Il museo è casa L’intervista a Silvia Nicolis
Dalla Lessinia a Milano, la speaker radiofonica Valeria Benatti Servizi casa firmati B&b Italia Mezzo secolo di Marmomacc
Ballarini Interni
Anno XI n°45 | Settembre 2015 | Spedizione in A.P. | 70% D.C. Verona | In caso di mancato recapito restituire all’ufficio c.m.p. di Verona detrattore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la tariffa.
abitare verona AbitareVerona Registrazione Tribunale di Verona n° 1596 del 20/05/2004 Anno XI n°45 ottobre 2015 semestrale Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abb. Postale -70% DCB Verona Direttore responsabile Camilla Madinelli Editore Ballarini Interni s.r.l. via del Lavoro 18 Valgatara di Valpolicella (Vr) tel. 045/6800525 info@abitareverona.it Progetto e realizzazione grafica Ballarini Interni Coordinamento editoriale Agnese Ceschi Hanno collaborato Claudia Brentegani & Federico Bertoldi, Linda Comerlati, Maria Teresa Ferrari, Marco Piccolroaz, Naida Nappa, Bricolo Falsarella Associati, Alberto Vignolo, Oscar Vaccari Stampa Litopat - VR Il vostro indirizzo è presente nel nostro database esclusivamente per l’invio delle nostre pubblicazioni, nel rispetto della legge n°196/2003. Nel caso non vogliate ricevere la nostra rivista invii la sua richiesta a 1/2 raccomandata RR a: Ballarini Interni s.r.l. via del Lavoro 18 Valgatara di Valpolicella (Vr) o invii una mail a info@abitareverona.it con oggetto: Cancellami. DOVE TROVARE “ABITARE VERONA” Il magazine viene inviato ad una mirata mailing di residenti della provincia di Verona e del Trentino. Oltre ad essere recapitato gratuitamente, a rotazione, a numerose famiglie, raggiunge enti pubblici e privati, imprenditori, architetti, professionisti, commercianti, studi tecnici, operatori economici, associazioni di categoria, associazioni culturali e sodalizi femminili. “Abitare Verona” si trova in tutti gli showroom Ballarini Interni e presso teatri, golf club, palestre, cinema, centri sportivi, farmacie . Per comunicazioni, variazioni di indirizzo, segnalazioni di manifestazioni: info@abitareverona.it Per redazionali e inserzioni pubblicitarie telefonare al 045 6800525 Il materiale inviato non verrà restituito.
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Il Personaggio 04 Il museo è casa. L’intervista a Silvia Nicolis cresciuta tra le auto d’epoca
Icone del design 07 L’intervista all’icona della storia del design Franco Poli
A casa di… 10 Dalla Lessinia a Milano, la mia casa è il mio punto fermo La giornalista e speaker radiofonica Valeria Benatti
Home design 14 Equilibrio interiore 20 L’eleganza del grigio 24 Chic simple 30 Il design protagonista della casa contemporanea
Architettura 35 Costruire con il legno 36 La casa atelier sulla soglia del paradiso 40 Il lago nel loft 44 Black&White 47 Costruire con la canapa 48 Un antico fienile in pietra si trasforma in un elegante rustico 50 Da San Bonifacio la casa passiva 52 Quando architettura e design sono sostenibili Michele Perlini e l’architettura sostenibili 53 Verona all’Expo con la Nike di Rubino
Interior design 54 Il bagno firmato Agape 58 Into the light: le proposte di Rimadesio 60 Illuminare con stile
Eventi 62 Mezzo secolo di Marmomacc 64 Ritorna il premio Architettiverona 66 Idee vincenti 67 Open Slidingdoors 2015
l’editoriale F
inite le vacanze per i più è tempo di risistemare o rinnovare la casa. “Abitare Verona” da 15 anni vi accompagna in questa importante opera. Vorremmo con questa pubblicazione e a breve con il nuovo sito www.abitareverona.com dare degli spunti per l’arredamento e per la progettazione della casa dando spazio a novità per vivere meglio l’ambiente abitato. Per fare questo con il numero autunnale abbiamo coinvolto personaggi, studi di architettura di Verona, designer e aziende del mobile e accessori per la casa per rendere più viva e interessante “Abitare Verona”. In questo numero abbiamo chiesto a due donne veronesi, un’imprenditrice, Silvia Nicolis, e ad una giornalista e speaker radiofonica, Valeria Benatti, come vivono la casa. L’icona del design Franco Poli ci ha raccontato come il design è diventato la sua vita e poi tanti servizi casa, che raccontano attraverso le immagini in che modo rendere gli spazi che viviamo più accoglienti e funzionali senza perdere di vista l’estetica. Da settembre inoltre ci aspettano tanti eventi come le fiere Mamomacc e Abitare il Tempo, ma anche il premio Architettiverona. Sarà un autunno all’insegna dell’abitare! Buona lettura, Giuseppe Ballarini
Per rimanere aggiornati sugli eventi vi invitiamo a visitare il sito www.carnetverona.it e ritirare le riviste presso Ballarini Interni
il personaggio
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Il mu è
museo L casa
a sua casa? Il museo che dirige con successo e che ha ereditato dal padre. Lì, passeggiando tra auto d’epoca e oggetti vintage si sente a casa. Lei è Silvia Nicolis, imprenditrice veronese, presidente del Museo Nicolis, una delle più importanti realtà museali italiane e internazionali, che ospita straordinarie collezioni di storia dei mezzi di trasporto e della società degli ultimi due secoli. Dal padre, Luciano Nicolis, imprenditore che ha fatto la storia industriale di Villafranca e Verona degli ultimi 60 anni, Silvia ha preso il carisma e la determinazione, ma soprattutto l’amore per le auto d’epoca. Lei oggi, dopo la scomparsa del padre, è la custode di questo scrigno di storia. Conosciamo in questa intervista, in cui abbiamo parlato molto di casa e famiglia, l’imprenditrice in una veste diversa, più intima e familiare.
di Agnese Ceschi foto di Giancarlo Comparotto
L’imprenditrice e la donna Un percorso nella vita di Silvia Nicolis cresciuta tra le auto d’epoca
Come definiresti la tua casa? Se penso al museo rappresenta la mia identità e il mio stile di vita. Dinamico, curioso, disponibile, solare, ospitale, concreto, determinato, internazionale, fedele alle tradizioni e proiettato sempre in avanti. Quando passeggio in questi 6.000 mq pieni di oggetti e storie, mi sento a casa immersa nel calore di valori intramontabili in cui credo fortemente. Come è nata la passione per le auto d’epoca? Sono cresciuta in mezzo ai motori, era un modo per stare con mio padre, in famiglia. Mio padre aveva la capacità di coinvolgermi nei suoi racconti sulle automobili e per me era come vivere in un sogno. Finchè un giorno (nel 2000 ndr) il sogno di una vita di mio padre, quello di realizzare un museo, si è avverato. E lui l’ha affidato a me fin dalla sua nascita. Cosa lega il museo all’idea di casa? Il museo è un’occasione di incontro, proprio come il salotto di una casa. Qui tutti i giorni arrivano ospiti, si svolgono eventi, convegni o si girano videoclip o sfilate di moda. Il museo è anche l’espressione di una famiglia, e ancor meglio di un uomo che ha raccontato attraverso questa collezione il suo percorso di vita. Un imprenditore illuminato, carismatico, generoso e concreto, un padre affettuoso che mi ha insegnato il valore del coraggio, dell'umiltà, dell'amore per la vita e il senso del sacrificio. Quali sono gli oggetti del museo a cui sei più legata? L’automobile in generale era il mio gioco da bambina. Mentre i fanali a carburo sono oggetti che mi stanno molto a cuore perché oggi sono rari e li scovavo ai mercatini, anche i bauli e gli accessori che si vedono affianco alle automobili sono pezzi che io stessa cercavo e quindi fanno parte della mia personale raccolta, della mia storia. Cosa porti del museo nella casa dove vivi? Il calore e l’accoglienza soprattutto. La mia casa privata rappresenta per me un nido. Allo stesso tempo amo viverla e accogliere gli amici di sempre. Alla vita pubblica e quotidianamente esposta che faccio al museo, corrisponde una vita semplice ed intima che trova espressione nella casa dove vivo, dove si spengono i rumori e le luci... e magari si accende un camino. Qual è lo spazio della casa che vivi di più? Pur avendo spazi ampi, amo stare in un angolo del salotto con le candele, la musica, un film e sto in
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tranquillità con il mio cane. Amo inoltre cucinare e lavorare a maglia. Una passione recente poi sono le piante fiorite che ho imparato a coltivare, mi rilassano e colorano la casa. Qual è lo stile della tua casa? I miei ambienti sono caratterizzati da una forte personalizzazione, amo ritrovare me stessa negli spazi in cui vivo. Adoro la luce naturale e i colori, per questo scelgo quelli neutri alla base in contrasto con complementi in tinte accese. Il tutto accompagnato da luci calde non diffuse e profumi delicati ma avvolgenti, irrinunciabili. Che colore predomina nella sua casa? Sempre il bianco e i colori crema e neutri. E lo spazio dove passa molto del suo tempo: l’ufficio? Il mio ufficio è un’insieme di oggetti che ho assemblato assieme nel tempo e altri acquistati a fiere o mercatini: come un bellissimo porta caramelle anni '40, un baule porta tutto o un paio di stivaletti anni '20. Ho disegnato io stessa e fatto realizzare il mobile-portadocumenti dietro alla mia scrivania, prendendo spunto da una fioriera anni ‘80 vista in un hotel di Roma. Lo studio cambia in continuazione secondo il mio gusto: amo spostare, integrare e giocare con oggetti e colori. Mi piace lasciarmi contaminare da viaggi ed esperienze, é la mia natura internazionale ereditata da mia madre che è tedesca e mi ha insegnato ad essere cittadina del mondo. Cosa rappresentano tutti questi oggetti? Rappresentano storie, sogni, sacrifici, manufatto, ingegno, lavoro, arte e poesia. Qualsiasi oggetto mi ha sempre incuriosito fin da bambina, perché vivevo la cultura come un gioco, come un momento di crescita. Così per me il Museo è laboratorio e officina di idee. È lo spazio dove mantengo viva la parte più espressiva e creativa del mio carattere. Soprattutto oggi è importante coinvolgere figli e nipoti in modo gioioso e giocoso nelle proprie passioni e lavori, é un modo per insegnare loro qualcosa di nuovo ogni volta, per donargli un patrimonio inalienabile e preziosissimo che si chiama "Sensibilità e Sapere" che equivale all'opportunitá di vivere una vita profonda, luminosa e autentica. Questo hanno fatto con me i miei genitori e gliene sarò grata per sempre… Museo Nicolis Via Postumia, 37069 Villafranca di Verona, Verona - Italia www.museonicolis.com
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icone del design
IL DESIGN Ăˆ LA MIA VITA
L’icona della storia del design italiano Franco Poli racconta la sua carriera e la sua personale visione del design di Agnese Ceschi
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os’è il design e che doti sono richieste ad un designer? Design è una qualità del fare. Ho sempre sostenuto che per fare questo mestiere non ci sia una scuola regolare, un istituto, ma una data sensibilità nel vedere (prima di ogni cosa) e la capacità di replicare quello che si è visto, capito ed amato. Come è iniziata la sua carriera? La mia carriera, anche se non mi piace il termine, è la mia vita. Sono sempre stato impegnato nel design fin da adolescente quando mio padre mi tolse la paghetta perché andavo malissimo a scuola e con un amico scultore ci inventammo una collezione di borse fatte a mano. Non ho mai veramente scelto, è venuto tutto da sé prestissimo, a 23 anni ho venduto il primo vero prodotto industriale: un accedigas piezoelettrico per Kalorik che è rimasto in produzione per 25 anni. Ha bruciato in fretta le tappe. Quando è iniziato il successo? Era il 1979, avevo 29 anni ed ero appena diventato papà di mia figlia Alice.
nuovo di intendere la professione. Per finire con il decennio trascorso a Verona seguendo il sogno di una vita nuova, dove tutto si e’ trasformato ancora una volta soprattutto per la computerizzazione del disegno. Oggi mi attira molto l’automazione e la prototipazione rapida che diventerà la reale produzione di oggetti del futuro... tutto cambierà, ancora una volta, come sempre. Qual’è il mood delle sue creazioni? È cambiato nel tempo? L’aspetto più rilevante del mio mood è non averlo. Nel mio modo di intendere il design ogni prodotto ha il suo vestitino tagliato su misura, una composizione di segni che producono significato solo se sono precisi sintatticamente. Come è vero che anche un analfabeta è in grado di cogliere l’errore di un aggettivo coniugato male, così, quando vediamo un oggetto di design, ci piace. Qual è la creazione più significativa della sua carriera? L’ultimo lavoro è sempre quello che mi piace di più. Tra le mie preferite l’idea di
A 23 anni ho venduto il primo prodotto industriale: un accedigas piezoelettrico.
Come è vero che anche un analfabeta è in grado di cogliere l’errore di un aggettivo coniugato male, così, quando vediamo un oggetto di design, ci piace.
Pagina precedente, tavolo da salotto 2h (1980) per Bernini. In questa pagina in alto, il primo oggetto di design di Franco Poli: accendigas (1974). A fianco: Lady C, seduta componibile con rete in cuoio per G.I. Busnelli.
Facevo il papà felicemente disimpegnato grazie a Giancarlo Bernini che mi ha dato spazio e tempo e un successo internazionale assolutamente imprevisto. Gli anni Ottanta sono stati molto vivaci: Poltrona Frau e Giorgetti, uno studio stupendo a Venezia e l’incarico all’Accademia di Belle Arti. Negli anni Novanta sono arrivati Matteograssi e Tonon e un modo tutto
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ottenere una seduta comoda e fresca utilizzando la minor quantità di cuoio possibile con poche cuciture e scarti. Il risultato è stato superiore alle aspettative ed oggi ho un brevetto industriale sulle espansioni delle reti in cuoio che mi ha premiato con una menzione al Compasso d’oro, un Good Design Award a Chicago e il DesignX Award di Sydney.
Franco Poli
Sopra: Franco Poli. Sotto: sedie Guapa, realizzate con la designer Beatriz Sempere.
Nome molto noto nel panorama del design italiano, Franco Poli inizia negli anni Settanta con la direzione artistica di Bernini spa e successivamente con una lunga collaborazione con Poltrona Frau e Frau Aviation. Nel suo lungo percorso professionale rimodula continuamente i linguaggi della contemporaneità alla ricerca di una nuova visione umanistica del vivere. Fra i suoi lavori una fortunata sequenza in cuoio per Matteograssi che gli ha valso riconoscimenti in tutto il mondo. Professore di design all’Accademia di Belle Arti di Venezia, e attualmente per la LABA di Brescia è tutor per il C.N.R, visiting professor per il Politecnico di Milano e per l’ U.I.A. di Firenze. Le sue opere sono presenti nella collezione permanente del The Denver Art Museum, nei Fonds National d’Art Contemporain di Parigi, nel museo della Triennale di Milano, nel Magma design Museum di Napoli e nella collezione permanente della Farnesina Design presentata di recente all’ Ara Pacis Museum di Roma. Fra i numerosi riconoscimenti: tre Good Design Award del Chicago Atheneum, un Australian DesignX e un Compasso d’ Oro segnalazione d’onore.
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a casa di...
Dalla Lessinia a Milano, la mia casa è il mio punto fermo La giornalista e speaker radiofonica Valeria Benatti racconta il suo rapporto con la casa di Linda Comerlati
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aleria Benatti, giornalista veronese, conduttrice di numerosi programmi radio e TV, da 13 anni è speaker nel programma "W l'Italia" su Rtl 102.5 con Angelo Baiguini. Una carriera lavorativa intensa e variegata che spazia dai temi dell'attualità, all'intrattenimento alla cucina e all'amore, ci racconti qualcosa di lei. Cosa ama del suo lavoro, quali sono gli interessi e i sogni che l'hanno spinta fino a qui? Fin da ragazzina sono stata affascinata dalla comunicazione. Ho iniziato a 15 anni, nella veronese Novaradio: adoravo poter amplificare la mia voce semplicemente schiacciando un tasto. Dar voce a pensieri, opere, personaggi interessanti, che magia! Ancora adesso, quando intervisto artisti e scrittori di fama, resto stupita e ammaliata dalle loro storie, dai loro percorsi, dalla loro voglia di lasciare qualche traccia del loro passaggio terreno. I miei interessi sono legati da sempre all'arte in senso lato, dal cinema alla musica alla letteratura. Io stessa da alcuni anni mi sono azzardata a scrivere libri, che sono progetti ben più solidi e impegnativi rispetto all'etereità della radio. Una vita privata divisa a metà tra Milano, la città del lavoro, e Bosco Chiesanuova, il paese in provincia di Verona dove nasce e dove torna a vivere durante le vacanze, come vive questi due ambienti così diversi tra loro? Milano è una città che dal punto di vista professionale offre tutto. A me ha dato davvero grandi opportunità, e la possibilità di realizzare i miei sogni. Ma c'è ovviamente il rovescio della medaglia: a Milano si corre sempre, sono tutti nevrotici e competitivi, è difficile ritagliarsi momenti di pace. Il contrario esatto di Bosco! Dove invece torno volentieri proprio per rilassarmi, ritrovare una dimensione umana a me più vicina, vivere con un ritmo lento e riflessivo. La sua storia è legata ai paesaggi della Lessinia, nel futuro continua a vedersi in questa casa? Cosa pensa della Lessinia,
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quali opportunità vede, ad esempio, nel recupero di edifici di valore come quello in cui abita? Questa casa è della mia famiglia da moltissimi anni, ci siamo tutti affezionati e non riesco nemmeno a immaginare di potervi rinunciare. Ci sono cresciuta insieme ai miei fratelli, ci sono cresciuti i miei e i loro figli, spero ci cresceranno i nostri futuri nipotini. È la casa del cuore, piena di ricordi, oggetti, foto che hanno un grande significato simbolico e affettivo. Mia madre è bravissima a mantenerla al meglio, occupandosi personalmente delle necessarie opere di manutenzione. Per quanto riguarda la Lessinia, sono felice di vedere che molte malghe sono state restaurate e rilanciate, che aprano agriturismi e b&b, che si valorizzi il territorio e la cucina locale. Quale il suo rapporto con l'abitare, cosa rappresenta la casa per lei? Da buon Cancro vivo intensamente la casa come nido, rifugio, porto sicuro. Mio padre era architetto e mi ha trasmesso l'amore e la cura per gli spazi da abitare. Quando sono arrivata a Milano, una ventina di anni fa, sono stata in affitto per tre anni. Volevo prendere le misure alla città e conoscerla meglio, prima di comprare la casa dove stabilirmi. Ne ho visitate tante, finchè non mi sono innamorata di quella che ho scelto. È stato un colpo di fulmine: è in zona navigli, ha un piccolo giardino, un ampio spazio living con cucina a vista, e una doppia esposizione. Dalle finestre vedo solo alberi, e questo per essere a Milano è per me un vero lusso. Ci racconti della sua casa di famiglia, come nasce e come si è trasformata nel tempo? Questa casa fu acquistata negli anni 70 e ristrutturata da mio padre nel rispetto della tipologia architettonica locale, utilizzando materiali come la pietra e il legno della Lessinia. Il nostro impegno è mantenerla esattamente così negli anni. Noi ci trasformiamo, invecchiamo, cambiamo, mentre la casa resta un punto fermo che raccoglie e custodisce i ricordi di tutte le generazioni che passano di qui.
Lei si è occupata nel corso della sua carriera anche di cucina, come immagina lo spazio perfetto per questa attività? La cucina è il fulcro della vita di una casa, per cui la immagino calda, ampia, accogliente. È il luogo più frequentato dalla mia famiglia e scandisce tutti i momenti conviviali. Deve essere comoda, funzionale, alla portata anche dei bambini. Quest'estate mi sono divertita a insegnare ai figli più piccoli dei miei fratelli qualche ricetta speciale, facile da realizzare. Cucinare insieme, grandi e piccini, chiacchierando e raccontando storie, crea un legame profondo e ricordi per sempre. Mia nipote Viola ha cominciato a scrivere su un quaderno le ricette della zia Vale. Son Soddisfazioni! Dopo la pausa estiva riprende l'attività in radio, quali progetti per questo nuovo anno? Il lavoro a Rtl 102.5 continua felicemente, e mi lascia anche il tempo per occuparmi d'altro. Sto scrivendo il mio quinto libro, un altro romanzo, che uscirà con l'editore Giunti nella primavera del 2016. È una storia drammatica, che parla di una donna che subisce un rapporto violento e pericoloso da un uomo anafettivo, dal quale non riesce a staccarsi. Sarà solo quando arriverà vicina alla morte che riuscirà a risalire alle origine del suo male d'amore e a liberarsene. Il titolo ancora non l'ho deciso, ma in appendice voglio mettere gli indirizzi di tutti i centri antiviolenza che ci sono in Italia. Oltre alla violenza sessuale manifesta, esiste una violenza psicologica, sotterranea, famigliare di cui pochi parlano. Moltissime donne subiscono soprusi e minacce e non denunciano, non si mettono in salvo. Con questo libro voglio aiutarle a farlo. Inoltre sto lavorando a un nuovo progetto per il web e la tv. Gireremo la puntata zero a settembre, con un famoso comico, e se tutto va bene saremo on line in autunno inoltrato. È una serie che si ispira al mio libro precedente, "Love Toys", e tratterà di sesso in modo ironico e scanzonato. Il titolo dovrebbe essere "La pillola del giorno prima", di più non posso anticipare. foto Tommaso Bertoncelli
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Tappeti haute couture I
l tappeto: un protagonista di stile in grado
grado di esprimere la creatività occidentale, ma
di dialogare con spazi e arredi. Tradizione,
credevo fortemente nella potenzialità di questo
qualità, modernità e un progetto mirato al
nuovo percorso connesso all’arte e al design.
servizio della clientela sono alla base di Artep
Con un campionario lane composto da 1800
Italia, brand creato da Il Mercante d’Oriente,
varianti colore e materiali che vanno dalla
azienda veronese che da sempre ha fatto del
lana alla iuta, dalla canapa alla seta, al
tappeto un elemento portante e distintivo della
cactus, siamo in grado di offrire al cliente più
casa. Rigorosamente artigianale, prodotto
esigente un prodotto “su misura” che risponda
secondo una tradizione millenaria in Nepal e
al suo gusto e concorra a creare la particolare
in India, il tappeto Artep porta forte il segno
atmosfera e personalità della sua abitazione”.
della contemporaneità di cui interpreta forme
Ecco perché dopo aver attinto alle tavolozze
e tendenze. Non è un semplice complemento
dei maestri del colore e ai motivi cari al Decò,
d’arredo, è esito di una progettualità congiunta
al Razionalismo, all’Astrattismo Meglioranzi
che vede fianco a fianco cliente, architetto,
ha spinto la sua ricerca al punto estremo
designer, artista e produttore. “Non è stato
tessendo nella lana l’impronta digitale
facile – ammette Tiziano Meglioranzi, creatore
del proprietario come dichiarazione di
del Mercante d’Oriente – trovare laboratori in
un’indubbia unicità.
Tiziano Meglioranzi esplora le potenzialità di un elemento protagonista dell’arredo. Da Verona al Nepal, all’India, un filo colorato per creare pezzi unici, di forte timbro contemporaneo
Dopo un’esperienza appassionata nel settore del tappeto d’epoca che lo ha portato alla creazione della prestigiosa galleria Il Mercante d’Oriente a Verona, crocevia di arredatori e collezionisti da tutta Italia, Tiziano Meglioranzi inizia nell’89 ad affiancare a pezzi antichi di origine tribale, importati da regioni asiatiche e nordafricane, un’attività incentrata sugli stimoli
Come si ottiene il tappeto perfetto?
che gli vengono dalle infinte varianti dei settori
“Dopo una prima visita all’abitazione per la
della pittura, dell’architettura e del design
rilevazione dei perimetri in cui il tappeto va
internazionali. Con questo retroterra culturale,
iscritto, un confronto costruttivo con progettisti
la profonda conoscenza dei materiali naturali,
e clienti per capire esigenze e desideri, il nostro
delle tipologie degli intrecci, delle tecniche di
team di designer partecipa attivamente a
tintura, Meglioranzi guida a fare del tappeto
definire carattere e stile del prodotto. Definita la
una forma di Haute Couture applicata
scelta, trasferiamo gli input ai maestri artigiani
alla casa. Un percorso in cui nulla è lasciato
per la realizzazione” conclude Meglioranzi.
al caso.
E così la creazione prende forma…
MEGLIORANZI
IL MERCANTE D’ORIENTE Tappeti
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home design
EQUILIBRIO INTERIORE
U Spazi accoglienti e colorati per una villa sulle colline della Valpolicella
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no spazio scenografico e colorato riprogettato dall’architetto Stefano Galli. È questa la carta d’identità di questa villa in mezzo alle colline della Valpolicella. Una residenza fuori dal caos della vita cittadina pervasa dalla natura circostante, dove è riprodotta la vivacità dei colori e trovano spazio confort e funzionalità. La giovane e dinamica coppia di proprietari, appassionata di qualità del vivere, architettura e design, desiderava spazi accoglienti e contemporanei per condividere in famiglia e con gli amici momenti di relax lontano dalla frenesia del lavoro. Appena si varca la soglia della villa si percepisce una sensazione rassicurante di ordine ed equilibrio, ricercato attraverso un’attenta orchestrazione di spazi ed elementi di arredo. Ricerca di qualità estetiche e materiche precise, selezioni cromatiche che vanno dall’arancione all’ocra, dal rosso al lilla sono le principali cifre stilistiche di questo progetto abitativo. Ogni spazio della casa è stato progettato per comunicare emozioni, suggestioni e creare relazioni.
Living - Il progetto di integrale restyling si è confrontato con il contesto, valorizzando gli spazi esterni e una struttura rustica preesistente di cui si conservano delle tracce in muri ed archi in sasso a vista e un grande camino di forma e materiali tradizionali. Gli spazi della zona living sono organizzati con funzioni diverse, ma visivamente collegati. Nel grande open space l’unità spaziale è sottolineata dalla continuità del pavimento in rovere chiaro spazzolato e dalla tonalità chiara delle pareti, dove lo sbiancamento delle parti rustiche garantisce una sensazione di avvolgente relax in tutto lo spazio living.
Cucina - Volumi definiti, linee essenziali e la scelta dell’elegante finitura in legno d’olmo contrapposta alla luminosa leggerezza dei pensili con ante in vetro beige per la cucina di Varenna. Il bancone centrale in legno invita ad una rapida sosta per la colazione e il tavolo allungabile “Atos” di Paolo Piva con il piano bianco opaco di grande spessore appare sospeso sopra la leggera base in acciaio cromato.
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Living - Bianco gesso satinato e caffè sono le tonalità di “Pab” il sistema di contenimento sospeso che accoglie in modo discreto le apparecchiature per l’home entertainment. Di tessuto grigio per il comodo divano ad elle “Charles”, comodo e leggero si relaziona al pavimento con esili piedini in pressofusione di alluminio. Giallo cedro lo spesso piano del tavolino “Charles” che condivide la forma e la leggerezza del sostegno con il divano.
“Il colore è sensibilità in forma materiale, materia allo stato primordiale” Yves Klein
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Studio - Una boiserie in rovere tinto realizzata su misura della falegnameria di Ballarini Interni, definisce e riveste la parete color camomilla dello studio. “Flat” in alluminio bianco offre spazi articolati per contenere adeguatamente i libri e gli oggetti più cari in questa parte più riservata della zona living.
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Camera padronale Nella camera padronale la parete azzurra si confronta con il grigio della testata pelle del letto “Charles” di B&B, mentre la poltroncina “Febo” in velluto rosso e la panca di “Maxalto” dialogano tra loro.
“Il colore puro, non inficiato dai significati, e non alleato con una forma definita, può parlare all’anima in mille modi.” Oscar Wilde
L’architetto Stefano Galli, che ha condiviso il percorso con Ballarini Interni nella selezione degli elementi di arredo e della loro definizione stilistica materica e cromatica. Il servizio fotografico è di Giancarlo Comparotto.
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L'ARENA
Giovedì 6 Novembre 2014
Una scelta impeccabile per chi cerca un immobile di pregio nel centro di Verona. Abitazioni ed uffici unici, di design e dotati di ogni comfort. Unità completamente personalizzati per finiture e disposizione interna.
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L’ELEGANZA DEL GRIGIO
Una scatola di vetro e cemento sorge sul crinale di una collina della campagna lombarda, setting della creatività e funzionalità dell’home design di B&B Italia Home. Volumi forti e tagli grafici per questa residenza dove domina il colore grigio e le sue sfumature che donano alla casa un tocco di grande eleganza e pulizia
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Chic e pratico il grigio è un colore che non sbiadisce mai proprio come il nero, con il vantaggio che consente una palette di sfumature molto ampia.
Andy ’13 sistema di sedute Michel tavolino Suavis tappeto Almora poltrona e pouf
Una poltrona girevole per creare una confortevole vista del paesaggio dall’alto della collina nel relax della propria casa.
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Athos ’12 tavolo Mirto sedie
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Un’area living dalle forme definite e dal contrasto di colore tra il piano del tavolo e l’ambiente circostante dalle molte sfumature di grigio.
Prodotti e immagini B&B Italia Home www.bebitalia.com
Ray sistema di sedute Mera tavolini Frank pouf
Tutti i toni del grigio avvolgono la zona pi첫 privata del salotto che guarda al camino e alla tv.
Alys letto Eileen tavolini Ray panca Suavis tappeto
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Nella foto: Grande Papilio Outdoor poltrona e pouf
Una scatola di cemento nel verde non lontano da Torino, costruita con materiali forti, quasi poveri, come il calcestruzzo e il legno delle assi da cantiere per gli esterni dove campeggiano le poltrone, pouf e vasi dell’Outdoor di B&B Italia. All’interno la villa si colora e popola delle creazioni dell’home design di B&B Italia Home, che esaltano la linearità e pulizia dell’involucro
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Chic S
Il colore del sole entra tra texture e accostamenti diversi. Metropolitan ’14 poltrona girevole e pouf Fat-Fat tavolino Tufty-Too pouf
cSimple
L’open space della zona living guarda l’esterno attraverso un’ampia vetrata con cornice di legno. Al centro del living il divano è bifronte per poter volgere lo sguardo ovunque. Tufty-Too sistema di sedute Fat-Fat tavolini Tobi-Ishi tavolini Beverly poltrona
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La sala da pranzo è dominata da un tavolo dalle forme morbide, senza spigoli per un effetto avvolgente e funzionale. Link tavolo Vol au Vent sedie
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La morbidezza del letto, che richiama nel colore la parete, trionfa nella soffice e comoda testata interamente ricoperta di tessuto imbottito. Husk letto e tavolino
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Il basement all’ultimo piano della casa diventa una zona relax e lettura, luogo ideale lontano dalla vita quotidiana della casa per coltivare gli hobbies e il tempo libero. Arne libreria Husk-Sofa divano J.J. poltrona Pab panca
Prodotti e immagini B&B Italia Home: www.bebitalia.com
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Occasioni immobiliari di pregio
Un sogno ad occhi aperti nel cuore del centro storico di Verona, l’antico foro romano. L’appartamento di lusso in vendita a piazza Erbe si trova nel prestigioso palazzo “Mazzanti”, storico edificio risalente al 1200 e proprietà nei secoli di importanti famiglie nobiliari veronesi. La dimora di 250 mq al terzo piano del palazzo è raggiungibile con ascensore. Ristrutturazione di antico, l'abitazione ci accoglie nel magnifico salone adornato da un colonnato con soffitto in legno a cassettoni, due ampie finestre panoramiche ed una funzionale cucina moderna. La zona notte è costituita da una camera padronale con bagno privato, rivestito in marmo pregiato, e da una cameretta con bagno. La seconda camera "doppia" è dotata di bagno privato ed una funzionale cabina armadio. Finiture di pregio; impianti elettrici ed idraulici in perfetto stato, riscaldamento e aria condizionata autonomi, possibilità di posto auto coperto.
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Nel cuore del centro cittadino... Le “Case Mazzanti”, in cui si trova questa dimora storica, si riconoscono immediatamente appena si arriva a piazza Erbe, elegante e vivace piazza del centro storico. Infatti sulla facciata recano affreschi del Rinascimento (esempio della “urbe picta” – città dipinta – così era chiamata Verona nel 1500) di Alberto Cavalli, allievo del famoso Giulio Romano. L'edificio è conosciuto per importanti fatti della storia veronese come l’uccisione di Mastino I della Scala e le Pasque Veronesi. In collaborazione con "La Commerciale" - Roma
IL DESIGN, PROTAGONISTA DELLA CASA CONTEMPORANEA
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Uno stile di vita secondo Poliform
Composizione Wall System rovere cenere. Vetrine sporgenti Ghost in vetro trasparente riflettente, telaio verniciato piombo e schienali laccato opaco caramello. Ribalta sporgente Jet rovere cenere e griglie interne sp 14 mm laccato opaco piombo.
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Tavolo Howard con struttura rovere spessart e piano in marmo calacatta oro levigato. Sedie Ventura nelle versioni con e senza braccioli, struttura rovere spessart e scocca rivestita in tessuto Merida 02 tortora. Pouf Onda rivestito in velluto sfoderabile Persia 1403 ocra.
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Boiserie e letto Dream in velluto Persia 1404 carbone e pelleSpecial 40 ardesia, mensole laccato lucido visone.
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Cabina armadio Senzafine nobilitato rovere cenere.
architettura
Costruire con il legno di Linda Comerlati
L'
architetto veronese Albino Finotti porta un'esperienza ormai matura di restauri e nuove costruzioni con strutture in legno. Affacciate sull'alto lago di Garda, trovano spazio alcune recenti abitazioni progettate per godere al massimo della vista sul paesaggio, caratterizzate da un moderno utilizzo del legno, materiale adatto ad integrarsi in un contesto naturale come quello del lago. Per la ristrutturazione di un fabbricato rurale trasformato in abitazione, l'architetto sceglie la tecnologia X-LAM, un pannello portante prefabbricato composto da strati di legno incollati. Questo riduce i tempi di realizzazione dell'opera, oltre che garantire un'elevata capacitĂ di isolamento delle pareti. L'utilizzo di pareti portanti da inoltre la possibilitĂ di aprire ampie vetrate, trasformando le zone giorno in vere e proprie terrazze coperte proiettate verso l'esterno. La scelta di utilizzare il legno viene mostrata anche in facciata: la finitura a intonaco scompare per lasciare il posto a rivestimenti in listelli di legno che con il tempo cambieranno colore donando una patina piĂš materica e naturale all'edificio. Nonostante la semplicitĂ costruttiva, l'architetto non rinuncia alla sperimentazione di forme inaspettate nelle coperture e nelle terrazze, per sottolineare ulteriormente la spinta verso l'esterno degli spazi.
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La Casa Atelier sulla soglia del paradiso Nella riservata val Bregaglia il racconto, in progetto, del dialogo tra tradizione e contemporaneitĂ : la Casa Atelier di un fotografo svizzero
di Marco Piccolroaz
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La soglia del paradiso”. Così il pittore Giovanni Segantini, che vi svernò per alcuni anni, definì il villaggio bucolico di Soglio sulle Alpi Svizzere. E proprio in mezzo alle verdi montagne di Soglio, nella parte alta del paese, si trova la casa Atelier, realizzata dall’architetto Armando Ruinelli. Il committente è un noto fotografo svizzero che si divide tra New York e il piccolo paese della val Bregaglia diventato il suo “rifugio” quando rientra in Europa. Ciò che colpisce di questa valle è la presenza di edifici rurali dalla grande fisicità con murature massicce e profonde costruite con la pietra locale, alternate da strutture più leggere in legno. Il paese di Soglio si specchia in questa rappresentazione con la sua compattezza e i suoi vicoli che in modo quasi organico
ne definiscono i percorsi, tutto nella giusta proporzione in un bucolico scenario di architettura montana. Fotografo dal forte carattere metropolitano, il committente vuole crearsi una sua base europea, fuori dai clamori della città ma dentro un senso del luogo profondo. Da un punto di vista funzionale si pone la necessità di costruire un progetto dalle dimensioni importanti che raccolga sia la parte residenziale della famiglia che l’atelier, vera e propria seconda sede, dove poter svolgere il proprio lavoro e raccogliere l’importante archivio. Il luogo prescelto accoglie i resti di un edificio esistente che però non soddisfa le necessità del proprietario, perciò Ruinelli si interroga sulla necessità di ribadire una sequenza che è fondamentale per l’integrità urbana del
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nucleo abitato di Soglio, una ritmica fatta di piccoli volumi che si susseguono in modo preciso ma non razionale. La casa Atelier si struttura così in due volumi distinti, tenuti assieme da un piano interrato che definisce i grandi spazi di lavoro. Gli spazi posti in superficie contengono le funzioni di residenza e definiscono uno spazio interno a giardino che richiama quello di alcuni elementi a verde presenti in paese (foto 4). La composizione delle facciate rappresenta bene il lavoro che Ruinelli ha fatto, anche in altri progetti, di lettura critica dei caratteri tipologici e formali della valle. Nessuna tentazione di mimetizzarsi ma neanche di enfatizzare personalismi che sarebbero assolutamente stridenti all’interno di un nucleo urbano dall’equilibrio delicato e sincero. Il progetto mette in risalto chiaramente anche la grande padronanza tecnica nell’utilizzo dei materiali di Ruinelli. Nessuna mistificazione o mediazione rispetto a possibili soluzioni realizzative ma la consapevolezza che, ad esempio, il calcestruzzo a vista rappresenta la naturale contemporaneizzazione di quella che fu la pietra in passato, in tutta la sua sincerità (foto 3). Con questo progetto, Ruinelli, riesce a sintetizzare con maestria quella giusta posizione tra tradizione e contemporaneo, una personale interpretazione frutto di una consapevole “padronanza” dei luoghi che lo circondano.
Armando Ruinelli (1954), consegue il diploma di disegnatore a Zurigo. Intraprende in seguito studi da autodidatta e apre nel 1982 uno studio di architettura a Soglio (Grigioni). Nel corso della carriera ha realizzato diversi progetti di pregio e attualmente sta lavorando alla trasformazione e all’ampliamento di un albergo in Engadina, alla realizzazione di una casa atelier nell’ex Germania dell’est e ad una magazzino-atelier per opere d’arte. Ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui negli ultimi anni: l’International Living Application Award nel 2013 e la nomination nel 2014 per il Tageslicht Award. E’ stato professore alla facoltà di architettura presso Biberach a.d.Riss (Germania) e Kaiserslautern (Germania). È membro del comitato per la cultura architettonica nel Tirolo e membro della federazione degli architetti svizzeri (FAS).
Quest’anno Ballarini interni sigla la partnership con Citrac (Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea), l’associazione culturale trentina fondata nel 1993 da un gruppo di architetti con lo scopo di promuovere un processo dialettico di rinnovamento dell’architettura contemporanea alpina. L’attività del Circolo si concentra nel presentare, discutere, pubblicare e costruire un archivio di progetti e di architetture realizzate nel contesto alpino attraverso seminari, workshop, dibattiti, conferenze, convegni e viaggi di studio “a tema”. Durante uno di questi incontri l’architetto Armando Ruinelli è stato ospite dello showrooom Ballarini Interni di Rovereto nell’ambito di un recente evento organizzato da Citrac, che ha visto la presentazione dei lavori del famosi architetto svizzero al museo Mart di Rovereto e in seguito un party presso il punto vendita dell’azienda di arredo e design. 38
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Residence Country Golf Lounge Garda Lake
Il residence si inserisce integralmente nell’ambiente naturale del Lago di Garda, è composto di sole 8 unità immerse nel giardino di ca. 2.000 mq, piantumato con ulivi decennali direttamente sul lago con una vista panoramica tra le piÚ esclusive. A pochi passi dal borgo caratteristico di Pai di Torri del Benaco, raggiungibile anche a piedi con la passeggiata lungolago, il residence risulta essere molto comodo a tutti i principali servizi.
www.magri.it
IL LAGO NEL LOFT
Cosa si può fare con un loft dalle moderate dimensioni? Suggerire mondi con materie e spazi a cura della redazione su materiale degli architetti Brentegani e Bertoldi
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Il ferro, algido ed elegante per la scala semplice e raffinata che accoglie il primo sguardo di chi entra. Come un elemento decorativo è addossata ad una parete di marmo lavorato che modula la luce e contrasta la rigidità della scala. A sinistra: parete in marmo Stratos design_Black meteorite_natura collection. Lampadario Chandelier realizzato da architetti. Sotto: quadro realizzato da Emilio Martinelli. Porta scorrevole CSD1 rivestita in pelle disegnata dagli architetti.
l lago nel loft. L’esperienza progettuale di questo loft open space con terrazza panoramica sul lago di Garda parte da qui: dalla volontà di portare i quadri naturali che si creano nell’arco della giornata all’interno delle mura domestiche. Pochi materiali in armonia tra loro e ad ogni materiale una connessione: il ferro per l’eleganza e la forza; la pelle per il calore e l’ospitalità; l’avvolgente e discreta resina per accogliere ed abbracciare il tutto. Il restyling di questo elegante e moderno loft, curato dagli architetti Claudia Brentegani e Federico Bertoldi dello studio BC+V, è stato una vera sfida: l’appartamento era molto piccolo e non aveva spazi adeguati alle esigenze del proprietario, ma soprattutto non sfruttava minimamente la magnifica vista lago che si può ammirare dalle vetrate e dall’ampia terrazza. “Abbiamo cercato di immaginare un luogo quasi etereo, che lasciasse spazio ai riflessi di luce che si possono godere nel corso delle ore del giorno. Allo stesso tempo i materiali e i colori avrebbero dovuto caratterizzare la forza e la personalità del proprietario, riassumendo in pochi gesti design e innovazione”. Parola d’ordine open space, di pari passo con il design e l’eleganza. Così il piano di ingresso del loft è stato dedicato completamente alla zona giorno, cucina e living, mentre nel soppalco è stata organizzata la zona notte. Less is more, togliere corrisponde nella maggior parte dei casi a dare qualità: perciò da qui la scelta di aprire tutti gli spazi per vivere di una visione a 360 gradi con l’esterno.
La resina, per un tocco minimal e allo stesso tempo caldo e vellutato, è stata scelta per ricoprire il pavimento preesistente. Nella zona ingresso è stata disegnata una cucina essenziale,con piano in corian* e bancone scorrevole da un lato e dall’altro colonne contenitori che si prestano anche a funzione ripostiglio. Il tutto illuminato da un controsoffitto in barrisol* che illumina sia verso il basso che verso l’alto.
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Claudia Brentegani e Federico Bertoldi dello studio BC+V architetti con sede a Pescantina in via della Filanda 17 tel 045 6703067 www.BCpiuVarchitetti.it
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Infine la pelle, calda ed accogliente. ”Abbiamo ideato un parapetto facendo scorrere dei cavi di pelle nello scheletro in ferro. Il tutto per un effetto più materico e poco invasivo, che lasciasse la possibilità di far passare sempre lo sguardo.
CORIAN Materiale inventato e prodotto dalla DuPont nel 1967. Questo materiale ha rivoluzionato il settore industriale della produzione dei piani cucina e piani bagno, rappresentando il primo prodotto con gli stessi pregi dei piani in pietra e con il vantaggio della possibilità di essere prodotto in qualsiasi forma ed essere lavorabile come il legno. Resiste alla luce diretta del sole, sollecitazioni e calore e il suo colore si mantiene sostanzialmente immutato nel tempo.
L’intervento di restyling si conclude sulla terrazza. Una nuova pavimentazione in legno teak che ricopre il parapetto in muratura esistente e diventa panchina e vasca contenitore di essenze botaniche.
BARRISOL Materiale di rivestimento per la finitura degli interni. A partire dal nome che ne identifica immediatamente la funzionalità: una barriera isolante, il Barrisol fu ideato per isolare, ribassando, l’altezza massima degli ambienti.
Lago di Garda Lazise
Elegante Villa di nuova costruzione realizzata con materiali di altissima qualità, in zona collinare esclusiva, tranquilla e soleggiata con stupenda vista lago e piscina. La Villa è composta da soggiorno, cucina, 4 camere, 4 bagni, ampi terrazzi, taverna, e garage per 4 auto. Comoda al centro paese di Lazise. C.E. “C”.
Stefano Lorenzini Eurogarda Immobiliare Via Pascoli 31, Affi (VR) Italia tel. +39 045 6268993 stefano.lorenzini@eurogarda.it www.eurogarda.it
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UNA CASA A ROVERETO INTERPRETA LE ESIGENZE DELL’ABITARE CONTEMPORANEO
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di Linda Comerlati con il contributo di Oscar Vaccari
arole d’ordine: funzionalità e minimalismo sia nella scelta di materiali e colori, ma soprattutto nell'ideazione degli spazi. L'ultima realizzazione di Ballarini Interni interpreta le necessità dell'abitare moderno attraverso un'attenta progettazione degli spazi interni; si tratta del progetto per una zona giorno in un appartamento in centro a Rovereto. Il progettista si è trovato di fronte ad una zona giorno open-space, in cui ha proposto la realizzazione di una sorta di "scatola" multiuso in grado di dare una nuova lettura delle diverse funzionalità dello spazio. La collocazione di questo contenitore è motivato dalla preesistenza di un pilastro centrale, che in questo modo, con i cartongessi appositamente studiati, svanisce alla percezione visiva. In questo modo viene a crearsi un percorso costituito da ingresso, zona living e
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angolo cucina, ciascuno attrezzato con le giuste funzioni e proporzioni. La realizzazione prevede un sofisticato lavoro di scelta dei materiali e delle finiture di superficie che, anche grazie allo stacco cromatico bianco/nero, permette di identificare i diversi ambiti d'uso. Ancora una volta il "contenitore" centrale guida il progetto, grazie all'utilizzo del legno di rovere tinta carbone. Legno, il materiale piÚ caldo di questo interno, che vuole sottolineare la centralità di questo elemento che diventa ancora di piÚ catalizzatore di tutto il movimento del locale. Per questo si è scelto di "mimetizzare" la cucina optando per una finitura bianco opaco come le pareti circostanti e, giocando con i riflessi di luce sempre indiretta e oculatamente disposta, diventa l'unico elemento che ammorbidisce lo spazio estremamente geometrico. A tutto questo fa da palcoscenico il pavimento in resina che essendo molto "pulito" e materico diventa il perfetto supporto per il progetto realizzato. Bianco e nero, geometria e riflessi di luce, la proposta trentina per la zona giorno.
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Costruire con la canapa La riscoperta delle “case da coltivare” Linda Comerlati
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a canapa, materiale appartenente alla tradizione agricola veneta, è il materiale protagonista dei recenti lavori dell’architetto veronese Nicola Preti. Due progetti di ristrutturazione ora in fase di realizzazione, sono l’occasione per sperimentare una tecnica costruttiva innovativa ma che sa di antico. La canapa infatti era una coltura molto diffusa nei nostri territori per usi tessili, poi abbandonata con l’arrivo del cotone. Una nuova ondata di innovazione la sta oggi riscoprendo grazie alle sue qualità edilizie. La canapa, infatti, è un materiale naturale, anallergico e con una bassa energia incorporata, cioè ha bisogno di pochissima acqua ed energia per essere prodotta, rispetto ad esempio al cemento. Impastata con la calce, permette di ottenere un materiale altamente isolante, strutturalmente resistente ed ignifugo. Sono queste le premesse che permettono al giovane studio di Verona di ideare due progetti di ristrutturazione molto diversi tra loro. Il primo prevede l’ampliamento di una palazzina degli anni ‘60, realizzato con una muratura in legno e tamponamento in biomattone di calce e canapa. Il secondo riguarda il rifacimento del tetto di un palazzo storico a San Zeno, completamente isolato con calce e canapa sciolta. “I muri in biomattone funzioneranno come polmoni, che, regolando l’umidità, impediranno la formazione di muffe”, racconta Nicola. Il fascino nascosto in questo tipo di costruzioni è l’idea di utilizzare materiali che provengono direttamente dalla terra. Contrariamente all’edilizia corrente, che predilige l’utilizzo di materiali di origine chimico-industriale come il cemento, il polistirolo, il metallo, i materiali naturali, allo stesso costo, permettono di rispettare gli standard energetici senza danneggiare l’ambiente naturale e senza produrre rifiuti dannosi. Da qui nasce l’idea di “Case da cotivare”, un gruppo di progettazione e costruzione avviato dagli architetti Nicola Preti e Francesco Adami, già specializzato in edifici di paglia, con la partecipazione di imprese bioedili, in grado di realizzare edifici con materiali naturali locali (legno, canapa, paglia, argilla, ...) e riciclabili al termine del ciclo di vita. A breve sarà possibile visitare i due cantieri, per apprendere la nuova tecnica costruttiva con la calce e canapa.
Maggiori informazioni: www.nicolapreti.it www.casedacoltivare.it In alto: il canapulo macinato. Sopra: progetto di rifacimento del tetto di un palazzo storico a San Zeno con isolamento in calce e canapa sciolta. A sinistra: progetto di ampliamento di una palazzina residenziale degli anni ‘60 con muratura in biomattoni di canapa e calce e intonaco in argilla.
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UN ANTICO FIENILE IN PIETRA SI TRASFORMA IN UN ELEGANTE RUSTICO Come creare degli spazi abitativi in un vecchio rustico dismesso? Ecco come sono stati ristrutturati gli annessi della settecentesca Villa Saccomani, sulle colline moreniche di Sommacampagna
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Progetto realizzato da: bricolo falsarella associati Vicolo Olmo 21 Sommacampagna, VR info@bricolofalsarella.it http://www.bricolofalsarella.it
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ll’interno del prestigioso parco monumentale di villa Saccomani si trovavano degli edifici all’apparenza di scarso valore architettonico. Sotto un ampliamento Novecentesco di cemento si nascondeva infatti un pittoresco nucleo originale in sasso di fiume tipico delle costruzioni rurali di tutta l’area. L’affascinante costruzione originaria è stata messa a nudo e su di essa è stato realizzato un nuovo ampliamento in mattoni con finitura a faccia a vista. Il risultato finale appare unitario ad un primo impatto perché il cotto dei mattoni e il sasso sono stati coperti con una scialbatura in calce color corda, mentre, ad una vista sempre più ravvicinata, risulta possibile distinguere chiaramente la parte originaria ed il nuovo ampliamento in mattoni. L’edificio risulta visivamente suddiviso in due parti, dove la muratura in sasso coincide con il piano terra e accoglie la parte del living, mentre la nuova muratura in mattoni definisce il primo piano con la zona notte. La parete in mattoni al piano primo è interrotta a tutt’altezza con dei tagli che definiscono le nuove finestre e i serramenti hanno i profili posati totalmente sul lato interno della facciata in modo da non risultare visibili ed enfatizzata l’idea di un’architettura senza tempo. Al piano terra, risaltano le nuove vetrate con i profili in ferro a vista posate all’interno dei portali rustici. La parte più bassa dell’edificio è occupata da un grande salone a doppia altezza dedicato alla vita sociale della famiglia e legato al parco della villa dove è stata realizzata la nuova piscina. Il progetto ha previsto infine la trasformazione in giardino del brolo interno con la creazione di un grande parterre a prato e la costruzione di una piscina centrale ispirata alle tipiche peschiere delle ville venete. Un speciale trattamento a resina color verde stonalizzato ha consentito di ricreare l’effetto visivo tipico delle peschiere settecentesche con l’acqua specchiante che riflette il cielo, gli alberi e le architetture.
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DA SAN BONIFACIO LA CASA PASSIVA
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è chi, nonostante la tradizionale abitudine nostrana alla conservazione paesaggistica a tutti i costi, non rinuncia alla proposta di nuove forme per l'abitare, in apparente contrasto con le imposizioni di soprintendenze e uffici comunali. L'architetto sambonifacese Federico Cappellina, formatosi in Italia ma con importanti esperienze lavorative all'estero, sta compiendo un interessante percorso progettuale nella direzione della casa passiva a energia quasi zero, in linea con le recenti direttive europee che impongono al 2020 l'abbattimento dei consumi di energia derivanti dalle nuove costruzioni. Il progetto in fase di costruzione di una nuova villa a Soave, "Villa SD", è costituita da volumi minimalisti dal sapore modernista, con tetto piano e grandi aperture finestrate. Scelte costruttive in pieno contrasto con la consuetudine architettonica del centro storico di Soave, ma approvate dal Comune perchÊ necessarie per il corretto
funzionamento a consumo quasi zero. Si tratta infatti di una costruzione in legno, pensata per essere riscaldata solo grazie all'energia del sole, e capace di mantenere freschi gli ambienti d'estate attraverso accorgimenti particolari come i giardini pensili sul tetto. Una casa che vuole aspirare a funzionare come la natura, in grado di autoregolarsi rispetto alle condizioni climatiche e senza pesare sull'ambiente. Questa nuova tecnica costruttiva definita "casa passiva" è affermata già da vari anni in campo architettonico ma è solo di recente che nel nostro territorio, e specialmente nelle aree vincolate, sta entrando nella pratica corrente. Villa SD si fa interprete di queste nuove esigenze dell'abitare, senza rinunciare al legame formale con il paesaggio locale. Il fronte dell'edificio verso la strada, infatti, riprende simbolicamente il muro di cinta in sasso del lotto vicino, ed è quasi privo di finestre come in un confronto diretto tra il vecchio e il nuovo. La parte più privata sul retro dell'abitazione è invece completamente vetrata, con l'intenzione di far entrare visivamente la natura del giardino dentro gli spazi dell'abitazione. Soluzione adottata anche per la villa "CP Diamante" a San Bonifacio, un edificio che ricorda la forma di un cannocchiale, costituito da due parallelepipedi intersecati fra loro e completamente vetrati alle estremità. In quest'opera l'architetto Cappellina ha voluto concentrare l'abilità e lo sforzo progettuale nell'ideazione di un edificio il più possibile neutro rispetto all'ambiente agricolo circostante. La ricchezza del progetto emerge la notte quando l'accurata illuminazione mette in luce gli interni della casa, caratterizzati da una scelta sobria ed elegante delle finiture, e la piscina a sfioro sul retro. In queste case le forme e gli spessori non sono mai casuali ma sono il risultato di una meticolosa progettazione tecnica al fine di massimizzare i benefici derivanti dallo sfruttamento delle energie della natura. Un geometrico alternarsi di sporti, ombreggiamenti, masse termiche, vetrate e giardini pensili; è questa l'interpretazione della casa moderna che da San Bonifacio vuole dialogare con le più recenti novità architettoniche a livello internazionale.
Qui a sinistra, disegno prospettico e 2 foto del cantiere di Villa SD a Soave
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architettura sostenibile è il suo marchio di fabbrica. Michele Perlini, architetto e designer veronese, è da tempo impegnato in un percorso di ricerca che unisce la valorizzazione dell’individuo in sintonia con l’ambiente naturale. La filosofia dei sui progetti, pubblicati in importanti riviste di architettura italiane ed internazionali, nasce sempre dall’ incontro fra design, qualità, funzionalità e semplicità. Ha disegnato quest’anno una nuova collezione di mobili handmade presentata al 100% design in London e al Salone di Milano, una linea di tappeti,lampade,suite per Luxury hotel,un nuovo concept per abitazioni prefabbricate in legno, interior di attici esclusivi e molto altro.Noi di Abitare Verona l’abbiamo intervistato per scoprire il suo segreto per le sfide professionali più complesse. Cos’è l’architettura? L’architettura è un’arte e un servizio. Un mestiere che va oltre alla semplice immagine, è creatività, scienza, emozione ma soprattutto responsabilità sociale verso le generazioni attuali e future: è Sostenibilità. Come nasce l’idea del nuovo concept per abitazioni prefabbricate in legno? Come un vestito l’abitazione viene cucita sartorialmente, sarà unica ed irripetibile. Abbiamo realizzato dei modelli di case prefabbricate in legno ad alta efficienza e proposte nella modalità chiavi in mano. Ciascuno dei modelli punterà ad ottimizzare al massimo comfort, alta tecnologia, accessibilità, sicurezza e design sfruttando materiali naturali e certificati. “ Il nuovo lusso è sinonimo di felicità : serve tempo da dedicare a se stessi, alla creatività, alla salute e al vivere bene “. Cos’è il turismo consapevole? Da circa 10 anni il nostro studio è operativo nel settore del turismo. Turismo consapevole significa progettare hotel e soluzioni chiavi in mano con uno sguardo alla sostenibilità: dall’architettura, all’interior, dalla luce, al paesaggio. Che cos’è Clima Welcome? Con CasaClima abbiamo lavorato per proporre una nuova certificazione, si chiama Clima Welcome. Il primo progetto ha coinvolto la ristrutturazione di un palazzo in pieno centro storico di Verona proprio di fronte al celebre balcone di Giulietta, per dimostrare che è possibile rendere efficiente dal punto di vista energetico anche un edificio del 1300 sotto tutela.I consumi per riscaldamento e raffrescamento sono stati ridotti dell’ 80%.
In alto: Una villa CasaClima. International Style Sostenibile, primo prototipo internazionale, Verona 2012. A destra: Michele Perlini seduto su Suite Armchair ® la nuova ed esclusiva poltrona nata dall’ idea di Michele Perlini. E’ Sostenibile, 100 % made in Italy e prodotta artigianalmente con finiture di livello sartoriale. Struttura in legno massiccio, tessuti naturali in lino, seta e cotone,studiata per essere integrata con 5 esclusivi accessori.
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QUANDO ARCHITETTURA E DESIGN DIVENTANO SOSTENIBILI
L’architetto veronese Michele Perlini racconta la sua personale visione di architettura sostenibile
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Verona all’Expo di Milano con la Nike di Rubino
a riscosso un grande successo la recente opera dell'artista veronese Francesco Rubino, la Vittoria alata di Samotracia, selezionata da Vittorio Sgarbi assieme a Oscar Farinetti per la mostra "Il tesoro d'Italia", inaugurata il 22 maggio all'interno del padiglione di Eataly all'Expo di Milano. La scultura reinterpreta la celebre scultura classica di una vittoria alata esposta al Louvre di Parigi, e da molti considerata il simbolo della classicità greca. Il lavoro di Rubino riprende con coraggio un archetipo dell'arte antica e lo ricostruisce grazie allo sguardo critico e alle capacità rinnovate di un artista contemporaneo. Il volume originale della statua viene scomposto e sezionato in elementi geometrici essenziali per essere poi rimontato in un insieme alleggerito e allusivo, che non vuole sostituirsi all'originale ma coglierne le principali linee di forza e la morbidezza della sagoma. L'opera finale è un corpo realizzato in 67 sezioni di legno multistrato sorrette da un'anima in metallo alta 3,80 metri. Sul ventre e sulle gambe la rigidezza imposta dai tagli orizzontali degli strati di legno si scioglie in un drappeggio eseguito a mano, che dona all'opera la grazia, la naturalezza e la drammaticità appartenenti all'originale. La sagoma termina con una favolosa apertura alare, composta da minute piume sempre in legno, disposte in forma concava o convessa per aumentare il senso di movimento e accennare un certo realismo. In questa speranzosa restituzione di una Vittoria possente ma allo stesso tempo aperta alla comprensione dell'osservatore, Francesco Rubino si rivela all'altezza del confronto con gli altri artisti italiani contemporanei esposti nel padiglione milanese, come Piero Guccione, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Enzo Cucchi, Andrea Martinelli, Enrico Castellani, Carol Rama, Giò Pomodoro, Gaetano Pesce. Un gruppo dalle radici locali ma che, come la stessa Expo milanese, vuole arricchire l'arte italiana di nuove prospettive globali.
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interior design
Il bagno firmato
agape La gamma prodotti di Agape si rinfresca e si arricchisce continuamente di nuove proposte. Versatilità, personalizzazione e segni senza tempo caratterizzano le sperimentazioni e le numerose novità presentate in occasione del Salone del Mobile 2015 Vasca Lariana
design Patricia Urquiola Dimensioni contenute dall’elevata versatilità progettuale, questo è la vasca Lariana, squisito riferimento geografico al lago di Como. Leggerezza strutturale per un prodotto dalle forme lineari e moderne che reinterpreta le vasche da bagno di inizio Novecento.
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Vasca Cuna
design Patricia Urquiola Compatta e di dimensioni ridotte, Cuna esibisce con orgoglio la sua struttura sottolineando le sue delicate forme tondeggianti.
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Contenitori Lato
design Benedini Associati Un programma di contenitori caratterizzato dalle ampie dimensioni e dalle molte finiture delle ante: legni, marmi, vetri e cuoio sono le possibili
Vasca Canal Grande
design Paolo Lucidi, Luca Pevere Canal Grande è una vasca dalla lunghezza contenuta che nasce dall’incontro di un materiale contemporaneo – il Cristalplant® biobased – e un oggetto del passato, memoria fatta di storie, profumi e forme: il lavatoio
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Residence Quinzano
Complesso residenziale ad elevato risparmio energetico “ CLASSE A� in Via Selva - Quinzano (VR)
Realizzato da IMMOBILIARE EUREKA Srl Via Selva 11 - Quinzano - (VR) tel. 348 8552404 - fax 045 8102092 info@immobiliareeureka.it
progettazione interna e rendering a cura dell' arch. Andrea Giuriato
INTO THE LIGHT
Le proposte di Rimadesio per la zona giorno in cui la luce ricopre un ruolo da protagonista attraverso le trasparenze e i riflessi del vetro
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L’essenzialità delle geometrie architettura e arredo si integrano con armonia, suggerendo spazi domestici essenziali e rigorosi. Questa è la filosofia alla base del progetto Alambra, caratterizzato dal particolare disegno delle ante. L’illuminazione a led integrata nei ripiani, valorizza al massimo gli oggetti esposti. Nella foto: madia Alambra struttura alluminio palladio; ante, spalle e schienali in vetro riflettente chiaro.
La combinazione tra il sistema Self e le mensole Eos permette di sviluppare soluzioni sempre differenti che rendono ancora più completa la collezione Rimadesio dedicata alla zona giorno. Un progetto che fa della versatilità la propria qualità principale con composizioni di modularità orizzontale o contenitori che si sviluppano in verticale.
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CONOSCIAMO ASSIEME COME È POSSIBILE ILLUMINARE DIVERSI AMBIENTI DELLA CASA IN MODO FUNZIONALE, SENZA PERDERE DI VISTA L’ESTETICA con il contributo di Naida Nappa
Illuminare con stile U
na buona illuminazione è una componente fondamentale dell’arredamento. Proprio come un buon make-up, che sa far risaltare i dettagli del viso e maschera eventuali difetti strutturali. La luce è invisibile finché non colpisce un oggetto o una superficie. Ed è proprio il controllo su questo mezzo così complesso che dà al progettista della luce, il lighting designer, la capacità di creare gerarchie, dinamiche e stati d’animo. Nella progettazione della casa l’illuminazione è importante per il comfort e la qualità di vita di chi la vive, ma cosa si intende per buona progettazione illuminotecnica, e come si ottiene? Illuminare la casa significa innanzitutto capire quanti sono i punti luce necessari e sceglierne il posizionamento all’interno delle stanze per armonizzarli con l’architettura della casa e gli elementi di arredo. Per questo motivo, spesso la luce artificiale, oltre al supporto di un eventuale lampadario centrale, deve poter contare sul contributo di lampade a parete o paralumi, ovvero fonti diverse, da accendere a seconda dell’atmosfera che si desidera creare. Illuminare bene una casa richiede qualche riflessione che implica una collaborazione tra architetto e lighting designer al fine di garantire il benessere di chi vive la casa e valorizzarne l’estetica. Scopriamo la differenza tra luce tecnica e luce decorativa. Queste due forme di illuminazione sono semplicemente diversi scenari che aiutano a creare l’atmosfera ideale per ogni momento della giornata: soffusa e rilassante per la sera, accesa e vitale per il giorno.
Perché scegliere la LUCE DECORATIVA? Un esempio di luce decorativa è questa lampada da terra firmata Philippe Starck per Flos, Bibliotheque Nationale. Adatta ad ambienti raccolti come il salotto o la camera da letto, questa lampada è caratterizzata da una particolare struttura nata per illuminare ma perfetta anche come libreria grazie ai piccoli scaffali in acciaio inox ai lati della tradizionale asta tubolare. Questo tipo di luce permette di illuminare zone della stanza e creare situazioni ottimali per la lettura o il relax serale. Disponibile in diverse finiture: trasparente, alluminato bronzo, alluminato argento, tessuto, fumée. Una presa USB posizionata sulla base permette la ricarica dei più comuni smartphone e tablet.
A destra, Bibliotheque Nationale (designer Philippe Starck). Nella pagina seguente, The Running Magnet.
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Perché scegliere la LUCE TECNICA? Una forma di illuminazione più discreta nell’estetica, ma efficace dal punto di vista tecnico è appunto l’illuminazione tecnica. Un esempio di questo approccio alla luce è The Running Magnet di Flos, illuminazione ad incasso integrata nel controsoffitto. Corpi illuminanti a luce diffusa per garantire una luce di base uniforme e la possibilità di aggiungere degli spot per l’illuminazione puntuale delle zone di lavoro. È possibile in questo modo avere un’illuminazione ambientale o di accento, adatta ad ambienti come la cucina e l’home office.
Prodotti e immagini di Flos: www.flos.com
Chi sono i LIGHTING DESIGNER? I professionisti dell'illuminazione apportano a un progetto architettonico e paesaggistico una solida competenza tecnica e la sensibilità delle loro particolari metodologie progettuali. Il valore aggiunto che forniscono può determinare il successo o l'insuccesso di un progetto.
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eventi
MEZZO SECOLO DI MARMOMACC
Grandi novitĂ per festeggiare i 50 anni di Marmomacc, la piĂš importante manifestazione internazionale dedicata a marmi e graniti, tecnologie di lavorazione, design e formazione. A Veronafiere, dal 30 settembre al 3 ottobre, insieme ad Abitare il Tempo di Maria Teresa Ferrari
A sinistra, Marmomacc 2014 (foto Ennevi). Sopra, Marmomacc 2014 (foto Maurizio Marcato).
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inquant'anni fa Marmomacc muoveva i primi passi a Sant'Ambrogio di Valpolicella. Nonostante i momenti bui che hanno investito anche il settore del marmo, la rassegna è cresciuta sempre più ed oggi compie 50 anni e presidia mercati consolidati ed emergenti con un calendario di eventi negli Usa, Brasile, Qatar, Arabia Saudita, Oman e Marocco ed Egitto. La più importante manifestazione internazionale dedicata a marmi, graniti, tecnologie di lavorazione, design e formazione, torna a Veronafiere dal 30 settembre al 3 ottobre (www. marmomacc.com). Dal 1961 la rassegna dà voce ad un settore che, nel 2014, ha raggiunto in Italia una produzione complessiva di oltre 3,84 miliardi di euro di valore, con 3.340 aziende e 33.700 addetti. Numeri che esprimono una realtà manifatturiera di primo livello, fortemente orientata all’export che realizza oltreconfine il 75% del fatturato, pari a 2,88 miliardi di euro nel 2014. Per questa 50° edizione, con il supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE), dell’Italian Trade Agency e di Confindustria Marmomacchine, Marmomacc dedica un progetto speciale a sostegno del Made in Italy all'interno del Padiglione 1. Si tratta di The Italian Stone Theatre, dove si celebrerà l’eccellenza assoluta dell’industria italiana del marmo con un grande “teatro” dedicato al mondo della pietra e delle macchine per la lavorazione, in cui saranno messe in mostra tecnologie e sperimentazioni litiche rigorosamente italiane. Non mancherà uno spazio dedicato alla ristorazione d’autore con la presenza di uno chef stellato per ogni giornata di manifestazione.
Le mostre _DIGITAL LITHIC DESIGN Curata da Raffaello Galiotto, una collezione di tredici opere sperimentali in marmo, per mostrare le potenzialità dell’eccellenza tecnologica unite a design e a digitale. _LITHIC VERTIGO A cura di Vincenzo Pavan, è una mostra di sperimentazione e creatività sull’uso della pietra, finalizzata a promuovere il “Made in Italy” litico interpretato da progettisti internazionali. _CARPETS OF STONE A cura di Raffaello Galiotto e Vincenzo Pavan, presenta un collage di tappeti di pietra lungo un percorso che separerà le diverse mostre e porterà il visitatore a camminare su un patchwork litico. _PREMIO INTERNAZIONALE ARCHITETTURE DI PIETRA - XIV EDIZIONE Torna l’International Award Achitecture in Stone, il premio biennale, curato da Vincenzo Pavan, riservato a progetti che sappiano interpretare con tecniche e linguaggi nuovi il mondo lapideo nel rispetto del paesaggio in cui sono stati realizzati. Due delle opere premiate: Emre Arolat Architects Sancaklar Mosque - Istanbul, Turchia Max Dudler + Atelier WW Edifici a torre in Hagenholzstraße - Zurigo, Svizzera, 2013 _MARMOMACC & THE CITY 2015 a cura di Laura de Stefano Marmomacc & the City, mostra di sculture e installazioni en plein air, giunta alla quarta edizione e organizzata da Veronafiere in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e il Comune di Verona e curata dall’architetto Laura De Stefano, presenta opere, installate tra piazze, cortili e vie di Verona.
Abitare la casa ad Abitare il Tempo Per il secondo anno Veronafiere propone in accoppiata a Marmomacc la manifestazione Abitare il Tempo, il salone b2b (Palaexpo), rivolto agli operatori dell’interior design e del contract con le migliori proposte di materiali e design d’interni (www.abitareiltempo. com). Una formula orientata al mondo del progetto, del su-misura e del contract, per valorizzare il saper fare di industrie del design, piccole e medie aziende, laboratori artigianali e produzioni di nicchia, con proposte che spaziano dal mobile in stile all’oggettistica e illuminazione, fino a tessuti, cucine e arredo bagno. Tra le novità di questa edizione l’area “Living under 20”, dedicata all’arredamento per i giovani con proposte di allestimenti a tema (camere per sportivi, amanti della musica, appassionati di nuove tecnologie), a cura di Antonella Andriani e Ambrogio Rossari.
PLN VERONA
Omaggio a Pier Luigi Nervi
Prodotta da EXPOSITORE - a cura di Dario Biello
Ad uno dei protagonisti dell’architettura strutturale nel panorama internazionale del Novecento, Pier Luigi Nervi, autore di importanti opere nella città scaligera, sarà dedicata una mostra celebrativa all’interno di Palaexpo. Oltre al Ponte Risorgimento e al Magazzino libri della Biblioteca Civica, Nervi partecipò al concorso indetto dal Ministero del Tesoro per un complesso immobiliare da adibire a sede di uffici statali tra via Shakespeare, via Luigi da Porto e le mura Viscontee. PNL Verona si svilupperà attraverso un percorso interattivo alla scoperta del grande ingegnere e delle sue opere veronesi.
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Ritorna il Premio Architettiverona di Alberto Vignolo
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icorre quest'anno l'appuntamento biennale con il Premio Architettiverona, giunto nel 2015 alla sua quarta edizione. Una tradizione ancora giovane e fresca per questo riconoscimento, che è stato istituito nel 2009 in occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione di «Architettiverona», la storica rivista data alle stampe per la prima volta nel 1959 grazie all'iniziativa pionieristica di un valoroso gruppo di giovani (di allora) architetti. Attraverso alterne stagioni, l'ultima delle quali ha preso avvio da un rilancio della formula avvenuto nel 2006, quello che era uno strumento di dibattito culturale, e che in certe fasi era stato ricondotto a semplice bollettino professionale, è tornato ad essere inteso come mezzo di elaborazione e promozione di una consapevole cultura architettonica nel territorio di riferimento, quello di Verona e della sua provincia. Un giusto tributo va pertanto all'editore, l'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Verona, che certo non ha finalità
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editoriali nei propri compiti istituzionali di organismo di categoria, ma che sostiene la rivista nell'ambito delle attività culturali che costantemente organizza, per gli iscritti e non solo. Una redazione fatta dall'entusiasmo di architetti giovani – quanto meno nello spirito, condizione necessaria a compendiare il carattere volontaristico del pur oneroso impegno – sostiene le uscite trimestrali del periodico, distribuito gratuitamente agli oltre duemila architetti iscritti all'Albo provinciale, a enti, istituzioni e a quanti ne facciano richiesta per condividere la conoscenza e la passione per l'architettura. Nel 2014 arriva la nuova veste grafica di Happycentro ad arricchire ulteriormente l'aspetto visivo delle pagine; il lavoro di provetti fotografi è fondamentale nel dare testimonianza di spazi e luoghi attraverso l'aspetto sensibile delle immagini, in parallelo al racconto delle penne che ne descrivono caratteristiche e usi, materiali e tecniche, storie e contesti, personaggi e interpreti. Il lancio del sito
Foto grande in alto: Uffici, auditorium e laboratori Simem a Minerbe. Progetto: Archingegno / Carlo Ferrari e Alberto Pontiroli (Premio AV 2011, menzione speciale della giuria, foto Maurizio Marcato). In alto a destra: Recupero abitativo ad Avesa, progetto di Lorenzo Marconato e Silvia Martini (Premio AV 2013, under 40, foto Giovanni Peretti). Sopra: Asilo aziendale GSK a Verona, architetti Antonio Citterio Patricia Viel and partners (Premio AV 2011, foto Studio Citterio Viel).
www.architettiveronaweb.it raccoglie i materiali della rivista e si prepara a ulteriori passi in avanti verso una dimensione sempre più digitale e multimediale: fatto salvo il valore irrinunciabile della stampa su carta, che dovrà essere preservato. Come si colloca il Premio AV entro questo contesto? Fin dalla sua istituzione, il Premio intende contribuire al riconoscimento delle opere architettoniche realizzate nel medesimo campo di osservazione della rivista (Verona e provincia), per dare merito al lavoro dei progettisti e all’iniziativa dei committenti - pubblici o privati che siano - che si siano distinti nel far emergere in maniera innovativa e personale le qualità del contesto urbano e territoriale. Proprio per il suo carattere di distinzione e di esempio nell'affermazione della cultura architettonica territoriale, la prima edizione del Premio AV è stata attribuita ad honorem al corpus di opere realizzate negli anni Settanta dall'architetto milanese Angelo Mangiarotti (1921-2012), maestro dell'architettura moderna e del disegno industriale, chiamato da un imprenditore veronese a realizzare una concessionaria di auto a Domegliara (1968), il complesso di case turistiche a Murlongo di Costermano e una villa per sé sulle colline di Bardolino (1971), e infine una seconda concessionaria in località Ferlina a Bussolengo (1976). Nel 2011 la competizione open dei partecipanti vede primeggiare l'asilo aziendale GlaxoSmithKline realizzato a Verona nel campus della casa farmaceutica da Antonio Citterio Patricia Viel and partners (curiosamente, ancora una volta dei progettisti milanesi); un premio speciale va inoltre agli uffici, auditorium e laboratori Simem a Minerbe su progetto dello studio veronese Archingegno. Generosa la giuria del Premio 2013 che, accanto al vincitore assoluto, la casa per lavoratori immigrati a San Martino Buon Albergo - un recupero architettonico su progetto dello studio A.c.M.e. di Verona - ha voluto segnalare due realizzazioni di progettisti under 40: il recupero abitativo in quel di Avesa, progetto di Lorenzo Marconato e Silvia Martini, e la casa-studio ai Filippini degli architetti associati Sara Olga Pasini e Gergely Ágoston. E l'edizione 2015 del Premio cosa ci riserverà? Al bando hanno aderito ben trentaquattro opere, tra nuove realizzazioni e recuperi, edifici abitativi e produttivi, spazi pubblici e interni domestici. Tra queste, per affinamenti successivi la giuria ha concentrato le proprie attenzioni su una short list di cinque realizzazioni. D'obbligo una certa suspence, almeno fino a quando nel corso della cerimonia di premiazione a fine settembre saranno finalmente svelati i vincitori del Premio Architettiverona 2015. And the winner is...
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Invito
1/10/15 Atelier EERA Sega di Cavaion Verona
Idee vincenti “UN ALEPH DI PIETRA” REINTERPRETA IL BAGNO IN MODO SOSTENIBILE Il progetto vincitore del concorso bandito da EERA dà una versione di un bagno rurale in chiave contemporanea
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Un Aleph di pietra”, di Andrea Castellani, Nicola Bedin, Matteo Fiorini, Paolo Rigodanzo dello studio di architettura CLAB di Peschiera del Garda (Verona), è il progetto vincitore del concorso “La stanza da bagno del viticoltore biodinamico”, bandito da EERA soluzioni in pietra per l’architettura – l’atelier italiano dedicato alla pietra per il mondo wellness, Spa e bagno – con il patrocinio della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. Il concorso richiedeva di realizzare un progetto che si ispirasse alla sostenibilità, al rispetto per la natura, alla qualità del materiale e della sua lavorazione, per comunicare la bellezza e il potenziale del marmo nell’architettura degli interni, in modo particolare nell’ambiente bagno. Decisione unanime da parte della giuria presieduta da Kuno Prey, professore di product design presso la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano e ideatore del concorso. “Ci siamo trovati tutti d’accordo nell’assegnare il primo posto a questo interessante progetto, che ha colto appieno il messaggio e l’obiettivo del concorso – ha dichiarato Kuno Prey –. Il lavoro di questi giovani architetti, accanto ad un’alta estetica, presenta un impiego corretto dei materiali scelti, con elementi che ci collegano alla vita rurale, reinterpretati in chiave contemporanea”. Il progetto “Un Aleph di pietra” prevede l’utilizzo della pietra in modo molto equilibrato, materiale duro impiegato in abbinamento all’argilla-terra cruda e al legno, materiali morbidi. Ogni elemento scelto assolve a una ben precisa funzione: marmo a stretto contatto con l’acqua, terra cruda come regolatore dell’ambiente. Dopo la realizzazione da parte di EERA in stretta collaborazione con gli ideatori, a settembre il progetto vincitore verrà installato presso lo showroom e, in concomitanza con la fiera internazionale leader del settore marmo Marmomacc, la proclamazione e premiazione ufficiale con una serata presso lo showroom di Cavaion il 1 ottobre 2015. Il concorso “La stanza da bagno del viticoltore biodinamico” nasce dalla volontà di EERA Soluzioni in Pietra per l’Architettura, azienda nata dalla passione e dall’esperienza Cev Marmi&Graniti per la lavorazione della pietra, di coinvolgere gli “addetti ai lavori” in un progetto che sia in linea con i propri valori. Lo showroom EERA è un luogo di incontro per architetti e designer.
Serata di premiazione del Concorso di Interior Design “La stanza da bagno del viticoltore biodinamico” Fra i presenti, gli architetti Andrea Castellani, Nicola Bedin, Matteo Fiorini e Paolo Rigodanzo, vincitori del concorso, l’artista Nicola Nannini, scultore dell’installazione in legno policromo Golem, ospitata nel nostro showroom, e i giurati che hanno valutato i progetti pervenuti. Un evento in cui sostenibilità rispetto ed eccellenza osano orizzonti di creatività ancora inesplorati. La aspettiamo per scoprirli insieme.
Ore 19.00 premiazione - Ore 20.00 buffet RSVP - info@eera.it - tel. +39 045 6864326 66
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Invito valido per due persone
GLI INGEGNERI DI VERONA PRESENTANO OPEN SLIDINGDOORS 2015 Sette interpreti d’eccezione declinano il tema “Confine” secondo la propria visione personale e professionale
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on la partecipazione straordinaria di Davide Van De Sfroos, cantautore, chitarrista e scrittore, si completa il programma dei relatori che il prossimo 24 settembre al Teatro Ristori di Verona (dalle 18 alle 21), racconteranno il loro “Confine” nei sette talk che animeranno l’evento culturale Open Slidingdoors 2015. Il roadshow ideato dal Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) fa tappa a Verona nell’ambito della IV edizione della rassegna culturale “Open. Ingegneri aperti alla città”, promossa dagli Ingegneri di Verona. Sette interpreti d’eccezione, protagonisti dei nuovi linguaggi digitali, della cultura, della scienza, della musica, dell’architettura, dell’ingegneria e della filosofia, interverranno in questo progetto di animazione culturale e sociale di dialogo e multidisciplinarietà declinando il tema del “Confine”. Ad aprire e chiudere l’evento le parole e la musica di Davide Van De Sfroos. Accanto a Davide Van De Sfroos i nomi già confermati di Derrick de Kerckhove, sociologo e teorico delle scienze della comunicazione; padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano, scrittore e fondatore della comunità cristiana Koinonia; Chiara Montanari, ingegnere, prima donna a guidare due volte una spedizione italofrancese in Antartide. Cui si aggiungono Giuseppe Magro, ingegnere nucleare, presidente dal 2006 della sezione italiana dell’Associazione internazionale d’impatto ambientale; Remo Dorigati, architetto e ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana alla Facoltà di Architettura-Società del Politecnico di Milano, e Silvano Tagliagambe, filosofo della Scienza e docente al Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari Università degli Studi di Sassari. L’evento TALKS SLIDINGDOORS è a ingresso libero, fino ad esaurimento posti. Obbligatoria la prenotazione on line al sito di approfondimento culturale www.ingegneriverona.it
In alto da sinistra: Derrick de Kerckhove, Renato Kizito Sesana, Chiara Montanari e Giuseppe Magro. Qui sopra: Remo Dorigati, Silvano Tagliagambe e Davide Van De Sfroos.
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