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XIX
Vittorio
VERSO IL VOTO Il candidato sarà sostenuto dalla lista del Partito democratico e una civica «Ma vogliamo capire se altre forze politiche condividono il progetto»
Veneto
Domenica 24 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
Dus, è già sfida con la Lega «Non torneremo indietro» Il 35enne è sceso in campo per il Pd ` «Tutti gli indicatori ci danno sfavoriti «Prima di noi la città era non-governata» ma noi rovesceremo ogni pronostico» `
VITTORIO VENETO Con voto unanime (unico astenuto il diretto interessato), ieri mattina il circolo vittoriese del Partito Democratico ha indicato Marco Dus, 35 anni attuale capogruppo in consiglio, come suo candidato sindaco. Acclamato dai presenti, Dus – primo candidato sindaco a uscire allo scoperto - ha accolto con responsabilità il ruolo assegnatogli. «Oggi – ha detto - è il momento dei passi in avanti, perché il rischio di far tornare indietro Vittorio è molto alto. Noi non possiamo permettere che la nostra città, che in questi anni è faticosamente uscita dalle secche, ripiombi nel buio di un periferico anonimato. Avverto personalmente tutta la responsabilità di questo momento e, seppur non senza timore, ho scelto di accettare l’invito di moltissimi cittadini a candidarmi a sindaco. In città si respira la voglia di rinnovare senza cancellare il passato. Si respira la paura di tornare indietro». E il riferimento è ai 15 anni di amministrazione Lega. «Siamo consapevoli – aggiunge che la nostra sarà una corsa in un certo senso epica. Tutti gli indicatori sono contro di noi, ma siamo sicuri che insieme a tutti i vittoriesi troveremo la forza di rovesciare, proprio come 5 anni fa, ogni pronostico».
PRONTI A COLLABORARE Ne è convinto anche il segretario del circolo, Alessandro De Nardi: «Possiamo e dobbiamo battere la Lega, sia perché abbiamo visto come è stata non-governata Vittorio Veneto fino al 2014 e a differenza di altri non ce lo dimenticheremo mai, sia perché stiamo vedendo come sta non-governando il Paese con la complicità dei 5 Stelle». E poi aggiunge: «Siamo aperti alla collaborazione di quanti condividano questa nostra convinzione». Dus, oltre che dal Pd, sarà per ora sostenuto da una civica. «Stiamo discuten-
IN CORSA Marco Dus (nella foto sulla destra) con Graziano Carnelos: il 35enne è candidato sindaco
L’assemblea
Forza Vittorio, domani il candidato «È ora di dare un colpo di gioventù» (c.b.) Forza Vittorio designerà domani il suo candidato sindaco. Ad annunciarlo è il presidente Alessandro Valenti che alle 20.30 ha indetto l’assemblea dei soci nella sede di via Pontavai per nominare il nuovo direttivo e definire la partecipazione alle prossime amministrative aperta anche ad altre formazioni. «Forza Vittorio e la consorella Vittorio Veneto Città in movimento (neonata civica promossa da Michele Toffoli, ndr) sono convinte che è ora di dare un colpo di gioventù alle stagnanti amministrazioni della città che negli ultimi 20 anni non hanno saputo portare a Vittorio Veneto nulla di nuovo, anzi hanno fatto perdere cittadini
residenti e servizi, costringendo la gran parte dei giovani volonterosi ad approdare, per lavoro, in altre terre d’Europa». Forza Vittorio ha deciso come prima cosa di rinnovare il proprio direttivo, oggi composto da Valenti, Lorenzo Cadeddu, Alessandro Spina e Arpalice De Coppi, aprendolo ai giovani. «Non si guardi più a destra, a sinistra o al centro, si guardi finalmente soltanto in alto per Vittorio – sottolinea Valenti – facendo della città una zona franca dalla burocrazia, una città a cemento zero e a verde mille, con ristrutturazioni e iniziative di animazione culturale e di divertimento virtuose e di richiamo per la città».
do che natura debba avere – spiega – e non è detto che sia del candidato sindaco, piuttosto che porti un sentimento europeo a livello vittoriese. Ora vogliamo capire se altre forze politiche condivideranno il nostro progetto. In questi anni si è detto che il problema era il sindaco, ora vediamo se ci saranno altre motivazioni per dire di no ad un progetto che non faccia un passo indietro».
IL BILANCIO Ripercorrendo i cinque anni di giunta Tonon, Dus dice che «molte aree degradate e dimenticate della città sono state rigenerate, alcune grandi opere incompiute sono state realizzate e si è lavorato molto affinché i cittadini più deboli della nostra città non rimanessero indietro». Non sono mancati però gli errori: «A volte – ammette - non si sono curati gli aspetti umani e ci si è concentrati troppo sul fare le cose e poco sul raccontarle: sulla comunicazione c’è da migliorare». Claudia Borsoi
La deputata sul vigneto «Serve più coraggio» ` Cunial (M5S) in visita le scelte nazionali sostenute an-
a San Giacomo, ricevuta dal sindaco Tonon VITTORIO VENETO Tutelare la salute pubblica indipendentemente dallo schieramento politico di appartenenza. È l’appello lanciato ieri pomeriggio dalla deputata Sara Cunial del M5S e componente della Commissione Agricoltura, che voluto recarsi in via San Fermo là dove un vigneto si appresta a sorgere vicino all’asilo di San Giacomo. Con lei il consigliere regionale Simone Scarabel (M5S) e il consigliere pantastellato di Conegliano Alberto Farraresi. Ad accoglierli una rappresentanza dei genitori dei bambini che frequentano l’asilo. Presenti poi il sindaco Roberto Tonon e il capogruppo Pd Marco Dus. «La Camera dei Deputi si accinge ad approvare una mozione (proposta dal M5S e da Leu, e approvata dalla Lega ndr) che andrà ad agire sul Pan (Piano d’azione nazionale) e sull’uso sostenibile dei fitosanitari, in particolare in zone vulnerabili come quella di un asilo – ha detto Cunial -. Allora il M5S si chiede come mai
che dalla Lega, che governa questa Regione, poi a livello locale non trovino corrispondenza. Chiediamo quindi un atto coraggioso da parte della giunta regionale e del presidente Zaia: si metta ad un tavolo e cominci a riprogettare dal punto di vista produttivo ed agricolo il futuro di questa Regione, proprio perché casi come questo non accadano più». In Regione, intanto, il caso è approdato con un’interrogazione di Scarabel sulle dichiarazioni rilasciate dal dottor Sandro Cinquetti dell’Usl 2, mentre a livello locale il M5S ha auspicato che la Lega si unisca a questa battaglia. Il sindaco ha invece annunciato per domani, lunedì, il tavolo di lavoro tra Comune, Usl 2, Regione, Arpav e Cesana Malanotti per cercare di trovare una soluzione. (C.B.)
CONTESTATO La visita di ieri
La giunta firma il protocollo arriva il controllo di vicinato VITTORIO VENETO Controllo di vicinato anche a Vittorio Veneto. Dopo le sollecitazioni del consiglio di quartiere della Val Lapisina, allarmato per i numerosi furti messi a segno in abitazioni, la giunta Tonon, nel corso dell’ultima seduta, ha deliberato di aderire al protocollo d’intesa con la Prefettura di Treviso per introdurre in città il progetto. È il primo passo per portare il controllo di vicinato a Vittorio Veneto: seguirà ora la sottoscrizione del documento, quindi la presentazione ai cittadini. «Chi lo vorrà – anticipa la giunta - dopo aver ricevuto un’adeguata formazio-
ne, potrà collaborare con le forze dell’ordine promuovendo la sicurezza attraverso la solidarietà tra i cittadini con lo scopo di ridurre il verificarsi di reati contro la proprietà e le persone. A tutti è unicamente richiesto di alzare il livello di attenzione attraverso pochi e semplici passaggi, come il far sapere che gli abitanti della zona sono attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro. Infatti, se i vicini lavorano insieme per ridurre l’appetibilità degli obiettivi, i furti e tanti altri reati occasionali potranno essere limitati». L’attività viene svolta dai cittadini, che non si sostituiscono alle forze dell’ordine, in modo volontario e gratuito. (c.b.)
Vigili, si cambia: meno in ufficio e più di pattuglia Gli ex combattenti a Mattarella CORDIGNANO Meno attività in ufficio e più presenza sul territorio. Novità organizzative per l’ufficio unico di polizia locale dei Comuni di Cordignano e di Orsago. Con la recente assunzione del nuovo responsabile, il comandante Alessandro Filippin, oltre ad aver potenziato l’organico i sindaci hanno dato mandato al dirigente di riorganizzare il servizio con un occhio di attenzione al territorio. Era emerso infatti che l’orario di servizio dei tre agenti e dell’impiegato amministrativo non forniva un’adeguata copertura delle ore pomeridiane, oltre a limitare la visibilità esterna della polizia locale, spesso affaccendata in pratiche d’ufficio.
Da qui dunque il cambio di rotta, voluto congiuntamente dal sindaco di Cordignano Alessandro Biz e dal primo cittadino di Orsago Fabio Collot. «Abbiamo ridotto gli orari al pubblico, per aumentare quelli di pattugliamento esterno – spiega Biz cercando così di potenziare e riorganizzare il servizio di controllo del territorio». Come prima cosa sono stati rivisti gli orari di apertura al pubblico dell’ufficio della polizia locale che a giorni alterni è a Cordignano (il lunedì 12-13, il mercoledì 8.30-12.30 e il sabato 10.30-12) e a Orsago (martedì 8.15-9.30 e giovedì 12-13). «Su richiesta di noi sindaci – prosegue il primo cittadino di Cordignano – sono stati poi aumentati gli orari di pattugliamento esterno, cioè di presenza sul territorio, così da
SULLE STRADE Vigili urbani
dare maggiore sicurezza ai nostri cittadini e tenere alla larga i malintenzionati. Obiettivo di questi servizi sarà prevenire la microcriminalità, tenere d’occhio il territorio per eventuali abbandoni di rifiuti o verificare la presenza di persone non ben identificate che girano per il paese». Tra le novità, i monitoraggi con auto di servizio saranno eseguiti anche da un solo agente e nella fascia 12-13, nell’orario di uscita degli scolari, saltuariamente saranno eseguiti dei servizi di polizia stradale, mentre nelle giornate di mercato previsti servizi appiedati tra le bancarelle. «Ci saranno, su nostra richiesta, anche servizi sul territorio nella giornata di sabato e in orari serali o notturni» annuncia Biz. Cla.Bo.
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«Il 4 novembre torni festività» VITTORIO VENETO «Presidente, sia ripristinata la festività del 4 novembre». La Consulta delle associazioni combattentistiche e d’arma di Vittorio Veneto, presieduta dal cavaliere Riccardo Bertolini, ha scritto pochi giorni fa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendogli di farsi promotore del ripristino del 4 novembre a festività nazionale. Istituito nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale e il completamento dell’Unità d’Italia, il 4 novembre è stato giorno festivo fino al 1976. Poi nel tempo ha perso il suo valore e solo nei primi
anni Duemila, con il presidente Carlo Azeglio Ciampi, sono state reintrodotte delle celebrazioni, pur non essendo una festività. «Dal 1919 al 1976 – ricorda Bertolini nella lettera indirizzata a Mattarella – è stata l’unica festa nazionale celebrata in tutta Italia con la chiusura delle scuole e degli uffici e l’apertura delle caserme ai cittadini. Considerato che un popolo che non conosce e non ricorda la propria storia e i propri caduti non può appellarsi popolo e che gli italiani che hanno combattuto e sono morti per consegnarci questa Patria non sono più degnamente ricordati, la prego di farsi promotore del ripristino della festività del 4 novembre come previsto al momento della sua istituzione». (c.b.)
REGIONE
DOMENICA 24 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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I nodi del governo il VicePremier leghista alla fiera di Verona
Salvini: la Tav serve al Veneto e sarà fatta Le felpe e il bagno di folla: «Ad aprile inaugurerò il primo tratto di Pedemontana. L’autonomia? Sicuramente entro l’anno»
dall’inviato Filippo Tosatto VERONA. All’ora di pranzo il vi-
cepremier Salvini sbuca tra i motori ruggenti di Transpotec (il salone veronese della logistica intermodale) e, incurante dei notabili che gli fanno capannello, smette il giubbotto poliziesco per indossare la felpa di Alis, l’associazione delle imprese di trasporto presieduta dall’amico del cuore Guido Grimaldi. Che dire? Un ministro degli Interni in versione uomo-sandwich non è evento di tutti i giorni perciò l’armatore napoletano non lesina il miele – «Grazie Matteo, noi ti stimiamo, la gente ti ama» – spronando il popolo dei camionisti all’applauso, in verità prolungato e fragoroso.
TRATTA BRESCIA-PADOVA
Tant’è. Prima di guadagnare la tribuna, l’equanime Capitano ripete la vestizione a beneficio degli autotrasportatori iscritti alla Confcommercio di Paolo Uggé, poi si inoltra nella solita giungla di telecamere e cronisti, dispensando ottimismo a piene mani. Il sospirato completamento della Tav ferroviaria sul tracciato Brescia-Padova? «È un’opera che al Veneto serve, perciò si deve fare e si farà, l’ho detto anche a Conte»; la controversa mozione gialloverde che congela l’Alta Velocità Torino-Lione subordinando all’analisi 5 Stelle costi-benefici officiata da Danilo Toninelli? «Resto convinto che rispetto alla gomma il treno sia più veloce, inquini di meno e comporti una spesa minore. Quindi si può rivedere il progetto, si può risparmiare sulle vecchie macro stazioni però bisogna andare avanti, se abbiamo speso soldi per bucare una montagna meglio concludere il lavoro. Da parte mia, in aprile sarò di nuovo da queste parti per l’apertura del primo tratto di Pedemontana Veneta». Sperando sia la volta buona, dopo i tagli del nastro annunciati e cancellati a ripetizione. Di certo, il governatore Luca Zaia (ieri costretto al divano dal riacutizzarsi dei malanni al ginocchio operato) incrocerà le dita. FINCANTIERI, IL SÌ A BONO
Dalle strade al colosso navalmeccanico, con i SVNPST riguardanti l’amministratore delegato di Fincantieri, apprezzato dal Carroccio ma poco amato dal M5S: «Stimo Giuseppe Bono per quello che ha fatto e conto che continui a farlo a lungo, sarò a Monfalcone la settimana prossima per inaugurare l’ennesimo gioiello dell’imprenditoria italiana. D’altronde, in questi mesi sono diventato un esperto di portualità e seguo una rotta precisa: quan-
do arriva ricchezza i porti sono stra-aperti, se si profilano problemi allora è meglio chiuderli». L’accenno ironico al caso Diciotti, dopo il “no” gialloverde al processo a suo carico per il sequestro dei migranti a bordo, introduce il fatidico traguardo federalista, a sua volta al centro di un braccio di ferro nella maggioranza: «L’autonomia? Sicuramente entro l’anno, per noi è un motivo d’orgoglio nel senso che
Torino-Lione: «Va bene rivedere progetto e costi ma il trasporto su treno è pulito e conveniente» prima sono partiti il Veneto e la Lombardia e adesso tante altre regioni stanno facendo la stessa richiesta. Vogliamo fare le cose per bene», annuncia volgendo lo sguardo ai colonnelli leghisti in platea – il sottosegretario alla Salute Luca Coletto, Roberto Ciambet-
ti presidente del consiglio del Veneto, la capogruppo all’Europarlamento Mara Bizzotto – che annuiscono soddisfatti. LE FRECCIATE A UE E FITCH
Che altro? Le immancabili punture di spillo al Bruxelles e alla finanza predatrice: «Mi dicono che l’Ue aprirà una procedura di pre-infrazione se eroghiamo aiuti diretti per sviluppare i porti. L’hanno già minacciato per i risarcimenti ai risparmiatori veneti colpiti dal crac della banche e per il sostegno gli allevatori sardi. Mi viene come il dubbio che non siamo noi a sbagliare ma l’Europa a dover cambiare, completamente»; ce n’è anche per le note critiche dell’agenzia Fitch sull’economia nostrana: «Io commento la vita reale, ad esempio i 65 mila italiani che in tre settimane hanno firmato per la pensione a quota 100; le previsioni e la fantascienza mi interessano poco». A presto rivederci. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Verona, il vicepremier Matteo Salvini parla alla platea dI Transpotec, il salone del trasporto e della logistica
l’assessore regionale alle infrastrutture
De Berti: «Alta Velocità vitale per l’economia del Nordest» VERONA. Delegata a rappresentare il dolorante Luca Zaia, l’assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti Elisa De Berti non lascia margine ad equivoci: «Distinguiamo la Tav Torino-Lione dal completamento dell’Alta Velocità sul percorso Brescia-Padova. Se il primo dossier è oggetto di una revisione, il che non equivale affatto ad uno stop ma ad un approfondimento nel merito, la tratta di competenza veneta non è assolutamente in discussione. Fa parte del nostro programma elettorale e la porteremo a compimento perché rientra nel Corridoio mediterraneo e rinunciarvi equivarrebbe ad isolarci dai mercati dell’Europa, basti pensare che dei cinque corridoi europei, ben tre reti di trasporto attraversano il Veneto e due di queste si incrociano a Verona». Eppure c’è chi ne contesta l’opportunità, lamentando costi eccessivi... «È una sciocchezza. La Tav è assolutamente necessaria, anzitutto per separare il traffico internazionale da quello regionale che oggi crea problemi sia alle merci che alle frecce a lunga percorrenza. La quadruplicazione delle linee consentirebbe di riservarne due ai passeggeri, garantendo finalmente certezze alle imprese. Oggi la linea ferroviaria tra Brescia e Padova è
Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti
«Non permetteremo che il nostro territorio sia isolato dai corridoi di sviluppo europei» intasata, satura, crea problemi. Insomma, è poco incentivante rispetto alla gomma. È vero che attualmente il traffico su rotaia rappresenta una minima parte del totale ma in questi casi è l’offerta a stimolare la domanda. E mi riferisco ad incentivi nazionali, non certo locali, perché questo terreno il Veneto non potrà mai competere con la concorrenza delle regioni confinanti, Friuli e Trentino, che usufruiscono delle risorse garantite dello statuto speciale. È lo Stato che deve
compiere una scelta strategica di trasferimento dei flussi dalla gomma al ferro. Altro che il teatrino No Tav e Sì Tav, qui è in gioco il futuro del nostro sistema economico e produttivo. Nel Veronese sono già stati spesi molti soldi, tra progetti ed espropri, altri finanziamenti sono in arrivo, sarebbe una follia rallentare». La spesa - c’è chi parla di 61 milioni a km - è oggettivamente elevata: «I benefici potenziali lo sono assai di più», ribatte la leghista veronese «pensiamo soltanto ai collegamenti con i porti di Venezia e Genova. Fermare la Tav significa bloccare la crescita del Paese azzoppando il lavoro e l’impresa nel Veneto. Non lo permetteremo». — Filippo Tosatto
TRIBUNALE DI TREVISO C.P. N. 4/2014 R.F. G.D.: dr. Alessandro Bagnoli Liquid. Giud.le: dr Mario Toso
C.P. N. 39/2013 R.F. G.D.: dr.ssa Petra Uliana Liquid. Giud.le: dr Mario Toso
AVVISO D’ASTA PREMESSO CHE: a) all’attivo del Concordato Preventivo n. 4/2014 sono stati appresi immobili siti in Comune di Motta di Livenza (TV), Via Dalmazia – Via Istria, e precisamente: catasto fabbricati del Comune di Motta di Livenza, Sezione C, Foglio 5: mappale 530, subalterni 1, 2, 3, 4, 6 e 7 (immobile A in perizia); mappale 529, subalterno 5 (immobile B in perizia); mappale 561, subalterni 23-24 (graffati) e 41 (immobile B in perizia) b) all’attivo del Concordato preventivo n. 39/2013 sono stati appresi immobili siti in Comune di Motta di Livenza (TV), Via Istria, e precisamente: catasto fabbricati del Comune di Motta di Livenza, Sezione C, Foglio 5: mappale 529, subalterni 3-4 (graffati); c) tutti detti immobili rappresentano un complesso di fabbricati ad uso produttivo, con scoperto pertinenziale, che di fatto costituisce un’unica unità operativa, fisicamente indistinta; d) i rispettivi Programmi di Liquidazione, debitamente approvati dai rispettivi Commissario Giudiziale e Comitato dei Creditori con ultima istanza n. 17 relativamente al C.P. n. 4/2014 e con ultima istanza n. 150 relativamente al C.P. n. 39/2013, prevedono la vendita congiunta tra le due procedure degli immobili suddetti, salva la proporzionale ripartizione del ricavato, in base ai rispettivi valori di stima degli immobili, quali risultanti dalle perizie (con nota esplicativa per il C.P. 39/2013) redatte dall’Ing. Marco Battilana. TUTTO CIÒ PREMESSO: L’ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE comunica che il giorno 17 APRILE 2019, alle ORE 09:30, presso la propria sede in Silea (TV), Via Internati 1943-‘45, n. 30, si procederà, tramite procedura competitiva semplificata autorizzata ai sensi dell’art. 107, co. 1, L.F., all’esperimento d’asta finalizzato ad una VENDITA COMPETITIVA CONGIUNTA IN LOTTO UNICO degli immobili appresi all’attivo del Concordato Preventivo n. 4/2014 e del Concordato Preventivo n. 39/2013, come sopra catastalmente identificati e come a seguire descritti: COMPENDIO IMMOBILIARE ad uso PRODUTTIVO/DEPOSITO sito nel Comune di Motta di Livenza (TV), con accesso da Via Dalmazia e da Via Istria. Costituito da più porzioni e corpi di fabbrica, il complesso sviluppa una superficie utile di circa mq. 23.346 e gode di aree pertinenziali esterne scoperte per circa mq. 14.105 complessivi. Si segnala la presenza di servitù e di anomalie in alcune zone della pavimentazione: a cura ed onere dell’aggiudicatario ogni attività volta alla relativa sistemazione. Il compendio risulta libero. La vendita congiunta in lotto unico viene effettuata al prezzo base ridotto pari ad Euro 3.369.600,00 oltre ad iva e oneri di trasferimento di cui Euro 2.562.008,00 (pari al 76,033%) relativi, pro quota proporzionale, agli immobili A e B del C.P. 4/2014 ed Euro 807.592,00 (pari al 23,967%) relativi agli immobili del C.P. 39/2013. Il Tutto come meglio descritto nella perizia di stima del 02/12/2013 (con successiva nota esplicativa) per il C.P. 39/2013 e nella perizia di stima del 10/02/2014 per il C.P. 4/2014, entrambe a cure dell’Ing. Marco Battilana, documenti consultabili sul Portale delle Vendite Pubbliche ed anche sul sito www.ivgtreviso.it Si rinvia al bando d’asta nella versione integrale pubblicato sul Portale delle Vendite Pubbliche nonché sui siti internet di seguito precisati. Per maggiori informazioni, anche sulle “Condizioni di Vendita” o sulle modalità e termini di partecipazione all’asta, rivolgersi all’ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE DI TREVISO (tel. 0422-435022/435030) o sulla sezione dedicata alla suindicata Procedura disponibile sul Portale delle Vendite Pubbliche e sui siti internet www.ivgtreviso.it, www.tribunale.treviso.it, www. asteannunci.it, www.asteavvisi.it, www.canaleaste.it, www.asteonline.it e www.rivistaastegiudiziarie.it, oltreché al Liquidatore Giudiziale dr Mario Toso con Studio in Treviso (TV), Viale F.lli Cairoli n. 15 (tel. 0422-432044).
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Primo Piano
Domenica 24 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
I nodi del governo LA TRATTATIVA VENEZIA Cosa succede se tre Regioni su quindici - visto che le altre cinque hanno uno statuto speciale - ottengono l’autonomia? Succede che, chi più chi meno, le altre dodici protestano, scalpitano, inveiscono, al punto di arrivare a parlare di “secessione dei ricchi” o di lanciare campagne su malati terminali che sarebbero lasciati morire. Ma che succede se tutte le quindici Regioni ottengono l’autonomia? E tutte con tutte le 23 materie concedibili a norma di Costituzione? È la proposta lanciata ieri dal governatore del Veneto, Luca Zaia, mentre i tempi per la firma dell’intesa si sono allungati: da «entro l’inverno» e poi «entro la primavera», il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini ha aggiornato la scadenza. Adesso è «sicuramente entro l’anno».
I DUE LEADER Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ieri a VeronaFiere per Transpotec e, sopra, il governatore Luca Zaia l’altra sera a Musile con stampelle causa infortunio sugli sci
LA PROPOSTA La proposta di Zaia dovrebbe far tacere chi sostiene che l’autonomia danneggerà il Sud. Zaia e il ministro agli Affari regionali Erika Stefani hanno sempre ribadito che autonomia significa assunzione di responsabilità. Ed è qui che si inserisce la proposta del governatore veneto: «Propongo al Governo di estendere l’accordo con il Veneto, che è ritenuto il più complesso, basato sulle 23 materie, a tutte le Regioni. Avvieremo, così, in un percorso di modernizzazione ma anche di grande responsabilizzazione, perché autonomia vuol dire responsabilità. Le rivoluzioni hanno valore quando partono dal basso e questa nasce proprio dai popoli, dalle comunità. Quindi si faccia, si attui nel miglior modo possibile questo processo e ben vengano le attestazioni di presenza e di volontà in tal senso di Marche e Campania: spero che anche altre Regioni, quelle che ancora non hanno risposto sì all’appello, si facciano vive». L’intervento di Zaia è arrivato dopo la garanzia del vicepremier Salvini che l’autonomia ci sarà, anche se non a breve come aveva detto. «L’autonomia? Sicuramente entro l’anno», ha detto ieri Salvini rispondendo ai cronisti in quel di Verona. «L’autonomia - aveva detto in precedenza sempre nella città scaligera - è un motivo d’orgoglio. Nel senso che prima sono partiti solo Veneto e Lombardia e adesso tante altre regioni stanno facendo la stessa richiesta. Vogliamo fare le cose fatte bene, sarà un passaggio storico e la presenza della Lega al governo è garanzia che l’autonomia ci sarà. Visto che in tanti si stanno rendendo conto che fa bene non solo al Nord ma a tutta l’Italia, vogliamo studiare bene ogni competenza ed euro speso».
IL DECRETONE ROMA Prove di intesa con le Regioni sul Reddito di cittadinanza. Dopo le proteste e il ricorso firmato dalla Toscana contro i navigator, il governo fa il primo passo alla ricerca di una mediazione: per l’assunzione dei “tutor” chiamati ad affiancare i beneficiari del reddito nella ricerca di un’occupazione servirà il parere della Conferenza StatoRegioni. La proposta dell’esecutivo viene formalizzata via emendamento al Decretone, atteso in aula al Senato domani, ma la trattativa non sarebbe chiusa e nei prossimi giorni sono in calendario nuovi incontri. L’obiettivo, assicura Luigi Di Maio, è fare in modo che al momento giusto, «sia pronta la
Zaia: l’autonomia a tutti Salvini: si fa entro l’anno Il governatore veneto chiede all’esecutivo `Il vicepremier: «Vogliamo le cose fatte bene» di dare anche alle altre Regioni le 23 materie Napoli, referendum per Macroregione del Sud `
Parole che Zaia ha apprezzato: «Ottime e pienamente condivisibili le parole del vicepremier Matteo Salvini sull’autonomia. Hanno un doppio valore, perché espresse da un rappresentante di una forza politica determinante nell’attuale governo del Paese ed esponente autorevole dello stesso esecutivo. Il fatto che usi una parola come “orgoglio” e un concetto come “fare le cose fatte bene”, è testimonianza della volontà di muoversi nella stessa direzione indicata dalla nostra Regione e per il raggiungimento
CASELLATI: «CI STIAMO LAVORANDO» PRODI CONTENTO DEL RINVIO: «TANTI DUBBI»
Gli annunci
Quando Stefani disse: «Intesa entro il 22» VENEZIA Si è passati da “entro il 22 ottobre” a “entro l’anno”. Ecco una carrellata di titoli del Gazzettino e di agenzie di stampa. 15 settembre 2018, il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani, che da luglio stava lavorando con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, annuncia: «Intesa entro il 22 ottobre». 21 ottobre 2018, il governatore Luca Zaia avverte: «Se non ci danno l’autonomia, pronti a riempire le piazze». 26 ottobre 2018, a FieraCavalli a Verona arriva il vicepremier Matteo Salvini: «Autonomia entro l’autunno». L’autunno
finisce il 20 dicembre, quindi ci si immagina la firma dell’intesa sotto Natale. 22 dicembre 2018, “Il Governo accetta l’autonomia: firma il 15 febbraio”. È il resoconto della conferenza stampa del premier Conte con Salvini e Stefani. 30 dicembre 2018, intervista a Salvini: «Intesa per il 21 marzo, ma su tutte le materie». Ansa, 9 febbraio 2019, Salvini: «Conto proprio che questa primavera porterà l’autonomia». Ansa, 23 febbraio 2019, Salvini: «L’autonomia? Sicuramente entro l’anno». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
dei medesimi obiettivi che noi ci siamo prefissati. Dalla dichiarazione di Salvini emergono la voglia e la determinazione di mantenere salda e centrale nell’agenda del Governo la partita dell’autonomia. Sono anch’io convinto - ha aggiunto Zaia - che questa è un’opportunità vera, da Nord a Sud, è l’occasione imperdibile per far partire la riforma del nostro Paese, lasciando il conservatorismo, mettendoci alle spalle la preistoria, per realizzare quella metamorfosi attesa verso uno Stato moderno e federale».
LA CONSULTAZIONE Sull’argomento la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, ieri a Padova per un incontro sull’uguaglianza di genere, non si è sbilanciata. Un «no comment» sull’autonomia differenziata poi così circostanziato: «È una questione sulla quale si sta lavorando». Soddisfatto del
Reddito di cittadinanza e tutor il governo “apre” alle Regioni struttura che consenta alle Regioni di fornire formazione e politiche del lavoro». E una mano per mettere in moto un percorso virtuoso la dovrebbe dare anche il mondo dell’informazione secondo il vicepremier: in tv ci sono invece troppi «libretti d’istruzione su come aggirare il reddito cittadinanza», è la nuova bacchettata rivolta ai media.
L’OCCUPAZIONE Sempre per rispondere alle richieste che arrivano dal territorio, nell’ultimo pacchetto di modifiche messo a punto dall’Esecutivo spuntano anche una serie interventi per facilita-
re il turn over. L’introduzione di quota 100 ha messo in allarme in particolare i comuni, che temono un esodo massiccio, e che grazie invece alle ultime novità potrebbero procedere però a nuove assunzioni contando non solo sui pensionamenti dell’anno precedente ma anche quelli dell’anno in corso. Per vincolare poi le risorse ai territori, spunta una clausola che lega i vincitori dei concorsi a restare nella sede a cui sono stati destinati in prima battuta per almeno 5 anni. Tra le altre novità, sempre a firma dell’esecutivo, anche la proroga del finanziamento della Cassa integrazione straordinaria al 2020
e il quasi raddoppio degli stanziamenti per questa voce nel 2019, che passano da 100 a 180 milioni di euro. Previsti anche 20 milioni anche per i lavoratori dei call center.
FAMIGLIE E HANDICAP Altro capitolo aperto, quello del rafforzamento delle misure a favore dei nuclei familiari con disabili. I primi tentativi di ampliare gli interventi su questo fronte si sono scontrati con problemi di coperture che, lentamente, il governo sta cercando di superare. In cantiere, vi sarebbe una norma per garantire la pensione di cittadinanza ad anziani con disabili gravi, ri-
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DOMANI IN AULA Il Senato
QUOTA 100, NORME PER AGEVOLARE I COMUNI IN CRISI DI PERSONALE AIUTI AI NUCLEI CON DISABILI
rinvio, invece, l’ex premier Romano Prodi: «Se Dio vuole il dibattito per ora è stato rinviato. E lo dico perché di dubbi ne ho tanti, tanti». E se Zaia propone l’autonomia per tutti, a Napoli si è deciso di raccogliere da domani le 10mila firme necessarie per indire un referendum consultivo per l’istituzione della “Macroregione Autonoma del Sud”. «La Macroregione Autonoma del Sud - hanno spiegato i promotori - è l’unica risposta possibile al “regionalismo differenziato”. Pensare di difendere lo status quo attuale e non giocarsi fino in fondo la partita dell’autonomia sarebbe una scelta suicida per il Mezzogiorno. È il momento che i cittadini meridionali prendano nelle mani il proprio destino: firmare per il referendum è un primo passo in questa direzione». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
tocchi all’insù (da 5000 a 7500) della soglia dei beni mobiliari per l’accesso al reddito, la revisione della scala di equivalenza (da 2,1 a 2,2) per i disabili gravi. Infine, i tecnici starebbero anche studiando le possibilità per le madri, sempre delle persone con disabilità gravi, di andare in pensione prima. Resta invece tutta da giocare la partita sui tagli alle pensioni dei sindacalisti: la norma annunciata più volte dal M5S, per ora è stata ritirata con la promessa di riaprire il dossier in vista del passaggio parlamentare alla Camera. Ma non è escluso che anche di questo possano parlare i segretari di Cgil, Cisl e Uil nell’incontro con il governo in programma lunedì. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 24 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi del governo altrimenti il Paese si divide e va a rotoli». Quanta strada ha fatto il suo manifesto per l’Europa: è riuscito a rianimare il centrosinistra, al tappeto dopo il 4 marzo 2018? «Attenzione. Io voglio rianimare gli elettori di centro, centrodestra e centrosinistra con un’idea di rinnovamento dell’Europa che non va distrutta. L’affermazione di Lega e M5S il 26 maggio mette a rischio la permanenza dell’Italia nella Ue. Il M5S si è alleato con i gilet gialli, che vogliono fare l’insurrezione armata in Francia. Saranno gli altri a metterci alla porta, a dire: stop Italia. Salvini e Di Maio sbagliano a disertare i consigli europei, non si go-
Calenda: «L’Italia in piena recessione Basta liti con l’Ue o saremo esclusi» L’ex ministro: grandi opere bloccate con lo scambio Lega-M5S per salvare il ministro degli Interni dal processo sul caso Diciotti L’INTERVISTA
Albino Salmaso
C
arlo Calenda sta girando l’Italia per presentare il manifesto “Siamo europei”e nei dibattiti a Ca’ Foscari a Venezia e come ieri a Camposampiero, incontra gli imprenditori che gli stringono la mano in segno di gratitudine per gli investimenti defiscalizzati con “Industria 4.0”, che ha spalancato le porte all’innovazione tecnologica. Lui sorride, apre il libro “Orizzonti selvaggi” e firma le dediche, posa per le foto con i sindaci padovani e poi
Il salvataggio di Alitalia ci costerà un altro miliardo, sarà un bagno di sangue racconta come sta organizzando lo schieramento antisovranista per fermare l’avanzata di Lega e M5S a Bruxelles, pronti a mettere alle corde l’asse tra socialdemocratici e cattolici popolari che ha governato la Ue. Quali impressioni ha maturato nei suoi incontri: speranza, attesa o delusione? «Si avverte un clima di grande preoccupazione tra gli imprenditori che sono disorientati dalle scelte del governo. Peggio, hanno paura del futuro. La produzione in-
dustriale dimostra che il Paese è oltre la soglia della recessione, si sono persi 75 mila posti di lavoro e il Governo blocca ogni investimento. Non è solo la Tav ma anche la bretella Campogagliano-Sassuolo o la variante di Bologna. L’unico investimento è la rinazionalizzazione di Ali-
È giusto premiare le regioni efficienti, la scuola deve restare unita da Nord a Sud talia». Quanto ci costa il salvataggio della compagnia di bandiera? «Almeno un altro miliardo. Con una governance di 5 soggetti: il Mef, Cassa depositi e prestiti, le Ferrovie dello Stato, Easyjet e Delta. Nessuno che comanda davvero. Alitalia doveva essere ceduta a Lufthansa che avrebbe mantenuto le rotte con lo stesso percorso di Swissair salvando il marchio senza bruciare altri soldi con il rimborso del prestito ponte. Non si capisce perché Di Maio abbia inventato questo accrocchio assurdo che per l’Italia sarà un altro bagno di sangue». In Veneto gli imprenditori considerano fondamentale la Tav Torino-Lione e Milano-Venezia per sviluppare l’economia. Come giudica il documento votato da Lega e M5S? «La verità è semplice: Salvini ha fatto uno scambio con il
M5S, per ottenere lo stop all’autorizzazione a procedere sul caso Diciotti ha accettato di fermare la Tav. Io non condivido l’idea di indicare politicamente come votare sui casi giudiziari, credo che i parlamentari debbano farsi le loro idee dopo aver letto attentamente le carte. Non mi sono mai espresso per la colpevolezza di Salvini, ma qui siamo di fronte a uno scambio politico ». Il governatore della Lega Luca Zaia ripete che bisogna assolutamente completare l’alta velocità fra Brescia e Padova. Al suo fianco ha tutte le categorie economiche. L’appello verrà raccolto? «Me lo auguro nell’interesse di tutti. Che la Tav sia fondamentale per il Veneto nessuno nutre dei dubbi, ma i fatti dimostrano l’esatto contrario: Salvini ha fatto l’accordo con Di Maio per congelare le grandi opere pubbliche. La Lega vuole procedere pervicacemente sulla Quota 100,
Chiuderemo il 2019 con un Pil in calo dello 0,5 per cento Manovra inevitabile che svuoterà il pubblico impiego a spese del mondo produttivo e del lavoro privato. Salvini non guarda agli imprenditori ma coltiva l’assistenzialismo per raccogliere voti al Sud, con una mutazione genetica totale».
il dibattito sull’autonomia
Zaia: modello Veneto per tutti Prodi: ho tanti, ma tanti dubbi PADOVA. L’autonomia? Si farà sicuramente entro l’anno, ha ammesso ieri Matteo Salvini a Verona e finalmente si è aperto uno squarcio di verità: la materia è complessa e va trattata bene, con il Parlamento coinvolto con pieni poteri di emendare le tre intese. La conferma arriva anche dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che ieri in visita a Padova, ha ribadito: «L’autonomia differenziata di Emi-
lia Romagna, Lombardia e Veneto è una questione sulla quale si sta lavorando» per consentire a deputati e senatori di svolgere fino in fondo il proprio ruolo. Chi non è d’accordo sul rinvio è il senatore Antonio De Poli: «Le dichiarazioni di Salvini sono una sconfitta per tutti. Il problema vero è se si rinvia per fare le cose bene o, al contrario come credo in realtà, solo perché nella maggioranza Lega e Cinque
stelle parlano su questo tema due lingue differenti e incompatibili tra di loro. Dopo le parole del presidente del Consiglio Conte al Senato, ieri è arrivata la doccia fredda con Salvini: bisognerà attendere altri 10 mesi». E Luca Zaia? Non polemizza. Beve il calice amaro e conferma piena fedeltà al leader. «Condivido le affermazioni di Salvini e propongo al Governo di estendere l'accordo con
Le primarie del Pd? Farò lo scrutatore Basta con le liti tra le correnti
Carlo Calenda ieri a Camposampiero con i sindaci e gli imprenditori
Resta il grande interrogativo: sarà necessaria una manovra economica? «Chiuderemo il 2019 con un Pil negativo dello 0,5 o dell’1% e quindi la manovra sarà inevitabile. Ci sono 23 miliardi di euro di clausole Iva da cancellare, temo un bagno di sangue. Salvini e Di Maio dimostrano con i fatti concreti che non sanno amministrare l’Azienda Italia e dopo le europee arriverà la crisi: ne usciremo con un Governo tecnico per approvare il bilancio prima di tornare a votare nel 2020». L’Agenzia Fitch però ha confermato il rating e non ha demolito l’Italia. «L’outlook resta negativo con un giudizio devastante sui rischi politici: se con il deficit si arriva al 3,5% e lo spread sale a 350-400 punti
ci sarà lo stop agli investimenti con una nuova crisi delle banche. Ho detto a Di Maio: sediamoci e parliamone, ma loro sono presuntuosi e non ascoltano nessuno». Parliamo di autonomia: lei che ne pensa? «Condivido il principio:
il Veneto, che è ritenuto il più complesso basato sulle 23 materie, a tutte le Regioni. Avvieremo, così, in un percorso di modernizzazione ma anche di grande responsabilizzazione, perché autonomia vuol dire responsabilità. Le rivoluzioni» prosegue Zaia, «hanno valore quando partono dal basso e questa nasce proprio dai popoli, dalle comunità. Quindi si faccia, si attui nel miglior modo possibile questo processo e ben vengano le attestazioni di presenza e di volontà in tal senso di Marche e Campania: spero che anche altre Regioni, quelle che ancora non hanno risposto sì all'appello, si facciano vive», afferma il presidente della giunta veneta. Sul versante opposto, dopo la lite tra il ministro Stefani
e il suo sottosegretario Buffagni, il M5S non commenta dopo aver imposto lo stop. Secco invece il parere di Romano Prodi, che ha guidato il governo dal 1996 al ’99 per poi cedere lo scettro a D’Alema e Amato che ha realizzato la riforma del titolo V della Costituzione. «L’autonomia dif-
Il 26 maggio le nostre liste si chiameranno “Siamo Europa” Vero rinnovamento chi gestisce meglio ed è più efficiente deve avere più autonomia. Vale per i servizi pubblici, le aziende private, per i figli e anche per le Regioni. Ma c’è il mio no assoluto sulla scuola che non può essere differenziata tra Nord e Sud,
Casellati: questione su cui si sta lavorando De Poli: male il rinvio colpa dei veti del M5S ferenziata? Se Dio vuole il dibattito per ora è stato rinviato. E lo dico perché di dubbi ne ho tanti, ma tanti». Va alla carica il Pd con il se-
verna con i tweet e con le dirette facebook sulla Nutella». All’appuntamento elettorale come ci deve arrivare il Partito democratico? «Non ci deve arrivare il Pd, ma la lista unica “Siamo Europei” con un programma chiaro fondato sulla centralità del lavoro, della produzione e dello studio: chi fatica va premiato. Dobbiamo dialogare con gli elettori di ogni orientamento, i comitati e i movimenti pronti ad aderire, le liste però debbono essere profondamente innovative, con personalità della società civile, della cultura e della imprenditoria. Bisogna andare oltre i partiti, oggi non più in grado di rappresentare il Paese reale. Se verrò eletto, mi iscriverò all’Alde, l’alleanza dei liberali e democratici europei». Il 3 marzo ci sono le primarie del Pd: lei chi voterà tra Zingaretti, Martina e Giachetti? «Vado ai seggi e farò lo scrutatore. Darò certamente una mano, come sempre. E spero che finisca la guerra delle correnti, Gentiloni e Renzi debbono tornare a dialogare e nessuno se ne deve andare dal Pd. Dal 4 marzo si rema tutti uniti contro Salvini e Di Maio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
natore Andrea Ferrazzi. «Dopo le affermazioni del premier Conte sui tempi per l’autonomia delle Regioni è venuta alla luce quanto da mesi dico: è tutto fermo, le chiacchiere sono a zero, la propaganda di Zaia ha bloccato le preintese già siglate dal governo Gentiloni. Mesi e mesi di annunci, 16 milioni di soldi pubblici spesi per il referendum. Il continuo alzare l'asticella da parte di Zaia verso i 9/10 delle trattenute dalle tasse, le 23 materie, ha bloccato tutto. Una grave e precisa responsabilità politica della regione Veneto e di questo governo nazionale. Esattamente come 10 anni fa», conclude Andrea Ferrazzi. — Al. Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI