Documento di posizione di Caritas: Regolamentare la migrazione e promuovere lo sviluppo

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Caritas chiede di regolamentare la migrazione anziché prevenirla Sulla base dei suddetti principi fondamentali per una politica migratoria estera umana, orientata alle cause e coerente, ­Caritas avanza le seguenti richieste al Parlamento, al Consi­ glio federale e all’Amministrazione federale.

1. Nessun accordo migratorio a scapito di profughi e migranti La politica estera in materia di migrazione della Svizzera non deve essere finalizzata, attraverso motivazioni di politica ­interna, a dissuadere o a rimpatriare i lavoratori migranti e le persone che fuggono dalla povertà. Gli aiuti finanziari della DSC o altri fondi per lo sviluppo non devono essere vincolati a condizioni nel settore del rimpatrio o offerti in cambio di controlli repressivi alle frontiere e di altre misure di preven­ zione della migrazione. Gli autocrati dell’Africa settentrionale, occidentale o orientale non devono ricevere sostegno finan­ ziario e materiale a livello bilaterale o dall’Unione europea per trattenere, con la forza e contro la loro volontà, le persone che intendono emigrare. Dietro l’ispirazione della politica di sviluppo, la politica estera in materia di migrazione deve essere incentrata sull’aiuto umanitario e sulla protezione di donne, uomini e bambini sul posto e lungo i corridoi di fuga e le rotte migratorie. Allo stesso tempo è necessario regolamentare equamente e ­rendere sicura la gestione dei flussi migratori internazionali. L’obiettivo a lungo termine è quello di affrontare le possibili cause della migrazione forzata in modo tale che le persone abbiano migliori opportunità di vita nel proprio Paese di origine.

2. Alleviare le sofferenze dei ­rifugiati attraverso l’aiuto ­umanitario Il numero di persone in fuga dalla guerra, dalla distruzione o dalla repressione statale nel proprio Paese o al di là delle frontiere sale ogni anno. La richiesta di aiuti umanitari ­aumenta in tutto il mondo. Nel contempo, i fondi messi a disposizione sono ben lungi dall’essere sufficienti. La Svizzera deve fornire maggiori aiuti per salvare vite umane nei Paesi dilaniati dalla guerra come Siria, Yemen e Libia e per ridurre le ­sofferenze in Paesi ospitanti fra cui Libano, Giordania, Uganda, Kenya ed Etiopia. L’aiuto umanitario viene fornito in modo incondizionato e ­rapido. Esso non serve ad affrontare le cause più profonde che portano alla fuga e all’espulsione. In questo ambito ­occorre piuttosto un impegno politico da parte della Svizzera

in materia di pace e di diritti umani: nel quadro degli incontri bilaterali la Confederazione deve esigere sistematicamente un’azione di governo valida e trasparente. Allo stesso tempo, la diplomazia deve condannare fermamente la repressione statale e le violazioni dei diritti umani, ovunque esse siano perpetrate. Oggi più che mai, la Confederazione deve offrire i suoi buoni uffici per una risoluzione pacifica dei conflitti. Le forniture di armi in regioni del mondo non sicure vanno proibite.

3. Migliorare le opportunità di vita mediante l’aiuto allo sviluppo La cooperazione allo sviluppo a lungo termine ha sempre dato un importante contributo per mitigare le cause delle migrazioni, sia all’interno del Sud che verso l’Europa. È quindi fortemente nell’interesse della Svizzera incrementare globalmente l’aiuto allo sviluppo, sia a titolo preventivo nei Paesi partner con scarsa migrazione, sia in quelli con un’emigra­ zione indotta dalla povertà. Come stabilito nel Patto mondiale per la migrazione, occor­ rono fondi supplementari destinati a progetti migratori efficaci nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Un contributo ancora più incisivo deve essere fornito dalla DSC e dalla SECO allo scopo di garantire una migrazione sicura e digni­ tosa. I lavoratori migranti devono disporre di strumenti che consentono loro di proteggersi meglio dallo sfruttamento. Le comunità della diaspora dei Paesi in crisi devono ricevere un sostegno maggiore affinché possano promuovere la pace e lo sviluppo nella loro vecchia patria. E le persone rientrate in ­patria vanno incoraggiate nella realizzazione di idee impren­ ditoriali interessanti attraverso le conoscenze acquisite all’e­ stero. Il Parlamento è invitato ad approvare la raccomanda­ zione del Consiglio federale e a votare a favore dell’adesione della Svizzera al Patto per la migrazione.

4. Creare corridoi umani per i ­rifugiati e consentire rotte ­migratorie legali La Svizzera deve impegnarsi per il miglioramento delle ­condizioni nei campi profughi. Le persone nel bisogno non devono diventare vittime di abusi, sfruttamento e violenza sessuale. Occorre incrementare il sostegno all’UNHCR, al Comitato internazionale della Croce Rossa e all’Organizza­ zione internazionale per le migrazioni (OIM), nonché agli enti caritativi che lottano contro le condizioni disumane nei centri di detenzione, forniscono una migliore protezione lungo le

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