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Primo Piano La spesa Tav Torino-Lione: costo previsto in miliardi di euro (salvo revisioni Ue) PRIMA FASE DEI LAVORI Francia Italia
0,485
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Il premier a Salvini e Di Maio: ora sbloccare Tav e cantieri `Via libera ai bandi per l’alta velocità Nel vertice-cena a palazzo Chigi anche la caccia alle risorse per provare a ripartire Domani a Parigi Tria incontra Le Maire `
Unione Europea
IL RETROSCENA
0,814 TUNNEL DI BASE (57 km) Francia Italia
25%
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35%
8,61
Unione Europea
40% STIME DEI COSTI PER L’ITALIA
ROMA Il rischio di «squilibri eccessivi», denunciati ieri dalla Commissione Ue, il ministro dell’Economia Giovanni Tria li aveva paventati già a dicembre. Poi - dopo la gag del balcone - è andata come è andata, ma ora al Mef c’è chi sorride sotto i baffi, e lo stesso inquilino di via XX Settembre ha preso coraggio e osserva soddisfatto la “corsa ai cantieri” che si è scatenata nel governo, prepara il suo viaggio a Parigi di domani dove incontrerà il suo omologo francese Bruno Le Maire.
L’ATTO E così, mentre il presidente
3,0
IL GOVERNO Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini (foto ANSA)
1,7
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Tratta Tunnel di base italiana (fino (fino a Bussoleno) a Torino)
Nomine
I vertici di Italgas Snam e Fincantieri verso la riconferma `Nulla sarà certo fino a
mercoledì prossimo, quando Cassa depositi e prestiti sfornerà i nomi per i vertici di Fincantieri, Snam e Italgas. Ma in base alle ultime indiscrezioni, Cdp con ogni probabilità confermerà gli attuali vertici in scadenza, per garantire «continuità di gestione» in ragione «degli ottimi risultati raggiunti» dalle tre società. In Fincantieri perciò dovrebbero restare l’amministratore delegato Giuseppe Bono e il presidente Giampiero Massolo, in Snam il ceo Marco Alverà e in Italgas l’ad Paolo Gallo. Il dossier delle nomine nelle controllate di Cdp è stato al centro di un incontro tra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e l’ad Fabrizio Palermo. In mattinata il capo di Cdp aveva garantito: «Insieme al Mef e ai nostri azionisti lavoreremo, come sempre, pensando all’interesse delle società». In più Palermo aveva elogiato i vertici dell’azienda cantieristica: «Fincantieri è una realtà importante del Paese su cui ho avuto l’onore di lavorare contribuendo con Bono a sviluppare e trasformare in gruppo internazionale. E garantiremo lo sviluppo e il giusto percorso di crescita di un’azienda che è un’importante realtà internazionale che dà lavoro a tante persone in Italia». Dopo le parole di Palermo, messo alla guida di Cdp dal governo giallo-verde, in Borsa il titolo Fincantieri (controllato al 71,6% dalla Cassa) è salito del 6,87%. (A.Gen.)
del Consiglio invita Bruxelles ad avere un po’ di pazienza, in modo da poter registrare a breve l’impatto sulla crescita di Quota100 e Reddito, Tria incontra al ministero l’amministratore delegato della Cdp Fabrizio Palermo, per parlare anche di quel piano di investimenti che il governo avviò ad ottobre e finito in un cassetto. A palazzo Chigi non si sta però con le mani in mano e ieri sera la convocazione di un nuovo vertice a tre, Conte, Di Maio e Salvini, la dice lunga sulle difficoltà che ha la maggioranza ad invertire la politica economica sin qui seguita senza doversi rimangiare quanto fatto sinora. Al tavolo - assente il ministro Toninelli - il presidente del Consiglio Conte si è presentato con il testo di un decreto “sblocca-appalti” che anticiperebbe la riforma del codice e che potrebbe essere licenziato nel consiglio dei ministri di questa sera. Una corsa al cantiere e agli investimenti che è una sorta di presa d’atto in linea con quanto previsto da Bruxelles e non solo - degli effetti limitati che avranno sulla crescita le due misure bandiera di M5S e Lega. Ovviamente tutto ciò è musica per il ministro dell’Economia che continua ad avere buone sponde al Quirinale e parte per Parigi avendo dalla sua anche la Lega e un rinfrancato Conte. Nel partito di Salvini la tensione è forte e sale dai territori. Il Paese è fermo e l’economia rischia una gelata che complicherebbe il percorso del governo da qui alle elezioni di maggio. Salvini stretto tra la necessità di non indebolire ulteriormente l’alleato uscito malconcio da tutte le ultime consultazioni elettorali e la pressione interna - ha scelto di rispondere all’allarme che ieri i governatori di Lombardia e Veneto hanno portato sin dentro il Viminale. Sul tavolo (vedi articolo a pagina 7) i presidenti Zaia e Fontana hanno messo l’autonomia, sulla quale Salvini ha promesso di andare sino in fondo, ma anche la necessità di sbloccare i cantieri e, in testa, la Tav. Rinviare a maggio la Torino-Lione, pur facendo partire i bandi di gara di Telt - anche a seguito degli incontri di ieri a Bruxelles tra i tecnici di Telt e quelli dell’Inea - rischia di essere il classico mezzo bicchiere che il M5S può rivendicare nella parte vuota e la Lega dal lato del pieno. Una soluzione che però alla fine scontenta lo zoccolo duro grillino, che non incassa il “no” definitivo, come la Lega visto che la Tav, come sostenuto di recente dal ministro Tria, è ormai diventata il biglietto da visita della possibilità di investire in Italia. Ma se l’alleato pentastellato continua a dire che la Torino-Lione «non ha senso» - come afferma a “Porta a Porta“ il ministro Bonafede - la Lega ha necessità di distinguersi per evitare quel contagio elettorale che rischia di frenarne l’ascesa riconsegnandola, in prospettiva, ad un’alleanza con il centrodestra.
IL DESTINO Il tentativo di spaccare FI dividendo gli azzurri tra buoni e cattivi, fatto ieri a Cagliari da Salvini, è segno di nervosismo perchè, come conferma il voto in Sardegna, il leader leghista non riesce a spingere ad una cifra le percentuali azzurre. «Non mi sorprende che il M5S blocchi la Tav, i cantieri e spinga per il reddito di cittadinanza. Piuttosto mi chiedo che ci sta a fare la Lega!», attacca imperversando il forzista veneto Marco Marin. In attesa che si aprano i cantieri Salvini prova a rilanciare sull’autonomia e ieri sera, durante la cena a palazzo Chigi, l’aut aut è risuonato, ma Conte è convinto di riuscire a trovare un’intesa anche su questo punto consapevole che i due partner di maggioranza siano ormai legati ad un destino comune. Marco Conti
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REGIONE
GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi della politica veneta
La svolta di Salvini «Sull’autonomia pronto a incontrare Conte e Di Maio» Vertice al Viminale con il ministro Stefani, Zaia e Fontana «Entro sabato la sintesi delle tre bozze, poi il faccia a faccia» Albino Salmaso PADOVA. L’autonomia, come la Tav, è una spina che fa male nel fianco del governo gialloverde. Dopo l’attacco al ministro Erika Stefani la Lega fa quadrato, preme sull’acceleratore, ingrana la quarta e lancia l’ultimatum ai grillini. Entro questa settimana Matteo Salvini consegnerà il documento finale a Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte per capire se il M5S intende lasciare sine die i tre dossier negli armadi, o se invece il “contratto” verrà onorato. Rientrato al Viminale dopo la vittoria in Sardegna, ieri il ministro degli Interni ha ricevuto nel suo ufficio Erika Stefani, Luca Zaia e Attilio Fontana. Un vertice non di partito ma istituzionale, perché è stato contattato anche Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia, per concordare la linea: le tre regioni hanno fretta di chiudere le intese per mandarle poi in Parlamento che le dovrà analizzare, emendare ed approvare prima della firma definitiva. Il vertice lo ha chiesto Zaia, che ha fatto capire la delusione dei leghisti e dei
consiglieri regionali del Veneto, pronti a protestare a Palazzo Chigi dopo i continui rinvii. Il primo passo dell’offensiva è la «difesa incondizionata del ministro Erika Stefani» che i grillini avevano quasi sfiduciato con l’accusa di «eccesso di protagonismo: le decisioni vanno condivise», recitava la nota ufficiale del M5S. Ieri il ministro Stefani si è presentata alle 8.30 alla Bica-
Ieri l’audizione in Commissione regioni «Il Parlamento verrà coinvolto» merale per le Regioni e ha ribadito che ogni sua decisione è stata condivisa con i ministri, con tanto di imprimatur del Mef sulla parte finanziaria. «La questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell’atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all’intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative. Prima però va sciolto il no-
do politico», ha detto la Stefani. Alle 9,45 la riunione è stata sospesa e aggiornata, perché al Senato la maggioranza non poteva contare assenze, pena la sconfitta del decreto Di Maio. Alle 15, il vertice al Viminale ha riaperto i giochi: se sabato scorso a Verona la questione è stata liquidata con una battuta (l’autonomia arriverà entro l’anno, la vogliamo fare bene), ieri Salvini si è caricato il peso politico dei tre dossier sulle sue spalle. Ci pensa lui:è pronto al braccio di ferro con Conte e Di Maio. «Prendiamo atto che stiamo vivendo un momento storico particolare: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese» spiega Salvini. Poi la conferma del cronoprogramma: entro questa settimana ci sarà il chiarimento politico Lega-M5s, nel frattempo la Stefani riscriverà le tre bozze. Cosa può succedere? Zaia Fontana e Bonaccini dicono di essere quasi al traguardo,
Da sinistra Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia a Roma prima del vertice al Viminale con la Stefani
quel 70% di richieste accolte dai ministeri è un grande risultato da portare a casa. Certo, restano 5 capitoli da completare: la sanità, la pubblica istruzione, l’ambiente, i Beni culturali e le infrastrutture, tutti ministeri controllati dai grillini. Zaia nel documento finale saprà rinunciare alla governance del porto di Venezia che Toninelli non vuole cedere al Veneto? E saprà rinunciare anche alle Sovrintendenze dei beni culturali, che il ministro Bonisoli intende lasciare al Mibac? Insomma, quale compromesso è pronto a firmare per uscire a testa alta dalla storica battaglia sull’autonomia? C’è una frase passata agli annali della politica, che recita così: «Il possibile non verrebbe mai raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile». I sovranisti-populisti la sapranno applicare anche all’autonomia? —
«Primarie Pd, Martina è il futuro Tav bloccata per colpa del governo» za è il più grande trasferimento di risorse da Nord a Sud mai avvenuto in Italia, senza nessun intervento a sostegno del mondo produttivo». Infrastrutture, chi ha la colpa dei ritardi sulle grandi opere? «La Lega non ha più abili, basta giocare al poliziotto buono e cattivo. Salvini porta tutta la responsabilità dei veti che bloccano la Tav Brescia-Verona-Vicenza, una palla al piede per le aziende del Veneto». Lei chi sostiene tra Zingaretti, Martina e Giachetti? «Appoggio Maurizio Martina perché è l’unico che non intende questo congresso come un giudizio sul passato ma lo considera come un’anticipazione del futuro, delle nuove
Casellati bacchetta i gilet di Fi Pugno di ferro della Casellati contro Forza Italia, il suo partito. «Il folklore non appartiene all’aula del Senato ma solo alle piazze. È una vergona» ha detto la presidente che ha sospeso i lavori quando i senatori Fi hanno indossato i gilet blu con scritto «Sì lavoro, No bugie» contro Di Maio.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
stefano fracasso, capogruppo dem a palazzo ferro fini
PADOVA. Il Pd si avvia alle primarie di domenica per eleggere il nuovo segretario e in Veneto, nella consultazione riservata agli iscritti, Maurizio Martina ha battuto per un pugno di voti Nicola Zingaretti. Cosa prevede Stefano Fracasso, capogruppo dem in consiglio regionale: siete davvero usciti dal letargo? «Sono ottimista, anche se il congresso si poteva fare prima. Superare la soglia psicologica di 1 milione di persone ai seggi rappresenta un grande risultato, che può dare una forte legittimazione al segretario, a prescindere da chi vinca. Il Pd è pronto a ripartire e gli italiani hanno aperto gli occhi, il governo gialloverde produce solo guai. Il reddito di cittadinan-
bagarre e seduta sospesa al senato
di essere subalterno alla Lega di Zaia che ha fatto dell’autonomia il suo cavallo di battaglia. Vero o no? «Critiche ingiuste. Il Pd ha inventato nel 2001 l’autonomia e il federalismo con la modifica del titolo V della Costituzione. La Lega da quando è nata ha solo diviso l’Italia e Zaia erede di Bossi non ha cambiato copione. Ha chiesto i 9 decimi di tasse come Trento e Bolzano e scatenato la rivolta del Sud: ora è costretto a fare retromarcia su tutta la linea. Il residuo fi-
«Non siamo subalterni al Carroccio, la riforma del titolo V l’abbiamo fatta noi nel 2001» Da sinistra: Stefano Fracasso e Maurizio Martina
contraddizioni che detteranno l’agenda politica: la centralità del lavoro nella società, il dovere di aumentare gli stipendi e poi la transizione energetica come tappa obbligata per una nuova economia, basata sulle emissioni zero di gas
nell’aria. Martina ha rimesso al centro l’equità sociale, con un patto di crescita che guarda alle giovani generazioni e quindi bisogna investire nella scuola e nella formazione professionale». In Veneto il Pd è accusato
scale è sparito e non si tocca. Al presidente Zaia dico: benvenuto nell’autonomia voluta dal Pd e dal centrosinistra. Questo è il mondo della realtà. Il sogno del piccolo Stato Veneto non esiste e per salvare la faccia ora convoca la Consulta degli enti locali: è troppo tar-
di. Non è mai venuto in consiglio regionale a spiegarci i contenuti della bozza. Ora che il segreto di Fatima si è disvelato abbiamo capito che le categorie non sono mai state coinvolte. Ce ne siamo accorti lunedì con il summit con il mondo della scuola». Condivide l’idea di Carlo Calenda di non presentare il simbolo del Pd alle europee del 26 maggio? «Il manifesto Siamo Europei è la proposta più interessante di questi mesi, noi l’abbiamo sostenuto e firmato. Per le europee i conti si fanno con il sistema proporzionale: più liste ci sono oltre il 4% più seggi si ottengono. Certo, il cartello del centrosinistra dovrà avere un unico nome. Dobbiamo fare tesoro del risultato in Sardegna: solo una coalizione di natura civica, aperta alle associazioni cattoliche e ambientaliste può rilanciare lo schieramento progressista. Poi la differenza la fanno i candidati, come ha dimostrato Zedda: ci vogliono leader veri». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
III
Primo Piano
Giovedì 28 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
La ricostruzione
Arrivano i fondi del Governo: oltre 755 milioni in un triennio Zaia: «Ringraziamo per la sensibilità e la tempestività» Padrin: «Preziosi per la sicurezza del nostro territorio» `
IL PIANO BELLUNO Il Governo rispetta l’impegno preso con il Bellunese il giorno dopo la tempesta Vaia del 28-29 ottobre scorso. I soldi promessi al governatore veneto Luca Zaia, che riveste il ruolo di commissario per i primi interventi post-maltempo, sono stati annunciati ieri dal premier Giuseppe Conte. In Veneto arriveranno 756 milioni di euro spalmati sul triennio 2019-2021. Soldi che serviranno in gran parte alla provincia di Belluno, area che più di altre ha subito la devastazione dell’acqua e del vento, con Rocca Pietore praticamente annullata.
IL COMMISSARIO «Ringrazio il Governo – com-
menta il presidente Zaia - per aver manifestato sensibilità e agito con tempestività per stanziare le risorse necessarie alla rinascita dei nostri territori, in particolare quelli del Bellunese, così profondamente colpiti dalla furia dei venti e delle piogge dello scorso autunno. Non avevo dubbi che il premier, il vicepremier ed il Governo tutto avrebbero mantenuto l’impegno con il Veneto e il suo popolo. Per quanto mi riguarda – conclude il presidente - posso assicurare fin
232 sono i milioni di euro che arriveranno per l’anno in corso
La lettera del premier Conte
d’ora che le risorse saranno spese nella piena legalità e con la consueta virtuosità dei Veneti. Siamo già al lavoro da mesi, adesso è finita la fase di analisi e stiamo mettendo in atto gli interventi d’urgenza. Ora si entra nella fase più attesa: la ricostruzione». Sul piatto ci sono altri 524 milioni di euro recuperati dal decreto fiscale, un terzo dei quali, ricordava l’assessore Gianpaolo Bottacin alcuni giorni fa, dovrebbe arrivare a Belluno: soldi che serviranno per i risarcimenti dei privati. La cifra stanziata ieri dal Governo, calcolata al cent, sarà così suddivisa: 232.588.417,11 per il 2019, 261.661.969,25 euro per il 2020, 261.661.969,25 per il 2021. Fa parte di un pacchetto di 3 miliardi di euro nel triennio stanziati a favore delle 17 regioni colpite dal maltempo. La ripartizione vede la fetta più grossa proprio per il Veneto.
LA TEMPESTA VAIA Rocca Pietore è stata l’area più duramente colpita dall’ondata di maltempo di fine ottobre. Non è mancata la visita dei vicepremier, Salvini e Di Maio, e della presidente della Camera
GESTO CONCRETO
«Caro presidente ti aspetto a Roma per parlare di ripartizione di fondi» «Caro Presidente, come Le è noto, domani 28 febbraio (oggi, ndr), nella sede della Presidenza del Consiglio, è fissato un incontro con Lei e i Presidenti delle altre Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano, in relazione al Piano nazionale sul dissesto idrogeologico». Inizia così la missiva che il premier Giuseppe Conte ha inviato al governatore veneto, Luca Zaia, annunciando lo stanziamento di oltre 755 milioni di euro per la ricostruzione post-maltempo del Veneto. La somma fa parte del piano
“Proteggi Italia” che prevede 11 miliardi contro i dissesti di cui 3 nell’anno in corso. Quasi l’8 per cento del territorio nazionale è soggetto a frane. Condizione che Belluno, purtroppo, ben conosce. Ciò nonostante, il cemento avanza al ritmo di 14 ettari al giorno, ovvero 2 metri quadri al secondo. Conte parla di una terapia d’urto per proteggere il territorio e metterlo in sicurezza, definendo il “Proteggi Italia”«il più grande piano anti-dissesto mai realizzato».
Esprime soddisfazione il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Questa è una grande notizia - afferma -, perché sicuramente con queste risorse si potranno avviare alcuni interventi che sono fondamentali per la sicurezza del territorio, specie ora che con la primavera arriva il disgelo. Penso a strade, corsi d’acqua, versanti franosi. Ma spero che parte di questa somma vada ai privati che hanno subito danni e da tempo chiedono di capire cosa accadrà. Poi c’è la grande partita dei boschi. Sicuramente questa attenzione della Regione e del Governo è un segnale concreto di vicinanza. A loro il nostro grazie, anche per la tempestività. In fondo, sono passati solo 4 mesi». Lauredana Marsiglia
La Regione affida i “superpoteri” ai sindaci e all’Unione montana LOZZO DI CADORE Poteri speciali ai sindaci di Lozzo di Cadore e Perarolo e al presidente dell’Unione Montana della Val Belluna. Una delega che permette agli amministratori di diventare protagonisti della “ricostruzione” ma soprattutto di poter gestire dalla prima linea una delle fasi più delicate dell’emergenza: quella della rimozione degli alberi finiti a terra dopo la tempesta Vaia di fine ottobre.
L’ATTO
“Premio Bontà” ai Vigili del fuoco: «Per l’impegno nel post maltempo» UNCI BELLUNO Lo statuto dell’Unione
Nazionale Cavalieri d’Italia (Unci) prevede l’assegnazione annuale del “Premio Bontà” a chi si è particolarmente distinto in opere a favore della collettività. La Sezione provinciale dell’Unci ha così organizzato un incontro pubblico per domani con inizio alle 18 al Teatro Giovanni XXIII per l’assegnazione del premio che sarà consegnato al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco-Comando provinciale di Belluno anche in relazione all’opera svolta per la recente tempesta Vaia che ha devastato il territorio
provinciale. Condotta da Barbara Paolazzi la manifestazione sarà aperta dal presidente provinciale Unci Nicola Salvato al quale seguiranno il rappresentante dell’Unci nazionale, il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, il presidente della Provincia Roberto Padrin, l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin o altro rappresentante della Regione Veneto, il Prefetto di Belluno Francesco Esposito e il Capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo. A conclusione è previsto l’intervento dell’on. Stefano Candiani, sottosegretario del Ministero dell’Interno. La serata sarà allietata da intermezzi musicali del Gruppo
“Voci dai cortivi” e della solista Eleonora Ropelato accompagnata alle tastiere da Antonio Giuffrida. Va ricordato che l’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia Unci è un’Associazione apartitica e senza fini di lucro, la cui Sezione provinciale di Belluno fu istituita nel 2016 con lo scopo di riunire tutti i bellunesi insigniti di onorificenze cavalleresche della Repubblica Italiana al fine di mantenere alto il sentimento per l’impegno civico, di tutelare il diritto e il rispetto delle istituzioni e di contribuire a rendere gli insigniti esempi di probità e correttezza civile e morale. Dino Bridda
E’ stato il presidente della Regione, Luca Zaia, nella sua veste di Commissario delegato per l’emergenza maltempo di ottobre a siglare l’ordinanza nella quale vengono disciplinate le funzioni di “soggetto attuatore” che sono state attribuite ai due primi cittadini: Mario Manfreda e Pier Luigi Svaluto Ferro. Il documento prevede prerogative specifiche permettendo agli amministratori un margine di movimento e di autonomia relativamente alle operazioni di pulitura delle aree boschive devastate dalla tempesta che ha abbattuto gli alberi.
prevedere. In Val Visdende, per esempio, dove i lavori per portar via gli alberi sono in una fase più avanzata a preoccupare sono oggi anche le condizioni del manto stradale. Arterie messe a dura prova dal transito di quindici autotreni a pieno carico che ogni
MAGGIORI COMPETENZE AI PRIMI CITTADINI CHE POTRANNO GESTIRE IN PRIMA LINEA QUESTA DELICATA FASE DELLA “RICOSTRUZIONE”
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IL TEAM Per mettere in atto le azioni necessarie i sindaci potranno quindi, dopo il nuovo provvedimento, contare anche sull’assistenza dei presidi operativi avanzati di Rocca Pietore e Lozzo di Cadore, attivati nei giorni scorsi dalla Regione del Veneto, con il coordinamento del soggetto attuatore Fabrizio Stella. Strutture che dovranno permettere alle istituzioni di essere più vicine alle esigenze del territorio.
SUL CAMPO A Lozzo il presidio è stato aperto negli spazi che il Gal ha messo a disposizione in palazzo Pellegrini. Lo sportello è riservato alle Amministrazioni locali, alle Regole e a tutti quei soggetti che hanno titolo negli interventi boschivi. Un servizio che non è invece destinato ai cittadini che potranno continuare a fare riferimento nelle proprie municipalità. Strumento che ora è quindi anche a disposizione dei sindaci investiti dai nuovi poteri.
RISPOSTE
IL NODO Proprio la rimozione dei fusti si sta rivelando un compito estremamente complesso e delicato. Rimuovere gli alberi, stanno dimostrando i fatti, è un onere che risulta più complicato di quanto anche una ragionata e attenta programmazione potesse
giorno solcano le strade per portare i tronchi alle segherie.
SUB COMMISSARIO Fabrizio Stella con Flaminio Da Deppo presidente Gal Bellunese
La decisione della Regione con la scelta di ampliare le competenze degli amministratori locali rappresenta dunque anche una risposta alle richieste di assumere un ruolo da protagonisti nella gestione delle fasi dell’emergenza avanzata dalle amministrazioni comunali colpite dalla catastrofe autunnale. Andrea Zambenedetti
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Nordest
Giovedì 28 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
La riforma delle Regioni
«Una corsia veloce per l’autonomia»
L’ACCELERAZIONE VENEZIA Magari non avrà detto “ghe pensi mi”, ma il concetto è quello: tocca al vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini sbloccare l’autonomia. E lo farà politicamente, andando a parlarne con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con il capo del M5s Luigi Di Maio. Detto e fatto. Impegno preso nel pomeriggio nel faccia a faccia con i governatori di Veneto e Lombardia e il ministro Erika Stefani; obiettivo raggiunto in serata, a quanto filtra dai rumors di Palazzo Chigi, che dopo l’incontro a tre fra premier e vice indicano una «corsia veloce per l’autonomia» e fanno trapelare «soddisfazione». Perché al Nord lo stallo in cui è caduta la riforma delle Regione non è più sostenibile. Perché dai pentastellati continuano ad arrivare bordate al ministro Stefani. Perché, soprattutto, l’autonomia è nel contratto di governo e dunque va fatta, alla pari del reddito di cittadinanza, mentre quel che si respira a Roma è un’aria che promette solo stagnazioni. E, dunque, il termine fissato dallo stesso Salvini “entro l’anno” - va diversamente interpretato: entro il 2019 non va solo firmata l’intesa che è un atto, per quanto importante, preliminare. Entro l’anno l’autonomia deve essere approvata dal Parlamento. Dunque, bisogna accelerare. La decisione è stata presa ieri pomeriggio al Viminale dove i governatori del Veneto Luca Zaia e della Lombardia Attilio Fontana sono stati convocati, con il ministro Stefani, da Salvini. Una riunione politica, tutta interna alla Lega, per riportare l’autonomia in cima all’agenda politica. E velocemente. La decisione assunta è che entro la settimana le Regioni - compresa l’Emilia Romagna - consegneranno a Salvini le rispettive bozze di intesa con i punti critici, quelli sui quali si è trovato il muro dei ministeri a guida M5s. Un “documento
VENETO, LOMBARDIA ED EMILIA ROMAGNA CONSEGNERANNO ENTRO LA SETTIMANA UN DOCUMENTO DI SINTESI
Vertice con Zaia, Fontana e Stefani `In serata l’incontro a Palazzo Chigi Così Salvini prova a superare lo stallo con Conte e Di Maio: «Soddisfazione» `
L’Italia delle Autonomie Autonomie storiche (anno)
Maltempo
Regioni che hanno mosso passi informali
Regioni che hanno accordi preliminari con il governo
Regioni che hanno avviato negoziati col governo
Regioni che non hanno attivato alcuna procedura
Dal Governo 755 milioni per i danni
Casali (Cdv) «Tutti a Roma a manifestare» VENEZIA «L’autonomia delle Regioni va portata avanti, sgombrando il campo dagli equivoci su residuo fiscale e compartecipazione delle imposte. Autonomia significa maggiore responsabilità e la possibilità di gestire competenze in modo più efficiente». È quanto affermano i deputati dem Diego Zardini e Roger De Menech, che però puntualizzano: «Serve stabilire costi e fabbisogni standard». Intanto il consigliere regionale Stefano Casali (Centro Destra Veneto) chiede ai colleghi di scendere a Roma: «Tutto il consiglio regionale manifesti davanti a Palazzo Chigi contro l’ostruzionismo sull’autonomia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGHISTI Da sinistra, Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia
di sintesi finale” che fotograferà lo stato dell’arte sulle procedure di autonomia avviate da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. E con quello Salvini andrà da Conte e Di Maio. Del resto, o la partita si sblocca al vertice o resta impantanata a vita. «Prendiamo atto che stiamo
vivendo un momento storico ha detto Salvini - lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo
VENEZIA «Ringrazio il governo per aver manifestato sensibilità e agito con tempestività per stanziare le risorse necessarie alla rinascita dei nostri territori, in particolare quelli del bellunese, così profondamente colpiti dalla furia dei venti e delle piogge dello scorso autunno». Così il governatore Luca Zaia ha commentato lo stanziamento da parte del governo di 755.912.355,61 euro per il triennio 2019-2021 (dei quali 232.588.417,11 per il 2019, 261.661.969,25 euro per il 2020, 261.661.969,25 per il 2021) come risorse per arginare i devastanti effetti meteorologici in Veneto dell’ottobre scorso. «Posso assicurare - ha aggiunto Zaia - che le risorse saranno spese nella piena legalità e con la consueta virtuosità dei veneti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
in tutto il Paese». Mettendo assieme le tre regioni che hanno già firmato una pre-intesa col precedente Governo (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) e le sei che formalmente hanno avviato il negoziato (Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e pure la Campania che avrà il primo incontro ufficiale con il ministro Stefani la prossima settimana) si arriva infatti a oltre 37 milioni di italiani più. E il totale è di 46 milioni se si considerano anche le cinque regioni e province già speciali. «Applicheremo quanto previsto dalla Costituzione», hanno detto Stefani e i governatori Fontana e Zaia.
IN BICAMERALE
In mattinata il ministro Stefani, durante un’audizione in Commissione bicamerale per gli Affari regionali, è tornata a chiarire che «il tema centrale nelle modalità di approvazione dell’intesa riguarda il rapporto con il Parlamento». A questo punto, ha sottolineato, «la questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell’atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all’intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative». Il tutto non senza tornare sulla salvaguardia delle prestazioni in tutto il Paese, «che sarà mio obiettivo salvaguardare».
LE BORDATE
La giornata è stata caratterizzata anche dalle prese di posizioni di due regioni che hanno chiesto l’autonomia: una è la Toscana, l’altra è la Campania che avrà il primo incontro ufficiale pare il 7 marzo. Il consiglio regionale della Toscana ha approvato una risoluzione che impegna la giunta ad attivarsi perché «non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, invece ha ribadito che l’autonomia differenziata non favorirà una migliore gestione delle risorse e ha avvisato: «Siamo pronti a mettere in piedi un Vietnam istituzionale e costituzionale a ogni passaggio sull’autonomia differenziata, che sarà oggetto di valutazione della Corte Costituzionale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
«La legittima difesa si farà» Magistrati contro la Lega
ASSOLTO L’ultimo giorno di lavoro di Franco Birolo nella sua edicola tabaccheria: ha deciso di cambiare vita dopo i processi
sco Minisci, rivela che spera in un rinvio sine die perché la norma avrebbe «gravi profili di incostituzionalità». La zampata del ministro dell’Interno non si fa attendere: «Le dichiarazioni dell’Anm sono di una gravità assoluta, non spetta a un magistrato dire quale legge bisogna fare e non fare». E dalla sua si schiera il Guardasigilli Alfonso Bonafede del Movimento 5 stelle: «La legge la condividiamo e riteniamo debba andare avanti».
do mortalmente. Il tabaccaio fu condannato a 2 anni e 8 mesi in primo grado, assolto in appello e in Cassazione dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. La sentenza è passata in giudicato da poco. Nei giorni scorsi la “sorpresa”. Birolo è stato raggiunto da una lettera di richiesta di conciliazione della famiglia di Ursu, che prelude appunto all’apertura della causa. L’atto di rivalsa è possibile per una norma applicata alla formula assolutoria di Birolo, al quale venne attribuita la legittima difesa putativa, che consente alla famiglia del deceduto di procedere in sede civile, nonostante la Cassazione abbia respinto il risarcimento penale. Ma il suo avvocato, Luigino Martellato, precisa: «La famiglia Ursu non riceverà alcun risarcimento, perché il risarcimento è stato negato dalla sentenza di Cassazione, i familiari del ladro ucciso da Birolo possono chiedere al limite una mera indennità».
IL RINVIO ROMA «La legittima difesa sarà legge entro marzo». Matteo Salvini prova di nuovo a blindare il provvedimento-bandiera della Lega, aggiornandone la deadline (inizialmente l’auspicio era per febbraio) dopo il rinvio dell’esame della Camera, chiesto dal suo stesso partito ufficialmente per motivi tecnici. Il testo infatti tornerà in Aula il 5 marzo, non prima. E per l’approvazione definitiva, la parola passerà comunque al Senato. Ma a 24 ore dal rinvio, è con le toghe che si riaccende lo scontro: il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, France-
IL TESTO TORNERÀ IN AULA IL 5 MARZO MINISCI (ANM): «È INCOSTITUZIONALE» IL MINISTRO BONAFEDE: «LA LEGGE VA AVANTI»
I CONTRASTI Sulla legittima difesa il contrasto con la magistratura è una vecchia crepa: già durante le audizioni nella commissione Giustizia, Minisci aveva elencato le sue perplessità sul disegno di legge che modificherebbe l’articolo 52 del codice penale: incostituzionalità (il ddl fa differenza «tra la legittima difesa e le altre scriminanti, che hanno invece tutte la stessa dignità») e inutilità della riforma («il tema è sufficientemente regolamentato»). Inoltre, per Minisci «si lancia il messaggio che se suc-
cede un fatto astrattamente riconducibile alla legittima difesa, non si deve fare nessun accertamento. Ma non è possibile perché se un soggetto muore, le indagini il pm le deve fare». Non è così per il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno: «Smentisco in maniera categorica che con questa norma si impedirebbero le indagini». Per la leghista «il testo aiuterà i magistrati nelle indagini, perché traccia in modo chiaro i confini delle condotte lecite di chi si difende da un’aggressione». Intanto nei corridoi di Montecitorio passa la voce che il ‘tecnicismo’ del rinvio di una settimana sia legato all’autosospensione della presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti, per la questione dei rimborsi M5s. È stata lei ad aver coordinato l’esame del ddl in commissione e ora la sua mancanza si fa sentire sui vertici del Comitato dei nove, ossia l’organismo che in misura ristretta riferisce all’Aula il lavoro fatto nella prima fase. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I parenti del ladro ucciso fanno causa al tabaccaio IL CASO PADOVA Sparò a un ladro che stava rubando nella sua tabaccheria e fu assolto, ma a distanza di 7 anni da quel fatto Franco Birolo non ha ancora chiuso i conti con i tribunali. Perché adesso la famiglia di Igor Ursu, l’uomo di origini moldave che fu colpito a morte, si è fatta avanti, nonostante l’assoluzione dell’esercente padovano, per chiedere i danni. Non un vero e proprio risarci-
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mento - che la Cassazione ha già escluso - ma un’indennità, anticipata con una lettera giunta all’ex tabaccaio, che prelude all’apertura di una causa civile. È l’odissea in cui Birolo si muove dal 26 aprile 2012, quando a Civè di Correzzola un gruppo di malviventi entrò nottetempo nel suo negozio, dopo aver sfondato la vetrina con un’automobile. Birolo li sorprese e, temendo che Ursu volesse aggredirlo scagliandogli contro il registratore di cassa, sparò, colpen-
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GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
Caccia e fauna selvatica Le associazioni esultano per il ritiro della proposta di legge C’è anche l’esercito degli scontenti. Critico il sindaco di Livinallongo «Il ministro Costa è con noi e tutta Europa va nella stessa direzione» Il sindacato Anpa: «Se si avvicineranno, scatterà la legittima difesa»
La vittoria degli animalisti «I lupi non si toccano né in Veneto né altrove» Francesco Dal Mas BELLUNO. «Era evidente che
doveva finire così», sbotta Iliana Comina del gruppo “Animeanimali”. «Questi della Regione come potevano immaginare di farla franca con un provvedimento legislativo del tutto analogo a quello che è stato bocciato dal Governo in Trentino Alto Adige?». Il mondo animalista è soddisfatto dello stop di Palazzo Ferro Fini alla proposta di contenimento (abbattimento) dei lupi e dei grandi carnivori. «Non possiamo che festeggiare insieme ai lupi», sorride dal Cansiglio Toio De Savorgnani, di Mountain Wilderness, ammettendo che dal governatore Luca Zaia si aspettava una mossa come quella presa qualche anno fa a tutela dei cervi. Siamo al giorno dopo del rinvio della discussione sui progetti di legge relativi all’abbattimento del lupo e al via libera per i fuoristrada dei cacciatori sui sentieri di montagna. «Una sconfitta su tutto il fronte per i cacciatori», annota soddisfatto Michele Boato, fondatore dell’Ecoistituto Langer e con casa in Alpago. Giancarlo Gazzola, anche lui di Mw, è stato l’altro ieri a Venezia per presidiare il consiglio regionale, e, seppur manifestando soddisfazione, si dice praticamente certo che «questi signori ritorneranno alla carica», per cui pone subito la necessità di una vigilanza puntuale. Iliana Comina, invece, si dice convinta che, dopo la figuraccia rimediata, i consiglieri regionali staranno bene attenti a non rischiare ancora contro il “loro” governo e in particolare il ministro
La manifestazione pro lupo di martedì a Venezia
dell’Ambiente, Sergio Costa. «Costa è determinato e se ha avuto il coraggio di bloccare la legge del Trentino Alto Adige, troverà ancora più forza a impedire un pronunciamento del Veneto, tenendo conto», aggiunge l’animalista, «che tutta l’Europa va nella stessa direzione». E, allora, bisogna lasciare liberi lupi e orsi di cacciare come meglio credono? Per Comina, intanto, c’è un merito che va loro ascritto: quello di contenere altre popolazioni, come quella dei cervi, provvedendo a un equilibrio naturalistico. «In Valbelluna edin Cansiglio basteranno questi animali», afferma, «a impedire la crescita a dismisura dei cervi, non occorrono altre misure». Ma soprattutto occorre promuovere la necessaria prevenzione. «Gli allevatori devono attrezzarsi di recinti, cani pastore e altre misure, come avviene per tanti loro colleghi in Abruzzo o in altre regioni italiane. Ciò che ancora non succede in misura ade-
PER ILIANA COMINA DI “ANIMEANIMALI” È UNA SCONFITTA PER I CACCIATORI
Non potevano farla franca con un provvedimento legislativo analogo a quello già bocciato in Trentino Alto Adige guata». Anche perché – fanno notare Mw ed Ecoistituto – è dimostrato che il lupo non ha aggredito proprio nessuno, a meno che non sia stato attaccato. Quindi per Boato, De Savorgnani e Gazzola la convivenza è assolutamente possibile. Intanto la Lav, che ha portato la protesta a Venezia, conferma: «Continueremo a vigilare perchè non vengano avanzate proposte di Legge finalizzate a consentire l'uccisone di lupi, né in Veneto, nè altrove: i lupi non si toccano». —
l’affondo del cai
«Cacciatori avvantaggiati dallo stop ai motori in quota» Il Club alpino con il presidente Francesco Carrer soddisfatto della sospensione del provvedimento in Regione «Anche le Regole sensibili» BELLUNO. «I veri cacciatori, uomini che amano davvero la montagna, hanno tutto da guadagnare dallo stop ad un provvedimento come quello di consentire l’accesso motorizzato alle
alte quote». Lo ribadisce Francesco Carrer, presidente regionale del Cai, che si dice particolarmente soddisfatto dalla sospensione del provvedimento in consiglio regionale. Il Club alpino italiano aveva presentato un’osservazione, in commissione regionale, alla proposta di legge. E aveva tratto ispirazione da analoghe obiezioni presentate da due Regole
del Cadore. «Se le Regole stesse, così sensibili alla protezione del territorio, hanno detto di no alla possibilità di salire in macchina, in moto o in quad fino ai capanni più alti, una ragione evidentemente c’è. Anzi più ragioni. E noi del Cai», fa sapere Carrer, «le abbiamo tutte condivise. Anzitutto il pericolo di sconquassare i già martoriati sentieri di montagna, le pi-
Casagrande: ci difenderemo e Venezia dovrà risarcirci Grones: allontanano i turisti CHIES D’APAGO. «Legittima difesa» anche nei confronti del lupo. Ovvero? Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, che accompagna allevatori dell’Alpago e del Cansiglio, mette già le mani avanti: «Se il carnivoro si avvicina ai nostri allevamenti, alle case e alle stalle, è ovvio che ci difenderemo». Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, da sempre fautore di un’azione di controllo dei grandi carnivori. «Non decidere, come si è fatto in Regione e come, purtroppo, si farà anche al Governo, è deleterio per la zootecnia, per l’agricoltura, ma - lo sappia il presidente Zaia Un magnifico esemplare di lupo – anche per il turismo», afferma Grones. sagrande. «Il governatore Il sindaco ricorda che or- Zaia sa già, perché lo abbiamai il lupo non si ferma da- mo avvertito, che la sospenvanti a nessun ostacolo, per- sione della cattura presupché non ha più paura di nes- pone il risarcimento delle suno, neppure delle perso- eventuali vittime. Problene. «Se te lo trovi a due me- ma, questo, che diventerà tri, l’animale non scappa pesante già nelle prossime ma, standosene immobile, settimane, quando ovini e ti guarda e, magari, anche ti bovini saranno portati al pasorride. Quindi i turisti han- scolo». no già cominciato a temere Il risarcimento, peraltro, queste presenze, ritenute è già previsto e, come ricotroppo pericolose». nosce il presidente dell’AnCasagrande ricorda che pa, è avvenuto in questi mein verità il provvedimento si con grande celerità. Ma – di legge sospeso in Regio- aggiunge Casagrande – ne, per iniziativa del presi- non vorremmo che succedente Luca Zaia, non aveva desse come per i pascoli del alcun scopo offensivo. L’ab- Cansiglio danneggiati dai battimento era previsto so- cervi. «A un certo punto la lo in situazioni di estrema Regione ha deciso di sogravità, di vero e proprio as- spendere i risarcimenti e, a salto degli animali alle abi- quel punto, gli allevatori sotazioni. «Il provvedimento no stati costretti a piantare aveva il merito del conteni- le recinzioni, a loro spese». mento del lupo, cioè del Nei giorni scorsi, per la vecontrollo, del monitorag- rità, si è svolta una riunione gio e dell’eventuale cattura con i dirigenti dell’Avepa, preventiva. Tutte misure nel corso della quale si è stuche potevano benissimo es- diato un nuovo fondo da olsere concesse», secondo Ca- tre 400 mila euro per venire
ste forestali, numerosi dei quali sono stati pesantemente danneggiati dalla tempesta “Vaia”. Percorrere quegli itinerari con le macchine significherebbe manometterli con gravi conseguenze per chi va in bicicletta e per gli escursionisti. E una volta manomessi, a chi spetterebbe ripristinarli?». Alle Unioni montane o al Cai, evidentemente, ma non con i contributi dei cacciatori. E a questo riguardo il presidente regionale fa un’importante distinzione. «I cacciatori selezionati di alta montagna hanno in gran parte lo stesso spirito protezionistico di noi alpinisti. Le alte quote le hanno sempre difese, a cominciare dal
Francesco Carrer
loro silenzio. Sanno bene che sparare all’impazzata significa mettere in fuga tanti animali. Bene, gli sparatori, proprio quelli che volevano salire a due o a quattro ruote, non hanno nulla a
IL PRIMO CITTADINO FODOM È UN FAUTORE DELL’AZIONE DI CONTROLLO DEI GRANDI CARNIVORI
L’allarme tra gli ospiti della nostra provincia lo abbiamo avvertito già la scorsa estate E ha comportato numerose disdette incontro agli allevatori che dovessero subire incursioni da lupi, orsi e pure cervi. E che, pertanto, necessitano di nuove protezioni. «Tutto ok», conclude il sindaco di Livinallongo, «ma i risarcimenti non risolvono il problema dei turisti che sono prevenuti a frequentare i nostri boschi, con questo tipo di presenze. È un allarme che abbiamo avvertito ancora l’estate scorsa e che ha comportato addirittura delle disdette». — F.D.M.
che vedere con i cacciatori. Sono sparatori, si divertono a premere il grilletto, non hanno nessuna sensibilità». Dunque? Fuori i mercanti dal tempio, questa è l’insistenza dell’autorevole dirigente del Cai. Il provvedimento è solo sospeso, ma Carrer ritiene che prima di recuperarlo ci sarà chi, in Regione, a partire dal presidente Luca Zaia, farà memoria di quello che vogliono essere le terre più alte, molte delle quali protette dall’Unesco. Il luogo del silenzio, del pensiero, della riflessione forte. Il luogo della massima protezione della biodiversità. «Via, dunque, i motori». — FDM
GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
lo stanziamento
Maltempo, al Veneto 756 milioni in 3 anni «Ora subito il via alle azioni urgenti» Boschi schiantati dal vento in autunno, il passo del governo «Spenderemo in piena legalità e con la consueta virtuosità» Francesco Dal Mas BELLUNO. Per la messa in sicurezza del Veneto “schiantato” il 29 ottobre scorso, sono in arrivo dal Governo 756 milioni di euro, distribuiti in tre anni. 232,5 milioni solo per il 2019, che vanno ad aggiungersi ai primi 150 stanziati da Roma per gli interventi di stretta emergenza. 261 milioni saranno in cassa il prossimo anno, altrettanti nel 2021. La ripartizione tra Belluno e Vicenza – le due destinazioni principali – non è stata ancora fatta. È evidente, però, che i danni idrogeoligci più gravi – e questa è la priorità – li ha patiti il bellunese. Lo stanziamen-
L’assessore Giampaolo Bottacin
to annunciato ieri è previsto dal piano “ProteggItalia” di 10,8 miliardi presentato ieri dal Governo. 3,1 i miliardi per la tempesta Vaia che ha coinvolto16 regioni e le Province autonome di Trento e di Bolza-
la maxi gara sulle mense ospedaliere
Cgil su Azienda Zero «Appalto bocciato, esposto a Corte conti» VENEZIA. Azienda Zero boccia-
ta dal Consiglio di stato sul maxi appalto per la ristorazione ospedaliera: tre lotti su sei andranno assegnati con una nuova gara, ha stabilito il Consiglio di stato. Una vicenda che potrebbe conoscere altre tappe anche giudiziarie, perché ora la Cgil Funzione pubblica intende portare in Corte dei conti la superstruttura sanitaria diretta da Patrizia Simionato. «La sentenza del Consiglio di Stato boccia il bando da 303,5 milioni e con-
Patrizia Simionato
no. Circa 2,6 sono stati già ripartiti nel prossimo triennio sulla base delle richieste avanzate e discusse fra gli interlocutori coinvolti (Governo, Enti Locali, Protezione civile). Si tratta delle risorse ottenute come margine di flessibilità nel negoziato con la Commissione Europea sulla legge di bilancio 2019, condotto dal presidente Giuseppe Conte. I restanti 524 milioni previsti nel decreto fiscale saranno ripartiti dopo il confronto tra Governo, Regioni e Province autonome. È, dunque, possibile che al Veneto arrivino altri 150 milioni circa. Si arriverebbe, in questo modo, al miliardo e 50 milioni di cui il presidente Luca Zaia parlava nel recente Consi-
ferma le denunce fatte nei mesi passati», dice Daniele Giordano, segretario della categoria della Cgil. «Da quanto emerge e da quanto abbiamo appreso il bando consentiva di attribuire tutta la ristorazione ospedaliera del Veneto nelle mani di un'unica azienda, in questo caso Serenissima Ristorazione. Se le considerazioni emerse fossero confermate parrebbe configurarsi una vera e propria responsabilità nella predisposizione del bando di gara da parte di Azienda Zero con possibili ricadute sui conti della sanità pubblica. Per queste ragioni conclude Giordano – invieremo un esposto alla Corte dei conti del Veneto affinchè valuti le eventuali responsabilità erariali che non possono ricadere sui cittadini ma devono ricercarsi in chi ha commesso questi errori». —
Maltempo d’autunno: alberi abbattuti dal vento nei boschi agordini
glio regionale; rispetto alla quantificazione di un miliardo e 734, ne mancherebbero 700. I fondi saranno destinati – come ha spiegato lo stesso presidente Conte - al ripristino delle strutture e delle infrastrutture, per ridurre gli effetti del rischio idraulico e idrogeologico e al ripristino del patrimonio pubblico, privato e delle attività produttive. «Per quanto
mi riguarda – afferma il presidente Zaia, anche nella sua veste di commissario delegato posso assicurare fin d’ora che le risorse saranno spese nella piena legalità e con la consueta virtuosità dei veneti. Siamo già al lavoro da mesi, adesso è finita la fase di analisi e stiamo mettendo in atto gli interventi d’urgenza. Ora si entra nella fase più attesa: la ricostruzione.
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Incominceremo dai progetti già pronti». L’assessore alla protezione civile, Giampaolo Bottacin, conferma che i cantieri più urgenti sono quelli della messa in sicurezza dei versanti di montagna, dove sono in agguato valanghe e frane. 86 i siti identificati e schedati, metro per metro, via satellite, in 20 comuni (17 nel Bellunese e 3 nell’Altopiano di Asiago). Si trovano a ridosso dei centri abitati, che mettono a rischio per incolumità pubblica. Si tratta di 730 ettari da proteggere, con una spesa prevista di 296 milioni di euro per barriere metalliche, reti, gallerie paramassi. Più di 600 gli edifici a rischio – e quindi da evacuare soltanto in Agordino, qualora dovesse nevicare oltre il metro il prossimo mese (non è un’eventualità da escludere) o dovessero esplodere bombe d’acqua la prossima estate. Ben 122 i nuovi dissesti idrogeologici rilevati, due i fronti franosi di vecchia data che si sono rimessi in movimento, a Perarolo di Cadore e in Alpago. Poi ci sono i boschi. L’Altopiano di Asiago ha già venduto oltre l’80% del legname rovinato a terra. Ma nell’Agordino si deve ancora cominciare con la bonifica, perché bisogna costruire nuove piste forestali, o liberare quelle ostruite, dopo la messa in sicurezza dei versanti. Due milioni e mezzo i metri cubi di legname da rimuovere negli ettari sinora censiti, e le piste silvopastorali hanno subito danni per oltre 100 milioni. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ecomafie: sequestrato un capannone a fossalta di piave
Traffico illecito di rifiuti due arresti nel Veneziano Paolo Baron Giovanni Monforte FOSSALTA DI PIAVE. Avevano
affittato il capannone a una società fittizia, dietro la quale c’erano imprenditori senza scrupoli che stoccavano illegalmente rifiuti che arrivavano per lo più dalla Campania. Agli arresti domiciliari sono finiti Giovanni Girotto, 65 anni, trevigiano di Roncade e Diego Giro, 49 anni, di Caorle, accusati di aver agevolato il traffico illecito. Il primo in qualità prima di amministratore e poi di liquidatore della Proveco Italia Srl, società che ha messo a disposizione il capannone di Fossalta di Piave di via dell’Industria (strapieno di rifiuti urbani, sequestrato dai carabinieri del Noe di Venezia nel novembre scorso e oggetto di un’ispezione da parte dell’Arpav e dell’Usl 4 proprio nei giorni scorsi). Mentre Giro per aver fatto da mediatore tra Girotto e il gruppo di imprenditori milanesi che trafficavano con i rifiuti. Nei guai è finito anche Bekim Ramandonovski, macedone, 41 anni, residente a San Stino di Livenza (il gip gli ha imposto l’obbligo di dimora). Gli arresti di Giro e Girotto sono inseriti in una inchiesta portata a termine dalla Dda di Milano che ha scoperchiato un traffico di circa 37 mila
I rifiuti nel capannone
tonnellate di rifiuti e che si è conclusa con 15 arresti (otto in cella). L’input all’indagine è partito dopo il rogo scoppiato il 14 ottobre scorso a Milano, incendio che serviva alla banda per smaltire la spazzatura e cancellare le prove. I carabinieri sono arrivati in Veneto nel novembre scorso, scoprendo il capannone di Fossalta di Piave, uno dei siti scelti dal gruppo criminale per nascondere i rifiuti, oltre a quello di Meleti (Lodi) e di Verona san Massimo. In carcere sono finiti Aldo Bosina, 55 anni di Cureggio, Hachem Abderrazak, tunisino, 27 anni, di Borgomanero, Valentino Bovini, 45 anni, di Cesano Maderno Joskwa Colombo, 44 anni, residente a Seregno, Giancarlo Galletti, 60 anni, residente a Stresa,
Massimo Sanfilippo, 50 anni, di Lissone, Pietro Ventrone, 36 anni di Veroli e Mauro Zonca, 60 anni di Borgo Ticino. Il gruppo è accusato, a vario titolo (chi come imprenditore a capo di società di smaltimento, chi come autista dei mezzi pesanti), di traffico illecito di rifiuti speciali e indifferenziati urbani e incassando illecitamente da questi traffici non meno di un milione di euro. Per questo motivo la Procura antimafia ha ottenuto dal gip un sequestro preventivo dei conti correnti di uguale valore, oltre al sequestro dei mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti. Per quanto riguarda Fossalta di Piave, l’utilizzo del capannone salta fuori dopo la perquisizione in casa dei genitori di Aldo Bosina, effettuata dopo il rogo di Milano. In quell’occasione i carabinieri trovarono una scrittura privata tra la Zero Acqua Italy di un prestanome che aveva lavorato per Bosina e la Proveco Italia di Giovanni Girotto. Ovvero, un contratto di locazione dell’immobile di via dell’Industria 16 della durata di 6 anni che prevedeva un canone di 51 mila euro il primo anno e di 66 mila euro il secondo. Pochi settimane dopo la scoperta dei rifiuti e il sequestro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2019 LA TRIBUNA
VITTORIO VENETO
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La polemica di San Giacomo
Nella foto a sinistra stanno depositando la barbatelle nel terreno di San Fermo a San Giacomo dove dovrebbe sorgere un vigneto di Prosecco biologico vicino all’asilo. Nella foto in alto a destra i lavori della ditta terzista mercoledì mattina, nella foto a destra in basso i genitori che si trovano dopo la piantumazione. Hanno gìà raccolto oltre duemila firme e ieri sera hanno preso d’assedio il consiglio comunale di Vittorio Veneto
Ecco il vigneto di Prosecco Barbatelle vicino all’asilo Il terzista ai genitori: «Dobbiamo finire prima che il Consiglio blocchi tutto» Il sindaco Tonon e la Polizia locale non riescono a far sospendere i lavori
Francesco Dal Mas VITTORIO VENETO. Ed ecco il vi-
gneto di prosecco. O meglio, per il momento, solo le barbatelle. Barbatelle anche di tensione, come vedremo. Erano le 7 di ieri mattina quando l’impresa si è presentata sul campo davanti alla scuola dell’infanzia di San Fermo. Alle 8 è iniziata la piantagione. «Dobbiamo finire entro questa sera, prima che il consiglio comunale decida di bloccare tutto» ha spiegato ai genitori il terzista. Neppure l’avvocato dell’in-
vestitore, giunto sul posto dopo che i genitori dei bambini avevano fatto intervenire il sindaco Roberto Tonon e che questi aveva inviato la polizia locale, è riuscito a convincere i suoi a sospendere il lavoro. Niente da fare, il titolare del vigneto ha ordinato all’impresa di procedere. Papà, mamma e nonni dei bimbi sono arrivati sul posto a metà mattina e a quel punto la tensione è andata progressivamente salendo. Gli agenti hanno portato la diffida del sindaco a procedere con l’impianto fino a quando il proprietario non avesse sottoscritto la convenzione con
il Comune a poter utilizzare l’area ‘F’, vocata, come si sa, all’interesse pubblica. «Ce ne facciamo un baffo delle diffide», è stata, più o meno, la risposta ricevuta dai genitori. E i vigili sono stati costretti a raccogliere anche qualche parola di troppo. I lavori, però, si stanno svolgendo solo sui terreni prospicienti l’asilo. In zona c’è un secondo lotto acquistato dalla stessa società per completare il vigneto. L’area è meno vicina al presidio pubblico, ma proprio per questo non è stata ancora lavorata. «Siamo sorpresi, anzi diciamo pure indignati per questo
le proteste
Papà e mamme dei bambini assediano il Consiglio «Abbiamo sentito i carabinieri forestali, non hanno una copia dell’ordinanza che è un atto amministrativo Non possono intervenire» VITTORIO VENETO. Ieri sera, in
consiglio comunale, c’erano anche loro, i genitori e i nonni dei bambini della scuola dell’infanzia. Pronti a mangiarsi con gli occhi chi, dall’altra parte, si fosse permesso
di prenderli sottogamba. Poche altre volte, in città, un gruppo di famiglie era riuscito a creare tanta mobilitazione: più di 2 mila firme, incontri col sindaco Tonon, con il governatore Zaia, con il direttore dell’Usl 2 Benazzi, interrogazioni regionali e parlamentari, convegni. Ieri la doccia fredda. Per tutta la giornata, papà e mamme hanno presidiato i terreni dell’asilo, prima di fiondarsi
in piazza del Popolo. «Abbiamo sentito anche i carabinieri forestali» riferiscono «ma ci hanno risposto che finché non hanno una copia dell’ordinanza, che è un atto amministrativo non possono intervenire». Su loro iniziativa lo ha fatto, invece, la Polizia locale, consegnando all’irritata impresa l’ordinanza di sospensione dei lavori da parte del sindaco.
atteggiamento così poco collaborativo» è stata la prima reazione del sindaco. «La nostra diffida» precisa Tonon «non vietava il vigneto, perché questa amministrazione promuove la sana viticoltura, come appunto riteniamo lo sia il prosecco soprattutto se biologico. Semplicemente chiedeva la sottoscrizione di precisi impegni al vignaiolo, trattandosi di una zona d’interesse pubblico». Con l’intento, ovviamente, di trasferire altrove, magari nell’ex eliporto, la piantagione. Ai piani alti di piazza del Popolo non si capisce, dun-
Sindaco che in giornata ha commentato: «Abbiamo rilevato che non è stata ottemperata. Ovviamente ci sarà una segnalazione agli organi preposti. Se poi loro vorranno far ricorso, si accomodino pure». I vigili sono intervenuti una seconda volta, nel tardo pomeriggio, per chiedere spiegazioni della disobbedienza da parte della ditta. Seguiranno, appunto, provvedimenti. Intanto Alberto Ferraresi, consigliere comunale del M5S di Conegliano, ha portato la sua solidarietà a San Giacomo. Dopo aver deprecato che la società dei vignaioli abbia ancora una volta ignorato le indicazioni del sindaco Tonon, Ferraresi si è chiesto: «Dove è finita la volontà di
que, l’accelerazione improvvisa e, soprattutto, l’immotivata tensione che ha portato anche a quelle che sono state definite con un eufemismo “forzature verbali” nei confronti della Polizia locale. Al termine della giornata, con le barbatelle già a terra, si è riunita la Commissione consiliare presieduta da Marco Dus che ha preparato per il successivo consiglio comunale la proposta di integrazione del regolamento di polizia rurale dei 15 Comuni del Prosecco Docg. Integrazione volta ad inserire nel testo adottato da tutti gli enti locali (e, quindi, da aggiornare) una norma che subordina l’utilizzo delle zone ‘F’, con valenza pubblica, a tutta una serie di vincoli nel caso di una coltivazione viticola. Tra le condizioni, anche quelle di particolari distanze che, pare, nel caso di San Giacomo non siano state adottate. Ieri, per la verità, nelle ore di maggiore tensione si è cercato di tranquillizzare i genitori assicurando che il vigneto sarà biologico. «Ma come possiamo fidarci» sono state le loro ripetute obiezioni. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dialogare come fanno le persone civili?». E ancora: «È accettabile che nel nome del business la salute di chi è più indifeso come i bambini possa forse essere messa in discussion e? Dove è finito il rispetto per le istituzioni? Io non ci sto. Io non credo che il veneto sia come il far west dei pri-
Il sindaco: «Non è stato rispettato il decreto La ditta sarà segnalata agli organi preposti» mi tempi». E poi l’invito dei ferraresi, anche ai suoi colleghi consiglieri, sia di Conegliano ma soprattutto di Vittorio Veneto: «Facciamoci
caso in parlamento
«Il Consorzio trovi nuove modalità di coltivazione» Il vigneto di prosecco finisce in Parlamento anche con l’on. Silvia Benedetti, padovana del Gruppo Misto. «Il vero problema riguardo la candidatura Unesco delle colline del Prosecco è la mancanza di sensibilità ambientale dimostrata fino a poco tempo fa dal Consorzio Docg, non le proteste dei cittadini preoccupati per la loro salute». Secondo la deputata, quelle dei genitori «sono proteste legittime che debbono far riflettere e condurre il Consorzio a trovare nuove modalità di coltivazione più rispettose per l’ambiente, anche se ciò sarebbe dovuto avvenire anni fa». L’impiego dei fitosanitari nelle coltivazioni è un tema così importante tanto che è ora in discussione alla Camera una mozione riguardante un corretto ed ecosostenibile utilizzo dei fitosanitari».
sentire tutti, oltre la propria bandiera per dare sostegno alla causa». Dall’opposizione vittoriese una delle prime voci, quella di Mario da Re, portabandiera di una lista civica. «Già la siepe piantata non corrisponde alle prescrizioni del regolamento di polizia agraria e andrebbe quindi sostituita con piante autoctone e di varie essenze, poste inoltre a distanza di tre metri dal confine, non a ridosso come è stato fatto». Le barbatelle? Anche per Da Re si tratta di un’evidente provocazione. Ieri sera, all’imbrunire, le barbatelle erano già posate a terra. Due ore prima del consiglio comunale, un’ora in anticipo sulla commissione consiliare. — F.D.M.