Seguimi
CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA Settembre-Dicembre 2016
“Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9
Dio odia il Natale?
pag. 8
EDITORIALE
Venite, qui è tutto costoso!
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on scherzo, ho visto davvero questo messaggio sulla vetrina di un negozio: “Venite! Qui tutto è costoso!” Si tratta di un messaggio molto esplicito, si riferisce a una stagione particolare in cui generalmente si è avidi di acquisti: il periodo natalizio. I rivenditori iniziano molto presto a fare pubblicità, ci inondano di offerte, cataloghi e messaggi di posta elettronica. Sempre più persone acquistano regali per se stessi mentre fanno shopping anche per gli altri. Tutto ciò che conta, a quanto pare, è che compriamo più regali possibili a prescindere dal nostro effettivo bisogno. Vorrei poter tenere tutto ciò fuori dalla mia portata, vorrei poterlo non vedere, ma è impossibile, non riesco a sfuggirvi. A molti non piace il consumismo natalizio, ma cosa ci possiamo fare? È davvero inevitabile questa frenesia dello shopping, della decorazione, delle feste, del cibo e tutto questo stress durante questo momento dell’anno? Uno dei miei inni preferiti di Natale è “È giunta l’ora di una serena mezzanotte”. In questo canto, amo la frase “il mondo è nel silenzio solenne per sentire gli angeli cantare”. Questo “silenzio solenne” mi fa pensare a una pausa universale, a tutte le attività che si fermano, tutto resta col fiato sospeso perché è nato Gesù e gli angeli ne danno l’annuncio con un canto speciale. Oltre ad andare nei negozi, cucinare cose buone e stare in compagnia durante le feste natalizie, per me un modo importante di vivere il Natale è “l’immobilità”. Mi piace restare seduta a guardare il mio presepe mentre ascolto inni natalizi, mi piace il bagliore delle luci silenziose del mio albero stando vicino al camino. Mi prendo il tempo per vivere la quiete solenne, un sacro silenzio e sento un senso di aspettativa, come se aspettassi con tutta la creazione la venuta del Messia. Il mondo attendeva da migliaia di anni la venuta di Colui che avrebbe cambiato il mondo ed il corso della storia umana per inaugurare un nuovo patto di Grazia. Non serve un grande sforzo per riflettere e meditare in silenzio a quel momento, quando il mondo angelico ha annunciato la nascita di Gesù. È stata una nascita come nessun altra e nulla da quel momento è stato più lo stesso. Il mondo è pieno di rumore e clamore, ma credo che le nostre feste natalizie sarebbero molto più significative se si festeggiassero con molto meno clamore e attività, piuttosto che cercando di consumare sempre di più. Questo tempo sarebbe molto più proficuo se mettessi da parte un po’ di spesa fatta in anticipo, se decorassi solo un po’, ridimensionassi le attività e trascorressi il resto del tempo in solenne silenzio. Quando poi sarà tutto finito, potrai iniziare un nuovo anno con un senso di stupore e meraviglia per ciò che è accaduto circa duemila anni fa. Il messaggio di Natale non è un messaggio di stress, fatica, stanchezza e attività frenetiche, è un messaggio di attesa e cambiamento. Un evento tanto speciale e grande, che davvero tutto l’universo potrebbe effettivamente fermarsi e restare con il fiato sospeso per la comparsa del Cristo nel mondo. L’ultimo verso del testo originale dell’inno guarda avanti nel futuro: “quando la pace sarà su tutta la terra, brilleranno gli antichi splendori e il mondo intero restituirà il canto che gli angeli cantano adesso”. Mentre gustiamo un drink, nella meraviglia dell’incarnazione, prendiamoci del tempo per una solenne immobilità e diamo spazio al canto degli angeli in festa gioiosa.
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SEGUIMI viene diffusa in Italia dalla Chiesa Cristiana
della Grazia (già Chiesa di Dio Universale) aderente alla
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sere richiesto all'indirizzo:
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24030 Brembate di Sopra (BG).
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Eventuali manoscritti o foto inviate dai lettori, non sa-
ranno restituiti. Seguimi è disponibile online e scari-
cabile in formato pdf sul sito www.ccdg.it e può essere
richiesta tramite email all’indirizzo info@ccdg.it. EDITORE
Porcu Giovanni Vittorio Autorizzazione del Tribunale di Sassari n°1/2016 del 29 Aprile 2016
DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Vittorio Porcu
di Tammy Tkach
SOMMARIO 2 Editoriale
Venite, qui è tutto costoso! 3 Notizie dal mondo
Seminario a Bogotà Decorato membro canadese 4 Parole di vita
Buon Natale Perchè siamo nati
5 Bibbia a 360°gradi
Perché Gesù è dovuto morire?
8 Dio odia il Natale?
10 Rubrica Contributi dei lettori Non giudicare
12 Studio biblico Che cosa sono il Battesimo e la Cena del Signore? Perché sono importanti per il credente? 14 Lettera sul Natale REDATTORE CAPO Francesco Bernardi
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Alice Porcu
TRADUTTORI E COLLABORATORI Vera Derrigo Vladimiro Meandri Alice Porcu Vincenzo Scannapieco Alessandro Sanna
Fonti fotografie e immagini
Immagini di copertina by Alice Porcu, immagini p.3 fonte GCI.ORGi, mmagini p.4 designed by Photoduet, p.5 designed by Kjpargeter, p.8 designed by assierromero,p.10 designed by Tirachard - Freepik.com
NOTIZIE
dal Mondo
Seminario a Bogotà
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ella congregazione di Bogotà, in Colombia si è tenuto il seminario annuale al quale hanno partecipato 70 membri. Il tema del seminario era “ Radicati nel Suo amore”. Lo scopo del seminario è stato quello di riunirsi con i leader della chiesa per condividere valori e strategie, confrontandosi sulle dottrine della chiesa e sulla teologia della trinità. Per incoraggiare e coinvolgere tutti sono stati formati dei piccoli gruppi di discussione. Sono stati fatti degli esercizi creati appositamente per aiutare i membri a coinvolgersi in modo più attivo nella congregazione, utilizzando i loro doni per l’edificazione della chiesa e secondo la volontà di Dio per dare inizio a nuove congregazione nel territorio. Sotto alcune foto.
Membro canadese nominato senatore
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bbiamo appreso da Owen Willis, pastore della congregazione in Nuova Scozia in Canada, che Dan Christmas, un membro storico della chiesa che vive a Cape Breton, è stato recentemente nominato come senatore del parlamento dal primo ministro canadese Justin Trudeau. Come si legge nell’articolo del Canadian Press, Dan ha avuto un ruolo chiave nella trasformazione economica della comunità aborigena a Cape Breto, lavorando come consigliere dal 1997. Nel 2005, Dan è stato premiato con la laurea ad honorem in legge dalla Dalhousie University per il suo lavoro con la popolazione Mi’kmaw della Nuova Scozia. Tre anni dopo ha ricevuto il premio di Eccellenza Nazionale di guida aborigena dall’associazione Funzionari Finanziari Aborigeni del Canada. E’ anche ex direttore dei servizi di consulenza per l'Unione della Nuova Scozia indiani, un ruolo che ha ricoperto per 10 anni.
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Buon Natale
Parole di Vita
"Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi. (2 Corinzi 8:9)
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volte è bello affermare l'ovvio, questo è ciò che la maggior parte delle cartoline di Natale fanno. Nel celebrare il Natale, non è la data di nascita di Gesù 'che è importante, ma il fatto sorprendente della sua incarnazione. Nella sua creatività e libertà infinita, Dio è giunto fino a noi per diventare uno di noi. In tal modo, ci ha consegnato la gioiosa buona notizia di chi è per noi, e chi ci ha fatti diventare in lui. Ireneo, un insegnante cristiano del II secolo, si espresse così: Infatti, in che modo avemmo potuto essere partecipi dell’adozione come figli, senza aver ricevuto da lui, per mezzo del Figlio, quella comunione che si riferisce a se stesso, senza che la sua Parola fosse stata fatta carne, entrando in comunione con noi? Perciò anche lui passando attraverso ogni fase della vita umana, ha restituito a tutti la comunione con Dio. (Contro le eresie, Libro 3, 18,6-7) Come ha spiegato l'apostolo Paolo, l'Eterno, Onnipotente Figlio di Dio, si è volontariamente sottoposto a questo profondo cambiamento, prendendo su di sé la nostra natura umana decaduta e corpo mortale. “Infatti voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi”.(2 Corinzi 8:9) Gli angeli hanno celebrato con grande gioia la nascita di Gesù. Uniamoci alla celebrazione!
Perché siamo nati
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Per migliaia di anni gli esseri umani si sono chiesti: qual è lo scopo della vita? Perché siamo qui? Perché siamo nati? Nell’epoca in cui viviamo, invece, sembra esserci sempre meno tempo per porsi domande di questo tipo, addirittura spesso il tentativo azzardato di proporre temi di questo genere appare completamente anacronistico e fuori luogo. Non c’è tempo, non c’è spazio e non c’è ragione di chiedersi: cosa ci faccio su questo piccolissimo pianeta sperduto in un universo infinito? Si deve correre, la vita scorre veloce. La si rincorre tappa dopo tappa pensando che la successiva sarà quella giusta, quella che ci darà la pace, la felicità e la stabilità, finché, presto o tardi, ci accorgeremo che di stabile e di sicuro troveremo ben poco in questa realtà. Ma che cos’è questa ricerca di sicurezza e stabilità innata in ogni individuo? Cos’è questa rincorsa forsennata verso un “successo” stabile che possa farci sentire al sicuro? Non risale forse anche a quel bisogno motivazionale della nostra esistenza?A quel bisogno così calpestato ed ignorato in nome di una vita apparente (o appariscente)?Nonostante si cerchi di negarlo con tutti i mezzi ed i ragionamenti possibili, dentro ognuno di noi resta latente una fame ed una sete che troppo spesso non siamo in grado di codificare, di decifrare né tantomeno di sfamare.
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La Bibbia dice di noi, che Dio ha messo nel nostro cuore il pensiero dell’eternità nonostante non potessimo comprenderlo né contenerlo completamente, ed è proprio per questo che fatichiamo a capire l’origine di quel senso di insoddisfazione che ci accomuna e ci accompagna costantemente. Ecclesiaste 3:11 Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta.Percepire e non capire, quindi, sembra essere il destino di quanti testardamente non vogliono fermarsi a riflettere seriamente su questo bisogno profondo dell’anima, su queste domande così fondanti di noi esseri umani, così diversi e speciali da tutto il resto della creazione e da tutti gli altri esseri viventi, nonostante i molti tentativi di umanizzare ed elevare al nostro rango (o anche più) il regno animale e la natura.
La rivelazione cristiana di Dio, ci mostra che siamo esseri speciali della creazione divina, creati da e per Cristo, siamo nati con lo scopo di avere una relazione personale con Dio attraverso Suo Figlio Gesù Cristo per condividere la natura divina di Dio stesso, rivelata in Suo Figlio. Sembrano paroloni, invece si tratta di quanto di più bello e più semplice si possa sperimentare in questa vita, se solo ci si fermasse un attimo e lo si ricercasse con sincerità e verità. Ma soprattutto, si tratta del vero motivo per cui siamo venuti al mondo, si tratta di scoprire quello che inizialmente possiamo soltanto percepire e ricercare vanamente, dimenandoci in infinite direzioni sbagliate e vuote il cui scopo alla fine sarà sempre quello di appagare un sistema corrotto, corruttibile ed insano, da cui non potremo mai ottenere stabilità e felicità durature. In Cristo invece otteniamo tutto quello che ci occorre per scardinare l’instabilità dal nostro cuore oggi, proiettandoci in quell’infinito eterno, così lontano dalla nostra comprensione, ma così vicino al nostro cuore. Lettera ai Colossesi 1:16-17; "16 Poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui".
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esù ebbe un ministero sorprendentemente produttivo, infatti, insegnò e guarì migliaia di persone, attrasse grandi folle e aveva potenziale per fare moltò di più. Avrebbe potuto guarire molte più persone, viaggiando fra i giudei e i gentili che vivevano in differenti zone. Ma Gesù lasciò che questa sua opera finisse improvvisamente. Avrebbe potuto evitare il suo arresto, ma scelse di morire invece di espandere il suo ministero sulla terra. Anche se i suoi insegnamenti erano importanti, egli venne non solo per insegnare, ma anche per morire e compì molto di più con la sua morte che durante la sua vita. La morte era il ministero più importante per Gesù. Questo è il modo in cui noi lo ricordiamo, attraverso la croce come simbolo del cristianesimo e attraverso il pane e il vino della cena del Signore. Il nostro Salvatore è colui che morì.
la sua vita, come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28). Venne per dare la sua vita, per morire e con la sua morte avrebbe ottenuto la salvezza degli uomini. Questa era la ragione primaria percui Gesù divenne uomo. Il suo sangue fu sparso per gli uomini (Matteo 26:28). Gesù avvisò i suoi discepoli che avrebbe sofferto e sarebbe morto, ma loro non lo capirono. “Da quell’ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. E Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: Dio non voglia, Signore! questo non ti avverrà mai” (Matteo 16:21-22). Gesù sapeva che doveva morire, perché le Scritture dicevano così. “E come mai è scritto del Figliuol dell’uomo che egli ha da patire molte cose e da essere di-
di Michael Morrison
IL SERVITORE SOFFERENTE
Dov’era scritto? Isaia 53 è la profezia più diretta. Gesù citò Isaia 53:12 quando disse: “Ed egli è stato annoverato tra i malfattori. Infatti, le cose che si riferiscono a me stanno per compiersi” (Luca 22:37). Gesù, sebbene fosse senza peccato, fu annoverato tra i peccatori. Notate cosa è anche scritto in Isaia 53: “E, non dimeno, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s’era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto la guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l’Eterno ha fatto cadere su di lui l’iniquità di noi tutti, e colpito, a motivo
Perchè Gesù è dovuto morire? NATO PER MORIRE Il vecchio testamento ci dice che Dio ha sembianze umane in diverse occasioni. Se Dio avesse voluto solo guarire e insegnare, avrebbe potuto solo apparire. Ma egli fece molto di più: divenne un vero uomo e morì. Per comprendere Gesù dobbiamo comprendere il motivo della sua morte. La sua morte è una parte cruciale del vangelo – una cosa che tutti i cristiani dovrebbero comprendere. Gesù disse: “ il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito, ma per servire e per dare la
sprezzato?” (Marco 9:12; 9:31; 10:3334). “E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le scritture le cose che lo riguardavano…’Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe e risusciterebbe dai morti il terzo giorno’(Luca 24:26-27, 46). E’ accaduto tutto secondo il piano di Dio: Erode e Pilato fecero solo quello che Dio aveva “innanzi determinato che avvenisse” (Atti 4:28). Nel giardino del Getzemani, Gesù chiese se ci fosse stata un'altra via, ma non ce n’era alcun’altra (Luca 22:42). La sua morte era parte necessaria del piano di Dio per la salvezza.
delle trasgressioni del mio popolo, perchè non aveva commesso violenze; ma piacque all’Eterno di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per la colpa …e si caricherà egli stesso delle loro iniquità…Perché ha portato i peccati di molti, e ha interceduto per i trasgressori”(versi 4-12). Isaia descrive un uomo che soffre non per i suoi peccati, ma per i peccati degli altri. Quindi quest’uomo sarebbe stato “strappato dalla terra dei viventi” (verso 8), ma questa non sarebbe la fine della storia. “Egli vedrà il frutto del tormento
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dell’anima sua, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti molti…egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni” (versi 11, 10). Quello che scrisse Isaia, fu adempiuto da Gesù. Depose la sua vita per il gregge (Giovanni 10:15). Con la sua morte, egli portò i nostri peccati e soffrì per le nostre trasgressioni; fu punito così che noi avessimo pace con Dio. Attraverso la sua sofferenza, morte e resurrezione, la nostra malattia spirituale è stata guarita; siamo stati giustificati – le nostre colpe sono state cancellate. Queste verità sono sviluppate più dettagliatamente nel nuovo testamento. UNA MORTE MALEDETTA “L’appiccato è maledetto da Dio,” dice Deuteronomio 21:23. A causa di questo verso, i giudei consideravano tutti coloro che venivano crocifissi condannati da Dio. Come Isaia scrisse, la gente l’avrebbe considerato “colpito da Dio”. Probabilmente i capi dei giudei pensarono che i discepoli di Gesù si sarebbero arresi dopo che Gesù fosse stato ucciso. Ed accadde proprio come loro speravano, la crocifissione distrusse le speranze dei discepoli. Erano scoraggiati e dissero: “ Noi speravamo che fosse lui che avrebbe riscattato Israele” (Luca 24:21). Ma le loro speranze furono drammaticamente ristabilite, quando Gesù apparve loro dopo la sua resurrezione, e alla Pentecoste, lo Spirito Santo li riempì con una nuova convinzione di proclamare la salvezza di Gesù Cristo. Avevano una fede incrollabile in un eroe inaspettato: un Messia crocifisso. Pietro disse ai capi giudei: “ L’Iddio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno” (Atti 5:30). Usando la parola legno, Pietro ricordò ai capi giudei la maledizione della crocifissione. Ma la vergogna, non era su Gesù, disse, era sulle persone che lo crocifiggevanoo. Dio benedisse Gesù, perché non si meritava la maledizione che soffrì. Dio invertì questa maledizione in benedizione. Paolo si riferì alla stessa maledizione in Galati 3:13: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è appeso al legno)”.
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quindi, noi abbiamo potuto evitare la maledizione della legge. Egli divenne qualcosa che non era, così che potevamo diventare qualcosa che non eravamo. “Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto essere peccato per noi, affinchè noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:21). Egli divenne peccato per noi, così che noi potessimo essere dichiarati giusti attraverso lui, perché egli soffrì quello che noi meritavamo, ci ha redento dalla maledizione della penalità della legge. “La punizione che ci portò la pace era su di lui.” Poiché soffrì la penalità, possiamo ora godere la pace con Dio. IL MESSAGGIO DELLA CROCE I discepoli non dimenticarono mai il modo disonorevole in cui morì Gesù. Infatti, fu anche il punto centrale del messaggio: “Ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo” (1 Corinzi 1:23). Paolo definì il vangelo come “la parola della croce” (Galati 3:1). Ecco come riassunse il vangelo. “Perché la croce è la buona novella? Perché sulla croce siamo stati redenti, e i nostri peccati hanno ricevuto la penalità che meritavano, perché noi siamo morti con Cristo” (Romani 6:6). Per Paolo la croce è la chiave della bontà di Gesù verso di noi. Non saremmo potuti essere risuscitati in gloria, se i nostri peccati non fossero stati rimossi e se in Cristo non fossimo stati fatti “la giustizia di Dio.” Questo è l’unico modo per unirci a Gesù nella sua gloria. La crocifissione lo rese possibile. Paolo disse che Gesù morì “per noi” (Romani 5:6-8; 2 Corinzi 5:14; 1 Tessalonicesi 5:10); disse anche che Gesù morì “per i nostri peccati” (1 Corinzi 15:3; Galati 1:4). “Che ha portato egli stesso, i nostri peccati nel suo corpo, sul legno” (1 Pietro 2:24; 3:18). Attraverso la fede in lui, partecipiamo alla sua morte (Romani 6:38). La morte di Gesù conta come la nostra, e i nostri peccati sono stati cancellati con la sua crocifissione. E’ come se noi fossimo stati crocifissi, ricevendo la maledizione che i nostri peccati meritavano. Ma attraverso la crocifissione, possiamo essere giustificati o ritenuti giusti. Egli prende su di lui i nostri peccati e la nostra morte e ci dà giustizia e vita. Il principe di-
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venne un povero, così che noi poveri diventassimo principi. Anche se Gesù usò la parola prezzo di riscatto, per descrivere la nostra salvezza, il riscatto non fu pagato per qualcuno in particolare ma è solo un linguaggio figurativo, per indicare che costò a Gesù un prezzo enormemente alto per liberarci. Allo stesso modo Paolo parla di Gesù che ci salvò, comprando la nostra libertà, ma nessuno lo pagò. Qualcuno dice che Gesù morì per pagare l’esigenza legale di suo Padre, ma può essere anche detto che il Padre stesso fu quello che pagò il prezzo mandando suo Figlio per questo scopo. (Giovanni 3:16; Romani 5:8). In Cristo, Dio stesso assorbì la penalità, così che noi non avessimo dovuto farlo. “Per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti” (Ebrei 2:9). EVITARE L’IRA DI DIO Dio ama le persone – ma odia il peccato, perché il peccato nuoce all’uomo. Perciò ci sarà un giorno “d’ira di Dio” quando giudicherà il mondo (Romani 1:18; 2:5). Le persone che rigetteranno la verità sarano punite (verso 8). Se rigetteranno la verità della grazia di Dio, sperimenteranno la sua ira. Dio vuole che tutti si pentano (2 Pietro 3:9), ma coloro che non si pentiranno soffriranno la conseguenza dei loro peccati. Con la morte di Gesù, i nostri peccati sono stati perdonati, quindi scampiamo all’ira di Dio, la punizione dei peccati. Questo non significa che il buon Gesù ha placato l’ira di Dio. Il Padre è misericordioso come il Figlio, e Gesù è adirato contro il peccato come il Padre. Egli è adirato contro il peccato perché nuoce alle persone che egli ama. Gesù è il Giudice che condanna (Matteo 25:31-46), e allo stesso tempo è il Giudice che ama i peccatori così tanto da pagare la penalità per loro. Quando Dio ci perdona, non solo cancella il peccato, ma ritiene che non sia mai esistito. Ci insegna nel nuovo testamento che attraverso la morte di Gesù i peccati sono stati annullati. Il peccato porta serie conseguenze, che possiamo vedere nella crocifissione di Cristo. E’ costato a Gesù, sofferenza, disonore e morte. Soffrì la punizione che noi meritavamo – non perché il Padre trasferì la sua
Bibbia a 360 gradi
ira su Gesù, ma perché Gesù di sua volontà decise di portare le conseguenze che il peccato aveva sull’uomo mortale. Il vangelo rivela che Dio agisce giustamente nel perdonarci (Romani 1:17). Non ignora i nostri peccati, ma li ha cancellati in Gesù Cristo. Dio presentò Gesù come mezzo di espiazione così che noi potessimo essere perdonati, “Per dimostrare la sua giustizia” (Romani 3:25). La croce rivela che Dio è giusto; mostra che il peccato è troppo serio per essere ignorato. Il salario del peccato è la morte (Romani 6:23), e quando Gesù, il creatore di tutta l’umanità, divenne uomo e morì, tutti noi siamo morti con lui. La croce dimostra l’amore di Dio, cosa ha fatto per noi e la sua giustizia. (Romani 5:8). Isaia dice che abbiamo pace con Dio perché Cristo ha sofferto per noi. Prima eravamo nemici di Dio, ma attraverso Cristo, siamo stati riavvicinati (Efesini 2:13). In altre parole, siamo stati riconciliati con Dio attraverso la croce (verso 16). E’ un credo fondamentale cristiano, che la nostra relazione con Dio dipende dalla morte di Cristo. La Cristianità non è una lista di cose da fare – è la fede nel fatto che Cristo ha fatto tutto quello di cui avevamo bisogno per essere giusti agli occhi di Dio e lo fece sulla croce. “Perché se mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio, mediante la morte del Figlio suo” (Romani 5:10). Dio riconciliò l’universo attraverso Cristo, “avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce” ( Colossesi 1:20). Se siamo riconciliati attraverso lui, tutti i nostri peccati sono stati perdonati (verso 22) – riconciliazione, perdono e giustificazione hanno lo stesso significato: pace con Dio.
vole per Gesù era in realtà un trionfo glorioso per il piano di Dio, perché è attraverso la croce che Gesù ha avuto vittoria sulle potenze nemiche, incluso Satana, il peccato e la morte. L’accusa contro di noi è stata soddisfatta con la morte di una vittima innocente. Non può essere domandato più niente, oltre quello che egli ha già pagato. Il nemico non ci può più minacciare. “Affinchè mediante la morte” ci è stato detto che Gesù fu in grado di distruggere “colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo” (Ebrei 2:14). “Per questo il Figliuol di Dio è stato manifestato: per distruggere le opere del diavolo” (1 Giovanni 3:8). La vittoria avvenne sulla croce. SACRIFICIO
La morte di Gesù è anche descritta come sacrificio. L’idea del sacrificio ci porta alle ricche immagini dei sacrifici del vecchio testamento. Isaia 53:10 definisce il nostro Salvatore un “sacrificio per la colpa.” Giovanni Battista lo chiama l’Agnello “che toglie i peccati dal mondo” (Giovanni 1:29). Paolo lo chiama “carne di peccato,” la “nostra Pasqua”, un “profumo d’odor soave” (Romani 8:3, 1 Corinzi 5:7; Efesini 5:2). Ebrei 10:12 lo chiama “sacrificio per i peccati”. Giovanni lo chiama “la propiziazione per i nostri peccati” (1 Giovani 2:2, 4:10). Molti termini sono usati per descrivere quello che Gesù compì sulla croce. Gli autori del nuovo testamento usano diverse parole ed immagini per spiegare il concetto. La terminologia o meccanismo esatto non è essenziale. Quello che è importante è che siamo salvati attraverso la morte di Gesù. “Attraverso le sue lividure siamo stati guariti.” Egli morì per liberarci, per rimuovere i nostri peccati, per soffrire VITTORIA! la nostra pena, per acquisire la nostra salvezza. “Diletti, se Dio ci ha così amati Paolo usa un’immagine interessante anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” della salvezza, quando scrive che Gesù (1 Giovanni 4:11). “avendo spogliato i principati e le potenze, facendone, un pubblico spettacolo e trion- SETTE IMMAGINI DELLA SALVEZZA fando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15). Usa le parole per una pa- Il nuovo testamento usa una numerosa rata militare: il generale vincente porta a serie di immagini per esprimere le riccasa, con una parata vittoriosa, i soldati chezze dell’opera di Cristo. Possiamo denemici catturati. Essi sono disarmati, umi- scrivere queste immagini come analogie, liati e messi in mostra, Paolo dice che modelli o metafore. Ognuna descrive Gesù ha fatto tutto questo sulla croce. parte del quadro; a destra vedete l’elenco Quella che sembrava una morte disonore- delle immagini.
RISCATTO
di Michael Morrison
Un prezzo pagato per ottenere la liberazione di qualcuno. L’enfasi è sul concetto di essere liberi, non la natura del prezzo. REDENZIONE L’idea fondamentale è di “ricomprare,” o per uno schiavo, comprare la sua libertà. GIUDTIFICAZIONE Essere giusti con Dio, come dichiarato in tribunale: essere nel giusto. SALVEZZA Il concetto base è liberare, o salvare da una situazione pericolosa. Questa parola potrebbe anche essere usata per ristabilire, risanare, guarire. RICONCILIAZIONE Sanare una relazione distrutta. Dio si riconcilia con noi. Agisce per risanare un’amicizia e noi rispondiamo alla sua iniziativa. ADOZIONE Renderci figli legali di Dio. La fede porta a un cambiamento del nostro stato di essere da estranei a membri della famiglia. PERDONO Questo può essere visto in due modi. In termini legali e finanziari, il perdono è come la cancellazione di un debito. In termini di relazione personale, il perdono significa mettere da parte ferite personali. (Adattato da Alister McGrath, Understanding Jesus, pagine 124-135)
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Michael Morrison Seguimi |Settembre - Dicembre 2016
Rubrica
Contributi dei lettori
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Chi di noi si crede giusto alzi la mano.”
Scommetto che se in un incontro il predicatore facesse questa domanda nessuno alzerebbe la mano. È naturale! Un buon cristiano con una discreta conoscenza della Parola di Dio saprebbe che in essa vi è scritto che non c’è nessun giusto sulla faccia della terra. Eppure sono convinta che ognuno di noi (me compresa) in alcune circostanze ha pensato o detto: “ io non avrei mai fatto quell’errore, non avrei agito in quel modo… guarda quello come persevera nell’errore, non ha capito niente”. Sono sicura che sono pensieri che sono balenati nella testa di tutti. Pensare queste cose non equivale forse a sentirsi giusti? Eppure la Bibbia dice che non c’è nessun giusto…. C’è qualcosa che non va… sarà forse la Bibbia che sbaglia? O forse siamo noi?Comunque non vi demoralizzate, non stiamo deludendo nessuno… Dio ci conosce benissimo, infatti ha scritto in Geremia 17:9: “il cuore dell’uomo è insanabilmente malato”; nella versione della Nuova Riveduta dice che è “insanabilmente maligno”. Cosa pos-
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Non giudicare siamo fare allora? In Proverbi 18:12 c’è scritto: “prima della rovina il cuore dell’uomo si innalza, ma prima della gloria viene l’umiltà”. La risposta è l’umiltà, il riconoscere ciascuno i propri limiti e le proprie mancanze dinanzi a Dio e anche dinanzi al nostro prossimo. Si, è vero non saremo mai giusti in questa vita (seppur giustificati per mezzo della croce) ma possiamo sforzarci di essere dei buoni cristiani. In Efesini leggiamo come dovrebbe essere un buon cristiano, quali sono gli atteggiamenti da abbandonare e quali quelli da adottare. EFESINI 4:17-31 “Questo dunque io dico e attesto nel Signore: non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore. Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile. Ma voi non è così che avete imparato a conoscere Cristo. Se pure gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in
Gesù, avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità. Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo. Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno. Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta. Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione. Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!” Dobbiamo però cercare di evitare di cadere nello stereotipo di cristiano perfetto,
sempre sorridente e sempre impeccabile ed immancabile nei suoi impegni. Non è un abito che indosseremmo con disinvoltura, ci porterebbe ad un celato malessere ed insoddisfazione. Non è vero che un cristiano è perfetto, un cristiano è pur sempre un uomo con tutte le sue debolezze. Dovremmo imparare invece a conoscere le nostre mancanze, accettarle ed utilizzarle come filtro attraverso il quale guardare attorno a noi. In questo modo ci verrebbe molto meno naturale giudicare il prossimo, perché il prossimo è ognuno di noi, esattamente come noi, né superiore né inferiore. Dobbiamo imparare ad ascoltare la voce di Dio dentro di noi, ad agire secondo lo Spirito, per essere degni seguaci di Cristo. Leggiamo GALATI 5:22-26 “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge. Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito. Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.” E se ancora non è chiaro leggiamo COLOSSESI 3:12-15 “Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di
R S A E
umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.” Per concludere ogni tanto ci farebbe bene ricordare come Dio ha pensato la chiesa, come ce la descrive nella parola di Dio e quindi qual è il modello al quale dobbiamo ispirarci. Leggiamo 1 CORINZI 12:12-27 “Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe
di Camilla Bruno
l'odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.”Ora è chiaro che la chiesa a cui Dio si riferisce è composta da tutti i cristiani sparsi nel mondo, ed è chiaro anche che la vera chiesa è invisibile ai nostri occhi ma la conosce solo Dio che è l’unico in grado di scrutare i cuori; perciò ognuno di noi cerchi di fare del suo meglio e chi è in piedi badi di non cadere!
ivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.
opportatevi gli uni e gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.
l di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione.
la pace di Cristo alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.
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Dio odia il Natale? di Joseph Tkach
S
pendete cinque minuti di navigazione su Internet per cercare informazioni sul Natale e troverete siti che chiedono di porre fine alla sua celebrazione. Alcuni commenti sono postati da atei, ma altri con grande sorpresa, sono postati da cristiani. A prima vista, alcuni degli argomenti addotti dagli anti-natalisti cristiani potrebbero sembrare plausibili, soprattutto se non ci abbiamo mai pensato prima. Noi crediamo che i cristiani dovrebbero essere liberi di sperimentare la gioia e l'ispirazione della festa del Natale senza sensi di colpa inutili o apprensione che essi potrebbero fare qualcosa che Dio non approvi. Quindi diamo un'occhiata a quattro argomentazioni comuni contro la celebrazione del Natale e spieghiamo perché ognuno di questi non regge. Argomentazione 1 "Non sappiamo la data della nascita di Cristo."
Nessuno sa con certezza in quale giorno o addirittura in quale mese dell'anno Gesù sia nato. Tuttavia, non abbiamo bisogno di conoscere la data
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precisa della nascita di Gesù per celebrare la Sua nascita. Le persone possono festeggiare un compleanno in una data diversa da quella effettiva. Ad esempio, la regina Elisabetta festeggia il suo compleanno il 17 Giugno, ma il suo vero compleanno è il 21 Aprile. Non è fondamentale e necessario per noi sapere quando Gesù è nato per celebrare la Sua nascita. Argomentazione 2 "Il Natale è la festa del consumismo e del materialismo." La stagione delle vacanze di Natale è diventata una gara degli acquisti per molte persone. Tuttavia, il fatto che alcune persone s’impegnino in queste attività durante il Natale, non significa che la celebrazione vera e significativa della nascita di Gesù sia sbagliata. Se il comportamento negativo da parte di alcune persone rende il Natale una festa da evitare, anche la celebrazione del matrimonio dovrebbe esserlo, in quanto esistono cattivi matrimoni in cui hanno luogo spesso abusi fisici e psicologici. Noi non siamo obbligati a scartare una
celebrazione, una pratica o un istituto solo perché alcune persone abusano del suo signficato o lo distorcono. Argomentazione 3 "La maggior parte delle tradizioni natalizie ha origini pagane." Alcune delle pratiche tradizionali e alcuni elementi che fanno parte della festa del Natale sono simili a quelle che si trovano nelle antiche cerimonie religiose pagane. Non ne consegue, tuttavia, che i cristiani pratichino il paganesimo quando usano queste pratiche o questi elementi per adorare Gesù. Ci sono degli elementi base delle celebrazioni che sono comuni a tutti i popoli e a tutte le fedi religiose, si trovano nel matrimonio, in un anniversario, nei ritorni a casa, le feste di laurea o nei memorial. Le caratteristiche comuni che troviamo nella maggior parte delle celebrazioni è fare un pasto speciale, portare dei regali, fare musica e cantare, le decorazioni e l'invio di cartoline di auguri. Sono delle attività che non sono intrinsecamente pagane; sono semplicemente attività umane e modelli comuni per la celebrazione di qualcosa o
Dio odia il Natale? qualcuno, anche Dio indicò agli antichi israeliti alcuni modi di adorare. Nell’antico Israle i culti comprendevano l'accensione delle candele e la combustione di incenso (Esodo 30: 1-9), feste sontuose (Deuteronomio 14:25) e le offerte di ringraziamento per i raccolti abbondanti. Per la creazione del sistema di culto Dio diede a Israele diverse istruzioni ed elementi e indicò pratiche che erano già presenti nelle religioni pagane. Tra queste il sacerdozio, le feste del raccolto, la musica sacra durante il culto, i sacrifici di animali, la circoncisione, la decima e i riti di purificazione. Dio ha trasformato questi costumi e gli elementi utilizzati nelle religioni pagane in una forma di culto a Lui dedicata. Anche gli alberi hanno avuto il loro posto nelle celebrazioni che Dio ha dato a Israele. Nel tabernacolo, i candelabri erano fatti di oro inciso con rami e foglie (Esodo 25: 31-36). Gli israeliti usavano delle fronde durante le loro processioni religiose e durante la festa dei tabernacoli si rifugiavano nelle capanne temporanee (Levitico 23: 40-42). Più volte nella Scrittura, Dio paragona la sua bontà con la qualità di un albero. In Osea 14 Dio si paragona ad un albero di cedro nel versetto 5, ad un ulivo nel versetto 6 e ad un pino nel versetto 8. I Cristiani che celebrano il Natale non sono pagani, non fanno il culto agli alberi o a qualcosa di naturale, né stanno adorando falsi dei. Onorano solo Dio che ha mandato il Suo Figlio per salvare il mondo. Argomentazione 4 "Geremia 10: 2-4 condanna l'uso degli alberi di Natale." Nella versione biblica King James leggiamo: "Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo,perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell'operaio lo lavorano con l'ascia; lo si adorna d'argento e d'oro,lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova”. Potrebbe sembrare che Geremia stia qui descrivendo gli alberi di Natale, se ignoriamo l’intero contesto. I versi da 2 a
4 di Geremia 10 fanno parte di un contesto più ampio, che include i versi da 1 a 16. Geremia non sta parlando di alberi di Natale, ma sta condannando l'idolatria. Gli alberi in Geremia 10 vengono tagliati in modo che possano essere intagliati con degli idoli e decorati in oro e argento per adorare gli dei pagani. Nella versione biblica New International Version leggiamo "hanno tagliato un albero fuori dalla foresta, e un artigiano lo plasma con il suo scalpello". Lo scalpello non è strumento di un boscaiolo, ma è quello di un intagliatore del legno. La maggior parte delle moderne traduzioni in inglese sono d'accordo con la NIV. Geremia 10 condanna gli idoli, non gli alberi di Natale. Nessun cristiano adora l’albero di Natale. UNA LOGICA DIFETTOSA •Ragionamento dicotomico Questo è noto anche come ragionamento polarizzato, tutto o niente, o pensiero bidimensionale. In altre parole, qualcosa deve essere nero o bianco e non ci sono sfumature di grigio. Per esempio: Dio odia il culto degli idoli e dal momento che i pagani utilizzavano degli alberi per intagliare i loro idoli, Dio deve odiare anche l'uso di alberi nel culto dedicato a Lui. Pertanto, l'uso degli alberi di Natale è peccato. C’è un problema: i pagani utilizzavano il pane e il vino per i culti ai loro dei. • Ipergeneralizzazione. E’ la capacità di generalizzare partendo da un insieme di fatti. E’ necessario trarre conclusioni giuste dalle informazioni che abbiamo. La generalizzazione avviene quando una conclusione generale sbagliata viene tratta da un singolo episodio o da un piccolo campione di informazioni - o anche quando viene dedotta da un grande insieme di accadimenti. Per esempio: alcune persone si ubriacano durante le cene di Natale; pertanto la celebrazione del Natale è peccato. Problema: le persone si ubriacano a cene e feste anche in altri periodi dell'anno.
di Joseph Tkach
•Astrazione selettiva
Questo errore deriva dal focalizzare l'attenzione su un dettaglio senza considerare il resto dei fatti e i principi che dovrebbero protarci a trarre una conclusione. Per esempio: i pagani alberi decoravano gli alberi nel loro culto, pertanto decorare un albero di Natale è peccato. Problema: i pagani offrivano anche molto denaro per il loro culto. • Ignorare gli elementi positivi Questo atteggiamento è conosciuto anche come minimizzazione o semplicemente trascurare qualcosa che è in contraddizione con la propria idea. Non si accetta una chiara evidenza perché non adatta alla nostra interpretazione. Per esempio: l'evangelista Luca riporta che gli angeli hanno lodato Dio alla nascita di Cristo, il che indicherebbe che Dio è contento della lode e della festa legati alla nascita di Cristo, come ad esempio succede quando si cantano canti di Natale. Tuttavia, le persone con pregiudizi antiNatale potrebbero trascurare tale informazione perché in contrasto con la loro posizione. Tali informazioni sono talvolta chiamate "informazioni invisibili." Sono invisibili perché le conclusioni preconcette tendono ad impedire a una persona di vedere i fatti e le prove che sono in contrasto con ciò che crede. • Inferenza arbitraria o "saltare subito alle conclusioni” Questo si verifica quando qualcuno interpreta il significato di un evento sulla base di un’errata interpretazione. Per esempio: dal momento che Dio condanna i pagani che adorano gli idoli, i cristiani non dovrebbero usare nel culto a Cristo qualsiasi elemento che i pagani utilizzavano nei loro. I cristiani devono decidere autonomamente se e come festeggiare il Natale. Abbiamo la libertà in Cristo di celebrare e lo adoriamo in allegria durante il Natale se scegliamo di farlo. O se non si sceglie di festeggiare Gesù a Natale, ogni credente sa che comunque non c'è nulla di più bello che celebrare la venuta del nostro Salvatore nel mondo!
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di James Henderson
Studio biblico
Cosa sono il battesimo e la cena del Signore?
Perché sono importanti per il credente?
I
SACRAMENTI
l battesimo e la Cena del Signore sono due sacramenti della Cristianità Protestante. I sacramenti stanno semplicemente ad indicare qualcosa di santo, essi sono usati come segni o simboli della grazia di Dio all’opera nei credenti. Proclamano la grazia di Dio in maniera visibile e definiscono l’opera salvifica di Gesù Cristo. “Entrambi i sacramenti, la Cena del Signore ed il santo battesimo, stanno insieme, spalla a spalla, annunciando la realtà della grazia di Dio tramite la quale siamo accettati incondizionatamente e per la quale abbiamo il dovere di essere per gli altri ciò che Cristo è stato per noi” (Jinkins 2001:241). E’ importante comprendere che il battesimo e la Cena del Signore sono idee di Dio, non degli uomini. Essi riflettono la grazia del Padre e furono istituiti da Cristo. Dio, attraverso le Scritture, stabilisce che gli uomini e le donne dovrebbero pentirsi (il che significa ritornare a Dio, vedere studio 6) ed essere battezzati per la remissione dei peccati (Atti 2:38), e che i credenti dovrebbero partecipare al pane e al vino facendo questo “in memoria” di Gesù (1 Corinzi 11:23-26). I sacramenti del Nuovo Testamento sono diversi dai rituali del Vecchio Testamento, poiché i rituali sono solo “l’ombra
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dei beni futuri”, e “poiché non è possibile che il sangue di tori e capri tolga i peccati” (Ebrei 10:1-4). I rituali furono designati per marcare Israele come separato dal mondo e appartenente a Dio, mentre, i sacramenti del Nuovo Testamento ci dicono che i credenti di tutte le etnie sono uno in Cristo e uno con Cristo. I rituali ed i sacrifici non portarono ad una santificazione e santità duratura. Il primo patto, o Vecchio Patto, sotto il quale erano in vigore, non è più valido. Dio “toglie il primo, per stabilire il secondo”. “Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” ( Ebrei 10:5-10). SIMBOLI CHE RIFLETTONO DIO CHE DONA SE STESSO
Filippesi 2:6-8 ci dice che Gesù svuotò se stesso delle sue prerogative divine per noi. Egli era Dio, eppure diventò umano per la nostra salvezza. Il battesimo e la Cena del Signore illustrano prima di tutto ciò che Dio fece per noi, non quello che noi abbiamo fatto o facciamo per Dio. Il battesimo per i credenti è un’espressione esteriore di un impegno interiore, è soprattutto partecipazione all’amore e all’impegno di Dio per l’umanità: siamo battezzati nella morte, risurrezione e ascensione di Gesù.
“Il battesimo non è qualcosa che facciamo, ma qualcosa che viene fatto a noi” (Dawn & Peterson 2000:191). Paolo, in Romani 6:3 spiega:” Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte?”. L’acqua battesimale che copre il credente simboleggia la sepoltura di Cristo per conto di lui o di lei. L’atto di uscire dall’acqua simboleggia la risurrezione e l’ascensione di Gesù (Romani 6:4). E’ per questo simbolismo di essere completamente coperti con l’acqua come rappresentazione del fatto che “noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte” (Romani 6:4), che la Chiesa cristiana della Grazia pratica il battesimo per immersione totale, tuttavia la chiesa riconosce anche altri metodi di battesimo. Il battesimo ci indica che: “il nostro vecchio uomo (cioè, il nostro passato peccaminoso) è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinchè noi non serviamo più al peccato” (Romani 6:6). Esso ci ricorda che come Cristo morì e risuscitò, così, anche noi, moriamo e risuscitiamo spiritualmente con lui (Romani 6:8). Il battesimo è la dimostrazione visibile del dono che Dio ha fatto di sé per noi, “… Che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8). La Cena del Signore è una testimo-
Studio biblico
nianza del sacrificio d’amore di Dio, quale supremo atto di salvezza. I simboli usati rappresentano il corpo spezzato (il pane) e il sangue sparso (il vino) affinché l’umanità possa essa ricevere il dono della salvezza. Quando Cristo istituì la Cena del Signore Egli condivise il pane con i discepoli dicendo: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo che è spezzato per voi” (1 Corinzi 11:24). Gesù è il pane della vita: “Questo è il pane vivente che discende dal cielo” (Giovanni 6:48-58). Gesù passò anche la coppa del vino dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del nuovo patto che è sparso per molti per il perdono dei peccati” (Matteo 26:26-28). “In virtù del sangue del patto eterno” (Ebrei 13:20). E’ ignorando o sottovalutando il valore del sangue di questo Nuovo Patto che lo Spirito di grazia è profanato (Ebrei 10: 29). Così come il battesimo è rappresentazione della partecipazione alla morte e risurrezione di Gesù, anche la Cena del Signore è rappresentazione della partecipazione al corpo ed al sangue del sacrificio di Cristo per noi. Chiaramente possono sorgere domande inerenti la Pasqua del Vecchio Patto. La Pasqua del vecchio patto non è la stessa cosa della Cena del Signore, innanzitutto il simbolismo è diverso in quanto non simboleggia la remissione dei peccati tramite la grazia di Dio. Inoltre, la Pasqua era anche un chiaro evento annuale, una ricorrenza, mentre la Cena del Signore è: “…ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice…” Corinzi 11:26. Il sangue dell’Agnello Pasquale non era versato per il perdono dei peccati, perché “i sacrifici di animali non potranno mai togliere i peccati “(Ebrei 10:11). L’usanza della cena pasquale, molto osservata nel Giudaismo, simboleggia la liberazione della nazione d’Israele dall’Egitto (Esodo 12:42; Deuterenomio 16:1;), non ha mai simboleggiato il perdono dei peccati. I peccati degli Israeliti non furono perdonati mediante la cerimonia Pasquale. Gesù fu ucciso nello stesso giorno in cui uccidevano l’agnello pasquale (Giovanni 19:14), e fu questo a guidare Paolo nel dire: “la nostra pasqua infatti, cioè Cristo, e stata immolata per noi (1 Corinzi 5:7).
UNIONE E COMUNITA’ Il battesimo e la Cena del Signore riflettono anche l’unità dei credenti e la comunanza reciproca con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. “Vi è un unico Signore, un’unica fede, un unico battesimo” (Efesini 4:5). Poiché se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua.”(Romani 6:5). Quando un credente è battezzato, la chiesa riconosce che lei o lui ha ricevuto lo Spirito Santo. Ricevendo lo Spirito Santo i Cristiani sono parte della comunità della chiesa. “Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito” (1 Corinzi 12:13). “La quale è il suo Corpo”(Romani 12:5; 1Corinzi 12:27; Efesini 4:12). Gesù disse: ”Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5; Matteo 28:20). Questo coinvolgimento attivo nella comunità cristiana, viene rafforzato nell’atto del prendere il pane ed il vino alla Tavola del Signore. Non solo, il vino è la coppa di benedizione: “Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane e noi siamo in molti, siamo un solo corpo, poiché tutti partecipiamo dell’unico pane”. (1 Corinzi 10:16-17). PERDONO Sia la Cena del Signore che il battesimo sono manifestazioni visibili dell’intervento del perdono di Dio in noi. Quando Gesù comandò ai suoi seguaci di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo tutti i popoli (Matteo 28:19), li istruì in questo affinché i nuovi credenti fossero anche pienamente immersi nella comunità dei cristiani pentiti e perdonati. Atti 2:38 spiega che il battesimo “è per la remissione dei peccati” e per ricevere lo Spirito Santo. Se siamo risuscitati con Cristo (evento simboleggiato dalla riemersione dalle acque del battesimo dentro una nuova vita in Cristo), dobbiamo perdonarci l’un l’altro come Dio ha perdonato noi in Cristo (Colossesi 3:1, 13; Efesini 4:32).
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Il battesimo implica anche l’estensione del nostro perdono, così come noi lo abbiamo ricevuto. La Cena del Signore qualche volta è definita come Comunione, (rafforzando così l’idea di comunione con Cristo ed altri credenti mediante i simboli). E’ anche conosciuta come Eucarestia (dalla parola Greca che significa “grazie” perché Cristo rese grazie prima di rompere il pane e passare il vino). Quando c’incontriamo per prendere il vino ed il pane, noi proclamiamo con rendimento di grazie, la morte del Signore per il nostro perdono fino al Suo ritorno (1 Corinzi 11:26), dichiariamo, inoltre, di prendere parte alla comunione dei Santi insieme con Dio. Questo ci ricorda che il perdono reciproco è anche partecipazione al significato del sacrificio di Cristo. Se giudichiamo gli altri di essere indegni del perdono di Cristo o indegni del nostro perdono, da un punto di vista spirituale siamo in pericolo. Cristo disse: ”Non giudicate, affinchè non siate giudicati” (Matteo 7:1). E’ questo ciò a cui Paolo si riferiva in 1 Corinzi 11:27-29. Ovvero, che non perdonando manchiamo nel discernere che il corpo del Signore fu spezzato per il perdono di tutti. Quindi, se veniamo all’altare della Cena del Signore portando rancore e non perdonando, allora mangiamo e beviamo quegli elementi in maniera indegna. L’autentica adorazione è legata allo spirito di perdono (vedi anche Matteo 5:23-24). Che il perdono di Dio possa sempre essere presente nell’attitudine con cui prendiamo parte alla Cena del Signore. CONCLUSIONE Il battesimo e la Cena del Signore, sono atti sacramentali di adorazione sia personale che per la congregazione, perchè dimostrano il vangelo della Salvezza in maniera visibile. Essi sono importanti per il credente, in quanto furono menzionati, praticati e prescritti da Cristo stesso nelle Scritture, essendo il significato dell’attiva partecipazione alla morte e risurrezione del nostro Signore. Nel prossimo studio: Che cosa avvenne alla crocifissione e risurrezione di Gesù Cristo, e perchè ciò riguarda la nostra salvezza?
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Lettera sul Natale
da Jospeh Tkach
Cari fratelli e sorelle, ogni anno, il 25 dicembre, i cristiani commemorano la nascita di Gesù, il Figlio di Dio, dalla Vergine Maria. La Bibbia non ci dice la data effettiva della nascita di Gesù. E' probabile che non era in inverno, come noi la celebriamo. Luca riporta che Cesare Augusto ordinò che "si facesse un censimento di tutto l’impero" (Luca 2:1) e "tutti andarono a farsi registrare, ciascuno alla sua città", tra cui Giuseppe e Maria incinta (Luca 2:3-5). L’inverno avrebbe reso questo viaggio molto più difficoltoso. C'erano anche delle pecore nei campi durante la notte in cui nacque Gesù (Luca 2:8), questo accadeva di solito tra marzo e novembre. Alcuni studiosi collocano la reale nascita di Gesù all’inizio dell’autunno, invece che in pieno inverno. Indipendentemente da quando cade il giorno della nascita di Gesù vale la pena festeggiarlo. Il 25 dicembre è l’occasione, per noi, di commemorare un momento miracoloso nella storia umana, il giorno in cui il nostro Salvatore è nato. Ma è importante ricordare che la nascita di Cristo non è la fine della storia di Natale. Ogni anno della sua breve vita, fino alla sua morte sulla croce, la risurrezione e ascensione in cielo, Gesù compì il suo compleanno sulla terra. Anno dopo anno, egli ha continuato a vivere tra noi. Egli non venne solo per il suo primo compleanno - è rimasto per la durata della sua vita umana, trascorse ogni compleanno con noi. Gesù Cristo è pienamente umano, nonché pienamente Dio, e per questo sappiamo che ci capisce totalmente. Egli ci conosce dentro e fuori, sa cosa significa sopportare il dolore, il freddo e la fame, così come avere gioia terrena. Respirò la stessa aria, camminò sulla stessa terra, aveva lo stesso corpo fisico che abbiamo noi. La sua vita perfetta sulla terra offre un modello per noi di come amare e di come prendersi cura di chi è nel bisogno, e come servire Dio in tutto ciò che facciamo. La buona notizia del Natale è questa: Gesù è ancora con noi! Egli non cammina più sulla terra, i suoi piedi non si sporcano più e non sono più doloranti, ma il suo corpo ora è glorificato. Porta ancora le cicatrici dalla croce, le ferite che dimostrano il suo amore per noi. E' fondamentale per la nostra fede come Cristiani e per la nostra missione nella CCG avere un avvocato e un rappresentante in Gesù che ha vissuto ed è morto come uomo per salvarci. La sua risurrezione ci offre la nostra garanzia di risurrezione: perché attraverso il suo sacrificio anche noi saremo accolti nella famiglia di Dio. Uno dei passaggi del Vecchio Testamento che ha profetizzato la nascita di Gesù, Isaia 7:14 dice: "Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco la giovane concepirà e partorirà un figlio, gli porrà nome Emmanuele." Emmanuele in ebraico significa "Dio con noi ", ed è un potente promemoria di chi è Gesù. Egli è Dio che è sceso tra noi, Dio in mezzo a noi, un Dio che conosce le nostre sofferenze e le nostre benedizioni. Il mio più grande regalo di questo Natale è ricordare che Gesù è venuto una volta per tutte, ma non solo per un compleanno. Ha vissuto una vita umana, proprio come te e me. E’ morto di una morte realmente umana in modo che potessimo avere la vita eterna per mezzo di lui. Nell’incarnazione, Gesù stesso si è unito a noi. E' diventato uno di noi così che noi assieme a lui possiamo essere parte della gloriosa famiglia di Dio. Questo è il centro del messaggio della Chiesa Cristiana della Grazia. Abbiamo la speranza perché abbiamo Gesù, il Figlio di Dio, che ha vissuto sulla terra proprio come noi. La sua vita e il suo insegnamento ci offrono una guida, la sua morte e risurrezione ci offrono la salvezza. Siamo uniti gli uni agli altri perché siamo uniti in lui. Quando sostenete finanziariamente CCG sostenete la diffusione di questo messaggio evangelico: siamo salvati da un Dio che ci ha amato così tanto che ha mandato il suo Figlio unigenito per nascere in mezzo a noi, vivere una vita umana, morire di una morte sacrificale, e risorgere per offrirci una nuova vita in lui. Questa è la ragione per questo particolare periodo, e la ragione per cui lo celebriamo. Questo dicembre spero vi unirete alla CCG nel celebrare la chiamata continua ad una relazione con un Dio che ci capisce. La nascita di Gesù è stato il nostro primo regalo di Natale, ma commemoriamo la sua nascita perché egli è ancora con noi. Il suo Spirito Santo vive in tutti i suoi seguaci. Egli è sempre con noi. Vi auguro un Santo Natale in Cristo Joseph Tkach Presidente della Chiesa Cristiana della Grazia
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Dicembre
2016
CosĂŹ diversi, ma uniti da un unico messaggio, un unico Spirito, un unico Signore: membri della chiesa cristiana della grazia nel mondo
Fratelli del Kenya
Fratelli negli USA (Orlando- Florida)
Fratelli in Thailandia, si riuniscono in casa Fratelli in Bangladesh
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C
ome la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata. Isaia 55 : 10-11
Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, Scarica SEGUIMI info@ccdg.it affinché dia seme al seminatore sul sito WWW.CCDG.IT Postale 67 e pane daCasella mangiare, 11 così è Brembate della mia di parola, Soprauscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, Copyright © Grace Communion International BG Italia 24030 senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata.