Iride Novembre 12

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Sede, Uffici, Recapiti

• Editoriale........................................................3 • Coldiretti: mercato del latte penalizzato da troppe importazioni..............4

• Annata agraria, il riassunto dell'analisi dell'Osservatorio Regionale Mercati di Coldiretti Piemonte...................................6 • Filiera Italiana Riso, "così prepara il futuro"...8 • Comune di Novara e Tarsu: si continua a lavorare, problema non risolto.................10 • Mercati, Punti e Botteghe: così cresce il progetto di Campagna Amica.................13 • La Pasta della Bontà andrà anche alle case di riposo...................14 • Ossola, l'allevamento ovicaprino risorsa da valorizzare..................................15 • Imprenditoria giovanile. il pacchetto di sostegno..............................16 • "Missione Impresa", si è svolto a Novara il corso per i giovani a cura di Ager..............16 • Distribuzione ed effluenti zootecnici: attenzione alle modifiche del calendario...17 • Ocm Vino - Bando per estirpo e reimpianto (ristrutturazione vigneti).......19 • Prevenzione incendi: prorogati i termini per le richieste...............................20 • Sicurezza sul lavoro: normativa ed obblighi stabiliti dal Testo Unico...........21 • Imbottigliamento, semplificati diversi adempimenti..................................22 • Dichiarazione di raccolta uve e produzione vino 2012...............................23 • Imu: la dichiarazione entro il 4 febbraio....24 • Legge di stabilità: cosa cambia per l'agricoltura?........................................26 • Articolo 62, le nuove indicazioni da riportare in fattura..................................27 • Il reddito agrario ha influenza sul sistema di calcolo..................................28 • Assegni sociali Inps: dal 2013 il requisito dell'età è adeguato alle aspettative di vita....29 • Il Ringraziamento nelle Sezioni...................29 • Il Corsivo...................................:...................30 CONTATTI FEDERAZIONE INTERPROVINCIALE

In primo piano

• Gorgonzola mae in Usa: lo ha scoperto Coldiretti insieme al nebbiolo svedese in polvere........5

Segreteria, tel. 0321.674223 Amministrazione, tel. 0321.674205 Responsabile Fiscale, tel. 0321.674221-215 Campagna Amica, tel. 0321.674207 Terranostra, tel. 0321.674207 Responsabile CAA, tel. 0321.674222 Inipa, tel. 0321.674209 Segretario di Zona Novara, tel. 0321.674218 Ufficio Caa, tel. 0321.674208-225 Ufficio Fiscale, tel. 0321.674215 – 220 – 217 CreditAgri Italia, tel. 0321.674242

Responsabile Provinciale Epaca, tel. 0321.674219 Elaborazione Buste Paga, tel. 0321.674216


Editoriale

di GIAN CARLO RAMELLA, direttore Coldiretti Novara Vco

Campagna Amica: un'agricoltura che sa vincere e crescere

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esi di lavoro, ambizioso e sinergico hanno portato nei mesi scorsi a far crescere ancor più sul territorio il progetto di Campagna Amica, con l'apertura di nuovi "Punti" e la creazione delle prime "Botteghe" nelle due province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Un progetto, quello di Campagna Amica, che in appena tre anni ha premiato le imprese che vi hanno aderito applicando il concetto "di rete", investendo tempo e fatiche che sono state premiate dal successo di un'idea e hanno dimostrato che, attraverso le innovative forme di vendita diretta, può affermarsi un'agricoltura "che sa vincere e crescere" nonostante la congiuntura economica. Soprattutto, è risultata vincente una linea in perfetta sinergia con il progetto della "Filiera Agricola tutta Italiana" promossa da Coldiretti e dal nostro presidente nazionale Sergio Marini e che, giova ancora ricordarlo, ha applicato fin da subito alcuni propositi inderogabili: dare valore agli agricoltori che scommettevano sul proprio futuro e offrire nuove e migliori opportunità di acquisto ai consumatori che sceglievano di fare i loro acquisti attraverso il nostro circuito. E, ancora, contribuire a riequilibrare i rapporti di forza in favore della parte agricola nei complessi sistemi della filiera agroalimentare del nostro Paese. Oggi, dopo appena tre anni - ma intensi - di lavoro, possiamo dire che il raggiungimento di questi tre obiettivi è reale e che Campagna Amica, da semplice progetto, è ora una realtà consolidata sul piano sociale ed economico, divenuta di conseguenza patrimonio materiale ed immateriale dell'agricoltura italiana. Un patrimonio che si basa, appunto, sulla "rete reale" del primo circuito agroalimentare europeo composto, oltrechè dagli Agrimercati, dalle imprese accreditate come "Punto Campagna Amica", dalle centinaia di botteghe di prossimità e, ora, anche dagli agriturismi e dalle cooperative in vendita diretta. L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

Una rete, quella di Campagna Amica, che sa unire l'Italia e che, dall'estremo sud fino al nostro Piemonte, ha saputo adottare e condividere gli stessi valori, lo stesso codice etico, le stesse regole, lo stesso format di vendita ed il medesimo sistema di controllo che conferisce autorevolezza e serietà al circuito commerciale. Un patrimonio che si avvale di una "cabina di regia" a livello nazionale ma che ha avuto nel "sano protagonismo dell'agricoltura del territorio" la sua autentica forza realizzatrice. Grazie alla rete di Campagna Amica, nelle province di Novara e del Vco anche le giovani imprese vivono di prospettive nuove, sono portate ad crescere e a porsi sul mercato con rinnovati stimoli e vigore. Il rafforzamento del sistema territoriale di Coldiretti e del sistema servizi di Impresa Verde apre, per l'immediato futuro, importanti prospettive di ulteriore sviluppo, con servizi e consulenze mirate che saranno indispensabili ad aziende sempre più innovative e specialistiche. Campagna Amica e Coldiretti parlano, ovviamente, la stessa lingua e perseguono obiettivi comuni: il primo, o più importante, è la valorizzazione della Filiera Agricola tutta Italiana, attraverso quella nuova offerta commerciale, sostenibile e compatibile capace di dare vera "distintività al made in Italy" e, quindi, un concreto valore aggiunto alle imprese agricole del territorio. Lo scenario è quello di una congiuntura pesante e di grandi cambiamenti sul piano internazionale e nazionale: cambiamenti che l'agricoltura è chiamata a vivere consapevole del suo ruolo fondamentale per la ripresa, e che sul territorio vivremo con una Coldiretti rinnovata in seguito al percorso assembleare in atto e che ci porterà, tra pochi giorni, all'appuntamento con l'assemblea interprovinciale del 24 novembre. La nuova, grande scommessa sarà scrivere e realizzare innovativi progetti economici di filiera locale, creando sinergie con le importanti realtà produttive industriali del territorio per dar volano all'intera filiera locale.

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SINDACALE Impollinazione

Coldiretti: mercato del latte penalizzato da troppe importazioni Chiesti alla Regione i dati riguardanti il Piemonte Q da TORINO - (REDAZIONE)

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uanto pesa l'import di latte e cagliate dall'estero nella penalizzazione della filiera interna e, in particolare, nella difficoltà a trattare un nuovo prezzo per il latte piemontese? È quanto si chiede la nostra organizzazione agricola che, a livello regionale, ha chiesto di conoscere i dati aggiornati sulle importazioni di prodotto straniero. Le verifice "sul campo" ci sono eccome: auto civetta di Coldiretti hanno monitorato i valichi di frontiera piemontesi, dai quali di primo mattino arrivano tir di latte da Francia, Germania e Polonia destinati alle industrie in regione. Del resto, la situazione del mercato è sotto gli occhi di tutti: il comparto caseario è in ripresa, l'export dei formaggi tipici dà segnali più che incoraggianti ma, ad oggi, la parte industriale non ha accettato di adegare il prezzo. Uno scenario su cui pesano, dunque, le tante, sicuramente troppe, importazioni di latte dall'estero. Ultimamente si è intensificata anche l'importazione dai paesi dell'est, in particolare da Lituania e Romania. Unico dato positivo è che questo latte non può essere utilizzato per produrre il Gorgonzola Dop, per il quale è richiesto unicamente latte munto nelle province piemontesi e lombarde ricomprese nel disciplinare di produzione. Tutto questo latte che arriva dall'estero, in ogni caso, appesantisce il mercato e giunge a creare una concorrenza sleale ai nostri produttori, stretti nella morsa dei costi di produzione, che da noi sono più alti (a partire dal prezzo dei cereali, del fieno e del costo della manodopera). Da qui la richiesta all'assessore Sacchetto a pubblicare i dati relativi alle impor-

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▶ VACCHE IN STALLA

tazioni del latte e all'indicazione delle industrie che lo lavorano. "Importazioni di latte e trasformati da una parte, inadempienze continue nella gestione delle multe sulle quote latte, dall’altra, mettono il mondo degli allevatori piemontesi in una condizione di grande difficoltà non più accettabile" denuncia da tempo la Coldiretti. "All’assessorato, tramite l’intervento sull’Uvac chiediamo di conoscere quanto latte arriva in Piemonte dall’estero, dove arriva, dove viene trasformato e quali prodotti a marchio va a produrre". La trattativa, com'è noto, è saltata anche in Lombardia, altra regione di riferimento per il territorio delle nostre due province di Novara e Vco: l’atteggiamento delle industrie non ha alcuna giustificazione di mercato – sottolinea Coldiretti – anche perché l’export di grana e parmigiano è aumentato di oltre il

7%, quello di gorgonzola del 5,70% e del 6,53% per il grattugiato. Il prezzo del latte spot (quello commercializzato al di fuori dei normali contratti di fornitura) sta sfiorando i 43 centesimi al litro contro i 32 centesimi di maggio, con un progressione di quasi il 21% in appena 6 mesi, indice di una richiesta in crescita sul mercato delle partite di prodotto italiano non vincolate da accordi precedenti. "I prezzi sui quali si è arroccata l’industria – afferma Coldiretti – sono una condanna a morte per decine di aziende agricole che hanno subito rincari sui costi di produzione di oltre il 40%. Il rifiuto compatto delle industrie a non accettare alcun adeguamento del prezzo di acquisto del latte degli allevatori delle nostre province è un’azione irresponsabile e priva di lungimiranza che peserà su tutto il settore zootecnico".

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Dal Territorio Gorgonzola made in Usa: lo ha scoperto Coldiretti insieme al Nebbiolo svedese in polvere...

ROMAGNANO, TANGENZIALE ALL'ANALISI DEL TERRITORIO ▶ VIGNA A ROMAGNANO SESIA

Q da TORINO

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è anche un improbabile Gorgonzola americano tra i falsi agroalimentari scovati da Coldiretti e messi in mostra all'ultimo Salone del Gusto a Torino. Un business da 60 miliardi quello dei "prodotti finti italiani" che, ai quattro angoli del pianeta, sfruttano l’immagine dei prodotti made in Italy costruita nel tempo dai nostri agricoltori. E ovviamente questi prodotti nulla hanno a che fare con la realtà produttiva nazionale. E proprio al Salone del Gusto sono state esposte da Coldiretti alcune delle opere più impensabili realizzate dai pirati del gusto che sfruttano l’immagine dell’agroalimentare piemontese. Dal Barbera bianco prodotto in Romania al Gorgonzola grattugiato made in Usa, dal Barolo canadese al Nebbiolo svedese entrambi in polvere. «La lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le istituzioni un’area di intervento prioritaria per

re c u p e ra re risorse economiche utili al Paese e generare occupazione», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «le esportazioni agroalimentari p o t re b b e ro addirittura triplicare». Alla perdita di opportunità economiche ed occupazionali si somma il danno provocato all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori.

La classifica del falso vede in testa formaggi, salumi, olio e vini

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n testa alla classifica dei prodotti più clonati ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano che ad esempio negli Stati Uniti in quasi nove casi su dieci sono sostituiti dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California. Ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati” ma anche gli extravergine di oliva e le conserve come il pomodoro san Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti. Recentemente sul mercato sono arrivati anche i wine kit che con polveri miracolose promettono in pochi giorni di ottenere a casa le etichette più prestigiose come il Barolo o il Nebbiolo ma anche Lambrusco, Chianti o Montepulciano. A differenza di quanto accade per la moda dove a copiare sono soprattutto i paesi poveri per il cibo Made in Italy le imitazioni proliferano specialmente in quelli ricchi, con gli Stati Uniti e l’Australia in testa, dove ci sono consumatori che hanno disponibilità economiche più elevate e sono affascinati dal cibo del nostro Paese.

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ROMAGNANO SESIA - No alle scorie delle acciaierie sui terreni che dovrebbero vedere realizzata la nuova tangenziale di Romagnano Sesia: a ribadirlo è la Coldiretti interprovinciale di Novara-Vco che sottolinea “come quei terreni agricoli sono e agricoli devono essere considerati”. La maggiore organizzazione dei produttori agricoli ha trovato dalla sua parte il sostegno di ampie realtà territoriali e della stessa rappresentanza industriale nell’esprimere le proprie preoccupazioni circa l’integrità dei terreni stessi, dei vigneti, dei pozzi e delle falde acquifere che insistono sull’area interessata dal progetto. «Ci auguriamo la massima collaborazione su un tema che non sottovalutiamo e che continueremo a monitorare – sottolineano i vertici interprovinciali dell’organizzazione – mettendoci al contempo a disposizione per un più diretto coinvolgimento». Nei giorni scorsi si è dibattuto il tema in una riunione che, oltre al presidente Rovellotti e al direttore dell’Ain Aureliano Curini, ha visto la partecipazione del sindaco di Romagnano Sesia Carlo Bacchetta, del sindaco di Ghemme Alfredo Corazza e di quello di Prato Sesia Luca Manuelli. Al termine dell’incontro è stato convenuto di chiedere alla Provincia di valutare attentamente l’impatto ambientale dell’intera operazione: «Le scorie potrebbero essere rischiose per le polveri prodotte – dicono i tre sindaci – in particolare nel caso di percolamenti nel terreno, perché contengono metalli pesanti (tra cui cromo, vanadio ecc.)». I primi cittadini sottolineano anche la necessità di “difendere i pregiati vigneti dell’area”, trovando la condivisione piena di Coldiretti.

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SINDACALE

ANNATA AGRARIA il riassunto dell'analisi dell'Osservatorio Regionale Mercati di Coldiretti Piemonte Q da NOVARA - (REDAZIONE)

▶ DATI POSITIVI PER LA PRODUZIONE DEI CEREALI

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an Martino amaro sul fronte dei prezzi, nonostante le produzioni tengano e facciano anzi registrare un incremento dell’8%. A pochi giorni dalla tradizionale ricorrenza cara al mondo agricolo (San Martino è ancor oggi data di scadenza e rinnovo di contratti d’affitto, oltrechè, per convenzione, termine dell’annata agraria), Coldiretti Novara-Vco traccia un bilancio non solo relativo ai raccolti, ma più in generale volto all’analisi delle condizioni economiche e di mercato in cui operano le imprese del territorio. I dati si basano sull'analisi dell'Osservatorio Mercati di Coldiretti Piemonte. L’annata è positiva sotto il profilo delle produzioni, ma i numeri sono tutt’altro che incoraggianti a livello economico e di quotazione dei prodotti agricoli. E ciò, soprattutto, nei settori chiave dell’economia novarese e del Vco, come la risicoltura e alla zootecnia da latte. Gli effetti negativi sull’andamento dell’economia reale sono generati dalla crisi finanziaria, hanno accentuato ulteriormente le difficoltà del comparto agricolo italiano, con remunerazioni che sono risultate tendenzialmente in ribasso, in modo sostanziale su alcuni settori. Un’annata quella del 2012 che traduce sul territorio le difficoltà dell’agricoltura italiana. La produzione agricola, a livello nazionale, dovrebbe registrare un incremento del 7-8% in più rispetto al 2011 e i prezzi all’origine una diminuzione compresa tra il 8-10%. Le imprese agricole, inoltre, segnalano una strutturale difficoltà a recuperare redditualità ed efficienza ed a proporre, quindi, innovazione ed investimenti. Grosse difficoltà, infatti, si stanno riscontrando sull’accesso al credito e di conseguenza sulla liquidità. I pagamenti sono sempre più dilazionati nel tempo (6 mesi

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▶ CINGHIALI

nel caso della frutta). Con l’introduzione dell’articolo 62 del “Decreto liberalizzazioni” si spera, dopo un normale periodo di stabilizzazione, che i rapporti contrattuali tra le parti diventino finalmente chiari sia nella tipologia di fornitura, sia nei tempi di pagamento. Anche sul territoriodelle due province Coldiretti ha operato e sta operando per dare valore aggiunto alla produzione agricola che ha subito una forte contrazione in termini di prezzi ed inciso quindi negativamente in termini di reddito. Stiamo operando con convinzione sviluppando concreti contratti di filiera e facendo crescere la rete di Campagna Amica che già oggi conta decine di punti vendita e diversi Agrimercati nelle nostre due province. Relativamente al RISO rimandiamo al box nella pagina a fianco. Passando al LATTE, i ben noti problemi del comparto vertono sulla necessità di ridiscutere il prezzo alla stalla, anche alla luce

del mercato in ripresa e del forte aumento dei costi di produzione per le imprese agricole. Per il Piemonte, nel periodo aprile/agosto 2012 la produzione ha raggiunto le 401.857 tonnellate, con un aumento del 2,88% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, quindi, superiore alla media nazionale. A luglio 2012 la produzione cumulata (329.581 tonnellate) aveva raggiunto addirittura un +3,88% rispetto al 2011. Sul fronte della trattativa regionale, se lo scorso anno il prezzo indicizzato era divenuto il riferimento regionale, altrettanto non si può dire per la campagna in corso. Coldiretti Piemonte sostiene fortemente l’applicazione dell’indice storico, il quale ha garantito e confermato negli ultimi anni la sua validità, mantenendosi perfettamente in linea all’andamento del mercato, non solo nazionale ma anche europeo e globale. Al momento la trattativa sta attraversan-

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Riso, un buon raccolto ma preoccupa il fronte dei prezzi

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n buon raccolto sotto il profilo della qualità, ma è il prezzo che toglie il sonno ai produttori italiani, compresi i risicoltori di Novara e Vco. I prezzi del risone sono lontani dalle aspettative e, anche nelle ultime contrattazioni della Borsa Merci. Prezzi che si moltiplicano per il consumatore quando acquista il riso lavorato nei consueti canali di distribuzione e che lascia l’amaro in bocca ai risicoltori, i quali vedono sfumare altrove il loro margine di guadagno. La ricetta per il futuro? I produttori devono tornare protagonisti del meccanismo di filiera, ed è ciò che Coldiretti intende realizzare con il suo progetto della Filiera Italiana Riso (Fir). E tra i consumatori va promossa una positiva cultura agroalimentare ed enogastronomica del riso italiano. La risicoltura, del resto, continua ad essere strategica nel territorio della provincia di Novara: il raccolto 2012 è stato dunque di buona qualità, complice anche una calda fine-estate che ha permesso un ottimale sviluppo del riso, tenendo lontane le malattie fungine. Infine, ecco alcune previsioni di resa riguardanti il raccolto, che – da una prima stima dei tecnici di Coldiretti Novara e Vco – dovrebbe attestarsi tra i 70 quintali/ettaro (Lunghi A) e i 78 quintali/ettaro (Lunghi B): nel mezzo i “Tondi” con 75 quintali/ettaro. Sotto l’aspetto delle produzioni l'annata si èresenta buona, sotto l’aspetto delle quotazioni la situazione è pesante ed insostenibile, priva di ogni logica. «È un mercato che umilia i nostri produttori - osservano i vertici della Coldiretti interprovinciale - ed evidenzia in modo drammatico come simili storture appartengano ancora una volta alla nostra storia presente. Ovviamente, ci auguriamo che il peso del nostro progetto potrà avere ripercussioni positive anche sulle quotazioni della Borsa a beneficio di chi il ▶ RISO IN SELEZIONATRICE riso lo semina e lo produce».

do una fase interlocutoria che fa ipotizzare, verosimilmente, un’altra annata senza accordo regionale, come peraltro già avvenuto in passato, rimandando il tutto alla prossima campagna. Sostanzialmente statico, invece, il mercato del settore della carne bovina in Piemonte. Relativamente al SETTORE FRUTTICOLO, non sfugge che la produzione di kiwi, la cui coltivazione è in costante crescita nel comprensorio novarese, abbia subito contrazioni anche superiori al 50% per colpa delle gelate dello scorso inverno (febbraio). Per quanto concerne l’ORTICOLTURA E PICCOLI FRUTTI, l’annata di produzione

2012 per il settore orticolo può considerarsi nel complesso discretamente positiva. Il protrarsi per alcuni anni di trend negativi, in termini economici, con il conseguente leggero ridimensionamento delle superfici investite ha fatto si che, tolti brevi periodi, non si venisse ad avere un surplus produttivo e garantendo una sostanziale tenuta dei mercati e dei prezzi. Riguardo ai CEREALI, la campagna di raccolta di frumento tenero e orzo, ad eccezione di alcune aree, è stata nel complesso ottima, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e con ottimi riscontri anche dal mercato. Fortemente condiziona-

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ta dal clima è stata la produzione del mais, dove si registrano marcate variazioni a seconda delle zone. Com’è noto, la CASTANICOLTURA, anche nel Novarese e in Vco ha registrato notevoli criticità con una contrazione di offerta rispetto alle annate precedenti. Le cause principali sono legate principalmente a due fattori: il cinipide galligeno, il quale da diversi anni sta condizionando pesantemente la produzione, e la siccità estiva. Riguardo al SETTORE FLOROVIVAISTICO, si rileva come esso abbia mantenuto anche per il 2012, in linea con le annate precedenti, una relativa stabilità nelle vendite, anche se l’acquirente si sta sempre più orientando su generi di prodotto diversi, in quanto il consumatore finale è sempre più preparato ed esigente in merito al giardinaggio e al verde. La soppressione dell’esenzione del pagamento delle accise sul gasolio per il riscaldamento delle serre ha comportato una notevole ripercussione in termini di costi di produzione. Per quanto concerne, invece, il SETTORE AVICUNICOLO, l’annata 2012 per il settore avicolo da carne, ha mantenuto il trend positivo delle precedenti due annate, con quotazioni medie addirittura in crescita. Per il mercato cunicolo, l’annata 2012 è da considerarsi invece critica, con andamento altalenante delle quotazioni. Per quanto riguarda il VINO, siamo invece di fronte ad una seconda annata consecutiva avara quantitativamente, quanto generosa in termini qualitativi. Così è risultata la vendemmia 2012 da poco terminata e con i vini che promettono grandi soddisfazioni anche sul territorio delle Colline Novaresi e delle Valli Ossolane. La vendemmia ha potuto raggiungere un livello qualitativo tra l’ottimo e l’eccellente. Insieme alla quantità non abbondante ha vivacizzato un mercato che dava segni di stanchezza, appesantita dall’abbassamento di consumo pro-capite, ora al disotto dei 40 litri annui. L’esportazione è in crescita anche per i vini del nostro territorio. La stagione apistica 2012 è stata caratterizzata da scarsi raccolti primaverili con produzioni molto limitate di MIELE di tarassaco e ciliegio. Il raccolto dell’acacia è risultato quasi ovunque circa 1/3 delle produzioni delle due annate precedenti. Finalmente, invece, è stata positiva la produzione di miele di castagno, anche nelle zone dove per primo era comparso il cinipide. Molto abbondanti anche le produzioni di tiglio e ottime le produzioni di alta montagna con la presenza anche di partite di rododendro.

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SINDACALE Impollinazione

Filiera Italiana Riso,

"così prepara il futuro" EMANUELE OCCHI SPIEGA I VANTAGGI DELLA NUOVA REALTÀ Q da NOVARA

A NOVARA PRESENTE L'UNITÀ LOCALE

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a stagione 2012 ha visto, com’è noto, l’inizio dell’operatività della Filiera Italiana Riso che vede il territorio del Novarese quale protagonista di un’iniziativa che vuol essere una “piccola rivoluzione copernicana” nel mondo del riso. Ad illustrare l'evoluzione del progetto (cresciuto in questi mesi) ai risicoltori novaresi è stato Emanuele Occhi, responsabile del progetto in ambito nazionale, durante l’incontro svoltosi giovedì 25 ottobre: «Con Filiera Italiana Riso mettiamo dunque i risicoltore al centro della scena, eliminiamo ogni intermediazione e consentiamo a chi è produttore di materia prima di essere decisore del proprio futuro e non subire le logiche speculative dei mercati globali. In altre parole, i nostri produttori non saranno più, de facto, subordinati al solo potere della parte industriale, bensì padroni del proprio futuro». Il progetto si concretizza con la presenza di strutture, attrezzature e personale dedicato alla commercializzazione del risone. Sarà presente anche la struttura finanziaria (creditagriItalia), unica struttura per il credito e la finanza in agricoltura esistente a livello nazionale nata in casa Coldiretti a sostegno delle imprese per tutto ciò che riguarda gli anticipi fatture, prestiti di conduzione, prestiti chirografari, garanzia per le operazioni a breve, medio e lungo periodo. Inoltre il prodotto commercializzato sarà coperto da assicurazioni sul credito. Dottor Occhi, qual è l’esigenza che ha portato alla nascita di FIR? «L’esigenza è quella di sempre, accorciare la filiera, trasparenza in fase di contrattazione, accordi di filiera, ridare dignità al mondo della produzione, ridare valore aggiunto al prodotto riso. Vogliamo modernizzare – e lo facciamo con fatti concreti, non a parole – un comparto strategico dell’agroalimentare italiano qual è, appunto, il settore risicolo: con

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▶ RISO MATURO

FIR poniamo le basi operative di ciò che vorremmo possa essere una svolta “economica e culturale"». Cosa cambia nel concetto di filiera e mercato proposto da FIR? «Come anticipato prima, si opererà su tutto il territorio nazionale, con una sola struttura ed una sola governance e, quindi, un’impostazione lineare ed univoca. Ciò nell’ambito sopra descritto di una capillare presenza sui territori: l’unione – quella vera, dei nostri risicoltori – potrà così essere davvero la forza e la spinta propulsiva di questo progetto». Quali cambiamenti FIR auspica di poter potare nell’attuale situazione di mercato del riso? «Attuare in concreto quanto detto sopra. Iniziando dal garantire una maggior presenza del mondo della produzione in fase di commercializzazione del prodotto: non dimentichiamoci mai che il patrimonio della produzione è dei risicoltori e non di altri attori della filiera. Ciò porterà di conseguenza ad una maggior informazione sulle dinamiche del mercato e ad un maggiore e sano protagonismo della risicoltura italiana: agendo insieme, si potranno ottenere risultati importanti anche dal punto di vista della promozione e della valorizzazione commerciale del prodotto-riso».

NOVARA - A Novara è presente un’unità locale di FIR (Filiera Italiana Riso), e con personale dedicato sia in termini di commercializzazione del prodotto sia in termini di credito e finanza per le imprese. Una “fisicità” che tiene conto dell’importanza di un rapporto diretto con i produttori, della presenza sul territorio e della strategicità delle strutture di Coldiretti e Impresa Verde, presso le quali l’unità di FIR è allocata. L’articolazione di FIR nelle “province del riso” si concretizza con unità locali come quella prevista di Novara. Il grande vantaggio che così operando si possono attivare economie di scala ed aggregare i produttori ed il prodotto di tutte le aree risicole nazionali. Così operando aumenta indiscutibilmente il potere contrattuale del mondo agricolo: un sistema sinergico, dunque, che porta le “terre del riso” a dialogare, fare squadra e sistema, governare le proprie economie nell’ambito di una strategia comune che guarda al monitoraggio dei mercati, alle pianificazioni di semina, alla possibilità di gestire intelligentemente lo stoccaggio e la vendita del risone.

Aumenta il potere contrattuale del mondo agricolo: un sistema sinergico che porta le nostre "terre del riso" a fare squadra e sistema

L'Iride L'Iride Agricoltura Agricoltura 2000 2000 - Novembre - Ottobre 2012



SINDACALE Impollinazione Impollinazione

Comune di Novara e Tarsu si continua a lavorare, problema non risolto Q da NOVARA -(Redazione)

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oldiretti definisce "interlocutorio" l'incontro avuto lo scorso mese di ottobre con il Comune di Novara in relazione all'ormai nota vicenda Tarsu. Intanto, le imprese agricole hanno già raccolto numerose firme in una petizione che vuole impegnare i capigruppo ad affrontare il problema. Vicenda che vede, da un lato, la posizione assunta dall'amministrazione comunale e, dall'altra, quella di tutte le imprese agricole ubicate sul territorio del comune di Novara. La questione trae origine con la deliberazione di Consiglio Comunale n.130 del 28/11/1994 (e successive modificazioni) che approvava il regolamento riguardante la TARSU, la quale non disponeva alcunchè per l'attività agricola. Il 19 maggio 1998 il Consiglio Comunale deliberava l’assimilazione dei rifiuti non pericolosi provenienti da attività economiche al medesimo regime previsto per i rifiuti urbani, dando mandato all’azienda Assa di provvedere allo smaltimento degli stessi. Tanto è che l'11 novembre 1999 fu sottoscritto un accordo di programma provinciale (ai sensi dell'art. 4, comma 4, del D.lgs n.22/97) tra i Consorzi di Smaltimento Rifiuti, l'Assa e le Organizzazioni Agricole per lo smaltimento di rifiuti agricoli e, pertanto, già da allora, il servizio che l'Assa faceva era speficicamente a pagamento privato.

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La privatizzazione del servizio reso dalla municipalizzata Assa, di fatto, ha comportato l'esclusione della specificità agricola dall'assoggetta-

mento alla Tarsu e da ogni delibera comunale afferita all'imposta stessa. La municipalizzata Assa, per antieconomicità del servizio privatistico reso

IL CASO COMUNE-NISATEX SULLA TARSU FINISCE IN CASSAZIONE NOVARA - Desta particolare interesse il caso di un'azienda novarese impegnata nel tessile, la Nisatex, che ha avuto il parere favorevole di ben due commissioni tributarie (quella provincia e quella regionale) dopo un ricorso legato proprio alla questione della tassa di smaltimento per i rifiuti solidi urbani. Nisatex si era rifiutata di pagare la Tarsu per la parte dell'area di magazzino di cui usufruisce al Cim, in quanto luogo dove non si producono rifiuti smaltiti dall'Assa, bensì unicamente imballaggi che l'impresa stessa provvede in proprio ad avviare al recupero. Altro principio sostenuto dall'azienda p la non ammissibilità ai rifiuti urbani di quelli che si trasformano nelle aree produttive e, più precisamente, l'assenza di un servizio pubblico di smaltimento per quanto riguarda il magazzino. I punti d'analisi sono sicuramente interessanti ed un paragone con quanto stanno affrontando le imprese agricole del comprensorio cittadino (come si evince anche dall'articolo principale della pagina) non mancano. Dal canto suo, il Comune di Novara ha deciso di ricorrere alla Corte di Cassazione, sia per il "mancato consolidamento di un chiaro orientamento giurisprudenziale", quant'anche per il rilievo economico che la questione potrebbe assumere: e il riferimento non è, ovviamente, al singolo caso, ma alla possibilità che il precedente che si andrebbe a creare induca altre centinaia di consimili posizioni tributarie a percorrere questa via. Non resta dunque che attendere quale sarà il giudizio in merito che andrà ad esprimere la Suprema Corte. Va altresì precisato che la Tarsu, così come oggi intesa, dovrà scomparire con il prossimo anno per essere sostituita dalla Tares, la quale dovrebbe essere calcolata, almeno in parte, tenendo conto parametri diversi rispetto alla sola superficie: tuttavia non sono ancora state emanate le normatice di regolamento.

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012

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▶ PALAZZO CABRINO, SEDE DEL COMUNE

alle imprese agricole, dismette il medesimo: conseguentemente, le imprese agricole ricorrono ad altri circuiti di raccolta rifiuti organizzati e specifici per l'attività agricola (Cascina Pulita), sostenendone direttamente e totalmente i costi. Va altresì precisato che nei fabbricati rurali presi a riferimento per i conteggi dell'imposta, non vengono prodotti rifiuti assimilabili agli urbani, ma bensì di categorie diverse che vengono gestite come sopra specificato. Le aziende agricole, certificano annualmente gli adempimenti cui sono soggette attraverso il Modello Unico di Dichiarazione presentato presso la Camera di Commercio (con il pagamento dei relativi oneri). Solo a far data dal 2010, il Comune di Novara ha avviato azioni di accertamento, presumendo l'omissione al pagamento della tassa stessa da parte di tutte le imprese agricole (peraltro retroattivamente di cinque anni) site sul territorio comunale, con aggiunta di interessi moratori e sanzioni per l'omessa denuncia. Gli avvisi di accertamento hanno dapprima riguardato una quindicina di aziende agricole: subito, le Organizzazioni di Rappresentanza, in primis

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Coldiretti, hanno chiesto un incontro all'allora Vicesindaco e Assessore al bilancio Moscatelli per valutare un percorso risolutivo della problematica. La ristrettezza dei tempi rispetto alle elezioni comunali avvenute il 15/16 maggio 2010 (con il successivo ballottaggio del 29/30 maggio) non hanno consentito di concludere il percorso positivamente avviato con l'amministrazione precedente. È superfluo citare che, durante, la campagna elettorale, tutte le forze politiche si erano dette disponibili a risolvere il problema, confermando la non applicabilità della TARSU per il settore agricolo. Con il nuovo assessore Dulio il confronto è stato ripreso nei mesi successivi: il Comune mantenne però la propria intransigenza e rigidità, costringendo di fatto le imprese agricole a ricorrere nei termini di legge presso la Commissione Tributaria Provinciale in quanto, senza godere di alcun servizio, si vedono assoggettate al conteggio dell'imposta superfici di fabbricato che non producono alcun rifiuto e, in alcuni casi, non tassabili (legnaie, porcilaie, stalle, casseri) o addirittura non godute all'esercizio dell'attività di impresa. Il tutto ad una tariffazione di ben altra attivi-

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tà economica (corrieri e magazzini). L'alta responsabilità del mondo agricolo – stante la situazione di difficoltà economica da parte del Comune stesso – indusse le organizzazioni di rappresentanza a chiedere un ulteriore incontro al Sindaco Ballarè e all'Assessore Dulio, poi tenutosi il 28 maggio 2012 “per capire se, politicamente, era possibile trovare una soluzione alla vertenza apertasi con un consistente numero di imprenditori agricoli in merito all'applicazione della TARSU”. In tale incontro si conviene sulla possibile soluzione e, parimenti, viene assicurata l'adozione da parte del Comune di Novara di un regolamento dove, per la prima volta, si classifica l'attività agricola in termini di luoghi ove si producono i rifiuti, tipologie dei luoghi stessi e conseguente, adeguata tariffazione. Per i fatti sopra esposti, malafede e dolo vanno perentoriamente esclusi, in quanto mai i produttori agricoli e le loro rappresentanze hanno avuto alcun cenno ad essere potenzialmente soggetti all'imposta Tarsu da parte dell'amministrazione comunale di Novara: fatto che, conseguentemente, esclude ogni pretesa sanzionatoria per “omessa o mancata denuncia”. Il 16 giugno scorso, anche l'Anci (Associazione Nazionale Comuni d'Italia), appositamente interpellata dal “vicino” comune di Crescentino circa l'assoggettabilità o meno delle imprese agricole alla Tarsu medesima, si è espressa in merito. Dopo aver analizzato questi punti, i sottoscrittori dela petizione "fanno appello alla carica istituzionale e al ruolo dei capogruppo affinchè il problema sia affrontato nelle opportune sedi politiche nei dovuti e giusti modi, e vengano date risposte alle imprese agricole del Comune di Novara che, se vessate da un'imposizione tributaria assolutamente anomala, si vedono precluso il loro futuro". Parallelamente, va dato conto dell'incontro avuto da Coldiretti Novara Vco con i vertici del Comune di Novara lo scorso 26 ottobre: incontro interlocutorio al quale hanno preso parte il presidente interprovinciale Paolo Rovellotti, il direttore Gian Carlo Ramella e il presidente di sezione Carlo Tega. Coldiretti, in particolare, ha fornito al Comune di Novara, nella persona dell'assessore Dulio, gli atti a suo tempo sottoscritti dalla municipalizzata comunale Assa che gestiva a pagamento lo smaltimento dei rifiuti agricoli.

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Una grande rete di vendita in continua espansione


CAMPAGNA AMICA LA FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA Impollinazione

MERCATI, PUNTI E BOTTEGHE

Così cresce il progetto di Campagna Amica in Italia e sul territorio

In tutta Italia Campagna Amica è oggi una rete in grado di generare un fatturato superiore ai 500 milioni di euro e si configura come un nuovo modello distributivo per i prodotti al 100% agricoli e italiani

Sono già 7 milioni gli italiani che fanno la spesa "insieme" coi Gruppi di Acquisto Solidale

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▶ UNA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA

Q da NOVARA - MARCO CIAMPANELLI (Referente Campagna Amica)

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ampagna Amica è uno straordinario progetto che continua a crescere, in Italia e sul territorio delle nostre province, dove è prossima l'apertura di nuove Botteghe e Punti gestiti direttamente dalle imprese agricole aderenti al circuito. Una rete che può contare anche sulla presenza capillare degli Agrimercati che, in appena tre anni, sono diventati oltre mille in tutta Italia. Val la pena di fare qualche numero: oggi Campagna Amica rappresenta una rete in grado di realizzare in un anno oltre 30 mila giornate mercato a livello nazionale, coinvolgendo almeno 20 mila produttori agricoli che "intercettano" le preferenze di oltre 9 milioni di consumatori. Dati positivi che si riflettono anche sul fatturato, oggi superiore ai 500 milioni di euro: Campagna Amca è oggi configurabile come un nuovo modello distributivo per i prodotti alimentari di sicura provenienza agricola ed italiana. Ma è anche, allo stesso tempo, un circuito di tutta l'"offerta di campagna" dove, insieme al cibo in filiera corta, si vede l'ospitaità rurale dei nostri agriturismi, la gastronomia tipica della nostra alimentazione, la magnifica cultura rurale di cui solo noi disponiamo e le straordinarie risorse ambientali che distinguono i nostri territori.

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i Sono saliti a 7 milioni gli italiani che nel 2012 hanno partecipato a gruppi di acquisto, i cosiddetti Gas, formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis dalla quale si evidenzia che i Gruppi solidali di acquisto (Gas) sono diventati un fenomeno di rilievo che ha contagiato quasi 7 milioni di persone, di cui quasi 2,7 milioni in modo regolare. Ogni Gas ha inoltre propri criteri per selezionare i fornitori, individuare i modi di consegna, stabilire con il produttore un prezzo equo e scegliere cosa acquistare privilegiando la stagionalità, il biologico, il sostegno alle cooperative sociali, la riduzione degli imballaggi, le dimensioni del produttore o infine la vicinanza territoriale (chilometro zero). Le modalità di acquisto variano notevolmente e vanno dalla consegna a domicilio, alla prenotazione via internet fino “all'adozione” in gruppo di interi animali o piante da frutto. Un crescente numero di ▶ IMPORTANTE PER I GAS gruppi di acquisto nasce IL RUOLO DEI FARMER'S MARKET in realtà con l'obiettivo di approvvigionarsi direttamente nei mercati, nelle botteghe o nei punti vendita degli agricoltori di Campagna Amica per assicurarsi l'origine, la genuinità dei prodotti che si portano in tavola. Più in generale, si tratta di relazioni che nascono da esigenze di acquisto, dalla voglia di ritrovare un diverso, migliore equilibrio tra qualità e prezzo.

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Dal Territorio

La Pasta della Bontà andrà anche alle case di riposo ▶ RENZO ARBORE E LA "PASTA DELLA BONTÀ"

BENE L'INIZIATIVA SOLIDALE IN VALLE ANTIGORIO

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a "Pasta della Bontà" 100% italiana sarà fornita gratuitamente da Coldiretti anche ad alcune Case di Riposo e mense solidali del territorio: sono stati individuati, tra i beneficiari, il Banco Alimentare di Novara, la Caritas di Borgomanero e, per la zona di Oleggio, la Casa di Riposo Castagno Rsa, la Casa di Riposo Pariani Residenza Casa Protetta di Bellinzago.

La “Pasta della Bontà” ha conquistato la Valle Antigorio, in occasione di “Mele Miele” (1/4 novembre). Coldiretti era presente con un proprio stand e con i kit di Pasta 100% italiana: una “Pasta della Bontà” buona da cucinare e solidale con i più bisognosi: il ricavato della sua distribuzione viene infatti devoluto alla “Lega del Filo d’Oro” che da quasi 50 anni assiste in tutta Italia i sordociechi e i pluriminorati psicosensoriali. La confezione di Pasta della Bontà proposta ai consumatori Valle Antigorio come in tutto il resto d'Italia era composta da tre pacchi da 500 grammi di pasta, di grano duro 100% italiano, in un pratico shopper, a fronte di una donazione. Insieme al kit è stato distribuito un miniricettario con le ricette di Renzo Arbore, Marisa Laurito e Teresa Mannino. .


Dal Territorio: Basso e Medio Novarese Q

UN SETTORE STRATEGICO PER L'ECONOMIA MONTANA

Ossola, l'allevamento OVICAPRINO risorsa da valorizzare Q da NOVARA - BRUNO BACCAGLIO (Segretario di Zona Coldiretti Domodossola)

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a fiera ovicaprina che si è svolta di recente a Croveo, frazione di Baceno, ha dato modo di evidenziare ancora una volta il ruolo della zootecnia ovicaprina nella provincia del Verbano Cusio Ossola e, più in generale, nelle valli alpine. Ma qual è lo stato di salute dell’allevamento di capre e pecore nel Vco e nel Novarese? Va detto che l’allevamento ovicaprino costituisce ancor oggi una risorsa strategica per l’economia agricola montana del Verbano Cusio Ossola e dell’Alto Novarese: è il mantenimento di un’antica tradizione che si proietta verso un futuro fatto di imprese giovani e consapevoli del proprio ruolo. Sono imprese che, oggi, sono in grado di produrre le eccellenze dell’enogastronomia ossolana, ovvero quei formaggi e salumi che sono ricercati anche al di fuori dei confini del territorio: un esempio, proprio tra i salumi è il “violino di capra”, un unicum che si produce unicamente in Val Vigezzo oltrechè nella lombarda Val Chiavenna. La produzione di formaggi caprini si è fortemente sviluppata negli ultimi 5-6 anni proprio grazie ad una rinnovata imprenditoria agricola fatta di giovani capaci e determinati. Non ultimo, è di forte rilievo il ruolo multifunzionale di tali imprese, che svolgono un’importante azione di presidio del territorio alpino, altrimenti destinato, in molti casi, all’abbandono. Oggi nel Vco sono presenti oltre 10.000 capi ovini ed oltre 10.800 caprini: per quanto riguarda le razze più diffuse, tra le capre vanno citate la Camosciata delle Alpi, la Saanen e la Verzasca mentre, per quanto riguarda le pecore, la più diffusa è la razza biellese.

Sempre più giovani negli ultimi anni credono nel futuro di un comparto che sta scommettendo sulla trasformazione del latte e che garantisce al territorio la tradizione di prodotti di qualità ▶ CAPRE NEL VCO

Mentre gli ovini sono destinati alla produzione di lana e carne, i caprini sono vocati a quella di carne e latte, da cui si ottengono – come già detto - formaggi di qualità. Nel Vco gli allevatori di ovini sono circa 200, quelle con caprini, oltre 300, come conferma anche l’ultimo censimento regionale sull’agricoltura piemontese: una tendenza marcata è quella dell’allevamento specialistico della capra da latte, il che fa ben sperare per lo specifico comparto caseario che ne valorizza e trasforma il latte. Importante, a questo proposito, è il ruolo della Coop Agricola Vigezzo che oggi produce formaggi molto apprezzati proprio con il latte caprino munto “a chilometro zero” nelle aziende ossolane”. Dunque c’è un mercato per i prodotti derivati da questo comparto allevatoriale. Ed è un mercato che fa ben sperare, grazie anche al ruolo che Coldiretti svolge attraverso il progetto di

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Campagna Amica e della valorizzazione della Filiera Agricola tutta Italiana: una filiera che, sul territorio ossolano, si traduce proprio nella valorizzazione delle produzioni dell’agricoltura locale. Spesso si abusa del termine “agricoltura eroica”: ma in questo caso, ben si addice a designare chi, con coraggio e costanza, decide oggi di portare avanti questo tipo di attività agricola. Creare e far crescere una stalla in montagna implica certamente difficoltà maggiori rispetto alla pianura e per questo tutti i nostri allevatori che presidiano la montagna vanno premiati e sostenuti. La promozione dei prodotti? Si è fatto molto, ma occorre continuare in una via tracciata: e, certo, il buon successo pubblico che ancor oggi affolla i Punti di Campagna Amica, gli Agrimercati e le fiere specialistiche sul territorio delle nostre due province ci incoraggia a proseguire e progredire. ▶ FORMAGGI DI CAPRA

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CAA - IN PRIMO PIANO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

Imprenditoria giovanile, il pacchetto di sostegno INIZIATIVA DI CREDITAGRI E GIOVANI IMPRESA Q da NOVARA - ANNA ROSSO - (Referente CreditAgri)

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n pacchetto di servizi pensati ad hoc per il settore agricolo per incentivare la nascita di imprese, il ricambio generazionale, l'espansione della dimensione aziendale. Lo strumento è stato messo a punto da Ismea e presentato al Ministero per le Politiche agricole. Un’arma in più per sostenere le aziende under 40, che va ad affiancarsi ad iniziative già in campo come il pacchetto promosso da Coldiretti Giovani Impresa e CreditAgri Italia, in collaborazione con FriulAdria e Cariparma che prevede Start Up, Prestito Informatizzazione Aziendale, Formazione, Fideiussione a favore di Ismea, Tutto Compreso e Linea Scelgo Io. Il pacchetto si rivolge a giovani imprenditori (meno di 40 anni), start up, imprenditori che vogliono rilanciare o espandere l'azienda e si compone di sei strumenti, di cui due completamente inediti: il Fondo capitale di rischio, ossia un fondo (di circa 50 mln di euro) per supportare la capitalizzazione e l'espansione delle pmi, attraverso il quale Ismea diventa socio di minoranza in imprese agricole organizzate in spa o srl; il Fondo di credito per ridurre il costo dei finanziamenti bancari (in attesa del decreto attuativo). Reinserito, inoltre, il regime di primo insediamento dei giovani agricoltori, che permette di acquistare terreni agricoli, anche pubblici, a un tasso agevolato e bloccato. Allargato a tutta Italia il sostegno al subentro nella conduzione di aziende in cui avvenga il ricambio generazionale. Previste infine

garanzie per l'accesso al credito agrario e incentivi per stipulare polizze assicurative per le avversità atmosferiche. Secondo quanto emerso dalla presentazione, alla quale hanno preso parte il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e il presidente di Ismea Arturo Semerari, a settembre 2012 sono già stati rilasciati oltre 15 milioni di euro di fondi a garanzia diretta per lo start up di nuove imprese agricole avviate da giovani al di sotto dei quarant'anni. Proprio su questi ultimi due punti il ministro Catania ha sottolineato la necessità, in prospettiva, di "andare al di là" dell'intervento pubblico: «Sul fronte del credito dobbiamo prendere in seria considerazione l'idea di ritornare ad un regime di credito agrario differenziato, la cui scomparsa e' stata un grave danno per il settore; sul fronte delle assicurazioni dobbiamo superare la logica di affrontare il rischio ex post, facendo decollare, anche a livello comunitario, il sistema assicurativo ex ante». Anche perchè, ha aggiunto Semerari, «in otto anni il mercato assicurativo agricolo e' praticamente raddoppiato». «Occorre investire in intelligenti attività di accompagnamento alla progettazione, adeguati meccanismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestiti dai confidi come Creditagri Italia, vista la grande propensione agli investimenti da parte dei giovani imprenditori» ha commentato il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Vittorio Sangiorgio. Secondo un’indagine Coldiretti/Swg, 30, le giovani imprese hanno la metà delle possibilità di accedere al credito rispetto a quelle adulte.

"Missione Impresa", si è svolto a Novara il corso per i giovani a cura di Ager

È

stato attivato a partire da mercoledì 7 novembre presso la sede della fe▶ I PARTECIPANTI derazione interprovinciale Coldiretti Novara Vco (via Ravizza 11/13) AL CORSO "MISSIONE IMPRESA" il modulo 3 del progetto “Missione Impresa” relativo all’accesso ai finanziamenti nazionali e comunitari per le imprese agricole “Impresa e territorio: come finanziare lo sviluppo”. Il modulo ha visto lo svolgimento di un corso in cinque giornate formative con il seguente programma: mercoledì 7 “Come valorizzare l’impresa agricola: dalle politiche ai mercati” e “La Filiera Agricola italiana: una risposta ai bisogni dei consumatori ed alle esigenze delle imprese agricole”; giovedì 8 novembre “Dall’idea alla costruzione di un Progetto di sviluppo d’Impresa”; venerdì 9 “Psr: dalla programmazione 2007/2013 alla programmazione 2014/2020”; martedì 13 “Servizi alle imprese agricole: accessi al credito ed assicurazioni agevolate”; mercoledì 14 “Testimonianze e approfondimenti” e, infine, “Valutazione dell’apprendimento ed esperienza formativa". Il corso riguarda quanti si sono iscritti nel 2011: i docenti intervenuti sono Franco Ramello, Marco Ciampanelli, Federica Giovannone, Andrea Fugaro, Adelina Reolfi, Marco Castelli oltre a due funzionari di Ager e Mipaaf. In occasione dell'ultima giornata di lavoro hanno portato il loro contributo il giornalista del settore agricolo Gianfranco Quaglia e la segretaria generale della Camera di Commercio Cristina D'Ercole, oltre alla testimonianza dell'imprenditore biellese Roberto Mercandino, allevatore di bovine da latte e vicepresidente di Coldiretti Vercelli Biella.

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CAA - IN PRIMO PIANO Distribuzione effluenti zootecnici: attenzione alle modifiche del calendario

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ono state approvate alcune modifiche all'articolo 25 del regolamento regionale 10R/2007 con riferimento al calendario invernale di distribuzione degli effluenti zootecnici. In particolare, l'applicazione al terreno degli effluenti zootecnici e delle acque reflue, nonchè dei concimi aotati degli ammendanti organici saràvietata nella stagione autunno-invernale e, in particolare, nei seguenti periodi minimi: a) 90 giorni (a partire dal 19 novembre) per i concimi azotati e per ali ammendanti organizi, mer i letami e i materiali ad essi assimilati, fatti salvi: 1) il letame con contenuto di sostanza secca pari o superiore al 20% ed assenza di percolati, utilizzato su prati permanenti o avvicendati, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre/15 gennaio; 2) l'ammendante compostato con tenire di azoto totale inferiore al 2,5% sul secco, di cui non oltre il 15% come azoto ammoniacale, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre/15 gennaio; 3) Le deiezioni degli avicunicoli essiccate con processo rapido a tenori di sostanza secca superiori al 65%, per

cui il divieto si applica dal 1° novembre alla fine di febbraio; b) 120 giorni (a partire dal 1° novembre) per i liquami, i materiali ad essi assimilati e per le acque reflue, fatto salvo il liquame distribuito su terreni dotati di copertura vegetale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno/invernali, colture arboree inerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturli ed in preparazione di una semina primaverile anticipata, per il quale il divieto si applica nel periodo 15 novembre-15 febbraio. Su richiesta motivata e provvedendo ad informare il ministero dell'ambiente, la giunta regionale può disporre la temporanea sospensione dei periodi di divieto in caso di particolari situazioni climatiche, con l'esclusione del periodo 1° novembre 31 gennaio nel caso dello spandimento dei liquami e dei materiali ad essi assimilati. Su richiesta motivata e provvedendo ad informare il ministero dell'ambiente, la giunta regionale può disporre la una diversa decorrenza dei periodi in caso di particolari situazioni climatiche, con l'esclusione del periodo 1° dicembre-31 gennaio.

REFLUO

periodo vietato

Materiali palabili Letame con tenore di sostanza secca maggiore uguale al 20%, se distribuito su prati appuntamenti o avvicendati Altri letami; materiali assimilati ai letami* Ammendante compostato con tenore di N totale inferiore al 2,5% (sul secco), di cui non oltre il 15% come N ammoniacale Altri ammendanti organici Deiezioni di avicunicoli essiccate con processi rapidi a tenori di sostanza secca oltre il 65% Concimi contenenti azoto Materiali non palabili Liquame, se distribuito s terreni dotati di copertura vegetale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno/invernali, colture arboree inerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una semina primaverile anticipata Altri liquami; materiali assimilabili ai liquami **; acque reflue del settore agro-alimentare

15 dicembre - 15 gennaio 15 novembre - 15 febbraio 15 dicembre - 15 gennaio 15 novembre - 15 febbraio 1 novembre - 28 febbraio 15 novembre - 15 febbraio 15 novembre - 15 febbraio 1 novembre - 28 febbraio

*materiali assimilti ai letami=lettiere esauste degli allevamenti avicunicoli; deiezioni avicunicole anche non mescolate a lettiera rese palabili da processi di disidratazione (naturali o artificiali svolti all'interno o all'esterno dei ricoveri); frazioni palabili risultanti dal trattamento dei reflui zootecnici (compresi la separazione solido/liquido,la disidratazione e il compostaggio). ** materiali assimilati ai liquami=liquidi di sgrondo dei materiali palabili e dei foraggi insilati; deiezioni avicunicole non mescolate a lettiera; frazioni non palabili risultanti dal trattamento dei reflui zootecnici (compresa la separazione solido/liquido); acque di lavagio di strutture, attrezzature ed impianti zootecnici, se mescolate ad effluenti zootecnici e qualora destinate ad utilizzo agronomico.

REFLUO Materiali palabili Materiali non palabili

periodo vietato ▶ CAMPO AGRICOLO ARATO

nessuno 1 dicembre - 31 gennaio

ALLEVATORI: ENTRO FINE ANNO IL PUA Entro fine anno bisognerà predisporre il Piano di Utilizzazione Agronomica è uno strumento che raccoglie ed elabora le informazioni utili a dimostrare l'equilibrio tra: • il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture; • l'apporto di azoto alle colture, proveniente dall’ambiente e dalla fertilizzazione; Tale equilibrio viene verificato tramite l’elaborazione di diverse metodologie di bilancio, in funzione della tipologia delle aziende tenute alla sua redazione e del tipo di indicatore ricercato. Redazione del Piano di Utilizzazione Agronomica in forma completa (PUA) Il Piano di Utilizzazione Agronomica in forma completa elabora due diverse metodologie di bilancio: la prima si basa sull’equazione e pone a confronto il fabbisogno prevedibile di azoto per la nutrizione delle colture con l'azoto fornito dall’agro-ambiente e dalla fertilizzazione. La seconda metodologia si basa sull’equazione, e pone a confronto l’azoto allontanato dall’azienda e l’azoto apportato in campo, trascurando i flussi interni al sistema suolo/pianta. Gli uffici del Caa Coldiretti sono a disposizione degli interessati per i relativi adempimenti.

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NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE NOTA BENE

CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

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CAA - IN PRIMO PIANO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

Condizionalità e rotazione colturale, le normative per le imprese Q da NOVARA - LORENZO ROLANDO (Responsabile Caa Coldiretti)

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numerose aziende agricole stanno giungendo in questi giorni lettere a firma di importanti realtà industriali sementiere relative alla rotazione colturale (mais in particolare), facenti però riferimento a regioni ben diverse dal nostro Piemonte. Al fine di meglio chiarire la questione relativa alla rotazione colturale e agli obblighi di condizionalità, si ritiene opportuno tornare sull'argomento con le opportune specificazioni. Innanzitutto, va ricordato che state puntualizzate, con DGR n. 24 del 26/10/ 2011 della Regione Piemonte, le procedure per rispettare alcuni obblighi di condizionalità che le aziende agricole devono rispettare. Si ricorda brevemente che le norme di condizionalità sono prescrizioni di carattere ambientale e tecnico che ogni azienda agricola che presenta qualsivoglia domanda di aiuto su regimi di pagamento comunitari (principalmente PAC e PSR) deve rispettare, le regole della condizionalità si articolano in una serie di atti e di norme, tra queste ultime figura lo standard 2.2 che riguarda l’avvicendamento delle colture. La norma sull’avvicendamento prevede che al fine di mantenere il livello di sostanza organica del suolo e di salvaguardarne la struttura, è ammessa una durata massima della monosuccessione pari a cinque anni per i cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo. Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per 2 o più anni consecutivi. Il computo degli anni di monosuccessione decorre dall’anno 2008. Non interrompono la monosuccessione le colture intercalari in secondo raccolto.

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Zootecnia biologica, è disponibile una guida per l'applicazione delle normative comunitarie

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na guida per consentire alle imprese zootecniche biologiche di interpretare correttamente il regolamento adottando le giuste prassi di allevamento. A predisporla è stato il Centro per la Produzione della Carne e il Miglioramento genetico di Monterotondo. Il documento punta a facilitare la lettura per il Regolamento di esecuzione (Ue) N. 505/2012 della Commissione del 14 giugno 2012 In particolare, tale guida, disponibile alla pagina Internet: http://www. ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/guida.pdf, riguarda l’interpretazione di alcuni articoli dei regolamenti Ue n. 889/2008 e 505/2012 per facilitarne la comprensione, soprattutto in merito all’uso di alimenti per animali e all’etichettatura dei mangimi. La zootecnia biologica è cresciuta in Italia in 10 anni. Nel settore zootecnico, nonostante alcune differenze tra le diverse specie, si è assistito ad un aumento del numero di capi allevati con metodo biologico. Confrontando i dati del Sinab dal 2001 ad oggi, si registra un aumento dei capi per tutte le specie ad eccezione dei bovini che da 330.700 si sono ridotti a 193.675. È considerata come monosuccessione dello stesso cereale la successione dei seguenti cereali: frumento duro, frumento tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro. La ragione della norma risiede nel fatto che una buona conduzione agronomica dei terreni è sempre stata imperniata sulla rotazione delle colture, non solo per mantenere la fertilità del suolo ma anche per contrastare l’insorgenza di malattie o parassiti; negli ultimi anni tuttavia la modifica degli assetti aziendali e la disponibilità di macchine e mezzi tecnologici nuovi hanno favorito la diffusione della monosuccessione verso quelle colture che meglio rispondono alle mutate esigenze aziendali, per la nostra provincia, ad esempio, una delle colture più interessate dalla monosuccessione è il mais. Per molte aziende quindi l’obbligo di ruotare le colture può risultare molto gravoso da osservare, d’altro canto, numerose esperienze sperimentali

evidenziano che nei terreni oggetto di fertilizzazione organica (con letame o liquame) il livello della sostanza organica si mantiene a buoni livelli (spesso aumenta) anche in presenza di colture fortemente esigenti e produttive. Sulla scorta di tali evidenze, nella norma di condizionalità 2.2. sono state previste delle deroghe al divieto della monosuccessione ed in particolare: 1. è ammessa la monosuccessione di riso; 2. è ammessa la monosuccessione di cereali autunno vernini per le zone montane; 3. è ammesso prolungare la monosuccessione oltre il termine del quinquennio qualora il mantenimento del livello di sostanza organica sia dimostrato mediante analisi del terreno. Se in un anno del periodo di deroga viene evidenziata, mediante analisi del suolo, una diminuzione del livello di sostanza organica, sulle superfici interessate dalla monosuccessione deve essere effettuato almeno uno dei seguenti in-

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terventi di ripristino: - letamazione; - apporto di liquame; - apporto di digestato da impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas; - apporto di ammendante compostato; - restituzione al terreno delle stoppie e delle paglie (asporto della sola granella); - sovescio. L’analisi del terreno non è richiesta se sui terreni interessati dalla monosuccessione, se in ogni anno del periodo di deroga, si effettua in via preventiva almeno uno degli interventi sopra citati. Tradotto in termini pratici, le aziende cerealicolo–zootecniche, avendo a disposizione letame o liquame prodotti dagli allevamenti possono facilmente ottemperare alle prescrizioni richieste per operare in deroga, è sufficiente infatti che ai seminativi vengano apportati regolarmente letame o liquame. Le aziende solo cerealicole senza allevamenti possono usufruire della deroga se procedono all’interramento delle stoppie o delle paglie; qualora le stoppie (ad. es. stocchi del mais) o la paglia vengano asportate allora è necessario provvedere ad una concimazione organica mediante l’apporto di letame o liquame o ammendante o digestato. Se nessuna delle azioni sopra descritte è attuabile da parte dell’azienda, per usufruire della deroga occorre effettuare annualmente un’analisi del terreno per verificare che il livello di sostanza organica dello stesso non diminuisca; per avere un termine di confronto occorre effettuare un’analisi nel quinquennio (essendo questo iniziato nel 2008 l’analisi deve essere effettuata nel 2012, ultimo anno dei monosuccessione ammessa) ed una in ciascun anno successivo, quindi dal 2013 in poi. Se le analisi evidenziano un calo di sostanza organica diventa obbligatorio intervenire con una concimazione organica che la riporti ai valori precedenti. Rispetto alla stesura iniziale, la norma sull’avvicendamento (che non contemplava la possibilità di deroga automatica per chi effettua un qualche tipo di fertilizzazione organica) è stata così semplificata molto nella sua gestione, lo staff tecnico di Coldiretti non è estraneo a tali modifiche in quanto già dal 2008 ci si era adoperati per rendere tale norma più aderente alla realtà. Gli uffici del Caa Coldiretti sono a disposizione di tutti gli associati per ogni ulteriore indicazione sull'argomento.

OCM VINO - BANDO PER ESTIRPO E REIMPIANTO (RISTRUTTURAZIONE VIGNETI)

È

stato aperto in data 6 novembre 2012 il bando per l'accesso a contributi a fondo perduto per estirpo e reimpianto di superfici vitate. Beneficiari sono tutti in conduttori di vigneti, a qualunque titolo, con priorità ai Coltivatori Diretti/Imprenditori Agricoli iscritti all'INPS. Se l'azienda ha già una superficie vitata di almeno 1 ettaro la superficie minima di impegno è di 0.3 ettari, in caso diverso la superficie minima di impegno è di 0.5 ettari. La domanda deve essere esclusivamente presentata in via telematica attraverso il CAA gestore del fascicolo aziendale entro la data del 30 gennaio 2013 in via telematica e con la presentazione della parte cartacea entro il giorno 6 febbraio 2013, ore 12, presso il competente Servizio Agricoltura Provinciale, completa di tutti gli allegati e di copia della domanda cartacea sottoscritta dal beneficiario. I contributi riguardano l'estirpo ed il reimpianto di vigneti aziendali e/o il reimpianto con l'acquisizione da terzi del diritto di reimpianto. Le motivazioni possono essere la riconversione varietale e/o la ricollocazione di vigneti in aree più vocate. Vi è anche la possibilità di avere un contributo per la sostituzione integrale di pali e fili del vigneto al fine di adeguarlo ad una migliore meccanizzazione, come ad

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esempio la vendemmia meccanica ed anche per il sovrinnesto. L'ammontare dell'aiuto è pari a 12.300 euro/ettaro per estirpo e reimpianto, 10.100 euro /ettaro per reimpianto con acquisto da terzi del diritto e di 4.700 euro/ettaro per la sostituzione di pali e fili; 4.200 euro/ettaro per il sovrinnesto. Questi contributi aumentano nel caso di zone di montagna, ciglionamenti, terrazzamenti e vanno valutate le singole situazioni. Il contributo viene erogato entro il 15 ottobre 2013, previa sottoscrizione di una fideiussione per il 120% dell'importo del contributo e le opere possono essere eseguite entro il 31/07/2015 E' importante ricordare che prima della presentazione della domanda di contributo l'azienda deve essere in possesso del diritto di reimpianto: aziendale o acquisito. Si ritiene interessante suggerire di aderire alla misura il questo anno, in quanto, essendo alla chiusura del periodo OCM VINO 2007/2013, la domanda 2013/2014 potrebbe subire dei rallentamenti e quindi aderire ora vuol comunque dire poter fare i lavori con tre primavere a disposizone per gli impianti: 2013, 2014, 2015. Gli uffici COLDIRETTI sono a disposizione per informazioni, valutazioni di fattibilità e presentazione delle domande. CARLO TODESCHINO

▶ VIGNETO

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SICUREZZA

CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDI-

NOTIZIE PER LE IMPRESE

Prevenzione incendi: prorogati i termini per le richieste Q da NOVARA - ELENA ROLANDO (Referente Abilitata Sicurezza Imprese)

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e attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (DPR 151/11) hanno un anno in più di tempo per presentare la SCIA senza incorrere in sanzioni. Il DPR 151/11 aveva introdotto un elenco, nuovo rispetto a quello esistente dal 1982, delle attività soggette alle visite e ai controlli per la prevenzioni incendi, i cui soggetti avrebbero dovuto adeguare la propria posizione entro e non oltre lo scorso 7 ottobre 2012, termine, come detto sopra, differito di un anno. Secondo la nuova disciplina normativa, le attività d’impresa interessate alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi sono distinte in 3 categorie: A, B, C. Appartengono alla Categoria A le attività di limitata complessità. Rientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da un medio rischio. Nella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecnico-gestionale. Le procedure distinte per categoria Categoria A Un imprenditore che desidera costruire un’attività secondo la nuova disciplina, compie i lavori necessari alla realizzazione dell’opera senza chiedere pareri preventivi ai Vigili del fuoco. Dopo aver realizzato la costruzione, per dare inizio all’attività, invia allo Spor-

tello Unico attività Produttive SUAP il progetto dell’opera e una segnalazione certificata d’inizio attività (SCIA) con allegata la documentazione comprovante il rispetto delle prescrizioni vigenti in termini di sicurezza antincendio. Categoria B Se l’imprenditore intende avviare un’attività di media complessità, è necessario far valutare il progetto al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che esprimerà il parere ssull’eventuale adeguatezza dell’opera alle norme antincendio. Al termine dei lavori, è sufficiente inviare al SUAP una segnalazione certificata d’inizio attività con allegata la documentazione comprovante il rispetto delle prescrizioni vigenti in termini di sicurezza antincendio. Per le due categorie A e B, i controlli da parte dei Vigili del fuoco verranno ese-

Prorogate di un anno le scadenze previste in origine a ottobre 2012. Secondo la nuova disciplina normativa, le attività d'impresa interessate alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte nelle tre categorie A, B e C.

IL SISTEMA COLDIRETTI SI È DOTATO DELL'INGEGNER ELENA ROLANDO, PROFESSIONISTA ABILITATO DALL'ORDINE DEGLI INGEGNERI, ALLE QUALE È POSSIBILE RIVOLGERSI PER OGNI ADEMPIMENTO INERENTE LA SICUREZZA SUL LAVORO. PRESSO LA SEDE DI COLDIRETTI NOVARA È PRESENTE NELLE GIORNATE DI MARTEDÌ E MERCOLEDÌ, PREVIO APPUNTAMENTO TELEFONICO DA CONCORDARSI CON GLI UFFICI ZONALI DI COLDIRETTI

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guiti entro 60 giorni dal ricevimento della SCIA, con metodo a campione. Categoria C In questo caso è necessario ottenere il parere preventivo di conformità del progetto ai Vigili del Fuoco. Terminati i lavori, si invia al SUAP la SCIA con allegata la documentazione comprovante il rispetto delle prescrizioni vigenti in termini di sicurezza antincendio. Entro 60 giorni dall’inizio dell’attività i Vigili del Fuoco effettueranno il sopralluogo per controllare che tutte le norme antincendio siano rispettate e in caso positivo, rilasceranno il Certificato di prevenzione incendi CPI. Il CPI rilasciato in base al nuovo decreto dovrà essere rinnovato ogni 5 o 10 anni a seconda della tipologia dell’attività e del grado di rischio di pericolosità dell’attività stessa. Le principali attività agricole soggette al controllo sono: - Impianti per l'essiccazione di cereali e di vegetali in genere con depositi di prodotto essiccato con quantitativi in massa superiori a 50.000 kg (cat. C); - Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW (categoria variabile in base al valore di potenzialità dell’impianto); - Contenitori distributori carburanti liquidi con punto di infiammabilità sopra i 65 gradi, con capacità superiore a 9 litri (categoria A); - Depositi di gas infiammabili disciolti o liquefatti (Gpl) in serbatoi fissi di capacità geometrica complessiva superiore a 300 litri (categoria dipendente dalla capacità geometrica del deposito). L'essere a norma è condizione indispensabile in caso di sinistro per poter accedere e beficiare delle coperture assicurative in atto.

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Sicurezza sul lavoro: normativa ed obblighi stabiliti dal Testo Unico Salute e sicurezza sul lavoro: la formazione è importante (e obbligatoria)

LPubblicate le linee guida per gli

a conferenza La Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni ha individuato le attrezzature da lavoro per le quali è obbligatorio uno specifico addestramento. I costi della formazione sono a totale carico del datore di lavoro, la partecipazione dei lavoratori deve avvenire durante l’orario di lavoro e soprattutto la durata e contenuti dei corsi sono da considerarsi minimi. Per quanto riguarda la formazione del datore di lavoro, i corsi rimangono invariati ad eccezione di quello per il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione che da 16 ore è diventato di 32, perciò nulla cambia per il corso di Primo soccorso e per l’antincendio. Per quanto riguarda invece i dipendenti la formazione ha due livelli, quella che deve essere fatta in base alle risultanze dalla valutazione dei rischi, che possiamo chiamare generale e quella che riguarda tutti i dipen- denti che utilizzano le attrezzature individuate dall’accordo approvato. La formazione generale dura 12 ore, è obbligatoria e riguarda tutti i tipi di contratto di lavoro ad eccezione dei soci lavoratori di società semplici e degli avventizi con meno di 50 giorni lavorativi l’anno. L’addestramento per ottenere l’abilitazione riguarda invece tutti gli operatori che utilizzano le attrezzature previste nell’accordo compresi anche i partecipanti alle imprese familiari e alle società semplici in agricoltura senza dipendenti per l’agricoltura oltre ai trattori agricoli e forestali si può trattare di carrelli elevatori semoventi e delle macchine per il movimento della terra.

Q da NOVARA - ELENA ROLANDO (Referente Abilitata Sicurezza Imprese)

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n Italia, la salute e la sicurezza sul lavoro sono regolamentate dal D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. conosciuto come Testo Unico sicurezza sul Lavoro. Il decreto si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio. Per le imprese medie e piccole che operano nel settore agricolo il decreto ha previsto all’articolo 21 regole specifiche. Il Testo stabilisce che le aziende agricole, sia individuali sia società devono: a) utilizzare attrezzature di lavoro a norma; b) munirsi di dispositivi di protezione individuali e utilizzarli conformemente alle norme di sicurezza; c) munirsi di apposita tessera di rico-

noscimento corredata di fotografia, qualora effettuino lavori in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto (es. contoterzisti). I soggetti di cui all’art 21 sono puniti: a) Con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro per il mancato utilizzo di attrezzature di lavoro a norma di Legge e dei Dispositivi di protezione individuali. b) Con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro per ciascun soggetto che non possieda apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, qualora effettui lavori in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto. Valutazione dei rischi aziendali

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Nelle aziende ove sono presenti lavoratori subordinati, la legge impone l’obbligo di valutare i rischi per la salute e la sicurezza a cui possono essere esposti i lavoratori durante l’attività svolta. Si ricorda che nelle aziende che occupano fino a 10 dipendenti, il datore di lavoro può autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi entro e non oltre il 31/12/2012. A decorrere dal 1 gennaio 2013 i datori di lavoro non potranno più autocertificare i rischi aziendali, ma dovranno anch’essi provvedere alla redazione del documento di valutazione dei rischi DVR. Il DVR deve essere tenuto in azienda e serve principalmente a delineare tutti gli interventi da attuare per eliminare, ridurre o controllare i rischi e pericoli presenti all'interno dei luoghi di lavoro. Con l’anno prossimo, tutte le imprese agricole, anche con un solo addetto, dovranno adeguarsi alle norme in materia di sicurezza sul lavoro, onde evitare le pesanti sanzioni previste. Per omessa redazione del DVR è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro. PRINCIPALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO • Valutare tutti i rischi con conseguente elaborazione del Documento “DVR” • Designazione del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione RSPP • Nomina del Medico Competente • Nomina dei lavoratori incaricati a ricoprire il ruolo d’addetto antincendio e primo soccorso • Elezione/ designazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza • Informazione/formazione dei lavoratori sui rischi connessi al tipo di mansione svolta I • nviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria • Aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro.

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CAA - IL VINO E IL VIGNETO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

Imbottigliamento, semplicati diversi adempimenti Q da NOVARA - CARLO TODESCHINO (Responsabile Servizio Vitivinicolo)

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l ministero, dopo i tanti solleciti, ha proceduto a semplificare (parzialmente) gli adempimenti connessi a talune operazioni di imbottigliamento. Secondo il piano dei controlli la comunicazione di imbottigliamento può avvenire a consuntivo (entro sette giorni dallo stesso) e comunque almeno tre giorni prima della vendita ed uscita dalla cantina dei recipienti. Solo nel caso in cui i due adempimenti non siano rispettati l’imbottigliatore potrà essere assoggettato a non conformità grave. Nel caso di imbottigliamento immediato come per la vendita diretta operata presso la cantina al consumatore

finale, l’impresa vitivinicola imbottigliatrice comunicherà le operazioni di imbottigliamento a consuntivo, entro sette giorni lavorativi dal giorno in cui ha effettuato la vendita (e quindi l’imbottigliamento contemporaneo) e non vale in questa circostanza l’obbligo della comunicazione dei 3 giorni prima dell’uscita dei recipienti. Le aziende che ottengono vino direttamente dalle proprie uve raccolte in azienda e le cantine cooperative (per le uve conferite dai propri soci), cosiddette “verticali”, che procedono al confezionamento possono, tuttavia, effettuare la comunicazione di imbottigliamento anche con cadenza mensile ed in forma riepilogativa, ma questo trova applicabilità solo per le DO che

PIANO DEI CONTROLLI, LE RICHIESTE DELLA COLDIRETTI NOVARA - L’applicazione del Piano dei Controlli, specie per la fase vigneto, richiede di definire meglio le procedure di comunicazione e di correzione delle eventuali irregolarità riscontrate. Coldiretti ha puntualmente chiesto di rendere più snelli i flussi delle informazioni e univoci i comportamenti tra i vari soggetti interessati: produttore, Regione, Provincia, ICQ, struttura di controllo... È noto come le non conformità lievi, segnalate con verbale dalla struttura incaricata ai controlli, debbano essere risolte nei 30 giorni successivi, altrimenti divengono non conformità lievi, con relativa segnalazione all’ ICQ. Considerata la situazione complessa dovuta all’allineamento delle superfici vitate, non di rado succede che la correzione non possa avvenire sul sistema senza l’intervento esterno da parte della Pubblica Amministrazione, oppure senza la “lavorazione” della foto aerea da parte delle società incaricate, con conseguente allungamento dei tempi, anche oltre i 30 giorni.

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In questi casi è stato proposto di dare la possibilità, avviando l’iter di correzione e segnalandolo alla struttura di controllo per le vie brevi, di sospendere, o meglio di allungare i suddetti 30 giorni per non fare scattare la non conformità grave. Il ministero ha recepito le difficoltà connesse alla misurazione delle superfici ed alle fasi di controllo e con una recentissima nota rende meno impattanti le non conformità, lasciando inoltre la porta aperta verso tolleranze, scadenze e sanzioni. Abbiamo chiesto che tali aperture siano presto rese applicative a livello regionale. Occorre inoltre stabilire, un “sistema” comunicativo definito, condiviso ed efficace tra il produttore ed i vari attori, evitando gli attuali andirivieni di carteggi. È infine importante che le aziende verifichino sempre la corrispondenza in arrivo dalle strutture di controllo e non dimentichino di effettuare le correzioni indicate sui verbali, oppure diano corso ad azioni di contradditorio, ove lo ritengano necessario. CARLO TODESCHINO

▶ BOTTI IN CANTINA

utilizzano il lotto. La deroga perde d’efficacia, infatti, nei casi dove si applicano le fascette poiché la stessa comunicazione è necessaria per la prenotazione dei contrassegni. Inoltre, in virtù di altre disposizioni in materia, non è considerato imbottigliamento il riempimento di recipienti alla presenza dell’acquirente privato e dallo stesso forniti (attenzione a che sussistano tutte le condizioni: acquirente finale, sua presenza all’operazione e recipienti dallo stesso forniti). In tale circostanza l’operazione può non essere annotata sul registro di imbottigliamento e non è richiesta di conseguenza la comunicazione di cui sopra. I volumi così ceduti saranno, tuttavia, oggetto di unica comunicazione mensile riepilogativa. Se viceversa si ritiene di registrare comunque l’operazione, dovranno effettuarsi le comunicazioni alla struttura di controllo, come anzidetto.

SCADENZIARIO VITIVINICOLO • DENUNCIA DI PRODUZIONE VITIVINICOLA E CONTROLLO FASCICOLO VITIVINICOLO Scadenza presentazione: 15/1/2013 Contattare gli uffici Coldiretti per prendere appuntamento al fine di concludere il lavoro preliminare entro il 30/11/12. • OCM VINO 2013 Contributo a fondo perduto del 40% su acquisti di macchine ed attrezzature per cantine, e/o costruzioni e ristrutturazioni cantine. L'apertura del bando è annunciata ad inizio 2013 e fine lavori/ acquisti al 31 agosto 2013. Per ogni acquisto/opera necessitano tre preventivi di ditte diverse. Tutti gli interessati devono contattare gli uffici al più presto per valutre gli acquisti/opere ammissibili e non al finanziamento e la modalità di realizzazione degli interventi.

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CAA - IL VINO E IL VIGNETO CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI: NOTIZIE

Q ENTRO METÀ GENNAIO

Dichiarazione di raccolta uve e produzione vino 2012 Q da NOVARA

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ntro il 15 gennaio 2013 va presentata la dichiarazione vitivinicola, adempimento a cui sono tenuti coloro che hanno prodotto uva o vino, in questa campagna. Precisiamo che in caso di cessione di uve o prodotti a monte del vino occorre comunicare ai destinatari, tramite apposito attestato - mod.F1 - i dati della vendemmia anticipatamente (almeno 6 gg prima) rispetto la scadenza del 15.1. Richiamiamo l’attenzione sulla superficie vitata da prendere in considerazione per la dichiarazione in oggetto e per la rivendicazione delle DOC/G, che dovrà essere quella risultante dal fascicolo del produttore /schedario, senza più riferimento all’Albo dei Vigneti, definitivamente archiviato. Essa è soggetta, oltre alla procedura di allineamento, anche alle verifiche con sopralluogo, previste dai piani di controllo. È dunque importante mantenere aggiornata la superficie, anche sulla base delle risultanze degli eventuali sopralluoghi, attraverso i dati riportati nei verbali dalle strutture di controllo. In caso di non conformità le correzioni devono effettuarsi entro 30 giorni dalla comunicazione. La dichiarazione è presentata elusivamente in forma telematica entro il 15 gennaio 2013. La superficie risultante sulla dichiarazione è necessario sia corrispondente al “fascicolo aziendale”. Ai produttori si chiede conseguentemente di verificare prima di presentarsi negli uffici quali siano nuovi impianti, estirpazioni, acquisti, affitti di vigneti avvenuti rispetto la precedente campagna. Occorre prestare attenzione ai dati da dichiarare, in particolare ai quantitativi di uve e di vini prodotti, separatamente per le varie DOC/G e tipologie, nonché i riferimenti dei destinatari. Si invita a portare i documenti di vendita quali DDT, DA/ IT, fatture e gli eventuali verbali emessi dalla struttura di controllo.

CANTINE E PRINCIPALI REQUISITI GENERALI PER L'OPERATIVITÀ ESPOSIZIONE AD ANIDRIDE CARBONICA L’anidride carbonica che si sviluppa naturalmente dalla fermentazione del mosto a causa della sua maggiore densità (rispetto all’ossigeno) tende ad accumularsi in basso nell’ambiente di lavoro con conseguente diminuzione dell’ossigeno. Questo rischio è reale quando i tini sono posti all’interno di locali. In questa fattispecie (fermentini situati all’interno dei locali di lavorazione) i locali dovranno essere dotati di idonei sistemi di rilevazione di CO2 (es: rilevatori CO2 posizionati nei punti significativi della zona a rischio, eventualmente connessi ad un impianto di estrazione localizzata con bocche di espulsione nella zona inferiore delle pareti e nella zona superiore dei vasi vinari, diversamente potranno essere dotati di sola segnalazione acustica di superamento di soglia). ESPOSIZIONE AD ANIDRIDE SOLFOROSA Le varie operazioni legate alla fase di solfitazione (stoccaggio e movimentazione delle bombole di SO2, riempimento del solfimetro, solfitazione del mosto) possono determinare l’esposizione degli addetti ad anidride solforosa (SO2). Si tratta di un gas più pesante dell’aria che pertanto tende ad accumularsi verso il basso. Nel caso sia effettuata la solfitazione in fermentini posti all’interno dei locali della cantina, questi ultimi devono essere dotati di idonei sistemi di aerazione, posizionando estrattori d’aria, possibilmente nelle parti basse delle pareti. GESTIONE BOMBOLE DI GAS A PRESSIONE Le bombole contenenti gas a pressione (anidride solforosa, anidride carbonica, azoto etc.) devono essere stoccate in locali/aree separati dalle zone di lavorazione, aerati e riparati dall’irraggiamento solare, lontani da altri materiali infiammabili o che costituiscano un elevato carico di incendio, ovvero in aree esterne debitamente protette ed attrezzate. Inoltre le bombole stoccate devono essere fissate in modo che sia impossibile la loro caduta. È opportuno evitare per quanto possibile la presenza di dislivelli tra i reparti dove è necessario l’utilizzo delle pompe di travaso, dove ciò non sia possibile è opportuno limitare al massimo la pendenza degli scivoli di comunicazione tra reparti a quote diverse ovvero prevedere montacarichi per superare i dislivelli. ACCESSO AI TINI PER LA FERMENTAZIONE La salita sulla sommità dei tini, utilizzando una scaletta portatile o struttura metallica fissa costituita da scale di accesso e passerelle espone i lavoratori a rischio caduta, verso l’esterno o all’interno del tino. La eventuale presenza di gas asfissianti (anidride carbonica) o tossici (anidride solforosa) e di vapori alcolici può aggravare il rischio di caduta dall’alto. Nel caso in cui lungo i fermentini esistano strutture fisse di accesso e relative

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passerelle, le stesse devono essere realizzate in materiali antiscivolo (ad esempio grigliato metallico) dotate di parapetti e fasce fermapiedi. Le passerelle grigliate devono essere realizzate in modo che il boccaporto superiore del tino sia qualche cm. più basso del piano di calpestio, prevedendo una “botola” incernierata sul grigliato che può essere aperta per togliere il coperchio del boccaporto del tino e poi immediatamente richiusa lasciando il boccaporto aperto. ACCESSO AI VASI VINARI PER OPERAZIONI DI GESTIONE DELLA CANTINA Modalità di accesso ai vasi vinari per operazioni di pulizia, manutenzione, ecc. (con presumibile presenza di anidride carbonica, anidride solforosa, azoto – rischio di asfissia). Effettuare una approfondita valutazione dei rischi relativi ai lavori che richiedono la presenza di un lavoratore all’interno delle vasche da vino, definendo le procedure corrette per la loro esecuzione. Tali procedure dovranno essere contenute in un documento scritto, portato a conoscenza di tutti i lavoratori e dovranno prevedere almeno le seguenti misure: nominare un responsabile della procedura con il compito di controllare che vengano effettuate tutti i passaggi previsti; provvedere ad un lavaggio dell’aria dell’ambiente mediante utilizzo di un ventilatore di adeguata portata; controllare la percentuale di ossigeno presente all’interno della vasca mediante apposito strumento misuratore, prima di permettere l’accesso del lavoratore incaricato; prevedere la presenza di un lavoratore all’esterno della vasca, con funzione di assistenza continua e a vista, per tutto il tempo dell’intervento, incaricato unicamente di compiere questo compito di sorveglianza; valutare il rischio di caduta dall’alto nella fase d’ingresso alla vasca da parte del lavoratore incaricato; fornire a tutti i lavoratori impegnati nei lavori in questione, una adeguata informazione e formazione mirata ai fattori di rischio propri di tale attività ed alla conoscenza delle procedure corrette cui attenersi; provvedere al fissaggio della scala portatile prima di consentire l’accesso del lavoratore all’interno della vasca; provvedere aperture di accesso di dimensioni tali da consentire un intervento di soccorso al lavoratore eseguito in sicurezza. Oltre a quanto sopra, per i lavori in questione, occorre attenersi alle disposizioni contenute nel DPR 177/11, in particolare incaricando lavoratori con un adeguato livello di esperienza e di capacità professionali e verificando di essere nelle condizioni previste per effettuare direttamente con il proprio personale gli interventi all’interno delle vasche, oppure in caso di affidamento dei lavori ad impresa appaltatrice o lavoratori autonomi occorre controllare che questi abbiano i requisiti necessari per compiere tali lavori attenendosi alle misure definite dal citato decreto. CARLO TODESCHINO (segue sul prossimo numero)

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FISCALE E CAF SISTEMA SERVIZI COLDIRETTI

Imu: la dichiarazione entro il 4 febbraio 2013 da NOVARA NOVARA -- MARCO ELENA SASSONE Q da CIAMPANELLI saltuari e variabili o ancora possono essere Q (Responsabile Fiscale Impresa Vco (Referente Campagna Amica) Verde Novaraprodotti solo in aerali molto ristretti e infine solo se si verificano particolari condizioni Ora, per comprendere se occorre presena nuova scadenza dalla apicoltura cresce ederiva mantiene la climatiche. Vediamo, quindi di individuare tare la dichiarazione IMU e per calcolare combinazione della pubblicaziopropria strategicità nella pro- tutti i potenziali raccolti. ne sulla delsono de- l’imposta a saldo entro il 17 dicembre, vinceGazzetta di NovaraUfficiale e Vco, dove Tra i mieli monofloreali principali vi sono creto 30 ottobre 2012, con il quale diverse le imprese agricole dedi- posto che il ministro Grilli ha escluso il ministero dell’Economia e delle Finanze te a tale attività: in particolare, il Novarese si qualsiasi proroga, è necessario sapere se ha approvato il modello e le istruzioni per posiziona tra i primi posti in Piemonte, con il Comune ha deliberato o meno riduziola sua compilazione, maxi-emenda207 apicoltori presenticon in ilprovincia, consi- ni d’imposta (o aumenti), consultando il mento presentato in sede di conversione derando anche gli hobbisti, per un totale di link: www.finanze.it/dipartimentopolitidel DL 174/2012 (“decreto enti locali”). circa 22n.mila arnie. Nel Vco, invece, gli api- chefiscali/fiscalitalocale/imu2012/sceltaIl decreto è stato pubblicato sulla G.U. n. regione.htm. coltori sono 351, per un totale di 5.500 arnie. 258 del 5 novembre e il maxi-emenNelle due province si2012 riescono a produrre Il ministro Grilli, inoltre, in base a notidamento previsto l’applicazione del zie di stampa, ha fatto presente che “nei molti mieliha monoflorali. rispetto del termine di raccolti 90 giorni. Alcuni possono essere tutti gli an- Comuni che non avranno deciso in proni con produzioni variabili per quantità ma con caratteristiche costanti per qualità organolettiche, altri, invece, risultano più

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posito entro il termine del 30 novembre” quelli di Acacia, di Castagno, di Tiglio, cui si l’imposta municipale propria si pagheaggiunge, particolarmente in Ossola, quello rà con “l’aliquota già decisa dallo Stato”. di Rododendro. Tuttavia, concedendo tale non previsto A questi vanno aggiunti gli altri prodotti delbeneficio ai suddetti enti locali, il rischio le api, come propoli e cera. è che la delibera possa essere visibile sul Importante è, anche per il settore dell'apisito i primi giorni di dicembre e dunque a coltura, il collegamento con la rete degli una manciata di giorni dal termine ultimo Agrimercati, dei Punti e delle Botteghe di per il versamento dell’Imu a saldo. Campagna Amica, canali di mercato ideali Termine, peraltro, non derogabile affinché per poter raggiungere i consumatori anche le somme versate tramite F24 o tramite al di fuori dei confini del comprensorio. bollettino postale (prerogativa quest’ultiColdiretti è a disposizione di tutti gli apima che compete solo al saldo dell’Imu ma coltori con la propria struttura tecnica ed i non è stata fruibile per l’acconto) confluiservizi a loro dedicati: per informazioni, è scano nella contabilità dello Stato entro il possibile rivolgersi agli uffici zona presenti 31 di dicembre. sul territorio. Approfondiremo puntualmente l'argomento filiera miele sui prossimi numeri del giornale.

FABBRICATI RURALI, SCADE A FINE NOVEMBRE IL TERMINE PER L'ACCATASTAMENTO

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cade il 30 novembre 2012 il termine ultimo per l'accatastamento degli immobili rurali al Catasto dei Fabbricati. Sappiamo bene come il nostro territorio sia indissolubilmente legato alla tradizione rurale e quanto ampio sia il patrimonio edilizio rurale esistente. Però forse non tutti sanno che , in seguito alle nuove leggi, il patrimonio immobiliare rurale stia assumendo un inquadramento fiscale differente rispetto al passato. Poiché dal 2012 i fabbricati rurali divengono anch'essi soggetti ad IMU, onde evitare che i fabbricati iscritti al catasto dei terreni quindi privi di rendita possano sfuggire al prelievo, la Legge di conversione al decreto Monti ha posto l’obbligo di accatastamento di tutti i fabbricati rurali al Catasto dei Fabbricati. Per questo motivo, entro il 30 novembre 2012 (il vecchio termine era il 31 marzo 2012, poi pro-

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rogato al 30 giugno) gli immobili rurali ancora iscritti al Catasto terreni dovranno essere dichiarati al Catasto edilizio urbano. Il decreto legge 557 del 1993 (convertito con modifiche dalla legge 133/1994) ha previsto l'accatastamento obbligatorio per tutti i fabbricati rurali, siano essi in pianura, in collina depressa o in Comuni montani. Dopo una serie di proroghe successive, la data ultima per procedere all'accatasta-

mento dei fabbricati ancora censiti al catasto terreni e privi di rendita h fissata al 30 novembre 2012. L'intento del legislatore è identificare tutti gli immobili esistenti sul territorio italiano. In realtà, non tutti i fabbricati rurali dovranno essere accatastati. Le eccezioni sono contenute al comma 3 dell'articolo 3 del Dm 28/98, che indica una serie di immobili che non vanno accatastati, a meno che non abbiano ordinaria autonoma suscettibilità reddituale. Ricordiamo che lo scorso mese di marzo è stata stipulata una convenzione tra la Coldiretti ed il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Novara per l'affidamento dell'incarico di accatastamento dei fabbricati rurali. La convenzione è disponibile in visione presso gli uffici della Coldiretti interprovinciale, presso i quali è inoltre possibile rivolgersi per tutte le ulteriori informazioni.

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012


IMU: NUOVE PRECISAZIONI SU CHI NON LA DEVE PAGARE

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on devono presentare la dichiarazione IMU i possessori di fabbricati rurali strumentali. Non sono tenuti all’adempimento nemmeno i possessori di immobili iscritti al Catasto terreni che entro il 30 novembre 2012 dovranno dichiararli al Catasto edilizio urbano. È una delle precisazioni contenute nelle istruzioni per la compilazione del modello di dichiarazione IMU approvato con il DM 30 ottobre 2012, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 258. Secondo il Ministero, non si sarebbe tenuti all’obbligo dichiarativo in quanto l’Agenzia del Territorio rende disponibili ai Comuni (sul portale per i Comuni gestito dalla stessa Agenzia del Territorio) e all’Agenzia delle Entrate le domande presentate per il riconoscimento dei requisiti di ruralità ai sensi del DM 26 luglio 2012. Per quanto concerne i fabbricati rurali già iscritti al Catasto fabbricati, ad eccezione di quelle che risultano già accertate in categoria D/10, si ricorda che le recenti modifiche normative hanno stabilito che la sussistenza dei requisiti di ruralità sia indicata negli atti catastali attraverso un’apposita annotazione, indipendentemente dalla categoria attribuita (DM 26 luglio 2012 e circ. Agenzia del Territorio 7 agosto 2012 n. 2). Originariamente, invece, prima che i commi 2-bis, 2-ter e 2-quater dell’art. 7 del DL 13 maggio 2011, n. 70 (conv. L. 12 luglio 2011 n. 106) venissero abrogati, la richiesta di variazione catastale era volta a ottenere che all’immobile venisse

attribuita la categoria A/6, se si trattava di immobile rurale ad uso abitativo o la categoria D/10, se si trattava di immobile rurale ad uso strumentale. Invece, i fabbricati rurali ancora (legittimamente) censiti al Catasto Terreni dovranno essere denunciati al Catasto Edilizio Urbano entro il 30 novembre 2012, ai sensi dell’art. 13, comma 14-ter del DL n. 201/2011, conv. L. n. 214/2011, utilizzando la procedura DOCFA di cui al DM 19 aprile 1994 n. 701. Sono esclusi dall’obbligo dichiarativo gli immobili non oggetto di inventariazione ai sensi dell’art. 3, comma 3 del DM 2 gennaio 1998, n. 28 (a meno di una loro ordinaria autonoma suscettibilità reddituale, si tratta dei manufatti con superficie coperta inferiore a 8 mq., delle serre adibite alla coltivazione e protezione delle piante sul suolo naturale, delle vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni, dei manufatti isolati privi di copertura, di tettoie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili, di altezza utile inferiore a 1,80 m, purché di volumetria inferiore a 150 metri cubi e dei manufatti precari, privi di fondazione, non stabilmente infissi al suolo). Quindi, né per i fabbricati strumentali iscritti al Catasto urbano, né per quelli iscritti al Catasto terreni che dovranno essere trasferiti a quello urbano è previsto l’obbligo di presentare la dichiarazione IMU. Si ricorda che le conseguenze che la richiesta e l’eventuale riconoscimento dei requisiti di ruralità sono in grado di generare sono diverse a seconda che si tratti di ICI o di IMU. Ai fini ICI era ed è in gioco l’esenzione dal tributo sia per i fabbricati strumentali che per quelli abitativi.

Ai fini IMU, invece, si può fruire esclusivamente di riduzioni del tributo per i fabbricati strumentali all’attività agricola. Più precisamente, ai fini IMU (art. 13, comma 8 del DL n. 201/2011), “L’aliquota è ridotta allo 0,2 per cento per i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9, comma 3-bis, del D.L. n. 557/93, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133/94. I comuni possono ridurre la suddetta aliquota fino allo 0,1 per cento”, mentre per i fabbricati abitativi (ancorché sia riconosciuta loro la ruralità), purché non strumentali, valgono le ordinarie agevolazioni stabilite per l’abitazione principale, sempreché tale requisito sussista e, in mancanza, si applicherà il trattamento ordinario di cui al comma 6 dell’art. 13 del DL “Salva Italia”. Per i fabbricati rurali strumentali ubicati nei Comuni classificati montani o parzialmente montani, di cui all’elenco dei Comuni italiani predisposto dall’ISTAT, inoltre, l’art. 9, comma 8 del DLgs. n. 23/2011 ha previsto l’esenzione da IMU. Giova anche ricordare che la citata norma dispone altresì che “Le province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere che i fabbricati rurali ad uso strumentale siano assoggettati all’imposta municipale propria nel rispetto del limite delle aliquote definite dall’articolo 13, comma 8, del D.L. n. 201/2011 (...) ferma restando la facoltà di introdurre esenzioni, detrazioni o deduzioni ai sensi dell’articolo 80 del testo unico di cui al D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, e successive modificazioni”.

PICCOLE E MEDIE IMPRESE E FONTI RINNOVABILI: L'AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA HA APPROVATO UN PACCHETTO DI SEMPLIFICAZIONE

L’

Autorità per l’energia elettrica e il gas ha approvato un primo pacchetto di misure di semplificazione degli oneri a carico di piccole e medie imprese e famiglie. Il provvedimento prevede, in particolare, l’esonero da oneri previsti dalla regolazione a carico di alcune categorie di piccoli autoproduttori di energia elettrica, quali le Pmi. L’esonero riguarda e coinvolge, nello

specifico, i produttori elettrici con impianti di potenza nominale complessiva inferiore/uguale a 100 kW che non siano contemporaneamente gestori di componenti del servizio idrico integrato, che non svolgano nessuna altra attività nel settore elettrico o del gas e che siano già registrati sul sistema informatico Gaudi gestito da Terna. Questi soggetti, a seguito della decisione del Regolatore, verranno esonerati

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dall’obbligo di iscriversi all’Anagrafica operatori, di comunicare i dati sul versamento del contributo annuale per il funzionamento dell’Autorità e dall’invio delle informazioni per acquisire elementi utili per le attività conoscitive e la predisposizione della Relazione annuale. Per queste ultime, l’Autorità attingerà dai dati già disponibili presso il sistema Gaudi gestito da Terna.

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LEGISLATIVO SISTEMA SERVIZI COLDIRETTI

LEGGE di Stabilità: cosa cambia per l'agricoltura? da NOVARA NOVARA -- MARCO ELENA SASSONE Q da CIAMPANELLI saltuari e variabili o ancora possono essere Q (Responsabile Fiscale Impresa Vco solo in aerali molto ristretti e infine (Referente Campagna Amica) Verde Novaraprodotti

R L'

ivalutazione redditi apicoltura crescedei e mantiene la agrari e dominicali, propria strategicità nella rifipronanziamento di vince di Novara edel Vco,Fondo dove sono Solidarietà, disposizioni diverse le imprese agricole dedisulle agricole. Sono alcune te a talesocietà attività: in particolare, il Novarese si delle misure contenute nella bozza posiziona tra i primi posti in Piemonte, con di Legge di presenti Stabilità, approvata dal 207 apicoltori in provincia, consiConsiglio dei Ministri, di interesse derando anche gli hobbisti, per un totale di per il22settore agricolo. circa mila arnie. Nel Vco, invece, gli apiSul versante fiscale la bozza di legge coltori sono 351, per un totale di 5.500 arnie. prevede la rivalutazione Nelle due province si riescono aulteriore produrre (rispetto a quella già attualmenmolti mieli monoflorali. te prevista ai essere fini delle imposte Alcuni possono raccolti tutti gli sui anredditi dell’80 e 7%, rispettivamenni con produzioni variabili per quantità te per redditi dominicale edqualità agrama con icaratteristiche costanti per rio come risultanti in catasto) nella organolettiche, altri, invece, risultano più misura del 5% per i soggetti “professionali” (Cd e Iap iscritti nella relativa gestione previdenziale) e del 15% per gli altri soggetti, da applicare sia al reddito dominicale che

solo se si verificano particolari condizioni Si incrementa del 5 e 15% climatiche. Vediamo, quindi di individuare la base di calcolo tutti i potenziali raccolti. peri mieli le imposte determinate Tra monofloreali principali vi sono

coi criteri catastali, con una netta distinzione tra chi vive di agricoltura e chi no

ULTIME NOVITÀ FISCALI NUOVA DISCIPLINA IVA PER CASSA - Il decreto attuativo ha previsto che la nuova disciplina dell’IVA per cassa si applicherà alle operazioni effettuate dal 1° dicembre 2012. Pertanto, in conformità all’art. 32-bis, comma 5, del DL n. 83/2012, da tale data sarà abrogato l’attuale regime, regolato dall’art. 7 del DL n. 185/2008, mentre resta confermata l’esigibilità differita a tempo indeterminato per le operazioni di cui all’art. 6, comma 5, secondo periodo, del DPR n. 633/1972, come quelle poste in essere nei confronti dello Stato e di altri enti pubblici. La soluzione che appare preferibile, in assenza di una disciplina transitoria specifica sul punto, è quella basata sull’effettuazione dell’operazione, quale criterio da assumere, sul piano temporale, per individuare il regime applicabile alle operazioni attive e passive con IVA “in sospeso”. In altri termini, le operazioni effettuate in applicazione dell’attuale regime restano assoggettate al medesimo, sicché l’IVA a debito e a credito deve essere computata nella liquidazione del periodo (mese o trimestre) in cui le relative fatture vengono, rispettivamente, incassate e pagate, anche se dopo il 30 novembre 2012. ICI E RURALITA' DEI FABBRICATI - Il riconoscimento della ruralità dei fabbricati ai fini dell’Ici ha effetto retroattivo, se il contribuente ha presentato nei termini di legge la domanda di variazione catastale per l’attribuzione delle categorie A/6 e D/10. Lo ha stabilito la commissione tributaria provinciale di Brescia che, con sentenza n. 89/10/12, ha accertato il diritto alla restituzione dell’Ici versata e non dovuta per le annualità 2009 e 2010. La decisione è particolarmente importante perché va nella direzione opposta rispetto a quella delineata dalla sentenza n. 77/1/12, pronunciata dalla commissione tributaria regionale di Milano che, per lo stesso contribuente, ha respinto l’appello.

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agrario. quelli di Acacia, di Castagno, di Tiglio, cui si In altre particolarmente parole, si incrementa riaggiunge, in Ossola, quello spettivamente del 5 e del 15% la di Rododendro. base di calcolo per le imposte deA questi vanno aggiunti gli altri prodotti delterminate con ie cera. criteri catastali, le api, come propoli con una netta distinzione chi Importante è, anche per il settoretra dell'apivive di agricoltura e chi no. coltura, il collegamento con la rete degli Tali incrementi non saranno im-di Agrimercati, dei Punti e delle Botteghe mediatamente mitigati dalla riduCampagna Amica, canali di mercato ideali zione di raggiungere un punto percentuale delper poter i consumatori anche le prime due aliquote Irpef, atteso al di fuori dei confini del comprensorio. che questa diminuzione opererà Coldiretti è a disposizione di tutti gli apisolo a partire dalle dichiarazioni coltori con la propria struttura tecnica ed i dei redditi mentre le rivalu-è servizi a loro 2014, dedicati: per informazioni, tazioni hanno effetto già dal possibile rivolgersi agli uffici zona periopresenti do territorio. d’imposta in corso. sul È stato poi rifinanziato con la somApprofondiremo puntualmente l'argoma di 120 milioni di euro il Fondo mento filiera miele sui prossimi numeri di Solidarietà, così da avere la nedel giornale. cessaria copertura finanziarie per le polizze assicurative. Ancora, l’abrogazione delle disposizioni sulle società agricole (art. 1, commi 1093 e 1094 della legge n. 296 del 2006) non tocca le società semplici ma fa venire meno la possibilità di optare per la determinazione catastale del reddito per le società agricole costituite con la forma “commerciale” (snc, sas, srl) che conducono i terreni e per la determinazione forfetaria del reddito (25% dei ricavi) per le cosiddette società di commercializzazione. È previsto, altresì, che le opzioni precedentemente esercitate perderanno di efficacia già dal 2012, rinviando ad apposito provvedimento le disposizioni transitorie. La norma appare critica, soprattutto perché le disposizioni abrogate si ponevano nel solco dell’evoluzione e modernizzazione dell’agricoltura, iniziato con il d.Lgs. n. 228 del 2001 e perché, atteso il particolare momento congiunturale, a fronte di un evidente aggravio di tipo “burocratico” (senza dubbio la determinazione catastale rappresenta una semplificazione per le aziende agricole) non si ottiene un rilevante impatto in termini di gettito.

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SCONGIURATO L'INCREMENTO DELL'IVA PER I BENI AGROALIMENTARI PRIMARI MA RESTA L'AUMENTO AL 22% PER IL VINO

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iente aumenti per carne, pesce, yogurt, uova, ma anche per riso, miele e zucchero per i quali si continua ad applicare l’Iva al 10% grazie all’intesa raggiunta tra governo e maggioranza che risparmia dall’aumento dell’Iva la gran parte dei prodotti alimentari di grande consumo. Questo l'esito delle modifiche apportate alla legge di stabilità con le quali si prevede tra l’altro di sterilizzare l’aliquota dell’Iva al 10%. Una scelta necessaria per scongiurare ulteriori effetti depressivi sulla domanda di fronte al drastico calo dei consumi

che per gli alimentari ha raggiunto il 3% in quantità nei primi nove mesi dell’anno con picchi per prodotti come la carne (-5.5%) che sarebbe stata colpita dall’aumento. Un aumento dell’Iva generalizzato, in una fase in cui la mancanza di liquidità e di fiducia ha già portato ad una contrazione della spesa, avrebbe alimentato un circolo vizioso: l’aumento dell’Iva fa calare i consumi e la produzione che a loro volta significano più disoccupazione e debito pubblico. Resta invece confermato il previsto incremento dell’Iva dal 21 al 22% che interessa alcuni prodotti come l’acqua minerale, la birra e il vino, ma anche specialità come i tartufi.

▶ NON AUMENTA L'IVA PER IL PANE

ARTICOLO 62, LE NUOVE INDICAZIONI DA RIPORTARE IN FATTURA

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ome anticipato sullo scorso numero del giornale, dal 24 ottobre 2012 sono efficaci le disposizioni contenute nell’art. 62 del DL n. 1 del 24 gennaio 2012 (convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012 n. 27), che disciplina le relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari. Le disposizioni previste dal citato articolo 62 mirano ad una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera. Le principali novità riguardano: - la previsione dell’obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari; - il divieto di pratiche commerciali sleali; - i termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari (60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili). È una vittoria della filiera agroalimentare, sostenuta dalla Coldiretti l’emanazione di tale articolo. L’articolo 62 ed il relativo decreto applicativo sulla cessione dei prodotti agricoli e alimentari è molto positivo, in particolare che le nuove disposizioni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio” dei prodotti agricoli”; Il corrispettivo deve essere pagato: - entro 30 giorni per le merci deteriorabili (il comma 4 dell’art. 62 del DL n. 1/2012 fa un elenco di quali prodotti alimentari debbano considerarsi deteriorabili); - entro 60 giorni per tutte le altre merci. IMPORTANTE LA DATA CERTA (tale data è “va-

lidamente certificata” soltanto se il ricevimento della fattura sarà avvenuto tramite consegna “a mani”, raccomandata A.R., fattura elettronica, PEC, ma non per posta ordinaria. Se vi è incertezza in merito alla data di ricevimento della fattura va fatto riferimento alla data di consegna dei prodotti.) Il mancato rispetto dei termini di pagamento sarà punito con la sanzione da 500 euro a 500.000 euro (la misura della sanzione sarà determinata in ragione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi). Inoltre, dal giorno successivo al termine per il pagamento decorreranno automaticamente gli interessi al tasso maggiorato di due punti percentuali. Tutte le cessioni di prodotti agricoli non alimentari, tra cui appunto anche i fiori recisi, devono ritenersi merci non deteriorabili e dunque soggette come termine di pagamento a 60 giorni. Mentre ai sensi del comma 4 del citato art. 62 sono prodotti alimentari deteriorabili quelli che rientrano in una delle seguenti categorie: a) prodotti agricoli, ittici e alimentari preconfezionati che riportano una data di scadenza o un termine minimo di conservazione non superiore a 60 giorni; b) prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60 giorni; c) prodotti a base di carne che presentano, alternativamente, una delle seguenti caratteristiche fisico – chimiche: aW superiore a 0,95 e pH superiore a 5,2; aW superiore a 0,91; pH uguale o superiore a 4,5;

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d) tutti i tipi di latte. Ricordiamo che la fattura emessa deve essere integrata con le sotto riportate specifiche: 1) La Durata contrattuale: Immediata 2) La quantità del prodotto/merce: es Kg, numero, lt …. 3) Le caratteristiche del prodotto venduto: es: fiori, tipologia animale, tipologia di vino, mais, risone …. 4) Il prezzo: 5) Le modalità di consegna: es trasporto con vettore, trasporto diretto, trasporto dell’acquirente…. 6) Le modalità di pagamento: es bonifico a 30gg (per prodotti deteriorabili); bonifico a 60 (per prodotti agricoli non deteriorabili) ”Assolve gli obblighi di cui all’articolo 62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27”.

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NOTIZIE EPACA Q LUTTO A OLEGGIO

È mancato a Oleggio il cavalier Giacomo Colombo: una vita per l'agricoltura Q da NOVARA - EMILIO SIMONELLI (Presidente Federpensionati Coldiretti)

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on è retorica dire che il cavalier Giacomo Colombo ha dedicato tutta la sua vita all'agricoltura e non è retorica dire che tutti noi, di cuore, ne piangiamo la morte. Nato in frazione San Giovanni nel 1909, è sempre vissuto a Oleggio, essendo testimone, dei grandi eventi del Novecento oltrechè dell'incessante evoluzione che, mai come in questo secolo, ha coinvolto l'agricoltura. I più anziani lo ricordano presidente della sezione di Oleggio negli anni Cinquanta e Sessanta, inolre è stato membro del consorzio irriguo della Roggia Molinara. La dedizione all'agricoltura gli valse la nomina, nel 1994, di Cavaliere della Repubblica. Scomparso a quasi 103 anni, ne ricordiamo la tenacia, l'impegno e il sorriso e a tutti i suoi familiari formuliamo di cuore le nostre più sincere e sentite condoglianze.

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Un'importante verifica che ogni azienda deve fare con l'aiuto dei nostri uffici

Il reddito agrario ha influenza sul sistema di calcolo Q da NOVARA - PAOLO FAVINI (Responsabile provinciale Epaca Novara)

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on la L. 233/90 il sistema di calcolo dei contributi dei coltivatori diretti è variato con la nascita della contribuzione legata al reddito agrario prodotto dai terreni dichiarati. Detto importo è desumibile dagli atti d’acquisto, dai certificati catastali o calcolato secondo tabelle pubblicate con decreto ministeriale. In particolare sono state stabilite quattro fasce di reddito agrario la cui collocazione al momento della iscrizione dà la misura dei contributi previdenziali. In corrispondenza della specifica fascia in cui è inquadrata l’azienda viene riconosciuto un numero di giornate che viene moltiplicato per il reddito convenzionale individuale, stabilito annualmente con decreto del Ministro

L'INPS E LE NOVITÀ IN MATERIA DI APPRENDISTATO NOVARA - Con la circolare n. 128 del 2 novembre scorso, l’Inps riepiloga le principali novità in materia di apprendistato, alla luce del recente riordino legislativo di questo istituto contrattuale, fornendo indicazioni in merito agli aspetti contributivi. A tale proposito si evidenzia, tra le più recenti misure, l’azzeramento dei contributi a carico del datore di lavoro, previsto per i contratti di apprendistato stipulati dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016 da datori di lavoro che occupano fino a nove dipendenti. Per quanto concerne la tutela previdenziale e assistenziale per i lavoratori, le forme assicurative e il carico contributivo rimangono, fino al 31 dicembre 2012, quelle tracciate dalla legge Finanziaria 2007 e dal conseguente DM 28/3/2007, che ha ripartito le aliquote contributive alle varie gestioni previdenziali di competenza. Pertanto, gli apprendisti rimarranno tutelati fino alla fine dell’anno dalle seguenti assicurazioni: IVS; malattia; maternità; assegno per il nucleo familiare e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. A partire dal 1° gennaio 2013, poi, anche gli apprendisti saranno destinatari dell’ASpI (Assicurazione sociale per l’impiego). Sempre con decorrenza dal 1° gennaio 2013, muterà anche il carico contributivo aziendale, che risentirà dell’aumento derivante dall’onere (1,61%), relativo alla nuova forma assicurativa.

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del Lavoro e della Previdenza Sociale. Viene così calcolata la base imponibile su cui si applicano le aliquote contributive che sono ridotte per i soggetti che hanno meno di 21 anni e per quelli che possiedono l’azienda in zone montane o svantaggiate. Il D. Lgs.146/1997 ha rideterminato le fasce di reddito dall'1 luglio 1997, abbassandone il limite massimo d'ognuna. Ad oggi sono le seguenti: FASCE REDDITO AGRARIO

DLGS 146/97

Coefficiente di moltiplicazione per il reddito medio convenzionale

1

Da 0 a 232,40

156

2

Da 232,41 a 1.032,91

208

3

Da 1032,92 a 2324,05

260

4

Da 1032,92 a 2324,05

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È assolutamente necessario che vi sia congruenza tra denuncia aziendale consegnata e depositata presso l'Istituto Previdenziale, i dichiarativi fiscali ed il fascicolo del produttore consegnato ad Agea/Regione Piemonte, anagrafe regionale (Libretto Uma). Diversamente, l'impresa potrebbe incorrere in acertamenti e sanzioni amministrative. È altresì necessario per gli allevamenti che i dati presenti in denuncia aziendale siano allineati all'anagrafe zootecnica. Ogni variazione di conduzione deve essere aggiornata e notificata all'Inps, per il tramite dei nostri uffici che restano a disposizione per avere le informazioni ed il supporto necessari. Va aggiunto che a far data dal prossimo anno, le dichiarazioni per le nuove ditte verranno effettuate solo ed esclusivamente tramite supporto informatico, mentre in un successivo momento - ma a breve - verranno informatizzate tutte le posizioni cartacee esistenti. Gli uffici sono a disposizione per verificare la congruità dei dati.

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Assegni sociali Inps: dal 2013 il requisito dell'età viene adeguato alle aspettative di vita del richiedente NOVARA - L’assegno sociale è una prestazione assistenziale riconosciuta dallo Stato ai cittadini italiani, comunitari e stranieri soggiornanti di lungo periodo purché a basso reddito e residenti legalmente e in via continuativa in Italia da almeno 10 anni. Al momento per ottenere l’assegno è richiesto, in presenza delle altre condizioni richieste dalla legge, il compimento del 65 mo anno di età, sia per le donne che per gli uomini. Dal prossimo anno il requisito di età di 65 anni per l'accesso all'assegno sociale sarà soggetto all'incremento delle speranze di vita. Pertanto, a decorrere dal 1°gennaio 2013, per il conseguimento dell'assegno sociale nonché dell'assegno sociale sostitutivo della pensione d'inabilità civile, dell'assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e della pensione, non reversibile ai sordi, sarà necessario aver compiuto 65 anni e 3 mesi. Sul punto, l’Inps ha di recente chiarito che a causa dell'innalzamento del requisito anagrafico per l'assegno sociale, la pensione d'inabilità civile, l'assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali e la pensione non reversibile ai sordi, saranno concesse, a seguito del riconoscimento sanitario e sussistendo le altre condizioni socio economi-

che previste, a soggetti di età non inferiore al diciottesimo anno e fino al compimento del sessantacinquesimo anno e tre mesi. I cittadini che hanno presentato domanda di assegno sociale e compiono il 65mo anno entro il 31 dicembre 2012, sussistendo gli altri requisiti socio-economici necessari, conseguiranno il diritto alla prestazione secondo la normativa previgente, senza l’aggiunta quindi dei mesi relativi all’aspettativa di vita. Analogamente gli invalidi civili titolari di inabilità, assegno mensile e pensione non reversibile ai sordi, che compiono il 65mo anno entro il 31 dicembre 2012, conseguiranno il diritto all'assegno sociale sostitutivo, secondo la normativa previgente. Inoltre per effetto della riforma pensioni Fornero, dal 1° gennaio 2018 il requisito anagrafico per il conseguimento dell'assegno sociale, oltre all'incremento della speranza di vita, sarà aumentato di un anno. Per ottenere l’assegno sociale è necessario presentare la domanda all’Inps esclusivamente in via telematica. Pertanto raccomandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca. Gli operatori forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, predisponendo e inviando tutta la documentazione all’Inps. Ricordiamo anche a coloro che già sono titola-

ri dell’assegno sociale, la cui situazione familiare o reddituale sia variata nel tempo, che occorre presentare domanda di ricostituzione dell’assegno sociale per non perdere i benefici economici. Per conoscere l’ufficio Epaca più vicino si può telefonare al numero verde 800.667711 oppure visitare il sito Internet http://www. epaca.it/.

Per ottenere l'assegno sociale è necessario presentare la domanda all'Inps esclusivamente in via telematica Quanti sono già titolari dell'assegno sociale, la cui situazione familiare o reddituale sia variata nel tempo devono presentare domanda di ricostituzione

AGRICOLTURA, IMMIGRATI IN CALO PER LA PRIMA VOLTA

Il Ringraziamento nelle Sezioni

NOVARA - Sono 313.724 i lavoratori stranieri impegnati in agricoltura dove per la prima volta si sono però ridotti sia il numero di immigrati che le giornate lavorative da loro trascorse nei campi per effetto della crisi. Nonostante la riduzione l’apporto del lavoro straniero resta determinante in agricoltura e rappresenta ben il 23,06% del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende. Sono ben 172 le diverse le nazionalità anche se a prevalere sono nell’ordine Romania (113.543), India (24.823), Marocco (24.519), Albania (23.982), Polonia (22.601), Bulgaria (15.242), Tunisia (12.027), Slovacchia (11.551), Macedonia (10.254), Moldavia (5.422), Senegal (5.193) e Ucraina (4.756). Sono numerosi i distretti produttivi agroalimentari che vedono Anche in Ossola, nelle stalle dove si munge il latte cresce la presenza dei lavoratori indiani e pakistani. I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va garantita la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale.

NOVARA - Da Cerano e Borgolavezzaro fino ad Armeno, è iniziato il lungo calendario delle Giornate del Ringraziamento che vedono impegnate le sezioni territoriali di Coldiretti: le prime si sono svolte domenica 11 novembre a Cerano e Borgolavezzaro, cui è seguita, domenica 18, quella di Armeno che ha riunito i coltivatori del paese alle pendici del Mottarone, rinnovando nel contempo il gemellaggio con la comunità agricola di Sillavengo. Le Giornate del Ringraziamento rappresentano per Coldiretti un momento molto significativo, ancorato alle proprie radici ed ispirazione cristiana: in particolare, la ricorrenza si celebra dal 1951 ed è giunta quest'anno alla 62a edizione. La Giornata nazionale del Ringraziamento 2012 è stata celebrata da Coldiretti a Termoli, in Molise: un'occasione per tracciare, a partire dal giorno di San Martino, il tradizionale bilancio di una annata agraria che è stata contraddistinta da una andamento climatico anomalo che ha fatto segnare il crollo dei raccolti made in Italy ma anche segnali incoraggianti sul ruolo che può svolgere l’agricoltura per la ripresa del Paese in termini economici ed occupazionali anche per le giovani generazioni. “Investire nell'agricoltura e una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa" scrivono infatti i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata.

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il Corsivo Agroalimentare

Erbe Officinali, il territorio del Vco è sempre più protagonista

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a secoli, anzi, da millenni sono il nutrimento e medicina della montagna. Si tratta delle erbe officinali, nelle loro mille e più varietà: una storia, la loro, che ha sempre seguito quella dell'uomo e delle sue civiltà le quali, in ogni tempo, ne hanno affinato la conoscenza e l'utilizzo. Buone a tavola, importanti per l'economia rurale e, molte volte, dotate di effetti benefici per l'organismo umano, merito

L’Iride Agricoltura 2000 Mensile di politica, ambiente, agricoltura di Novara, della Valsesia e del Verbano Cusio Ossola DIRETTORE EDITORIALE E AMMINISTRATIVO: GIAN CARLO RAMELLA DIRETTORE RESPONSABILE: JACOPO FONTANETO direzione, redazione, amministrazione: via Ravizza, 11-13- 28100 Novara Recapiti telefonici: 0321.674224 Recapito fax: 0321.674200 e-mail della redazione: jacopo.fontaneto@coldiretti.it hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Aldo Isotta, Bruno Baccaglio, Eleonora Barè, Marco Ciampanelli, Paolo Favini, Domenico Giorcelli, Elena Rolando, Lorenzo Rolando, Elena Sassone, Claudio Salsa, Carlo Todeschino, Paolo Seitone Fotocomposizione ed impaginazione a cura del nostro Settore Grafico - Generazione CTP e Stampa: Tipografia Italgrafica, Novara Inserzioni e pubblicità si raccolgono presso la redazione, per ogni informazione su tariffe, promozioni e disponibilità di spazio contattare lo 0321-674224 o inviare una mail a: novara@ coldiretti.it Il giornale è iscritto registrato al Tribunale di Novara, aut. n° 62 del 5-11-2002 Non si garantisce la restituzione del materiale inviato

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di JACOPO FONTANETO (Responsabile Comunicazione)

di quelle sostanze che – combinandosi con quelle del corpo umano – possono risultare calmanti, antidolorifiche, depuranti, lenitive, ecc. Ma la storia delle erbe officinali di montagna segna anche il cammino di una civiltà agricola e rurale che con esse ha sempre convissuto, specie nel nostro arco alpino, un cammino evolutivo fatto di antiche ricette tramandate e nuove metodologie di lavorazione. Anche oggi l'attività di coltivazione delle erbe officinali trova in Ossola un importante ruolo all'interno dell'economia rurale montana: una citazione in particolare va al consorzio Erba Böna che, con sede a Crodo, e raggruppa i coltivatori di erbe officinali delle vallate di tutta la provincia del Vco, dalla Valle Formazza alla Valle Cannobina. Il Consorzio Erba Böna trae origine dall'omonima associazione, costituita nel 2001 grazie ad un programma transfrontaliero Interreg Italia-Svizzera con l'obiettivo di promuovere la coltivazione delle piante medicinali nelle valli del sud delle Alpi. I fondatori si occupano, innanzitutto, di recuperare alcuni terreni situati nelle aree vicine ai luoghi abitati con la coltivazione di erbe officinali per evitarne l'abbandono. Un progetto che coinvolge soprattutto le donne, ed è questo il segno di una tradizione che, anche nei secoli trascorsi, vede la figura femminile occuparsi dell'attività di raccolta e lavorazione delle erbe officinali: oggi il consorzio Erba Böna è presieduto da Vittorina Prina,

imprenditrice capace e sempre in prima linea quando si tratta di promuovere il territorio e le sue produzioni tipiche Alla voglia di recuperare un'attività storica, si affianca una forza e una volontà imprenditoriale che, da subito, sanno imprimere al progetto la necessaria innovazione: innanzitutto con l'installazione del primo essiccatoio a Cavaglio Spoccia, in Val Cannobina, al quale tre anni dopo si affiancherà quello di Verampio di Crodo. L'entusiasmo e la voglia di crescere si concretizza, nel frattempo, la ricerca e l'adesione di sempre nuovi soci. Nel 2002, Erba Böna produce la prima tisana, detta “della Valle Cannobina”: col tempo arrivano le certificazioni Bio e cresce la gamma dei prodotti che, alla già citata tisana, vede aggiungersi le caramelle Bumbögn, a base di estratto di erbe officinali con goccia di miele e l'amaro Lepontinum a base di genepì, genziana e achillea moscata anche chiamata camomilla di montagna. Il legame con il territorio si concretizza anche nella ricerca dei nomi dei prodotti, tra i quali si possono ricordare tisana del Romito e l’Infuso del Cistella. Oggi il successo imprenditoriale è cosa concreta, agevolato anche dall'interesse che questo segmento di attività rurale ha suscitato nei consumatori italiani: le piante medicinali ed aromatiche sono sempre più richieste dall'industria farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica ed erboristica. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia si coltivano soprattutto menta piperita, camomilla, origano, salvia e lavanda.

L'Iride L'IrideAgricoltura Agricoltura2000 2000--Novembre Dicembre 2011 2012


CONVENZIONE Coldiretti ha rinnovato la convenzione con Fleming Research di Novara anche per l'anno 2012: queste le gevolazioni previste:



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