13 minute read

FATTI & PERSONE

Next Article
ARCHITETTURA

ARCHITETTURA

Picasso ed io ero in cerca di quella storia lì. E l’ho trovata in tutti i sensi in Italia. L’Italia era totalmente diversa. A Verona è arrivata prima mia moglie, io sono arrivato come clandestino. Sono venuto qua e cercavo un lavoro qualsiasi, però ricordiamo che ad Atene io avevo il mio studio, ero un’artista e trovare un altro tipo di lavoro non era facile per me, cambiare e andare a fare il manovale, ma per mille motivi ero costretto a farlo. Ho fatto tutti i lavori possibili: falegname, operaio montatore di mobili, addetto ai traslochi, insomma ho fatto di tutto per sopravvivere. Poi ho lavorato con un architetto e con lui ho valutato varie opzioni ed ho aperto un mio Studio. Quando ho aperto, però, nessuno mi conosceva come artista e ho cominciato a fare le tele dei telai per gli artisti per poter guadagnare, pagare l’a tto e mantenere la mia famiglia. Per vivere non puoi sognare, ti devi rassegnare perché servono i soldi veri. Ma ho iniziato a fare le tele per gli artisti numero uno in Italia, qui non esistevano tele così perfette, tanto che ancora oggi mi chiedono: le fai ancora?

Advertisement

Quali sono le tappe che ti hanno maggiormente segnato come uomo e come Artista?

La forza di volontà e la voglia di arrivare!

Avevo fame ed ero un ragazzo molto determinato. Dopo il percorso che ho appena descritto, ho aperto la mia prima vetrina a Santa Chiara, prima tappa importante della mia carriera, è da lì che è cominciata la storia. Ma la mia vera storia comincia quando casualmente sei anni fa incontrai Philippe Daverio, li è cambiata la situazione perché ho cominciato a pensare in modo diverso. Mi ricordo che Daverio quando è entrato nel mio studio e ha visto le opere, non lo dimenticherò mai, mi ha guardato, si è seduto qua vicino a me, mi ha ordinato un Gin Tonic, perché lui adorava il Gin Tonic, e mi ha detto: TU SI QUE VALES, la parola famosa, e mi fa: tu sei totalmente un astrattista, però sei diverso. L’astrattismo ormai è diventato una cosa molto di usa, però tu hai una marcia in più. Ho fatto la mia prima importante mostra a Villa Verità Poeta nel 2018 a Verona e poi mi ha chiamato a Milano nel suo spazio espositivo ed ho organizzato una mostra anche là. Avrei dovuto presentare l’opera dell’Arena, avevo una data chiusa con lui, ma un mese prima mi chiama il suo segretario own studio. But when I opened it, no one knew me as an artist and I started making canvases on looms for artists to make money, pay the rent and support my family. You can't survive by dreaming, you have to resign yourself because you need money. But I started making canvases for the number one artists in Italy. Here there were no such perfect canvases, so much so that even today they ask me: do you still make them?

What are the stages that have characterized you the most as a man and as an artist?

The willpower and the desire to get there! I was hungry and I was a very determined boy. After the path I have just described, I opened my rst shop window in Santa Chiara, the rst important step in my career, and that's where the story began. But my real story begins when I casually met Philippe Daverio six years ago. It all changed there because I began to think di erently. I remember Daverio when he entered my studio and saw the works, I will never forget him, he looked at me, he sat down here next to me, he ordered me a Gin Tonic, becau-

se he loved Gin Tonic, and he said: TU SI QUE VALES, the famous words! And he said to me: you are totally an abstractionist, but you are di erent. Abstract art has now become a very widespread thing, but you have something extra. I had my rst important exhibition at Villa Verità Poeta in 2018 in Verona and then he called me in Milan in his exhibition space and I organized an exhibition there too. I was supposed to present the Arena Opera, I had an appointment with him, but a month before his secretary called me saying that Philippe was not well, and a month later he left us. But I didn't want to tell the misery of that terrible moment, I wanted to tell the happiness. I left the past behind and moved on. I’ve always told the beautiful, both in black and white.

What is your favorite color and what do you use the most?

My favorite? No one, all of them, because when I go to the studio, I don't think about a particular color because otherwise I become a slave to that color. I could say green, but there are paintings where I don't even use it. Color comes from the soul and at a precise moment. When I go to the studio and pick up a color, it doesn't mean that it's my favorite color, but it's the color of the day at that moment and I almost become a slave to that color. But the next day it can change, it depends on how I slept, on my state of mind, because abstract art is not thought of even a second before.

What is the most important recognition you have received in your career to date?

The best recognition (and my best story) is when I had the opportunity to paint in the coolest place in the world, the Arena di Verona. That event gave me self-con dence, so I said

dicendo che Philippe non stava bene, e un mese dopo ci ha lasciati. Ma non ho voluto raccontare la miseria di quel momento terribile, volevo raccontare la felicità. Ho lasciato il passato alle spalle e sono andato avanti, ho raccontato sempre il bello, nato con un bianco e nero.

Qual è il tuo colore preferito e che usi maggiormente?

Il mio preferito? Nessuno, tutti e nessuno perché io quando vado in studio, non penso esista un colore tuo perché altrimenti diventi schiavo di quel colore lì. Potrei dire il verde, ma ci sono quadri dove non lo uso nemmeno. Il colore è l’anima ed esce in quel momento preciso. Quando vado in studio e prendo un colore, non signi ca che quello sia il mio colore preferito, ma è il colore del giorno in quel momento lì e io divento quasi schiavo di quel colore, ma il giorno dopo può cambiare, dipende da come hai dormito, dallo stato d’animo proprio, perché l’astrattismo ragazzi non viene pensato neanche un secondo prima.

Qual è il riconoscimento più importante che hai avuto nella tua carriera no ad oggi?

Il riconoscimento più bello (e la mia storia più bella) è quando ho avuto la possibilità di dipingere nel posto più go al mondo, l’Arena di Verona. Quell’evento mi ha dato sicurezza in me stesso, quindi mi sono detto: se ho fatto questo posso fare qualsiasi altra cosa.

Esibizione del violinista Paolo Toti Chi ti aveva contattato per quel progetto?

Nessuno, ho contattato io tutti. Inizialmente doveva essere in collaborazione con un cantante lirico, ma poi ho cambiato strada e ho trovato il famoso DJ Benny Benassi.

Chi è il tuo artista preferito? Jackson Pollock forse?

No no, per me sono tanti però io in un artista non vedo solo il dipinto, a me piace la storia e per me il primo e l’ultimo nora (e dopo di lui sarò io) è Pablo Picasso, lui è diventato matto, ha rovesciato tutta la storia dell’arte, se non fosse nato un Picasso noi non saremmo nessuno. Diciamo che devo molto anche alla sua storia, al suo modo di dipingere, alla sua libertà.

Ricordi quando tempo fa ti chiesi se ti ispiri a Jackson Pollock e mi avevi risposto che non lo conoscevi proprio?

Vero, non avevo mai sentito il suo nome e quando un mio amico veronese mi fece vedere una sua opera, risposi: ma questo mi copia! Ah ah ah! No, comunque non l’avevo mai sentito prima. to myself: if I do this, I can do anything else.

Who contacted you about that project?

Nobody, I contacted everyone. Initially it was supposed to be in collaboration with an opera singer, but then I changed method and found the famous DJ Benny Benassi.

Who is your favorite artist? Jackson Pollock maybe?

No no, for me there are many. But since I am an artist, I see beyond paintings. I like the stories behind them and for this reason I love Pablo Picasso. He was crazy, he overturned the whole history of art. If a Picasso hadn't been born we would be nowhere in art. Let's say that I also owe a lot to his story, his way of painting, his freedom.

Do you remember when I asked you some time ago if you were inspired by Jackson Pollock and you replied that you didn't know him at all?

True, I had never heard his name and when a friend of mine from Verona showed me one of his works, I replied: he copies me! Ha ha ha! No, I've never heard of it before anyway.

Venerdì 2 dicembre, l’artista Agron Hoti ha esposte le sue opere più suggestive all’elegante showroom di mobili Ballarini Interni a Valgatara di Valpolicella, i bellissimi quadri astratti hanno brillato tra i mobili di lusso, esaltandoli e dando loro una nuova personalità. Durante la serata, un’eclettica esibizione del famoso violinista rock Pierpaolo Foti, ospite in passato anche in programmi come Soliti Ignoti e Il Filo Rosso di Paola Perego su Rai 2. Il violinista ha animato gli animi e colorato la serata con musica dirompente e impossibile da resistere. Hanno contribuito a rendere piacevole la serata i deliziosi vini della Cantina Fumanelli e le famose frolline del Pani cio Tinelli Massimo. On Friday 2 December, the artist Agron Hoti exhibited his most evocative works at the elegant Ballarini Interni furniture showroom in Valgatara di Valpolicella, which for the occasion organized an aperitif open to the public also to exchange Christmas greetings ahead of the holidays. The beautiful abstract paintings shone among the luxury furniture, enhancing it and giving it a new personality. During the evening, an eclectic performance by the famous rock violinist Pierpaolo Foti, a guest in the past also in programs such as Soliti Ignoti and Il Filo Rosso by Paola Perego on Rai 2. The violinist enlivened the spirits and colored the evening with disruptive music, impossible to resist. The delicious wines of the Fumanelli winery and the famous shortbread biscuits of the Tinelli Massimo bakery were the cherry on top.

SCOPERTO UN ALBERGO DI EPOCA ROMANA SOTTO L’EX CINEMA ASTRA IN VIA OBERDAN

di Giancarla Gallo

La vicinanza a Porta Borsari su una strada consolare fanno propendere gli investigatori a pensare che gli ampi scavi di una casa di grandi dimensioni, rinvenuti a pochi metri sotto l'ex cinema Astra di Via Oberdan, appartengano ad una mansio romana, adibita a luogo di ospitalità. Si tratta insomma di una struttura alberghiera ra nata con tanto di mosaici e di a reschi, un'area di sosta per una clientela ricca, appena fuori della cinta muraria urbana, all'incrocio tra la Via Postumia e la Claudia Augusta. Lo scavo archeologico, non ancora ultimato, ha portato alla luce resti veramente importanti: la pianta della mansio è molto articolata. Tutto da decidere sulla destinazione d'uso dell'immobile, che no a qualche decennio fa ospitava il cinema, destinazione passata a commerciale con il vincolo di tutela sui ritrovamenti archeologici, che dovranno, sembra, restare visibili al pubblico, su espresso desiderio della Soprintendenza. Molte sono le ipotesi ventilate: una delle più suggestive inizialmente era di creare un punto di incontro per i giovani dove si potesse assistere a spettacoli culturali, spettacoli teatrali e musicali, o proposte artistiche o cinematogra che. Si è parlato di una “Pompei veronese” per questo sito archeologico, il più importante della città, grazie alla presenza di mosaici ed a reschi alle pareti, che la fanno appunto assomigliare a Pompei. E come per la città campana, sepolta e immortalata dalle ceneri del Vesuvio, così pure per il sito veronese fu un evento drammatico, un incendio (probabilmente del IV secolo d.C.) che fece crollare il so tto dell'immobile, che così ha protetto e custodito per secoli la struttura sottostante, che giorni fa è stata visitata straordinariamente dal pubblico. E' del 2004 il ritrovamento di resti romani di questo grande edi cio sotto il cinema, quando la proprietà intendeva trasformarlo in un multisala, il che richiedeva uno scavo in profondità. Appena un metro sotto il pavimento sono venuti alla luce, invece, i resti della costruzione romana attiva in età Augustea e Flavia no all'incendio del IV secolo d.C. Doveva trattarsi di “albergo di lusso” con venti stanze ampie e riscaldamento a pavimento. Gli a reschi, in rosso pompeiano e grigio antracite con decori oreali stilizzati di grande e etto, sono conservati in modo eccellente; così pure i mosaici del II secolo d.C. Dal 2004 lo storico cinema Astra è rimasto chiuso; l'anno scorso, 2021, è cominciato il lavoro di recupero per mano della Cooperativa Archeologia di Firenze con fondi ministeriali e la supervisione scienti ca della Soprintendenza.

A ROMAN-ERA HOTEL DISCOVERED UNDER THE FORMER ASTRA CINEMA IN VIA OBERDAN

by Giancarla Gallo

The proximity to Porta Borsari on a consular road leads experts to think that the extensive excavations of a large house, found a few meters below the former Astra cinema in Via Oberdan, belong to a Roman mansio, used as a place of hospitality. In short, it is a re ned hotel structure complete with mosaics and frescoes, a rest area for a wealthy clientele, just outside the city walls, at the crossroads between Via Postumia and Claudia Augusta. The archaeological excavation, not yet completed, has brought to light truly important remains: the plan of the mansio is very articulated. It is now to be decided on the use of the building, which until a few decades ago housed the cinema, a destination sold with the constraint of protection on archaeological nds, which must, it seems, remain visible to the public, at the express wish of the Superintendence. There are many hypotheses around: one of the most suggestive initially was to create a meeting point for young people where they could attend cultural performances, theatrical and musical performances, or artistic or cinematographic proposals. There has been talk of a "Veronese Pompeii" for this archaeological site, the most important in the city, thanks to the presence of mosaics and frescoes on the walls, which make it look like Pompeii. And just like for the Campanian city, buried and immortalized by the ashes of Vesuvius, the Veronese site experienced a dramatic event, a re (probably from the 4th century AD) which brought down the ceiling of the building, thus protecting and guarding for centuries the underlying structure, which days ago was visited by the public. The discovery of Roman remains of this large building under the cinema dates back to 2004, when the property intended to transform it into a multiplex, which required a deep excavation. Just one meter below the oor, however, the remains of the Roman building active in the Augustan and Flavian age up to the re in the 4th century AD have come to light. It was supposed to be a "luxury hotel" with twenty large rooms and under oor heating. The frescoes, in Pompeian red and anthracite gray with highly e ective stylized oral decorations, are excellently preserved; so are the mosaics of the 2nd century AD. The historic Astra cinema has been closed since 2004; last year, 2021, the recovery work began at the hands of the Florence Archeology Cooperative with ministerial funds and the scienti c supervision of the Superintendency.

This article is from: