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Nordest
IL CASO PADOVA Impareranno a virare e a strambare, a navigare con il vento in poppa, o controvento. Diciotto tra bulli e vandali veneti che nel corso della loro carriera scolastica hanno esercitato violenza sui compagni o arrecato danno alle strutture formative, verranno imbarcati. Cinque giorni di navigazione tra la Liguria e la Sardegna per imparare la vita di mare e le sue regole, e per poi travasare sulla terra quell’esperienza sull’acqua. E crescere, rispettando l’abc dello stare civile. «Stiamo organizzando un centro estivo con la Marina Militare - annuncia Mario Polisciano, psicologo educatore del Centro servizi volontariato di Padova - per portare i nostri “bulli” in mare». Ad attendere chi ha abbandonato la retta via sarà una “lezione di vita” a bordo del brigantino Nave Italia, tragitto da La Spezia a Olbia. Il progetto prende il nome di “A scuola di legame sociale - Wake Up”. Ovvero, “alzatevi”, “destatevi”».
Domenica 14 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Imbarcati con la Marina Così si rieducano i “bulli” Padova, progetto del Centro Volontariato `Cinque giorni di navigazione con i militari per recuperare diciotto “ragazzi discoli” Saranno parte dell’equipaggio di Nave Italia `
Intende risvegliare nei giovani d’oggi la coscienza delle proprie azioni, la capacità di riflettere e apprendere da ciò che si vive, la disponibilità al confronto e al cambiamento, il gusto del desiderio». Riservata a 18 studenti delle scuole superiori del Veneto, l’azione del progetto Wake up, che di sottotitolo fa “D’estatevi” (richiamando sia l’alzarsi
I test di massa voluti dalla Regione
Pfas, le mestruazioni “salvano” le donne Colesterolo fuori norma anche nei bimbi
L’OBIETTIVO «WakeUp vuole aiutare i ragazzi delle scuole secondarie, adolescenti e preadolescenti, a sperimentarsi come cittadini attivi - sottolinea Polisciano nell’interesse proprio e degli altri, attraverso l’attività del volontariato e dell’azione sociale.
«RISVEGLIAMO NEI GIOVANI LA COSCIENZA DELLE PROPRIE AZIONI» Mario Polisciano
ALLA VELA Il brigantino “Nave Italia”che imbarcherà i ragazzi
Gare di Azienda Zero risparmi per 135 milioni SANITÀ VENEZIA “Con le gare centralizzate effettuate dall’Azienda Zero della Regione Veneto nel 2018 si sono ottenuti risparmi che si attestano attorno all’11 per cento. Una razionalizzazione dei costi che ha permesso di risparmiare in un solo anno 135.608.558 euro rispetto al costo storico, ovvero al costo in essere nelle diverse Aziende, mantenendo, anzi migliorando e omogeneizzando, la qualità dei servizi”. È quanto recita una nota dell’Azienda Zero diffusa ieri. La percentuale media dei risparmi è stata dell’11%. Nel corso del 2018 le gare aggiudicate sono state 23, quelle bandite 22. Tra le principali gare aggiudicate: il servizio assicurativo per la copertura del rischio responsabilità civile verso terzi e verso operatori per tutte le Aziende sanitarie, il servizio ristorazione (per i lotti aggiudicati), il servizio di vigilanza e guardiania, la fornitura di farmaci, angiografi, pacemakers, defibrillatori, valvole cardiache. Per l’anno in corso le gare centralizzate già bandite al 10 aprile scorso sono 26, quelle centralizzate in programmazione sono 93. Tra
LA CISL NAZIONALE HA CHIESTO ALLA REGIONE DI RENDERE PUBBLICI GLI STIPENDI DEI MEDICI VENETI
che il veleggiare estivo), si svolgerà dal 25 al 29 giugno proponendo un campo a bordo di un grande veliero armato a brigantino-goletta, “Nave Italia” appunto, condotto da un equipaggio della Marina Militare. Durante la navigazione i partecipanti diventeranno a tutti gli effetti parte dell’equipaggio della Nave Italia e saranno quindi
queste la gara per la gestione e tecnologia integrata degli impianti delle Aziende sanitarie della Regione, il cui valore economico è di 1,5 miliardi di euro.
LA POLEMICA Continua a tenere banco, intanto, il tema della retribuzione dei medici. Dopo la nota del direttore dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, Domenico Mantoan, che ha smentito la Cgil («Non è assolutamente vero che i medici che lavorano in Veneto siano sottopagati rispetto ai colleghi del resto d’Italia, i dati estratti dal Conto annuale 2017 mostrano infatti come le retribuzioni dei camici bianchi veneti siano di gran lunga sopra la media nazionale: 79.547.64 euro contro la media di 75.241,63 euro) è arrivata la contro-smentita del sindacato, che ha mostrato i dati del ministero dell’Economia. La Cisl nazionale, invece, ha chiesto a Mantoan di esplicitare la media rendendo «visibili» gli stipendi dei medici. «Il contratto è nazionale - ha precisato il governatore Luca Zaia - cercheremo di capire perché qualcuno dice che i nostri medici sono pagati di meno. L’idea che mi sono fatto è che chi ha fatto i conti abbia preso l’ammontare degli stipendi di ogni regione e li abbia divisi per le teste dei medici. La verità è che dovremmo sapere in ogni regione qual è lo stipendio del primario, dell’aiuto, del medico appena assunto, allora sì che si riesce a fare un raffronto. Il Veneto comunque è al quarto posto. E se si può dare di più, lo dò ben volentieri a chi lavora nella sanità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ASSEMBLEA MESTRE Calano le donazioni e diminuiscono i donatori. Non è un periodo facile per l’Avis del Veneto, che ieri a Bassano del Grappa ha tenuto l’assemblea ordinaria annuale. Lo scorso anno, rispetto al 2017, le donazioni di sangue intero sono scese da 185.280 a 184.576 e quelle del plasma da 28.330 a 26.554. I donatori sono invece passati da 130.335 a 129.479 (due terzi sono maschi), con un migliaio di nuovi iscritti in meno. Come se non bastasse, anche il ricambio generazionale è in ginocchio: il direttore sanitario Giovanni Lenzo ha ricordato che ben tre giovani su 10 neo iscritti non vanno poi oltre la seconda donazione. Il raffronto degli ultimi sei anni (2013-2018) dice tutto: donazioni di sangue -2,41%, plasma -15,94%, multicomponenti e piastrine (che pure nell’ultimo anno sono aumentate da 2.902 a 3.064) addirittura -33,31%. I donatori totali sono calati del 3% e i nuovi volontari dell’1%. Nonostante questo anche nel 2018 il Veneto ha raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza, ma per il futuro la preoccupazione è forte. «Se non s’inverte la tendenza, sarà crisi per la sanità veneta - ha detto il presidente regionale Giorgio Brunello davanti all’assessore alla Sanità e al Sociale
BRUNELLO: «SE NON SI INVERTE LA TENDENZA SARÀ CRISI PER LA SANITÀ»
Pfas, le mestruazioni “salvano” le donne. È in corso lo screening voluto dalla Regione sulla popolazione residente nell’area interessata dall’inquinamento da Pfas delle falde, che si estende su 30 Comuni del Vicentino, del Veronese e del Padovano. Sono state 47.213 le persone invitate ai test, circa il 60% ha aderito alla chiamata. Sono già disponibili i risultati dei test effettuati su 25.288 persone. Su 16.400 di queste sono stati riscontrati valori di sostanze Pfas elevati e alterazioni delle pressione arteriosa o degli esami bioumorali, soprattutto
del colesterolo (anche tra i bambini). Ed è emerso un dato inatteso: le donne presentano concentrazioni di sostanze Pfas nel sangue molto minori di quelle riscontrate sui maschi. La concentrazione media di Pfoa nelle femmine è di 28,7 nanogrammi per millilitro, nei maschi 64,7. Per il Pfos, 3,1 per le donne e 4,8 nei maschi. Per il Pfhxs: 2,6 nelle femmine e 6,4 nei maschi. Questa differenza di genere si annulla tra bambini e bambine, che presentano valori vicinissimi. Quindi lo studio ipotizza «l’eliminazione delle sostanze Pfas tramite le mestruazioni».
Allarme sangue In calo donatori e anche donazioni Le donazioni in Veneto 2017
2018
Variazione % 2018-2013
DONAZIONI Sangue intero
185.280
184.576
-2,41 Plasma
28.330
26.554
del Veneto Manuela Lanzarin, a 300 delegati, medici e sanitari Le cause sono molte: si viaggia sempre più; i lavori sono meno stabili; i controlli sempre più restrittivi; gli stili di vita non sempre corretti; il permesso dal lavoro per donare sempre più difficile da chiedere; il personale medico ed infermieristico insufficiente; alcuni centri di raccolta chiudono o si accorpano».
LE RICHIESTE Avis chiede riforme strutturali sui Centri trasfusionali degli ospedali: «Gli orari di accesso sono limitati e andrebbero ampliati al sabato e alla domenica
coinvolti nelle diverse attività legate alla navigazione e alla cura del vascello. Verranno inoltre proposti ai ragazzi momenti formativi per lo sviluppo di competenze sociali e relazionali e l’approfondimento della conoscenza del mondo del volontariato. Poiché i posti a disposizione sono limitati, sarà data priorità a coloro che hanno partecipato al progetto “Sì, possiamo cambiare” (promosso da Centro servizi volntariato e Ufficio scolastico di Padova) o sono stati segnalati da una scuola o altra istituzione perché a rischio di emarginazione economico/sociale.
DON MILANI «Se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile»: è ispirato a questo assunto di don Lorenzo Milani in “Lettera a una professoressa”, il progetto padovano “Sì, possiamo cambiare” che lo scorso anno ha “salvato” un centinaio di ragazzi discoli, rimettendoli sulla retta via. Agli studenti già sanzionati per comportamenti scorretti è stata data la possibilità di mettere in gioco potenzialità e competenze altre da quelle meramente cognitive, in contesti diversi dai banchi di scuola: questo per aiutarli a raggiungere una maggiore consapevolezza degli altri, di se stessi e quindi dei propri desideri di futuro, restituendo senso anche al percorso formativo. Parola d’ordine: non punire dunque, ma rieducare. Attivo dal 2010, il progetto muove dalla necessità di dare un’opportunità di cambiamento ai “ragazzi discoli”, come li definiva don Milani, e si ispira al suo insegnamento. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA
quando molti lavoratori sono più liberi. Inoltre dovrebbero diventare sede di formazione esterna per gli specializzandi in Ematologia, così come le Unità di raccolta in convenzione che contribuiscono per un terzo alla fornitura di sangue intero». «Donare è indispensabile», l’appello dell’assessore Lanzarin che a proposito della poca fedeltà all’impegno dei giovani ha sottolineato che «nel Piano socio sanitario 2019-2023 per la prima volta abbiamo inserito una voce sulla promozione della cultura del dono, per sviluppare campagne mediatiche forti e progettualità su tutto il territorio con il coinvolgimento dei Centri servizi per il volontariato e delle scuole. Servono azioni di educazione civica». E gli stranieri? «Quelli integrati nella società possono contribuire alle donazioni», la risposta di Lanzarin. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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OFFERTA IMPIEGO LAVORO Si precisa che tutte le inserzioni relative a offerte di impiego - lavoro devono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile (art.1, legge 9/12/77 n. 903). Gli inserzionisti sono impegnati ad osservare la legge
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Mestre
Domenica 14 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Il piano Pd: risalire con le Europee
SICUREZZA E SALUTE A “OCIO, CIÒ” CONSIGLI DELLA FARMACISTA
Con l’assemblea metropolitana di ieri al Russott `L’ex premier Gentiloni: «Lanciamo da Venezia i Democratici hanno dato il via alla campagna la sfida all’idea sovranista che ha isolato l’Italia» `
VERSO LE ELEZIONI MESTRE All’ingresso della sala
conferenze dell’hotel Russott vengono distribuite bandiere blu stellate dell’Unione Europea. L’assemblea degli iscritti del Pd Metropolitano organizzata ieri mattina, all’hotel Russott di San Giuliano con la partecipazione dell’ex premier Paolo Gentiloni, rappresenta anche l’apertura della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee, con un occhio alla prossima tornata amministrativa in 15 Comuni della Città metropolitana.
MARGHERA IL LIBRO DI DIANESE A “INCONTRI CON L’AUTORE”
I TRE TEMI È il neo segretario metropolitano ad introdurre la fitta mattinata di incontri e confronto di idee tra i rappresentanti del territorio, incentrato attorno a tre temi chiave: “Donna, ambiente, comunità”. «Significano attenzione alle differenze in un ambiente che è spazio di vita da vivere stando insieme agli altri spiega Valerio Favaron – e questo vale soprattutto in una città come Venezia dove ci stiamo preparando per essere alternativi a questa Giunta. Ma vale anche per la Regione Veneto che sta determinando alcune scelte drammatiche sul versante sanitario e su quello ambientale che vogliamo assolutamente contrastare». All’assemblea metropolitana partecipa l’intero stato maggiore del Pd veneziano e veneto, inclusi i candidati alle prossime Europee, Achille Variati e Alessandra Moretti. «Non dobbiamo disperdere il grande lavoro fatto fin qui nei Comuni, per le imprese e nel mondo del lavoro ha rivendicato la Moretti – e anche grazie alle donne dobbiamo ricreare un’empatia ed una capacità di metterci in ascolto delle domande che vengono dal nostro territorio. Dobbiamo affrontare e vincere la sfida con la destra peggiore di sempre e far capire ai cittadini che quello europeo è un progetto che va ripensato e rilanciato con un Veneto che non si isoli ma che torni ad essere protagonista vero». «Si parte con la campagna elettorale per le elezioni europee per arrivare al 2020 con la grande sfida in Regione e a Venezia – ricorda Nicola Pellicani –. Il nostro obiettivo è quello di riconnetterci con i problemi delle persone partendo dal lavoro, dal welfare e dall’ambiente».
OCCHIO ALLE COMUNALI In vista delle prossime elezioni amministrative, ai militanti veneziani il Pd annuncia la co-
STATI GENERALI L’assemblea di ieri mattina all’hotel Russott di San Giuliano. Nel tondo, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e attuale presidente del Pd
stituzione di una rete con i movimenti civici. «Abbiamo le energie e le competenze per riprendere in mano il governo di questo territorio – sottolinea Andrea Ferrazzi – perché è del tutto evidente che durante questi 4 anni di amministrazione Brugnaro abbiamo visto la politica degli annunci da parte dell’“uomo solo al comando” e nessun intervento di vera modifica della nostra città, ma l’incapacità di coinvolgere le associazioni e le categorie».
Panciera contro Bergamo: «Sono io quello sempre coerente con Brugnaro»
VOGLIA DI RISCATTO
MESTRE Fino a poco tempo fa
«A Venezia c’è grande voglia di riscatto e di affrontare i problemi che non sono stati risolti - ricorda Emanuele Rosteghin – come quelli della sicurezza , della mobilità e del commercio». Al termine dei lavori dell’assemblea metropolitana a catalizzare l’attenzione degli iscritti è stato l’atteso arrivo dell’ex premier e attuale presidente del Pd Paolo Gentiloni, in queste ore intento anche ad affrontare il caso Umbria. «Abbiamo fiducia nella magistratura, come sempre, ma oggi per noi è una giornata importante perché da Venezia lanciamo la sfida tra l’idea sovranista che isola il nostro paese in Europa e l’idea di una politica europeista che porti la speranza di una alternativa per un Paese che ne ha disperatamente bisogno». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA
`L’ex assessore attacca
l’ex compagno di partito: «Dall’inizio con il sindaco» LA SFIDA uniti sotto il segno di Luigi Brugnaro. Mentre oggi, in vista delle elezioni comunali del 2020, avversari politici, in quanto le strade degli ex Udc Ugo Bergamo e Roberto Panciera si sono divise. E se il primo ha deciso di candidarsi a sindaco, il secondo ha presentato invece la nuova lista civica “Le Città” per garantire al primo cittadino il proprio appoggio. «Una scelta coerente» la definisce Panciera, già assessore nella giunta Orsoni dal 2010 al 2014, in quanto lui stesso, insieme a Bergamo, come Udc garantì già nel 2015 il proprio sostegno a Brugnaro. «E ci accordammo addirittura di inserire nelle sue liste alcuni iscritti Udc: «Un nome per tutti quello di Simone Venturini, oggi assessore alla Coesione sociale – spiega –. Insomma, sono stato fra i sostenitori di Brugnaro
sin dall’inizio e non ho mai avuto alcun tentennamento. E questa nuova lista civica dimostra la mia coerenza, ossia il mio voler continuare un percorso tracciato nel 2015. Bergamo, al contrario, ha ritenuto che questo appoggio non fosse più dovuto. Ma è lui ad aver deciso di cambiare strada, non io». Nessun cambio di fronte, quindi: il sostegno di Roberto Panciera al sindaco c’è sempre stato ed anzi, l’amicizia fra i due nata nel 2007, ha fatto sì che l’ex assessore al Turismo e allo Sport spingesse Brugnaro alla candidatura. E Panciera lo ha anche votato. Cosa che non tutti i componenti della sua li-
sta civica hanno fatto alle ultime comunali. «Ma oggi – dichiara – siamo tutti uniti nell’appoggiare la sua ricandidatura. Un sostegno che sarà leale, propositivo ed intellettualmente onesto». La messa in sicurezza del bilancio comunale, la ricerca di nuove risorse tratte dalla filiera turistica e il rafforzamento della Polizia municipale: questi alcuni dei punti – secondo Panciera – che consentono un bilancio positivo di questa amministrazione. «Pensiamo che Brugnaro debba portare avanti il rilancio della città, attraverso un secondo mandato». Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIVISI Ugo Bergamo e Roberto Panciera
Bissuola, la Polisportiva pronta al ricorso `«Lacune nelle procedure donati e gestendoli nonostante Bissuola, è deluso più che ar-
per la nuova concessione» Il Comune: tutto regolare IL CASO MESTRE Per adesso hanno solo
chiesto l’“accesso agli atti”. Ma hanno già contattato un legale per un ricorso contro l’affidamento ad un’altra società sportiva dei campi da tennis, basket e calcetto al parco della Bissuola. Perché, dopo aver sputato sangue per 26 anni rimettendo in piedi quegli impianti abban-
Martedì al Palaplip di Carpenedo nuovo appuntamento con “Ocio Ciò” Città, anziani e sicurezza!” e i pomeriggi danzanti di “Ocio che si balla”. L’appuntamento di dopodomani è alle 15 e, oltre alla musica intervallata dai consueti consigli su come difendersi da truffe e furti, verranno offerte anche indicazioni sulla salute e sui corretti stili di vita. La dottoressa Emma Piumelli, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Venezia, dalle 17 sarà a disposizione dei partecipanti per dare consigli sull’uso corretto dei farmaci e sulle possibili interazioni, oltre a rispondere ad eventuali quesiti. L’ingresso, come sempre, è libero.
i raid di ladri e vandali e le difficoltà dovute alle cattive frequentazioni del parco degli ultimi tempi, essere cacciati via senza nemmeno una comunicazione ufficiale del Comune è un boccone duro da digerire. «Lo abbiamo saputo da un comunicato stampa pubblicato su un sito web. Neanche un’e-mail o una telefonata, come nemmeno una risposta alle domande che facciamo da un anno sui lavori nei bagni devastati dai vandali o sulla possibilità di organizzare i centri estivi. Nessuno, dal Comune, ci ha più risposto». Cristian De Toni, presidente della Polisportiva
rabbiato. In bilico ci sono i centri estivi, i tornei di tennis programmati per maggio della scuola federale, mentre il “Palio dei quartieri della terraferma” è già abbandonato mancando ormai ogni riferimento tra la Municipalità che non conta più niente e l’assessorato allo Sport che non risponde. «Siamo qui dal 1993 e facciamo attività di calcio a 5 e scuola tennis Fit con 800 soci e sportivi che hanno da 3 a 70 anni - prosegue De Toni -. Il Comune ha fatto bene a procedere con le nuove concessioni ma, secondo noi, ci sono state lacune». Di fatto, per la prima volta,
BISSUOLA Cristian De Toni e Elena Scomparin, presidente e vice della Polisportiva
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l’amministrazione ha chiesto ai futuri gestori di farsi carico di importanti lavori di manutenzione e riqualificazione delle strutture, a fronte di una concessione d’uso fino a 9 anni. Ma se nel primo blocco di concessioni c’era un solo offerente per ogni impianto, per quelli di Bissuola hanno concorso la Polisportiva “storica” e, in coppia, l’Asd Fenice Venezia Mestre e Fenice Junior. Sull’offerta economica per un “fondo imprevisti” per le manutenzioni chiesto dal Comune, la Fenice si è imposta offrendo 108mila euro per i nove anni contro i 54mila della Polisportiva Bissuola. «Un impegno che è solo “sulla
Secondo appuntamento con gli “Incontri con l’autore” al “Bistrò la Piazza” di Marghera. Domani, lunedì 15, alle 18, Maurizio Dianese, scrittore e giornalista, presenterà “Doppio gioco criminale, la vera storia di Felice Maniero” (Le Milieu edizioni), il capobanda intelligente e sanguinario che, tra la fine degli anni Settanta e i Novanta, ha costruito nel Nordest la “mala del Brenta”, la quarta in Italia. “Doppio gioco criminale” segna un punto fermo nelle ricostruzioni della banda di “faccia d’angelo”, riportando l’attenzione sulla genesi della gang e ricostruendo gli ultimi 25 anni di storia del bandito. Dianese verrà intervistato da Monica Zicchiero de “Il Corriere del Veneto”.
L’INIZIATIVA MARCON BASKET, L’INTERA SQUADRA DONA IL SANGUE Oggi l’intera squadra di Prima divisione del Marcon Basket si recherà alle 9 nella sede Avis di via della Cultura 3, a Marcon, per effettuare una donazione “collettiva” di sangue. «Siamo orgogliosi di questi ragazzi commenta Michele Bello, componente del direttivo del Marcon Basket ed una delle “anime” dell’Avis marconese -. Con questo gesto potranno contribuire a salvare vite umane».
L’APPELLO CADDE IN TRAM E CERCA TESTIMONI Il 18 ottobre scorso sarebbe caduta in tram per una brusca frenata, fratturandosi sei costole. Una settantenne di Carpenedo, di origine moldava, cerca ora testimoni tra i passeggeri che erano a bordo per chiedere i danni ad Actv. La caduta sarebbe avvenuta sul tram per Favaro alle 11 di mattina, vicino alla fermata Volturno. La settantenne si è rivolta allo Studio 3A per ottenere un risarcimento da Actv: eventuali testimoni possono contattare il numero verde 800 090210.
carta”, senza fidejussioni - contesta De Toni - per un impianto che, se si vogliono mantenere prezzi popolari, non si guadagna nulla». Dal Comune - che aveva pubblicato all’Albo Pretorio i verbali della gara con dei “pezzi mancanti” e venerdì ha corretto il tiro - fanno sapere che la comunicazione sull’esito della concessione viene data solo alla società vincente (ma gli altri dovrebbero almeno conoscere i tempi della “staffetta” per la gestione) e che ora l’Asd Fenice ha un mese di tempo per presentare la fidejussione sui lavori programmati. De Toni, però, non demorde: «Non molleremo: vogliamo vedere gli atti, poi valuteremo il ricorso». Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 14 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La sanità nel Veneto
Lanzarin: i nostri ospedali assumeranno i medici dell’ultimo biennio di specialità Forum in redazione con l’assessore regionale: «È previsto dal Piano sociosanitario 2019-2023, saremo i primi in Italia» Schede ospedaliere tra popolazione che invecchia e culle vuote: più spazio a medicina e geriatria, tagli al materno-infantile che le Usl sono autorizzate ad adottare qualora tutte le procedure ordinarie si rivelino vane e si configuri il rischio di un’interruzione di servizio. Saranno le singole aziende a valutare come impiegarli, spesso si tratta di professionisti di 65 anni già attivi nel privato che abbinano bagaglio d’esperienza e vitalità professionale. Non a caso, dal Molise al Friuli, altri stanno attingendo a questa risorsa. Detto ciò, noi lavoriamo per il ricambio generazionale e i giovani sono il nostro target privilegiato, inclusi quelli costretti a laurearsi all’estero: abbiamo previsto convenzioni con le università europee più vicine per agevolarne il rientro e l’ingresso nel circuito ospedaliero». Le nuove schede ospedalie-
IL FORUM
FILIPPO TOSATTO a scommessa della sanità veneta ha un profilo giovane, quello dei laureati in medicina giunti all’ultimo biennio di specialità - le università di Padova e Verona ne sfornano mediamente un centinaio all’anno: la Regione intende assumerli tout court, offrendo loro contratti a tempo indeterminato, così da radicarli stabilmente nei reparti dove stanno completando la formazione clinica oppure impiegarli altrove, in soccorso agli ospedali in debito d’ossigeno.
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QUEI CONCORSI DISERTATI
La svolta nelle parole dell’assessore leghista Manuela Lanzarin, protagonista di un forum nella nostra redazione: «Per effetto di un’errata programmazione nazionale, il nostro Paese sta scontando una seria carenza di medici, al Veneto mancano circa 1300 figure, concentrate in specialità cruciali quali urgenza/emergenza, pediatria, anestesia/rianimazione, ortopedia. Le risorse disponibili ci consentono di procedere immediatamente alle assunzioni: da ottobre ad oggi Azienda Zero, la nostra governance, ha bandìto a concorso 600 posti ma i candidati sono stati appena 260. Perciò intendiamo reclutare gli specializzandi che già lavorano in corsia da tre o quattro anni. Non è una fuga in avanti, lo prevede esplicitamente il nostro Piano sociosanitario 19-2023 che, scaduti i termini di impugnazione da parte del Governo, è diventato legge regionale. Anche l’ultima legge statale di bilancio consente questa opportunità. Noi intendiamo coglierla». Altre regioni, dal Piemonte
«La conversione dei posti letto riflette il censimento delle degenze inutilizzate» L’assessore regionale Manuela Lanzarin durant eil forum in redazione
alla Lombardia, stanno valutando l’opzione ma il Veneto si candida al ruolo di battistrada, forte della sponda romana assicurata da Luca Coletto, sottosegretario alla Salute e precedessore della stessa Lanzarin a palazzo Balbi. CAMICI BIANCHI
«Siamo pronti», ribadisce lei «e intendiamo affrontare il problema alla radice. La specializzazione post-universitaria è requisito essenziale per l’ingresso nel sistema sanitario pubblico e la scarsità di medici è legata all’insufficienza di borse di studio – 6500 a fronte di una media annuale di oltre 10 mila laureati in Italia – che relega ai margini un terzo dei nostri giovani. Quest’anno lo Stato ci erogherà 420 borse, noi abbiamo raddoppiato
quelle regionali, da 46 a 90, investendo 10 milioni, ma non basta ancora. Martedì porremo la questione al ministro Grillo, che ci ha convocati in vista del nuovo Patto della salute. La spesa, dopo 15 anni ininterrotti di tagli, è stata finalmente ripristinata e agganciata al Pil 2019. È un segnale positivo che dobbiamo tradurre in risposte strutturali, rapide e adeguate». SGUARDO ALL’EUROPA
Si guarda ai baby medici ma nell’immediato la ricetta suggerita ai manager è quella di reclutare i camici bianchi in pensione. Difficile immaginarli in servizio di notte, nei festivi, o a copertura dei turni di 14 ore... «Il ricorso a specialisti in quiescenza è l’ultima spiaggia, la misura d’emergenza
le emergenze bellunesi
In montagna manca personale «Pensiamo a salari migliori» Lanzarin respinge le accuse di aver privilegiato il privato a scapito del pubblico nel caso dei posti letto per il Codivilla A Pieve punto nascite salvato BELLUNO. Durante il forum in
redazione sul futuro della sanità del Veneto, l’assessore Lanzarin ha risposto anche alle domande sulle singole realtà provinciali. Assessore, nelle nuove
schede ospedaliere sono stati tagliati all’Usl di Belluno decine di posti letto, trasferiti al Codivilla di Cortina. Si taglia nel settore pubblico per supportare il settore privato? «Non abbiamo assolutamente privilegiato il settore privato rispetto a quello pubblico, si tratta di posti di riabilitazione, dove abbiamo una fuga del 20 per cento. Occorre potenziare questa speciali-
tà. Per quanto riguarda i posti letto degli ospedali, occorre considerare anche i tassi di occupazione. E non mi pare che ci siano importanti decurtazioni nel Bellunese». Il punto nascita di Pieve di Cadore è rimasto presente ma solo sulla carta, non si trovano i medici per farlo funzionare. Ed è comunque sempre in forse il suo mantenimento. Il centro di fecondazione assistita è la-
chi È
Ha 47 anni, di Bassano Guida sanità e sociale con un maxi budget Manuela Lanzarin, 47 anni, bassanese, è l’assessore regionale al quale il governatore Zaia ha affidato le deleghe congiunte di sanità e sociale, per un budget di spesa annuale superiore ai nove miliardi di euro. Nel mezzo delle vivaci discussioni che accompagnano il varo delle nuove schede ospedaliere e la crescene scarsità di medici negli ospedali veneti, l’assessore ha partecipato ad un forum in redazione coordinato dal condirettore Paolo Cagnan, replicando a quesiti e obiezioni provenienti dal territorio e anticipando alcune linee d’azione della sanità veneta.
sciato a se stesso. Sia nell’ospedale di Pieve di Cadore che in quello di Agordo mancano la reperibilità chirurgica e cardiologica. Tutto questo non risponde alle richieste dei residenti e dei turisti e soprattutto ha un notevole peso nella sopravvivenza della gente in montagna. «I mali della montagna li conosciamo bene, rispetto al resto della regione è il territorio che soffre maggiormente, perché è meno appetibile anche per i medici che non si riescono a trovare. Ma questo non è un problema solo per il Bellunese, è un problema generale. Uno dei punti che abbiamo inserito nel piano socio sanitario è quello di trovare delle forme integrative di
re quinquennali accendono discussioni e polemiche. SCURE DEL DECRETO 70
Da più parti si lamentano tagli ai posti letto (-338 su un totale di 19.800) e sacrificio del pubblico a vantaggio della medicina privata. Qual è la ratio della manovra? «Siamo partiti da una ricognizione accurata della realtà attuale e dal fabbisogno nell’immediato futuro. La popolazione veneta invecchia e la natalità è al minimo storico, perciò abbiamo scelto di potenziare Medicina e Geriatria riducendo le degenze nel settore materno-infantile ed anche in Chirurgia dove le tecnologia microinvasive e la robotica consentono di ridurre sensibilmente la permanenza in ospedale. I posti letto? La legislazione nazionale ne preve-
compenso per i medici, dei salari migliori per le zone più disagiate. Ma non è semplice e vedremo come potremo fare». E il punto nascita di Pieve di Cadore? «C’erano otto punti nascita a rischio nel Veneto, abbiamo ottenuto una deroga per
«Il Bellunese è il territorio che soffre maggiormente lo sappiamo bene» cinque a causa di particolari condizioni di territorio e ambiente, compreso Pieve di Cadore, altri tre dovevano essere cancellati ma li abbiamo te-
de 3 ogni mille abitanti per i malati acuti, 0, 5 per la riabilitazione e 0, 3 per i pazienti extraregionali; noi abbiamo censito quelli inutilizzati – l’ultima verifica risaliva al 2013 – e proposta di riconversione risponde a criteri di funzionalità parametrati alla situazione reale non alle stime superate. Ricordiamo che il famigerato “Decreto 70” non fa sconti e impone alle regioni la chiusura dei reparti che non raggiungano i volumi e gli esiti prefissati». SALVARE I PUNTI NASCITA
«La rete degli ospedali è stata confermata senza alcun taglio, idem per i punti nascita al di sotto dei 500 parti l’anno: abbiamo ottenuto la deroga ministeriale a Venezia, Vittorio Veneto, Pieve di Cadore, Asiago; ci è stata negata invece a Piove di Sacco, Valdagno e Adria ma non li abbiamo chiusi perché si profila uno spiraglio in sede di Conferenza Stato-Regioni. Lo spazio ai privati accreditati? La linea è quella di ampliare l’offerta di riabilitazione, dove scontiamo un 20% di pazienti in fuga verso Friuli ed Emilia. Ma il trattamento degli acuti e le grandi specialità resteranno in ambito pubblico. L’abolizione delle lungodegenze? Erano diventate una forma di ricovero improprio, diventeranno ospedali di comunità». Al momento, esistono solo sulla carta... «Occorre accelerare, ne siamo consapevoli». La frecciata finale: «Stiamo dialogando con tutti ma non è bello assistere ai rimpalli di campanile tra poli limitrofi, che dovrebbero collaborare, anziché competere. Penso a Dolo e Mirano, Cittadella e Camposampiero, Bassano e Santorso... Per noi, tutti i veneti hanno diritto all’identica qualità di trattamento». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nuti anche in considerazione del nuovo patto per la salute che si sta discutendo a Roma, dove siamo stati convocati martedì proprio per discutere di questo. Il ministero ci ha autorizzato alle deroghe che abbiamo richiesto, quindi Pieve di Cadore rimane aperto. Il problema del ginecologo che non si trova, è come dicevo, un problema generale». Consentire ai laureati in medicina di fare la specializzazione: è questa l’emergenza attuale. «Noi paghiamo 90 borse di studio, mettendo a bilancio 10 milioni di euro. La nostra parte la stiamo facendo, è dovere dello Stato incidere di più sulle borse di studio». — Ma.Co.
-MSGR - 20_CITTA - 7 - 14/04/19-N:
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Primo Piano HANNO DETTO
Sradicare ogni forma di illegalità, il potere serva le persone NICOLA ZINGARETTI
Finita la stagione dello strapotere del Pd, ora serve rinnovamento ANTONIO TAJANI, FI
Probabilmente tornare a votare è la cosa miglire MASSIMO GARAVAGLIA, LEGA
Domenica 14 Aprile 2019 www.ilmessaggero.it
Così silurarono la pediatra onesta «A quella daremo una bastonata» Agli atti, il “sistema” umbro. Un geriatra `Il dg Duca intercettato: «Tra massoneria per anni a pediatria: sospeso chi si ribellava curia e giunta, non me danno tregua...»
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LE CARTE PERUGIA Nell’inchiesta su sanità e favori che ha messo in ginocchio il Pd umbro e fatto vacillare la giunta regionale con arresti e indagati, c’erano i favoriti e i nemici. E i nemici sono quelli che si opponevano a quel sistema che per la Procura si basava su un «muro di omertà». «Una bastonata, di quelle forti, che si fa male», è l’indicazione che il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera perugina, Maurizio Valorosi (ai domiciliari) chiede di dare alla professoressa Susanna Esposito, primario di Clinica Pediatrica. Lo chiede a Diamante Pacchiarini(direttore sanitario, indagato). La Esposito nel maggio dell’anno scorso ha presentato un esposto in Procura per segnalare criticità e anomalie. L’anomalia era la presenza a reparto di un professore di geriatria medica parcheggiato a Pediatria dal 2015. Due anni dopo la scheda di valutazione firmata dalla Esposito è stata positiva, ma la professoressa ha spiegato in Procura che lo aveva fatto «solo perché pressata (anche con minacce di conseguenti provvedimenti disciplinari in ca-
so contrario) dalla dirigenza amministrativa....». In effetti l’Esposito viene bastonata: sospesa per quattro mesi e multata di 350 euro. «Tu controlla i tabulati orari...Diamà, fatti mandare i tabulati orari dell’ultimo anno e mezzo», dice il direttore generale Emilio Duca (da venerdì mattina ai domiciliari) perché la Esposito viene inchiodata alla sospensione e alla multa controllando al millimetro le presenze a reparto. Ma, scrive il gip, facendo anche scadere i termini perentori di 30 giorni per iniziare il provvedimento disciplinare.
IL TRUCCO DELLE COMMISSIONI Il sistema prevedeva l’aiutino ai segnalati, agli amici e anche alle amanti. Per farlo funzionare c’era un passaggio chiave: la formazione delle commissioni dei
Gianpiero Bocci, il segretario del Pd umbro arrestato
concorsi. Per esempio per il concorso di dirigente sanitario biologico un primario segnala un membro «affidabile». Il dg Duca spiega che il terzo membro della commissione va sorteggiato. E l’unica strada per mettere un amico è fare in modo che al sorteggio pubblico non si presenti nessuno. Ecco cosa ascolta da Duca la Finanza: «É stato detto che il giorno ultimo quando scade, presso i locali della Direzione del personale verrà praticato il sorteggio...di norma non viene nessuno...se non c’è nessuno e l’Ufficio personale se la sente dice: abbiamo sorteggiato...guarda caso è passato...». Anche un altro primario spinge per un membro di commissione amico. E Duca spiega: «Vediamo se io riesco, detto tra noi, a trovare una soluzione qua con l’estrattore».
TUTTI CHIEDEVANO PIACERI Il dg Duca è l’uomo chiave dell’inchiesta. Per la Procura l’uomo del sistema e l’uomo che non può dire no al sistema. C’è da scegliere il primario di Gastroenterologia e lui, al telefono, si sfoga così per una impasse ancora irrisolta: «La gastro va chiusa...vanno rinchiusi in galera tutti (omissis)...non riesco a togliermi le sollecitazioni dei massimi vertici di questa regione a tutti i livelli...ecclesiastici(omissis) ecumenici, politici, tecnici. Se no a ‘st’ora c’avevo messo le mani sulla gastro altro che disposizioni di servizio dell’altra volta; tra la massoneria, la curia e la giunta-omissis-non me danno tregua. E la Calabria Unita...(omissis)». Duca si sfoga, ma dice di aver capito quando Valorosi lo richiama all’ordine per far ricapitare le domande per gli orali di un concorso. Valorosi: «Messaggio da Bocci...vuole gli orali, le domande orali. Duca: «Ho capito». Gianpiero Bocci al momento dell’intercettazione, maggio 2018, sta passando le ultime ore al Viminale come sottosegretario all’Interno del governo Gentiloni. Ai domiciliari finirà da segretario regionale del Pd. Luca Benedetti Michele Milletti
Piano di Grillo per arginare l’autonomia delle Regioni: più controlli dal Ministero IL FOCUS ROMA La sanità vale l’85% dei bilanci della Regione e che muove potere e consenso: ecco perché sempre più di frequente le inchieste giudiziarie vanno a svilupparsi su questo campo. Dopo il caso Umbria, ma anche dopo la Calabria, dove i conti sono in profondo rosso e i commissari non riescono guarire il grande malato, e la Basilicata, dove l’anno scorso fu arrestato il governatore e anche allora si parlava di nomine pilotate, il Ministero della Salute fa partire la controffensiva per spezzare le relazioni pericolose tra Regioni e Sanità. E anche per arginare gli effetti collaterali dell’autonomia rafforzata di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. E dice in sintesi: l’autonomia delle regioni sulla sanità deve essere calmierata da un sistema di controllo rigido delle nomine. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha convocato l’unità di crisi ieri pomeriggio a cui, però, il rappresentante della conferenza stato regioni (l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta) non si è presentato per ragioni personali ma quasi a segnare una frattu-
Giulia Grillo (foto ANSA)
ra con il governo; e il ministro ha già chiesto alla presidente del Senato di anticipare la discussione del disegno di legge, presentato da Maria Domenica Castellone (M5S) che ripensa il criterio di nomina della governance ospedaliera, limitando i poteri dei governatori. Già oggi in realtà i direttori generali vengono nominati dai presidenti di Regione, attingendo da un albo nazionale.
PROTAGONISMO ELETTORALE Il problema nasce quando il dg perde in indipendenza e risponde alle esigenze, anche legate alla necessità di alimentare il consenso elettorale, dei politici. Certo, la vicinanza con le elezioni europee fa balenare il dubbio che comunque il protagonismo della Grillo sia utile anche ad altri scopi, ma è evidente che il rapporto politica e sanità, storicamente abbia causato delle distorsioni. L’obiettivo del ministro - più controlli sulle regioni - va a scontrarsi con il processo di autonomia già iniziato per Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto - e la Grillo non ha mai nascosto, sul fronte della sanità, di volersi porre come una sorta di baluardo nei confronti delle spinte di regioni ricche in cui, tra l’altro, la sanità funziona bene, ma a difesa di quelle più deboli. Non è un caso che questa settimana dal consiglio dei Ministri, su iniziativa della Grillo, sarà varato un decreto ad hoc per la Calabria che, nonostante il commissariamento, non riesce a uscire dal buco nero della sanità. Il provvedimento dirà che tutte le nomine, fino al livello dei primari, spetteranno a commissario e sub-commissario. Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA
-TRX IL:13/04/19 22:45-NOTE:
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Nordest
IL CASO PADOVA Impareranno a virare e a strambare, a navigare con il vento in poppa, o controvento. Diciotto tra bulli e vandali veneti che nel corso della loro carriera scolastica hanno esercitato violenza sui compagni o arrecato danno alle strutture formative, verranno imbarcati. Cinque giorni di navigazione tra la Liguria e la Sardegna per imparare la vita di mare e le sue regole, e per poi travasare sulla terra quell’esperienza sull’acqua. E crescere, rispettando l’abc dello stare civile. «Stiamo organizzando un centro estivo con la Marina Militare - annuncia Mario Polisciano, psicologo educatore del Centro servizi volontariato di Padova - per portare i nostri “bulli” in mare». Ad attendere chi ha abbandonato la retta via sarà una “lezione di vita” a bordo del brigantino Nave Italia, tragitto da La Spezia a Olbia. Il progetto prende il nome di “A scuola di legame sociale - Wake Up”. Ovvero, “alzatevi”, “destatevi”».
Domenica 14 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Imbarcati con la Marina Così si rieducano i “bulli” Padova, progetto del Centro Volontariato `Cinque giorni di navigazione con i militari per recuperare diciotto “ragazzi discoli” Saranno parte dell’equipaggio di Nave Italia `
Intende risvegliare nei giovani d’oggi la coscienza delle proprie azioni, la capacità di riflettere e apprendere da ciò che si vive, la disponibilità al confronto e al cambiamento, il gusto del desiderio». Riservata a 18 studenti delle scuole superiori del Veneto, l’azione del progetto Wake up, che di sottotitolo fa “D’estatevi” (richiamando sia l’alzarsi
I test di massa voluti dalla Regione
Pfas, le mestruazioni “salvano” le donne Colesterolo fuori norma anche nei bimbi
L’OBIETTIVO «WakeUp vuole aiutare i ragazzi delle scuole secondarie, adolescenti e preadolescenti, a sperimentarsi come cittadini attivi - sottolinea Polisciano nell’interesse proprio e degli altri, attraverso l’attività del volontariato e dell’azione sociale.
«RISVEGLIAMO NEI GIOVANI LA COSCIENZA DELLE PROPRIE AZIONI» Mario Polisciano
ALLA VELA Il brigantino “Nave Italia”che imbarcherà i ragazzi
Gare di Azienda Zero risparmi per 135 milioni SANITÀ VENEZIA “Con le gare centralizzate effettuate dall’Azienda Zero della Regione Veneto nel 2018 si sono ottenuti risparmi che si attestano attorno all’11 per cento. Una razionalizzazione dei costi che ha permesso di risparmiare in un solo anno 135.608.558 euro rispetto al costo storico, ovvero al costo in essere nelle diverse Aziende, mantenendo, anzi migliorando e omogeneizzando, la qualità dei servizi”. È quanto recita una nota dell’Azienda Zero diffusa ieri. La percentuale media dei risparmi è stata dell’11%. Nel corso del 2018 le gare aggiudicate sono state 23, quelle bandite 22. Tra le principali gare aggiudicate: il servizio assicurativo per la copertura del rischio responsabilità civile verso terzi e verso operatori per tutte le Aziende sanitarie, il servizio ristorazione (per i lotti aggiudicati), il servizio di vigilanza e guardiania, la fornitura di farmaci, angiografi, pacemakers, defibrillatori, valvole cardiache. Per l’anno in corso le gare centralizzate già bandite al 10 aprile scorso sono 26, quelle centralizzate in programmazione sono 93. Tra
LA CISL NAZIONALE HA CHIESTO ALLA REGIONE DI RENDERE PUBBLICI GLI STIPENDI DEI MEDICI VENETI
che il veleggiare estivo), si svolgerà dal 25 al 29 giugno proponendo un campo a bordo di un grande veliero armato a brigantino-goletta, “Nave Italia” appunto, condotto da un equipaggio della Marina Militare. Durante la navigazione i partecipanti diventeranno a tutti gli effetti parte dell’equipaggio della Nave Italia e saranno quindi
queste la gara per la gestione e tecnologia integrata degli impianti delle Aziende sanitarie della Regione, il cui valore economico è di 1,5 miliardi di euro.
LA POLEMICA Continua a tenere banco, intanto, il tema della retribuzione dei medici. Dopo la nota del direttore dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, Domenico Mantoan, che ha smentito la Cgil («Non è assolutamente vero che i medici che lavorano in Veneto siano sottopagati rispetto ai colleghi del resto d’Italia, i dati estratti dal Conto annuale 2017 mostrano infatti come le retribuzioni dei camici bianchi veneti siano di gran lunga sopra la media nazionale: 79.547.64 euro contro la media di 75.241,63 euro) è arrivata la contro-smentita del sindacato, che ha mostrato i dati del ministero dell’Economia. La Cisl nazionale, invece, ha chiesto a Mantoan di esplicitare la media rendendo «visibili» gli stipendi dei medici. «Il contratto è nazionale - ha precisato il governatore Luca Zaia - cercheremo di capire perché qualcuno dice che i nostri medici sono pagati di meno. L’idea che mi sono fatto è che chi ha fatto i conti abbia preso l’ammontare degli stipendi di ogni regione e li abbia divisi per le teste dei medici. La verità è che dovremmo sapere in ogni regione qual è lo stipendio del primario, dell’aiuto, del medico appena assunto, allora sì che si riesce a fare un raffronto. Il Veneto comunque è al quarto posto. E se si può dare di più, lo dò ben volentieri a chi lavora nella sanità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ASSEMBLEA MESTRE Calano le donazioni e diminuiscono i donatori. Non è un periodo facile per l’Avis del Veneto, che ieri a Bassano del Grappa ha tenuto l’assemblea ordinaria annuale. Lo scorso anno, rispetto al 2017, le donazioni di sangue intero sono scese da 185.280 a 184.576 e quelle del plasma da 28.330 a 26.554. I donatori sono invece passati da 130.335 a 129.479 (due terzi sono maschi), con un migliaio di nuovi iscritti in meno. Come se non bastasse, anche il ricambio generazionale è in ginocchio: il direttore sanitario Giovanni Lenzo ha ricordato che ben tre giovani su 10 neo iscritti non vanno poi oltre la seconda donazione. Il raffronto degli ultimi sei anni (2013-2018) dice tutto: donazioni di sangue -2,41%, plasma -15,94%, multicomponenti e piastrine (che pure nell’ultimo anno sono aumentate da 2.902 a 3.064) addirittura -33,31%. I donatori totali sono calati del 3% e i nuovi volontari dell’1%. Nonostante questo anche nel 2018 il Veneto ha raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza, ma per il futuro la preoccupazione è forte. «Se non s’inverte la tendenza, sarà crisi per la sanità veneta - ha detto il presidente regionale Giorgio Brunello davanti all’assessore alla Sanità e al Sociale
BRUNELLO: «SE NON SI INVERTE LA TENDENZA SARÀ CRISI PER LA SANITÀ»
Pfas, le mestruazioni “salvano” le donne. È in corso lo screening voluto dalla Regione sulla popolazione residente nell’area interessata dall’inquinamento da Pfas delle falde, che si estende su 30 Comuni del Vicentino, del Veronese e del Padovano. Sono state 47.213 le persone invitate ai test, circa il 60% ha aderito alla chiamata. Sono già disponibili i risultati dei test effettuati su 25.288 persone. Su 16.400 di queste sono stati riscontrati valori di sostanze Pfas elevati e alterazioni delle pressione arteriosa o degli esami bioumorali, soprattutto
del colesterolo (anche tra i bambini). Ed è emerso un dato inatteso: le donne presentano concentrazioni di sostanze Pfas nel sangue molto minori di quelle riscontrate sui maschi. La concentrazione media di Pfoa nelle femmine è di 28,7 nanogrammi per millilitro, nei maschi 64,7. Per il Pfos, 3,1 per le donne e 4,8 nei maschi. Per il Pfhxs: 2,6 nelle femmine e 6,4 nei maschi. Questa differenza di genere si annulla tra bambini e bambine, che presentano valori vicinissimi. Quindi lo studio ipotizza «l’eliminazione delle sostanze Pfas tramite le mestruazioni».
Allarme sangue In calo donatori e anche donazioni Le donazioni in Veneto 2017
2018
Variazione % 2018-2013
DONAZIONI Sangue intero
185.280
184.576
-2,41 Plasma
28.330
26.554
del Veneto Manuela Lanzarin, a 300 delegati, medici e sanitari Le cause sono molte: si viaggia sempre più; i lavori sono meno stabili; i controlli sempre più restrittivi; gli stili di vita non sempre corretti; il permesso dal lavoro per donare sempre più difficile da chiedere; il personale medico ed infermieristico insufficiente; alcuni centri di raccolta chiudono o si accorpano».
LE RICHIESTE Avis chiede riforme strutturali sui Centri trasfusionali degli ospedali: «Gli orari di accesso sono limitati e andrebbero ampliati al sabato e alla domenica
coinvolti nelle diverse attività legate alla navigazione e alla cura del vascello. Verranno inoltre proposti ai ragazzi momenti formativi per lo sviluppo di competenze sociali e relazionali e l’approfondimento della conoscenza del mondo del volontariato. Poiché i posti a disposizione sono limitati, sarà data priorità a coloro che hanno partecipato al progetto “Sì, possiamo cambiare” (promosso da Centro servizi volntariato e Ufficio scolastico di Padova) o sono stati segnalati da una scuola o altra istituzione perché a rischio di emarginazione economico/sociale.
DON MILANI «Se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile»: è ispirato a questo assunto di don Lorenzo Milani in “Lettera a una professoressa”, il progetto padovano “Sì, possiamo cambiare” che lo scorso anno ha “salvato” un centinaio di ragazzi discoli, rimettendoli sulla retta via. Agli studenti già sanzionati per comportamenti scorretti è stata data la possibilità di mettere in gioco potenzialità e competenze altre da quelle meramente cognitive, in contesti diversi dai banchi di scuola: questo per aiutarli a raggiungere una maggiore consapevolezza degli altri, di se stessi e quindi dei propri desideri di futuro, restituendo senso anche al percorso formativo. Parola d’ordine: non punire dunque, ma rieducare. Attivo dal 2010, il progetto muove dalla necessità di dare un’opportunità di cambiamento ai “ragazzi discoli”, come li definiva don Milani, e si ispira al suo insegnamento. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA
quando molti lavoratori sono più liberi. Inoltre dovrebbero diventare sede di formazione esterna per gli specializzandi in Ematologia, così come le Unità di raccolta in convenzione che contribuiscono per un terzo alla fornitura di sangue intero». «Donare è indispensabile», l’appello dell’assessore Lanzarin che a proposito della poca fedeltà all’impegno dei giovani ha sottolineato che «nel Piano socio sanitario 2019-2023 per la prima volta abbiamo inserito una voce sulla promozione della cultura del dono, per sviluppare campagne mediatiche forti e progettualità su tutto il territorio con il coinvolgimento dei Centri servizi per il volontariato e delle scuole. Servono azioni di educazione civica». E gli stranieri? «Quelli integrati nella società possono contribuire alle donazioni», la risposta di Lanzarin. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
-15,94 Multicomponenti e piastrine
2.902
3.064
-33,31 DONATORI
47x14
Iscritti totali
130.335
129.479
-3 Iscritti nuovi/anno
12.000
10.098
-1 Fonte: AVIS del Veneto
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REGIONE
DOMENICA 14 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
la sfida elettorale per le europee
Il Pd: «Salvini ha tradito il Nord Una farsa i rimborsi banche» L’ex premier Gentiloni con Moretti e Variati a Venezia lancia la sfida a Lega e M5S «Gli unici soldi erogati ai soci truffati delle ex popolari li ha stanziati il mio governo»
Albino Salmaso MESTRE. La Lega di Salvini ha
tradito il Nord e il rimborso ai risparmiatori truffati delle banche è una farsa: per il 2019 sono previsti appena 50 milioni. E chissà mai se verranno pagati. Paolo Gentiloni, presidente del Pd, arriva a Mestre per aprire la sfida delle europee e ad accoglierlo trova Alessandra Moretti e Achille Variati, in lista con Laura Puppato e Antonio Calò nel team veneto “Pd-Siamo Europei” guidato da Carlo Calenda. I veri big sono tutti in Emilia Romagna, anche se il personaggio con il ranking più alto è certamente Roberto Battiston, il fisico trentino che ha guidato l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, messo alla porta con lo spoil system dal ministro Bussetti. Prima di entrare in sala Gentiloni saluta i sindaci, posa per i selfie e si ferma per un summit con Pier Paolo Baret-
ta, Andrea Ferrazzi e Matteo Favero per una rapida carrellata sulle questioni aperte in Veneto. Non c’è solo lo scandalo Mose che tiene sempre impegnati i magistrati. Qui il nemico da battere è la Lega di Salvini e Zaia, che parlano due linguaggi diversi sulle alleanze e l’autonomia. L’ex premier, in 40 minuti, spazia dalla guerra in Libia alla Brexit, dalla crescita zero all’isolamento internazionale dell’Italia nell’Ue. E alza il tono della polemica con la Lega. «Il Paese è fermo sul piano economico, la legge di bilancio è un buco nero e verrà aumentata l’Iva: il ministro Tria ne ha parlato apertamente perché dopo un anno il governo gialloverde che aveva promesso di eliminare la povertà ha invece eliminato la crescita del Pil e si sono persi 116 mila posti di lavoro. Siamo in recessione, la Lega ha tradito il Nord e i sondaggi stanno registrando la prima flessione di consensi per Salvini. Ce la
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Paolo Gentiloni con i sindaci veneziani del Pd ieri all’hotel Russot
possiamo fare a risalire la china», dice Paolo Gentiloni. Il Nord è stato tradito da Lega e M5S che da mesi litigano sul decreto sblocca cantieri, fermo nei cassetti di Toninelli e di Palazzo Chigi: la Tav non ha fatto un solo passo avanti, spiega l’ex premier. Che poi affronta la vera questione so-
ciale mai risolta: i rimborsi ai 205 mila soci di Bpvi e Veneto Banca, rimasti con un pugno di mosche per il crac delle due popolari. «Qui si misura la distanza tra le promesse e la realtà del governo Conte, le persone truffate che hanno perso i loro risparmi continuano a esse-
re prese in giro. Quand’ero presidente del Consiglio ho incontrato a Vicenza le associazioni dei risparmiatori e a loro ho sempre detto la verità sui meccanismi legislativi. Gli unici soldi liquidati arrivano dagli arbitrati Consob e dalla commissione Anac di Cantone che procedono nel rispetto delle norme fissate dal mio governo. Ecco, è una vergogna il dietrofront del governo Lega-M5S che dopo aver stanziato 1,5 miliardi in tre anni, ha scritto la verità nel Def: per il 2019 sono previsti 50 milioni di euro. Briciole». Per risalire la china, il Pd di Nicola Zingaretti ha abbandonato la vocazione maggioritaria dell’éra Renzi e ha incontrato i “corpi sociali”, le 30 associazioni di categoria del Sistema Italia: da Confindustria ai sindacati. E ne emerge un quadro molto preoccupato: con la recessione alle porte l’Italia rischia di sbandare e dopo il 26 maggio si affaccia l’incubo delle elezioni anticipate. L’instabilità politica è nel Dna della nostra repubblica che conta 32 premier dal 1948, mentre la Germania ne ha avuti sette prima della Merkel nello stesso periodo. L’ultimo messaggio di Gentiloni diventa una sfida aperta a Salvini: «Con la sua propaganda sulla pelle degli immigrati ha creato un clima pesante e l’Italia si è incattivita. Il Pd è invece orgoglioso di aver candidato alle europee Antonio Calò e Pietro Bartolo, due simboli dell’accoglienza ai disperati che fuggono da guerre e miseria». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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forza italia in alto mare
I 4 della Lega Bizzotto, Da Re Ghidoni e Borchia VENEZIA. Candidature della
Lega decise per le elezioni europee, il Veneto punta a fare il pieno di seggi e in corsa ci sono solo 4 nomi: la vicentina Mara Bizzotto, presidente del gruppo Lega all’europarlamento dopo l’uscita di scena di Salvini; il trevigiano Toni Da Re, segretario della potente Lega-Liga Veneta; la padovana Paola Ghidoni, commercialista legata al sottosegretario Massimo Bitonci che l’ha nominata nel Cda del Map di Padova quand’era sindaco. Poi spunta Paolo Borchia, veronese, coordinatore federale di Lega nel Mondo, scelto dal ministro Fontana per tenere i rapporti con i sovranisti e i partiti di estrema destra nell’Ue. Anche Forza Italia è alle battute finale. Alle spalle di Berlusconi ci dovrebbero essere Sandra Savino, friulana, e poi la senatrice padovana Roberta Toffanin, con l’obiettivo di incrementare le 900 preferenze raccolte alle regionali del 2015. Da Vicenza spunta il nome del vicesindaco Matteo Tosetto e da Venezia quello di Davide Zoggia, ex sindaco di Jesolo. — I
Dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di San Martino, dalla Val di Fassa alla Valsugana, un viaggio tra malghe e rifugi del gusto, agriturismi e ristoranti dove trovare creatività e tradizione. Dai rifugi del gusto partono magnifiche escursioni a piedi, tutte ben descritte. Gli itinerari di fondovalle conducono alla scoperta di botteghe e piccoli produttori di specialità locali, dove fare tappa per gustare e acquistare.
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Monselice
LO STUDIO Sedicimila persone indirizzate al percorso di secondo livello che prevede approfondimenti di medicina interna e cardiologia
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Domenica 14 Aprile 2019 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Mamme No Pfas a Zaia: «Acqua, fissare i limiti a 0» `La Regione pubblica il nono rapporto Appello social a tutti i governatori chiamati a definire le norme nazionali del piano di sorveglianza: 28mila visite
Unione dei Colli al capolinea 30 posti di lavoro a rischio `Maisto (Cisl): «Scelta
incomprensibile nei tempi e nel metodo»
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MONTAGNANA Proprio nel giorno in cui la Regione Veneto pubblica il nono rapporto del piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta alla contaminazione, le Mamme No Pfas condividono sulla loro pagina Facebook un video rivolto ai presidenti delle Regioni, chiamati per nome come le famiglie contaminate avevano già fatto l’anno scorso con i ministri dell’Ambiente europei. Con una richiesta: velocizzare l’iter normativo che porti a stabilire limiti nazionali per i Pfas presenti nell’acqua. «Il limite deve essere pari a zero affinché non avvenga in altre regioni quello che è successo in Veneto» – afferma una delle oltre venti famiglie del Basso Veneto coinvolte nella realizzazione del video. Anche le referenti del comitato Zero Pfas Montagnana Patrizia Zuccato e Laura Facciolo ci hanno messo la faccia insieme ai mariti e ai figli, accogliendo il suggerimento del ministro Sergio Costa di sensibilizzare il presidente della conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini e gli altri 19 governatori visto che le linee-guida per la fissazione dei limiti nazionali verranno discusse in quella sede. «Ho 66 anni, quindi non rientrerò nel piano di sorveglianza della Regione, inizialmente pensato per i residenti dell’area rossa tra i 14 e i 65 anni e poi esteso ad altre fasce giovanili. Eppure è proprio con l’avanzare dell’età che i problemi sanitari si fanno sentire di più» – sottolinea nel filmato uno degli anziani dell’area rossa, mettendo in luce uno dei limiti del piano di sorveglianza in cui rientrano 30 comuni tra Padova, Vicenza e Verona.
GLI EFFETTI L’obiettivo è capire gli effetti delle sostanze perfluoroalchiliche sulla salute di chi è entrato in contatto con esse. L’ultimo bollettino parla di 47.213 persone invi-
L’APPELLO Le mamme No Pfas sollecitano la definizione dell’iter normativo sui livelli dell’acqua
Baone
Canna fumaria difettosa, a fuoco la mansarda di un’abitazione La canna fumaria difettosa rischia di mandare a fuoco la casa. A scongiurare il peggio ci hanno pensato i vigili del fuoco, che ieri pomeriggio hanno spento le fiamme divampate nella mansarda di un’abitazione di via Benavides. I proprietari di casa avevano acceso la stufa al piano terra salvo poi accorgersi che dal tetto usciva una colonna di fumo. A quel punto hanno chiamato subito il 115. Sul posto si è precipitata, verso le 14, una squadra di vigili del fuoco di Este, che poi ha chiesto manforte ai colleghi di
Padova. I pompieri hanno raggiunto il tetto issandosi su un’autoscala e da qui sono riusciti a domare le fiamme dopo aver “smontato” parte della copertura rimuovendo tegole e guaine. L’incendio aveva interessato un tetto ventilato, in legno, esteso su una superficie di circa 60 metri quadrati. L’intervento, durato un paio d’ore, ha impedito che le fiamme interessassero altre stanze. A scatenare il rogo è stata la canna fumaria che non era installata nel modo corretto. M.E.P.
tate allo screening, di cui 27.968 hanno già effettuato la visita di primo livello, con un’adesione pari al 61,7%. Di questi, 16.400, pari al 64,8% è stato indirizzato al percorso di secondo livello che prevede approfondimenti negli ambulatori di medicina interna e di cardiologia viste le anomalie riscontrate soprattutto a livello di colesterolo, il valore più fuori norma. Ad oggi sono stati chiamati anche i bambini nati nel 2008 e nel 2009. Nel report è specificato che, nonostante la buona adesione (68%), i referti completi utilizzabili per le analisi si riferiscono a un piccolo sottogruppo di 272 soggetti. Nel loro siero le sostanze principalmente rilevate sono le stesse degli adulti (Pfoa, Pfos e PfhxS) ma con percentuali inferiori: 27,4 nanogrammi per millilitro contro i 42,6 per i Pfoa, 2,2 contro i 3,9 per gli altri due composti. Maria Elena Pattaro
Bertazzo punta ad indossare la fascia tricolore SANT’ELENA Il primo aspirante alla fascia tricolore a scendere in campo in vista delle elezioni del 26 maggio è Stefano Bertazzo. Il 53enne, libero professionista nel ramo delle assicurazioni e dell’infortunistica stradale, annuncia la sua candidatura a sindaco a capo della lista civica “Insieme per Sant’Elena – Bertazzo sindaco”. Sposato, con una figlia, è residente a Solesino ma ha strettissimi legami con il paese d’origine, di cui aspira a diventare primo cittadino. In passato ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale a Monselice. «Ho deciso di candidarmi a sindaco di Sant’Elena forte dell’affetto e della fiducia che ricevo da molti anni da parte dei cittadini. Al centro del mio
programma di governo ci saranno proprio loro e mi impegnerò a trattarli con il rispetto che meritano, senza mai considerarli bancomat da spremere, com’è accaduto purtroppo negli scorsi anni con l’uso vessatorio del tanto odiato scout speed». Bertazzo promette uffici comunali efficienti e più sicurezza per tutti, con un’attenzione particolare ai bambini e agli anziani. Il candidato ha in programma di dotare il paese di un sistema di videosorveglianza con telecamere dislocate su tutto il territorio e in particolare in corrispondenza dei varchi di accesso al comune, in modo da permettere alle forze dell’ordine di controllare i veicoli in transito. Tra i punti-cardine del programma elettorale, che nei prossimi giorni verrà recapitato alle famiglie, c’è anche il col-
CANDIDATO Stefano Bertazzo
legamento ciclo-pedonale con l’ospedale di Schiavonia e con i paesi vicini attraverso tre diverse piste. «La prima e, a mio avviso, più importante servirà per raggiungere in sicurezza l’ospe-
dale – spiega Bertazzo – e verrà realizzata lungo la Strada provinciale 8, in via Maggio. Le altre due piste costeggeranno invece la provinciale 42 con direzione Solesino ed Este». «Ho in mente un progetto ambizioso – conclude il candidato – e sulla scia del cambiamento nazionale, sono convinto che Sant’Elena possa diventare un esempio di buon governo, come è accaduto anche a vicina Solesino, con la vittoria degli amici Elvy Bentani e Orfeo Dargenio, che saranno in prima linea a sostenermi. Sono convinto che questo comune, per crescere in positivo, debba riuscire ad attrarre investitori e a dare ai suoi cittadini tutti quei servizi che oggi mancano e che, se sarò eletto sindaco, mi impegnerò a garantire». M.E.P.
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BAONE L’Unione dei Comuni dei Colli Euganei è arrivata al capolinea: i sindaci di Baone, Cinto Euganeo e Arquà Petrarca, attraverso una delibera di giunta dell’Unione, datata 25 marzo, hanno espresso la volontà di sciogliere l’ente, dopo un percorso durato 17 anni. Il sindacato Cisl Fp, a cui nei giorni scorsi è stata trasmessa copia della delibera, è preoccupato per la sorte dei 30 lavoratori. «Siamo di fronte a una scelta che non comprendiamo nel metodo e nei tempi – afferma il segretario territoriale Franco Maisto – da un anno chiediamo chiarimenti sul futuro dell’ente, senza mai ottenere risposte». Ma il primo cittadino di Baone, Luciano Zampieri, precisa che la delibera è un semplice atto di indirizzo politico da sottoporre all’approvazione dei tre consigli comunali, che si rinnoveranno con il voto di maggio. Un testamento di fine mandato da cui i nuovi “parlamentini” potrebbero discostarsi, anche se il salvataggio dell’Unione sembra una prospettiva tutt’altro che probabile. «In caso di scioglimento, verrà avviata la trattativa sindacale» – assicura Zampieri. Ma come si è arrivati al naufragio dell’Unione, istituita nel 2002 e a cui i tre comuni colli-
nari hanno progressivamente trasferito le proprie funzioni? «Dopo 17 anni di fidanzamento o ci si sposa o ci si separa – afferma Zampieri – e siccome sono venuti a mancare i presupposti per volare a nozze, ci è sembrato opportuno interrompere il fidanzamento». Fuor di metafora, l’Unione non ha portato i risultati sperati. Negli ultimi anni, da un lato servizi come la polizia locale e il personale sono stati oggetto di convenzione con Este, dall’altro i comuni hanno incontrato difficoltà sempre maggiori nel trasferire risorse economiche all’Unione, con tanto di debiti fuori bilancio. Non solo: le auspicate nozze amministrative di cui l’Unione avrebbe dovuto essere una prova generale, non sono andate in porto. Baone e Cinto hanno preso parte allo studio di fattibilità per la fusione a quattro con Este e Lozzo Atestino mentre Arquà Petrarca aveva già manifestato l’intenzione di recedere dall’Unione. La palla passa ora ai consigli comunali e se lo scioglimento verrà approvato, la giunta nominerà un commissario liquidatore. «Che ne sarà dei lavoratori? Se quelli trasferiti dai tre comuni torneranno agli enti di origine, dove andranno quelli assunti direttamente dall’Unione? – si chiede il sindacalista Maisto – chiederemo un incontro urgente ai sindaci per avere risposte chiare su come si pensa di gestire questa situazione estremamente critica sia per i 30 dipendenti, sia per gli 8 mila cittadini». M.E.P.
POLIZIA LOCALE L’Unione dei Colli opera da tempo in convenzione con i colleghi di Este
Ladri a casa dell’ex sindaco rubati i gioielli di famiglia GRANZE Finestra rotta, stanze a soqquadro e gioielli spariti: è l’amaro bilancio fatto dall’ex sindaco, Bruno Bizzaro, che mercoledì ha ricevuto una visita tutt’altro che gradita. I ladri che hanno preso di mira la sua abitazione, in via Gazzolo, hanno agito in pieno giorno. Dopo essersi intrufolati nel cortile di casa, hanno scassinato un balcone e mandato in frantumi una finestra. Hanno agito indisturbati, forti del fatto che nessuna sirena d’allarme avrebbe attirato l’attenzione dei vicini. I malviventi hanno arraffato gioielli e oggetti preziosi di piccole dimensioni, facili da tra-
sportare. Computer e televisori, invece, non sono neppure stati sfiorati. Della razzia si è accorta la moglie dell’ex sindaco quando è tornata a casa, verso le 17.30. «Non abbiamo un’idea precisa del valore della refurtiva né dell’ammontare dei danni agli infissi – afferma Bizzaro – al di là dell’aspetto economico, la cosa peggiore è che dobbiamo convivere con l’ansia che possa succedere di nuovo. Prenderemo provvedimenti, installando magari un sistema d’allarme». Lo stesso giorno anche un’altra abitazione, nella laterale via Kennedy, è stata presa di mira, ma in quel caso i ladri, che avevano approfittato di una porta non chiusa a chiave, sono scappati a mani vuote. M.E.P.
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO
DOMANISULGDV.«Serveimprenditoriasociale» ConosciutissimoanchenelVicentino,docenteuniversitarioeleaderdi“ItaliaWelfare servizi”,JohnnyDottihaunasuaideadicomerilanciarel’edilizia,l’economiaelestesse famiglie:superareil“patrimoniopersonale”ecrearerelazioni.NeparladomanisulGdv
E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
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Domenica 14 Aprile 2019
GIORNATADI STUDIODELL’ACCADEMIAOLIMPICA. Affrontatisia i temiambientali chesanitari
Pfas,c’è un’altrafonte E pure le prime malattie Altissimo: «A Trissino valori in falda preoccupanti» Èlazona dell’exRimar.E Stopazzolo(Ulss)dàdati suproblemi allatiroideperdonne edislipidemie Piero Erle
C’è un’altra fonte di inquinamento da Pfas, sempre a Trissino ma più a nord e più a ovest della Miteni. È l’esperto Lorenzo Altissimo, già direttore del Centro idrico di Novoledo, a far emergere la novità di rilievo aprendo come primo relatore la tornata dell’Accademia Olimpica dedicata intensamente - oltre quattro ore senza pausa, guidate da Giuliano Bellini presidente della classe “Scienza e tecnica” - a uno dei temi che più ferisce il Veneto: «L’acqua potabile come bene comune: Pfas-sostanze perfluoroalchiliche». Al fianco del presidente Gaetano Thiene dell’Accademia, al tavolo, anche il presidente dell’Ordine dei medici Michele Valente, che esprime chiaro il contesto di questa grande riflessione: «Siamo in 4200 medici nel Vicentino, e c’è una preoccupazione di fondo per questo disastro ambientale che forse all’inizio è stato sottovalutato ma anche adesso non dà conoscenze certe sugli effetti di queste sostanze tossiche. I medici sono disorientati: con il dott. Vincenzo Cordiano di “Medici per l’ambiente” (Isde Veneto) organizzeremo un nuovo convegno». ILCASOMARZOTTO. Oltre alle
questioni sanitarie però ci sono quelle dell’ambiente e della falda che contiene i Pfas. Come aveva già fatto per la
L’annuncioUlss: «Stiamovalutando unaltrometodo perridurrela presenzadiPfas nelsangue»
Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale, Altissimo ieri ha ricostruito con chiarezza come i Pfas sono giunti nel Vicentino. Fu il conte Giannino Marzotto, ancora nei primi anni ’60, a far nascere la “Rimar-Ricerche Marzotto” dapprima accanto a villa Marzotto di Trissino, sul colle, nelle vecchie scuderie dove già negli anni ’60 si producevano quantità significative di un prodotto anti-macchia per i vestiti Marzotto, l’Apo-acido perfluoro-ottanoico che è poi il Pfoa. Un incidente con fuoriuscita di acido spinse il sindaco a far bloccare l’attività, che fu portata da Marzotto già nel ’67 nell’attuale sito della Miteni. Lì poi nel 1976 scoppiò il caso dell’inquinamento da Btf, con pozzi di acquedotto chiusi e un’inchiesta penale che sfociò in assoluzioni ma nelle cui perizie e studi successivi già c’erano le tracce di ciò che non fu purtroppo capito (e non fu comunicato dall’industria): oltre ai Btf c’era l’utilizzo dei Pfas. Con la Rimar-Miteni che prima scaricava direttamente in Poscola, poi in Agno, poi al depuratore di Trissino che però non trattava certo i Pfas per cui finivano in Agno di nuovo e infine, col “tubone”, a Lonigo e poi a Cologna Veneta. Ieri però Altissimo ha aggiunto un tassello riprendendo quanto aveva denunciato in settembre l’arch. Massimo Follesa: c’è inquinamento anche a valle della prima sede Rimar, a Trissino. «Sono stati trovati valori - spiega Altissimo - in alcuni punti di affioramento acque di falda ai piedi della collina dov’era Rimar: 0,6 microgrammi per litro di Pfos e Pfoa. Sono presenze significative e preoccupanti» e siccome sono a una quota superiore rispetto allo stabilimento della Miteni, c’è
da ritenere che ci sia u altro sito che sta rilasciando qualcosa». C’è da indagare. LE ANALISI TECNICHE. Mentre
gli organizzatori dell’Accademia aggiungevano via via sedie nell’Odeo dell’Olimpico, segno dell’interesse del pubblico, l’idrogeologo Andrea Sottani ha illustrato gli studi sulla situazione delle falde del sottosuolo vicentino in cui si è diffuso prima l’inquinamento da Btf degli anni ’70, spinto però dalla falda verso Creazzo, e poi quello da Pfas che si è mosso molto più a sud-sud-est, percorrendo anche 40 chilometri fino al Padovano. Per ripulire quelle falde non basteranno forse 50 anni (e comunque prima c’è da essere sicuri che non ci sono più fonti di inquinamento). Lino Conte, docente all’Università di Padova, ha spiegato in maniera comprensibile a tutti come da una parte i Pfas siano nati dalla scoperta delle proprietà incredibili delle molecole che uniscono il fluoro al carbonio (niente assorbimento di acqua, capacità di spegnere incendi indomabili, utilizzi medicali per occhio, cardiologia, ma anche cosmetici ad esempio nelle creme da sole). E dall’altra proprio quel legame fluoro-carbonio è proprio quello che non viene “letto” dall’organismo umano che se lo ritrova dentro. Angelo Dal Bellin Peruffo ha indicato come cercare in internet testi scientifici corretti sui Pfas LA SANITÀ. Molto più tesa la
parte delle relazioni sanitarie. La prof. Adriana Favretto ha infatti spiegato come da 470 studi prodotti sui Pfas ad oggi emergano sì indicazioni di tossicità di questi prodotti ma al momento senza nessuna prova certissima di una loro correlazione cau-
Losfogo LAMAMMA NO-PFAS «Macome cavolofate a produrresostanze chenon poteteneanchemisurare nell’acquae non sapete cheeffetto hanno sulla gente?».Toniaccalorati, neldibattito,perMichela Piccoli(Mamme NoPfas): microfonoinmano,si è avvicinataairelatoricon fogaperesprimere il disagiodichi vivenel suo organismol’inquinamento daPfas esi sentedire che nonci sonorispostecerte suglieffettiperlasalute: «Macosa avete studiatoin tuttiquestianni? Dobbiamoaspettare 15 annipersaperese queste
L’interventodi M.Piccoli sostanzefanno bene o fannomale?E intanto la gentesi ammalacol punto didomanda?». «Entrofine dell’annoprossimoreplicheràpoi Stopazzolodovremmoavererisposte precise,nontra anni». Piccolirimarca anche: mentreperi farmaci si aspettadisaperegli effettisull’uomo primadi metterlisulmercato, per lesostanzechimiche si lascia«produrree buttare infalda,perché nonci sono strumentipercapire? Perdonatecimanoi come cittadininonaccettiamo questecose».Ha infine invocatomisurazioni in picogrammienon più nanogrammi:«Veronagià lefa».
IrelatoriBellieni,Stopazzolo, Conte,Thiene, Altissimo, Favretto,Sottani e Dal BellinPeruffo
sa-effetto per le varie patologie di cui si parla. Sottolineando anche che è un settore in cui purtroppo non c’è correlazione certa neppure tra gli effetti dei Pfas sulle cavie animali (ratti) e l’uomo. Su questo ha subito anche una contestazione dal pubblico. Sia dal dott. Cordiano che ha citato uno studio a cui lui ha partecipato (sul “European journal of public health”: sostiene ci siano rilevazioni di casi di mortalità statisticamente rilevanti in “zona rossa da Pfas” per mali cerebrovascolari, infarti), sia da chi ha sostenuto che l’autorità europea Efsa parla di causa-effetto, per i Pfas, almeno per colesterolo, enzimi epatici, diminuite risposte ai vaccini e peso ridotto nel neonato. «L’Efsa - replica Favretto - si basa sugli stessi dati e studi che vi ho illustrato: l’associazione c’è, il danno clinico conclamato no». Il dott. Giampaolo Stopazzolo dell’Ulss Berica infine ha illustrato l’immane lavoro di screening iniziato due anni fa su incarico della Regione su tutta la popolazione dell’“area rossa” (vedi a lato). Dai dati che ha proiettato, ha annunciato, emergono prima indicazioni su effetti da Pfas per la tiroide delle donne, e per dislipedemie (vedi a lato). Infine ha rivelato che l’Ulss, superata la questione plasmaferesi, sta testando «un’altra possibilità di levare i Pfas dal sangue» (indicata anche dal prof. Conte): «Stiamo sottoponendo a studio un protocollo per l’uso di resina a scambio ionico», la colestiramina, perché nell’intestino può ridurre l’assorbimento di Pfas. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ilnuovo report: 25mila esamieffettuati
LaRegione:scopertifinora oltre500casipatologici VENEZIA
Pfas:sono disponibili gliesiti degliesamidilaboratorioper 25milae228 persone residentiin“zonarossa” che hannorisposto allachiamata dellaRegioneperquello cheè uno“screening” imponente.Lo haresonotola Regionestessa divulgandoproprioieri, in concomitanzacon la tornata dell’AccademiaOlimpica, il nuovobollettino del“Pianodi sorveglianzasanitaria sulla popolazioneespostaa Pfas”.I datisono aggiornatial 5marzo: laRegionehainvitato a oggi 47 milapersone,cioè piùdel 50% dellepersone dei30 Comuniin zonarossa (10 vicentini) che intendesottoporrea screening: diquestehannorisposto esi sonosottoposti agliesami il 61,7%. Comedetto,gli esami orasonocompleti per 25mila persone.«Sono 4-precisa la Regione-i compostirinvenuti inpiùdel50% della popolazionemonitorata:Pfoa, Pfos,Pfhxs ePfna».
IL2°LIVELLO: ESITI. Su 25 milaesamifatti, inben16.400 casi(il65%)si èpoi chiestoalle personedi passarea quelloche laRegionecon l’Ulss diVicenza (ediVerona)haallestito come il“2° livello”:esami che presentavanodatiinqualche manieraanomaliadesempio percolesterolo totale, oper indicatoridi funzionalitàdei
reni,o percreatinina, trigliceridi o albuminuria.Diquesti, il 26% è statoindirizzatoa un ambulatorio cardiologico,il 17%invece a uno internisticoeal 22% èstato chiestodisottoporsia entrambe levisite. I risultati?Per oraci sono soloper i Comuni“rossi” vicentinie padovani,dove sonostate fatte 4200visite (percui il40% dei sottopostial “2°livello” haavuto unresponso).Ebbene, negli ambulatoricardiologici inottocasisu 10la personaèstata “dimessa”, peril 17% deicasisi sono stabiliti altriesami enuova visita,per l’1,4%dei soggettisi èpassatia curespecialistiche. Trachi invece èstatoindirizzatoagli ambulatori internistici,uncaso sudueèstato “dimesso”,per il 47% invece sono statistabiliti approfondimenti e «il2,7%presiin carico».Tradotto innumeri,la Regioneindica che sonostati diagnosticatifinora «251casididislipidemia, 132casi didisturbitiroidei, 51 casidi ipertensionearteriosa, 35 casidi patologiedelsistema urinario, 25 casididiabetemellitoe17 casidi epatopatia».
CONCLUSIONI. I tecnici della Regioneconfermanoconclusioni giàindicate con altri report:le donneinetà fertile graziealle mestruazionihanno minoripicchi diPfasnelsangue rispettoai maschi,ele personecon più concentrazionenelsangue sono quellechevivono inzona rossa “A”, dovecioè èinquinatala falda acquiferadelsottosuolo (13 Comuni,dicui 8vicentini). P.E.
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 14 Aprile 2019
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Bimba picchiata dal compagno: 18 ore al Pronto soccorso Grave episodio in una scuola di Verona. Il ministro Bussetti: «Chiariremo se ci sono responsabilità»
La vicenda ● In una scuola elementare , una bimba di 9 anni sarebbe stata aggredita da un compagno di scuola che l’avrebbe sbattuta contro un armadietto per poi infierire con un calcio. Portata in ospedale è rimasta 18 ore
Da Castel d’Azzano il caso è arrivato fino sulla scrivania del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Una bambina, appena 9 anni, spinta addosso al lavandino e presa a calci da un compagno di classe della stessa età. «Faremo luce al più presto su quanto accaduto, chiariremo se ci sono responsabilità. La scuola non ammette alcuna forma di bullismo. Un forte abbraccio ai genitori della bambini», è la promessa del ministro, che alla vicenda ha dedicato un tweet ieri sera. La stessa preoccupazione è della scuola, una primaria del paese, dove è accaduto l’episodio mercoledì. Con un primo
VERONA
interrogativo a cui rispondere: si tratta di bullismo? Non si tratta di una semplice questione di etichetta: il bambino, infatti, risulta seguito da tempo per questioni comportamentali, anche da alcune strutture sanitarie. E, forse, secondo le prime ricostruzioni, quanto accaduto potrebbe essere stato più una conseguenza inattesa che un’aggressione vera e propria. L’episodio, secondo quanto ricostruito dalle maestre che non erano presenti in bagno, quando la bambina era andata a lavarsi le mani al termine della lezione, è durato pochi minuti: la bambina avrebbe sbattuto anche contro un armadio,
poi sarebbe arrivato il calcio all’altezza dei genitali. Le insegnanti hanno quindi chiamato i soccorsi, ma in un primo momento la bambina non è stata portata in ospedale, perché avrebbe detto di stare be-
Vittima Una bimba di 9 anni è finita all’ospedale (foto archivio)
ne. È stato solo il mattino successivo, quando la mamma ha notato alcuni sintomi, tra cui il sangue nelle urine, che è stata portata al Pronto soccorso, dove è stata controllata per 18 ore e poi dimessa con l’indicazione di 5 giorni di riposo. Quindi è partita la denuncia: ai carabinieri, dove è arrivato il referto medico, ma anche sui social, dove la madre ha scritto un lungo post con tanto di foto della bambina in ospedale. Con versioni che, inevitabilmente, divergono. Secondo la mamma «sono tre anni che quel bambino ha preso di mira mia figlia». Secondo le insegnanti, però,
non ci sarebbero mai stati episodi di bullismo. Il caso è stato preso in carico dagli psicologi dell’Ufficio scolastico provinciale. «Sentiremo tutti gli alunni – fa sapere Giuliana Guadagnini, responsabile del Punto d’ascolto scolastico – ma per parlare di bullismo occorre che l’atto sia volontario. Non credo che si possa parlare di questo. Talvolta ci si trova davanti a situazioni più complesse e non sempre le scuole hanno gli strumenti, come un numero adeguato di insegnanti di sostegno, per affrontarli al meglio». Davide Orsato © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pfas, screening su 25 mila abitanti Due su tre hanno valori anomali Colesteroloetrigliceridiineccesso.Preoccupanoibimbi:sonopredispostialdiabete VICENZA Lo screening sui vene-
ti con il sangue contaminato da Pfas è al «giro di boa»: circa la metà dei residenti del Vicentino, Veronese e Padovano interessati dall’analisi è infatti già stata convocata dalle Usl locali. Sono state inviate 47 mila lettere e «l’adesione è stata del 60 per cento, sono già disponibili gli esami per 25.288 di loro» fa sapere la sanità regionale. Ne vien fuori che sei veneti visitati su dieci, in aggiunta a livelli di Pfas elevati, hanno ulteriori complicazioni come colesterolo in eccesso o pressione arteriosa troppo alta. E sono stati invitati, o lo saranno, a fare un secondo livello di verifiche. L’analisi si è poi estesa a 272 bambini di 10 e 11 anni dell’ «area rossa», con un dato significativo: ben l’11 per cento di loro ha un livello di colesterolo totale fuori norma. «Per quanto riguarda lo screening nel Vicentino e nell’Alta Padovana siamo a buon punto: il primo livello di verifica verrà ultimato per metà 2020 e il secondo livello entro la fine dell’anno prossimo». Il responsabile dell’indagine sanitaria per l’Usl 8 vicentina, Giampaolo Stopazzolo, ne ha parlato ieri diffondendo i dati di questa parte del territorio interessato dalla contaminazione in un convegno a Vicenza organizzato dall’Accademia olimpica e dall’Ordine vicentino dei medici. Nel complesso delle tre province sono circa centomila i residenti interessati dallo screening iniziato nel 2017. I dati disponibili per gli oltre 25 mila che hanno aderito alle analisi mostrano, anzitutto, che l’inquinamento è nel sangue di ognuno: i due composti Pfoa e Pfos, considerati fra i più nocivi, sono presenti in quantità maggiore della soglia di 0,5 nanogrammi per millilitro di sangue in quote di popolazione superiori al 99,7 per cento. La media, nei 21 comuni dove la falda è più inquinata, è di 51,9 nanogrammi per il Pfoa e 4,3 per il Pfos, ma in qualche residente sono stati riscontrati livelli altissimi: fino a 1.400 nanogrammi per il Pfoa, 142 per il Pfos. Buona parte dei residenti visitati mostra uno o più ulteriori problemi di salute: in
testa c’è il colesterolo totale fuori norma (31,18 per cento dei visitati), seguito da problematiche renali (l’indice «eGfr», nel 19 per cento dei partecipanti allo screening), poi da trigliceridi in eccesso (11,3 per cento). A tutti loro – 16.400 veneti, finora – la sanità regionale ha spedito gli inviti per il secondo livello di screening, ulteriori esami gratuiti. Nelle scorse settimane è poi partita un’analisi rivolta
alla componente femminile, ecografie tiroidee su donne della «zona rossa» fra i 21 e i 30 anni: «Le pazienti interessate saranno circa duemila fra le tre province, contiamo di chiudere anche queste analisi entro l’anno», osserva Stopazzolo. E iniziano ad esserci dati per un’altra fascia estremamente sensibile, i bimbi fra i 10 e gli 11 anni. «Il numero di soggetti con referti di laboratorio già completi è ancora relativo», avvertono dalla Re-
Inquinanti Sono centomila gli abitanti della «zona rossa» interessati agli screening istituiti dalla Regione Veneto
gione: in effetti sono appena 272 i bimbi che hanno fatto i test (ha aderito il 68 per cento di quelli contattati). Pure per loro però vale la regola dei Pfas nel sangue elevati (medie superiori ai 25 nanogrammi per millilitro di Pfoa) come pure delle complicazioni aggiuntive: l’11 per cento ha già un livello di colesterolo eccessivo, inoltre c’è un 8 per cento con eccesso di albuminuria (indicatore precoce di possibili disturbi diabetici). «È troppo presto per trarre conclusioni – avverte Stopazzolo – potremo iniziare a capire eventuali collegamenti fra patologie e Pfas solo a conclusione dello screening». Nel frattempo, il comitato «Mamme No Pfas» delle tre province contaminate ieri ha inviato una lettera alla Conferenza Stato Regioni: «Scriviamo su suggerimento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa – riporta il coordinamento di genitori – chiediamo un tavolo di confronto, vanno fissati limiti nazionali pari a zero per tutte le sostanze Pfas». Andrea Alba
L’organismo della sanità regionale fa il suo primo bilancio
Sede La sede padovana di Azienda Zero
migliorando e omogeneizzando, la qualità dei servizi». Si tratta, complessivamente, di ventitrè gare centralizzate aggiudicate a cui si aggiungono ventidue gare centralizzate bandite. L’altro capitolo, poi, è quello riferito all’anno in corso.
● Lo screening sui veneti che vivono nell’area dei Pfas è al «giro di boa»: circa la metà dei residenti di Vicentino, Veronese e Padovano interessati dall’analisi è infatti già stata convocata dalle Usl locali. ● Sono state inviate 47 mila lettere e l’adesione è stata del 60%, sono già disponibili gli esami per 25.288 residenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Azienda Zero virtuosa sui bandi Nel 2018 risparmiati 135 milioni VENEZIA L’Azienda Zero traccia i risparmi ottenuti con la centralizzazione delle gare in sanità. Risultato: 135,6 milioni di euro pubblici risparmiati, un undici percento in meno rispetto a quando le gare d’appalto sanitarie venivano espletate dalla singole aziende ospedaliere realizzando, così, uno degli obiettivi dichiarati alla nascita dell’organismo unico per la sanità regionale. In una nota, l’Azienda Zero spiega: «Una razionalizzazione dei costi che ha permesso di risparmiare in un solo anno 135.608.558 euro rispetto al costo storico, ovvero al costo in essere nelle diverse Aziende, mantenendo, anzi
La vicenda
Per il 2019, spiegano dall’Azienda Zero, «le prospettive, vista la mole di gare in programmazione, sono ancora più rosee. Per l’anno in corso Azienda Zero con propria delibera, presentata al Comitato dei Direttori Generali ha formalizzato - scrive l’organismo regionale - la progettualità delle gare da espletare nel corso del 2019 suddivise per area merceologica. Le gare centralizzate già bandite al 10 aprile del 2019 sono 26, mentre quelle centralizzate in programmazione sono 93». Una selva di bandi di ogni genere tra cui spicca la gara monstre per «la gestione e tecnologia integrata degli impianti delle Aziende Sani-
tarie della Regione». Si parla di un valore a gara di 1,5 miliardi di euro. E proprio in nome della rilevante consistenza economica della gara che dovrebbe rivoluzionare l’apparato tecnologico della sanità veneta, gli atti di avvio della procedura sono già stati ultimati e trasmessi all’Anac, l’Agenzia Nazionale Anticorruzione «in virtù - spiega Azienda Zero del sottoscritto protocollo di vigilanza collaborativa». Per il 2018, invece, le principali gare aggiudicate sono state: il servizio assicurativo per la copertura del rischio responsabilità civile verso terzi e verso operatori per tutte le Aziende Sanitarie, il servizio ristorazione (per i lotti aggiudicati), servizio di vigilanza e guardiania per tutte le Aziende Sanitarie, la fornitura di farmaci, angiografi, pacemakers, defibrillatori e valvole cardiache. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’editoriale
Se il nemico è l’antibiotico
I
SEGUE DALLA PRIMA
n Campania, Puglia e Calabria invece ne è maggiore l’utilizzo, anche se è vero che ovunque il consumo è comunque in calo. Non basta: l’antibiotico un farmaco importante dalla storia preziosa - esige una cultura della salute che sappia evitare il fai da te facilone che troppo spesso accompagna i nostri consumi di medicinali. Tuttavia c’è una seconda strada «invisibile» che l’antibiotico segue per entrare dentro di noi. È la strada dei consumi alimentari delle carni, una realtà che ci interessa in modo particolare dato che in Italia il 70 per cento degli antibiotici è destinato alla zootecnia ed il Veneto è la prima regione per produzione di bovini da carne. Consola il fatto che in Veneto esistono norme stringenti e tracciabilità dei prodotti e che sempre più si diffondono allevamenti e consumi «antibiotic free». Il problema potrà venire dall’estero, vista ad esempio la produzione record di antibiotici per le carni cinesi (ma anche per gamberi e pesci). In ogni caso il discorso degli antibiotici dimostra come la salute longeva sia un fatto complesso, da tutelare e non da dare mai per scontata. Nell’armadietto di casa dove teniamo i medicinali l’antibiotico si presenta con il doppio volto dell’alleato e del nemico della nostra salute. Anche se, in Veneto, i numeri dei consumi appaiono ragionevoli, se non confortanti. Vittorio Filippi
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III
Primo Piano
I RESTAURI VENEZIA Perché lo Stato non estende l’art bonus almeno alle chiese più importanti d’Italia? Se lo chiedono tutti, visto che il beneficio fiscale del 65% in tre anni è destinato solo ai privati che contribuiscono al restauro di beni pubblici. Ma le cosiddette “fabbricerie” (o procuratorie, o opere) che custodiscono i maggiori tesori ecclesiastici del paese non sono enti pubblici, anche se la maggior parte dei loro amministratori sono nominati dal ministero dell’Interno.
Domenica 14 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Restauri, si allarga il fronte per l’Art Bonus alla basilica A palazzo Ducale il convegno dedicato al futuro `La soprintendente Carpani: «Il beneficio fiscale di San Marco e alle esigenze di conservazione non sia limitato ai solo beni degli enti pubblici» `
In queste parole, il procuratore di San Marco Pier Paolo campostrini ha letto un impegno del Governo a inserire le “fabbricerie” tra i beneficiari dell’Art bonus dal prossimo anno.
CITTÀ RESILIENTE
AGEVOLAZIONI Questa situazione deve finire. Lo ha detto, con un groppo in gola, il Primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin in apertura del convegno dedicato alla Basilica di San Marco in occasione della monumentale opera sulla sua conservazione di cui si parla qui sotto. Ma Tesserin non è solo, perché il fronte pro Art bonus si sta allargando, malgrado lo scorso dicembre un emendamento in questo senso alla manovra finanziaria fosse stato bocciato in Parlamento. A spendersi per l’Art bonus almeno alle gestioni delle chiese più impegnative (San Marco a Venezia, il Duomo e Santa Croce a Firenze, il duomo di Siena e quello di Orvieto, tanto per citarne alcune) è stata anche la soprintendente Emanuela Carpani: «Non credo che l’estensione dei benefici
IL CONVEGNO Il pubblico che ha partecipato alla giornata di studio e, nei tondi, il proto Mario Piana (in alto) e Carlo Alberto Tesserin dell’Art bonus a 25 fabbricerie incida molto sul bilancio dello Stato. Bisogna chiedere alle forze politiche che l’Art bonus non sia più limitato ai soli beni di proprietà di enti pubblici».
LA PROMESSA Il fatto che il beneficio non pos-
IL SOTTOSEGRETARIO ZOCCANO: «NON È POSSIBILE LASCIARE L’ONERE AI SOLI VENEZIANI IL GOVERNO CI SARÀ»
L’opera, l’approfondimento
sa attualmente essere applicato alle chiese ha lasciato sbalordito anche il giornalista e conduttore Bruno Vespa, che ieri ha fatto da moderatore al dibattito. Parole che fanno ben sperare sono state quelle del Sottosegretario di Stato per la famiglia e la disabilità Vincenzo Zoccano: «Non
possiamo più aspettare, la politica non può più dividersi su queste cose - ha detto - il Governo vuole essere vicino ai veneziani e ho già attenzionato il presidente del Consiglio Conte e i ministri competenti, perché non è più possibile lasciare questo onere solo ai veneziani».
Al convegno sono intervenuti poi il patriarca Francesco Moraglia, il sindaco Luigi Brugnaro, il vice presidente della Regione Gianluca Forcolin, il presidente dell’Associazione Fabbricerie Italiane, Pierfrancesco Pacini, monsignor Antonio Meneguolo, già arcidiacono del Capitolo della Basilica di San Marco e del bizantinista dell’Università di Colonia, Peter Schreiner. «La basilica di San Marco – ha constatato Brugnaro – è l’esempio più grande della resilienza di questa città. Sono contento che si parli della Basilica proprio qui, a Palazzo Ducale, perché, storicamente, questo è il luogo dell’unione tra il potere laico e il potere religioso della città. Ma parlare della Basilica oggi per me è anche parlare della contemporaneità e dei continui lavori che vengono eseguiti per garantire la sua conservazione. La Basilica - conclude, cavalcando un tema a lui molto caro - è uno stimolo per raccontare che Venezia è viva e che vuole farcela, che difende il suo passato e garantisce il futuro ai giovani». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Con il contributo di
Il 18 aprile in libreria i tre volumi di Ettore Vio VENEZIA Sarà in libreria dal 18 aprile “La Basilica di Venezia - Arte storia conservazione” (il cofanetto è edito da Marsilio), il racconto di trent’anni di storia, restauri e rilievi attraverso le voci di oltre 60 esperti che hanno studiato la basilica e coordinati da Ettore Vio. Saggi rigorosi e gradevoli alla lettura, scritti dai massimi studiosi della basilica con uno stile chiaro e comprensibile, ma ineccepibile dal punto di vista storico e scientifico , grande cura editoriale, sono gli elementi che rendono l’opera adatta a un vasto pubblico e non solo agli
studiosi. Le splendide fotografie a piena pagina a colori e in bianco e nero contenute nei volumi offrono la possibilità per il lettore di inoltrarsi negli angoli più segreti della basilica. I risultati dei rilievi e dei restauri propongono nuove interpretazioni e nuovi studi su l la storia della basilica e sui capolavori da sempre sotto gli occhi di tutti, ma di cui poco si sapeva. Il volume contiene inoltre 42 tavole quadruple allegate separatamente che mostrano il rilievo fotogrammetrico tridimensionale degli interni del monumento, la ricostruzione grafica delle
Brugnaro: «Radio Radicale è un esempio di libertà» L’APPELLO VENEZIA (m.gasp.) «Questa radio
è un esempio di quella libertà occidentale che fa della nostra democrazia una delle più alte. Certe battaglie dei radicali non le ho condivise, ma difendo la loro possibilità di dare voce a tutti». Il sindaco Brugnaro ieri, a Palazzo Ducale, ha espresso così il suo sostegno a Radio Radicale, nata nel ‘76, prima radio nazionale ad aver avuto un sito internet dal quale seguire in diretta le sedute di Montecitorio, del Parlamento europeo oltre che i più importanti processi nazionali. Materiale reso integralmente, senza censure. Dopo vent’anni di attività è iniziato un finanzia-
DUCALE Brugnaro e Moraglia
mento da parte dello Stato che il governo giallo-verde ora vorrebbe dimezzare. «Il prossimo 20 maggio – afferma il direttore, Alessio Falconio – scadrà la convenzione: se non ci saranno no-
pareti mosaicate, la sinossi dei mosaici della basilica . Ettore Vio (1935) per oltre trent’anni (dal 1981 al 2016) è stato proto di San Marco, l’architetto responsabile della conservazione della basilica. Dal 1985 al 1991 è stato presidente del Consiglio dell’ordine degli architetti della provincia di Venezia. Nel 1991 ha ricevuto il premio internazionale “Torta” per il restauro della Basilica. Ha pubblicato numerosi volumi dedicata a vari aspetti di San Marco, che conosce come le sue tasche. Sotto la sua gestione sono state restaurate le facciate, i cavalli e la cripta.
vità, la vicenda di Radio Radicale rischia di volgere al termine. Ci sono infatti dei costi pubblici da mantenere. Alle istituzioni dico: senza di noi il Parlamento avrebbe meno voce». «Si tratta – dice Brugnaro – di uno dei più grandi archivi di storia contemporanea, accessibile a tutti. Sono qui per testimoniare la mia indignazione sulla sua possibile chiusura. Spero che la Rai accolga l’appello e firmi qualche convenzione ulteriore». Dello stesso parere, il giornalista Bruno Vespa. «Il servizio pubblico non vuol dire essere pubblici per forza. Questa radio è l’esempio di persone il cui impegno va al di là della professione, in quanto credono nel valore sociale», le parole di Brugnaro che ha lanciato la proposta di aprire, a riguardo, una discussione in Consiglio comunale per sentire il parere delle altre forze politiche, coinvolgendo anche altri sindaci.
CONVEGNO AUTORIPARAZIONE ingresso libero
martedì 16 aprile 2019 ore 19,00 Noventa di Piave (VE) – Base Hotel via Rialto 8 (uscita A4 San Donà di Piave/Noventa di Piave)
Advance Driver Assistance System (ADAS) è un processo elettronico di assistenza alla guida che interviene per prevenire errori che spesso portano a pericoli ed incidenti. E’ una caratteristica per così dire oramai “obbligatoria” per i veicoli, con altissime prestazioni, tali da poter dire che “l’auto è intelligente”. Questa rilevante introduzione tecnologica impone agli operatori dell’autoriparazione ulteriori interventi aggiuntivi di regolazione ed una nuova accresciuta professionalità. Contemporaneamente l’auto diventa sempre più green e rispettosa dell’ambiente: l’elettrico non è più una visione futura, ma una realtà che si afferma sempre più rivoluzionando la moderna mobilità e gli interventi riparativi sui veicoli. Il convegno odierno, caro collega, ti aiuterà ad approcciare con cognizione di causa queste due importanti evoluzioni del mercato per una concreta ricaduta operativa nella tua officina. Ti aspetto!
Saluti:
Salvatore Mazzocca presidente Confartigianato Città Metropolitana di Venezia
Introduzione:
Alessandro Marin Presidente Federazione Autoriparazione Confartigianato Città Metropolitana di Venezia
Interventi:
Luigi Minen Responsabile commerciale Texa Italia
Luca Puppa e Marko Metlika Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Comando provinciale di Venezia
Alessandro Marin Presidente Federazione Autoriparazione Confartigianato Città Metropolitana di Venezia
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia Via Lombardi 19 - Marcon (VE) - tel. 041 4564511 – segreteria@upavenezia.it
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Conclusioni Segue buffet
CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
DOMENICA 14 APRILE 2019 IL MATTINO
camposampiero al voto
Sindaco, riaperti tutti i giochi caccia ai duemila voti di Zanon Il ritiro dell’ex primo cittadino ha spiazzato la Lega che ora sta correndo ai ripari Il centrodestra può scegliere il candidato tra Prevedello, Gumiero e Dittadi
Francesco Zuanon CAMPOSAMPIERO. «La Lega a
Camposampiero c’è, conta e vuole cambiare questa città che merita di più». Ivan Pontarollo, segretario locale del Carroccio, nell’inaugurare la nuova sede della Lega in via Trento e Trieste, nei locali dell’ex negozio “Le spose di Chiara” di Paolo Andretta, ha aperto, di fatto, la campagna elettorale.
Il nuovo panorama spinge Fi a rivedere la possibile alleanza con la Maccarrone
«L’IMPREVISTO»
«In politica, gli imprevisti succedono ma siamo pronti; stiamo preparando una squadra di persone valide e competenti e la prossima settimana presenteremo il nostro candidato sindaco che chiederà la fiducia dei cittadini per dare una svolta a Camposampiero». L’ “imprevisto”, a cui ha fatto riferimento Pontarollo, è il ritiro, davvero imprevisto, della candidatura a sindaco di Domenico Zanon. Una scelta,
Domenico Zanon
che segna la fine dell’esperienza politica dell’avvocato socialista prima e civico poi, durata oltre trent’anni. «Oggi, di fronte ad una nuova sfida, l’ennesima, sento il dovere di fare un passo indietro e credetemi, non è facile. È stata una decisione sofferta, meditata e dolorosa ma è l’ennesimo atto di
santa giustina in colle al voto
In pista c’è un bancario Giacomazzi ricompatta i gruppi di centrodestra SANTA GIUSTINA IN COLLE. Il
centrodestra si ricompatta e affida a Moreno Giacomazzi il compito di sfidare la giunta uscente alle elezioni amministrative di Maggio. Ecco il suo identikit: 47 anni, bancario dal 2008 dopo aver mosso i primi passi lavorativi nel settore finanziario da libero professionista, sposato, due figli studenti. Ieri la presentazione della sua candidatura. Giacomazzi ha subito precisato di risiedere a Camposampiero, ma
Moreno Giacomazzi
galliera veneta al voto
Il fronte progressista punta su Cristina Trento GALLIERA VENETA. Candida-
tura “rosa” per il fronte civico e progressista di Galliera, a scendere in campo è Cristina Trento, 52 anni, operatore socio sanitario all’ospedale di Cittadella. Guiderà la lista “GallierAttiva”, nel segno del cambiamento rispetto. Sposata con Valter, un figlio, a Galliera dal ‘96, Trento si è fatta strada con grande tenacia: «Ho iniziato a lavorare a 14 anni come operaia metalmeccanica in un’a-
amici leghisti nella loro nuova sede, la partita della Juventus in tv e l’aperitivo pre-serale da Macola, senza la consueta “conferenza stampa” politico-sportiva con i suoi fedelissimi. Domenico Zanon, un uomo «finalmente libero», secondo alcuni a lui più vicini, non se l’è sentita fisicamente di affrontare altri cinquanta giorni di campagna elettorale e cinque anni di battaglie politiche, preferendo un ritiro a vita privata, che ora però apre nuovi scenari e scatena il toto-sindaco. Chi affronterà adesso Katia Maccarrone, sindaca uscente, pronta ad un secondo mandato? E dove fini-
Cristina Trento
Andrea Gumiero
amore per la mia città, nel momento in cui non posso disporre di tutte le energie che la sfida richiederebbe» – ha spiegato Zanon in primis alla sua civica, alla Lega che l’aveva sostenuto ed ai tantissimi amici: «È giusto ed è il momento che io mi dedichi interamente alla mia famiglia ed al lavoro. Rin-
Sonia Dittadi
grazio tutti coloro, indistintamente, che hanno creduto in me e mi hanno sostenuto in questi anni ed anche gli avversari leali», ha concluso, l’ex sindaco che ieri si è concesso il primo sabato senza politica, dai lontani anni Ottanta: una passeggiata in centro con la moglie Ornella, il saluto agli
di essere nativo di Santa Giustina, dove vive la sua famiglia di origine e dove i suoi figli frequentano le scuole. Nel tempo libero, come volontario, partecipa alle iniziative dell’associazione “Le Contrade” e del comitato “Cao del Mondo”. Il suo slogan è “Uno di voi”.«La nostra sarà una civica di centro destra con nessun simbolo politico ma è chiaro che sono il candidato della Lega, partito a cui sono iscritto, e di Forza Italia e ho l’appoggio di Udc e Fdi» ha spiegato Giacomazzi, che potrà contare su quattro consiglieri di maggioranza e su due di minoranza. Tra i big che lo sostengono: Vittorio Casarin, Federico Zanchin, il coordinatore forzista Adriano Cagnin, il capogruppo Giulio Centenaro. — Giusy Andreoli
Borgoricco al voto
zienda di San Giorgio in Bosco, mio paese natale. Ho fatto poi la pasticcera, la commessa, la barista. Nel frattempo studiavo alle serali per diplomarmi». Nel 2010 il concorso e poi l’ingresso all’Ulss. «I cittadini vogliono il cambiamento», spiega la candidata, “GallierAttiva è formata da tante persone nuove e appassionate, preparate e serie. Vogliamo che Galliera sia un Comune vivo e inclusivo, per giovani e anziani, che faccia crescere la collaborazione, senza lasciare indietro nessuno». Un’esperienza che godrà del sostegno degli amministratori del centrosinistra più volte alla guida del municipio. — Silvia Bergamin
Fontaniva al voto
ranno i 2017 voti ottenuti nel 2014 dallo stesso Zanon con la sua civica? «Non abbiamo paura ad assumerci le responsabilità; ascolteremo la gente e ci presenteremo convinti di poter vincere» si caricano i leghisti. Sui nomi però, ancora tutto top-secret. Quello di Giorgio Prevedello, 55 anni, direttore della struttura per anziani di Cittadella, avvistato all’inaugurazione della nuova sede, era circolato nelle ultime settimane come quello di Sonia Dittadi, l’alter ego politico di Roberto Marcato, leghista della prima ora, attivista convinta in tante iniziative del Carroccio ed ex asses-
Centinaio lancia Stefani «I cittadini saranno i tuoi datori di lavoro» BORGORICCO. Il ministro delle
Politiche Agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio ieri ha fatto tappa a Borgoricco per sostenere la candidatura a sindaco del deputato della Lega nonché consigliere comunale di minoranza Alberto Stefani. «Vi invito a dare fiducia al nostro candidato per il semplice motivo che fare il sindaco della Lega è una cosa diversa da quello di un altro partito» ha detto Centinaio «fare il sindaco della Lega vuol dire stare h 24 sul ter-
Stefani con il ministro Centinaio
Mezzasalma ci riprova e sfida Igor Rodeghiero FONTANIVA. Ci mette il cuore,
Marcello Mezzasalma, e prova a riprendersi la fascia tricolore del Comune di Fontaniva che ha già guidato dal 2004 al 2014. Dirigente amministrativo all’Ulss 7, 46 anni, due figli, sfida il candidato leghista Igor Rodeghiero con la civica “SiAmo Fontaniva”. Una sfida lanciata venerdì sera, con un gruppo di sostenitori, l’artigiano Mario Spiga ed il sindaco di Grantorto Luciano Gavin. Vicesin-
Marcello Mezzasalma
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sore comunale alle Politiche sociali, che potrebbe essere la protagonista di una sfida tutta al femminile: «Stiamo facendo varie valutazioni» smorza Dittadi che, in ogni caso, punta a rientrare in consiglio comunale dopo cinque anni di assenza. FORZA ITALIA CI RIPENSA
Tutta da decifrare, al momento, la posizione del restante centrodestra che, di fronte alla candidatura di Domenico Zanon, aveva opposto un secco “no”, rivolgendosi convintamente al gruppo di Katia Maccarrone, per sostenerne la candidatura. Da promessi sposi ad avversari, la retromarcia sarebbe clamorosa ma tutto è possibile. «Stiamo ragionando anche con gli amici di Forza Italia che non vedo come potrebbero votare una sindaca del Pd» precisa Ivan Pontarollo, mentre l’uomo forte degli azzurri a Camposampiero e Rustega, Andrea Gumiero, era anch’egli presente all’inaugurazione leghista. Ingegnere, libero professionista, 46 anni, tre figli, ex vicesindaco ed assessore, Gumiero nelle scorse settimane, sull’ipotesi di una sua candidatura, si era dichiarato «fuori dai giochi e non direttamente coinvolto» anche perché «molto impegnato tra famiglia e professione». Ma l’uscita di scena di Domenico Zanon ha sicuramente scombinato i piani di tutti e potrebbe riservare sorprese. A svelarle, sarà Ivan Pontarollo nei prossimi giorni, con l’annuncio del candidato sindaco o sindaca. —
ritorio e se adesso sei bello, sei un virgulto – lo ha avvisato scherzosamente ricordando che era stato vicesindaco di Pavia – voglio vedere, se farai il sindaco, come sarai a fine mandato. Fare il sindaco della Lega vuol dire rispondere ai cittadini. Il sindaco della Lega non se la tira, non pensa di essere arrivato nel momento in cui indossa la fascia tricolore perché capisce che i cittadini sono i nostri datori di lavoro e questa è una cosa fondamentale. Massimo rispetto per i cittadini e quindi, partendo da questo presupposto, l’impegno deve essere a 360 gradi. E aggiungo una cosa: non giro il Veneto per partecipare ma per vincere, per me De Coubertin è uno sfigato». Stefani si è detto onorato della presenza del ministro. — G.A.
daco ad inizio della legislatura che va verso l’epilogo, uscito “per divergenze”, l’urgenza di Mezzasalma è quella di innescare un «cambiamento positivo». Nel segno di alcuni punti programmatici, a partire dal “no” alla bretella ovest alternativa alla Valsugana. E poi: «Benessere sociale, piste ciclabili, riqualificazione dell’area Brenta Viva, creazione del mercato domenicale, potenziamento della sicurezza, nuova sede per farmacia ed erboristeria comunale, nuovo ruolo della Fiera». Attenzione alla salute, con «monitoraggio di acqua e aria e più aree verdi». E poi uno sguardo all’Europa, con «un nuovo ufficio per attingere fondi». — S.B.
VENETO ECONOMIA
DOMENICA 14 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
il riassetto al vertice
Vtp, Mion lascia la guida Spagna verso la presidenza Il manager ex Edizione Holding domani presenterà le dimissioni agli azionisti L’assise dovrebbe poi ratificare la nomina del numero uno di Veneto Sviluppo
Roberta Paolini PADOVA. Fabrizio Spagna sarà il successore di Gianni Mion. Il nome del presidente di Veneto Sviluppo verrà portato domani in assemblea di Vtp per essere ratificato dalla compagine dei soci. Ma sulla sua designazione come presidente la convergenza pare essere totale. E questo, dopo anni in cui non poche tensioni si sono consumate nel Venezia Terminal Passeggeri, è un primo elemento di importanza. Ma ce ne sono altri. Durate l’incontro di presentazione dell’attività di Veneto Sviluppo, avvenuto in Regione qualche settimana fa, presenti il Governatore Luca Zaia e Spagna, era stato rimarcato che Vtp è una partecipazione strategica. Talmente strategica, viene da aggiungere, che Zaia ha chiesto a Spagna di “sdoppiarsi” indossando sia i panni del presidente di Veneto Sviluppo (scadrà fra poco, ma la sua confer-
la cgia contro la p.a.
Gianni Mion, a sinistra, presenterà le dimissioni dalla presidenza di Vtp. A destra Fabrizio Spagna
ma è certa) che della sua maggiore controllata (tramite il piano intermedio Apvs la finanziaria regionale tiene indirettamente il 27,03% del capitale). L’indicazione di Spagna è avvenuta nel cda di giovedì di Veneto Sviluppo, ma su di
lui era già arrivato il nulla osta preventivo di tutti gli altri soci di Vtp, oltre alla Regione, gli armatori (soci in Apvs e in Finpax che tiene il 22,18%), Enrico Marchi che con Save tiene oltre un quarto del capitale (22,18%) ed infine ha ricevu-
to la benedizione anche del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che si dice in futuro possa entrare nella compagine azionaria. Uno dei compiti di Spagna sarà quello di riportare armonia sia all’interno dell’aziona-
riato, che all’esterno, con il governo. Con entrambi i fronti il manager ex Edizione holding aveva, infatti, intrattenuto rapporti un po’ tesi. Mion, probabilmente prostrato dalla situazione, aveva manifestato in diverse circostanze la volontà di ridurre il numero dei suoi incarichi, e aveva annunciato tempo fa la volontà di dimettersi da Vtp. Trovare una personalità in grado di prenderne il posto non era un’opera semplice. La soluzione Spagna è stata ritenuta la migliore per diverse ragioni: sia per le qualità che il manager e la sua squadra hanno dimostrato nella gestione della finanziaria regionale, sia per il fatto che Vtp aveva la necessità di un presidente con solide doti di mediatore. Qualità che vanno riconosciute a Spagna. Venezia Terminal Passeggeri S.p.A è stata fondata nel 1997 dall’Autorità Portuale di Venezia. La società gestisce: 10 terminal multifunzionali, 1 deposito per provviste di bordo, 6 parcheggi e 7 banchine nelle aree di Marittima, San Basilio e Riva dei Sette Martiri, fornendo servizi a tutte le navi (crociere, aliscafi, catamarani), che approdano presso lo scalo lagunare. Grazie agli investimenti (oltre 70 milioni di euro), effettuati dalla Società tra il 1997 e il 2018, il Porto di Venezia ha accolto oltre 31 milioni di passeggeri, ponendosi in una posizione di rilievo tra i migliori porti crocieristici. Nel 2017 (ultimi dati disponibili) i ricavi sono stati a 33,6 milioni di euro.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la compagnia di assicurazioni veronese
«Non incassa i fondi Ue e non paga i fornitori» VENEZIA. L’inefficienza della nostra Pubblica Amministrazione nei confronti dei fondi europei ammonta a 22,3 miliardi di euro. È quanto ha denunciato nei giorni scorsi la Corte dei Conti Europea a causa dei ritardi che i nostri uffici ministeriali e regionali hanno accumulato in questi anni nella fase di pianificazione/progettazione dei Fondi strutturali di nostra competenza. A questo la Cgia di Mestre aggiunge: «La nostra Pa ha uno stock di debito con i propri fornitori di 57 miliardi di euro, 30 dei quali ascrivibili a ritardi superiori ai tempi di pagamento stabiliti per contratto». «Sia quando è chiamata a incassare i soldi da Bruxelles sia quando deve saldare le fatture emesse dai propri fornitori – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – la nostra Pa accumula dei ritardi spaventosi che penalizzano il mondo delle piccole e medie imprese. In entrambi i casi, comunque, nessuno in Europa registra degli score peggiori dei nostri. Una leadership che non ci fa onore e che ci relega nelle ultimissime posizioni in Ue, anche quando viene misurata la qualità/quantità dei servizi pubblici erogati ai cittadini e alle imprese».
Alberto Minali e Paolo Bedoni, ad e presidente di Cattolica Assicurazioni
Assemblea di Cattolica via libera “bulgaro” dei soci al cda di Bedoni e Minali L’assise degli azionisti dà l’ok al nuovo consiglio e al bilancio, anche gli uomini di Buffett votano a favore Dividendo in crescita del 14,3% VERONA. La polizza di Cattolica assicurazioni si chiama Alberto Minali. Il ceo della compagnia scaligera è la garanzia principale di cui gode l’unico gruppo finanziario cooperativo rimasto a Piazza Affari.
Un’anomalia che non smette di far alzare più di qualche sopracciglio. Come non cessano le polemiche sul tema della governance. Innescate anche dalla presentazione della lista alternativa, poi ritiratasi, Cattolica al centro. E nonostante la votazione con percentuali bulgare con cui il cda con Paolo Bedoni presidente (Minali ad)sia stata accolta dai soci. C’è da dire che la compagnia sforzi ne abbia fatti, per esempio con la
drastica riduzione del numero di membri del consiglio, passato da 23 a 17 membri e guardando le candidature ha rinnovato oltre la metà del board. I però, tuttavia, restano tutti sospesi. Sebbene Bedoni abbia rivendicato l’adozione del sistema monistico, l’apertura del capitale e la volontà di dare più «spazio possibile alla base sociale». Minali è lo scoglio su cui ogni argomentazione contro Cattolica finora si è infran-
ta. La sua visione del business è garanzia anche per il socio, pesantissimo, che risponde al nome di Warren Buffett. «Il gruppo Berkshire Hathaway era presente in assemblea con un rappresentante legale che ha votato a favore di tutti i punti all’ordine del giorno» ha detto il ceo. «La loro presenza resta stabile al 9,05%», aggiungendo che «Buffett è un investitore molto attento alla remunerazione del capitale, ma non è un socio invasivo sulla governance. Con loro il rapporto è sempre ottimo». Il top manager, già cfo di Generali, ha spiegato vari aspetti della strategia, tra cui la necessità di elevare la redditività del Vita, «in questo momento è bassa ma stiamo smontando il portafoglio con prodotti a maggior ritorno». Ammettendo che tuttavia serviranno «degli
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nuove filiali
Civibank è in crescita e punta sul Veneto UDINE. Autonoma, indi-
pendente, solida e in crescita. Un futuro declinato per obiettivi quello per Civibank dal Cda presieduto da Michela Del Piero, che ha convinto la maggioranza dei soci che hanno detto “sì” a bilancio, relazione economica, proposta di aumento di capitale, conferma del consiglio di amministrazione - con ingresso di nuovi componenti - e piano di sviluppo. «Non è un libro dei sogni ha ribadito Del Piero - ma un quaderno di impegni che punta a innovare il domani partendo da oggi». L’obiettivo di Civibank è quello di restare «banca del territorio» e «autonoma». Nessuna aggregazione all’orizzonte, ma pianificazione di una crescita, anche territoriale, che guarda con attenzione al Veneto dove è ancora tangibile il vuoto lasciato dalle ex popolari venete. Crescita che punta, come detto, al Veneto, con l’apertura di nuove filiali (dopo Oderzo e Castelfranco Veneto saranno Padova e Vicenza le prossime mete), ma anche a Trieste. —
anni per vedere i risultati», il ramo vita, ha aggiunto «non possiamo girarlo velocemente», «faremo iniziative anche sui capitali in scadenza, per cercare di catturarli e farli reinvestire». E sempre sul ramo Vita, che anche grazie alla jv in bancassurance con il Banco sta risalendo la china nella raccolta dopo la fine dell’accordo con Bpvi, ha ammesso «stiamo spingendo sulle polizze ibride, e forse sì avremmo voluto più spinta sul ramo delle unit linked». Minali ha poi spiegato che portare il solvency II, ovvero l’indicatore di solidità della compagnia, a 172 (scenderà ancora a 171) dai 178 pre-dividendo è stata una scelta molto ponderata. Lob stacco della cedola, prevista il 22 maggio, sarà di 40 centesimi +14,3% sul 2017. «Potevamo distribuire di meno è vero, ma ho ritenuto si potesse fare, fosse stato a 150 mi sarei opposto, ma è un parametro buono. Inoltre il nostro obiettivo di remunerazione dei soci è di raggiungere i 50 centesimi nel 2020». Minali ha ribadito che «L’obiettivo 2019 sarà quello di superare i 300 milioni (292 milioni nel 2018 ndr) nel risultato operativo, le indicazioni che arrivano dalla prima parte dell'anno sono in linea con le aspettative». Mentre sulla crescita ha spiegato che non ci sono dossier sul tavolo: «Siamo pronti a crescere ma per ora non sono previste nuove acquisizioni nei piani industriali per il 2019 e il 2020». E infine sull’ipo dell’anno Nexi, che li vede soci, ha marcato: «nutriamo un forte interesse verso il settore dei pagamenti digitali, sia in termini strategici che operativi». Ma di più non si investirà per ora.— Roberta Paolini