Anno XI n°47 | Giugno 2017 | Spedizione in A.P. | 70% D.C. Verona
Design
B&B Italia Poliform Agape Rimadesio Xera Interviste
Ute Lemper
Ballarini Interni
Sommario 04 Abitare il palcoscenico 07 Festival della Bellezza 2017 08 Abitare l’arte AbitareVerona Registrazione Tribunale di Verona n° 1596 del 20/05/2004 Anno XI n°47 giugno 2017 semestrale Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abb. Postale -70% DCB Verona Direttore responsabile Giancarla Gallo Editore Ballarini Interni s.r.l. via del Lavoro 18 Valgatara di Valpolicella (Vr) tel. 045/6800525 info@abitareverona.it Progetto e realizzazione grafica Ballarini Interni Coordinamento editoriale Giancarla Gallo Hanno collaborato Giulio Brusati, Agnese Ceschi, Gianni Villani, Linda Comerlati, Stampa Grafiche Stella Per comunicazioni, variazioni di indirizzo, segnalazioni di manifestazioni: info@abitareverona.it Per redazionali e inserzioni pubblicitarie telefonare al 045 6800525 Il materiale inviato non verrà restituito.
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12 Abitare l’originalità 14 La nuova sede per l’Ordine degli Architetti di Verona, l’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro 16 Abitare la natura 20 Abitare il benessere 22 Abitare l’innovazione ma con sostenibilità 24 Abitare il lago 26 SD Home Passive House-Bioclimatica 28 Di marmo e di eucalipto 32 Luce e tinte neutre per una nuova abitazione in classe A3 36 Abitare la tradizione 38 Iniziativa immobiliare Eureka a Quinzano 40 Costruire serramenti. La filosofia Finstral 42 Sottosopra 44 Abitare Verona by Ballarini Interni 46 Poliform 50 Xera 54 B&B Italia 68 Rimadesio 71 Casa e salute 72 Agape 76 Proposte immobiliari 78 Gli occhi della tigre 79 Abitare la salute 80 Gli spettacoli dell’estate veronese
In copertina: Ute Lemper (ph Wolfgang Stahr)
L' EDITORIALE Questo numero primaverile di Abitare Verona si apre con la Bellezza e con l' intervista ad una degna espressione di questa, l'attrice e cantante di fama mondiale, Ute Lemper. Per poi proseguire con una carrellata di progetti abitativi e di realizzazioni, proposte da famosi nomi nel campo dell'architettura nei diversi settori, da quello dell'arte, a quello del benessere o della tradizione, in ambienti paesaggistici suggestivi, per concludersi con l'intervista ad un campione sportivo.“Abitare Verona”, la rivista che ha alle spalle ben sedici anni di esperienza e attenzione nel settore dell'arredamento propone le novità di un mercato sempre più esigente. Con questa pubblicazione vorremmo aiutare il lettore ad orientarsi per gestire al meglio le scelte ed arredare l'ambiente in modo da renderlo “Casa”, aggiornarlo sulle ultime tendenze delle grandi marche, sia in fatto di arredo che di accessori o articoli di design. Anche in questo numero non mancano servizi ed esempi di spazi eleganti arredati, accoglienti e funzionali, corredati da bellissime foto. E per i prossimi numeri ancora tante sorprese. Buona lettura!
ph Karen Koehler
ABITARE IL PALCOSCENICO con fascino e bellezza
di Giancarla Gallo
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ph Karen Koehler
Lemper, artista di grande fascino e sensibilità, cantante ed attrice famosa a livello internazionale, apre il Festival della Bellezza di Verona il 1 giugno. Dopo oltre 35 anni di carriera, l'artista torna “in questo luogo suggestivo che è Verona”, dove ha molti ricordi appassionati. Mrs Lemper, cosa significa per Lei “Bellezza”? La bellezza è una cosa magica! Si esprime attraverso la radiosità della vita, ma vuol dire anche generosità e compassione nel volto e nel corpo di una persona. E' una forza vitale positiva e allo stesso tempo una naturale eleganza, che esclude tutte le forme di volgarità e rumore. Una dignità semplice e garbata è importante per essere bella, come pure un collegamento tranquillo, ma forte, all' intelletto e alla comprensione dell'universo. Ovviamente ci sono persone che sono per natura fisicamente più belle di altre per caso, o per privilegio o vantaggio di nascita. Queste persone sono molto “benedette” e fortunate ed hanno spesso più facilità a raggiungere obiettivi ed essere accettate, ma
questo non è che le renda più felici. La Bellezza, e quindi l'armonia, sono importanti nella sua vita? Dove e come la trova nel suo “quotidiano”? Più invecchio e più mi sento come una giovane, che ha bisogno di essere reale. Il collegamento a qualche tipo di sapienza e la compassione per la gente sono molto importanti. Io non sento la mia età e spesso non mi rendo conto di avere già 53 anni. Mi sento in una “zona senza tempo” di bellezza, dove più o meno le rughe non contano. Naturalmente cerco di mantenermi in forma, continuo a lavorare sul mio corpo in quanto è il mio strumento. Resto in buona salute e coltivo la forza del mio essere. Mi prendo cura della mia pelle, bevo molta acqua e mi idrato per quanto posso. Non ho mai fatto interventi chirurgici per ringiovanire e penso che non li farò mai. Con l'età e le semplici rivelazioni sulla vita e sull'esistenza, sento una grande pace e anche una grande connessione con l'universo e come artista mi sento alla mia “prima”.
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ph Wolfgang Stahr
Il 1 giugno Lei sarà a Verona con il suo concerto “Berlin Days, Paris Nights”, per proporre musica ed autori internazionali, da Brecht a Weill al tango di Astor Piazzolla. Qual è lo spirito di questa scelta? Io catturerò il pubblico con i migliori pezzi e la mia selezione preferita di canzoni. Ovviamente ho un repertorio molto vasto: da quello su Berlino di Weill, a Brecht e le canzoni da cabaret, ma anche l'universo francese della canzone di Edith Piaf, o Leo Ferrè. Amo il tango argentino, ma anche il jazz della mia città, New York. Mi piace anche interpretare canzoni in yiddish, che sono canzoni di speranza e bellezza alla ricerca della pace. Quindi dopo tutto c'è un repertorio, che si crea da solo, musica che ho scritto sui testi di Paulo Coelho, Pablo Neruda, Charles Bukowski ed altre mie composizioni. Dopo 35 anni di carriera c'è ancora così tanto da
“dipingere” e da raccontare ed io per lo più scelgo le canzoni che vengono dal cuore, che significano molto per me, sulla vita, la perdita, l'amore e la sopravvivenza in questo mondo. Lei ha spesso proposto temi molto importanti; che cosa significa l'impegno nella sua carriera? Essenzialmente parlo dell'olocausto e del dopoguerra tedesco, del conflitto di forte identità per quanto riguarda il patrimonio complicato e doloroso di questo paese. Ho sempre cercato il dialogo e di mettere il dito nella piaga per sentire e non dimenticare mai la realtà del più orribile capitolo della storia. Tutto sommato sono un'artista con una compassione molto forte per le persone che si trovano in situazioni di sofferenza e perdita. Il palcoscenico è una specie di “casa” per Lei, come vive questa realtà? La casa è la mia famiglia, i miei quattro figli,
la città in cui abito è New York e la mia vita, che è piena e bella, è anche piena di responsabilità e stress! (e ride). Ma sì, il palcoscenico è la mia altra casa, dove ci sono momenti molto importanti, nulla è superfluo, tutto è essenziale e ogni cosa è collegata all'universo in cui tutti viviamo. La musica è la mia casa, anche i musicisti sono la mia famiglia. La mia è una vita di meraviglia e bellezza, una “nave dura” che ho il privilegio di vivere. La mia passione è diventata il mio lavoro e spero soltanto che i miei figli possano trovare la stessa cosa. Lei è frequentemente costretta fuori casa per le tournée, cosa le manca di più? Mi mancano molto i miei figli, ma sono in costante contatto con loro tramite skype e loro sono ben curati. La loro vita si basa su procedure di routine e ci sono molte persone attorno a loro che li amano.
ph Wolfgang Stahr
PARLIAMO DI BELLEZZA... MA LEGGERMENTE
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“La bellezza è una promessa di felicità” scriveva Stendhal. E già questo ha un che di inquietante, come tutte le promesse o le speranze, col rischio di non essere mantenute. Difficile affermare cosa sia la Bellezza, un concetto astratto, su cui molti filosofi si sono persi, tanto che Leibniz giustamente disse “La Bellezza è un non so che”. Qualcosa che ti prende e non sai perché. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, recita il vecchio adagio. Ci sono canoni o ingredienti che definiscono cosa sia questa bellezza? O è tutto assolutamente soggettivo? In fondo i canoni sono cambiati e continuano a cambiare nel corso dei secoli, su valori che prima erano legati all'arte classica. Ma il bello non sempre ha a che fare con l'arte; più con le proprietà estetiche, l'armonia, l'equilibrio, le proporzioni. A porsi il problema furono già gli antichi Greci (III sec. a.C.) che dicevano:“la Bellezza è negli occhi di chi guarda”. Concetto ripreso poi da altri e anche in Love's Lost da Shakespeare e superato dal filosofo David Hume con “La bellezza è nella mente di chi guarda”, che esprime perfettamente il luogo dove un concetto astratto può esistere e vivere. Mentre Kant distingueva tra bello e sublime, il sentimento che rapisce il cuore di chi ammira un tramonto o un paesaggio sconfinato. Concludiamo la brevissima carrellata, che non ha nessuna pretesa di serietà o analisi, con la gioiosa speranza espressa dallo scrittore russo Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo”. (Giancarla Gallo)
Festival della Bellezza 2017 Ha come sottotitolo “I Maestri dello Spirito” la quarta edizione del Festival della Bellezza in programma dall'1 all'11 giugno, promosso dal comune di Verona e ideato dall'associazione IDEM con direttore artistico Alcide Marchioro. Verona diventa palcoscenico per artisti internazionali ed italiani, nel segno della bellezza delle grandi opere del pensiero, in tre angoli della città tra i più suggestivi ed evocativi: Teatro Romano, Arena e Giardino Giusti. Eventi e spettacoli che ripropongono nel format teatrale, musica live e concerti in anteprima. Ed un fuori programma, il 30 e 31 agosto, in Arena, con Morricone.
_1 giugno Spetta all’artista di livello internazionale, UTE LEMPER, aprire il Festival al Teatro Romano (alle ore 21.30) con un viaggio musicale dal titolo “Berlin days, Paris Nights”, che evoca l’anima berlinese da Weill a Brecht, la canzone francese fino al tango di Astor Piazzolla. Eclettica, dalla voce potente ed appassionata, la cantente, che è anche attrice, passa da un genere all’altro con l’eleganza che la contraddistingue.
A destra, Vinicio Capossela (ph Elettra Mallaby). Sotto, Goran Bregovic. In basso, Ennio Morricone (ph Multimedia).
_2 giugno TONI SERVILLO al Teatro Romano (21.30) “Interprete della bellezza, bellezza dell’interpretazione” _3 giugno Al Teatro Romano VINICIO CAPOSSELA rende omaggio a Giuseppe Verdi nel concerto, che è un’Odissea personale artistica del cantautore, intitolato “La forza del destino”, in cui intreccia alcune arie verdiane con le note di alcune sue composizioni. Un cast eccezionale, un coro, il tutto accompagnato da strumenti particolari. (Inizio alle ore 21.30) _4 giugno BEPPE SEVERGNINI “Poeti e scrittori in redazione” Teatro Romano (ore 21.30) _5 giugno Al Teatro Romano MORGAN veste i panni del Duca Bianco: da “Space Oddity” a “Life on Mars?” e “Heroes” lo spirito del grande artista in uno show visionario, sofisticato, romantico e futurista _6 giugno Sempre al Teatro Romano alle 21.30 UMBERTO GALIMBERTI parla della “Sapienza greca” _7 giugno MASSIMO RECALCATI “Lacan e il desiderio” a Giardino Giusti ore 18.30 Al Teatro Romano (ore 21.30) FEDERICO BUFFA “A night in Kinshasa”, spettacolo teatrale in prima nazionale _8 giugno Al Giardino Giusti (ore 18.30) concerto di GLORIA CAMPANER “I romantici Chopin e Beethoven”. Al Teatro Romano (ore 21.30) GORAN BREGOVIC, per la prima volta a Verona, propone “If you don’t go crazy you’re not normal”, un mix esplosivo di fantasia, ritmo e allo stesso tempo malinconia, con i suoi celebri successi, accompagnato dalla sua storica formazione, la Wedding & Funeral Band. Un concerto che fonde jazz, tango, ritmi moderni a polifonie sacre e suggestioni latine.
_9 giugno Al Teatro Romano VITTORIO SGARBI esplora l’unicità del più eclettico e prodigioso genio artistico, Michelangelo, con uno spettacolo dai toni del tutto originali. Musiche composte ed eseguite live da Valentino Corvino, elaborazioni visive di Tommaso Arosio _10 giugno Al Giardino Giusti (ore 18.30) MASSIMO CACCIARI “Il don Giovanni di Mozart” _11 giugno PHILIPPE DAVERIO al Teatro Romano (ore 21.30) “Picasso”, narrazione teatrale in prima nazionale _30 e 31 agosto Doppia data, a grande richiesta, per ENNIO MORRICONE che all’ Arena di Verona conclude la sua tournée mondiale in occasione del suo sessantesimo anniversario come direttore d’orchestra e compositore. Spettacolo che l’ha portato ad esibirsi in trenta città europee davanti a oltre 400 mila spettatori. Con lui sul palco ospite d’onore DULCE PONTES, la leggenda del fado portoghese. In questa occasione il maestro dirige l’orchestra Roma Sinfonietta, con un coro composto di 75 cantanti, per complessivi 200 elementi. Morricone, che si è confermato indubbiamente come il più celebre compositore contemporaneo, autore di colonne sonore indimenticabili, ha vinto lo scorso anno l’Oscar e il Golden Globe con le musiche del film di Tarantino “The Hateful Eight”.
I biglietti per il Festival si possono trovare nei punti vendita o al call center 848002008, oppure on line su Geticket.it, Boxofficelive.it e Ticketone.it Per info: www.festivalbellezza.it
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ABITARE L’ARTE Il museo di Castelvecchio
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l progetto di Filippo Bricolo (Bricolo Falsarella Associati) per il Museo di Castelvecchio riguarda il recupero della parte centrale dell’Ala Est, lasciata incompiuta da Carlo Scarpa nel suo magistrale restauro del 1964. Fulcro dell’intervento è la nuova Sala del Mosaico disegnata per ospitare un grande frammento di una pavimentazione romana proveniente da una domus del II secolo d.C. rinvenuta nella piazzetta posta sul lato est del castello, tra l’antica Via Postumia e l’Adige. L’accesso La nuova sala espositiva è collegata al cortile principale del castello, attraverso un alto spazio di accesso che funge da ingresso anche a Sala Boggian, ovvero uno spazio per mostre e conferenze posto al primo piano e raggiungibile attraverso un imponente scalone. Un sottilissimo pannello in ferro risolve la doppia natura dell’androne, determinando un necessario filtro verso la nuova Sala del Mosaico e indicando, allo stesso tempo, il percorso che conduce alla sala posta al piano superiore. Il pannello sembra sfiorare e reca, strategicamente, due incisioni orizzontali sui lati opposti suggerendo, così, le due diverse direzioni. Sopra le incisioni si trovano le scritte “Sala Mosaico” e “Sala Boggian” realizzate rielaborando in ferro le fonts ideate da Scarpa - ma mai realizzate - per l’ingresso della sala da concerti. In secondo piano si trova un portale formato da quattro profonde lamiere in ferro nero, due sono poste sui lati verticali, una è posata a pavimento ed un’altra è sospesa a formare un cielino. Il portale ha il ruolo di determinare un piccolo rituale di accesso alla Sala del Mosaico, necessario per creare un gradiente emotivo tra l’androne di ingresso e lo spazio prettamente espositivo. A livello luministico, il portale sfrutta le caratteristiche di riflettanza del ferro nero per determinare un dialogo tra i due spazi. Il ferro evidenzia il mutare delle luci nelle diverse ore del giorno fino al loro repentino scaldarsi con il sopraggiungere dell’imbrunire. Il portale, in questo modo, si propone come una cerniera di riflessi. Questa nuova soglia diventa un espediente narrativo che divide ma unisce, che anticipa ma rallenta, che distanzia ma invita al passaggio.
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La sala del mosaico Entrati nella nuova sala espositiva, il grande mosaico sembra levitare nella generosa spazialità esistente. La sala è caratterizzata da alte pareti realizzate con mattoni, lasciati volutamente a vista senza modificare la patina del tempo. In questo modo si viene a determinare un dialogo tra le murature e l’antica matericità del pavimento romano. In pianta, il mosaico è inserito diagonalmente nello spazio in modo da poter essere visto nella sua interezza dall’interno della Sala. Questa collocazione consente, inoltre, di apprezzare la vista del mosaico anche dall’esterno del Castello. Tale visione, infatti, è permessa dall’unico intervento realizzato da Scarpa in questi spazi: un sistema di porte composto da una grande vetrata ed una bussola in legno bruciato che collegano il Museo alla piazzetta dell’Arco dei Gavi (qui traslato nel 1932 dalla sua posizione originale nella vicina Via Postumia). In questa piazzetta sono stati
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rinvenuti la domus romana ed il mosaico stesso. Attraverso questa connessione visiva e fisica, il progetto di Filippo Bricolo ridona senso all’intervento scarpiano ed innesca un fortissimo ed importante legame tra il luogo di rinvenimento del mosaico ed il luogo della sua custodia ed esposizione all’interno del Museo di Castelvecchio. Al fine di evidenziare poeticamente la sua natura di frammento, il mosaico è stato esposto senza apporre nuove cornici al suo contorno. L’andamento irregolare dei bordi dialoga, così, con lo spazio della sala che è stato lasciato opportunamente in penombra. Questa scelta di natura evocativa sembra dare voce e presenza alle parti mancanti della pavimentazione non pervenute fino a noi. Il mosaico è esposto in maniera leggermente inclinata, quasi a leggio, per meglio porgersi verso l’osservatore. Il reperto è fissato su di un telaio in ferro, sostenuto da un cavalletto non visibile, che, eventualmente in futuro, potrà essere spostato.
La sala di collegamento agli uffici A fianco della Sala del Mosaico si trova una stanza di passaggio verso la zona degli uffici del Museo, spazio che prima si presentava privo di qualità. Il progetto ha previsto la rimozione di tutte le superfetazioni e degli intonaci in modo da svelare l’architettura nascosta. Le murature riportate in luce hanno permesso di ricostruire le complesse vicende legate alle stratificazioni di questi luoghi. Si è deciso di lasciare a vista queste complesse ed eterogenee stratificazioni murarie, coperte da una sorta di velatura ottenuta reinterpretando l’antica tecnica della sagramatura, ottenuta stendendo l’impasto con l’ausilio di una spugna e finendo la superficie con spazzole metalliche. Lo spazio così liberato ha ridato dignità a questo percorso, valorizzando le potenzialità prima inespresse di questi spazi che sono utilizzati giornalmente dal personale del museo, dagli studiosi e dai collaboratori per spostarsi dalla parte nord alla parte sud del castello. Sul lato verso la piazzetta è stata ricavata una zona bagni celata da una boiserie in pitch-pine bruciato, riproponendo i materiali utilizzati da Scarpa per realizzare la bussola oggi presente nella Sala del Mosaico. La parete che definisce lo spazio dei bagni è molto più bassa del locale ed è stata tarata in modo da scivolare compositivamente sotto l’arco esistente, che prosegue all’in-
terno formando uno spazio raccolto dove viene ricavata una zona per un suggestivo specchio circolare ed un lavandino basato sul principio della tracimazione. Un secondo lavandino, basato sullo stesso principio, è inserito all’interno della nicchia strombata di una finestra che dà verso la piazzetta. All’esterno dei bagni, in una nicchia rinvenuta in fase di lavori, è stato collocato un lavabo free-standing, formato utilizzando conci massicci in pietra della Lessinia. Le luci sopra il lavabo sono posizionate in modo da formare la figura della vesica piscis, il simbolo di forma ogivale ricorrente nelle opere di Carlo Scarpa. Il nuovo pavimento di questo spazio è stato realizzato in cemento, in modo da dichiarare in maniera evidente la sua non originalità. Un portale di ferro nero con strombature guida verso gli uffici, raggiungibili attraverso una porta rivestita in lamiera nera. Tema del progetto è il dialogo tra superfici opache o riflettenti. I mattoni esistenti in alcuni casi sono affiancati a superfici in ferro. In alcuni casi questi dialoghi materici sono a più voci: intonaci, murature a vista, superfici in ferro nero. Le pareti in mattoni e pietra raccontano la storia dell'edificio, mentre le superfici riflettenti inseriscono nel progetto i temi del movimento, del passaggio, le ombre dei visitatori. Verso il cortile realizzato da Carlo Scarpa il nuovo portale si annuncia pacatamente. Entrando nell'androne d'ingresso si forma un dialogo tra il nuovo portale ed i serramenti di Scarpa posti ai lati opposti degli spazi. L'incisione nella grande lamiera dialoga con lo spioncino inserito da Scarpa nella sua bussola posta verso la piazzetta ove si trova l'Arco dei Gavi. Le diverse finiture del ferro determinano dialoghi anche tra le nuove superfici.
PROGETTO E DIREZIONE LAVORI Filippo Bricolo Studio Bricolo Falsarella Associati (collaboratori: Francesca Falsarella, Simone Sala, Elisa Bettinazzi, Giacomo Scabbio)
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Abitare l’originalità GAETANO PESCE, ARCHITETTURA E FIGURAZIONE
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Il miglior designer di mobili del pianeta”, così l'architetto americano di fama mondiale Michael Sorkin definì Gaetano Pesce, architetto italiano di altrettanta fama a livello mondiale. Pesce, l'autore di monumentali opere e progetti, considerato tra gli esponenti più influenti della cultura contemporanea, di fama internazionale, si è formato da studi di arte programmata e ricerche nell'ambito dell'arte cinetica e seriale. Ma si è occupato nell'arco della sua vita anche di teatro e di cinema dimostrando la sua versatilità nell'uso di suoni, luci e movimento. Dal 1962 ha cominciato a lavorare nel campo del design, proponendo forme insolite ed inusuali e l'utilizzo di nuovi materiali, sia nei complementi d'arredo che nelle proposte abitative. Divani, lampade da tavolo, poltrone, ogni studio ed ogni proposta sono all'insegna dell'innovazione e dell'originalità. Sperimentazione ed ironia sono i caratteri salienti della sua prodigiosa ed inestinguibile vena artistica. Creazioni come il divano
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“Montanara”, realizzato con materiali e stoffe nei colori che riproducono cascate e rocce innevate; il tavolo a forma di pesce, o i vasi a ciottoli, o quelli col ritratto, o le poltroncine avvolgenti coloratissime e minimali, che non a caso si chiamano “Reissue”, quasi una ristampa e una nuova edizione. O una serie di sedie-poltrone originalissime e stravaganti realizzate con i materiali più vari dal 1969 al 1987 dai nomi indicativi: Up 5, Dalila Chair, Pratt Chair, Green Street e I Feltri. Dopo un lungo soggiorno a Venezia e a Parigi, si è trasferito a New York, dove attualmente vive e lavora. Le sue opere “multidisciplinari” sono presenti nelle collezioni permanenti dei maggiori musei di design del mondo, come MoMa, Metropolitan, Vitra, Beaubourg, Louvre, Victoria & Albert e la Triennale. Il suo “Organic Building”, realizzato nel 1989, con la facciata alberata, è stato dichiarato “monumento civico” dalla città giapponese di Osaka. (Giancarla Gallo)
Dopo molte esposizioni e successo, l'artista italiano (nato a La Spezia nel 1939) è sbarcato a Mantova con la mostra dal titolo “Architettura e figurazione”, a cura di Cristina Mazzantini, che è stata inaugurata a Mantova, a palazzo Ducale, lo scorso 13 maggio, nell'ambito di Mantovarchitettura e resterà aperta fino al 3 settembre 2017.
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L La nuova sede per l’Ordine degli Architetti di Verona, l’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro
foto di Michele De Mori
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o scorso 6 aprile, durante un evento notevolmente partecipato dagli addetti ai lavori e non, ed alla presenza delle autorità, è stata inaugurata la palazzina delle professioni dove trovano sede l’Ordine degli Architetti di Verona, l’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro. Il recupero degli immobili del comparto degli ex magazzini generali di Verona è uno dei progetti di rigenerazione urbana di portata più ampia in assoluto che la città abbia conosciuto negli ultimi anni ed un’operazione pregna di significato architettonico e compositivo, una sorta di caso studio ed un esempio che fa scuola sotto molti aspetti. Lo sguardo verso il futuro è la parola chiave di questo progetto, e ha caratterizzato un percorso cominciato ormai quasi dieci anni fa; da subito era chiaro che i magazzini sarebbero stati una “casa” delle professioni, un punto di riferimento e allo stesso tempo un luogo fortemente connesso con la città. Un progetto per le persone. Quanto vediamo oggi è stato il frutto del lavoro di molti professionisti. L’Ordine, con lungimiranza trasversale è stato molto fermo nella sua volontà di selezionare i professionisti che avrebbero fatto parte del gruppo di progettazione, non
tra personalità di spicco, ma tra i giovani under 35 del territorio, che, attraverso un bando ed una selezione curriculare operata da parte di docenti universitari di spessore, hanno formato l’Associazione Temporanea tra Professionisti denominata M28 (dall’appellativo dell’ultimo magazzino per lo stoccaggio dei cereali costruito nel 1957 su progetto dell’ing. Beccherle). Il gruppo
si è evoluto nell’insieme M15, ovvero il progetto di comunicazione della nuova sede degli Ordini Professionali, avente come focus la promozione del valore strategico, del dibattito culturale, del coinvolgimento della cittadinanza sui temi legati alla rigenerazione urbana e alle sue implicazioni socio-economiche; partendo proprio dal progetto di recupero dei magazzini 15-16-17 e dal significato profondo del concetto di Professione e della sua implicazione sociale. Un progetto complesso, faticoso anche per la sua marcata multidisciplinarietà, che si è rivolto ai semplici cittadini, alle Aziende, alle istituzioni e alle Associazioni. I magazzini, prima ancora che essere un assemblaggio di manufatti ospitanti differenti attività, sono di fatto un brano di città. Ed è per questo che è stato necessario partire proprio dalla ricomposizione del rapporto, spezzatosi dopo la dismissione dei fabbricati, tra questa area immensa ed il suo intorno urbano. Fare architettura è stato un progetto anche sociale e di comunicazione. Il progetto generale è immensamente vasto, ma parleremo ora della palazzina 15, proprio perché vede gli architetti come progettisti ed utilizzatori. Stiamo parlando del blocco di testata, che possiede il suo gemello simmetrico a cavallo dell’ingresso coronato dal cancello che guarda verso nord, viale Piave
e Porta Nuova. Un ingresso ancora “nascosto”, soverchiato dall’ombra del cavalcavia imponente e che forse, in futuro, se i tasselli dei piani urbanistici si incastreranno tra loro nella maniera corretta, troverà la sua giusta valorizzazione. Le palazzine 15 e 17 si incuneano in un cono visivo. Nella 15 hanno trovato collocazione gli Ordini Professionali degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori, L’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del lavoro. La testimonianza che qui si è riuscita a mantenere ancora viva l’idea iniziale della coesistenza tra le diverse professioni; concetto che doveva guidare la formazione dell’intero comparto, ma che nel tempo, per volontà altre, si è persa. Il progetto del magazzino 15 è tecnologicamente e tecnicamente articolato, ma pulito e preciso. C’è molta tecnologia, ma abilmente mascherata sia nelle parti macroscopiche, sia nelle sue articolazioni interne. Gli ambienti interni che vengono a crearsi sono ampi e ariosi, inondati di luce; la tecnologia invisibile permette la massima flessibilità nella divisione delle stanze, che possono ospitare convegni o riunioni a seconda di come vengono gestite le partizioni mobili scorrevoli. E’ stato dato molto risalto al significato e all’importanza degli spazi comuni e di aggregazione e la volontà di non parcellizzare gli ambienti ne è una testimonianza. In generale l’impressione è quella di una forte fluidità degli spazi, forse dovuta anche al massiccio apporto di luce naturale e alla congruenza e continuità nell’utilizzo dei materiali. Questo progetto è soprattutto un progetto di visione della Professione in prospettiva futura e questo si esprime attraverso la materia. L’involucro dell’immobile è quello storico e massiccio, era sofferente a livello strutturale e il rifacimento delle partizioni orizzontali ne ha reso necessario un consolidamento in corrispondenza del piano terra. I solai, di nuova costruzione, sono composti da travi in ferro. Il corpo scala e l’ascensore sono posti in posizione centrale rispetto alla pianta e lo sguardo di chi entra è portato a snodarsi in
alto, seguendo la verticalità dell’ascensore e la plasticità della scala. Tutto in cemento, puro, crudo, ma dalla superficie finemente levigata in maniera elegante. Il criterio del comfort a tutto tondo è stato seguito per il completamento di tutte le strutture, sia verticali che orizzontali; dal punto di vista acustico, prima di tutto. Ogni partizione permette agli operatori di poter svolgere le proprie mansioni con la dovuta riservatezza. Al piano terra il pavimento è un battuto di cemento che funge da base di appoggio per i corpi di risalita, mentre ai piani superiori troviamo un pavimento in faggio proveniente dal bosco del Cansiglio. A quest’ultimo materiale è legata una particolarità dovuta al fatto che la fornitura rientra nell’ambito di un’operazione avviata tra la ditta fornitrice e Veneto Agricoltura e rientrante in un progetto di taglio controllato del legname del bosco del Cansiglio. La scelta di utilizzarlo in questo contesto è stato un esempio di utilizzo sostenibile del materiale e di ridottissima “ecological footprint”. Sopra la porta di ingresso è stata inserita una pensilina, una tettoia sottile in ferro costituita da mensole rastremate; l’unico segno visibile che marca la facciata suggerendo una direzione. Questo progetto è prima di tutto un simbolo ed un riferimento per chi appartiene alla Professione; e attraverso sé stesso testimonia che il modo di vedere le cose è cambiato.
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ABITARE LA NATURA nel Residence Uliveto a Cavaion a cura di Giancarla Gallo
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ivere in mezzo agli olivi, sui colli tra il verde, a due passi dal Lago di Garda, dove la natura è gradevole. A questo ha pensato l'architetto Nicola Cacciatori nel progettare un Residence a Cavaion, vicino ad una pista ciclabile e un'antica chiesetta. Il progetto, elaborato dall'architetto Cacciatori, prevede la demolizione di un edificio costruito negli anni '60, e la riorganizzazione volumetrica ed ambientale di una porzione del colle che si affaccia sulla Strada Provinciale che da Cavaion porta a Bardolino, la Via del Trenin. Si tratta di un progetto PUA (Piano Casa) in applicazione dell'art. 3 della LR 13/2011, utilizzando tecniche di edilizia ecocompatibile. “Lo scopo è quello di demolire il vecchio edificio di forte impatto ambientale e di grande scala per redistribuire il volume, frammentandolo in piccoli edifici residenziali unifamiliari, che seguiranno i terrazzamenti del terreno, immersi nel verde dei grandi uliveti esistenti” spiega Cacciatori. Gli edifici saranno complessivamente sette, collocati nella parte
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bassa del colle in modo da mascherare le abitazioni tra gli olivi. Verrà messo in sicurezza l'accesso alla proprietà lungo la strada provinciale e anche al percorso ciclopedonale, che congiunge l'abitato di Cavaion al Lago, creando parcheggi pubblici, che potranno essere utilizzati anche dai ciclisti o dai pedoni che risalgono il colle per raggiungere la chiesetta esistente all'interno della proprietà, grazie alla sistemazione e al restauro del sentiero. Alla base verrà realizzato anche un giardino pubblico attrezzato. Verrà mantenuto inalterato il vigneto esistente e sistemato l'uliveto nelle parti dove è più rovinato. I materiali impiegati saranno naturali, di minor impatto visivo, con i colori della terra. “Per le strade e i marciapiedi verrà usato ghiaino lavato compattato con cemento colorato, i muretti di confine e di contenimento in pietra locale saranno posati a secco e tutti i cordoli di contenimento realizzati in pietra” continua l'architetto; “Le abitazioni saranno ad uno o due piani in modo da essere poco visibili dalla strada.
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Verranno utilizzati materiali naturali come la pietra locale, il vetro e il legno, per gli intonaci colori chiari pastello”. “Per quanto riguarda la dotazione di impianti ed energia sostenibile” conclude il progettista, “verranno installati sulla copertura piana ed opportunamente schermati alla vista due pannelli solai termici e 3 KW di pannelli fotovoltaici. Inoltre verranno installate vasche per la raccolta dell'acqua piovana per poter essere riutilizzata, come previsto dalla normativa vigente. Gli edifici verranno opportunamente coibentati in modo tale da garantire un'efficienza energetica tale da realizzare delle abitazioni in classe energetica A”.
Per info e vendite 334 5048188
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BC+V architetti Via della Filanda, 17 Pescantina (VR) tel. 045 6703067 info@bcpiuv-architetti.it
F_01 Das Finstral Magazin 01 2016
Das Finstral Magazin 01 2016
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Fuori Dentro
Abitare il benessere nel silenzio profumato di una Spa Estetica e Benessere Atrium, Spa & Beauté Lo studio dell’architetto Alberto Apostoli ha realizzato a Macon, nel sud della Borgogna, un centro benessere all’interno di un’antica cripta nel centro storico dell’elegante cittadina francese. E’ disposta su due livelli: al piano terra si trova un raffinato salone dallo stile New Barocco e l’area dedicata ai trattamenti estetici per viso, mani e capelli. Dalle scale in gres bianco, effetto marmo, si scende verso l’interrato, ambiente dall’atmosfera mistica e medievale. Questa zona ha la copertura a volta ed è completamente realizzata in pietra; esteticamente ricorda una cripta, quindi ha richiesto particolari soluzioni progettuali per l’installazione degli impianti di trattamento dell’aria, senza rovinare l’estetica.
Fotografie di Alexandre Montagne
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Concept Mettere in risalto l’esistente, dando forza espressiva al progetto. L’idea progettuale ha combinato le esigenze tecniche ed estetiche, amalgamando elementi impiantistici ad elementi scenografici. Il progetto è infatti caratterizzato da un lungo corridoio curvo che conduce verso la zona umida, da un lato, e verso le cabine trattamenti, dall’altro. Nel corridoio è stata ricavata una struttura che accoglie tutte le canalizzazioni e le nasconde dietro ad un telo-teso retroilluminato e contenente le bocchette di aerazione. Grazie ad un piccolo accorgimento grafico, le bocchette si fondono nel telo stesso fino a scomparire nel decoro che ricorda le vigne tipiche della città di Macon, famosa per il suo Chardonnay. In tal modo si è evitato l’abituale posizionamento a soffitto delle bocchette che avrebbe ulteriormente ridotto l’altezza disponibile. L’area SPA occupa uno spazio di circa 270 metri quadri. La zona umida comprende una sauna finlandese e un bagno a vapore, quasi interamente vetrati, una zona idromassaggio con doccia emozionale e un’ area relax. Per l’area trattamenti sono state ricavate due cabine singole e una di coppia. Completa l’ambiente un piccolo angolo tisaneria, il cui mobile sembra fluttuare nell’aria, grazie ad una illuminazione posta nella parte sottostante. Grande attenzione è stata data al progetto illuminotecnico, fondamentale per risolvere le difficoltà legate ad un ambiente particolarmente angusto. L’illuminazione è quasi totalmente indiretta, ottenuta tramite strip led RGB, gestite da un sistema DALI e posizionate lungo il profilo della volta al fine di evidenziarne la curvatura.Per bilanciare il peso della pietra a vista e rendere l’ambiente più raffinato si sono usati colori bianco, nero e alcuni dettagli oro.
I materiali usati Si sono privilegiati prodotti italiani: ceramiche, mosaici, pitture e anche i lettini trattamenti sono tutti “made in Italy”. Alcuni oggetti sono stati realizzati su disegno come la grande lampada che riprende il logo del centro benessere, posizionata nella sala relax. Tutti i mobili sono customizzati, come i numerosi specchi e le grandi superfici vetrate, necessari a fare “respirare” l’ambiente. Ricercato l’uso di un mosaico ellissoidale che accompagna gli ospiti verso la zona umida, fondendosi con alcuni tagli di gres fine porcellanato, appositamente disegnato e messo in rilievo da alcuni punti luce a pavimento. “Fin dal primo sopralluogo mi sono reso conto della grande possibilità espressiva e progettuale dello spazio ma, al tempo stesso, delle notevoli complicazioni impiantistiche e costruttive” afferma l’arch. Alberto Apostoli. “Abbiamo cercato di creare emozione attraverso un progetto che vertesse su un layout semplice, ma non banale e un impegno considerevole in termini di illuminazione, ricerca di materiali e un’attenzione al dettaglio tecnico/costruttivo tipico del nostro profilo professionale. Ciò che è risultato, particolarmente soddisfacente, è il connubio materiali pre-esistenze lapidei e materiali contemporanei anche spinti, gestiti attraverso un percorso creativo molto grafico e di contrasto. La Proprietà si è affidata in toto al nostro pensiero e questo ha determinato un risultato importante dal punto di vista della coerenza stilistica e tecnologica. A riprova che anche nei piccoli progetti si possono raggiungere, con la dovuta dovizia e attenzione, risultati considerevoli in termini di creatività e benessere.”
“L’architetto del Benessere” , così è stato soprannominato Alberto Apostoli, riconosciuto come leader nella progettazione di Spa, medical Spa e centri benessere. Un’eccellenza di livello internazionale purtroppo poco conosciuta a Verona. Tra le più importanti realizzazioni dello Studio Apostoli si possono ricordare la spa dell’hotel Four Season, vicino alla Piazza Rossa di Mosca; la spa personale del Presidente del Kazakistan (9.000 metri quadri); la spa di Portopiccolo a Sistiana (Ts), la Montecarlo italiana; l’Anti-aging center FAAS con laboratorio di cellule staminali a Lijiang (Cina). Numerose sono le home spa realizzate, ovvero aree benessere all’interno di case private. Alberto Apostoli è uno dei designer ufficiale di Jacuzzi®, autore del libro “Architettura delle Spa”. Ha ottenuto numerosi premi di architettura in Italia, Francia, Russia, Ucraina e Canada. Inoltre svolge attività didattiche e formative con conferenze, corsi e workshop in Italia e all’estero. Lo Studio conta circa 40 collaboratori, dimensioni considerevoli nella realtà italiana. Offre servizi di progettazione integrata, sviluppata attraverso processi BIM. Alberto Apostoli architecture&design Via Ca’ Nova Zampieri, 4/E S. Giovanni Lupatoto (VR) tel. 045 8779190
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ABITARE L’INNOVAZIONE MA CON SOSTENIBILITÀ a cura di Giancarla Gallo
Sopra, una villa con consumi ridottissimi tra Verona e il lago di Garda. A fianco, il restauro di un attico nel cuore di Verona. Vincitore ai CasaClima Awards.
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identikit di Michele Perlini è semplice, ma strabiliante: enfant prodige dell'architettura e design sostenibile, ha poco più di trent'anni e ha realizzato progetti innovativi, presentato collezioni di arredo al 100% design in London e al Salone di Milano, conquistando quest'anno il rinomato cubo d'oro ai CasaClima Awards considerato l'oscar dell'architettura Sostenibile. Presente alla Milano Design Week 2017 fra i giovani talenti creativi provenienti da tutto il mondo ha presentato Suite Armchair e il nuovo video teaser che racconta i suoi ultimi lavori. Attaccato al territorio in cui è nato e cresciuto, con un’infinita passione per ciò che è bello e curato nei minimi dettagli, si pone come obbiettivo quello di trasmettere emozioni in ogni sua realizzazione. Con una forte componente familiare nel proprio DNA, si è costruito un’identità personale, grazie ad uno stile internazionale che incontra design, sostenibilità, benessere e consumi ridottissimi. Rigoroso, determinato, perfezionista, nelle sue opere pensa agli spazi come luoghi con una storia da raccontare, a cui dare voce attraverso la contaminazione di design, colore, finiture, materiali e oggetti. Ecco cosa ci ha raccontato. Qual è il materiale che più ti rappresenta e perché? Non ho un materiale in particolare che mi rappresenti più degli altri, cerco di utilizzare esclusivamente materiali naturali, ma se dovessi sceglierne uno direi il legno. Come mai? Il legno è una scelta contemporanea. Una risorsa rinnovabile ed assume oggi più che mai un ruolo importante nell’architettura e nel design attuale, consentendo di coniugare estetica e bellezza. È neutro per quanto riguarda il carbonio, è riciclabile, ha ottime caratteristiche statiche ed offre un campo di utilizzo molto ampio.
Quando e come nasce la tua passione per l’architettura? Mio padre mi ha trasmesso sin da piccolo l'amore per questo lavoro. Ricordo che quando ero un bambino, le visite in cantiere erano un divertimento e lo sono rimaste tutt’oggi. Chi o che cosa ti ispira nella creazione dei tuoi progetti? I miei progetti sono definiti “naturali”. Vengo ispirato da tutto quello che mi sta attorno. Se osservi attentamente l'esistenza, potrai realizzare le strutture scultoree più complesse, capaci di modellare la vita di chi le userà. Ben più degli agenti esterni. La tua progettazione: più tradizionale o innovativa? Cerco di unire la tradizione, quello che ho imparato e con cui ho sempre avuto a che fare, con la modernità e l'innovazione che ho scoperto in questi ultimi dieci anni. La tecnologia evolve, l’esempio che faccio sempre è quello delle automobili. Se guardiamo qualsiasi modello di oggi e lo confrontiamo con lo stesso di dieci anni fa, ci accorgiamo che qualcosa è cambiato, forme, design e tecnologie, questo vale per il telefonino e per altri mille oggetti. Così è l’architettura e il design. Riusciamo a realizzare case che addirittura producono moltissima energia, sembra fantascienza ma è così!
Tra i vostri progetti, quale ti rappresenta di più e perché? Sono orgoglioso dei progetti residenziali che abbiamo realizzato. Credo che l'architettura sia stata in gran parte rivolta a teatri e musei. Ma portare vera innovazione e inventare nuove tipologie abitative, questo è incredibilmente importante. Sono conosciuti i tuoi bellissimi “mood board” cosa sono? Letteralmente significa “tavola dell’umore”, in pratica è una serie di materiali uniti tra di loro come in un collage, che serve a mostrare in un formato visivo un progetto e il suo concept. È davvero divertente e utile realizzarla per noi e per il cliente, in questo modo hai davanti tutta la storia del progetto. L’architettura può considerarsi un'arte? L’architettura è soprattutto arte: dai colori, alle forme, a quello che si trova racchiuso al suo interno. Con le nostre creazioni cerchiamo in modo silenzioso di dare un piccolo apporto al benessere umano. Qual è la tua città preferita? Se fosse in Italia sarebbe Venezia: è un po' banale come risposta, perché Venezia piace a tutti, ma per me è davvero la città più bella del mondo. Non nascondo che sarebbe un sogno riuscire a progettare un hotel a Venezia, magari sul Canal Grande. Venezia è una città magica.
Guarda il video teaser presentato alla Milano Design Week.
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Abitare il Lago ARCH. ALBINO FINOTTI intervento ha per oggetto la demolizione di un edificio ormai fatiscente e la costruzione di un nuovo edificio (in base alla Legge Regionale – Piano casa), in località Le Camille nel Comune di Torri del Benaco. Lo scopo era raggiungere la classe energetica A4, la migliore relativamente alla normativa attuale, così da ottenere un ampliamento pari al 70% del volume esistente, quindi abbiamo impostato la progettazione sulla combinazione di edificio ed impianti in modo da ridurre al minimo il consumo energetico dell’abitazione, scegliendo tecnologie impiantistiche e costruttive all’avanguardia con l’utilizzo di materiali tipici della tradizione locale. Lo studio dell’orientamento ha permesso di ottenere un organismo edilizio ecocompatibile, in linea con i parametri della bioedilizia, esteticamente gradevole, funzionale ed economico dal punto di vista della gestione dei consumi. Il lotto è collocato in zona vincolata sottoposta a tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della Provincia di Verona e richiede quindi una progettazione consapevole e sensibile alle problematiche paesaggistiche. Per rispondere all’esigenza di mitigare l’impatto del nuovo fabbricato sul paesaggio si è deciso di abbassare la quota del colmo di circa 2 metri e di traslare il sedime del volume originario di circa 10 metri verso valle, in modo da ridurre la visibilità della costruzione dalla strada e creare lo spazio necessario per l’inserimento di schermature vegetali. La morfologia dell’edificio, caratterizzato al suo interno da diversi cambi di quota per l’andamento del terreno roccioso sottostante, nasce dalla volontà di valorizzare la meravigliosa vista panoramica sul lago di Garda grazie ad ampie vetrate, che danno equilibrio ai due volumi dell'edificio, uno con un tetto piano e l’altro con una doppia falda asimmetrica. La scelta di affian24
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care due coperture così diverse nasce da esigenze tecnologiche oltre che estetiche. La falda inclinata rivolta a sud, infatti, è stata pensata per ospitare i pannelli fotovoltaici e solari temici, mentre il tetto piano rivolto a nord-est protegge l’edificio dallo scarso soleggiamento. I pedoni possono accedere alla proprietà direttamente dalla strada privata tramite una scalinata in acciaio corten. Le autovetture possono, invece, raggiungere il garage interrato grazie ad una rampa carrabile rivestita in porfido e sassi di fiume. L’edificio al suo interno è composto da due zone distinte caratterizzate da quote altimetriche differenti; da un lato la zona cucina/ pranzo sormontata dalla zona notte padronale e dall’altro la zona living collocata sotto l’area destinata agli ospiti. Tra le due zone, la scala interna, realizzata in cemento armato
e rivestita in resina, mette in comunicazione i diversi livelli dell’abitazione, offrendo ai fruitori scorci suggestivi sul paesaggio e sugli spazi interni grazie alle ampie vetrate. Il bianco assoluto della resina è stato scelto per dare equilibrio ed eleganza alle stanze caratterizzate da scelte cromatiche forti ed inusuali. Ogni ambiente è stato studiato nei minimi dettagli per suggerire sensazioni e stati d’animo sempre differenti: il viola, scelto dalla proprietaria come colore principale in quanto viva espressione della sua personalità, è presente a soffitto in tutti i locali, ma assume in ognuno di questi una forza diversa, grazie all’accostamento con carte da parati e rivestimenti murali di colori differenti.Le forti cromie interne lasciano spazio all’esterno a colori e materiali facilmente rintracciabili in natura in modo da ridurre al minimo l’impatto della costruzione sul paesaggio. Le facciate dell’edificio, in parte intonacate ed in parte rivestite in lastre di pietra locale posata ad opus incertum, si inseriscono nel contesto che le ospita con eleganza. Per valorizzare al massimo l’area di intervento si è deciso di porre grande attenzione anche alla progettazione degli spazi esterni: il giardino roccioso che circonda la casa, infatti, è stato studiato nei minimi dettagli ed ospita una scenografica piscina a sfioro ed un campo da bocce in terra battuta perfettamente incastonato in uno dei terrazzamenti esistenti.
OPERE DI MITIGAZIONE Nel rispetto dell'ambiente, si è deciso di utilizzare materiali naturali, come la pietra, in accordo con i principi di sostenibilità ed eco-compatibilità ambientale. Per diminuire i consumi energetici si è poi pensato di impiegare vetri a basso fattore solare che, uniti ad un sistema motorizzato di tende esterne microforate, impediscono il surriscaldamento degli ambienti interni ed il conseguente ricorso a dispendiosi sistemi di condizionamento. Si è poi deciso di ricorrere all’utilizzo di pannelli solari e fotovoltaici che, integrati alla copertura e quindi quasi del tutto invisibili dalla strada, sfruttano energie rinnovabili riducendo le emissioni di CO2.
Studio tecnico di progettazione Via Navasa 13, Verona tel. 045 6000275 - cell. 380 9022759 finotti.albino@studiofinotti.net info@studiofinotti.net www.studiofinotti.net
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PROGETTO E D I R E Z I O N E L AVO R I ar ch. Fed er ico C ap p e llin a LUOGO S o av e VR DESTINAZIONE D’USO ab it azio n e D I ME N S I O N E 1 8 6 mq F I N E L AVO R I 2016
SD Home Passive House-Bioclimatica
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l paesaggio collinare che caratterizza i dintorni di Soave, nel veronese, è costituito da una natura carica di fascino e suggestioni. La sfida progettuale è stata quella di realizzare un edificio residenziale in grado di armonizzare un'architettura moderna e minimale al contesto, trasformando le regole imposte dalla Sovrintendenza ai beni paesaggistici in input preziosi. Un progetto che fa dell'architettura il mezzo per armonizzare l'abitare contemporaneo ad un contesto naturale, dove l’architettura si lega all’integrazione e alla sostenibilità. Sarà il sole a fornire l'energia necessaria ai bisogni di chi abiterà questa casa «passiva» a emissioni e consumi zero mimetizzata dal verde nel paese medievale. Un'abitazione «che usa gli elementi naturali, sole, vento, acqua, terreno e vegetazione, per soddisfare i requisiti di comfort e di risparmio energetico». Una casa che è strutturata per sfruttare al meglio le correnti naturali garantendo un microclima ideale per tutte le stagioni, che fa tesoro della tradizione dei giardini pensili per ombreggiare, isolare, ventilare e non sprecare acqua». Sole, ma anche il suo contrario, cioè l'ombra: forma e orientamento della casa sono stati concepiti per sfruttare entrambi e salvaguardare il principio che «l'energia non prodotta è il massimo risparmio energetico».
FEDERICO CAPPELLINA Piazzale Michelangelo, 8 37047 San Bonifacio (VR) cell. 333 1016060 federicocappellina@hotmail.com www.federicocappellina.com
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Casa naturale «nella quale muffe e condensa non esistono, ermetica al vento e all'aria, ventilata sempre ma capace di recuperare il calore, salubre perché il costante ricambio d'aria elimina umidità, odori e polveri». È una casa essenziale che rovescia la prospettiva dell’abitare, il piacere di godere di una finestra sulla natura per chi sta dentro. Le grandi vetrate servono a questo, e sono inserite nel verde, ma servono anche a catturare selettivamente l’energia del sole in modo che, ad esempio, diventi il «combustibile» per l’inverno. «È una casa completamente autonoma perché nulla arriva dall’esterno». E non c’è spreco perché, ed è solo un esempio, l’acqua piovana non solo tiene vivo il giardino pensile che rimpiazza il tetto ma viene anche recuperata completamente in una cisterna. Spazi e volumi pensati in grande armonia tra interno ed esterno, da vivere in stretto contatto non solo nella bella stagione; in particolare le grandi vetrate scorrevoli non solo mettono a diretto contatto il living della casa con il patio aperto ma aprono verso il paesaggio collinare, in un continuo dialogo di benessere e percezioni positive.
Gli spazi giorno si snodano in un grande ambiente a diretto contatto con il patio esterno separato tramite un diaframma vetrato, che non si pone come un ostacolo ma al contrario invita a “guardare fuori”, rendendo possibile una completa percezione del contesto esterno anche nei mesi invernali; c’è stata una ricerca accurata delle finiture che, tramite una ricerca di materiali e superfici, coniugano funzionalità ed eleganza. Il colore di insieme della composi-
zione è dato principalmente dalla natura, il colore della pietra, della calce naturale, del legno, del ferro, della terra. Un modo per creare un’armonia dell’edificio con l’ambiente esterno. Mi piace pensare che in questo progetto l’ultimo colore è quello della natura stessa. Una casa intelligente in quanto anche un’impiantistica domotizzata amplifica il rendimento passivo e sostenibile a livello energetico.
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DI MARMO ED EUCALIPTO
Restyling di una villa sulla Còte d’Azur nebriati dai profumi avvolgenti degli eucalipti, da un mare azzurro e silenzioso, abbiamo declinato questa natura cosi piacevolmente protagonista, in tutte le superfici della casa. Attore principale il marmo, dal greco pietra splendente, come testimone di processi naturali e sorprendentemente scenografici. Tutte le stanze sono trattate con gli stessi principi: marmo a terra, bianco lasa per la zona giorno e cucina, marmo a parete come sfondo di elementi funzionali, scale, tv..; ribassamenti dei piani orizzonali in toni scuri e retro illuminati per scandire i volumi e renderli puri; tendaggi leggeri e decisi per dare eleganza e privacy e permettere allo stesso tempo di godere la vista dalle ampie vetrate.
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Lavabo in marmo “silver wave”, Antolini
Marmo “elegant brown”, Antolini
Ogni bagno testimonia le infinite possibilità del marmo, da rivestimento a pavimento per trasformarsi nei lavabi che abbiamo disegnato per tutte le situazioni. Anche per le camere pochi tratti e semplicità assoluta. Le testate dei letti le abbiamo trattate con il tatoo wall, gigantografie su tela e foto su forex. Specchi neri e porte in vetro per dare continuità alle superfici. Gli arredi inseriti, giocano e ammorbidiscono la percezione materica del materiale predominante.
“Zebrino bianco” super hydro finish, Antolini
“Sequoia brown” freewood, Antolini
Parete in pietra e verde verticale
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Pavimento in marmo “invisible grey� lether finish
Claudia Brentegani e Federico Bertoldi dello studio BC+v Architetti con sede a Pescantina in via della Filanda,17 tel 045.6703067 info@bcpiuv-architetti.it www.BcpiuVarchitetti.it facebook_twitter
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Harmony Maker
PHILO DIVANO – DESIGN NATUZZI / AFFRESCO TAPPETO TEMPO SERVETTO – DESIGN MANZONI & TAPINASSI / BIS POUF – DESIGN NATUZZI KUBIKA SISTEMA DI PARETI ATTREZZATE – DESIGN PIERANGELO SCIUTO VISITATE I NOSTRI SPAZI ESSENCE PRESSO BALLARINI INTERNI VALGATARA DI VALPOLICELLA, VIA DEL LAVORO 18 - MARCO DI ROVERETO, VIA VARINI 50
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Puglia, Italia
LUCE E TINTE NEUTRE PER eometria e raffinatezza nell'ultimo lavoro di Ballarini Interni. Questa nuova abitazione progettata dall'arch. Nicola Braggio e realizzata dall'impresa Dolci Costruzioni è stata concepita con attenzione all'efficienza energetica. L'abitazione si trova a Palazzolo di Sona e ha raggiunto la classe energetica A3. Gli arredi hanno l'obiettivo di creare un ambiente di pregio ma allo stesso tempo accogliente e vivibile. La collaborazione tra le fasi di progettazione architettonica e di design dell'arredo è stata fondamentale per studiare gli effetti della luce e ottimizzare la vivibilità degli spazi. Il disegno della zona giorno ruota attorno all'ampia finestra a nastro con vista panoramica a cui fa da cornice la cucina su misura.
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La scelta di utilizzare superfici bianche esalta la luminosità proveniente dall'esterno. La monotonia delle tinte neutre è spezzata dai tocchi di colore delle luci e delle sedute, mentre le pareti sono arricchite con specchi e cornici riflettenti.
UNA NUOVA ABITAZIONE IN CLASSE A3
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La zona pranzo è minimal ma non rinuncia a un tocco di originalità con la scelta di alcuni arredi antichi recuperati. Il tavolo con piano in legno naturale conferisce alla zona pranzo un senso di calore e accoglienza. Le ampie vetrate dell’abitazione distinguono i diversi ambienti e li caratterizzano grazie a un diverso utilizzo della luce. Gli spazi di passaggio sono arredati con tinte leggere e superfici continue, mentre gli spazi più vitali sono arricchiti dall’utilizzo di materiali diversi tra loro, creando alternanza di luci e ombre.
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Il bagno è ideato come un ambiente di rilevanza all’interno dell’abitazione. Le superfici sono ricche e lucenti, e l’illuminazione è integrata nel soffitto per non disturbare l’atmosfera di quiete che si respira.
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ABITARE LA TRADIZIONE
Sushi Nara, le scatole nella scatola Atmosfera di Giappone
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l punto di partenza di questo progetto è un grande spazio commerciale (500 mq circa) all’interno di un edificio, un capannone, situato nel comune di Pescantina. Uno spazio completamente vuoto, asettico, libero da ogni tipo di vano accessorio (servizi, vani tecnici, ecc.). La sfida era quella di trasformare un nudo capannone in uno spazio palpitante, che mantenesse la tradizione e l'atmosfera giapponese, quasi scatole in una grande scatola, articolate in volumi ed altezze diverse . “Nell’intento di rendere questo luogo vivibile, a misura d’uomo e adatto ad accogliere un’attività di ristorazione, si è proceduto generando un’importante “spina dorsale” costituita da una gabbia in tubolare di ferro, che funge
Blocco.18 nasce nel 2008 dall’incontro degli architetti Marco Grigoletti e Simone Salvaro che, dopo aver compiuto molteplici esperienze nel campo dell’architettura d’interni, della scenografia, della fotografia industriale e del contract, hanno riunito le loro passioni per i materiali naturali quali il legno, la pietra, il ferro, per le linee pulite, per l’architettura a misura d’uomo, in un progetto comune denominato appunto blocco.18. Il nome trae spunto dalle “block
house”, sistemi costruttivi modulari in legno caratterizzate dalla semplicità costruttiva e compositiva e dalle spiccate caratteristiche di eco-sostenibilità; e .18 (0,18) inteso come trasmittanza termica ideale. Blocco.18 opera in diversi ambiti dell’architettura; dalle nuove costruzioni, alle ristrutturazioni, dal design all’arredo d’interni, il tutto accomunato da linee semplici ed essenziali, dall’attenzione al dettaglio e dalla purezza delle forme. blocco.18_architettura marco grigoletti architetto simone salvaro architetto www.blocco18.it
da sostegno ad una serie di scatole in legno con nicchie bi-facciali” dice l'architetto Simone Salvaro di Blocco.18 “tali scatole sono elementi mobili, che vengono posizionati a piacere per tutta l’estensione della gabbia e contribuiscono a movimentare la regolarità del reticolo stesso. Attorno alla “spina dorsale” prendono vita una serie di spazi più o meno delimitati con la specifica funzione di generare dei micro ambienti, quasi dei locali all’interno del locale stesso. Quindi appena entrati sulla sinistra troviamo “le casette” in stile casa giapponese, un’architettura all’interno del locale entro la quale sono state ricavate quattro salette con privacy totale, dei veri e propri privè. Sulla destra troviamo l’importante banco bar che sfrutta le nicchie
della scaffalatura come appoggio per bottiglie e quant’altro esposto; la vista viene sicuramente attratta dal grande disegno a muro in perfetto stile tatuaggio tradizionale giapponese”. “Procedendo sulla sinistra” aggiunge l'arch.Marco Grigoletti, “abbiamo una prima area arredata con tavoli e sedie e una lunga panca a muro con retro-illuminazione alle spalle, sopra la quale spicca la scritta “sushi nara” in acciaio lucido. Superando la “spina dorsale” troviamo il banco per i cuochi preparatori del sushi adiacente alla grande cucina. Subito dopo, la vista si apre su due ampi spazi delimitati, ma aperti, arredati da lunghe panche (elemento ricorrente in tutto il locale) e tavolini singoli. Infine troviamo una grande
scatola rialzata, delimitata da una fitta serie di elementi verticali in legno ( spazio detto “l’acquario”) entro il quale sono organizzati tavoli e sedie e una lunga panca perimetrale continua. Il tutto è illuminato da particolari lampade che ricordano dei pesci.” Impianto elettrico e di aerazione a vista, colori di fondo molto scuri, materiali naturali, linee sobrie e precise, luci indirette e luci a spot contribuiscono a dare a questo luogo un carattere post-industriale. Tuttavia l’inserimento di elementi decorativi, legati alla tradizione orientale, contribuisce a mitigare e bilanciare la percezione d’insieme dello spazio. (Giancarla Gallo)
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Iniziativa Immobiliare Eureka a Quinzano Intervista all’architetto Paolo Richelli
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l luogo, la contestualizzazione, sono ancora un valore o limite alla creatività progettuale? E come si riflette la sua posizione nella progettazione dell’iniziativa Immobiliare Eureka? È evidente che continuano ad avere un valore, come del resto, anche se in modi diversi, hanno sempre avuto. Sono gli ingredienti base del progetto, sulla base dei quali esso prende forma, assieme agli altri materiali. Quello che non ha più valore è il “contestualismo” basato sull’analisi urbana, sugli allineamenti e le regole... spesso procedure molto sterili. La reinvenzione del luogo, invece, attraverso l’individuazione delle risorse e delle criticità che lo contraddistinguono, sono per me il “movente” del progetto e ne diventano i materiali. E questo, lungi dall’essere un limite, stuzzica la creatività. Le risorse dei paesaggi in trasformazione sono tracce a piccola o a grandissima scala, materiali invecchiati, segnati dal tempo e visti con occhi nuovi, memorie, visuali impreviste, spazi fruibili in modo inaspettato, luci ed ombre, che il progetto sottolinea con forza. Il contesto è per me un paesaggio mutevole che deve essere valorizzato dagli oggetti che il progetto di trasformazione “aggiunge”. Il progetto pensato per Immobiliare Eureka mostra caratteristiche morfologico-architettoniche che intendono adattarsi al contesto densamente urbanizzato esistente ed al contempo rendere il progetto coerente agli obiettivi di valorizzazione paesaggistica della zona. Il linguaggio architettonico utilizzato di matrice contemporanea, si ritiene ben si accordi con l'esistente, in particolar modo
con gli elementi tipologici e architettonici della zona il cui edificato multipiano è da ascrivere ad un arco temporale approssimativamente ricadente tra gli anni 60 ad oggi. La sagoma dell’edifico in progetto è frutto di scelte compositive indirizzate ad una configurazione compatta ed uniforme del complesso, intesa ad evitare eccessive articolazioni che si sarebbero potute delineare come elementi di contrasto con i valori paesaggistici. L’edificio in progetto è costituito dall’unione di un corpo principale orientato verso sud coperto dal tetto a falde con un corpo di dimensioni minori posto a nord a tetto piano. L’esito compositivo è mantenuto compatto grazie all’inserimento di grandi terrazze orientate a nord-est e nord-ovest. Si è scelto di porsi sui tre piani in aderenza alla tipologia del luogo con un’ altezza complessiva del fabbricato inferiore all’intervento limitrofo per ricercare forme e linguaggi architettonici più conformi alla natura del luogo ancora ricco di scorci e coni visivi verso le colline. Come nasce l’articolazione delle facciate? L’articolazione dei prospetti da due dettagli architettonici fortemente condivisi con la
committenza... La gronda del tetto con uno sporto piano che dissimuli l’alloggiamento nella parte più bassa delle falde e piana della gronda dei pannelli fotovoltaici; eliminando così la parte curva del pluviale. Una cornice che raccolga compositivamente le aperture rafforzandone la geometria ed il disegno in facciata attraverso un sistema di fughe apparentemente casuali nel cappotto. Architetto, quali sono gli elementi che concorrono a rendere l’ edificio di Eureka più sostenibile? E quali sono i vantaggi in termini ambientali ed economici? In generale gli elementi che concorrono a rendere un immobile sostenibile sono molteplici, a partire dal concetto di "abitare" sostenibile, che non può prescindere da fattori sociali e comportamentali, e più in generale, dall’approccio individuale e collettivo al modo con il quale si affrontano le strategie dell’abitare. L’edificio sostenibile deve focalizzare le sue peculiarità sulla capacità di instaurare un rapporto più corretto tra il costruito e l’ambiente, limitando l’uso delle risorse, compreso il territorio, ma limitando anche l’impatto generato (emissioni, rifiuti,
rumore, ecc.). Nella progettazione dell’ immobile certamente un buon orientamento, elevate prestazioni dell’involucro opaco e trasparente – 18 cm di cappotto -, sfruttamento delle fonti rinnovabili, integrazione impiantistica ad alta efficienza e sistemi di controllo e gestione dei consumi, nonché il sistema centralizzato di ventilazione meccanica concorrono alla riduzione del fabbisogno energetico con un taglio garantito sulla bolletta portando l’ edificio in classe A4. Come si integra l’utilizzo dei materiali con l’articolazione del verde in facciata? Le scelte compositive, unitamente alle proposte materiche e coloristiche volte ad armonizzare in maniera sobria le componenti architettoniche, consentono di rafforzare il carattere unitario e equilibrato del complesso che grazie anche ai criteri di pulizia e continuità materica e formale adottati, non porterà effetti di contrasto con i valori paesaggistici visibili nell’intorno residenziale. L'insieme architettonico sarà dotato di abbondante piantumazione. Gli ampi fronti terrazzati su tutti e 4 i lati del complesso saranno dotati di ampie
fioriere che consentiranno alla componete vegetale di integrarsi e di interagire con l’aspetto figurativo dell’edificio, determinandone l’esito finale. Il verde cosi progettato medierà il rapporto del nuovo edificato con il contesto,consentendo di armonizzare l’inserimento edilizio. Come architetto, qual è la sua idea del vivere bene oggi? Le risposte sono molteplici e diversificate se contestualizzate in città diverse o in contesti paesaggistici particolari... ma la mia risposta a questa domanda sarà solo di matrice onirica: vorrei vivere in un pezzo di Verona paracadutato a New York con vicini di casa olandesi, andare in barca a Cape Code vedendo negli occhi gli scoiattoli nei parchi del Maine, volando sul deserto del Gobi... con la vista del mare di Polinesia a nord... devo continuare?
Immobiliare Eureka srl Via Selva 11 - Verona Tel. 348/8552404 www.immobiliareeureka.it info@immobiliareeureka.it
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Costruire serramenti. La nostra filosofia F_01 di Finstral: una rivista istituzionale sorprendente, che offre uno sguardo diverso sul mondo delle finestre
Costruire serramenti – la nostra filosofia”: questo il motto della nuova rivista, da cui è facile intuire che nel magazine l’azienda altoatesina, leader nella produzione di serramenti a livello europeo, non si limita a presentare semplicemente la propria gamma prodotti. Quello di F_01 – il nome del periodico – è un progetto editoriale di spessore, che regala sguardi anche inconsueti sul mondo del serramento, dal punto di vista di artisti, scrittori e progettisti. Un lavoro di ampio respiro, con un taglio giornalistico, che si propone innanzitutto come strumento capace di informare ed ispirare chi sta pensando di costruire una casa – clienti privati, tecnici e professionisti. Presentata quest’anno in anteprima alla principale fiera di settore, la “Fensterbau Frontale” 40
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a Norimberga, la rivista ha riscosso ampio consenso presso i numerosi visitatori. Originale poi la struttura del magazine, con due direzioni di lettura: lo si può sfogliare partendo dall’interno verso l’esterno o viceversa. E basta capovolgerlo per cambiare prospettiva – come una finestra infatti anche la rivista può essere vissuta da due parti: dal lato interno e da quello esterno. In oltre 140 pagine si sviluppa un avvincente connubio di informazioni: novità di prodotto, testi letterari, interviste, reportage, tutti corredati da immagini accattivanti. Contenuti e concept grafico del magazine riprendono gli elementi stilistici tipici delle eleganti riviste di progettazione e design. “Quello dei serramenti è un argomento che in Finstral abbiamo nel DNA”,
afferma Joachim Oberrauch, uno dei titolari dell’azienda di famiglia. “Ai lettori della rivista vogliamo trasmettere la nostra passione per un prodotto così affascinante – con tutte le sue sfaccettature.” Il magazine si apre con il contributo di due scrittrici che riflettono sul tema delle finestre. Gli architetti Alessandro Bucci e Andreas Hild ci parlano del ruolo che il serramento assume nel definire l’aspetto complessivo di un edificio. Nella parte centrale del magazine il lettore può conoscere il planner Finstral, uno strumento di progettazione che lo guida nella composizione della sua finestra
ideale. Il reportage “La certezza di essere in buone mani” offre uno sguardo interessante sull’intera filiera controllata da Finstral, con le principali fasi di produzione - dal granulato di PVC alla realizzazione del vetro isolante fino alla perfetta posa in opera. Lasciatevi sorprendere dalla varietà di prospettive che F_01 vi propone: una lettura stimolante non solo per progettisti e per chi intende costruire casa, ma per tutti coloro che vogliono vedere il mondo dei serramenti con occhi nuovi. Incuriositi? Ordinate la vostra copia gratuita scrivendo una mail a finstral@finstral.com.
Finstral è un’impresa familiare con radici in Alto Adige e attiva in tutta Europa, che progetta, realizza e posa finestre, portoncini d’ingresso e strutture vetrate – tutto direttamente da un unico produttore. Combinando sapientemente funzionalità ed estetica, e grazie anche al suo vastissimo assortimento, Finstral definisce da quasi 50 anni gli standard del settore. L’azienda possiede 14 stabilimenti produttivi in Italia e in Germania, impiega oltre 1.400 dipendenti e collabora con 1.000 rivenditori in 16 Paesi. La sede centrale si trova – sin dalla fondazione – ad Auna di Sotto sul Renon, in provincia di Bolzano.
Ulteriori informazioni: Referente Finstral S.p.A. Ufficio Marketing Italia Via Gasters 1 Auna di Sotto/Renon (BZ) ITALIA
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Sotto sopra Studio PadiglioneB
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#sottosopra è il progetto di recupero di un edificio degli anni ‘60 in Borgo Venezia a Verona, a cura dello studio di architettura PadiglioneB, composto da Chiara Tenca, Piergiorgio Tenca e Alberto Bassi, con la collaborazione dell’architetto Michele De Mori. Il progetto prevede la completa rivisitazione dell’unità abitativa recuperando il sottotetto della stessa e creando di fatto un vero e proprio doppio volume adibito a studio ed una camera matrimoniale ricavata nella nuova mansarda. L’intervento di recupero ha riscoperto la qualità architettonica dello spazio esistente ribaltando e riportando alla luce la bellezza del tetto a vista in travi di legno. L’elemento centrale del progetto è la scala che conduce al piano sottotetto che è valorizza dalla doppia altezza della zona giorno. La scala è disegnata su misura con l’utilizzo di due materiali diversi: l’acciaio Corten e il cemento a vista.
La zona pranzo, seppure con i soffitti bassi rispetto al resto dell’abitazione, è resa luminosa dall’utilizzo di un pavimento in cemento lisciato e da arredi in tinte chiare che non appesantiscono l’ambiente.
PADIGLIONE B Via San Pancrazio 38 Caprino Veronese (VR) tel. 045 7241210 info@padiglioneb.it
La zona notte è il punto di arrivo della scala centrale. È un ambiente di recupero in cui i progettisti non hanno esitato ad accostare vecchie porzioni di muratura in pietra con nuovi elementi moderni disegnati su misura, come le ante della cabina armadio. La copertura in legno a vista si contrappone con calore all’utilizzo dominante del colore bianco per le pareti, e dona forte personalità allo spazio.
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Abitare Verona by Ballarini Interni
Quale meglio di questo titolo rappresenta la Ballarini
Interni che da più di sessant'anni arreda le case dei veronesi e non solo. Ballarini Interni viene fondata nel 1946, quando due fratelli, Guido e Ottorino, aprono una falegnameria nel cuore della Valpolicella, a Valgatara. Comincia così un lungo percorso, all’insegna della passione per il lavoro, della qualità e dell’estetica. Successivamente, con l’arrivo in azienda dei figli, si fa strada l’idea di evolversi da produttori ad arredatori di interni. Inizia così la ricerca di marchi di design di arredamento da affiancare alla propria produzione, e la collaborazione di progettisti interni all’azienda, ma anche di architetti e studi operanti sul territorio. Ben presto Ballarini Interni diventa un punto di riferimento per chi sa riconoscere l’importanza di vivere in una casa o nell’ambiente di lavoro ben arredato. Con l’apertura del punto vendita di Marco di Rovereto, situato in una posizione strategica per tutto il Trentino Alto Adige vista la vicinanza all’ingresso autostradale di Rovereto Sud, Ballarini Interni allarga la propria attività anche in territorio trentino, divenendo un ulteriore punto di riferimento per tutto il nord Italia. Il subentro in azienda della terza generazione, la globalizzazione, l’evoluzione dell’economia negli ultimi anni e il successo del Made in Italy nel campo dell’arredamento, ha portato la Ballarini Interni ad operare dovunque nel mondo, senza distogliere lo sguardo dai bisogni del nostro committente italiano, che rimane il cliente più preparato ed esigente. Grazie al costante impegno e all’eccellenza dei risultati, l’azienda rappresenta una realtà leader nell’arredamento a Verona e in Trentino, con il supporto del laboratorio di falegnameria interno, in grado di creare con abilità e fantasia quello che l’industria non è in grado di fornire. Oltre ad eccellere nel settore dell’interior design Ballarini Interni offre diversi servizi volti alla realizzazione più esaustiva delle aspettative del cliente. La peculiarità è di riuscire a soddisfare i clienti con una progettazione attenta a qualsiasi esigenza: funzionale, estetica e di prezzo. Ma Ballarini Interni non è solo arredo: da sempre si è adoperata per promuovere la cultura dell’abitare con l'organizzazione o la sponsorizzazione di eventi culturali come le rassegne “Divertiamoci
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a Teatro e il Grande Teatro” ecc. Oltre a ciò è editore del magazine Abitare Verona, punto di riferimento per le novità del design d'interni a Verona e non solo. A breve sarà online il nuovo sito internet dell'azienda www.ballarini-interni.it , con nuove ispirazioni, progetti e novità per l'arredo d'interni. Come sostiene Roberto Ballarini, uno dei soci dell'azienda, "Lo stile Ballarini Interni è unico, perché in esso è presente il valore degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia del marchio, in settant’anni di vita dell’azienda."
Via del Lavoro 18 - Valgatara di Valpolicella (VR) - tel. 045 6800525 Via Varini 50 - Marco di Rovereto (TN) - tel. 0464 943220 www.ballarini-interni.com - info@ballarini-interni.com
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La zona notte di Poliform, una soluzione raffinata e funzionale
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Lo spazio dedicato al riposo è uno degli spazi centrali della casa, secondo la filosofia di Poliform. In queste pagine la proposta per la zona notte è un laboratorio di materiali e volumi che creano ambienti diversificati in base alla funzione. Un focus importante di Poliform da sempre è la cabina armadi che è progettata come un ambiente dotato di una sua autonomia e una forte caratterizzazione. Al centro della stanza si trova l’armadio a vetri, che, come una sorta di teca espositiva, mette in mostra la personalità e il gusto degli abitanti. La camera da letto è ideata come un “soggiorno notturno”, attrezzata con arredi e sedute dedicate ai
momenti di maggiore relax e intimità. Le armadiature sono soluzioni componibili in base alla personalità individuale, e oltre alla funzione di contenitore fungono da rivestimento delle pareti grazie a superfici calde ed omogenee. Un effetto inaspettato ed originale. In questa foto l’armadio Senzafine Ego con apertura battente, che fa della trasparenza la sua caratteristica originalità, scandita soltanto dalla struttura in del telaio verniciato opaco piombo. Ai lati sono gli armadi Senzafine Bangkok con ante in cuoio invecchiato. Il cuoio inaspettatamente è utilizzato come rivestimento della parete, donando all’ambiente un forte calore.
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In questa pagina il letto Kelly con rivestimento in pelle tortora. Il cuoio è reinterpretato nella texture a intreccio, e ben si adatta alle forme curvilinee del design. La soluzione è completata dalla poltrona Jane in tessuto sfoderabile.
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LE NUOVE PROPOSTE DI XERA ACCIAIO E METALLO OXIDE PER UNA CUCINA ACCOGLIENTE cegliere una cucina in acciaio non è più associato all'idea della cucina professionale ma è una scelta di gusto. Nella cucina Monolit 45° dell'azienda italiana Xera, il piano in acciaio è simbolo di qualità e design, dell’attitudine al dettaglio e alla funzionalità. L'acciaio si accompagna al metallo oxide in colore brunito ottone. La cucina è un'esperienza di metalli diversi accostati tra loro, che assumono la matericità e la funzionalità delle superfici più tradizionali per le cucine residenziali. Nel modello Monolit 45° l’estetica e la pulizia formale sono dettate dalla riduzione dello spessore del top e dell’anta con gola
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in tutta larghezza. Il piano appare come una lamina sottile appena posata sul bancone. L’acciaio inox delle colonne attrezzate esalta e rafforza il metallo oxide, protagonista ed interprete del prodotto. Accessori come la vasca lavaggio, il canale attrezzato a filo top e il piano cottura con fuochi in linea sono particolari studiati per rendere razionale e vivibile l’area cucina. Xera è un'azienda caratterizzata da un'alta competenza tecnica e specializzata nella lavorazione dei metalli, che produce interamente ogni elemento strutturale, dove il fuori misura è uno standard.
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Il modello Lingotto, come suggerisce il nome, esprime l'idea di una cucina dal carattere forte ed evidente, che si pone come un pezzo di design centrale nell'idea di casa. La finitura, nelle due versioni brunito ottone o hand brushed nero, esalta la pesantezza del metallo, ma grazie alle forme arrotondate e alla modellazione delle superfici crea dei volumi che danno un'idea di morbidezza. La particolare connessione dei top, dei fianchi e degli zoccoli definisce un volume perfetto, arrotondato sui tre assi. Lingotto trasferisce una percezione delle forme nuova, dal design caratterizzante, ma non
invadente. Nella finitura brunito ottone, la cucina assume una connotazione vintage. La nuova pietra del top color fango proviene da esclusive cave selezionate, i componenti in legno di noce rappresentano una sola delle capacità di abbinare materiali diversi. L’ebanisteria si associa alla eccellenza di lavorazione del metallo e della pietra. L’inserimento di una maniglia orizzontale ritrova un codice estetico caratteristico delle cucine da ristorazione professionale. Ogni anta subisce un trattamento manuale. Ed ogni cucina è sempre diversa, come un’opera d’arte.
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Abitare il tempo
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enza uguali abitare in una prestigiosa casa storica, dove regna il silenzio e il fascino del passato. L'arredo proposto è di prestigio, i tessuti e le tinte neutre. Questa ispirazione è dedicata a chi vuole valorizzare un palazzo storico con gusto e carattere. Una soluzione d'arredo che si accosta sapientemente al contesti di valore architettonico e paesaggistico senza andare a sovrastarne l’atmosfera ma creando un'intensa armonia con gli spazi. Nella proposta di B&B Italia il colore dominante è il grigio, che trasmette subito un senso di sobrietà e raffinatezza. Il divano Michel Effe di Antonio Citterio, accompagnato dal tavolino Diesis impongono linee sicure e pulite, creando un ambiente serio ed elegante. L'ambiente risulta luminoso grazie alle ampie vetrate da cui entra una luce diffusa. La tinta tenue del soggiorno aiuta a creare un'illuminazione uniforme e piacevole.
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È possibile osare accostamenti tra la matericità delle superfici e la lucentezza degli arredi laccati. L'effetto è raffinato e originale. Libreria Shelf, poltroncine accoglienti Husk '15, tavolo TobiIshi Relax assicurato nel terrazzo, arredato con morbide sedute e appoggi dalle linee curve. Le forme sono sinuose e confortevoli. La seduta FatSofa Outdoor di Patricia Urquiola è completamente imbottita e caratterizzata da uno schienale con struttura in metallo su cui si tesse un originale intreccio. Il sofa è accompagnato da un tavolino della collezione Springtime.
Sapiente accostamento tra il classico e il moderno anche nella zona pranzo. L'arredo è bianco per dare risalto alla ricchezza dei quadri e degli oggetti esposti. Non si rinuncia a un tocco di modernità con il lampadario, sempre in tinta bianco. Mobile Athos di Paolo Piva, sedie Papilio Shell, tavolo Oscar, tappeto Suavis.
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Gioca sui toni neutri del bianco, grigio, beige e marrone la camera da letto, che contrappone alla luminosità della stanza toni più scuri per conferire un’atmosfera più intima. Letto Charles, tappeto Suavis, contenitore Surface, poltroncina Piccola Papilio.
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BY M A R C E L WA N D E R S
S K YGA R D E N
2007
F LO S .C OM
P H : Zo ë G h e r t n e r - B a l l a r i n i I n t e r n i Vi a D e l l a v o r o, 1 8 Va l g a t a r a d i Va l p o l i c e l l a 3 7 0 2 0 Ve r o n a - Vi a Va r i n i , 5 0 M a r c o d i Ro v e r e t o 3 8 0 6 0 Tr e n t o - i n f o @ b a l l a r i n i - i n t e r n i .c o m
ABITARE ME G
riglie e geometrie per un appartamento milanese con vista panoramica. Il nero è il colore dominante che grazie a superfici lucenti e forme snelle dà risalto agli spazi senza appesantirli. Questa realizzazione unisce il gusto per la semplicità di ispirazione giapponese ma non rinuncia alla sinuosità del design milanese. La sala da pranzo con vista panoramica è un ambiente minimal e pulito, dove la parete a vetrata permette di godere appieno della luce naturale che si insinua in questo gioco di intersezioni in ferro. Il gioco dei colori, l’accostamento chiaro scuro tra tonalità neutre ma contrastanti, si impone sulla luminosità che domina incontrastata. Un arredamento dalle linee semplici e pulite perfettamente in armonia con l’ampiezza degli spazi. Il tutto coronato da un lampadario che vuole riportare l’accento sul fattore dominante, la luminosità, anche quando dalla vetrata panoramica si può ammirare il calar della sera. Tonalità contrastanti, linee nette e geometiche: la sedia Charlotte, ad accompagnare il tavolo Athos ’12, conferisce uno stile minimal ma elegante all’ambiente. È stato scelto un complemento d’arredo essenziale, il tappeto Suavis, che riporta l’attenzione sull’aspetto predominante dell’ambiente: la luminosità.
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ETROPOLITANO
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Il soggiorno riporta movimento. L’attenzione ricade sul divano Michel Club e sul verde acido che vuole farsi notare incontrastato nella stanza. Ad alleggerire la geometria degli spazi, le poltrone Mart:si distinguono per le forme sinuose e accoglienti, accompagnate dai tavolini Frank, in perfetto abbinamento per tonalità e movimento.
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Il letto Alys e il tavolino Awa portano luce e leggerezza ai forti colori proposti per la parete. Si gioca ancora una volta sui contrasti chiaro scuro e geometrico e movimento.
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p.c. studio - photo tommaso sartori
MAXALTO È UN MARCHIO B&B ITALIA. COLLEZIONE COORDINATA DA ANTONIO CITTERIO. WWW.MAXALTO.IT
VIA DEL LAVORO 18, 37020 - VALGATARA DI VALPOLICELLA (VR) TEL. 045 6800525 - FAX 045 7704900 VIA VARINI 50, 38060 - MARCO DI ROVERETO (TN) TEL. 0464 943220 - FAX 0464 942306 WWW.BALLARINI-INTERNI.COM - INFO@BALLARINI-INTERNI.COM
Aria di estate
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B&B Outdoor Alla Milano Design Week di quest'anno la proposta di B&B per l'outdoor ha un sapore tutto estivo. Alle tinte tenui e naturali dei materiali per le strutture si affiancano le macchie di colore delle imbottiture: blu oltremare, giallo senape, vinaccia. Il progetto è per un ambiente esterno fresco e sobrio, le forme sono geometriche ma morbide, gli angoli addolciti per invitare alla seduta.
La serie Erica comprende un divano, una poltrona e una sedia, che è disponibile anche in versione impilabile, la cui leggerezza e design, nel rispetto dei criteri ergonomici e ambientali, li rendono adatti per l'uso sia in ambienti pubblici che residenziali.
Ginestra è una famiglia di tavoli e sedie in teak naturale che si distingue per le sue linee armoniose e sinuose, chiaramente ispirata al design nordico.
I sistemi di sedute Ray Outdoor Natural e Ray Outdoor Fabric, con telaio in alluminio estruso, si distinguono per i diversi dettagli e materiali.
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Rimadesio
INNOVAZIONE E TECNOLOGIA Rimadesio da sempre mette al centro della progettazione d'interni i sistemi di contenimento e i sistemi scorrevoli, secondo l’idea dell'integrazione completa tra architettura e arredo. In particolare i sistemi scorrevoli sono oggetto di un’importante evoluzione tecnica ed estetica e vengono proposti oggi con un'innovazione che riguarda il meccanismo di scorrimento, reso ancora più leggero e preciso. L'integrazione con l'architettura è favorita dall'’inedita finitura nera dei sistemi scorrevoli , perfettamente mimetica, che è estesa ai nuovi binari e ai vari componenti meccanici, e gli innovativi profili di copertura dei binari stessi, disponibili nelle medesime finiture dell’anta o predisposti per una verniciatura in loco uniforme al soffitto. Nella foto la nuova porta scorrevole Daimon, con un’estetica di grande fascino evocativo, con struttura alluminio brown e binario brevettato ad incasso in estruso di alluminio, in tinta con la struttura delle porte scorrevoli. Vetro trasparente grigio con decorazione stratificata brown in tinta con la struttura.
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Graphis plus, porte scorrevoli con struttura alluminio brown, vetro laccato opaco caffè e maniglia incassata con serratura brevettata e chiave, una soluzione all'insegna della leggerezza e del silenzio interno.
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Il costante aggiornamento della collezione coinvolge anche i sistemi componibili e le relative attrezzature. Così la libreria Wind diventa ancora più versatile grazie ad un nuovo elemento che permette la composizione di vani a doppia e tripla altezza anche nelle colonne laterali e di un vano TV attrezzato di ampie dimensioni. La struttura è in alluminio brown, vani a giorno e porta decoder per vano TV rame, cassettiere in vetro laccato opaco amaranto, schienale in vetro trasparente grigio e piedini nickel spazzolato.
L'espositore, nella filosofia Rimadesio, è un arredo che supera i limiti funzionali del contenimento e si propone come evoluta soluzione per presentare, esporre, valorizzare gli oggetti più preziosi della casa. Nella foto, il pensile Alambra con struttura bronzo, anta e fianchi in vetro riflettente chiaro, schienale in specchio grigio e ripiani in vetro trasparente grigio.
La vetrina Self bold è una sintesi di raffinatezza ed eleganza, con struttura rame, fianchi e profilo posteriore rame spazzolato, top in vetro laccato opaco rame, ante in vetro riflettente bronzo, interno vetrina in essenza di noce, ripiani in vetro trasparente grigio, schienale interno in vetro nero reflex. Opzionale l'illuminazione interna.
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di Linea Eco Klima – www.lineaecoklima.it
CASA E SALUTE Abitare sano
Orientare l’edilizia verso il risparmio energetico, la sicurezza e la qualità ma non solo. Gli ambienti in cui viviamo e che frequentiamo devono essere sani per coloro che ne usufruiscono. Lo scorso 10 maggio a Verona si è tenuto un importante convegno organizzato dall’Associazione difesa Consumatori e Ambiente - Adiconsum. Punti focali: l’inquinamento tra le mura di casa, gli effetti nocivi che può avere sulla salute degli abitanti e quali soluzioni si possono adottare per garantire salubrità agli ambienti. Ad aprire la serata è stato il dottor Ernesto Burgio, pediatra e membro dell’Istituto di ricerca sul cancro e l’ambiente, seguito poi dall’architetto Leopoldo Busa e dal geometra Giuseppe Mosconi entrambi esperti in salubrità e costruire in qualità. L’aumento dell’inquinamento urbano e l’esposizione agli agenti inquinanti come lo smog e i campi elettromagnetici possono portare ad un peggioramento della salute dell’indivi-
PROTOTIPO CQ COSTRUIRE IN QUALITÀ VERONA Ristrutturazione globale di un appartamento, dove la qualità, l’efficienza e la salubrità hanno avuto un ruolo fondamentale. Una scelta attenta di materiali e finiture interne per dare vita a un ambiente sano per gli abitanti e rispettoso dell’ambiente.
Progetto e D.L. Arch. Junior Adami Francesco Progetto energetico Linea Eco Klima Certificazione CasaClima R
duo soprattutto tra i soggetti più deboli quali i bambini. Un’importante riflessione va fatta sul tempo che quotidianamente trascorriamo all’interno di ambienti chiusi, uffici, scuole, case ecc... circa l’80%. Quali sono però i sistemi per garantire o migliorare la salubrità degli ambienti? Per una migliore qualità dell’aria indoor è possibile lavorare con materiali edili a basso rilascio di VOC – composti organici volatili – oppure installare impianti di ventilazione meccanica che, grazie a un ricircolo continuo e a un filtraggio dell’aria in ingresso nell’abitazione, migliorano la qualità dell’aria indoor. Anche la scelta del mobilio ha un ruolo sostanziale, infatti le colle o le vernici utilizzate possono rilasciare nel tempo sostanze volatili come la formaldeide. La formazione di tecnici e imprese congiuntamente alla sensibilizzazione dei consumatori sono fondamentali per progettare un edificio correttamente ed utilizzarlo nel modo più opportuno.
Convegno Adiconsum 10 maggio 2017, Verona Salubrità degli ambienti interni
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Agape
NUOVE TENDENZE NELLA STANZA DA BAGNO
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Non c’è spazio che sappia esprimere lo spirito di un progetto meglio della stanza da bagno, luogo unico per funzionalità che incarna ed emozioni che evoca." Con questo pensiero Agape progetta il bagno, una stanza vera e propria dotata di tutte le caratteristiche che rendono un ambiente unico. Nelle nuove tendenze, il bagno, lungi dall'essere solamente il luogo più funzionale della casa, è uno degli ambienti centrali connotato da una progettazione sofisticata della luce e delle superfici. I sanitari e i complementi d'arredo sono occasioni per la realizzazione di pezzi di design unici e di una ricerca sulla qualità e sul dettaglio forse maggiore che in qualsiasi altro ambiente domestico. Agape propone soluzioni connotate da una semplicità frutto di una profonda ricerca sulle linee e sui colori. Sono privilegiate le forme primarie e le superfici opache e monocrome. I diversi materiali sono esposti in modo naturale per esaltarne l'unicità: ceramica, marmo, legno, acciaio. Al bianco e nero, colori di base, si accostano senza contrasti i colori naturali dei materiali complementari, in una gamma di grigi, terra e ocra che crea un insieme armonico e accogliente. Stile minimal e classico accostati in questa soluzione Agape. La vasca Ottocento di Benedini Associati è ispirata alle linee di un passato remoto, interpretata alla luce di un’estetica essenziale ed attuale. Diversamente dalle antiche vasche in ghisa, Ottocento è realizzata in Cristalplant® biobased un moderno materiale composito morbido e setoso al tatto che mantiene il calore dell’acqua. Nella versione ad incasso, la linea inconfondibile della vasca Ottocento diventa parte integrante dell’architettura del bagno.
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Vasca DR a due posti, pensata per socializzare, in sintonia con un nuovo modo di vivere e condividere l’ambiente bagno. Ăˆ disegnata come un grande bacino dalle forme sinuose, che dĂ il benvenuto al corpo in maniera naturale, rilassante e amichevole. Interno in Solid Surface, Esterno in legno multistrato di pioppo.
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Vasca Spoon XL, 2005 di Benedini Associati, un’autentica icona del design contemporaneo, inconfondibile nelle sue forme avvolgenti, nella sua personalità forte e accogliente allo stesso tempo, capace di caratterizzare l’intero ambiente bagno. Realizzata in Cristalplant® biobased, un esclusivo materiale ecosostenibile, di origine naturale. In abbinamento il lavabo Spoon.
La linea Vieques XS di Patricia Urquiola è una rivisitazione in chiave contemporanea delle antiche vasche da bagno. La vasca e il lavabo sono in acciaio con finitura bianca all'interno e bianca o grigio scuro all'esterno. Lo stile inconfondibile del lavabo è presentato in due versioni, a colonna o ad appoggio.
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proposte immobiliari
Moderne ville sulle colline di Bardolino con vista lago spettacolare
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ulle colline tra Cavaion Veronese e Bardolino con spettacolare vista sul Lago di Garda proponiamo in vendita moderne Ville con piscina privata. La Villa principale si sviluppa in due zone al piano terra, la zona living composta da ingresso, soggiorno, zona pranzo, cucina ed ampio porticato coperto; la zona notte di 3 camere, 3 bagni e ripostiglio. Al piano seminterrato sala polivalente di oltre 80 mq. con predisposizione per zona wellness (vasca idromassaggio, per sauna o bagno turco); appartamento per ospiti composto da soggiorno con zona cottura, camera e bagno; ripostiglio, lavanderia. Garage di mq. 70. Completa la proprietà un giardino privato piantumato di mq. 750. La Villa è stata progettata nei minimi dettagli ed è dotata di piscina privata a sfioro con impianto di riscaldamento, pannelli solari per acqua calda, riscaldamento a pavimento, allarme.
Francesco Gentili Vicolo San Matteo, 2 Palazzo Negri - 37121 Verona mobile +39 347 7500115 mail francesco.gentili.vr@gmail.com www.elitehomes.it
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proposte immobiliari
Residence Country Golf Odeion del Lago di Garda
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i inserisce armoniosamente nell'ambiente naturale e nel paesaggio del Lago di Garda. E' composto da sei unità abitative situate in un parco di 4500 metri quadrati di alberi secolari di olivo. Sul lato destro del Lago, da cui si gode di una vista mozzafiato, il residence è inserito nel pittoresco paesino di Pai, frazione di Torri del Benaco. Si può passeggiare, qui, lungo un percorso che costeggia il lago, ma c'è comunque un efficiente servizio di trasporto. Si trova in una posizione molto favorevole, infatti in macchina dista cinque minuti da Torri, un quarto d'ora da Garda e da Brenzone, e venti minuti da Malcesine. Il progetto e la costruzione delle singole unità abitative si basano su criteri di efficienza energetica e sostenibilità tecnica: i materiali naturali garantiscono confort, vivibilità e relax in condizioni di perfetto riscaldamento. All’ esterno ci sono ampie aree per il benessere e la socialità, come la piscina e il solarium, realizzate usando materiali naturali come legno e parquet, che danno un tocco di eleganza. Ogni appartamento ha tre camere, giardino privato, spaziose terrazze e saloni con stupenda vista sul Lago o sul parco con alberi ed essenze naturali. Tutto il complesso ha la certificazione di Classe Energetica A. Per info Immobiliare Magri s.a.s. Corso Italia 136, Garda (VR) tel. +39 045 7256583 info@magri.it - www.magri.it
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Stefano Sorrentino, “Gli occhi della tigre” BIOGRAFIA DI UN CAMPIONE TRA I PALI
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iovedì 6 Aprile al Piper di Verona, è stato presentato il libro “Gli occhi della tigre” del portiere in forza all' A.C. Chievo Verona, Stefano Sorrentino, da lui scritto in collaborazione con Marco Dell’Olio ed edito da Mandragora. L’intero incasso del libro (12 euro a copia) è devoluto in beneficenza al progetto “Insuperabili”, scuola di calcio per ragazzi con disabilità. La serata è stata organizzata dalla Soccerpass. Sig. Sorrentino, il suo primo libro autobiografico, scritto a 38 anni, ha un titolo intrigante “Gli occhi della tigre”. Cosa rappresentano per Lei gli occhi di questo felino e perché ha scelto questo titolo? Era il mio motto da bambino, come dire “Non arrendersi mai”, un imperativo non soltanto per la mia carriera, ma anche nella vita di tutti i giorni. Applicare la forza di volontà per andare avanti e non piegarsi o arrendersi di fronte a nulla, a nessuna difficoltà della vita. I capitoli del libro sono undici, proprio come il numero di giocatori di una squadra. Ovviamente questo non è casuale, è stato voluto. Undici sono i giocatori in campo e undici i capitoli del libro, che “ospitano” uno sportivo, un ex allenatore o un personaggio famoso, tra i miei amici o colleghi o vicini alla mia famiglia; qualcuno che è stato importante per me. Che messaggio vuol dare con questo suo lavoro, piacevole e ricco di ricordi anche importanti? Forse che la vera partita da giocare è quella della vita? Esatto! Tutti noi abbiamo sogni nel cassetto e la vita è una continua sfida. Solamente se si hanno gli occhi della tigre si possono superare con forza e decisione le difficoltà quotidiane, non solo nel campo da calcio o tra i pali. Io ho 38 anni e, ad inizio di campionato, mi sento il portiere più scarso: ogni giorno e ad ogni partita voglio dimostrare a me stesso quanto valgo. Continuerò a giocare e trovare nuovi stimoli. Alla presentazione ufficiale dello scorso 6 aprile era presente, tra amici, sportivi ed allenatori, anche Suo padre Roberto Credo che i genitori siano la cosa più importante che ci sia. Per me aver scritto un libro è una cosa nuova, quindi sono orgoglioso che alla presentazione fosse presente tutta la mia famiglia. Io sono un figlio d'arte, 78
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in quanto mio padre era anche lui calciatore, ma non mi ha mai spinto a giocare o fare il portiere, non mi ha mai dato consigli in questo campo, non mi ha neanche mai allenato. Ha lasciato che io prendessi la mia strada, che scegliessi da solo. Lui è solito dire che mio nonno lavorava alle Poste e non l'ha mai condizionato. Ora c'è, invece, la tendenza a coccolare i figli, a tenerli sotto una campana di vetro, a proteggerli. Ma questo non li aiuta a diventare grandi e a crescere. Si sente più calciatore o padre di quattro bambine? Bella domanda! Mi sento metà calciatore e metà padre. Mi impegno nel mio lavoro e negli allenamenti, ma appena ho un po' di tempo o il mio giorno libero lo dedico completamente alle mie figlie, che hanno 11 anni, 7, 6 e l'ultima 3 anni e mezzo. E' sempre una questione di tempo mentale. Il libro andrà in beneficenza per il progetto “Insuperabili”. Sì, io sono testimonial di questo progetto, “Insuperabili” scuola di calcio per bambini con disabilità. Per me è un onore; appena posso vado a giocare ed allenarmi con loro. Bisogna riflettere su quante cose possiamo fare noi, che loro invece non possono fare. (Giancarla Gallo)
Stefano Sorrentino con Gianluca di Marzio e suo padre Roberto
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Abitare la salute
ul cancro si può giocare d'anticipo, importante è uno stile di vita sano e intervenire nella fase iniziale della malattia. C'è qualcosa di nuovo nel campo della cura al cancro, grazie al progresso della ricerca scientifica, e la gente deve essere informata. L'AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), a cui aderiscono circa 3000 medici oncologi, ha lanciato una campagna informativa ed educativa del tutto originale: un Festival per la prevenzione e l'innovazione, a carattere itinerante che si sposta in molte città italiane. Il Festival è arrivato anche a Negrar, dove si è fermato dal 7 al 10 maggio, davanti all' entrata di Casa Perez.
Nella foto, la dottoressa Stefania Gori
Da un motorhome alcuni medici hanno distribuito materiale informativo sull'importanza della prevenzione, dello screening per individuare i tumori in fase precoce e sull' immuno oncologia, che cerca di stimolare il sistema immunitario e che si aggiunge alle terapie tradizionali, cioè la chemioterapia e la radioterapia, l'ormonoterapia e le terapie a bersaglio molecolare. Ad organizzare l'evento la dottoressa Stefania Gori, presidente di Aiom a partire dal prossimo ottobre e direttore dell'Oncologia medica nell'ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Le speranze crescono di anno in anno, infatti le percentuali di guarigioni vanno aumentando, anche se si registra un aumento di incidenza della malattia. Necessario è uno stile sano di vita, di un'attenta alimentazione, di attività fisica, niente fumo e niente cure “fai da te”. C'è da liberare il campo da tante false informazioni. A Verona si registrano
6.000 casi l'anno, 365.800 nuovi casi in tutta Italia, 31.400 in Veneto (dati relativi agli ultimi dodici mesi). L'Istituto Superiore della Sanità fa sapere che è aumentata l'adesione allo screening, specialmente per la mammografia (al 70 %), più basse anche le percentuali di incidenza in chi fuma (23% rispetto alla media nazionale del 27%); di chi conduce uno stile di vita sedentario (il 23% rispetto al precedente 32%). Aumentati, invece, i casi di alcolisti. (Giancarla Gallo)
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L’Estate Teatrale Veronese DAL 16 GIUGNO AL 16 SETTEMBRE TORNA L’ESTATE TEATRALE VERONESE TRA MUSICA, TEATRO E DANZA
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a 69esima edizione dell’Estate Teatrale Veronese è alle porte. Cinquantuno serate di spettacolo, trenta al Teatro Romano e ventuno in Corte Mercato Vecchio: il cartellone, proposto dal Comune di Verona, si articola in tre sezioni: prosa, danza e musica. Quattro gli spettacoli in cartellone per la sezione di prosa che omaggiano oltre a Shakespeare anche un autore veneto a lui molto legato, Carlo Goldoni e la tragedia greca di Eschilo. Riccardo II, firmato dal famoso regista tedesco Peter Stein, inaugurerà la prosa, dal 6 all’8 luglio alle 21.15. Prodotto dal Teatro Metastasio - Teatro Stabile della Toscana, avrà per protagonisti Maddalena Crippa, Paolo Graziosi, Graziano Piazza e Alessandro Averone. Violante Placido, Giorgio Pasotti, Paolo Ruffini e Stefano Fresi saranno invece i protagonisti principali di Sogno di una notte di mezza estate con la regia di Massimiliano Bruno in programma dal 26 al 29 luglio alle 21.15. Carlo Goldoni per la regia di Paolo Valerio sarà il terzo protagonista della stagione di prosa. Le baruffe chiozzotte andranno in scena dal 19 al 22 luglio alle 21.15. Chiuderà la sezione prosa il 15 e 16 settembre alle 21.00 la tragedia Sette contro Tebe di Eschilo proposta dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico nella nuova traduzione di Giorgio Ieranò. Tra i protagonisti della tragedia di Eschilo che il 6 maggio debutta al Teatro Greco di Siracusa, gli attori Marco Foschi, Aldo Ottombrino e Anna della Rosa diretti da Marco Baliani. Per la sezione danza invece arriva il Victor Ullate Ballet - Comunidad de Madrid che il 4 e 5 agosto alle 21.15 proporrà in prima ed esclusiva nazionale una nuova versione di Carmen a firma di Victor Ullate. Sorprenderanno invece gli spettatori le danze e le musiche arrangiate con gli strumenti della quotidianità dei danzatori, percussionisti, attori e acrobati della compagnia inglese Stomp, in scena dall’8 al 12 agosto alle 21.15. Le serate musicali al Teatro Romano si aprono con la rassegna Rumors che ospiterà in apertura il giovane cantautore inglese Rag’n’Bone Man (16 giugno), proseguirà con il grande crooner americano Tony Bennett (18 giugno) e Francesco Gabbani, vincitore dell’ultimo festival di Sanremo (19 giugno). Il jazz invece irromperà al Romano dal 20 al 26 giugno con sette serate che avranno come protagonisti Billy Cobham Band, Paolo Fresu, David Gazarov, Rafhael Gualazzi, Stefano Bollani, Simona Molinari, Luca Aquino & The Jordanian National Orches-tra’S Ensemble. Inoltre continua anche quest’anno il cartellone parallelo a Corte Mercato Vecchio.
Pagina precedente: Victor Ullate Ballet. In questa pagina dall’alto: Maddalena Crippa (ph Fabio Lovino), Fresu Devil Quartet e Stefano Bollani
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95° Festival Areniano
_23 giugno ore 21: NABUCCO di Verdi. Nuovo allestimento Direttori Daniel Oren e Jordi Bernacer, regia e costumi di Arnaud Bernard, scene di Alessandro Camera. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: George Gagnidze (Manucco), Walter Fraccaro (Ismaele), Stanislav Trofimov (Zaccaria), Tatiana Melnychenko (Abigaille), Carmen Topciu (Fenena), Romano Dal Zovo (Gran Sacerdote di Belo), Paolo Antognetti (Abdallo). Madina Karbeli (Anna). Repliche: 29 giugno, 7, 12, 15, 18 luglio (ore 21), 4, 9, 12, 18, 23, 26 agosto (ore 20,45). _24 giugno ore 21: AIDA di Verdi. Direttore Julian Kovatchev, regia Carlus Padrissa e Alex Ollé / La Fura dels Baus. Scene di Roland Olbster, costumi di Chu Uroz, luci di Paolo Mazzon, coreografia di Valentina Carrasco. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: Deyan Vatchkov (il Re), Violeta Urmana (Amneris), Amarilli Nizza (Aida), Carlo Ventre (Radames), Giorgio Giuseppini (Ramfis), Boris Statsenko (Amonasro), Antonello Ceron (Un messaggero), Tamta Tarieli (Sacerdotessa). Repliche: 30 giugno, 5, 9, 11, 16, 20, 23 luglio (ore 21). _1 luglio ore 21: RIGOLETTO di Verdi. Direttore Julian Kovatchev, regia Ivo Guerra, scene di Raffaele Del Savio, costumi di Carla Galleri. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: Gianluca Terranova (duca di Mantova), Amartuvshin Enkbat (Rigoletto), Elena Mosuc (Gilda), Andrea Mastroni (Sparafucile), Anna Malavasi (Maddalena), Alice marini (Giovanna), Nicolò Cerinai (il Conte di Monterone), Marco Camastra (Marullo), Francesco Pittari (Matteo Borsa), Dario Giorgelé (il Conte di Ceprano), Marina Ogli (la Ciontessa di Ceprano), Omar Kamata (Usciere di corte), Lara Lagni (Paggio delle duchessa). Repliche: 6, 14, 19, 27 luglio (ore 21). _8 luglio ore 21: MADAMA BUTTERFLY di Puccini. Direttore Jader Bignamini, regia e scene di Franco Zeffirelli, costumi di Emi Wada, movimenti coreografici di Maria Grazia Garofoli. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: Oksana Dyka (Cio-Cio-San), Silvia Beltrami (Suzuki), Alice Marini (Kate Pinkerton), Marcello Giordani (F.B. Pinkerton), Alessandro Corbelli (Sharpless), Francesco Pittari (Goro), Nicolò Ceriani (il Principe Yamadori), Deyan Vatchkov (lo zio Bonzo), Marco Camastra (il Commissario imperiale), Dario Giorgelé (L’Ufficiale del registro), Tamta Tarieli (la madre di Cio-Cio-San), Marina Ogli (la cugina di Cio-Cio-San). Repliche: 13, 22, 29 luglio (ore 21), 11, 19 agosto (ore 20,45). _28 luglio ore 21: AIDA ed. STORICA di Verdi. Direttori Andrea Battistoni e Julian Kovatchev, regia di Gianfranco de Bosio, coreografia di Susanna Egri. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: Ugo Giagliardo (il Re), Olesya Petrova (Amneris), Monica Zanettin (Aida), Gaston Rivero (Radames), Rafal Siwek (Ramfis), Ambrogio Maestri (Amonasro), Paolo Antognetti (Un messaggero), Marina Ogli (Sacerdotessa). Repliche: 3, 6, 8, 13, 16, 20, 24, 28 agosto (ore 20,45) _5 agosto ore 20.45: TOSCA di Puccini. Direttore Antonino Fogliani. Regia, scene, costumi e luci di Hugo de Ana. Maestro del coro Vito Lombardi. Interpreti: Susanna Branchini (Tosca), Murat Karahan (Cavaradossi), Ambrogio Maestri (Scarpia), Romano Dal Zovo (Angelotti), Nicolò Ceriani (Sagrestano), Antonello Ceron (Spoletta), Marco Camastra (Sciarrone), Omar Kamata (un Carceriere). Repliche: 10, 17, 22, 25 agosto (ore 20,45).
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I concerti di musica leggera a Verona e provincia DA MAGGIO A SETTEMBRE 2017 a cura di Giulio Brusati
Verona Jazz BILLY COBHAM BAND, 20 giugno, teatro Romano (jazz) PAOLO FRESU DEVIL QUARTET, 1 giugno, teatro Romano (jazz) DAVID GAZAROV TRIO, 22 giugno, teatro Romano (jazz) RAPHAEL GUALAZZI, 23 giugno, teatro Romano (pop, jazz) STEFANO BOLLANI, 24 giugno, teatro Romano (jazz) SIMONA MOLINARI CON MAURO OTTOLINI, 25 giugno, teatro Romano (jazz) LUCA AQUINO & THE JORDANIAN NATIONAL ORCHESTRA'S ENSEMBLE, 26 giugno, teatro Romano (jazz)
Cantautori DOC Nek
IL VOLO ”Notte magica” A tribute to the Three Tenors, 19 e 20 maggio, Arena di Verona (belcanto, pop, opera) NEK, 21 maggio, Arena di Verona (pop, rock) SONOHRA, 27 maggio, teatro Ristori di Verona (pop-rock)
Il Festival della Bellezza i concerti pop-rock-jazz
UTE LEMPER, 1 giugno, teatro Romano di Verona (Berlin songs, pop, chansons de Paris) VINICIO CAPOSSELA “La forza del destino” (Giuseppe Verdi), 3 giugno, teatro Romano (folk, opera) MORGAN RILEGGE DAVID BOWIE, 5 giugno, teatro Romano (rock, glam, pop) GORAN BREGOVIC + WEDDING & FUNERAL BAND, 8 giugno, teatro Romano di Verona (balkan pop & dance, eastern folk) ENNIO MORRICONE & ORCHESTRA, 30 e 31 agosto, Arena di Verona (soundtracks)
ERMAL META, 27 giugno, teatro Romano (pop, rock)
Villafranca Festival NICCOLÒ FABI, 7 luglio, castello di Villafranca (pop, rock) RANDOM PARTY, 8 luglio, castello di Villafranca (dance party, dress code: tutto quel che volete) MANNARINO, 9 luglio, castello di Villafranca (canzone d'autore, folk, pop) THE LUMINEERS, 12 luglio, castello di Villafranca (folk, pop, rock) FRANCESCO RENGA, 15 luglio, castello di Villafranca (pop) RICHIE HAWTIN, 21 luglio, Castello di Villafranca (dance elettronica) GHALI, 22 luglio, Castello di Villafranca (hip hop) LITFIBA, 23 luglio, Castello di Villafranca (rock) MARILYN MANSON, 26 luglio, castello di Villafranca (rock, metal, industrial)
Rumors Festival
Zucchero (ph Meeno)
Arena pop IMAGINE DRAGONS, 10 luglio, Arena di Verona (pop, rock)
L'evento allo stadio ROBBIE WILLIAMS, 14 luglio, stadio Bentegodi di Verona (pop, rock)
Stayin' alive in Arena LA FEBBRE DEL SABATO SERA, 24 luglio, Arena di Verona (musical) LUCIANO PAVAROTTI 10TH ANNIVERSARY, 6 settembre, Arena di Verona (belcanto, pop, opera) ELISA, 12-13-15 settembre, Arena di Verona (pop, rock, electropop) FIORELLA MANNOIA & FRIENDS, 17 settembre, Arena di Verona (pop) ZUCCHERO «SUGAR» FORNACIARI, 21-22-23-24-25 settembre, Arena di Verona (soul, pop, blues, rock) *tutti i concerti iniziano intorno dalle 21 in poi. I set d'apertura iniziano prima.
RAG’N’BONE MAN, 16 giugno, teatro Romano di Verona (soul, r’n’b, electro-gospel) TONY BENNETT, 18 giugno, teatro Romano (pop, swing, soul) FRANCESCO GABBANI, 19 giugno, teatro Romano (pop) Marilyn Manson
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