldo del triennio. Il consigliere Piro-
municazione con i soci è stato fatto,
chiesta da diverse associazioni ed è
-Abbiamo voluto mantenere il tra-
il livello “Academy”, cioè la possibilità
e nazionale è un tema che deve as-
vano, che ha seguito da vicino tutto
ma grandi passi in avanti si possono
stata presentata, oltre che presso la
dizionale appuntamento con i cori al-
di selezionare giovani con specifiche
solutamente ritornare in primo piano.
l’evolversi dei lavori, al termine di que-
ancora fare. E’ importante che i soci
Torre Viscontea, al CAI di Bergamo, al
pini per gli auguri di Natale alla cittadi-
capacità alpinistiche avviandoli ad un
Essere presenti significa avere inter-
sta mia relazione, illustrerà quanto re-
aderiscano ad un percorso di forma-
CAI di Nembro, al CAI di Valmadrera,
nanza, così come abbiamo riproposto
corso di alto livello sotto la guida e
locutori capaci di valorizzare le nostre
alizzato. Da parte mia voglio rimarcare
zione per avere in alcune aree tito-
alla Biblioteca di Malgrate, alla Biblio-
e riproporremo il Raduno sezionale ai
l’insegnamento dei Ragni attualmente
aspettative e in ogni caso farci diret-
la volontà di continuare a valorizzare
lati che ci permettano di proseguire
teca di Bulciago e al Rifugio Porta ai
Piani di Bobbio, un momento di in-
in attività. Una vera opportunità per
tamente partecipi di ciò che si muove
e rispettare un patrimonio che appar-
un’importante tradizione, e mi rife-
Resinelli.
contro con gli associati che riteniamo
rinforzare la grande tradizione del
-Citavo prima la stampa in copia
davvero importante al fine di raffor-
gruppo.
anastatica del libro Guida-Itinerario
zare lo spirito di appartenenza alla
-Come presidente, oltre ad avere
alle Prealpi bergamasche con prefazione del prof. Antonio Stoppani. Questa iniziativa, attuata nell’ambito del Progetto Interreg Italia/Svizzera “Confini d’incontro“, è stata il preludio di altri avvenimenti strutturati nell’ambito del 150° di fondazione del CAI che vedranno riproposta la figura dell’abate Stoppani scienziato ed alpinista. -Abbiamo raggiunto un accordo con la casa editrice francese FILIGRANOWA per la distribuzione in Francia, Svizzera, Belgio e Olanda del film da noi prodotto Mc Kinley 1961: storia di un’amicizia. -La Commissione museo, oltre al lavoro capillare e metodico sugli oggetti della storia alpinistica lecchese, riproposti nella sede presso la Torre Viscontea , ha collaborato con il “Giornale di Lecco” all’allestimento di una mostra fotografica di Mauro Lan-
nostra associazione e creare ulteriori
avallato, sostenuto ed operato affin-
possibilità aggregative.
chè quanto sopra fosse realizzato, ho
58
Appuntamenti
risco nello specifico allo sci di fondo
RISULTATI ELEZIONI Per il consiglio CAI Lecco per il triennio 2013-2015
escursionismo, così come abbiamo un’assoluta mancanza di accompa-
Come delegati alle Assemblee Nazionali e Regionali del CAI per l’anno 2013 eletti:
gnatori di media montagna. Se mi permettete vorrei concludere
-Ovunque ho ricevuto complimenti
rivolto una particolare attenzione ai
1
Aldeghi Emilio
147
per il nostro notiziario sezionale “CAI
rapporti con le istituzioni e con altre
LECCO 1874”. La nuova edizione si
associazioni del territorio, ritenendo
2
Sellari Marcello
87
1
Aldeghi Emilio
174
presenta in modo decisamente accat-
che una realtà come la nostra debba
3
Baruffini Adriana
84
2
Sellari Marcello
152
tivante. Bella la resa delle foto con il
sempre avere visibilità ed essere rico-
4
Riva Agostino
79
3
Ciresa Giuseppe
147
76
4
Vimercati Stefano
146
Grazie al direttivo, grazie alla segreteria, grazie ai presidenti di gruppi
nuovo formato e la qualità degli arti-
nosciuta sia per l’importanza del lega-
coli che sono su standard di vera pro-
me città-montagna, sia per lo sviluppo
fessionalità. Un grande grazie a coloro
costante del tema della sicurezza, sia
che a questo lavoro stanno dedicando
per il ruolo educativo verso i giovani
anima e passione.
e la meritoria azione verso le perso-
5
Abate Matteo
6
Gavazzi Giuseppina
74
5
Bonacina Mario
142
7
Riva Tiziano
57
6
Mantovani Giuliano
125
8
Bolis Stefano
50
7
Spreafico Andrea
112
Orlandi Giuseppe
109
-Alcuni soci si sono resi disponibili
ne un poco in là negli anni. Abbiamo
9
Spreafico Matteo
44
8
quale supporto alla camminata orga-
cercato di favorire la nostra visibilità
nizzata dal Rotary Lecco e alla gara
con la creazione di un abbigliamento
10 Pirovano Alberto
43
di corsa in Montagna “Sentiero delle
sociale disponibile in visione presso la
11 Colombo Daniele
36
Per il collegio Revisori dei Conti per il triennio 2013-2015
Grigne”.
sede.
12 Giudici Marco
26
1
Merlini Marco
176
13 Cocchi Michele
19
2
Buizza Mario
144
14 Vaninetti Enrico
19
3
Panzeri Mauro
143
15 Spreafico Enrico
13 11 10
-Dopo una non brevissima gesta-
-Non abbiamo trascurato il soste-
zione è stata ufficializzata la creazio-
gno al sociale sia con azioni svolte dai
ne dell’associazione ACAL (Associa-
singoli gruppi sia con convenzioni sti-
zione Culturale Alpinismo Lecchese)
pulate con l’istituto Don Guanella e la
che vede attualmente la partecipazio-
Comunità Il Gabbiano. Così come ab-
16 Riva Daniele
ne del CAI Lecco, del Gruppo Ragni,
biamo rinnovato la convenzione con
17 Spreafico Andrea
dell’UOEI, del Gruppo Gamma, dell’APE,
il Politecnico di Milano per agevolare
della Fondazione Cassin e della SEL.
l’iscrizione al nostro sodalizio degli
18 Bona Egidio
Presidente è stato nominato Michele
studenti.
Eletti i primi 15
4
Nella seduta di consiglio dell’8 aprile 2013 sono stati eletti: Emilio Aldeghi presidente Marcello Sellari vicepresidente Stefano Bolis tesoriere
con un grazie a tutte le persone che in questi tre anni hanno condiviso con me un impegno per niente banale e assorbente in termini di tempo ed energie.
e responsabili di commissioni, grazie al segretario che ha avuto, fra i tanti compiti, anche quello di redigere tutti i verbali del consiglio direttivo, grazie alle singole persone che in più occasioni mi hanno aiutato, grazie a tutti voi che avete deciso di rinnovare l’adesione al CAI Lecco “Riccardo Cassin”. Da parte mia ci ho messo tanta passione e tanto cuore. Speriamo sia bastato.
Appuntamenti
59
RECENSIONI INCONTRI CON I NOSTRI ALPINISTI, NELLE ALPI DELL’OVEST di Alberto Benini
Invitato ad una serata organizzata da Sport specialist a Bevera in cui era prevista la presentazione del volume Scarason di Fulvio Scotto (ed. Versante Sud 2012) mi sono andato a documentare sul protagonista. E ho trovato su Mountainglog (http://www.mountainblog.it) una bella intervista di Christian Roccati a questo scalatore schivo, quanto appassionato e brillante. Scotto racconta di come ha iniziato ad arrampicare: “Vado in montagna dal 1975, quando ho finito di studiare all’ISEF di Milano. Nel centro universitario dove vivevo ho conosciuto dei ragazzi di Lecco e di Bergamo che praticavano l’alpinismo o comunque la montagna e le cui diapositive mi avevano affascinato. Uno di loro, Marino Lafranconi, mi aveva prestato il libro Le mie montagne di Walter Bonatti, che avevo letto con molto interesse cominciando a galoppare con la fantasia e a fare qualche progetto, o più che progetti sogni”. Marino Lafranconi? Ma certo proprio lui: il medico-alpinista di Mandello. Incuriosito ancor più di quanto non lo fossi già, proseguo nella lettura. Ritrovo il Marino, la Grigna e anche il grande Nino Oppio. Anche dalle Marittime è un attimo trovarsi a casa: “Ho poi iniziato a cercare anche itinerari gradualmente più impegnativi, facendo delle prove di arrampicata sulle rocce del nostro Appennino del Beigua. Intanto l’amico Lafranconi mi ha procurato una bella corda, quaranta metri da nove millimetri di un blu molto fotogenico e che portavo in giro a tracolla con grande orgoglio. Con essa mi legai addirittura con il grande Nino Oppio incontrato nell’inverno ’76 al rifugio Brioschi, nella traversata alta delle Grigne… “ Un paio di colpi di telefono e alla serata, impreziosita dalla proiezione del film Scarason, l’anima del Marguareis di Angelo Siri sceneggiato dallo stesso Scotto, i due amici si ritrovano dopo quasi 40 anni. Chissà che fine ha fatto la corda blu? Il libro di Scotto in ogni caso è davvero un’interessante biografia di una parete, che tutti quelli della mia generazione ricordano per il racconto letto nelle pagine di Un alpinismo di ricerca di Alessandro Gogna. Un racconto che scava nella storia, mette insieme testimonianze orali, dati desunti da osservazioni in loco, rari scritti alpinistici e soprattutto da ore e ore (giorni e giorni) passateci ad arrampicare. Un libro pieno di notizie, ma scritto con una leggerezza che te lo fa apprezzare dalla prima all’ultima riga. Perché, dalla prima all’ultima riga, ci senti vibrare la passione di Scotto e compagni per la “loro” parete.
Fulvio Scotto SCARASON Edizioni Versante Sud, 2012 *** La recente guida opera di Alberto Paleari e dedicata all’Ossola (Le più belle vie di roccia dell’Ossola, dal I al V grado edizioni MonteRosa 2013) permette di andare a riscoprire alcune delle vie salite in quell’area del conte Aldo Bonacossa. In questo caso la via tracciata sulla cresta sud est della Cima dei Campelli nel 1926 e la “Cresta Lago Maggiore” al Mittelruck datata 1918. Bonacossa è una figura nota a Lecco per la sua amicizia con Riccardo Cassin, Gigi Vitali e Giovanni Ratti. Con questi ultimi due tracciò numerosissime vie (ne abbiamo fin’ora rintracciate oltre una ventina) proprio nelle zone dell’Ossola e del Sempione, delle quali era stato chiamato dal CAI a compilare una guida che invece non vide mai la luce. Ma nel libro di Paleari si trovano altri nomi legati alle nostre montagne, scoprendo, ad esempio, che la Cresta Ovest del Pizzo Crampiolo venne salita nel 1894 da Riccardo Gerla con Democrito Prina e Carlo Casati, due fra i pionieri delle nostre Grigne. L’occasione può essere colta al volo per allargare un po’ il nostro sguardo verso zone che tradizionalmente esulano dalla nostra tradizionale frequentazione. La guida poi è particolarmente gradevole perché molto “raccontata” e con belle immagini che fanno venir voglia di andare a mettere gli occhi e le mani in zona. Alberto ti parla come dovrebbe fare una vera guida, ti lega alla sua corda e ti conduce per queste montagne di cui conosce ogni sasso, un po’ come ha fatto con l’altra sua recente produzione Arrampicare, camminare, conoscere il Mottarone (MonteRosa 2012). La filosofia che sta diedro a questo lavoro è davvero improntata alla più antica e sana tradizione dell’alpinismo: camminare e scalare per conoscere. Conoscere per poter raccontare e condividere.
60
Recensioni
Alberto Paleari LE PIÙ BELLE VIE DI ROCCIA DELL’OSSOLA, DAL I AL V GRADO Edizioni Monterosa, 2013
UNA “GRIGNA” PER I PIU’ GIOVANI (E PER CHI SA GUARDARE CON GLI OCCHI DELLA FANTASIA) di Adriana Baruffini
Un libro scritto a più mani, e fatto di testi e disegni a colori, che, come si legge nella presentazione, nasce con lo scopo di stimolare interesse e curiosità per la montagna più importante del lecchese in chiunque “ama le montagne e le sa guardare anche con gli occhi della fantasia”. I destinatari privilegiati sono naturalmente i ragazzi. A loro è dedicato il racconto di apertura, una storia fantastica di cavalieri innamorati e guerriere crudeli che trae ispirazione da un’altra storia, la leggenda della Grigna, quella di cui narra la famosa canzone scritta nel 1954 da Luigi Santucci e musicata dal maestro Vincenzo Carniel: l’unica canzone di montagna conosciuta anche dai più giovani, ormai estranei alla tradizione del cantare quando si va per sentieri o ci si ferma nei rifugi. Della canzone vengono riportati testo e spartito, con un commento del maestro Francesco Sacchi. Gli altri capitoli accennano in modo semplice e sintetico alla geografia della Grigna, alla storia alpinistica, all’attualità dei percorsi escursionistici e di arrampicata, agli aspetti geologici e paleontologici. Questo volume è il primo di una collana intitolata “ Sulle orme dell’abate” che, nell’intento dichiarato degli autori, “vuole richiamare alla memoria, almeno dei lecchesi, la figura di Antonio Stoppani, ma soprattutto vuole invitare a mettersi proprio sulle orme dell’abate perché i lettori raggiungano la stessa meta: alzare ammirati gli occhi verso le bellezze del nostro territorio affacciato al lago e abbracciato ai monti…” La pubblicazione di questo libro è anche una scelta di solidarietà: parte del ricavato dalla vendita andrà a favore del Progetto Crossing, che si svolge a Lecco presso la Casa sul Pozzo, e attraverso il quale la Comunità di via Gaggio sostiene adolescenti in condizioni di disagio.
LA SEMPLICITA’ DI UNO SPORT, LA GRANDEZZA DI UN’EMOZIONE...
Autori Vari LA LEGGENDA DELLA GRIGNA AL TEMPO DI BERTWALD E AGELTRUDE Lecco, Teka Edizioni, febbraio 2013
ERRATA CORRIGE Nel numero 3/2012 di questa rivista l’articolo “In paradiso con gli sci. Esplorazioni sulla costa est della Groenlandia” è stato erroneamente pubblicato con firma Daniele Bernasconi anziché Martino Colonna.
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INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:
AGEVOLAZIONI E BENEFICI Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali. Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “Montagne 360°” e la rivista quadrimestrale sezionale “CAI Lecco 1874” Tutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relativo al 2012, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:0
QUOTE SOCIALI PER IL 2013.
Mario Crimella, socio del CAI Lecco dal 1955
Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00 Variazione Anagrafica
€
1,00
*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.
IMPORTANTE
Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Direttamente a mezzo: Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli a) Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco. elenchi dei rinnovi. b) DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinIBAN IT74I0310422901000000024150. nova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato c) BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissioLecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN ne del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota soIT07J0569622902000002154X06. ciale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da CALENDARIO CHIUSURA SEDE subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, deLa sede resterà chiusa dal 3 al 26 agosto vono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In TESSERAMENTO questo caso la garanzia assicurativa decorre dal AGGIORNAMENTO DATI ANAGRAFICI giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà Come già precedentemente comunicato, informiamo tutti i soci che con poi all’invio a domicilio del relativo bollino. il tesseramento 2014 non sarà più possibile effettuare i rinnovi e/o nuove iscrizioni in mancanza del codice fiscale.
DIMISSIONI E MOROSITA’
La sezione ha quindi necessità di completare e aggiornare i dati presenti Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere in archivio di tutti i soci (ordinari, familiari, giovani e vitalizi). presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Per poter compiere questa operazione nell'anno in corso, invitiamo i soci Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto ima comunicare alla segreteria i propri dati anagrafici completi di codice mediato, senza restituzione dei ratei della quota fiscale, luogo e data nascita, n. telefono ed eventualmente professione e sociale versata. indirizzo mail. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacRingraziamo per la collaborazione. quistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.
I dati potranno essere comunicati: - direttamente alla segreteria all'atto del rinnovo - per fax al n. 0341/284717 - all'indirizzo mail segreteria@cai.lecco.it
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Informazioni
Amelia Talarico, iscritta al Cai Lecco dal 2008 Adele Corti, socia del CAI Lecco dal 1990 Alessandro Brigatti, iscritto al CAI Lecco dal 1948 Sono inoltre scomparsi Cesare Giudici e Annibale Zucchi, entrambi guide alpine e membri del Gruppo Ragni, ricordati in un’altra sezione di questa rivista.
Ai famigliari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.
CONVENZIONI PALESTRA DI ARRAMPICATA - RAGNI di LECCO Via C. Mauri 1 Lecco. Per informazioni, Ragni di Lecco ASD te. 0341-363588. Internet: www.ragnilecco.com Sconto di 5 Euro sul costo della tessera 10 ingressi adulto. Sconto di 20 Euro sull’acquisto dell’abbonamento annuale adulto. STUDIO PROFESSIONALE DI FISIOTERAPIA/OSTEOPATIA BARUTTA Corso Matteotti 9/B 23900 Lecco. Tel. 333-7291740; 333-4317764; Internet: www.studiobarutta.com Sconto del 20% per servizi di fisioterapia, consulenza fisioterapica, valutazioni fisioterapiche e trattamenti osteopatici. TAURUS – sport, calzature, pelletteria Erba Viale Prealpi 20 (Statale Como-Lecco) tel. 031-610540, Lecco Viale Brodolini (Bione-Rivabella) tel. 0341.420808, Carate B.za via Toti ang.via Borsieri tel. 0362-905333 E-mail Info@taurussport.com, Internet: www.taurussport.com Sconto del 10% ad esclusione dei prodotti Geox, Lacoste, Birkenstock , Fred Perry e sugli articoli già scontati o in promozione. ADDA SOCCORSO - Società cooperativa sociale O.N.L.U.S Sede operativa: Via Como, 41 - 23883 Brivio (LC) - Tel. 039 5320817 - Cell. +39 338 8139504 www.addasoccorso.it | e-mail: info@addasoccorso.it Servizi ambulanze: trasporto della persona allettata da e per strutture sanitarie, dimissioni opedaliere diurne, notturne e festivi. Assistenze domiciliari varie. Trasporto per località diverse. Emergenza/urgenza sanitaria. Sconto del 10% sulle tariffe applicate. RISTORANTE TETTO BRIANZOLO 23888 Perego Fraz. Lissolo (LC), tel. 039-5310002; 039-5310505 E-mail tettobrianzolo@tettobrianzolo.it, Internet: www.tettobrianzolo.it Sconto 5% sui menù a tema, sconto 10% su tutti i menù alla carta, escluso S. Natale, Capodanno, S. Valentino, Pasqua e Ferragosto.
Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci delle sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.
Informazioni
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