Poste Italiane S.p.A. – spedizione in a.p. – DL 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n 46) Art1 comma 1 DCB COMO
n° 3/2013
CAI LECCO 1874
Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione di Lecco "Riccardo Cassin" Sentieri e Parole
L’Intervista
Sci Alpinismo
C’ERA UNA VOLTA IL RALLY ALBA SULLE GRANDES JORASSES CON GLI SCI E CON LA BARCA
Alpinismo Giovanile MEZZO SECOLO COSÌ
Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne Dal Nibbio al McKinley passando per il Avventura in Islanda tra fiordi, Ricordi e festeggiamenti per i la sfida dei più forti sci Bianco: Gigi Alippi, una vita per vela, scialpinismo e tempo pazzo cinquant’anni di Alpinismo giovanile alpinisti d’Europa l’alpinismo
IN QUESTO NUMERO EDITORIALE
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ABBIGLIAMENTO TREKKING, OUTDOOR, TEMPO LIBERO E SCARPE
SENTIERI E PAROLE
6 10 15 18 20 22
24
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Redazione: Adriana Baruffini, Angelo Faccinetto Direttore responsabile: Angelo Faccinetto Impaginazione e Grafica: BitVark - Pavia
Testata di proprietà del Club Alpino Italiano sezione di Lecco “Riccardo Cassin” Sede: via Papa Giovanni XXIII, 11 23900 Lecco Tel: 0341363588 Fax: 0341284717 www.cai.lecco.it sezione@cai.lecco.it
ALPINISMO GIOVANILE
Autorizzazione Tribunale di Lecco N. 5/78 del 20/06/1978 Spedizione in A.P. -45%- Art. 2 Comma 20/b legge 662/96
ALBA SULLE GRANDES JORASSES Dal Nibbio al McKinley passando per il Bianco: Gigi Alippi, una vita per l’alpinismo di Matteo Manente
CON GLI SCI E CON LA BARCA Avventura in Islanda tra fiordi, vela, scialpinismo e tempo pazzo di Martino Colonna UNA MONTAGNA DI EMOZIONI A novembre l’evento della scuola di sci alpinismo di Sara Pozzetti A STEPHANIE Il saluto degli amici istruttori e Montagnari di Massimiliano Gerosa MEZZO SECOLO COSÌ Ricordi e festeggiamenti per i cinquant’anni di Alpinismo giovanile di Alessia Losa
ALPINISMO e ARRAMPICATA
44 47
N° 3/2013
SCI ALPINISMO
30 34 36
Notiziario quadrimestrale della sezione di Lecco “Riccardo Cassin”del Club Alpino Italiano
Tipografia: Grafiche Riga Annone Brianza
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C’ERA UNA VOLTA IL RALLY Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne la sfida dei più forti sci alpinisti d’Europa di Angelo Faccinetto CENT’ANNI DOPO La “Linea Cadorna” nel territorio lariano di Sergio Poli ALPINISTI E MISSIONARI Un angolo di storia con padre Corti e padre Gianola di Dino Piazza PICCOLA STORIA DI MONTAGNA La mia salita al Pilone centrale del Freney al Bianco di Gigi Alippi I CAMOSCI DELLA GRIGNA Un tempo assenti, questi ungulati hanno conquistato le cime del gruppo di Dario Cecchini FIORI ALBINI Le rare varietà “bianche” delle nostre montagne di Annibale Rota
L’INTERVISTA
ENERGIA RINNOVABILE Tra continuità e innovazione, il futuro del CAI Lecco di Emilio Aldeghi, presidente CAI Lecco
MONTAGNE D’ARABIA Un settembre in Oman alla ricerca di pareti inviolate di Luca Schiera SOGNO E REALTÀ Storia semplice di un giovane campione del mondo di Stefano Carnati
Tiratura 2500 copie Chiuso in redazione 14/03/2014
SCI DI FONDO
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NONOSTANTE IL METEO L’attività 2013 - 2014 del gruppo Sci di fondo escursionismo di Stefano Vimercati DI CORSA CONTRO IL GELO La gara sociale in Engadina di Giuseppina Corti
ESCURSIONISMO
AL LUPO, AL LUPO! 52 Da Montalbano a Versasio, in MTB nel cortile di casa di Matteo Riva NELLA TERRA DI MINOSSE 55 Il Dikti, un’escursione sulle montagne di Creta di Luigi Colombo CALENDARIO GITE SOCIALI E FAMILY CAI 56 APPUNTAMENTI ALTA QUOTA 58 I consigli su come alimentarsi in ambiente estremo di Donatella Polvara STOPPANI A LUGANO 60 Tappa ticinese per la mostra del CAI Lecco di Adriana Baruffini 62 RECENSIONI 66 INFORMAZIONI DALLA SEGRETERIA
In barca a vela tra i fiordi della penisola di Hornstrandir, in Islanda. Foto M. Colonna
ENERGIA RINNOVABILE
Tra continuità e innovazione, il futuro del CAI Lecco
il gruppo ha nella nostra sezione. E’ una presenza importante, segnale di un attaccamento all’associazione che fa ben sperare nel futuro, che non si limita a occupare uno spazio, ma ha saputo vivacizzarlo anche con il coinvolgimento di altre sezioni del CAI. Un esempio su tutti è stata la scuola per accompagnatori sezionali intitolata a Giordano Dell’Oro, aperta alle sezioni del territorio, che ha avuto un grande successo, frutto di un lavoro impegnativo e ineccepibile. Mi piacerebbe davvero tanto che altri soci di altri gruppi iniziassero a occupare più spesso le sale della nostra sezione. Da parte nostra - mia e del consiglio direttivo - stiamo pen-
Raduno AG 2004. Foto Matteo Abate
L
di Emilio Aldeghi*
’interesse del Club Alpino Italiano verso i giovani risale al lontano 1892, con le prime caro-
vane scolastiche promosse dal CAI di Biella. Poi l’attenzione è andata via via crescendo ed ecco che nel 1965 Don Giuseppe Tagliabue, assistente dell’Oratorio di Lecco Centro, ebbe l’idea di rivolgersi alla sezione del CAI di Lecco per portare i ragazzi in montagna. Adesso sembrerebbe un passaggio quasi normale, ma a quei tempi era un’idea tutt’altro che scontata. Grazie alla storica passione della nostra città verso tutto ciò che è montagna, fortunatamente la proposta fu accolta e sostenuta: Dino Piazza, presidente del
4
Gruppo Ragni, e Andrea Castelli, se-
la nostra sezione, una festa anche per
gretario della sezione, coinvolsero il
la nostra città che ha visto tantissi-
presidente del CAI Dino Maroni e l’in-
mi suoi cittadini partecipare alle va-
tero gruppo dei Ragni. L’iniziativa fu
rie iniziative e crescere imparando a
portata avanti dallo stesso Dino Piazza
conoscere e a rispettare la montagna.
e dal consigliere Pino Comi, con l’ap-
E’ una festa per il suo attuale presi-
poggio di un bel gruppo di iscritti, fra
dente Tiziano Riva, che ha l’onore di
i quali anche nomi famosi nel mondo
traghettare il gruppo oltre questo tra-
alpinistico, a cominciare da Riccardo
guardo proponendo diverse iniziative
Cassin.
commemorative, tra le quali la pubbli-
Un grande impulso all’alpinismo gio-
cazione di un libro che ripercorre i 50
vanile fu dato poi da Maria Teresa Na-
anni di attività, arricchito con gli iti-
votti, scomparsa prematuramente, alla
nerari di trekking che l’alpinismo gio-
cui memoria dal 1984 sono intitolati i
vanile propone ogni anno; una mostra
corsi di AG, che sono oggi più vivi che
fotografica nel bosco lungo il sentiero
mai e, attualmente suddivisi in tre fa-
didattico in zona Grassi tra il Rifugio
sce di età, vedono ogni anno un cen-
Stoppani e Campo de’ Boi, che si ter-
tinaio di partecipanti.
rà nel mese di maggio, e una mostra
I 50 anni di AG E così anno dopo anno il gruppo
Editoriale
di Alpinismo Giovanile del CAI Lec-
programmata fra novembre e dicembre alla Torre Viscontea. Meriti e propositi
co è arrivato a festeggiare i 50 anni
Fra i tanti meriti vorrei sottoline-
di ininterrotta attività. E’ una festa per
are anche la presenza costante che
Carovana scolastica ai piani Resinelli, nel 1902. Foto Archivio Comi, CAI Lecco.
sando ad alcune proposte che spero
Un gruppo di volontari ha poi de-
sante opera di divulgazione dello sci
diventino un volano per promuovere
ciso che in primavera rinfrescherà i
di fondo. Sono piccoli e grandi segnali
la partecipazione di tutti. Dopo esse-
muri ormai bisognosi di manuten-
di una continuità che però ambisce
re rimasti in deposito dietro le vetri-
zione. Il neonato gruppo di Mountain
anche a rinnovarsi, a incontrare tutti
ne della nostra biblioteca in versione
bike aspetta ogni martedì l’avvento di
o molti di quegli iscritti che, siamo si-
VHS, abbiamo digitalizzato vecchi film
appassionati. Il gruppo delle escur-
curi, saprebbero portare nuovi stimoli
riguardanti grandi conquiste alpine.
sioni ha occupato in pianta stabile il
ed energia.
Questi
sono andati ad aggiungersi
tavolo vicino alla presidenza. Gli sci
Da buoni amanti della montagna e
a filmati di più recente realizzazione.
alpinisti (amichevolmente i cervelloni)
dell’ambiente siamo per l’energia rin-
Con l’acquisto di un maxi televiso-
non mancano di rinfrescare le serate
novabile. Chiediamo a tutti di esserne
re intendiamo proporre una serata al
con del buon prosecco, mentre l’amico
i protagonisti.
mese di proiezioni.
Stefano Vimercati continua nell’inces-
Lavori creativi con l’artista Luisa Rota Sperti sul sentiero didattico dell’alpinismo giovanile. Foto A. Baruffini
*Presidente del CAI di Lecco
Tra il ’65 e l’83 sulle nostre montagne la sfida dei più forti sci alpinisti d’Europa
di Angelo Faccinetto
“
Trionfo tedesco”, “Valzer austria-
dello sci alpinismo. E’ questa storia
co”, “Battuti d’un soffio i nostri Ra-
che vogliamo provare a ricostruire.
gni”. Ma anche, con la giusta evi-
Chiedendo scusa per eventuali im-
denza, il resoconto di un paio di acuti
precisioni - le fonti documentali non
degli sciatori di casa nostra. I titoli dei
sono sempre inappuntabili e la memo-
giornali di tanti anni fa ci consegnano
ria a volte inganna - e chiedendo a
frammenti di una storia quasi dimen-
chi allora è stato protagonista di voler
ticata. Una storia che dice che Lec-
raccontare la propria esperienza sui
co - insignita lo scorso anno per altri
prossimi numeri di questo notiziario.
meriti del titolo di “Città delle Alpi” – è
Tra il 1965 e il 1983 le nostre mon-
stata una delle grandi capitali europee
tagne furono teatro del Rally Interna-
1974, verso la vetta della Grigna settentrionale. Foto archivio Pino Comi, CAI Lecco
C’ERA UNA VOLTA IL RALLY
zionale di sci alpinismo. Organizzato
smo del CAI Lecco non era ancora
sviluppava tra i Piani d’Erna, il Resego-
europeo della specialità, e analizza la
ciatori di montagna
dall’Aast, l’allora Azienda autonoma di
stata fondata. Non per caso a quei
ne, Artavaggio, i Piani di Bobbio, il Piz-
classifica finale – vittoria della squadra
di
soggiorno e turismo, con il concorso
rally partecipavano numerose, e quasi
zo dei Tre Signori, Biandino, il Cimone
militare tedesca della Scuola Alpina di
(Germania); nel ’72 il
dei migliori uomini di montagna lec-
sempre vincevano, le squadre milita-
di Margno per terminare al Pian delle
Mittenwald davanti al CAI Folgore di
Gruppo sportivo della
chesi, se ne disputarono in tutto sedi-
ri. Salire con le pelli di foca sotto le
Betulle. Non per niente in quel periodo
Bormio e alla squadra militare bul-
Gendarmeria di Sali-
ci edizioni, richiamando specialisti da
solette era soprattutto affare da alpini.
il rally era denominato “delle funivie”.
gara – commentando: “Gli stranieri
sburgo (Austria), che
quasi tutti i paesi d’Europa. Con de-
La scommessa però è stata vinta.
A Bobbio e alle Betulle si disputavano
vengono per vincere, ciò deve servire
si ripeteranno anche,
nominazioni (e anche grafia) via via
Anche se poi, negli anni ottanta, quan-
le prove di discesa cronometrate (in
ad esempio a qualcuno dei nostri, che
con una formazione
diverse - Rallye (sic) della Valsassina
do il numero di sci alpinisti era ormai
cordata e con la barella).
affronta questa competizione, forse,
diversa, nel ’74, nel
e delle Funivie, i primi anni, Rally sci
cresciuto in modo esponenziale e di
Negli anni successivi il percor-
con troppa leggerezza senza dare ad
’75 e nell’80; nel ’76
alpinistico internazionale Lecco – Val-
rally di sci alpinismo se ne comincia-
so cambia e si fa più duro. La tappa
essa l’importanza che merita”. Brucia
e nel ’77 sarà la volta
sassina, in seguito, Rally internazionale
vano a disputare un po’ dappertutto,
delle Betulle viene sostituita da quella
il deludente risultato delle tre squadre
dell’Accademia dello
di Lecco - Gran Premio Europa nel-
la competizione è stata abbandonata.
del Grignone: salita da Esino e discesa
lecchesi in gara, quelle dei Ragni, del
Sport di Sofia (Bul-
le ultime edizioni – la competizione
Il percorso
fino al Pialeral, dove in diverse occa-
CAI Belledo e del CAI Strada Storta,
garia). Le sole vittorie
Bad
Reichenhall
è andata assumendo col tempo una
Il rally di Lecco si articolava su tre
sioni, utilizzando lo skilift allora in fun-
finite lontane dai primi posti. E brucia
“in borghese” saranno
rilevanza sempre maggiore, come te-
tappe e aveva luogo tra la fine di feb-
zione, si disputerà la prova di discesa
di più perché non è sempre stato così.
quelle già citate dei
stimonia il numero delle squadre e dei
braio e l’ultima decade di marzo, il
con la barella. Poi, con buon inneva-
Due anni prima, nel ’66, a tagliare
Ragni e, nel ’78, della
paesi partecipanti.
periodo di migliore innevamento. Il
mento, giù fino a Pasturo. La tappa
vincitore il traguardo del Pian delle
squadra del Soccorso
percorso spesso mutava, mantenendo
iniziale del Resegone diventa invece
Betulle era stato il terzetto dei Ragni
alpino di Berchtesga-
E’ stata una scelta anticipatrice, e
però sempre inalterate le sue caratte-
quella finale e si sviluppa tutta sulla
di Lecco composto da Dino Piazza,
den (Germania).
forse anche un po’ temeraria, quella di
ristiche di prova severa, molto diversa
montagna simbolo della città. Mentre
Giulio Bartesaghi e Luigino Airoldi. E i
Oggi il panorama è
puntare su una gara di sci alpinismo.
dalle gare di oggi. Non c’erano solo
i Campelli e il Pizzo dei Tre Signori,
Ragni, questa volta con i fratelli Cassin
cambiato. Lo scialpi-
Erano, quelli, gli anni del boom dello
le montagne da salire (con e senza
con le cime “facoltative” circostan-
e Conti, si ripeteranno vincendo il Ral-
nismo è sempre più
sci alpino su pista. Un po’ dappertutto
sci) e poi ridiscendere e non c’erano
ti, diventano le scenario della tappa
ly del ’73, mentre altre volte, come nel
praticato,
si costruivano funivie, si impiantavano
solo i passi da scollinare. Il program-
intermedia. Tappa che, in alcuni anni,
1971, ancora una volta guidati da Dino
hanno ceduto il passo,
skilift, si aprivano nuove piste e si ac-
ma prevedeva prove cronometrate di
si concluderà ai Forni di Premana pas-
Piazza, mancheranno la vittoria di un
le scuole, come quella
quistavano i primi “gatti” per battere la
salita; discese, sempre cronometra-
sando per la Bocchetta di Trona.
soffio dopo aver dominato le prime
del CAI Lecco, hanno
neve (c’era una fabbrica anche appena
te, con i tre componenti di ciascuna
Le ultime edizioni vedranno lo svi-
due tappe. Poi, competitivi, arriveranno
seminato bene e sulle
fuori Lecco, la SIFMA di Civate). Da
squadra legati in cordata; prove di sla-
luppo di un’inedita tappa tra le pendici
anche i premanesi.
nostre montagne si
noi si sciava dappertutto: in Erna, ai
lom gigante a squadre e l’immanca-
della Grignetta e il Grignone: salita dai
Di certo la concorrenza è sempre
continuano a dispu-
Piani Resinelli, in Artavaggio, al Piale-
bile, quanto spettacolare, discesa con
Resinelli fino al Saltino del Gatto pas-
agguerritissima. Nell’edizione del ’68,
tare gare sci alpini-
ral, al Cainallo, a Paglio, a Giumello, ai
la barella, con uno dei tre componenti
sando per la cresta Sinigaglia, discesa
solo per fare un esempio, si presen-
stiche di un giorno.
Corni di Canzo, al San Primo, a Valca-
– di solito lo sciatore meno brillan-
alla Bocchetta di Campione, poi risalita
tano al via 24 squadre. Di queste, dieci
E’ impossibile pensare
va, a Morterone oltre che a Bobbio e
te – nel ruolo poco ambito di finto
al Grignone attraverso gli Scudi quin-
sono straniere: tre tedesche, tre au-
di unire le forze e ri-
alle Betulle. E dappertutto, quasi ogni
ferito. Ma soprattutto c’era la notte
di ridiscesa al Pialeral. Come si vede,
striache, una francese, una jugoslava,
proporre un rally che
domenica, si organizzavano gare che
all’addiaccio. Al termine di una gior-
tanto alpinismo e poco sci, compen-
una bulgara e una cecoslovacca. Più in
torni a cavalcare tutte
vedevano la partecipazione di centi-
nata pesante, anziché riposare al caldo
sato però, a conclusione di tappa, con
là aumenteranno ancora e arriveranno
le nostre montagne?
naia di concorrenti. Non era granché
di un rifugio, ci si doveva rimboccare
la salita cronometrata dal rifugio Te-
anche i sovietici rafforzando ulterior-
L’attenzione sarebbe
diffuso il desiderio di evadere, di la-
ancora le maniche, prendere la pala,
deschi (allora ancora esistente) al Ci-
mente la presenza straniera.
certamente maggio-
sciare le code agli impianti e la folla
costruire un igloo e andarci a dormire
motto, pelli di foca ai piedi.
sulle piste per affrontare (in salita) i
dentro, col solo conforto del sacco a
nevai. La stessa scuola di sci alpini-
pelo. Come la scalata delle cime facol-
Anticipatori
8
Sentieri e Parole
i
militari
Molte sono le squadre militari, an-
re di allora. E poi le
che italiane. Sono loro a dominare il
nostre quattro funivie
Su un numero del Notiziario del-
campo in quegli anni. L’Albo d’oro lo
ci sono ancora tutte
tative, serviva per far punti. E i punti
la sezione, Vasco Cocchi scrive del
conferma. Nel ’65 si impongono i mi-
quante.
erano essenziali per la vittoria finale.
terzo Rally, quello del 1968. Parla di
litari della scuola alpina di Innsbruck;
Nelle prime edizioni il percorso di
“grande manifestazione sportiva in-
nel ’68 e nel ’79 i militari tedeschi di
gara, sempre suddiviso in tre tappe, si
ternazionale”, una sorta di campionato
Mittenwald; nel ’70 e nel ’71 i Cac-
I protagonisti
Da sinistra Dino Piazza, Lorenzi, Riccardo Cassin (con gli sci in spalla), Luigino Airoldi . Sullo sfondo il Pizzo dei Tre Signori. Foto archivio Dino Piazza
I componenti della squadra tedesca vincitrice del V Rally
Primi anni ‘70, verso la vetta del Resegone, sotto: verso lo Zuccone Campelli. Foto archivio Pino Comi, CAI Lecco
val d’Aosta e Stelvio, per proteggere
CENT’ANNI DOPO
la frontiera nord italiana da possibili invasioni.
La “Linea Cadorna” nel territorio lariano
In effetti, il progetto nacque appena dopo l’Unità d’Italia, ma i lavori iniziarono solo nel 1904, per concludersi nel 1917, in piena Prima Guerra Mondiale – ecco perché si tende a confondere le due cose. Lunga 280 km, la Linea presenta centinaia di postazioni per artiglieria, chilometri di trincee, decine di caserme fortificate, cunicoli, osservatori in caverna, tutti costruiti a regola d’arte dal genio militare, con l’aiuto
Caserma al Sasso Gordona. Foto Sergio Poli
di imprese che impiegarono molta gente locale, anche donne e ragazzi. Uno sforzo immane, costato anche la vita a decine di operai per le precarie condizioni di lavoro. Ma per fortuna, da tutte quelle fortificazioni non partì mai nemmeno un colpo. Il sacrario di Redipuglia. Foto di Sergio Poli.
di Sergio Poli Un mesto compleanno 2014: sono passati cent’anni giusti dall’inizio della prima guerra mondiale, chiamata comunemente Grande Guerra. A breve saremo sommersi da celebrazioni – è l’unica guerra vinta dall’Italia - da rievocazioni di battaglie più o meno eroiche, ma anche da stimolanti e interessanti iniziative che ci spingeranno a ricordare, o almeno a riprendere in mano i libri di storia. Per capire cosa sia stata quella guerra dalle nostre parti, dove per fortuna non si è combattuto, basta andare in una qualsiasi piazza di paese, anche dei rioni di Lecco, e leg-
10
Sentieri e Parole
Non per questo quell’opera titanigere le lapidi sui monumenti com-
ticanza: dovevano tagliarli tutti.
ca fu inutile: vennero anche realiz-
memorativi. Per economia gli stessi
Non è questa la sede, né abbiamo
zati centinaia di chilometri di strade
monumenti, eretti per ricordare i ca-
la pretesa, di fare una rilettura critica
carrozzabili, mulattiere, sentieri di ar-
duti della Grande Guerra, sono stati
di quel periodo. Si vuole solo fare un
roccamento, forse l’eredità più utile
utilizzati trent’anni più tardi anche
cenno su alcune opere che furono
lasciataci, togliendo così alcune val-
per celebrare i caduti della seconda
costruite allora per motivi bellici e
li dal loro secolare isolamento. E’ il
guerra mondiale, Resistenza com-
che ritroviamo anche nel nostro ter-
caso ad esempio della val Varrone,
presa. I caduti della prima guerra
ritorio. Esistono infatti anche testi-
che vide la nascita della strada Der-
sono sempre, immancabilmente più
monianze non necessariamente fu-
vio – Premana proprio allora.
di quelli della seconda. Insomma, qui
nebri della Grande Guerra, sui monti
non si è combattuto, ma il tributo di
lariani. Vediamo quali.
giovane sangue è stato pesantissimo per ogni città, paese, frazione.
Cos’è rimasto Sul Lario le fortificazioni sono
Occupazione Avanzata
concentrate soprattutto in due val-
Frontiera Nord
li: in val d’Intelvi, per proteggersi da
Lungo alcune vie cittadine furono
A parte gli addetti ai lavori e gli
eventuali invasioni dal Canton Ticino,
piantati alberi, ciascuno dedicato alla
storici, quasi nessuno conosce il
e in Val Varrone, per bloccare la por-
memoria di un caduto del posto. A
significato della sigla OAFN; è più
ta della val Chiavenna. Altre testimo-
San Giovanni per esempio, lungo via
conosciuta infatti come “Linea Ca-
nianze si ritrovano sul Monte Bisbino
Agliati c’erano dei tigli a perenne ri-
dorna”, anche se è un nome storica-
e sulla Spina Verde, vicino a Como.
cordo di quei poveri ragazzi; pochi
mente improprio.
Andare a visitare queste opere,
anni fa vennero abbattuti per lavori
Eppure, è proprio con questo nome
magari seguendo proprio le strade e
stradali, salvandone solo due, quel-
che è comunemente conosciuta la
le mulattiere originali, o i relativi sen-
li che si vedono dalla provinciale.
linea di fortificazione militare eretta
tieri di arroccamento, può essere un
Chiediamo scusa per questa dimen-
a inizio XX secolo lungo le Alpi, fra
interessante e suggestivo ripasso di
La postazione per cannoni sul monte Galbiga. Foto Naturtecnica. Sotto: il Sasso San Martino, strategico punto di osservazione. Foto Sergio Poli
storia, oltre che un discreto eserci-
confine elvetico.
La Linea Legnoncino-Legnone.
gnone, per poi scendere sul versante
zio fisico. Alcune di quelle postazioni
Ma veniamo al versante lecchese.
Per gli escursionisti però il setto-
nord e raggiungere l’Alpe Scoggione.
(Bisbino, Gordona, Corenno, Verceia)
Qui si trovano due sistemi difensivi
re più interessante è quello che sale
Il tracciato da Gallino fino al rifugio
sono state recentemente recuperate
ben distinti: la linea fortificata Lario -
dal Lario, partendo da Corenno Plinio,
Griera è ideale per i bikers; per gli
nell’ambito del progetto Interreg de-
Legnoncino- Legnone, che poi pro-
raggiunge la vetta del Legnoncino
escursionisti, oltre che una discreta
nominato For.Ti-Linea Cadorna, con
segue verso est lungo la val Varrone
(1500 metri di dislivello) e penetra
sgambata è un interessante corso
l’intento di rendere visitabili alcuni dei
e la cresta orobica; e il sistema dei
in val Varrone. Il sistema è molto
sulle tecniche costruttive dell’epoca
migliori esempi di costruzioni belli-
Forti di Colico, costruiti sui Montec-
complesso ed è opportuno visitarlo
(magari tagliando qualche tornante).
che del Lario.
chi nord e di Fuentes.
in tre tappe.
Una gita fuori porta.
Brevemente, nel cosiddetto set-
Riguardo al Forte Montecchio Nord
Il sentiero Corenno- Vestreno,
tore Ticino-Lario merita assoluta-
di Colico, basti dire che è una del-
detto “complesso trincerato del Sas-
“escursioni belliche” attorno al Lario,
mente una visita il sasso Gordona
le opere della Grande Guerra meglio
so”. Recentemente valorizzato con il
ci permettiamo di proporre un ultimo
(m 1.401), detto il Cervino della val
conservate al mondo. Ci sono anco-
progetto For.Ti, grazie anche all’in-
giretto, magari non originalissimo, ma
d’Intelvi per la sua inconfondibile cu-
ra, perfettamente funzionanti (alme-
tervento degli Alpini di Lecco, il sen-
di forte impatto emotivo: Redipuglia.
spide, che presenta diverse opere di
no nel movimento) i quattro cannoni
tiero è un ideale percorso didattico,
E’ una collinetta (Monte Castello)
grande pregio storico, poste anche in
montati su torrette blindate girevoli,
non (molto) faticoso, visitabile tutto
in Friuli, in provincia di Gorizia, sul
un contesto molto suggestivo: ca-
sempre visitabili con guida. Una visita
l’anno e che consente di osservare
cui fianco è stato costruito duran-
serme scavate nella roccia, trincee
al Forte Montecchio è un autentico
diverse postazioni splendidamente
te il periodo fascista un sacrario, che
e piazzole per mitragliatrici, e una
viaggio nel tempo: ci sono ancora
collocate, fino a raggiungere le due
raccoglie le spoglie di 100mila cadu-
splendida galleria (osservatorio) che
le scritte dei soldati sui muri, tutto è
caserme blindate di Vestreno e, poco
ti italiani della Grande Guerra. Sono
fora la cima della montagna, consen-
stato conservato come se la guerra
più su, di Sueglio;
poche decine di metri di dislivello,
tendo di affacciarsi “al coperto” sul
fosse finita ieri. Infatti, il forte è sta-
Il sistema Roccoli di Artesso –
versante verso la Svizzera: un vero
to usato come caserma e polveriera
roccoli Lorla - Legnoncino: magni-
nido d’aquila.
fino agli anni ’70 del secolo scorso,
fico percorso che parte dalle posta-
Sull’enorme scalinata in marmo
preservando così l’opera dal degra-
zioni per cannoni di Artesso (con
bianco è ripetuta all’infinito la scritta
do.
antico roccolo perfettamente con-
“PRESENTE” sopra i nomi dei caduti
Interessanti, ed estremamente panoramiche, sono anche le postazioni
Dopo
tanti
suggerimenti
per
ma è difficile trovare una salita così faticosa.
del monte Galbiga - Monte di Tre-
Anche accanto agli imponenti ru-
servato), si snoda lungo trincee e
– almeno dei 40mila che sono sta-
mezzo: un aereo percorso a domi-
deri del Forte di Fuentes, la formi-
gallerie verso i roccoli Lorla, con un
ti riconosciuti. Quasi tutti ragazzi di
nio dei laghi di Como e di Lugano,
dabile fortezza spagnola costruita
interessante osservatorio blindato, e
vent’anni o poco più. Impressionante
con numerosi appostamenti per arti-
nel 1604 sulla cima del Montecchio
risale la splendida strada militare fino
trovare soldati con il cognome ugua-
glieria, raggiungibili grazie alla dolce
est, vennero realizzate alcune batte-
alla vetta del Legnoncino (m 1714).
le al tuo. Soprattutto se hai un nonno
strada militare, ancora perfettamente
rie per cannoni: un giro Montecchio
Anni fa l’intero tracciato fu sistemato
nato nel gennaio del 1900, che se
conservata. Strepitoso anche il pun-
nord - Fuentes è anche una splendi-
e dotato di frecce e pannelli, nell’am-
fosse nato un mese prima avrebbe
to di osservazione del Sasso di San
da passeggiata naturalistica, oltre che
bito della realizzazione del percorso
potuto essere un “Ragazzo del ’99”, e
Martino, a picco sopra Menaggio.
storica.
DOL (Dorsale Orobica Lecchese),
magari morire, certo eroicamente, in
Postazioni ben visitabili e con pan-
Ma l’opera forse più curiosa è si-
quindi la visita è molto agevolata. E’
qualche sperduto angolo del Carso. E
nelli si trovano nella Foresta Regio-
tuata pochi chilometri a monte, in val
in corso anche il recupero della po-
tu non esistere.
nale del Monte Generoso, sopra la
Chiavenna, lungo il vecchio traccia-
stazione in caverna sulla cima del
Siamo qui per caso.
Dogana di Val Mara (“Percorso delle
to della SS 36 all’altezza di Verceia:
Legnoncino, detta di san Sfirio dal
All’uscita del Sacrario una lapide
Trincee”); di fronte, dall’altra parte
la galleria da mina. E’ una “trappola”
nome della chiesetta che vi si trova.
recita “O viventi che uscite, se non
della valle, sono visitabili altre po-
scavata nello spessore della roccia
Impareggiabile è il panorama dalla
vi sentite più sereno e più gagliardo
stazioni sulla Sighignola, proprio sul
fra la galleria stradale e quella fer-
cima del monte, che domina tutto il
l’animo, voi sarete qui venuti invano”.
roviaria. In caso di invasione nemica,
lago di Como.
12
Sentieri e Parole
I cannoni del forte Montecchio a Colico. Foto Sergio Poli
Difficile sentirsi sereni e gagliardi;
bastava far saltare la galleria, e ogni
Infine, un terzo “settore” è la stra-
passato il magone, ci si sente fortu-
passaggio sarebbe stato impedito.
da militare che risale da Pagnona, lo-
nati a vivere oggi, in questo periodo
Semplice e ingegnoso.
calità Gallino, fin quasi in vetta al Le-
di pace, in cui ci si può permettere di
La “Mina” di Verceia ricavata tra strada e ferrovia. Sotto: la “Mina” di Verceia, interno. Foto Sergio Poli
visitare postazioni e sacrari con l’a-
ALPINISTI E MISSIONARI
nimo del turista. Impegniamoci perché questa pace
Un angolo di storia con padre Corti e padre Gianola
duri sempre, anche per onorare chi questa fortuna non l’ha avuta. Qualche informazione Chi fosse interessato ad approfondire i temi della Grande Guerra, e in particolare di ciò che si trova ancora in Lombardia, può utilmen-
Le postazioni di Corenno Plinio a picco sul Lario. Sotto: il Roccolo di Artesso lungo il sentiero DOL. Foto Sergio Poli
di Dino Piazza
M
entre si rientrava da una spedizione in Patagonia ci siamo fermati a Comodo-
ro Rivadavia, a casa di padre Corti.
te consultare il Sito del Museo della
Era l’agosto del 1989 e là era inver-
Guerra Bianca, che ora ha una sede
no. Abbiamo cominciato a parlare di
anche nel Forte Montecchio a Colico:
problemi di povertà, di bambini mal-
http://www.museoguerrabianca.it/
nutriti e vestiti male. Là tutti aveva-
Esiste una bibliografia sterminata
no un cane: lo usavano d’inverno per
sull’argomento. Per limitarci a qualche
scaldarsi; quando la fame arrivava alle
titolo “locale”, citiamo:
stelle lo uccidevano e lo mangiavano.
Giuseppe Tattarletti: Le opere mi-
Dopo questi discorsi padre Corti mi
litari del Monte Bisbino. Comune di
ha fatto promettere di realizzare una
Cernobbio, 1989
scuola di meccanica per i ragazzi di
Roberto Corbella: Le fortificazioni
quella zona. Padre Corti coi suoi ra-
della linea Cadorna tra Lago Mag-
gionamenti e il suo sorriso riusciva a
giore e Ceresio- Macchione editore,
suscitare entusiasmo.
1998 per il settore varesotto;
Rientrato in Italia mi sono recato
Stefano Cassinelli: Forte Montec-
nella mia officina e mi sono preoc-
chio-Baluardo tra Alto Lario e Val-
cupato di cominciare a raccogliere
tellina. Macchione, 2002 Francesca Boldrini: La Difesa di
un confine – ed. Parco Spina Verde, 2006; Nemo Canetta: Sui sentieri del-
la Grande Guerra in Valtellina – 40 itinerari dal Lario all’Ortles- Ed. CDA Torino, Antonio Trotti. Alla scoperta della
Frontiera Nord. Otto spunti di turismo storico-militare tra Varese, Come, Lecco, Sondrio e Canton Ticino. Quaderni Museo Guerra Bianca n. 2- 2013. Il testo più completo e aggiornato.
Padre Gianola in una foto degli anni '90.
le macchine utensili necessarie per
La promessa è stata mantenuta. I
la scuola. È stata fatta una lista ed è
ragazzi indios hanno imparato a la-
cominciata la ricerca. Le macchine
vorare e ciò ha permesso loro di
passavano dalla mia officina per es-
togliersi dalla povertà; con il lavo-
sere revisionate, si cambiavano alcuni
ro sono riusciti a mantenere le loro
pezzi, si metteva a norma l’impianto
famiglie facendo manutenzione nei
elettrico, venivano verniciate di nuo-
pozzi petroliferi.
vo ed erano pronte per essere spedite.
Sono passato ancora da padre Corti qualche anno fa e ho visto bambini
Comodoro Rivadavia si trova a
puliti, vestiti bene. Il cane l’hanno an-
duemila km a sud di Buenos Aires. Per
cora, ma non lo mangiano più. Grazie
spedire un bagaglio così ci voleva un
all’impegno di tanti e soprattutto al
autotrasportatore
grande lavoro di quel santo di padre
con
esperienza
internazionale. Chi è stato scelto? Il Riva Giancarlo, che è stato presidente
Corti. Padre Gianola
del CAI Lecco e presidente del Soc-
Altro personaggio è il missiona-
corso Alpino, una persona capace,
rio padre Augusto Gianola, un alpi-
onesta e generosa. Così padre Corti
nista oltretutto. Questa volta siamo
si è trovato la scuola di meccanica
in Amazzonia, paese totalmente di-
a casa sua senza spendere un cen-
verso dalla Patagonia, dove il clima
tesimo.
è buono e il vento non esiste, ma ci
Festa al San Martino, anni '90. Padre Gianola a capotavola. Foto archivio Duilio Berera
sono altri problemi, come serpenti,
esperienza.
to diverse volte in Brasile, a Sao Pau-
mandavano un buon profumo. Ha ri-
coccodrilli, piranha, zanzare e formi-
Il momento di maggior soddisfa-
lo, a lavorare, e quando avevo tempo
empito tre scodelle, poi ha deviato il
che. Ci vuole coraggio a stare lì. La
zione per padre Gianola era verso
andavo a visitare un centro dove si
corso delle formiche orientandole di
notte sei tormentato dai mosquitos,
sera, quando si passeggiava sul viale
studiavano le bisce, il centro Butan-
nuovo sul percorso di prima e ci sia-
che vanno a incistarsi entrando con
lungo circa 500 metri con le pian-
tan. Li ci sono serpenti di tutti i tipi.
mo messi a mangiare. Le formiche si
la testa a livello dell’inguine. Non è un
te interrate alla distanza giusta. Con
Sono entrato in una sala dove c’era-
chiamavano sauve, spogliano le pian-
gran male, ma ti danno un prurito che
un pizzico di orgoglio mi diceva che
no diversi bambini a scuola. Vedo che
te che hanno le foglie di loro gra-
devi sopportare finché l’insetto non
grazie a questo lavoro si può usci-
arriva un signore col camice bianco
dimento per portarle al nido. Erano
ha creato la sua famiglia, che si ali-
re dalla povertà. Qui prima c’era una
con in mano un mazzo di serpenti
grosse come noccioline. Nella sco-
menta poi con il tuo sangue; a questo
foresta - mi racconta - una pianta
corallo, con colori a righe traversali
della bisognava togliere le foglie, le ali
punto devi incidere, eliminare il nido,
sopra l’altra; abbiamo dovuto tagliare
arancio e nero. Che non sia velenoso
e le zampe, perché tagliano le labbra.
e disinfettare.
e bruciare per creare lo spazio ne-
lo si capisce dai denti, che sono tanti.
Le ho assaggiate e con la fame che
cessario per piantare queste piante
L’altro tipo di serpente corallo, quello
avevo mi sono piaciute subito. Padre
preziose, che si chiamano guaranà.
velenoso, è uguale, ma ha solo quat-
Gianola mi guardava mangiare con
Un giorno dopo aver finito un la-
Il guaranà è un seme che cresce a
tro denti e il veleno esce al centro
gusto le formiche e mi ha detto in
voro siamo tutti sudati. Padre Au-
grappoli e va trattato come il caffè,
dei due denti superiori. Quel signore
dialetto. “Te s’è propi de Lecc”.
gusto mi propone di andare a fare
ma ha un sapore diverso. Lo usano
distribuiva i serpenti ai bambini e loro
Tornando verso il villaggio abbia-
un bagno nel fiume. “Ma lì ci sono i
per fare le bibite e in Brasile è mol-
li prendevano in mano. Io ero lì in fila
mo preso un sentiero più corto e ab-
coccodrilli e i piranha” dico; “Non
to richiesto e cresce solo nella zona
e il signore dal camice bianco me ne
biamo visto altri animali, soprattutto
preoccuparti” dice lui. Ci tuffiamo,
tropicale.
offre uno. Per non fare brutta figu-
scimmie. Lui mi dice che le cartucce
Per stare qui ci vuole tanta volontà ed esperienza.
l’acqua non è trasparente ha il colore
Tornando dal viale, prima di andare
ra coi bambini, lo prendo. E’ freddo,
che gli ho portato sono per le scim-
dell’argilla che viene trascinata dalle
a dormire, padre Gianola mi ha det-
si attorciglia sulla mano, e visto che
mie. Qui si mangia solo pesce e non
sponde, perciò non si vede il fondo e
to che l’indomani saremmo andati a
i bambini ridevano mi sono messo a
va bene, ogni tanto ci vuole un po’
naturalmente non si vedono neanche
trovare un amico caboclos, che abita
ridere anch’io. Poi è tornato il signore
di carne.
i piranha. Stiamo nuotando tranquilli,
all’interno, in piena foresta. Il mattino
dal camice bianco. Era un esperto. Ci
La sua forza, il suo coraggio e la
l’acqua ha la temperatura ideale, si sta
presto partiamo, prendiamo un sen-
ha dato un bastoncino e ci ha detto
sua intelligenza riuscivano a fare
bene. Mi giro guardo verso la riva e
tiero senza erba e senza sole: con le
di mettere a terra la biscia, che era
cose che la gente comune non pote-
vedo il muso di un coccodrillo che
piante sovrapposte il sole non entra.
lunga ottanta centimetri, tenerla per
va capire, perciò era anche oggetto
sta venendo verso di me, grido: “Pa-
A terra non ci sono foglie. Stiamo
la coda per non lasciarla scappare e
di polemiche e critiche, soprattutto
dre il coccodrillo!” e lui tranquillo mi
camminando sul sentiero che come
col bastoncino accarezzarle il fianco
da parte di chi lo conosceva poco, o
grida di battere le mani. Facendo ru-
fondo ha solo argilla, siamo a piedi
in modo che lei si mettesse a gioca-
lo aveva solo visto. Conoscerlo non
more l’animale ha cambiato direzione.
nudi. Padre Augusto è senza scarpe.
re con te. Dopo aver visitato questa
era sufficiente, bisognava stare insie-
sulle
Le mie pedule le ho rotte camminan-
scuola non ho più avuto paura delle
me a lui per giudicare e capire. Il suo
gambe come delle carezze, lo co-
do sull’argilla che quando è bagnata
bisce.
mondo era la foresta, erano i fiumi.
munico al padre che stava nuotando
diventa come
una colla e diventa
Dopo una bella camminata arrivia-
Qui lui si muoveva non da incoscien-
vicino e lui mi dice “Sono piranha che
micidiale per le scarpe. Camminare a
mo alla capanna dell’amico di padre
te, ma da esperto. I famosi scherzi
vengono a sentire il tuo odore, se ti
piedi nudi dove ci sono serpenti da
Gianola. Non abbiamo ancora man-
che tanti hanno criticato, per me non
fai male urtando qualche ramo esci
tutte le parti non è proprio il massi-
giato niente. Lui parla con l’amico una
erano scherzi:
subito dal fiume perché se i piranha
mo. Ne ho visto uno tutto arrotolato
lingua che non capisco, deve essere
prova, per capire chi eri, per vede-
sentono l’odore del sangue attacca-
che suona con la coda, un altro che
un dialetto, ma in sostanza gli chie-
re se riuscivi a stare con lui, in quel
no e questo non è simpatico”. Con
scende dalla pianta. Dico al padre che
de se ha qualcosa da mangiare. C’era
mondo così difficile.
lui mi sento sicuro, anche per la sua
qui ci sono bisce da tutte le parti e
acceso il fuoco e sopra, a coprire
Questo è un angolo di storia nel
lui mi dice che ha scelto questo per-
le fiamme, c’era una lamiera calda.
quale mi sono trovato. Vi ho parte-
corso per farmi uno scherzo e far-
Lì vicino stava passando una fila di
cipato con entusiasmo e impegno.
mi spaventare, “ma vedo che non ti
formiche con delle foglie, le ha de-
Nei momenti difficili ho dovuto usare
spaventi.”
viate verso la lamiera rovente e ha
la testa e controllare la paura. Era il
arrostito tutto. Anche le foglie che
1985.
Mentre
16
nuotavo
sentivo
Sentieri e Parole
Allora gli ho spiegato che sono sta-
voleva metterti alla
Padre Corti con Dino Piazza. Foto archivio Dino PIazza
Padre Corti con Guerino Cariboni e Emilio Ratti (in primo piano). Sotto: Padre Corti con Casimiro Ferrari. Foto archivio Dino PIazza
PICCOLA STORIA DI MONTAGNA
La mia salita al Pilone centrale del Freney al Bianco
I
di Gigi Alippi
l rifugio S.E.M. Cavalletti si trova ai Piani Resinelli, situato su di un poggio dominante i Corni del Nib-
bio. Il Corno del Nibbio settentrionale offre una parete perfetta per il sesto grado, ora anche per i climber. Il primo che tracciò sul Nibbio una via di sesto fu Emilio Comici. Mentre arrampicava, alla base, un gruppo di alpinisti lecchesi assisteva imparando la tecnica a forbice: scriveranno poi la grande storia dell’alpinismo mondiale. Come nuovo gestore arrivò un giovane alpinista milanese, Accademico del CAI, Romano Merendi. Romano lascia Milano scegliendo la vita in montagna. Essendo un uomo di cultura attirò l’ambiente culturale milanese. Personalmente mi arricchì moltissimo. Luciano Tenderini, milanese, guida alpina, uomo di grande spessore tecnico e socio della S.E.M., lasciò il lavoro di tipografo e si trasferì al rifugio con Romano. Io, giovane inesperto residente ai Piani Resinelli, ma dotato di una grande forza fisica, fui adottato dai due. Alle spalle avevo infanzia e adolescenza trascorsa tra i boschi e i sentieri della Grignetta. Questo fatto mi ha portato ad essere avvantaggiato, in rapporto con chi è cresciuto in città, almeno di cinque anni. La famosa “esperienza”. Fui seguito dai due milanesi e nacque così un trio fortissimo: bastava che mi dicessero sali a destra oppure a sinistra ed io salivo. E’ sta-
18
Sentieri e Parole
ta la mia fortuna. Da Luciano imparai
del Gamba. Mentre saliamo, vediamo il
velocemente la tecnica, da Romano
Col de la Seigne: si sta liberando, arri-
imparai ad usare il cervello.
va il bel tempo. Siamo felicissimi.
In questo ambiente maturò l’idea di
Bonatti e Oggioni
andare al Pilone centrale del Freney
Al Gamba, un rifugio in legno non
al Monte Bianco, l’ultimo problema (si
molto grande ma accogliente, il sole
dice sempre così). Nel nostro gruppo
asciuga il copioso sudore che i pesan-
introduco l’amico Annibale Zucchi, “il
tissimi zaini hanno causato. In que-
fortissimo” tra i Ragni di quel momen-
sta aria distesa vediamo due alpinisti
to. Annibale, dal carattere molto chiu-
che salgono. Walter Bonatti e Andrea
so, scostante, burbero, parlava poco,
Oggioni, monzesi, sono davanti a noi,
ascoltava, ascoltava, ma dentro di lui
l’aria si fa subito elettrica. Nessun dia-
albergava un cuore d’oro nel momen-
logo, musi lunghi e un breve saluto
to del bisogno, sempre a disposizione
di circostanza. Rimango pietrificato.
degli altri specialmente nei soccorsi in
Sono amici, Andrea, spesso con il suo
montagna. In Annibale vi è il massimo
amico e cliente Bruno Ferrario, sono
di valori che si possono trovare.
al mio rifugio a pranzo ai Piani Resi-
Il pensiero era fisso sul Pilone cen-
nelli. I minuti passano interminabili: noi
trale del Monte Bianco: se ne parlava
sbrighiamo le nostre faccende, loro le
sovente, Romano studiava l’approccio
loro. È Andrea a rompere il ghiaccio:
su cartina, foto e altri documenti, di-
“ven fora che gu de parlat”. Il gran-
scutendo le varie possibilità.
de personaggio che vuole parlare con
Il tracciato: rifugio Gamba, salita al
il ragazzino. Tremo, nella mia mente
Colle dell’Innominata, bivacco Giu-
passano mille pensieri, sto grippando,
seppe Lampugnani al Col Eccles, at-
cerco di mettere ordine. Senza fron-
traversamento del pendio nevoso fino
zoli: “te laset chì chel bilòt lì (Romano
alla radice del Pilone. La salita lungo il
Merendi) e vemm tuc insema al Pi-
ghiacciaio del Freney, ritenuta perico-
lun”. La proposta è inaccettabile: tra i
losa per le eventuali scariche, è sempre
due si trascina una ruggine nata l’anno
presente. E sovente è nei miei sogni:
precedente durante una spedizione in
mi trovo sul Pilone, chiodando, su-
Perù. Ancora adesso, dopo moltissimi
perando placche, camini, diedri, stra-
anni, non riesco a capire come mai
piombi, sulle staffe, metro dopo metro.
Andrea mi abbia nominato capo es-
Per esperienza il Monte Bianco con il
sendo io il più giovane: mistero!
bel tempo non offre difficoltà estre-
Breve consulto, optiamo per la Rat-
me, a mio avviso è piuttosto facile, ma
ti-Vitali all’Aiguille Noire de Peutérey.
appena il tempo cambia, cambia tutto.
È rispetto verso i due grandi.
L’estate si avvicina, partiamo per
“Chè se vula”
Courmayeur. Il tempo è brutto, piove,
All’imbrunire i due monzesi parto-
ma il dado è tratto. Maledetto fu quel
no, non riusciamo a capire. Perché non
breve struscio nel centro di Courma-
durante la notte?
yeur. Partiamo sotto l’acqua alla volta
È mezzanotte quando iniziamo ad
Corno del Nibbio settentrionale, la parete orientale .Foto archivio Comi, CAI Lecco
Monte Bianco, Aiguille Noire de Peutérey, la parete ovest. Foto archivio Comi, CAI Lecco
armeggiare, e poi usciamo. La notte è
Mi lego con Annibale, salgo ansioso
sperienza. Confido ad Annibale il mio
bellissima, sono eccitato, la delusione
sulle placche che portano al grande
stato d’animo. “Scià, scià, passi so me.
è passata, penso solo alla Ovest del-
strapiombo. Il primo tiro è parzial-
Ghe la fet a purtà so el zain?”. Il cuore
la Noire. Al Colle dell’Innominata, nel
mente schiodato, lo supero di slancio
d’oro di Annibale è sempre disponibile
canalino che scende nel ghiacciaio
in libera. Annibale “Come et fai a pas-
nel bisogno.
del Freney, il punto esatto nel quale
sà?” – “So dree a tra fòo la rabbia”. Il
Arrampichiamo sul quinto grado
Andrea troverà la morte per sfinimen-
secondo tiro è strapiombante: niente
secco, la crisi è passata, è solo mal
to nel 1961 durante la tragica ritirata
libera, un chiodo dopo l’altro mi trovo
d’alta montagna, l’inesperienza, quel
dal Pilone, dove si sono scritte pagi-
completamente nel vuoto sulle staffe.
senso di vuoto, di paura, di solitudi-
ne di storia e di tragedia, incontriamo
“Cum’ela lèe?”. – “Chè se vula, quant
ne, di sentirti piccolo piccolo, inutile.
nuovamente i due brianzoli. Un gelido
te vegnet sù te vederet”. Sotto i miei
Riprendo davanti, siamo sempre sul
saluto e giù nel ghiacciaio. Non capia-
piedi la lavagna di granito scivola nel
quinto grado, un’arrampicata bellissi-
mo la scelta, pensieri negativi si acca-
ghiacciaio: impressionante.
ma, su granito solido, compatto. Mi sto
vallano l’uno sull’altro. Perché? Siamo
Siamo fuori dagli strapiombi, il tem-
esaltando nuovamente. Il sole è an-
alla base, con l’immensa parete Ovest
po è bellissimo. Il sole inonda la Val
cora alto, siamo in cima. L’attesa… un
della Noire sopra le nostre teste, sono
Veny, il versante della Brenva, la Ovest
caloroso abbraccio è il premio, l’orga-
elettrizzato, ansioso di conoscere quel
della cresta di Peutérey, e ci scalda:
smo, una serie di emozioni indescrivi-
Vittorio Ratti, uno dei più forti alpinisti
sopra le nostre teste una serie di die-
bili. Ci attende un comodo bivacco, poi
mondiali dell’epoca e Gigi Vitali, il tec-
dri lunghi lunghi portano in vetta, sotto
il ritorno alla civiltà.
nico determinante. La guida Vallot ne
un vuoto che ti rimpicciolisce. Capisco
riporterà fin dopo l’avvento dell’alpini-
che qualcosa sta cambiando dentro di
smo moderno i due tiri più difficili del
me: è in arrivo la crisi, l’alta montagna
Monte Bianco da Sud.
si sta impadronendo della mia ine-
Sentieri e Parole
19
I CAMOSCI DELLA GRIGNA
Un tempo assenti, questi ungulati hanno conquistato le cime del gruppo
Foto di Dario Cecchini
di Dario Cecchini
diceva che qualche esemplare fos-
camoscio. Ero scettico, ma la persona
requento le Grigne da quando
se presente nei valloni scoscesi della
che mi diede l’informazione era at-
mio padre mi ha portato alla
val Scarrettone e della val Mala, tra la
tendibile.
Monza, ora Bogani, per la mia
Rosalba e la capanna Elisa.
F
Successivamente ho avuto altre
prima esperienza in un rifugio, ricor-
Popolazioni di camosci erano fre-
segnalazioni, finché un giorno ne ho
do che siamo partiti da Lecco con la
quenti sui monti della Valsassina, da
visto uno anch’io nel canale del Fun-
corriera fino a Esino, quindi a piedi
Premana al Pizzo fino a Bobbio, e in
go.
al Cainallo e Bogani passando dalla
maggior numero nella zona di Arta-
Oggi si può ben dire che questi
Bietti. Portavo i pantaloni corti e la
vaggio. Anche sul Due Mani e sul Re-
magnifici ungulati siano presenti in
guerra era finita da pochi anni.
segone se ne cominciavano a incon-
tutto il gruppo delle Grigne, anche a
Poi ho continuato a salire per le
trare. Sulle Grigne no. Sembrava che
quote abbastanza basse e in luoghi
Grigne percorrendone un po’ tutti i
il fondovalle della Valsassina fosse un
frequentati.
sentieri, le guglie, i canali, le creste,
confine invalicabile per questi ungu-
Le foto che documentano la pre-
anche fuori dagli itinerari usuali, però
lati, diversamente dai caprioli che già
senza di camosci sono state scattate
di camosci non ne avevo mai visti.
abitavano i boschi dei Resinelli.
tutte in Grignetta, alcune anche senza
Parlando con amici e cacciatori si
Un giorno, circa un ventina di anni fa, un amico arrampicatore matti-
20
Sentieri e Parole
niero, mi disse che sbucando presto dopo una salita, sulla cima del Terzo Magnaghi, si era trovato di fronte un
troppo camminare.
FIORI ALBINI
Le rare varietà “bianche” delle nostre montagne
L
di Annibale Rota
’albinismo (dal latino albus =
bianco) è un’anomalia caratterizzata dall’assenza quasi totale
di pigmenti melaninici e, a livello biochimico, risiede in un difetto di sintesi della melanina da parte del soggetto “albino”. L’albinismo è presente negli uomini
esempio della violetta, dove la forma
la petrocallide è un fiore decisamente
albina è stata considerata come una
poco comune, per cui ritengo che i
vera e propria specie e così, accanto
fiori albini di questa specie siano mol-
alla Viola hirta, L. dai fiori violetti, tro-
to rari.
viamo la Viola alba, BESSER dai fiori
negli animali e nei fiori. Nei fiori coltivati è quasi sempre il risultato di incroci selettivi; nei fiori spontanei, e in quelli di montagna in particolare, è invece frutto dell’anomalia sopraccitata. Per alcune specie la varietà bianca è abbastanza comune. E’ il caso ad
22
Sentieri e Parole
cetto di rarità per quanto riguarda
bianchi. Altra specie dove la varietà bianca,
questo articolo è del tutto soggetti-
almeno sul nostro territorio, è abba-
vo. Non ho mai trovato infatti un te-
stanza comune è la Hepatica nobilis,
sto in cui venissero date indicazioni
SCHREBER, erba trinità, o anemone
circa la rarità delle specie albine. Per
Fiordaliso alpino (Centaurea nervosa, WILLDENOW)
di tutte le razze (anche di razza nera),
Devo però premettere che il con-
Rododendro (Rhododendrum ferrugineum, L.)
fegatella, solitamente con i fiori blu-
questo motivo mi baserò soltanto sul-
violacei. In particolare è facile imbat-
la mia esperienza personale, cioè su
tersi in ciuffi di questa specie con i
quante volte mi è capitato di vedere
fiori bianchi nei boschi sopra Onno,
un determinato fiore albino o ho avu-
salendo verso la Conca di Crezzo o
to notizia di avvistamenti da parte di
il Ghisallo.
amici appassionati come me di fiori di
Veniamo ora alle forme albine più rare o quantomeno poco comuni.
montagna. Preciso anche che alcuni dei fio-
Su un numero precedente di questo
ri presentati non li ho fotografati sul
Notiziario, il “3 – 2012”, avevo mes-
nostro territorio, ma su altre monta-
so tra le altre, parlando di fiori rari, la
gne e in particolare sulle Orobie e sulle
fotografia di un cuscinetto di petro-
Dolomiti.
callide con un ciuffettino albino. Ora
E’ quasi mitica la genziana comu-
ne bianca, Gentiana clusii, PERRIER &
albina per più anni di seguito. Lo stes-
fa, salendo alla Rosalba da Mandello,
SONGEON o Gentiana kochiana, PER-
so capita anche, ma almeno per la mia
poco sopra i Colonghei mi sono im-
RIER & SONGEON (è difficile distin-
esperienza per periodi più brevi, per il
battuto in un gruppo di gladioli selva-
guere le due specie). Più di un amico
ciclamino bianco selvatico, Cyclamen
tici, Gladiolus palustis, GAUDIN, quat-
si è vantato di averla vista e perso-
purpurascens, MILLER che avevo visto
tro dei quali anziché rossicci erano
nalmente l’ho fotografata sulle nostre
la prima volta nei pressi di San Tomaso
albini. Purtroppo erano leggermente
montagne e una volta, due assieme,
su indicazione del compianto Gian-
sfioriti: li ho fotografati lo stesso, ma
sulle pendici del Pizzo Arera. Pertan-
guido Consonni, uno dei botanici più
non presento qui la loro foto.
to non la ritengo molto rara mentre,
preparati del nostro territorio, allievo
Nella mia “collezione” ci sono diver-
restando fra le genziane, sono sicu-
del prof. Fornaciari e autore di varie
se altre specie albine, gerani, clematidi,
ramente meno comuni le forme albine
pubblicazioni sulla flora della Lombar-
orchidee ed anche una viola calcarata
dell’asclepiade, Gentiana asclepiadea,
dia e dell’Insubria. Poco dopo mi ero
vista in Engadina, ma, per non anno-
L. che ho visto solo due volte, una ai
imbattuto in un ciuffo simile ai Piani
iarvi più di tanto e per l’impossibilità di
Resinelli e una lo scorso autunno nei
Resinelli: l’ho rivisto nello stesso posto
presentare troppe fotografie, conclu-
Ciclamino (Cyclamen purpurascens, MILLER)
pressi di Camaggiore, e della genzia-
Genzianella germanica (Gentianella germanica, BORNER)
soltanto nei due anni successivi.
do con un fiore, la centaurea piumosa,
nella germanica, Gentianella germani-
Ai Piani Resinelli sulle pendici del
Centaurea nervosa, WILLDENOW, che
ca, WILLDENOW, che ho fotografato
Coltignone ho fotografato un giglio
spesso è poco notato, ma che la fo-
una sola volta, bianchissima, sulle pen-
martagone bianco, Lilium martagon, L.
tografia rende in tutta la sua bellezza
dici del Monte Pore nei pressi di Passo
Forse proprio questo stesso esempla-
di autentico merletto della natura. Ho
Giau sulle Dolomiti di Cortina.
re (il martagone è una specie in teo-
avuto la fortuna (è pacifico che per
E’ invece meno raro il rododendro
ria perenne) è stato fotografato molti
certi “incontri” ci vuole anche un po’
bianco, Rhododendrum ferrugineum,
anni fa da Pino Comi (la sua diaposi-
di fortuna) di vederlo ad Artavaggio ai
L., che ho visto alcune volte sia in alta
tiva è presso il CAI Lecco nell’archivio
piedi del Sodadura.
Val Gerola, nei pressi dell’Alpe Culino,
da lui ereditato) e in tempi più recenti
che in Dolomiti sullo Sciliar. Tra l’al-
più volte da Mauro Lanfranchi, altro
tro questo splendido cespuglio, nor-
fotografo che non necessita di pre-
malmente dai fiori rosso-purpurei,
sentazione.
presenta nello stesso posto la forma
Restando in zona Grigna alcuni anni
Sentieri e Parole
23
ALBA SULLE GRANDES JORASSES
Dal Nibbio al McKinley passando per il Bianco: Gigi Alippi, una vita per l’alpinismo
ai piedi della Grigna in un momento tragico per l’alpinismo, perché erano gli anni in cui tanti uomini si avventuravano a scalare tra le guglie senza un’adeguata preparazione, rischiando sempre molto; non è un caso che ogni anno una decina di persone ci lasciava la pelle. Io naturalmente ero attratto da quelle rocce, mentre mia mamma era al contrario molto preoccupata per questo mio interesse. A tutto questo aggiungi che in quegli anni la mia casa era frequentata dalla vecchia guardia di alpinisti – Boga, Piloni o Spini, tanto per intenderci – e
Con gli sci ai Piani Resinelli sul finire degli anni ’40; Duilio Berera è il secondo da sinistra, sullo sfondo la Grignetta. Foto archivio D. Berera
che io li supplicavo sempre di portarmi con loro ad arrampicare, ma ogni volta mi sentivo rispondere che senza il permesso della mamma non sarei mai potuto andare. Poi a un certo punto il bubbone è scoppiato, grazie soprattutto alla conoscenza e all’amicizia nata con Duilio Berera, un Ragno che faceva il com-
Monte Bianco: le Grandes Jorasses e il Dente del Gigante. Foto archivio G. Comi, CAI Lecco
Da questo numero, dando seguito a un'idea del presidente, la nostra rivista ha deciso di dar voce, con una serie di interviste, ai grandi dell'alpinismo lecchese. Ad aprire la serie, Gigi Alippi di Matteo Manente
D
ici Resinelli e pensi subito alla Grignetta, che nell’immaginario collettivo sta all’alpinismo
lecchese come Cristoforo Colombo alla scoperta dell’America. E così, trovarsi a parlare e
chiacchierare con
Gigi Alippi, uno che sulla Grignetta ha imparato e scoperto tutto quello che serviva sapere sul mestiere dell’alpinista, diventa un’occasione speciale per sfogliare molte di quelle pagine storiche che hanno iscritto a pieno titolo
Lecco, i suoi alpinisti e le sue monta-
vi ti senti più affezionato e come ti
gne nel gotha dell’alpinismo mondiale.
piacerebbe essere definito, se potessi
Un riconoscimento, quello tributato
sceglierne uno solo?
all’alpinismo lecchese, che è merito
“La mia natura, il mio credo e la mia
indubbiamente anche delle imprese
passione è sempre stato l’alpinismo,
compiute da uomini come Gigi Alip-
pertanto mi piacerebbe essere defi-
pi e altri “pionieri”, uomini appartenuti
nito come un alpinista. L’alpinismo è
a un’epoca che sembra ormai lontana
stato ciò a cui ho dedicato più tempo
anni luce dal nostro tempo, ma che
nella mia vita, è stato la mia massima
forse, all’ombra di queste guglie e di
aspirazione, quello a cui ho sempre
questi pinnacoli di roccia che cerca-
puntato fin da giovane”.
no di ritagliarsi un po’ di visibilità tra neve e nebbia, è molto meno distante di quanto appare.
Una passione che evidentemente nasce da molto lontano; cosa ricordi e quali persone ti hanno avvicinato al
24
L’Intervista
Alpinista, esploratore, Ragno, Guida
mondo dell’alpinismo?
alpina e perfino Cavaliere della Re-
“La mia passione nasce in modo
pubblica: a quale di questi appellati-
un po’ tribolato: sono nato e vissuto
messo presso il negozio della Popolare Lecco qui ai Resinelli: intorno a quel negozio gravitava tutto l’alpinismo di quegli anni, con gli alpinisti che si ritrovavano dopo le scalate per scambiarsi informazioni utili sulle vie, ma anche per condividere le ciuche... e sai che ciuche! Duilio catalizzava tutto l’ambiente e senza di lui il negozio non sarebbe stato in piedi, nonostante i timori dei proprietari per le frequentazioni a volte un po’ sopra le righe di tutti questi alpinisti. Comunque, al di là di questo, Duilio, quando scoprì che non sapevo ancora arrampicare, si propose di insegnarmi i primi rudimenti basilari; un giorno mi chiese di andare con lui al Nibbio e lì mi convinse a fare la Cassin come primo, dettandomi da dietro tutte le informazioni necessarie sulle mosse e sugli appigli da utilizzare. Forza fisica ne avevo da vendere, ma tecnica zero e ammetto che ho sali-
McKinley: in marcia verso il campo base. Sotto: I componenti della spedizione del 1969 all’ Jirishanca. Gigi Alippi è il terzo da sinistra in seconda fila. Foto R. Cassin in CAI Lecco 120 anni 1874-1994
Immagine recente di Gigi Alippi nella sua casa dei Resinelli. Foto Matteo Manente
McKinley, il campo base
La parete Ovest dell’ Jirishanca 6126 m, Ande Peruviane, 1969. Foto archivio Comi, CAI Lecco.
Cerro Torre, 1974
to tutta la via con una gran tremarella.
sto sorgere il sole dietro le Jorasses,
con il ghiacciaio del McKinley è sta-
e l’Annibale Zucchi, ad esempio, con-
modo di comportarsi e rapportarsi
mancanza di carta: ecco, se a più di
Direi che da quella scalata è iniziato il
con i raggi che iniziavano a illumina-
to più traumatico e i frutti di quella
dividevo tante affinità extra alpinisti-
con la gente locale, mentre per quan-
50 anni da quell’impresa la reazione
mio percorso alpinistico, a cui hanno
re tutte le cime circostanti, ho capito
spedizione me li sono gustati meglio
che, come la caccia o l’andare a cercar
to riguarda la forza, la resistenza e la
di uno dei protagonisti è quella luce
fatto seguito in breve tempo le ascen-
veramente cos’era l’alpinismo. E’ una
in un secondo momento. Parlando di
lumache; questi elementi rafforzava-
“craponeria”, il maestro è stato indub-
in fondo agli occhi, penso che ogni
sioni più classiche in Grigna, dal Fungo
sensazione che è difficile da spiegare,
cime ed esplorazioni che mi hanno
no la nostra amicizia e quindi era più
biamente Cassin. Con il Miro e l’Anni-
ulteriore domanda sarebbe superflua,
al Sigaro, sempre durante la chiusura
ma in quel preciso istante è sbocciato
segnato e che ricordo subito meglio
facile e naturale andare in spedizione
bale se ero in crisi, avevo freddo, sete
significa che con ogni probabilità la
per pranzo del negozio dove lavorava
il mio amore definitivo per l’alpinismo.
di altre, direi che sono tre: senza dub-
insieme. Sempre con il Miro, ad esem-
o fame potevo dirlo senza problemi,
spedizione “Città di Lecco” al McKinley
Tornato a casa, ho conosciuto l’am-
bio il McKinley, poi il Cerro Torre e la
pio, siamo stati anche molto vicini a
c’era sempre uno scambio reciproco
non è stata un’esperienza come le al-
biente della SEM, mi hanno messo in
spedizione scientifica in Antartide, ma
Carlo Mauri durante il suo periodo di
di sentimenti, senza sudditanze. Con
tre. Superata l’iniziale commozione,
Dopo i primi passi mossi in Grigna,
mezzo e tra loro ho imparato moltis-
anche le due spedizioni nella Terra del
forzata inattività, andandolo a trovare
Cassin invece dovevi saper nasconde-
però, Gigi torna alla carica e inizia a
quali sono state le tue esperienze
simo: di mio avevo a disposizione solo
Fuoco sono state molto importanti. In
e tirandolo pian piano fuori dal gu-
re i problemi, perché era un duro: però
scavare tra i ricordi di quell’avventura.
successive e con chi le hai condivise?
la forza fisica, loro mi hanno insegnato
ogni caso resta il fatto che le spedi-
scio: il ritorno di Mauri in Patagonia,
da quel suo carattere ho imparato la
“Il primo ricordo legato al McKinley
“Nella stessa estate delle prime
tutto il resto e per parecchio tempo
zioni in cui ho sofferto maggiormente
con la spedizione al Monte Buckland,
testardaggine necessaria per affron-
è l’impatto avuto con l’enorme ghiac-
siamo andati in montagna insieme”.
sono state quelle che poi ho ricordato
è stata possibile non solo per le no-
tare tutti i successivi problemi”.
ciaio, dove siamo rimasti per nove
più a lungo nel tempo, mentre quelle
stre doti alpinistiche, ma grazie anche all’amicizia che c’era tra di noi”.
Duilio”.
ascensioni in Grignetta, è stata la volta dell’arrivo ai Resinelli di Giorgio Redaelli, un altro Ragno, che mi pro-
Tra tutte le tue scalate e le esplo-
che sono filate lisce fin da subito le
pose di andare con lui al Capucin, nel
razioni compiute in giro per il mondo,
ho godute direttamente al momento”.
massiccio del Monte Bianco: all’epoca,
ce n’è una che ritieni più importante
però non avevo nulla dell’attrezzatura
delle altre o c’è qualche luogo che hai
necessaria; tuttavia partimmo ugual-
visitato e ricordi con più piacere?
Chiacchierando con te di monta-
a quel tempo scontavo ancora mol-
gna, è impossibile non parlarne del
ta inesperienza e non mi vergogno di
Hai scalato e arrampicato con miti
McKinley, anche se a tal proposito son
dire che a volte mi sono ritrovato a
Quanto ai tuoi compagni di corda-
dell’alpinismo come Riccardo Cassin,
già stati versati fiumi di inchiostro:
piangere di nascosto, ma era un modo
ta, c’era un qualche criterio di scelta?
Carlo Mauri e Casimiro Ferrari, tanto
quali sono i ricordi più belli legati a
per sfogarmi. Un altro momento indi-
quella spedizione?
menticabile è stato ovviamente l’arri-
mente e recuperammo il minimo in-
“A questo proposito devo fare un
C’è qualcuno con cui negli anni ti sei
per citarne alcuni tra i più famosi: cosa
dispensabile da un nostro amico a
distinguo: ci sono montagne e luoghi
legato maggiormente, con il quale hai
ricordi di loro e cosa ti hanno inse-
Courmayeur. Durante questa espe-
che vivi subito sul posto, durante l’a-
avuto un feeling particolare?
gnato?
rienza, nella quale ho anche affrontato
scensione o l’esplorazione, e altri che
“Non mi sono mai sentito un capo
la mia prima chiodatura, è avvenuta
invece ti fanno soffrire e che godi ap-
una cosa fondamentale: quando dopo l’ennesima notte passata al gelo ho vi-
26
L’Intervista
giorni senza vedere nessuno in giro;
Prima ancora di formulare una ri-
vo in cima: dopo tutta la fatica fatta
sposta, Gigi alza lo sguardo e gli si
per salire, a un certo punto arrivare
“In generale direi che nessuno mi
illuminano gli occhi: “Sai che proprio
in vetta è stato come una liberazio-
cordata o un capo spedizione, le scel-
ha mai insegnato niente, quello che
in questi giorni stavo rovistando tra
ne. Quella del McKinley è stata una
pieno soltanto al ritorno, quando hai
te sono sempre avvenute per circo-
ho imparato l’ho sempre imparato da
alcune riviste e ho ritrovato in casa
cima più intensa delle altre e il mo-
finito la spedizione. Tanto per fare un
stanze specifiche, non c’era una regola
me stesso, anche se poi qualcosa di
una lettera ancora inedita scritta dal
mento emotivamente più forte è stato
paio di esempi, nel primo caso potrei
precisa. Spesso succedeva che quel-
nuovo lo acquisisci per forza andan-
McKinley?”. Si tratta di una lettera in-
citare l’impatto con l’Africa: grazie al
li più vicini al mio modo di pensare
do in spedizione insieme. Dai viaggi
dirizzata ai suoi familiari, nella quale si
clima perfetto, mi sono goduto l’espe-
diventavano anche i miei amici, quelli
con Carlo Mauri in Sud America, ad
scusa per non essere riuscito a for-
rienza nel durante; viceversa, l’impatto
con cui mi trovavo di più: con il Miro
esempio, ho scoperto molte cose sul
nire loro notizie fresche a causa della
L’Intervista
27
senz’altro quando Cassin ha detto di
me lo sarei aspettato in quel momento
quel cerchio di amicizia che mi legava
abbracciarci un attimo tutti insieme.
e a distanza di anni: in quel momen-
a loro; però poi a un certo punto le
Infine, ricordo come se fosse oggi la
to mi sono reso conto veramente di
cose sono andate in un altro modo e
discesa dal terzo al secondo campo,
quello che avevamo fatto in Alaska.
sono entrato nei Ragni. Ad ogni modo,
senza scarpe e con tutti i voli possi-
Quell’abbraccio per me è valso più
oggi ci tengo a precisare che mi sen-
bili e immaginabili, ma soprattutto ho
di tutte le targhe, i festeggiamenti e i
to uno dei pilastri che ha contribuito
fissa in testa come un fotogramma la
riconoscimenti ottenuti dopo la spe-
ad accrescere la fama del gruppo nel
visione della neve che finalmente si
dizione. Sarò forse troppo sensibile,
mondo: prima con Mauri, Piazza e poi
scioglieva diventando acqua: il desi-
ma sono convinto che, oltre a lasciare
quelli della mia generazione, dal Miro
derio di bere dell’acqua era talmente
una traccia, sia importante con i nostri
al Pino Negri, siamo noi che abbiamo
forte che anche se eravamo ancora al
gesti permettere ad altri di ripetere le
portato il gruppo a un livello di fama
secondo campo, grazie all’acqua e a
stesse cose che abbiamo fatto, per-
mondiale”.
tutto il ben di dio presente sembrava
mettere ad altri di provare le nostre
di essere a casa”.
stesse gioie e soddisfazioni”.
Cosa invidi di più all’alpinismo di oggi e cosa invece rimpiangi degli
Cosa ha rappresentato quella cima
Motivazioni, sfida personale, emo-
per voi alpinisti e per tutto il movi-
zione dell’esplorazione e della sco-
mento alpinistico lecchese? Ma so-
perta: cosa ti ha spinto veramente a
“Oggi sono sicuramente più bravi a
prattutto, vi siete resi conto subito
diventare un alpinista, arrivando a in-
livello tecnico, su questo non c’è dub-
della portata internazionale e straor-
dossare il maglione rosso dei Ragni?
bio; però come volontà e capacità di
dinaria di quella salita, oppure è servi-
anni in cui tu eri uno dei protagonisti di primo piano di quel mondo?
“E’ stata quell’alba sulle Grandes Jo-
resistenza noi venivamo dalla scuola
rasses, durante la spedizione al Capu-
Cassin: mi è capitato di tornare scon-
“Onestamente non ci siamo accorti
cin alla fine degli anni ’50, quando ho
fitto da qualche spedizione ed ero
di aver fatto una cosa così importante.
visto spuntare i primi raggi di luce: in
veramente amareggiato, oggi non mi
A tal proposito però, voglio raccontare
quell’attimo ho capito che volevo di-
sembra che sia più così. Tuttavia sono
un aneddoto che mi ha fatto capire
ventare un alpinista. Prima di quell’e-
contento che i Ragni siano tornati a
a posteriori la grandezza di quell’im-
sperienza nutrivo il desiderio di con-
parlare seriamente di alpinismo, al-
presa. Diversi anni dopo la prima al
quistare il maglione rosso dei Ragni,
meno per come lo intendo io, dopo
McKinley, mi trovavo a Lukla per un
ma solo per imitare gli amici più gran-
un lungo periodo di assenza: per anni
trekking in Nepal: qui sono stato av-
di e poter fare colpo sulle ragazze. Da
avevano vissuto di rendita grazie al
vicinato da un americano che, trami-
quell’alba in avanti, invece, ho capito
nome che gli avevamo lasciato noi, ma
te un amico e molto timidamente, ha
cosa voleva dire veramente diventa-
con la Torre Egger sono finalmente
chiesto se poteva incontrarmi e sa-
re un alpinista. Quanto alla mia entrata
tornati alla ribalta e sono felice, perché
lutarmi velocemente; ovviamente ho
nei Ragni, c’è una storia particolare:
il nome e il successo dei Ragni è le-
acconsentito e lui appena mi ha visto
sono cresciuto nell’ambiente del CAI
gato indubbiamente alle imprese extra
mi ha gettato le braccia intorno al col-
di Mandello e mi spiaceva rompere
europee”.
to del tempo?
lo, ringraziandomi ripetutamente con le lacrime agli occhi. Si trattava di un alpinista che aveva ripetuto la sud al McKinley e questo suo gesto di stima ed affetto nei miei confronti mi ha davvero colpito, anche perché mai più
28
L’Intervista
Indumento e stoviglie utilizzati da Gigi nella spedizione al McKinley e da lui donati alla collezione museale del CAI Lecco
L’energia che ti serve. Dalla sua costituzione, nel 2003, ACEL Service è il più importante fornitore di gas naturale in tutta la provincia di Lecco. Alla vendita di gas, ACEL Service ha recentemente affiancato la fornitura di energia elettrica ai comuni, alle aziende private e pubbliche e ai possessori di partita IVA. La sua attenta politica ai costi e la sua spiccata attenzione al servizio delle differenti tipologie di clienti, fanno di ACEL Service il tuo fornitore ideale per tutta l’energia che ti serve. Via Amendola, 4 23900 LECCO Tel. 0341 228611 Fax 0341 353293
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CON GLI SCI E CON LA BARCA
Avventura in Islanda tra fiordi, vela, scialpinismo e tempo pazzo di Martino Colonna uno specchio sul quale le montagne
stando un’ottima impepata di
innevate si riflettono.
cozze appena raccolte, diste-
Non è sicuramente una terra per
so al sole nel pozzetto di una barca
meteoropatici. In due settimane i miei
a vela di 18 metri. Intorno a me un
sbalzi d’umore si sono susseguiti in
mare cristallino e una leggera brezza
maniera schizofrenica come su un ot-
che muove la vela. C’è qualcosa che
tovolante. Come in tutte le isole anche
non torna. Ero convinto di essere al
in Islanda possono succedere cose
circolo polare artico e il mio orologio
apparentemente
segna inequivocabilmente il 15 di apri-
nevicare sul mare delle città del sud
le. Qualcosa effettivamente non torna
mentre sulle cime delle montagne del
perché invece di un paio di scarpe da
nord piove. È sicuramente consigliato
barca ho ai piedi un paio di scarponi
un controllo psico-emotivo del quale
da scialpinismo. La barca in rada gira
purtroppo non sono mai stato in pos-
intorno all’ancora e la vista cambia
sesso. Ogni volta che il vento caldo
decisamente. Davanti a me si vede
mi faceva raggiungere un minimo, una
terra. Terra bianca e ripida. Stretti ca-
buona mangiata e qualche birra magi-
nali che finiscono direttamente nel blu
camente mi facevano tornare il buo-
del fiordo. Finisco le cozze e guardo
numore. Nel frattempo il tempo era
meglio il ripido canale che ci sovra-
cambiato almeno dieci volte e forse
sta e vedo delle tracce che lo solcano.
fuori nevicava con il sole. In Islanda è
Sono le nostre tracce perché quello
vero il detto che non esistono più le
che siamo venuti a fare in questi fiordi
mezze stagioni: si possono avere tutte
nel nord-ovest dell’Islanda è sciare.
e quattro le classiche stagioni in poche
inspiegabili
come
L’Islanda è una terra di estremi, un
ore. Scegliere il giusto abbigliamento
giorno possono esserci 20 gradi e il
può risultare un’impresa impossibile.
giorno dopo può nevicare in mezzo
Si può partire in pantaloncini corti per
al mare. E’ una terra dove il vento può
essere travolti da una bufera di bliz-
improvvisamente soffiare così forte
zard dopo poche centinaia di metri e
da farti volare via, ma può anche ces-
poi di nuovo dal caldo umido per poi
sare completamente, rendendo il mare
tornare al freddo e secco. Se fossimo
Stretti canali che finiscono direttamente nel blu del fiordo
È
tardo pomeriggio e mi sto gu-
Per i pendii delle ampie valli che si aprivano alla fine del fiordo
Il porto di Isafjordur
Discesa verso il fiordo
La barca vista dall’alto
stati dei fanatici di scioline non sareb-
motoslitte nella zona di Akureyri, era
punto quello che ci aveva tranquilliz-
piccolo tender su questa terra inabita-
dispettose nuvole che facevano tar-
fiordi con i kayak. Il più temerario ne
be bastato il nostro zaino per conte-
arrivato il tempo di raggiungere il re-
zato di meno era la vista dell’interno
ta. Dalla spiaggia sarebbe incominciata
dare il via libera del nostro paziente
aveva approfittato per tuffarsi dall’al-
nere tutte quelle necessarie.
sto del gruppo e la nostra barchetta
dell’Aurora. Una barca costruita per
la traversata giornaliera che ci avrebbe
fotografo. Ogni giorno ci si disperdeva
bero della barca nel freddo mare ar-
nel porto di Isafjordur nell’estremo
mari estremi come quelli artici e che
portato sul crinale sovrastante il fiordo
in piccoli gruppi per i pendii delle am-
tico. Tutti sereni e rilassati, incuranti
L’Islanda è una terra dura e pie-
nord-ovest dell’isola. In linea d’aria
aveva già fatto quattro volte il giro del
successivo. E dal crinale il program-
pie valli che si aprivano alla fine del
del fatto che il giorno dopo un orso
na di ferite. La presenza del fuoco è
da Akureyri sono solo 200 chilome-
mondo. Ma proprio per questo non
ma era sempre quello di sciare le linee
fiordo. Ognuno alla ricerca della linea
bianco nei suoi vagabondaggi dalla
qualcosa che traspare chiaramente
tri ma seguendo la tormentata costa
la classica barca da crociera. Un solo
che più ci piacevano fino al tramonto.
più estetica o di quella più divertente.
costa groenlandese sarebbe sbarcato
ovunque. La terra è piena di picco-
diventano oltre 400 chilometri di
bagno per dodici persone e cuccette
Quando il sole cominciava a scendere
Tutti puntuali a ritornare alla spiaggia
affamato in cerca di cibo proprio sulla
li e grandi crateri, spaccature e rocce
strade sferzate dall’inesorabile vento
leggermente sottodimensionate per
verso l’orizzonte tutti puntavano ver-
in tempo per l’aperitivo, magari ri-
nostra piccola penisola.
magmatiche dalle forme bizzarre. Dalle
islandese. Dopo otto ore di curve e
sciatori oversize come il sottoscritto.
so l’Aurora che puntuale ci aspettava
schiando di schiacciare con gli sci una
spaccature spesso sgorgano fiumi di
strade a picco sulla scogliera, la neve
La promessa del capitano si era ri-
nel fiordo successivo a quello in cui ci
sfuggente e rarissima volpe artica.
acqua bollente e colorata. E non c’è
sui moli del porto visibile pochi giorni
velata esatta. Dopo quattro ore di tra-
niente di più rilassante che immergersi
prima era tristemente scomparsa. Le
versata ci aspettavano i bianchi fiordi
nelle pozze di acqua calda termale per
parole del capitano Siggi erano però
della penisola di Hornstrandir che il
riprendersi da una dura giornata di sci.
tranquillizzanti, a poche ore di navi-
Dopo una settimana a cercare lingue di neve e a fuggire dalle famigerate
Terra dura
Sciare e andare in barca a vela in questi luoghi duri e selvaggi può
Dopo due settimane di salite e di-
sembrare una cosa estrema. Il nostro
scese era arrivato il giorno del riposo.
viaggio è stato invece quanto di più
Per cinque giorni questo era stato
Qualche irriducibile aveva rimesso le
tranquillo e rilassante si possa imma-
microclima locale aveva risparmiato
l’invariabile programma visto che la
pelli in cerca di un’ennesima disce-
ginare. Un viaggio che consiglio ad
gazione ci aveva promesso distese
dalla sciroccata dei giorni precedenti.
penisola contava sei fiordi. L’unica in-
sa. Qualcuno lo aveva invece passato
ogni amante della barca a vela e dello
di neve a perdita d’occhio. A questo
Cinque alla volta eravamo sbarcati dal
cognita era il furioso vento locale e le
ad oziare sulla barca e a vagare per i
scialpinismo.
Panoramica sui bianchi fiordi della penisola di Hornstrandir
aveva lasciato. Di fiordo in fiordo
UNA MONTAGNA DI EMOZIONI
A novembre l’evento della scuola di sci alpinismo
lente. Nicola si occuperà di avvisare i giornali e preparare un comunicato stampa da far pubblicare, io di contattare i papabili ospiti, Emiliano si prenderà in
H
di Sara Pozzetti o perso il conto, ormai questo evento è diventato una bella consuetudine.
Al rientro dalle vacanze, durante
la riunione della scuola organizzativa generale, è sempre all’ordine del giorno. L’evento “Una Montagna di Emozioni” viene messo a calendario. Date approssimative, luogo da decidere, ma certamente si terrà. Sono anni che me ne occupo personalmente insieme a qualche volontario, ma quest’anno le pre-
tino Colonna, professore all’Uni-
Artico, i Cervelloni con la Norve-
carico la preparazione della lo-
versità di Bologna, che ogni anno
gia, Giacomo Buffacchi, guida alpi-
candina da distribuire, Armando,
aspetta la mia mail di invito. O me-
na, con una carrellata delle sue più
Remo, Daniele faranno propa-
glio è certo che gli arrivi. Viag-
interessanti salite.
ganda e pubblicità, oltre a distri-
e sperduti, ci porta sempre delle proiezioni che incantano. Orato-
Ho un paio di amici “pusher” di nuovi personaggi, che molesto ogni anno, e che contatto subito a settembre. Coordinare persone, date, e sala non è cosa facile. In parallelo c’è da sviluppare la locandina, che però non si può terminare, stampare e distribuire sino a quando non è tutto deciso e confermato.
Ma torniamo alle ottime premesse di quest’anno.
buire le locandine. Siamo operativi, veloci e fluidi nei contatti tra di noi e nell’ac-
re di prima categoria, per me lui
Durante la riunione viene sta-
è una certezza: accetta sempre
bilito che il gruppo di lavoro sarà
La sala è disponibile nelle date
di buon grado, nonostante i mille
composto da Nicola, Armando,
che avremmo voluto e Mauri-
impegni, e sono certa che il pub-
Remo, Daniele, Emiliano, Maurilio
lio la blocca all’istante, gli ultimi
blico lecchese attenda ansioso la
ed io.
tre venerdì di novembre, Nicola
sua serata, perché ogni anno è una sorpresa affascinante. Spazia dal Giappone, alla Groen-
cordarci.
La mia piccola esperienza servi-
prepara il comunicato, che inoltra
rà per tirare le fila e partire subito
a giornali e a Montagna.tv, che
operativi su tutti i fronti.
ci pubblicherà l’evento all’inizio
Il gruppo creato all’istante su
di novembre, io contatto, come
WhatsApp, farà da collante per
di consueto, Martino, che ancora
anni
tutte le comunicazioni tra gli or-
una volta sarà dei nostri, Beno,
passati Federico Scaiano e Mat-
ganizzatori così da essere fluidi e
sci alpinista, alpinista, editore del
teo Scaltritti con lo scialpinismo
rapidi.
giornale Le Montagne Divertenti,
landia, all’Islanda, al Kossovo, alla
messe sono ottime.
Il programma
giatore, studioso di luoghi lontani
Macedonia, all’Albania. Abbiamo
ospitato
negli
in Marocco, Edoardo Satiro con lo scialpinismo lungo le Alpi, i Mon-
Prima effettiva necessità, ci dividiamo i compiti:
e Beppe Rusconi, referente per i Cervelloni.
taGnari con la spedizione in Perù
Maurilio prenderà contatti con la
Insieme a loro, I MontaGna-
all’Alpamayo, Cesare Cesa Bian-
Sala Ticozzi, ormai sono anni che
ri presenteranno il loro viaggio
chi, guida alpina, con un viaggio in
ci ospita, ci viene sempre incontro
dello scorso febbraio.
barca a vela oltre il circolo Polare
con il costo, e l’ambiente è eccel-
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UN ALTRO PASSO VERSO UNA NUOVA EMOZIONE ...
A4 Cai Lecco 2014.indd 1
17/02/2014 12:41:13
filmato sul loro viaggio in Bulga-
la scuola che insieme a me hanno
mandare in stampa la locandina.
ria e i MontaGnari ci raccontano il
organizzato l’evento e ci auguria-
avvisare e fare pubblicità all’even-
Armando, Remo e Daniele le di-
loro viaggio nella profonda polve-
mo di poterlo riprogrammare an-
to. E’ obiettivo ogni anno fare le
stribuiranno a locali, parenti, amici,
re canadese.
che per gli anni a venire.
serate prima dell’inizio dei corsi di
amici degli amici.
zione, meno tempo abbiamo per
Sguardo sulla sala durante una presentazione. Foto Beno
La Scuola di Sci Alpinismo del
scialpinismo, così che si possa an-
Ad una ad una le serate si svol-
CAI Lecco ringrazia tutti coloro
che divulgare il nuovo calendario
gono senza problemi, e gli ospiti ci
che sono venuti e si augura che
della scuola e presentare i corsi.
sembrano soddisfatti.
le proiezioni siano piaciute, così
Una presenza certa, ormai con-
Martino ci porta uno splendido
sueta, ma altresì aspettata è Mar-
viaggio in Giappone, e una curiosa
Ma questo dovete farcelo sape-
sciata sulla sabbia dello Strombo-
re voi, tornate e ci farete conten-
li; Beno ci presenta una carrellata
ti, portate altri amici e ne saremo
delle sue gite in tutta la Valtellina; i
entusiasti.
34
Sci Alpinismo
Cervelloni ci portano un fantastico
Vi aspettiamo a novembre, non mancate.
come ci è sembrato.
Ringrazio tutti i ragazzi del-
Sci Alpinismo
35
publimania.it
A STEPHANIE
Il saluto degli amici istruttori e Montagnari di Massimiliano Gerosa
P
assione, grinta, determinazione, voglia di vivere... queste sono le parole che vengono
in mente a chi l’ha conosciuta e ha vissuto con lei momenti in montagna. Stephanie ha partecipato ai corsi Sa1 e Sa2 della Scuola di Sci alpinismo del CAI Lecco nel 2009, quando ancora la sua passione era agli albori. Molti di noi hanno condiviso con lei le prime scalate e le prime volte con le pelli, il suo entusiasmo contagioso ha fissato nelle menti certi momenti intensi che le si dipingevano sul volto alla visione
di una montagna innevata o di una
alla Val di Mello e a conoscere molti
parete ripida. Voleva conoscere tutto
altri nuovi amici con i quali legar-
del nuovo mondo che stava sco-
si in cordata. Quando si era iscritta
prendo ed ogni occasione era buo-
al corso non sapeva sciare benissi-
na per prendere, partire per qualche
mo, ma grazie alla sua caparbietà
avventura e imparare qualcosa di
in pochi mesi aveva acquisito dime-
nuovo. Durante la frequentazione
stichezza con lo sci fuori pista, e
dei corsi di scialpinismo è diventata
in una stagione aveva già percorso
amica di tutti e la notizia della sua
tutte le gite classiche della zona. Di
scomparsa ha creato un vuoto, no-
Stephanie non dimenticheremo mai
nostante da qualche anno non fre-
la voglia di vivere fino in fondo la
quentasse più tanto spesso la scuola
sua passione e il suo spirito libero
e il gruppo dei Montagnari del quale
che ora aleggia tra Vette più alte.
continuava a far parte, in quanto la sua passione per l’arrampicata l’aveva portata a trasferirsi piiù vicino
Il Paese della grandi montagne è ora a portata di mano. Con Nepal360 Earth Cultura e Natura è in grado di offrire a ogni viaggiatore il Nepal che fa per lui. I villaggi storici, i siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità, i parchi nazionali e le riserve per chi è interessato a scoprire questo antico regno himalyano. Ma anche i trekking più impegnativi per chi voglia invece esplorare a piedi uno dei più leggendari paradisi in alta quota. Ora, grazie alle proposte di Comfort Trekking, gli scenari più sconvolgenti del Tetto del mondo diventano alla portata di tutti. È una proposta esclusiva di Earth Cultura e Natura, nata dalla collaborazione con la Fondazione Lhamu Pasang, istituita nel 1993 per ricordare la prima donna che ha conquistato l’Everest. L’elicottero, il fuoristrada e lodges con comfort alberghiero, fra cui l’hotel più alto del mondo, permettono a chiunque di avvicinarsi all’Himalaya, sempre nella prospettiva di un turismo sostenibile, rispettoso della culture e degli ambienti naturali.
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MEZZO SECOLO COSÌ
Ricordi e festeggiamenti per i cinquant’anni di Alpinismo giovanile
Toboga nella giornata sulla neve 2013. Foto Matteo Abate.
É arrivato il momento di aprire le danze. É l’ora di concretizzare quello che in questi ultimi anni è stata un’idea, un proposito, un progetto, un’intenzione. In queste settimane di inizio anno, nel gruppo di Alpinismo Giovanile del CAI Lecco si respira un’aria frizzante, spumeggiante e vi è tanto fermento nel pianificare le attività che si svolgeranno nei prossimi mesi del 2014. Tutto ciò è un aspetto tipico dell’inizio dei corsi, però quest’anno c’è qualcosa in più.
di Alessia Losa Anniversario
quali Walter Bonatti, guidati dal capo
conquista della sommità dell’Everest,
diversi tentativi di scalata della più
granitica seguiti da un tratto inne-
ne del gruppo di Alpinismo Giovanile
Cari lettori sapete quali sono gli
spedizione Ardito Desio. Gli italiani
il tetto del mondo con i suoi 8848
alta montagna patagonica, ma con
vato, dalla forma peculiare di un fun-
(AG) del CAI Lecco, il quale, allora, fu
anniversari, in ambito alpinistico a
nel lontano 31 luglio 1954 domarono
metri raggiunti dal neozelandese
esiti negativi avvolti da molte pole-
go di ghiaccio. Il tutto reso ancora
il terzo gruppo costituitosi sul terri-
livello sia nazionale sia locale, che
gli 8611 metri della seconda monta-
Edmund Hillary il 29 maggio 1953.
miche. Il Cerro Torre, pur non pos-
più difficile dalle frequenti condizioni
torio nazionale.
verranno ricordati e festeggiati nel
gna più alta del nostro pianeta, il K2
- 20 anni dopo la salita del K2,
sedendo altezze himalayane, è alto
climatiche e meteorologiche avverse.
2014? E’ giusto dare un po’ i numeri
(Chogorì in lingua baltì). Con il pas-
il 13 gennaio 1974 un gruppo di al-
“solo” 3128 m, presenta notevoli dif-
Don Giuseppe
Tagliabue, assistente dell’oratorio di
così da rinfrescarci la mente:
sare degli anni il K2 divenne la mon-
pinisti lecchesi guidati da Casimiro
ficoltà. La sua vetta è considerata fra
Tra queste due grandi conquiste
Lecco Centro, appassionato di foto-
- 60 anni fa, una grande impre-
tagna degli italiani e acquistò la fama
Ferrari, leader carismatico, compì
le più inaccessibili del mondo, perché
alpinistiche, a distanza di 10 anni
grafia e di montagna, il quale ave-
sa venne realizzata da un numeroso
di vetta difficile e pericolosa. Questa
la prima ascensione indiscussa del
per giungere sulla sua sommità bi-
dall’una e dall’altra, bisogna colloca-
va intuito le formidabili opportunità
gruppo di forti alpinisti italiani, tra i
vittoria arrivò l’anno successivo alla
Cerro Torre. Negli anni 50 vi furono
sogna superare 900 metri di parete
re e ricordare, nel 1964, la fondazio-
educative e sociali che questa attività
L’idea nacque da Don Giuseppe
poteva offrire ai giovani (dal libro CAI
avvincenti ed entusiasmanti è che mi-
giovanile del CAI Lecco. Lorenzo ini-
di Alpinismo giovanile dal titolo: “Una
Lecco 120 anni). Don Giuseppe con-
gliaia di ragazzi di diverse età, dai 6
ziò a vivere la montagna con semplici
giornata coi fiocchi”. E così è stato, i
sapevole del fatto che accompagnare
ai 17 anni, ognuno con la propria per-
passeggiate ed escursioni insieme alla
fiocchi erano veri ed intensi costrin-
i ragazzi in montagna richiedeva non
sonalità, i propri interessi e capacità,
famiglia e al CAI. Pian piano la sua pas-
gendo gli organizzatori ad annullare il
solo passione, ma anche competenze
frequentando i corsi di AG ha avuto la
sione aumentò sempre più, portandolo
tutto a causa del maltempo. E’ stato un
tecniche, coinvolse per la realizzazio-
possibilità di conoscere la montagna a
dalle semplici passeggiate all’arrampi-
vero peccato non aver potuto svolgere
ne del suo progetto il gruppo alpini-
diversi livelli di difficoltà, facendo fatica,
cata e all’alpinismo d’alta quota, che gli
il raduno invernale che avrebbe per-
stico dei Ragni con la partecipazione
ma soprattutto divertendosi e giocan-
fece raggiungere alcune delle vette più
messo a molti bambini di conoscere la
attiva del presidente Dino Piazza e di
do. Chissà in questi anni quali senti-
alte della Terra: Cho Oyu, Everest e K2,
montagna vestita di bianco. In questa
altri alpinisti come Riccardo Cassin, il
menti avrà lasciato ai tanti bambini,
quest’ultima nel 1996 sulla via del ri-
occasione si sarebbero unite le lezioni
capo delle Guide alpine, Felice Butti, e il
appartenenti al gruppo degli aquilotti,
torno gli fu però fatale .
teoriche al divertimento e al gioco. I
presidente del CAI Lecco, Dino Maroni,
l’esperienza vissuta in montagna con il
Il gruppo
bambini avrebbero seguito un percor-
entusiasta dell’idea.
CAI durante i corsi di AG? Che tipo di
Proseguendo con l’analisi sull’attività
so che avrebbe fatto loro conoscere
E così, nel mese di maggio del 1965,
adulti saranno diventati? Frequentatori
del gruppo di Alpinismo giovanile un
l’ARTVA e spiegato come usarla in-
iniziò il primo corso di Alpinismo gio-
e appassionati di montagna? Per alcu-
secondo elemento fondamentale che
sieme a pala e sonda per cercare una
vanile organizzato dal CAI Lecco e che
ni ragazzi, non più frequentatori del-
bisogna valorizzare è che non vi è mai
persona travolta da una valanga. Men-
tutt’ora
ininterrottamente
la montagna, tutto ciò è il ricordo di
stato un attimo di sosta in tutti questi
tre il gioco si sarebbe concretizzato
con gli stessi presupposti di un tem-
una bella parentesi della loro infanzia e
anni di escursioni con i giovanissimi.
con la discesa del toboga, percorrendo
po: avvicinare i ragazzi alla montagna,
adolescenza, un periodo della vita alle-
La partecipazione dei ragazzi ai cor-
il ponte tibetano, costruendo una truna
in modo corretto e consapevole, se-
gro e gioioso. Sicuramente durante la
si e alle altre iniziative è sempre stata
e un igloo.
guendo una precisa logica didattica
settimana questi ragazzi aspettavano
elevata. Il fattore vincente del gruppo
La delusione per le avverse condi-
che prevede escursioni di impegno
con impazienza l’arrivo della domeni-
probabilmente è la capacità di collabo-
zioni meteo presentatesi il 16 febbraio,
graduato.
ca per incontrare gli amici del CAI e
razione tra accompagnatori di genera-
che hanno rovinato la festa, non arre-
Con il trascorrere degli anni vennero
trascorrere una giornata all’aria aperta
zioni diverse, con i veterani che passa-
sta l’attività dell’AG Lecco che ha col-
introdotte delle novità, come il trekking
divertendosi con qualsiasi condizioni
no il testimone nel modo giusto ai più
laborato con il direttivo regionale alla
che ha sostituito la tradizionale setti-
meteo, quello che più contava era la
giovani preservando la voglia di fare.
realizzazione, nella nostra città il 22
mana verde a Santa Fosca, la giornata
possibilità di correre e giocare.
Il 2014, quindi, sarà un anno impe-
febbraio, del convegno degli accom-
sulla neve, l’uscita naturalistica “Il bra-
Lorenzo Mazzoleni
gnativo per l’AG, poiché accanto alle
pagnatori di Alpinismo giovanile della
mito del cervo” e le serate didattiche
Altri, invece, frequentando i corsi di
iniziative consuete vi sarà qualcosa
Lombardia dal titolo “Passione monta-
Alpinismo giovanile hanno potuto co-
in più legato ai festeggiamenti per il
gna giovani”.
Il nostro compleanno
noscere l’ambiente montano, che ha
suo compleanno. E cosa sarà mai quel
Cari lettori, spero che, dopo aver
generato in loro una forte attrazione
qualcosa in più?
letto le precedenti righe, abbiate fatto
e passione. Probabilmente in età adulta
Festeggiamenti
della IV edizione della manifestazione
“uno più due” e siate arrivati alla con-
posseggono ancora questo interesse
La divertente giornata sulla neve che
“Monti Sorgenti”. Durante la settima-
clusione che quest’anno si è giunti ad
che li porta a vivere appieno la mon-
ogni anno si svolge a metà febbraio o
na di maggio dedicata alla montagna
un traguardo significativo, il 50esimo
tagna e a trasmettere questo speciale
ai piani di Artavaggio, o ai piani d’Erna
sarà allestita una mostra fotografica
compleanno del gruppo di Alpinismo
sentimento ai figli. C’è anche una ter-
o ancora ai piani Resinelli, quest’anno
all’aperto, lungo il sentiero didattico in
giovanile, per cui il 2014 è l’anno dei
za possibilità, che i corsi di Alpinismo
era stata programmata ai piani d’Erna
località Grassi ai piedi del Magnodeno
festeggiamenti nel quale ci saranno
giovanile siano stati per alcuni bambini
in data 16 febbraio. In questa occa-
e del Resegone.
tante occasioni di ricordo e di festa.
il trampolino di lancio nel consolidare
sione si sarebbero svolti i primi festeg-
Il libro
In questi 50 anni si sono vissute
una passione naturale ed innata per
giamenti con la partecipazione di nu-
Con l’intento di mantenere i ricordi, in
tante emozioni. Uno degli aspetti più
la montagna, portandoli “da grandi” al
merosi bambini appartenenti a diversi
modo indelebile nel tempo, il gruppo di
raggiungimento di obiettivi alpinistici di
CAI della Lombardia. Questa particola-
AG ha deciso di pubblicare un secon-
alto livello. Ne è un esempio Lorenzo
re attività del gruppo di Lecco sareb-
do libro, che sarà un proseguimento di
Mazzoleni un forte alpinista del gruppo
be diventata, su proposta degli istrut-
quello pubblicato per i 25 anni, in cui
Ragni, che negli anni tra il 1970 e 1980
tori INV (istruttori neve e valanghe),
verranno raccontati i secondi 25 anni
ha frequentato i corsi di Alpinismo
il primo raduno regionale invernale
fino a giungere ad oggi. Il libro verrà
prosegue
in sede.
40
Alpinismo Giovanile
1
Si impara a usare la sonda
I festeggiamenti, inoltre, troveranno un posticino a maggio in occasione Mario Panzeri racconta ai ragazzi i suoi 8000. Di fianco l’accompagnatore Federico Ratti. Sotto: foto di gruppo alla serata del febbraio 2010 con Mario Panzeri, al centro in seconda fila, e Mario Bonacina (maglione bianco in prima fila), past-president del CAI Lecco
presentato verso fine anno, insieme a un calendario dedicato ai 12 trekking, iniziati nel 2003. Tra gli eventi salienti e ricchi di novità realizzati di questi secondi 25 anni sono da ricordare i festeggiamenti per i 100 anni di Riccardo Cassin e l’incontro con Mario Panzeri, che con molta semplicità ha raccontato ai bambini le sue imprese sulle montagne più alte della terra. Inoltre il gruppo AG non è impegnato solo a camminare in montagna, e la dimostrazione è la ristrutturazione di Serata di istruzione con Giacomo Arrigoni del Soccorso Alpino
una baita in località Grassi con la realizzazione di un sentiero didattico in cui è possibile allestire mostre e svolgere lezioni all’aperto. In questi ultimi anni, poi, è nata la scuola intersezionale del CAI Lecco per la formazione di accompagnatori sezionali di Alpinismo giovanile ed è stata dedicata a Giordano Dell’Oro, primo accompagnatore nazionale di AG della nostra sezione. Tutto questo e molto di più sarà rappresentato nella mostra sui 50 anni di Alpinismo giovanile che verrà inaugurata a dicembre presso la Torre Viscontea. Le iniziative sono diverse e numerose, non vanno perse per dare il via ai
Incontro con l’alpinista Oreste Forno in Valle dei Ratti Sotto: i 100 anni di Riccardo Cassin
prossimi 50 anni con la stessa vivacità e voglia di fare. E allora largo ai giovani alpinisti. Auguri
1 In occasione del sessantesimo anniversario della conquista del K2 e del cinquantesimo anniversario della fondazione del gruppo di Alpinismo giovanile del CAI Lecco mi è venuto spontaneo legare i due eventi ricordando la figura del giovane e forte alpinista lecchese Lorenzo Mazzoleni, il quale da bambino ha frequentato i corsi di AG e da adulto ha raggiunto la vetta del K2.
MONTAGNE D’ARABIA
Un settembre in Oman alla ricerca di pareti inviolate
Dopo
qualche
Riprendo i sensi e ci prepariamo per
tiro ritorna Andrea
avvicinarci alla parete, saliamo con
in testa fino a dove
calma cercando di trovare una linea
pensavamo iniziasse
nella parte destra, convinti che lì ci sia
il facile, troviamo in-
meno probabilità di incappare in una
vece un altro muro
via già salita.
verticale a roccia
Sbinocolando qua e là troviamo
tagliente e blocchi
una via logica in mezzo alla parete,
instabili. Sottovalu-
uno studio fotografico ci conferma la
tando il tutto ripar-
possibilità, solo un tiro non è del tutto
to con le scarpette
chiaro, ma sembra fattibile. Molliamo
slacciate e tirando
tutto il materiale sotto lo zoccolo e
come un dannato i
scendiamo.
pochi appigli soli-
Il mattino dopo partiamo verso le
di esco sulla grossa
quattro, e alle prime luci Andrea è già
cengia a due terzi di
attivo sul primo tiro. Io da sotto assi-
parete al calare del
ndrea mi propone di andare
curo attento e per l’occasione indosso
buio, fuori tempo
a scalare in un posto caldo,
pure il casco. La linea immaginata pia-
massimo.
è settembre e quest’anno ho
no piano si concretizza sotto le no-
Mentre
di Luca Schiera
A
già passato più di quattro mesi in giro per i monti. Ci conosciamo appena, ma mi sembra una buona idea, perché no? Decidiamo per l’Oman, dove sembra ci sia ancora molta roccia da salire. Un emozionante volo sopra le Alpi all’alba ci porta a Zurigo, poi Dubai, quindi Muscat. Arrivati di notte non capiamo nulla su come muoverci, passiamo quindi una notte sdraiati in un bar, dopo aver consumato un frullato sospetto. Il giorno dopo, con il sole, ci chiariamo le idee; veniamo raggirati da taxisti e facciamo un lungo giro alla ricerca di provviste e di un’auto in
Tentativo di salita su una via nella penisola di Musandam
aver azzeccato la montagna.
affitto. Partiamo la sera stessa verso la parete più conosciuta del paese: Jebel Misht. Durante un incerto girovagare di notte, al chiaro di luna ci sembra che un profilo di Montagna possa corrispondere alla nostra, ci fermiamo in una strada sterrata e sveniamo in tenda. Jebel Misht Mi sveglio sudato, mi alzo e tra vari capogiri cerco riparo all’ombra. Iniziamo bene. Se non altro scopriamo di
cala
la
stre mani, scaliamo una buona parte
notte
in conserva fino ad una grossa cengia.
un buon posto per
Riparte Andrea sul tratto poco chia-
bivaccare e racco-
ro, desiste e mi dà il cambio, mi infilo
gliamo dei provvi-
le scarpette e parto su una placca di
denziali rami secchi
roccia molto compatta (stranamente)
per accendere un falò.
fin sotto un grosso diedro strapiom-
Buio, freddo, più
bante, attrezzo una sosta meglio che
cerchiamo
del (non) previsto.
posso, ma pare comunque poco con-
Ci sdraiamo vicini
vincente, nel dubbio punto pure i tac-
al fuoco e tentiamo
chi e recupero.
di dormire coperti
Sapendo cosa mi aspetta parto im-
da una felpa legge-
merso in una bolla di concentrazione,
ra, non ci riuscia-
la roccia è pessima, si sbriciola in con-
mo, notiamo invece
tinuazione e per vari metri non riesco
qualche nuvola che
a proteggermi, tiro ogni presa con tut-
copre le stelle, fino
ta la delicatezza che trovo, pulisco e
a che arriva l’impre-
trovo spazio per un brutto friend, sal-
visto dell’imprevisto:
go ancora in spaccata aperta e piazzo
piove.
tre pessime protezioni che collego, poi
un piccolo riparo e
arrivo ad un piccolo pulpito dove pos-
pensiamo a come
so scaricare una mano, l’uscita è così
scendere senza la-
vicina, ma manca ancora un passaggio
sciare in parete tut-
su roccia friabile. Dopo vari su e giù
to il materiale che
mi faccio passare il martello e pianto
abbiamo; nel frat-
senza appendermi l’unico chiodo della
tempo
via mentre sotto in sosta vibra tutto, il
mente smette.
chiodo però è buono, mi fido ed esco al sole, mentalmente provato.
Jebel Misht, preparativi per la salita
Cerchiamo
fortunata-
Riaccendiamo
il
fuoco e non ten-
Momenti della salita sulle rocce compatte delle Al Hamra Towers. Sotto: in discesa da Al Hamra; Foto L. Schiera
SOGNO E REALTÀ
Storia semplice di un giovane campione del mondo di Stefano Carnati
S
enza dubbio ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sognato di salire su un podio e
di diventare un vero campione, magari anche “campione del mondo”. Anche io l’ho sognato: l’ho desiderato molto prima di iniziare a scalare e di gareggiare per la società ASD Ragni di Lecco e nella nazionale italiana, quando ancora praticavo la ginnastica artistica e mi divertivo alle parallele piuttosto che alla sbarra. Ma si sa, la genetica prima o poi mette in risalto caratteristiche fino a quel punto poco evidenti o addirittura trascurate. Così, dopo aver accompagnato per anni mio padre in giro per
Il Jebel Misht. Foto L. Schiera
vallate alpine, falesie di ogni genere,
tiamo più nemmeno di dormire, pas-
zoccolo insospettabilmente bello. Con
la mano a terra e mi rendo conto di
siamo le ultime ore a parlare, e all’al-
qualche lungo tiro arriviamo sotto il
galleggiare sul materassino, abbiamo
ba mangiamo l’ultima barretta. Con il
muro centrale. Questa volta la roccia è
la sensazione di scivolare insieme alla
calore del sole ci riattiviamo e pro-
compatta e lavorata, qualche tiro im-
tenda, nel panico usciamo a fatica e ci
seguiamo sugli ultimi bei tiri a roccia
pegnativo, qualcuno meno, e in poche
troviamo in mezzo ad un torrente di
tagliente uscendo sulle roccette finali.
ore siamo 700 metri più in alto, sulla
fango formatosi in pochi minuti, che
Scendiamo a piedi la prima parte, poi
cima delle Al Hamra Towers.
porta verso l’oceano. La jeep parte al
una via su roccia o per arrivare alla ultima presa di un tracciato di gara.
nei posti più diversi, anche in riva al mare, boschi e sottoboschi di rocce e massi, mi sono ritrovato appeso a una corda non solo per giocare, come ero solito fare, ma per riuscire a scalare
ci infiliamo in un canale in discesa, con
Scendiamo dal versante opposto,
primo colpo e riusciamo a caricarci
un po’ di arrampicata e qualche dop-
usiamo il martello per un nut e un
tutto (fango compreso); passiamo il
Era il 2010, anno in cui a Lecco na-
pia arriviamo sulla morena immersi in
chiodo di doppia.
resto della notte in un più sicuro par-
sceva la squadra giovanile dei Ragni.
cheggio.
Da allora sono trascorsi pochi anni, ma
un caldo feroce. Ritorniamo in tenda dopo 34 ore
Musandam Khasab ci accoglie con una legge-
Il giorno dopo facciamo il giro
tanti sono stati i miei risultati positivi,
ra pioggia, siamo appena arrivati in
dell’unica strada alla ricerca di una
sia su roccia sia nelle gare. Le vitto-
nave e facciamo un giro per la pe-
parete compatta e ripida, la troviamo
rie al campionato italiano mi hanno
Dopo vari giri in auto, qualche can-
nisola dove è tutto completamente
dentro una valle.
convinto di poter far sempre meglio
yon e un tentativo di via, partiamo
diverso: meno deserto, meno caldo,
Parto sul primo tiro in un diedro poi
verso una parete vista dalla strada, bi-
chapati più grandi. Vaghiamo di not-
recupero da una cengia, quando An-
vacchiamo vicino alla base e alle pri-
te poi ci accampiamo in un grosso
drea è appena sotto di me gli si stacca
me luci ci avviamo e attacchiamo lo
spiazzo vicino alla strada costiera. Mi
un appiglio, lancia un urlo e vedo su-
sento letteralmente cullato (vedi riga
bito cosa è successo, recupero veloce
seguente) nel sonno quando Andrea
e riduco la lussazione alla sua spalla.
(14 di bivacco). Al Hamra Towers
46 Alpinismo e arrampicata
mi sveglia, il telo è bombardato dalla
Finisce così il nostro viaggio, non
pioggia e capisco a malapena ciò che
ci resta che passare l’ultimo giorno al
dice. “Non è niente” penso, appoggio
mare.
e mi hanno permesso di confrontarmi con atleti provenienti da tutta Europa e anche da tutto il mondo, durante le gare con la nazionale. Nel 2012, a soli 14 anni, mi sono ritrovato in viaggio verso Singapore per il campionato mondiale giovanile e, durante le lunghe ore di volo, più
volte mi sono chiesto: “Sto forse sognando?”. Il risultato della gara, né pessimo né ottimo (15° posto), mi è servito per rafforzare ancora di più le mie convinzioni e per trovare lo stimolo per continuare. Dopo un anno di buoni risultati, nuovamente convocato dalla nazionale per partecipare al mondiale giovanile, mi sono ritrovato ancora in volo, questa volta
Stefano su Deus Irae 8c+ Claro. Foto A.Carnati 2014
verso il
Canada, dicendo a
che sapevo mi intimidiva abbastanza.
me stesso: “L’importante è crederci:
A differenza delle prime gare, in cui
posso farcela!” Dalla mia avevo mol-
mi ero sentito molto frastornato per il
te medaglie, appena vinte, appese al
lungo viaggio e per il cambio di fuso
collo, tra le quali quella di campione
orario, nella finale ero più tranquillo,
europeo conquistata ad Imst (Austria)
ben supportato dal CT Donato Lella. La
nella specialità lead. Sapevo anche di
gara è stata un crescendo di emozio-
aver svolto una buona preparazione,
ni: salivo da presa a presa con suffi-
raggiunta con tante fatiche mie, del-
ciente scioltezza e questo mi aiutava
la mia famiglia e di tutti quegli amici
a dare il massimo, mentre da sotto
che, in palestra e su roccia, mi han-
sentivo l’incitamento dei miei compa-
no sempre motivato, consigliato e
gni di squadra.
ogni tanto anche rimproverato per le
Alla fine tutti sono caduti più in bas-
sciocchezze che, si sa, sono tipiche di
so e io, così, ho potuto ascoltare l’inno
noi giovani. Così, dopo le gare per le
d’Italia sul gradino più alto del podio.
selezioni, sono riuscito a entrare nella stretta lista dei finalisti, 8 su 50 atleti
Sì, ho avuto ragione: “L’importante è crederci...”
iniziali. Non è stato semplice. Conoscevo il livello dei miei coetanei europei, ma nulla o quasi degli americani e del gruppo dei giapponesi. Quel poco
Alpinismo e arrampicata
47
NONOSTANTE IL METEO
L’attività 2013 - 2014 del gruppo Sci di fondo escursionismo
- Rossi: Domenico Pullano
Gruppo amatoriale
Terza parte
Le uscite sulla neve si sono svolte
(comune a tutti)
Tirol, alt. 1.200 m, che vanta km 150 di
all’8 marzo 2014, con mete diverse lun-
Sabato 15 febbraio 2014 si è disputata
piste per alternato e km 100 di piste per
go tutta l’Engadina e un’uscita a Splugen.
la gara sociale dedicata a Paolo Piazza,
Il calendario, a causa della situazione
10 km su percorso pistato Surlej-SilsSurlej a tecnica classica.
L
unedì 4 novembre 2013 in sede
Giovedì 21.11.13 - Orientamento
CAI Lecco, presentando il pro-
Giovedì 28.11.13 – Proiezioni didatti-
gramma inverno 2013-14, abbia-
mo dato inizio, con rinnovato slancio, al
che e nozioni tecniche La partecipazione è stata discreta.
co Bianchi Vice direttore dei corsi: Giovanni Bolis Rapporti con la Commissione: Maria Giuseppina Ietto
31° anno di attività. Nella riunione del direttivo, tenuta il 23
Uscite a secco
Sono state effettuate cinque uscite
settembre 2013, si sono definiti: il rap-
Si sono svolte nelle mattinate di cin-
in Engadina, una a Splugen e un’uscita
porto con la commissione regionale di
que domeniche dal 10 novembre al 9
di due giorni in Piemonte nel periodo
riferimento CRLSASA-Sci escursioni-
dicembre 2013, alternando il piano lago
compreso tra domenica 12 gennaio a
smo; la conferma di istruttori e accom-
alla montagna, con ginnastica presciistica.
domenica 23 febbraio 2014.
pagnatori disponibili, con mansioni e incarichi di ognuno; il programma tecnico ed economico delle attività. Prima parte (comune a tutti)
Buona la partecipazione. Seconda parte
Hanno partecipato 43 allievi, suddivisi in:
Attività sulla neve
- principianti
E’ stata suddivisa nei due settori, ad-
- perfezionamento 1° livello n.6
destramento e amatoriale
n.18
- perfezionamento avanzato n.9
Lezioni tecniche e teoriche in sede Addestramento
CAI Sono state ridotte a tre serate: Giovedì 14.11.13 - Attrezzatura ed
48
Sci di Fondo
Nella due giorni in Piemonte, nel cu-
Svolta dalla Scuola sci di fondo escur-
neese, si è sciato all’inizio della Valle Stu-
sionismo del CAI Lecco, dal 12.01.14 al
ra ai Bagni di Vinadio e successivamente
23.02.14, con il corpo istruttori:
a Chiusa Pesio, alloggiando presso l’Hotel
- Istruttori ISFE: Marco Bianchi, Maria Giuseppina Ietto, Paola Monti - Istruttori I.Sez.: Giovanni Bolis, Salvatore Bucca, Cesare Merlini
Miramonti a Frabosa Soprana. Nell’uscita finale del 23 febbraio, in Engadina, si è percorsa a staffetta la maratona Maloja-Zuoz.
Hanno partecipato 53 persone, viaggiando con un autopullman della SAL-
I partecipanti, suddivisi in due catego-
gramma stabilito con un paio di recuperi
rie (allievi scuola e amatori), a loro volta
Conclusione della stagione 2013-14
e varianti.
suddivise in due categorie (maschile e
Stiamo organizzando il raduno di fine
Nell’uscita del 23 febbraio, in una
femminile), hanno ottenuto risultati sod-
maggio al San Martino. In seguito preci-
splendida giornata di sole, 10 parteci-
disfacenti. Per la prima volta la partenza
seremo i dettagli.
panti hanno seguito l’intero percorso
è stata data in linea per ciascuna cate-
Concludo ringraziando il direttivo al
della Skimarathon (km 42), mentre altri
goria, cosa apprezzata da tutti i concor-
completo per l’opera svolta con spirito di
si son fermati prima, altri hanno percorso
renti (pubblichiamo a parte commenti e
servizio e per la collaborazione presta-
la pista Pontresina-Zernez, altri ancora la
classifiche).
ta a tutti i livelli nello svolgimento delle
SAB di Lecco.
attività.
Come di consueto gli iscritti, 46 in to-
Tre giorni di fondo a Innsbruck (Au-
Auguro a tutti sempre migliore colla-
tale, sono stati suddivisi in tre sottogrup-
stria) – 28 febbraio e 1-2 marzo 2014
borazione per il futuro, auspicando che
Ospitati presso l’Hotel Dallinger a
lo sci di fondo in seno al CAI Lecco non
- Azzurri: Giacomo Piazza Direttore della scuola e dei corsi: Mar-
skating.
si è comunque riusciti a svolgere il pro-
pi, rispettivamente accompagnati da:
equipaggiamento
sportivo Olympia Region di Seefeld in
Coppa “Paolo Piazza”
Zuoz-Zernez.
di Stefano Vimercati
- 2° giorno e 3° giorno: impianto
principalmente di sabato, dal 4 gennaio
meteorologica, ha subito modifiche, ma
23 febbraio 2014, Maloja -Zuoz. Foto Chiara Spinelli
ders, alt. 1.400 m;
- Gialli: Daniele Colombo
Innsbruck, si è sciato rispettivamente: - 1° giorno: impianto sportivo di Nau-
venga mai meno.
DI CORSA CONTRO IL GELO
COPPA “PAOLO PIAZZA”
La gara sociale di sci di fondo in Engadina di Giuseppina Corti
C
’è un’atmosfera un po’ diversa dal solito sul pullman che alle 7 lascia Lecco diretto in Engadina,
sabato 15 febbraio: è la mattina della gara sociale. Hanno un bel dire i nostri istruttori che la gara è da vivere con serenità e senza particolari emozioni, come una bella giornata sulla neve aggiunta alle altre del programma. Non è affatto vero. Per prima cosa i 10 chilometri da Surlej a Sils e ritorno non vengono percorsi con il solito passo, fermandosi ad ammirare il paesaggio, sempre bello, o ristorandosi con generi di conforto, ma con andatura veloce e continua. Seconda cosa, i compagni che ti sorpassano e ti lasciano indietro, ti ricordano chiaramente i tuoi limiti. Terza, si parte e si torna a casa prima del solito. Così si sale lungo il lago e la val Chiavenna con sentimenti diversi dal consueto sonnecchiare e, tra più o meno false attestazioni di modestia, ricordi di precedenti competizioni e confronto di tempi di percorrenza, si giunge alla fermata del bar Moreschi. Una bevanda calda, un dolcetto non ce lo toglie nessuno, soprattutto oggi che amatori e allievi si trovano insieme e occupano in massa servizi, cassa, bar, bancone. Finalmente si giunge a Surlej e incominciano le brutte sorprese. La neve non è stata spalata da uno dei posteggi e non c’è posto per noi. Gli autisti dei pullman devono scaricarci
50
Sci di Fondo
e allontanarsi in fretta, pungolati dalla
è sicuro, poi di nuovo il falsopiano e
polizia cantonale. Abbiamo appena il
infine il traguardo. Ci sono applausi e
tempo di sciolinare e prendere quello
grida di incoraggiamento per tutti, e tè
che riteniamo utile, e i nostri automezzi
caldo. La gara sociale 2014 del gruppo
scompaiono in fondo alla strada, ma il
di sci di fondo è terminata.
peggio deve ancora venire. Un vento teso e gelido spazza l’entrata
Premiazione e ricordi
della
Dopo il veloce ritorno a Lecco, ci ri-
pista, tagliando la faccia ed entrando
troviamo nella sede del CAI per la pre-
sfacciatamente da ogni fessura degli
miazione. Il nostro presidente Stefano
indumenti. Stefano, il nostro presidente,
ricorda brevemente la storia della gara
e i cronometristi che ci hanno prece-
e le sue diverse modalità di svolgimen-
duto per allestire al meglio ogni cosa,
to e ricorda con commozione l’amico
sono intirizziti e hanno le lacrime agli
Paolo Piazza, cui il trofeo è dedicato.
occhi per il freddo, mentre cercano di-
Procede quindi alla premiazione: chia-
speratamente un po’ di riparo dietro la
ma i concorrenti uno ad uno e di cia-
piccola garitta del controllore della pi-
scuno dice il piazzamento e il tempo
sta.
di percorrenza, poi consegna il premio.
Cosa si
farà? Qualcuno addirittu-
Ci sono premi per tutti, e applausi
ra mormora di sospendere la gara,
perché ciascuno di noi è un vincitore:
ma alle 11 siamo tutti in fila pronti al
c’è chi ha vinto la gara, ma tutti hanno
comando. C’è però un’altra sorpresa e
sconfitto la paura di non farcela, la fa-
non spiacevole, questa volta. Invece di
tica, la voglia di abbandonare quando il
partire singolarmente a mezzo minuto
fiato sembrava mancare o la salita, e la
di distanza l’uno dall’altro, come l’anno
discesa, sembravano troppo dure. Non
scorso, siamo tutti allineati, i più veloci
è stata una gara facile, ce lo fa capi-
davanti, man mano tutti gli altri. E’ una
re il commento deluso di Teresa, che
partenza in linea, sembra di essere alla
pure è la prima classificata tra le donne:
“ski marathon”.
“Ho impiegato dieci minuti più dell’anno
Via! Siamo partiti e ci sgraniamo sul
scorso”.
leggero pendio che porta al falsopiano
La giornata continua con il ricco
e poi al bosco che sovrasta il lago, e
buffet preparato con la collaborazione
giù, sulla piana di Sils. Gli occhi bruciano
di molti volenterosi tra allievi e ama-
per il freddo, il vento fa sbandare con
tori. Tra una fetta di salame e una di
una folata improvvisa, i più lenti si ve-
torta, un bicchiere di vino o una bibita
dono sorpassare e incontrano i più ve-
(versati con generosità dalle bottiglie),
loci (veri e propri mostri) già sulla pista
i complimenti reciproci ci fanno capire
di ritorno. Alla grande curva in fondo
che la nostra attività sta andando verso
Mimmo ci incoraggia: ”Forza, adesso il
la conclusione.
vento è a favore”; in compenso però ha riempito i binari e distrutto la traccia. Si risale nel bosco, perché il lago non
10 km su percorso pistato, a tecnica classica, Surlej – Sils – Surlej di Mariarosa Beretta Sabato 15 febbraio 2014, sulle nevi dell'Engadina, si è disputata la seconda edizione della gara "Coppa Paolo Piazza", organizzata dal Gruppo sci di fondo escursionismo del Club Alpino Italiano, sezione di Lecco “Riccardo Cassin”. La gara è dedicata a Paolo Piazza, uno dei fondatori del gruppo, prematuramente scomparso, che tutti ricordano come caro amico ed eccellente punto di riferimento. I partecipanti, suddivisi in due categorie (allievi scuola e amatori), a loro volta suddivise in maschile e femminile, hanno ottenuto soddisfacenti risultati. La partenza è stata data in linea per ciascun raggruppamento. Di seguito le classifiche di ciascuna categoria:
CATEGORIA ALLIEVI SCUOLA FEMMINILE 1° Aldeghi Giulia 2° Griggi Fulvia 3° Sangalli Paola 4° Rondalli Margherita 5° Pivato Eliana 6° 7° 8° 9°
Confalonieri Silvia
Gilardi Miriam Negri Giuseppina Diana Lucina 10° Arigoni Annamaria 11° Pepe Maria Gabriella 12° Carotenuto Claudia 13° Pensa Lara 14° Sanarica Monica
1h 14' 10" 1h 15' 17" 1h 17' 04" 1h 19' 26" 1h 22' 01" 1h 26' 52" 1h 28' 13" 1h 29' 05" 1h 29' 09" 1h 29' 37" 1h 43' 33" 1h 45' 32" 1h 48' 30" 1h 48' 30"
MASCHILE 1° Campagna Antonio 2° Veggetti Vittorio 3° Bianchini Gualtiero 4° 5° 6° 7°
Caimmi Gianfranco Santoro Angelo Biffi Roberto Ragno Vittorio 8° Fumagalli Roberto 9° Regazzoni Maurizio 10° 11° 12° 13° -
1h 09' 12" 1h 09' 38" 1h 15' 14" 1h 16' 24" 1h 17' 57" 1h 19' 20" 1h 24' 45" 1h 25' 18"
Colombo Omar Rozzi Giovanni
1h 30' 00" 1h 34' 45" 1h 35' 04"
Del Pozzo Maurizio Pirovano Giorgio Merlini Pietro (SPECIAL GUEST)
1h 42' 17" 2h 03' 59" 1h 29’02”
CATEGORIA AMATORI 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11°
FEMMINILE Rusconi Maria Teresa Bassani Elena Longoni Pinuccia Orsoni Chiara Cestaro Silvana Spinelli Mariachiara Toselli Gina Melazzi Cristina Corti Giuseppina Tentori Rosa Maria Marinelli Maura
MASCHILE 1h 06' 03" 1h 07' 28" 1h 16' 45" 1h 16' 59" 1h 17' 32" 1h 21' 22" 1h 25' 03" 1h 27' 22" 1h 40' 07" 1h 49' 50" 1h 56' 44"
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°
Sorrenti Marco Zappaterra Gianni Martinelli Ottaviano Cecchini Dario Arzani Ferruccio Barozzi Luigi Brivio Raimondo Invernizzi Giuseppe Froio Giuseppe Fusina Piero Maniglia Giuseppe Marchese Valentino
0h 59' 30" 1h 00' 33" 1h 02' 38" 1h 17' 09" 1h 21' 18" 1h 22' 01" 1h 24' 33" 1h 25' 05" 1h 25' 10" 1h 39' 10" 1h 43' 58" 1h 50' 09"
Cronometristi Carlo Zecchi e Carlo Fazzini Giudice di gara Stefano Vimercati L'iniziativa si è conclusa nel tardo pomeriggio in sede CAI Lecco con premiazione e festeggiamento di tutti i partecipanti.
AL LUPO, AL LUPO!
Da Montalbano a Versasio, in MTB nel cortile di casa
di Matteo Riva
L
’inverno è arrivato e la neve imbianca le nostre montagne. Per gli appassionati di MTB l’al-
lenamento e le uscite “sul campo” si complicano, ma non sono impossibili.
forse è il percorso più classico per i
La zona di Lecco, una delle più belle e
bikers del lecchese, sia nella stagione
ricche delle Alpi per la vasta scelta di
invernale come campo di allenamento,
attività sportive all’aria aperta, ci offre
sia nella bella stagione come rampa di
via Fausto Valsecchi con via don Lu-
una considerevole scelta di percorsi.
lancio per escursioni più lunghe e im-
igi Monza (frazione Varigione) e poi
Certo, un po’ di spirito di adattamento
pegnative.
attraverso via Monterobbio raggiun-
e tanta voglia di divertirsi in compa-
Stiamo parlando della salita a
giamo la sterrata che senza pendenze
gnia sono ingredienti sempre richie-
Ballabio passando per Montalbano.
particolarmente impegnative ci porta
sti. Qui vogliamo ricordare quello che
Cominciamo la gita dall’incrocio di
a Ballabio. Fino a questo punto abbia-
mo percorso circa 5 km e sono passati
rato carrabile che ci porta al passo del
e di soddisfazione nel “cortile” di casa
una quarantina di minuti.
Lupo. Attenzione! Dopo il primo km di
nostra che prende il nome da un non
A Ballabio il ciclista “duro & puro”
facile percorso, inizia il sentiero vero e
meglio identificato condotto nero che
avrà già le idee chiare sulla direzione
proprio (riconoscibile da un cartello di
taglia la traccia.
da prendere mentre il biker goderec-
divieto di transito alle moto), caratte-
Il tracciato parte dai prati sopra la
cio si infila in un bar per combattere
rizzato da passaggi tecnici che met-
baita di Cavagiozzo e porta a Germa-
il freddo con un buon caffè caldo. A
tono a dura prova i nostri muscoli e la
nedo, sopra l’ospedale, in circa venti
questo punto le differenti abilità sug-
nostra amata MTB.
minuti. È completamente immerso in un bel bosco con fondo sassoso, an-
geriranno gli itinerari. Il neofita poco sicuro delle sue capacità ripercorrerà
Il “Tubo”
che ripido, mai da sottovalutare, ma
NELLA TERRA DI MINOSSE
Il Dikti, un’escursione sulle montagne di Creta di Luigi Colombo
C
reta: splendida isola nel Mediterraneo, culla della civiltà minoica, dove si intrecciano storia e leggenda.
Frequentatissima meta turistica, magnifiche
la strada fatta in salita con la possibilità
Giunti, dopo il primo tratto di sen-
generoso nel regalare soddisfazioni al
spiagge dorate, tesori d’arte e siti archeolo-
di deviare alla trattoria di Montalbano:
tiero, ad una radura, seguire la traccia
biker allenato e tecnicamente pronto.
gici, suggestivi monasteri, e altro ancora. Ma
seguendo la traccia visibile a sinistra,
di sinistra che ci porta al ponticello sul
Questa escursione, almeno nel suo
non è soltanto tutto questo; Creta è anche
prima di entrare nel parcheggio della
fiume Caldone, proprio sopra sceno-
sviluppo completo, è consigliata ai ci-
Momenti dell’escursione. Foto Matteo Riva
trattoria, si scende in Bressanella per
una natura selvaggia, gole impervie, grot-
grafiche pozze naturali.
clisti esperti ed allenati, muniti di bi-
te, percorsi di trekking, e soprattutto, belle montagne.
Non ci sarà vergogna a portare per
ciclette biammortizzate, ed è percor-
I principali rilievi orografici dell’isola pos-
track. Invece gli esperti, i “biammor-
qualche metro la bici a mano, soprat-
ribile in sicurezza anche in condizioni
sono raggrupparsi in tre distinte catene, e
tizzati” e gli ardimentosi ci seguiranno
tutto dove il sentiero propone passaggi
di umidità grazie all’eccellente grip
precisamente, i Lefki Ori (Monti Bianchi)
sull’itinerario bello ma tosto che pro-
impegnativi. Nel giro di una mezz’ora
offerto dal fondo del tracciato. Obbli-
nella parte orientale; una decina di cime
poniamo.
siamo giunti ai prati di Versasio, sot-
gatorio è l’uso del casco e dei guanti,
superano i 2000 m; la più alta, il Pachnes,
Prendiamo la strada per Morterone
to la partenza della funivia per i Piani
vivamente consigliato è anche attrez-
arriva a 2453 m. Più al centro, il massiccio
e subito dopo il ponte, prima che inizi
d’Erna. Anche qui le scelte per con-
zarsi con ginocchiere, gomitiere e pa-
del Monte Ida o Psiloritis con il Timios Sta-
la salita, sulla destra vediamo lo ster-
tinuare la gita sono molteplici, l’atleta
raschiena. Nella stagione 2014 questo
vros che raggiunge i 2457 m ed è il più alto
oramai appagato tornerà in città dalla
percorso sarà sicuramente una delle
rilievo di tutta l’isola. Più a est, i Dikti Ori; la
strada asfaltata (orrore!) gli altri sa-
escursioni che il gruppo CAI-Saltafos
ranno pronti per il mitico “Tubo”. Già il
proporrà ai propri soci.
54
esposti; tempo di salita: 3 ore e mezza;
est del capoluogo Irakleio; da qui si sale in
dislivello: 1100 m; notevole lo sviluppo del
auto (tutte le strade dell’isola, incluse quelle
percorso, che richiede comunque un di-
di montagna, sono asfaltate e in eccellen-
screto allenamento.
ti condizioni) verso l’altopiano di Lasithi, a
Ottima la segnalazione curata dalle se-
circa 800 m di altitudine, fino ai villaggi di
zioni di Irakleio e Khania del Club Alpino
Agios Georgios e Koudomalia; da quest’ul-
Ellenico (EOS); bolli, ometti, paline segna-
tima località si prende una stradina asfaltata
letiche ai principali bivi rendono quasi im-
che porta dopo 5 km alla chiesina di Pa-
possibile sbagliare.
Il monte Afendis Christos (2141 m), dalla cima del monte Dikti
un breve ma divertentissimo single
Escursionismo
dina di Malia, sulla costa nord, circa 30 km a
Tubo, uno dei sentieri più affascinanti
cima più alta è il Dikti, oggetto dell’ascensione qui descritta, che arriva a 2148 m. Il monte Dikti Per salire il Dikti si può partire dalla citta-
La chiesina di Panagia Limanakro, all’inizio della ascensione
nagia Limanakro, a quota 1050 m.; qui ha inizio l’ascensione. Si prende il sentiero E-4, e si inizia a salire in direzione sud, dapprima su una pietraia
Vale la pena segnalare l’esistenza di interessanti percorsi su roccia (in particolare, sul pilastro centrale NNE) per arrivare alla vetta, oltre la via normale qui descritta.
un po’ monotona, fino ad una insellatura. Da
Se scegliete di andare al mare per le va-
qui si continua piegando verso est, fino a
canze, e non volete rinunciare a qualche
una palina segnaletica che indica la direzio-
escursione in montagna, portate in valigia
ne per la cima. Si va verso nord; il sentiero
un paio di scarponcini da trekking e andate
diventa in alcuni punti una traccia; ci sono
a Creta; è proprio il posto giusto.
comunque numerosi ometti. Verso la fine il sentiero, a tratti un po’esposto, appare più evidente e si raggiunge la cima senza particolari difficoltà. Difficoltà: E/EE, per alcuni tratti un po’
Escursionismo
55
Domenica 19 ottobre Camminiamo sui sentieri di casa Periplo del Resegone e castagnata alla capanna “A. Stoppani”
La "Commissione Gite Sociali" del CAI Lecco propone anche quest'anno un interessante programma di escursioni per accontentare i gusti di tutti gli appassionati della montagna. La partecipazione alle escursioni è aperta a tutti i soci in regola con l’iscrizione per l’anno in corso che godono, in tal modo, delle necessarie coperture assicurative previste dal CAI. Ai simpatizzanti non iscritti al CAI può essere concesso di partecipare a poche escursioni con difficoltà T(turistica) o E (escursionistica) finalizzate alla verifica dell’attitudine all’escursionismo di gruppo, chiedendo loro di attivare le polizze giornaliere di assicurazione (Soccorso Alpino ed Infortuni). Le escursioni sociali del CAI, coerentemente alla loro natura, pongono i loro partecipanti di fronte a rischi e pericoli inerenti la pratica dell’alpinismo, dell’escursionismo o di altre attività in montagna. I partecipanti, iscrivendosi alle escursioni sociali, accettano tali rischi e sollevano da qualsiasi responsabilità il presidente, la sezione del CAI Lecco e i responsabili dell’escursione, per incidenti e infortuni che dovessero verificarsi durante lo svolgimento.
Le escursioni proposte sono classificate E (escursionistiche), con un paio d’eccezioni che presentano brevi tratti classificati EE (escursionisti esperti), percorribili senza difficoltà. E’ in corso il perfezionamento del programma nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. Nella presentazione delle singole uscite saranno eviDomenica 26 ottobre denziati i punti critici o pericolosi, per informare in particolare i partecipanti meno esperti. Chiusura stagione al rifugio Martina, dalla Colma La gita alpinistica propone quest’anno la traversadel Piano di Sormano per la Cima del S. Primo ta del Castore, una delle creste più belle ed affilate (Triangolo Lariano) del massiccio del Monte Rosa, un’escursione di due giorni con pernottamento al rifugio Guide della Val d’Ayas a 3420 m. Si segnala che la traversata presenta difficoltà di tipo alpinistico ed è riservata a soci con esperienza adeguata alle caratteristiche, difficoltà e quota dell’itinerario, dotati di idoneo e proprio equipaggiamento, in buone condizioni di salute e di allenamento nonché di acclimatamento alla quota, rispettosi dei codici comportamentali richiesti dal Regolamento sezionale. Durante tutta l’attività non è prevista alcuna forma di accompagnamento, ma esclusivamente supporto logistico fornito dagli organizzatori.
A seguire il programma completo delle uscite.
Per informazioni visita il sito www.cai.lecco.it o vieni in sezione il martedì o il venerdì dalle 20.30 alle 22.30
VIENI IN MONTAGNA CON NOI CALENDARIO GITE SOCIALI 2014
di Giuseppe Ferrario, Giuliano Mantovani, Domenico Pullano
Domenica 30 marzo Nervi – Camogli (Liguria)
Sabato e Domenica 28 e 29 giugno Passo Resia (Alto Adige)
Domenica 13 aprile Valpolicella – Marano di Valpolicella (Verona)
Domenica 6 luglio Assalto al Resegone con la SEL
Domenica 27 aprile Cima Fiorina, 1840 m, Sonvico – Piandera (Canton Ticino)
Sabato e Domenica 12 e 13 luglio GITA ALPINISTICA Traversata del Castore, 4221 m, Monte Rosa
Domenica 11 maggio Monte Antola,1597 m, Parco dell’Antola, da Torriglia (Liguria)
Domenica 13 luglio Cristallina Val Bedretto - San Carlo Val Bavona (Canton Ticino)
Domenica 25 maggio Monte Alben da Zambla (Val Brembana)
Domenica 27 luglio Filisur – Samaden (Engadina)
Domenica 8 giugno In collaborazione con Rotary Club Camminata Rotary Lecco Versasio – San Girolamo
Domenica 31 agosto Monte Vago – Forcola di Livigno
Domenica 15 giugno Monte Gleno da Pianezza/Vilminore in Val di Scalve (Val Camonica) Domenica 22 giugno Raduno Cai Lecco ai Piani di Bobbio (Valsassina)
56
Escursionismo
Domenica 14 settembre Il Sentiero del Cardinello Isola-Montespluga (Valchiavenna) Domenica 28 settembre Lago di Marmorea – Veduta/Julierpass (Canton Grigioni) Domenica 12 ottobre Anello della Cisa e Monte Molinatico, Passo del Bratello (Emilia-Romagna)
PICCOLI PASSI COL FAMILY CAI di Alberto Pirovano, Andrea Spreafico Il progetto Family CAI nella sezione di Lecco nasce nel 2013 dall’idea di due giovani papà desiderosi di condividere la propria passione per la montagna con la famiglia e, soprattutto, con i figli più piccoli. Da quell’idea, in ragione delle esigenze e dei limiti connessi alla giovanissima età di questi ultimi e della necessità di introdurli molto gradatamente ed in modo “ludico” alla montagna, ha preso concretezza un progetto rivolto ai nuclei famigliari e finalizzato ad incentivare il rapporto genitori - figli. L’ambiente montano, l’esperienza motoria, le relazioni famigliari e le dinamiche del gruppo di famiglie partecipanti sono gli elementi scelti per introdurre i bambini. Il programma annuale delle attività consiste in un insieme di proposte dal contenuto “mirato ai più piccoli” e consente alle famiglie di avvicinare i propri figli alla montagna. A piccoli passi, naturalmente... Dopo l’esito positivo dell’anno “di prova” 2013, proponiamo un calendario di uscite per la stagione 2014. Per avere maggiori informazioni sul Family CAI o iscrivere il vostro nucleo famigliare alle sue attività, potete scrivere a family@cai.lecco.it oppure visitare la nostra pagina facebook. Foto di gruppo al Family CAI 2013
Domenica 18 maggio MONTE BARRO Domenica 22 giugno RADUNO SEZIONALE Domenica 29 giugno VAL BIANDINO Domenica 31 agosto VAL DI MELLO Domenica 5 ottobre PALESTRA ARRAMPICATA
ALTA QUOTA
I consigli su come alimentarsi in ambiente estremo
Relatori e invitati alla serata. Da sinistra: Andrea Carta, Danilo Bernasconi, Daniele Bernasconi, Emilio Aldeghi, Donatella Polvara
Venerdì 8 novembre 2013, presso la Sala Conferenze dell’Unione Industriali Lecchesi, in via Caprera a Lecco, si è svolta un’interessante serata patrocinata dal CAI Lecco sul tema “L’alimentazione in ambiente estremo”, a cura della dott.ssa Donatella Polvara, biologa nutrizionista. Hanno partecipato Emilio Aldeghi, presidente del CAI Lecco, il dott. Luca Morelli, lo psicologo Andrea Carta, l’alpinista Daniele Bernasconi e il campione del mondo di immersione Danilo Bernasconi. Donatella Polvara ci offre qui una sintesi degli argomenti trattati.
zionali possono essere trasformati
glucosio semplice. Anche fruttosio/
uova non possono mancare come
in energia utile per le scorte.
maltodestrine sono un mix vincente
importante fonte proteica. La car-
per mantenere la glicemia a livello
ne di yak per esempio consente un
costante nel tempo.
buon apporto di vitamina B e ferro
Messner quando conquistò il Polo Nord adottò una dieta molto ricca di grassi: il 40 per cento era com-
Le richieste energetiche dell’al-
utili per la formazione dei globu-
posto da cibi con alto contenuto li-
pinista, oltre i 4000 metri sono
li rossi e il trasporto di emoglobina,
pidico. L’alto contenuto calorico di
molto elevate, dovute oltre che allo
indispensabili per imprese alpinisti-
tali cibi 9 Kcal/gr consente di for-
sforzo fisico anche agli adattamenti
che di alto livello.
nire all’organismo le calorie giuste
richiesti al corpo in tali condizioni
Il reintegro dei liquidi è fonda-
per far fronte al dispendio ener-
estreme: termoregolazione, batti-
mentale soprattutto ad una certa
getico durante la termoregolazio-
to cardiaco, respirazione, produ-
altezza. L’alpinista dovrebbe bere
ne corporea a bassa temperatura.
zione di globuli rossi. Il fabbiso-
un’acqua con un buon contenuto di
Ad alta quota, quando la pressione
gno energetico durante l’attacco
sali (RF>1000) in quanto acque con
di ossigeno si riduce notevolmen-
alla cima potrebbe arrivare anche a
basso residuo fisso o acque iposo-
te, soprattutto sopra i 4000 metri,
5000/6000 calorie al giorno. Tale
diche dissetano, ma aumentano la
risulta più difficoltoso per l’organi-
apporto calorico non sempre può
diuresi facilitando la disidratazione.
smo trasformare in energia tali ali-
essere mantenuto in quanto ad una
Dunque aggiungere sempre un cor-
menti per questo sarebbe eccessivo
certa altezza subentra un rallenta-
retto contenuto di sali nell’acqua di
consumarne in abbondanti quantità.
mento delle attività gastro-inte-
fusione.
L’alcool causa una vasodilatazione
stinali che spesso comporta inap-
Per imprese alpinistiche di alto
periferica, sottrae sangue agli orga-
petenza. Inoltre si deve far fronte
livello sarebbe accurato attener-
ni interni e lo porta in superficie.
anche ai problemi pratici legati alla
si ad una corretta alimentazione
Causa una ipoperfusione interna, ci
stanchezza, alla temperatura e alle
in funzione del proprio metaboli-
dà una sensazione di caldo di breve
difficoltà nella preparazione dei cibi.
smo basale e del proprio dispen-
durata, ma non è in grado di au-
La lontananza da casa può influi-
dio energetico sotto sforzo; utile
mentare la temperatura corporea
re enormemente sulle abitudini ali-
per mantenere le performances il
in modo ottimale. Non è il miglior
mentari e sull’alimentazione dell’al-
supporto di esperti nel settore che
metodo per scaldarsi a bassa tem-
pinista.
garantiscano un apporto calorico
La necessità del reintegro
peratura. Il valore dei carboidrati
di Donatella Polvara
S
coprire ambienti nuovi e raggiungere luoghi incontaminati ha sempre affasci-
nato l’uomo. La montagna con le sue vette, i deserti, le distese di sale e il fondo dei mari: tutti ambienti estremi che richiedono all’organismo grandi capacità di adattamenCome dobbiamo alimentarci se
58
Appuntamenti
al rientro
vogliamo ottenere delle maggiori
di ossigeno per essere strasformati
prestazioni dal nostro corpo oltre i
in energia. Richiamano sangue allo
per il trekking
dovrebbero esse-
po subisca un calo fisiologico del
3000 metri? Quando freddo, vento
stomaco e lo sottraggono ai mu-
re date dai carboidrati, la maggior
peso come per gli astronauti dopo
e fatica si fanno sentire, quali ali-
scoli.
parte degli autori consiglia di ar-
le missioni nello spazio.
Le principali fonti energetiche
delle imprese in alta quota il cor-
menti sarebbe meglio preferire per
Sarebbe meglio evitarli in caso di
ricchire le proprie fonti quotidiane
Prodotti sottoforma di gel, bar-
mantenere le performances ad alto
intensa attività fisica a bassa tem-
con una quota pari al 70 per cento
rette, liofilizzati, pasti completi con
livello, in caso di trekking ad alta
peratura o in alta quota.
in glucidi. I carboidrati migliora-
i principi nutrizionali adeguati alle
no anche la perfusione polmonare
esigenze energetiche, ricchi in tri-
La carne di orso è molto ricca di
e quindi possono anche contribu-
gliceridi a catena media, fruttosio,
grassi, anche il salmone dei paesi
ire a migliorare i sintomi del male
isomaltulosio, maltodestrine e vita-
Nei paesi nordici è molto diffuso il
nordici ha una quota in lipidi su-
di montagna. Fruttosio e isomaltu-
mina C, tutti utili da consumare nei
consumo di alcool e di cibi grassi. Si
periore rispetto al salmone pescato
losio sono due tipi di zuccheri che
trasferimenti in alta quota.
tratta di sostanze molto caloriche; i
in Canada, ma a queste latitudini, ci
troviamo nelle barrette energetiche,
grassi richiedono molto più tempo
troviamo a basse quote e a livello
ottimi per ottenere energia di gran
indispensabile è
dei carboidrati per essere digeriti
del mare, la pressione di ossigeno è
lunga durata rispetto all’utilizzo di
pasta, patate, riso e legumi. Carne e
e necessitano di maggiori quantità
buona e cibi con questi valori nutri-
quota? In fondo basta solo introdurre la miscela giusta per ottenere il massimo dei giri.
to.
E’ stato stimato che
Il peso dei grassi
Durante la sosta al campo base il reintegro con
mirato.
Il tema della serata ha avuto un notevole riscontro e tante sono state le richieste da parte degli alpinisti di ripetere l’evento. Il prossimo appuntamento con la nutrizionista sarà ad Alma do Pico (Azzorre) dove nel mese di settembre la dott.ssa Donatella Polvara, per gli amanti del trekking e delle immersioni, dedicherà un’intera settimana al tema “Alimentazione e performances”(www.almadopico. com).
Appuntamenti
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STOPPANI A LUGANO
Tappa ticinese per la mostra del CAI Lecco di Adriana Baruffini
D
al 10 gennaio al primo marzo 2014 la mostra “Sulle tracce di Antonio Stoppani”, realiz-
zata nell’ambito del progetto interreg “Confini d’incontro” e già esposta a Lecco, è stata in trasferta a Lugano presso la sala espositiva del Canvetto luganese messa a disposizione dalla Fondazione Diamante. L’iniziativa è nata dalla collaborazione del Club Alpino Italiano sezione di Lecco con il Club Alpino Svizzero sezione Ticino, in occasione del 150° di fondazione del CAI e del CAS. La locandina della mostra presenta la figura di Antonio Stoppani scienziato e alpinista in un breve testo redatto da Angelo Valsecchi: “…Mosso
da un entusiasmo irrefrenabile per i fenomeni naturali fu un camminatore infaticabile, esploratore dalla curiosità infinita e grandissimo ricercatore. Visitò anche il Monte Generoso e il San Giorgio. Al pari del nostro Lavizzari, fu uno dei primi divulgatori scientifici…Tra i molti meriti riconosciuti al grande naturalista si deve ricordare che, negli anni in cui l’alpinismo era un’attività elitaria praticata solo dalle persone facoltose… Antonio Stoppani diffuse il piacere per l’escursionismo, praticato sulle montagne di casa, anche tra le classi sociali più semplici. Lo Stoppani fu il primo a comprendere il valore sociale ed educativo dell’alpinismo...” Il sottotitolo della mostra “Pioniere
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Appuntamenti
COPERTURE
della divulgazione
naturalistica”
riassume
questi
contenuti,
resi
speciale coperture
ancora più espliciti dall’immagine riprodotta
sulla
locandina: un ritratto fotografico di Antonio Stoppani con sovrapposte, a mo’ di
Momenti dell'inaugurazione presso la sala convegni del Canvetto luganese
corona, le creste del Resegone, fotomontaggio realizzato nel 1933 dal
fotografo
Ausonio
Zuliani,
per una cartolina
da così...
a così...
in ricordo del 50° anniversario della Società Alpina Operaia Stoppani. All’inaugurazione della mostra hanno partecipato i curatori che ne hanno illustrato i contenuti con brevi interventi e con una presentazione di Andrea Tintori sul significato
del-
le ricerche con-
Smontaggio vecchio tetto in Eternit con amianto Smaltimento in discariche autorizzate, pratica A.S.L. compresa Installazione immediata del nuovo tetto con pannelli isotermici
dotte sul Monte San Giorgio e sul Monte Generoso per la conoscenza dei fossili del Triassico Giurassico.
e
del
LECCO: Via Toscanini, 11 - Tel. 0341.420209 - Fax 0341.422658 MONGUZZO: Via Valassina, 20 - Tel. 031.650203 - Fax 031.651527 OSNAGO: Via M. della Liberazione, 12 - Tel. 039.8947490 - Fax 039.8947491 OGGIONO: Via Longoni, 26 - Tel. 0341.263026 - Fax 0341.575184 info@invernizzicoperture.com
RECENSIONI SUI SENTIERI DELL’ABATE di Giulia Faccinetto
Nell’ambito del progetto italo-svizzero interreg “Confini d’incontro” va a inserirsi un nuovo libro dedicato all’abate alpinista Antonio Stoppani. Il progetto, fortemente voluto dal CAI di Lecco e realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei del territorio lecchese, è stato curato da Adriana Baruffini e si avvale del contributo di Annibale Rota, Tiziana Rota, Andrea Tintori, Gian Luigi Daccò, Raimondo Brivio e Angelo Valsecchi. Antonio Stoppani, intellettuale dalle mille sfaccettature e uno tra i primi ad aver colto il valore educativo e sociale dell’alpinismo, viene riscoperto attraverso un ampio progetto che ha previsto, oltre alla pubblicazione di questo volume, anche una mostra a lui interamente dedicata ed esposta tra il 2013-2014 a Lecco e Lugano. Stoppani (1824-1891) è da considerarsi un intellettuale versatile e poliedrico nel panorama culturale italiano del tempo: sacerdote, scienziato, filosofo, patriota, scrittore e apostolo dell’alpinismo nel senso moderno del termine. Proprio per questo motivo il libro si propone di indagare, nella prima sezione, la figura dell’abate nell’ambito della sua complessità, considerandone sia le scoperte in campo geologico e paleontologico, sia il suo ruolo da un punto di vista di divulgatore e museologo. Camminatore indefesso, lo studioso si aggirava per i monti lecchesi alla ricerca di fossili e, rendendosi conto della carenza di studi in ambito geologico, Stoppani raccolse materiale didattico in volumi e in collezioni al fine di formare una nuova classe di insegnanti scienziati. Un capitolo intero è inoltre dedicato a Stoppani nell’arte figurativa, in questo caso non come artefice, ma come soggetto di moltissime opere scultoree e pittoriche. Nonostante non fosse un grande alpinista, Antonio Stoppani era sicuramente un instancabile esploratore. Il suo “nuovo” modo di concepire la montagna è stato fondamentale per la storia dell’alpinismo ed è proprio questo aspetto il fulcro di questo volume. Grazie al suo amore e alla sua passione per i monti lecchesi e ticinesi, trasmesso in moltissimi suoi scritti, l’abate-alpinista ha fatto in modo che la montagna non venisse più considerata meta elitaria di alpinisti-scienziati provenienti dall’alta borghesia, ma che diventasse aperta e accessibile a tutti. Per primo ha riconosciuto l’immenso beneficio sociale, spirituale e pedagogico dell’escursionismo. L’andare in montagna per il piacere di farlo e per rafforzare il corpo e lo spirito è alla base del pensiero di molti pionieri dell’alpinismo ed è stato lo stimolo per la costituzione delle diverse società alpinistiche. Egli aderì con entusiasmo alla costituzione, nel 1863, del Club Alpino Italiano e divenne primo presidente della sezione di Milano e successivamente di quella di Lecco. La parte più consistente del volume presenta invece una selezione di itinerari pensati per ripercorrere i luoghi cari a Stoppani: sono mete vicine, che si snodano tra il lecchese, il Canton Ticino e la Valle Imagna e sono itinerari semplici, facilmente fruibili, ma anche di grande interesse storico, geologico e naturalistico. Guidano il lettore alla scoperta di mete cui l’abate è molto legato, come per esempio la salita al Monte San Martino e ai rifugi Bogani e Rosalba sulle Grigne, l’esplorazione del Monte Barro. Antonio Stoppani ci accompagna in ciascuno di questi itinerari, aprendoci gli occhi e la mente su scorci, elementi naturalistici e monumenti a cui spesso non dedichiamo la meritata attenzione e riportando la nostra attenzione sul “piacere dei monti”. Adriana Baruffini (a cura di) SULLE TRACCE DI ANTONIO STOPPANI. Percorsi fra montagna, scienza ed arte in Lombardia e Canton Ticino Lecco, 2014
NEL MONDO DEL FREERIDE E DELLA NEVE FRESCA “Il freeride è una disciplina non solo sportiva, ma soprattutto mentale. È il pensiero che spinge i rider a sfidare i propri limiti e affrontare una discesa estrema, o a partire per l’esplorazione di una regione sconosciuta. È proprio il lato interiore quello che più viene fuori da “Uomini & neve”. Diciotto interviste agli sciatori e snowboarder, del presente e del passato, che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del freeride e della neve fresca. Attraverso le loro parole e i loro racconti vengono affrontate le ragioni più profonde che li hanno spinti a mettersi in gioco e alle volte a rischiare la propria vita per sentirsi liberi di poter lasciare la propria traccia sui pendii che sognavano. Per molti di loro fare freeride non è stata l’opzione più semplice. Hanno rinunciato alla strada più facile e meno pericolosa, per potersi esprimere nel modo che più li rappresentava, quello della libertà e del contatto con la natura. Le linee che hanno tracciato sono un po’ la cifra della loro anima e del loro modo di essere.
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Recensioni
Per questo motivo, alla fine dell’intervista, ognuno ha descritto la linea che meglio lo identifica, una linea che è a tutti gli effetti una sigla, una firma che ha segnato l’evoluzione del freeride.” I protagonisti: Ane Enderud: La potenza al femminile Bruno Compagnet: Il maestro Jedi del freeride Anne Flore Marxer: La femminilità e l’energia positiva Emilio Previtali: Il Diretur Paolo Tassi: Il viaggiatore Glen Plake: The most influential skier of the last 35 years Karina Hollekim: La ricerca della massima felicità a tutti i costi Markus Eder: Il futuro Marco Galliano: Il vacanziere in alta quota Taro Tamai: Lo spirito Zen del freeride Chris Davenport: Lo stile Stefano de Benedetti: La stella dell’impossibile John Falkiner: Libera il tallone, libera la mente Luca Pandolfi: L’asceta del ripido Giulia Monego: La determinazione e la dolcezza Stian Hagen: La tecnica Toni Valeruz: Il Mago del ripido Xavier de Le Rue: Il più forte snowboarder al mondo, punto”.
Martino Colonna, Francesco Perini UOMINI E NEVE. Incontri ravvicinati con i protagonisti del freeride Edizioni versante sud, 2013
SULLE TRACCE DI AMUNDSEN dalla prefazione di Mirella Tenderini
…Nel corso della ricerca di quel passaggio, Amundsen ancorò la sua piccola nave, la Gjøa, in un porto naturale nella costa meridionale dell’isola di King William nell’Arcipelago artico canadese, che battezzò Gjøa Haven - il porto della Gjøa - dove sostò dal 1903 al 1905, affrontando ben due lunghi inverni polari in contatto con la popolazione inuit dalla quale assorbì lo spirito dell’anima artica, apprendendo l’arte di vivere in quei luoghi inospitali. L’arte che lo guidò ai suoi successi laddove i suoi rivali fallirono tutti. Alla ricerca dell’anima artica, anche Massimo Maggiari Io sono Roald Engelbert approda a Gjøa Haven per incontrare Paul Ikuallaq, il niAmundsen pote di Roald Amundsen, e per portare avanti un pelleesploratore artico, norvegese grinaggio iniziato fin dagli anni Novanta lungo le rotte di sono figlio di Iems Amundsen. È l’episodio che apre questo libro. Maggiari è costruttore di velieri altissimi il cantore e Amundsen la sua guida e il suo daimon nel di Borge nell’Ostfold mondo incantato dell’Artico. sognatore dell’Orsa maggiore. La presenza di Amundsen in questo libro è fortissima e ispiratrice, ma la ricerca di Maggiari non si limita ai suoi luoghi. Dopo un soggiorno a Gjøa Haven con Paul per esplorare i dintorni, parlare con la gente, imparare a costruire un igloo, c’è da esplorare ancora tutto un altro mondo legato allo spirito del grande nord. Un mondo che Massimo Maggiari ha scoperto a tappe successive e che, spinto da quello che lui chiama “mal d’Artide”, pari in potenza al “mal d’Africa”, continua a visitare. «È da tempo che i miei scritti viaggiano nelle terre vicine al circolo polare artico. L’Alaska, Nunavut, la Groenlandia, l’Islanda e la Norvegia, le Alpi mi vivono dentro come un respiro, sono il soffio incantatore di una ricorrente meditazione». Così come i suoi viaggi punteggiano la sua vita, i suoi scritti si intrecciano in questo libro, portando il lettore ai piedi del monte McKinley e nelle foreste di Girwood in Alaska, nella Norvegia di Amundsen, fino alle valli alpine dove in preparazione della grande avventura artica l’autore ha trovato «ispirazione poetica, radici culturali, e un paesaggio fiabesco altrettanto affascinante come quello islandese.» È la terra della regina Dolasilla e del regno dei Fanes dove mito, leggenda e ghiacci sempiterni convivono e si riallaccia ad altre terre, dove ancor’oggi gli sciamani esercitano riti di antica sapienza. Massimo Maggiari è un poeta e ai suoi esordi letterari ha scritto libri di versi tra i quali uno dedicato ad Amundsen e al suo passaggio a nord-ovest. In questa sua opera, felice fusione di libro di viaggio e di ricerca spirituale, il suo è un canto poetico alla bellezza del mondo dei ghiacci e al coraggio di vivere.
“
”
Massimo Maggiari PASSAGGIO A NORD OVEST. Sulle tracce di Amundsen Alpine Studio, Lecco 2014
Recensioni
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FRAMMENTI DI PACE di Adriana Baruffini
Una copertina tutta bianca evoca la luce che attraversa questo libro come una trama sottile. Un libro di grande forza, duro e insieme pieno di dolcezza. Se si incomincia a leggerlo non si può fare a meno di arrivare rapidamente alla fine, salvo poi ritornare sui propri passi e centellinarlo riga dopo riga. Al centro del racconto una crudele esperienza di vita: l’improvvisa consapevolezza per un uomo sui sessant’anni, pieno di interessi e di aspettative, di essere ammalato di SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una malattia per combattere la quale la scienza non dispone ancora di strumenti risolutivi. Capitolo dopo capitolo, l’autore descrive con grande lucidità il manifestarsi di questo nemico invisibile destinato a svuotare progressivamente il suo corpo delle funzioni vitali, e intreccia il racconto con un’attenta analisi dei pensieri, delle emozioni, degli stati d’animo che via via occupano la sua mente e il suo cuore, dalle fasi iniziali di “buio”, di ”angoscia”, di “pena sconfinata”, di desiderio di morte, fino al momento dell’”abbandono”, dell’accettazione di una nuova condizione sulla quale rimodellare la propria vita, riuscendo, perfino, “con un pensiero che sembra folle”, ad essere felice. Pagine struggenti, inframmezzate come flash-back al racconto della malattia, svelano momenti, affetti, persone che sono state e sono fondamentali nella vita dell’autore; ora che tutto in lui “si è ridotto all’essenza” , ora che l’amore è l’unico suo bisogno, queste presenze lo fanno sentire in pace e, per un uomo di fede come lui, sono espressione dell’amore di Dio, sono “luce” nella sua manifestazione più alta. Ma il tema della luce non è presente solo qui, ricorre continuamente nel libro, evocato da ricordi lontani o da immagini recenti, come un bel tramonto che “colora, incendia e trasfigura i monti”. E proprio alle montagne che ha sempre amato e che ora può salire solo con il pensiero Antonio dedica qua e là altre pennellate di luce, come quando racconta l’incontro con un torrente dalle acque scroscianti: “Lo sento mentre salgo nel bosco… Lo trovo e vado a sedermi lungo una sua sponda, al sole se c’è, con gli scarponi a mollo per metà… Ascolto racconti venuti da lontano. C’è pace intorno. C’è l’energia vitale che sprigiona da ogni incontro. E quando mi rimetto in cammino, per tornare a casa e ricongiungermi al mio corpo nella stanza dalla quale non si è mai mosso, porto quella pace e quell’energia con me”.
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LUTTI Negli ultimi mesi ci hanno lasciato:
AGEVOLAZIONI E BENEFICI PER I SOCI
QUOTE SOCIALI PER IL 2014.
Agli associati è garantita la copertura assicurativa per infortuni che si verifichino nell’ambito di iniziative organizzate dal Sodalizio, ivi compresi i corsi e le scuole, oltre alla copertura assicurativa del Soccorso Alpino per attività sia sociali che personali.
Socio Ordinario € 43,00 Socio Familiare € 23,00 Socio Giovane* € 16,00 (nati nel 1997 e anni seguenti)
Il socio ordinario riceverà al proprio domicilio la rivista mensile del Cai “MonTutti gli associati, con la presentazione della tessera riportante il bollino relati-
Socio Vitalizio € 20,00 Tessera per i nuovi Soci € 5,00 Duplicato Tessera € 2,00
vo al 2014, potranno usufruire degli sconti previsti dalle convenzioni indicate
Variazione Anagrafica
tagne 360” e la rivista quadrimestrale sezionale ”CAI Lecco 1974”.
nell’apposito riquadro. Tutti gli associati potranno usufruire gratuitamente dei servizi offerti dalla sezione: accesso alla documentazione presente nella biblioteca sezionale, utilizzo di internet, lettura dei periodici e delle riviste presenti in sede. Tutti gli associati otterranno sconti sull’acquisto di libri o pubblicazioni del CAI. IL RINNOVO DELLA TESSERA PUÒ ESSERE EFFETTUATO: In sede: Tutti i martedì non festivi dalle ore 20:30 alle 22:00. Tutti i venerdì non festivi dalle ore 18:00 alle 20:00 (escluso venerdì 18 aprile 2014) con pagamento in contanti, con assegno o con Bancomat In alternativa, il pagamento potrà essere effettuato a mezzo: a)
Bollettino c/c Postale n. 12049227 intestato a C.A.I. Sezione di Lecco.
b)
DEUTSCHE BANK, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, IBAN IT74I0310422901000000024150.
c)
BANCA POPOLARE DI SONDRIO, Agenzia di Piazza XX Settembre a
Lecco, sul conto corrente intestato a C.A.I. Sezione di Lecco, Codice IBAN IT07J0569622902000002154X06. Ricordiamo che il bollino può essere spedito per posta a domicilio, con un contributo, per socio o per nucleo familiare, di € 2,00 per spese postali e di segreteria. Con il bollino verrà inviato il bollettino di c/c postale pre-compilato per il pagamento. I soci interessati dovranno contattare la Segreteria telefonicamente o per lettera. CALENDARIO CHIUSURA SEDE Venerdì 18 aprile 2014 (Venerdì Santo)
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Informazioni
€
Pier Attilio Bugna, socio dal 1976 Armando Meroni, classe 1915, iscritto dal 1967 Giuseppe Nino Mainetti, classe 1923, socio dal 1947 É inoltre tragicamente scomparsa, travolta da una valanga, Stephanie Frigiere, appassionata di alpinismo e scialpinismo, membro del gruppo Montagnari e compagna del Ragno Giovanni Ongaro. Ai familiari degli scomparsi, la partecipazione affettuosa di tutta la sezione.
1,00
*Socio giovane: a partire dal secondo figlio giovane in poi, il socio giovane verserà la quota di € 9,00. Si precisa che per poter usufruire dell’agevolazione prevista, il socio giovane dovrà avere un socio ordinario di riferimento (capo nucleo) in regola con il tesseramento dell’anno in corso ed appartenere ad un nucleo familiare con due o più figli giovani iscritti alla Sezione.
IMPORTANTE
Ai Soci ritardatari ricordiamo che il rinnovo del tesseramento si intende operante dal giorno in cui la Sezione provvede a spedire alla Sede Centrale gli elenchi dei rinnovi. Il Socio che si tessera per la prima volta o che rinnova l’iscrizione dopo il 31 marzo viene considerato “assicurato” solo a partire dal giorno di trasmissione del suo nominativo alla Sede Centrale e non dal momento del versamento in sede della quota sociale. I Soci che avessero necessità di essere coperti “da subito” dall’assicurazione per il Soccorso Alpino, devono effettuare il versamento della quota sociale (più un contributo di € 2,00 per spese postali e di segreteria) a mezzo conto corrente postale. In questo caso la garanzia assicurativa decorre dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato il versamento a favore della Sezione, che provvederà poi all’invio a domicilio del relativo bollino.
DIMISSIONI E MOROSITA’
Il socio può dimettersi dal Club Alpino Italiano in qualsiasi momento; le dimissioni devono essere presentate per iscritto al Consiglio Direttivo della Sezione, sono irrevocabili ed hanno effetto immediato, senza restituzione dei ratei della quota sociale versata. Il socio è considerato moroso se non rinnova la propria adesione versando la quota associativa annuale entro il 31 marzo di ciascun anno sociale; l’accertamento della morosità è di competenza del Consiglio Direttivo della Sezione; non si può riacquistare la qualifica di socio, mantenendo l’anzianità di adesione, se non previo pagamento alla Sezione alla quale si era iscritti delle quote associative annuali arretrate. Il socio di cui sia stata accertata la morosità perde tutti i diritti spettanti ai soci.
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Informazioni
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