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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO
NZ_03882
NZ_03882
Martedì 9 Aprile 2019
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
COSTIDELLA POLITICA. Si va versouna legge quadro da votare a maggio
Arrivalanorma taglia-pensioni agliex consiglieri ÈstatoilVenetoacoordinare ilavori nazionali pertrovareun’intesacol Governo sullariduzione Cisaranno cali dal10 al30%negliassegnimensili Piero Erle
Sarà di sicuro battaglia davanti ai giudici, ma intanto il Veneto è stato di nuovo protagonista di una battaglia taglia-costi della politica a livello nazionale: la riduzione di tutti i vitalizi (in gergo “pensioni politiche”) degli ex consiglieri regionali, con cifre che dovrebbero calare dal 10% al 30%, a seconda dei
singoli casi. La svolta storica, come noto, è giunta la settimana scorsa con l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni. «In Italia ci sono 20 sistemi diversi di trattamenti» premette il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che è stato il coordinatore a livello nazionale in rappresentanza di tutti i Consigli regionali, mentre per le Giunte c’era il vicepresidente del Piemonte. «Il lavo-
“
Danoitagli minori:sifacevano giàversare contributidirilievo aiconsiglieri ROBERTOCIAMBETTI PRESIDENTECONSIGLIO REGIONALE
ro grosso è stato armonizzare questi 20 sistemi. Il legislatore nazionale ci diceva “fate come è stato fatto per Camera e Senato”, ma era una soluzione impraticabile dal punto di vista normativo». Le Regioni hanno fatto una loro contro-proposta: c’è stata una lunga trattativa con il Governo (specie il lato “grillino” col ministro Riccardo Fraccaro) e «alla fine siamo riusciti a raggiungere un’intesa concordando con il “Governo” alcuni paletti da inserire nella normativa» spiega Ciambetti che era al tavolo della trattativa forte del lavoro di analisi tecnica e approfondimento fatto dalla struttura del Consiglio regionale veneto. LEGGE-QUADRO. Sono ancora
i tecnici veneti ora a lavorare
Dall’Aiv
Premio“Buone pratiche” alConsiglio
Um’immaginedi unariunionedelConsiglioregionale cherisaleal2003. ARCHIVIO
assieme a Ciambetti per l’ “ultimo miglio” dell’intesa: «Adesso si sta scrivendo una legge-quadro che vada bene per tutte le Regioni e mercoledì 17 aprile la approveremo nella Conferenza dei Consigli regionali. Poi entro fine maggio ogni Regione dovrà approvarla nel suo Consiglio. La legge nazionale prevedeva di fissare il termine ultimo allo scorso 30 settembre, ma ci sono state difficoltà nel cammino per individuare una proposta condivisa per cui abbiamo rifissato il termine al 30 maggio». COSA CAMBIA. In Veneto, co-
me noto, era stato già deciso e applicato un “contributo di solidarietà”, cioè taglio per tre anni di circa il 10% dei vitalizi assegnati ai consiglieri regionali. Adesso invece scatterà un taglio medio che va dal 10% al 30%, proporziona-
to in base a quanto ciascuno aveva effettivamente versato come contributo per il vitalizio: è la cifra effettiva che ogni consigliere aveva versato, infatti, che farà da base per il ricalcolo della cifra che gli spetta. Sono in tutto 242 assegni mensili, che vanno al momento dai 1400 euro circa a un massimo di poco più di 4 mila euro. Come noto, ci furono ricorsi in massa di ex consiglieri contro il “contributo di solidarietà” ma i giudici non lo annullarono proprio perchè era temporaneo: adesso sarà tutto da vedere. Un discorso a parte però, all’interno dei 242 assegni va fatto per le quasi 50 vedove che incassano un assegno di reversibilità del vitalizio di ex consiglieri deceduti: per loro la cifra non sarà toccata. RISPARMIO. Per la Regione, si
calcola, il risparmio sarà di 1,8-2 milioni di ero l’anno, ma a livello nazionale si mira a un risparmio di 150 milioni. «Va detto che il Veneto avrà tagli minori - sottolinea Ciambetti - perché ha sempre fatto versare già un contributo sostanzioso ai singoli consiglieri. In altre Regioni i tagli saranno ben più consistenti». Il Consiglio regionale, come detto, deve votare la norma entro fine maggio, il che probabilmente significa che lo si farà dopo le elezioni europee del 26 maggio. I ricorsi regionali, già preannunciati, potranno scattare solo dopo l’approvazione della legge. «Certo, ci aspettiamo ricorsi: starà a noi - conclude Ciambetti - votare una legge più solida possibile». Tutto fermo invece per gli attuali consiglieri regionali: sono già a “regime contributivo”. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Laconsegna delpremio VENEZIA
IlConsiglio regionaleveneto, rappresentatodal segretario generaleRobertoValente, ha ricevutodall’Aiv-Associazione italianadivalutazioneil premio “Buonepratiche nellaPubblica amministrazioneper il 2019” assegnatoquest’anno per la primavolta -ricorda unanota al22° Congressonazionale dell’associazionechesi èsvolto all’UniversitàIuav diVenezia.Il Consiglioèpremiato «peraver intesoinsenso plurale il concettodiutenza,distinguendolatra interna edesterna ai finidelmiglioramento della performance dell’organizzazioneedellesue struttureinterne». La referenteperla candidatura è statala dirigente PaolaRappo, allacerimonia ancheSara Carraro(Oiv).
IL SONDAGGIO. Dopo il presidente veneto il podio è tutto leghista. Ma solo altri due risultano in crescita: Toti e Zingaretti
Governatori, Zaia è 1°: «Vince il team» Sovrastatuttigli altri col 62%del gradimento:«Il riconoscimentoè aGiunta, Consiglio,tecnici regionali» È il presidente del Veneto Luca Zaia il vincitore del “Governance Poll 2019”, la classifica sul gradimento degli amministratori stilata dall’Istituto demoscopico “Noto Sondaggi” e pubblicata dal “Sole24Ore”. Zaia balza al 62% del gradimento, con un incremento dell’11,9% rispetto al giorno delle elezioni e raggiunge livelli inaccessibili
agli altri. Il tutto, va detto, a un anno dal voto in Veneto al quale ha annunciato di volersi presentare ricandidato. Il podio del resto è tutto leghista: al 2° e 3° posto il presidente del Friuli VG Massimiliano Fedriga, medaglia d’argento con il 51,1% (con un calo però del 6% rispetto al risultato elettorale di un anno fa), e medaglia di bronzo al lombardo Attilio Fontana (49,2%, in leggero calo del -0,6% rispetto al voto 2018). Per Zaia, che sta vivendo il suo 10° anno da presidente veneto, ormai è un’abitudine
essere in vetta al consenso tra i governatori. Appena giù dal podio ci sono altri due esponenti del centrodestra però appena eletti: Marco Marsilio (48%) in Abruzzo e Cristian Solinas (47,8%). Il primo presidente di centrosinistra è Stefano Bonaccini, dell’Emilia-Romagna: col 44,2% cala del 4,8% rispetto all’elezione. Lo segue Enrico Rossi della Toscana al 42,6% (-5,4%). Entrambi peraltro sono in scadenza e affrontano quest’anno le elezioni. Il presidente della Liguria Giovanni Toti, forzista “ribel-
le”, si piazza 8° col 39,2% (+4,8% rispetto al voto di 4 anni fa). Lo segue il governatore del Lazio Nicola Zingaretti con il 38,8% e un incremento del 5,9% rispetto al voto. Proprio Zaia, Toti e Zingaretti sono gli unici tre presidenti che aumentano consenso rispetto alla loro elezione. «Il Governance Poll del 2019 - commenta il direttore Antonio Noto - rispecchia anche le tendenze a livello nazionale in vista delle elezioni europee: il dato politico è che per la prima volta i 5 presidenti in cima alla classifica so-
no tutti appartenenti ad una unica coalizione, il centrodestra» (ii 5Stelle non hanno governatori). E Luca Zaia commenta: «Il riconoscimento che arriva oggi è alla squadra: Giunta, Consiglio, tecnici regionali. Immagino che il gradimento della gente derivi da questo, dalla percezione del lavoro di noi tutti per i loro problemi». «Lo dico sempre - prosegue che da soli magari si va più forte, ma in squadra si fa più strada, quindi grazie a tutti i componenti di questa squadra, e ai cittadini che hanno
LucaZaia
NicolaZingaretti
capito come ci muoviamo ed esprimono in questo modo il loro apprezzamento. A volte bisogna saper rischiare e buttare il cuore oltre l’ostacolo, perché la gente vuole che gli amministratori che ha eletto facciano le cose che dicono, magari anche incappando in qualche errore. Il favore degli elettori fa piacere ma deve prima di tutto essere lo stimolo a fare di più, a lavorare pancia a terra. Abbiamo in corso la madre di tutte le battaglie, che è l’autonomia, sulla quale i veneti si sono espressi compatti condividendo una sfida che io ho proposto: essere tutti per l’autonomia della nostra regione, al di là degli schieramenti politici». • © RIPRODUZIONERISERVATA
L’INCONTROA VERONA. MaMeloni punzecchia:«Rinvieranno tutto adopo le elezionieuropee».E Conte sidifende:«Ci lavoriamocon leCamere»
«Autonomia,DiMaio rispettailreferendum» Zaia:«Gli sono gratodi questo,c’èil suoimpegno, comequello del premier,a fare la riforma per i veneti» VERONA
«Benvenuto presidente Conte, le ricordo l’autonomia...». Sembra come sempre una sorta di terza Camera, il Vinitaly a Verona, e il governatore veneto Luca Zaia è un’immancabile sacerdote della cerimonia che vede giungere al tempio tutti i leader politici nazionali. Quale migliore oc-
casione per ricordar loro - ovviamente con toni più che amichevoli suggeriti dalle bollicine e dai vini in vetrina - che cosa vuole il Veneto? Così domenica ha potuto Zaia ha potuto accogliere a sorrisi il premier Giuseppe Conte senza dimenticarsi di mettergli davanti quella frasetta che “vale” una delibera di Consiglio dei ministri, un esame in Parlamento, una firma d’intesa Stato-Regione e poi il voto a maggioranza assoluta delle Camere. Se tutto va liscio, ovviamente. E ieri il governatore veneto ha potuto porre lo stesso tema a chi guida la par-
te più fredda del Governo sul tema autonomia, i 5Stelle con il loro leader Luigi Di Maio (che ieri ha fatto pace col sindaco scaligero Federico Sboarina dopo la querelle sulle famiglie). Di Maio ai giornalisti ha detto: «L’autonomia si deve fare e noi saremo garanti in questo processo della coesione nazionale che credo vogliano anche i veneti, i lombardi e tutte le altre regioni che la stanno chiedendo». Ma a Zaia ha detto di più: «Così come domenica il premier, anche Di Maio ha detto che i veneti avranno la loro autono-
mia, e di questo impegno l’ho ringraziato. A Di Maio ho ricordato che la richiesta di autonomia non è un semplice fatto identitario, ma qualcosa di ancora più profondo, qualcosa che ha portato a votare 2 milioni 328 mila veneti. Del vicepremier mi è molto piaciuto il riferimento alla necessità di rispettare la volontà popolare espressa con il referendum. Una frase di cui sono grato, un impegno che mettiamo in cornice». A punzecchiare invece è Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia: «Sull’autonomia la posizione FdI è sem-
GiorgiaMeloni alVinitaly
PaceieritraSboarina eDi Maio
pre la stessa»: sì, col presidenzialismo. «È quella del Governo che continua a cambiare e ancora non si è capito cosa intendano fare. Vedrete che anche questo tema verrà rimandato a dopo le europee». E il premier Conte, ieri a Milano: sull’autonomia i tempi dipendono «dalla modalità di interlocuzione con il Parlamento. Siccome è il Parlamento che cede, in qualche modo, le sue competenze è impensabile coinvolgerlo soltanto nell’ultimo miglio, ponendolo di fronte all’alternativa “accetti o rifiuti” la proposta e l’intesa. Ci stiamo lavorando con i presidenti delle Camere. Non per ritardare il processo, ma proprio a garanzia del successo del procedimento». • P.E.
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MARTEDÌ 9 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
VENETO ECONOMIA
La grande partita delle multiutility
Asco, ottanta milioni per gli ex soci È la somma totale da pagare a chi ha esercitato il diritto di recesso. Cda il 17 aprile, l’assemblea si terrà il 23 PIEVE DI SOLIGO. Ottanta milioni di euro. È la somma che Ascoholding, casa madre dell’utillity di Pieve di Soligo dovrà versare ai soci – pubblici e privati – che hanno esercitato il diritto di recesso su 28,279062 milioni di azioni. Il residuo è di 41,945221 milioni di azioni, pari al 29,96% del capitale sociale, acquistate dalla società a fronte del pagamento del valore di liquidazione ai soci recedenti e, quindi, annullate. Ben 50 milioni arriveranno da un finanziamento bancario che il cda della casa madre proporrà ai soci il 17 aprile in
un’assemblea straordinaria. E 30 dal dividendo straordinario che la quotata Ascopiave distribuirà il 23 aprile, sempre in assemblea. Ben 18 soci hanno esercitato il recesso parziale: 17 comuni e la cordata privata di Plavisgas, che scende dall’8,62 % allo 0,5%, ricevendo una liquidazione superiore ai 45 milioni. Fra i comuni, spiccano Spresiano e Trevignano, fra i comuni leader del fronte dei sindaci ribelli, che contestano la gestione della holding sia rispetto alla legge Madia sia rispetto alle strategie E sarà pioggia di soldi sui comuni che hanno scelto
di capitalizzare uscendo del tutto o in parte. Spresiano, come Mareno e Giavera, avrà una contropartita di 14,8 milioni, nel concambio con azioni Ascopiave (1,25:1 rispetto alla casa madre), e per il saldo da 3,75€, base delle liquidazione, a 4,07€ /azione , strappato con il il ricorso dA alcuni comuni soci. Cison e Follina ne avranno 7. Mentre 61 comuni non hanno esercitato alcun diritto (a meno di sorprese dalla posta, la scadenza era il 5 aprile)), escono del tutto 11 comuni, come i soci privati friulani di Bluenergy: Arcade, Borso,
Un’assemblea di Ascoholding
Il presidente Della Giustina risponde agli attacchi di Marchi su statuto, recesso e linee finanziarie E sulla scelta di cedere il ramo vendite rinvia ogni decisione alla chiusura della liquidazione
«Ora società pubblica al 99,5% Holding territoriale più coesa» L’INTERVISTA
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ella Giustina, lei è il presidente della holding che controlla Ascopiave. Marchi chiede a Zaia e ai sindaci di bloccare la vendita di Ascotrade e di creare una holding veneta, o triveneta. «Oggi siamo concentrati unicamente nel concludere il riassetto della Holding. Il resto lo valuteremo a tempo debito». Sempre Marchi parla di statuto monstre, invocando il ritorno al vecchio e bloccando il recesso. Sostiene che liquidare i privati vi indebolisce. «Il nuovo statuto consente maggiore coesione e stabilità della governance, dando più potere decisionale ai soci, come peraltro riconosciuto anche dal curatore del Giudice
nell’ultima causa da noi vinta. Dopo il riassetto e le modifiche statutarie Ascoholding tornerà a essere società pubblica per il 99,5% del capitale. Risultato importantissimo: la società ritrova unità di intenti e visione purtroppo venute meno negli ultimi anni. La nostra stella polare si chiama bene del territorio». Sta alludendo al lunghissimo scontro giudiziario con i privati e un fronte di una dozzina di comuni? «Abbiamo subito 40 cause. Paradossale ci accusino di aver speso denaro in consulenze legali per difenderci da chi quelle azioni legali le ha promosse» Sul prezzo c’è stato un ricorso. Ora liquidate a 4,047 €/azione, valore contestato da privati e comuni . «La perizia è chiara, inequivocabile: il 23 luglio è la data
Il presidente Giorgio della Giustina
parla FeltriN (assareDDo)
«Mobile, il Veneto leader per produzione ed export» PADOVA. Ben 219 aziende del solo Veneto e 294 a considerare l’intero Nord-Est sono sbarcate a Milano per allestire gli stand in vista del Salone del Mobile in programma a Rho (paesino nell’hinterland occidentale del capoluogo lombardo) da oggi fino a domenica 14. Il più importante evento al mondo del settore, con 2.350 espositori in tutto, ai quali si aggiungono 550 desi-
gner presenti solo per il SaloneSatellite, serie di appuntamenti in programma in vari quartieri della città, che si distinguono dalla manifestazione principale per la maggiore apertura ai consumatori finali. «Il Veneto è con la Lombardia la regione più importante sia sul fronte della produzione che dell’export», racconta Claudio Feltrin, presidente di Assarredo e titolare di Arper, azienda
trevigiana di sedute, tavoli e complementi di arredo. «Buona parte delle aziende venete ha saputo affrontare i cicli negativi reinventandosi e aprendosi sempre più ai mercati globali», sottolinea. «Il territorio esprime tutta la filiera, dai produttori di nicchia ai marchi di design, dalle grandi aziende a un fitto tessuto di artigiani, che si rivelano in molti casi decisivi per arrivare a dar vita a pro-
dotti distintivi». Il 2018 è stato un anno positivo per il settore con le vendite oltrefrontiera cresciute del 2,3% nel Triveneto contro il +1,5% messo a segno a livello nazionale. Lo spaccato per regioni indica che il maggiore progresso all’interno dell’area è stato messo a segno dal Friuli Venezia Giulia (+3,3%), seguito dal Veneto (+2,2%, la regione più importante del territorio con il 24,4% del totale Italia), mentre il Trentino Alto Adige ha registrato una contrazione nell’ordine dell’1,5%. Numeri frutto di un’elaborazione del Centro Studi Federlegno Arredo Eventi SpA/FederlegnoArredo su dati Istat. Complessivamen-
Caerano, Carbonera, Chions, Meolo, Pasiano, Povegliano, Riese, Roncade, San Zenone. Alla fine dell’operazione Ascoholding avrà il 51% della quotata in Borsa. Con 79 soci di capitale, di cui 78 comuni, per lo più trevigiani, ma anche bellunesi e friulani, e Plavisgas, la cordata di Marchetto, Malvestio & Co, unico privato rimasti con lo 0,5% appunto. La redistribuzione delle quote vedrà molti comuni oltre il 3%: Castelfranco e Conegliano a 3,80 % – stando ai primi conti ufficiosi - più giù Cimadolmo Crocetta, Farra di Soligo, Ponte di Piave, Refrontolo,
Valdobbiadene. A Pieve si fa notare come i privati, e sindaci ribelli detengano ora una quota di capitale inferiore al 5%, soglia minima che il codice civile impone per impugnare le delibere assembleare e presentare denunce. «Un elemento che darà certamente tranquillità, ci potremo l concentrare sulla gestione, invece che sulle cause», dicono i sostenitori di Della Giustina e del cda. Ovvero Lega, parte di centrodestra e mezzo Pd. Dopo due anni di guerra, c’è tanta voglia di “pace” interna . — Andrea Passerini
di riferimento. E’ scritto in ben 7 pagine della perizia: “il valore equo di liquidazione determinato alla data di riferimento del 23 luglio 2018 è pari a 4,047 €”. Per chi non ha fatto ricorso, si andrà col valore prestabilito, 3,75 €. Credo che Ascoholding debba rispettare il perito. Non potevamo fare diversamente senza incorrere in responsabilità verso la società e i soci rimasti, che avrebbero subito un ingiustificato depauperamento patrimoniale». Non teme un nuovo ricorso? Privati e comuni sostengono che la quotazione giusta sia 4,19 €/ azione. «Siamo determinati a proseguire nella strada tracciata, ma provvederemo intanto alla liquidazione con i valori indicati prima. Lo dobbiamo soprattutto a quei tanti comuni, che rappresentano di gran lunga la maggioranza del capitale societario, che richiedono solamente – con grande senso civico e educazione - la conclusione di questa vicenda e il pagamento di quanto richiesto». L’ultimo ricorso di 9 comuni soci che vi accusavano di mala gestio è stato respinto. «Sì, e siamo particolarmente soddisfatti perché il tribunale di Venezia ha riconosciuto la correttezza della condotta di cda e collegio Sindacale. Il curatore speciale ha stabilito che «le condotte degli ammini-
stratori non risultano integrare le gravi irregolarità di cui all’articolo 2409”, che “non sussiste alcun elemento tale da configurare un comportamento illegittimo del Cda”. E riconosce “corrette” le modalità delle convocazioni delle Assemblee e “le modifiche del nuovo statuto”, ispirate a “dotare la società di strumenti volti a garantire stabilità e gestione unitaria e a favorire la partecipazione di soci a decisioni di indirizzo”. Per noi è importante, siamo consapevoli di gestire la cosa pubblica, e di dover tutelare società e territorio». E l’adeguamento alla legge Madia? Le delibere dei comuni a vostro favore sono state bocciate da due Tar e dal Consiglio di Stato. «ll Consiglio di Stato ha fissato alcuni importanti principi che confermano la bontà dei passi ad oggi da noi intrapresi Ha riconosciuto che la fusione con AscoTlc è strada corretta ancorché necessiti di perfezionamenti. Ma per poter proseguire nella fusione o in altre direzioni, si dovrà procedere con strumenti idonei a coordinare l’azione dei soci pubblici. Ci stiamo lavorando, e le modifiche statutarie sono già in linea con i principi di governance contenuti nella sentenza del Consiglio di Stato». — A.P. (5/continua)
te le aziende trivenete del settore hanno registrato un valore dell’export di 5,4 miliardi di euro (corrispondente al 39,1% nazionale), mentre l’import si è attestato a 2,1 miliardi. Dunque la bilancia commerciale risulta positiva per 3,3 miliardi. «È il segnale che sul territorio arriva so-
nizzazione diventando poi prodotto finito che va a finire su tutti i mercati mondiali», chiarisce Feltrin. La principale destinazione dell’arredo nordestino è la Germania, con 842milioni di valore nel corso del 2018, un dato in leggero calo sul 2017 (-1,7%). Al contrario è cresciuto il secondo mercato, quello francese (+5,7%), e vi è stato un balzo di quello statunitense (+8,7%), quarta destinazione dopo la Gran Bretagna. «Il Salone è una vetrina per entrare in contatto con ulteriori potenziali clienti», conclude Feltrin, «oltre che per creare o consolidare relazioni con i vari attori della filiera». — Luigi dell’Olio
Da oggi a domenica torna a Milano il Salone. Numeri positivi per il Nordest prattutto materia prima o frutto di una prima lavorazione, che qui prende forma grazie alla combinazione tra know-how, creatività e orga-
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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4 INTERNI
Martedì 9 aprile 2019
il Giornale
LE MOSSE DELLA MAGGIORANZA IL REPORTAGE di Paolo Bracalini nostro inviato a Verona
«C
hiedigli de l’autonomia!». Zaia aspetta al varco Di Maio nello stand del Veneto, con una bandiera della Serenissima come regalo e i due leoni di gesso che osservano il vicepremier grillino in attesa di un impegno preciso sull’autonomia. Può sembrare un mezzo agguato in realtà è un assist tra alleati di governo, la Lega deve far vedere che puntella l’alleato, mentre Di Maio deve tenersi buono il nordest produttivo riscaldato il giorno prima da Salvini. E infatti Luigino coglie la palla al volo per rassicurarli: «Avete tutto il diritto che venga rispettato l’esito del referendum» promette, senza specificare di aver detto poco prima «saremo garanti dell’unità nazionale» che «non si deve lasciare inascoltata la voce del Sud». Fuori dalle dichiarazioni tattiche il vero obiettivo del M5s è infatti svuotare il più possibile l’autonomia votata da veneti e lombardi e mantenere l’impianto assistenzialistico in favore delle regioni più inefficienti (bacino elettorale del M5s), così come per la flat tax che per i grillini deve avere più aliquote, cioè appunto non essere flat. «Sarò garante della flat tax che entrerà nel Def ma non deve aiutare i ricchi» dice infatti Di Maio, che dopo il bagno di folla di Salvini deve provare a sfruttare la vetrina del Vinitaly anche lui, in versione coniugale con la fidanzata Virginia che lo segue nel tour. Il clima è di maggiore diffidenza. Il sindaco di Verona Federico Sboarina, che gli aveva dato una sorta di Daspo per aver definito «sfigati» i partecipanti al congresso della Famiglia, gli stringe la mano per dovere di protocollo ma subito rinfocola la polemica: «Gli ho detto che non c’è niente di personale, ma non posso accettare che si offenda Verona, che è la città più accogliente del mondo. Mi ha risposto che lo sa». La sera prima alla cena organizzata dalla Allegrini a Villa del-
Autonomia, fisco e Tav: Di Maio fa l’amico del Nord Al Vinitaly cerca di rassicurare gli imprenditori: «Escludo la patrimoniale e l’Alta velocità si può fare» la Torre la creme dell’imprenditoria veronese ha brindato augurandosi che il governo cambi radicalmente marcia, perché «le politiche degli ultimi mesi han-
cose alla luce del sole è una prova di sincerità e trasparenza. Quello che ci dovevamo dire ce lo siamo detti adesso mettiamoci a lavorare». Sarà bene anche
perché dagli ultimi sondaggi Swg i 5S continuano ad arretrare (22%, meno 0,2% in un mese). Poi il giro degli assaggi e dei
selfie, scortato dal parlamentare M5s Carlo Sibilia, dai grillini veneti accorsi per il capo e dallo staff del Mise, la tappa d’obbligo in Irpinia, quella a Confagri-
coltura dove incrocia il segretario del Pd Nicola Zingaretti (si salutano con un cinque), assaggia un’ostrica made in Italy, tra la curiosità della folla del Vinitaly che lo fotografa e commenta con varie gradazioni di simpatia: «Grande Di Maio, impara il veneto!», «Lo facevo più basso», «Sembra Carlo Conti», «Dacci il reddito!», «Non mollare fate un favore a Renzi», «Bel codazzo eh», «Guarda lì non ha mai lavorato in vita sua», «Vai Luigi!». Incrociata per un attimo anche la leader di Fdi Giorgia Meloni, meno ottimista di lui sulla solidità del governo: «Dopo le Europee potrebbe sparire».
L’INCONTRO CON ZAIA
«Avete tutto il diritto che venga rispettato l’esito del referendum» no messo in difficoltà l’economia, servono investimenti infrastrutturali» dice Michele Bauli presidente di Confindustria Verona, e «basta con la lotta elettorale, le parole di Salvini sulla Tav sono un segnale importante» spiega un altro big come Matteo Zoppas, numero uno degli industriali veneti. Nel mirino c’è soprattutto il M5s, che per l’economia italiana ha portato a casa finora solo il reddito di cittadinanza, tutto il contrario di quel che chiedono gli imprenditori. Di Maio si è preparato la lista di cose da dire per recuperare un po’ di fiducia anche tra chi produce, così assicura che «non ci sarà nessuna patrimoniale», promette miracoli sull’export del made in Italy («Possiamo colonizzare il mondo con i nostri prodotti, per questo ribadisco l’importanza di aver firmato il memorandum sulla Via della Seta»), poi c’è la tecnologia blockchain per difendere il made in italy dalle contraffazioni, la Tav che «si deve fare ma ottimizzando i costi». Poi contrattacca Salvini sulle alleanze in Europa, rinfacciandogli di stare con i governi sovranisti come l’Ungheria che hanno interessi opposti all’Italia per esempio sulla redistribuzione degli immigrati. Ma è la solita prova di muscoli per poi rimanere insieme: «Noi e la Lega siamo profondamente diversi ma abbiamo obiettivi comuni, se diciamo le
TASSA PIATTA
Sarò garante che la flat tax entri nel Def ma a patto che non aiuti i più ricchi VINITALY Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha accolto allo stand del Veneto il vicepremier grillino Luigi Di Maio Stretta di mano tra i due e dono di una bandiera del Veneto
2017 L’anno in cui, il 22 ottobre, sì è tenuto il referendum consultivo in Veneto per l’autonomia (98,1% sì)
dalla prima pagina
L’ANALISI
(...) del leader pentastellato. «Abbiamo vinto le elezioni – ha spiegato il vicepremier al suo pacchetto di mischia – mostrando un’immagine moderata al Paese. Abbiamo sbagliato a non proseguire su quella strada. Un mezzo suicidio». Così sono venute le frasi mielate di Giggino verso Angela Merkel, la pace con Juncker, i segnali al Ppe, l’eclissi del garante Beppe Grillo e dell’ala guevarista di Di Battista, lo scontro con Salvini sui temi etici e sull’immigrazione. Addirittura, ieri il sottosegretario Spadafora ha fatto capolino, a sorpresa, a un evento dell’associazione pro-rom 21 aprile, per dire: «Io la mia politica in difesa dei rom e dei migranti la farò con i fatti». Già, qualcosa è cambiato. «L’articolo oggi sul Corriere (ieri, ndr) che porta la firma di Di Maio, sembra scritto da un ministro democristiano» sorride Emilio Carelli, di nuovo consigliere del leader grillino e fan della svolta
La bufala di Luigino: M5s forza moderata moderata: «Luigi ci ha messo un anno, ma alla fine ha capito che è l’unica strada: dobbiamo puntare a rappresentare l’area di mezzo, quel blocco sociale che prima aveva come riferimento la Dc e, poi, ha avuto Forza Italia. Glielo dissi quando mi proposero la candidatura alle politiche: molti dei voti e degli eletti sono venuti da lì». Il nuovo Zelig della politica italiana, Giggino Di Maio, è tornato a vestire i panni del moderatismo. Una bestemmia se si pensa che poco più di un mese fa il vicepremier grillino faceva un occhiolino ai gilet gialli che bruciavano le strade di Parigi; e l’altro a Maduro, il dittatore che ha affamato il Venezuela. Per non parlare del giustizialismo iniettato dai pentastellati nel
nostro ordinamento giudiziario e i no alle infrastrutture, alla Tav. Ma, si sa, di questi tempi le parole servono a confondere i fatti, non a rappresentarli. E la nuova linea se apparentemente può aumentare la polemica con Salvini, in realtà è l’unica che può evitare una rotta di collisione con l’alleato di governo: dopo le elezioni difficilmen-
te un «moderato» potrà dire no, ad esempio, alla Tav. È la riproposizione del vecchio schema che ha dominato la prima Repubblica, con la quale la Terza (se l’attuale può essere chiamata così) condivide una legge elettorale ispirata al proporzionale: i partiti di governo se le danno di santa ragione in campagna elettorale, ma poi, come
Il grillino Silvestri: «Di Maio e Salvini come Craxi e De Mita In pubblico litigano ma poi...»
se non fosse successo niente, celebrando i vecchi riti di allora - tra vertici, verifiche e rimpasti – puntano di nuovo a governare insieme, cementati, solo o soprattutto, da una logica di potere. «Vi siete scordati i duelli tra De Mita e Craxi – rammenta il vicepresidente dei deputati grillini, Francesco Silvestri –: litigavano per poi stare nello stesso governo». Anzi, a ben guardare, la svolta moderata che vuole imprimere Di Maio è la più adatta a garantire dopo il voto europeo il proseguimento della maggioranza gialloverde: un obiettivo fondamentale per il leader grillino che se fosse costretto ad andare alle elezioni anticipate, si ritroverebbe con il partito decimato (secondo la maga Ghisleri ieri, dopo due settimane, i 5 stelle sono tornati
Regione 13
IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 9 Aprile 2019
VERONA.Ikeanonarriva:troppeincertezze
«Purtroppol’incertezzarispettoallapossibilitàdiprocedereconilprogetto originariodinegozioIkeaecentrocommercialenonhacreatolecondizioniper poterprocedere».IkeahacomunicatoalprogettoareaMarangonaaVerona.
TREVISO.CasoTbc,esamiancheaexallievi
SarannosottopostialtestMantouxancheiragazzidellamedia“usciti”dall’elementarediMottadiLivenza(eancheilpersonale)dovesisonoverificatiuna decinadicasiditubercolosiacausadiunamaestraportatriceignaradeibacilli
CORTINA.Mondiali,Anasprosegueilavori
L’AnasprosegueleattivitàperilPianostraordinariodipotenziamentodella viabilitàperiMondialidisciaCortinadel2021:posadiunagrossacondottaa VallediCadore,sistemazionestradeeposadicartelliinformativielettronici.
LA GIUSTIZIA IN DIFFICOLTÀ. Serve dialogo col Ministero per aumentare i concorsi di selezione
IlCsmelaCorted’appello «PiùaddettiaVenezia» Il vicepresidente Ermini convinto dai numeri “pre boom economico” «Qui vi servono più giudici in pianta organica, ma anche altre figure» Alberto Minazzi VENEZIA
Venezia, la terza Corte d’appello più grande d’Italia (dopo quelle di Milano e Roma), ha il diritto di avere un organico adeguato. Contengono un messaggio di speranza le rassicurazioni del vicepresidente del Csm-Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, in visita ieri negli uffici giudiziari di Venezia. «Il Csm si attiverà presso il Ministero della Giustizia perché giungano qui nuovi magistrati tra i vincitori dell’ultimo concorso», ha dichiarato Ermini al termine della lunga riunione avvenuta a Palazzo Cavalli. Presenti all’incontro i presidenti e i rappresentanti di tutti i tribunali del Veneto e delle magistrature collegate. Parlare di speranza non è fuori luogo, se si guarda all’attuale situazione della Corte d’appello. Nel corso del vertice veneziano, è stato infatti sottolineato (come avevano denunciato a
inizio anno la presidente Marini e il governatore Zaia) che la dotazione degli uffici giudiziari è ancora quella precedente al boom economico che ha trasformato il Nordest nella “locomotiva d’Italia”. E non si parla solo di magistrati. Ermini lo sa bene e, dopo aver sottolineato che «sulla scorta della relazione della presidente della Corte d’appello di Venezia, Ines Maria Luisa Marini, si può dire che tutti i parametri per vedere incrementato l’organico sono congrui», si è soffermato anche sul personale. AUMENTARELEPIANTEORGANICHE. «Oltre ai magistrati –
ha proseguito Ermini - devono arrivare in questo distretto anche le altre figure professionali, altrimenti tutto è vano. Prima di tutto, dobbiamo aumentare la base delle piante organiche in tutti i settori, adeguandole alla nuova realtà economico- sociale. Poi, vanno colmati i nuovi vuoti che si sono venuti a creare, le-
Ilsummit traistituzioni: adestra DavidErmini e InesMarini
gati non solo ai trasferimenti, ma anche ai pensionamenti. Senza dimenticare che, adesso, c’è anche l’incognita legata alla cosiddetta “quota 100”». La questione veneziana va comunque inserita in un contesto nazionale che va esso stesso ripensato. “Su tutto questo - ha rimarcato Ermini - grava anche il discorso legato ai tempi. È necessario
fare i concorsi e questa è una competenza del Ministero. E, sempre che sia fatto, uno all’anno è troppo poco: ne servirebbero almeno il doppio o, per lo meno, prevedere la possibilità di bandire anche alcuni concorsi speciali». POSTI VACANTI. Sulle tempi-
stiche, il vicepresidente del Csm ha intanto assicurato la
PASSALA LEGGE5STELLE. OkdellaConsulta massima attenzione a rendere più rapide le nomine delle figure direttive quando restano vacanti. L’intervento di Ermini è stato accolto positivamente dai vertici degli uffici giudiziari veneziani e dai rappresentanti degli enti locali presenti.
«Mafie,nei processi laRegionedovrà esserepartecivile»
EMERGENZE. «Lo spirito di
Berti:«Definitivamentein vigorelanormachepone l’obbligo e apre alle richieste didanniperchi faicrimini»
collaborazione tra il Csm e il Ministero è sicuramente positivo per il bene dell’amministrazione. Mi piace l’idea di una collaborazione basata su un approccio avanzato di tipo sinergico ai problemi degli uffici», ha detto il Procuratore generale Antonio Mura. Ha però ammesso che, alla base della nuova presa di coscienza da parte del Csm, ci sono anche episodi a cui il Veneto avrebbe volentieri rinunciato: «Una grande spinta l’hanno data i casi delle banche venete e la presenza ormai conclamata delle mafie nella nostra regione». «Dal canto nostro – sottolinea il vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin – pur non rientrando tra le nostre competenze abbiamo fornito 35 persone per affrontare la carenza di organico e alcune attrezzature informatiche per agevolare lo svolgimento delle attività operative. Oltre alle promesse fatte oggi dal Csm, ben venga, adesso, la promessa del Governo di attivare una serie di bandi per assumere circa 600 persone in più rispetto all’attuale organico nazionale». • © RIPRODUZIONERISERVATA
VENEZIA
La Corte costituzionale ha dato il via libera alla legge del Consiglio regionale, approvata un anno fa su proposta di Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle, che obbliga la Regione a costituirsi parte civile nei processi penali riguardanti delitti di stampo mafioso commessi nel territorio. La Consulta - segnalano i 5Stelle - ha respinto, dichiarandolo non fondato, il ricorso che era stato deciso dal precedente governo Gentiloni. «Dopo le numerose notizie di estorsioni e rifiuti tossici interrati o nascosti nei capannoni, ad opera delle mafie in Veneto - esulta Berti in una nota - sono particolarmente orgoglioso di annunciarvi che può partire la mia legge in Regione per contrastare le mafie. Rende obbligatorio che la Regione Vento si costituisca parte civile nei processi penali celebrati per delitti di criminalità organizzata di
ErikaBaldine Jacopo Berti
stampo mafioso commessi nel territorio regionale. Grazie a questo - continua Berti potremo chiedere i danni ai criminali ed avere i soldi indietro da chi inquina, corrompe e danneggia con metodi mafiosi il nostro territorio e la nostra società». Berti attacca: «Purtroppo la storia ci ha insegnato che alla politica serve l’obbligo di chiedere i danni ai malfattori, altrimenti il rischio è che se lo “dimentichino”. Se gli altri hanno balbettato davanti ai disastri che hanno colpito il Veneto, noi al contrario chiederemo ai responsabili fino all’ultimo centesimo, nell’interesse dei cittadini veneti, della loro salute e dei loro soldi». Intanto la nuova capogruppo a rotazione dei 5Stelle è la consigliera Erika Baldin. •
DOPO “VAIA”. Risorse assegnate al Veneto: «Confermate le cifre per il ripristino edifici e impianti» OFFERTE A MAGGIO. I commissari straordinari
Danni ai privati, arrivano i soldi Pianoperportareviaglialberi ABelluno si studiaun modo pergestiredecine di migliaiadicamion senza intralciareiltraffico auto
Fotonotizia
VENEZIA
La Regione segnala che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto del premier Conte che assegna le risorse finanziarie per il maltempo (dopo l’uragano Vaia). «Questo - sottolinea il presidente Luca Zaia in veste di commissario - si traduce nel fatto che, formalmente, 232 milioni stanno per entrare nelle casse regionali. Il primo 30% è atteso a giorni». Le risorse riguardano anche privati e imprese danneggiati: «Dopo i vari passaggi nei diversi uffici ministeriali, la registrazione alla Corte dei Conti e la discussione in Conferenza Stato Regioni, da questo momento le strutture commissariali potranno predisporre i provvedimenti contenenti le indicazioni per la raccolta delle domande e le relative istruttorie. Seguirà, quindi, il provvedimento di approvazione dell’elenco dei beneficiari con l’indicazione dei contributi assegnati per spese di investimento». «Abbiamo lavorato intensamente per portare a casa questo risultato - sottolinea l’assesso-
Cittadinanza onoraria al Veneto POST-TERREMOTO. Montemonaco, piccolo Comune delle Marche(600abitanti, 23frazioni)conuna semplicecerimoniahaassegnatolacittadinanzaonorariaallaRegioneVenetopergliaiutiricevutiel’amicizianata.Aritirarlal’assessoreGianpaoloBottacin(Protezionecivile): «Orgoglioso diriceverla anome ditutto il Veneto».
re regionale GianPaolo Bottacin (Protezione civile - non era una partita semplice, ma ora abbiamo la certezza che la disponibilità finanziaria c’è ed è cospicua. Per l’abitazione principale, infatti, si potrà ricevere l’80% dell’importo ammesso con un massimale di 150 mila euro, mentre per le abitazioni diverse della principale fino al 50%, sempre nell’ambito dello stesso massimale. In relazione alle attività produttive, invece,
per la ristrutturazione o la delocalizzazione delle strutture fino al 50% con un massimale di 450 mila euro. Stessa cifra che (con rimborso massimo all’80%) si potrà raggiungere anche per il ripristino o sostituzione degli impianti danneggiati o distrutti dall’evento». Le domande dovranno essere corredate di specifica perizia asseverata e saranno ammesse a contributo anche le spese tecniche connesse. «Le strutture di supporto
al commissario – conclude l’assessore - hanno già informato della pubblicazione i Comuni interessati per metterli a conoscenza del percorso che verrà compiuto. Naturalmente, per ogni necessità, restiamo a fianco non solo degli enti locali ma anche di tutti i cittadini» (info in Regione: 041.2794737 e email postemergenzeeventicalamitosi@regione.veneto.it). Intanto la Regione ha promosso in Prefettura a Belluno una riunione con le autorità e i Comuni «per organizzare nel miglior modo possibile il trasferimento del materiale legnoso da esboscare» dopo la tempesta Vaia. Va fatto un piano logistico «che prevede l’impiego di decine di migliaia di camion per trasportare centinaia di migliaia di tonnellate di legname». «Anche per quanto riguarda trasporti e conseguenti possibili congestioni di traffico - spiega Bottacin - non vogliamo lasciare nulla al caso. Proprio per questo ho proposto di verificare con puntualità il trasporto del legname, suggerendo ad esempio che sia eseguito anche nelle ore notturne, ma con scelte puntuali, senza imposizioni. Ho promosso anche un’esercitazione di rilievo regionale per la pulizia della sentieristica: si svolgerà entro l’estate» • . © RIPRODUZIONERISERVATA
Tavveneta, invendita lequotedi Condotte Sono in vendita le quote che l’impresa “Condotte d’Acqua Spa” (che come noto è in amministrazione straordinaria) detiene nei tre consorzi che stanno realizzando tratte dell’Alta velocità ferroviaria e del Terzo Valico (da Genova a Milano). Iil quotidiano «Edilizia e Territorio» ha pubblicato l’avviso dei commissari per le manifestazioni di interesse. Le offerte, dovranno pervenire entro le 14 del 10 maggio allo studio del notaio Roberta Mori a Roma. La vendita
UnrenderingdellaTavin Veneto
riguarda le quote che l’impresa romana detiene nel consorzio Iricav2 che riguarda l’alta velocità Verona-Padova nella tratta Milano-Venezia «nonché delle relative infra-
strutture e interconnessioni»: nel consorzio risultano esserci Astaldi (37.49%), Salini Impregilo (34.1%: da notare che Salini sta valutando se acquistare e salvare Astaldi), Ansaldo Sts (17.1%) e appunto Condotte (11.35%). Si vende anche il 12% del consorzio Cepav2 (tratta ad alta velocità Milano-Verona nella Torino-Venezia «nonché le relative infrastrutture e interconnessioni»): lì Pizzarotti è socio al 27,27%, Saipem al 59,09% e il vicentino Gruppo Icm Maltauro al 13,64%. Infine è in vendita la quota di Cociv che è incaricato per la «tratta ferroviaria alta velocità Genova-Milano e sue diramazioni». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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MARTEDÌ 9 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
la kermesse di politici al vinitaly di verona
Di Maio brinda e rassicura Zaia «Il Veneto avrà l’autonomia» Il vicepremier: rispetteremo il referendum ma va salvata la coesione nazionale Zingaretti: questo è il governo della paralisi. Brunetta: hanno i giorni contati... Zingaretti e Brunetta
Albino Salmaso VERONA. La bandiera con il leo-
ne di San Marco nasconde la bottiglia di Prosecco, pronta per il brindisi. Luca Zaia con il microfono in mano è maestro di cerimonie nella Grande Osteria Veneta al Vinitaly, dove va di scena la seconda puntata della serie: “dateci l’autonomia”. Tranquilli, prima o poi arriverà. «Nel pieno rispetto della coesione nazionale e delle prerogative del Parlamento, il Veneto ne ha diritto perché l’ha chiesta con il referendum» assicura il vicepremier del M5s. Resta solo da capire quante bollicine dovranno essere stappate da qui al prosit finale. Ma in cantina c’è uno stock di 40 mila bottiglie “solidali”. Dopo il premier Conte, ieri ha alzato il calice Luigi Di Maio con la fidanzata Virginia Saba, il sottosegretario Mattia Fantinati e Jacopo Berti, il leader “local” dei grillini, acerri-
il sondaggio
Da sinistra Maurizio Danese, Federico Sboarina, Luca Zaia e Luigi Di Maio, brindano al Vinitaly a Verona
mo nemico della Lega su Pedemontana e Tav Brescia-Padova ma convinto sostenitore del federalismo. Il copione non cambia, il tono è di assoluta cortesia: Zaia elenca con orgoglio i primati della sua terra, dice che il Veneto è la vera Cina con 94 mila et-
tari di vigneto e un export che vale 1,6 miliardi. Poi torna a parlare del disastro Vaia e della velocità con cui il governo ha stanziato 900 milioni in tre anni per risarcire i danni e far risorgere i boschi nelle valli bellunesi. Di Maio ascolta e sorride. Al
le analisi del trend del mercato
Gradimento governatori Zaia resta primo in Italia
le iniziative di oggi
Rapporto economico sul Prosecco Convegno dei sommelier Ais
VENEZIA. È il presidente del
Veneto Luca Zaia il vincitore del Governance Poll 2019, la classifica sul gradimento degli amministratori stilata dall’Istituto Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. Zaia realizza il 62%, con un incremento dell’11, 9% rispetto al giorno delle elezioni e raggiunge livelli inaccessibili per gli altri presidenti di regione. Al secondo e terzo posto altri due governatori della Lega: il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, argento con il 51, 1%, e bronzo al lombardo Attilio Fontana (49, 2%). Per Zaia non è la prima volta che è incoronato dal Governance Poll come il Presidente con il maggiore consenso. Il primo presidente di centrosinistra è Stefano Bonaccini, della Emilia-Romagna, con il 44, 2%, anche se cala del 4, 8% rispetto alla sua elezione; segue Enrico Rossi della Toscana che si stabilizza al 42, 6% (-5, 4%). Il presidente della Liguria Toti si piazza ottavo, subito dopo con il 39, 2% (+4, 8%), seguito immediatamente dal governatore del Lazio Zingaretti che conquista il 38, 8% ma con un incremento del 5, 9%. Sono solo tre i Presidenti che aumentano consenso: Zaia, Toti e Zingaretti. –
suo fianco c’è Federico Sboarina, il sindaco di Verona che gli ha firmato un “daspo” dopo le polemiche sul ritorno al Medioevo con il meeting della “famiglia naturale e sovranista” che ha diviso Lega e M5s: alle 10,30 un calice di Prosecco e una stretta di mano cancella-
no i rancori. «La parola magica si chiama export e voi siete un modello per l’Italia”, dice Di Maio che assicura: «I veneti possono stare tranquilli, l’autonomia arriverà nel rispetto della coesione nazionale. Qui c’è stato un referendum e la volontà popolare va sempre ascoltata». Con quali tempi? La sceneggiatura non prevede l’indicazione delle procedure parlamentari, la cerimonia è finita. Zaia tocca il cielo con un dito, srotola la bandiera di san Marco, stappa il Prosecco per il cin cin e posa per la foto di gruppo. «A Di Maio ho ricordato che la richiesta di autonomia non è un semplice fatto identitario, ma qualcosa di più profondo che ha portato a votare 2 milioni 328 mila veneti: per noi è la madre di tutte le battaglie. Il vicepremier intende rispettare la volontà popolare del referendum, un impegno che mettiamo in cornice, gli sono grato per quella frase». E se il vino apre i cuori, il se-
Lo stand della Coldiretti a Verona con i vini e gli oli biologici
Terzo e penultimo giorno di Vinitaly a Verona Fiere. Tanti gli appuntamenti in calendario, a partire dalle 9.30, quando al primo piano del Palaexpo, sala Respighi, si parla di “Economie del vino dei vignaioli. Dalla crescita infinita alla tutela del valore sociale e ambientale” organizzato dall’associazione Vi.Te Vignaioli e Territori. Al piano terra dello stand della Regione Veneto, alle 10, si presenta il 53esimo con-
Boom del vino biologico Lombardia e Piemonte leader nella riconversione Lodovico Giustiniani di Confagricoltura Veneto è ottimista sul percorso avviato Convegno della Coldiretti Cala la superficie coltivata VERONA. Boom del vino so-
stenibile ma il Veneto ha ancora molto da fare rispetto ad altre regioni d’Italia. Questo quanto emerso nel convegno organizzato a Vinitaly da Confagricoltura, dove so-
no state presentate le analisi sull’innovazione e sostenibilità nel mondo enologico. Il settore sta vivendo una vera e propria crescita esponenziale e le vendite nella penisola, per quanto riguarda la grande distribuzione, sono passate dai 7,2 milioni di euro del 2014 ai 32,3 milioni del 2018. Quadruplicate in cinque anni, mentre fra il 2009 e il 2017, nel nostro paese le superfici vitate a bio-
logiche sono aumentate del 147 per cento. Però il Veneto non primeggia, seppur sia la prima regione italiana produttrice. Infatti le regioni che hanno aumentato il bio sono, nell’ordine, Lombardia (più 290 per cento), Piemonte (più 219 per cento), Toscana (più 129 per cento) e Friulia Venezia Giulia (più 128 per cento). Dopo Sicilia e Calabria troviamo il Veneto (più 100 per
gresso nazionale dell’Associazione italiana sommelier Ais che si terrà in novembre, mentre mezz’ora più tardi, padiglione 4 stand D4/E4, tocca a “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: presentazione del rapporto economico, i numeri del successo nel cinquantesimo anniversario della denominazione” proposto proprio dal Consorzio tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.
cento), con una percentuale di crescita superiore alla media nazionale, ossia dell’84 per cento. Per l ’assessore allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, il Veneto cerca di recuperare il gap puntanto su innovazione e ricerca, lavorando con le università. «Le aziende vitivinicole» spiega il presidente di Confagricoltura Lodovico Giustiniani «hanno intrapreso un percorso virtuoso negli ultimi anni, che punta a migliorare il processo di coltivazione, con una viticoltura sempre più rispettosa dell’ambiente. Per me la parola sostenibilità significa fare un’agricoltura in grado di durare nel tempo e molte aziende hanno investito in nuove tecnologie per ridurre l’impatto ambientale». In generale,
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condo tempo si gioca nello stand della Campania, con il sottosegretario all’Agricoltura Alessandra Pesce che convince Di Maio e Zaia a brindare con Vincenzo De Luca, che guida la rivolta contro la “secessione del ricco Nord”. Con un calice di Falanghina gli animi di sciolgono e la Campania cala l’asso: Sannio Falanghina è la città europea del vino 2019, mentre Zaia scalpita ancora per ottenere il marchio Unesco al Prosecco. Con le elezioni europee alle porte, il Vinitaly è preso d’assalto dai big e ieri anche Nicola Zingaretti ha visitato lo stand della sua Lazio, prima di annunciare la candidatura al Sud di Franco Roberti ex procuratore nazionale antimafia. «Basta con le bugie: l’unica cosa vera è che questo governo ha fatto 2 miliardi di euro di tagli perché i conti vanno male. Tutte le promesse si sono bloccate, a partire dai cantieri delle grandi opere. Siamo passati dal governo del cambiamento al governo dell'incertezza e della paralisi», ha concluso il segretario del Pd. Mezz’ora dopo ha incontrato Renato Brunetta: l’ex ministro di Forza Italia produce un bianco e un rosso dal nome sacro, Mater Divini Amoris, dalla Doc Roma. In alto i calici, Conte è avvisato: «Spero che questo governo abbia i giorni contati: l’economia va male, l’Italia va male e non la considera nessuno a livello internazionale... cosa dobbiamo aspettare di più?». E l’autonomia? «Non si farà mai», taglia corto Brunetta. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nel 2018, le esportazioni valgono 6 miliardi di euro in crescita del 3,2 per cento rispetto al 2017. Davanti a noi ci sono ancora i francesi, con un export di 9,4 miliardi di euro ma stanno facendo bene, e sono in crescita, Australia e Cile. Va molto bene il Prosecco, cresciuto nell’export del 15 per cento rispetto al 2017. «Adesso il consumatore» spiega il responsabile di Wine Monitor Denis Pantini «guarda anche ad altri aspetti quando ha shopping: tra questi ci sono la tutela dell’ambiente e la ricerca di vini sostenibili». E che ci sia un rinnovamento delle vigne, lo dimostra pure un’indagine di Coldiretti; nell’ultimo decennio, una su dieci è sparita, con la scomparsa di quasi 80 mila ettari di vecchie vigne, pari all'11 per cento della superficie totale coltivate. In questo lasso di tempo, la superficie coltivata è passata da 731 mila ettari a 651 mila ettari del 2018, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Il risultato è una contrazione del Vigneto Italia, dalla quale si è ripartiti per un profondo intervento di rigenerazione che ha puntato soprattutto su varietà autoctone e “green”. Lo testimonia il boom di domande presentate alle Regioni per l'autorizzazione all'impianto di nuove uve nel 2019. Una mole di richieste che ha superato il “tetto” delle superfici disponibili pari a 6600 ettari, secondo quanto previsto dal regolamento dell'Ocm Vino, l’Organizzazione comune di mercato che regola il settore a livello europeo. — Alessandro Ragazzo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Martedì 9 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Governatori a confronto
Zaia ancora il più amato Il podio è tutto leghista
LA CLASSIFICA VENEZIA Come nel 2011, quando celebrò il primo anno da governatore del Veneto. Come nel 2012. E poi negli anni seguenti, fino al 2018. Non c’è storia: Luca Zaia continua a restare il governatore più amato d’Italia. L’ultima classifica sul gradimento degli amministratori stilata dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore e pubblicata ieri dal quotidiano economico, vede il governatore del Veneto in testa con il 62% di consensi, con un incremento dell’11,9% rispetto al giorno delle elezioni, nel 2015, quando fu (ri)eletto con il 50,1% dei voti. Ed è tutto leghista anche il podio: secondo si è piazzato il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga con il 51,1%, terzo il lombardo Attilio Fontana (49,2%). Occorre invece arrivare alla sesta posizione nella classifica di quest’anno per trovare un presidente targato centrosinistra, l’emiliano dem Stefano Bonaccini con il 44,2%, anche se cala del 4,8% rispetto alla sua elezione. Segue Enrico Rossi della Toscana che si stabilizza al 42,6% (-5,4%). Oltre a Zaia, ci sono due soli altri governatori a crescere nei consensi rispetto all’elezione: uno è il presidente della Liguria, l’azzurro Giovanni Toti, che si è piazzato ottavo, subito dopo Rossi, con il 39,2% (+4,8%); l’altro è il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, da poco anche segretario nazionale del Pd, che ha sì conquistato il 38,8%, ma con un incremento del 5,9%. Gli intervistati per il sondaggio del Sole 24 Ore dovevano rispondere alla seguente domanda: «Le chiedo un giudizio complessivo sull’operato del presidente della Regione. Se domani ci fossero le elezioni regionali, lei voterebbe a favore o contro l’attuale presidente?».
LE REAZIONI
Il presidente veneto aumenta di 12 punti rispetto all’elezione
Fedriga secondo, Fontana terzo Crescono Zingaretti (Pd) e Toti (FI)
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Il gradimento dei governatori LEGENDA Consenso dei presidenti di Regione centrodestra centrosinistra e differenza rispetto al giorno dell’elezione Governatore regione percentuale punti percentuali (anno elezione) -10 0 10 0 20 40 L. Zaia (2015)
62,0 +11,9
Veneto
M. Fedriga (2018)
Friuli V.G.
51,1
-6,0
A. Fontana (2018)
Lombardia
49,2
-0,6
M. Marsilio (2019)
Abruzzo
48,0
=
Sardegna
47,8
=
C. Solinas (2019) S. Bonaccini (2014) E. Rossi (2015)
E. Romagna Toscana
-4,8
44,2
-5,4
42,6
Liguria
39,2
+4,8
N. Zingaretti (2018)
Lazio
38,8
+5,9
M. Emiliano (2015)
Puglia
38,2
-8,9
Calabria
38,1
-23,3
Molise
37,2
-6,2
Campania
35,7
-5,4
G. Toti (2015)
M. G. Oliverio (2014) D. Toma (2018) V. De Luca (2015) C. Marini (2015)
Umbria
33,4
-9,4
L. Ceriscioli (2015)
Marche
32,5
-8,6
Sicilia
32,5
-7,3
S. Musumeci (2017)
GRADIMENTO Il governatore del Veneto Luca Zaia con il collega leghista del FVG Massimiliano Fedriga. A lato Nicola Zingaretti, Lazio
Fonte: Il Sole 24 Ore
Vinitaly Zaia dona le “bollicine solidali” al vicepremier e strappa un impegno
Come già nelle precedenti rilevazioni, anche stavolta Zaia ha attribuito il successo alla squadra di governo. «È un risultato importante perché premia il lavoro di una squadra», aveva detto nel 2011. Concetto ribadito ieri: «Il riconoscimento che arriva oggi è alla squadra, Giunta, Consiglio, tecnici regionali. Immagino che il gradimento della gente derivi da questo, dalla percezione del lavoro di noi tutti per loro e i loro
Di Maio riceve la bandiera con il Leone e promette: «L’autonomia si deve fare» VERONA Una bottiglia «bollicine solidali» in edizione limitata e una bandiera con il Leone di San Marco sono state donate dal governatore del Veneto, Luca Zaia, al vicepremier Luigi Di Maio (M5s), in visita allo stand della Regione al Vinitaly. «Ha 1100 anni di storia ed è l’unica bandiera al mondo che riporta la parola pax, che significa pace», ha ricordato Zaia, e ha precisato: «Non è fatta in Cina!». Di Maio ha garantito che l’autonomia si farà: «L’autonomia si deve fare e noi saremo garanti in questo processo della coesione nazionale che credo vogliano anche i veneti, i lombardi e tutte le altre regioni che la stanno chiedendo».
SOLO IN TRE NEL SONDAGGIO COMMISSIONATO DAL SOLE 24 ORE NON PERDONO CONSENSI
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Salvini-Di Maio, scontro su rom e Roma LA GIORNATA MILANO Si inizia con il debito del Campidoglio, si finisce con i rom e Casapound. In mezzo c’è la Capitale. Ai bordi del ring Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ed è proprio il leader della Lega, nella sua Milano, appena spicciata la conferenza stampa sovranista, ad annunciare: «Non pagheremo debiti fatti da altri, a differenza dei governi del passato». E ancora: «Stiamo ragionando su come aiutare i cittadini senza ripianare i debiti. Cercheremo di aiutare i cittadini perché non possono andarci di mezzo loro per la pessima amministrazione del Comune di Roma, non tanto quella attuale ma passata». Salvini ce l’ha con la fine della gestione commissariale del debito storico del
Campidoglio (12 miliardi di euro) prevista per il 2021 con tanto di annuncio della diminuzione dell’Irpef per i romani, notizia lanciata in pompa magna la settimana scorsa dal viceministro all’economia Laura Castelli e dalla sindaca Virginia Raggi. Il provvedimento è contenuto nel decreto crescita e, se questo è il mood, se ne vedranno delle belle in sede di conversazione. Ma la giornata gira anche sull’ennesimo caso che vede coinvolti i rom, questa volta cacciati da una casa popolare per la quale avevano i requisiti dopo le proteste di Casapound. Ancora un’altra tensione, che cade a pochi giorni dalle proteste di Torre Maura. Questa volta siamo sempre in periferia, a Casal Bruciato, appendice est della Capitale. La storia è differente e scende in
campo Di Maio. Per la prima volta in maniera netta e definitiva. «Quel che sta accadendo a Roma - si sfoga il leader M5S con i suoi durante la visita al Vinitaly - è paradossale. Qui bisogna ricordare le cose. Chi è che apri i campi rom nella Capitale? Fu la Lega con i finanziamenti di Maroni da ministro degli Interni ad Alemanno. Stanziarono decine e decine di milioni di euro di soldi pubblici. Poi è scoppiata Mafia Capitale
I DEBITI DELLA CAPITALE INFIAMMANO IL DUELLO TRA IL CAPO M5S E QUELLO DELLA LEGA : «NON VOGLIAMO PAGARE I BUCHI FATTI DA ALTRI»
ed è venuto tutto fuori. E ora chi è che li sta chiudendo? Noi, il M5S. La sindaca Raggi ha chiuso lo scorso anno Camping River». Pur di entrare in conflitto con Salvini, la copertura dei vertici del M5S è totale: «Il superamento dei campi rom è doveroso. La legge vale per tutti. Superiamo i campi rom, subito. E sgomberiamo CasaPound - continua ancora Di Maio - così come chiunque occupi in modo illegittimo un’abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno». Nei campi ci sono famiglie che si dichiarano nulla tenenti e poi girano in auto lussuose? «Gli mandiamo la Guardia di Finanza! Ci sono altri stabili occupati da chi non ne ha diritto? Vanno sgomberati anche quelli». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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problemi. Possiamo dire che, in Veneto, il contratto sociale prende corpo. Lo dico sempre che da soli magari si va più forte, ma in squadra si fa più strada. Il favore degli elettori fa piacere ma deve prima di tutto essere lo stimolo a fare di più, a lavorare pancia a terra». E ha citato la «madre di tutte le battaglia: l’autonomia».
MEDAGLIA D’ARGENTO Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha perso sei punti rispetto alle elezioni di un anno fa, ma è riuscito comunque a essere il secondo governatore più amato d’Italia, dopo l’inarrivabile collega leghista Zaia. Fedriga ha ottenuto il 51,1% delle preferenze, mentre il 29 aprile 2018 era stato eletto con il 57,1. «Non è facile dopo il primo anno avere la medaglia d’argento – ha commentato Fedriga -. Ringrazio i cittadini della mia Regione e spero di continuare a meritarmela» la fiducia. «Sono particolarmente contento e orgoglioso», ha aggiunto, osservando che si tratta della prima rilevazione da quando è governatore. L’anno scorso al suo posto c’era Debora Serracchiani e il paragone forse non è ad armi pari, dato che la valutazione sulla presidentessa avveniva a legislatura praticamente finita, mentre per Fedriga quest’anno si è quasi ancora allo sprint iniziale. Tuttavia, nel 2018 Serracchiani si era fermata al 16° posto tra i governatori, con un 33% di consensi. Resta da capire cosa possa significare la flessione di Fedriga rispetto a un anno fa. Se cioè sia una flessione fisiologica o il principio di un disinnamoramento. Tant’è, il governatore non ha approfittato della popolarità per porre veti al dirimpettaio presidente del Consiglio regionale, Pier Mauro Zanin (FI), che l’altro giorno si è detto disposto a lasciare il ruolo se glielo avesse chiesto il presidente della Regione, dopo essere stato attaccato da destra e sinistra per essere sceso in piazza con gli agricoltori colpiti dall’inchiesta sulla moria delle api e aver posto interrogativi pressanti sulla modalità d’azione della magistratura. «Non mi sogno di andare a chiedere la testa di nessuno – ha detto Fedriga -. Zanin fa e continuerà a fare il presidente del Consiglio regionale». Antonella Lanfrit Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 9 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
olimpiadi 2026
Malagò non guarda alla Svezia «Giochiamo la nostra partita» Zaia, Ghedina e Alverà domani a Palazzo Chigi per un doppio incontro: si parlerà della ricognizione del Cio, dei finanziamenti e si farà la conta dei voti l’apprezzamento del Comitato olimpico internazionale in favore della candidatura italiana, ma – ha subito aggiunto – «sarei un irresponsabile a parlare dei nostri avversari, io dico soltanto: giochiamo la nostra partita e vinciamo. Sarebbe un atto di debolezza se andassimo a guardare in casa degli altri».
Francesco Dal Mas CORTINA. Davvero delicata l’agenda di domani a Roma per il presidente della Regione, Luca Zaia, il sindaco di Cortina, Gianpiero Ghedina e il suo vice Luigi Alverà. Due le riunioni in programma, a Palazzo Chigi. Al mattino si farà il punto della ricognizione della Commissione Cio, dall’esito rassicurante, e su come preparare i prossimi appuntamenti: il 7 maggio in Australia e il 24 giugno a Losanna. Nel pomeriggio, con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti si parlerà ancora di “schei”(415 i milioni che il Governo sgancerà), ma anche di voti. Un passaggio delicatissimo, perché nulla dovrà trapelare. Si sa che, al vertice del Cio in giugno, a votare ci saranno 87 delegati, esclusi, infatti, i rappresentanti italiani e svedesi. E i rumors anticipa-
Due date in calendario tra Losanna e Australia «Ma mi raccomando non si parli degli altri» Il capo delegazione del Cio Morariu e il presidente del Coni Malagò
no che per raggiungere quota 44, la maggioranza, il tandem lombardo veneto dovrebbe recuperare, ad oggi, due o tre voti, che avrebbe perso dopo le recenti polemiche di respiro internazionale. «Non ne so nulla. E se lo sapessi», risponde, sorridendo, il sindaco Ghedina, «co-
munque non glielo direi. Giustamente proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha invitato a stare, discretissimi, nel nostro campo, senza interferire in quello svedese». Malagò ha fatto capire che l’ok del governo alle garanzie finanziarie può spostare
Il Governo svedese non ha ancora garantito un bel niente. Lo dovrebbe fare entro il 12 aprile, con una lettera d’intenti. Vedremo. Intanto Cortina, il Veneto, l’Italia si godono i risultati della visita Cio. «Abbiamo fatto una bellissima figura come sistema paese», ha detto Malagò, che
per lunghe settimane è rimasto, invece, preoccupato, «sia le dichiarazioni del premier Conte, così come quelle dei ministri Salvini e Di Maio, che finora non avevano espresso dichiarazioni ufficiali sulla candidatura, sono state motivo di grande orgoglio, tutto coronato dalla lettera di impegno consegnata dal sottosegretario Giorgetti alla presidente della commissione di valutazione del Cio». I sondaggi, dall’esito quasi inatteso, hanno rappresentato la classica ciliegina sulla torta. «Zaia è stato bravo a ricordarlo», ha aggiunto Malagò, «se sono usciti quei dati impressionanti di consenso da parte dei cittadini di Lombardia e Veneto, quasi 18 milioni di abitanti, è perchè c’è stato un traino mediatico che ha visto progredire questa candidatura passo passo. Le cose stanno andando avanti bene, il budget è basso, questo dà lavoro a tanti giovani che vogliono trovare impiego nello sport». Domani, dunque, i due incontri a palazzo Chigi e da giovedì il capo del Coni sarà a Losanna per il forum degli atleti ed una serie di incontri programmati a livello Cio. Poi, ai primi di maggio, l’appuntamento australiano «Sia noi che la Svezia», ha concluso «il 7 maggio saremo in conference call con le federazioni internazionali invernali e sarà un appuntamento importante per mettere a fuoco alcune questioni». —
sernagiotto
Sbocco a Nord «Finalmente il territorio si mobilita» BELLUNO. «Sono felice che il territorio si stia mobilitando a favore del corridoio Venezia-Monaco e che il fronte sia trasversale. Dobbiamo avere la forza necessaria in Europa per ribadire che il territorio veneto ha bisogno di uno sbocco a nord, in particolare il Bellunese, che ha come sua priorità la lotta allo spopolamento». A dirlo è l’europarlamentare del Gruppo Conservatori e Riformisti-Fratelli d’Italia Remo Sernagiotto, che nei giorni scorsi aveva segnalato l’esistenza di un bando UE da 100 milioni di euro a favore di studi di fattibilità in materia di mobilità transnazionale, esortando le Istituzioni – Regione in primis – a fare presto. «Le rassicurazioni arrivate dall’assessore regionale De Berti sono importanti: significa che la Regione è sulla strada giusta. Mi auguro riesca a concretizzare entro il 24 aprile, data ultima per la presentazione dei progetti», afferma Sernagiotto. «Io mi metto a disposizione per fare da ponte tra Venezia e Bruxelles se necessario». —
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REGIONE ATTUALITÀ
Martedì 9 Aprile 2019 Corriere del Veneto
Il Vinitaly e la politica
Tav veneta, autonomia, flat tax per Di Maio sono «sì» condizionati A Verona il vice premier prova a cancellare l’immagine di «mister no». E Zaia lo ringrazia
Gli altri
Prima di Di Maio, domenica, al Vinitaly si erano visti il premier Giuseppe Conte e l’altro vice premier, Matteo Salvini Conte (foto in alto) ha garantito che «questo governo ha una sola parola: l’autonomia si farà, ci stiamo lavorando» e promesso che la flat tax sarà nella prossima manovra perché «è un pilastro». Salvini (foto sotto) ha detto che «sulla Tav BresciaVerona si parte», che l’autonomia arriverà «entro la primavera» e che «quota 100 non si tocca»
Dopo Giuseppe Conte e Matteo Salvini, a Verona arriva Luigi Di Maio a completare la trimurti del governo Lega-Cinque Stelle in visita al Vinitaly, ormai da qualche anno passerella prediletta per politici di ogni ordine, grado e colore, figuriamoci sotto elezioni (Europee, in questo caso). È accompagnato dalla nuova fidanzata Virginia, dal braccio destro Giorgio Sorial, dai sottosegretari Carlo Sibilia e Mattia Fantinati e sin dal primo minuto, nella conferenza stampa improvvisata all’ingresso della Fiera, si capisce che l’obiettivo principale della venuta in Veneto è smontare l’immagine di «uomo del no» cucitagli addosso dagli acerrimi amici della Lega (e pure da quelli del Pd: due minuti prima, passando di lì, il segretario dem Nicola Zingaretti l’aveva avvisato: «Tra gli imprenditori cresce il fastidio per questa “ossessione del no”»). Beninteso, però: per ogni «sì», c’è anche un «ma», che sposta il «sì» un po’ più in là. Prendiamo l’autonomia: «Si deve fare, assolutamente garantisce Di Maio - ma nel rispetto della coesione nazionale di cui noi siamo garanti». Sarà per questo che i ministri pentastellati alla Sanità, all’Ambiente, alle Infrastrutture e ai Beni culturali non rispondono alla collega agli Affari regionali Erika Stefani, che dal Consiglio dei ministri a trazione M5S non è ancora uscita la bozza dell’intesa a cui il Veneto ha dato l’occhei il 2 ottobre scorso, che il presidente a Cinque Stelle della Camera Roberto Fico non ha ancora individuato, dopo due mesi, l’iter più corretto da seguire per la discussione in parlamento. Tant’è, il governatore Luca Zaia, che gli ha re-
galato la bandiera del Veneto (ormai un must gli ospiti dello stand della Regione) e ha brindato con lui con una delle bottiglie donate per la tempesta Vaia, si dice comunque soddisfatto «Così come domenica il premier, anche Di Maio ha detto che i veneti avranno la loro autonomia e di questo impegno lo ringrazio. Mi è molto piaciuto il riferimento alla necessità di ri-
VERONA
spettare la volontà popolare espressa con il referendum. Una frase di cui gli sono grato, un impegno che mettiamo in cornice» (e pazienza se sempre domenica Salvini ha rispostato l’orizzonte un po’ più in là: «Il primo mattone lo poseremo entro questa benedetta primavera»). Oppure la Tav: «L’Alta Velocità Brescia-Verona, come altre opere, si deve fare, va por-
tata avanti assolutamente» sentenzia Di Maio ma «queste opere vanno fatte ottimizzando al massimo i costi ed evitando gli sprechi». Che però, almeno per la Tav Brescia-Verona, non si capisce dove stiano visto che l’analisi costi-benefici più volte annunciata non è mai stata pubblicata, i progetti sono approvati, l’opera è finanziata, i contratti sono firmati e insomma, sen-
Dopo lo scontro
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Stretta di mano a denti stretti con il sindaco VERONA La stretta di mano a lungo invocata (dai fotografi), alla fine c’è stata. Ma il sindaco di Verona Federico Sboarina, che aveva minacciato il Daspo urbano al vicepremier Luigi Di Maio dopo le sue dichiarazioni contro il Congresso della Famiglia tenutosi nella città dell’Arena («È il Medioevo, ci vanno gli sfigati»), non ha abiurato: «Ho trovato irrispettose quelle dichiarazioni, ma al Vinitaly ho fatto volentieri gli onori di casa. Niente di personale, ma da sindaco non posso accettare offese alla città». Stretta di mano frettolosa, per Di Maio, anche con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, incrociato tra gli stand, mentre il governatore Luca Zaia ha incontrato la leader Fdi Giorgia Meloni e, più a lungo, con un confronto riservato, il collega ligure (ma.bo.) Giovanni Toti.
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1 Il vicepremier Luigi Di Maio parla con i giornalisti all’ingresso della Fiera di Verona 2 La stretta di mano con il sindaco di Verona Federico Sboarina 3 L’abbraccio tra il segretario del Pd Nicola ZIngaretti e l’ex sindaco di Vicenza (ora candidato alle Europee) Achille Variati 4 Il governatore Luca Zaia regala a Di Maio la bandiera del Veneto (foto Sartori)
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Il segretario del Pd tra gli stand
Zingaretti abbraccia Variati «La nostra lista è bellissima Calenda aiuterà il Veneto» VERONA Anche il Partito democratico ha voluto avere una vetrina al Vinitaly. Così Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e neosegretario del Pd, si presenta a Veronafiere bruciando di poco il vicepremier Luigi Di Maio, che incontrerà più tardi in uno dei padiglioni. Stretta di mano cordiale fra i due politici protagonisti della seconda giornata del Vinitaly. Zingaretti chiarisce subito: «Possono farsi tutti i selfie che vogliono ma il Paese sta peggiorando per colpa loro», risponde a chi gli fa una domanda su Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Una decina i selfie proposti e accettati da Nicola Zingaretti, nulla a che vedere con la folla che domenica chiamava a gran voce
«Matteo» (Salvini) e che ieri diceva: «Ho fatto un selfie con Giggino». Il governatore visita per primo lo stand del Lazio, la sua regione. Lo aspetta Renato Brunetta, l’ex ministro, che per il secondo anno consecutivo presenta i vini della sua cantina laziale Capizucchi. «Presidente Zingaretti!», esclama il professore veneziano quando si accorge che il segretario del Pd ha saltato il suo banco d’assaggio. I due si abbracciano e si fermano a chiacchierare, ma non di politica. Il vignaiolo Brunetta spiega a Zingaretti le peculiarità dei suoi vini, già degustati il giorno prima dal premier Giuseppe Conte e dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Poi,
za arrivare al decreto basterebbe una telefonata dal ministro pentastellato Danilo Toninelli per far partire il cantiere. Una signora di San Bonifacio, dopo essere riuscita ad avvicinare Di Maio nel mezzo della tonnara di selfie e strette di mano, se ne va soddisfatta: «Gli ho ricordato i voti che è venuto a prendersi da noi No-Tav». «Ma signora, ha appena detto che si deve fare “assolutamente”...». «Ah». Ma a quel punto Di Maio è già oltre. E ancora, la flat-tax al 15%, argomento su cui c’è parecchia sensibilità a queste latitudini: «Sarò io il garante del flat-tax - spiega il vicepremier - entrerà nel prossimo Documento di economia e finanza». Ma «deve aiutare il ceto medio, che in ogni crisi ha pagato lo scotto più alto, non i ricchi». Di Maio, nella lettera al Corriere pubblicata ieri, ha chiesto che la tassa abbia «principi di proporzionalità». E qui è l’altro vicepremier a puntualizzare in tempo reale, da Milano: «La flat-tax è una tassa piatta per definizione, è unica e non prevede progres-
voltato l’angolo, ecco un altro abbraccio. Ma questa volta tutto all’interno del Pd. L’ex sindaco di Vicenza Achille Variati saluta il segretario nazionale con cui ha raggiunto un’intesa per la candidatura alle Europee dopo essersi prima candidato e dopo aver ritirato la candidatura in polemica con la scelta di schierare
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Su Lega e Cinque Stelle Possono fare tutti i selfie del mondo ma il Paese sta peggiorando per colpa loro, paghiamo un prezzo altissimo
Carlo Calenda come capolista. Il nome di Variati alla fine ci sarà. A margine degli incontri con i produttori laziali di vino, Zingaretti parla anche delle elezioni europee e delle scelte che hanno creato non pochi malumori in Veneto. «Penso che quella del Pd sarà una lista bellissima e finalmente unitaria. Garantirà una fortis-
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Sulle candidature del Pd I territori saranno rappresentati ma alle Europee va valorizzata la classe dirigente. Moretti? Ne riparliamo a lista presentata
sima rappresentanza anche del Veneto perché sarà arricchita da personalità per rilanciare le imprese in questo Paese». «Carlo Calenda — ha aggiunto Zingaretti — è una grande risorsa italiana. Visto che viviamo in un momento di crisi per colpa del centrodestra, che ha abbandonato le piccole e medie imprese, Carlo darà un valore aggiunto che aiuterà il Veneto a essere più forte». Quando gli fanno notare che dalle liste si è ritirato anche il capogruppo dem in Regione Stefano Fracasso aggiunge: «Nella lista saranno rappresentati i territori ma un grande Paese deve poter portare a Bruxelles un pezzo di classe dirigente». La Moretti? Zingaretti tronca; «Ne parliamo dopo la presentazione delle liste». Parlando di vino e di politica, il segretario dl Pd ha scherzato: «Il rosso è sempre di moda». Zingaretti in fiera era stato accolto dall’ex sottosegretario Luca Lotti, dal segretario del Pd Alessandro Bisato e dalla deputata veronese Alessia Rotta. Antonino Padovese © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Martedì 9 Aprile 2019
Il sondaggio del Sole 24 Ore
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sività». Poco lontano, nello stand della sua Mastrojanni, Riccardo Illy prova a capirci qualcosa e scuote la testa: «La flat-tax è un incentivo al nanismo, tende a mantenere “micro” le microimprese, non permette di aumentare la produttività e dunque la competitività. Non fa crescere». La patrimoniale, giura comunque Di Maio, «non si farà» mentre ci saranno gli «aiuti alle famiglie» che fanno esultare gli organizzatori del Congresso di Verona: «È la vittoria degli sfigati». Così li aveva apostrofati
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Zaia è il governatore più popolare d’Italia Balzo avanti dal 2015
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Luigi Di Maio La patrimoniale non si farà, nella manovra ci saranno aiuti alle famiglie e la flat-tax. Quota 100? Funziona, non verrà bloccata
il leader dei Cinque Stelle. Sui rimborsi ai truffati il vicepremier si dice contrario all’arbitrato (ma proprio mentre è a Verona a Palazzo Chigi passa la linea del ministero dell’Economia sull’arbitrato), quindi rassicura Salvini: «Quota 100 non si tocca, sta andando bene e si va avanti, perché libera posti di lavoro per i più giovani. Far girare la voce che si blocca rischia di fermare le richieste». Ma secondo le cronache parlamentari sono proprio «ambienti a Cinque Stelle» a far girare
questa voce. Tant’è Di Maio invita a «mettersi a lavorare» a assicura: «Con la Lega ci siamo detti tutto quel che c’era da dirsi». Ma non proprio tutto-tutto: «I sovranisti in Europa vogliono l’austerity e non vogliono i migranti, bloccano i ricollocamenti. In vista delle elezioni e di una legge di bilancio che per noi si annuncia difficile, credo sia legittimo dire ai cittadini che c’è chi in Italia vuole allearsi con loro». Prosit. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Che sia il primo, ormai non fa quasi più notizia. Da anni, infatti, il governatore Luca Zaia si piazza in testa alle classifiche di popolarità dei presidenti di Regione e il 62% dei consensi tributategli dai suoi concittadini è tutto sommato in linea con le rilevazioni precedenti. Ciò che sorprende, del sondaggio pubblicato ieri dal Sole 24 Ore, è il balzo in avanti rispetto al consenso ottenuto alle Regionali del 2015: più 11,9%. Nessuno in Italia fa meglio e anzi, gli altri due governatori leghisti, Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia e Attilio Fontana della Lombardia, pur piazzandosi rispettivamente al secondo e al terzo posto, registrano cali rispetto al giorno dell’elezione del 6% e dello 0,6%. Una perfomance, quella di Zaia, che scoraggerà ancor di più gli aspiranti competitor in vista delle Regionali del prossimo anno: il leghista ha già fatto sapere di volersi ripresentare per la terza volta (per questo avrebbe
declinato l’offerta di venir candidato per un posto da commissario europeo) e certo ci vuole fegato per sfidarlo a viso aperto con questi livelli di popolarità. «Zaia è stato il primo sia quando il governo nazionale era di centrosinistra, sia ora che c’è l’alleanza Lega-Cinque Stelle. A dimostrare che la forza di un presidente può essere indipendente dal colore del governo nazionale - commenta Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing e Noto Sondaggi -. Era primo anche quando la Lega era al 6%: ha una sua forza personale». Lui si schermisce: «Un sondaggio resta un sondaggio, e un amministratore perderebbe la propulsione di governo se badasse solo a quelli. Se mi fossi preoccupato dei sondaggi certe scelte non le avrei mai fatte. Il riconoscimento che arriva oggi è alla squadra, giunta, consiglio, tecnici regionali. Possiamo dire che, in Veneto, il “contratto sociale” prende corpo». (ma.bo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
VE
Economia 9
L'ARENA
Martedì 9 Aprile 2019
FINANZIAMENTI. L’analisi diMaurizio Giglioli,ad diCredemleasing evicepresidente dell’Associazioneitaliana leasing
NelVeroneseilleasing cresce 5.000nuovi contrattinel 2018 Ilcontrovalore a 470milioni,+8,23%conaumento superiore allamediadelsistema Leimprese scaligere usano lo strumento in particolare per beni strumentali e immobili Alessandro Azzoni
Contratti di leasing ancora in crescita a nel Veronese. Agli anni della crisi che hanno visto una forte contrazione dello stipulato annuo, si sono succeduti cinque anni di ripresa ininterrotta fino a toccare nel 2018 al livello nazionale i 29,7 miliardi di contratti stipulati, in salita di oltre il 5% sul 2017. Una tendenza, questa, del tutto sovrapponibile alla realtà produttiva scaligera. Lo conferma Maurizio Giglioli, amministratore delegato di Credemleasing e vicepresidente dell’Associazione italiana leasing, che parla del Veneto come della seconda più importante regione italiana per i contratti di leasing. «Più in particolare, nel 2018 Verona si è distinta con circa 5mila nuove operazioni di leasing per un controvalore stipulato di 470 milioni di euro, crescendo più del sistema Italia con un incoraggiante +8,23% nei volumi stipulati». SETTORI. Tra i settori che più
tirano in termini di volumi stipulati a livello nazionale va ricordato soprattutto il noleggio automotive con 15,6
Contratti di leasing a Verona e provincia 2017 NUMERO
2018
VALORE*
NUMERO
VALORE*
10,2
7,5
STRUMENTALE
1.950 196,8 1.910 201,8
-2,0
2,5
22,3
8,4
20,9
-31,4
154,1
4.784 434,3 5.007 470,1
4,7
8,2
IMMOBILIARE
85
99,7
ALTRO**
86
8,2
TOTALE
104 108,1 59
(*) Dati in migliaia di euro - (**) Aeronavale, ferroviario, energy
miliardi di euro (52% del totale), con enfasi particolare sui veicoli commerciali ed industriali. Segue a ruota il leasing sui beni strumentali con 9,3 miliardi di euro (31% del totale); quest’ultimo settore ha beneficiato della ripresa degli investimenti, delle agevolazione “Sabatini” e del superammortamento ed iperammortamento. Non ultima la corsa all’investimento delle imprese sul fine anno a fronte delle preoccupazione relativa alla rimodulazione per il 2019 delle agevolazioni stesse da parte del governo.
Più contenuto, ma in buona ripresa con 4,1 miliardi di euro, il leasing immobiliare (14%). STRUMENTI E IMMOBILI. «A li-
vello provinciale Verona sembra enfatizzare la propria vocazione industriale e commerciale con una maggior incidenza di leasing strumentale e una significativa componente immobiliare, entrambi indicatori del fondamentale sostegno assicurato dal leasing allo sviluppo produttivo ed infrastrutturale delle imprese veronesi» aggiunge Gi-
Spagna:«Fondiprincipalmente apmiartigiane»
commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia, «è riuscita a ridare tono a Veneto Sviluppo, facendola uscire dalla naftalina, oggi è player del mercato e ha dato vita a una società di gestione del risparmio diventata punto di riferimento». LE CIFRE. Fabrizio Spagna,
presidente di Veneto Sviluppo, ha ricordato i 40 anni della finanziaria, sottolineando che «quella odierna è risanata, rimodernata per rispondere alle esigenze delle imprese e molto competitiva in tutti gli ambiti operativi: finanza agevolata per pmi, partecipazioni societarie e minibond». Per quanto riguarda le cifre, nel 2018, sono state deliberate 9.403 operazioni, per quasi 600 milioni, con un aumento di oltre il 100% rispetto al
VALORE*
2.663 129,6 2.934 139,3
VenetoSviluppo,erogati 1,33miliardiin 3 anni
RILANCIO. «La Regione», ha
NUMERO
AUTOMOTIVE
CREDITO. Ilbilanciodell’attività dellaspafinanziaria della Regione
Nel triennio, 2016-2018, Veneto Sviluppo spa, finanziaria della Regione Veneto, ha erogato finanziamenti, contributi e garanzie per un controvalore di affidamenti alle imprese di quasi 1,33 miliardi di euro, deliberando oltre 20.700 operazione a favore quasi esclusivamente di pmi, per oltre la metà dell’artigianato veneto.
VAR. % 2017/2018
2017. La media degli interventi è 60mila euro, contro i 160mila del Fondo centrale di garanzia, confermando di essere adatti alle piccole e medie imprese. Da quando è partito l’apposito registro, nella seconda metà del 2017, gli aiuti alle imprese sono stati 12.655, che ne fanno la prima finanziaria regionale in Italia. Le misure anticrisi deliberate, dal 2012 al 2018, hanno registrato 2.157 operazioni agevolate per un valore complessivo di circa 312 milioni di euro; 106, per 7,3 milioni, i piani straordinari per il supporto alle imprese in eventi naturali calamitosi; 4.659, per 260 milioni, le operazioni agevolate in forma mista (finanziamento più contributo), come quelle a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. PROSPETTIVE. «Stiamo co-
munque lavorando - ha ripreso Spagna - guardando anche al futuro, per migliorare e innovare gli strumenti a nostra disposizione». Al riguardo, il presidente ha sottolineato, tra l’altro, che Veneto Sviluppo è ormai il terzo operatore italiano nei minibond «e siamo l’unica finanziaria regionale in Italia a fare questa attività». Inoltre, ha det-
FabrizioSpagna
to, «l’efficienza della nostra azione è testimoniata da alcuni indicatori, come la riduzione delle spese amministrative del 23% nel quinquennio 2013/17, con una struttura snella e specializzata di 26 unità, un tasso di utilizzo dei conferimenti pari al 90,6% e una continuità di utili, pari a 16,2 milioni di euro cumulati negli ultimi cinque anni». «Pensiamo - ha concluso Spagna - di aver fatto la nostra parte, ma non ci accontentiamo e vogliamo dare ancora meglio. La sfida a brevissimo è portare a termine un fondo dedicato per supportare le imprese in temporanea difficoltà finanziaria, raccogliendo fondi dal territorio». •
Fonte: Credemleasing
glioli. In provincia di Verona nel 2018 è proseguito l’incremento del leasing dell’auto, in crescita di oltre il 10% rispetto al 2017 (nuovi contratti per 140 milioni di euro). In salita anche il leasing immobiliare con nuove stipule contrattuali per circa 108 milioni (+22%). PREVISIONI. Diverse sono le
novità per il 2019. «L’anno non si preannuncia semplice» prosegue l’ad di Credemleasing. «Pesano le previsioni non positive sul fronte del Pil e la diminuita fiducia del-
le imprese: due elementi che risentono del contesto di incertezza sulle normative e sulle agevolazioni per lo sviluppo». Un segnale positivo arriva semmai dalla riapertura dello sportello Sabatini, ovvero la possibilità di presentare on line la domanda per accedere agli incentivi di legge per 480 milioni di euro. La misura è destinata alle micro, piccole e medie imprese che intendono investire in beni strumentali. Ad esclusione di terreni e fabbricati sono ammissibili gli investimenti per l’acquisto, anche in leasing, di impianti, macchinari, attrezzature industriali, attrezzature commerciali, hardware, software e tecnologie digitali. «Come Credemleasing stiamo assistendo, peraltro in controtendenza con il mercato, ad una positiva dinamica sul leasing auto e ad un buon avvio del noleggio a lungo termine» conclude Giglioli «con una formula nuova grazie alla quale mettiamo a disposizione dei clienti le migliori tariffe di noleggio di alcune fra le più importanti realtà internazionali di settore». • © RIPRODUZIONERISERVATA
MATERIEPRIME
Lostrumento
Contratto diaffitto conriscatto Illeasing èuno deiprodotti principeperla crescita delle imprese.Consente diottenere disponibilitàdi immobilie macchinarisenza immobilizzarecapitali, beneficiandodiunvantaggio fiscaledal prodotto grazie all’ammortamentoaccelerato; aciò vanno aggiunte agevolazionicomei contributi incontointeressidellalegge Sabatini.A talivantaggisi uniscelacomponentedi serviziofra impresaesocietà dileasing durante la costruzione,scelta, acquisto e gestionedel bene;èmolto apprezzatadallepmi che devonoaffrontare investimenticomplessieche cercanononsoloun finanziatorema unvero e propriopartnertecnico. Ilnoleggio alungo terminedi autoveicolihaportato il pay peruseanche nelmondo dell’auto;in questocasocon il pagamentodiun canonesi ottienela disponibilità di un’autocon la formuladel tutto compreso(ritirousato, assistenza,manutenzione, cambiogomme,assicurazione). Ilnoleggio alungo termineè apprezzatoperchéinunafase dievoluzionetecnologica dell’auto(conl’avvento dell’elettrico)consente di azzerareil rischio, tipicodella proprietàdell’auto, di obsolescenzatecnologicae di incertovaloreresiduo di rivendita. Al.Az.
ASanBonifacio seminario deimanager delleforniture Mercoledì a San Bonifacio i responsabili degli acquisti associati ad l’Adaci, Associazione italiana acquisti e supply management, Tre Venezie, si riunisco nella dede di Sinectra, azienda veronese del settore impiantistico e automazione industriale, e in collegamento streaming con Confindustria Emilia nella sede di Modena, per un’analisi della situazione e in prospettiva dei prezzi delle commodity. Dall’autunno scorso, si legge in una nota, gli scenari socio-economici mondiali sono cambiati con tendenze alla stagnazione se non alla recessione. L’Italia ha chiuso il 2018 con Pil inferiore alle stime e debito pubblico in aumento. Dai dati Istat diffusi a marzo emerge che la crescita è ridotta a +0,9% da +1,6% del 2017, con rallentamento nell’ultima parte dell’anno, netto ridimensionamento della domanda interna e frenata dell’export. L’incontro, sarà dedicato alla verifica del budget degli approvvigionamenti, per consentire a imprenditori e manager acquisti di scambiarsi dati e aggiornamenti, oltre che per confrontarsi con il “sentimento” del mercato e con i valori oggettivi rilevati nelle transazioni internazionali. Le aziende potranno conoscere disponibilità dei materiali, prezzi, tendenze e previsioni per un 2019 che si sta rivelando più critico di quanto temuto. •
AGENTIDI COMMERCIO. Peri prossimi tre anni OCCUPAZIONE. Martedì 30 aDossobuono
Azzolinipresidente EmiratesAirline diUsarciBrescia uncareerday Fusione con Verona in cerca di personale Conl’integrazionesarà costituita Candidatureperilteam dibordo unarealtà conduemila associati Nonèrichiesta laregistrazione Massimo Azzolini è il nuovo presidente di Usarci Brescia. Lo comunica Usarci (Unione sindacati agenti rappresentanti di commercio italiani) in una nota. Azzolini, è anche presidente di Usarci Verona, ed è stato eletto nel corso della prima riunione del nuovo direttivo, dell’associazione bresciana. La nomina di Azzolini, che negli ultimi due mandati aveva svolto il ruolo di segretario di Usarci bresciam, pone le basi per la fusione delle due consorelle di Brescia e Verona e segue l’intenzione, emersa alla recente assemblea bresciana , che aveva affidato l’incarico al Direttivo di approfondire i contatti con Verona per arrivare in tempi brevi a una fusione costituendo una realtà di circa 2 mila associati. «Con queste nuove operazioni», sottolinea Azzolini nella nota, «la nostra Associazione intende svolgere un ruolo di massima rappresentatività per l’intera categoria degli agenti di commercio, una delle professioni più richieste. Sia a Brescia sia a Verona sono circa 4 mila gli agenti in attività nei più svariati settori e alle nostre asso-
MassimoAzzolini
ciazioni aderiscono agenti residenti anche in province limitrofe». Quanto alla fusione quindi, «l’intendimento è andare a costituire un’organizzazione forte, capace di rappresentare in modo coeso non solo le nostre due province, ma anche una parte delle realtà limitrofe di Veneto e Lombardia», precisa Azzolin,i «Procedere uniti consentirà di offrire agli associati servizi di alto livello e un’elevata rappresentatività politico-sindacale anche a livello nazionale». Oltre al presidente Azzolini, nel Direttivo di Usarci Brescia è entrato anche un altro veronese, Pietro Albertelli. •
La compagnia aerea Emirates torna a Verona per cercare canditati italiani da inserire nel proprio team di bordo. Dopo l’appuntamento dell’ottobre scorso, la compagnia aerea, con base a Dubai, informa in una nota che terrà un Open day Verona martedì 30 aprile alle 9 all’Hotel West Point in via Staffali, 2/A, a Dossobuono. La compagnia sottolinea la nota cerca candidati appassionati, spigliati e service oriented, per garantire ai clienti l’esperienza di bordo di Emirates. I candidati che desiderano intraprendere la carriera di volo, possono presentarsi con un curriculum vitae aggiornato in inglese e una foto recente. Per partecipare all’open day, non è richiesta alcuna una registrazione online. Per informazioni sulle sedi e i requisiti del processo di selezione, incluso dress code per colloquio e video tutorial è possibile visitare il sito www.emiratesgroupcareers.com/cabin-crew. I candidati devono essere pronti a trascorrere l’intera giornata nella sede indicata. Coloro che saranno selezionati verranno informati sui tem-
pi per i colloqui futuri. La compagnia consiglia ai candidati di registrarsi al portale del Gruppo Emirates prima di partecipare all’open day. La compagnia di bandiera dell’emirato del Dubai attualmente vola verso 158 destinazioni, in 86 Paesi, operando con una flotta di 273 aeromobili wide-body (a fusoliera larga a doppio corridoio). La compagnia si legge ancora nella nota è il più grande operatore al mondo di Airbus 380 e Boeing 777. Al personale di bordo è offerto un pacchetto di occupazione che include benefit come il reddito esente da imposte, alloggio gratuito a Dubai, trasporto da e per l’aeroporto, copertura medica e dentistica e sconti su acquisti e attività per il tempo libero a Dubai. La compagnia, inoltre, concede al personale benefit, anche la famiglia e gli amici, ad esempio opportunità di viaggio in tutto il mondo. Emirates vola in Italia da 26 anni e al momento, offre 49 voli settimanali tra Dubai e quattro città italiane, tra cui Milano, Roma, Venezia e Bologna. •
12 Cronaca
L'ARENA
Martedì 9 Aprile 2019
Lacapitaledelvino
Unbilancio sueconomia, strutturee altavelocità
Appuntamentoconla pizzadellaBassa
Le iniziative in programma oggi allostanddiRegionedelVenetoaVinitaly avranno inizio alle 10.30 quando il presidente della Regione,LucaZaia,preparerà,insiemeal
campionedelmondodipizzaclassica, Stefano Miozzo, affezionato frequentatore di Vinitaly, la pizza «Labassa»coningredientidelterritoriodellaBassa veronese.
LAPOLITICA. IlGovernatore delVenetoospiteallo standdel gruppoAthesis aVinitaly
ZaiaspingelaTav «Èirrinunciabile»
LucaZaia conil Governatore dellaLiguria GiovanniToti allostand delVeneto
E l’autonomia «è nel contratto di governo». Intanto èstatonuovamenteincoronato dalsondaggio delSole24Ore comeilgovernatore più popolare Sì Tav, sì autonomia del Veneto ed Europa coniugabile con le identità locali: molti i «sì» confermati dal governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ieri ospite nello stand del gruppo Athesis di Vinitali con il direttore del giornale L’Arena e Bresciaoggi, Maurizio Cattaneo e il direttore del Giornale di Vicenza Luca Ancetti. Un Luca Zaia nuovamente incoronato dal sondaggio svolto per conto del Sole24Ore come il governatore più popolare d'Italia. «Merito della squadra», risponde lui, «da soli si va forte, ma in squadra si fa più strada. Immagino che il gradimento della gente derivi da questo, dalla percezione del lavoro di noi tutti per loro e i loro problemi. Possiamo dire che, in Veneto, il contratto sociale prende corpo». «Lei ha accolto Conte con il
bandierone del Veneto», ha incalzato il direttore Cattaneo, «oggi Di Maio ha detto sì alla Tav: l’aria del Veneto fa cambiare le idee al governo?» «Quando si viene in Veneto si respira un’aria frizzante», la risposta; sull’autonomia, il governatore ha detto che «c’è nel contratto di governo e deve essere il driver per questo governo, altrimenti va a finire male. Non è una minaccia, ma un dato concreto: se non fosse passato il reddito di cittadinanza, questo governo non ci sarebbe più perché sarebbe stata una questione di fiducia e per l'autonomia è la stessa cosa». Luca Ancetti ha rilevato che c'è stata unanimità anche per il progetto Tav in Veneto e Lombardia: sarà Sì Tav? «Non può che essere così», per Zaia, «lo dice uno che ha
fatto una battaglia per salvare la Pedemontana veneta, che sarà conclusa il 31 dicembre del 2020. La Tav è irrinunciabile, la più grande infrastruttura in cantiere oggi in Italia: 94,5 di km., 14 caselli, 2 miliardi e 250 milioni. Sarà conclusa nel 2020; ci sta che un governo voglia valutare, con project review e l’analisi costi-benefici, ma non si può mettere in discussione: in un territorio come il Veneto, dove non c'è nessuno che la vuole mettere in discussione sa un po' di dittatura». A Vinitaly, ha proseguito Cattaneo, ci sono gli imprenditori che fanno qualità e che vanno nel mondo: cosa si vede in questa edizione? «Penso che sia un Vinitaly eccezionale», ha detto il presidente, «in una Regione che si conferma la prima per produzione di vini: 13 milioni di ettolitri,
1,6 miliardi di esportazione, il 30% del volume nazionale che è di 4,7 miliardi. Direi che non possiamo rinunciare a un settore così, l'immagine e la qualità che i produttori portano nel mondo ci torna anche in termini turistici e di indotto». Per quel che riguarda le elezioni europee a fine maggio, Zaia ha rilevato che «l'Europa come concetto è assolutamente vincente, ma questo modello non ci va bene. L'Europa si coniuga con l'identità. Torniamo al concetto dell'Europa delle Regioni dei padri costituenti, che preservava l'identità degli Stati. Abbiamo avuto un periodo di gestione europea che ha tolto ogni identità agli Stati, cominciando dalle norme per l'agroalimentare». Il candidato principale per il ruolo di premier potrebbe essere Luca Zaia se dopo le elezioni europee ci fosse un terremoto politico con nuovo governo di centrodestra? «Confermo che sarò il presidente del Consiglio della repubblica Veneta», la replica di Zaia. «Ho questa partita da portare a termine. Stiano tutti tranquilli a Roma, dateci soldi e autonomia e a noi basta». Le Olimpiadi invernali sono più vicine, ha sottolineato Maurizio Battista de L’Arena: il Governo ha portato il dossier al Cio con pieno sostegno. Salvini ha garantito che ci sarà anche Verona: vinciamo questa partita? «È stata una sfida che ho lanciato da solo all'ultimo istante e non lo sapeva neppure il sindaco di Cortina, ho avuto attacchi per mesi, adesso ci siamo e si decide il 24 giugno a Losanna tra noi e Stoccolma. Le Olimpiadi sono un assegno di 980 milioni di dollari per l'organizzazione. Quindi andiamo avanti e confermo la cerimonia di chiusura in Arena a Verona perché sarà una Olimpiade diffusa con Bolzano, la Val di Fiemme e Milano. Direi che ci siamo». • L.Z.
Ildirettore de L’Arena, Maurizio Cattaneo, ilGovernatoredella RegioneVeneto LucaZaia, ildirettore delGiornale di Vice
peculiaritàmoltodiversedal Trentinoalla Siciliaeil prossimo ciclodiprogrammazione degli aiutidovrà tener contodelle diversevocazioni edelle performancesdiinvestimento. In
Veneto,dove abbiamo già impegnatol’80 per cento dei1169 milionidelciclo 2014-2020, abbiamole idee chiaresudove e comeinvestire: chiediamodi migliorarei rapporti difiliera,gli strumentidigestione delrischio, disostenerele pratiche innovativee l’agricolturadi precisione,diaiutarei giovania rimanereneicampiedisostenere l’agricolturanelleterre inquota». Quantoalla viticoltura,Panha costruitoun’ampia convergenza perchiedereil riconoscimento,nei regolamentichenormanogli oltre 400vini italianidoc, della possibilitàdiusarenegli uvaggi quotepercentualiprovenienti da vitigniibridi resistenti.«Ilfuturo dellaviticolturasta nella competitivitàaziendaleenella sostenibilitàambientale.Credo chesiainteresse ditutti, enon solodeiviticoltori,coniugare ottimeresecon il rispetto dell’ambienteedellasalute».
quelle culturali, considerate in ogni caso un arricchimento e un valore. Un tema, quello dell’antirazzismo, su cui esporsi anche dal punto di vista aziendale, senza temere i commenti negativi». Punto di partenza è un video, presentato ieri e diffuso attraverso i social network e tutti i canali di Astoria, dal titolo «Speak out against hate speech–atleti contro il razzismo». Protagonisti sei atleti italiani di origine straniera, che partendo dagli insulti del tipo «non è una nazionale italiana, ma africana», rispondono raccontando in modo positivo il loro essere italiani e la loro passione per lo sport e la maglia azzurra. Gli atleti testimonial della campagna sociale sono Eyob
Faniel, Najla Aqdeir, Yohanes Chiappinelli, Yassin Bouih, Eusebio Haliti della nazionale di atletica leggera e la tuffatrice Noemi Batki. Il video è stato realizzato anche grazie all’aiuto di Ciai, Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, che si occupa di adozioni internazionali e progetti di cooperazione allo sviluppo. Il video farà da traino a un progetto più ampio: un bando, rivolto a filmmaker e videomaker di tutta Italia, a supporto di progetti a tema «No Hate Speech» con l’obiettivo di favorire l’idea di integrazione. La proposta più in linea con i valori e lo stile di Astoria, verrà finanziata. I dettagli si trovano sulla pagina Facebook di @astoria.wines. •
L’assessoreregionale GiuseppePan
«Governancemultilivello perobiettivicomuni» LeRegioni italiane trovano voceeaccenticomuni al Vinitalysulle proposteper la nuovaPolitica agricola comunitaria2021-27. Enei prossimigiorni la Conferenza degliassessorialle politiche agricoleconsegnerannoun documentoal ministro Marco Centinaio.Diprimaria importanzauna governance ’multilivellò:«Le Regioni rivendicanounruolo attivonell’ impostazionedegliobiettivi, delleregoleedegli strumenti dellanuovaPac», osserva GiuseppePan, assessore venetoall’Agricoltura.«Ci sono
L’assessoreGiuseppe Pan
INIZIATIVA. IlpresidentedellaGiunta venetaLuca Zaia hatagliatolaprimafettail maxi-dolce nellostanddi Astoria
Latorta Arenapercelebrare ilGiro Lanciata anche la campagna socialedell’aziendacontro l’odiosui social.Testimoni atletididiversediscipline Elena Cardinali
Il vino messaggero di una campagna contro gli insulti sui social network e promotore del Giro d’Italia di ciclismo. Tutto succede da Astoria Wine a Vinitaly, dove il presidente della Giunta regionale del Veneto ha tagliato la prima fetta della maxi-torta realizzata da Michele e Stefa-
no Marcazzan della pasticceria Roma di via Cesena, a Borgo Roma (impalcatura esterna di polistirolo con glassa rosa e con la vera torta all’interno composta da pan di spagna, crema chantilly e scaglie di cioccolato) fatta a forma di Arena per ricordare che l’ultima tappa del Giro sarà nell’anfiteatro scaligero, accompagnata da un brindisi in calici rosa con Prosecco Astoria, azienda trevigiana sponsor ufficiale del Giro d’Italia, che sarà stappato ad ogni tappa. «Ho voluto con forza la finale a Verona del Giro», ha det-
to Zaia, «e dovrà essere la costante anche dei prossimi anni». E ha ricordato l’impegno dei produttori di Prosecco come di Valpolicella nella gestione sostenibile del territorio e dell’agricoltura, «tra i più virtuosi nell’uso di fitofarmaci». Nell’occasione è stato presentato il progetto elaborato da Carlotta Polegato, figlia di uno dei titolari dell’azienda, la nuova campagna sociale di Astoria Vini, con un tema caro ai fratelli Paolo e Giorgio Polegato, «l’inclusione e l’accoglienza di ogni tipo di differenza, da quelle somatiche a
Iltaglio dellatortaArenarosa nellostand di Astoria FOTO MARCHIORI