THÉODOR-HENRY
DE
TSCHOUDY
LA STELLA FIAMMEGGIANTE
VARIETÀ D’OPINIONI
LO STATUTO
SULL’ORIGINE DELLA LIBERA
DEI
MASSONERIA
FILOSOFI SCONOSCIUTI
A cura di GIOVANNI DI GIROLAMO Traduzione di MARIA VISSICCHIO
RIVISTA di EQUIPèCO CARMINE MARIO MULIERE EDITORE
INDICE La StELLa FIammEggIaNtE - Varietà
LIbro PrImo d’opinioni sull’origine
della libera
Massoneria
Stella Fiammeggiante - Premessa................................................................................ 7 Considerazioni sui differenti sistemi............................................................................. 12 opinione moderna....................................................................................................... 15 Epoca fissa................................................................................................................ 19 ordine, arte reale, Loggia........................................................................................... 22 Profani: loro idee sullo scopo della massoneria e quelle dei massoni a questo riguardo.... 30 Perle consacrate. abuso di termini e rispetto dei numeri.................................................. 36 Proibizione di scrivere. giuramento. Segreto. banchetto. Fratelli..................................... 43 Seconda parte. I gradi. L’assurdità di alcuni. L’inutilità di quasi tutti................................ 48 morale, giurisdizione, Polizia...................................................................................... 57 Doveri dei Cavalieri d’oriente. regolamenti e giurisdizioni........……........................... 69 Statuto per gli apprendisti………………….................................................................. 70 Statuto per i Compagni................................……....................................................... 72 Statuto per i maestri................................................................................................... 73 Statuti generali ed antichi............................................................................................ 74 riforma possibile e conclusioni.................................................................................... 83 Poema delle stagioni.................................................................................................. 88 LIbro SECoNDo - aLL’orIENtE, PrESSo IL SILENzIo Discorso pronunciato per la solennità di S. giovanni, giorno designato ai regolamenti per l’elezione degli ufficiali, anno 1764, dal V.F.b.D.t......................................................... 89 Discorso pronunciato in una loggia di provincia per la solennità di S. Luigi 1765 e per l’accettazione di Sua Eccellenza, Conte di… che si fece nello stesso giorno................... 96 Discorso pronunciato all’accettazione di parecchi apprendisti alla Loggia del Principe di S.S. a Napoli, nel 1745............................................................................................. 100 Discorso pronunciato alla Loggia di S.t. a Pétersbourg, il primo marzo 1760, vecchio stile, in grado di apprendista...................................................................................... 101 Discorso di accettazione per un uomo di qualità il 16 settembre 1764, loggia d’apprendista......................................................................................................................... 103 Ultimo discorso per un lavoro d’apprendista, all’accettazione di un uomo comune, il 15 gennaio 1766........................................................................................................... 105 Discorso per un’accettazione di un Compagno, del novembre 1765............................. 107 Discorso pronunciato all’accettazione di un maestro, il 16 settembre 1764................... 109 Discorso pronunciato nella loggia scozzese dal F.D.H., oratore, l’8 marzo 1765, giorno di S. giovanni di Dio................................................................................................. 111 Spiegazione sensibile della Stella Fiammeggiante. Discorso d’istruzione per un comitato scozzese pronunciato nel 1766 dal Fratello t.H.t.b....................................................... 117 Discorso d’istruzione pronunciato in comitato, il 2 novembre 1764, dal t.r..F.C.D.L., oratore della Loggia del triangolo luminoso..................................................................... 121 Discorso morale, pronunciato in comitato, il 23 agosto 1765, dal V.F.g. di V., oratore della loggia degli amici riuniti.................................................................................... 125 Discorso per una loggia di tavola pronunciato dal F.t. alla S. giovanni d’inverno 1764.... 128 L’idea generale della massoneria considerata sotto un punto di vista filosofico e già designata da molti degli antichi, sotto il nome della Società dei Filosofi Sconosciuti............. 132 134 Lo StatUto DEI FILoSoFI SCoNoSCIUtI Catechismo e istruzione per il grado di adepto o apprendista Filosofo sublime e sconosciuto....................................................................................................................... 142 ode......................................................................................................................... 161 adozione o massoneria della donna........................................................................... 168 Discorso d’adozione per un lavoro di apprendista, pronunciato a m. dal F.b.t., il 16 settembre 1765............................................................................................................. 169 Postfazione di giovanni Di girolamo........................................................................... 171
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La StELLa FIammEggIaNtE théodor-Henry de tschoudy
La StELLa FIammEggIaNtE
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he un ciarlatano, senza principi e senza pudore, abbia una cosí cattiva opinione di coloro ai quali si rivolge, da ritenere di poter proporre delle assurdità insostenibili col tono di un uomo ispirato; che costui inoltre, nei suoi discorsi di elogio destinati alla persuasione dello spirito e ad una modifica sostanziale del cuore, abbia la sfrontatezza, per dare peso alle sue asserzioni, di presentare l’arte dei massoni come una scienza eterna e necessariamente tale: che cosa se ne può dedurre? Senza dubbio la scienza è in Dio, essa è in lui da sempre: una pia e sana filosofia può ragionare in tal modo di ogni cosa, ma questa metafisica sublime delle perfezioni dell’Essere Supremo non ha basi storiche collocate nel tempo, e che bisogna fissare in una determinata epoca. So bene che in alcuni libri sacri Dio è raffigurato con una cazzuola in mano nell’atto di comandare dalle alte mura della santa Sion, mentre presiede ai lavori, assemblando le pietre e unendole col cemento destinato a questo scopo; ma questa metafora, contenuta in particolare, in quei quaderni che offrono solo allegorie, non si annovera forse, nella categoria di quelle parabole difficili il cui senso è solo morale e sul quale i ragionamenti non hanno alcun diritto di soffermarsi? Il fasto e l’ostentazione sono a volte cosí vicine al nulla, che non è difficile prevedere anticipatamente una simile sorte. Uomini meno maldestri, ma ben piú pericolosi, perché conoscono bene le risorse della persuasione, attraverso un’accorta gestione delle debolezze dell’umanità, hanno voluto costruire favole ancora piú tollerabili. La vanità vuole in linea di massima, che queste favole piú sono lontane nel tempo, piú se ne dimostra la grandezza e il merito: la pubblica
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Muliere, pentalfa.
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1- l’autore fa riferimento all’ordine della giarrettiera: da jarret = garretto. per chi vorrà inerpicarsi negli stretti cunicoli della etimologia, voglio segnalare giarra e giara forse piú consoni ad un ordine cavalleresco) che costituisce il piú antico ordine cavalleresco inglese fondato da edoardo iii nel 1348 (sembra durante un torneo). nel XVi secolo si inserí una versione leggendaria, secondo la quale l’ordine sarebbe stato istituito durante una festa secondo cui ad un’amante del re (contessa di salisbury) sarebbe incidentalmente caduto il legaccio di una calza; il re -chinatosi per raccoglierlo- l’avrebbe portato alla dama con le parole «Honni soit qui mal y pense», cioè «sia vituperato chi pensa male»: splendido esempio di banalizzazione a posteriori, che troverà negli anni a seguire molti imitatori. (ndC)
opinione, che si presta volentieri alle chimere, l’ha consacrata tale, come se il ruscello che si perde nell’immenso oceano, si nobilitasse a cento leghe dalla sorgente. Non importa, concediamo qualche cosa alle convenzioni, il filosofo sa bene a cosa attenersi, ma tutti i filosofi non hanno acquisito la loro libertà di parola: bisogna essere stati cacciati dai due terzi dell’Europa per osare ancora, nel piccolo angolo in cui si vegeta e dove la polizia attenta non vi sopporterà a lungo, assumere un tono dogmatico e criticare il genere umano. La buona e sana logica ordina di ammettere certe ipotesi: supponiamo dunque che effettivamente la matrice sia la piú antica, che l’origine piú lontana sia la piú gloriosa; e, di fatto, non ci sorprenderemo piú che ordini qualunque si siano sforzati di rendersi illustri attraverso una cronologia analoga a questa superba pretesa. Non illustrerò le differenti società sparse in tutta Europa; molte di queste hanno diritto al nostro rispetto, e quasi tutte sono sostenute dal suffragio e dall’autorità sovrana: ordini ospedalieri e ordini religiosi militanti, anche monastici; tutti enunciano un punto di vista utile, onorevole; tutti sono ammessi, riconosciuti, protetti. Coloro poi, che sapranno approfondire lo scopo della loro originaria istituzione, saranno in grado di presentare a riguardo, dei buoni argomenti, anche condivisibili. Scuole di eroi, vivai di grandi uomini, ricompense ai valorosi guerrieri, asili per la nobiltà indigente, rifugi consacrati alle virtú e alle opere dell’umanità, eremi sacri destinati alla perfezione della morale, all’abitudine della sua pratica, all’applicazione dei suoi precetti: mi basta vedere i risultati felici di queste congregazioni per non avere bisogno di conoscere la loro origine. Cosí noi siamo abituati a rispettare nei grandi uomini questa giarrettiera,1 simbolo di un onore particolare, senza pensare ad essa quale facezia e all’equivoco di pessimo gusto che rese famosa tale onorificenza. Si tratta nel nostro caso di una società clandestina, di un particolare corpo che si accresce quotidianamente, che esiste da molto tempo, da sempre sospettato, a volte perseguitato («....que l’on tourmente quelquefois»): società che in se stessa ha tutto quanto le può servire, mentre tutto è contro di essa nella forma, nella quale si troverà -forse- il germe di tutte le altre le cui pratiche sono eccellenti, i principi onesti, la dottrina giusta. Essa sembra destinata da molti secoli, a passare gli uomini al vaglio delle prove, per scegliere tra loro e ovunque i buoni cittadini, i sudditi piú fedeli, i padri migliori, le tenere spose, i veri amici, gli uomini virtuosi. libera Massoneria, ecco il suo nome; sostantivo grossolano, epiteto vago, che sapremo valorizzare; ma da dove viene? Quale fu l’origine di quest’associazione? Chi la fondò? Chi la saprà sostenere? Domande serrate e pressanti alle quali bisogna rispondere; prima però, diamo sfogo ai sogni, perdendoci magari, nel mondo delle idee. adamo, ritenuto il padre comune degli uomini, non è forse egli stesso l’essere piú rispettabile e piú considerato? Siamo tutti suoi figli; ma qualcuno che, attraverso una filiazione ben costruita, provasse la sua discendenza diretta e ci presentasse insegnamenti trasmessi chissà in quale modo, di razza in razza, e dettati nel giardino dell’eden o altrove, non avrebbe la capacità di catturare il nostro assenso e di farci accettare tutti i paradossi? Senza dubbio. Ebbene, ecco la culla dei liberi Massoni,
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se ci si rapporta ai primi autori, siano stati essi fratelli o profani, che hanno La StELLa FIammEggIaNtE théodor-Henry scritto a questo proposito! Fortunatamente nessuno di loro aveva appade tschoudy rentemente conoscenza dei sistemi dei Caldei, degli egizi, né dei calcoli cinesi; senza i quali il loro entusiasmo di antichità li avrebbe fatti risalire ancora piú lontano; ma ci si è dovuti limitare all’epoca della creazione del mondo! È un peccato, in verità, non avere che cinquantasette secoli; si ha quasi vergogna di una tale giovinezza: tuttavia questa favola non può avere un seguito perché tutto sembra contraddirla. In che cosa si potevano occupare i Massoni in un momento in cui l’arte del costruire era ignorata; dove la natura, semplice nei suoi gusti come nei suoi bisogni, non ispirava alle creature che limitate idee sugli argomenti necessari alla sua conversazione, dove una roccia, un albero, una cavità, gli servivano da riparo, e l’universo era il suo palazzo ornato dalle piú belle opere che la munifica mano del Creatore avesse forgiato per lui: erano necessari all’uomo altri ornamenti, altre comodità, altre abitazioni? Jubal il padre dei pastori Fu il primo che fece delle tende, dove viveva tranquillamente dei frutti dei suoi innocenti sudori. Massoni, è in uno dei vostri cantici che trovo il mio testo abilmente impiegato con una immaginazione viva, il quale però, potrà forse un giorno provare che i liberi tessitori o i liberi Carpentieri sono piú vecchi di voi, poiché l’uso delle tinture, e di conseguenza quello delle tele e dei tessuti, o l’arte di riunire rami, di avvicinare legni, di collegarli e unirli per creare un riparo, precede di molto quello di cuocere e di calcinare la roccia, di amalgamarne le parti tagliate sottilmente con un volume di fluido sufficiente a comporre questo cemento2 solido che da allora, fu il legame degli edifici piú duraturi. Il diluvio che sommergerà tutto, senza dubbio avrà annegato anche i vostri fasti; si è consapevoli di ciò che doveva accadere: un autore piú riflessivo, piú coerente ha distrutto il primo sistema. Come avrebbe potuto un solo uomo sfuggito all’universale inondazione, occupato a salvare tante cose che gli sarebbero potute servire, pensare invece, ai piccoli piani delle vostre piccole opere, alle impolverate tavolette che avrebbero dovuto contenere la meccanica e le regole della vostra arte consacrate già da allora alla posterità con mezzi di cui non dubito, e verso i quali sareste molto imbarazzati se ce ne doveste rendere conto? Sinceramente e per il nostro profitto, non tanto per amore della verità ma quanto della verosimiglianza, dimentichiamo adamo: voi dipende-
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2- in greco massw, masso (att. mattw, matto) significa impasto, preparo. (ndC)
Quadro di loggia.
te da lui come tutti gli altri uomini, e facciamo riferimento invece, al patriarca. noè, trovatosi al cospetto del Signore, domanda, ottiene e merita di essere escluso dalla proscrizione universale, il Creatore non voleva piú far tornare l’universo nel caos, non voleva piú ripetere l’opera immensa della creazione; bisognava quindi punire la specie e non annientarla, essendo Egli un essere infinitamente buono, bisognava dunque, conservare ciò di che perpetuarla. Noè, destinato a questo compito (reparation), riceve dall’Eterno indicazioni sui mezzi che lo avrebbero garantito dall’inondazione. L’arca prescritta, misurata, proporzionata, divisa in piani, prende nelle sue mani e attraverso il suo lavoro, la forma e la consistenza che Dio gli indica. Vi entra con tutta la numerosa compagnia che, come lui, è riservato ad ogni possibile genere per un nuovo ripopolamento: io già lo vedo fluttuare su questo voluMuliere, arca della speranza, litografia me immenso d’acqua che presto coprirà e nasconderà cm. 50×70, 1974. le montagne piú alte. Fino a questo momento, miei cari fratelli, permettetemi di non scorgere che il trionfo della sola carpenteria; senza il ben che minimo vantaggio per la massoneria. Da ciò, questa invenzione moderna di un ordine poco conosciuto, mediocremente diffuso sotto il nome di «scure» (coignée), il cui attributo è una piccola ascia d’oro sospesa ad un nastro iridato. In effetti, fu circa in quell’epoca che Noè percepí il segno dell’alleanza, e quelle analogie non sono affatto mutate. Io ho l’onore di appartenere a quest’ordine di cui esistono, credo, quattro o cinque «cantieri» in 22° grado Francia e uno a S. Domingo. ma mi vergogno di Cavaliere confessare, che ho quasi perso la memoria di ciò dell’ascia che vi si pratica; a larghe linee mi ricordo che il tutto reale o principe consiste in quattro gradi, [poiché oggigiorno si conferiscono del libano (la pratica del lavoro manuale è il galloni a ogni cosa, come vuole (?!) il metodo della cornucofondamento inalienabipia]. Questi gradi sono: apprendista, compagno, perfetto o prole di ogni civiltà). fesso & siriano, il cui cordone è composto da settantadue colori ma, per il poco che ricordo, potrei assicurare che, di tutte le nuove fantasie, queil rito scozzese antico ed accettato si compo- sta è la piú ingegnosa e la sua allegoria è la piú sostenibile. Quanto allo scopo della cosa non dico nulla: non avremmo troppe cose da fare se si ne di 33 gradi o classi di studio, li abbiamo dovesse rendere conto di tutti i giochi dello spirito e mostrare ogni oggetriportati a p. 16. to utile o ragionevole attraverso un’immagine sconnessa? Senza dubbio (nde) questi signori non hanno avuto l’intenzione di salvare dalla ruggine del La StELLa FIammEggIaNtE théodor-Henry de tschoudy
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tempo i piani e le proporzioni del grande battello: noi non abbiamo timore di un nuovo diluvio, poiché oggi conosciamo tante parti del globo allora ignorate- che resterebbe sempre qualche cantuccio dove potersi rifugiare; comunque, le risorse che offrono la fisica e l’arte della navigazione trarrebbero senza dubbio alcuni fuori dall’impaccio. Sta di fatto che la morale ne guadagna sicuramente da questa finzione: l’arca è il simbolo dell’anima agitata sul mare delle passioni, è dal diluvio dei vizi che bisogna fuggire; un maestro eloquente vi racconta tutto ciò e voi gli credete; si salvi dunque, chi può. Ho letto da qualche parte che la fortuna di un’opera dipende dallo stile;3 oggigiorno è di moda dar peso alla sola esteriorità. Si consentono all’autore anacronismi, controsensi, le imposture piú grossolane, basta che siano ben presentate e che si abbia un pó d’abitudine al neologismo dei piccoli maestri, ma non si perdona una frase dura (rocailleuse); ciò che conta è la parola in se stessa, anche se questa dovrebbe dipingere una verità importante. ritengo che il merito delle apparenze possa ugualmente assicurare il successo di una favola se essa è presentata in modo piacevole, e quando chi la racconta o la propone, insieme a molta impudenza, possiede un pó d’arte e di eloquio: pochi sono gli ascoltatori che sanno discernere ciò che viene loro proposto. Se adamo e noè avessero avuto la sfortuna di non riuscire, che cosa sarebbero diventati i liberi Massoni? occorreva loro un padre qualunque, convenzionale: eppure quante persone sono prive del loro genitore! Ciò nonostante, queste cose accadono sovente, ancora troppe volte! Che fare? Scavalchiamo a pié pari tutte le menti vive; saltiamo a piedi uniti su tutti i figli di Noè, chi volete che segua quella gente? Questi si trovano in tutti gli angoli del mondo, è come giocare alla bandiera e ciò affatica. Scegliamo un posto comodo, mettiamoci all’aria aperta, su di un terreno fertile e fermiamoci in una contrada deliziosa: per esempio la terra di Canaan, la terra promessa dove piove latte e miele. È una cosa buona, io amo le cose dolci e perdipiú, ho il petto delicato -come la moda vuole, però ora sono in forma. Vediamo la cronaca di quel paese: che cosa si dice e che cosa si fa?, perché il popolo giudeo era il prediletto dell’Essere Supremo? Non sono affari miei. Si sa solo da quanto tempo esiste, come si trova qui, quali sono le sue leggi, la sua forma di governo, i suoi sovrani; a proposito, ne ha qualcuno? Sí, sicuramente. Scorriamo la lunga lista, cerchiamone uno famoso, buon conquistatore, molto saggio, magnifico e potente. Eccolo, è salomone, precisamente l’amico di Dio, l’unto del Signore, il modello dei re per il suo senso della giustizia; che cosa fa? guerra e conquiste. No, in ogni caso tutto ciò non mi riguarda. Egli rende giustizia e legifera, ma non so che farmene. Egli abbellisce la sede del suo impero e costruisce un tempio però, molto bello: ah! è il mio uomo, ecco la mia epoca; non si costruisce senza operai, i Massoni che hanno lavorato a questo celebre edificio (benché sia documentato che non si trattasse che di un’informe cappella), questi operai hanno dovuto essi stessi acquisire una certa celebrità e lasciarla in eredità ai loro figli, e questi ad altri e cosí via sino a noi. tutto ciò è possibile: formiamo un corpo di gente abile e famosa, diamo loro modi, regole, usi, abitudini, attributi. apriamo gli scritti di quel tempo, vi sono riportate le dimensioni dell’edificio,
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3- ritengo che il lettore sia piacevolmente sorpreso dalla freschezza delle considerazioni mosse dall’autore e della loro sorprendente attualità! (ndC) 4- a mio avviso «adeguarsi al senso letterale» rappresenta una perniciosa forma di pigrizia per chi volesse penetrare i piú arditi segreti della natura; a nessun risultato portano le illusorie apparenze, se non ad una soporifera tranquillità della mente che trae conforto dalla comune opinione. (ndC)
aggiungiamo dei nomi ad alcune colonne, a qualche opera specifica o agli operai;4 adeguiamoci al senso letterale, supponiamo qualche avvenimento, la morte di un capo, per esempio, classifichiamo tutte queste persone, perché è possibile che chi esegue non faccia bene quanto chi ordina: sul tutto un velo di pietà, un’aria di sacralità (un air d’onction), un tono d’autorità. Parliamo a voce alta, gridiamo forte, facciamo dotte citazioni con molti nomi stranieri; aiutiamoci con le lingue sconosciute, affinché un velo di mistero venga posto sui piú desti, e si possano cosí stupire gli sciocchi, sorprendere, imbarazzare, ingarbugliare. Dogmatizziamo ogni cosa e diciamo arditamente che la società dei 5- ritengo che possa liberi Massoni nasce con la costruzione del tempio di salomone, all’epointeressare il lettore, segnalare che cicalecca in cui tutti i materiali erano preparati in tal modo che non si era sentito cio in francese si dice nessun colpo di strumenti fatti di ferro. Quale il senso di questa risposta: babil, con evidente gli enigmi sono forse le armi dei furbi e l’esca per i semplici? Quali di queassonanza con babele sti sono in minor numero? o babilonia, sinonimi di
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grande confusione e di caos incontrollabile. Ciò che lascia ancor piú incuriositi, è che babil significa anche cinguettio, ma limitatamente ai bambini e non agli uccelli; infatti l’ornitogala o lingua degli uccelli o lingua degli dei o cabala fonetica precede -in un certo senso- e non accompagna la confusione…, tanté che «...la tradition nous assure que les Hommes la parlaient (la lingua degli uccelli) avant l’édification de la tour de babel...» (ndC)
robert Fludd. utriusque cosmi ii. oppenheim, 1619.
CoNSIDErazIoNI
SUI DIFFErENtI SIStEmI
ratelli miei! Massoni! Voi F che avete avuto tante volte la pazienza di ascoltare
queste empietà con raccoglimento e con l’aria di esserne persuasi, avrete il coraggio di leggerle? Non avranno esse la stessa sorte di cento produzioni effimere, come tutti quei piccoli capolavori drammatici che l’arte e l’abilità da giocoliere fanno valere, ma che la stampa invece, sa mostrare senza nessun prestigio e la cui triste nudità ripugna? Se riesco a procurarvi questa sensazione è una mezza vittoria; ma voglio un trionfo completo: vediamo di ragionare. Innanzi tutto, non una parola su adamo, Vi prego; sarebbe come la storia dei contendenti di racine: una volta sarà possibile vedere il sole, una volta sarà possibile vedere la luna; quando sarà possibile vedere tutto insieme? Non si combattono le cose che si distruggono da sole. Per ciò che attiene il patriarca, noto con gioia che molti di voi hanno ritenuto di riportare questa fredda questione all’ambiente che le conviene, vale a dire a quella Massoneria che è propria delle logge femminili. Dapprima una mela il cui seme è proibito; un vascello tormentato, la cui virtú risiede nell’abile pilota, un turbinio di tale confusione che costituirebbe un capolavoro se, mostrando i pericoli del cicaleccio,5 si potessero diminuire le ciarle. Fra tutto ciò, una scala di
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