Anno XI n°46 | Novembre 2016 | Spedizione in A.P. | 70% D.C. Verona | Euro 2,50
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Virginia Raaele Giancarlo Perbellini
Ballarini Interni
abitare verona AbitareVerona AbitareVerona Registrazione Tribunale Tribunale di di Verona Verona Registrazione n° 1596 1596 del del 20/05/2004 20/05/2004 n° Anno XI XI n°46 n°46 novembre novembre 2016 2016 Anno semestrale semestrale Poste Italiane Italiane s.p.a. s.p.a. Poste Spedizione in in Abb. Abb. Postale Postale -70% -70% Spedizione DCB Verona Verona DCB Direttore responsabile responsabile Direttore Giancarla Gallo Gallo Giancarla Editore Editore Ballarini Interni Interni s.r.l. s.r.l. Ballarini via del del Lavoro Lavoro 18 18 via Valgatara di di Valpolicella Valpolicella (Vr) (Vr) Valgatara tel. 045/6800525 045/6800525 tel. info@abitareverona.it info@abitareverona.it Progetto ee realizzazione realizzazione grafi grafica Progetto ca Ballarini Interni Interni Ballarini Coordinamento editoriale editoriale Coordinamento Giancarla Gallo Gallo Giancarla Hanno collaborato collaborato Hanno Agnese Ceschi, Ceschi, Gianni Gianni Villani, Villani, Agnese Linda Comerlati, Comerlati, Monica Monica Sommacampagna Sommacampagna Linda Stampa Stampa Grafiche Stella Grafi che Stella Il vostro indirizzo è presente nel nostro database esclusivamente per l’invio delle nostre pubblicazioni, Per informazioni: nel rispetto della legge n°196/2003. Nel caso non info@abitareverona.it vogliate ricevere la nostra rivista invii la sua richiesta a 1/2 raccomandata RR a: Per redazionali e inserzioni pubblicitarie Ballarini Interni s.r.l. via del Lavoro 18 telefonare al 045 6800525 Valgatara di Valpolicella (Vr) o invii una mail Il materiale inviato non verrà restituito. a info@abitareverona.it con oggetto: Cancellami.
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04 Abitare il teatro - Intervista a Virginia Raffaele Sommario 06 Teatro Ristori 10 Museo archeologico al Teatro Romano Abitare il teatro 12 Merlini - Quando l’architettura si04 cala nell’armonia Intervista a Virginia Raffaele 16 Edilizia d’èlite 06 Teatro Ristori 18 Abitare è vestirsi di un luogo 10 Museo archeologico 20 La Cantina Quintarelli al Teatro Romano 23 La casa del futuro è in paglia 12 Merlini 24 Ballarini Interni Portfolio Quando l’architettura 30 Milan recovered si cala nell’armonia 37 Ritrovare il calore di casa 16 Edilizia d’èlite 50 Novità Arclinea 18 Abitare è vestirsi di un luogo 54 Rimadesio 20 La Cantina Quintarelli 56 Agape 23 La casa del futuro è in paglia 60 Proposte immobiliari 24 Ballarini 62 Giancarlo Perbellini - Nel mio ristorante mi Interni sento Portfolio a casa 30 Milan recovered 65 Un mestiere a rischio di estinzione 37 Ritrovare il calore di casa 66 Abitare in salute In copertina: Virginia Raffaele
In copertina: Virginia Raffaele
50 Novità Arclinea 54 Rimadesio 56 Agape 60 Proposte immobiliari 62 Giancarlo Perbellini Nel mio ristorante mi sento a casa 65 Un mestiere a rischio di estinzione 66 Abitare in salute
L' EDITORIALE
Con l'autunno torna “Abitare Verona”, la rivista che ha alle
spalle ben 16 anni di esperienza e attenzione nel settore dell'arredamento. Ma anche delle novità e delle proposte di un mercato sempre più esigente e raffinato. Con questa pubblicazione vorremmo aiutare il lettore ad orientarsi per gestire al meglio le scelte ed arredare l'ambiente in modo da renderlo “Casa”, aggiornarlo sulle ultime tendenze delle grandi marche, sia in fatto di arredo che di accessori o articoli di design. A questo numero hanno contribuito architetti, che hanno presentato soluzioni originali, in location da sogno vicino all'Adige e Castelvecchio nel cuore di Verona o realizzazioni utilizzando altri materiali e colori. E ancora abbiamo presentato curiose interviste a personaggi di rilievo, che ci hanno raccontato il loro mondo e il loro lavoro, il loro modo di sentire l'architettura. Non mancano servizi ed esempi di spazi eleganti arredati, accoglienti e funzionali, corredati da bellissime foto. E per i prossimi numeri ancora tante sorprese. Buona lettura!
La famiglia Ballarini
Abitare il teatro
INTERVISTA A VIRGINIA RAFFAELE di Agnese Ceschi
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Il profumo inconfondibile delle poltrone in platea, il chiacchiericcio degli spettatori, il buio del dietro alle quinte appena prima di salire sul palco. Questo è per Virginia Raffaele, assoluta rivelazione della comicità italiana, esplosa durante lo scorso Sanremo 2016, il teatro: un luogo familiare, proprio come una casa. Torna quest’anno nuovamente a teatro con uno spettacolo comico, “one woman show”, dove sarà una e tante donne (le celebri Belen, Ornella Vanoni, la criminologa Roberta Bruzzone…), a Verona a novembre al Teatro Nuovo. In questa intervista a cuore aperto, Virginia ci racconta come è nato l’amore per il teatro, condivide un ricordo d’infanzia e ci svela come nasce un’imitazione. Abitare la scena e il teatro: in che modo sente il teatro come una casa? In teatro ci sono cresciuta, le mie prime esperienze le ho fatte lì. Non può che essere un luogo a me caro e rassicurante, come una casa. La sua bellezza non è solo il palcoscenico, il suo eterno fascino è nascosto nel suo profumo inconfondibile, tra le poltrone della platea, nel foyer dove si radunano gli spettatori nel chiacchiericcio prespettacolo, dietro le quinte, al buio, tra le corde e le cantinelle. I camerini, poi, per noi attori sono fondamentali, facciamo di tutto per farli diventare le nostre tane, i nostri rifugi. Sarà a Verona a novembre con il Suo ultimo spettacolo Performance. La prima volta a Verona? Avevo preso un secondo piano con balcone, ma c’era uno che tutte le sere si arrampicava, era insopportabile… ho dovuto cambiare città. A parte gli scherzi, la prima volta che sono stata a Verona è stata tanti anni fa quando lavoravo in una compagnia teatrale. Era uno spettacolo nel quale avevo un ruolo marginale, ma adesso, tornare a Verona da protagonista è un’emozione grandissima. Che tipo di performance sarà? Porterò in scena “istallazioni umane”, tra cui Belen, la criminologa Roberta Bruzzone, Ornella Vanoni e tante altre, che monologano e dialogano tra loro in un gioco di specchi e di rimandi frutto della genialità registica di Gianpiero Solari. Sono tutte donne molto diverse tra loro, che però sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea declinate secondo la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira: vanità, scaltrezza, voglia di
Divertiamoci a Teatro
TEATRO NUOVO Dal 16 al 19 novembre alle 21 PERFORMANCE
foto Loris T. Zambelli - Photomovie
affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé. Qua e là, tra le maschere, in scena arrivo anche io, “vestita” da Virginia Raffaele, che interagisco con le mia creature, in cerca della mia identità. Lei è nata in una famiglia di artisti, in che modo questo contesto familiare in cui è cresciuta ha condizionato le scelte professionali? Quel mondo mi ha lasciato un forte senso del sacrificio, l’educazione al lavoro e il magnetico fascino per le persone, per il pubblico. Ricordo con piacere le domeniche a lavorare al luna park con mia nonna al banco dei pesciolini. Era lei la comica della famiglia, quella che prendeva in giro la gente, che scherzava con loro. Io la guardavo e ne ero affascinata. Come nasce un’imitazione? Possono essere gli elementi più disparati. Magari un gesto, un timbro di voce, una camminata mi colpiscono talmente tanto che parto da lì per creare l’intero personaggio. Io non riproduco esattamente timbro e tono della persona che imito, piuttosto reinterpreto esseri umani esistenti. Per questo preferisco chiamarle “istallazioni umane”.
16-17-18-19 novembre 2016 PERFORMANCE con Virginia Raffaele regia Giampiero Solari
Il Grande Teatro 8-9-10-11-12-13 novembre SMITH & WESSON di Alessandro Baricco con Natalino Balasso, Fausto Russo Alesi, Camilla Nigro, Mariella Fabbris regia Gabriele Vacis 13-14-15-16-17-18 dicembre STUDIO PER UN NUOVO ALBUM NUMERO PRIMO di Gianfranco Bettin, Marco Paolini con Marco Paolini regia Marco Paolini 17-18-19-20-21-22 gennaio EDIPO - EDIPO RE / EDIPO A COLONO DI SOFOCLE con Glauco Mauri e Roberto Sturno regia Andrea Baracco (Edipo re) e Glauco Mauri (Edipo a Colono) 31 gennaio / 1-2-3-4-5 febbraio MACBETH di William Shakespeare con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea regia Luca De Fusco 21-22-23-24-25-26 febbraio MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE di Arthur Miller con Elio De Capitani, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei regia Elio De Capitani
24-25 novembre 2016 FEDERICO BUFFA Le Olimpiadi del 1936 20-21-22-23 dicembre 2016 UN’ORA DI TRANQUILLITÀ di Florian Zeller regia Massimo Ghini 10-11-12-13 gennaio 2017 DUE PARTITE di Cristina Comencini regia Paola Rota 24-25-26-27 gennaio 2017 BUENA ONDA di Valter Lupo, Valerio Vestoso, Rocco Papaleo e Giovanni Esposito regia Valter Lupo 8-9-10-11 febbraio 2017 UNA FESTA ESAGERATA di e con Vincenzo Salemme regia Vincenzo Salemme 14-15-16-17 febbraio 2017 MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLESdi Paolo Rossi e Giampiero Solari regia Giampiero Solari 27-28 febbraio / 1-2 marzo 2017 ARLECCHINO, IL SERVITORE DI DUE PADRONI tratto da “Il servitore di due padroni “ di Carlo Goldoni regia Giorgio Sangati 21-22-23-24 marzo 2017 TONI SARTANA E LE STREGHE DI BAGDÀD di Natalino Balasso regia Natalino Balasso 5-6-7-8 aprile 2017 BILLY ELLIOT musica Elton John adattamento e regia Massimo Romeo Piparo
14-15-16-17-18-19 marzo MINETTI di Thomas Bernhard con Eros Pagni, Federica Granata, Marco Avogadro, Nicolò Giacalone regia Marco Sciaccaluga 28-29-30-31 marzo / 1-2 aprile IL PREZZO (THE PRICE) di Arthur Miller con Umberto Orsini, Massimo Popolizio regia Massimo Popolizio
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7-8-9-10-11-12 marzo L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Luigi Pirandello con Gabriele Lavia, Michele Demaria regia Gabriele Lavia
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Teatro Ristori punto di riferimento culturale
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foto Alberto Parise
a cura di Agnese Ceschi
Rinnovata la struttura per una stagione ricchissima di appuntamenti L’intervista al neo direttore del Teatro Ristori, Alberto
Martini, che ci presenta la nuova stagione del teatro restituito ai veronesi da Fondazione Cariverona, dopo un attento restauro di Aldo Cibic Il Teatro Ristori è uno dei luoghi storici della cultura veronese… Fondazione Cariverona ha restituito ai veronesi il Teatro Ristori, parte della storia della città da metà Ottocento in poi, che era abbandonato da decenni. È stato un lungo e complesso lavoro di recupero e restauro, firmato da Aldo Cibic, che ha permesso di realizzare uno spazio per la cultura tecnologicamente avanzato, dove l’ottocentesco edificio teatrale rivive valorizzato. Questa “restituzione” è stata motivo di soddisfazione per tutti, in quanto l’attività culturale ha significativi e positivi riflessi sulla vita di una comunità, sia in termini di innalzamento del livello di civiltà che di crescita economica. Si apre una nuova grande stagione del teatro cittadino con la Sua direzione. Quali sono le Sue sensazioni ed emozioni a riguardo? Non è stato certo facile, in poco tempo, riuscire a confezionare un calendario nutrito e dal valore artistico oggettivamente così importante. Per fortuna ho potuto mettere in campo tutto quello che ho imparato e conosciuto in questi anni di carriera. Credibilità, competenza, conoscenze dirette, sono valori aggiunti che aiutano. L’obiettivo primario della prima fase del mio mandato, è quello di iniziare un percorso artistico per fidelizzare un pubblico che in questo momento il Teatro Ristori non ha. Mi sono reso conto che tante persone non lo conoscono, molte invece non hanno chiaro chi fa cosa qui dentro e altre, per varie ragioni, si sono allontanate. Come ha costruito il cartellone ricco di appuntamenti di musica, danza, prosa ed educational? Non ho voluto fare un cartellone cosiddetto d’agenzia, che è la cosa più facile e scontata. Ho cercato dei punti cardine per ogni tipologia di stagione. Il primo esempio lo avremo con il concerto inaugurale: un progetto in prima esecuzione italiana del violinista e direttore d’orchestra Gidon Kremer con la sua Kremerata Baltica o la nuova orchestrazione dei Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, con il valore aggiunto del video con i dipinti del pittore russo Maxim Kantor. Per il resto quella del Teatro Ristori sarà una stagione artistica di ampio respiro, che spazierà dalla musica sinfonica, a quella da camera, da quella jazz alla barocca, passando per la danza, la prosa e con un’attenzione particolare
all’educational, con progetti specifici, per i bambini, per gli studenti di tutte le fasce di età e per tutti coloro che vorranno approfondire determinati generi. Quali sono i punti cardine della stagione? Gli argomenti sono tanti, per esempio nella stagione sinfonica saranno presenti delle vere e proprie star internazionali: Frank Peter Zimmermann, un astro del violinismo internazionale, molto apprezzato dalle orchestre più prestigiose al mondo; Vadim Repin, un violinista protagonista assoluto della vita musicale internazionale; il violoncellista Nicolas Altstaedt; il violinista serbo Stefan Milenkovic nel concerto in Re Maggiore Op. 61 di L. v. Beethoven; la straordinaria violinista Alexandra Conunova; il sassofonista e direttore d’orchestra Federico Mondelci, che con il trombonista Massimo Morganti e I Virtuosi Italiani, sarà protagonista di un progetto speciale per il Teatro Ristori di Verona, che coniugherà il linguaggio della musica classica con quello della musica jazz;
Il neo direttore Alberto Martini (foto Galimberti)
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jazz e barocca, altre per il loro specifico linguaggio rivolto alle giovani generazioni, come, per esempio i Pokemon Crew Dance, con la loro danza hip-hop. Ci sarà spazio anche per la musica d’opera con una produzione condivisa con altri grandi teatri e fondazioni italiane come la prima moderna de “La scuola de’ gelosi” di Antonio Salieri… Sì, perché credo che questo teatro sia particolarmente adatto a questo genere di opera. Poi credo sia lodevole che un progetto venga condiviso tra vari teatri e istituzioni. In più si fa un’operazione altamente culturale, riportando in scena un’opera che influenzò anche il grande Mozart. Con che obiettivi è stato realizzato il programma
foto Alberto Parise
foto Alberto Parise
l’Ensemble Wien-Berlin e molti altri ancora. Ci sarà anche spazio per offrire un’importante opportunità artistica alla vincitrice del Primo Premio Assoluto del Concorso Salieri di Legnago, la pianista austriaca Irina Vaterl. Poi nelle altre serie: i jazzisti Paolo Fresu, Enrico Rava, Fabrizio Bosso, nella prosa Giulia Lazzarini, nelle proposte barocche l’Ensemble Zefiro, Federico Maria Sardelli, Sara Mingardo, Rinaldo Alessandrini, Vittorio Sgarbi, ma mi spiace nominarne solo alcuni. Torna anche la grande danza internazionale con compagnie di grande richiamo per il pubblico… Certamente! Ci saranno ben sei spettacoli e tutti con compagnie internazionali. Alcune le ho scelte per l’abbinamento danza moderna con la musica
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di educational e cosa prevede? Realizzeremo vari progetti specifici, per i bambini dai 3 ai 9 anni, per gli studenti di tutte le fasce di età e per tutti coloro che vorranno approfondire le varie forme d’arte. In qualche modo abbiamo iniziato un percorso per educare e sensibilizzare alle arti, una grave lacuna della nostra scuola. Che direttore sarà? Sarò un direttore che cercherà di coinvolgere la città in tutta la sua programmazione e che sarà a disposizione per raccogliere suggerimenti costruttivi. Vorrei far diventare il Teatro Ristori il punto di riferimento culturale della città, un luogo dove si fa ricerca, educazione, cultura a 360°. Ovviamente, facendo squadra con tutti i collaboratori del Teatro. Il programma completo su: www.teatroristori.org
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MUSEO ARCHEOLOGICO al TEATRO ROMANO Intervista a Margherita Bolla Lo scorso 28 maggio a Verona è stato riaperto al
Museo Archeologico, sfinge in marmi pregiati, da teatro romano
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pubblico il Museo Archeologico al Teatro Romano, ampliato negli spazi e rinnovato. Il museo, con sede nell’antico convento dei Gesuati, è un luogo unico nel suo genere, affacciato sulla città e il suo ampliamento ha permesso l’esposizione di molti reperti. Margherita Bolla, attuale dirigente dei Musei d’Arte, ne è la curatrice dal 1994. Le abbiamo chiesto qual è stata la gestazione del progetto di ristrutturazione… L’ultima ristrutturazione di Palazzo Fontana e del quattrocentesco Museo/convento dei Gesuati risaliva agli anni Settanta. Negli anni Novanta avevo progettato l’allestimento di alcune sale del piano superiore del chiostro per ampliare la superficie espositiva, ma non fu possibile realizzare l’intervento. L’ottenimento del primo posto nel concorso per l’assegnazione dei Fondi POR della Regione Veneto l’ha reso attuabile, grazie anche al contributo della Fondazione Cariverona. Dopo le doverose attività di diagnostica - eseguite sulla totalità del convento per controllare eventuali necessità statiche e adeguarlo in funzione antisismica - il museo venne chiuso nel giugno 2013 e completamente svuotato. I lavori sono durati tre anni circa e nell’autunno-inverno 2015-16 le opere sono state ricollocate. L’ampliamento del Museo Archeologico, quali spazi ha interessato? I fondi disponibili hanno consentito una ristrutturazione quasi integrale del convento dei Gesuati. Il chiostro interno è stato totalmente restaurato nelle murature, rifatti gli intonaci e le decorazioni in stucco, cerchiate le colonne più deboli. Le lapidi esposte, ricollocate con un rifacimento generalizzato dei sostegni. Il progetto è stato interamente completato? È previsto a breve il riallestimento dell’ingresso di Palazzo Fontana, con la realizzazione di una “piazzetta” per consentire un accesso agevole e la trasformazione dell’attuale biglietteria in sala introduttiva e di servizio ai visitatori.
Sono stati recuperati dei reperti particolari per implementare l'esposizione? Sì. L’apertura di tutto il piano superiore attorno al chiostro e la copertura del cortile davanti al refettorio dei monaci hanno consentito di acquisire ulteriori spazi. È stato finalmente possibile esporre le notevoli sculture relative ai due grandi edifici da spettacolo della Verona romana, l’Arena e il Teatro, il pregevole modellino dell’anfiteatro realizzato nel Settecento e il plastico ottocentesco dell’Arco dei Gavi. Un’altra esposizione importante è quella del corredo della “tomba del medico”, ritrovata in città nel 1910, ma vista solo in una delle mostre temporanee proposte negli ultimi due decenni. In definitiva questo nuovo allestimento consente al pubblico di vedere per la prima volta molti reperti e di ammirare opere già esposte, ma ora presentate in modo più adeguato. Sin dall’inizio il consenso dei turisti e dei molti veronesi è stato grande, con quasi ventimila presenze solo nel primo mese .Un trend positivo che si è mantenuto anche nel periodo successivo con un notevole incremento dei visitatori (+23%) rispetto agli anni precedenti la chiusura. Sarà possibile visitare il Museo tra breve partendo dal punto di arrivo della nuova funicolare? Il progetto prevede una fermata intermedia che potrebbe dare accesso al quarto piano, alla cosiddetta “grande terrazza”, ma saranno ovviamente necessari diversi adeguamenti. Quali sono gli obiettivi futuri? Dopo il completamento dei lavori sarà necessario affrontare il complesso restauro delle strutture del teatro romano, che esulavano da questo intervento e che comprendono le “passeggiate” situate sopra il convento. (g.v.) In senso orario: Museo Archeologico, mosaico con scene gladiatorie, da Verona (via Diaz), particolare. Museo Archeologico, statua femminile panneggiata di grandi dimensioni, da Verona; età romana. Museo Archeologico, antefissa (elemento decorativo di coppo da tetti) con testa di Medusa, di ambito magnogreco.
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MERLINI QUANDO L’ARCHITETTURA SI IL NEW METROPOL DI VILLAFRANCA
di Giancarla Gallo foto di Renato Begnoni
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La relazione tra l'uomo e lo spazio, rivalutando l'ambiente per avvicinarsi al bello con tecniche evolute, senza tralasciare però l'attenzione alla qualità di manufatti artigianali. Questo in sintesi è l'architetto Lucio Merlini, che , dopo l'esperienza come pittore e scultore, percepisce nell’architettura il completamento di una nuova prospettiva artistica. Presso lo studio di architettura a Verona, Lucio Merlini progetta, con sistemi informatici all'avanguardia come il “Building Information Modeling” e “Rapid Prototyping” , ma anche utilizzando materiali che mantengono relazione tra natura e costruzione, tra spazi aperti e spazi chiusi in un connubio che “garantisce” innovazione e valori, arte e cultura.
CALA NELL’ARMONIA Sono spazi che interagiscono con l’uomo secondo un costruire in cui le emozioni generano forme e le forme restituiscono emozioni. A Villafranca di Verona, Merlini ha lasciato un segno tangibile, in architetture pubbliche, come la biblioteca, e private, studiando la pianta urbanistica della città, ricercando un labirinto ordinato tra prospettive e punti di interesse, calando il progetto architettonico in quello urbanistico. L' 11 dicembre 2015 è stata inaugurata l'opera più originale di Merlini: il new Metropol Theatre, la sala teatro polifunzionale, intitolata alla cantante lirica villafranchese, Alida Ferrarini.
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Uno spazio per il teatro, il cinema, conferenze e concerti di musica classica, che si trova al piano superiore di un complesso commerciale e residenziale, sorto dopo aver abbattuto il vecchio cinema preesistente. Villafranca è rimasta per una decina d'anni senza uno spazio dove ospitare compagnie teatrali e cinematografiche. Tutto il complesso, che si trova in fondo a Via Napoleone III e si affaccia su Piazza Villafranchetta vicino alla biblioteca, risulta una struttura moderna, dinamica e intrigante, nel gioco di chiaro scuro e di vetrate. La sala polifunzionale misura 1500 mq ed ospita 452 posti a sedere, in una struttura antisismica e dotata di Acoustic Model Performance. Il soffitto di color tortora ondulato è trapuntato di luci, il pavimento in parquet. Su tutto il gioco di colori delle poltroncine bluette.
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di Giancarla Gallo
Un mestiere a rischio di estinzione Giovedì 10 novembre, alle ore 18 nello show
room di Ballarini Interni a Valgatara, verrà presentato il libro “L'Architetto”, un'indagine su un mestiere affascinante, ma a rischio di estinzione del giornalista Franco Nasi, edito da LISt Lab. Si tratta di una riedizione aggiornata (la prima pubblicazione di Vallecchi è del 1964), in cui emerge un'indagine attualissima e distaccata sulla condizione in Italia della professione di architetto. Condizione non cambiata nel nostro paese, mentre sono mutate le economie e la società. Questo libro cerca di esaminare un lavoro complesso come quello dell'architetto con dati ed interviste a Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Leonardo Ricci, Giuseppe Samonà, per citarne alcuni, illustrando lavori, studi, mode e tendenze, delineando così le radici moderne e lo scenario futuro per l'antica e difficile Arte del Costruire. Una vera indagine su questo mestiere non è mai stata condotta. Qui parlano maestri, professionisti, funzionari, che raccontano cantieri, progetti, università, atti parlamentari e dei congressi. Inoltre, in un'appendice aggiornata sono raccolte statistiche, regolamenti e norme. Testo molto utile per studenti e docenti per analizzare cosa si è fatto nel passato. L' Introduzione è di Leopoldo Freyrie; saggi di Pino Scaglione e Mosè Ricci. Edito in occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier. Saranno presenti alla serata Arnaldo Toffali, presidente dell' Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (OAPPC) di Verona, l'arch. Mosè Ricci docente all'Università di Trento, l'arch. Pino Scaglione direttore editoriale List lab e il docente universitario Massimo Carmassi. Seguirà aperitivo.
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Edilizia d’élite L’ARCHITETTURA SPOSA L’EFFICIENZA ENERGETICA, MINERGIE E CASACLIMA Qualità costruttiva ed efficienza energetica, due protagonisti
rimasti per troppo tempo dietro le quinte dell’edilizia residenziale e non solo. La ristrutturazione dell’edificio rappresenta un connubio di architettura, tecnica e maestria. Insieme alla ricerca delle proporzioni e dei lineamenti ci deve essere la volontà di ridurre i consumi energetici del manufatto e garantire un alto comfort interno dell’immobile. Nella Valpolicella si è concluso un interessante intervento di ristrutturazione dove è stata ottenuta la doppia certificazione energetica: dell’agenzia elvetica Minergie e dall’agenzia sudtirolese CasaClima. Le certificazioni Minergie e CasaClima sono dei sigilli di qualità che garantiscono il basso consumo energetico dell’edificio, l’alto confort indoor e la qualità del processo costruttivo. Il rustico di Olmo di Marano di Valpolicella è stato oggetto di un intervento globale di ristrutturazione ed efficientamento energetico dove ogni elemento è stato progettato nel minimo dettaglio per evitare rallentamenti nella fase cantieristica provocabili da imprevisti.
La muratura di pietra è arredo Le muratura in pietra, è stata restituita a vista in alcuni spazi interni per creare un’atmosfera calda e accogliente dalla quale potesse emergere la storia dell’edificio. A contorno di questi quadri naturali di pietra la fa da padrone l’intonaco a base calce con finitura bianca che esalta la bellezza ed il colore degli elementi lignei.
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Qualità e benessere indoor Nella foto una vista interna della camera del secondo piano. Per garantire un oscuramento al 100% è stata installata una tenda esterna in grado di assicurare la totale schermatura della luce solare.
Località: Marano di Valpolicella (VR) Progettista e direzione lavori: geom. Giovanni Venturini Consulenza energetica: geom. Giovanni Venturini, ing. Mattia Guardiani, geom. Giuseppe Mosconi, LineaEcoKlima Impresa esecutrice: Impresa edile Bertani Giorgio
Qualità costruttiva e controllo di processo: il metodo CQ I lavori di recupero del rustico sono iniziati dopo un’attenta e accurata progettazione finalizzata all’individuazione dei materiali e dei sistemi tecnologici più idonei a questo caso specifico. Il processo è stato seguito con la metodologia CQ, un nuovo modus operandi grazie al quale vengono ottimizzati i tempi costruttivi e i costi di realizzazione. Questi vantaggi sono possibili grazie alla formazione comune tra tutti i componenti della filiera edile, ottenuta in seguito al corso CQ, percorso formativo della durata di 80 ore al quale partecipano tecnici, imprenditori e maestranze.
Il rustico di Marano di Valpolicella risale ai primi anni del 1900, destinato in origine ad essiccare le uve per la produzione dell’amarone, ora si presenta come una residenza di prestigio immersa nella tranquillità dei vigneti. I lavori di recupero sono iniziati consolidando i muri originari e, per mantenere il sasso a vista, il consolidamento è stato eseguito con delle iniezioni di una malta a base calce nella muratura. Per migliorare il comfort interno e l’efficienza energetica è stato realizzato un cappotto isolante, in parte esterno e in parte interno, ed è stata rifatta la copertura, inserendo al suo interno un isolante in fibra di legno. Per il cappotto interno la scelta migliore è stata quella di usare un isolante in schiuma minerale, un materiale che, oltre a buone caratteristiche di isolamento, si comporta come un regolatore del clima interno, è infatti in grado di assorbire e rilasciare in ambiente l’umidità. Un’interessante scelta è stata l’installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata, un sistema che permette un continuo ricambio dell’aria garantendo al tempo stesso un maggior comfort interno, una qualità dell’aria maggiore e una riduzione dei consumi energetici. I committenti abitano con orgoglio e soddisfazione in questo rustico riportato a nuova vita e i feedback sono molto positivi, manifestano soddisfazione con riferimento all’alto comfort interno e ai bassi consumi dell’immobile. Questo intervento di recupero era uno dei 19 progetti, scelti tra una rosa di oltre 1300 edifici, candidati per l’ambito «Cubo d’oro CasaClima, premio del pubblico» assegnato annualmente dall’omonima agenzia di certificazione. L’intervento è stato premiato, durante la cerimonia, con un secondo posto, un risultato a dir poco notevole. Geom. Giuseppe Mosconi – Geom. Giovanni Venturini Geom. Marianna Serra www.lineaecoklima.it
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Un mestiere che è molto cambiato negli anni, come
cambiate sono le richieste del pubblico, diventato sempre più esigente ed attento. Fare l'architetto oggi non vuol dire solo programmare spazi o dettagli d'arredo, ma anche confort ed equilibrio, che favorisca la qualità della vita e il relazionarsi. Ne parliamo con uno degli architetti più affermati di Verona, Daniela Cavallo. Cosa ci dice di questo mestiere? Credo che l’architetto sia il mestiere più bello del mondo. E il più difficile. Bello, perché non solo si ha a che fare con la bellezza nelle sue regole più sottili e invisibili, che diventano benessere, qualità della vita; difficile per tanti motivi, uno tra tutti perché si deve avere a che fare con la persona, perché l’architettura deve essere sociale, perché l’obiettivo dell’architettura è produrre benessere, qualità dello stare, del vivere, dell’abitare. E non è facile. Il segreto è creare emozioni e saper rispecchiare l'anima di chi vivrà in un determinato ambiente? E’ un lavoro che va dal basso verso l’alto, e non viceversa. Un’architettura calata, indifferente al contesto, non funziona più, sono opere che hanno ormai una “crisi” di rigetto, come corpi estranei nell’ambiente in cui sono inseriti. Come arredare “imponendo” oggetti che non riescono a raccontare la storia di chi vive, ad emozionare. Progettare è guardare
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Abitare è vestirsi di un luogo a cura di Giancarla Gallo
a lungo raggio a chi vivrà e come quel luogo; è creare relazioni, legami, attraverso segni, disegni, forme, arredi, muri e non, natura e paesaggio, attraverso la storia, non solo quella collettiva, ma anche quella della singola persona che abiterà quel luogo. Quando si progetta una ristrutturazione di un edificio antico, ad esempio, ci piace mantenere il profilo esterno e giocare con lo spazio interno “piegando” i muri, lasciando intendere lo spazio oltre, “metonimie” come uno scritto da leggere. Raccontare e accogliere. Far attraversare l’interno dall’esterno, farlo dialogare, perché abitiamo il mondo intero, il paesaggio. Ce lo hanno insegnato Palladio e i Greci prima di lui. Non inventiamo nulla, prendiamo i suggerimenti, li scomponiamo e li facciamo diventare altro da sé.
Cosa vuol dire, quindi, abitare? Abitare è vestirsi di un luogo, indossarlo come un abito. Dunque l’architettura deve essere un lavoro d’alta sartoria, non necessariamente un abito di “marca”, ma di certo una manifattura che guardi bene alla persona, a far diventare i difetti pregi, a valorizzarla, in modo che sia unica, riconoscibile. E questo cosa comporta? Ecco che così si compenetrano economia, territorio ed architettura; ecco che si entra nel Marketing territoriale. Quest’ultimo lo intendiamo come una collaborazione, un sistema tra competenze diverse, come diverse e complesse sono le variabili che definiscono un territorio, punti di vista che determinano un luogo, lo caratterizzano, dove l’aspetto antropologico è fondamentale, a volte è la variabile impazzita, quella più imprevedibile. Il Marketing inteso proprio come le dinamiche del Mercato, quel mercato antico che è fatto di scambi tra persone, che crea e determina nell’azione valore, non solo prezzo. Così ci muoviamo quando pensiamo all’abitare, chi vive cosa, come indossa quello spazio, che persona è, o quali sono gli abitanti se parliamo di territori pubblici di luoghi pubblici da valorizzare ad esempio attraverso Piani del colore o dell’arredo o del riordino. Siamo anche abbastanza coraggiosi nel nostro mestiere, tendiamo all’impresa, come quella del condottiero medioevale (!?!…), imprese che fanno capo alla responsabilità dell’architetto di indicare, come ad esempio nella nostra idea di riordino di piazza Brà, così mortificata
da tempo da un non progetto, nega addirittura la sua storia architettonica. E questi criteri e questa sensibilità si possono trasmettere? Sì, da circa sei anni con il Professor Claudio Baccarani, professore ordinario di economia e gestione delle imprese abbiamo iniziato questa contaminazione tra architettura del territorio ed impresa nel Corso di Marketing territoriale presso il Dipartimento di
Economia aziendale dell’Università di Verona, istituendo anche un Comitato scientifico per il Laboratorio di Marketing Territoriale, che vuole essere al servizio del territorio e delle imprese. E’ bellissimo vedere come gli studenti restano affascinati dal potere della “contaminazione”, relazioni che mai avrebbero immaginato, declinandole poi nell’ambito più specifico dell’economia. E in questi sei anni abbiamo contaminato anche colleghi di diverse discipline e di altre università, tanto da riuscire anche a parlare di questo nostro modo di guardare al territorio, all’architettura ed all’economia in convegni, a pubblicare articoli, saggi grazie soprattutto alla Rivista Internazionale di studi economici “Sinergie”, che ha sede proprio a Verona e che si è fatta portatrice di questo “verbo”, “architetturando”, costruire economia per il territorio. Puntare al valore sempre.... Sì, il marketing territoriale non guarda così solo al Turismo, ma a valorizzare territori anche in casi limite, come ad esempio un abbandono o un terremoto. Puntare al valore vuol dire creare una ricaduta diffusa e diversificata di ricchezza. Una ricchezza che voglio sempre vedere prima di tutto nelle persone, sono le architetture più belle complicate e interessanti, sono il capitale umano su cui ogni impresa intelligente sa di dover puntare. Un capitale umano che ad esempio vedo nei giovani colleghi e nelle nuove generazioni di imprenditori del nostro territorio. Verona. Forza Bellezza!
Studiolineacurvarchitetti Daniela Cavallo architetto Via XX settembre, 9 - Verona Tel. +39 045 2023125 Fax +39 045 4750274 Cell. +39 333 2539674 www.studiolineacurva.it
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di Monica Sommacampagna
Cantina Quintarelli IA C I N OR
VO O U IL N
C N I E CH
Il dialogo tra antico e nuovo spesso genera ambienti dal fascino sorprendente. È il caso di una cantina storica della Valpolicella veronese, Quintarelli, a Negrar, che tre anni fa ha avviato un restyling sia all’esterno dell’azienda, sia al suo interno. Nel 2017 si prevede il completamento dei lavori ma già oggi si può apprezzare il risultato di interventi architettonici e di interior design molto mirati e rispettosi, attenti a mettere in luce il cuore antico e prezioso di questa realtà. Lo abbiamo verificato in anteprima all’inizio della vendemmia 2016.
ESSENZIALE E CARISMATICO
Alla cantina, posta in località Cerè, sul Monte Ca’ Paletta, si accede dopo numerose svolte su un colle molto vocato alla vitivinicoltura in Valpolicella. Alla sinistra si apre un cancello, privo di targa, si giunge quindi a una terrazza con parapetto in vetro che offre una visuale panoramica sulla vallata. Essenzialità e sobrietà costituiscono le parole d’ordine che si respirano e sintetizzano la filosofia dei proprietari, ispirati dalla figura carismatica di Giuseppe Quintarelli. Un uomo umile ma determinato e controcorrente, che aveva assunto la gestione della cantina dal padre Silvio nel 1950 e l’ha portata all’eccellenza qualitativa. Oggi a gestirla ci sono i figli e i nipoti: l’uva viene raccolta da 11 ettari di vigneti dove si coltivano vitigni tradizionali come Corvina, Corvinone o Rondinella, alla base della doc Valpolicella, e alcuni antichi come il Saorin, ma anche bestseller internazionali come Cabernet franc, Merlot o Syrah. Tra ottobre e gennaio si ammirano i fruttai per l’appassimento dei grappoli che serviranno per produrre Amarone o Recioto. 20
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O
IC T N A L’
CORNICE CONTEMPORANEA
Se al piano superiore si ammirano vigneti e vallata di Negrar, entrando nell’edificio e scendendo si svela una elegante bottaia per l’invecchiamento dei vini. Davanti a noi un patrimonio di grandi botti ovali illuminate ad effetto, tra cui spicca quella da 120 ettolitri con i pavoni intagliati nel legno e la croce dedicata a Giuseppe Quintarelli: un omaggio a un uomo molto religioso e tenace lavoratore. Poco distante si trova quella dedicata alla moglie Franca che vede istoriati un pellicano che nutre i piccoli e l’albero di melograno, simbolo di abbondanza e prosperità. Tra gli elementi contemporanei spicca un tavolo da degustazione realizzato in marmo rosso Mantegna originario della Bosnia, ottenuto da un unico blocco di pietra e in una tonalità che richiama il colore del vino rosso. L’impostazione è asimmetrica, coerentemente con l’originale libreria del vino e le nicchie di antiche bottiglie che si trovano poco distante. Un ambiente nuovo, dove botti, antichi accessori per la vinificazione e ricordi vengono messi in debita luce. Il passato rivive in un tunnel con volta a doghe in legno ispirata alle botti e con pareti in cemento armato dove sono incastonate alcune annate di Amarone di grande pregio, originarie a partire dall’inizio degli Anni Sessanta. Foto in bianco e nero di Giuseppe Quintarelli e della famiglia restituiscono l’allure del passato.
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LA DEGUSTAZIONE
CUORE ANTICO
Ma in tanta modernità, qualcosa rimane esattamente com’era cinquant’anni fa. Parlo della sala degustazione che contiene, oltre al classico tavolo in legno con sedie, alcune botti di quell’epoca e una foto che ritrae Giuseppe Quintarelli con l’amico compianto Roberto Ferrarini. Qui si degusta Valpolicella in purezza, ottenuto secondo una filosofia difesa da sempre da Giuseppe Quintarelli e che ha un sapore amato e lontano nel tempo. Non dimentichiamo che il vino dell’azienda nasce prima di tutto da un lavoro certosino di selezione di uve in vigna. L’affinamento non prevede l’uso di barrique ma di sole botti grandi, aspetto che permette di preservare al massimo i profumi caratteristici delle varietà d’uva impiegate per la vinificazione e di renderli riconoscibili, come un sottile filo rosso identitario, in ogni tipologia di Valpolicella. I vini si distinguono inoltre per un particolare: il lunghissimo affinamento, che fa sì che l’Amarone non venga immesso sul mercato prima degli otto anni.
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Le bottiglie allineate sul tavolo presentano diciture scritte a mano ma quello che attrae l’occhio e il palato è il nettare versato nei bicchieri. Come ogni degustazione che si rispetti si parte dal vino più giovane per arrivare al vino da dessert. L’Amarone della Valpolicella DOCG 2007 si rivela particolarmente asciutto e carico di profumi vivaci di ciliegia e mora al netto dei suoi nove anni. Il Recioto 2004 si ritaglia una reputazione tutta sua, da vino squisitamente da meditazione. Tra i sentori – tutt’altro che comuni in un Recioto – spiccano il dattero e il tamarindo. I vini in degustazione sono tutti rigorosamente rossi: dal Valpolicella Superiore al Primofiore, fino all’Alzero, ottenuto da Cabernet Franc, Sauvignon e Merlot appassiti. L’unico fuoriclasse – e non stappabile – posto in una bacheca storica è il bianco Amabile del Ceré, vino raro da meditazione da Garganega, Trebbiano toscano, Chardonnay, Sauvignon e Saorin, che si può assaggiare solo in enoteche e ristoranti.
La casa del futuro è in paglia Materiali naturali per l’edilizia residenziale a Verona
Casa di paglia prefabbricata in costruzione a Badia Calavena (VR). Nel cantiere si percepisce già la pulizia e l'assenza di odori nocivi tipici delle costruzioni con materiali naturali
In Lessinia si sta ampliando un tipico edificio residenziale con la paglia. Avete capito bene! Non è la favola dei tre porcellini, ma un progetto di alta tecnologia e ricerca. Il progetto è seguito dall’arch. Nicola Preti e dall’impresa di Claudio Gaiga, un giovane costruttore che crede molto nelle costruzioni naturali. Ma perchè la paglia e non il classico mattone? Le costruzioni in paglia sono tipiche della nostra regione. Abbiamo testimonianze in Lessinia, nella Valle di Seren del Grappa e a Piove di Sacco. La bellezza di queste costruzioni era quella di essere capolavori assoluti di biotecnologia, che si integravano in maniera straordinaria alle risorse naturali che il territorio offre. Questi edifici assumevano forme diverse in base all’altitudine, alla destinazione, ma il loro scopo era quello di essere efficienti con materiali poveri. La loro funzione era quella di essere degli edifici “vivi” che respiravano e isolavano perfettamente dall’esterno. Quello che è stato ripreso è la capacità costruttiva, la cultura e la tradizione che è stata innovata perchè calcolata dal punto di vista energetico e statico. Il muro diventa con la semplicità elemento altamente tecnologico capace di durare nel tempo, adatto a essere utilizzato in zona sismica per la sua leggerezza, inoltre assicura una resistenza al fuoco paragonabile alle tradizionali murature. Paradossalmente le riposte più innovative alle nuove esigenze delle costruzioni vengono dalla tradizione del passato. Non manca lo spazio per sperimentazioni sempre più innovative: a breve lo studio veronese di architettura Nicola Preti avvierà la costruzione di un tetto a Lazise con l’utilizzo di alghe di poseidonia come strato isolante. Il lato interessante della riscoperta dei materiali naturali è che è possibile utilizzarli all’interno di sistemi tecnologici altamente specializzati e collaudati per costruzioni di ogni tipo. L’atmosfera degli edifici con materiali naturali è sobria, ma ricercata e calorosa. Una soluzione di qualità per l’edilizia residenziale del futuro sempre più ecologica.
Alghe di poseidonia utilizzate per realizzare cappotti isolanti traspiranti e leggeri
Muro di paglia e canna palustre, abbiamo ripreso la tecnologia di centinaia di anni fa e le abbiamo unite alle moderne tecnologie di controllo della qualità
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Ballarini Interni
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Abitare il tempo
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a cura di Giancarla Gallo foto di Giancarlo Comparotto
Vivere ogni giorno l’emozione di stare a contatto con la storia e con l’arte, come in un teatro tra Castelvecchio e l’ Arco dei Gavi e il mormorare dell’Adige, sotto il ponte. Un’esperienza unica e di prestigio, a due passi dal centro città, quasi sospesi su un panorama mozzafiato. Le caratteristiche costruttive delle Residenze Città di Verona, molto all’avanguardia, hanno la certificazione classe A per efficienza Energetica, sono dotate di tecnologia antisismica e di un sistema di videosorveglianza con telecamere ad infrarossi, nonché isolamento termico ed acustico di altissimo livello. L’appartamento signorile al secondo piano, che presentiamo, realizzato da Città di Verona, sul luogo dell’omonima ex clinica veronese, porta la firma dell’architetto Roberto Verdolini, la cura dei dettagli e delle soluzioni d’arredo di Ballarini Interni. La pianta particolare, ad imbuto, consente di tenere divise, come in due appartamenti, le zone destinate alle figlie – ala con tre camere e bagni, ricche di colori – da quella padronale con colori più sobri, ma moderni. Attraversato il corridoio, si apre un ampio salone a vetrate con vista su Castelvecchio, dove insiste un grande terrazzo.
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Ballarini Interni
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BALLARINI INTERNI ha proposto un arredamento raffinato ed elegante, affidato a marchi di prestigio, come il design di Maxalto, B&B Italia, per i suoi divani e mobili, giocati nei colori delle terre e del vinaccia, che bene si coniugano con i pavimenti in marmo marrone scuro. La cucina è in acciaio inox e legno di castagno, prodotta da Arclinea, modello Artusi, dove ai toni scuri si abbina il tocco di colore vinaccia, che riprende lo stesso gioco, come nella zona soggiorno. I bagni scelti sono di Agape, per la sua qualità raffinata. E ancora la carta da parati a grandi farfalle dai colori tenui, nella zona delle ragazze, che dà un senso di grande dolcezza, è del marchio Wall & Decò; e la camera è modello Papilio di B&B Italia, con le poltroncine a colori che si intonano con la testata del letto matrimoniale, in un moderno gioco cromatico. Ballarini ha scelto come abbinamento originale lampade della ditta Flos.
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Ballarini Interni
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PORTFOLIO
L' ARCHITETTO a cura di Roberto Verdolini
“Considero il dialogo con il committente fondamentale per la riuscita di un progetto; la casa alla fine è di chi la abita, che deve sentirsela addosso, come un vestito di sartoria. E come un vestito, il progetto viene imbastito, accorciato, sfiancato o risvoltato più volte. L’architetto propone le soluzioni, che condivide con il committente, ed ha il compito di tenere l’esecuzione del progetto su un binario di coerenza. Personalmente trovo che la distribuzione degli spazi sia la cosa più importante, più di un particolare o di una finitura...; muoversi all’interno deve essere infatti piacevole e comodo e, se possibile, trasmettere sensazioni; mi piacciono molto i passaggi decisi tra buio e luce e la sorpresa che si può generare girando un angolo. In questo caso la richiesta dei proprietari era di avere zone separate da poter utilizzare contemporaneamente, senza interferire con le attività degli altri. La pianta dell’appartamento, che ha un ingresso sul lato corto ed una vista a
dir poco meravigliosa sul lato opposto, poneva qualche problema di distribuzioni in relazione alla quantità di spazi richiesti, accentuata anche dalla lunghezza del percorso tra l’ingresso ed il lato opposto, che rendeva buia gran parte della zona centrale. Collegare questi due punti era il problema, risolto con una spaccatura al centro della casa che si apre ad accogliere, si stringe al centro per aprirsi poi verso la luce, verso il soggiorno, verso l’esterno. Questo percorso divide lo spazio in modo dinamico e percorrerlo diventa piacevole e riserva varie sorprese; dietro i grandi pannelli decorativi si nascondono infatti gli ingressi alle varie zone : la zona delle camere dei figli, la zona padronale, la zona studio\ospiti, per finire poi con la ampia zona giorno. Gli arredi curati, l’illuminazione, le finiture hanno restituito un ambiente sobrio ma elegante, senza eccessi che mette in risalto quello che la posizione (la location) gli ha concesso naturalmente”.
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MILAN RECOVERED
SOFISTICATO IL CONTRASTO TRA IL NERO E LE VARIE GRADAZIONI DEI CALDI TONI DEL MARRON. IL DIVANO E I POUF ESPRIMONO PRATICITÀ E COMODITÀ. TUTTO RISULTA MOLTO RAFFINATO. RICHARD SISTEMA DI SEDUTE COMPONIBILI_EILEEN CONSOLE DIESIS TAVOLINO_MIRTO INDOOR TAVOLINO E POUF BEVERLY ‘14 POLTRONA_SUAVIS TAPPETO
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A SINISTRA, DETTAGLI PREZIOSI, NON SOLO DETTAGLI. ARREDO ED OGGETTI D’ARTE. RICHARD SISTEMA DI SEDUTE COMPONIBILI_EILEEN CONSOLE
SOPRA, SEMPLICITÀ DELLE LINEE NELL’ABBINAMENTO CROMATICO DEL LEGNO NELLE STRUTTURE E DEL BIANCO NEL MORBIDO ABBRACCIO DELLE POLTRONCINE IMBOTTITE. OSKAR TAVOLO_HUSK ‘15 POLTRONCINE_P60 POUF_REEL POUF_SUAVIS TAPPETO
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EFFETTO DI INTENSO CONTRASTO NEI MATERIALI IMPIEGATI PER LA CAMERA DA LETTO, CHE CREANO UN AMBIENTE MOLTO PERSONALE E DI IMPATTO EMOTIVO. HUSK LETTO_EILEEN TAVOLINO_PAB PANCA_FAT-SOFA POUF_SUAVIS TAPPETO
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Ritrovare il calore di casa
a cura di Linda Comerlati
NELLE PROPOSTE POLIFORM E VARENNA COMPAIONO I COLORI CALDI DELLA TERRA, I FONDI DORATI E LE TESSITURE MORBIDE PER UN’ATMOSFERA CHE TRASMETTE SUBITO ACCOGLIENZA. LA LUCE È DIFFUSA E SCORRE GRADUALMENTE SULLE SUPERFICI, SENZA CREARE VIOLENTI BALZI DI LUCE. I RIFLESSI SONO ACCENNATI E LE OMBRE MAI NETTE. NELLA PRIMA PROPOSTA UNA VILLA IMMERSA IN UN AMBIENTE NATURALE, DI CUI RIPRENDE LA SINUOSITÀ NEL PARQUET DI LEGNO. GLI AMBIENTI SONO FUSI IN UN TUTT’UNO CON QUELLO CIRCOSTANTE ATTRAVERSO VETRATE A TUTT’ALTEZZA. IL MOVIMENTO È REGOLATO DA SCANSIONI MATERICHE: LO SPESSORE DEI MURI E LE SPALLE DEI MOBILI SONO LACCATI OPACHI PIOMBO, EVIDENZIANDO I CAMBI DI LUCE. IL TONO È DATO DALLE SOLUZIONI DI ARREDO, IN CUI NON EMERGE MAI UN ELEMENTO PROTAGONISTA, MA CHE LAVORANO PIUTTOSTO IN SINERGIA CON I RIVESTIMENTI IN LEGNO E L’ATTREZZATURA DELLE PARETI. SPICCANO LE LAMPADE, UNICO ELEMENTO A CONTRASTO, SCELTE CON CURA PER VALORIZZARE I DIVERSI USI DEGLI SPAZI. LE FONTI DI LUCE SONO INDIRETTE E RIFLESSE DA UNA PARETE A TESSITURA GEOMETRICA CON FINITURA DORATA: IL FULCRO DI QUESTA ABITAZIONE DISCRETA.
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Pagina a sinistra, cucina Phoenix, basi con ante, cassetti ed estrattori in massello noce canaletto, top in acciaio Scholtès. Cappe ad isola in acciaio. Colonne con ante laccato goffrato glacier white.
Qui sopra, tavolo Blade con struttura e piano massello noce canaletto. Sedie Seattle nelle versioni con e senza bracciolo, struttura rovere naturale e seduta in cuoio 26 naturale invecchiato.
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Letto Rever, rivestimento in tessuto sfoderabile Orlean 5 pernice e pelle Nabuk 1 latte. Coordinato letto Provence 01 bianco 08 polvere profilo nero. Tavolino Soori bronzo anticato. Panca Home Hotel Collection in olmo nero con cuscino sfoderabile Nbuk 2 tortora.
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Cabina armadio Ubik con pannelli a parete nobilitato Skin laccato opaco latte, attrezzatura nobilitato rovere cenere. Armadi Skin apertura complanare, ante nobilitato Skin laccato opaco latte.
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LA SECONDA PROPOSTA VEDE UN CONTESTO FORTEMENTE CARATTERIZZATO DA ELEMENTI DECORATIVI DI PREGIO AL SOFFITTO E DA UNA PAVIMENTAZIONE IN PARQUET DI LEGNO A SPINA DI PESCE, DI TONALITÀ SCURA. L'ARREDO È RISOLTO CON UNA RISPOSTA A TONO, ATTRAVERSO L'UTILIZZO DI CHIARO SCURI CON BASE GRIGIO E ALTERNANZE CROMATICHE CONTRASTANTI PERFETTAMENTE BILANCIATE. L'UTILIZZO DELL'ORO È RIPROPOSTO PER GESTIRE LA LUMINOSITÀ DELL'ATMOSFERA E DARE PRESTIGIO ALL'AMBIENTE, LO
SI TROVA NEL TAPPETO DEL SOGGIORNO E IN UN PIATTO DECORATIVO A PARETE. LA SCELTA NETTA È ANCHE NELLE FORME: LE CURVE E GLI ANGOLI SMUSSATI DELLE SEDUTE E DEL LETTO SONO BILANCIATI DALLE LINEE SPEZZATE DELLE SCAFFALATURE E DELLA CUCINA. I MATERIALI SONO RIFLETTENTI, QUASI DURI NELLE SUPERFICI PIANE (OLMO NERO, VETRO RIFLETTENTE BLU, MARMO LEVIGATO), A CUI FANNO ECO LE SEDUTE E I TAPPETI, DALLE LINEE CURVE E SOBRIE. UNA SOLUZIONE DI CONTRASTI E OMBRE BILANCIATI PER UN APPARTAMENTO DAL TONO DECISO.
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Cucina Twelve, basi con ante, cassetti ed estrattori in acciaio scotch brite antimpronta, top in acciaio Barazza con telaio di supporto alluminio laccato carbone. Piano snack Blade in noce canaletto massello. Colonne con ante in vetro satinato nero e telaio anodizzato nero. Shaker con ripiani e tubi laccato goffrato carbone, schienali in noce c. Sgabelli Harmony in rovere spessart.
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Letto Bruce con testata sfoderabile Limoge 2 visone e giroletto in velluto sfdoderabile Persia 23 arena. Coordinato letto Provence 01 bianco profilo bianco. Comodino Giò in olmo nero con piano cuoio 28 avorio e piano superiore in vetro trasparente extrachiaro.
Armadi Senzafine Ocean apertura battente, ante in vetro satinato nero con profili in alluminio verniciato opaco carbone e maniglie Sydney.
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Armadi Senzafine Fitted apertura battente, ante in vetro fumĂŠ e telaio opaco carbone con composizione Quid, pannelli boiserie in olmo nero e bacheca laccato opaco piombo.
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Undici concerti da ottobre a maggio con grandi artisti internazionali
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Italian Jazz Sound: sei spettacoli da novembre a maggio con altrettante sorprese tutte da scoprire
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Sei spettacoli da gennaio ad aprile, in cui interagiranno diversi tipi di linguaggio
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Un viaggio dalla periferia al centro, dall’oblio alla memoria, dal quotidiano all’universale si snoda lungo il percorso di sei spettacoli
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Un prezioso gioiello di sei rare gemme: da gennaio a maggio sei concerti con altrettante eccellenze europee
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Franz Lehár – La Vedova Allegra Il titolo più amato della storia dell’operetta
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Oltre quaranta appuntamenti per le scuole, i bambini, le famiglie e per tutte le età.
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016 - 20.00 LA SCUOLA DE’ GELOSI dramma giocoso in due atti su libretto di Caterino Mazzolà musica di Antonio Salieri prima edizione in forma scenica in tempi moderni
direttore Giovanni Battista Rigon regia di Italo Nunziata scene di Andrea Belli costumi di Valeria Donata Bettella disegno luci di Marco Giusti orchestra I Virtuosi Italiani
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Questo e molto altro per oltre 70 date tutte da scoprire
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DA EUROCUCINA 2016, IL SALONE DEL MOBILE DI MILANO, CHE SI È SVOLTO NEL MESE DI APRILE E CHE HA RISCOSSO GRANDE SUCCESSO PER I MODELLI, LE TECNOLOGIE E GLI ABBINAMENTI DI MATERIALI. TRA TUTTE LE MARCHE, SPICCANO LE PROPOSTE DI ARCLINEA CON I MODELLI PRINCIPIA E STEELIA
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WS Principia è il nuovo progetto di Antonio Citterio, che abbina una finitura in legno ruvido all'acciaio inossidabile dalle particolari colorazioni dopo il trattamento PVD: il risultato è di grande raffinatezza, avvicinando materiali naturali a quelli innovativi, in una produzione che abbina tecnologia a dettagli artigianali, che si fondono in totale armonia. La cucina diventa cosÏ il fulcro della casa, protagonista dello spazio abitativo.
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Steelia qui all'acciaio inox si aggiungono tre nuove superfici realizzate col sistema PVD che dona diverse gradazioni cromatiche, nero, bronzo e champagne. Il colore viene fissato sull'acciaio per mezzo dell'evaporazione di molecole di titanio. Il trattamento, inoltre, conferisce maggiore durezza all' acciaio e maggiore resistenza contro la corrosione e lo sfregamento. Si tratta di un processo ecologico, che garantisce sicurezza nel contatto con gli alimenti. Nuove emozioni in cucina.
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Porte scorrevoli Soho design Giuseppe Bavuso Leggerezza, trasparenza, capacità di dividere e unire allo stesso tempo. I riferimenti all’estremo oriente sono espliciti in Soho, la collezione di porte scorrevoli che rimanda alla partitura tipica delle pareti mobili e degli arredi che identifi cano l’abitazione tradizionale giapponese. Riportato in un contesto contemporaneo e riattualizzato nei materiali, questo diaframma etereo, che gioca sulle nervature in legno per instaurare un dialogo con gli elementi orizzontali e verticali dello spazio, esprime un gusto sofi sticato e trasmette una sensazione di luminosità a tutti gli ambienti.
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agape Novità 2016
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Design Mario Tessarollo e Giulio Gianturco. L’apparente semplicità costruttiva dell’ambiente doccia, che bene si integra nell’architettura del bagno, è la forza del progetto: una barra collega i cristalli e accoglie i perni di rotazione della porta. In questa soluzione non sono necessari segni forti, la linea essenziale e precisa è impreziosita da piccoli dettagli in alluminio anodizzato spazzolato grigio o nero, pensati per dare un’immagine sobria, non esibita. Dimensioni: angolo 70-200 x 70-140 x 220 h nicchia 70-200 x 220 h
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CUNA_02 Design Patrizia Urquiola. Delicate forme tondeggianti per la vasca realizzata in Solid Surface termoformato, con struttura portante in tubolare d’acciaio, che conferisce senso di compattezza ed essenzialità. Disponibile in diverse combinazioni. Dimensioni: 165 x 78,5 x 52 h
DOT LINE_01 Design García Cumini. Grafismi che si possono ricollegare a un linguaggio neoplasticista e segni dal carattere archetipo, come la linea e il punto, capaci di creare infiniti linguaggi, sono l’ispirazione del primo progetto firmato da García Cumini per Agape: gli accessori Dot Line, in cui Dot diventa una pausa, un’interruzione strutturale che scandisce il ritmo nella continuità della linea. Gli accessori sono realizzati in alluminio con rivestimento in varie finiture di legno. Supporti in alluminio anodizzato nero e mensole in Corian® bianco o nero.
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ELL_01 Design Benedini Associati con Andres Jost e Diego Cisi. Ell è un nuovo piano lavabo dal segno leggero e dalla configurabilità elevata realizzato in Corian® bianco o in marmo di vario tipo. Spesso appena 4 cm, per poi rastremarsi fino a 1 cm sui bordi, il piano è profondo 50 cm, disponibile in lunghezze su misura comprese tra gli 80 ed i 260 cm.
DR_02 La vasca DR, frutto della collaborazione con il designer brasiliano Marcio Kogan e lo Studio MK27, è disponibile in molteplici finiture con diverse possibilità di personalizzazione per poter soddisfare le diverse esigenze. Oltre alle finiture in terra cruda di Matteo Brioni, DR è stata presentata alla Milano Design Week 2016 con esterno in mosaico Rain C nero (design Tokujin Yoshioka) di Mutina. Tra le customizzazioni possibili anche quelle con mosaici di spessore fino a 7mm. Dimensioni: 183,5 x 136,5 x 56,5 h
ELL_02 Gli invasi, larghi 60 cm, sono segnati da un pannello grigliato realizzato in Corian® nello stesso colore del piano autoportante e sono collocabili su tutta la lunghezza. La variante autoportante può essere accessoriata con struttura laterale ad “X” in legno con funzione di porta salviette.
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proposte immobiliari Godersi il Lago in mezzo al verde e a
Vivere il Lago nelle Residenze in Villa
due passi da un centro tranquillo, ma culturalmente attivo. Si può con le Residenze in Villa, frutto di quarant'anni di esperienza nella progettazione e nella costruzione di Pio Brighenti. Il progetto si compone di venti unità abitative, tutte immerse nel verde degli uliveti della splendida località di Torri del Benaco, il cui centro è raggiungibile con una passeggiata di soli dieci minuti. Tutte le residenze sono dotate di giardini di proprietà, ampia piscina, ascensore, impianto di aria condizionata e garantiscono la totale accessibilità per disabili e portatori di handicap. Ogni unità abitativa dispone, inoltre, di doppio garage, riscaldamento autonomo a pavimento, impianto fotovoltaico e di un impianto di irrigazione autonomo e automatizzato. Dai materiali alla realizzazione impiantistica, ogni componente del progetto è di alto livello e fa uso solo dei migliori marchi selezionati. La parola chiave del progetto è ecosostenibilità: le residenze, tutte appartenenti alla classe energetica A4, sono costruite con la piena aderenza ai parametri del Protocollo Itaca, certificati dalla Regione Veneto.
Il territorio Torri del Benaco è una splendida località posta alle pendici del Monte Baldo e affacciata sulla sponda orientale del Lago di Garda, detta anche Riviera degli Ulivi, a 40 km da Verona. Passeggiando per le vie caratteristiche del centro storico, circondato da mura e torri, si possono visitare il porticciolo medievale, il Castello Scaligero risalente alla fine del Trecento, il Palazzo Antico della Gardesana e l’antica Torre Comunale dell’Orologio. Il paese offre ai suoi abitanti e ai turisti tutte le attrattive legate agli sport acquatici (come la vela, il canottaggio, lo sci d’acqua), ma anche molte manifestazioni culturali durante tutto l’arco dell’anno. Dal porto è possibile organizzare gite in barca per scoprire la bellezza delle isole e dei paesaggi del Lago di Garda. Facilmente raggiungibili in auto sono inoltre le cittadine della sponda bresciana di Salò, Gardone Riviera, Sirmione, Limone sul Garda e Desenzano. L’entroterra, caratterizzato dalla bellezza dei pineti, degli uliveti e dei limonai tipici delle zone del Lago di Garda, conserva numerose testimonianze preistoriche ed è lo scenario ideale per praticare sport all’aria aperta e passeggiare nella natura. Torri del Benaco è inoltre famosa per la produzione di olio extravergine d’oliva e per i suoi vini, che si possono degustare nelle cantine e negli oleifici della zona. La località è comodamente raggiungibile dal casello autostradale di Affi e dal casello autostradale di Peschiera del Garda, percorrendo la strada regionale Gardesana che costeggia il lago. Ulteriori informazioni sul sito www.piobrighenti.com 60
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proposte immobiliari
Residence Country Golf Odeion del Lago di Garda
Si inserisce armoniosamente nell'ambiente naturale e nel paesaggio del Lago di Garda. E' composto da sei unità abitative situate in un parco di 4500 metri quadrati di alberi secolari di olivo. Sul lato destro del Lago, da cui si gode di una vista mozzafiato, il residence è inserito nel pittoresco paesino di Pai, frazione di Torri del Benaco. Si può passeggiare, qui, lungo un percorso che costeggia il lago, ma c'è comunque un efficiente servizio di trasporto. Si trova in una posizione molto favorevole, infatti in macchina dista cinque minuti da Torri, un quarto d'ora da Garda e da Brenzone, e venti minuti da Malcesine. Il progetto e la costruzione delle singole unità abitative si basano su criteri di efficienza energetica e sostenibilità tecnica: i materiali naturali garantiscono confort, vivibilità e relax in condizioni di perfetto riscaldamento. All’ esterno ci sono ampie aree per il benessere e la socialità, come la piscina e il solarium, realizzate usando materiali naturali come legno e parquet, che danno un tocco di eleganza. Ogni appartamento ha tre camere, giardino privato, spaziose terrazze e saloni con stupenda vista sul Lago o sul parco con alberi ed essenze naturali. Tutto il complesso ha la certificazione di Classe Energetica A. Per info Immobiliare Magri s.a.s. Corso Italia 136, Garda (VR) tel. +39 045 7256583 info@magri.it - www.magri.it
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Nel mio ristorante mi sento a casa L’INTERVISTA ALLO CHEF STELLATO GIANCARLO PERBELLINI SULLA CASA, IL MESTIERE DI CHEF E I TALENT CULINARI di Agnese Ceschi
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La cucina è il suo mondo, la sua casa. Lo chef veronese, stellato, Giancarlo Perbellini ci apre letteralmente le porte della sua “Casa Perbellini” e ci svela il segreto di un ristorante stellato, il legame con la sua casa e cosa ne pensa di certi talent culinari che “ci hanno reso delle star, ma non hanno portato molti clienti nei ristoranti”. Chef di successo, sempre in viaggio tra un continente e l’altro, ha deciso di portare, come tanti colleghi, nel mondo la vera cucina italiana, ma non ha mai dimenticato le sue radici e dopo ogni viaggio torna sempre a casa, il suo ristorante in Piazza San Zeno. Perché ha scelto di chiamare il Suo ristorante “Casa Perbellini"? Perché voglio che chi entra nel mio ristorante si senta come a casa. Qui si mangia in cucina e dunque è come mangiare in una vera casa: piatti, porta grissini, posate sono di una linea che chiunque può avere a casa, non sono “da ristorante”. Prima di entrare si suona il campanello, proprio come se stesse arrivando un amico. Gli ospiti vengono fatti accomodare ad un tavolo non apparecchiato, proprio come quando si arriva a casa e la tavola non è ancora pronta. Questo è un modo per mettere a suo agio il cliente, spezzando una prima formalità. Naturalmente poi viene tirata la tovaglia e apparecchiato con tutto quello che è necessario. Insomma, non quello che ci si aspetterebbe da un ristorante stellato? Quello che non si percepisce da fuori è che questa formula
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è molto più difficile che avere già la sala preparata. Possono “arrivare anche molti tavoli assieme”. Senza aggiungere il fatto che la mia brigata cucina con gli occhi dei commensali puntati addosso. Qui ci sono sette persone consapevoli di essere su un palcoscenico. Devo riconoscere che sono stati dei bravi attori fin da subito, mai imbarazzati, concentrati sul loro lavoro. Qual è il concept del ristorante? La scelta del progetto ha una storia curiosa. Quando sono entrato qui dentro la prima volta, ho pensato che fosse un posto troppo piccolo. L’architetta ha iniziato a disegnarmi come sarebbe diventato questo luogo dopo una buona riorganizzazione e progettazione degli spazi. Devo dire che poi mi ha convinto. Anche se ho cambiato idea più volte. Infine il giorno che è entrata l’astronave, che è la cucina straordinaria che abbiamo, una cucina da casa, non da ristorante, mi sono sentito finalmente felice della scelta. Cos’è per Lei la casa? È un luogo che frequento poco (ride ndr.). Un cuoco o un ristoratore vive una vita molto diversa da quella delle persone “normali”. Per me è un luogo dove rifugiarmi, dove staccare. Un posto modellato a mia misura. Qual’è il luogo che preferisce? Per me nella casa è fondamentale il salotto, con un divano comodissimo ed un grande televisore. È l’ambiente dove mi sento più a mio agio in casa. Ovviamente facendo il cuoco, è fondamentale che la mia casa abbia anche una cucina accessoriata. Se faccio da mangiare replico quello che faccio al ristorante e dunque ho bisogno degli stessi materiali che ho al ristorante. Quali sono le tre cose fondamentali, che non devono mai mancare in cucina? Una buona cappa, dei buoni fuochi/induzione e un’ottima dispensa.
Che stile ha la Sua casa? Minimalista. Completamente bianca, con una cucina grigia e un salotto con una grande televisione. Una bicicletta per pedalare e un tapis roulant per correre. Qual è un piatto che La fa sentire a casa? Un piatto che faccio spesso, ma in mille versioni: il risotto. Era il piatto della domenica a casa. Ma è anche il piatto più semplice da fare, basta un riso, burro e parmigiano per far uscire un piatto quando si è di fretta. Come è arrivato a fare il cuoco? Vengo da una tradizione di famiglia, ma chi mi ha influenzato di più è stato mio nonno. Lui era pasticcere e cuoco. Era lui che faceva da mangiare nelle grandi occasioni a casa ed è lui che mi ha spinto a fare il cuoco. Io avrei fatto altro nella vita. Cosa? Sono un appassionato di volo e aerei. Il mio sogno era fare il
pilota. Ma non mi pento di aver scelto questo lavoro, mi tiene vivo e mi piace. Tutte le mattine mi sveglio con una gran voglia di cucinare. Che chef si considera? Non mi sento un artista (come tanti definiscono gli chef ) ma un artigiano della cucina. Un artigiano del sapere. Riconoscere un branzino di allevamento da uno pescato ad amo, ad esempio, quello è il sapere del cuoco. Cosa ne pensa del boom dei programmi di cucina e dei talent culinari? Penso che abbiano fatto bene alla figura del cuoco, ma non al pubblico, che pensa che sia così facile cucinare e che in mezz’ora si riesca a replicare un piatto stellato. D’altro canto
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hanno sdoganato lo chef, un lavoro che in Francia è equiparato ad un professore universitario, ma in Italia non lo era. Viviamo un momento da star. Ma la televisione non ha portato così tanta gente in più nei ristoranti. Che messaggio darebbe a coloro che vogliono fare il suo mestiere? Oggi tutti vogliono fare gli chef e nessuno vuole fare il cuoco. Questo, invece, è un mestiere che ha bisogno di gavetta, si cresce con la manualità e la conoscenza.
GIANCARLO PERBELLINI Un “cuoco artigiano”, così ama definirsi. Nasce nel 1964 a Bovolone. Cresce coltivando la passione per la pasticceria e per la cucina. Dopo aver spiccato il volo al “San Domenico” di Imola, lavora nei grandi ristoranti d’Oltralpe: dal Taillevent all’Ambroisie, fino al Terrasse di Juan Les Pins e allo Chateau d’Esclimont. Otre ai veronesi “Du de Cope”, “Locanda Quattro Cuochi”, “Al Capitan della Cittadella” e “Tapasotto”, a marzo 2014, firma per il gruppo indiano Dining Concepts, la “Locanda”, aperto ad Hong Kong nel centrale Ocean Center di Kowloon. Oltre a “Casa Perbellini” (due stelle Michelin) anche il ristorante gourmet “Dopolavoro Dining Room”, all’interno del resort JW Marriott di Isola delle Rose, nella Laguna di Venezia, è stato insignito di una stella Michelin. www.giancarloperbellini.com www.casaperbellini.com
Donne allo specchio “
I vini bevibili con amore sono come le donne, - diceva Luigi Veronelli - differenti, misteriosi e volubili, ed ogni vino come una donna va preso.” Personalità, carattere, forza, unicità, alchimia definiscono i vini. Così come le donne. Lo conferma “Donne in Simposio. Storie di Passioni e desideri” che , dopo il primo incontro con Valeria Benatti, giornalista, scrittrice e speaker di RTL 102,5, ha visto protagonista Rita Carisano, Direttore Generale di Confindustria Verona. Evoluzione e cambiamento sono all’ordine del giorno, sia nel lavoro che nella vita privata, per il direttore generale di Confindustria Verona dal 2006, membro del CdA dell’Aeroporto Valerio Catullo di Verona e del Collegio Sindacale della Fondazione Campiello, Amministratore Unico di Cim&Form srl. Milanese, sposata e mamma di Orsetta, una laurea con lode in Economia e Commercio alla LuissGuido Carli di Roma, perfeziona gli studi di economia industriale alla London School of Economics. Nel 1986, Rita Carisano inizia la sua carriera in Confindustria, occupandosi di politica industriale per le piccole imprese, di distretti industriali, di filiere manifatturiere. Studia il modello di specializzazione flessibile del sistema produttivo italiano. Diventa direttore del marketing associativo di Confindustria nel ‘96 e arriva a Verona nel 2006, chiamata a dirigere l’associazione veronese degli industriali. “Non è stato facile decidere di cambiare città e spostare tutta la famiglia, - racconta - l’appoggio dei miei genitori e di mio marito è stato fondamentale. Sono convinta che anche per mia figlia sia stata un’opportunità.” Del resto, per Rita Carisano, la sua famiglia è la casa. “Le mura, la città in cui ci troviamo contano poco. Dove riusciamo a stare insieme è casa, purchè ci sia sempre qualcosa che mi ricordi le mie radici, delle fotografie, un servizio di piatti, dei mobili che ho nella
memoria anche se collocati altrove.” Ma il massimo della “casa” è riuscire a condividere il pranzo della domenica. “Una tradizione italiana che coltivo con determinazione e che difendo dagli impegni di tutti.” Il lavoro a volte entra in casa, è impossibile lasciarlo fuori: “è una parte importante della mia vita che vivo con impegno ma anche con grande serenità.” Rita Carisano arriva a Verona in un momento in cui l’economia va a gonfie vele, l’accoglienza è ottima, poi, tempo due anni, la crisi si fa sempre più ingente e travolge anche le aziende veronesi. “E’ stato impegnativo fronteggiare i cambiamenti, ma il tessuto economico di questa città è forte, ha retto rispetto al resto del Paese. Basti pensare ai dati che ancora oggi vedono il tasso di disoccupazione tra i più bassi d’Italia, il 6,2%”. Le aziende a Verona sono sempre più rosa: oltre 18mila imprese femminili, con una crescita dell’1,4%. “Non mi sono mai posta il problema di essere donna; ho sempre creduto che sia importante misurarsi sui contenuti. I pregiudizi maschili celano delle fragilità”. Fondamentale è l’apertura al cambiamento. “Come nella vita di tutti, non accettare il cambiamento vuol dire non accettare la vita. Il cambiamento non si fa mai senza un po’ di paura, perchè essa ci tutela se il cambiamento è troppo forte, ma ci aiuta a non abbassare mai la guardia.” Il ciclo si chiuderà venerdì 18 novembre con Susanna Pescetti, direttore d’orchestra, “Amarone: fascino e carisma”, cui seguirà la degustazione dell’elegante e raffinato Amarone.
A fianco, Rita Carisano. Sotto, Susanna Pescetti e Valeria Benatti
Abitare la casa, Vivere il lavoro. Conciliare vita privata e professionale è molto faticoso, ma non impossibile. “Noi donne siamo dei gran giocolieri” a ribadirlo è Rita Carisano, direttore generale di Confindustria Verona, protagonista del secondo incontro “Donne in Simposio. Storie di passioni e desideri”
“Donne in Simposio. Storie di passioni e desideri” è promosso a Villa Quaranta Park Hotel, Ospedaletto di Pescantina (VR) da Cassiopea e Tommasi Family Estates in collaborazione con MADRI all’origine del coraggio. Protagoniste degli incontri, tre affermate professioniste – Valeria Benatti, Rita Carisano e Susanna Pescetti – in dialogo con Maria Teresa Ferrari, abbinate alla trilogia classica dei rossi firmati Tommasi: Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Amarone.
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abitare in salute
Dr. Riccardo Dalle Grave
I programmi tradizionali dell’obesità si basano sulla “prescrizione” della dieta e dell’attività fisica e determinano raramente una modificazione dello stile di vita persistente, perché il paziente non acquisisce le conoscenze e le abilità necessarie per effettuare questo cambiamento. Il risultato è che nella maggior parte dei casi il paziente recupera l’intero peso perduto. I moderni programmi di gestione dell’obesità hanno invece l’obiettivo di aiutare il paziente a modificare in modo persistente lo stile di vita e a mantenere nel tempo il peso perduto. Numerose ricerche hanno evidenziato che il trattamento basato sulla modificazione dello stile di vita è attualmente l’intervento non chirurgico più efficace per la gestione dell’obesità. Con il trattamento il paziente impara a calcolare le calorie introdotte e consumate, a pianificare da solo il suo programma di dieta e di attività fisica e le più moderne strategie psicologiche per affrontare gli ostacoli alla perdita e al mantenimento del peso. In altre parole è aiutato a diventare un terapeuta esperto del suo peso in eccesso. Il trattamento, condotto da un’equipe multidisciplinare composta da medici, dietiste, psicologi e fisioterapisti specializzati nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità, va considerato come un’opportunità per iniziare una “nuova vita” non più condizionata dai problemi associati all’obesità. Come qualsiasi cambiamento ci sono difficoltà, ma i vantaggi ottenibili sono enormi e includono ridurre il rischio di sviluppare il diabete e le malattie cardiovascolari e migliorare la forma fisica, la qualità della vita e la fiducia in sé stessi. Il trattamento è preceduto da un inquadramento diagnostico che include la valutazione delle problematiche mediche, psicologiche e fisiche associate all’eccesso di peso e lo studio della composizione corporea e del dispendio energetico con la calorimetria indiretta. Questa valutazione multidimensionale permette di strutturare un programma di trattamento individualizzato che include tre componenti principali: (i) dieta (individualizzata sulla base del consumo energetico del paziente valutato con la calorimetria indiretta); (ii) attività fisica (individualizzata sulla base dei risultati dei test funzionali eseguiti nella fase di valutazione diagnostica); (iii) terapia cognitivo comportamentale (per aiutare il paziente ad affrontare gli ostacoli alla perdita e al mantenimento del peso e a migliorare la sua capacità di aderenza alla dieta e all’esercizio fisico).
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Trattamento dell’obesità basato sulla modificazione dello stile di vita Le tre componenti del trattamento dell’obesità basato sulla modificazione dello stile di vita
Per ottenere informazioni sul trattamento dell’obesità basato sulla modificazione dello stile di vita contattare il dr. Riccardo Dalle Grave presso l’Associazione Disturbi Alimentari (ADA). Via Sansovino 16, 37138, Verona tel 0458103915 - info@aidap.org www.adacentroobesitaanoressia.it
abitare in salute
Ripensare la mente, abitare il corpo Il Santa Sofia è un centro medico polispecialistico al quale rivolgersi non solo per la diagnosi e la cura ma anche per intraprendere un percorso di cultura del benessere, fisico e mentale. A volte il corpo è uno spazio dove si esprime il disagio interiore. Pensiamo allo stress, o all'ansia, e a come si manifestano anche a livello fisico quando irrompono nella nostra vita: tensioni muscolari, gastriti, ulcere, ipertensione. Accanto ai nostri ambulatori di Medicina specialistica e ai reparti di Odontoiatria, Fisioterapia e Riabilitazione, al Santa Sofia abbiamo deciso di occuparci anche di strategie integrate che supportino il benessere mentale e fungano da traino per il raggiungimento dell'equilibrio. La Mindfulness, ad esempio. È un percorso di meditazione antistress riconosciuto dalla Medicina ufficiale. Si basa sul prestare attenzione al presente, al “qui e ora”, in contrasto alla tendenza – comune a tutti noi – di vivere pensando costantemente al passato o al futuro. Gli obiettivi di questa pratica sono aumentare la consapevolezza di sé e del proprio
modo di reagire alle situazioni difficili, e affrontare le emozioni e il flusso di pensieri per favorire un ruolo attivo della persona nella gestione della propria salute. Tra le attività del nostro ambulatorio di Psicologia, c'è La Palestra per la Mente. Un training cognitivo con base scientifica che allena e potenzia le funzioni mentali, previene l'invecchiamento cerebrale e riduce i fattori di rischio per l'insorgenza di malattie neurodegenerative, come la demenza. È una strategia messa a punto dalla Neuropsicologia per incrementare l'efficienza della mente; promuove il benessere individuale portando benefici alle prestazioni lavorative e alla qualità della vita, anche sociale. Al Santa Sofia, ottobre sarà il mese del benessere psicologico: seguici sulla nostra pagina facebook.com/poliambulatorisantasofia o sul sito www.poliambulatorisantasofia.com per rimanere aggiornato sulle attività e le iniziative che proporremo.
Poliambulatori Santa Sofia
Siamo in via Puglie, 24 (zona Chievo). Puoi contattarci allo 045.8104760 o scrivendo a segreteria@poliambulatorisantasofia.com
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