Notiziario CAI Lecco 3/2013

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Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO

n° 3/2013

CAI LECCO 1874

Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole

L’Intervista

Sci Alpinismo

C’ERA UNA VOLTA IL RALLY ALBA SULLE GRANDES JORASSES CON GLI SCI E CON LA BARCA

Alpinismo Giovanile MEZZO SECOLO COSÌ

Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne Dal Nibbio al McKinley passando per il Avventura in Islanda tra fiordi, Ricordi e festeggiamenti per i la sfida dei più forti sci Bianco: Gigi Alippi, una vita per vela, scialpinismo e tempo pazzo cinquant’anni di Alpinismo giovanile alpinisti d’Europa l’alpinismo


IN QUESTO NUMERO EDITORIALE

4

ABBIGLIAMENTO TREKKING, OUTDOOR, TEMPO LIBERO E SCARPE

SENTIERI E PAROLE

6 10 15 18 20 22

24

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Redazione: Adriana Baruffini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia

Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it

ALPINISMO GIOVANILE

Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96

ALBA SULLE GRANDES JORASSES Dal Nibbio al McKinley passando per il Bianco: Gigi Alippi, una vita per l’alpinismo di Matteo Manente

CON GLI SCI E CON LA BARCA Avventura in Islanda tra fiordi, vela, scialpinismo e tempo pazzo di Martino Colonna UNA MONTAGNA DI EMOZIONI A novembre l’evento della scuola di sci alpinismo di Sara Pozzetti A STEPHANIE Il saluto degli amici istruttori e Montagnari di Massimiliano Gerosa MEZZO SECOLO COSÌ Ricordi e festeggiamenti per i cinquant’anni di Alpinismo giovanile di Alessia Losa

ALPINISMO e ARRAMPICATA

44 47

N° 3/2013

SCI ALPINISMO

30 34 36

Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano

Tipografia: Grafiche Riga Annone Brianza

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C’ERA UNA VOLTA IL RALLY Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne la sfida dei più forti sci alpinisti d’Europa di Angelo Faccinetto CENT’ANNI DOPO La “Linea Cadorna” nel territorio lariano di Sergio Poli ALPINISTI E MISSIONARI Un angolo di storia con padre Corti e padre Gianola di Dino Piazza PICCOLA STORIA DI MONTAGNA La mia salita al Pilone centrale del Freney al Bianco di Gigi Alippi I CAMOSCI DELLA GRIGNA Un tempo assenti, questi ungulati hanno conquistato le cime del gruppo di Dario Cecchini FIORI ALBINI Le rare varietà “bianche” delle nostre montagne di Annibale Rota

L’INTERVISTA

ENERGIA RINNOVABILE Tra continuità e innovazione, il futuro del CAI Lecco di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco

MONTAGNE D’ARABIA Un settembre in Oman alla ricerca di pareti inviolate di Luca Schiera SOGNO E REALTÀ Storia semplice di un giovane campione del mondo di Stefano Carnati

Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 14/03/2014

SCI DI FONDO

48 50

NONOSTANTE IL METEO L’attività 2013 - 2014 del gruppo Sci di fondo escursionismo di Stefano Vimercati DI CORSA CONTRO IL GELO La gara sociale in Engadina di Giuseppina Corti

ESCURSIONISMO

AL LUPO, AL LUPO! 52 Da Montalbano a Versasio, in MTB nel cortile di casa di Matteo Riva NELLA TERRA DI MINOSSE 55 Il Dikti, un’escursione sulle montagne di Creta di Luigi Colombo CALENDARIO GITE SOCIALI E FAMILY CAI 56 APPUNTAMENTI ALTA QUOTA 58 I consigli su come alimentarsi in ambiente estremo di Donatella Polvara STOPPANI A LUGANO 60 Tappa ticinese per la mostra del CAI Lecco di Adriana Baruffini 62 RECENSIONI 66 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA

In barca a vela tra i fiordi della penisola di Hornstrandir, in Islanda. Foto M. Colonna


ENERGIA RINNOVABILE

Tra continuità e innovazione, il futuro del CAI Lecco

il gruppo ha nella nostra sezione. E’ una presenza importante, segnale di un attaccamento all’associazione che fa ben sperare nel futuro, che non si limita a occupare uno spazio, ma ha saputo vivacizzarlo anche con il coinvolgimento di altre sezioni del CAI. Un esempio su tutti è stata la scuola per accompagnatori sezionali intitolata a Giordano Dell’Oro, aperta alle sezioni del territorio, che ha avuto un grande successo, frutto di un lavoro impegnativo e ineccepibile. Mi piacerebbe davvero tanto che altri soci di altri gruppi iniziassero a occupare più spesso le sale della nostra sezione. Da parte nostra - mia e del consiglio direttivo - stiamo pen-

Raduno AG 2004. Foto Matteo Abate

L

di Emilio Aldeghi*

’interesse del Club Alpino Italiano verso i giovani risale al lontano 1892, con le prime caro-

vane scolastiche promosse dal CAI di Biella. Poi l’attenzione è andata via via crescendo ed ecco che nel 1965 Don Giuseppe Tagliabue, assistente dell’Oratorio di Lecco Centro, ebbe l’idea di rivolgersi alla sezione del CAI di Lecco per portare i ragazzi in montagna. Adesso sembrerebbe un passaggio quasi normale, ma a quei tempi era un’idea tutt’altro che scontata. Grazie alla storica passione della nostra città verso tutto ciò che è montagna, fortunatamente la proposta fu accolta e sostenuta: Dino Piazza, presidente del

4

Gruppo Ragni, e Andrea Castelli, se-

la nostra sezione, una festa anche per

gretario della sezione, coinvolsero il

la nostra città che ha visto tantissi-

presidente del CAI Dino Maroni e l’in-

mi suoi cittadini partecipare alle va-

tero gruppo dei Ragni. L’iniziativa fu

rie iniziative e crescere imparando a

portata avanti dallo stesso Dino Piazza

conoscere e a rispettare la montagna.

e dal consigliere Pino Comi, con l’ap-

E’ una festa per il suo attuale presi-

poggio di un bel gruppo di iscritti, fra

dente Tiziano Riva, che ha l’onore di

i quali anche nomi famosi nel mondo

traghettare il gruppo oltre questo tra-

alpinistico, a cominciare da Riccardo

guardo proponendo diverse iniziative

Cassin.

commemorative, tra le quali la pubbli-

Un grande impulso all’alpinismo gio-

cazione di un libro che ripercorre i 50

vanile fu dato poi da Maria Teresa Na-

anni di attività, arricchito con gli iti-

votti, scomparsa prematuramente, alla

nerari di trekking che l’alpinismo gio-

cui memoria dal 1984 sono intitolati i

vanile propone ogni anno; una mostra

corsi di AG, che sono oggi più vivi che

fotografica nel bosco lungo il sentiero

mai e, attualmente suddivisi in tre fa-

didattico in zona Grassi tra il Rifugio

sce di età, vedono ogni anno un cen-

Stoppani e Campo de’ Boi, che si ter-

tinaio di partecipanti.

rà nel mese di maggio, e una mostra

I 50 anni di AG E così anno dopo anno il gruppo

Editoriale

di Alpinismo Giovanile del CAI Lec-

programmata fra novembre e dicembre alla Torre Viscontea. Meriti e propositi

co è arrivato a festeggiare i 50 anni

Fra i tanti meriti vorrei sottoline-

di ininterrotta attività. E’ una festa per

are anche la presenza costante che

Carovana scolastica ai piani Resinelli, nel 1902. Foto Archivio Comi, CAI Lecco.

sando ad alcune proposte che spero

Un gruppo di volontari ha poi de-

sante opera di divulgazione dello sci

diventino un volano per promuovere

ciso che in primavera rinfrescherà i

di fondo. Sono piccoli e grandi segnali

la partecipazione di tutti. Dopo esse-

muri ormai bisognosi di manuten-

di una continuità che però ambisce

re rimasti in deposito dietro le vetri-

zione. Il neonato gruppo di Mountain

anche a rinnovarsi, a incontrare tutti

ne della nostra biblioteca in versione

bike aspetta ogni martedì l’avvento di

o molti di quegli iscritti che, siamo si-

VHS, abbiamo digitalizzato vecchi film

appassionati. Il gruppo delle escur-

curi, saprebbero portare nuovi stimoli

riguardanti grandi conquiste alpine.

sioni ha occupato in pianta stabile il

ed energia.

Questi

sono andati ad aggiungersi

tavolo vicino alla presidenza. Gli sci

Da buoni amanti della montagna e

a filmati di più recente realizzazione.

alpinisti (amichevolmente i cervelloni)

dell’ambiente siamo per l’energia rin-

Con l’acquisto di un maxi televiso-

non mancano di rinfrescare le serate

novabile. Chiediamo a tutti di esserne

re intendiamo proporre una serata al

con del buon prosecco, mentre l’amico

i protagonisti.

mese di proiezioni.

Stefano Vimercati continua nell’inces-

Lavori creativi con l’artista Luisa Rota Sperti sul sentiero didattico dell’alpinismo giovanile. Foto A. Baruffini

*Presidente del CAI di Lecco


Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne la sfida dei più forti sci alpinisti d’Europa

di Angelo Faccinetto

Trionfo tedesco”, “Valzer austria-

dello sci alpinismo. E’ questa storia

co”, “Battuti d’un soffio i nostri Ra-

che vogliamo provare a ricostruire.

gni”. Ma anche, con la giusta evi-

Chiedendo scusa per eventuali im-

denza, il resoconto di un paio di acuti

precisioni - le fonti documentali non

degli sciatori di casa nostra. I titoli dei

sono sempre inappuntabili e la memo-

giornali di tanti anni fa ci consegnano

ria a volte inganna - e chiedendo a

frammenti di una storia quasi dimen-

chi allora è stato protagonista di voler

ticata. Una storia che dice che Lec-

raccontare la propria esperienza sui

co - insignita lo scorso anno per altri

prossimi numeri di questo notiziario.

meriti del titolo di “Città delle Alpi” – è

Tra il 1965 e il 1983 le nostre mon-

stata una delle grandi capitali europee

tagne furono teatro del Rally Interna-

1974, verso la vetta della Grigna settentrionale. Foto archivio Pino Comi, CAI Lecco

C’ERA UNA VOLTA IL RALLY


zionale di sci alpinismo. Organizzato

smo del CAI Lecco non era ancora

sviluppava tra i Piani d’Erna, il Resego-

europeo della specialità, e analizza la

ciatori di montagna

dall’Aast, l’allora Azienda autonoma di

stata fondata. Non per caso a quei

ne, Artavaggio, i Piani di Bobbio, il Piz-

classifica finale – vittoria della squadra

di

soggiorno e turismo, con il concorso

rally partecipavano numerose, e quasi

zo dei Tre Signori, Biandino, il Cimone

militare tedesca della Scuola Alpina di

(Germania); nel ’72 il

dei migliori uomini di montagna lec-

sempre vincevano, le squadre milita-

di Margno per terminare al Pian delle

Mittenwald davanti al CAI Folgore di

Gruppo sportivo della

chesi, se ne disputarono in tutto sedi-

ri. Salire con le pelli di foca sotto le

Betulle. Non per niente in quel periodo

Bormio e alla squadra militare bul-

Gendarmeria di Sali-

ci edizioni, richiamando specialisti da

solette era soprattutto affare da alpini.

il rally era denominato “delle funivie”.

gara – commentando: “Gli stranieri

sburgo (Austria), che

quasi tutti i paesi d’Europa. Con de-

La scommessa però è stata vinta.

A Bobbio e alle Betulle si disputavano

vengono per vincere, ciò deve servire

si ripeteranno anche,

nominazioni (e anche grafia) via via

Anche se poi, negli anni ottanta, quan-

le prove di discesa cronometrate (in

ad esempio a qualcuno dei nostri, che

con una formazione

diverse - Rallye (sic) della Valsassina

do il numero di sci alpinisti era ormai

cordata e con la barella).

affronta questa competizione, forse,

diversa, nel ’74, nel

e delle Funivie, i primi anni, Rally sci

cresciuto in modo esponenziale e di

Negli anni successivi il percor-

con troppa leggerezza senza dare ad

’75 e nell’80; nel ’76

alpinistico internazionale Lecco – Val-

rally di sci alpinismo se ne comincia-

so cambia e si fa più duro. La tappa

essa l’importanza che merita”. Brucia

e nel ’77 sarà la volta

sassina, in seguito, Rally internazionale

vano a disputare un po’ dappertutto,

delle Betulle viene sostituita da quella

il deludente risultato delle tre squadre

dell’Accademia dello

di Lecco - Gran Premio Europa nel-

la competizione è stata abbandonata.

del Grignone: salita da Esino e discesa

lecchesi in gara, quelle dei Ragni, del

Sport di Sofia (Bul-

le ultime edizioni – la competizione

Il percorso

fino al Pialeral, dove in diverse occa-

CAI Belledo e del CAI Strada Storta,

garia). Le sole vittorie

Bad

Reichenhall

è andata assumendo col tempo una

Il rally di Lecco si articolava su tre

sioni, utilizzando lo skilift allora in fun-

finite lontane dai primi posti. E brucia

“in borghese” saranno

rilevanza sempre maggiore, come te-

tappe e aveva luogo tra la fine di feb-

zione, si disputerà la prova di discesa

di più perché non è sempre stato così.

quelle già citate dei

stimonia il numero delle squadre e dei

braio e l’ultima decade di marzo, il

con la barella. Poi, con buon inneva-

Due anni prima, nel ’66, a tagliare

Ragni e, nel ’78, della

paesi partecipanti.

periodo di migliore innevamento. Il

mento, giù fino a Pasturo. La tappa

vincitore il traguardo del Pian delle

squadra del Soccorso

percorso spesso mutava, mantenendo

iniziale del Resegone diventa invece

Betulle era stato il terzetto dei Ragni

alpino di Berchtesga-

E’ stata una scelta anticipatrice, e

però sempre inalterate le sue caratte-

quella finale e si sviluppa tutta sulla

di Lecco composto da Dino Piazza,

den (Germania).

forse anche un po’ temeraria, quella di

ristiche di prova severa, molto diversa

montagna simbolo della città. Mentre

Giulio Bartesaghi e Luigino Airoldi. E i

Oggi il panorama è

puntare su una gara di sci alpinismo.

dalle gare di oggi. Non c’erano solo

i Campelli e il Pizzo dei Tre Signori,

Ragni, questa volta con i fratelli Cassin

cambiato. Lo scialpi-

Erano, quelli, gli anni del boom dello

le montagne da salire (con e senza

con le cime “facoltative” circostan-

e Conti, si ripeteranno vincendo il Ral-

nismo è sempre più

sci alpino su pista. Un po’ dappertutto

sci) e poi ridiscendere e non c’erano

ti, diventano le scenario della tappa

ly del ’73, mentre altre volte, come nel

praticato,

si costruivano funivie, si impiantavano

solo i passi da scollinare. Il program-

intermedia. Tappa che, in alcuni anni,

1971, ancora una volta guidati da Dino

hanno ceduto il passo,

skilift, si aprivano nuove piste e si ac-

ma prevedeva prove cronometrate di

si concluderà ai Forni di Premana pas-

Piazza, mancheranno la vittoria di un

le scuole, come quella

quistavano i primi “gatti” per battere la

salita; discese, sempre cronometra-

sando per la Bocchetta di Trona.

soffio dopo aver dominato le prime

del CAI Lecco, hanno

neve (c’era una fabbrica anche appena

te, con i tre componenti di ciascuna

Le ultime edizioni vedranno lo svi-

due tappe. Poi, competitivi, arriveranno

seminato bene e sulle

fuori Lecco, la SIFMA di Civate). Da

squadra legati in cordata; prove di sla-

luppo di un’inedita tappa tra le pendici

anche i premanesi.

nostre montagne si

noi si sciava dappertutto: in Erna, ai

lom gigante a squadre e l’immanca-

della Grignetta e il Grignone: salita dai

Di certo la concorrenza è sempre

continuano a dispu-

Piani Resinelli, in Artavaggio, al Piale-

bile, quanto spettacolare, discesa con

Resinelli fino al Saltino del Gatto pas-

agguerritissima. Nell’edizione del ’68,

tare gare sci alpini-

ral, al Cainallo, a Paglio, a Giumello, ai

la barella, con uno dei tre componenti

sando per la cresta Sinigaglia, discesa

solo per fare un esempio, si presen-

stiche di un giorno.

Corni di Canzo, al San Primo, a Valca-

– di solito lo sciatore meno brillan-

alla Bocchetta di Campione, poi risalita

tano al via 24 squadre. Di queste, dieci

E’ impossibile pensare

va, a Morterone oltre che a Bobbio e

te – nel ruolo poco ambito di finto

al Grignone attraverso gli Scudi quin-

sono straniere: tre tedesche, tre au-

di unire le forze e ri-

alle Betulle. E dappertutto, quasi ogni

ferito. Ma soprattutto c’era la notte

di ridiscesa al Pialeral. Come si vede,

striache, una francese, una jugoslava,

proporre un rally che

domenica, si organizzavano gare che

all’addiaccio. Al termine di una gior-

tanto alpinismo e poco sci, compen-

una bulgara e una cecoslovacca. Più in

torni a cavalcare tutte

vedevano la partecipazione di centi-

nata pesante, anziché riposare al caldo

sato però, a conclusione di tappa, con

là aumenteranno ancora e arriveranno

le nostre montagne?

naia di concorrenti. Non era granché

di un rifugio, ci si doveva rimboccare

la salita cronometrata dal rifugio Te-

anche i sovietici rafforzando ulterior-

L’attenzione sarebbe

diffuso il desiderio di evadere, di la-

ancora le maniche, prendere la pala,

deschi (allora ancora esistente) al Ci-

mente la presenza straniera.

certamente maggio-

sciare le code agli impianti e la folla

costruire un igloo e andarci a dormire

motto, pelli di foca ai piedi.

sulle piste per affrontare (in salita) i

dentro, col solo conforto del sacco a

nevai. La stessa scuola di sci alpini-

pelo. Come la scalata delle cime facol-

Anticipatori

8

Sentieri e Parole

i

militari

Molte sono le squadre militari, an-

re di allora. E poi le

che italiane. Sono loro a dominare il

nostre quattro funivie

Su un numero del Notiziario del-

campo in quegli anni. L’Albo d’oro lo

ci sono ancora tutte

tative, serviva per far punti. E i punti

la sezione, Vasco Cocchi scrive del

conferma. Nel ’65 si impongono i mi-

quante.

erano essenziali per la vittoria finale.

terzo Rally, quello del 1968. Parla di

litari della scuola alpina di Innsbruck;

Nelle prime edizioni il percorso di

“grande manifestazione sportiva in-

nel ’68 e nel ’79 i militari tedeschi di

gara, sempre suddiviso in tre tappe, si

ternazionale”, una sorta di campionato

Mittenwald; nel ’70 e nel ’71 i Cac-

I protagonisti

Da sinistra Dino Piazza, Lorenzi, Riccardo Cassin (con gli sci in spalla), Luigino Airoldi . Sullo sfondo il Pizzo dei Tre Signori. Foto archivio Dino Piazza

I componenti della squadra tedesca vincitrice del V Rally

Primi anni ‘70, verso la vetta del Resegone, sotto: verso lo Zuccone Campelli. Foto archivio Pino Comi, CAI Lecco


val d’Aosta e Stelvio, per proteggere

CENT’ANNI DOPO

la frontiera nord italiana da possibili invasioni.

La “Linea Cadorna” nel territorio lariano

In effetti, il progetto nacque appena dopo l’Unità d’Italia, ma i lavori iniziarono solo nel 1904, per concludersi nel 1917, in piena Prima Guerra Mondiale – ecco perché si tende a confondere le due cose. Lunga 280 km, la Linea presenta centinaia di postazioni per artiglieria, chilometri di trincee, decine di caserme fortificate, cunicoli, osservatori in caverna, tutti costruiti a regola d’arte dal genio militare, con l’aiuto

Caserma al Sasso Gordona. Foto Sergio Poli

di imprese che impiegarono molta gente locale, anche donne e ragazzi. Uno sforzo immane, costato anche la vita a decine di operai per le precarie condizioni di lavoro. Ma per fortuna, da tutte quelle fortificazioni non partì mai nemmeno un colpo. Il sacrario di Redipuglia. Foto di Sergio Poli.

di Sergio Poli Un mesto compleanno 2014: sono passati cent’anni giusti dall’inizio della prima guerra mondiale, chiamata comunemente Grande Guerra. A breve saremo sommersi da celebrazioni – è l’unica guerra vinta dall’Italia - da rievocazioni di battaglie più o meno eroiche, ma anche da stimolanti e interessanti iniziative che ci spingeranno a ricordare, o almeno a riprendere in mano i libri di storia. Per capire cosa sia stata quella guerra dalle nostre parti, dove per fortuna non si è combattuto, basta andare in una qualsiasi piazza di paese, anche dei rioni di Lecco, e leg-

10

Sentieri e Parole

Non per questo quell’opera titanigere le lapidi sui monumenti com-

ticanza: dovevano tagliarli tutti.

ca fu inutile: vennero anche realiz-

memorativi. Per economia gli stessi

Non è questa la sede, né abbiamo

zati centinaia di chilometri di strade

monumenti, eretti per ricordare i ca-

la pretesa, di fare una rilettura critica

carrozzabili, mulattiere, sentieri di ar-

duti della Grande Guerra, sono stati

di quel periodo. Si vuole solo fare un

roccamento, forse l’eredità più utile

utilizzati trent’anni più tardi anche

cenno su alcune opere che furono

lasciataci, togliendo così alcune val-

per celebrare i caduti della seconda

costruite allora per motivi bellici e

li dal loro secolare isolamento. E’ il

guerra mondiale, Resistenza com-

che ritroviamo anche nel nostro ter-

caso ad esempio della val Varrone,

presa. I caduti della prima guerra

ritorio. Esistono infatti anche testi-

che vide la nascita della strada Der-

sono sempre, immancabilmente più

monianze non necessariamente fu-

vio – Premana proprio allora.

di quelli della seconda. Insomma, qui

nebri della Grande Guerra, sui monti

non si è combattuto, ma il tributo di

lariani. Vediamo quali.

giovane sangue è stato pesantissimo per ogni città, paese, frazione.

Cos’è rimasto Sul Lario le fortificazioni sono

Occupazione Avanzata

concentrate soprattutto in due val-

Frontiera Nord

li: in val d’Intelvi, per proteggersi da

Lungo alcune vie cittadine furono

A parte gli addetti ai lavori e gli

eventuali invasioni dal Canton Ticino,

piantati alberi, ciascuno dedicato alla

storici, quasi nessuno conosce il

e in Val Varrone, per bloccare la por-

memoria di un caduto del posto. A

significato della sigla OAFN; è più

ta della val Chiavenna. Altre testimo-

San Giovanni per esempio, lungo via

conosciuta infatti come “Linea Ca-

nianze si ritrovano sul Monte Bisbino

Agliati c’erano dei tigli a perenne ri-

dorna”, anche se è un nome storica-

e sulla Spina Verde, vicino a Como.

cordo di quei poveri ragazzi; pochi

mente improprio.

Andare a visitare queste opere,

anni fa vennero abbattuti per lavori

Eppure, è proprio con questo nome

magari seguendo proprio le strade e

stradali, salvandone solo due, quel-

che è comunemente conosciuta la

le mulattiere originali, o i relativi sen-

li che si vedono dalla provinciale.

linea di fortificazione militare eretta

tieri di arroccamento, può essere un

Chiediamo scusa per questa dimen-

a inizio XX secolo lungo le Alpi, fra

interessante e suggestivo ripasso di

La postazione per cannoni sul monte Galbiga. Foto Naturtecnica. Sotto: il Sasso San Martino, strategico punto di osservazione. Foto Sergio Poli


storia, oltre che un discreto eserci-

confine elvetico.

La Linea Legnoncino-Legnone.

gnone, per poi scendere sul versante

zio fisico. Alcune di quelle postazioni

Ma veniamo al versante lecchese.

Per gli escursionisti però il setto-

nord e raggiungere l’Alpe Scoggione.

(Bisbino, Gordona, Corenno, Verceia)

Qui si trovano due sistemi difensivi

re più interessante è quello che sale

Il tracciato da Gallino fino al rifugio

sono state recentemente recuperate

ben distinti: la linea fortificata Lario -

dal Lario, partendo da Corenno Plinio,

Griera è ideale per i bikers; per gli

nell’ambito del progetto Interreg de-

Legnoncino- Legnone, che poi pro-

raggiunge la vetta del Legnoncino

escursionisti, oltre che una discreta

nominato For.Ti-Linea Cadorna, con

segue verso est lungo la val Varrone

(1500 metri di dislivello) e penetra

sgambata è un interessante corso

l’intento di rendere visitabili alcuni dei

e la cresta orobica; e il sistema dei

in val Varrone. Il sistema è molto

sulle tecniche costruttive dell’epoca

migliori esempi di costruzioni belli-

Forti di Colico, costruiti sui Montec-

complesso ed è opportuno visitarlo

(magari tagliando qualche tornante).

che del Lario.

chi nord e di Fuentes.

in tre tappe.

Una gita fuori porta.

Brevemente, nel cosiddetto set-

Riguardo al Forte Montecchio Nord

Il sentiero Corenno- Vestreno,

tore Ticino-Lario merita assoluta-

di Colico, basti dire che è una del-

detto “complesso trincerato del Sas-

“escursioni belliche” attorno al Lario,

mente una visita il sasso Gordona

le opere della Grande Guerra meglio

so”. Recentemente valorizzato con il

ci permettiamo di proporre un ultimo

(m 1.401), detto il Cervino della val

conservate al mondo. Ci sono anco-

progetto For.Ti, grazie anche all’in-

giretto, magari non originalissimo, ma

d’Intelvi per la sua inconfondibile cu-

ra, perfettamente funzionanti (alme-

tervento degli Alpini di Lecco, il sen-

di forte impatto emotivo: Redipuglia.

spide, che presenta diverse opere di

no nel movimento) i quattro cannoni

tiero è un ideale percorso didattico,

E’ una collinetta (Monte Castello)

grande pregio storico, poste anche in

montati su torrette blindate girevoli,

non (molto) faticoso, visitabile tutto

in Friuli, in provincia di Gorizia, sul

un contesto molto suggestivo: ca-

sempre visitabili con guida. Una visita

l’anno e che consente di osservare

cui fianco è stato costruito duran-

serme scavate nella roccia, trincee

al Forte Montecchio è un autentico

diverse postazioni splendidamente

te il periodo fascista un sacrario, che

e piazzole per mitragliatrici, e una

viaggio nel tempo: ci sono ancora

collocate, fino a raggiungere le due

raccoglie le spoglie di 100mila cadu-

splendida galleria (osservatorio) che

le scritte dei soldati sui muri, tutto è

caserme blindate di Vestreno e, poco

ti italiani della Grande Guerra. Sono

fora la cima della montagna, consen-

stato conservato come se la guerra

più su, di Sueglio;

poche decine di metri di dislivello,

tendo di affacciarsi “al coperto” sul

fosse finita ieri. Infatti, il forte è sta-

Il sistema Roccoli di Artesso –

versante verso la Svizzera: un vero

to usato come caserma e polveriera

roccoli Lorla - Legnoncino: magni-

nido d’aquila.

fino agli anni ’70 del secolo scorso,

fico percorso che parte dalle posta-

Sull’enorme scalinata in marmo

preservando così l’opera dal degra-

zioni per cannoni di Artesso (con

bianco è ripetuta all’infinito la scritta

do.

antico roccolo perfettamente con-

“PRESENTE” sopra i nomi dei caduti

Interessanti, ed estremamente panoramiche, sono anche le postazioni

Dopo

tanti

suggerimenti

per

ma è difficile trovare una salita così faticosa.

del monte Galbiga - Monte di Tre-

Anche accanto agli imponenti ru-

servato), si snoda lungo trincee e

– almeno dei 40mila che sono sta-

mezzo: un aereo percorso a domi-

deri del Forte di Fuentes, la formi-

gallerie verso i roccoli Lorla, con un

ti riconosciuti. Quasi tutti ragazzi di

nio dei laghi di Como e di Lugano,

dabile fortezza spagnola costruita

interessante osservatorio blindato, e

vent’anni o poco più. Impressionante

con numerosi appostamenti per arti-

nel 1604 sulla cima del Montecchio

risale la splendida strada militare fino

trovare soldati con il cognome ugua-

glieria, raggiungibili grazie alla dolce

est, vennero realizzate alcune batte-

alla vetta del Legnoncino (m 1714).

le al tuo. Soprattutto se hai un nonno

strada militare, ancora perfettamente

rie per cannoni: un giro Montecchio

Anni fa l’intero tracciato fu sistemato

nato nel gennaio del 1900, che se

conservata. Strepitoso anche il pun-

nord - Fuentes è anche una splendi-

e dotato di frecce e pannelli, nell’am-

fosse nato un mese prima avrebbe

to di osservazione del Sasso di San

da passeggiata naturalistica, oltre che

bito della realizzazione del percorso

potuto essere un “Ragazzo del ’99”, e

Martino, a picco sopra Menaggio.

storica.

DOL (Dorsale Orobica Lecchese),

magari morire, certo eroicamente, in

Postazioni ben visitabili e con pan-

Ma l’opera forse più curiosa è si-

quindi la visita è molto agevolata. E’

qualche sperduto angolo del Carso. E

nelli si trovano nella Foresta Regio-

tuata pochi chilometri a monte, in val

in corso anche il recupero della po-

tu non esistere.

nale del Monte Generoso, sopra la

Chiavenna, lungo il vecchio traccia-

stazione in caverna sulla cima del

Siamo qui per caso.

Dogana di Val Mara (“Percorso delle

to della SS 36 all’altezza di Verceia:

Legnoncino, detta di san Sfirio dal

All’uscita del Sacrario una lapide

Trincee”); di fronte, dall’altra parte

la galleria da mina. E’ una “trappola”

nome della chiesetta che vi si trova.

recita “O viventi che uscite, se non

della valle, sono visitabili altre po-

scavata nello spessore della roccia

Impareggiabile è il panorama dalla

vi sentite più sereno e più gagliardo

stazioni sulla Sighignola, proprio sul

fra la galleria stradale e quella fer-

cima del monte, che domina tutto il

l’animo, voi sarete qui venuti invano”.

roviaria. In caso di invasione nemica,

lago di Como.

12

Sentieri e Parole

I cannoni del forte Montecchio a Colico. Foto Sergio Poli

Difficile sentirsi sereni e gagliardi;

bastava far saltare la galleria, e ogni

Infine, un terzo “settore” è la stra-

passato il magone, ci si sente fortu-

passaggio sarebbe stato impedito.

da militare che risale da Pagnona, lo-

nati a vivere oggi, in questo periodo

Semplice e ingegnoso.

calità Gallino, fin quasi in vetta al Le-

di pace, in cui ci si può permettere di

La “Mina” di Verceia ricavata tra strada e ferrovia. Sotto: la “Mina” di Verceia, interno. Foto Sergio Poli


visitare postazioni e sacrari con l’a-

ALPINISTI E MISSIONARI

nimo del turista. Impegniamoci perché questa pace

Un angolo di storia con padre Corti e padre Gianola

duri sempre, anche per onorare chi questa fortuna non l’ha avuta. Qualche informazione Chi fosse interessato ad approfondire i temi della Grande Guerra, e in particolare di ciò che si trova ancora in Lombardia, può utilmen-

Le postazioni di Corenno Plinio a picco sul Lario. Sotto: il Roccolo di Artesso lungo il sentiero DOL. Foto Sergio Poli

di Dino Piazza

M

entre si rientrava da una spedizione in Patagonia ci siamo fermati a Comodo-

ro Rivadavia, a casa di padre Corti.

te consultare il Sito del Museo della

Era l’agosto del 1989 e là era inver-

Guerra Bianca, che ora ha una sede

no. Abbiamo cominciato a parlare di

anche nel Forte Montecchio a Colico:

problemi di povertà, di bambini mal-

http://www.museoguerrabianca.it/

nutriti e vestiti male. Là tutti aveva-

Esiste una bibliografia sterminata

no un cane: lo usavano d’inverno per

sull’argomento. Per limitarci a qualche

scaldarsi; quando la fame arrivava alle

titolo “locale”, citiamo:

stelle lo uccidevano e lo mangiavano.

Giuseppe Tattarletti: Le opere mi-

Dopo questi discorsi padre Corti mi

litari del Monte Bisbino. Comune di

ha fatto promettere di realizzare una

Cernobbio, 1989

scuola di meccanica per i ragazzi di

Roberto Corbella: Le fortificazioni

quella zona. Padre Corti coi suoi ra-

della linea Cadorna tra Lago Mag-

gionamenti e il suo sorriso riusciva a

giore e Ceresio- Macchione editore,

suscitare entusiasmo.

1998 per il settore varesotto;

Rientrato in Italia mi sono recato

Stefano Cassinelli: Forte Montec-

nella mia officina e mi sono preoc-

chio-Baluardo tra Alto Lario e Val-

cupato di cominciare a raccogliere

tellina. Macchione, 2002 Francesca Boldrini: La Difesa di

un confine – ed. Parco Spina Verde, 2006; Nemo Canetta: Sui sentieri del-

la Grande Guerra in Valtellina – 40 itinerari dal Lario all’Ortles- Ed. CDA Torino, Antonio Trotti. Alla scoperta della

Frontiera Nord. Otto spunti di turismo storico-militare tra Varese, Come, Lecco, Sondrio e Canton Ticino. Quaderni Museo Guerra Bianca n. 2- 2013. Il testo più completo e aggiornato.

Padre Gianola in una foto degli anni '90.

le macchine utensili necessarie per

La promessa è stata mantenuta. I

la scuola. È stata fatta una lista ed è

ragazzi indios hanno imparato a la-

cominciata la ricerca. Le macchine

vorare e ciò ha permesso loro di

passavano dalla mia officina per es-

togliersi dalla povertà; con il lavo-

sere revisionate, si cambiavano alcuni

ro sono riusciti a mantenere le loro

pezzi, si metteva a norma l’impianto

famiglie facendo manutenzione nei

elettrico, venivano verniciate di nuo-

pozzi petroliferi.

vo ed erano pronte per essere spedite.

Sono passato ancora da padre Corti qualche anno fa e ho visto bambini

Comodoro Rivadavia si trova a

puliti, vestiti bene. Il cane l’hanno an-

duemila km a sud di Buenos Aires. Per

cora, ma non lo mangiano più. Grazie

spedire un bagaglio così ci voleva un

all’impegno di tanti e soprattutto al

autotrasportatore

grande lavoro di quel santo di padre

con

esperienza

internazionale. Chi è stato scelto? Il Riva Giancarlo, che è stato presidente

Corti. Padre Gianola

del CAI Lecco e presidente del Soc-

Altro personaggio è il missiona-

corso Alpino, una persona capace,

rio padre Augusto Gianola, un alpi-

onesta e generosa. Così padre Corti

nista oltretutto. Questa volta siamo

si è trovato la scuola di meccanica

in Amazzonia, paese totalmente di-

a casa sua senza spendere un cen-

verso dalla Patagonia, dove il clima

tesimo.

è buono e il vento non esiste, ma ci

Festa al San Martino, anni '90. Padre Gianola a capotavola. Foto archivio Duilio Berera


sono altri problemi, come serpenti,

esperienza.

to diverse volte in Brasile, a Sao Pau-

mandavano un buon profumo. Ha ri-

coccodrilli, piranha, zanzare e formi-

Il momento di maggior soddisfa-

lo, a lavorare, e quando avevo tempo

empito tre scodelle, poi ha deviato il

che. Ci vuole coraggio a stare lì. La

zione per padre Gianola era verso

andavo a visitare un centro dove si

corso delle formiche orientandole di

notte sei tormentato dai mosquitos,

sera, quando si passeggiava sul viale

studiavano le bisce, il centro Butan-

nuovo sul percorso di prima e ci sia-

che vanno a incistarsi entrando con

lungo circa 500 metri con le pian-

tan. Li ci sono serpenti di tutti i tipi.

mo messi a mangiare. Le formiche si

la testa a livello dell’inguine. Non è un

te interrate alla distanza giusta. Con

Sono entrato in una sala dove c’era-

chiamavano sauve, spogliano le pian-

gran male, ma ti danno un prurito che

un pizzico di orgoglio mi diceva che

no diversi bambini a scuola. Vedo che

te che hanno le foglie di loro gra-

devi sopportare finché l’insetto non

grazie a questo lavoro si può usci-

arriva un signore col camice bianco

dimento per portarle al nido. Erano

ha creato la sua famiglia, che si ali-

re dalla povertà. Qui prima c’era una

con in mano un mazzo di serpenti

grosse come noccioline. Nella sco-

menta poi con il tuo sangue; a questo

foresta - mi racconta - una pianta

corallo, con colori a righe traversali

della bisognava togliere le foglie, le ali

punto devi incidere, eliminare il nido,

sopra l’altra; abbiamo dovuto tagliare

arancio e nero. Che non sia velenoso

e le zampe, perché tagliano le labbra.

e disinfettare.

e bruciare per creare lo spazio ne-

lo si capisce dai denti, che sono tanti.

Le ho assaggiate e con la fame che

cessario per piantare queste piante

L’altro tipo di serpente corallo, quello

avevo mi sono piaciute subito. Padre

preziose, che si chiamano guaranà.

velenoso, è uguale, ma ha solo quat-

Gianola mi guardava mangiare con

Un giorno dopo aver finito un la-

Il guaranà è un seme che cresce a

tro denti e il veleno esce al centro

gusto le formiche e mi ha detto in

voro siamo tutti sudati. Padre Au-

grappoli e va trattato come il caffè,

dei due denti superiori. Quel signore

dialetto. “Te s’è propi de Lecc”.

gusto mi propone di andare a fare

ma ha un sapore diverso. Lo usano

distribuiva i serpenti ai bambini e loro

Tornando verso il villaggio abbia-

un bagno nel fiume. “Ma lì ci sono i

per fare le bibite e in Brasile è mol-

li prendevano in mano. Io ero lì in fila

mo preso un sentiero più corto e ab-

coccodrilli e i piranha” dico; “Non

to richiesto e cresce solo nella zona

e il signore dal camice bianco me ne

biamo visto altri animali, soprattutto

preoccuparti” dice lui. Ci tuffiamo,

tropicale.

offre uno. Per non fare brutta figu-

scimmie. Lui mi dice che le cartucce

Per stare qui ci vuole tanta volontà ed esperienza.

l’acqua non è trasparente ha il colore

Tornando dal viale, prima di andare

ra coi bambini, lo prendo. E’ freddo,

che gli ho portato sono per le scim-

dell’argilla che viene trascinata dalle

a dormire, padre Gianola mi ha det-

si attorciglia sulla mano, e visto che

mie. Qui si mangia solo pesce e non

sponde, perciò non si vede il fondo e

to che l’indomani saremmo andati a

i bambini ridevano mi sono messo a

va bene, ogni tanto ci vuole un po’

naturalmente non si vedono neanche

trovare un amico caboclos, che abita

ridere anch’io. Poi è tornato il signore

di carne.

i piranha. Stiamo nuotando tranquilli,

all’interno, in piena foresta. Il mattino

dal camice bianco. Era un esperto. Ci

La sua forza, il suo coraggio e la

l’acqua ha la temperatura ideale, si sta

presto partiamo, prendiamo un sen-

ha dato un bastoncino e ci ha detto

sua intelligenza riuscivano a fare

bene. Mi giro guardo verso la riva e

tiero senza erba e senza sole: con le

di mettere a terra la biscia, che era

cose che la gente comune non pote-

vedo il muso di un coccodrillo che

piante sovrapposte il sole non entra.

lunga ottanta centimetri, tenerla per

va capire, perciò era anche oggetto

sta venendo verso di me, grido: “Pa-

A terra non ci sono foglie. Stiamo

la coda per non lasciarla scappare e

di polemiche e critiche, soprattutto

dre il coccodrillo!” e lui tranquillo mi

camminando sul sentiero che come

col bastoncino accarezzarle il fianco

da parte di chi lo conosceva poco, o

grida di battere le mani. Facendo ru-

fondo ha solo argilla, siamo a piedi

in modo che lei si mettesse a gioca-

lo aveva solo visto. Conoscerlo non

more l’animale ha cambiato direzione.

nudi. Padre Augusto è senza scarpe.

re con te. Dopo aver visitato questa

era sufficiente, bisognava stare insie-

sulle

Le mie pedule le ho rotte camminan-

scuola non ho più avuto paura delle

me a lui per giudicare e capire. Il suo

gambe come delle carezze, lo co-

do sull’argilla che quando è bagnata

bisce.

mondo era la foresta, erano i fiumi.

munico al padre che stava nuotando

diventa come

una colla e diventa

Dopo una bella camminata arrivia-

Qui lui si muoveva non da incoscien-

vicino e lui mi dice “Sono piranha che

micidiale per le scarpe. Camminare a

mo alla capanna dell’amico di padre

te, ma da esperto. I famosi scherzi

vengono a sentire il tuo odore, se ti

piedi nudi dove ci sono serpenti da

Gianola. Non abbiamo ancora man-

che tanti hanno criticato, per me non

fai male urtando qualche ramo esci

tutte le parti non è proprio il massi-

giato niente. Lui parla con l’amico una

erano scherzi:

subito dal fiume perché se i piranha

mo. Ne ho visto uno tutto arrotolato

lingua che non capisco, deve essere

prova, per capire chi eri, per vede-

sentono l’odore del sangue attacca-

che suona con la coda, un altro che

un dialetto, ma in sostanza gli chie-

re se riuscivi a stare con lui, in quel

no e questo non è simpatico”. Con

scende dalla pianta. Dico al padre che

de se ha qualcosa da mangiare. C’era

mondo così difficile.

lui mi sento sicuro, anche per la sua

qui ci sono bisce da tutte le parti e

acceso il fuoco e sopra, a coprire

Questo è un angolo di storia nel

lui mi dice che ha scelto questo per-

le fiamme, c’era una lamiera calda.

quale mi sono trovato. Vi ho parte-

corso per farmi uno scherzo e far-

Lì vicino stava passando una fila di

cipato con entusiasmo e impegno.

mi spaventare, “ma vedo che non ti

formiche con delle foglie, le ha de-

Nei momenti difficili ho dovuto usare

spaventi.”

viate verso la lamiera rovente e ha

la testa e controllare la paura. Era il

arrostito tutto. Anche le foglie che

1985.

Mentre

16

nuotavo

sentivo

Sentieri e Parole

Allora gli ho spiegato che sono sta-

voleva metterti alla

Padre Corti con Dino Piazza. Foto archivio Dino PIazza

Padre Corti con Guerino Cariboni e Emilio Ratti (in primo piano). Sotto: Padre Corti con Casimiro Ferrari. Foto archivio Dino PIazza


PICCOLA STORIA DI MONTAGNA

La mia salita al Pilone centrale del Freney al Bianco

I

di Gigi Alippi

l rifugio S.E.M. Cavalletti si trova ai Piani Resinelli, situato su di un poggio dominante i Corni del Nib-

bio. Il Corno del Nibbio settentrionale offre una parete perfetta per il sesto grado, ora anche per i climber. Il primo che tracciò sul Nibbio una via di sesto fu Emilio Comici. Mentre arrampicava, alla base, un gruppo di alpinisti lecchesi assisteva imparando la tecnica a forbice: scriveranno poi la grande storia dell’alpinismo mondiale. Come nuovo gestore arrivò un giovane alpinista milanese, Accademico del CAI, Romano Merendi. Romano lascia Milano scegliendo la vita in montagna. Essendo un uomo di cultura attirò l’ambiente culturale milanese. Personalmente mi arricchì moltissimo. Luciano Tenderini, milanese, guida alpina, uomo di grande spessore tecnico e socio della S.E.M., lasciò il lavoro di tipografo e si trasferì al rifugio con Romano. Io, giovane inesperto residente ai Piani Resinelli, ma dotato di una grande forza fisica, fui adottato dai due. Alle spalle avevo infanzia e adolescenza trascorsa tra i boschi e i sentieri della Grignetta. Questo fatto mi ha portato ad essere avvantaggiato, in rapporto con chi è cresciuto in città, almeno di cinque anni. La famosa “esperienza”. Fui seguito dai due milanesi e nacque così un trio fortissimo: bastava che mi dicessero sali a destra oppure a sinistra ed io salivo. E’ sta-

18

Sentieri e Parole

ta la mia fortuna. Da Luciano imparai

del Gamba. Mentre saliamo, vediamo il

velocemente la tecnica, da Romano

Col de la Seigne: si sta liberando, arri-

imparai ad usare il cervello.

va il bel tempo. Siamo felicissimi.

In questo ambiente maturò l’idea di

Bonatti e Oggioni

andare al Pilone centrale del Freney

Al Gamba, un rifugio in legno non

al Monte Bianco, l’ultimo problema (si

molto grande ma accogliente, il sole

dice sempre così). Nel nostro gruppo

asciuga il copioso sudore che i pesan-

introduco l’amico Annibale Zucchi, “il

tissimi zaini hanno causato. In que-

fortissimo” tra i Ragni di quel momen-

sta aria distesa vediamo due alpinisti

to. Annibale, dal carattere molto chiu-

che salgono. Walter Bonatti e Andrea

so, scostante, burbero, parlava poco,

Oggioni, monzesi, sono davanti a noi,

ascoltava, ascoltava, ma dentro di lui

l’aria si fa subito elettrica. Nessun dia-

albergava un cuore d’oro nel momen-

logo, musi lunghi e un breve saluto

to del bisogno, sempre a disposizione

di circostanza. Rimango pietrificato.

degli altri specialmente nei soccorsi in

Sono amici, Andrea, spesso con il suo

montagna. In Annibale vi è il massimo

amico e cliente Bruno Ferrario, sono

di valori che si possono trovare.

al mio rifugio a pranzo ai Piani Resi-

Il pensiero era fisso sul Pilone cen-

nelli. I minuti passano interminabili: noi

trale del Monte Bianco: se ne parlava

sbrighiamo le nostre faccende, loro le

sovente, Romano studiava l’approccio

loro. È Andrea a rompere il ghiaccio:

su cartina, foto e altri documenti, di-

“ven fora che gu de parlat”. Il gran-

scutendo le varie possibilità.

de personaggio che vuole parlare con

Il tracciato: rifugio Gamba, salita al

il ragazzino. Tremo, nella mia mente

Colle dell’Innominata, bivacco Giu-

passano mille pensieri, sto grippando,

seppe Lampugnani al Col Eccles, at-

cerco di mettere ordine. Senza fron-

traversamento del pendio nevoso fino

zoli: “te laset chì chel bilòt lì (Romano

alla radice del Pilone. La salita lungo il

Merendi) e vemm tuc insema al Pi-

ghiacciaio del Freney, ritenuta perico-

lun”. La proposta è inaccettabile: tra i

losa per le eventuali scariche, è sempre

due si trascina una ruggine nata l’anno

presente. E sovente è nei miei sogni:

precedente durante una spedizione in

mi trovo sul Pilone, chiodando, su-

Perù. Ancora adesso, dopo moltissimi

perando placche, camini, diedri, stra-

anni, non riesco a capire come mai

piombi, sulle staffe, metro dopo metro.

Andrea mi abbia nominato capo es-

Per esperienza il Monte Bianco con il

sendo io il più giovane: mistero!

bel tempo non offre difficoltà estre-

Breve consulto, optiamo per la Rat-

me, a mio avviso è piuttosto facile, ma

ti-Vitali all’Aiguille Noire de Peutérey.

appena il tempo cambia, cambia tutto.

È rispetto verso i due grandi.

L’estate si avvicina, partiamo per

“Chè se vula”

Courmayeur. Il tempo è brutto, piove,

All’imbrunire i due monzesi parto-

ma il dado è tratto. Maledetto fu quel

no, non riusciamo a capire. Perché non

breve struscio nel centro di Courma-

durante la notte?

yeur. Partiamo sotto l’acqua alla volta

È mezzanotte quando iniziamo ad

Corno del Nibbio settentrionale, la parete orientale .Foto archivio Comi, CAI Lecco

Monte Bianco, Aiguille Noire de Peutérey, la parete ovest. Foto archivio Comi, CAI Lecco

armeggiare, e poi usciamo. La notte è

Mi lego con Annibale, salgo ansioso

sperienza. Confido ad Annibale il mio

bellissima, sono eccitato, la delusione

sulle placche che portano al grande

stato d’animo. “Scià, scià, passi so me.

è passata, penso solo alla Ovest del-

strapiombo. Il primo tiro è parzial-

Ghe la fet a purtà so el zain?”. Il cuore

la Noire. Al Colle dell’Innominata, nel

mente schiodato, lo supero di slancio

d’oro di Annibale è sempre disponibile

canalino che scende nel ghiacciaio

in libera. Annibale “Come et fai a pas-

nel bisogno.

del Freney, il punto esatto nel quale

sà?” – “So dree a tra fòo la rabbia”. Il

Arrampichiamo sul quinto grado

Andrea troverà la morte per sfinimen-

secondo tiro è strapiombante: niente

secco, la crisi è passata, è solo mal

to nel 1961 durante la tragica ritirata

libera, un chiodo dopo l’altro mi trovo

d’alta montagna, l’inesperienza, quel

dal Pilone, dove si sono scritte pagi-

completamente nel vuoto sulle staffe.

senso di vuoto, di paura, di solitudi-

ne di storia e di tragedia, incontriamo

“Cum’ela lèe?”. – “Chè se vula, quant

ne, di sentirti piccolo piccolo, inutile.

nuovamente i due brianzoli. Un gelido

te vegnet sù te vederet”. Sotto i miei

Riprendo davanti, siamo sempre sul

saluto e giù nel ghiacciaio. Non capia-

piedi la lavagna di granito scivola nel

quinto grado, un’arrampicata bellissi-

mo la scelta, pensieri negativi si acca-

ghiacciaio: impressionante.

ma, su granito solido, compatto. Mi sto

vallano l’uno sull’altro. Perché? Siamo

Siamo fuori dagli strapiombi, il tem-

esaltando nuovamente. Il sole è an-

alla base, con l’immensa parete Ovest

po è bellissimo. Il sole inonda la Val

cora alto, siamo in cima. L’attesa… un

della Noire sopra le nostre teste, sono

Veny, il versante della Brenva, la Ovest

caloroso abbraccio è il premio, l’orga-

elettrizzato, ansioso di conoscere quel

della cresta di Peutérey, e ci scalda:

smo, una serie di emozioni indescrivi-

Vittorio Ratti, uno dei più forti alpinisti

sopra le nostre teste una serie di die-

bili. Ci attende un comodo bivacco, poi

mondiali dell’epoca e Gigi Vitali, il tec-

dri lunghi lunghi portano in vetta, sotto

il ritorno alla civiltà.

nico determinante. La guida Vallot ne

un vuoto che ti rimpicciolisce. Capisco

riporterà fin dopo l’avvento dell’alpini-

che qualcosa sta cambiando dentro di

smo moderno i due tiri più difficili del

me: è in arrivo la crisi, l’alta montagna

Monte Bianco da Sud.

si sta impadronendo della mia ine-

Sentieri e Parole

19


I CAMOSCI DELLA GRIGNA

Un tempo assenti, questi ungulati hanno conquistato le cime del gruppo

Foto di Dario Cecchini

di Dario Cecchini

diceva che qualche esemplare fos-

camoscio. Ero scettico, ma la persona

requento le Grigne da quando

se presente nei valloni scoscesi della

che mi diede l’informazione era at-

mio padre mi ha portato alla

val Scarrettone e della val Mala, tra la

tendibile.

Monza, ora Bogani, per la mia

Rosalba e la capanna Elisa.

F

Successivamente ho avuto altre

prima esperienza in un rifugio, ricor-

Popolazioni di camosci erano fre-

segnalazioni, finché un giorno ne ho

do che siamo partiti da Lecco con la

quenti sui monti della Valsassina, da

visto uno anch’io nel canale del Fun-

corriera fino a Esino, quindi a piedi

Premana al Pizzo fino a Bobbio, e in

go.

al Cainallo e Bogani passando dalla

maggior numero nella zona di Arta-

Oggi si può ben dire che questi

Bietti. Portavo i pantaloni corti e la

vaggio. Anche sul Due Mani e sul Re-

magnifici ungulati siano presenti in

guerra era finita da pochi anni.

segone se ne cominciavano a incon-

tutto il gruppo delle Grigne, anche a

Poi ho continuato a salire per le

trare. Sulle Grigne no. Sembrava che

quote abbastanza basse e in luoghi

Grigne percorrendone un po’ tutti i

il fondovalle della Valsassina fosse un

frequentati.

sentieri, le guglie, i canali, le creste,

confine invalicabile per questi ungu-

Le foto che documentano la pre-

anche fuori dagli itinerari usuali, però

lati, diversamente dai caprioli che già

senza di camosci sono state scattate

di camosci non ne avevo mai visti.

abitavano i boschi dei Resinelli.

tutte in Grignetta, alcune anche senza

Parlando con amici e cacciatori si

Un giorno, circa un ventina di anni fa, un amico arrampicatore matti-

20

Sentieri e Parole

niero, mi disse che sbucando presto dopo una salita, sulla cima del Terzo Magnaghi, si era trovato di fronte un

troppo camminare.


FIORI ALBINI

Le rare varietà “bianche” delle nostre montagne

L

di Annibale Rota

’albinismo (dal latino albus =

bianco) è un’anomalia caratterizzata dall’assenza quasi totale

di pigmenti melaninici e, a livello biochimico, risiede in un difetto di sintesi della melanina da parte del soggetto “albino”. L’albinismo è presente negli uomini

esempio della violetta, dove la forma

la petrocallide è un fiore decisamente

albina è stata considerata come una

poco comune, per cui ritengo che i

vera e propria specie e così, accanto

fiori albini di questa specie siano mol-

alla Viola hirta, L. dai fiori violetti, tro-

to rari.

viamo la Viola alba, BESSER dai fiori

negli animali e nei fiori. Nei fiori coltivati è quasi sempre il risultato di incroci selettivi; nei fiori spontanei, e in quelli di montagna in particolare, è invece frutto dell’anomalia sopraccitata. Per alcune specie la varietà bianca è abbastanza comune. E’ il caso ad

22

Sentieri e Parole

cetto di rarità per quanto riguarda

bianchi. Altra specie dove la varietà bianca,

questo articolo è del tutto soggetti-

almeno sul nostro territorio, è abba-

vo. Non ho mai trovato infatti un te-

stanza comune è la Hepatica nobilis,

sto in cui venissero date indicazioni

SCHREBER, erba trinità, o anemone

circa la rarità delle specie albine. Per

Fiordaliso alpino (Centaurea nervosa, WILLDENOW)

di tutte le razze (anche di razza nera),

Devo però premettere che il con-

Rododendro (Rhododendrum ferrugineum, L.)

fegatella, solitamente con i fiori blu-

questo motivo mi baserò soltanto sul-

violacei. In particolare è facile imbat-

la mia esperienza personale, cioè su

tersi in ciuffi di questa specie con i

quante volte mi è capitato di vedere

fiori bianchi nei boschi sopra Onno,

un determinato fiore albino o ho avu-

salendo verso la Conca di Crezzo o

to notizia di avvistamenti da parte di

il Ghisallo.

amici appassionati come me di fiori di

Veniamo ora alle forme albine più rare o quantomeno poco comuni.

montagna. Preciso anche che alcuni dei fio-

Su un numero precedente di questo

ri presentati non li ho fotografati sul

Notiziario, il “3 – 2012”, avevo mes-

nostro territorio, ma su altre monta-

so tra le altre, parlando di fiori rari, la

gne e in particolare sulle Orobie e sulle

fotografia di un cuscinetto di petro-

Dolomiti.

callide con un ciuffettino albino. Ora

E’ quasi mitica la genziana comu-

ne bianca, Gentiana clusii, PERRIER &

albina per più anni di seguito. Lo stes-

fa, salendo alla Rosalba da Mandello,

SONGEON o Gentiana kochiana, PER-

so capita anche, ma almeno per la mia

poco sopra i Colonghei mi sono im-

RIER & SONGEON (è difficile distin-

esperienza per periodi più brevi, per il

battuto in un gruppo di gladioli selva-

guere le due specie). Più di un amico

ciclamino bianco selvatico, Cyclamen

tici, Gladiolus palustis, GAUDIN, quat-

si è vantato di averla vista e perso-

purpurascens, MILLER che avevo visto

tro dei quali anziché rossicci erano

nalmente l’ho fotografata sulle nostre

la prima volta nei pressi di San Tomaso

albini. Purtroppo erano leggermente

montagne e una volta, due assieme,

su indicazione del compianto Gian-

sfioriti: li ho fotografati lo stesso, ma

sulle pendici del Pizzo Arera. Pertan-

guido Consonni, uno dei botanici più

non presento qui la loro foto.

to non la ritengo molto rara mentre,

preparati del nostro territorio, allievo

Nella mia “collezione” ci sono diver-

restando fra le genziane, sono sicu-

del prof. Fornaciari e autore di varie

se altre specie albine, gerani, clematidi,

ramente meno comuni le forme albine

pubblicazioni sulla flora della Lombar-

orchidee ed anche una viola calcarata

dell’asclepiade, Gentiana asclepiadea,

dia e dell’Insubria. Poco dopo mi ero

vista in Engadina, ma, per non anno-

L. che ho visto solo due volte, una ai

imbattuto in un ciuffo simile ai Piani

iarvi più di tanto e per l’impossibilità di

Resinelli e una lo scorso autunno nei

Resinelli: l’ho rivisto nello stesso posto

presentare troppe fotografie, conclu-

Ciclamino (Cyclamen purpurascens, MILLER)

pressi di Camaggiore, e della genzia-

Genzianella germanica (Gentianella germanica, BORNER)

soltanto nei due anni successivi.

do con un fiore, la centaurea piumosa,

nella germanica, Gentianella germani-

Ai Piani Resinelli sulle pendici del

Centaurea nervosa, WILLDENOW, che

ca, WILLDENOW, che ho fotografato

Coltignone ho fotografato un giglio

spesso è poco notato, ma che la fo-

una sola volta, bianchissima, sulle pen-

martagone bianco, Lilium martagon, L.

tografia rende in tutta la sua bellezza

dici del Monte Pore nei pressi di Passo

Forse proprio questo stesso esempla-

di autentico merletto della natura. Ho

Giau sulle Dolomiti di Cortina.

re (il martagone è una specie in teo-

avuto la fortuna (è pacifico che per

E’ invece meno raro il rododendro

ria perenne) è stato fotografato molti

certi “incontri” ci vuole anche un po’

bianco, Rhododendrum ferrugineum,

anni fa da Pino Comi (la sua diaposi-

di fortuna) di vederlo ad Artavaggio ai

L., che ho visto alcune volte sia in alta

tiva è presso il CAI Lecco nell’archivio

piedi del Sodadura.

Val Gerola, nei pressi dell’Alpe Culino,

da lui ereditato) e in tempi più recenti

che in Dolomiti sullo Sciliar. Tra l’al-

più volte da Mauro Lanfranchi, altro

tro questo splendido cespuglio, nor-

fotografo che non necessita di pre-

malmente dai fiori rosso-purpurei,

sentazione.

presenta nello stesso posto la forma

Restando in zona Grigna alcuni anni

Sentieri e Parole

23


ALBA SULLE GRANDES JORASSES

Dal Nibbio al McKinley passando per il Bianco: Gigi Alippi, una vita per l’alpinismo

ai piedi della Grigna in un momento tragico per l’alpinismo, perché erano gli anni in cui tanti uomini si avventuravano a scalare tra le guglie senza un’adeguata preparazione, rischiando sempre molto; non è un caso che ogni anno una decina di persone ci lasciava la pelle. Io naturalmente ero attratto da quelle rocce, mentre mia mamma era al contrario molto preoccupata per questo mio interesse. A tutto questo aggiungi che in quegli anni la mia casa era frequentata dalla vecchia guardia di alpinisti – Boga, Piloni o Spini, tanto per intenderci – e

Con gli sci ai Piani Resinelli sul finire degli anni ’40; Duilio Berera è il secondo da sinistra, sullo sfondo la Grignetta. Foto archivio D. Berera

che io li supplicavo sempre di portarmi con loro ad arrampicare, ma ogni volta mi sentivo rispondere che senza il permesso della mamma non sarei mai potuto andare. Poi a un certo punto il bubbone è scoppiato, grazie soprattutto alla conoscenza e all’amicizia nata con Duilio Berera, un Ragno che faceva il com-

Monte Bianco: le Grandes Jorasses e il Dente del Gigante. Foto archivio G. Comi, CAI Lecco

Da questo numero, dando seguito a un'idea del presidente, la nostra rivista ha deciso di dar voce, con una serie di interviste, ai grandi dell'alpinismo lecchese. Ad aprire la serie, Gigi Alippi di Matteo Manente

D

ici Resinelli e pensi subito alla Grignetta, che nell’immaginario collettivo sta all’alpinismo

lecchese come Cristoforo Colombo alla scoperta dell’America. E così, trovarsi a parlare e

chiacchierare con

Gigi Alippi, uno che sulla Grignetta ha imparato e scoperto tutto quello che serviva sapere sul mestiere dell’alpinista, diventa un’occasione speciale per sfogliare molte di quelle pagine storiche che hanno iscritto a pieno titolo

Lecco, i suoi alpinisti e le sue monta-

vi ti senti più affezionato e come ti

gne nel gotha dell’alpinismo mondiale.

piacerebbe essere definito, se potessi

Un riconoscimento, quello tributato

sceglierne uno solo?

all’alpinismo lecchese, che è merito

“La mia natura, il mio credo e la mia

indubbiamente anche delle imprese

passione è sempre stato l’alpinismo,

compiute da uomini come Gigi Alip-

pertanto mi piacerebbe essere defi-

pi e altri “pionieri”, uomini appartenuti

nito come un alpinista. L’alpinismo è

a un’epoca che sembra ormai lontana

stato ciò a cui ho dedicato più tempo

anni luce dal nostro tempo, ma che

nella mia vita, è stato la mia massima

forse, all’ombra di queste guglie e di

aspirazione, quello a cui ho sempre

questi pinnacoli di roccia che cerca-

puntato fin da giovane”.

no di ritagliarsi un po’ di visibilità tra neve e nebbia, è molto meno distante di quanto appare.

Una passione che evidentemente nasce da molto lontano; cosa ricordi e quali persone ti hanno avvicinato al

24

L’Intervista

Alpinista, esploratore, Ragno, Guida

mondo dell’alpinismo?

alpina e perfino Cavaliere della Re-

“La mia passione nasce in modo

pubblica: a quale di questi appellati-

un po’ tribolato: sono nato e vissuto

messo presso il negozio della Popolare Lecco qui ai Resinelli: intorno a quel negozio gravitava tutto l’alpinismo di quegli anni, con gli alpinisti che si ritrovavano dopo le scalate per scambiarsi informazioni utili sulle vie, ma anche per condividere le ciuche... e sai che ciuche! Duilio catalizzava tutto l’ambiente e senza di lui il negozio non sarebbe stato in piedi, nonostante i timori dei proprietari per le frequentazioni a volte un po’ sopra le righe di tutti questi alpinisti. Comunque, al di là di questo, Duilio, quando scoprì che non sapevo ancora arrampicare, si propose di insegnarmi i primi rudimenti basilari; un giorno mi chiese di andare con lui al Nibbio e lì mi convinse a fare la Cassin come primo, dettandomi da dietro tutte le informazioni necessarie sulle mosse e sugli appigli da utilizzare. Forza fisica ne avevo da vendere, ma tecnica zero e ammetto che ho sali-

McKinley: in marcia verso il campo base. Sotto: I componenti della spedizione del 1969 all’ Jirishanca. Gigi Alippi è il terzo da sinistra in seconda fila. Foto R. Cassin in CAI Lecco 120 anni 1874-1994


Immagine recente di Gigi Alippi nella sua casa dei Resinelli. Foto Matteo Manente

McKinley, il campo base

La parete Ovest dell’ Jirishanca 6126 m, Ande Peruviane, 1969. Foto archivio Comi, CAI Lecco.

Cerro Torre, 1974

to tutta la via con una gran tremarella.

sto sorgere il sole dietro le Jorasses,

con il ghiacciaio del McKinley è sta-

e l’Annibale Zucchi, ad esempio, con-

modo di comportarsi e rapportarsi

mancanza di carta: ecco, se a più di

Direi che da quella scalata è iniziato il

con i raggi che iniziavano a illumina-

to più traumatico e i frutti di quella

dividevo tante affinità extra alpinisti-

con la gente locale, mentre per quan-

50 anni da quell’impresa la reazione

mio percorso alpinistico, a cui hanno

re tutte le cime circostanti, ho capito

spedizione me li sono gustati meglio

che, come la caccia o l’andare a cercar

to riguarda la forza, la resistenza e la

di uno dei protagonisti è quella luce

fatto seguito in breve tempo le ascen-

veramente cos’era l’alpinismo. E’ una

in un secondo momento. Parlando di

lumache; questi elementi rafforzava-

“craponeria”, il maestro è stato indub-

in fondo agli occhi, penso che ogni

sioni più classiche in Grigna, dal Fungo

sensazione che è difficile da spiegare,

cime ed esplorazioni che mi hanno

no la nostra amicizia e quindi era più

biamente Cassin. Con il Miro e l’Anni-

ulteriore domanda sarebbe superflua,

al Sigaro, sempre durante la chiusura

ma in quel preciso istante è sbocciato

segnato e che ricordo subito meglio

facile e naturale andare in spedizione

bale se ero in crisi, avevo freddo, sete

significa che con ogni probabilità la

per pranzo del negozio dove lavorava

il mio amore definitivo per l’alpinismo.

di altre, direi che sono tre: senza dub-

insieme. Sempre con il Miro, ad esem-

o fame potevo dirlo senza problemi,

spedizione “Città di Lecco” al McKinley

Tornato a casa, ho conosciuto l’am-

bio il McKinley, poi il Cerro Torre e la

pio, siamo stati anche molto vicini a

c’era sempre uno scambio reciproco

non è stata un’esperienza come le al-

biente della SEM, mi hanno messo in

spedizione scientifica in Antartide, ma

Carlo Mauri durante il suo periodo di

di sentimenti, senza sudditanze. Con

tre. Superata l’iniziale commozione,

Dopo i primi passi mossi in Grigna,

mezzo e tra loro ho imparato moltis-

anche le due spedizioni nella Terra del

forzata inattività, andandolo a trovare

Cassin invece dovevi saper nasconde-

però, Gigi torna alla carica e inizia a

quali sono state le tue esperienze

simo: di mio avevo a disposizione solo

Fuoco sono state molto importanti. In

e tirandolo pian piano fuori dal gu-

re i problemi, perché era un duro: però

scavare tra i ricordi di quell’avventura.

successive e con chi le hai condivise?

la forza fisica, loro mi hanno insegnato

ogni caso resta il fatto che le spedi-

scio: il ritorno di Mauri in Patagonia,

da quel suo carattere ho imparato la

“Il primo ricordo legato al McKinley

“Nella stessa estate delle prime

tutto il resto e per parecchio tempo

zioni in cui ho sofferto maggiormente

con la spedizione al Monte Buckland,

testardaggine necessaria per affron-

è l’impatto avuto con l’enorme ghiac-

siamo andati in montagna insieme”.

sono state quelle che poi ho ricordato

è stata possibile non solo per le no-

tare tutti i successivi problemi”.

ciaio, dove siamo rimasti per nove

più a lungo nel tempo, mentre quelle

stre doti alpinistiche, ma grazie anche all’amicizia che c’era tra di noi”.

Duilio”.

ascensioni in Grignetta, è stata la volta dell’arrivo ai Resinelli di Giorgio Redaelli, un altro Ragno, che mi pro-

Tra tutte le tue scalate e le esplo-

che sono filate lisce fin da subito le

pose di andare con lui al Capucin, nel

razioni compiute in giro per il mondo,

ho godute direttamente al momento”.

massiccio del Monte Bianco: all’epoca,

ce n’è una che ritieni più importante

però non avevo nulla dell’attrezzatura

delle altre o c’è qualche luogo che hai

necessaria; tuttavia partimmo ugual-

visitato e ricordi con più piacere?

Chiacchierando con te di monta-

a quel tempo scontavo ancora mol-

gna, è impossibile non parlarne del

ta inesperienza e non mi vergogno di

Hai scalato e arrampicato con miti

McKinley, anche se a tal proposito son

dire che a volte mi sono ritrovato a

Quanto ai tuoi compagni di corda-

dell’alpinismo come Riccardo Cassin,

già stati versati fiumi di inchiostro:

piangere di nascosto, ma era un modo

ta, c’era un qualche criterio di scelta?

Carlo Mauri e Casimiro Ferrari, tanto

quali sono i ricordi più belli legati a

per sfogarmi. Un altro momento indi-

quella spedizione?

menticabile è stato ovviamente l’arri-

mente e recuperammo il minimo in-

“A questo proposito devo fare un

C’è qualcuno con cui negli anni ti sei

per citarne alcuni tra i più famosi: cosa

dispensabile da un nostro amico a

distinguo: ci sono montagne e luoghi

legato maggiormente, con il quale hai

ricordi di loro e cosa ti hanno inse-

Courmayeur. Durante questa espe-

che vivi subito sul posto, durante l’a-

avuto un feeling particolare?

gnato?

rienza, nella quale ho anche affrontato

scensione o l’esplorazione, e altri che

“Non mi sono mai sentito un capo

la mia prima chiodatura, è avvenuta

invece ti fanno soffrire e che godi ap-

una cosa fondamentale: quando dopo l’ennesima notte passata al gelo ho vi-

26

L’Intervista

giorni senza vedere nessuno in giro;

Prima ancora di formulare una ri-

vo in cima: dopo tutta la fatica fatta

sposta, Gigi alza lo sguardo e gli si

per salire, a un certo punto arrivare

“In generale direi che nessuno mi

illuminano gli occhi: “Sai che proprio

in vetta è stato come una liberazio-

cordata o un capo spedizione, le scel-

ha mai insegnato niente, quello che

in questi giorni stavo rovistando tra

ne. Quella del McKinley è stata una

pieno soltanto al ritorno, quando hai

te sono sempre avvenute per circo-

ho imparato l’ho sempre imparato da

alcune riviste e ho ritrovato in casa

cima più intensa delle altre e il mo-

finito la spedizione. Tanto per fare un

stanze specifiche, non c’era una regola

me stesso, anche se poi qualcosa di

una lettera ancora inedita scritta dal

mento emotivamente più forte è stato

paio di esempi, nel primo caso potrei

precisa. Spesso succedeva che quel-

nuovo lo acquisisci per forza andan-

McKinley?”. Si tratta di una lettera in-

citare l’impatto con l’Africa: grazie al

li più vicini al mio modo di pensare

do in spedizione insieme. Dai viaggi

dirizzata ai suoi familiari, nella quale si

clima perfetto, mi sono goduto l’espe-

diventavano anche i miei amici, quelli

con Carlo Mauri in Sud America, ad

scusa per non essere riuscito a for-

rienza nel durante; viceversa, l’impatto

con cui mi trovavo di più: con il Miro

esempio, ho scoperto molte cose sul

nire loro notizie fresche a causa della

L’Intervista

27


senz’altro quando Cassin ha detto di

me lo sarei aspettato in quel momento

quel cerchio di amicizia che mi legava

abbracciarci un attimo tutti insieme.

e a distanza di anni: in quel momen-

a loro; però poi a un certo punto le

Infine, ricordo come se fosse oggi la

to mi sono reso conto veramente di

cose sono andate in un altro modo e

discesa dal terzo al secondo campo,

quello che avevamo fatto in Alaska.

sono entrato nei Ragni. Ad ogni modo,

senza scarpe e con tutti i voli possi-

Quell’abbraccio per me è valso più

oggi ci tengo a precisare che mi sen-

bili e immaginabili, ma soprattutto ho

di tutte le targhe, i festeggiamenti e i

to uno dei pilastri che ha contribuito

fissa in testa come un fotogramma la

riconoscimenti ottenuti dopo la spe-

ad accrescere la fama del gruppo nel

visione della neve che finalmente si

dizione. Sarò forse troppo sensibile,

mondo: prima con Mauri, Piazza e poi

scioglieva diventando acqua: il desi-

ma sono convinto che, oltre a lasciare

quelli della mia generazione, dal Miro

derio di bere dell’acqua era talmente

una traccia, sia importante con i nostri

al Pino Negri, siamo noi che abbiamo

forte che anche se eravamo ancora al

gesti permettere ad altri di ripetere le

portato il gruppo a un livello di fama

secondo campo, grazie all’acqua e a

stesse cose che abbiamo fatto, per-

mondiale”.

tutto il ben di dio presente sembrava

mettere ad altri di provare le nostre

di essere a casa”.

stesse gioie e soddisfazioni”.

Cosa invidi di più all’alpinismo di oggi e cosa invece rimpiangi degli

Cosa ha rappresentato quella cima

Motivazioni, sfida personale, emo-

per voi alpinisti e per tutto il movi-

zione dell’esplorazione e della sco-

mento alpinistico lecchese? Ma so-

perta: cosa ti ha spinto veramente a

“Oggi sono sicuramente più bravi a

prattutto, vi siete resi conto subito

diventare un alpinista, arrivando a in-

livello tecnico, su questo non c’è dub-

della portata internazionale e straor-

dossare il maglione rosso dei Ragni?

bio; però come volontà e capacità di

dinaria di quella salita, oppure è servi-

anni in cui tu eri uno dei protagonisti di primo piano di quel mondo?

“E’ stata quell’alba sulle Grandes Jo-

resistenza noi venivamo dalla scuola

rasses, durante la spedizione al Capu-

Cassin: mi è capitato di tornare scon-

“Onestamente non ci siamo accorti

cin alla fine degli anni ’50, quando ho

fitto da qualche spedizione ed ero

di aver fatto una cosa così importante.

visto spuntare i primi raggi di luce: in

veramente amareggiato, oggi non mi

A tal proposito però, voglio raccontare

quell’attimo ho capito che volevo di-

sembra che sia più così. Tuttavia sono

un aneddoto che mi ha fatto capire

ventare un alpinista. Prima di quell’e-

contento che i Ragni siano tornati a

a posteriori la grandezza di quell’im-

sperienza nutrivo il desiderio di con-

parlare seriamente di alpinismo, al-

presa. Diversi anni dopo la prima al

quistare il maglione rosso dei Ragni,

meno per come lo intendo io, dopo

McKinley, mi trovavo a Lukla per un

ma solo per imitare gli amici più gran-

un lungo periodo di assenza: per anni

trekking in Nepal: qui sono stato av-

di e poter fare colpo sulle ragazze. Da

avevano vissuto di rendita grazie al

vicinato da un americano che, trami-

quell’alba in avanti, invece, ho capito

nome che gli avevamo lasciato noi, ma

te un amico e molto timidamente, ha

cosa voleva dire veramente diventa-

con la Torre Egger sono finalmente

chiesto se poteva incontrarmi e sa-

re un alpinista. Quanto alla mia entrata

tornati alla ribalta e sono felice, perché

lutarmi velocemente; ovviamente ho

nei Ragni, c’è una storia particolare:

il nome e il successo dei Ragni è le-

acconsentito e lui appena mi ha visto

sono cresciuto nell’ambiente del CAI

gato indubbiamente alle imprese extra

mi ha gettato le braccia intorno al col-

di Mandello e mi spiaceva rompere

europee”.

to del tempo?

lo, ringraziandomi ripetutamente con le lacrime agli occhi. Si trattava di un alpinista che aveva ripetuto la sud al McKinley e questo suo gesto di stima ed affetto nei miei confronti mi ha davvero colpito, anche perché mai più

28

L’Intervista

Indumento e stoviglie utilizzati da Gigi nella spedizione al McKinley e da lui donati alla collezione museale del CAI Lecco

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CON GLI SCI E CON LA BARCA

Avventura in Islanda tra fiordi, vela, scialpinismo e tempo pazzo di Martino Colonna uno specchio sul quale le montagne

stando un’ottima impepata di

innevate si riflettono.

cozze appena raccolte, diste-

Non è sicuramente una terra per

so al sole nel pozzetto di una barca

meteoropatici. In due settimane i miei

a vela di 18 metri. Intorno a me un

sbalzi d’umore si sono susseguiti in

mare cristallino e una leggera brezza

maniera schizofrenica come su un ot-

che muove la vela. C’è qualcosa che

tovolante. Come in tutte le isole anche

non torna. Ero convinto di essere al

in Islanda possono succedere cose

circolo polare artico e il mio orologio

apparentemente

segna inequivocabilmente il 15 di apri-

nevicare sul mare delle città del sud

le. Qualcosa effettivamente non torna

mentre sulle cime delle montagne del

perché invece di un paio di scarpe da

nord piove. È sicuramente consigliato

barca ho ai piedi un paio di scarponi

un controllo psico-emotivo del quale

da scialpinismo. La barca in rada gira

purtroppo non sono mai stato in pos-

intorno all’ancora e la vista cambia

sesso. Ogni volta che il vento caldo

decisamente. Davanti a me si vede

mi faceva raggiungere un minimo, una

terra. Terra bianca e ripida. Stretti ca-

buona mangiata e qualche birra magi-

nali che finiscono direttamente nel blu

camente mi facevano tornare il buo-

del fiordo. Finisco le cozze e guardo

numore. Nel frattempo il tempo era

meglio il ripido canale che ci sovra-

cambiato almeno dieci volte e forse

sta e vedo delle tracce che lo solcano.

fuori nevicava con il sole. In Islanda è

Sono le nostre tracce perché quello

vero il detto che non esistono più le

che siamo venuti a fare in questi fiordi

mezze stagioni: si possono avere tutte

nel nord-ovest dell’Islanda è sciare.

e quattro le classiche stagioni in poche

inspiegabili

come

L’Islanda è una terra di estremi, un

ore. Scegliere il giusto abbigliamento

giorno possono esserci 20 gradi e il

può risultare un’impresa impossibile.

giorno dopo può nevicare in mezzo

Si può partire in pantaloncini corti per

al mare. E’ una terra dove il vento può

essere travolti da una bufera di bliz-

improvvisamente soffiare così forte

zard dopo poche centinaia di metri e

da farti volare via, ma può anche ces-

poi di nuovo dal caldo umido per poi

sare completamente, rendendo il mare

tornare al freddo e secco. Se fossimo

Stretti canali che finiscono direttamente nel blu del fiordo

È

tardo pomeriggio e mi sto gu-


Per i pendii delle ampie valli che si aprivano alla fine del fiordo

Il porto di Isafjordur

Discesa verso il fiordo

La barca vista dall’alto

stati dei fanatici di scioline non sareb-

motoslitte nella zona di Akureyri, era

punto quello che ci aveva tranquilliz-

piccolo tender su questa terra inabita-

dispettose nuvole che facevano tar-

fiordi con i kayak. Il più temerario ne

be bastato il nostro zaino per conte-

arrivato il tempo di raggiungere il re-

zato di meno era la vista dell’interno

ta. Dalla spiaggia sarebbe incominciata

dare il via libera del nostro paziente

aveva approfittato per tuffarsi dall’al-

nere tutte quelle necessarie.

sto del gruppo e la nostra barchetta

dell’Aurora. Una barca costruita per

la traversata giornaliera che ci avrebbe

fotografo. Ogni giorno ci si disperdeva

bero della barca nel freddo mare ar-

nel porto di Isafjordur nell’estremo

mari estremi come quelli artici e che

portato sul crinale sovrastante il fiordo

in piccoli gruppi per i pendii delle am-

tico. Tutti sereni e rilassati, incuranti

L’Islanda è una terra dura e pie-

nord-ovest dell’isola. In linea d’aria

aveva già fatto quattro volte il giro del

successivo. E dal crinale il program-

pie valli che si aprivano alla fine del

del fatto che il giorno dopo un orso

na di ferite. La presenza del fuoco è

da Akureyri sono solo 200 chilome-

mondo. Ma proprio per questo non

ma era sempre quello di sciare le linee

fiordo. Ognuno alla ricerca della linea

bianco nei suoi vagabondaggi dalla

qualcosa che traspare chiaramente

tri ma seguendo la tormentata costa

la classica barca da crociera. Un solo

che più ci piacevano fino al tramonto.

più estetica o di quella più divertente.

costa groenlandese sarebbe sbarcato

ovunque. La terra è piena di picco-

diventano oltre 400 chilometri di

bagno per dodici persone e cuccette

Quando il sole cominciava a scendere

Tutti puntuali a ritornare alla spiaggia

affamato in cerca di cibo proprio sulla

li e grandi crateri, spaccature e rocce

strade sferzate dall’inesorabile vento

leggermente sottodimensionate per

verso l’orizzonte tutti puntavano ver-

in tempo per l’aperitivo, magari ri-

nostra piccola penisola.

magmatiche dalle forme bizzarre. Dalle

islandese. Dopo otto ore di curve e

sciatori oversize come il sottoscritto.

so l’Aurora che puntuale ci aspettava

schiando di schiacciare con gli sci una

spaccature spesso sgorgano fiumi di

strade a picco sulla scogliera, la neve

La promessa del capitano si era ri-

nel fiordo successivo a quello in cui ci

sfuggente e rarissima volpe artica.

acqua bollente e colorata. E non c’è

sui moli del porto visibile pochi giorni

velata esatta. Dopo quattro ore di tra-

niente di più rilassante che immergersi

prima era tristemente scomparsa. Le

versata ci aspettavano i bianchi fiordi

nelle pozze di acqua calda termale per

parole del capitano Siggi erano però

della penisola di Hornstrandir che il

riprendersi da una dura giornata di sci.

tranquillizzanti, a poche ore di navi-

Dopo una settimana a cercare lingue di neve e a fuggire dalle famigerate

Terra dura

Sciare e andare in barca a vela in questi luoghi duri e selvaggi può

Dopo due settimane di salite e di-

sembrare una cosa estrema. Il nostro

scese era arrivato il giorno del riposo.

viaggio è stato invece quanto di più

Per cinque giorni questo era stato

Qualche irriducibile aveva rimesso le

tranquillo e rilassante si possa imma-

microclima locale aveva risparmiato

l’invariabile programma visto che la

pelli in cerca di un’ennesima disce-

ginare. Un viaggio che consiglio ad

gazione ci aveva promesso distese

dalla sciroccata dei giorni precedenti.

penisola contava sei fiordi. L’unica in-

sa. Qualcuno lo aveva invece passato

ogni amante della barca a vela e dello

di neve a perdita d’occhio. A questo

Cinque alla volta eravamo sbarcati dal

cognita era il furioso vento locale e le

ad oziare sulla barca e a vagare per i

scialpinismo.

Panoramica sui bianchi fiordi della penisola di Hornstrandir

aveva lasciato. Di fiordo in fiordo


UNA MONTAGNA DI EMOZIONI

A novembre l’evento della scuola di sci alpinismo

lente. Nicola si occuperà di avvisare i giornali e preparare un comunicato stampa da far pubblicare, io di contattare i papabili ospiti, Emiliano si prenderà in

H

di Sara Pozzetti o perso il conto, ormai questo evento è diventato una bella consuetudine.

Al rientro dalle vacanze, durante

la riunione della scuola organizzativa generale, è sempre all’ordine del giorno. L’evento “Una Montagna di Emozioni” viene messo a calendario. Date approssimative, luogo da decidere, ma certamente si terrà. Sono anni che me ne occupo personalmente insieme a qualche volontario, ma quest’anno le pre-

tino Colonna, professore all’Uni-

Artico, i Cervelloni con la Norve-

carico la preparazione della lo-

versità di Bologna, che ogni anno

gia, Giacomo Buffacchi, guida alpi-

candina da distribuire, Armando,

aspetta la mia mail di invito. O me-

na, con una carrellata delle sue più

Remo, Daniele faranno propa-

glio è certo che gli arrivi. Viag-

interessanti salite.

ganda e pubblicità, oltre a distri-

e sperduti, ci porta sempre delle proiezioni che incantano. Orato-

Ho un paio di amici “pusher” di nuovi personaggi, che molesto ogni anno, e che contatto subito a settembre. Coordinare persone, date, e sala non è cosa facile. In parallelo c’è da sviluppare la locandina, che però non si può terminare, stampare e distribuire sino a quando non è tutto deciso e confermato.

Ma torniamo alle ottime premesse di quest’anno.

buire le locandine. Siamo operativi, veloci e fluidi nei contatti tra di noi e nell’ac-

re di prima categoria, per me lui

Durante la riunione viene sta-

è una certezza: accetta sempre

bilito che il gruppo di lavoro sarà

La sala è disponibile nelle date

di buon grado, nonostante i mille

composto da Nicola, Armando,

che avremmo voluto e Mauri-

impegni, e sono certa che il pub-

Remo, Daniele, Emiliano, Maurilio

lio la blocca all’istante, gli ultimi

blico lecchese attenda ansioso la

ed io.

tre venerdì di novembre, Nicola

sua serata, perché ogni anno è una sorpresa affascinante. Spazia dal Giappone, alla Groen-

cordarci.

La mia piccola esperienza servi-

prepara il comunicato, che inoltra

rà per tirare le fila e partire subito

a giornali e a Montagna.tv, che

operativi su tutti i fronti.

ci pubblicherà l’evento all’inizio

Il gruppo creato all’istante su

di novembre, io contatto, come

WhatsApp, farà da collante per

di consueto, Martino, che ancora

anni

tutte le comunicazioni tra gli or-

una volta sarà dei nostri, Beno,

passati Federico Scaiano e Mat-

ganizzatori così da essere fluidi e

sci alpinista, alpinista, editore del

teo Scaltritti con lo scialpinismo

rapidi.

giornale Le Montagne Divertenti,

landia, all’Islanda, al Kossovo, alla

messe sono ottime.

Il programma

giatore, studioso di luoghi lontani

Macedonia, all’Albania. Abbiamo

ospitato

negli

in Marocco, Edoardo Satiro con lo scialpinismo lungo le Alpi, i Mon-

Prima effettiva necessità, ci dividiamo i compiti:

e Beppe Rusconi, referente per i Cervelloni.

taGnari con la spedizione in Perù

Maurilio prenderà contatti con la

Insieme a loro, I MontaGna-

all’Alpamayo, Cesare Cesa Bian-

Sala Ticozzi, ormai sono anni che

ri presenteranno il loro viaggio

chi, guida alpina, con un viaggio in

ci ospita, ci viene sempre incontro

dello scorso febbraio.

barca a vela oltre il circolo Polare

con il costo, e l’ambiente è eccel-

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Più si va in là con la distribu-

UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE ...

A4 Cai Lecco 2014.indd 1

17/02/2014 12:41:13

filmato sul loro viaggio in Bulga-

la scuola che insieme a me hanno

mandare in stampa la locandina.

ria e i MontaGnari ci raccontano il

organizzato l’evento e ci auguria-

avvisare e fare pubblicità all’even-

Armando, Remo e Daniele le di-

loro viaggio nella profonda polve-

mo di poterlo riprogrammare an-

to. E’ obiettivo ogni anno fare le

stribuiranno a locali, parenti, amici,

re canadese.

che per gli anni a venire.

serate prima dell’inizio dei corsi di

amici degli amici.

zione, meno tempo abbiamo per

Sguardo sulla sala durante una presentazione. Foto Beno

La Scuola di Sci Alpinismo del

scialpinismo, così che si possa an-

Ad una ad una le serate si svol-

CAI Lecco ringrazia tutti coloro

che divulgare il nuovo calendario

gono senza problemi, e gli ospiti ci

che sono venuti e si augura che

della scuola e presentare i corsi.

sembrano soddisfatti.

le proiezioni siano piaciute, così

Una presenza certa, ormai con-

Martino ci porta uno splendido

sueta, ma altresì aspettata è Mar-

viaggio in Giappone, e una curiosa

Ma questo dovete farcelo sape-

sciata sulla sabbia dello Strombo-

re voi, tornate e ci farete conten-

li; Beno ci presenta una carrellata

ti, portate altri amici e ne saremo

delle sue gite in tutta la Valtellina; i

entusiasti.

34

Sci Alpinismo

Cervelloni ci portano un fantastico

Vi aspettiamo a novembre, non mancate.

come ci è sembrato.

Ringrazio tutti i ragazzi del-

Sci Alpinismo

35


publimania.it

A STEPHANIE

Il saluto degli amici istruttori e Montagnari di Massimiliano Gerosa

P

assione, grinta, determinazione, voglia di vivere... queste sono le parole che vengono

in mente a chi l’ha conosciuta e ha vissuto con lei momenti in montagna. Stephanie ha partecipato ai corsi Sa1 e Sa2 della Scuola di Sci alpinismo del CAI Lecco nel 2009, quando ancora la sua passione era agli albori. Molti di noi hanno condiviso con lei le prime scalate e le prime volte con le pelli, il suo entusiasmo contagioso ha fissato nelle menti certi momenti intensi che le si dipingevano sul volto alla visione

di una montagna innevata o di una

alla Val di Mello e a conoscere molti

parete ripida. Voleva conoscere tutto

altri nuovi amici con i quali legar-

del nuovo mondo che stava sco-

si in cordata. Quando si era iscritta

prendo ed ogni occasione era buo-

al corso non sapeva sciare benissi-

na per prendere, partire per qualche

mo, ma grazie alla sua caparbietà

avventura e imparare qualcosa di

in pochi mesi aveva acquisito dime-

nuovo. Durante la frequentazione

stichezza con lo sci fuori pista, e

dei corsi di scialpinismo è diventata

in una stagione aveva già percorso

amica di tutti e la notizia della sua

tutte le gite classiche della zona. Di

scomparsa ha creato un vuoto, no-

Stephanie non dimenticheremo mai

nostante da qualche anno non fre-

la voglia di vivere fino in fondo la

quentasse più tanto spesso la scuola

sua passione e il suo spirito libero

e il gruppo dei Montagnari del quale

che ora aleggia tra Vette più alte.

continuava a far parte, in quanto la sua passione per l’arrampicata l’aveva portata a trasferirsi piiù vicino

Il Paese della grandi montagne è ora a portata di mano. Con Nepal360 Earth Cultura e Natura è in grado di offrire a ogni viaggiatore il Nepal che fa per lui. I villaggi storici, i siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità, i parchi nazionali e le riserve per chi è interessato a scoprire questo antico regno himalyano. Ma anche i trekking più impegnativi per chi voglia invece esplorare a piedi uno dei più leggendari paradisi in alta quota. Ora, grazie alle proposte di Comfort Trekking, gli scenari più sconvolgenti del Tetto del mondo diventano alla portata di tutti. È una proposta esclusiva di Earth Cultura e Natura, nata dalla collaborazione con la Fondazione Lhamu Pasang, istituita nel 1993 per ricordare la prima donna che ha conquistato l’Everest. L’elicottero, il fuoristrada e lodges con comfort alberghiero, fra cui l’hotel più alto del mondo, permettono a chiunque di avvicinarsi all’Himalaya, sempre nella prospettiva di un turismo sostenibile, rispettoso della culture e degli ambienti naturali.

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MEZZO SECOLO COSÌ

Ricordi e festeggiamenti per i cinquant’anni di Alpinismo giovanile

Toboga nella giornata sulla neve 2013. Foto Matteo Abate.

É arrivato il momento di aprire le danze. É l’ora di concretizzare quello che in questi ultimi anni è stata un’idea, un proposito, un progetto, un’intenzione. In queste settimane di inizio anno, nel gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI Lecco si respira un’aria frizzante, spumeggiante e vi è tanto fermento nel pianificare le attività che si svolgeranno nei prossimi mesi del 2014. Tutto ciò è un aspetto tipico dell’inizio dei corsi, però quest’anno c’è qualcosa in più.

di Alessia Losa Anniversario

quali Walter Bonatti, guidati dal capo

conquista della sommità dell’Everest,

diversi tentativi di scalata della più

granitica seguiti da un tratto inne-

ne del gruppo di Alpinismo Giovanile

Cari lettori sapete quali sono gli

spedizione Ardito Desio. Gli italiani

il tetto del mondo con i suoi 8848

alta montagna patagonica, ma con

vato, dalla forma peculiare di un fun-

(AG) del CAI Lecco, il quale, allora, fu

anniversari, in ambito alpinistico a

nel lontano 31 luglio 1954 domarono

metri raggiunti dal neozelandese

esiti negativi avvolti da molte pole-

go di ghiaccio. Il tutto reso ancora

il terzo gruppo costituitosi sul terri-

livello sia nazionale sia locale, che

gli 8611 metri della seconda monta-

Edmund Hillary il 29 maggio 1953.

miche. Il Cerro Torre, pur non pos-

più difficile dalle frequenti condizioni

torio nazionale.

verranno ricordati e festeggiati nel

gna più alta del nostro pianeta, il K2

- 20 anni dopo la salita del K2,

sedendo altezze himalayane, è alto

climatiche e meteorologiche avverse.

2014? E’ giusto dare un po’ i numeri

(Chogorì in lingua baltì). Con il pas-

il 13 gennaio 1974 un gruppo di al-

“solo” 3128 m, presenta notevoli dif-

Don Giuseppe

Tagliabue, assistente dell’oratorio di

così da rinfrescarci la mente:

sare degli anni il K2 divenne la mon-

pinisti lecchesi guidati da Casimiro

ficoltà. La sua vetta è considerata fra

Tra queste due grandi conquiste

Lecco Centro, appassionato di foto-

- 60 anni fa, una grande impre-

tagna degli italiani e acquistò la fama

Ferrari, leader carismatico, compì

le più inaccessibili del mondo, perché

alpinistiche, a distanza di 10 anni

grafia e di montagna, il quale ave-

sa venne realizzata da un numeroso

di vetta difficile e pericolosa. Questa

la prima ascensione indiscussa del

per giungere sulla sua sommità bi-

dall’una e dall’altra, bisogna colloca-

va intuito le formidabili opportunità

gruppo di forti alpinisti italiani, tra i

vittoria arrivò l’anno successivo alla

Cerro Torre. Negli anni 50 vi furono

sogna superare 900 metri di parete

re e ricordare, nel 1964, la fondazio-

educative e sociali che questa attività

L’idea nacque da Don Giuseppe


poteva offrire ai giovani (dal libro CAI

avvincenti ed entusiasmanti è che mi-

giovanile del CAI Lecco. Lorenzo ini-

di Alpinismo giovanile dal titolo: “Una

Lecco 120 anni). Don Giuseppe con-

gliaia di ragazzi di diverse età, dai 6

ziò a vivere la montagna con semplici

giornata coi fiocchi”. E così è stato, i

sapevole del fatto che accompagnare

ai 17 anni, ognuno con la propria per-

passeggiate ed escursioni insieme alla

fiocchi erano veri ed intensi costrin-

i ragazzi in montagna richiedeva non

sonalità, i propri interessi e capacità,

famiglia e al CAI. Pian piano la sua pas-

gendo gli organizzatori ad annullare il

solo passione, ma anche competenze

frequentando i corsi di AG ha avuto la

sione aumentò sempre più, portandolo

tutto a causa del maltempo. E’ stato un

tecniche, coinvolse per la realizzazio-

possibilità di conoscere la montagna a

dalle semplici passeggiate all’arrampi-

vero peccato non aver potuto svolgere

ne del suo progetto il gruppo alpini-

diversi livelli di difficoltà, facendo fatica,

cata e all’alpinismo d’alta quota, che gli

il raduno invernale che avrebbe per-

stico dei Ragni con la partecipazione

ma soprattutto divertendosi e giocan-

fece raggiungere alcune delle vette più

messo a molti bambini di conoscere la

attiva del presidente Dino Piazza e di

do. Chissà in questi anni quali senti-

alte della Terra: Cho Oyu, Everest e K2,

montagna vestita di bianco. In questa

altri alpinisti come Riccardo Cassin, il

menti avrà lasciato ai tanti bambini,

quest’ultima nel 1996 sulla via del ri-

occasione si sarebbero unite le lezioni

capo delle Guide alpine, Felice Butti, e il

appartenenti al gruppo degli aquilotti,

torno gli fu però fatale .

teoriche al divertimento e al gioco. I

presidente del CAI Lecco, Dino Maroni,

l’esperienza vissuta in montagna con il

Il gruppo

bambini avrebbero seguito un percor-

entusiasta dell’idea.

CAI durante i corsi di AG? Che tipo di

Proseguendo con l’analisi sull’attività

so che avrebbe fatto loro conoscere

E così, nel mese di maggio del 1965,

adulti saranno diventati? Frequentatori

del gruppo di Alpinismo giovanile un

l’ARTVA e spiegato come usarla in-

iniziò il primo corso di Alpinismo gio-

e appassionati di montagna? Per alcu-

secondo elemento fondamentale che

sieme a pala e sonda per cercare una

vanile organizzato dal CAI Lecco e che

ni ragazzi, non più frequentatori del-

bisogna valorizzare è che non vi è mai

persona travolta da una valanga. Men-

tutt’ora

ininterrottamente

la montagna, tutto ciò è il ricordo di

stato un attimo di sosta in tutti questi

tre il gioco si sarebbe concretizzato

con gli stessi presupposti di un tem-

una bella parentesi della loro infanzia e

anni di escursioni con i giovanissimi.

con la discesa del toboga, percorrendo

po: avvicinare i ragazzi alla montagna,

adolescenza, un periodo della vita alle-

La partecipazione dei ragazzi ai cor-

il ponte tibetano, costruendo una truna

in modo corretto e consapevole, se-

gro e gioioso. Sicuramente durante la

si e alle altre iniziative è sempre stata

e un igloo.

guendo una precisa logica didattica

settimana questi ragazzi aspettavano

elevata. Il fattore vincente del gruppo

La delusione per le avverse condi-

che prevede escursioni di impegno

con impazienza l’arrivo della domeni-

probabilmente è la capacità di collabo-

zioni meteo presentatesi il 16 febbraio,

graduato.

ca per incontrare gli amici del CAI e

razione tra accompagnatori di genera-

che hanno rovinato la festa, non arre-

Con il trascorrere degli anni vennero

trascorrere una giornata all’aria aperta

zioni diverse, con i veterani che passa-

sta l’attività dell’AG Lecco che ha col-

introdotte delle novità, come il trekking

divertendosi con qualsiasi condizioni

no il testimone nel modo giusto ai più

laborato con il direttivo regionale alla

che ha sostituito la tradizionale setti-

meteo, quello che più contava era la

giovani preservando la voglia di fare.

realizzazione, nella nostra città il 22

mana verde a Santa Fosca, la giornata

possibilità di correre e giocare.

Il 2014, quindi, sarà un anno impe-

febbraio, del convegno degli accom-

sulla neve, l’uscita naturalistica “Il bra-

Lorenzo Mazzoleni

gnativo per l’AG, poiché accanto alle

pagnatori di Alpinismo giovanile della

mito del cervo” e le serate didattiche

Altri, invece, frequentando i corsi di

iniziative consuete vi sarà qualcosa

Lombardia dal titolo “Passione monta-

Alpinismo giovanile hanno potuto co-

in più legato ai festeggiamenti per il

gna giovani”.

Il nostro compleanno

noscere l’ambiente montano, che ha

suo compleanno. E cosa sarà mai quel

Cari lettori, spero che, dopo aver

generato in loro una forte attrazione

qualcosa in più?

letto le precedenti righe, abbiate fatto

e passione. Probabilmente in età adulta

Festeggiamenti

della IV edizione della manifestazione

“uno più due” e siate arrivati alla con-

posseggono ancora questo interesse

La divertente giornata sulla neve che

“Monti Sorgenti”. Durante la settima-

clusione che quest’anno si è giunti ad

che li porta a vivere appieno la mon-

ogni anno si svolge a metà febbraio o

na di maggio dedicata alla montagna

un traguardo significativo, il 50esimo

tagna e a trasmettere questo speciale

ai piani di Artavaggio, o ai piani d’Erna

sarà allestita una mostra fotografica

compleanno del gruppo di Alpinismo

sentimento ai figli. C’è anche una ter-

o ancora ai piani Resinelli, quest’anno

all’aperto, lungo il sentiero didattico in

giovanile, per cui il 2014 è l’anno dei

za possibilità, che i corsi di Alpinismo

era stata programmata ai piani d’Erna

località Grassi ai piedi del Magnodeno

festeggiamenti nel quale ci saranno

giovanile siano stati per alcuni bambini

in data 16 febbraio. In questa occa-

e del Resegone.

tante occasioni di ricordo e di festa.

il trampolino di lancio nel consolidare

sione si sarebbero svolti i primi festeg-

Il libro

In questi 50 anni si sono vissute

una passione naturale ed innata per

giamenti con la partecipazione di nu-

Con l’intento di mantenere i ricordi, in

tante emozioni. Uno degli aspetti più

la montagna, portandoli “da grandi” al

merosi bambini appartenenti a diversi

modo indelebile nel tempo, il gruppo di

raggiungimento di obiettivi alpinistici di

CAI della Lombardia. Questa particola-

AG ha deciso di pubblicare un secon-

alto livello. Ne è un esempio Lorenzo

re attività del gruppo di Lecco sareb-

do libro, che sarà un proseguimento di

Mazzoleni un forte alpinista del gruppo

be diventata, su proposta degli istrut-

quello pubblicato per i 25 anni, in cui

Ragni, che negli anni tra il 1970 e 1980

tori INV (istruttori neve e valanghe),

verranno raccontati i secondi 25 anni

ha frequentato i corsi di Alpinismo

il primo raduno regionale invernale

fino a giungere ad oggi. Il libro verrà

prosegue

in sede.

40

Alpinismo Giovanile

1

Si impara a usare la sonda

I festeggiamenti, inoltre, troveranno un posticino a maggio in occasione Mario Panzeri racconta ai ragazzi i suoi 8000. Di fianco l’accompagnatore Federico Ratti. Sotto: foto di gruppo alla serata del febbraio 2010 con Mario Panzeri, al centro in seconda fila, e Mario Bonacina (maglione bianco in prima fila), past-president del CAI Lecco


presentato verso fine anno, insieme a un calendario dedicato ai 12 trekking, iniziati nel 2003. Tra gli eventi salienti e ricchi di novità realizzati di questi secondi 25 anni sono da ricordare i festeggiamenti per i 100 anni di Riccardo Cassin e l’incontro con Mario Panzeri, che con molta semplicità ha raccontato ai bambini le sue imprese sulle montagne più alte della terra. Inoltre il gruppo AG non è impegnato solo a camminare in montagna, e la dimostrazione è la ristrutturazione di Serata di istruzione con Giacomo Arrigoni del Soccorso Alpino

una baita in località Grassi con la realizzazione di un sentiero didattico in cui è possibile allestire mostre e svolgere lezioni all’aperto. In questi ultimi anni, poi, è nata la scuola intersezionale del CAI Lecco per la formazione di accompagnatori sezionali di Alpinismo giovanile ed è stata dedicata a Giordano Dell’Oro, primo accompagnatore nazionale di AG della nostra sezione. Tutto questo e molto di più sarà rappresentato nella mostra sui 50 anni di Alpinismo giovanile che verrà inaugurata a dicembre presso la Torre Viscontea. Le iniziative sono diverse e numerose, non vanno perse per dare il via ai

Incontro con l’alpinista Oreste Forno in Valle dei Ratti Sotto: i 100 anni di Riccardo Cassin

prossimi 50 anni con la stessa vivacità e voglia di fare. E allora largo ai giovani alpinisti. Auguri

1 In occasione del sessantesimo anniversario della conquista del K2 e del cinquantesimo anniversario della fondazione del gruppo di Alpinismo giovanile del CAI Lecco mi è venuto spontaneo legare i due eventi ricordando la figura del giovane e forte alpinista lecchese Lorenzo Mazzoleni, il quale da bambino ha frequentato i corsi di AG e da adulto ha raggiunto la vetta del K2.


MONTAGNE D’ARABIA

Un settembre in Oman alla ricerca di pareti inviolate

Dopo

qualche

Riprendo i sensi e ci prepariamo per

tiro ritorna Andrea

avvicinarci alla parete, saliamo con

in testa fino a dove

calma cercando di trovare una linea

pensavamo iniziasse

nella parte destra, convinti che lì ci sia

il facile, troviamo in-

meno probabilità di incappare in una

vece un altro muro

via già salita.

verticale a roccia

Sbinocolando qua e là troviamo

tagliente e blocchi

una via logica in mezzo alla parete,

instabili. Sottovalu-

uno studio fotografico ci conferma la

tando il tutto ripar-

possibilità, solo un tiro non è del tutto

to con le scarpette

chiaro, ma sembra fattibile. Molliamo

slacciate e tirando

tutto il materiale sotto lo zoccolo e

come un dannato i

scendiamo.

pochi appigli soli-

Il mattino dopo partiamo verso le

di esco sulla grossa

quattro, e alle prime luci Andrea è già

cengia a due terzi di

attivo sul primo tiro. Io da sotto assi-

parete al calare del

ndrea mi propone di andare

curo attento e per l’occasione indosso

buio, fuori tempo

a scalare in un posto caldo,

pure il casco. La linea immaginata pia-

massimo.

è settembre e quest’anno ho

no piano si concretizza sotto le no-

Mentre

di Luca Schiera

A

già passato più di quattro mesi in giro per i monti. Ci conosciamo appena, ma mi sembra una buona idea, perché no? Decidiamo per l’Oman, dove sembra ci sia ancora molta roccia da salire. Un emozionante volo sopra le Alpi all’alba ci porta a Zurigo, poi Dubai, quindi Muscat. Arrivati di notte non capiamo nulla su come muoverci, passiamo quindi una notte sdraiati in un bar, dopo aver consumato un frullato sospetto. Il giorno dopo, con il sole, ci chiariamo le idee; veniamo raggirati da taxisti e facciamo un lungo giro alla ricerca di provviste e di un’auto in

Tentativo di salita su una via nella penisola di Musandam

aver azzeccato la montagna.

affitto. Partiamo la sera stessa verso la parete più conosciuta del paese: Jebel Misht. Durante un incerto girovagare di notte, al chiaro di luna ci sembra che un profilo di Montagna possa corrispondere alla nostra, ci fermiamo in una strada sterrata e sveniamo in tenda. Jebel Misht Mi sveglio sudato, mi alzo e tra vari capogiri cerco riparo all’ombra. Iniziamo bene. Se non altro scopriamo di

cala

la

stre mani, scaliamo una buona parte

notte

in conserva fino ad una grossa cengia.

un buon posto per

Riparte Andrea sul tratto poco chia-

bivaccare e racco-

ro, desiste e mi dà il cambio, mi infilo

gliamo dei provvi-

le scarpette e parto su una placca di

denziali rami secchi

roccia molto compatta (stranamente)

per accendere un falò.

fin sotto un grosso diedro strapiom-

Buio, freddo, più

bante, attrezzo una sosta meglio che

cerchiamo

del (non) previsto.

posso, ma pare comunque poco con-

Ci sdraiamo vicini

vincente, nel dubbio punto pure i tac-

al fuoco e tentiamo

chi e recupero.

di dormire coperti

Sapendo cosa mi aspetta parto im-

da una felpa legge-

merso in una bolla di concentrazione,

ra, non ci riuscia-

la roccia è pessima, si sbriciola in con-

mo, notiamo invece

tinuazione e per vari metri non riesco

qualche nuvola che

a proteggermi, tiro ogni presa con tut-

copre le stelle, fino

ta la delicatezza che trovo, pulisco e

a che arriva l’impre-

trovo spazio per un brutto friend, sal-

visto dell’imprevisto:

go ancora in spaccata aperta e piazzo

piove.

tre pessime protezioni che collego, poi

un piccolo riparo e

arrivo ad un piccolo pulpito dove pos-

pensiamo a come

so scaricare una mano, l’uscita è così

scendere senza la-

vicina, ma manca ancora un passaggio

sciare in parete tut-

su roccia friabile. Dopo vari su e giù

to il materiale che

mi faccio passare il martello e pianto

abbiamo; nel frat-

senza appendermi l’unico chiodo della

tempo

via mentre sotto in sosta vibra tutto, il

mente smette.

chiodo però è buono, mi fido ed esco al sole, mentalmente provato.

Jebel Misht, preparativi per la salita

Cerchiamo

fortunata-

Riaccendiamo

il

fuoco e non ten-

Momenti della salita sulle rocce compatte delle Al Hamra Towers. Sotto: in discesa da Al Hamra; Foto L. Schiera


SOGNO E REALTÀ

Storia semplice di un giovane campione del mondo di Stefano Carnati

S

enza dubbio ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sognato di salire su un podio e

di diventare un vero campione, magari anche “campione del mondo”. Anche io l’ho sognato: l’ho desiderato molto prima di iniziare a scalare e di gareggiare per la società ASD Ragni di Lecco e nella nazionale italiana, quando ancora praticavo la ginnastica artistica e mi divertivo alle parallele piuttosto che alla sbarra. Ma si sa, la genetica prima o poi mette in risalto caratteristiche fino a quel punto poco evidenti o addirittura trascurate. Così, dopo aver accompagnato per anni mio padre in giro per

Il Jebel Misht. Foto L. Schiera

vallate alpine, falesie di ogni genere,

tiamo più nemmeno di dormire, pas-

zoccolo insospettabilmente bello. Con

la mano a terra e mi rendo conto di

siamo le ultime ore a parlare, e all’al-

qualche lungo tiro arriviamo sotto il

galleggiare sul materassino, abbiamo

ba mangiamo l’ultima barretta. Con il

muro centrale. Questa volta la roccia è

la sensazione di scivolare insieme alla

calore del sole ci riattiviamo e pro-

compatta e lavorata, qualche tiro im-

tenda, nel panico usciamo a fatica e ci

seguiamo sugli ultimi bei tiri a roccia

pegnativo, qualcuno meno, e in poche

troviamo in mezzo ad un torrente di

tagliente uscendo sulle roccette finali.

ore siamo 700 metri più in alto, sulla

fango formatosi in pochi minuti, che

Scendiamo a piedi la prima parte, poi

cima delle Al Hamra Towers.

porta verso l’oceano. La jeep parte al

una via su roccia o per arrivare alla ultima presa di un tracciato di gara.

nei posti più diversi, anche in riva al mare, boschi e sottoboschi di rocce e massi, mi sono ritrovato appeso a una corda non solo per giocare, come ero solito fare, ma per riuscire a scalare

ci infiliamo in un canale in discesa, con

Scendiamo dal versante opposto,

primo colpo e riusciamo a caricarci

un po’ di arrampicata e qualche dop-

usiamo il martello per un nut e un

tutto (fango compreso); passiamo il

Era il 2010, anno in cui a Lecco na-

pia arriviamo sulla morena immersi in

chiodo di doppia.

resto della notte in un più sicuro par-

sceva la squadra giovanile dei Ragni.

cheggio.

Da allora sono trascorsi pochi anni, ma

un caldo feroce. Ritorniamo in tenda dopo 34 ore

Musandam Khasab ci accoglie con una legge-

Il giorno dopo facciamo il giro

tanti sono stati i miei risultati positivi,

ra pioggia, siamo appena arrivati in

dell’unica strada alla ricerca di una

sia su roccia sia nelle gare. Le vitto-

nave e facciamo un giro per la pe-

parete compatta e ripida, la troviamo

rie al campionato italiano mi hanno

Dopo vari giri in auto, qualche can-

nisola dove è tutto completamente

dentro una valle.

convinto di poter far sempre meglio

yon e un tentativo di via, partiamo

diverso: meno deserto, meno caldo,

Parto sul primo tiro in un diedro poi

verso una parete vista dalla strada, bi-

chapati più grandi. Vaghiamo di not-

recupero da una cengia, quando An-

vacchiamo vicino alla base e alle pri-

te poi ci accampiamo in un grosso

drea è appena sotto di me gli si stacca

me luci ci avviamo e attacchiamo lo

spiazzo vicino alla strada costiera. Mi

un appiglio, lancia un urlo e vedo su-

sento letteralmente cullato (vedi riga

bito cosa è successo, recupero veloce

seguente) nel sonno quando Andrea

e riduco la lussazione alla sua spalla.

(14 di bivacco). Al Hamra Towers

46 Alpinismo e arrampicata

mi sveglia, il telo è bombardato dalla

Finisce così il nostro viaggio, non

pioggia e capisco a malapena ciò che

ci resta che passare l’ultimo giorno al

dice. “Non è niente” penso, appoggio

mare.

e mi hanno permesso di confrontarmi con atleti provenienti da tutta Europa e anche da tutto il mondo, durante le gare con la nazionale. Nel 2012, a soli 14 anni, mi sono ritrovato in viaggio verso Singapore per il campionato mondiale giovanile e, durante le lunghe ore di volo, più

volte mi sono chiesto: “Sto forse sognando?”. Il risultato della gara, né pessimo né ottimo (15° posto), mi è servito per rafforzare ancora di più le mie convinzioni e per trovare lo stimolo per continuare. Dopo un anno di buoni risultati, nuovamente convocato dalla nazionale per partecipare al mondiale giovanile, mi sono ritrovato ancora in volo, questa volta

Stefano su Deus Irae 8c+ Claro. Foto A.Carnati 2014

verso il

Canada, dicendo a

che sapevo mi intimidiva abbastanza.

me stesso: “L’importante è crederci:

A differenza delle prime gare, in cui

posso farcela!” Dalla mia avevo mol-

mi ero sentito molto frastornato per il

te medaglie, appena vinte, appese al

lungo viaggio e per il cambio di fuso

collo, tra le quali quella di campione

orario, nella finale ero più tranquillo,

europeo conquistata ad Imst (Austria)

ben supportato dal CT Donato Lella. La

nella specialità lead. Sapevo anche di

gara è stata un crescendo di emozio-

aver svolto una buona preparazione,

ni: salivo da presa a presa con suffi-

raggiunta con tante fatiche mie, del-

ciente scioltezza e questo mi aiutava

la mia famiglia e di tutti quegli amici

a dare il massimo, mentre da sotto

che, in palestra e su roccia, mi han-

sentivo l’incitamento dei miei compa-

no sempre motivato, consigliato e

gni di squadra.

ogni tanto anche rimproverato per le

Alla fine tutti sono caduti più in bas-

sciocchezze che, si sa, sono tipiche di

so e io, così, ho potuto ascoltare l’inno

noi giovani. Così, dopo le gare per le

d’Italia sul gradino più alto del podio.

selezioni, sono riuscito a entrare nella stretta lista dei finalisti, 8 su 50 atleti

Sì, ho avuto ragione: “L’importante è crederci...”

iniziali. Non è stato semplice. Conoscevo il livello dei miei coetanei europei, ma nulla o quasi degli americani e del gruppo dei giapponesi. Quel poco

Alpinismo e arrampicata

47


NONOSTANTE IL METEO

L’attività 2013 - 2014 del gruppo Sci di fondo escursionismo

- Rossi: Domenico Pullano

Gruppo amatoriale

Terza parte

Le uscite sulla neve si sono svolte

(comune a tutti)

Tirol, alt. 1.200 m, che vanta km 150 di

all’8 marzo 2014, con mete diverse lun-

Sabato 15 febbraio 2014 si è disputata

piste per alternato e km 100 di piste per

go tutta l’Engadina e un’uscita a Splugen.

la gara sociale dedicata a Paolo Piazza,

Il calendario, a causa della situazione

10 km su percorso pistato Surlej-SilsSurlej a tecnica classica.

L

unedì 4 novembre 2013 in sede

Giovedì 21.11.13 - Orientamento

CAI Lecco, presentando il pro-

Giovedì 28.11.13 – Proiezioni didatti-

gramma inverno 2013-14, abbia-

mo dato inizio, con rinnovato slancio, al

che e nozioni tecniche La partecipazione è stata discreta.

co Bianchi Vice direttore dei corsi: Giovanni Bolis Rapporti con la Commissione: Maria Giuseppina Ietto

31° anno di attività. Nella riunione del direttivo, tenuta il 23

Uscite a secco

Sono state effettuate cinque uscite

settembre 2013, si sono definiti: il rap-

Si sono svolte nelle mattinate di cin-

in Engadina, una a Splugen e un’uscita

porto con la commissione regionale di

que domeniche dal 10 novembre al 9

di due giorni in Piemonte nel periodo

riferimento CRLSASA-Sci escursioni-

dicembre 2013, alternando il piano lago

compreso tra domenica 12 gennaio a

smo; la conferma di istruttori e accom-

alla montagna, con ginnastica presciistica.

domenica 23 febbraio 2014.

pagnatori disponibili, con mansioni e incarichi di ognuno; il programma tecnico ed economico delle attività. Prima parte (comune a tutti)

Buona la partecipazione. Seconda parte

Hanno partecipato 43 allievi, suddivisi in:

Attività sulla neve

- principianti

E’ stata suddivisa nei due settori, ad-

- perfezionamento 1° livello n.6

destramento e amatoriale

n.18

- perfezionamento avanzato n.9

Lezioni tecniche e teoriche in sede Addestramento

CAI Sono state ridotte a tre serate: Giovedì 14.11.13 - Attrezzatura ed

48

Sci di Fondo

Nella due giorni in Piemonte, nel cu-

Svolta dalla Scuola sci di fondo escur-

neese, si è sciato all’inizio della Valle Stu-

sionismo del CAI Lecco, dal 12.01.14 al

ra ai Bagni di Vinadio e successivamente

23.02.14, con il corpo istruttori:

a Chiusa Pesio, alloggiando presso l’Hotel

- Istruttori ISFE: Marco Bianchi, Maria Giuseppina Ietto, Paola Monti - Istruttori I.Sez.: Giovanni Bolis, Salvatore Bucca, Cesare Merlini

Miramonti a Frabosa Soprana. Nell’uscita finale del 23 febbraio, in Engadina, si è percorsa a staffetta la maratona Maloja-Zuoz.

Hanno partecipato 53 persone, viaggiando con un autopullman della SAL-

I partecipanti, suddivisi in due catego-

gramma stabilito con un paio di recuperi

rie (allievi scuola e amatori), a loro volta

Conclusione della stagione 2013-14

e varianti.

suddivise in due categorie (maschile e

Stiamo organizzando il raduno di fine

Nell’uscita del 23 febbraio, in una

femminile), hanno ottenuto risultati sod-

maggio al San Martino. In seguito preci-

splendida giornata di sole, 10 parteci-

disfacenti. Per la prima volta la partenza

seremo i dettagli.

panti hanno seguito l’intero percorso

è stata data in linea per ciascuna cate-

Concludo ringraziando il direttivo al

della Skimarathon (km 42), mentre altri

goria, cosa apprezzata da tutti i concor-

completo per l’opera svolta con spirito di

si son fermati prima, altri hanno percorso

renti (pubblichiamo a parte commenti e

servizio e per la collaborazione presta-

la pista Pontresina-Zernez, altri ancora la

classifiche).

ta a tutti i livelli nello svolgimento delle

SAB di Lecco.

attività.

Come di consueto gli iscritti, 46 in to-

Tre giorni di fondo a Innsbruck (Au-

Auguro a tutti sempre migliore colla-

tale, sono stati suddivisi in tre sottogrup-

stria) – 28 febbraio e 1-2 marzo 2014

borazione per il futuro, auspicando che

Ospitati presso l’Hotel Dallinger a

lo sci di fondo in seno al CAI Lecco non

- Azzurri: Giacomo Piazza Direttore della scuola e dei corsi: Mar-

skating.

si è comunque riusciti a svolgere il pro-

pi, rispettivamente accompagnati da:

equipaggiamento

sportivo Olympia Region di Seefeld in

Coppa “Paolo Piazza”

Zuoz-Zernez.

di Stefano Vimercati

- 2° giorno e 3° giorno: impianto

principalmente di sabato, dal 4 gennaio

meteorologica, ha subito modifiche, ma

23 febbraio 2014, Maloja -Zuoz. Foto Chiara Spinelli

ders, alt. 1.400 m;

- Gialli: Daniele Colombo

Innsbruck, si è sciato rispettivamente: - 1° giorno: impianto sportivo di Nau-

venga mai meno.


DI CORSA CONTRO IL GELO

COPPA “PAOLO PIAZZA”

La gara sociale di sci di fondo in Engadina di Giuseppina Corti

C

’è un’atmosfera un po’ diversa dal solito sul pullman che alle 7 lascia Lecco diretto in Engadina,

sabato 15 febbraio: è la mattina della gara sociale. Hanno un bel dire i nostri istruttori che la gara è da vivere con serenità e senza particolari emozioni, come una bella giornata sulla neve aggiunta alle altre del programma. Non è affatto vero. Per prima cosa i 10 chilometri da Surlej a Sils e ritorno non vengono percorsi con il solito passo, fermandosi ad ammirare il paesaggio, sempre bello, o ristorandosi con generi di conforto, ma con andatura veloce e continua. Seconda cosa, i compagni che ti sorpassano e ti lasciano indietro, ti ricordano chiaramente i tuoi limiti. Terza, si parte e si torna a casa prima del solito. Così si sale lungo il lago e la val Chiavenna con sentimenti diversi dal consueto sonnecchiare e, tra più o meno false attestazioni di modestia, ricordi di precedenti competizioni e confronto di tempi di percorrenza, si giunge alla fermata del bar Moreschi. Una bevanda calda, un dolcetto non ce lo toglie nessuno, soprattutto oggi che amatori e allievi si trovano insieme e occupano in massa servizi, cassa, bar, bancone. Finalmente si giunge a Surlej e incominciano le brutte sorprese. La neve non è stata spalata da uno dei posteggi e non c’è posto per noi. Gli autisti dei pullman devono scaricarci

50

Sci di Fondo

e allontanarsi in fretta, pungolati dalla

è sicuro, poi di nuovo il falsopiano e

polizia cantonale. Abbiamo appena il

infine il traguardo. Ci sono applausi e

tempo di sciolinare e prendere quello

grida di incoraggiamento per tutti, e tè

che riteniamo utile, e i nostri automezzi

caldo. La gara sociale 2014 del gruppo

scompaiono in fondo alla strada, ma il

di sci di fondo è terminata.

peggio deve ancora venire. Un vento teso e gelido spazza l’entrata

Premiazione e ricordi

della

Dopo il veloce ritorno a Lecco, ci ri-

pista, tagliando la faccia ed entrando

troviamo nella sede del CAI per la pre-

sfacciatamente da ogni fessura degli

miazione. Il nostro presidente Stefano

indumenti. Stefano, il nostro presidente,

ricorda brevemente la storia della gara

e i cronometristi che ci hanno prece-

e le sue diverse modalità di svolgimen-

duto per allestire al meglio ogni cosa,

to e ricorda con commozione l’amico

sono intirizziti e hanno le lacrime agli

Paolo Piazza, cui il trofeo è dedicato.

occhi per il freddo, mentre cercano di-

Procede quindi alla premiazione: chia-

speratamente un po’ di riparo dietro la

ma i concorrenti uno ad uno e di cia-

piccola garitta del controllore della pi-

scuno dice il piazzamento e il tempo

sta.

di percorrenza, poi consegna il premio.

Cosa si

farà? Qualcuno addirittu-

Ci sono premi per tutti, e applausi

ra mormora di sospendere la gara,

perché ciascuno di noi è un vincitore:

ma alle 11 siamo tutti in fila pronti al

c’è chi ha vinto la gara, ma tutti hanno

comando. C’è però un’altra sorpresa e

sconfitto la paura di non farcela, la fa-

non spiacevole, questa volta. Invece di

tica, la voglia di abbandonare quando il

partire singolarmente a mezzo minuto

fiato sembrava mancare o la salita, e la

di distanza l’uno dall’altro, come l’anno

discesa, sembravano troppo dure. Non

scorso, siamo tutti allineati, i più veloci

è stata una gara facile, ce lo fa capi-

davanti, man mano tutti gli altri. E’ una

re il commento deluso di Teresa, che

partenza in linea, sembra di essere alla

pure è la prima classificata tra le donne:

“ski marathon”.

“Ho impiegato dieci minuti più dell’anno

Via! Siamo partiti e ci sgraniamo sul

scorso”.

leggero pendio che porta al falsopiano

La giornata continua con il ricco

e poi al bosco che sovrasta il lago, e

buffet preparato con la collaborazione

giù, sulla piana di Sils. Gli occhi bruciano

di molti volenterosi tra allievi e ama-

per il freddo, il vento fa sbandare con

tori. Tra una fetta di salame e una di

una folata improvvisa, i più lenti si ve-

torta, un bicchiere di vino o una bibita

dono sorpassare e incontrano i più ve-

(versati con generosità dalle bottiglie),

loci (veri e propri mostri) già sulla pista

i complimenti reciproci ci fanno capire

di ritorno. Alla grande curva in fondo

che la nostra attività sta andando verso

Mimmo ci incoraggia: ”Forza, adesso il

la conclusione.

vento è a favore”; in compenso però ha riempito i binari e distrutto la traccia. Si risale nel bosco, perché il lago non

10 km su percorso pistato, a tecnica classica, Surlej – Sils – Surlej di Mariarosa Beretta Sabato 15 febbraio 2014, sulle nevi dell'Engadina, si è disputata la seconda edizione della gara "Coppa Paolo Piazza", organizzata dal Gruppo sci di fondo escursionismo del Club Alpino Italiano, sezione di Lecco “Riccardo Cassin”. La gara è dedicata a Paolo Piazza, uno dei fondatori del gruppo, prematuramente scomparso, che tutti ricordano come caro amico ed eccellente punto di riferimento. I partecipanti, suddivisi in due categorie (allievi scuola e amatori), a loro volta suddivise in maschile e femminile, hanno ottenuto soddisfacenti risultati. La partenza è stata data in linea per ciascun raggruppamento. Di seguito le classifiche di ciascuna categoria:

CATEGORIA ALLIEVI SCUOLA FEMMINILE 1° Aldeghi Giulia 2° Griggi Fulvia 3° Sangalli Paola 4° Rondalli Margherita 5° Pivato Eliana 6° 7° 8° 9°

Confalonieri Silvia

Gilardi Miriam Negri Giuseppina Diana Lucina 10° Arigoni Annamaria 11° Pepe Maria Gabriella 12° Carotenuto Claudia 13° Pensa Lara 14° Sanarica Monica

1h 14' 10" 1h 15' 17" 1h 17' 04" 1h 19' 26" 1h 22' 01" 1h 26' 52" 1h 28' 13" 1h 29' 05" 1h 29' 09" 1h 29' 37" 1h 43' 33" 1h 45' 32" 1h 48' 30" 1h 48' 30"

MASCHILE 1° Campagna Antonio 2° Veggetti Vittorio 3° Bianchini Gualtiero 4° 5° 6° 7°

Caimmi Gianfranco Santoro Angelo Biffi Roberto Ragno Vittorio 8° Fumagalli Roberto 9° Regazzoni Maurizio 10° 11° 12° 13° -

1h 09' 12" 1h 09' 38" 1h 15' 14" 1h 16' 24" 1h 17' 57" 1h 19' 20" 1h 24' 45" 1h 25' 18"

Colombo Omar Rozzi Giovanni

1h 30' 00" 1h 34' 45" 1h 35' 04"

Del Pozzo Maurizio Pirovano Giorgio Merlini Pietro (SPECIAL GUEST)

1h 42' 17" 2h 03' 59" 1h 29’02”

CATEGORIA AMATORI 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11°

FEMMINILE Rusconi Maria Teresa Bassani Elena Longoni Pinuccia Orsoni Chiara Cestaro Silvana Spinelli Mariachiara Toselli Gina Melazzi Cristina Corti Giuseppina Tentori Rosa Maria Marinelli Maura

MASCHILE 1h 06' 03" 1h 07' 28" 1h 16' 45" 1h 16' 59" 1h 17' 32" 1h 21' 22" 1h 25' 03" 1h 27' 22" 1h 40' 07" 1h 49' 50" 1h 56' 44"

1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°

Sorrenti Marco Zappaterra Gianni Martinelli Ottaviano Cecchini Dario Arzani Ferruccio Barozzi Luigi Brivio Raimondo Invernizzi Giuseppe Froio Giuseppe Fusina Piero Maniglia Giuseppe Marchese Valentino

0h 59' 30" 1h 00' 33" 1h 02' 38" 1h 17' 09" 1h 21' 18" 1h 22' 01" 1h 24' 33" 1h 25' 05" 1h 25' 10" 1h 39' 10" 1h 43' 58" 1h 50' 09"

Cronometristi Carlo Zecchi e Carlo Fazzini Giudice di gara Stefano Vimercati L'iniziativa si è conclusa nel tardo pomeriggio in sede CAI Lecco con premiazione e festeggiamento di tutti i partecipanti.


AL LUPO, AL LUPO!

Da Montalbano a Versasio, in MTB nel cortile di casa

di Matteo Riva

L

’inverno è arrivato e la neve imbianca le nostre montagne. Per gli appassionati di MTB l’al-

lenamento e le uscite “sul campo” si complicano, ma non sono impossibili.

forse è il percorso più classico per i

La zona di Lecco, una delle più belle e

bikers del lecchese, sia nella stagione

ricche delle Alpi per la vasta scelta di

invernale come campo di allenamento,

attività sportive all’aria aperta, ci offre

sia nella bella stagione come rampa di

via Fausto Valsecchi con via don Lu-

una considerevole scelta di percorsi.

lancio per escursioni più lunghe e im-

igi Monza (frazione Varigione) e poi

Certo, un po’ di spirito di adattamento

pegnative.

attraverso via Monterobbio raggiun-

e tanta voglia di divertirsi in compa-

Stiamo parlando della salita a

giamo la sterrata che senza pendenze

gnia sono ingredienti sempre richie-

Ballabio passando per Montalbano.

particolarmente impegnative ci porta

sti. Qui vogliamo ricordare quello che

Cominciamo la gita dall’incrocio di

a Ballabio. Fino a questo punto abbia-


mo percorso circa 5 km e sono passati

rato carrabile che ci porta al passo del

e di soddisfazione nel “cortile” di casa

una quarantina di minuti.

Lupo. Attenzione! Dopo il primo km di

nostra che prende il nome da un non

A Ballabio il ciclista “duro & puro”

facile percorso, inizia il sentiero vero e

meglio identificato condotto nero che

avrà già le idee chiare sulla direzione

proprio (riconoscibile da un cartello di

taglia la traccia.

da prendere mentre il biker goderec-

divieto di transito alle moto), caratte-

Il tracciato parte dai prati sopra la

cio si infila in un bar per combattere

rizzato da passaggi tecnici che met-

baita di Cavagiozzo e porta a Germa-

il freddo con un buon caffè caldo. A

tono a dura prova i nostri muscoli e la

nedo, sopra l’ospedale, in circa venti

questo punto le differenti abilità sug-

nostra amata MTB.

minuti. È completamente immerso in un bel bosco con fondo sassoso, an-

geriranno gli itinerari. Il neofita poco sicuro delle sue capacità ripercorrerà

Il “Tubo”

che ripido, mai da sottovalutare, ma

NELLA TERRA DI MINOSSE

Il Dikti, un’escursione sulle montagne di Creta di Luigi Colombo

C

reta: splendida isola nel Mediterraneo, culla della civiltà minoica, dove si intrecciano storia e leggenda.

Frequentatissima meta turistica, magnifiche

la strada fatta in salita con la possibilità

Giunti, dopo il primo tratto di sen-

generoso nel regalare soddisfazioni al

spiagge dorate, tesori d’arte e siti archeolo-

di deviare alla trattoria di Montalbano:

tiero, ad una radura, seguire la traccia

biker allenato e tecnicamente pronto.

gici, suggestivi monasteri, e altro ancora. Ma

seguendo la traccia visibile a sinistra,

di sinistra che ci porta al ponticello sul

Questa escursione, almeno nel suo

non è soltanto tutto questo; Creta è anche

prima di entrare nel parcheggio della

fiume Caldone, proprio sopra sceno-

sviluppo completo, è consigliata ai ci-

Momenti dell’escursione. Foto Matteo Riva

trattoria, si scende in Bressanella per

una natura selvaggia, gole impervie, grot-

grafiche pozze naturali.

clisti esperti ed allenati, muniti di bi-

te, percorsi di trekking, e soprattutto, belle montagne.

Non ci sarà vergogna a portare per

ciclette biammortizzate, ed è percor-

I principali rilievi orografici dell’isola pos-

track. Invece gli esperti, i “biammor-

qualche metro la bici a mano, soprat-

ribile in sicurezza anche in condizioni

sono raggrupparsi in tre distinte catene, e

tizzati” e gli ardimentosi ci seguiranno

tutto dove il sentiero propone passaggi

di umidità grazie all’eccellente grip

precisamente, i Lefki Ori (Monti Bianchi)

sull’itinerario bello ma tosto che pro-

impegnativi. Nel giro di una mezz’ora

offerto dal fondo del tracciato. Obbli-

nella parte orientale; una decina di cime

poniamo.

siamo giunti ai prati di Versasio, sot-

gatorio è l’uso del casco e dei guanti,

superano i 2000 m; la più alta, il Pachnes,

Prendiamo la strada per Morterone

to la partenza della funivia per i Piani

vivamente consigliato è anche attrez-

arriva a 2453 m. Più al centro, il massiccio

e subito dopo il ponte, prima che inizi

d’Erna. Anche qui le scelte per con-

zarsi con ginocchiere, gomitiere e pa-

del Monte Ida o Psiloritis con il Timios Sta-

la salita, sulla destra vediamo lo ster-

tinuare la gita sono molteplici, l’atleta

raschiena. Nella stagione 2014 questo

vros che raggiunge i 2457 m ed è il più alto

oramai appagato tornerà in città dalla

percorso sarà sicuramente una delle

rilievo di tutta l’isola. Più a est, i Dikti Ori; la

strada asfaltata (orrore!) gli altri sa-

escursioni che il gruppo CAI-Saltafos

ranno pronti per il mitico “Tubo”. Già il

proporrà ai propri soci.

54

esposti; tempo di salita: 3 ore e mezza;

est del capoluogo Irakleio; da qui si sale in

dislivello: 1100 m; notevole lo sviluppo del

auto (tutte le strade dell’isola, incluse quelle

percorso, che richiede comunque un di-

di montagna, sono asfaltate e in eccellen-

screto allenamento.

ti condizioni) verso l’altopiano di Lasithi, a

Ottima la segnalazione curata dalle se-

circa 800 m di altitudine, fino ai villaggi di

zioni di Irakleio e Khania del Club Alpino

Agios Georgios e Koudomalia; da quest’ul-

Ellenico (EOS); bolli, ometti, paline segna-

tima località si prende una stradina asfaltata

letiche ai principali bivi rendono quasi im-

che porta dopo 5 km alla chiesina di Pa-

possibile sbagliare.

Il monte Afendis Christos (2141 m), dalla cima del monte Dikti

un breve ma divertentissimo single

Escursionismo

dina di Malia, sulla costa nord, circa 30 km a

Tubo, uno dei sentieri più affascinanti

cima più alta è il Dikti, oggetto dell’ascensione qui descritta, che arriva a 2148 m. Il monte Dikti Per salire il Dikti si può partire dalla citta-

La chiesina di Panagia Limanakro, all’inizio della ascensione

nagia Limanakro, a quota 1050 m.; qui ha inizio l’ascensione. Si prende il sentiero E-4, e si inizia a salire in direzione sud, dapprima su una pietraia

Vale la pena segnalare l’esistenza di interessanti percorsi su roccia (in particolare, sul pilastro centrale NNE) per arrivare alla vetta, oltre la via normale qui descritta.

un po’ monotona, fino ad una insellatura. Da

Se scegliete di andare al mare per le va-

qui si continua piegando verso est, fino a

canze, e non volete rinunciare a qualche

una palina segnaletica che indica la direzio-

escursione in montagna, portate in valigia

ne per la cima. Si va verso nord; il sentiero

un paio di scarponcini da trekking e andate

diventa in alcuni punti una traccia; ci sono

a Creta; è proprio il posto giusto.

comunque numerosi ometti. Verso la fine il sentiero, a tratti un po’esposto, appare più evidente e si raggiunge la cima senza particolari difficoltà. Difficoltà: E/EE, per alcuni tratti un po’

Escursionismo

55


Domenica 19 ottobre Camminiamo sui sentieri di casa Periplo del Resegone e castagnata alla capanna “A. Stoppani”

La "Commissione Gite Sociali" del CAI Lecco propone anche quest'anno un interessante programma di escursioni per accontentare i gusti di tutti gli appassionati della montagna. La partecipazione alle escursioni è aperta a tutti i soci in regola con l’iscrizione per l’anno in corso che godono, in tal modo, delle necessarie coperture assicurative previste dal CAI. Ai simpatizzanti non iscritti al CAI può essere concesso di partecipare a poche escursioni con difficoltà T(turistica) o E (escursionistica) finalizzate alla verifica dell’attitudine all’escursionismo di gruppo, chiedendo loro di attivare le polizze giornaliere di assicurazione (Soccorso Alpino ed Infortuni). Le escursioni sociali del CAI, coerentemente alla loro natura, pongono i loro partecipanti di fronte a rischi e pericoli inerenti la pratica dell’alpinismo, dell’escursionismo o di altre attività in montagna. I partecipanti, iscrivendosi alle escursioni sociali, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità il presidente, la sezione del CAI Lecco e i responsabili dell’escursione, per incidenti e infortuni che dovessero verificarsi durante lo svolgimento.

Le escursioni proposte sono classificate E (escursionistiche), con un paio d’eccezioni che presentano brevi tratti classificati EE (escursionisti esperti), percorribili senza difficoltà. E’ in corso il perfezionamento del programma nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. Nella presentazione delle singole uscite saranno eviDomenica 26 ottobre denziati i punti critici o pericolosi, per informare in particolare i partecipanti meno esperti. Chiusura stagione al rifugio Martina, dalla Colma La gita alpinistica propone quest’anno la traversadel Piano di Sormano per la Cima del S. Primo ta del Castore, una delle creste più belle ed affilate (Triangolo Lariano) del massiccio del Monte Rosa, un’escursione di due giorni con pernottamento al rifugio Guide della Val d’Ayas a 3420 m. Si segnala che la traversata presenta difficoltà di tipo alpinistico ed è riservata a soci con esperienza adeguata alle caratteristiche, difficoltà e quota dell’itinerario, dotati di idoneo e proprio equipaggiamento, in buone condizioni di salute e di allenamento nonché di acclimatamento alla quota, rispettosi dei codici comportamentali richiesti dal Regolamento sezionale. Durante tutta l’attività non è prevista alcuna forma di accompagnamento, ma esclusivamente supporto logistico fornito dagli organizzatori.

A seguire il programma completo delle uscite.

Per informazioni visita il sito www.cai.lecco.it o vieni in sezione il martedì o il venerdì dalle 20.30 alle 22.30

VIENI IN MONTAGNA CON NOI CALENDARIO GITE SOCIALI 2014

di Giuseppe Ferrario, Giuliano Mantovani, Domenico Pullano

Domenica 30 marzo Nervi – Camogli (Liguria)

Sabato e Domenica 28 e 29 giugno Passo Resia (Alto Adige)

Domenica 13 aprile Valpolicella – Marano di Valpolicella (Verona)

Domenica 6 luglio Assalto al Resegone con la SEL

Domenica 27 aprile Cima Fiorina, 1840 m, Sonvico – Piandera (Canton Ticino)

Sabato e Domenica 12 e 13 luglio GITA ALPINISTICA Traversata del Castore, 4221 m, Monte Rosa

Domenica 11 maggio Monte Antola,1597 m, Parco dell’Antola, da Torriglia (Liguria)

Domenica 13 luglio Cristallina Val Bedretto - San Carlo Val Bavona (Canton Ticino)

Domenica 25 maggio Monte Alben da Zambla (Val Brembana)

Domenica 27 luglio Filisur – Samaden (Engadina)

Domenica 8 giugno In collaborazione con Rotary Club Camminata Rotary Lecco Versasio – San Girolamo

Domenica 31 agosto Monte Vago – Forcola di Livigno

Domenica 15 giugno Monte Gleno da Pianezza/Vilminore in Val di Scalve (Val Camonica) Domenica 22 giugno Raduno Cai Lecco ai Piani di Bobbio (Valsassina)

56

Escursionismo

Domenica 14 settembre Il Sentiero del Cardinello Isola-Montespluga (Valchiavenna) Domenica 28 settembre Lago di Marmorea – Veduta/Julierpass (Canton Grigioni) Domenica 12 ottobre Anello della Cisa e Monte Molinatico, Passo del Bratello (Emilia-Romagna)

PICCOLI PASSI COL FAMILY CAI di Alberto Pirovano, Andrea Spreafico Il progetto Family CAI nella sezione di Lecco nasce nel 2013 dall’idea di due giovani papà desiderosi di condividere la propria passione per la montagna con la famiglia e, soprattutto, con i figli più piccoli. Da quell’idea, in ragione delle esigenze e dei limiti connessi alla giovanissima età di questi ultimi e della necessità di introdurli molto gradatamente ed in modo “ludico” alla montagna, ha preso concretezza un progetto rivolto ai nuclei famigliari e finalizzato ad incentivare il rapporto genitori - figli. L’ambiente montano, l’esperienza motoria, le relazioni famigliari e le dinamiche del gruppo di famiglie partecipanti sono gli elementi scelti per introdurre i bambini. Il programma annuale delle attività consiste in un insieme di proposte dal contenuto “mirato ai più piccoli” e consente alle famiglie di avvicinare i propri figli alla montagna. A piccoli passi, naturalmente... Dopo l’esito positivo dell’anno “di prova” 2013, proponiamo un calendario di uscite per la stagione 2014. Per avere maggiori informazioni sul Family CAI o iscrivere il vostro nucleo famigliare alle sue attività, potete scrivere a family@cai.lecco.it oppure visitare la nostra pagina facebook. Foto di gruppo al Family CAI 2013

Domenica 18 maggio MONTE BARRO Domenica 22 giugno RADUNO SEZIONALE Domenica 29 giugno VAL BIANDINO Domenica 31 agosto VAL DI MELLO Domenica 5 ottobre PALESTRA ARRAMPICATA


ALTA QUOTA

I consigli su come alimentarsi in ambiente estremo

Relatori e invitati alla serata. Da sinistra: Andrea Carta, Danilo Bernasconi, Daniele Bernasconi, Emilio Aldeghi, Donatella Polvara

Venerdì 8 novembre 2013, presso la Sala Conferenze dell’Unione Industriali Lecchesi, in via Caprera a Lecco, si è svolta un’interessante serata patrocinata dal CAI Lecco sul tema “L’alimentazione in ambiente estremo”, a cura della dott.ssa Donatella Polvara, biologa nutrizionista. Hanno partecipato Emilio Aldeghi, presidente del CAI Lecco, il dott. Luca Morelli, lo psicologo Andrea Carta, l’alpinista Daniele Bernasconi e il campione del mondo di immersione Danilo Bernasconi. Donatella Polvara ci offre qui una sintesi degli argomenti trattati.

zionali possono essere trasformati

glucosio semplice. Anche fruttosio/

uova non possono mancare come

in energia utile per le scorte.

maltodestrine sono un mix vincente

importante fonte proteica. La car-

per mantenere la glicemia a livello

ne di yak per esempio consente un

costante nel tempo.

buon apporto di vitamina B e ferro

Messner quando conquistò il Polo Nord adottò una dieta molto ricca di grassi: il 40 per cento era com-

Le richieste energetiche dell’al-

utili per la formazione dei globu-

posto da cibi con alto contenuto li-

pinista, oltre i 4000 metri sono

li rossi e il trasporto di emoglobina,

pidico. L’alto contenuto calorico di

molto elevate, dovute oltre che allo

indispensabili per imprese alpinisti-

tali cibi 9 Kcal/gr consente di for-

sforzo fisico anche agli adattamenti

che di alto livello.

nire all’organismo le calorie giuste

richiesti al corpo in tali condizioni

Il reintegro dei liquidi è fonda-

per far fronte al dispendio ener-

estreme: termoregolazione, batti-

mentale soprattutto ad una certa

getico durante la termoregolazio-

to cardiaco, respirazione, produ-

altezza. L’alpinista dovrebbe bere

ne corporea a bassa temperatura.

zione di globuli rossi. Il fabbiso-

un’acqua con un buon contenuto di

Ad alta quota, quando la pressione

gno energetico durante l’attacco

sali (RF>1000) in quanto acque con

di ossigeno si riduce notevolmen-

alla cima potrebbe arrivare anche a

basso residuo fisso o acque iposo-

te, soprattutto sopra i 4000 metri,

5000/6000 calorie al giorno. Tale

diche dissetano, ma aumentano la

risulta più difficoltoso per l’organi-

apporto calorico non sempre può

diuresi facilitando la disidratazione.

smo trasformare in energia tali ali-

essere mantenuto in quanto ad una

Dunque aggiungere sempre un cor-

menti per questo sarebbe eccessivo

certa altezza subentra un rallenta-

retto contenuto di sali nell’acqua di

consumarne in abbondanti quantità.

mento delle attività gastro-inte-

fusione.

L’alcool causa una vasodilatazione

stinali che spesso comporta inap-

Per imprese alpinistiche di alto

periferica, sottrae sangue agli orga-

petenza. Inoltre si deve far fronte

livello sarebbe accurato attener-

ni interni e lo porta in superficie.

anche ai problemi pratici legati alla

si ad una corretta alimentazione

Causa una ipoperfusione interna, ci

stanchezza, alla temperatura e alle

in funzione del proprio metaboli-

dà una sensazione di caldo di breve

difficoltà nella preparazione dei cibi.

smo basale e del proprio dispen-

durata, ma non è in grado di au-

La lontananza da casa può influi-

dio energetico sotto sforzo; utile

mentare la temperatura corporea

re enormemente sulle abitudini ali-

per mantenere le performances il

in modo ottimale. Non è il miglior

mentari e sull’alimentazione dell’al-

supporto di esperti nel settore che

metodo per scaldarsi a bassa tem-

pinista.

garantiscano un apporto calorico

La necessità del reintegro

peratura. Il valore dei carboidrati

di Donatella Polvara

S

coprire ambienti nuovi e raggiungere luoghi incontaminati ha sempre affasci-

nato l’uomo. La montagna con le sue vette, i deserti, le distese di sale e il fondo dei mari: tutti ambienti estremi che richiedono all’organismo grandi capacità di adattamenCome dobbiamo alimentarci se

58

Appuntamenti

al rientro

vogliamo ottenere delle maggiori

di ossigeno per essere strasformati

prestazioni dal nostro corpo oltre i

in energia. Richiamano sangue allo

per il trekking

dovrebbero esse-

po subisca un calo fisiologico del

3000 metri? Quando freddo, vento

stomaco e lo sottraggono ai mu-

re date dai carboidrati, la maggior

peso come per gli astronauti dopo

e fatica si fanno sentire, quali ali-

scoli.

parte degli autori consiglia di ar-

le missioni nello spazio.

Le principali fonti energetiche

delle imprese in alta quota il cor-

menti sarebbe meglio preferire per

Sarebbe meglio evitarli in caso di

ricchire le proprie fonti quotidiane

Prodotti sottoforma di gel, bar-

mantenere le performances ad alto

intensa attività fisica a bassa tem-

con una quota pari al 70 per cento

rette, liofilizzati, pasti completi con

livello, in caso di trekking ad alta

peratura o in alta quota.

in glucidi. I carboidrati migliora-

i principi nutrizionali adeguati alle

no anche la perfusione polmonare

esigenze energetiche, ricchi in tri-

La carne di orso è molto ricca di

e quindi possono anche contribu-

gliceridi a catena media, fruttosio,

grassi, anche il salmone dei paesi

ire a migliorare i sintomi del male

isomaltulosio, maltodestrine e vita-

Nei paesi nordici è molto diffuso il

nordici ha una quota in lipidi su-

di montagna. Fruttosio e isomaltu-

mina C, tutti utili da consumare nei

consumo di alcool e di cibi grassi. Si

periore rispetto al salmone pescato

losio sono due tipi di zuccheri che

trasferimenti in alta quota.

tratta di sostanze molto caloriche; i

in Canada, ma a queste latitudini, ci

troviamo nelle barrette energetiche,

grassi richiedono molto più tempo

troviamo a basse quote e a livello

ottimi per ottenere energia di gran

indispensabile è

dei carboidrati per essere digeriti

del mare, la pressione di ossigeno è

lunga durata rispetto all’utilizzo di

pasta, patate, riso e legumi. Carne e

e necessitano di maggiori quantità

buona e cibi con questi valori nutri-

quota? In fondo basta solo introdurre la miscela giusta per ottenere il massimo dei giri.

to.

E’ stato stimato che

Il peso dei grassi

Durante la sosta al campo base il reintegro con

mirato.

Il tema della serata ha avuto un notevole riscontro e tante sono state le richieste da parte degli alpinisti di ripetere l’evento. Il prossimo appuntamento con la nutrizionista sarà ad Alma do Pico (Azzorre) dove nel mese di settembre la dott.ssa Donatella Polvara, per gli amanti del trekking e delle immersioni, dedicherà un’intera settimana al tema “Alimentazione e performances”(www.almadopico. com).

Appuntamenti

59


STOPPANI A LUGANO

Tappa ticinese per la mostra del CAI Lecco di Adriana Baruffini

D

al 10 gennaio al primo marzo 2014 la mostra “Sulle tracce di Antonio Stoppani”, realiz-

zata nell’ambito del progetto interreg “Confini d’incontro” e già esposta a Lecco, è stata in trasferta a Lugano presso la sala espositiva del Canvetto luganese messa a disposizione dalla Fondazione Diamante. L’iniziativa è nata dalla collaborazione del Club Alpino Italiano sezione di Lecco con il Club Alpino Svizzero sezione Ticino, in occasione del 150° di fondazione del CAI e del CAS. La locandina della mostra presenta la figura di Antonio Stoppani scienziato e alpinista in un breve testo redatto da Angelo Valsecchi: “…Mosso

da un entusiasmo irrefrenabile per i fenomeni naturali fu un camminatore infaticabile, esploratore dalla curiosità infinita e grandissimo ricercatore. Visitò anche il Monte Generoso e il San Giorgio. Al pari del nostro Lavizzari, fu uno dei primi divulgatori scientifici…Tra i molti meriti riconosciuti al grande naturalista si deve ricordare che, negli anni in cui l’alpinismo era un’attività elitaria praticata solo dalle persone facoltose… Antonio Stoppani diffuse il piacere per l’escursionismo, praticato sulle montagne di casa, anche tra le classi sociali più semplici. Lo Stoppani fu il primo a comprendere il valore sociale ed educativo dell’alpinismo...” Il sottotitolo della mostra “Pioniere

60

Appuntamenti

COPERTURE

della divulgazione

naturalistica”

riassume

questi

contenuti,

resi

speciale coperture

ancora più espliciti dall’immagine riprodotta

sulla

locandina: un ritratto fotografico di Antonio Stoppani con sovrapposte, a mo’ di

Momenti dell'inaugurazione presso la sala convegni del Canvetto luganese

corona, le creste del Resegone, fotomontaggio realizzato nel 1933 dal

fotografo

Ausonio

Zuliani,

per una cartolina

da così...

a così...

in ricordo del 50° anniversario della Società Alpina Operaia Stoppani. All’inaugurazione della mostra hanno partecipato i curatori che ne hanno illustrato i contenuti con brevi interventi e con una presentazione di Andrea Tintori sul significato

del-

le ricerche con-

Smontaggio vecchio tetto in Eternit con amianto Smaltimento in discariche autorizzate, pratica A.S.L. compresa Installazione immediata del nuovo tetto con pannelli isotermici

dotte sul Monte San Giorgio e sul Monte Generoso per la conoscenza dei fossili del Triassico Giurassico.

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RECENSIONI SUI SENTIERI DELL’ABATE di Giulia Faccinetto

Nell’ambito del progetto italo-svizzero interreg “Confini d’incontro” va a inserirsi un nuovo libro dedicato all’abate alpinista Antonio Stoppani. Il progetto, fortemente voluto dal CAI di Lecco e realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei del territorio lecchese, è stato curato da Adriana Baruffini e si avvale del contributo di Annibale Rota, Tiziana Rota, Andrea Tintori, Gian Luigi Daccò, Raimondo Brivio e Angelo Valsecchi. Antonio Stoppani, intellettuale dalle mille sfaccettature e uno tra i primi ad aver colto il valore educativo e sociale dell’alpinismo, viene riscoperto attraverso un ampio progetto che ha previsto, oltre alla pubblicazione di questo volume, anche una mostra a lui interamente dedicata ed esposta tra il 2013-2014 a Lecco e Lugano. Stoppani (1824-1891) è da considerarsi un intellettuale versatile e poliedrico nel panorama culturale italiano del tempo: sacerdote, scienziato, filosofo, patriota, scrittore e apostolo dell’alpinismo nel senso moderno del termine. Proprio per questo motivo il libro si propone di indagare, nella prima sezione, la figura dell’abate nell’ambito della sua complessità, considerandone sia le scoperte in campo geologico e paleontologico, sia il suo ruolo da un punto di vista di divulgatore e museologo. Camminatore indefesso, lo studioso si aggirava per i monti lecchesi alla ricerca di fossili e, rendendosi conto della carenza di studi in ambito geologico, Stoppani raccolse materiale didattico in volumi e in collezioni al fine di formare una nuova classe di insegnanti scienziati. Un capitolo intero è inoltre dedicato a Stoppani nell’arte figurativa, in questo caso non come artefice, ma come soggetto di moltissime opere scultoree e pittoriche. Nonostante non fosse un grande alpinista, Antonio Stoppani era sicuramente un instancabile esploratore. Il suo “nuovo” modo di concepire la montagna è stato fondamentale per la storia dell’alpinismo ed è proprio questo aspetto il fulcro di questo volume. Grazie al suo amore e alla sua passione per i monti lecchesi e ticinesi, trasmesso in moltissimi suoi scritti, l’abate-alpinista ha fatto in modo che la montagna non venisse più considerata meta elitaria di alpinisti-scienziati provenienti dall’alta borghesia, ma che diventasse aperta e accessibile a tutti. Per primo ha riconosciuto l’immenso beneficio sociale, spirituale e pedagogico dell’escursionismo. L’andare in montagna per il piacere di farlo e per rafforzare il corpo e lo spirito è alla base del pensiero di molti pionieri dell’alpinismo ed è stato lo stimolo per la costituzione delle diverse società alpinistiche. Egli aderì con entusiasmo alla costituzione, nel 1863, del Club Alpino Italiano e divenne primo presidente della sezione di Milano e successivamente di quella di Lecco. La parte più consistente del volume presenta invece una selezione di itinerari pensati per ripercorrere i luoghi cari a Stoppani: sono mete vicine, che si snodano tra il lecchese, il Canton Ticino e la Valle Imagna e sono itinerari semplici, facilmente fruibili, ma anche di grande interesse storico, geologico e naturalistico. Guidano il lettore alla scoperta di mete cui l’abate è molto legato, come per esempio la salita al Monte San Martino e ai rifugi Bogani e Rosalba sulle Grigne, l’esplorazione del Monte Barro. Antonio Stoppani ci accompagna in ciascuno di questi itinerari, aprendoci gli occhi e la mente su scorci, elementi naturalistici e monumenti a cui spesso non dedichiamo la meritata attenzione e riportando la nostra attenzione sul “piacere dei monti”. Adriana Baruffini (a cura di) SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI. Percorsi fra montagna, scienza ed arte in Lombardia e Canton Ticino Lecco, 2014

NEL MONDO DEL FREERIDE E DELLA NEVE FRESCA “Il freeride è una disciplina non solo sportiva, ma soprattutto mentale. È il pensiero che spinge i rider a sfidare i propri limiti e affrontare una discesa estrema, o a partire per l’esplorazione di una regione sconosciuta. È proprio il lato interiore quello che più viene fuori da “Uomini & neve”. Diciotto interviste agli sciatori e snowboarder, del presente e del passato, che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del freeride e della neve fresca. Attraverso le loro parole e i loro racconti vengono affrontate le ragioni più profonde che li hanno spinti a mettersi in gioco e alle volte a rischiare la propria vita per sentirsi liberi di poter lasciare la propria traccia sui pendii che sognavano. Per molti di loro fare freeride non è stata l’opzione più semplice. Hanno rinunciato alla strada più facile e meno pericolosa, per potersi esprimere nel modo che più li rappresentava, quello della libertà e del contatto con la natura. Le linee che hanno tracciato sono un po’ la cifra della loro anima e del loro modo di essere.

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Recensioni

Per questo motivo, alla fine dell’intervista, ognuno ha descritto la linea che meglio lo identifica, una linea che è a tutti gli effetti una sigla, una firma che ha segnato l’evoluzione del freeride.” I protagonisti: Ane Enderud: La potenza al femminile Bruno Compagnet: Il maestro Jedi del freeride Anne Flore Marxer: La femminilità e l’energia positiva Emilio Previtali: Il Diretur Paolo Tassi: Il viaggiatore Glen Plake: The most influential skier of the last 35 years Karina Hollekim: La ricerca della massima felicità a tutti i costi Markus Eder: Il futuro Marco Galliano: Il vacanziere in alta quota Taro Tamai: Lo spirito Zen del freeride Chris Davenport: Lo stile Stefano de Benedetti: La stella dell’impossibile John Falkiner: Libera il tallone, libera la mente Luca Pandolfi: L’asceta del ripido Giulia Monego: La determinazione e la dolcezza Stian Hagen: La tecnica Toni Valeruz: Il Mago del ripido Xavier de Le Rue: Il più forte snowboarder al mondo, punto”.

Martino Colonna, Francesco Perini UOMINI E NEVE. Incontri ravvicinati con i protagonisti del freeride Edizioni versante sud, 2013

SULLE TRACCE DI AMUNDSEN dalla prefazione di Mirella Tenderini

…Nel corso della ricerca di quel passaggio, Amundsen ancorò la sua piccola nave, la Gjøa, in un porto naturale nella costa meridionale dell’isola di King William nell’Arcipelago artico canadese, che battezzò Gjøa Haven - il porto della Gjøa - dove sostò dal 1903 al 1905, affrontando ben due lunghi inverni polari in contatto con la popolazione inuit dalla quale assorbì lo spirito dell’anima artica, apprendendo l’arte di vivere in quei luoghi inospitali. L’arte che lo guidò ai suoi successi laddove i suoi rivali fallirono tutti. Alla ricerca dell’anima artica, anche Massimo Maggiari Io sono Roald Engelbert approda a Gjøa Haven per incontrare Paul Ikuallaq, il niAmundsen pote di Roald Amundsen, e per portare avanti un pelleesploratore artico, norvegese grinaggio iniziato fin dagli anni Novanta lungo le rotte di sono figlio di Iems Amundsen. È l’episodio che apre questo libro. Maggiari è costruttore di velieri altissimi il cantore e Amundsen la sua guida e il suo daimon nel di Borge nell’Ostfold mondo incantato dell’Artico. sognatore dell’Orsa maggiore. La presenza di Amundsen in questo libro è fortissima e ispiratrice, ma la ricerca di Maggiari non si limita ai suoi luoghi. Dopo un soggiorno a Gjøa Haven con Paul per esplorare i dintorni, parlare con la gente, imparare a costruire un igloo, c’è da esplorare ancora tutto un altro mondo legato allo spirito del grande nord. Un mondo che Massimo Maggiari ha scoperto a tappe successive e che, spinto da quello che lui chiama “mal d’Artide”, pari in potenza al “mal d’Africa”, continua a visitare. «È da tempo che i miei scritti viaggiano nelle terre vicine al circolo polare artico. L’Alaska, Nunavut, la Groenlandia, l’Islanda e la Norvegia, le Alpi mi vivono dentro come un respiro, sono il soffio incantatore di una ricorrente meditazione». Così come i suoi viaggi punteggiano la sua vita, i suoi scritti si intrecciano in questo libro, portando il lettore ai piedi del monte McKinley e nelle foreste di Girwood in Alaska, nella Norvegia di Amundsen, fino alle valli alpine dove in preparazione della grande avventura artica l’autore ha trovato «ispirazione poetica, radici culturali, e un paesaggio fiabesco altrettanto affascinante come quello islandese.» È la terra della regina Dolasilla e del regno dei Fanes dove mito, leggenda e ghiacci sempiterni convivono e si riallaccia ad altre terre, dove ancor’oggi gli sciamani esercitano riti di antica sapienza. Massimo Maggiari è un poeta e ai suoi esordi letterari ha scritto libri di versi tra i quali uno dedicato ad Amundsen e al suo passaggio a nord-ovest. In questa sua opera, felice fusione di libro di viaggio e di ricerca spirituale, il suo è un canto poetico alla bellezza del mondo dei ghiacci e al coraggio di vivere.

Massimo Maggiari PASSAGGIO A NORD OVEST. Sulle tracce di Amundsen Alpine Studio, Lecco 2014

Recensioni

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FRAMMENTI DI PACE di Adriana Baruffini

Una copertina tutta bianca evoca la luce che attraversa questo libro come una trama sottile. Un libro di grande forza, duro e insieme pieno di dolcezza. Se si incomincia a leggerlo non si può fare a meno di arrivare rapidamente alla fine, salvo poi ritornare sui propri passi e centellinarlo riga dopo riga. Al centro del racconto una crudele esperienza di vita: l’improvvisa consapevolezza per un uomo sui sessant’anni, pieno di interessi e di aspettative, di essere ammalato di SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una malattia per combattere la quale la scienza non dispone ancora di strumenti risolutivi. Capitolo dopo capitolo, l’autore descrive con grande lucidità il manifestarsi di questo nemico invisibile destinato a svuotare progressivamente il suo corpo delle funzioni vitali, e intreccia il racconto con un’attenta analisi dei pensieri, delle emozioni, degli stati d’animo che via via occupano la sua mente e il suo cuore, dalle fasi iniziali di “buio”, di ”angoscia”, di “pena sconfinata”, di desiderio di morte, fino al momento dell’”abbandono”, dell’accettazione di una nuova condizione sulla quale rimodellare la propria vita, riuscendo, perfino, “con un pensiero che sembra folle”, ad essere felice. Pagine struggenti, inframmezzate come flash-back al racconto della malattia, svelano momenti, affetti, persone che sono state e sono fondamentali nella vita dell’autore; ora che tutto in lui “si è ridotto all’essenza” , ora che l’amore è l’unico suo bisogno, queste presenze lo fanno sentire in pace e, per un uomo di fede come lui, sono espressione dell’amore di Dio, sono “luce” nella sua manifestazione più alta. Ma il tema della luce non è presente solo qui, ricorre continuamente nel libro, evocato da ricordi lontani o da immagini recenti, come un bel tramonto che “colora, incendia e trasfigura i monti”. E proprio alle montagne che ha sempre amato e che ora può salire solo con il pensiero Antonio dedica qua e là altre pennellate di luce, come quando racconta l’incontro con un torrente dalle acque scroscianti: “Lo sento mentre salgo nel bosco… Lo trovo e vado a sedermi lungo una sua sponda, al sole se c’è, con gli scarponi a mollo per metà… Ascolto racconti venuti da lontano. C’è pace intorno. C’è l’energia vitale che sprigiona da ogni incontro. E quando mi rimetto in cammino, per tornare a casa e ricongiungermi al mio corpo nella stanza dalla quale non si è mai mosso, porto quella pace e quell’energia con me”.

Antonio Spreafico LUCE Lecco 2013

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Partita Iva 00210750139 - Capitale sociale 300.000 i.v. REA Lecco N° 69916 - Reg. Imp. Lecco N° 00210750139


INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA - TESSERAMENTO

LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:

AGEVOLAZIONI E BENEFICI PER I SOCI

QUOTE SOCIALI PER IL 2014.

Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali.

Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 (nati nel 1997 e anni seguenti)

Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “MonTutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relati-

Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00

vo al 2014, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate

Variazione Anagrafica

tagne 360” e la rivista quadrimestrale sezionale ”CAI Lecco 1974”.

nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO DELLA TESSERA PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso venerdì 18 aprile 2014) con pagamento in contanti, con assegno o con Bancomat In alternativa, il pagamento potrà essere effettuato a mezzo: a)

Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco.

b)

DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150.

c)

BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a

Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. Ricordiamo che il bollino può essere spedito per posta a domicilio, con un contributo, per socio o per nucleo familiare, di € 2,00 per spese postali e di segreteria. Con il bollino verrà inviato il bollettino di c/c postale pre-compilato per il pagamento. I soci interessati dovranno contattare la Segreteria telefonicamente o per lettera. CALENDARIO CHIUSURA SEDE Venerdì 18 aprile 2014 (Venerdì Santo)

66

Informazioni

Pier Attilio Bugna, socio dal 1976 Armando Meroni, classe 1915, iscritto dal 1967 Giuseppe Nino Mainetti, classe 1923, socio dal 1947 É inoltre tragicamente scomparsa, travolta da una valanga, Stephanie Frigiere, appassionata di alpinismo e scialpinismo, membro del gruppo Montagnari e compagna del Ragno Giovanni Ongaro. Ai familiari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.

1,00

*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.

IMPORTANTE

Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.

DIMISSIONI E MOROSITA’

Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto immediato, senza restituzione dei ratei della quota sociale versata. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacquistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.

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Per ottenere gli sconti indicati è necessario esibire la tessera del CAI Lecco regolarmente rinnovata. Possono usufruire delle convenzioni anche i soci delle sottosezioni del CAI Lecco: CAI Barzio, CAI Ballabio, Strada Storta. NB: Per le società commerciali o aziende che volessero attivare iniziative di promozione o sponsorizzazione con il CAI Lecco telefonare allo 0341-363588 (orari apertura sede) o al 3393216291.

Informazioni

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