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EDIZIONE DELLA MATTINA
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GIOVEDÌ 7 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La sfida delle Regioni
Autonomia, appello di 30 giuristi a Mattarella I costituzionalisti al presidente della Repubblica: «Il ruolo del Parlamento dev’essere centrale, va salvata l’unità del Paese» PADOVA. L’autonomia differen-
ziata delle Regioni va discussa, modificata e approvata in Parlamento. L’appello, rivolto al capo dello Stato Sergio Mattarella e a Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, presidenti di Camera e Senato, porta la firma di trenta costituzionalisti «fortemente preoccupati per le modalità di attuazione delle intese sul regionalismo differenziato e per il rischio di marginalizzare il ruolo del Parlamento, luogo di tutela degli interessi nazionali». E chiedono che sia garantito «il ruolo del Parlamento rispetto alle esigenze sottese a uno sviluppo equilibrato e solidale del regionalismo italiano, a garanzia dell’unità del Paese». Il documento porta la firma-
to, tra gli altri, di 3 presidenti emeriti della Consulta: Francesco Amirante, Giuseppe Tesauro e Francesco Paolo Casavola. Ed è stato predisposto dal professore Andrea Patroni Griffi, ordinario nell’Universi-
Il documento inviato anche ai presidenti della Camera e del Senato tà della Campania Vanvitelli. «Le ulteriori forme di autonomia non possono riguardare la mera volontà espressa in un accordo tra Governo e Regione interessata, avendo conseguenze sul piano della forma
di Stato e dell’assetto complessivo del regionalismo italiano», sostengono i 30 costituzionalisti, convinti che «i parlamentari, come rappresentanti della Nazione, devono essere chiamati a intervenire, qualora lo riterranno, anche con emendamenti sostanziali che possano incidere sulle intese, in modo da ritrovare un nuovo accordo, prima della definitiva votazione sulla legge». «Anche nell’approvazione dei primi Statuti del 1972 il Parlamento svolse un ruolo incisivo. La fisionomia delle regioni riflette quella dell'intero Paese e non riguarda solo i singoli governi regionali». Per questo «l'approvazione parlamentare non può essere meramente formale; la previsione
della legge nell’articolo 116, comma 3 della Costituzione è posta a garanzia che l’ autonomia negoziata dalle regioni richiedenti si inserisca armonicamente nell’ordinamento complessivo della Repubblica. Il ruolo del Parlamento, nell’articolo 116, è finalizzato a tutelare le istanze unitarie a fronte di richieste autonomistiche avanzate dalle Regioni che possono andare proprio in danno a tali istanze unitarie». Ora che accadrà? I tre dossier di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna oggi saranno consegnati da Zaia, Fontana e Bonaccini al ministro Stefani e al premier Conte: sarà lui a decidere con quali tempi avviare la procedura parlamentare. Ma la correzione di rotta appa-
re fondamentale e non convince Mario Bertolissi, che guida la delegazione del Veneto a Roma. «Alcuni autorevoli giuristi hanno sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica, affinché venga salvaguar-
Bertolissi replica: si vuole forzare la volontà del capo dello Stato dato il ruolo del Parlamento, garante di uno sviluppo equilibrato e solidale del regionalismo italiano. La premessa sottostante è che il procedimento in atto, che riguarda Emilia-Romagna, Lombardia e Ve-
L’ex presidente del Consiglio parla delle primarie del Pd e delle elezioni europee
«Veneto, secessione mascherata Lega-M5S, la luna di miele è finita» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
P
residente Enrico Letta, cos’è accaduto alle primarie del Pd? «Un pezzo d’Italia ha dimostrato la voglia di costruire un’alternativa: l’ho colta e ho partecipato. E’ stato il bis ideale della manifestazione di sabato a Milano contro il razzismo: la prima vera scossa per costruire un’alternativa al quadro politico che ha isolato l’Italia dall’Europa». Perché lei è tornato a votare e a prendere la tessera del Pd dopo cinque anni di “esilio” a Parigi? «Io considero chiusa la mia esperienza di parlamentare, ma da cittadino ho pensato che si fosse passato la misura. Un governo legittimato dal voto ha varcato i limiti dei corretti comportamenti». Chi ha esagerato? «Il ministro degli Interni Salvini, che continua a usare la divisa in Parlamento e ha gestito l’affare Diciotti con assoluta spregiudicatezza: prima ha sfidato la magistratura, poi si è nascosto dietro l’immunità. E usa il dramma dei migranti come unico serbatoio di voti perché lavora sulle paure e non sulle soluzioni. Lui pensa solo a chiudere i porti e pianta una bandiera che non ferma i clandestini che arrivano con un visto turistico, scaduto il quale stanno in Italia. Salvini ha autorizzato una deriva quasi razzista e poi è gravissimo che il ministro degli Interni dica agli italiani: “difendetevi la soli” e cor-
ra in carcere a incontrare chi è stato condannato per aver sparato a bruciapelo a un ladro. Compito dello Stato è garantire la sicurezza dei cittadini”. Al governo ci sono anche i 5 Stelle, quali sono gli errori in cui è caduto Di Maio? «Il blocco della Tav e di tutte le infrastrutture sta paralizzando l’Italia. Poi hanno passato il limite con l’arroganza nei confronti di tutti coloro che non la pensano come loro. M5S e Lega hanno isolato l’Italia in Europa e come unici alleati ci tro-
to sul tema del lavoro, degli investimenti e della crescita. Nel 2019 ci sarà il tracollo economico dell’Italia. Il deficit sta esplodendo, i tassi d’interesse sono al massimo e la crescita al minimo. Il cittadino non ne ha la percezione ma tra sei mesi la recessione si trasferirà sui redditi delle famiglie. La legge di stabilità è stata costruita sulla sabbia, tra le clausole di salvaguarda ci sono le finte privatizzazioni e la crescita è ferma allo 0,2%.L’Italia è come un cicli-
La Tav Torino-Lione e Brescia-Padova va realizzata: dobbiamo creare i gilet arancioni
L’autonomia è stata presentata come la fuga del ricco Nord dal resto d’Italia viamo l’Ungheria e la Polonia”. Sulla Tav Torino-Lione e sulla Brescia-Padova, Salvini e Di Maio non trovano l’accordo: come finirà? «Raramente si è visto un governo godere di tanto consenso nel primo anno di vita, forse analogo al supporto massiccio che Renzi ha avuto nel periodo iniziale. Ma sono impressionato da come Lega e M5S lo hanno utilizzato: 8 mesi di pasticci. Dalla legge di bilancio riscritta a Bruxelles alla Tav. Se i francesi hanno i gilet gialli a Parigi a noi servirebbero i gilet arancioni schierati giorno e notte a realizzare le infrastrutture che il leggendario ministro Toninelli ha bloccato con ridicole scuse. E Salvini è il suo complice». Litigano su tutto, ma cadranno o no?
Enrico Letta questa sera sarà a Padova al collegio don Mazza
«Ho l’impressione che si sia interrotta la luna di miele con il Paese. Nei sondaggi il M5S è passato dal 33 al 21% nel giro di un anno e il segnale invita a riflettere. La crescita della Lega è legata solo al no ai migranti e quando gli italiani si renderanno conto che questo non è il problema principale il vento cambierà. La luna di miele si è
interrotta e dopo le elezioni europee è probabile un cambio di scenario e sarebbe importante che il Pd fosse indisponibile a qualsiasi pasticcio trasformistico». Che consigli dà al neosegretario Zingaretti perché il centrosinistra sia competitivo alle europee di maggio? «Credo si debba pigiare mol-
padova. dibattito stasera al colleGio don mazza
L’incontro con gli studenti Enrico Letta questa sera alle 21 sarà al collegio universitario don Mazza a Padova per presentare il suo libro “Ho imparato”, edito da Il Mulino, e dialogherà con gli studenti sui temi dell’Europa. Alle 18 il saggio verrà presentato anche a Vicenza, alla libreria Galla.
sta che stava prima nel gruppo, poi è scivolato nella coda e ora si è staccato e non vede più la curva. Se il governo mette da parte tutte le follie degli ultimi 9 mesi e fa ripartire le opere pubbliche, forse si può risalire la china e tornare in corsa. L’obiettivo è: gilet arancioni nei cantieri». Se Zingaretti glielo chiedesse, lei è disponibile a una candidatura alle europee? «No, è giusto puntare sui giovani. Non ha senso ripetere la splendida esperienza iniziata 15 anni fa con la mia candidatura al Parlamento europeo proprio qui nella circoscrizione Nordest. Con gli impegni parlamentari ho fatto la mia parte». Presidente Letta, lei ha utilizzato parole molto nette sull’autonomia differenziata: l’ha definita una secessione mascherata. Come mai?
neto, stia disarticolando il Paese. Ma così non è. Bene che il Parlamento discuta: di numeri, di cose fatte e non fatte, di risultati, di tutele realizzate e no, dopo aver riscontrato se è ancora vero che esistono “Regioni di avanguardia, Regioni collocate nel mezzo e Regioni di retroguardia”, alla luce del principio di responsabilità. Infine, mi pare che la volontà di forzare e far leva sul Presidente della Repubblica, autorevolissimo custode della Costituzione che mai si è espresso sulla materia, appaia come un maldestro e miserevole tentativo: è un po’ come pensare di avere l'arbitro che fischia per la tua squadra». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
«Ho letto l’appello di Zaia al Sud. Con il presidente della giunta veneta ho avuto un’ottima collaborazione quand’ero presidente del consiglio: i primi 300 milioni di euro per avviare i cantieri della Pedemontana li ha stanziati il mio governo tra il 2013-14. Il punto è un altro: la politica oggi è in gran parte comunicazione e quando Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna fanno la scelta dell’autonomia e il governo la concede solo a loro, il messaggio è chiaro: il Nord produttivo si stacca dal resto del Paese. Possono spiegare e scrivere tutte le lettere che vogliono per dire che non è la secessione dei ricchi e non scappano con i soldi, ma quella giustificazione non serve a nulla. Se l’autonomia va fatta, deve mettere insieme tutte le regioni italiane, non solo il Lombardo-veneto. Siccome Zaia è persona politicamente avveduta sarà il primo a capire che il nodo è solo politico. Il Veneto pensa di trarne un grande vantaggio, ma non si può combinare un pasticcio che rovina l’Italia». Lei è perplesso anche sulla riforma del titolo V della Costituzione. Come mai? «Va fatta sana autocritica, La riforma l’ha fatta il centrosinistra 18 anni fa ed è stato un grandissimo errore, che ha paralizzato l’Italia in mezzo al guado. Le riforme non si fanno a colpi di randello». L’irresistibile ascesa di Salvini, diminus assoluto del centrodestra, assomiglia a quella di Renzi, oppure c’è qualcosa di più profondo nella società italiana che vuole l’uomo forte? «Salvini con la Lega cavalca il sentimento profondo che pervade tutta l’Europa, con il sovranismo che aizza le paure e non offre soluzioni alla sfida della globalizzazione. La Brexit è il fallimento più evidente. Bisogna impegnarsi in una battaglia culturale, per questo ho scritto il libro “Ho imparato” con i video su Instagram che lo accompagnano. La mia tappa veneta è importante, incontro i cittadini e gli studenti per spiegare loro cos’è l’Europa». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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GIOVEDÌ 7 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
il nuovo volto del credito cooperativo
Novella, addio a Federveneto E Iccrea riceve il nullaosta Bce Il presidente deciso a non ricandidarsi al vertice dell’associazione delle bcc Coabitazione forzata degli istituti per mantenere un tesoretto da 20 milioni alla quale hanno partecipato i vertici delle 21 delle Bcc venete. Il suo mandato arriverà alla scadenza naturale a giugnob 2019. «Ritengo che gli obiettivi che hanno contraddistinto il mio impegno alla presidenza di FederVeneta siano
Riccardo Sandre PADOVA. Ilario Novella lascia il vertice della Federazione Veneta delle Bcc. Un addio caricato di simbolismo, poiché l’annuncio coincide con l’ok della Bce al Gruppo Bancario Iccrea. Il sigillo di Francoforte sancisce la fine del credito cooperativo così come era stato conosciuto e restituisce un Veneto diviso a metà: una parte nell’orbita di Cassa Centrale dei trentini e un altro pezzo sotto l’influenza di Roma. In questo contesto la Federazione Veneta, divisa al suo interno, perde oggettivamente anche di significato. Certo non ha più il significato che Novella avrebbe voluto attribuirle. ICCREA
Con l’ok a Iccrea nasce il terzo gruppo bancario italiano per sportelli e il quarto per consistenza degli attivi, il più grande gruppo bancario cooperativo italiano con 142 Banche di
Il Veneto è una terra divisa, 13 banche con Roma e 8 istituti con Ccb a Trento
Ilario Novella lascia il vertice della Federazione Veneta delle Bcc
Credito Cooperativo, dislocate su 1700 comuni in una rete di oltre 2600 sportelli, più di 4 milioni di clienti, 750 mila soci, con attivi per 153 miliardi di euro e fondi propri per 11 miliardi di euro. In questo raggruppamento si contano 13
banche cooperative venete . L’ADDIO DI NOVELLA
«Con la scadenza di questo mandato termina la mia esperienza in Federazione Veneta» ha detto ieri Novella, nel corso di una riunione interna
stati raggiunti e che sia arrivato il momento per me di lasciare ad altri la nuova sfida di contribuire attivamente a rilanciare il ruolo delle Federazioni regionali, soprattutto quella veneta, nel ridisegno della geografia della cooperazione di credito all’indomani della partenza dei Gruppi». Nelle stesse ore, come detto, Iccrea dava il via ad un nuovo capitolo della sua storia. Il Veneto, ancora una volta, una
terra divisa, 13 banche con Roma, e 8 istituti che hanno scelto invece di riunirsi attorno a Cassa Centrale Banca che è già gruppo bancario. E se la competizione tra i due gruppi si fa sentire a tutti i livelli, assemblea dei soci di Iccrea compresa (dove Cassa Centrale detiene circa il 20% delle quote), ora si dovrà convivere anche all'intero della Federazione. Una convivenza che avrà un altro sapore d’ora in poi. Federveneta, a seguito di una serie di azioni di vendita di patrimonio, si trova in cassa ad oggi circa 20 milioni di euro, denaro liquido che non può essere suddiviso tra i soci delle due centrali in vista di un'eventuale liquidazione della federazione. Le norme sulle attività cooperative, e la Fvbcc è appunto una coop, non prevedono infatti la possibilità della divisione delle riserve tra i soci. Nel frattempo Federveneta ha visto una riduzione degli organici più che consistente da circa 60 operatori agli attuali 9. L'impossibilità di vedere una suddivisione tra i soci delle riserve, la presenza di un tesoretto capace di fruttare, di soli interessi, alcune centinaia di migliaia di euro l'anno offre una nuova opportunità al sistema delle Bcc venete: quella legata al mantenimento delle attività di stampo sociale, culturale e di comunicazione che già la Federazione svolge. Un progetto che Novella ha scelto di non seguire in prima persona ma di cui ha posto le condizioni economiche e finanziarie. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
i conti
Carraro, fatturato in crescita a 624 milioni PADOVA. Il Cda di Carraro
chiude il 2018 con un fatturato in crescita del 3% a 624 milioni di euro. L’Ebitda consolidato scende invece a 51,9 milioni di euro rispetto ai 55 milioni di euro del 2017. L’utile netto cala leggermente a 12,2 milioni di Euro (1,9 % sul fatturato) rispetto a 13,7 milioni di Euro. «Stiamo superando brillantemente le tappe del piano strategico comunicato a settembre 2017» ha detto l'Ad di Carraro Group Enrico Carraro. «La riduzione della marginalità va ascritta ad un temporaneo aumento delle materie prime già riassorbitosi con la fine dell'anno scorso e crediamo che il 2019 ci riserverà sorprese molto positive pure se prevediamo una leggera flessione nel primo trimestre di quest'anno». Il CdA proporrà all’assemblea degli azionisti del prossimo 11 aprile la distribuzione di un dividendo di 0,13 Euro per azione. Ieri Tommaso Carraro, vice Presidente del Gruppo, è stato nominato Chief CSR Officer. — R.S.
il retail in difficoltà
la dinasty di ponzano
Diesel, in crisi la filiale Usa chiesta la ristrutturazione
New York Times, attacco in prima pagina ai Benetton
VICENZA. Diesel Usa ha presen-
TREVISO. Il New York Times
tato istanza Chapter 11. L’istituto previsto dalla legge fallimentare statunitense per avviare una procedura di ristrutturazione. La notizia l’ha data Bloomberg, definendo Diesel Usa come l’ultima delle vittime eccellenti di quella che gli Stati Uniti hanno battezzato ormai da tempo Retail Apocalypse, ovvero l’apocalisse del commercio al dettaglio. La documentazione di accesso al Chapter 11 è stata presentata con un piano triennale e stima un valore per gli attivi della
controllata di 100 milioni di dollari e 50 milioni di dollari di debito. A differenza di altri retailer che hanno annunciato massicce chiusure di negozi, Diesel USA non intende tuttavia chiudere. Il piano presentato in tribunale prevede anzi un rilancio per il marchio Diesel negli Stati Uniti, compresa l'apertura di nuovi negozi. «La riorganizzazione - dice la società - è un passo fondamentale per Diesel Usa per affrontare alcune passività di lungo termine e costruire un business sano e più forte nel paese, co-
struendo una presenza di brand dinamica e in linea con l'evoluzione attuale del mercato». Questa procedura, afferma ancora la nota, «apre le porte a una ridefinizione della distribuzione Diesel sul mercato statunitense», una rivista strategia di distribuzione con alcuni punti chiave, come la revisione della maggior parte dei punti vendita monomarca americani; il rafforzamento nell’e-commerce e partnership con i principali attori wholesale americani. — R.P.
Passante e Tangenziale di Mestre, nel 2018 crescita di 23,4 milioni L’assessore De Berti: l’obiettivo è una holding viaria del Veneto
Cav, aumentano traffico e utili «Sarà l’autostrada più tecnologica» VENEZIA. Cav mette in archivio un 2018 in crescita e 23, 4 milioni di euro di utile. E con la Regione ragiona sul futuro di una “holding” del sistema viario veneto. Ieri a Marghera si è tenuto il cda della società la concessionaria di Passante e tangenziale di Mestre che ha approvato i conti. Alla presentazione era ospite l’assessore regionale alla Infrastrutture
Elisa De Berti, che è tornata a parlare del progetto. «Ne stiamo discutendo con il presidente Zaia, c’è la volontà di dare più operatività di azione alla Cav – spiega De Berti –, abbiamo intenzione di allargare i suoi spazi di manovra». Ma tutto è legato anche alla trattativa con lo Stato sul tema dell’autonomia, il Veneto ha chiesto tutte le competenze, infra-
strutture comprese ( “è un nodo ancora da sciogliere”). «Cav è un modello virtuoso, una società interamente pubblica, che destina tutti gli utili sul territorio – ha proseguito De Berti –. Il nostro obiettivo è uno sviluppo infrastrutturale in Veneto in sinergia con Anas, ne discuteremo». L’esercizio 2018 di Cav si è chiuso con un valore della produzione è pari
apre la sua edizione di mercoledì 6 Marzo con un articolo molto lungo dal titolo: “Il crollo del ponte di Genova getta una luce ostile sulla strada miliardaria dei Benetton”, con la foto del viadotto Morandi collassato. Un pezzo che pure nella sua anglosassone freddezza fattuale, è una ricostruzione che cita testimonianze non del tutto imparziali. Senza nessun aggancio di attualità tale da motivarne la posizione, in prima pagina del più autorevole quotidiano del
a 162, 9 milioni di euro (158, 9 milioni un anno fa) con un aumento di 4 milioni (+2, 5%) rispetto al 2017. I ricavi da pedaggio (al netto di Iva e dell’integrazione del canone di concessione Anas) risultano pari a 139, 9 milioni (+2, 19% sul 2017). Come da statuto l’utile finisce in un conto, che a maggio sarà a disposizione della Regione Veneto: dentro troverà circa 140 milioni di euro raccolti in dieci anni da utilizzare per la rete infrastrutturale della regione. Un piano delle opere su cui intervenire ancora non è stato stilato, prima l’assessore De Berti si è assicurata con Anas e ministero dei Trasporti che la somma fosse completamente a disposizione della Regione. «La Cav è un unicum
mondo. Non volerlo leggere come un attacco a Ponzano è difficile. Si apre citando Marco Ponti, uno dei tecnici del Ministero Toninelli per lo studio sulla Tav. Il quale, dice il Times, aveva avvertito in passato dei profitti abnormi di Autostrade («i contribuenti venivano tosati "come greggi di pecore"») e afferma che i ministeri hanno fatto troppo poco per controllare. Si racconta del silenzio di Ponzano dopo la tragedia, si ricorda l’ultima intervista dello scomparso Gilberto, si evidenzia
Traffico sul Passante
nel panorama delle concessioni di autostrade in Italia – commenta soddisfatta la presidente Luisa Serato – il Passante viene ripagato da chi la usa, non pesa sul bilancio dello Stato, e
che mentre una volta la famiglia di imprenditori veneti era vista sotto una luce positiva, ora questo sentimento nei loro confronti è mutato. Infine si afferma del loro potere contrattuale nell’acquisto di Autostrade: «L'Italia era così disperata di denaro che era pronta a concludere un accordo a condizioni molto generose». Ma anche il Tesoro ha guadagnato «Autostrade ha versato miliardi di euro nelle casse dello Stato, circa 600 milioni di euro all'anno». — R.P.
mette tutti gli utili in mano alla Regione per rete infrastrutturale». Alla guida della società, compartecipata da Regione e Anas, da 15 giorni è stato nominato l’ingegnere siciliano Ugo Dibennardo. «La Cav diventerà la prima autostrada per innovazione tecnologica in Italia e sostenibilità ambientale – spiega l’ad Dibennardo –. A breve partiranno i bandi per la Smart road, con telecrontrollo su tutta la rete e controllo attraverso droni. Inoltre isole ecologiche per ricariche auto elettriche». Diventerà realtà dal 2020. Nel 2018 i veicoli sono stati oltre 72 milioni in aumento dell’1, 41% (crescono di più i mezzi pesanti). Gli incidenti registrati sono stati 270 ( 240 nel 2017). — Nicola Brillo
XIV
Chioggia
L’ASSESSORE REGIONALE Giuseppe Pan: «Gli armatori sappiano che, se l’Unione Europea non recepirà il nostro testo, lo ritireremo e si ripartirà da zero»
Riviera del Brenta
Giovedì 7 Marzo 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Mare “protetto” la Regione porta in Europa il suo progetto
«Kursaal, noi pronti ma il Comune non ci risponde» `Stoccata del Consorzio
Lidi di Chioggia. 250mila euro investiti in formazione CHIOGGIA
La proposta salvaguarda gli interessi dei pescatori e non solo delle specie a rischio `
CHIOGGIA Raggiunta l’intesa col Friuli–Venezia Giulia, l’Emilia–Romagna e le organizzazioni dei pescatori, l’assessore regionale Giuseppe Pan confida nell’incondizionato accoglimento, da parte dell’Unione Europea, di un’articolata proposta per la creazione di un sito marino d’interesse comunitario al largo della costa veneta. «Sono fiducioso – annuncia da Zagabria, dove ha partecipato ieri a un vertice sulla zona protetta - che l’esito degli studi e dei confronti tra i ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura consenta all’Ue di adottare una linea che possa effettivamente coniugare la tutela di delfini e tartarughe con quella, altrettanto importante, delle attività economiche esistenti».
VECCHIA QUESTIONE La questione si trascina, ormai, da parecchio tempo. Se, da un lato, le autorità europee premono affinché sia adottata ogni misura possibile a favore delle specie a rischio, il mondo della pesca reclama prudenza. Gli armatori rammentano che, nell’ambito ristretto dell’Alto Adriatico, non possono essere imposti limiti di pesca troppo
IL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO AVREBBE UNA ESTENSIONE DI 225 CHILOMETRI QUADRATI LE BARCHE DOVRANNO SEGUIRE ROTTE RETTILINEE
drastici, in tutto e per tutto simili a quelli che vengono solitamente adottati per i siti d’interesse comunitario, creati lungo le assai meno problematiche coste oceaniche. «Il Veneto – spiega Pan - ha affidato al ministero per l’Ambiente una proposta di gestione protetta per una superficie di 225 chilometri quadrati al largo del delta del Po, tra le 6 e le 12 miglia dalla costa. Rientra nell’ambito di un piano di maggior respiro riguardante ben 10mila chilometri quadrati, e coinvolge tutte le regioni costiere adriatiche». La proposta veneta prevede misure diversificate di autoregolamentazione e riduzione delle catture. Spaziano dal rispetto del periodo di fermo biologico, alla fissazione di stringenti limiti orari per le attività, a nuove regole da applicare in vista di delfini e tartarughe. Le imbarcazioni dovranno seguire rotte rettilinee, evitando sempre di avvicinarsi agli animali marini da tutelare. Anche i diportisti nautici dovranno collaborare alla gestione della zona protetta. Pan prevede, infatti, l’interdizione a windsurf, kitesurf, sci nautico, moto d’acqua. Vietate pure le gare di motonautica. Pan rassicura, infine, i pescatori che temono emendamenti e modifiche dell’ultimo momento al testo concordato con la Regione: «Gli armatori sappiano che, qualora essa non dovesse risultare accoglibile dalla Ue così com’è, provvederemmo all’immediato suo ritiro. In questo caso, tutto ripartirà da zero. Spero – conclude - che le autorità europee recepiscano questo sforzo unitario e partecipato». Roberto Perini © RIPRODUZIONE RISERVATA
PESCA E TUTELA DELLE ACQUE Un pescatore al lavoro in una fotografia d’archivio
«Ripascimento urgente» CHIOGGIA Un intervento emergenziale di ripascimento, da attuare in tempi brevi, anche per il litorale di Sottomarina sud. Lo hanno chiesto, durante l’incontro di martedì a Venezia, il vicesindaco Marco Veronese e i rappresentanti delle associazioni di categoria delle spiagge Ascot, Gebis e Cisa Camping, al commissario regionale Nicola Dall’Acqua, nominato dal governatore Luca Zaia per le emergenze del maltempo di fine ottobre. Sono state proprio le mareggiate di allora a danneggiare le spiagge venete che ora chiedono l’aiuto della Regione per presentarsi “in forma” all’avvio della stagione balneare. «Abbiamo chiesto – spiega Veronese –
che, in totale, il ripascimento comprenda 50 mila metri cubi, in deroga a quanto stabilito dalla legge regionale, come già avvenuto per altre località come Bibione e Caorle». E aggiunge che «la Regione, preso atto delle richieste del Comune e delle associazioni, si è impegnata ad attuare questo intervento di ripascimento che comprenderà anche i 10mila metri cubi già previsti nel piano. Restiamo, comunque, in attesa del collaudo della diga soffolta, da parte del Provveditorato alle opere pubbliche, per verificare la sua efficacia». Per Isola Verde invece, sono stati confermati i 20mila mc di ripascimento previsti. «L’impegno della Regione c’è – conclude Veronese – e confidiamo che l’intervento sia realizzato al più presto». (d.deg.)
250 mila euro di finanziamenti spesi per la formazione negli ultimi tre anni e una nuova stoccata al Comune: «Siamo pronti per grandi progetti e anche per gestire il Kursaal, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta finora». Il Consorzio “Lidi di Chioggia” con la collaborazione dell’associazione albergatori, della Confesercenti e di Ascot Spiagge, ha speso 250 mila euro di finanziamenti (tra Regione, Fse, Fesr e Ebvf) per i suoi iscritti, effettuando corsi di formazione professionale. Merito della partnership con CescotVeneto e l’Ente bilaterale del Veneto. Una collaborazione che ha portato al finanziamento, negli ultimi tre anni, di ben 6 progetti dedicati alla formazione di chi vive nel mondo del turismo e del commercio: Smart Tourism Mood e Veneto Kult (2016), Don’t Worry e Fondamenta Nuove (2017), Atelier D’Autore e Laguna Cultur-Green (2018-2019), hanno coinvolto 76 aziende chioggiotte del turismo-pubblici esercizi e del commercio-terziario per un totale di 552 ore formative per 274 iscritti (corsi di formazione, consulenze individuali e di gruppo, workshop, seminari, visite e itinerari formativi oltre a due mobilità all’estero). «L’Ente Bilaterale Veneto – ha commentato il consulente Beniamino Boscolo Capon - che conta, a Chioggia, quasi 300 aziende iscritte e circa 900 lavoratori si è dimostrato uno straordinario sistema di welfare erogando, in 3 anni, servizi e rimborsi per un totale di 85mila euro». Numeri che il Consorzio “Lidi di Chioggia” ritiene da record: «Abbiamo fatto molto per la formazione del nostro personale – ha commentato il vicepresidente Giuliano Boscolo Cegion – e molto continueremo a fare, nell’attesa di capire in che direzione va l’organismo
di gestione delle risorse turistiche (Ogd) la cui cabina di regia è stata recentemente azzerata». E qui partono le stoccate all’amministrazione comunale, ma anche a quelle sigle turistiche che si sono chiamate fuori dalla cabina di regia qualche mese fa (Gruppo Turismo) e che ora appaiono pronte a risedersi a un tavolo dopo l’azzeramento della cabina di regia. La prima stoccata arriva dal presidente dell’Ascot Giorgio Bellemo: «La parabola del figliol prodigo non mi appartiene – commenta – ci sono delle sigle turistiche che sono entrate nell’Ogd con delle regole, salvo poi andarsene perché queste regole non erano ritenute a loro favorevoli. Io non sono molto d’accordo nell’ammazzare il vitello più bello e grasso in onore di chi torna. A questo va aggiunto che l’amministrazione, all’interno dell’Ogd, non era super partes». A chiedere interventi in breve tempo da parte del Comune,è anche il vice presidente del Consorzio Giuliano Boscolo: «Non si venga a dire che le associazioni turistiche non sono in grado di fare grandi progetti. Noi ci sentiamo pronti a farli e abbiamo anche presentato un programma per gestire il Kursaal. Al momento dal Municipio non è arrivata alcuna risposta». Marco Biolcati © RIPRODUZIONE RISERVATA
VICEPRESIDENTE Giuliano Boscolo Cegion
Morta la moglie del prof stroncato da infarto in strada Sfilata, lunapark e... ombrelli Leida Ferrari, 57 anni, era da tempo ammalata di cancro CAVARZERE Lui era morto due mesi fa per un infarto. Lei lo ha seguito ieri, perdendo la sua ultima battaglia contro il cancro che la perseguitava da anni. Leida Ferrari, 57 anni, era la vedova di Enzo Frezzato, conosciuto e apprezzato docente della scuola media Cappon deceduto il 7 gennaio scorso, proprio mentre, insieme a lei, stava facendo una passeggiata in viale Matteotti. Una disgrazia che aveva lasciato una profonda impressione nella comunità cavarze-
rana. Non solo perché Enzo Frezzato era una persona stimata e benvoluta ma anche perché tutti, in paese, conoscevano la malattia della moglie. Lui, per assisterla, si era messo in aspettativa dal lavoro, rinunciando a quella parte della sua vita a cui si era dedicato con passione per decine d’anni e a un ruolo, nell’ambiente scolastico cittadino, di cui molti gli erano riconoscenti. Ma la predisposizione all’attenzione verso gli altri di Enzo non poteva esplicitarsi a scapito degli affetti familiari: di qui la scelta di stare il più vicino possibile alla moglie Leida nel momento più difficile. Quella passeggiata era uno dei loro momenti insieme, una delle occasioni in cui la coppia cercava di trovare serenità e speranza in un’attività
apparentemente “normale”, ma che permetteva loro di uscire dalla routine degli esami e delle cure. Il cuore di Enzo ha ceduto prima del fisico di Leida ma, da quel giorno, le preoccupazioni di amici e parenti della coppia, sono state tutte per lei. «Come farà adesso?»
LUTTO Leida Ferrari
era l’interrogativo che si ponevano. Una domanda a cui Leida ha risposto, ieri, nel modo che il destino le aveva riservato. I funerali della donna saranno celebrati domani, venerdì, alle 15, in Duomo, dove la salma arriverà dall’ospedale di Chioggia e saranno seguiti dalla cremazione. Intanto si sta concretizzando anche l’annunciata iniziativa della borsa di studio in memoria del docente: i colleghi pensionati di Enzo hanno già versato diverse centinaia di euro che alimenteranno la borsa per alcuni anni e, per chi volesse contribuire, l’Iban è IT40T36081051382908403908 46, intestato a Mariano Baldrati, causale «Borsa di studio Enzo Frezzato». Diego Degan
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Carnevale, Comune soddisfatto CHIOGGIA «Positivo il bilancio di questa colorata edizione del Carnevale». L’assessore al turismo Isabella Penzo si dice soddisfatta per quanto fatto in questi ultimi giorni. La grande sfilata, il lunapark e le animazioni in corso del Popolo, tutte iniziative molto apprezzate dai più piccoli: “Abbiamo salutato anche quest’anno il Carnevale – commenta la Penzo – e il calendario degli eventi che abbiamo programmato ha fatto registrare un afflusso notevole di persone grazie alle diverse animazioni proposte quest’anno dall’amministrazione. Animazioni itineranti, musica dal vivo e tante mascotte hanno ani-
mato il Corso, ma i veri protagonisti sono stati i bambini». Un commento la Penzo lo riserva anche agli ombrelli colorati appesi davanti al municipio e tanto criticati dall’opposizione soprattutto quando una giornata di Bora li ha messi a dura prova. «Gli ombrelli sospesi hanno fatto parlare molto - commenta ancora la Penzo - ma al di là delle opinioni personali, non si può negare che per tre settimane abbiano portato colore e allegria al nostro già bellissimo Corso. Sono stati fotografati e condivisi sui social da tantissime persone. Ho visto tanti nasi all’insù e tanti sorrisi, non solo di bambini. Chioggia saluta il Carnevale e gli ombrelli, ma magari è solo un arrivederci». (M.Bio.)