RASSEGNA STAMPA DEL 10 APRILE 2019

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MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

il dopo alluvione

Approvati i finanziamenti per strade, fiumi, laghi e case Il Commissario Zaia ha anche nominato i nuovi soggetti attuatori per i progetti i cantieri di ripristino dovranno partire entro il prossimo 30 settembre

E per i privati che in queste settimane hanno ripetutamente protestato per le lungaggini? A loro vanno i rimanenti 25 milioni di euro, destinati in parte anche alle attività produttive che hanno subito danni. Fino a 5 mila euro per le abitazioni, fino a 20 per le imprese. Il Commissario Zaia ricorda, al riguardo, che i 50 milioni di euro per far fronte ai primi danni, inclusi quelli a privati e imprese, sono già in liquidazione a completamento degli acconti di prima emergenza. CHI SE NE OCCUPA

Francesco Dal Mas BELLUNO. 195 milioni per la

bonifica dei laghi e dei torrenti, la messa in sicurezza dei versanti a rischio e delle strade. 25 milioni per indennizzare i privati, case ed imprese. Finalmente le risorse possono diventare dei cantieri: entro e non oltre, si badi, il 30 settembre. Lo ha fissato il Commissario per il maltempo Luca Zaia, con tanto di delibera che riguarda sia chi dovrà gestire questa massa di soldi, sia i principali progetti che saranno finanziati.

LE OPERE MAGGIORI

8 milioni tondi tondi per bonificare il lago di Alleghe. 26 milioni e 300 mila euro per i paravalanghe in comune di Livinallongo. 18 milioni e 775 mila euro per altre protezioni nei siti valanghivi di Rocca Pietore. In totale saranno realizzati da quest’estate para-

Molti i cantieri che saranno aperti lungo il Cordevole, alcuni sono già in opera

massi ed altre misure di sicurezza per ben 69 milioni. E chi li materializzerà? Veneto Strade, che dovendo proteggere le sottostanti arterie, ne dovrà eliminare i pericoli incombenti. Ma queste sono soltanto alcune delle voci di spesa dei primi 195 milioni da realizzare nel cratere del-

la distruzione di fine ottobre. I cittadini colpiti da Vaia possono tirare finalmente un sospiro di sollievo. Il Commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione Civile - Zaia, appunto - ha infatti emesso una ordinanza, la n. 5/2019, che nomina i nuovi soggetti attua-

tori incaricati di realizzare i primi interventi definiti dal Piano del Commissario per il 2019 e rende appunto cantierabili i primi 220 milioni di euro, dei quali 195.621.778 euro destinati ad interventi da realizzare nel corso di quest’anno, da avviare in ogni caso entro il 30 settembre.

de carlo e il caso minerbe

roger de menech

Bimba senza pranzo «Un fatto vergognoso»

Il Pd: «Imbarazzante la risposta del governo sulle targhe straniere»

BELLUNO. Il caso Minerbe, con

la bambina costretta a mangiare cracker e tonno alla mensa perché i genitori non avevano pagato la retta, fa scalpore anche in provincia di Belluno. «Vergognoso quello che è accaduto nella mensa della scuola in provincia di Verona, dove una bambina è stata gravemente discriminata perché i genitori non pagavano la retta», sottolinea su facebook il deputato di Fratelli d’Italia e primo cittadino di Calalzo, Luca De Carlo. «Lo dico da sindaco che conosce assai bene le

problematiche legate alla difficoltà di far quadrare i bilanci comunali, ma che mai ha fatto pagare ai figli le colpe, se ci sono, dei padri». «Una Nazione civile come la nostra», prosegue De Carlo , «non deve assolutamente permettere che una bimba venga discriminata per le condizioni economiche della famiglia. Se la famiglia ha dei problemi economici da affrontare, va aiutata, se la famiglia invece ha delle colpe, i genitori dovranno pagarne le conseguenze: ma la bimba no, mai». —

BELLUNO. «La risposta che il go-

verno ha fornito attraverso il sottosegretario Jacopo Morrone è a dir poco imbarazzante. Salvini fa di ogni erba un fascio e tratta i lavoratori transfrontalieri, gli emigranti e gli studenti all’estero come evasori fiscali. Per le migliaia di famiglie bellunesi con un’attività in Europa il problema rimane, ma non rinunciamo a una battaglia di giustizia». Il deputato bellunese Roger De Menech riporta il dibattito in aula sulla richiesta del Pd fat-

Il deputato del Pd De Menech

I nuovi soggetti attuatori nominati sono i direttori di Consorzi di Bonifica, responsabili dell’apertura dei cantieri sulla rete idrica minore, e di quelli dei Geni Civili per le opere necessarie alla rete idrica principale. Complessivamente i cantieri per far fronte al dissesto idrogeologico sono 49 per un importo pari a 67.4417.600 euro. Numerosi gli interventi lungo l’alveo dei torrenti per bonificarli dai materiali portati dall’acqua, alberi compresi. Il Cordevole, da questo punto di vista, sarà il più cantierato. Dalla Val Gares alla Val Zoldo, si vedranno i forestali all’opera per abbassare di qualche metro il letto dei corsi d’acqua. L’importo è di media fra i 300 ed i 400 mila euro, con interventi da mezzo milione proprio nel Cordevole, il più massacrato. Veneto Strade è stata, si diceva, individuata come stazione appaltante per le opere di protezione dei ver-

ta di affrontare il problema dei cittadini italiani che per motivi di lavoro, di studio o familiari e personali, circolano con targhe straniere. Per i bellunesi che hanno avviato imprese all’estero, che studiano fuori dall’Italia «è una beffa», accusa De Menech. «Non solo hanno dovuto lasciare la propria terra, ma per Salvini e compagnia hanno la colpa di mantenere un legame forte con il Paese d’origine, attraverso la cittadinanza». «Di fronte a un quesito specifico in cui si chiedeva se e quali iniziative specifiche il governo volesse adottare, il sottosegretario si è limitato a leggere testualmente la norma», attacca il deputato. «È evidente che il governo non ha alcuna intenzione di affrontare il problema che riguarda quasi seimila lavoratori frontalieri che hanno rap-

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santi interessati dagli schianti boschivi, che rientrano nella parte del piano relativa alla prevenzione del rischio valanghivo in base al quale si prevede di aprire 21 cantieri per un importo pari a 69.269.217 euro. La somma più rilevante verrà spesa a Livinallongo, dove sono ben 200 gli edifici a rischio, con più di 300 persone che vi abitano. Soggetti attuatori sono stati nominati, tra gli altri, anche i dirigenti tecnici delle Amministrazioni Provinciali di Belluno, Treviso, Vicenza e Verona, mentre, per quanto concerne il Rischio Valanghivo, il nuovo soggetto attuatore è Italo Saccardo, dirigente del “Centro Servizi” Arpav. L’ordinanza del Commissario dispone ancora di erogare ai Comuni colpiti l’anticipazione del 30 per cento dell’importo assegnato, pari a 2.157.399 euro, per l’avvio di decine di cantieri in tutti i territori provinciali interessati dal maltempo autunnale. Il Commissario prevede, infine, di individuare nuovi soggetti attuatori tra i Comuni che saranno individuati progressivamente, attraverso le prossime ordinanze, per accelerare e favorire l’avvio di tutte le opere. «Va ricordato, infatti, che i cantieri complessivamente previsti dal Piano del Commissario solo per il 2019 sono 350 in tutto il territorio veneto, principalmente concentrati nella provincia di Belluno» ricorda Zaia. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

porti con San Marino e altre migliaia di persone residenti nelle province di confine». «Siamo tutti d’accordo di voler contrastare l’elusione da parte di chi cerca di non pagare le tasse in Italia», puntualizza De Menech. «Ma qui stiamo parlando di cittadini, studenti, lavoratori dipendenti e imprenditori che subiscono multe da 700 a 2.800 euro col rischio di sequestro del veicolo perché guidano un’auto aziendale, perché magari hanno attività all’esterno o vi si trovano momentaneamente per ragioni di studio. Oppure perché fanno parte di famiglie composta da cittadini italiani e stranieri. È giusto che queste persone vengano trattate come delinquenti? Pensiamo di no, ma evidente il sottosegretario Morrone e il ministro Salvini la pensano diversamente». –

abitudini quotidiane

obbligo di presentazione

COMUNE DI CENCENIGHE AGORDINO

Istat, al via un’indagine sulle famiglie italiane

Non va dai carabinieri arrestato un polacco

BELLUNO. Da lunedì e fino al 10 maggio si svolgerà un’indagine campionaria multiscopo Istat su “Aspetti della vita quotidiana” per conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi affrontano ogni giorno e se sono soddisfatti del funzionamento di quei servizi di pubblica utilità che dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita. L’indagine è campionaria, quindi rivolta a un elenco de-

BELLUNO. Vìola le disposizioni del tribunale e viene arrestato. I carabinieri della stazione di Belluno hanno eseguito un ordine di carcerazione arrestando un polacco di 37 anni residente a Piombino Dese (in provincia di Padova) ma domiciliato a Belluno. L’uomo era stato sottoposto alla misura della presentazione alla polizia giudiziaria ma a quanto pare ha violato più volte questo obbligo, comportandosi un po’ come

AVVISO DI DEPOSITO ADOZIONE E DEPOSITO PIANO DIEGLI INTERVENTI (P.I.) N. 1 Il Sindaco, rende noto che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 6 del 28 marzo 2019 è stato adottato il Piano degli Interventi (P.I.) N. 1, di adeguamento al P.A.T.I. ai sensi dell’art. 18, comma 2, della Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11. A partire dal 5 aprile 2019, gli elaborati del Piano sono depositati, a libera visione del pubblico, per 30 giorni, presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Cencenighe Agordino e, ai sensi del comma 3, art. 18 della Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11, entro i successivi 30 giorni dalla data di scadenza del periodo di deposito, ovvero fino al 6 maggio 2019, chiunque può presentare osservazioni al Piano. Gli elaborati sono altresì consultabili sul sito internet del Comune di Cencenighe Agordino al seguente indirizzo: www.comune.cencenigheagordino.bl.it; Il Responsabile del Servizio Tecnico – Riva Paolo.

finito di famiglie alle quali alcuni giorni prima dell’intervista viene inviata una lettera a firma del presidente dell’Istat in cui viene presentata l’indagine. Le famiglie verranno poi contattate dal rilevatore comunale, munito di apposito tesserino Istate. Per il Comune di Belluno, informazioni o chiarimenti sulla rilevazione possono essere richiesti all’Ufficio Statistica comunale, contattando il numero 0437 913532. —

voleva. In più occasioni ha mancato l’appuntamento con la firma davanti alla polizia giudiziaria. Questo atteggiamento ha determinato l’emissione dell’ordine di carcerazione che i carabinieri di Belluno hanno eseguito il 5 aprile scorso. Al termine delle formalità di rito veniva il polacco è stato tradotto nel carcere di Baldenich in attesa delle decisioni della magistratura. —


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REGIONE

MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 IL MATTINO

L’allarme al Vinitaly

la Fiera

Il grande giorno delle bollicine della Marca A Verona, ieri, il Prosecco-day, le bollicine della Marca star mondiali A sinistra lo stand del prosecco Doc, a destra l’ingresso del padiglione del Veneto. Sopra i presidenti dei tre consorzi: Armando Serena (Docg Asolo-Montello), Innocente Nardi (Docg Conegliano e Valdobbiadene), Stefano Zanette (consorzio Doc), qui a fianco anche in “versione” Frecce Tricolori.

Dazi Usa, il Prosecco in allarme rosso I consorzi: basta guerre commerciali A rischio 300 milioni di esportazioni negli States. Zaia: «Inimmaginabile, territorio in ginocchio». Nel mirino il made in Italy dall'inviato Andrea De Polo VERONA. «Gli Stati Uniti senza

Prosecco sarebbero più tristi» assicura il governatore Zaia, ma i musi lunghi ieri al Vinitaly erano quelli dei produttori in fiera. A sconvolgere il Prosecco day al Vinitaly ci ha pensato ieri Trump, con l’annuncio dei dazi sui prodotti della Ue: c’è di tutto, ma l’agroalimentare parla italiano. Nella lista nera Prosecco, Marsala, superalcolici, e altri ambasciatori del “ made in Italy” come formaggi (Pecorino in primis), yogurt, olio d’oliva, uva, marmellate, succhi, acqua. Una partita da 4,2 miliardi, il 10% dell’export italiano. Basta un calcolo, nemmeno complicato: Gran Bretagna e Stati Uniti sono primo e secondo mercato per l’export del Prosecco (per la Doc valgono, insieme, il 50% dell’intera esportazione), Brexit e minaccia di dazi Usa mettono a rischio qualcosa come 750 milioni di euro, di cui 300 solo per gli Stati Uniti. La prima reazione è emotiva: «Se Trump ci tira uno schiaffo, noi gliene tireremo due», commenta Stefano Zanette, presidente del consor-

zio di tutela Prosecco Doc, riferendosi alla possibilità di una guerra commerciale Ue - Stati Uniti, con i contro-dazi europei. Lo stesso Zanette (la sua denominazione ha esportato nel 2018 618 mila ettolitri, per un valore di 200 milioni) corregge subito il tiro: «Vogliamo evitare qualsiasi tensione, serve fare pressione assieme a tutto il comparto agroalimentare italiano, anzi europeo, una partita da gestire con lo Champagne perché una misura del genere penalizzerebbe tutti. Si può agire anche come Sistema Prosecco, con i tre consorzi uniti». Lo scenario peggiore vedrebbe dazi sulle esportazioni in Gran Bretagna, fuori dalla Ue e negli States. A quali altri mercati rivolgersi a quel punto? «L’Australia in un anno è cresciuta del 32%, la Polonia è in forte ascesa, ma non vogliamo nemmeno pensare a scenari simili». Chi sta già pagando le tensioni internazionali è la Docg Conegliano-Valdobbiadene, che per la prima volta ha visto il segno meno davanti alle cifre dell’export 2018. Cose mai viste prima. E tra i Paesi in difficoltà ci sono proprio gli Usa: «Ci appelliamo a governo italiano e Ue», afferma Innocente

Nardi, presidente di quel consorzio di tutela, «al di là degli Usa sta crescendo il numero di Paesi in cui vendiamo le nostre bottiglie, c’è bisogno di un’Europa sempre più presente. Italia e Ue si facciano sentire». Il calo del 2018? È legato semplicemente a una vendemmia sfortunata, quella 2017. Ma le bottiglie sono state vendute tutte». La minaccia firmata Trump ha agitato anche la giornata del governatore Luca Zaia, pri-

C’è chi minimizza ma anche chi cerca già alternative a Est lungo la via della Seta mo interlocutore istituzionale – come Regione Veneto – dei produttori vitivinicoli. Fino a ieri per Zaia l’unica sfida internazionale del mondo Prosecco era la candidatura a sito Unesco della Docg Conegliano-Valdobbiadene («Non torneremo da Baku a mani vuote, ho buone sensazioni»). Su Trump, Zaia è più incendiario che pompiere: «Dazi sul Prosecco? Ma stiamo scherzando? Inimmaginabile. Met-

terebbero in ginocchio l’economia di un territorio. E non farebbero bene nemmeno agli Usa, torneremmo al mercato nero. Non parliamo di prodotti di poco conto ma di un’eccellenza universale, la Regione farà la sua parte, l’Europa eviti di muoversi come un elefante in cristalleria». E pensare che tutto è partito dalle schermaglie sugli aiuti Ue ad Airbus, rivale di Boeing. «È il momento di ragionare da grande mercato», conclude Zaia, «è il momento del dialogo». Tra la “base”, gli stand dei produttori a Vinitaly, tira un’aria da “già visto, già sentito”. «Dazi? Non è la prima volta che se ne parla, ma nessuno ha mai rinunciato al Prosecco. E a Trump piace spararle grosse», dice un produttore. La soluzione, a mali estremi, sarebbe già tra gli stand veronesi: gruppi di buyer dall’Estremo Oriente sempre più interessati alle bollicine di Marca. Chiedono, si informano, chiudono contratti. Se si chiude il mercato a Occidente, c’è una Via della Seta... alcolica da esplorare verso Cina e Giappone. Dove però si affolleranno anche Cava, Champagne e tutti i concorrenti del Prosecco. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la black list oltreoceano

Vini, formaggi e olio L’export agroalimentare vale 2,2 miliardi di euro ROMA. I dazi annunciati da

Donald Trump potrebbero mettere a rischio 2,2 miliardi di made in Italy agroalimentare con forti effetti sulla bilancia commerciale del nostro Paese. Lo rileva l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) dopo l’annuncio di possibili dazi diffuso dall’amministrazione statunitense. L’export agroalimentare negli Stati Uniti nel 2018 ha raggiunto quasi 4, 25 miliardi di euro e i prodotti più rilevanti del made in Italy agroalimentare verso gli Usa sono il vino, la pasta, l’olio d’oliva e i formaggi ovvero quasi tutte le categorie che sarebbero penalizzate dall’eventuale introduzione di dazi. Nella black list si trova, ad esempio, il Pecorino Romano per le cui sorti il

mercato Usa ha dimostrato di essere determinante. Un altro prodotto che potrebbe essere bersaglio dei dazi è l’olio vergine d’oliva il cui export verso gli Usa, nel 2018, ha toccato i 359 milioni di euro, con un trend di crescita del 60% negli ultimi 10 anni. Secondo l’Ismea inoltre, un duro colpo all’agroalimentare italiano potrebbe derivare dall’applicazione dei dazi sui vini italiani. Attualmente gli Stati Uniti coprono con circa 1,5 miliardi di euro un quarto del totale delle esportazioni enologiche italiane nel mondo. Un ruolo determinante in questa crescita è da attribuire al Prosecco i cui flussi sono cresciuti del 440% negli ultimi 10 anni, arrivando a quota 334 milioni di euro. —


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MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

BELLUNO il mondo dell’istruzione

Scuola, 524 studenti in meno da settembre De Bastiani: «Il sistema va ripensato» Il calo maggiore alle elementari (-268) e alle superiori (-184). Con il prossimo anno possibile il taglio di qualche classe Paola Dall’anese

ipsaar dolomieu

BELLUNO. Una vera emorra-

Convitto, manca il numero minimo a rischio chiusura

gia. A settembre la scuola bellunese si presenterà ai nastri di partenza del nuovo anno con 524 studenti in meno. A tanto ammonta la riduzione degli iscritti rispetto all’anno in corso. La perdita maggiore si registra alle elementari (-268 alunni), seguite dalle superiori (-184) e dagli asili (-78). In controtendenza, invece, la scuola media, che guadagna sei studenti. Un calo dovuto a molti fattori (dalla flessione della natalità all’abbandono del territorio da parte di tanti bellunesi), che porterà alla riduzione di classi, anche se le cattedre previste dovrebbero rimanere invariate.

Problemi al convitto dell’istituto alberghiero Dolomieu di Longarone dove gli iscritti sono inferiori ai 40 richiesti per funzionare. «Non c’è ad oggi il numero minimo», precisa il dirigente dell’Ust, Gianni De Bastiani, «e questo significa che saremo in difficoltà con gli educatori. C’è quindi il pericolo che non si attivi il convitto». Dalla scuola fanno sapere che «ci stiamo mobilitando con i genitori per capire se si può far partire il semiconvitto, andando così in deroga».

IL CALO DEGLI ISCRITTI

La situazione è preoccupante soprattutto nella parte alta della provincia, dove, come annuncia il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust) Gianni De Bastiani, «dal 2020 bisognerà iniziare la discussione sulla razionalizzazione delle classi, ma anche dei plessi scolastici». Il prossimo anno gli studenti saranno complessivamente 23.343: 2.507 alla scuola dell’infanzia, 7.669 alle elementari (5.228 a tempo normale e 2.441 a tempo pieno), 5.099 alle medie (3.812 con orario normale e 1.287 con il tempo prolungato), 8.063 alle superiori. Da segnalare un dato importante: il numero elevato di alunni che hanno scelto i tempi pieni o prolungati, tanto che il Miur ha deciso di concedere più cattedre per venire incontro alle richieste delle fa-

longaronese-zoldano Studenti durante una lezone a scuola

miglie bellunesi che scelgono questa opportunità messa a disposizione dalle scuole per riuscire a conciliare, nel miglior modo possibile, i tempi del lavoro con quelli della famiglia. IN CRISI LE TERRE ALTE

Ad oggi, le criticità maggiori sono concentrate nelle aree del Longaronese-Zoldano, ma anche del Cadore e del Comelico. «Nel prossimo anno scolastico manterremo in vita tutti gli istituti comprensivi attuali», spiega il dirigente scolastico Gianni De Bastiani, «ma dal 2020 dovremo giocoforza iniziare a ragionare sugli accorpamenti. Alcuni esempi? Quelli di Zoldo e Lon-

garone potrebbero essere uniti, vista la fatica a mantenere i numeri per l’autonomia, lo stesso vale per Domegge, Auronzo, Santo Stefano e Pieve di Cadore». «La scuola così com’è ora non sarà più sostenibile», prosegue il provveditore. «Va ripensata e inizieremo a farlo già nell’incontro pubblico previsto il 15 maggio, nel quale si parlerà appunto del futuro della scuola di montagna. Si discuterà, cioè, del futuro degli istituti, che dovranno essere ripensati per avere una certa stabilità e soprattutto un numero di studenti e di personale amministrativo tale da garantire il funzionamento del-

l’evento

Domani scatta il “Welfare Day” a favore di lavoratori e imprese Organizzato da Confartigianato l’incontro si svolgerà nella sede dell’associazione al pomeriggio e servirà per informare su queste opportunità BELLUNO. Grande evento per

parlare di welfare in provincia di Belluno. Domani nella sede di Confartigianato in piazzale Resistenza 8 si terrà il “Welfare day”, l’appuntamento dedicato alla sensibi-

lizzazione e all’informazione sulle principali tematiche legate al welfare promosso da Regione Veneto, attraverso Veneto Welfare, unità operativa di Veneto Lavoro e Confartigianato che si fa promotrice della manifestazione con il coinvolgimento di Sani in Veneto, di Solidarietà Veneto e di Ebav. Imprese e cittadini sono invitati a partecipare agli eventi in calendario nell’arco del

pomeriggio per conoscere le opportunità offerte dalle forme pensionistiche e sanitarie complementari, inoltre ci sarà anche un’unità mobile per visite gratuite aperte a chiunque (preferibile la prenotazione allo 0437 933271-273) per un check up gratuito di tipo cardiologico e senologico tramite strutture convenzionate. Inoltre, sarà allestito uno stand a cura di Sani in Veneto per il sup-

la scuola». LE CATTEDRE

Dopo la diffusione dei dati relativi agli studenti e all’organico di diritto previsto per l’anno 2019-2020 da parte dell’Ufficio scolastico regionale (Usr), l’ex Provveditorato provinciale ha iniziato a lavorare «per verificare il dimensionamento delle classi e le eventuali pluriclassi. L’obiettivo è far tornare i conti sul numero di alunni per classe e sulle cattedre da coprire. Per il prossimo anno non ci saranno chiusure di plessi, ma qualche classe potrebbe saltare», dice De Bastiani. Attualmente per il

porto, da parte di psicologici iscritti all’Albo, ai cittadini colpiti dalle calamità naturali dello scorso autunno. «Alla base dell’iniziativa sta la necessità di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla legge regionale n.15/2017 “Interventi per lo sviluppo della previdenza complementare e del welfare integrato regionale del Veneto”», dichiara il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso, «che punta a diffondere una cultura previdenziale e a sensibilizzare i lavoratori, specie i più giovani, sull’importanza del proprio futuro pensionistico e dei fondi bilaterali che erogano prestazioni e servizi ai lavoratori e alle imprese». A ribadire il valore del wel-

2019-2020 l’organico di diritto dovrà essere costituito da 2.143 cattedre: tra questi 182 posti riguardano il potenziamento di materie comuni, 284 il sostegno e 22 il potenziamento nel sostegno. Resterebbero, così, 72 ore da sistemare nell’organico di fatto che porterà quindi le cattedre disponibili a 2.215. Al Bellunese, sono stati dati sei posti in più per l’insegnamento tecnico pratico in base alla riforma degli istituti professionali che partirà da settembre, 9 posti per l’incremento del tempo pieno e due posti per l’insegnamento di uno strumento musicale. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fare nell’organizzazione della società d’oggi è la presidente Claudia Scarzanella che puntualizza: «Sono convinta dell’opportunità di promuovere il tema del welfare con la finalità di dare tutele e sostegno ai lavoratori anche attraverso incentivazioni di varia natura. È nostro obiettivo

Per la presidente Claudia Scarzanella si tratta di un sistema per tutelare chi lavora promuovere attività di informazione e assistenza qualificata, curare i rapporti con gli enti, realizzare progetti di tutela sociale e di welfare per le

I due comprensivi potranno essere presto accorpati Problemi nel Longaronese-zoldano. Il preside dei due comprensivi Massimo Pisello, che andrà in pensione da settembre, precisa che «per ora il comprensivo di Longarone resiste con i suoi 400 studenti, mentre quello di Zoldo è già sottodimensionato con i suoi 200 iscritti. Certo la situazione è destinata a peggiorare. L’idea all’inizio era di realizzare un polo scolastico unico con l’istituto Dolomieu, ma l’Ic è di pertinenza del Comune, mentre il Dolomieu della Provincia».

nostre imprese. Inoltre, ricordo come ogni anno la previdenza complementare attiri potenzialmente circa 5 miliardi di euro di risorse: una parte di esse potrebbero essere reinvestite sul territorio, sia come sostegno alle imprese che in materia di opere pubbliche, ad esempio nelle infrastrutture territoriali». La giornata si chiuderà con il convegno sul tema “Welfare: quali opportunità?”, al quale interverranno: Michele Basso; Claudia Scarzanella; Paolo Feltrin, dell’Università di Trieste; Oscar Miotti, vicepresidente ordine psicologi del Veneto; Paolo Stefan, direttore Solidarietà Veneto e Greta Appolonio, Sani in Veneto. — F.R.


MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

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L’allarme al Vinitaly Dietro le QUinte

Lo stand universale e la pizza di Zaia Astoria, trendy le damigelle di colore VERONA. Dalle metafore del governatore Luca Zaia, pizzaiolo oltre che vignaiolo per un giorno (“Prosecco ammortizzatore sociale del Veneto”, “Negli Usa compreranno il Prosecco dentro i sacchetti di carta come si vede nei film”) al super-stand dei tre Consorzi di Tutela del Prosecco (per la verità anche quest’anno un po’ fiacco). Vanno decisamente meglio le postazioni dei tre singoli Consorzi di tutela della Marca. All’esterno della Doc c’è Andro Mercù, di Radio24, che imita il premier Conte, Massimo Cacciari e persino il pontefice, Papa Francesco, con Bruno Vespa a fare da spettatore (il conduttore di “Porta a Porta” era passato a bere il caffè prodotto con le vinacce del suo vino di Manduria). E ancora le damigelle di colore con costume rosa che distribuiscono i gadget Astoria (piacciono al pubblico e i selfie si sprecano). Allo stand del Prosecco Doc è un susseguirsi ininterrotto di ospiti ed eventi. Si parla del nuovo progetto per la sostenibilità che vede im-

la sorPresa

l’aPPello

Docg, l’export 2018 in calo dopo il boom «Ma ci sono attenuanti»

Industriali e categorie «Si muova l’Europa» Gli industriali: diplomazia comune, o i buyer vanno altrove Polegato: «Dopo la Brexit altra tegola, un’intesa è urgente»

Una panoramica delle colline del Prosecco a Valdobbiadene VERONA. Un segno meno nel-

le performance della Docg Conegliano-Valdobbiadene fa sempre notizia, figurarsi se riguarda l’export 2018, e gli Usa in particolare, nel giorno in cui Trump minaccia dazi sulle bollicine di Marca. Nel 2018 l’export Conegliano-Valdobbiadene è calato del 9,1% a volume e del 7,8% a valore sui mercati esteri. Evento più unico che raro dopo anni di crescita senza ostacoli. Ma ci sono le attenuanti. La prima: il mercato italiano è cresciuto così tanto da compensare la perdita all’estero, il bilancio complessivo è di una leggera flessione dei volumi (90,6 milioni di bottiglie, - 1% sul 2017), ma di un netto aumento a valore (521,7 milioni di giro d’affari, + 3,8%). La seconda: i da-

ti si riferiscono alla vendemmia 2017. «Molto sfortunata dal punto di vista del clima», spiega Innocente Nardi, presidente della Docg, «questo ha costretto alcuni produttori di grandi dimensioni a rivedere i contratti in essere con l’estero, cosa non avvenuta in Italia. Il calo si spiega così, ma la denominazione, in assoluto, continua a crescere». Tra le note positive il decollo del Far East: + 73%. E la crescita della “Rive”, tipologia di 43 diverse località: «Produzioni collegate a siti circoscritti, la singola collina o il singolo appezzamento con particolare caratteristiche», commenta Nardi, «una tipologia di prodotto che dovrà ancora crescere per trasmette sempre meglio i valori specifici di ogni singolo territorio nella Docg». —

Zaia parla, al centro del tavolo Innocente Nardi , del consorzio Docg

dall'inviato VERONA. Parola d’ordine “Europa” per evitare lo scontro frontale con gli Usa e un danno economico incalcolabile. “Europa” invocata da Consorzi di Tutela e industriali, Coldiretti e semplici espositori. Perché non può essere la Regione Veneto (o il governo italiano) ad andare da Trump a tratta-

re, serve un’azione comunitaria di lobby per un mercato con un bacino di mezzo miliardo di persone. «Non consideriamola una sparata di Trump, guai a sottovalutare l’ipotesi dazi, si muova subito la diplomazia» commenta Maria Cristina Piovesana, presidente vicario di Assindustria Venetocentro, «anzi, le affermazioni del presidente Usa hanno già prodotto i lo-

ro danni, perché in una fase delicata di mercato come questa c’è il rischio che alla minima turbolenza i buyer rivolgano altrove le loro attenzioni. E pensare che ci sarebbe bisogno di serenità e stabilità. Hanno messo i dazi verso la Cina? I clienti si sono spostati verso il Vietnam». A parziale consolazione dei produttori italiani, il fatto che le tensioni riguardino tutta la merce prodotta nell’Ue. Dove potrebbero spostarsi i buyer per cercare soluzioni alternative? «Se non le troveranno, allora il problema sarà l’incremento di prezzo della merce, che porterà ad altri contraccolpi» ribadisce Piovesana. «In ogni caso gli States sono un mercato fondamentale per qualsiasi settore merceologico, mai come ora sentiamo la necessità di lavorare insieme, a livello comunitario, per prevenire ogni rischio. Tutto il Made in Italy rischia, non solo il Prosecco: è una sfida che abbraccia food e fashion, mobili e design. Già la situazione economica non è delle più favorevoli, il Pil non cresce, bisogna

pegnati Consorzio, Università di Padova, Cantine Le Rive, Santa Margherita, Villa Sandi e Cantina Sociale di Conegliano e Vittorio Veneto.Subito dopo arrivano i campioni della Superbike e MotoGp, che da quest’anno festeggiano le vittorie con il Prosecco Doc sul podio. Le presenze sono decine di migliaia dentro e fuori i padiglioni, con il passare del tempo i visitatori cedono alla fatica e all’alcol, anche se di eccessi non c’è proprio ombra, complice la politica di ingressi sempre più rigida da parte dell’ente Fiera: chiedetelo alla cantine, la sforbiciata sui biglietti omaggio è stata drastica, draconiana. Finisce con una migrazione di massa verso i parcheggi (una scommessa) e l’autostrada A4 (con tanto di coda infinita). E con controlli molto severi su chi esce con bottiglie: «Prego, la fattura». E il nominativo doveva corrispondere. Oggi ultimo giorno. Andare a Verona in treno? Forse migliora la situazione, ma occhio a comprare il biglietto. Evitare asolutamente l’ultimo minuto. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fare quadrato con una politica comune europea». Concetti ribaditi da Ivo Nardi, presidente del gruppo vitivinicolo di Assindustria Venetocentro, ed espositore al Vinitaly con la sua Perlage. «La fiera sta andando bene, ma il mondo del Prosecco sta vivendo un momento delicatissimo», spiega Nardi, «se parliamo di dazi, parliamo di qualsiasi tipologia di merce prodotta in Europa. È chiaro che serve una risposta unica, e serve subito. Quello di Trump è un messaggio per la politica. Ciò che mi fa credere che andrà tutto per il meglio, è il fatto che i dazi penalizzerebbero anche gli Stati Uniti, dove non solo il Prosecco, ma tutto il Made in Italy gode di ottima fama». Non sarà peraltro solo un problema del Prosecco, vi-

Ivo Nardi: momento delicatissimo, anche se la rassegna va bene Ora una risposta unica sto che nelle minacce del presidente Usa sono inclusi numerosi prodotti agroalimentari. «Quella di oggi è una pessima notizia, dopo Brexit non ci voleva proprio», commenta Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, «ci auguriamo che si trovi un’intesa per scongiurare danni in entrambe le direzioni. Non è il momento migliore per preparare una risposta, con le elezioni europee in arrivo a maggio. Guai a farci cogliere impreparati». — A.D.P. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Nordest

WELFARE-DAY IN TUTTO IL VENETO Domani 50 camper e 200 infopoint presso aziende, sindacati, banche, scuole per far conoscere la previdenza e l’assistenza sanitaria integrative Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Profughi, Zaia: falsità da Morcone Dura replica all’ex capo dell’immigrazione che di fronte ` «Parole gravissime: i comuni erano liberi di accogliere o no ai pm ha accusato la Regione di aver minacciato i sindaci i profughi. Tra noi due qualcuno dice bugie e non sono io» `

za alcun “addomesticamento”. Peraltro ricordo anche che, in totale civiltà, abbiamo volontariamente dato la massima assistenza ai profughi. E siamo in grado in qualsiasi istante di documentare le attività e anche i costi sostenuti, peraltro non poco rilevanti». Il governatore non esclude carte bollate: «Mi riservo di girare all’ufficio legale queste dichiarazioni. E per quanto riguarda la Procura, spero che ci sia la volontà di andarle a chiarire fino in fondo perché è grave quanto è stato affermato». Zaia ribadisce che quelle del prefetto Morcone, che nel 2011 fu candidato sindaco del Pd a Napoli, sono dichiarazioni «infondate, sulle quali chiedo che venga fatta chiarezza».

IL CASO VENEZIA «Siamo due istituzioni dello Stato. Siccome io sostengo che quanto mi viene attribuito non l’ho mai fatto, chiedo che venga verificato chi racconta bugie. E gli dò ampia facoltà della prova». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ribatte alle affermazioni di Mario Morcone, l’ex capo Dipartimento per le Libertà civili e immigrazione (e attuale direttore del Consiglio italiano rifugiati) che ai pm ha raccontato di pressioni da parte della Regione Veneto perché i sindaci non accogliessero i profughi. Zaia annuncia che interesserà l’Avvocatura regionale: «Non credo ai miei occhi quello che sto leggendo, spero che i magistrati facciano chiarezza». Come pubblicato ieri dal Gazzettino, nel racconto di Morcone ai pm Lucia D’Alessandro e Federica Baccaglini - nell’ambito dell’inchiesta a carico della cooperativa Ecofficina/Edeco, gestore del Centro speciale di accoglienza di Cona, finita sotto accusa per truffa e frode negli appalti i sindaci sarebbero stati «minacciati dalla Regione che non passava i contributi». Di più: «La Regione utilizzava tutti gli strumenti per imporre ai sindaci di non accogliere». E sempre la Regione, stando a quanto raccontato da Morcone, avrebbe dato indicazioni alle Ulss di essere molto severe nella salubrità dei luoghi. Insomma, Palazzo Balbi avrebbe detto a sindaci e Ulss: fate di tutto per non accogliere i profughi. Minacciando addirittura ritorsioni, come la mancata elargizione di contributi.

COSÌ I VERBALI

Restituiti i soldi per le spese di rappresentanza

IL SINDACO

«I SINDACI ERANO ASSOLUTAMENTE CONTRARI... ERANO MINACCIATI DALLA REGIONE CHE NON PASSAVA I CONTRIBUTI» Mario Morcone

TENSIONE Nel gennaio 2017 la rivolta dei migranti nella base di Cona (Venezia)

ci sono stati liberi di fare e decidere come hanno voluto, prova ne sia che c’è stato chi li ha accettati e chi non li ha accettati». E con le Ulss come vi siete comportati? «Abbiamo chiesto - risponde il governatore del Veneto - che ci fosse sempre il rispetto delle norme sanitarie e quindi dell’applicazione della legge sen-

LA REPLICA Zaia nega categoricamente: «È gravissimo quello che viene dichiarato per il Veneto. Io, che rappresento la Regione Veneto, non mi sono mai permesso di alzare il telefono e minacciare, né privatamente né pubblicamente, i sindaci e tantomeno negando contributi, perché non è eticamente sostenibile ed è anche un reato. I sinda-

Al Ferro Fini

GOVERNATORE Luca Zaia (Lega)

L’EX SINDACO DI TREVISO: «MAI RICEVUTO PRESSIONI». INTERROGAZIONE DEL DEM AZZALIN

Sul Gazzettino

Che la situazione fosse di «alta tensione» sul fronte degli sbarchi e della collocazione dei profughi lo conferma l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, che ricorse alla soluzione tampone della caserma Serena. L’esponente del Pd un’accusa alla Regione Veneto la conferma: «Come sindaci chiedevamo una maggiore collaborazione da parte della Regione, ci aspettavano che svolgesse un ruolo politico, i Comuni sono stati lasciati soli un po’ da tutti, solo con l’arrivo del ministro Minniti si è andati verso una gestione più semplice. Ma, sinceramente, non ho mai ricevuto né pressioni né minacce da parte della Regione per non ospitare i profughi. E non ho nemmeno mai avuto ritorsioni: i contributi regionali su vari settori il Comune di Treviso li ha sempre avuti». Sulla vicenda il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) ha annunciato una interrogazione: «A Zaia e alla sua schiera non è mai interessato trovare una soluzione. Ricordiamo l’invito ai sindaci della Lega affinché buttassero giù il telefono in caso di chiamate dei prefetti oppure il rifiuto a incontrare l’allora ministro Minniti». Alda Vanzan

Neanche un caffè. Due componenti dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto nel 2018 non hanno avuto spese di rappresentanza. Ma anche gli altri componenti sono stati parchi: dei 56.800 euro assegnati all’intero Ufficio di presidenza, ne sono stati infatti spesi 12.324,25. Cioè il 21,70 per cento. La delibera con la rendicontazione, pubblicata ieri sul Bur, dà il dettaglio: il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti (Lega) aveva a disposizione 18mila euro e ne ha spesi 6.862,05; il vicepresidente Massimo Giorgetti (ex FI, ora FdI) ha speso 5.360,20 euro a fronte di una disponibilità di 10.800 euro. L’altro vice presidente, Bruno Pigozzo (Pd), poteva contare sempre su 10.800 ma ha speso solo 122 euro. I due consiglieri segretari, Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) e Simone Scarabel (M5s), avevano un budget di 8.600 euro ma non hanno speso un centesimo. Pubblicata anche la delibera che assegna il premio di risultato - il 10% della retribuzione lorda, pari a 17.238 euro - al segretario generale Roberto Valente. (al.va.)

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L’INTERROGAZIONE

Il Gazzettino di ieri con la notizia delle dichiarazioni rilasciate ai pm dal prefetto Mario Morcone

`VENEZIA

Nasce il Partito dei Veneti, ma la frammentazione resta L’ANNUNCIO VENEZIA È stata annunciata ieri dal consigliere regionale Antonio Guadagnini la nascita di una nuova formazione politica: il “Partito dei Veneti”. A farne parte - recita una nota - “i principali movimenti veneti pro-indipendenza e autogoverno”, così elencati: Siamo Veneto (cioè il gruppo fondato da Guadagnini dopo aver lasciato Indipendenza noi Veneto, lista con la quale nel 2015 è stato eletto in Regione), Indipendenza Veneta, Gruppo Chiavegato, Progetto Veneto Autonomo, Veneto Stato d’Europa. Obiettivo del neonato partito di cui è coordinatore il veronese Giacomo Mirto, vice il trevi-

giano Daniele Visentin - è “l’autogoverno del Veneto”. Al Partito dei Veneti non ha aderito il Patto per l’Autonomia Veneto di Roberto Agirmo e Luca Azzano Cantarutti. E non c’è il sostegno neanche degli “storici lighisti” Mariangelo Foggiato e Fabrizio Comencini, che giusto ieri hanno depositato a Roma, per le elezioni Europee, il simbolo della “Liga Veneta Repubblica” e che appoggiano Luca Zaia. Dunque, se la galassia venetista, indipendentista, autonomista resta tale, il Partito dei Veneti non è che un’operazione elettorale. Tra un anno si vota in Regione, il tempo della campagna elettorale è già iniziato. «Il PdV - dice Guadagnini ha l’ambizione di essere il par-

IL LEONE Il consigliere regionale Antonio Guadagnini (al centro) mostra il simbolo della nuova formazione politica: il Partito dei Veneti

tito territoriale del Veneto, sul modello dei partiti territoriali di Trento e Bolzano; con i quali, non a caso, abbiamo firmato un patto di collaborazione. L’unico modo per essere come Trento e Bolzano è fare come Trento e Bolzano: lì operano dei partiti territoriali che han-

NON ADERISCONO IL PATTO PER L’AUTONOMIA E LA LIGA VENETA DI FOGGIATO E COMENCINI

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no il solo obiettivo di fare gli interessi del loro territorio. Così dobbiamo fare anche noi». Juri de Luca, portavoce di “Indipendenza Veneta”: «Il 2020 sarà una tappa focale per l’indispensabile percorso verso il pieno Autogoverno». Lucio Chiavegato: «Superando le sto-

riche divisioni, abbiamo fatto un passo in avanti importante verso la naturale vocazione del Veneto: l’indipendenza». Bobo Sartore di “Progetto Veneto Autonomo”: «I partiti nazionali non sono in grado di rappresentarci».

LE REAZIONI Se l’ex candidato governatore Alessio Morosin esulta per la nascita del PdV («Giornata storica»), Agirmo del Patto per l’autonomia Veneto invece attacca, pubblicando su Facebook un lungo post in cui (ri)accusa Guadagnini di «tradimento» e avvisa i suoi compagni di viaggio: «Chi tradisce una volta lo farà sempre». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 IL MATTINO

elezioni europee, la corsa alle candidature

Sgambetti nell’armata leghista Rizzotto si defila: resto con Zaia La stretta sulle liste, voci sull’esclusione dei consiglieri regionali, Da Re in campo Bizzotto e Scottà vicini alla conferma. Si infiamma la sfida con emiliani e friulani

Filippo Tosatto I sondaggi accreditano alla Lega una valanga di consensi capace di moltiplicarne la rappresentanza a Bruxelles: oggi gli europarlamentari eletti a Nordest sono due appena (la vicentina Mara Bizzotto, il trevigiano Giancarlo Scottà), dopo il 26 maggio potrebbero diventare sei o forse sette, capovolgendo i rapporti di forza rispetto al Pd, vincitore nel 2014 e ora in debito d’ossigeno. Più poltrone, maggiori appetiti, così la corsa alle candidature si accende e i veneti, avvezzi alla parte del leone, si ritrovano a fronteggiare la concorrenza di emiliani, friulani, trentini e altoatesini, cresciuti oltre ogni previsione e decisi a ritagliarsi una sostanziosa fetta della torta. LA SPEAKER ZAIANA

Ma c’è anche chi si defila dalla competizione. È il caso di

LA PREFERENZA ROSA

Come dire, tanti i chiamati pochi gli eletti. A contendersi le caselle a disposizione (una mezza dozzina salvo sorprese da parte del “Capitano” che sarà capolista ovunque e potrebbe cooptare indipendenti di sua fidu-

Ciambetti, Caner Sandonà e Barbisan trai più accreditati nella corsa a Bruxelles

Silvia Rizzotto speaker in consiglio regionale, l’eurodeputata Mara Bizzotto e il consigliere Luciano Sandonà

Silvia Rizzotto, capogruppo della Lista Zaia all’assemblea regionale e speaker d’aula del gruppone di maggioranza. A sorpresa, si è ritrovata nella rosa dei candidati segnalati da Treviso a Matteo Salvini e i maligni hanno intravisto nell’operazione lo zampino di Roberto

m5s plaude al ministro fraccaro

Berti: 38 milioni in arrivo grazie al Decreto Crescita VENEZIA. La “Norma Fraccaro”, inclusa nel Decreto Crescita approvato dal Consiglio dei ministri, prevede lo stanziamento di circa 38 milioni di euro ai Comuni del Veneto su un totale di mezzo miliardo erogato agli enti locali su scala nazionale e distribuito in proporzione al numero degli abitanti. Si tratta di finanziamenti che i sindaci avranno a disposizione per la realizzazione di opere destinate all’efficien-

26 maggio sosterrò con convinzione e determinazione i candidati della Lega continuando a dedicarmi all’impegno al quale sono stata chiamata dalle donne e dagli uomini del Veneto».

tamento energetico e allo sviluppo sostenibile. In proposito, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti afferma che «Queste opere utili al territorio dimostrano da parte del nostro Governo una visione a lungo termine che gli altri non hanno mai avuto negli ultimi anni. Parliamo di interventi mirati alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza dei cittadini, come la transizione alle rinno-

Ciambetti, il presidente di Palazzo Ferro-Fini acerrimo rivale della Bizzotto e ansioso di sgambettarla nella corsa elettorale giocando sull’assonanza del cognome. Tant’è. Indispettita dai rumors, la battagliera Silvia ha chiarito le sue intenzioni in una lettera ai militanti:

vabili degli edifici pubblici, la loro messa in sicurezza e quella delle scuole. Poi potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile, la sicurezza delle strade e l’abbattimento delle barriere architettoniche». L’esponente pentastellato parla poi dell’impatto economico dei provvedimenti sul territorio: «Questi cantieri», spiega Berti «saranno affidati alle imprese locali, con un ritorno immediato in termini economici e occupazionali per il territorio. Siamo molto orgogliosi di questa norma voluta dal “nostro” Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, da sempre molto attento al Veneto, la terra dove è nato». —

l’intesa dopo decenni di liti e scissioni

Indipendentisti riuniti nel “Partito dei Veneti” Dopo decenni di litigi e scissioni, i movimenti Siamo Veneto, Indipendenza Veneta, Gruppo Chiavegato, Progetto Veneto Autonomo, Veneto Stato d’Europa - oltre ad una serie di reti civiche locali - sono confluiti nel neonato “Par-

tito dei Veneti” (nella foto il veterano Antonio Guadagnini con il simbolo) che ha quale primo obiettivo «l’autogoverno del Veneto”. A coordinarlo sarà il veronese Giacomo Mirto con il trevigiano Daniele Visentin nel ruolo di vice.

«Chi mi conosce, sa che sono una persona di parola, 6317 veneti mi hanno eletta nel consiglio regionale nel 2015 per portare le loro istanze e rappresentare il nostro territorio, non potrei mai lasciare il lavoro a metà e, men che meno, tradire la loro fiducia». Morale della favola? «Il

cia) ci sono la fatidica coppia berica Bizzotto-Ciambetti, con la prima de facto blindata; e poi i trevigiani Gianantonio Da Re, segretario-veterano che aspira a concludere degnamente la carriera politica; Federico Caner, l’assessore al turismo del Balbi che sfodera un curriculum di prim’ordine; il citato Scottà e il responsabile organizzativo Roberto Paolin, già “onorevole per 36 ore”. Tra i papabili figura anche l’emergente consigliere padovano Luciano Sandonà – spalleggiato dal popolare Roberto “bulldog” Marcato – in corsa al pari di Alain Luciani e dell’abbinata rosa (la preferenze di genere peserà non poco) composta da Fe-

derica Pietrogrande e Paola Ghidoni. Altro serio aspirante al Parlamento europeo è Fabiano Barbisan, l’imprenditore zootecnico di Portogruaro eletto nella lista del governatore, che ha più volte rappresentato la categoria nelle trattative tecniche in sede comunitaria. LE MOSSE DI VIA BELLERIO

Si profila però una mina vagante. Nei giorni scorsi i leghisti lombardi hanno deciso di escludere in blocco dalle candidature gli eletti in Regione e analoga decisione sta maturando nel partito piemontese. La ratio è quella di garantire un ricambio degli incarichi rispettando il mandato popolare; se prevalesse anche in ambito veneto, la svolta sancirebbe un addio precoce ai sogni di gloria per Ciambetti, Sandonà e Barbisan, sciogliendo sul nascere i dualismi territoriali e accrescendo, viceversa, le possibilità di successo degli outsider. Che altro? Ieri nel quartier generale milanese di via Bellerio si è svolta la prima riunione dedicata alla “scrematura” degli elenchi pervenuti, oggi Salvini ne riparlerà («a porte sigillate») con Giancarlo Giorgetti – il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio “uomo forte” del Carroccio – e Lorenzo Fontana, il ministro veronese legato al Matteo in felpa da un rapporto strettissimo, cementato, ah i casi della vita, nell’aula parlamentare di Bruxelles. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

vertice sull’ambiente

oGGi conveGno cGil a treviso

Gli assessori dei capoluoghi fanno squadra contro il Pm10

Nove donne su cento vittime in Veneto di molestie sul lavoro

VICENZA. Tutti i capoluoghi del

VENEZIA. Nove donne su

Veneto «fanno squadra» contro l’inquinamento da Pm10 e polveri sottili. Nel municipio di Vicenza si è tenuto un incontro di coordinamento tra gli assessori all’ambiente dei capoluoghi del Veneto sui provvedimenti antismog e sul nuovo accordo di programma per l’adozione di misure congiunte. Dopo un bilancio sull’efficacia dei provvedimenti presi, a partire dai divieti di transito delle auto più inquinanti, sono state programmate le iniziative congiunte nei prossimi mesi chee verranno sottoposte all’attenzione della Regione. Il primo passo sarà rappresentato dal cosiddetto “Protocollo aria”. «Entro inizio maggio», ha spiegato Lucio Zoppello, assessore berico al territorio «porteremo nelle rispettive giunte il testo del protocollo di intesa per il coordinamento delle attività di supporto alle azioni previste nel piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera e finalizzate al contenimento dell’inquinamento da polveri sottili. Redigeremo, inoltre, un’ordinanza comune per fare in modo che le deroghe siano il più possibile omogenee nei vari Comuni». Oltre a Zoppello, erano presenti gli assessori Alessandro Manera (Treviso), Chiara Gallani (Padova) e Ilaria Segala (Verona) a cui si sono aggiunti tecnici d Venezia, Rovigo e Belluno. –

100, in Veneto, sono vittime di molestie fisiche o ricatti sessuali nelle fabbriche e egli uffici sono tutt’altro che esenti da forme, più o meno gravi, di violenza di genere. Un fenomeno diffuso, rileva la Cgil che ha svolto un’indagine a riguardo, che distrugge le persone e caccia le vittime dai posti di lavoro. Nel 25% dei casi le avances sono ripetute, trasformando il lavoro in un vero e proprio inferno per persone (quasi tutte donne) continuamente sottoposte (45% dei casi) alla minaccia di perdere il lavoro o restare professionalmente segregate. Raramente chi subisce un ricatto sessuale sul luogo di lavoro ne parla con qualcuno e gli esiti sono nefasti per le vittime: il 57, 2% cambia lavoro; il 2, 5% è licenziata, il 3, 8% trasferita, il 2, 7% si mette in malattia, mentre soltanto nell’1, 2% dei casi «è andato via lui». Ma non è tutto. Accanto alle situazioni più gravi vi è infatti un clima – più diffuso di quanto si possa credere –avvelenato da comportamenti molesti (spesso a livello verbale, ma non solo) che sviliscono le donne in quanto persone e lavoratrici. Il tema, di grande attua-

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lità, sarà al centro dell’incontro dal titolo «Molestie sul lavoro… e li chiamano complimenti» organizzato dalla Fisac Cgil (sindacato banche e assicurazioni) e in programma oggi all’hotel Maggior Consiglio di Treviso. Al proprio attivo il sindacato dei bancari vanta una “dichiarazione congiunta in merito alla violenza e alle molestie di genere” siglata il 12 febbraio con Abi , che sarà assunta come parte integrante nel prossimo contratto nazionale di lavoro. Si tratta di un primo importante strumento, utile a costruire una consapevolezza del fenomeno, a partire dalla definizione di cosa è molestia e prevedendo percorsi (formativi e informativi) di prevenzione oltre ad azioni di sostegno alle vittime. «Molto altro c’è ancora da fare» rileva il sindacato «ed alto deve rimanere l’impegno costante del sindacato in tutti i luoghi di lavoro per far crescere la cultura ed il rispetto di genere. Una particolare attenzione è rivolta al mondo delle assicurazioni (soprattutto negli appalti assicurativi) dove la ricattabilità delle lavoratrici è più elevata e minori sono le capacità di difesa». — Marta Artico


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