RASSEGNA STAMPA DEL 11 APRILE 2019

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Nordest

WELFARE DAY, OGGI GIORNATA REGIONALE Previdenza complementare e assistenza sanitaria integrative: 30 incontri, 50 camper e 200 infopoint. Partecipa anche il fondo Solidarietà Veneto.

Giovedì 11 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Autonomia e sanità, Zaia: ecco la verità ` «Lo scandalo è la mobilità dei malati verso il Veneto che Il governatore alla bicamerale: «Noi curiamo tutti, il Sud invece ha scelto di abdicare al pubblico e di favorire i privati» costa 300 milioni l’anno». Ma Di Maio lo attacca: «Talebano» `

«Olimpiadi, nulla di scontato ma lavoriamo come ci fossero»

L’AUDIZIONE VENEZIA «A me spiace vedere che c’è qualcuno che insinua che i cittadini verranno curati di meno per colpa dell’autonomia: non è colpa nostra se, in qualche comunità, sanno solo fare buchi nella sanità ed esportare ammalati». Lasciato a Venezia il consueto aplomb, ieri a Roma il presidente Luca Zaia è sbottato davanti alla bicamerale sulle Questioni regionali, dov’era in audizione insieme al collega Attilio Fontana in merito al negoziato che Veneto e Lombardia (più l’Emilia Romagna) hanno in corso con il Governo. Una seduta quasi interamente dedicata al tema della salute, dopo che nella commissione per l’Attuazione del federalismo fiscale il ministro Giulia Grillo aveva appena sottolineato «l’ormai insostenibile peso della migrazione sanitaria che affligge una consistente porzione di nostri concittadini che risiedono nel Centro-Sud», schiudendo così la porta alle autonomie, «meglio se per ogni Regione». Un’apertura però stroncata in serata dal vicepremier Luigi Di Maio: «Sull’autonomia non ho capito se prevale la linea mediana di Salvini o quella di Zaia più talebana. Personalmente penso che l’autonomia va bene, ma non deve creare malati di serie A e B o alunni di serie A e B».

LA COESIONE NAZIONALE Sullo sfondo, ancora una volta, il problema della coesione nazionale. «Nelle bozze non si parla di solidarietà o di sussidiarietà – ha riconosciuto Zaia – ma non è una dimenticanza». La richiesta di autonomia differenziata, ha anzi puntualizzato il governatore, «è proprio fatta salva la solidarietà:

«C’È GENTE CHE ARRIVA PER ASSISTERE I FAMILIARI SENZA NEPPURE I SOLDI PER PAGARE L’ALBERGO. QUESTO È INACCETTABILE, NON IL FEDERALISMO»

L’INCONTRO

mento, lasciando però trapelare un timore personale: «Non voglio passare alla storia come quello che ha avuto l’opportunità e non ne ha approfittato. Ci sarà scritto: ci ha provato, non ci è riuscito, colpa degli altri però eh...». Consiglio del dem veronese Diego Zardini: «Se c’è la volontà di ottenere una buona autonomia, bisogna allentare la pressione, diminuire l’enfasi e lavorare sulle mediazioni possibili». Ottimismo dal forzista bellunese Dario Bond: «L’autonomia non è un pericolo per la stabilità nazionale, ma un grande esempio che può essere copiato da tutti». Angela Pederiva

VENEZIA Ottimismo sul fronte Olimpiadi. Mentre il sottosegretario Simone Valente, al termine dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026, ha dichiarato «siamo a buon punto affinché governo, Coni e promotori siano convinti che questa candidatura è la più forte», il governatore del Veneto Luca Zaia ha dichiarato di lavorare con lo stesso impegno che metterebbe se le avesse già portate a casa. «Non diamo assolutamente per scontato che otterremo le Olimpiadi Invernali 2026. Ci mancherebbe. Di certo stiamo lavorando con la stessa serietà e concretezza come se le avessimo già avute». Ha dichiarato il Presidente della Regione del Veneto a conclusione dell’incontro sulla candidatura di Milano-Cortina. «Niente si può dare per scontato fino al 24 giugno, quando il Cio deciderà l’assegnazione prosegue Zaia - e quando dico che lavoriamo come se fossero già vinte lo faccio per esemplificare la serietà del lavoro che stiamo portando avanti, non certo perché mi sento sicuro della vittoria». Ricorda poi come abbiano un ottimo dossier, innovativo e rispettoso dell’Agenda 2020 del Cio, «ma a maggior ragione adesso, che il Governo svedese si è espresso su Stoccolma-Are, bisogna continuare a correre, pancia bassa e pedalare fino all’ultimo minuto».

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A ROMA Il governatore Luca Zaia in commissione. Sopra Giulia Grillo e Dario Bond

noi non stiamo proponendo la secessione dei ricchi, un progetto di sublimazione dell’ingordigia e dell’avarizia del Nord, o altre boiate che sento dire». Una perentorietà nei toni che ha raggiunto il suo culmine dopo l’intervento della senatrice pentastellata Rosa Silvana Abate («Vengo dalla Calabria, regione risaputa per il dissesto sanitario, ma non posso prescindere dalle aspettative di dignità dei cittadini calabresi»). Ha concesso il leghista: «Mi metto nei panni di un calabrese, che si chiede: “Qua cosa sta succedendo? Arrivano i vichinghi dal Nord e fanno un disastro”. Però cito alcuni dati, quelli sui Comuni in dissesto finanziario: in Sicilia sono il 26,8% del totale (107 su 339), in Campania il 33% (183 su 555), in Calabria il 54% (222 su 409, uno su due, uno sfacelo). Io la cura ce l’avrei: i costi e i fabbisogni standard».

LA MOBILITÀ SANITARIA Da quelle ed altre regioni il Veneto registra una mobilità sanitaria che, secondo il valore citato da

Zaia, quest’anno vale 300 milioni di euro. «Noi curiamo volentieri tutti i cittadini, a prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dalle scelte sentimentali – ha premesso – però poi vado a vedere le prestazioni che mi arrivano dal Sud e scopro che non mi mandano i tunnel carpali, le appendiciti, le ernie inguinali, ma tutte le complicanze sulle quali, detta proprio in soldoni, non si guadagna. Perché vi dico questo? Perché poi vado in quelle regioni e scopro che quegli amministratori hanno fatto la scelta di abdicare alla sanità pubblica e sono piene di sanità privata, dove il cittadino sa che se vuole essere curato bene, deve pagare. Questo vi

deve preoccupare, non il Nord che chiede l’autonomia. È scandaloso quello che accade al Sud», ha insistito il governatore, rivolgendosi in particolare alla parlamentare calabrese Abate: «Mi perdoni se mi agito, però quando io vedo questa gente che arriva con la valigia di cartone, disperata, che non ha neanche i soldi per pagare l’albergo per assistere il proprio familiare... noi non possiamo accettare queste cose. Voi la rivoluzione la dovete fare assieme a noi senatrice, non contro di noi».

LA TRATTATIVA E IL TIMORE Detto questo, a che punto è la trattativa? Zaia ha ribadito la necessità di coinvolgere il Parla-

Stop al centro commerciale, salvo il castello del Catajo LE SENTENZE VENEZIA La vista attorno al Castello del Catajo è salva. Con due sentenze pubblicate ieri, il Tar del Veneto ha bocciato i ricorsi presentati da una società immobiliare e da un fondo americano contro il vincolo di tutela, che un anno fa era stato apposto sul complesso monumentale dei Colli Euganei. Almeno in primo grado, dunque, stop al progetto di un centro commerciale a Due Carrare, un’operazione che per la sua imponenza avrebbe coinvolto anche i Comuni termali di Battaglia e Montegrotto.

LA VICENDA Secondo quanto riassumono i giudici amministrativi, all’inter-

no di un’area di 15 ettari lungo l’autostrada A13, la società Deda puntava a realizzare una struttura coperta da 38.000 metri quadrati, lunga 300 metri lineari e alta 12 e in certi punti 15, nonché a costruire «una collina per mitigare e schermare la vista della struttura commerciale dal Castello del Catajo». La reggia sorge a circa un chilometro di distanza e, in virtù di tre vincoli di tutela diretta

IL TAR DEL VENETO BOCCIA I RICORSI DI DUE SOCIETÀ CONTRO IL VINCOLO DI TUTELA PER L’AREA SUI COLLI EUGANEI

(emessi nel 1925, nel 1930 e nel 1964), è stata dichiarata «di interesse culturale particolarmente importante». L’ulteriore vincolo di tutela, questa volta indiretta, era stato emanato dalla Soprintendenza nel 2018, aveva un’estensione di 3 chilometri quadrati e comportava l’inedificabilità dell’area prescelta per l’investimento. Per questo l’immobiliare aveva chiesto al Tar non solo l’annullamento di quella misura, ma pure un risarcimento pari a 250.000 euro per ogni mese di ritardo, 500.000 all’anno per la mancata redditività e 20 milioni in caso di abbandono dell’iniziativa da parte dell’utilizzatore o acquirente finale. A rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale era stata anche la cessionaria dei crediti ipotecari Devar Claims,

nell’interesse economico del fondo statunitense Varde.

LE MOTIVAZIONI Quest’ultimo ricorso è stato dichiarato inammissibile, mentre l’altro è stato respinto nel merito. Le motivazioni hanno accolto diversi passaggi delle ragioni sostenute sia dal ministero dei Beni Culturali che dal comitato “Lasciateci respirare” di cui fanno parte le associazioni di categoria e ambientaliste. In particolare l’esigenza «di salvaguardare l’ampio complesso di beni tutelati dal vincolo diretto (che non è costituito solo dal Castello del Catajo) rispetto alla più vasta cornice ambientale con cui tale complesso di beni costituisce un unicum inscindibile». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GIOIELLO Il complesso monumentale del Catajo a Battaglia Terme


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GIOVEDÌ 11 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

il dibattito alla bicamerale delle regioni

Zaia: «L’autonomia prima o poi si farà No alla legge quadro l’intesa alle Camere» I progetti di Veneto e Lombardia discussi in Parlamento Lite sulla sanità con il M5S e con FI sulla devolution Attilio Fontana e Luca Zaia ieri alla commissione bicamerale delle Regioni per parlare di autonomia

Albino Salmaso PADOVA. Regalata la bandiera con il leone di San Marco a Conte e Di Maio, Luca Zaia ieri ha raccontato alla Bicamerale delle Regioni il progetto di autonomia del Veneto, con la verve del leader che vuole vincere la madre di tutte le battaglie. «L’autonomia prima o poi si farà, il Parlamento va coinvolto ma senza una legge quadro per riscrivere ex novo l’articolo 116 della Costituzione: le tre intese di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna debbono approdare alle Camere ma non essere stravolte», ha detto il governatore che ha rubato la scena al collega lombardo Attilio Fontana. Identici i contenuti ma declinati con stile, passione e oratoria opposti: da Doge Serenissimo quello di Zaia, da manager della Bocconi quello di Fontana. Il “bicchiere è mezzo pieno” e poco importa se Salvini e Di Maio hanno regalato 12 miliardi alla sindaca Raggi, con cui appianare il deficit di Roma, che non è più “ladrona” come ai tempi di Bossi. Zaia parla di questione geopolitica, dal 1970 il Veneto è stritolato da Friuli e Trentino Alto Adige che godono dello statuto speciale, un gap che va colmato per evitare la fuga di 32 comuni pronti a valicare il confine. Una tesi che non convince il senatore Franco Dal Mas di Forza Italia. «Ci sono ragioni storiche alla base dei poteri speciali di Bolzano e Friuli, le nostre aziende si debbono difendere dalla Slovenia e Croazia, dove la flat tax è realtà. Non sono ammesse improvvisazioni su un tema così deli-

Stefano Bonaccini

cato o si corre il rischio di approvare un’autonomia à la carte con 18 regioni di fatto speciali e due ordinarie (Puglia e Calabria). Ci vuole una legge quadro che definisca limiti e contenuti per non entrare in conflitto con l’articolo 119 della Costituzione, che garantisce la coesione e la solidarietà

Il senatore friulano Dal Mas: c’è il rischio di creare 18 regioni a statuto speciale tra i territori». Concetto analogo a quello pronunciato dal premier Conte a Verona: salvaguardare la coesione nazionale, formula magica che tiene bloccata da due mesi nei cassetti di Palazzo Chigi le tre intese di Veneto, Lombardia ed Emilia. Finite le consultazioni dei tre governatori, la palla torna ai presidenti di Camera e Senato, chiamati a decidere l’iter legislativo e si scontrano due linee opposte. Quella di Fonta-

na, Zaia e Bonaccini è semplice: «Non ci fa paura il Parlamento, ma il contratto dell’autonomia va firmato dai presidenti della Regione e del Consiglio con la procedura rafforzata prevista per le confessioni religiose. L’iter lo ha impostato il sottosegretario Bressa e non si cambia» ha detto il governatore veneto. Al suo fianco c’è la Lega e il Pd del Nord. Sul versante opposto, a sostegno della legge quadro sull’articolo 116 della Costituzione approvata dal Parlamento, si stanno coalizzando Forza Italia, FdI, LeU e il M5S che con il presidente della Camera Roberto Fico ha ribadito che mai si «voterà a scatola chiusa l’intesa sull’autonomia differenziata». E il Pd? Sta in mezzo al guado. Sostiene l’Emilia di Bonaccini e critica Zaia ma al Sud prepara la rivolta, a fianco del M5S. Il dibattito si è infuocato quando la senatrice grillina Silvana Abate ha ricordato l’abisso che separa la Calabria dal Lombardo-Veneto: «Noi gli asili nido non li abbiamo, quindi vanno creati prima di parlare di risorse e costi standard». Zaia ha ascoltato poi ha dato fiato alle trombe: il malgoverno è colpa vostra, la Calabria ha il 54 % dei comuni in dissesto finanziario, la Campania il 32% e la Sicilia il 23%. Tutto questo con la spesa storica, a prescindere dell’autonomia del Veneto». L’ultimo affondo di Fontana: «La Lombardia versa 56 miliardi di tasse a Roma e siamo orgogliosi di tenere in piedi l’Italia. Ma non dite che siamo egoisti e vogliamo la secessione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ospedali, azienda zero smentisce la cgil

il ministro grillo

l’attacco di zardini del pd

«Salvare il ruolo del servizio sanitario nazionale»

«I profeti della secessione sono stati sconfessati Va ascoltato Mattarella» PADOVA. E il Pd? Se a parole

Giulia Grillo, ministro del M5S PADOVA. Audizione in con-

temporanea per il ministro della Sanità, Giulia Grillo, in commissione del federalismo fiscale. «Il riconoscimento di maggiore autonomia alle Regioni (alle quali si è aggiunto anche il Piemonte), è visto con interesse dal governo, ma sono in corso degli approfondimenti che vanno anche oltre l’ambito sanitario. Negli ospedali mancano i medici e va salvata l’identità del servizio sanitario nazionale, prima di arrivare ai costi standard dobbiamo riformare i criteri di accesso al numero chiuso della facoltà di Medicina: l’Europa ha contratti part time».

sostiene la proposta del governatore dell’Emilia Stefano Bonaccini, nei fatti sta piantando i paletti per fare lo sgambetto al governo gialloverde. La bordata più grossa, come sempre, l’ha sparata Matteo Renzi: «Fa sorridere il fatto che Zaia abbia vinto un referendum sull’ autonomia e il Governo a trazione leghista paghi i debiti del Comune di Roma. Questa cosa che i contribuenti veneti salvano la Raggi e pagano il reddito di cittadinanza, prima o poi dovrebbe far riflettere qualcuno da quelle parti», scrive il senatore Dem nella sua Enews. Da sempre contrario ai maggiori poteri alla Regioni, al punto da proporre un referendum per l’abolizione del Senato, Renzi si trova ora impegnato nella campagna elettorale e la linea ufficiale del Pd è stata espressa da Davide Gariglio, Diego Zardini, Daniele Manca, Luciano D’Alfonso, Daniela Sbrollini, che hanno partecipato al dibattito in commissione con Zaia e Fontana. «Chiediamo al governo di conoscere nel dettaglio lo stato dei lavori sul regionalismo differenziato. Si tratta

di un tema decisivo per il futuro del paese, ma su cui regnano incertezze e caos per i veti incrociati tra Lega e M5S. Le Camere devono essere messe al corrente dei reali contenuti del provvedimento per esercitare il proprio ruolo che prevede atti di indirizzo sul procedimento e una successiva legge di recepimento delle intese. Premesso che si sono persi diciassette anni con alcuni attori impegnati nella secessione prima e nella devolution poi, ora dobbiamo provare a lavorare per avere una buona autonomia differenziata», afferma Zardini al termine della seduta. «Perché non si faranno passi avanti escludendo il Parlamento dalla partecipazione e dalla possibilità di intervenire sui contenuti. Le bozze dell’intesa devono essere conosciute e dibattute nei dettagli. Altrimenti quella è una strada che ci porta dritti al fallimento. Al contrario, visto anche l’indirizzo del presidente della Repubblica, le Regioni condividano con i presidenti di Camera e Senato un percorso che consenta di intervenire sui contenuti». — Al. Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

irrilevante la sosta in albergo con l’auto blu

Regione: i medici veneti pagati Il giudice scagiona Mantoan 4 mila euro in più della media Archiviata l’accusa di peculato VENEZIA. I medici ospedalieri

del Veneto, sostiene la Cgil-Funzione pubblica, sono sottopagati rispetto ai colleghi del resto d’Italia: «Non è assolutamente vero», replica Azienda Zero, la governance della sanità nostrana «i dati 2017 dimostrano come le retribuzioni annue dei medici veneti sia gran lunga sopra la media nazionale: 79mila 547.64 euro contro 75 mila 241,63». «Il Veneto, per retribuzione

procapite si attesta tra le prime tre regioni, escluse quelle a statuto autonomo dove il trattamento economico è più alto come è facile immaginare», sottolinea il direttore generale dell’Area Sanità e Sociale Domenico Mantoan «e noi ci collochiamo ai primi posti anche per numero di medici a tempo indeterminato, mentre l’utilizzo del tempo determinato è decisamente marginale rispetto alle altre realtà». Un camice

bianco dipendente a tempo indeterminato che lavora in regioni vicine percepisce mediamente quasi 7mila euro in meno l’anno del Veneto: «Ciò non significa che i medici siano pagati bene», conclude Mantoan «sono senza dubbio sottopagati visti l’impegno e i carichi di lavoro. Ma questa è una questione nazionale che colpisce tutte le regioni a statuto ordinario e non è un problema ascrivibile alla Regione». —

VICENZA. Cade ogni accusa nei confronti di Domenico Mantoan, il direttore generale dell’Area sanità e sociale del Veneto. Il gip di Vicenza Massimo Gerace ha disposto l’archiviazione dell’indagine per peculato a carico del manager dell’amministrazione Zaia, accogliendo così la richiesta avanzata dalla pubblico ministero che non aveva rilevato alcun profilo illecito nei fatti contestati da una se-

gnalazione della Guardia di Finanza. La vicenda risale al 2014 e riguarda una sosta privata in albergo - lo Sheraton di Padova - per la quale Mantoan avrebbe utilizzato l’auto blu in dotazione e il conducente. Deviazione minima dal percorso, in verità, perché l’hotel sorge ad un centinaio di metri appena dal casello di Padova Est, imboccato abitualmente dal dirigente per

rientrare dalla città del Santo a Venezia, dove ha sede il suo ufficio. Tant’è, la circostanza ha indotto la Procura ad indagarlo. Un primo magistrato, Alessandro Severi, aveva aperto il fascicolo, poi trasferito al collega Parolin che ne aveva chiesto l’archiviazione, respinta però dal gip che aveva fissato una nuova udienza. Cambio di giudice e nuova, definitiva, decisione: l’indagine in archivio. —


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BELLUNO

la sentenza

Comune sconfitto al Tar la sala slot ora è autorizzata Per i giudici il regolamento di Palazzo Rosso è più restrittivo della legge regionale Il sindaco Massaro: «Chiederemo a Venezia una modifica e faremo ricorso»

Irene Aliprandi BELLUNO. La nuova grande sa-

la slot della Veneggia può continuare la sua attività. A stabilirlo è la sentenza del Tar che nei giorni scorsi si è espresso sul ricorso che vedeva contrapposti la società privata e il Comune di Belluno, che aveva negato il permesso all’apertura della nuova sala slot sulla base del regolamento approvato dal consiglio di Palazzo Rosso nel 2017. Nelle settimane scorse la società aveva già ottenuto la sospensiva da parte del Tar e aveva avviato l’attività in attesa della sentenza che le ha dato ragione. A spiegarlo è lo stesso sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che non ha intenzione di fermarsi qua. In pratica c’è un problema di allineamento tra la legge regionale e il regolamento comunale. Gli sportelli bancomat, infatti, non figurano tra i “luoghi sensibili” inseriti

bellunesi nel mondo

La nuova sala slot della Veneggia

nella legge regionale, e per questo i Comuni non possono vietare l’apertura di sale slot nelle loro vicinanze: questa, in sintesi, la motivazione della sentenza del Tar Veneto che ha consentito l’apertura della sala slot alla Veneg-

gia, nonostante il regolamento comunale. «Secondo questa sentenza», spiega il sindaco Jacopo Massaro, «il Comune non può allargare il bacino dei “luoghi sensibili”, nonostante il Servizio Dipendenze del-

la Usl 1 Dolomiti indichi anche nella vicinanza tra sportelli bancomat e sale da gioco un potenziale rischio. Chiediamo quindi che la Regione Veneto porti al più presto in consiglio regionale una modifica alla legge, introducen-

do anche queste strutture tra i luoghi sensibili, insieme a scuole, chiese, strutture sanitarie e altri luoghi di aggregazione. Il Tar, con questa sentenza, indica una lacuna normativa che deve essere sanata al più presto. Ricordo che qui non si parla delle modalità di pagamento, possibili anche tramite POS all’interno delle sale, ma della possibilità per le persone deboli di “cadere in tentazione”, allontanandosi dallo sportello con i contanti in mano e potendo vedere nelle vicinanze una sala da gioco: è purtroppo un fatto frequente, segnalatoci anche dall’azienda sanitaria». La vicenda della nuova sala slot della Veneggia era stata segnalata anche da Fratelli d’Italia, con una lettera al sindaco che esprimeva forte preoccupazione. Il Comune, comunque, vorrebbe andare avanti: «Dal canto nostro», aggiunge Massaro, «nei prossimi giorni leggeremo con attenzione la sentenza e valuteremo se presentare ricorso al Consiglio di Stato, evenienza estremamente probabile. Inoltre, già nella prossima riunione di giunta studieremo quali azioni intraprendere per tutelare la salute pubblica, visto che questa sentenza indebolisce quella difesa della salute pubblica che il consiglio comunale aveva voluto tutelare all’unanimità nel marzo 2017», cioè quando fu approvato il regolamento comunale in base al quale la sala slot non avrebbe potuto avviare l’attività. —

i mali della società

Poste Italiane si scusa per i ritardi della consegna BELLUNO. Sono arrivate le

scuse ufficiali di Poste italiane per il ritardo nella consegna della rivista “Bellunesi nel mondo” di marzo. Un ritardo di venti, trenta giorni. Le scuse sono arrivate lunedì durante un incontro, chiesto da Poste Italiane, nella sede dell’Abm a Belluno. Oltre al presidente Oscar De Bona e il direttore Marco Crepaz, per l’Abm vi hanno partecipato il presidente onorario Gioachino Bratti, il consigliere Luciana Tavi e il direttore responsabile della rivista “Bellunesi nel mondo”, Dino Bridda. Da parte di Poste italiane erano presenti Gabriele Martini, Pierangela Venzin, Andrea Mazzucco, Massimo Marciani ed Ettore Zuccolotto. «Siamo qui per scusarci per il disagio arrecato con la spedizione del numero di marzo della vostra rivista», sono le parole di Martini, «tra febbraio e marzo abbiamo rivoluzionato la gestione di spedizione e consegna, partendo dal portalettere fino agli uffici postali e ai centri di smistamento». «Tutto questo ha provocato dei contraccolpi inaspettati», ha proseguito Mazzuccato, «che però si sono assestati già con il mese di aprile». —

Teatro pieno ieri mattina al Centro Giovanni XXIII per lo spettacolo Mister Jackpot con Marco De Martin

Mister Jackpot, in viaggio nella “devastazione” del gioco d’azzardo Debutto ieri mattina al centro Giovanni XXIII dello spettacolo ideato dalla compagnia Tom Corradini e interpretato dall’attore bellunese De Martin

Paola Dall’Anese BELLUNO. «Ho giocato non per

perdere, ma forse per perdermi». È questa una delle battute finali del protagonista del-

lo spettacolo andato in scena ieri mattina al teatro del centro Giovanni XXIII di Belluno dal titolo “Mister Jackpot”, interpretato dal bellunese Marco De Martin. Uno spettacolo che ha cercato di far vivere ai tanti studenti delle superiori presenti, l’aspetto emozionale di chi soffre di ludopatia, di chi vede il gioco non tanto come un mezzo per vincere ma «per comprarsi una speranza». Partendo dai miti della te-

levisione e dei social media, il protagonista ha evidenziato, nel corso dello spettacolo ideato e composto dalla compagnia Tom Corradini di Torino, con la collaborazione del Serd di Belluno, di Slot mob e di Scuole in rete, come il desiderio di una vita “spericolata” degna di un James Bond fatta di agi, donne e auto costose vada a collidere con una realtà piatta, ripetitiva e poco entusiasmante. E da qui la volon-

tà di essere quello che non si è e di tentare la fortuna con il gioco, un mezzo semplice all’apparenza per vivere meglio. Ma alla fine, il gioco d’azzardo si dimostra come un buco nero che inghiotte qualunque cosa: affetti, amici, lavoro, casa, fino a giungere alla perdita di se stessi, della propria dignità. Una spirale che non lascia che solitudine, devastazione, depravazione e altre dipendenze come quelle dell’alcol e del fumo. Quello della ludopatia è un tema importante che sta prendendo piede sempre di più nella nostra società. Un sistema che, come ha ribadito lo stesso protagonista dal palco, «è stato voluto dallo Stato per fare cassa, lo stesso Stato che ci invita a non fumare, a non bere e a non giocare appunto, mentre dall’altro lato studia

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chiedeva soldi

Offre lavoro fingendosi imprenditrice Denunciata BELLUNO. I carabinieri della Stazione di Robbio in Lombardia, in provincia di Pavia, hanno denunciato a piede libero per tentata truffa e sostituzione di persona una 44enne di Agordo (Belluno) e residente a Tregnago (Verona), nullafacente, pregiudicata. A conclusione dell’attività d’indagine nata a seguito di una denuncia querela sporta dal titolare di una società di imballaggi di Robbio, i militari hanno infatti accertato che la donna aveva pubblicato su una piattaforma di annunci online una comunicazione finta di assunzione a tempo determinato da parte della ditta di proprietà del querelante. A chi era interessato la stessa chiedeva di versare sul proprio Iban una somma di 30 euro. Le richieste pervenute al vero titolare lo hanno insospettito così da spingerlo a fare la querela, le cui indagini in merito hanno permesso di scoprire l’effettiva esistenza della truffa e di risalire alla responsabile. —

le strategie per incentivare l’uso di questi strumenti “malati” che non fanno altro che creare dipendenza». I ragazzi hanno assistito attentamente allo spettacolo che ha visto al termine, uno spazio per le domande. A rispondere oltre all’attore-protagonista Marco De Martin anche le referenti del Serd di Belluno, la psicologa Chiara Matterazzo e l’educatrice Francesca Vigna insieme con il presidente di Slot mob, Marco Rossato. Quest’ultimo, sollecitato dagli studenti, ha ricordato come nel 2017 a Belluno sono stati giocati 80 milioni di euro. «Non dobbiamo farci illudere da questi giochi che sono pensati appositamente per attirarci sempre di più e farci credere che la vittoria dipenda da nostre particolari abilità», hanno ribadito le dipendenti del Serd. «Dobbiamo invece sapere che siamo di fronte a macchine messe in piedi da società che hanno lo scopo di guadagnare e quindi non ci faranno mai vincere. E anche se un giorno si potrà ottenere il jackpot non si dovrà mai dimenticare quanti soldi abbiamo dovuto spendere per giungere alla vincita e soprattutto a quanta parte di noi stessi abbiamo dovuto rinunciare». Uno spettacolo intenso, fatto di riferimenti letterari come il bar Caronte dove inizia “la perdizione del protagonista”, ma anche medici che rinviano alle sostanze eccitanti che sollecita il gioco e per le quali ci sentiamo vivi. Mister Jackpot andrà in scena domani alle 21 sempre al Centro Giovanni XXIII con ingresso gratuito. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Nordest

Giovedì 11 Aprile 2019 www.gazzettino.it

«Mazzacurati, sequestrate la casa a Cortina» `L’appartamento venduto quando il caso Mose era già esploso La Procura della Corte dei conti sostiene che i soldi illeciti venivano utilizzati per acquistare immobili intestati ai familiari «Serve da risarcimento se viene accertato il danno erariale» `

tuale azione erariale è ormai prescritta.

LO SCANDALO VENEZIA Nel corso degli anni Giovanni Mazzacurati ha investito i proventi della sua attività, anche quelli illeciti, acquistando numerosi beni immobili e intestandoli «a figli, coniuge ed affini». Lo sostiene la Procura della Corte dei conti sulla base di una lettera, sequestrata nel corso delle indagini sullo scandalo Mose, nella quale l’avvocatessa romana Francesca Morlino trasmetteva al commercialista dell’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, il padovano Francesco Giordano, “L’elenco beni immobili di proprietà della famiglia Mazzacurati, acquistati con denaro dell’ing. Mazzacurati”. Quel documento, che doveva servire per regolare le questioni ereditarie, è diventato uno degli elementi di prova utilizzati dal viceprocuratore Alberto Mingarelli per dimostrare che i due milioni e mezzo di euro utilizzati nel 2012 per acquistare un lussuoso appartamento a Cortina, intestato alla moglie di Mazzacurati, Rosangela Taddei (priva di alcun reddito, secondo la Guardia di Finanza) provenivano dai fondi illeciti accumulati a suon di false fatture dal marito, all’epoca ancora potentissimo.

SOTTO SEQUESTRO La Procura erariale vorrebbe porre sotto sequestro l’immobile di Cortina con l’intenzione di farlo incamerare dallo Stato a titolo di risarcimento nel caso in cui Mazzacurati venisse condannato nel giudizio per danno erariale che sarà discusso il prossimo giugno, nel quale è stato disposto un sequestro fino all’ammontare di 21 milioni di euro (a fronte del rinvenimento di ben pochi beni riferibili all’ex presidente del Cvn). In relazione ad altri acquisti immobiliari, infatti, è trascorso troppo tempo e ogni even-

L’IMPRENDITORE DI ARZIGNANO

INCHIESTA MOSE Giovanni Mazzacurati, ora viene chiesto il sequestro della villa di Cortina

IL CRAC VICENZA L’undicesima sentenza, nell’arco di neanche due mesi, è stata depositata l’altro ieri. Diversi i ricorrenti, ma analogo il verdetto: i beni di Giuseppe Zigliotto, ex consigliere della Popolare di Vicenza e imputato per il crac, devono restare sotto sequestro. A deciderlo è stato ancora una volta la Cassazione, respingendo l’ennesimo ricorso contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame, presentato in questo caso dalla figlia.

LA VICENDA In precedenza erano state boc-

Il caso dell’appartamento di Cortina è approdato ieri mattina di fronte alla Corte dei conti, chiamata a pronunciarsi sulla duplice richiesta della Procura: da un lato accertare che l’acquisto del 2012 (il venditore era Vittorio Bigontina), fu “simulato”, ovvero che l’effettivo acquirente era Giovanni Mazzacurati; dall’altro disporre la revocatoria del successivo atto di compravendita attraverso il quale, nel 2017, a scandalo Mose già scoppiato, con arresti eseguiti e patteggiamenti definiti, l’appartamento di Cortina fu svenduto per un milione e 450 mila euro ad un noto imprenditore del settore conciario di Arzignano, Francesco Dal Molin, 63 anni (diventato titolare della nuda proprietà), al figlio Antonio Dal Molin, 37 anni e alla moglie Nives Zonin, 62 anni (con usufrutto al 50 per cento ciascuno). «Tutti sapevano che quella casa era di Mazzacurati ed essendo veneti,

Bpvi, sigilli ai beni di Zigliotto: respinto il ricorso della figlia ciate le azioni giudiziarie promosse dallo stesso Zigliotto e dal compagno Matteo Vigolo, ora invece è toccato a quella di sua figlia Ginevra. Il tema è simile: su richiesta delle parti civili era stato disposto il sequestro conservativo, per l’importo massimo pari a 15.468.906,20 euro, anche dei beni riferiti all’industriale, attualmente a processo per i reati di aggiotaggio, falso in prospetto ed ostacolo alla vigilanza in relazio-

ne all’operato di Bpvi nel periodo compreso fra il 2012 e il 201 5. Nel mirino erano finite pure le proprietà cedute a terzi a titolo gratuito, individuate in un immobile e in un terreno situati a Longare, nonché in una villa posizionata a Ravenna. In particolare questa residenza era stata prima ceduta da Zigliotto alla sua ex moglie e poi trasferita alla figlia. Ma i giudici del Riesame avevano ritenuto che questa operazione, «pur pre-

sentandosi come compravendita, in realtà dissimulasse una liberalità».

LA SENTENZA Fra le motivazioni della sentenza, la Suprema Corte evidenzia il fatto che il Tribunale «aveva comunque concluso per la gratuità della cessione dell’immobile sequestrato - e, quindi, per la dissimulazione della donazione nel concluso atto di compravendita -

sapevano in quale inchiesta Mazzacurati era rimasto coinvolto», ha dichiarato il dottor Mingarelli. La difesa si sta battendo per il rigetto della richiesta e l’udienza è stata sospesa in attesa che la Cassazione decida (su un caso analogo, riguardante l’ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan) se la Corte dei conti sia competente ad agire nei casi di “simulazione” oppure se l’azione vada proposta di fronte al Tribunale civile dall’ente danneggiato. Negli atti depositati di fronte alla Corte dei conti figura anche la storia di altre case in Sardegna, a Chia: la prima acquistata, nel 2004, per 400 mila euro, e poi rivenduta da Rosangela Taddei nel 2011 per un milione e mezzo di euro; la seconda acquistata lo stesso anno dalla figlia della Taddei, Marina Elettra Snow per un valore dichiarato di 300 mila euro. Secondo le Fiamme Gialle, la moglie di Mazzacurati non possedeva il denaro necessario alla compravendita. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA

anche in considerazione del fatto che, in epoca precedente alla stessa, al momento dello scioglimento del matrimonio, le parti avevano dato atto della avvenuta definizione di tutte le pendenze economiche e, quindi, anche del debito che l’imputato aveva riconosciuto nei confronti della moglie». L’accordo in sede di divorzio prevedeva infatti che Zigliotto costituisse un fondo di 400.000 euro a favore delle due figlie per i loro studi e ne versasse annualmente altri 120.000 affinché «conservassero un tenore di vita consono a quello che avevano sempre avuto». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cona, il Pd incalza la Regione Da garzone a patron di “Alì”

«Ostacolava l’accoglienza?» laurea ad honorem a Canella IL CASO VENEZIA Richieste di chiarezza sul caso Cona avanzate dal consigliere regionale Pd Graziano Azzalin e dal deputato Nicola Pellicani. «Il presidente Zaia che dice di non aver mai ostacolato le decisioni dei Comuni in merito all’accoglienza è lo stesso che invitava i sindaci a sbattere il telefono in faccia ai prefetti e a violare la legge negando i documenti d’identità ai profughi. La Regione non ha mai voluto assumere quel ruolo di coordinamento dei Comuni per risolvere le questioni, ha preferito che i problemi esplodessero per specularci elettoralmente». Così Azzalin replica al governatore veneto a sua volta attaccato dall’ex capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione, Mario Morcone, nell’ambito dell’inchiesta sul centro di accoglienza di Cona (Venezia). Uno scontro su cui l’esponente dem polesano ha presentato un’interrogazione, chiedendo chiarimenti sul tipo di pressioni fatte dalla Regione sugli amministratori locali.

L’INTERROGAZIONE L’esponente dem ricorda come il Veneto abbia «sconfessato l’accordo del luglio del 2014 sottoscritto in Conferenza Stato-Regio-

ni» con cui furono stabilite le modalità di definizione delle quote dei migranti da inviare alle Regioni. Accusando, inoltre, Zaia di aver «mescolato numeri, facendo volutamente confusione tra immigrati regolarmente residenti, profughi e richiedenti asilo per di-

mostrare la “grande accoglienza” del Veneto». Inoltre sostiene che, dopo la sua rielezione nel 2015, Zaia lanciò insieme a Maroni e Toti «una campagna per opporsi alle indicazioni del Viminale». La ‘saturazione’ lamentata dai tre governatori venne però «smentita dal report del ministero dell’Interno: su 67.128 presenze, appena il 4% era ospitato dal Veneto».

ALLA CAMERA

IL CONSIGLIERE Graziano Azzalin

IL CONSIGLIERE AZZALIN E IL DEPUTATO PELLICANI DEL PD: «CHIAREZZA SU QUANTO EMERGE DALL’INCHIESTA SUI MIGRANTI»

Anche il deputato dem Nicola Pellicani annuncia un’interrogazione al ministero degli Interni. «La Regione ha il dovere di fare chiarezza, ciò che è emerso dall’inchiesta sul Centro di Cona è gravissimo - attacca - non è pensabile fare propaganda sulla pelle delle persone». Le dichiarazioni dell’ex capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione, Mario Morcone, e del responsabile della Direzione centrale per i servizi per l’immigrazione del Ministero dell’Interno Carmine Valente, nei verbali dell’inchiesta sulla cooperativa Ecofficina-Edeco, che gestiva il centro di Cona, «sono di particolare gravità, poiché fanno emergere come la Regione Veneto, anziché porsi come strumento di coordinamento dei Comuni per l’accoglienza dei migranti, abbia cercato di impedire il trasferimento dei richiedenti asilo in Veneto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RICONOSCIMENTO PADOVA La sua non è una storia, è una leggenda. Francesco Canella, 88 anni, “mister Alì”, dopo la guerra faceva il garzone. Come terzo di sette fratelli nati in campagna, a Veggiano (Padova), suo padre gli aveva detto: vai in città a lavorare, qui non ci sfamiamo. E lui cominciò consegnando a casa la spesa dei clienti. Oggi è il timoniere di un gruppo da oltre 1 miliardo di euro di fatturato, 3800 dipendenti, 113 punti vendita fra Veneto ed Emilia, con 100mila clienti al giorno. Canella alla fine degli anni ‘60 si è inventato un nuovo modo di fare supermercato, con il “banco del fresco servito”, cioè un casolino dentro un market. E poi ha accorciato la filiera commerciale, comprando direttamente dai produttori, ottenendo risparmi sul prezzo e assicurando vita alle aziende locali. Insomma il chilometro zero di oggi.

UN PIONIERE Proprio per la capacità di inventiva e la salvaguardia delle produzioni tipiche locali ieri l’Università gli ha tributato la laurea ad honorem in “alimenti e vini d’Italia”. Il diploma magistrale è inserito in Scienze e tecnologie alimentari ed è stato pro-

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posto dal dipartimento di Agronomia durante una cerimonia in aula Magna del Bo gremita di personalità, a cominciare da sindaco e Prefetto. Il Magnifico rettore, Rosario Rizzuto ne ha riconosciuto i caratteri pioneristici, ripercorrendo la sua storia, da

pizzicagnolo, nel 1958, al primo supermercato, nel 1971, alla capacità di stringere accordi con i fornitori locali fino alla responsabilità sociale e ambientale, tanto nel sostegno al Cuamm, alla Citta della Speranza, allo Iov quanto alla campagna che ha portato a piantare 10mila alberi. Il professor Maurizio Borin, del dipartimento, ha letto la motivazione nella quale spicca “la valorizzazione dei prodotti alimentari e vinicoli tipici, anche di piccola scala e quindi non sostenibili da iniziative di marketing autonomo”.

IL SEGRETO

IL DOTTORE Francesco Canella

LA CERIMONIA AL BO IL NEO DOTTORE: «ANCHE I GIOVANI D’OGGI POSSONO FARCELA, HANNO PIÙ QUALITÀ DI ME»

Il segreto del successo? «La ricerca della qualità come valore fondamentale. Ma oggi non sarei qui se non avessi anche la qualità dei miei collaboratori, che io non chiamo dipendenti, e la mia famiglia. Penso che il rispetto reciproco sia la chiave». Ma un giovane oggi riuscirebbe a ripercorre la sua strada? «Senza dubbio, hanno più capacità di me. L’importante è cercare il successo e se non si riesce, individuare le ragioni per cui manca». La grande distribuzione oggi si fa piccola, crescono supermercati di quartiere... «Ci copiano». Ma lei va ancora a sorvegliare i negozi? «Il sabato e la domenica». Appunto. Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

GIOVEDÌ 11 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

I nodi del governo

Conte, Salvini e Di Maio distanti Un rebus l’Iva e la spending review Incontro “del disgelo” ma restano tensioni nella maggioranza. Cinque Stelle velenosi: «Accordo nemmeno dentro la Lega»

Amedeo La Mattina ROMA. Gli stessi partecipanti

all’incontro lo hanno definito il «pranzo del disgelo». Ma fuori da Palazzo Chigi scorrono i veleni, soprattutto dei 5 Stelle che parlano di «divisioni nella Lega». Sul tavolo del premier Giuseppe Conte e dei due alleati Matteo Salvini e Luigi Di Maio c’era solo il piatto quasi vuoto della crescita economica e di un Pil esangue. Una previsione che dovrà essere ancora confermata e alla quale il governo vorrebbe aggiungere qualche decimale grazie agli effetti del decreto sblocca-cantieri e al decreto crescita. «Ci auguriamo che sia anche superiore dello 0,2%», ha detto Conte che rilancia la spending review e le privatizzazioni per trovare i soldi per flat tax. Tutto comunque è rinviato a dopo l’estate, a dopo le elezioni europee soprattutto, perché su come riformare il fisco e trovare le risorse non c’è alcuna convergenza. «Nemmeno dentro la Lega», insinuano velenosi fonti dei 5 Stelle che parlano di «spaccatura» nel Carroccio e di un Salvini che, per motivi di propaganda elettorale, si è spinto troppo in avanti. Ora però, sempre secondo i grillini, sta moderando i toni e parla di altro. A Di Maio e Conte non è sfuggita una dichiarazione mattutina del sottosegretario Giancarlo Giorgetti che, a margine di un convegno del Coni, ha fatto capire di condividere le tesi del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Gli hanno chiesto se la flat tax si farà con l’aumento dell’Iva e il leghista non l’ha escluso. «Questo si vedrà nella legge di bilancio, adesso non si può ancora dire». Il sottosegretario ha negato che le due aliquote Irpef al 15 e al 20 per

cento fossero state scritte nella bozza del Def e poi cancellate dal testo approvato dal Consiglio dei ministri: «Non sono scomparse, non sono mai comparse, ma compariranno nella legge di bilancio». Dunque, se Salvini vuole la tassa piatta del 15 per cento per i redditi familiari fino a 50 mila euro o taglia veramente la spesa pubblica fino a 12-15 miliardi oppure dovrà rassegnarsi a far salire l’Iva. L’altra soluzione, che caldeggia Di Maio, è non far passare la proposta leghista e portare la curva dell’Irpef a tre ali-

Tutto è rinviato a dopo le europee perché su fisco e risorse non c’è intesa Giorgetti ha negato che le due aliquote Irpef al 15 e al 20 per cento fossero già nel Def quote, favorendo il ceto medio: costerebbe di meno, sarebbe necessario sforbiciare quanto basta e senza eccessi le uscite pubbliche e in particolare non sarebbe necessario far crescere l’Iva. «Se si parla di flat fax, se la si deve fare non si può farlo aumentando l’Iva. Si deve fare per il ceto medio non per i ricchi», ribadisce il capo di M5S. In ogni caso se ne parlerà dopo l’estate, come ha precisato Conte arrivando a Bruxelles per il vertice europeo dedicato alla Brexit. «Sulla riforma fiscale stiamo lavorando, confidiamo dopo la pausa estiva di avere già programmi più definiti e dettagliati su cui operare», ha spiegato il premier. Adesso è il momento di concentrarsi su come dare impul-

so all’economia, schiodarsi da quel magro 0,2 per cento, anzi evitare che si vada ancora più giù verso un segno meno. Tutte le colpe vengono fatte gravare sulla cattiva congiuntura economica europea e sulla guerra dei dazi scatenata da Trump. Per concentrarsi di più sulle cose da fare per la crescita, al pranzo di ieri è stato deciso di vedersi ogni settimana. A questi incontri tra il premier e i due vicepremier dovrebbe partecipare anche Tria. E non si tratterà solo di mettere in cantiere la spending review e le privatizzazioni: si comincerà a valutare il taglio delle tax expenditures ovvero le varie agevolazioni fiscali che riducono il prelievo fiscale per alcuni contribuenti. Un terreno, anche questo minato, perchè si tratta delle classiche detrazioni e deduzioni d’imposta. LA GUERRA IN LIBIA

Al pranzo si è parlato anche di Libia, constatando l’impotenza dell’azione diplomatica che non riesce a fermare l’esercito del generale Haftar. Salvini ha chiesto una tempistica per le cose da fare, ha sollecitato la riforma della giustizia e del codice degli appalti, la definizione dello sblocca cantieri. Si è affrontata la questione della commissione d’inchiesta sulle banche con l’accordo che a presiederla sarà il grillino Paragone. Insomma, una colazione «cordiale», come dicono i leghisti. Del «disgelo», aggiungono i 5S che nel pomeriggio parlano di «spaccatura» nel Carroccio sull’aumento dell’Iva. In serata a “Porta a Porta” Di Maio butta una bomba su un tema delicatissimo per gli alleati. «Sull’autonomia non ho capito se prevale la linea mediana di Salvini o quella di Zaia più talebana». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

I vicepremier Di Maio e Salvini

washington

Ricetta del Fondo Monetario per l’Italia «Una tassa moderna sulla prima casa» L’invito rivolto ai Paesi con un debito sovrano troppo alto subito bocciato da Confedilizia E lo spread elevato mette a rischio la tenuta delle banche WASHINGTON. Il balzo degli spread italiani ha riacceso i timori sullo stretto legame fra il debito sovrano e banche in Europa, tornando ad agitare lo spettro della crisi del 2011-2012. Da qui l’invito del Fondo Monetario Internazio-

nale all’Italia - e ai paesi in situazioni simili - a ridurre il debito, specie a fronte di spread elevati che pesano sulla crescita e sulle prospettive delle banche, che hanno in portafoglio un ammontare consistente di titoli di Stato. Nella ricetta che il Fmi offre all’Italia c’è anche l’introduzione di una «moderna tassa di proprietà» sulla casa: un’imposta che andrebbe a colpire la ricchezza, distribuita in modo più iniquo rispetto

ai redditi. Un’ipotesi che Confedilizia boccia secca: «Se queste sono intuizioni..». In linea con le altre economie avanzate, anche la politica di bilancio italiana nel 2019 subirà un ulteriore allentamento: il Fondo lo stima in un terzo di punto percentuale di pil per finanziare l’aumento della spesa per il nuovo programma di reddito e il parziale rovesciamento delle passate riforme delle pensioni. «Salva-

guardare la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici richiede un ampio set di misure, incluse quelle per bilanciare le implicazioni del rilassamento delle norme sul pensionamento anticipato in Italia» osserva il Fmi che, in via generale, bolla come «pericolosa» l’emissione eccessiva di debito da parte dei governi. Lo stretto rapporto debito sovrano-banche in Europa non fa suonare per ora campa-

nelli di allarme, ma preoccupa il Fondo nonostante gli importanti progressi realizzati dagli istituti di credito negli ultimi anni. In alcuni paesi Ue - fra cui Italia e Spagna - le banche hanno un portafoglio di titoli di Stato «relativamente ampio rispetto agli asset» e questo le rende più vulnerabili a possibili shock sovrani. Per il Fondo, infatti, a fronte di un improvviso aumento dei rendimenti sovrani, le banche in Italia, Portogallo e Spagna registrerebbero perdite significative. Ma lo stretto legame debito-sovrano banche non è l’unico rischio per la stabilità finanziaria. C’è anche l’elevato debito delle aziende nei tre quarti dell'economia mondiale che minaccia di amplificare un possibile rallentamento economico. —

banca centrale

Difficoltà nell’Eurozona destinate a durare Draghi non alza i tassi La Bce si prepara a uno scenario di difficoltà economiche che rischia di trascinarsi oltre il 2019 non solo per l’Italia: con tassi che rimarranno sottozero almeno fino a tutto l’anno. Con misure in preparazione per mitigarne gli effetti collaterali che fanno presagire un orizzonte ancora più ampio per la politica monetaria ultraespansiva. Ne ha parlato ieri il presidente Mario Draghi. Che si è soffermato anche sull’Italia, dove «non sono una sorpresa» i numeri del Def che tagliano a 0, 2% la crescita 2019.


GIOVEDÌ 11 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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Nel Trevigiano malessere di amministratori e militanti del Carroccio Ma anche l’Anci grida allo scandalo: «Socializzazione delle perdite»

Dal governo 12 miliardi per il debito di Roma rivolta dei sindaci leghisti «La nostra base è furiosa» LA POLEMICA

a giorni me lo chiedono i simpatizzanti: ma è vera la storia di Roma? Nessuno vuol crederci...». Fulvio Pettenà, veterano del Carroccio, svela l’ultimo malessere della base leghista della Marca. La copertura che il governo gialloverde ha varato per il debito storico del Comune di Roma: 12 miliardi. A carico di tutti noi italiani. «Credo dia ancora più fastidio del reddito di cittadinanza: non è che spendendo 12 miliardi trasformi la capitale e fai funzionare rifiuti, bus, strade». Viva la sincerità di Pettenà, uno che il popolo leghista lo conosce dal di dentro. E in rete? Marco Serena, primo cittadino leghista di Villor-

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ba, ha chiosato su Facebook con «Nulla cambia...» un post sul decreto crescita. Allusione evidente al governo del cambiamento. Condiviso da Andrea Susana, sindaco di Portobuffolè, e da Roberto Bet, pupillo di Zaia, primo cittadino di Codognè. C’era una volta “Roma ladrona”. Ora è pure... rimborsata, dalla Lega. Malessere diffuso, se persino dalla giunta Zaia rimbalzano sfoghi pesanti in rete. Ma ahimè, tutti vogliono restare anonimi, nel partito. «Una vergogna», accusa l’ex parlamentare. «Uno scandalo, per il nostro partito», dice il sindaco di un Comune importante. Intanto Serena fa due conti: «Nulla contro i romani, ma siccome tutti i cittadini hanno pari dignità, attendo 72 milioni per Villorba, e potrei anche fare uno sconto. A Roma intanto ar-

riva un premio di oltre 4 mila euro per abitante». E che i sindaci del Carroccio siano imbufaliti lo dice, indirettamente, l’uscita inequivocabile di Maria Rosa Barazza, presidente dell’associazione Comuni della Marca, territoriale come poche, dove leghisti, centrodestra e centrosinistra lavorano fianco a fianco: «È inaccettabile la socializzazione delle perdite», dice. «Dal 2010 lo Stato, dunque tutti i contribuenti, sta pagando una parte consistente del debito storico di Roma, che vale 12 miliardi. L’accordo è confermato nel “decreto crescita”. Uno schiaffo contro quei Comuni e i loro amministratori che governano con competenza e responsabilità al Nord, e in particolare i Comuni della nostra provincia, ridotti alla canna del gas, senza personale e senza possibilità

LA VERA STORIA DEL WEST

Abbiamo tutti in mente un’immagine consolidata del West. Dall’epopea delle grandi esplorazioni alla corsa all’oro, dagli immensi paesaggi della valle della Morte al Golden Gate di San Francisco, da Buffalo Bill a Geronimo, dai western di John Wayne a Sergio Leone a Quentin Tarantino: perché, sin da subito, il West è diventato un mito, una fabbrica di sogni perfettamente incarnata da Hollywood. Ma in questo libro Jacques Portes ci invita ad andare oltre la leggenda, raccontandoci la storia o, meglio, le storie del West. A SOLI € 9,90 + il prezzo del quotidiano

In edicola con

Il post su Facebook di Marco Serena, primo cittadino leghista di Villorba

Maria Rosa Barazza

di investire risorse proprie». La denuncia di Barazza è ferma: «Da anni come Comuni trevigiani conduciamo una battaglia per difendere gli interessi e le legittime aspettative dei Comuni di questo territorio e far capire a Parlamento e governo la pesante condizione di sofferenza degli enti locali: con poco personale, tagliati di risorse e con tanti sacrifici di amministratori e dipendenti, riescono a essere comunque Comuni virtuosi. Il nostro territorio ha fatto una battaglia per

i Fabbisogni Standard per garantire un’equa distribuzione delle risorse tra i Comuni, vanificata da una iniqua introduzione della capacità fiscale a tutto vantaggio di altre realtà comunali; un artifizio che ha vanificato il riequilibrio dei trasferimenti economici, da realizzare a favore dei nostri Comuni grazie ai Fabbisogni Standard. Beffa delle beffe, è peggiorata per i nostri Comuni la sperequazione dei precedenti trasferimenti statali». — Andrea Passerini


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 10 Aprile 2019

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VENETO

VERONA.«Ikea?Bastabugie:nonerapossibile»

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

«FarcrederecheIkeapotevaesserecostruitanell’areaMarangonaèstatocome venderel’Arenaaicinesi».L’hadettoilsindacoFedericoSboarina,chehaaccusatochi l’hapreceduto(Tosi)dinonaverfattonulla,poisonogiuntenuove normeblocca-piani

ILCASO. Ierilaseconda udienzaperil crac dell’aziendadi Trissino

TRENTO. E la Valsugana? “Vignetta” seleziona-tir

Fallimento Miteni Bocciatiidanni deglienti pubblici Ilministerodell’Ambiente, laRegione Veneto eAcque delChiampo adessoproporrannoricorso Sarànominato unconsulente: chi hainquinato? Diego Neri

Gli enti pubblici incassano un altro “no” dal curatore fallimentare della Miteni. Il commercialista Domenico De Rosa ha ribadito ieri, nella seconda udienza davanti al presidente della sezione fallimentare del tribunale di Vicenza Giuseppe Limitone, che non intende inserire nello stato passivo dell’azienda di Trissino, al centro della vicenda Pfas, i danni lamentati da Regione, ministero dell’ambiente e Acque del Chiampo. La ragione? Per l’incaricato del giudice quelle pretese risarcitorie hanno necessità di essere accertate da un giudice. Cosa che al momento non è avvenuta. Sul fronte penale, infatti, è stata

chiusa l’indagine sul primo troncone, con i reati fino al luglio 2013. La contrapposizione, che ricalca quella avvenuta nelle scorse settimane, prima dell’udienza di inizio marzo, è tutt’altro che peregrina. Il curatore ha di fatto concluso l’esame del passivo - sono 272, con i dipendenti, i creditori, per un valore complessivo da centinaia di milioni di euro -, escludendo però il ministero (che con l’avvocatura chiede 137 milioni di euro), la Regione Veneto (quasi 5 milioni) e Acque del Chiampo (che con l’avv. Marco Napolitano sollecita 2,7 milioni di euro di danni). La Regione e l’ente gestore avevano presentato una serie di controdeduzioni, accanto al dicastero dell’ambiente, le-

gandole alla relazione dei carabinieri del Noe e sostenendo - Venezia - di avere svolto una serie di lavori all’interno della proprietà di Miteni, quando era ancora in esercizio, perchè sussisteva un rischio di inquinamento ambientale. Lo stesso ragionamento lo fa Acque del Chiampo, che ha inserito nella lista dei danni i costi per i filtri a carbone attivo, i nuovi tubi e tutti gli interventi collegati. Ma la posizione espressa ieri dal curatore (che ha espresso la sua soddisfazione al termine dell’udienza) non si è mossa di un millimetro rispetto all’iniziale impostazione: «Serve un accertamento di dolo o di colpa che nessun giudice ha finora acclarato». Cosa succederà ora? I tre enti pubblici, nei giorni prossi-

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ValdasticoNord esboccoaRovereto Fugatti: «Funziona» Nienteproblemiperla sorgentedello Spinoe ipotesidiuncasello per Folgariaeforse Vallarsa TRENTO

UnoscorciodellaMiteni aTrissino

mi, non appena il curatore De Rosa depositerà lo stato passivo (che ad oggi non li include), presenteranno ricorso per essere ammessi al credito. Entro un mese, dovranno impugnare lo stato passivo approvato per chiedere che vengano inserite le loro richieste. E il tribunale, a quel punto, con ogni probabilità nominerà un proprio consulente tecnico, che potrebbe avere un ruolo determinante nello sviluppo della procedura, e non solo per il ruolo degli enti. I giudici potrebbero chiedere all’esperto (che non sarà semplice individuare, vista la complessità della materia) di valutare l’inquinamento da Pfas, e da altre sostanze, la sua estensione e la sua causa. E, in questo contesto, il ruolo

esatto avuto da Miteni, in che periodo, e per quale genere di responsabilità. Di fatto, un consulente che ricalcherebbe l’indagine compiuta dalla procura, per alcuni versi, allo scopo di comprendere se gli enti pubblici possano pretendere, a ragione, di far parte dei creditori da ristorare da parte della gestione del fallimento. Accertamenti che potrebbero però pretendere tempi lunghi, ma necessari anche per capire chi debba pagare - con tutti i limiti di una procedura fallimentare che vanta quasi 300 creditori - i danni che l’azienda trissinese avrebbe provocato negli anni, e gli interventi per porvi rimedio. Per fare piena chiarezza, servirà ancora del tempo. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Non ci sono problemi ambientali per il futuro sbocco della A31 Valdastico Nord sull’A22 AutoBrennero nell’area di Rovereto sud. Lo ha rivelato il governatore trentino Maurizio Fugatti rispondendo ieri in Consiglio provinciale rispondendo a una domanda di attualità degli autonomisti del Patt (contrari allo sbocco a Rovereto perché ritengono che non gioverà al traffico in Valsugana). Fugatti ha spiegato che ha già sostenuto in diverse occasioni la propria posizione sull’importante ricaduta dello sbocco della Valdastico a Rovereto sud. E anche che è stata fatta una valutazione tecnico economica ed avviato un percorso di verifica per introdurre in Valsugana un’area di alleggerimento trasportistico con una “vignetta” da applicare gratis ai mezzi pesanti in modo da controllarne il flusso. Dopo la riunione

Ilgovernatore trentino Fugatti

al Ministero a fine marzo, Fugatti ha ricordato di avere incontrato i sindaci delle zone interessate e ha comunicato che «da uno studio di sostenibilità emerge che il problema della sorgente dello Spino viene risolto perché il tracciato non toccherebbe la sorgente ma darebbe maggiori risorse idriche alle zone di Folgaria e degli altipiani». Sia chiaro: è un’autostrada, non un giardino, ha concluso, ma «il problema ambientale primario possiamo dire che viene rimosso. L’ipotesi è l’uscita con svincolo in territorio di Terragnolo con collegamento a Folgaria senza escludere un’ipotesi di uscita sul territorio della Vallarsa». • P.E.

ARRIVAIL “WELFARE DAY”. Nellanostraregioneun terzodeilavoratori hadecisodifare ilpasso

Pensioneintegrativa: più 30% per“SolidarietàVeneto”

Ilfondodiimprese esindacatiaumenta leiscrizionipiù deglialtri Neiprimitremesi del2019altri1500 tra gli iscritti:1 su3 èvicentino Piero Erle

La seconda pensione, quella “integrativa”, sarà sempre più una necessità. In base però ai dati Covip (vigilanza fondi pensione) in Italia solo un lavoratore su 4 aderisce a un fondo previdenziale integrativo. Ma in Veneto, segnala la Regione, la percentuale sale a uno su 3 «grazie anche al primo fondo previdenziale territoriale “Solidarietà Veneto”». E anche se il lavoro da fare è ancora tanto, di certo il fondo Solidarietà Veneto è un patrimonio pubblico, visto che è senza fine di lucro e dal 1990 è promosso e guidato assieme da datori di lavoro (Confindustria, Confapi, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Federclaai) e sindacati (Cisl, Uil). «Il Veneto, e in generale il Nordest, ha una percentuale nettamente più alta del resto d’Italia, anche se i dati non sono ancora del tutto soddisfacenti. Qui sicuramente - sottolinea Paolo Stefan, direttore del fondo Solidarietà Veneto ha dato un contributo di rilievo perché si è preso l’onere di bussare nelle piccole e medie imprese» (in Lombardia dove è

più facile viste le aziende più grandi e organizzate). GUIDA VICENZA. Ed è proprio

Vicenza a guidare: è nella nostra provincia il 30% degli associati del fondo, seguita da Treviso al 25%. «A Vicenza abbiamo sette sportelli, e questo consente alle persone di informarsi che è ciò che più manca. La capillarità paga, perché basta pensare che i fondi pensioni contrattuali, tolte le “adesioni” praticamente obbligatorie, non sono neppure cresciuti, mentre noi siamo cresciuti di circa il 30%. E tra l’altro a differenza di altri non applichiamo provvigioni». La crescita è appunto continua: dal 2017 al 2018 gli iscritti sono passati da oltre 70mila a quasi 88mila,e le aziende coinvolte da 9.300 a 12.100. Ma anche quest’anno prosegue il trend: «I primi tre mesi del 2019 abbiamo registrato 1500 nuove adesioni, tra l’altro - sottolinea Stefan - nonostante un’economia che, purtroppo, qualche scricchiolìo inizia a registrarlo. La crescita si è impennata negli ultimi anni, credo per una crescita di consapevolezza dei cittadini: l’iniziativa della Regione per domani ca-

Facciamo investimenti “tranquilli”mache rendonopiùdeltfr lasciatoinazienda PAOLOSTEFAN DIRETTORE“VENETOSOLIDARIETÀ”

de proprio nel momento giusto». Solidarietà Veneto domani garantirà aperti i suoi 50 sportelli informativi nelle sette province (per prenotare un appuntamento c’è il sito www.solidarietaveneto/contatti o il tel. 041/94.05.61). PROSPETTIVE PER I GIOVANI.

E l’attenzione viene soprattutto da chi la pensione la vede da molto lontano: «Al di là del fatto che abbiamo 2 mila aderenti minorenni senza

reddito da lavoro, negli ultimi 4 anni l’età media di iscrizione è di circa 34 anni. Si iscrivono i giovani, anche se c’è una quota di lavoratori che si iscrivono tardivamente, anche perché magari si accorgono anche a 50 anni che a loro conviene. Il trend è quello giusto». E la gestione di questo risparmio, che ammonta a qualcosa come 1,3 miliardi di euro, rende? «Abbiamo appena fatto il punto sul rendimento: quello complessivo del comparto dei più giovani (un aderente su 5) negli ultimi 10 anni ha dato il 90%, fa quasi timore dirlo da quanto è alto. Ma è vero che nei 10 anni passati pur con spread, Grecia e altro, tutti i nostri 4 comparti di gestione hanno rendimenti ben superiori al tfr in azienda. E nel periodo c’è anche chi è crollato. Cosa ci ha protetto? Semplicemente fare investimenti senza particolari rischi che la legge consente ai fondi pensione. Ma è il passato: il mondo è cambiato, le obbligazioni rendono poco. Noi puntiamo su rendimenti tranquilli, ma alla lunga paga. E continuiamo anche a investire nell’economia reale». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Edomaniconvegno alloIuav, 30 incontrilocali e50 camper Unconvegnoallo Iuavdi Venezia,30incontri nel territorioregionale,50 camperitineranti in movimentoe200 Infopoint in aziende,sindacati, associazionidicategoria, centridi formazione,scuole, cameredi commercio, banche eassicurazioni. Domaniin tuttoil Venetoè la“Giornata delWelfare” pro conoscenzae promozionetrailavoratori dellaprevidenza complementareintegrativa e dell’assistenzasanitaria integrativa.L’iniziativaè della Regione:attraversoVeneto

WelfareeVeneto Lavoroha avviatouna campagna di sensibilizzazionee di formazioneperconvincere lavoratoridipendentie lavoratoriautonomia crearsi, subasevolontaria, la “secondagamba”del proprio futuroprevidenziale e assicurativo,integrando la coperturapubblicae promuovereil ricorso -nella contrattazionedi2° livello- a strumentiassicurativi e previdenzialiaggiuntivi.Come dettodomanialle 9 a Venezia, Aulamagna dell’università Iuav,Santa Croce191

(Tolentini),interventidei docentiPaolo Feltrin,Alberto Brambilla(Governo), GianfrancoCerea (fondi sanitari),NicolaAlberto De Carlo(previdenza complementare),Franco Lorenzon(pensionistica), FrancaMaino (welfare), DonatoPedron (previdenza sanitaria)epoi perleimprese EnricoBerto(Berto’s), Alberto Boidi(UnipolSai), Paolo Grotto(Arket), Emmanuele Massagli(Aiwa),Stefano Pozzi(Marzotto), Francesca Sabetta(PosteWelfare), RomanoTiozzo(Cciaa Tv-Bl).

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XII

Alto

SVERSAMENTO «Scenderà lungo il Po, le acque vengono utilizzate per l’uso potabile, e raggiungerà il mare»

Polesine

Giovedì 11 Aprile 2019 www.gazzettino.it

rovigo@gazzettino.it

Fiumi inquinati, è emergenza Interrogazione alla Regione sulla salute di Po `«È inaccettabile il pericolo di un danno e Canalbianco minacciati da plastica e liquami alle persone, a flora e fauna fluviali e marini» `

CASTELNOVO BARIANO Allarme per lo stato dei fiumi in Polesine. I tre consiglieri regionali Patrizia Bartelle di Italia in Comune, Piero Ruzzante di Liberi e Uguali e Cristina Guarda della lista civica Amp, intervengono sulle due vicende che interessano fiumi e canali polesani: l’accumulo di rifiuti plastici alla conca di navigazione di Torretta, sul Canalbianco, fra Legnago e Castelnovo Bariano, nonché lo sversamento di liquami in un canale irriguo che confluisce nel Po a monte di Torino, che ha interessato le acque utilizzate da un vicino allevamento ittico, causando la morte circa 50 quintali di trote. Se questo episodio suscita preoccupazioni in prospettiva, l’accumulo della plastica alla chiusa di Torretta è un fatto concreto e sotto gli occhi di tutti.

CANALBIANCO Il tappeto di plastiche accumulato nella conca di navigazione di Torretta potrebbe scendere con la piena

inaccettabile che l’ammasso di rifiuti fotografato da Greenpeace Italia riuscisse a raggiungere il mare senza essere raccolto in tempo».

Costa di Rovigo

Punti di vista chiude con Marangoni

ISOLA DI PLASTICA Proprio Greenpeace ha sottolineato come «la scarsità idrica che sta caratterizzando da diverse settimane i corsi d’acqua del nord Italia ha fatto emergere il problema dell’inquinamento da plastica, mostrando come i corsi d’acqua siano ormai invasi da contenitori e imballaggi usa e getta». I tre consiglieri regionali veneti puntano poi il dito anche sull’episodio avvenuto in terra piemontese, oggetto di una seconda interrogazione alla Giunta Zaia: «La scorsa settimana nel torinese si è verificato sversamento di liquami nel fiume

(M.Sca.) Sarà Guido Marangoni, a chiudere la seconda edizione della rassegna Punti di Vista, organizzata da Comune e Biblioteca di Costa di Rovigo, con il supporto di Roberto Samiolo. Il teatro “Mario Vittorio Rossi” ospiterà

questa sera, alle 21, la presentazione del libro “Anna che sorride alla pioggia”, edito da Sperling & Kupfer. Il terzo e ultimo appuntamento con gli incontri con l’autore, vedrà Marangoni, ingegnere informatico padovano, specializzato nello sviluppo di app in ambito di sicurezza informatica e tutela dei minori on line, raccontare oltre al suo libro, anche l’esperienza della pagina Facebook, aperta nel 2015, “Buone notizie secondo Anna”. A moderare la serata sarà la giornalista Micol Andreasi.

Po da un allevamento di suini, l’evento ha provocato la morte di cinque tonnellate di pesci: si tratta di un inquinamento ambientale gravissimo. Ora, se non lo hanno già fatto, quei liquami defluiranno lungo il Po attraverso il Veneto e il Polesine, dove le acque del Po vengono utilizzate per l’acqua potabile, e raggiungeranno il mare. Il pericolo di un danno alle persone e alla flora e fauna fluviali e marini è inaccettabile. Abbiamo quindi chiesto alla Regione quali azioni straordinarie e urgenti intenda porre in essere per garantire la raccolta dei liquami prima che defluiscano fino al mare. L’allerta ambientale, nel Veneto dei Pfas e della plastica che ha invaso il Canalbianco, è massima». Francesco Campi © riproduzione riservata

Caligo accende i motori per la primavera STIENTA Nata da poco ma molto attiva è la Caligo Pro Loco Stienta. In particolare, l’ultima “avventura” l’ha vista partecipare attivamente al Misen che si è tenuto a Ferrara e che ospita numerose sagre della zona. Protagonista indiscussa per Stienta è stata la “Pinza alla Munara” che sta ricevendo numerosi encomi e che è un prodotto tipico del centro altopolesano. La pinza alla munara rappresenta un importante prodotto che genere cultura, essendo legato sia alla tradizione culinaria che a quella identificativa del territorio di Stienta. Caligo Pro Loco Stienta ha voluto sottolineare la bella esperienza matu-

(F.Ros.) Domani pomeriggio sarà a Badia Gigi Moncalvo, giornalista, scrittore e conduttore televisivo, autore di diversi saggi. Interverrà dalle 17,45 circa nella sala convegni Soffiantini dell’abbazia della Vangadizza, ospite del Lions club. Moncalvo tratterà il tema “Dagli Agnelli ai Caracciolo – i chiaro scuro di due famiglie che hanno condizionato la nostra storia”. Il giornalista, infatti, ha pubblicato diversi libri, tra i più recenti due volumi dedicati alla saga della famiglia Agnelli. L’incontro che gode del patrocinio del Comune di Badia è promosso dai Lions di Badia, Rovigo, Santa Maria Maddalena e Ostiglia.

PINCARA APERITIVO LETTERARIO ALLE DISTILLERIE

CONCA INQUINATA A sollevare il caso è stato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia dal 2015. «Le fotografie della conca di navigazione in località Torretta, diffuse da Greenpeace Italia, sono tragiche – sottolineano Bartelle Ruzzante e Guarda - La struttura fa parte di una linea di navigazione denominata Fissaro-Tartaro-Canalbianco che parte da vicino Mantova, attraversa il veronese e il rodigino per giungere fino al mare nei pressi di Rosolina: ciò significa che la plastica e tutto il materiale inquinante che si vede nelle fotografe di Greenpeace, se non raccolto, si sverserà in mare. È quindi indispensabile che chi ha l’onere della raccolta si attivi immediatamente. Abbiamo depositato una interrogazione per sapere quali misure la Regione intenda attuare in questo senso». Secondo i tre consiglieri regionali, «oggi assistiamo a un cambio di mentalità e a una maggiore attenzione per l’ambiente cui consegue una spinta a ridurre l’utilizzo della plastica, specie se monouso: sarebbe

BADIA POLESINE INCONTRI D’AUTORE CON MONCALVO

rata al Misen anche organizzando una successiva serata conviviale che ha visto partecipare oltre a 120 persone, di cui 100 tesserate.

ASSOCIAZIONI A fare gli onori di casa è stato il presidente, Cristian Tenani che ha salutato e ringraziato i presenti, tra cui l’assessore regionale Cristiano Corazzari, il sindaco di Stienta, Enrico Ferrarese e numerosi rappresentanti dell’amministrazione e di realtà associative locali. La serata, piena di energia e di voglia di fare, è proseguita con intrattenimento musicale che ha coinvolto i numerosi partecipanti. Tra i prossimi appuntamenti organizzati da Caligo Proloco Stienta, di particolare importanza vi è quello

previsto per il 5 maggio con “Stienta, Fiori e Sapori”: sono attesi oltre 60 espositori per la festa di primavera che ospiterà fiori, piante, arredo giardino, rassegna di prodotti tipici, artigianato ed animazione. Altre date significative sono quelle del primo maggio con la Vulandra e del 18 maggio con il carnevale notturno. Marcella Barotto

LA PRO LOCO DÀ APPUNTAMENTO PER IL 5 MAGGIO CON LA MANIFESTAZIONE DEDICATA AI FIORI E 60 ESPOSITORI

(M.Sca.) Proseguono gli appuntamenti alle Antiche Distillerie Mantovani di Pincara. Domani, alle 19.30, la rassegna “Aperitivo letterario” propone un incontro con Nicoletta Canazza, giornalista del Gazzettino e scrittrice. L’autrice presenterà il suo ultimo romanzo “Tanto non ti amerò” (Edizioni Clandestine), da cui è stato tratto il film omonimo. A seguire aperitivo in abbinamento a prodotti tipici locali, degustazioni di liquori e distillati, visita guidata al museo d’impresa “Il futuro nella memoria”. L’evento è gratuito. Per informazioni telefonare allo 0425-754342.

FRATTA POLESINE VIAGGIO NELLA PSICHE CON IL MEDICO DE RITA (M.Sca.) Renato De Rita, medico e psicoterapeuta, ospite del gruppo culturale e di ricerca Il Manegium, per la presentazione del suo libro intitolato “La valigia”. Incalzato dalle domande della moderatrice Valeria Gotti, neo eletta presidente del Manegium, De Rita ha risposto a domande e dubbi del pubblico. Interessante il concetto della giusta distanza e il consiglio di cercare di vivere il presente, guardando la realtà che ci circonda, senza voler sempre esprimere giudizi. La valigia è il simbolo di quel viaggio che tutti percorriamo.. Il messaggio è viaggiare leggeri con la consapevolezza che dentro di noi possiamo trovare le risorse necessarie per affrontare le avversità. Alla fine De Rita ha partecipato alla visita guidata per il paese, insieme ad altri ospiti, organizzata dal socio Paolo Sicchiero.

VILLANOVA DEL GHEBBO PREVISTA LA COSTRUZIONE DI NUOVI LOCULI

PRO LOCO Un momento della serata conviviale dell’associazione cui hanno partecipato centosessanta persone

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(E.Fus.) I loculi nel cimitero del capoluogo non bastano più. L’amministrazione ha deciso di realizzarne di nuovi in una parte del cimitero ancora libera per una spesa di 39985 euro, interamente a carico del bilancio comunale 2019. I lavori saranno eseguiti dalla ditta Cuccato Srl dii Villanova del Ghebbo che ha presentato un preventivo di 36350 euro.


34 Provincia VICENZA

IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 11 Aprile 2019

ALTOPIANODI ASIAGO EDEISETTE COMUNI

ENEGO. LaProtezionecivile hadeliberato l’assegnazionedell’importo perfavorire la ricostruzionee lasicurezzaidrogeologica delpaese

Stanziati2,5milionicontrole frane Boscardin:«Interverremo sufognature, alvidei torrenti,muridicontenimento, scarichiestrade» Bottacin:«Rispostetempestivedopo ilmaltempo» Gerardo Rigoni

Quasi due milioni e mezzo di euro per la ricostruzione e la sicurezza idrogeologica di Enego dopo il terribile smottamento del giugno 2017 che ha invaso con acqua e fango case e contrade nella zona a valle del paese. I fondi provengono dalla Protezione civile nazionale e l’assegnazione è stata deliberata con un’ordinanza specifica che permetterà l’apertura di nuovi cantieri per la riduzione del rischio residuo idrogeologico e per la implementazione della resilienza delle strutture di servizio nel territorio di Enego. I 2 milioni e 488 mila euro assegnati, e confermati ieri dalla Protezione civile regionale, sono comprensivi di un

Erail25giugno 2017quando untemporale violentissimo hadevastato lacontradaFosse

primo finanziamento già deliberato di 460 mila euro per la messa in sicurezza del condotto fognario che era letteralmente esploso a causa della pressione dell’acqua scesa a valle. Era il 25 giugno del 2017 quando tutto l’Altopiano è stato interessato da un temporale violentissimo. Particolarmente colpito Enego, dove la stazione meteo posta al forte Lisser ha registrato alle 7 di mattina 41 mm di pioggia in meno di un ora. Alle 7.30 di mattina il terreno non è più riuscito a smaltire l’acqua che, scorrendo verso valle e trascinando ghiaia e fango, si è incanalata nel sistema di recupero delle acque meteoriche e nella fognatura. La pressione e la quantità d’acqua sono stati tali da far saltare i tombini e scaricando acqua, fango e detriti sulle contrade Galvan, Fosse di Mezzo e Fosse di Sotto. Nonostante gli ingenti danni alle case e alle auto, nessuno è rimasto ferito e alle 8 di mattina tutto il paese era già impegnato a soccorrere i concittadini. «Questi fondi sono destinati a vari interventi che abbia-

mo indicato alla Regione dopo l’alluvione - spiega il sindaco di Enego, Ivo Boscardin -. Sono lavori assolutamente necessari per la messa in sicurezza del paese da altri eventi meteorologici che eventualmente potranno capitare». Con le nuove risorse messe a disposizione sarà completato l’intervento sul sistema di scarico delle acque piovane sia nel tratto tra Fosse di mezzo e Fosse di Sotto sia nella zona tra Fosse di mezzo e Fosse di Sopra, per un importo di 1 milione e 688 mila euro. Inoltre ulteriori 460 mila euro sono stati erogati per la sistemazione della viabilità delle contrade colpite e la messa in sicurezza delle strade di collegamento tra le contrade e la provinciale Valgadena. «Interverremo sia sulle condotte fognarie sia sugli alvi dei torrenti danneggiati dalla massa d’acqua che ha colpito la zona a valle del centro storico - prosegue Boscardin -. Poi per la viabilità c’è la necessità di intervenire sui muretti di contenimento, sui fondi delle carreggiate e sugli scarichi in modo di ripristinare quanto è stato rovinato in poche ore due anni fa».

L’assessoreregionaleBottacin

Lafranache ha provocato danniingentia FossediEnego

Lafuria dell’acquaha trascinatoavalle ancheun’auto

«L’ordinanza di finanziamento della Protezione civile nazionale - sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin - conferma il nostro massimo impegno e l’attenzione verso i Comuni che sono stati colpiti da eventi eccezionali anche prima dello scorso anno. Continuiamo a lavorare per sostenere i Comuni, soprattutto quelli montani e quelli colpiti dalle avversità atmosferiche più rilevanti: attenzione precisa e risposte tempestive per essere a fianco degli amministratori locali». • © RIPRODUZIONERISERVATA

L’INIZIATIVA

Confermata la gara di corsa organizzata dalla“Lem” “Siamo più forti di quello che è successo”. Con questo slogan l’organizzazione della gara podistica LaEnegoMarcesina ha confermato lo svolgimento della competizione nonostante l’estensione dei danni ai boschi lungo il percorso tradizionale della manifestazione. La sesta edizione della gara si terrà il 21 luglio con vari eventi collaterali per accoglieranno runner e accompagnatori fin dal venerdì sera nel centro storico di Enego. Chiaramente LaEnegoMarcesina di quest’anno sarà particolarmente sentita e si sta già elaborando un nuovo percorso e un nuova base logistica per garantire la sicurezza senza trascurare la spettacolarità del territorio. Pochi giorni fa l’organizzazione ha incontrato le autorità e le forze dell’ordine per valutare la possibilità di realizzare l’evento analizzando le difficoltà causate da quanto accaduto a ottobre. L’amministrazione comunale, col sindaco Ivo Boscardin e il consigliere Fabio Cerato, la protezione civile, gli alpini e le associazioni coinvolte negli eventi organizzati dalla “Lem” hanno confermato la loro collaborazione. Così come le forze dell’ordine e i Comuni altopianesi e trentini. • G.R. © RIPRODUZIONERISERVATA

SOLIDARIETÀ. Party condonazionedella famigliaRossiad Asiago

Brevi

SANITÀ. Dopoil pensionamento delladottoressaCristina Smiderle

«Gliimprenditorisi impegnino perl’ambiente»

ASIAGO TORNEODI BOWLING ALVIALASTAGIONE Domani dalle 20.30 al Bowling Rendola si darà il via alla stagione agonistica con un torneo aperto a tutti. Le iscrizioni devono pervenire all’organizzazione entro le 20.30 della sera stessa versando il costo d’iscrizione di 20 euro. I partecipanti disputeranno sei partite e la somma dei punti decreterà il vincitore.

Ilrepartoèconsiderato un’eccellenzanel Veneto

Lafesta della “Zaitex” aiutala ricostruzione Festeggiare i 45 anni di fondazione della Zaitex, azienda di Dueville di ricerca, sviluppo e fornitura di coloranti e prodotti chimici ausiliari per il mondo tessile, e nello stesso tempo lasciare un segno della propria filosofia legata alla ecosostenibilità aiutando i boschi danneggiati dell’Altopiano. È quanto hanno voluto fare Luisa, Marco e Silvia Rossi, figli del fondatore della Zaitex, Lino Rossi, donando 4 mila euro all’Amministrazione comunale di Asiago per sostenere il ripristino boschivo. La cerimonia di consegna sia è tenuta al Meltar Golf Resort di Asiago durante la “festa di compleanno” della ditta vicentina organizzata dalla curatrice di eventi Monika Dal Maso per coinvolgere dipendenti e collaboratori e ribadire la filosofia aziendale, che punta a una «imprenditoria del settore chimico eco-friendly», come ha spiegato Marco Rossi. «Tutto il mondo industriale si trova ad affrontare le logiche di sostenibilità - ha proseguito -. Quello che è successo nel Veneto ad ottobre è la dimostrazione più palese dei cambiamenti climatici in atto e noi come imprenditori dobbiamo fare la nostra par-

Lafamiglia di imprenditori con ilsindacoRoberto Rigoni Stern

te per invertire la rotta. Anche alla Zaitex ci siamo chiesti come fare impresa e nello stesso tempo non incidere negativamente sull’ambiente: tra le iniziative c’è questo aiuto verso i boschi che sono, per noi vicentini e veneti, il luogo dove troviamo ristoro e serenità, beneficio che devono avere anche i nostri figli e i figli dei nostri figli». «L’auspicio è che anche altri colleghi seguano il nostro esempio ha aggiunto Luisa Rossi -. Nostro padre ha sempre adorato le montagne e l’Altopiano. È qui che ci ha insegnato l’importanza della natura. Se og-

gi riusciamo a mostrare ai nostri collaboratori cosa è successo ai boschi e loro lo trasmetteranno ad altri, forse riusciremo a creare una rete per aiutare i boschi e ripristinarli per le nuove generazioni». «È davvero emozionante constatare quanto i nostri boschi siano percepiti come un patrimonio di tutti - il commento del sindaco Roberto Rigoni Stern nel ringraziare la Zaitex -. Questo affetto e questa energia ci dà grande determinazione nella ricostruzione». • G.R. © RIPRODUZIONERISERVATA

ASIAGO CONCERTO DEL“SOCIALDAY” Sabato alle 21 al Grillo Parlante di Asiago si terrà un concerto per finanziare i progetti del Social Day. La serata vedrà sul palcoAnna Benetti. Miriam Bortoli, Caterina Ceola, Letizia Gios, Maria Pangrazio, Anna Rigoni, Marianna Rigoni, Gaia Stella e Virginia Siviero per illustrare i vari progetti. LUSIANACONCO ESCURSIONE LETTERARIA “RITORNOALFRONTE” Sabato, con ritrovo alle 15 nel parcheggio Monte Corno, il Museo diffuso di Lusiana propone un’escursione letteraria sui luoghi della Grande guerra con la partecipazione dei rievocatori storici “Caimani del Piave”. L’itinerario è di media difficoltà e durerà circa 2 ore. Per info, telefonare allo 0424 407264.

Unitàdiriabilitazione Scapin nuovo primario Dopo la nomina del primario di ortopedia, andata al dott. Lorenzo Bertolin, e dopo la nomina di quello di medicina generale, andata al dott. Massimo Marchetti, all’ospedale di Asiago arriva un nuovo primario. È il dott. Mario Scapin, che guiderà l’unità complessa di recupero e riabilitazione funzionale. Il medico riabilitativo originario di Schio è già un volto noto sull’Altopiano, avendo prestato la sua opera prima all’Istituto di riabilitazione neurologica ed ortopedica di Mezzaselva di Roana e poi, dopo una breve parentesi all’ospedale di Bassano, dal 2009 nel nosocomio di Asiago. Laureatosi in medicina e chirurgia all’Università di Padova, dove ha ottenuto anche la specializzazione in medicina fisica e riabilitazione, Scapin ha lavorato quasi senza interruzione per quella che all’epoca era l’Ulss 3 Bassano. Dal suo incarico all’ospedale altopianese nel 2009, Scapin collabora anche con l’Università degli Studi di Verona in qualità di correlatore di tesi di laurea specialistica ed è docente di riabilitazione generale. Inoltre, ha preso parte come relatore a numerosi congressi medici ed è sta-

Ilnuovo primario Mario Scapin

to autore di una trentina di articoli e altre pubblicazioni scientifiche. Scapin già copriva il ruolo di primario facente funzioni dal luglio scorso, in seguito al pensionamento della dottoressa Cristina Smiderle, direttore dell’unità operativa complessa in precedenza situata a Bassano. Ieri poi è giunta la conferma di Scapin alla guida del reparto altopianese dopo che una procedura di selezione lo ha ritenuto il candidato più idoneo per questa figura professionale. L’Unità operativa comples-

sa recupero e riabilitazione funzionale dell’ospedale di Asiago conta pazienti non solo dal territorio circostante ma anche dalla Pedemontana e da fuori Ulss, facendo del reparto una di quelle eccellenze ritenute essenziali per il plesso ospedaliero, tanto più con l’apertura della nuova struttura sempre più vicina. Con la nomina di Scapin, l’Ulss 7 ha completato la dotazione di primari previsti per l’ospedale altopianese, che ora può riprendere la sua completa funzionalità. • G.R. © RIPRODUZIONERISERVATA


16 Cronaca

L'ARENA

Mercoledì 10 Aprile 2019

Lacapitaledelvino

Temie approfondimentidellamanifestazione

Cookingshow conJoeBastianich

Cooking show protagonisti a Vinitaly,apartiredall’appuntamentoin apertura salone Italian Wine in the Russian Market. Un talk e cooking show con il giudice di MasterChef

ItaliaJoeBastianichchehaconversato con Aram Mnatsakanov, conduttore di Hell’s Kitchen Ucraina, sulmercatorussoearbitratolasfida di cinque studenti del Cfp Man-

fredini di Este, che hanno preparatouncrudodiscampidaabbinarea un vino selezionato tra quelli della Bastianich Winery, la cantina di famigliadelrestaurant man. S.A.

IDATI. Ilrapporto presentato dalministro Centinaio,daldirettore diVeronafiere Mantovani, da Enit,Mtvedall’autrice

Enoturismo, cresce il fascino deiterritoridelvinoitaliani Il23%dei 5.500intervistatidichiaradi averfattoalmeno unavacanza in questi luoghi: quota in aumento. Boom di giovani vignaioli under 25 Valeria Zanetti

La vacanza tra cantine e vigne conquista dentro e fuori i confini nazionali. Il nuovo decreto sull’enoturismo dà gambe ad un settore in crescita, che ha ulteriori margini di sviluppo. Le cifre le snocciola Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere che ieri, a Vinitaly, con il ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, il direttore esecutivo Enit, Giovanni Bastianelli, il presidente del Movimento turismo del vino, Nicola D’Auria e Roberta Garibaldi, autrice del «Rapporto sul turismo enogastronomico italiano», ha evidenziato le potenzialità dell’offerta di viaggi alla scoperta dei paesaggi vitati d’Italia. «Il 23% degli italiani dichiara di aver fatto almeno una vacanza o escursione in un territorio del vino», esordisce Mantovani, che rende noti i risultati dell’indagine “Gli italiani e il vino“, realizza-

Semprepiùnumerosi gli appassionatidi vinoe gli enoturisti ENNEVI

ta da Vinitaly con l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su un campione di 5.500 intervistati tra i 18 ed i 73 anni. «L’enoturismo piace al punto che solo il 18% esclude la possibilità di una enovacanza nel prossimo futuro. I più attratti sono i residenti nelle grandi città, in particolare a Milano. Tra le mete più ambite, stravince la Toscana, con il 27% delle preferenze,

orientate al Chianti e Siena, poi il Piemonte con le Langhe e l’Astigiano (12%), i vigneti del Veneto (9%) e della Sicilia (7%). Buone le quote anche per Friuli, Trentino e Puglia, al 5%», illustra. L’enoturismo serve anche a conoscere e acquistare il vino: è al secondo posto tra i criteri di scelta degli italiani, dietro al consiglio di amici e familiari e prima delle indicazioni di

sommelier e negozianti. «Con il decreto abbiamo messo in rete una produzione di pregio con un paesaggio e una storia da raccontare. Abbiamo contribuito ad includere le aree rurali nel percorso di crescita turistica del Paese», aggiunge il ministro. «Il testo è un punto di partenza che ha bisogno di chiarimenti», fa presente D’Auria; «chiediamo che le cantine diventino mete turistiche segnalate in bordeaux nella cartellonistica stradale, passaggio che necessita di un correttivo al Codice della strada. E riconoscimento per la nostra associazione che diventi di riferimento istituzionale». «Il ministro Centinaio ha fatto un buon lavoro, magari si potrà perfezionare in futuro ma direi che la base c'è», valuta il presidente del Veneto Luca Zaia. L’enoturismo italiano può crescere anche tra i turisti provenienti dall’estero. «Enit con le sue 29 sedi oltreconfine contribuirà alla promozione. Gli

stranieri in arrivo in Italia continuano ad aumentare e la quota di chi ha prenotato una vacanza in vigna è in aumento del 5%», assicura Bastianelli. «La meta non è più esclusivo appannaggio del turista di fascia alta. Ora incontra anche il gradimento dei giovani o di chi ha redditi medi», afferma Garibaldi. Tra le esperienze più richieste, «cenare nei vigneti a lume di candela, parlare con l’enologo che ha creato un vino o farsi raccontare la storia dell’azienda agricola dai proprietari». Alla cantina gli enoturisti chiedono «più informazioni, anche online e fruibilità in orari di visita certi», conclude. Il decreto intercetta queste istanze e prevede l’apertura minima di tre giorni alla settimana, strumenti di prenotazione online, degustazioni in calici di vetro, abbinate ad assaggi di prodotti agroalimentari. E da Coldiretti arriva un’analisi: con un aumento del 38% nell’ultimo anno è boom per i vignaioli della Generazione Zeta, i ragazzi under 25 che hanno scelto il vino per realizzare il proprio sogno imprenditoriale. • © RIPRODUZIONERISERVATA

L’annuncio

Ocm,inarrivo12milioni perleaziendevenete suimercatiextra-Ue «Nelleprossimesettimane saràpronto il bandoveneto per lagestione dellerisorse messe adisposizionedall’Ocm vino PaesiTerzi,con la finalitàdi incentivareleaziende vitivinicolelocalia conquistarsi spazidimercato crescentisulle destinazioniextra Ue,in particolarenell’Estremo Oriente».Loannuncia l’assessoreregionale all’agricolturaGiuseppe Pan,a Vinitaly.Il ministro alle Politicheagricole, Gian Marco Centinaio,haspiegatoieri di averdestinato con il decreto numero3893del 4aprile scorsopoco piùdi100 milioni perla promozionesui Paesi terzi.Il Veneto, primaregione vinicolad’Italia,riceveràil contributopiùcorposo eparia 12,5milionicirca, tallonato da SiciliaePuglia. La dotazioneè peril 30% gestitadal Mipaaft eperil restante70% dalle Regioni. «Abbiamovolutovelocizzare l’emanazionedel provvedimentorispetto allo scorsoanno(quandola pubblicazionearrivòil 30 agosto,dopoche lamaggior partedelleimprese aveva già programmatoesvoltole

L’assessoreGiuseppe Pan proprieiniziative, ndr)enel2020 cercheremodi essereancorpiù veloci»,assicuraCentinaio. I progettipossonoessere nazionali, regionaliemultiregionali, presentatidaorganizzazioni professionalietra imprese, consorzidi tutela,singole aziende perun importo massimofino a 3 milioni.Complessivamenteil budgetper il programma nazionaledi sostegnoal settore delvinoper il 2019-2020 ammontaadoltre300milioni. Per favorireil pieno utilizzodeifondi, il programmaprevede anchechele risorseeventualmente non utilizzatesarannoripartite tra RegionieProvinceautonome capacididistribuireper interole assegnazioni. Va.Za.

COMUNICAZIONE. Su sito«larena.it»la piattaformaphotostreamdiMaxfone:edizione«storica» PROGRAMMAFAO. Alviai lavoridel Comitatodigestione del Giahs

Social,VinitalybatteProWein Coinvolti13sindaci Recordsu TwittereInstagram nellatuteladel Soave Itweetsono stati21.507intre giornicontroi 7.500 dellafieradiDüsseldorf. Condivise 21mila foto Manuela Trevisani

Winelover, VinitalyTasting, Instagood, Redwine. Sono tantissimi gli hashtag utilizzati sui social per parlare del Vinitaly 2019, che in soli tre giorni ha già superato ogni record a livello social. A certificarlo è l'azienda veronese Maxfone, specializzata nell'analisi dei big data, che ha monitorato i contenuti, le foto, gli articoli pubblicati sul web relativi al Vinitaly 2019. Una grande mole di foto condivise sui social visibili nell’area «photostream» del sito de «larena.it» e sul mobile de L’arena. NUMERIRECORD. I numeri so-

no esorbitanti. Oltre 21mila i tweet (di cui 8mila foto) per 9.500 utenti che hanno interagito, 23mila i post su Instagram (18mila foto), con oltre 40mila hashtag correlati a quello ufficiale. «Questi numeri pongono il Vinitaly tra gli eventi top a livello nazionale», spiega Paolo Errico, amministratore delegato di Maxfone. «Sicuramente si tratta del Vinitaly più grande della storia: gli organizzatori lo avevano annunciato e noi lo stiamo riscontrando anche online, perché sta riscuoten-

Lapiattaforma photostreamdelportale Vinitalysuwww.larena.it

PaoloErrico: «QuelladiVerona siconferma lamanifestazione numerouno disempreinItalia» PaoloErrico(Maxfone)

do un grande successo». Ma vediamoli nel dettaglio. I tweet sono stati 21.507 in soli tre giorni per 9.500 utenti che hanno interagito, a fronte dei 7.500 tweet di Prowein, la fiera del vino che si è tenuta a Düsseldorf lo scorso marzo e ciò dà l'idea della dimensione social del Salone scaligero del vino. Su Twitter a farla da padroni sono il Prosecco, il vino più decantato, ma anche «cheers», l'espressione più utilizzata prima di assaggiare un buon calice di vino, e «coccole».

Consegnatala targache definisce ilpianod’azione

INSTAGRAM SU TUTTI. Su In-

Ipartecipanti alla consegnadellatarga dellaFaoche definisce gliimpegni delprogettoGiahs

stagram, social meno «professionale» e più utilizzato dalle nuove generazioni, i post sono stati oltre 23.628 con 40.888 hashtag correlati a quello ufficiale, come #winelover, #vino, #winetasting, #wineporn, #winestagram e molti altri. Interessante anche l'analisi degli articoli pubblicati sul web, quindi al di fuori dei canali social. Complessivamente i post sono stati 5.400 tra marzo e aprile, anche se il vero exploit ha interessato gli ultimi giorni: solo domenica gli articoli sono stati 750 e lunedì 880. Le parole più digitate riguardano soprattutto l'ambito politico ed economico: al primo posto Coldiretti, seguita da Salvini, Conte, governo, regione, Sicilia, Calabria, Veneto, e così via. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Con la consegna della targa degli 8 punti del piano d’azione, è iniziato il lavoro del Comitato di Gestione del sito Giahs (Globally Important Agricultural Heritage Systems, ovvero i Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale) «Vigne Tradizionali del Soave», composto da rappresentanti di amministrazioni comunali, associazioni di categoria e Consorzio di tutela. I 13 sindaci del territorio, si legge in una nota del Consorzio di tutela del Soave invitati all’anteprima di Vinitaly and the City a Soave hanno ricevuto la targa del riconoscimento della Fao e l’elenco degli impegni che come amministratori hanno il compito di assolvere per la conservazione del sito Giahs, sistema del Patrimonio agri-

colo di Rilevanza Mondiale. «Il risultato è una vittoria di tutti e la conservazione è una responsabilità di tutti». Con queste parole Sandro Gini, presidente del Consorzio, ha chiesto ai soggetti coinvolti di far parte del comitato di gestione delle «Vigne Tradizionali del Soave», patrimonio agricolo globale. Compito del comitato, si legge nella nota, è vigilare e attivare le misure necessarie, a seconda delle competenze, per mantenere e innovare il territorio. Dall’introduzione di soluzioni meccaniche per la viticoltura eroica a una più attenta gestione delle acque, dalla sistemazione delle strade tra i vigneti a proposte per la promozione turistica. L’intento è portare il Soave a essere sistema sempre più

attrattivo per i turisti ma anche per investimenti strutturali, che possono trovare nel territorio una nuova frontiera: produzione di vini bianchi di qualità, paesaggi e una proposta di ecoturismo in crescita continua in termini di arrivi e presenze che nel 2017, hanno segnato +6% rispetto al 2016 con spazi di incremento. Il riconoscimento «comporta un forte impegno nei confronti di tutti i cittadini», afferma nella nota Gaetano Tebaldi, sindaco di Soave, «Il lavoro sinergico che stiamo facendo assieme agli altri sindaci del territorio sul fronte della sostenibilità ambientale, con l’introduzione nei nostri regolamenti di normative relative ai prodotti fitosanitari va in questa direzione». •


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