Novara iride giugno luglio 2013

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Assemblea Nazionale pag. 2

Coldiretti

• LA COLDIRETTI, L'ITALIA E L'EUROPA

Agricoltura: Coldiretti

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ordi alle sirene dell'esternalizzazione, gli imprenditori di Coldiretti vi contrappongono l'orgoglio di "essere e fare agricoltura italiana": un'agricoltura che è forza sociale ed economica di un Paese che vuole superare l'attuale fase congiunturale e che è consapevole del ruolo fondamentale che il settore primario può e deve rivestire. L'Italia è, d'altronde, Paese delle eccellenze, della migliore tradizione agroalimentare a livello mondiale, di cibi sicuri e di lunga e nobile tradizione. Lo ricordano più volte gli interventi del presidente Sergio Marini e degli intervenuti all'Assemblea Nazionale di Coldiretti che il 4 luglio ha tracciato al Palalottomatica il bilancio di quanto realizzato e di quanto si dovrà fare nei prossimi mesi. La centralità dell'Assemblea nazionale è riconosciuta ancora una volta dai messaggi più autorevoli inviati all'assise agricola, innanzttutto dal Santo Padre Francesco (il quale ricorda che «quando l'ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio») e dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sottolinea come «il mondo dell'agricoltura testimonia, con la sua passione ed il suo impegno realizzativo, capacità di ripresa che possono contribuire al processo di crescita dell'economia e dell'occupazione». Sono oltre 15 mila gli imprenditori agricoli scesi da ogni angolo d'Italia - e anche dalle nostre province - al Palalottomatica. «Gli imprenditori agricoli italiani hanno la responsabilità del futuro in questa crisi drammatica da cui dobbiamo uscire» sottolinea Sergio Marini. «Il futuro dell'agricoltura si costruisce con scelte coraggiose, anche controcorrente: essere anche un po' rivoluzionari, nel segno del cambiamento». E, infine, la semplificazione: «Anch'essa si fa con il coraggio, e con la volontà di salvare le imprese. Coraggio con la semplificazione, quella vera che aiuta le imprese, non quella che complica loro la vita». Anche quest'anno è stata intensa la presenza delle istituzioni e del mondo politico, tra cui i ministri Flavio Zanonato (sviluppo economico) Beatrice Lorenzin (salute), Andrea Orlando (ambiente) e Nunzia de Girolamo (politiche agricole)

15.000 PRESENTI AL PALALOTTOMATICA

• L'Assemblea al Palalottomatica

CRISI: IN MANI STRANIERE MARCHI STORICI PER 10 MILIARDI Sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi, che ha reso più facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese nei più svariati settori dell'agroalimentare (dal vino, ai dolci, alle conserve, al riso). E si tratta, in molti casi, di acquisizioni eccellenti, che hanno riguardato case radicate da svariati decenni nella tradizione agroalimentare e nei mercati del Paese. Ad approfondire il tema è stato il presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla base di uno studio presentato all’Assemblea nazionale dove è stato allestito “Lo scaffale del Made in Italy che non c’è più” dal quale si evidenzia che nel mondo "c’è fame d’Italia" con una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale. «I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità» ha affermato il presidente della Coldiretti. «Il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo temiamo possa essere la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo - conclude il presidente di Coldiretti - di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi».


Assemblea Nazionale

Coldiretti

• LA COLDIRETTI, L'ITALIA E L'EUROPA

e l'Italia che vogliamo! A DI ROMA PER L'ASSEMBLEA NAZIONALE • Le bandiere al Palalottomarica

CRISI: SPESA ALIMENTARE TORNA INDIETRO DI 20 ANNI Ma le note dolenti vengono dai consumi interni. E qui la crisi pesa moltissimo: la spesa alimentare delle famiglie italiane è tornata indietro di venti anni per effetto del crollo che si è verificato dall'inizio della crisi nel 2007, provocando un'inversione di tendenza mai accaduta dal dopoguerra. Una situazione aggravatasi nel 2013 in cui prosegue il drammatico crollo storico della spesa che non è mai stato così pesante con le famiglie italiane che hanno tagliato gli acquisti per l'alimentazione, dall'olio di oliva extravergine (-12%) al pesce (-11%), dalla pasta (-9%) al latte (-6%), dall'ortofrutta (-4%) alla carne (-1%) per una contrazione media nell'agroalimentare del -3,4%.

• Marini

I punti salienti della relazione si SERGIO MARINI UNA VISIONE DI FUTURO «Dentro l'agricoltura non c'è ancora un reddito adeguato ma c'è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c'è negli altri settori: ecco perché aumenta l'occupazione giovanile, ecco perché le multinazionali arrivano invece che andarsene, ecco perché aumenta chi frequenta le scuole di agricoltura» ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «l'agricoltura non ha solo una funzione economica ma anche sociale ed ambientale che migliora la qualità della vita di tutti i cittadini in termini di sicurezza, coesione, relazioni, paesaggio ed in generale aiuta a stare bene. Una serie di funzioni pubbliche a vantaggio della collettività, componenti che in un momento di crisi valgono molto e che sono l'unica e vera motivazione per cui l'agricoltura merita attenzione sulle normative fiscali a partire dall'Imu». Oggi si registra un profondo cambiamento rispetto a quando la vita in campagna era considerata sinonimo di arretratezza nei confronti di quella in città. Il contatto con la natura ed i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all'impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. RECORD STORICO A 34 MILIARDI PER L'EXPORT ALIMENTARE ITALIANO Volano le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che nel 2013 fanno segnare il record storico di 34 miliardi fatturati

12mila specie di flora, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall'agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Francia e Spagna, il triplo di quella inglese ed una volta e mezzo quello tedesco.

all'estero, se verrà mantenuto il trend di crescita del 7% realizzato nel primo trimestre rispetto allo scorso anno. Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto più esportato è l'ortofrutta fresca, che aumenta del 7%, seguita dal vino che cresce del 10%. Aumenta anche la pasta che rappresenta una voce importante del made in Italy sulle tavole straniere con un +7%, ma anche l'olio d'oliva, il cui balzo in avanti dell'11%. Restano purtroppo gravi i fenomeni dei falsi agroalimentari e dell'italian sounding. ITALIA BATTE GERMANIA E FRANCIA NEI CAMPI PER PIL E QUALITÀ L'Italia conquista il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3%) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5% di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9% di irregolarità). Il modello agricolo italiano è leader in Europa con 249 prodotti tipici a denominazione di origine riconosciuti (Dop/Igp), il maggior numero di aziende agricole biologiche (48269 operatori) e la maggiore biodiversità con 57468 specie animali e

OGM, IL NO SIA DEFINITIVO «La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica perché da essa dipende la prospettiva di futuro del Made in Italy, nell'alimentare e non». È quanto ha affermato il presidente Marini sottolineandoche«cisonotuttelecondizioni perché i Ministeri interessati possano a questo punto concordare sulla firma del decreto sulla clausola di salvaguardia, unico strumento di cui disponiamo per risolvere definitivamente e rapidamente la questione». NECESSARIO RINAZIONALIZZARE LA POLITICA AGRICOLA «Ci piacerebbe un'Europa che abbia una visione su come risolvere i grandi problemi dall'economia all'occupazione, dal commercio internazionale alle speculazioni finanziarie e ci ritroviamo quella che risponde alle lobby anche su come apparecchiare la tavola, con il rabbocco delle oliere», ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che «l'Europa la vogliamo grande per trattare nelle giuste dimensioni i temi globali invece di questioni che vanno a toccare le culture, le tradizioni, gli stili di vita dei cittadini, non cogliendo le diversità dei tanti territori e Paesi diversi che per noi sono ricchezza».

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Coldiretti Novara-Vco al Palalottomatica pag. 4

• DAL TERRITORIO ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE

L'ITALIA CHE VOGLIAMO IN DIECI PUNTI UN'ITALIA PER UN GOVERNO GLOBALE DEI BENI COMUNI Non c'è possibile globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Il cibo va collocato ai vertici dell'agenda della politica globale e nazionale, riconoscendo il valore strategico dell'agroalimentare. UN'ITALIA CON PIÙ EUROPA E UN'EUROPA CON PIÙ ITALIA Per un contesto di regole a salvaguardia dei beni comuni serve lavorare alla costruzione degli Stati Uniti d'Europa. Va portata l'Italia in Europa, facendo sì che la nuova Pac riconosca il valore strategico del "modello italiano". UN'ITALIA SUSSIDIARIA E SOLIDALE La sussidiarietà per battere la burocrazia e la solidarietà per superare le disuguaglianze. Nelle nostre imprese l'intreccio fra sussidiarietà ha contribuito a mantenere la coesione terrieotiale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. UN'ITALIA CHE INVESTA SUI SUOI PUNTI DI FORZA La sussidiarietà per battere la burocrazia e la solidarietà per superare le disuguaglianze. Nelle nostre imprese l'intreccio fra sussidiarietà ha contribuito a mantenere la coesione terrieotiale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. UN'ITALIA CHE FA L'ITALIA C'è una via italiana allo sviluppo aggiuntiva se non sostitutiva di quella finora dominante. Il nostro progetto dimostra che questa strada è percorribile e virtuosa: perchè distintiva, legata cioè a punti di forza esclusivi del nostro Paese; perchè durevole, in quanto ancorata a fattori non delocalizzaili; perchè replicabile in tutti i settori dell'economia; perchè arricchisce e non consuma i valori da cui trae nutrimento. UN'ITALIA CHE SAPPIA ALIMENTARE LA FIDUCIA La carenza della "fiducia" comprime consumi e inestimenti e impedisce la condivisione per le misure utili a frenare il debito pubblico. La nostra agricoltura trattiene più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perchè in essa vedono il futuro. UN'ITALIA DOVE IL BENESSERE CONTA PIÙ DEL PIL Se tutto p merca e il Pil misura tutto, la finanza prevale sull'economia reale. Ripensiamo lo sviluppo in una logica di benessere basata su sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Dentro al comnsumo del cibo c'è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l'ha generato. Dentro al cibo c'è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. Dentro i nostri farmer's market c'è nuova economia, nuova occupazione, nuova qualità della vita. UN'ITALIA CON I VALORI DELLA COMUNITÀ AL CENTRO La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su valori che non conoscono erosione: la socialità, l'amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità, la solidarietà... in essi c'è la chiave per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi. I canali emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità. UN'ITALIA CON L'ETICA AL PRIMO POSTO Molto è accaduto per mettere a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale, generando pulsioni antipolitiche. Comprensibili, ma ambigue, perchè scaricando le colpe sul soggetto più visibile mettono da una parte le responsabilità di altri soggetti economici e, in taluni casi, anche delle forze di rappresentanza. Noi abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e, quindi, del Paese. L'abbiamo fatto con l'obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini una soluzione per l'oggi, ma anche per donare ai nostri figli e al Paese le radici di un "nuovo civismo".

Sommario Agricoltura: Coldiretti e l'Italia che vogliamo..................................2 Editoriale di Gian Carlo Ramella....................5 Comitato di sorveglianza Psr ha fatto il punto sull'attuazione..................................6 Primo Piano Piemonte in breve.......................6 UeCoop, bene la prima Assemblea del Piemonte..................................................7 Accordo sulla nuova Pac, il riso è fuori dal "greening"....................................8 Bene il rinvio dell'aumento Iva, ma per ora slitta solo di tre mesi....................8 Selvatici: il nodo dei danni a Montecitorio....9 Ogm, pressing per la clausola di salvaguardia.............................................9 TERRANOSTRA/CAMPAGNA AMICA

Agriturismi, estate al via e obiettivi di crescita sul territorio.................................10 Scegliere un agriturismo "vero": ecco i consigli di Coldiretti..........................10 Sale a 3 miliardi la spesa a KmZero..........11 Contraffazioni, lotta sia prioritaria.............12 DONNE IMPRESA/GIOVANI IMPRESA

Le imprese "in rosa" sono in crescita anche nel Piemonte Orientale....................12 Estate e giusta alimentazione: i consigli.....12 Il sogno dei ragazzi? Lavorare in agricoltura e costruire un'impresa.........13 Crisi e lavoro: il 61% dei giovani sarà più povero dei propri genitori....................13 CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA

Tecnica - In Primo Piano...........................14 Tecnica - Legislativo..................................15 Tecnica - Agricoltura e Montagna.............16 Tecnica - Ambiente ed Energia..................17 Tecnica - Florovivaismo e Orticoltura.........18 Tecnica - Strumenti e Normative................19 Tecnica - Vino e Vigneto............................20 Tecnica - Zootecnia e Latte........................21 Tecnica - Biologico....................................23 Credito e Impresa....................................23 Fiscale ed Economico...............................25 Sindacale e Previdenza............................26 Previdenza e Pensioni / Notizie Epaca.......27 NOTIZIE DAL TERRITORIO

Piante e Fiori d'Italia, Gian Luca Medina nel direttivo nazionale................................28 Ass. Pensionati: Favini nuovo segretario......28 Borgomanero a Km0, ottimo successo......28 Nuovo direttivo Condifesa subito al lavoro...29 Alto Novarese e Vco, il settore ovicaprino è fondamentale per la ruralità alpina........29 Il Corsivo agroalimentare........................30 Annunci economici..................................31


Editoriale • il nostro giornale anche su internet: www.novara-vco.coldiretti.it

di GIAN CARLO RAMELLA, direttore Coldiretti Novara Vco

LE GRANDI PRIORITÀ PER IL FUTURO DELL'AGRICOLTURA

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el quadro che disegna le priorità per il Paese, sono diverse le tematiche indicte dall'agricoltura.

PIÙ EUROPA PER TUTTI Serve in primo luogo un'Europa in grado di occuparsi della crisi, dei grandi temi globali, affrancata da interessi lobbistici e dall'imperativo della "libera concorrenza", spesso usato come scudo per mortificare le diversità culturali, le peculiarità territoriali e le aspettative dei popoli. Con questi presupposti ci siamo battuti per una Pac che premi i territori e che orienti politiche e risorse verso chi veramente lavora e vive di agricoltura. MENO BUROCRAZIA INUTILE Dimezzare il "tempo perso" delle imprese con la burocrazia: semplificare ciò che è utile, eliminare ciò che non serve a nulla, è ripetitivo e a volte intollerabile. Servono misure per un rapido processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per il coordinamento delle competenze nazionali e regionali, per l'unificazione di tutti gli adempimenti burocratici. UNA FISCALITÀ GIUSTA Abbiamo l'esigenza di un fisco più equo, che premi chi usa la terra come strumento di lavoro e chi di quel lavoro vive. Un fisco che tenga conto di quelle funzioni di sussidiarietà che svolge l'agricoltore nel suo agire quotidiano in termini di tutela dell'ambiente, sicurezza sociale e salvaguardia di identità, tradizioni e culture. PATRIMONIO DEL MADE IN ITALY Il made in Italy agroalimentare, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, rappresen-

ta il vero biglietto da visita del Paese. Deve essere forte l'impegno dei governi a livello italiano, europeo ed internazionale per garantire la riconoscibilità e la distintività delle nostre produzioni e sviluppare una strategia di lotta globale contro la contraffazione, le imitazioni e l'agropirateria. TUTELA DEI BENI COMUNI, UN NOSTRO DOVERE Tutte le politiche che hanno come obiettivo la valorizzazione delle ricchezze e diversità territoriali, con una netta opposizione agli ogm, dalla qualità delle acque al patrimonio storico assumono per noi un valore prioritario. Si tratta infatti di beni che migliorano la qualità della vita di tutti, nonchè leve competitive per arricchire di contenuti immateriali i prodotti e i servizi italiani. DIAMO CREDITO AL FUTURO è necessario rafforzare per le imprese agricole gli strumenti di garanzia, come già accade per altri settori economici, perchè le idee di lungo periodo non hanno la capacità di un ritorno a breve e perchè i processi di innovazione sono costosi, soprattutto in questo difficile momento. COOPERAZIONE E RINNOVATA MUTUALITÀ La stagione che abbiamo di fronte segnala una nuova esigenza cui non possiamo sottrarci: alla nuova e moderna cooperazione viene richiesto non solo il recupero della sua mission, ma una restituzione pi ampia che investa il territorio e la comunità che lo esprime. Si tratta di un'opportunità straordinaria per il Paese che deve essere accompagnata da rinnovate ed opportune politiche.

PIÙ OCCUPAZIONE È POSSIBILE L'agricoltura, nonostante le oggettive difficoltà legate ai consumi e al ripetersi di calamità naturali, alimenta una visione di crescita sostenibile possibile. Diventano dunque doverose le misure per estendere strumenti di semplificazione e il riconoscimento alle imprese agricole di agevolazioni legate agli incrementi e alla stabilizzazione occupazionale. GIOVANI E NON SOLO CON IL PROFUMO DI FUTURO Sono stati i giovani i primi a capire che dentro l'agricoltura era rinata la speranza e il loro non è stato un ripiego, ma una scelta dettata da passione e lungimiranza. Il modello agricolo che abbiamo creato essi vedono quel futuro e quel giusto reddito che ancora oggi manca. Qualcosa va dunque rafforzato con la previsione di incentivi per le start-up e il pieno utilizzo dell'apprendistato e dei tirocini formativi. INTERNAZIONALIZZAZIONE PER PORTARE L'ITALIA NEL MONDO In questi anni abbiamo caratterizzato il mercato interno con la nostra presenza. La rete di Campagna Amica, i farmer's market, le botteghe, il concetto di kmZero hanno rivoluzionato l'approccio al cibo, creando una 'cittadinanza di consumo' legata alla qualità, alla sicurezza, alla genuinità. Dobbiamo essere in grado di creare piattaforme logistiche leggere, reti che non offuscano il valore aggiunto delle diversità e che, a prescindere dalle dimensioni economiche dei singoli, servano da trampolino di lancio sui mercati internazionali per i prodotti della nostra Filiera Agricola Tutta Italiana. Il mondo ha fame di vera Italia e noi possiamo offrirgliela. EXPO 2015, L'OCCASIONE DA NON PERDERE Con Expo 2015 il mondo ce l'avremo in casa. Expo sarà l'occasione per proiettare su uno schermo globale la straordinaria messe di prodotti rappresentata dal nostro agroalimentare, insieme a un'idea di sviluppo sostenibile e ai valori che lo accompagnano: la nostra punta di diamante per una diversa idea di Paese

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Primo Piano - Piemonte pag. 6

• L'AGRICOLTURA NELLA REGIONE

Comitato di sorveglianza Psr ha fatto il punto sull'attuazione IL 2013 COSTITUISCE L'ULTIMO ANNO DI PROGRAMMAZIONE PER IL PERIODO CORRENTE PIEMONTE, CREDITO ANCORA IN CALO L’andamento del credito è uno dei “termometri” che segnala la vitalità economica di un settore. L’andamento conferma le difficoltà incontrate dalle imprese agricole piemontesi. Dopo un picco toccato nel triennio 2005-2007, all’insorgere della crisi economica le erogazioni sono drasticamente calate, con un ulteriore scivolamento verso il basso nel 2012. La tendenza regionale, peraltro, rispecchia quella nazionale. La contrazione del credito agrario è probabilmente da attribuirsi sia alla minore domanda delle imprese, meno orientate ad investire in un orizzonte economico incerto e tendenzialmente penalizzante, sia alla minore disponibilità degli istituti di credito nel concedere i prestiti, per ridurre i rischi di sofferenza. Secondo l’Inea (l'Istituto nazionale di economia agraria), inoltre, può avere pesato anche la specifica difficoltà del settore agricolo di offrire garanzie agli intermediari finanziari, a causa delle ridotte dimensioni aziendali.

MONCALVO AL CONVEGNO UNCEM PER LA VALORIZZAZIONE MONTANA Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, è stato tra i relatori al convegno organizzato dall’Uncem (Unione Nazionale Comuni Enti Montani del Piemonte), venerdì 5 luglio a Torino, presso il Centro Incontri della Regione, con inizio alle 9.30. È stata l’occasione per spiegare agli Amministratori le ragioni della mobilitazione indetta da Coldiretti Piemonte e presentata alla stampa alcune settimane fa, a cui seguirà in autunno una manifestazione in centro città a Torino. Infatti, la relazione di Moncalvo ha per titolo: “La montagna vuole vivere. Quale sinergia tra imprese agricole ed enti locali”. Con la presenza del presidente regionale, Coldiretti condivide gli obiettivi dell’Uncem: rivitalizzazione delle aree montane, uso corretto delle risorse naturali, miglior utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo di un’agricoltura multifunzionale e per la crescita della Green Economy anche nell’artigianato. Infine, la valorizzazione del paesaggio, dei beni culturali e del turismo nei territori montani. L'azione di Coldiretti è di importanza strategica soprattutto per quei territori dove la presenza delle aree montane è di evidente importanza; tra esse rientrano tutte le quattro province del Piemonte Orientale.

S

i è svolto martedì 11 giugno 2013 il Comitato di Sorveglianza regionale del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013. Tra gli argomenti in discussione, lo stato di attuazione finanziaria e la situazione dei pagamenti: temi di grande rilievo poiché il 2013 costituisce l’ultimo anno di programmazione per il periodo corrente e le relative performance di spesa avranno un peso determinante anche nell’assegnazione delle risorse per il prossimo periodo 2014-2020. É stata quindi presentata la Relazione annuale di esecuzione 2012, che dà conto dello stato di attuazione del programma al 31 dicembre dello scorso anno: oltre all’illustrazione dei contenuti salienti della relazione, particolare attenzione è stata dedicata all’andamento del monitoraggio ambientale. La Commissione ha inoltre fornito un’informativa in merito alla riduzione del tasso di errore relativo ai controlli, con il successivo intervento dell’organismo pagatore (Arpea). Infine, ampio spazio è stato dedicato al tema della nuova programmazione dello sviluppo rurale 2014-2020, con interventi del Ministero delle Politiche Agricole e dell’Autorità di Gestione sullo stato dell’arte a livello nazionale e sulle prospettive per il prossimo PSR.

NECESSARIO SOSTENERE IL COMPARTO SUINICOLO Il comparto suinicolo sta attraversando un momento di forte sofferenza, a causa di una crescita dei costi di produzione, come mais e soia, destinati all’alimentazione dei capi. Il comparto suinicolo è nevralgico per la situazione agricola piemontese: sul territorio regionale, vengono allevati quasi 1,2 milioni di capi, in circa 1.200 aziende. La produzione regionale, in linea con quella nazionale, ha privilegiato l’allevamento di suini pesanti, certificati e conformi ai disciplinari delle diverse Dop. Si è passati dal 56,9% di suini certificati sul totale dei suini macellati nel 2001 all’ 85% attuale. Coldiretti registra lo stato di difficoltà e lancia l’allarme, chiedendo attenzione e sostegno da parte delle istituzioni: «Negli ultimi mesi, per la soia, si sono registrati prezzi oltre i 500 €/ tonnellata, con un +12% sullo stesso periodo del 2012» evidenzia il responsabile del Servizio Economico. All’inizio del 2013, si era assistito ad un aumento delle quotazioni, determinato dalla ridotta quantità di capi in offerta di suini, ma l’industria ha adottato una politica di drastica riduzione delle macellazioni settimanali. Diminuendo la domanda, il prezzo del suino vivo è precipitato fino al livello minimo attuale. In parallelo, si è riscontrata una drastica riduzione delle lavorazioni per le produzioni Dop nazionali a causa del crollo dei consumi dei prosciutti ed in parte della carne suina.


L'Assemblea UECOOP • L'INCONTRO A TORINO-LINGOTTO

UECOOP, bene la prima Assemblea del Piemonte L'INCONTRO DI TORINO HA TRACCIATO LE LINEE CARDINE CHE GUIDERANNO LA NUOVA REALTÀ NEI PROSSIMI TEMPI: CRESCITA E INNOVAZIONE IN PRIMO PIANO OLTRE QUATTROMILA COOPERATIVE HANNO ADERITO A LIVELLO NAZIONALE, BEN 255 IN PIEMONTE. UECOOP È GIÀ OPERATIVA ANCHE 500 NELLE NOSTRE presenti dal Piemonte PROVINCE, per un DEDICATI evento CON SPORTELLI

di successo

A

nche le nostre province, ben rappresentate, hanno partecipato giovedì 20 giugno alla prima Assemblea territoriale del Piemonte di UECOOP, con la partecipazione del Presidente Nazionale di Coldiretti e di UECOOP Sergio Marini. L'incontro si è svolto al Lingotto di Torino. All’importante evento, che ha consentito di approfondire

• Nelle foto di questa pagina, i momenti dell'Assemblea UeCoop

il significato sindacale e i servizi che metterà in campo la nuova centrale cooperativa UECOOP, erano presenti oltre cinquecento tra dirigenti e soci cooperatori operanti nei vari settori produttivi. Nel suo intervento Marini ha evidenziato alcuni punti rispetto ai quali la nuova centrale cooperativa intende muoversi: dal credito alla sinergia tra le cooperative aderenti, dall’innovazione all’internazionalizzazione, dalla ricerca economica alla crescita delle cooperative aderenti dando centralità al socio. E’ già stato istituito uno sportello unico al quale le cooperative aderenti si possono rivolgere, sarà creata una task force di consulenti specializzati per aiutare le imprese in crisi ad usufruire degli strumenti normativi. Inoltre si lavorerà per un contratto unico e per la detassazione dei fattori economici di crescita. Entro l’autunno comunque saranno eletti gli organi sociali che daranno seguito alla progettualità di UE.COOP che avrà comunque una struttura snella, una forte attenzione alle professionalità sparse sul territorio. L’Associazione denominata Unione Europea delle cooperative (UE.COOP) è stata riconosciuta e autorizzata quale Associazione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n.220 con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico. All’Unione, promossa dalla Coldiretti, aderiscono già oltre 250 Cooperative piemontesi in tutti e 14 i settori dell`albo competente, dal lavoro al sociale, dall’edilizia all’agricoltura. A livello nazionale, hanno aderito all’ UECOOP oltre quattromila cooperative che operano in tutte le Regioni e nei 14 settori dell’albo competente, dal lavoro al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura. All’incontro sono intervenuti anche l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto e Raffaella Vitale, alla direzione delle Politiche Sociali, i quali hanno manifestato apprezzamento per il modello di sviluppo promosso dalla nuova centrale cooperativa. Dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e socio fondatore di UECOOP: «UECOOP nasce per volontà di tanta gente che crede nel ruolo della cooperazione e nei valori forti di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità e mette al centro delle proprie azioni persona e territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali, risorse uniche del nostro Paese, sul quale fondare una nuova stagione di crescita che coniughi Pil e qualità della vita». UE.Coop in Piemonte conta 255 cooperative aderenti che fatturano 650 milioni di euro e 14.211 soci, di cui 126 agricole, 86 di produzione lavoro, 31 sociali e le restanti nella edilizia e nel consumo.

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Novara/Vco pag. 8

• IL TERRITORIO E L'AGRICOLTURA

Accordo sulle nuova Pac, il riso è fuori dal "greening" LE COLTURE SOMMERSE ESCLUSE DALLE AREE DI INTERESSE ECOLOGICO

BENE IL RINVIO DELL'AUMENTO IVA, MA PER ORA SLITTA SOLO DI 3 MESI NOVARA-VCO - Il rinvio dell’aumento Iva era atteso per evitare ulteriori effetti depressivi sulle vendite che al dettaglio sono già crollate del 3,5% nel primo quadrimestre dell’anno, con un calo del 2,1% per gli alimentari e del 4,2% per i non alimentari. Lo afferma Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Governo di rinviare (per ora di soli tre mesi) l'aumento dell'Imposta sul valore aggiunto previsto per il primo luglio. Una necessità di fronte al crollo del potere di acquisto delle famiglie italiane che hanno svuotato il carrello dei prodotti base per l’alimentazione dalla frutta (-4%) al pesce (-5%), dalla carne bovina (-6%) al vino (-7%) fino all’olio di oliva (-8%), secondo le elaborazioni sui dati Ismea del primo trimestre. Il rinvio dell’aumento dell’imposta di valore aggiunto dal 21 al 22% salva anche il vino le cui vendite sul mercato nazionale sono scese al minimo storico dall’Unità d’Italia. Una buona notizia per i 5 milioni di enoturisti che colgono l’occasione delle vacanze estive per gustare il nettare di Bacco in Italia.

IL RINVIO DELL'AUMENTO DELL'IMPOSTA SALVA ANCHE IL VINO, LE CUI VENDITE SUL MERCATO NAZIONALE SONO SCESE AL MINIMO STORICO DA OLTRE 150 ANNI

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• Risaie

L'ACCORDO VALORIZZA IL RUOLO DEI VERI IMPRENDITORI AGRICOLI, STABILENDO CHE POSSONO BENEFICIARE DEI SOSTEGNI SOLO GLI AGRICOLTORI ATTIVI: SARANNO GLI STATI MEMBRI A DEFINIRE GLI AVENTI DIRITTO. STILATA ANCHE UNA LISTA DI SOGGETTI CHE NON POSSONO BENEFICIARE DEI PAGAMENTI DIRETTI

«L'

accordo sulla riforma della Politica Agricola (Pac) premia chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in una black list, ampliabile dallo Stato membro, soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi». è quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini che, nell’esprimere soddisfazione per l’accordo politico raggiunto dal team dei negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione sulla proposte di regolamento di riforma della Politica Agricola Comune, ha sottolineato che “sensibili miglioramenti sono stati ottenuti anche per l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori”.

«Rimane certamente un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura ma l’applicazione nazionale potrà compensare il disagio nell’orientare le risorse, come prevede la proposta, verso i veri agricoltori». L’accordo valorizza infatti il ruolo dei veri imprenditori agricoli stabilendo che possano beneficiare del sostegni solo gli agricoltori attivi e come richiesto da Coldiretti saranno gli Stati membri a definire gli aventi diritto. Viene anche stabilita una lista negativa obbligatoria di coloro che non possono beneficiare dei pagamenti diretti che comprende aeroporti, servizi ferroviari, acquedotti, servizi immobiliari, sportivi e ricreativi, campeggi, con discrezione per gli Stati membri di ampliare tale lista. La cosiddetta convergenza interna, ovvero il passaggio dal sistema storico del valore dei titoli ad un nuovo regime che li riassegna su basi più equilibrate, viene attuata con un’adeguata flessibilità nell’arco dell’intero periodo di applicazione della riforma. Per la prima volta viene deciso di applicare, sebbene su base volontaria, il capping (tetto agli aiuti), in due fasce, la prima tra i 150.000 e i 300.000 e la seconda oltre tale importo. Gli Stati membri possono graduarlo in base all’impiego del fattore lavoro comprese le imposte ed i contributi sociali. Gli Stati membri possono, inoltre, decidere di applicare un pagamento ridistributivo ad integrazione del pagamento di base per i primi ettari di ogni azienda. L’accordo raggiunto rivede, sensibilmente, le misure per l’inverdimento sia riguardo alle modalità finanziarie che a quelle applicative. In particolare è stato ampliato il menù di misure escludendo le colture permanenti e quelle sommerse, come il riso, dalle aree di interesse ecologico che riguarderanno le aziende con più di 15 ettari a seminativi. Sono quindi salvi, come richiesto da Coldiretti, oltre al riso, tutti i frutteti, i vigneti, gli uliveti, ecc. Per quanto riguarda i giovani agricoltori viene prevista l’obbligatorietà per gli Stati membri di concedere

L'Iride Agricoltura 2000 - Novembre 2012


Agricoltura in Parlamento • LE ISTANZE DEL TERRITORIO RURALE

OGM, PRESSING PER LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA ROMA - Aumenta il pressing sul Governo per dare il via libera all'applicazione della clausola di salvaguardia, mentre sono scattati i controlli del Corpo forestale contro le semine illegali di organismi geneticamente modificati. Dopo la manifestazione della task force “Liberi da Ogm”, scesa in piazza Montecitorio, a Roma, con centinaia di consumatori, ambientalisti e Coldiretti, i tre ministri interessati, Nunzia de Girolamo (Politiche agricole), Beatrice Lorenzin (Salute) e Andrea Orlando (Ambiente), hanno preso posizione contro le coltivazioni biotech. Una scelta condivisa dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. L'opzione è già esercitata in Europa da 8 Paesi (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria.

un pagamento annuo alle persone fisiche che non hanno più di 40 anni di età nell’anno della presentazione della domanda del pagamento di base. L’intesa dà anche risposte positive alle richieste di Coldiretti sulla necessità di un sostegno, nell’ambito dello sviluppo rurale, per le filiere corte ed i mercati locali, nonché alla promozione per il loro sviluppo. Inoltre, è stato confermata la misura sul finanziamento alle assicurazioni contro le avversità atmosferiche, nonché la possibilità di costituire fondi mutualistici in caso di crisi di mercato nelle sue molteplici forme e per le citate avversità atmosferiche. Sempre nell’ambito dello sviluppo rurale è prevista la possibilità di avere al contempo piani di sviluppo rurale regionali e un piano nazionale per talune misure o interventi.

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Fauna selvatica: il nodo dei danni arriva a Montecitorio ALLERTATI DA COLDIRETTI I PARLAMENTARI DEL TERRITORIO

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l problema dei danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica o inselvatichita (ben noto nelle nostre province) è stato al centro della seduta della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati dello scorso 19 giugno. Nel corso della riunione è stato evidenziato come sia necessaria l’attuazione dei piani di gestione messi già a punto dall’Ispra. Inoltre, il Governo si deve impegnare ad attuare interventi di verifica e quantifi• Danni da cinghiali cazione del danno in collaborazione con le Regioni. La risoluzione è dovuta al fatto che le criticità determinate dai danni causati all’agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita hanno assunto dimensioni notevoli e già nel corso della XVI legislatura la Commissione Agricoltura ha svolto una specifica indagine conoscitiva alla quale è seguito l’esame di proposte di legge a riguardo. Il fenomeno è da ritenere una vera e propria emergenza. Inoltre, si è verificato un incremento della frequenza degli attacchi da parte di lupi e altri canidi selvatici ad allevamenti di ovini che hanno a loro volta generato l’inasprimento della tensione sociale. Secondo l’Ispra i lupi si sono riadattati a vivere in zone a grande vocazione rurale e densamente popolate. Essi sono protetti dalla direttiva 92/43/CE (direttiva Habitat) che però non comprende gli altri canidi selvatici o gli esemplari ibridi: questo pone problemi di natura legale, tecnica e scientifica. La risoluzione di questo problema ricade sotto la responsabilità nazionale ed europea in modo da rendere più adeguato il quadro normativo di riferimento, introdurre strumenti più idonei a garantire l’equilibrio tra presenza della fauna selvatica protetta e delle attività economiche essenziali per la produzione di alimenti. Questa risoluzione, pertanto, impegna il Governo a proseguire iniziative di monitoraggio, studio e ricerca per individuare una strategia di sistema su scala nazionale, e ad affidare all’Ispra il compito di definire un protocollo operativo e una banca dati sui danni arrecati alle attività agricole e zootecniche. Bisogna poi concordare con le Regioni le modalità di gestione operativa per portare l’entità dei danni al di sotto di una soglia di sopportazione fisiologica riconducendoli nei limiti del normale rischio di impresa e garantendo gli introiti economici e il funzionamento degli ecosistemi. Serve inoltre promuovere misure di prevenzione e sostegno promuovendo bandi per investimenti non produttivi destinati ad interventi strutturali, ed adoperarsi nell’ambito della Pac 2014-2020 per l’inserimento di una misura per la prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di gestione del rischio (assicurazioni). Ancora la risoluzione chiede di predisporre una procedura di verifica e di quantificazione dei danni attraverso: procedura standard di raccolta dati; personale specializzato per l’accertamento del danno; programma di erogazione di fondi per la conservazione dei grandi carnivori.

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Terranostra pag. 10

• AGRITURISMO E ALIMENTAZIONE

• pagine a cura di MASSIMILIANO GRAZIANI

AGRITURISMI, estate al via e obiettivi di crescita sul territorio

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ono soprattutto le zone montane e dei laghi a registrare numeri in crescita per la partenza della stagione in agriturismo: c'è speranza da parte degli operatori, penalizzati da mesi di freddo e maltempo, oltrechè dalla crisi che, nel settore ricettivo, ha colpito duro. Un elemento di positività per gli agriturismi del territorio è la vicinanza con il centro-Europa, donde proviene una buona quantità di turisti in arrivo sul territorio. In Italia, invece, sono tre milioni e mezzo i cittadini che hanno scelto di trascorrere le vacanze estive in uno degli oltre ventimila agriturismi presenti in Italia. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base del sondaggio Ipr Marketing, che evidenzia peraltro che dopo maggio e giugno colpiti dal maltempo le prospettive sono buone per i prossimi mesi più per gli stranieri che per gli italiani, nelle varie località dalla montagna al mare, dai parchi alle città d’arte. Tra le novità del 2013 ci sono agri-ludoteche, baby-orti, lezioni di inglese sul prato, teatro contadino, agri-colonie, letture nel bosco e persino la tree therapy, tecnica anti-stress che consiste nell’abbracciare gli alberi. Ma la “vacanza” in fattoria è anche l’occasione, per moltissimi giovani, per entrare per la prima volta in una stalla, vivere a stretto contatto con gli animali dell’aia, vedere come si produce il miele e si coltiva un orto, e soprattutto “mangiare sano”, a km zero. Se l’attività preferita dal turista italiano nelle campagne è passeggiare ed esplorare

il territorio (43 per cento), il mangiare si classifica al secondo posto con la possibilità di gustare i prodotti tipici del territorio e le ricette segrete custodite nelle aziende agricole da generazioni. La qualità dell’alimentazione è l’elemento principale sul quale si fonda il giudizio su un agriturismo con il 94% dei frequentatori che considera fondamentale l’impiego dei prodotti del territorio.

Prevale dunque nelle campagne la ricerca di autenticità anche perché l’uso del termine agriturismo viene spesso utilizzato a sproposito per indicare strutture di ristorazione e ospitalità che non hanno nulla a che fare con le aziende agricole: è cresciuto infatti in modo preoccupante il fenomeno dell’abusivismo e dei finti agriturismi che danneggia e fa concorrenza sleale a quelli veri.

SCEGLIERE UN AGRITURISMO "VERO": ECCO I CONSIGLI DI COLDIRETTI Il vademecum della Coldiretti per la scelta • Un agriturismo della vacanza verde consiglia di verificare il possesso dell'autorizzazione comunale o dei relativi permessi per l'esercizio dell'attività agrituristica ed è preferibile scegliere gli agriturismi in cui il lavoro agricolo è visibile e dove l'accoglienza è di tipo cordiale e curata dall'imprenditore agricolo o dalla sua famiglia. Ma poiché per la maggioranza degli ospiti l'agriturismo significa cibi genuini e buona alimentazione, è determinante controllare il legame con l'attività agricola, il tipo di azienda e i prodotti coltivati direttamente e accertare che siano proposti alimenti stagionali e tipici. Vanno preferite le aziende che aderiscono a una associazione come Terranostra e che sono segnalate dalle guide (www.terranostra.it) e che presentano le garanzie di accreditamento offerte da Campagna Amica. Infine, prima di partire, vale sempre la pena di prendere contatto con l'imprenditore agricolo per informazioni dettagliate su cosa offre l'azienda e sui prezzi, sul modo per raggiungerla e sulla distanza da altre mete interessanti, ma anche per verificare quali attività ricreative e culturali, ma anche servizi (ospitalità animali) sono offerte e comprese nel prezzo.


Campagna Amica • AGRICOLTURA, TERRITORIO, PRODUZIONI

Sale a 3 MILIARDI la spesa degli italiani a KmZero UN SEGNALE DI ATTENZIONE AL TERRITORIO, ALLA TUTELA DELL'AMBIENTE E DEL PAESAGGIO E ANCHE UN SOSTEGNO ALL'ECONOMIA RURALE LOCALE

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iù di 3 miliardi di euro sono stati spesi per l’acquisto di prodotti alimentari “a chilometri zero” nel 2012 con un contributo determinante al contenimento degli sprechi alimentari e alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra provocate dai trasporti del cibo. Si stima infatti che i prodotti alimentari come la frutta e la verdura a chilometri zero, acquistati al mercato degli agricoltori o direttamente nelle azienda agricole riducano gli sprechi del 30 per cento perché sono più freschi e durano fino a una settimana in più rispetto a quelli dei canali di vendita tradizionali, ma anche perché non si verificano le perdite dovute alle intermediazioni commerciali, conservazioni intermedie in magazzino e lunghi trasporti che compromettono gli altri prodotti prima di arrivare sul banco di vendita. Sul piano ambientale, acquistando prodotti alimentari a chilometri zero, si riducono anche le emissioni di gas ad effetto serra provocate dai trasporti per lunghe distanze e si stima che, grazie alla spesa “salva clima” degli italiani, nei mercati degli agricoltori si sia ridotta di 98 milioni di chili l’anidride carbonica ad effetto serra emessa nell’atmosfera in un anno. È stato calcolato infatti che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per

CONTRAFFAZIONI, LOTTA DEVE ESSERE PRIORITARIA PER LE ISTITUZIONI

• Le scelte di spesa premiano il KmZero più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l'anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei. Acquistare prodotti a chilometri zero è anche un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale: si tratta di una responsabilità sociale che si diffonde tra i cittadini nel tempo della crisi. L’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione (fenomeno purtroppo sentito nelle nostre province, specie nelle aree a maggior densità industriale) e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.

ROMA - La lotta alla contraffazione e alla pirateria devono essere un'area di intervento prioritaria. Per Coldiretti,“la politica italiana deve avere il coraggio di difendere i valori distintivi, che tutti insieme danno luogo a quel Made in Italy e che hanno a che fare con l'articolo uno della Costituzione perché sono le nostre future opportunità di lavoro". In paesi come il nostro – ha precisato il presidente nazionale Sergio Marini «la Commissione parlamentare anticontraffazione non dovrebbe essere oggetto di dibattito in Parlamento ma prevista per legge, anzi, se possibile, nella Costituzione stessa. La distintività è il nostro punto di forza e non si può accettare che venga minata a livello nazionale o internazionale». Un impegno che va sostenuto stringendo le maglie troppo larghe della legislazione comunitaria con l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per garantire trasparenza negli scambi commerciali, agevolare l'attività ispettiva e difendere i consumatori ed i produttori dal rischio di frodi ed inganni con circa la metà della spesa che è anonima.

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Donne Impresa pag. 10

• MOVIMENTI COLDIRETTI

• pagine a cura di ELEONORA BARÈ

Le imprese "in rosa" sono in crescita anche nel Piemonte Orientale • Cresce l'impegno delle donne in agricoltura

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ono 234.228 le imprese agricole guidate da donne in Italia dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre (29,1%) è rosa. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere relativi al primo trimestre del 2013: dati che confermano come l'imprenditoria femminile sia in crescita anche sul territorio del Piemonte Orientale, dove le donne sono promotrici di un'imprenditoria agricola attenta al territorio, alla multifunzionalità, alle tradizioni ma anche all'innovazione. Dopo quello del commercio è infatti proprio il settore agricolo quello in cui la presenza femminile è maggiore. L’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura italiana ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l'ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la nascita del settore dell'agribenessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni. «Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera più occupazione perchè sviluppa attività particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare» afferma Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti. La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. Un impegno che è infatti particolarmente rilevante nelle attività più innovative e interdisciplinari come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici.

AGRICOLTURA E COMMERCIO SONO I SETTORI ECONOMICI E D'IMPRESA IN CUI LA PRESENZA FEMMINILE È PIÙ SIGNIFICATIVA, CON UN FORTE IMPULSO ALL'INNOVAZIONE E ALL'APERTURA DI NUOVI SEGMENTI

ESTATE E GIUSTA ALIMENTAZIONE: I CONSIGLI DI COLDIRETTI DONNE IMPRESA Anche le pesche, le albicocche e le ciliegie della filiera corta piemontese aiutano l’abbronzatura. A confermarlo è la rappresentanza provinciale di Coldiretti Donne Impresa che sottolinea come “un’alimentazione adeguata, oltre a contrastare il grande caldo, può essere utile per agevolare la tintarella, obiettivo sospirato di tanti cittadini”. Se il consiglio è quello di esporsi gradualmente al sole e di evitare le ore più calde soprattutto in caso di carnagione chiara, l’alimentazione aiuta a “catturare” i raggi del sole ma anche in grado di difendere l’organismo dalle elevate temperature. La dieta adeguata per una abbronzatura sana e naturale si fonda sul consumo di cibi ricchi in Vitamina A che favorisce la produzione nell'epidermide del pigmento melanina per donare il classico colore scuro alla pelle. Sul podio del “cibo che abbronza” secondo la speciale classifica stilata dalla Coldiretti salgono carote, radicchi e albicocche ma sono d’aiuto anche insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, fragole o ciliegie. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote che contengono ben 1200 microgrammi di Vitamina A o quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile. Al posto d'onore - continua la Coldiretti - salgono gli spinaci che ne hanno circa la metà, a pari merito con il radicchio mentre al terzo si posizionano le albicocche seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle, cocomeri, fragole e ciliege che presentano comunque contenuti elevati di vitamina A o caroteni. Intanto, l’arrivo del caldo ha influito sulle consuetudini alimentari dei cittadini e decollano le vendite di formaggi freschi, verdura, frutta (in particolare quella di stagione, come fragole o ciliegie) e yogurt, trasformato dalle imprese agricole. • Albicocca


Giovani Impresa • MOVIMENTI COLDIRETTI

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IL SOGNO DEI RAGAZZI? LAVORARE IN AGRICOLTURA E COSTRUIRE UN'IMPRESA

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l 38% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28%) o fare l’impiegato in banca (26%). Il dato emerge dalla prima analisi Coldiretti/Swg su “I giovani e la crisi”, presentata all’Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti alla vigilia della presentazione del piano giovani del Governo, dalla quale si evidenzia una netta inversione di tendenza rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. Il contatto con la natura e i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale e, come sottolinea Coldiretti, sono venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni, sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna. La conferma viene dal fatto che al 42% dei giovani piacerebbe fare l’agricoltore se avesse il terreno contro il 39% che non sarebbe invece interessato. Una tendenza confermata dal fatto che, con un aumento record del 29% delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria, la campagna torna prepotentemente a crescere nell’interesse delle giovani generazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal quale si evidenzia il successo dell’agroalimentare nelle scelte formative. Ancora l'analisi su "i giovani e la crisi" evidenzia come il 73% dei giovani chiede che venga inserito l’obbligo di una quota giovani per le assunzioni in aziende pubbliche e private, a salvaguardia della futura possibilità occupazionale.

• Agricoltura giovanile è sinonimo di innovazione

IL CONTATTO CON LA NATURA E PRODOTTI È DIVENTATO PREMINENTE: INOLTRE, I GIOVANI INNOVANO E CREANO NUOVI AMBITI OPERATIVI CONNESSI ALL'ATTIVITÀ DI IMPRESA AGRICOLA. SE AVESSE TERRENO, IL 42% DEI GIOVANI VORREBBE FARE L'AGRICOLTORE

CRISI E LAVORO: IL 61% DEI GIOVANI SARÀ PIÙ POVERO DEI PROPRI GENITORI Per la prima volta dal dopoguerra la nuova ge• Giovani agricoltori nerazione sarà più povera di quella che l’ha preceduta con il 61% dei giovani italiani che pensa che in futuro la sua situazione economica sarà peggiore di quella dei propri genitori, il 17% uguale e solo il 14% migliore, mentre il 9 per cento non risponde. Il dato, allarmante, emerge dalla prima analisi Coldiretti/Swg su “I giovani e la crisi”, dalla quale si evidenzia che le prospettive non sono dissimili tra giovani occupati (61%) disoccupati (65%) o studenti (54%). Nonostante questo solo il 36% non farebbe mai il lavoro dei propri genitori, il 30% lo farebbe senza entusiasmo mentre solo per il 28% sarebbe interessante. La preoccupazione sul futuro economico traspare anche dall’elevato grado di insoddisfazione che caratterizza i giovani occupati che per il 36% dei casi non sono contenti del proprio lavoro, che risulta poco appagante dal punto di vista economico per 3 insoddisfatti su 4 e privo di prospettive di crescita professionale per 1 su 3. Il risultato è che ben il 77% dei giovani occupati pensa di cambiare lavoro. La situazione è profondamente diversa tra i giovani agricoltori che nell’85 per cento dei casi sono soddisfatti del proprio lavoro e solo nel 34 per cento dei casi hanno pensato di cambiarlo. «La voglia di fare meglio è stato il motore che ha fatto crescere il Paese da generazione a generazione: la mancanza di speranza dei giovani nel futuro è la preoccupazione più forte che ci viene dalla crisi in un Paese dove sono pesanti le responsabilità della classe dirigente nell’impedire il necessario rinnovamento generazionale, come dimostra la limitata presenza di giovani nei centri di poteri, rispetto gli altri Paesi sviluppati».


Tecnica - In Primo Piano pag. 14

• CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

• resp. Caa Coldiretti: LORENZO ROLANDO

Sistri, si va verso l'abolizione del sistema

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l Sistri non è un sistema idoneo perché comporta eccessivi sovraccarichi organizzativi e va abolito con un intervento legislativo, abrogando le norme che lo prevedono e sostituendolo con nuovi criteri. Queste le conclusioni dei lavori coordinati dal prof. Edo Ronchi, incaricato dal ministro dell’Ambiente di organizzare e gestire il confronto con le organizzazioni professionali e gli operatori potenzialmente interessati al sistema di tracciabilità dei rifiuti, al fine di verificare la posizione delle associazioni sulla funzionalità dello stesso. Nell’ambito della consultazione è stato fatto esplicito riferimento alla Relazione sul Sistri "L'evoluzione normativa e le problematiche connesse alla sua attuazione" della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, approvata il 28 febbraio 2013, che parte dalla constatazione che "il progetto, avviato sin dal 2007, ad oggi non ha avuto concreta applicazione e si sono susseguiti nel tempo una serie di interventi legislativi che ne hanno rinviato sistematicamen-

COLDIRETTI HA EVIDENZIATO COME SIA IMPENAILE L'AVVIO DEL SISTRI ALLE DATE DEFINITE, PERMANENDO TUTTE LE DIFFICOLTÀ E LE ANOMALIE SEGNALATE NEL CORSO DELI ANNI E CHE SONO ATTUALMENTE ANCORA IRRISOLTE. te l'entrata in vigore". Dal medesimo documento emerge che "in proposito, diverse sono state le opposizioni delle associazioni di categoria rispetto a questo specifico sistema di tracciamento, in quanto ne è stata sottolineata l'inadeguatezza, la scarsa fruibilità da parte degli operatori e l'ingerenza con i sistemi informatici già in uso". Dai lavori della consultazione effettuata sotto il coordinamento del prof. Ronchi sono scaturiti due documenti: una relazione generale del coordinatore al Ministro ed un documento conclusivo in

ARRIVA L’INDICE NAZIONALE PEC. SE NON AVETE ANCORA ATTIVATO LA CASELLA, CONTATTATE COLDIRETTI! Arriva l’Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (Pec). L’elenco è consultabile online, senza bisogno di autenticazione, sul sito Ini Pec (www.inipec. gov.it), ed è realizzato da InfoCamere sotto la guida del ministero dello Sviluppo Economico. Gli inirizzi già caricati, come sottolinea il ministero, sono ad oggi più di 500 mila e si riferiscono a professionisti relativi a oltre 800 ordini e collegi professionali. Gli indirizzi Pec di imprese inserite nel data base, invece, sono quasi tre milioni. E il sio è in continuo aggiornamento, grazie anche all’importante lavoro di Infocamere. Il registro Ini Pec offre la possibilità ai cittadini, ai vari soggetti economici e alle Pubbliche Amministrazioni di interagire con semplicità, efficienza ed economicità: ricordiamo che l’attivazione della posta elettronica certificata è obbligatoria entro il 30 giugno, come più volte scritto nei precedenti numeri, per tutte le ditte iscritte al Registro Imprese. Invitiamo quanto non avessero ancora provveduto a contattare con la massima urgenza il più vicino ufficio zona della Coldiretti: a partire dal 1° luglio, tutte le informativi, dichiarazioni, scambi di informazioni, richiesta documenti tra imprese di qualunque forma e natura e la pubblica amministrazione devono essere effettuati tramite Pec.

cui sono delineati, oltre alle conclusioni delle 31 organizzazioni di imprese interessate, alcuni indirizzi per lo sviluppo di un eventuale sistema alternativo. Nel dettaglio, alle organizzazioni sono stati distribuiti i seguenti quesiti, con richiesta di risposte scritte: ritenete che entro i termini fissati per l'inizio dell'operatività, del 1 ottobre 2013 per i produttori e gestori di rifiuti pericolosi e del 3 marzo 2014 per gli altri enti e imprese obbligati, il Sistri sarà in grado di funzionare in modo idoneo a rendere trasparenti le movimentazioni dei rifiuti e in modo fruibile dalle imprese senza eccessivi sovraccarichi organizzativi? Quali proposte fate per un sistema di tracciabilità dei rifiuti idoneo e senza sovraccarichi eccessivi per le imprese? Dopo numerosi provvedimenti di proroga e di modifica del Sistri ritenete che, in ogni caso, il Sistri ora vada fatto entrare in operatività, oppure che vada di nuovo prorogato per fare qualche altro aggiustamento, oppure che si debba intervenire con un provvedimento legislativo per annullarlo e impostare un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti idoneo, meno oneroso e collaudato? A queste domande sono giunte 22 risposte scritte in rappresentanza di 31 organizzazioni. Coldiretti ha segnalato come sia impensabile l’avvio del Sistri alle date definite, permanendo tutte le difficoltà e le anomalie segnalate nel corso degli anni e che sono attualmente ancora irrisolte. Ha quindi rimarcato la necessità di un sistema proporzionale ed adeguato al settore agricolo, con opportune semplificazioni e fasce di esonero per le piccole imprese, che valorizzi il ruolo degli accordi di programma e delle convenzioni con i circuiti organizzati di raccolta sottoscritti in sede locale. Dopo discussione e introduzione di alcune modifiche, è stata quindi approvata all'unanimità dalle 31 organizzazioni di imprese presenti la "Conclusione della consultazione delle organizzazioni delle imprese in materia di Sistri". Nel documento, condivisa l'utilità di un sistema di tracciabilità che, da un lato,


Tecnica - Legislativo • CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

sia idoneo a rendere trasparenti la gestione e le movimentazioni dei rifiuti e, dall'altro, sia fruibile dalle imprese senza eccessivi sovraccarichi organizzativi, gli operatori hanno sottolineato la necessità di prendere atto che il Sistri non risponde affatto a questi requisiti, richiedendo un sistema con minori sovraccarichi organizzativi per le imprese. È emerso, quindi, che il termine del 1° ottobre 2013, qualora fosse confermato, comporterebbe notevoli disagi delle diverse decine di migliaia di imprese e di operatori che producono e gestiscono rifiuti pericolosi: i costi economici e organizzativi di tale avvio sarebbero rilevanti, in particolare in un momento di crisi e di difficoltà per le imprese. È stata esclusa la possibilità di utilizzare tale scadenza anche solo come sperimentazione considerate le molteplici dimostrazioni della non funzionalità del sistema. Preso atto, quindi, che il Sistri non è idoneo perché comporta eccessivi sovraccarichi organizzativi e che va abolito con un intervento legislativo, abrogando le norme che lo prevedono e sostituendolo con nuovi criteri da affidare poi a normativa secondaria e mantenendo nel frattempo il sistema preesistente, con eventuali piccole integrazioni che ne garantiscano una maggiore efficacia, compreso quello sanzionatorio, sono stati proposti alcuni indirizzi. Si parte dall’abolizione delle chiavette Usb e trasmissione dei registri di carico e scarico, in forma digitale, alle Agenzie Regionali per l'Ambiente, e delle chiavette Usb e delle black box per il trasporto e trasmissione del formulario, in forma digitale, all'Albo nazionale dei gestori ambientali. Vanno poi previste la possibilità di assicurare la tracciabilità attraverso organizzazioni, tipo consorzi relativi ai rifiuti o organizzazioni di categoria, in particolare per le piccole imprese, e la trasmissione dei dati dell'Albo relativi al trasporti e quelli delle Arpa relative alla produzione dei rifiuti ad un centro di elaborazione nazionale in collegamento con Ispra. È stato anche richiesto che il sistema, prima di partire, sia idoneamente sperimentato sotto il coordinamento e con il coinvolgimento delle organizzazioni e che il nuovo sistema non comporti oneri aggiuntivi per le imprese e favorisca con misure di semplificazione determinate categorie da individuare successivamente sulla base di esigenze obiettive.

GOVERNO, "DECRETO DEL FARE" SEMPLIFICA LE PROCEDURE PER LE PRATICHE DEI PSR ROMA - Corsia preferenziale per le praGLI ENTI SONO TENUTI tiche del Psr nella pubblica amministraA DARE PRECEDENZA zione: è una delle novità introdotte dal AI PROVVEDIMENTI cosiddetto Decreto del fare, il dl varato RELATIVI AD ATTIVITÀ dal Consiglio dei Ministri e già operativo. Il dispositivo sancisce che “Le ammiCONNESSE ALL'UTILIZZO nistrazioni e le aziende dello Stato anche DI FONDI STRUTTURALI ad ordinamento autonomo, le Camere di EUROPEI, COMPRESI commercio, industria, artigianato e agriQUELLI INSERENTI coltura, gli enti pubblici non economici ALLO SVILUPPO RURALE. nazionali, le agenzie, sono tenuti a dare precedenza, nella trattazione degli affaSI APRE UN'ATTESA ri di competenza, ai procedimenti, provCORSIA PREFERENZIALE vedimenti e atti anche non aventi natura NEI RAPPORTI di provvedimento relativi alle attività in TRA L'AGRICOLTURA qualsiasi modo connesse all’utilizzazioE LA PUBBLICA ne dei fondi strutturali europei, compresi quelli inerenti allo sviluppo rurale e alla AMMINISTRAZIONE pesca e alla realizzazione dei progetti realizzati con i medesimi fondi”. In pratica, l'articolo 9 del decreto vuole fare in modo che tutto ciò che ruota intorno ai fondi comunitari, allo sviluppo rurale e alla pesca, trovi procedure accelerate, in modo che tutta la macchina burocratica si muova rapidamente su corsie preferenziali. Scopo del provvedimento è aumentare la velocità della spesa dei fondi comunitari, riducendo il tempo per l’espletamento della pratica da parte della pubblica amministrazione e far sì che le risorse finanziarie raggiungano il be• Campo di frumento neficiario, nel caso dello sviluppo rurale l’agricoltore, nel più breve termine. Si pensi ai ritardi che la procedura di rilascio dell'antimafia o altri certificati e autorizzazioni hanno comportato in passato e che tuttora comportano, con il trascorrere di mesi prima di vedere trattata la propria pratica e, di conseguenza, il rilascio di un provvedimento necessario alla liquidazione. Tutti questi disagi, in una fase di grave crisi economica come quella attuale, hanno una rilevanza molto più marcata per le imprese agricole. Il provvedimento mira anche ad evitare il rischio di disimpegno, ossia il ritorno delle risorse a Bruxelles. Dagli ultimi dati emerge infatti che entro il 31 dicembre 2013 le Regioni dovranno liquidare 1,4 miliardi per evitare il disimpegno di 740 milioni di risorse comunitarie Feasr. Viste le cifre in gioco, si capisce l’importanza dell’attuazione della norma prevista nel Decreto del fare, risorse disponibili ed effettive che non vengono spese molte volte per lentezze burocratiche. Anche gli altri commi vanno nella direzione dell'accelerazione delle pratiche che riguardano i fondi comunitari. Il comma 2, per esempio, stabilisce un criterio di sussidiarietà al quale potranno fare ricorso lo Stato o la Regione per sostituirsi ad Enti territoriali inadempienti qualora accertino ritardi ingiustificati nell'adozione di atti di competenza. Gli ultimi commi, più espressamente rivolti alla programmazione 2007-2013, danno la possibilità di convocare una Conferenza di servizi al fine di rimuovere inadempienze e ostacoli.

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Agricoltura e Montagna pag. 16

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In ritardo la monticazione Anche il turismo montano ne soffre

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li ultimi sono saliti in montagna addirittura ai primi di luglio: colpa del freddo che ha ritardato la crescita dell'erba e impedito - soprattutto alle quote più alte, causa neve - alle mandrie i pascoli estivi. Il ritardo nella monticazione è stato l'ultimo grande colpo di coda di una primavera climaticamente mai così instabile. In media, nelle nostre province, si contano 15-20 giorni di differimento sulla consueta tabella di marcia, una situazione pesante per un comparto-chiave dell’economia agricola e montana. C’è ancora neve sopra i 1400-1500 metri di altitudine, l’erba crescerà con grande ritardo e, per ora, mandrie e greggi restano in stalla: il problema interessa un centinaio di imprese della Valsesia e una sessantina del Biellese. Per lunghe settimane è stato impossibile salire negli alpeggi posti oltre i

1300-1400 metri. Ciò ha comportato innanzitutto un deciso aggravio di costi di produzione per i nostri allevatori, costretti ad alimentare le vacche in stalla, acquistando fieno e mangimi. Anche le prime settimane di giugno hanno visto i fiocchi di neve imbiancare ampie porzioni del nostro territorio montano: una situazione del tutto anomala, se pensiamo che tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno, solitamente, i nostri alpigiani salgono ai pascoli alti con i loro animali. Certamente, quest’anno, la monticazione non è avvenuta prima di fine giugno, con una ventina di giorni di ritardo. Nei pascoli di media montagna, invece, il bel tempo di questi giorni ha accentuato il problema delle invasioni di cinghiali e fauna selvatica, che rovinano i prati a fieno e pongono forti interrogativi anche sul prosieguo della stagione in alpeggio. Inoltre, il clima freddo ha rallentato la

SPORTELLI FORESTALI E COMUNICAZIONI DI TAGLIO In previsione del fatto che a fine agosto 2013 scadrà la convenzione per la costituzione degli sportelli forestali presso le comunità montane, si ricorda che le comunicazioni di taglio possono essere presentate con diverse modalità: rivolgendosi agli sportelli forestali presso gli uffici regionali o gli enti di gestione delle aree protette; compilando la comunicazione direttamente on line tramite il Sifor; scaricando il modello di comunicazione semplice, compilandolo in tutte le sue parti e inviandolo, con fotocopia di un documento • Bosco montano d’identità valido, al Settore regionale competente per territorio. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 3 del Reg. 8/R del 2011, i firmatari delle comunicazioni/istanze possono incaricare alla trasmissione delle stesse un qualunque soggetto terzo per le comunicazioni semplici o un tecnico forestale abilitato o un’impresa iscritta all’Albo per le comunicazioni con relazione tecnica e le richieste di autorizzazione. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi presso gli uffici zona Coldiretti.

• Vacca al pascolo in alpeggio

DAI 15 AI 20 GIORNI IL DIFFERIMENTO DELLA SALITA ALLE QUOTE PIÙ ALTE, DOVE LE NEVICATE TARDIVE HANNO IMPEDITO A LUNGO L'ACCESSO A GREGGI E MANDRIE. PROBLEMI ANCHE PER LA CRESCITA DELL'ERBA NEI PASCOLI ALTI partenza della stagione turistica nelle terre alte di Valsesia e Biellese, e a risentirne sono i molti operatori agrituristici che vedono compromessa la prima parte della stagione estiva. Va sottolineato che quella delle nostre montagne è un’agricoltura “strategica” e in grado di legare la tradizione al futuro nel segno di prodotti d’eccellenza e di un legame forte con il turismo: la presenza delle imprese agricole e il mantenimento delle attività d’alpeggio garantiscono un presidio del territorio importante per la sopravvivenza dell’economia montana. Quando il territorio alpino è ben governato a livello di programmazione e presidio, esso sa porsi al servizio della pianura e della collettività: sa “fare sistema” con il turismo che deve saper apprezzare ulteriormente il settore dell’allevamento bovino e caprino e si rafforza come importante volano per lo sviluppo dell’economia locale. Sinergie che passano attraverso un “ruolo forte” che l’agricoltura può assumere fortificando il proprio appeal nei confronti dell’imprenditoria giovanile e guidando, a questo proposito, un “ritorno alla montagna” delle nuove e giovani generazioni.


Ambiente ed Energia • CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

DECRETO DEL FARE: NOVITÀ PER IL SETTORE ENERGETICO ESTESA LA ROBIN TAX ALLE IMPRESE CON OLTRE 3 MILIONI DI FATTURATO

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l “Decreto del fare”, il dispositivo varato dal Governo per il rilancio dell’economia, ha introdotto alcune novità di interesse per le imprese agricole attive nel settore energetico. Il Dl prevede l’estensione della “Robin Tax” alle imprese con più di 3 milioni di fatturato e 300mila euro di imponibile. L'addizionale Ires detta appunto Robin Tax, attualmente applicabile a soggetti, che operano nel settore energetico, che hanno conseguito nel periodo di imposta precedente ricavi oltre i 10 milioni di euro e reddito imponibile superiore a 1 milione, con il nuovo decreto sarà dovuta anche ad aziende medio-piccole: con ricavi sopra i 3 milioni e reddito im-

CERTIFICATI VERDI PER USO DI BIOMASSE DA FIERA CORTA Il Gse (Gestore dei servizi energetici) informa gli operatori che l’emissione dei Certificati Verdi (“CV”) spettanti all’energia elettrica prodotta nel periodo dicembre 2011-novembre 2012 tramite l’utilizzo di biomassa da filiera corta e certificata ai sensi del Decreto ministeriale del 2 marzo 2010, sarà effettuata solo dopo la ricezione da parte del Mipaaf dei dati relativi alle certificazioni rilasciate agli operatori. Dopo la ricezione della certificazione sarà quindi cura del Gse segnalare tempestivamente agli operatori, attraverso una news pubblicata su questo sito web, le informazioni da trasmettere ai fini del riconoscimento dei CV per l’utilizzo di biomassa da filiera corta. Eventuali richieste di emissione inviate prima della pubblicazione della menzionata news non potranno essere oggetto di valutazione. In attesa della certificazione da parte del Ministero dell’utilizzo di biomasse da filiera corta, gli operatori possono chiedere al Gestore l’emissione dei CV spettanti per la produzione di energia 2012 con l’applicazione del coefficiente ordinario (pari a 0,8 o 1,3 a seconda della fonte di alimentazione dell’impianto).

ponibile sopra i 300mila (il testo entrato in CdM, ricordiamo, prevedeva limiti ancora più bassi cioè ricavi a 500.000 e imponibile a 80.000 euro). Dall'estensione della Robin Tax si ricaverà un maggior gettito di 150 milioni di euro nel 2015 e 75 nel 2016. Scatta anche la rideterminazione delle modalità di calcolo del “costo evitato di combustibile” applicato agli impianti che godono delle tariffe Cip6. È prevista una deroga per gli impianti di termovalorizzazione di rifiuti ammessi al regime Cip6, che alla data di entrata in vigore del decreto siano in esercizio convenzionato da un periodo inferiore a otto anni. Si prevede poi l’abrogazione delle misure di salvaguardia – introdotte con la Legge di stabilità 2013 - per gli impianti alimentati a bioliquidi sostenibili già entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2012. In realtà tali misure non sono mai entrate in vigore, poiché il Ministero dello sviluppo non ha pubblicato il decreto attuativo (atteso invano fin dal 31 gennaio 2013).

ENERGIA: DA LUGLIO AUMENTA IL PREZZO DEL LUCE, CALA IL GAS Dal 1° luglio le bollette del gas diminuiranno dello 0,6%, mentre quelle dell'elettricità aumenteranno dell'1,4%. Lo ha deciso l'Autorità per l'energia nell'aggiornamento per i clienti domestici e i piccoli consumatori serviti in tutela. Con la diminuzione del gasprosegue il trend in discesa delle bollette da aprile scorso per effetto dell'introduzione del nuovo metodo di aggiornamento della materia prima che porterà ad una riduzione complessiva del 7% entro l'anno; il nuovo metodo prevede un maggior ‘peso' dei prezzi spot, ora più favorevoli rispetto a quelli dei contratti di lungo periodo, nel calcolo del prezzo del gas per i clienti serviti in regime di tutela, pari al 20%.

RINNOVABILI, IL TAR BOCCIA GLI ONERI DI SBILANCIAMENTO A CARICO DEI PRODUTTORI In tre sentenze depositate di recente, il Tar Lombardia si è pronunciato sulla questione dei corrispettivi di sbilanciamento, ossia gli oneri che i produttori dovrebbero pagare per compensare i problemi che causano al sistema elettrico immettendo in rete energia in quantità diverse da quanto previsto. Una materia che era stata disciplinata dalle delibere dell'Autorità per l'Energia (Aeeg) n. 281/2012/R/efr del 5 luglio 2012 e n. 493/2012/R/efr del 22 novembre 2012, nelle quali si estende ai produttori di energia da rinnovabili la compartecipazione a questi oneri. Secondo il Tribunale amministrativo lombardo l’Aeeg non può assumere che gli impianti da fonti rinnovabili non programmabili, come l'eolico, fotovoltaico biogas, abbiano lo stesso grado di prevedibilità di quelli programmabili, biomasse e bioliquidi, sottoponendoli a corrispettivi di sbilanciamento impropri, come quelli introdotti con la contestata delibera 281/2012/R/efr . Il provvedimento viene dunque annullato (e con esso la 493/2012/R/efr) in quanto giudicato “discriminatorio”.bIl Tar milanese, ha tuttavia respinto l’ipotesi secondo cui le Fer non programmabili debbano essere del tutto esentate dai corrispettivi di sbilanciamento o dal contribuire alla sicurezza del sistema. “Discorso diverso però l'intensità ed il tipo di previsione”, si legge in una delle sentenza. Ed è questo il punto chiave su cui si basa l'annullamento della delibera.

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Florovivaismo e orticoltura pag. 18

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• resp. Caa Coldiretti: LORENZO ROLANDO

Gasolio da serra, tagliate le accise

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tirare un comprensibile sospiro di sollievo sono soprattutto i floricoltori e gli ortoflorovivaisti: la “buona notizia” è il taglio dell’accisa sul gasolio agricolo utilizzato per il riscaldamento in serra, previsto decreto legge per il rilancio economico del Paese approvato dal governo Letta su proposta del ministro alle Politiche Agricole De Girolamo. Un provvedimento che, come sottolinea Impresa Verde Piemonte Orientale, è da considerarsi “fondamentale per la sopravvivenza stessa delle imprese”. Il “caro gasolio” è, infatti, una voce di primaria importanza fra i “rincari” che stanno mettendo in ginocchio molti imprenditori del comparto: oltre un milione i litri utilizzati per il riscaldamento in serra nelle quattro province di Novara, Vercelli, Biella e Verbano Cusio Ossola. Ciò vale per l’intero Paese ma, com’è ovvio, anche le nostre province sono inserite in un sistema che si trova a dover fare i conti con l’internazionalità dei mercati. Ovvero, a competere con

• Coltivazioni in serra chi, in Europa, può produrre a più basso costo: parliamo di Paesi per i quali il costo dell’energia è inferiore e dove vengono erogate agevolazioni per abbattere il costo delle fonti energetiche. E a ciò si aggiunge la concorrenza sempre più pressante dei Paesi extracomunitari favoriti da un clima più caldo, che praticano dumping sociale e che spesso utilizzano pratiche di coltivazione bandite dall’Unione Europea. La nuova norma prevede che l’ac-

cisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, cui attualmente si applica la stessa accisa prevista per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli, pari al 22% dell'accisa ordinaria, viene ridotta a 25 euro per mille litri, a condizione che i richiedenti siano serricoltori per i quali l’attività imprenditoriale agricola costituisce l’esclusivo o comunque il prevalente fattore produttivo, cioè coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale. La disposizione, che decorrerà dal 1° agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015, intende dare una risposta concreta alla perdita di competitività del settore florovivaistico ed orticolo a causa, da un lato, del venir meno delle disposizioni che prevedevano l’esenzione dall’accisa per il gasolio destinato alle serre e, dall’altro, dai continui aumenti dei prezzi dei carburanti con un aggravio dei costi di produzione insostenibili. Il livello di imposizione agevolato sarà applicato sul gasolio per la serricoltura a condizione che le imprese beneficiarie si obblighino a ridurne il consumo, dando così un fattivo contributo al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale. Sul piano politico è decisamente positiva la conferma di orientare le poche risorse disponibili a soggetti professionali che lavorano e vivono di agricoltura, che l’Italia sta anche sostenendo anche a livello comunitario”.

CASTANICOLTURA: IN PARLAMENTO IL PIANO COLDIRETTI PER IL RILANCIO DEL COMPARTO ROMA - Coldiretti è stata ascoltata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sul tema della salvaguardia e del rilancio della coltura del castagno, settore di notevole rilievo socioeconomico in molte aree collinari e montane delle nostre province. Un ruolo fondamentale, non solo per la produzione dei frutti, tutelata anche da numerose denominazioni di origine, e del legname, ma anche per il presidio del territorio e la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, senza dimenticare la memoria fisica di un tempo in cui la castanicoltura era fonte primaria di sostentamento.

INTANTO STA DANDO BUONI RISULTATI IL PIANO DI CONTRASTO ATTIVATO IN PIEMONTE, ANCHE SE CI VORRANNO ANCORA ANNI PER VEDER DEBELLATO L'INSETTO SUL TERRITORIO IL PIANO REGIONALE - Intanto, sta ottenendo buoni risultati il piano regionale di contrasto al cinipide galligeno, l'insetto che sta decimando la produzione di castagne: ad oggi sono oltre 600 i rilasci effettuati su tutto il territorio piemonte-

se, dai comprensori castanicoli alpini a quelli appenninici del sud Piemonte. Con buoni risultati, che addirittura spingono la Regione a pronosticare che "l’attività dell’insetto che da una decina di anni a questa parte pone in serio pericolo la sopravvivenza della castanicoltura nostrana e nazionale, è ormai prossima a essere neutralizzata mediante la tecnica del controllo biologico". Va detto che occorrerà ancora tempo per raggiungere il controllo biologico del cinipide (specie nelle aree raggiunte più tardi dal parassitoide) anche se anno per anno la situazione dovrebbe progressivamente migliorare.


Strumenti e Normative • CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

FOCUS

CONCILIAZIONE: AGEVOLAZIONI SINO A FINE ANNO PER IL NUOVO STRUMENTO DELLE CAMERE DI COMMERCIO Presso le Camere di Commercio del territorio è in funzione il Servizio di mediazione che offre la possibilità di giungere alla composizione delle controversie civili e commerciali, vertenti su diritti disponibili, tra due o più soggetti comprese le liti tra imprese e tra imprese e consumatori, tramite l’assistenza di un mediatore indipendente, imparziale e neutrale. Il mediatore non decide la controversia, ma aiuta le parti nella composizione della stessa, tramite la ricerca di un accordo soddisfacente. La mediazione non è un procedimento contenzioso, quindi non conduce a una decisione finale con vincitori e vinti, ma permette alle parti, attraverso l'intervento di un mediatore, di raggiungere un

LA MEDIAZIONE NON È UN PROCEDIMENTO CONTENZIOSO E NON PORTA AD UNA DECISIONE FINALE CON VINCITORI E VINTI. PERMETTE INVECE ALLE PARTI DI RAGGIUNGERE UNA CONCILIAZIONE CHE HA VALORE DI CONTRATTO accordo (conciliazione) che ha valore di contratto. In caso di insuccesso del tentativo non è esclusa la possibilità di rivolgersi comunque al giudice ordinario o a un arbitro. Il mediatore è un soggetto terzo imparziale, indipendente ed esperto di tecniche di comunicazione,

negoziazione e mediazione, acquisite mediante una formazione continua teorico-pratica. Non è né un giudice né un arbitro e non impone alcuna decisione, ma aiuta le parti a trovare una soluzione. I vantaggi dell’utilizzo di questo strumento sono: la mediazione è volontaria, perché nessuno è obbligato a partecipare all’incontro, che può comunque essere interrotto in ogni momento; rapida, perché la procedura si conclude entro 4 mesi dal deposito dell’istanza (art.6 D.Lgs. 28/10); economica, perché i costi sono contenuti e predeterminati. Le spese di avvio: sono di 40 euro + Iva; le spese di mediazione in base al valore della controversia di modeste dimensioni.

INVIO TELEMATICO DELLA DENUNCIA DI INFORTUNI ALL'INAIL

PIEMONTE, SIGLATO L’ACCORDO SULLA DISCIPLINA DEI TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO

ROMA - A decorrere dal 1° luglio 2013 l’invio telematico della denuncia d’infortunio sul lavoro sarà obbligatorio, oltre che per i titolari di posizione assicurativa INAIL (PAT), anche per le pubbliche amministrazioni, per gli imprenditori agricoli (sia datori di lavoro che lavoratori autonomi) e per i privati cittadini. Da tale data, quindi, i datori di lavoro e i lavoratori autonomi dell’agricoltura (coltivatori diretti, coloni e mezzadri e rispettivi concedenti) non potranno più trasmettere il modello cartaceo di denuncia degli infortuni sul lavoro (che, peraltro, di recente è stato modificato), ma dovranno utilizzare le procedure di denuncia /comunicazione di infortunio e malattia professionale in via telematica, accessibili dal portale dell’Istituto (Punto Cliente).

ROMA - Regione Piemonte e parti sociali IL TIROCINIO NON SI hanno siglato un accordo sulla discipliCONFIGURA COME na dei tirocini formativi e di orientamenUN RAPPORTO DI LAVORO to, realizzati per coloro che hanno già E NON PREVEDE assolto al diritto-dovere di istruzione e formazione e mirano ad agevolare il loUNA RETRIBUZIONE. ro inserimento nel mercato del lavoro, PER IL TIROCINANTE attraverso un’esperienza professionale È INVECE PREVISTA in azienda. Il tirocinio non si configura UN'INDENNITÀ MINIMA come un tradizionale rapporto di lavoro, MENSILE DI 300 EURO non prevede una retribuzione, né l’obbligo di assunzione finale del tirocinante. È prevista, invece, un’indennità di partecipazione minima mensile di 300 euro per chi segue un corso di formazione di 20 ore settimanali. L’importo aumenta proporzionalmente in relazione all’impegno del tirocinante che, con la partecipazione ad un corso di almeno 40 ore settimanali, vedrà la relativa indennità di partecipazione crescere a 600 euro. Il tirocinio si effettua sulla base di un’apposita convenzione tra azienda ed enti promotori, quali Centri per l’Impiego, Università, Enti di formazione accreditati, Comuni e Camere di Commercio. Oltre alla convenzione, l’ente promotore e l’azienda dovranno stilare un progetto formativo che indicherà obiettivi, tempi e modalità di svolgimento del tirocinio.

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Vino e Vigneto pag. 20

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• pagina a cura di CARLO TODESCHINO

Sostegno alla viticoltura, arrivano 337 milioni per il piano nazionale

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mmonta a 337 milioni di euro il budget complessivo per l’annualità 2014 del Programma Nazionale di Sostegno (Pns) per il settore vitivinicolo. Le risorse andranno a finanziare sia le misure a gestione nazionale (i programmi nazionali di promozione dei vini sui paesi terzi, le mi• Vigneti sure di assicurazione e distillazione dei sottoprodotti) che le misure a gestione regionale (ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti, vendemmia verde e i programmi regionali di promozione dei vini sui paesi terzi). Il decreto ha fissato gli importi disponibili per ognuna del misure inserite nel Pns vino e fa seguito alla presentazione a Bruxelles dello stesso avvenuta a marzo di quest’anno. Anche per il 2014 la misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti e quella di promozione saranno le più finanziate con, rispettivamente, 140 e 102 milioni di euro. 45 milioni andranno invece alla misura di investimenti in cantina, 20 alla distillazione dei sottoprodotti e all’assicurazione del raccolto, 10 milioni alla vendemmia verde. Il decreto stabilisce inoltre la ripartizione del budget, oltre che tra le misure, anche tra le singole regioni e province autonome. Questa ripartizione riguarda naturalmente solo le misure di promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi, ristrutturazione e riconversione dei vigneti, vendemmia verde e investimenti.

CANTINE E PRINCIPALI REQUISITI GENERALI PER L'OPERATIVITÀ LOCALI/AREE TRATTAMENTI E CORREZIONE VINI I principali trattamenti e correzioni che vengono effettuati sui vini prima di essere confezionati e venduti posso essere così elencati : rifermentazione, centrifugazione, chiarificazione (collaggio) e demetallizzazione , filtrazione, deodorazione e decolorazione, aumento del colore, correzione dell’acidità totale, correzione del materiale tannico, correzione del grado alcolico. Gli spazi a disposizione devono essere adeguati per consentire lo spostamento delle attrezzature mobili. Devono essere assicurate temperature (né troppo alte né troppo basse ) che consentano ai lavoratori (che in tali locali operano per la stragrande maggioranza del tempo) un ambiente di vita accettabile. (segue sul prossimo numero)

CRESCE IL VALORE DELL'EXPORT DEL VINO ITALIANO NEL MONDO Anche nel I trimestre del 2013 cresce il valore dell’export di vino italiano. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat e Ismea, il fatturato delle bottiglie made in Italy all’estero aumenta del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Leggero calo, invece, dal punto di vi• Uva matura sta dei volumi (-2%). Analizzando i vari comparti, a far registrare un deciso aumento degli introiti è soprattutto il vino sfuso che mette a segno un incremento del 27% degli introiti, a fronte di un calo del 4% in termini quantitativi. Segno doppiamente positivo per lo spumante che fa un balzo in avanti per valore (+20%) e quantità (+13%). Per quanto riguarda i vini fermi, il fatturato è cresciuto, invece, del 7%, con un piccolo calo dei volumi (-2% in quantità). Tra le diverse destinazioni dell'export di vino tricolore, si delineano dinamiche molto differenziate nei principali Paesi clienti. Al deciso successo ottenuto nei due principali mercati di destinazione (Stati Uniti e Germania) e al buon andamento complessivo registrato nei Paesi della Penisola Scandinava (Finlandia esclusa), si affianca la perdita in volume sia nel Regno Unito che in Svizzera, comunque compensata dal contemporaneo aumento del fatturato. Da segnalare in Germania, una ripresa considerevole delle richieste di sfuso (+21%), con un aumento di oltre il 50% degli introiti, dopo le importanti riduzioni del 2012. Negli Stati Uniti, di contro, è cresciuta del 15% (sia in volume che in valore) la richiesta di confezionati, a fronte del crollo della domanda di vino sfuso che, comunque, rappresenta una parte non particolarmente importante del paniere. Introiti in costante crescita anche in Russia (+47%) e in Cina (+11%), anche se i volumi fanno registrare una battuta d’arresto. Una situazione che sembra comunque legata ad una momentanea saturazione degli stock in mano agli importatori per il mercato orientale, mentre nell’ex Urss a penalizzare il vino tricolore è l'ormai noto problema dell'aumento dei dazi doganali. Nonostante ciò lo spumante ha addirittura quadruplicato il valore delle esportazioni.


Zootecnia e Latte • CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

L

a Commissione europea ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d'infrazione Ue, esortandola a “recuperare dai produttori di latte, che tra il 1995 e il 2009 hanno superato le quote loro assegnate, multe per un totale stimato in almeno 1,42 miliardi di euro, in gran parte ancora non riscossi”. Il nostro Paese ha ora due mesi di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione europea: in primo luogo il fatto di “non avere ancora adottato – nonostante le sue ripetute richieste - le opportune misure per il recupero delle multe presso gli allevatori responsabili dell'eccesso di produzione di latte”. Per Bruxelles invece, è necessario rimborsare le somme dovute al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani, ma • Vacche in stalla anche per evitare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei ed italiani. Senza contare che “il mancato recupero di questi prelievi vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari”. Le pendenze a cui fa riferimento l'Ue Europea riguardano circa duemila produttori con seicento di loro che devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioè la gran parte del debito. «Un comportamento che fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 38mila allevatori italiani che - sottolinea Coldiretti - si sono messi in regola ed hanno rispettato le regole negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro». Tra l’altro negli ultimi tre anni è stato scongiurato il rischio multe per le quote latte perché la produzione nazionale è sempre rimasta sotto il tetto massimo assegnato dall’Unione Europea all’Italia, oltre il quale scatta il cosiddetto splafonamento e le sanzioni conseguenti. Questa è la penultima campagna lattiera in cui vige il regime delle quote che secondo l’Ue sparirà nel 2015.

Prezzo del latte, ricorso all'Antitrust. La Coldiretti Lombardia ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per segnalare “il comportamento di ITALATTE S.p.A., Gruppo Lactalis Italia, e PARMALAT S.p.A., Groupe Lactalis, di cui si lamenta che pongano in essere condotte commerciali sleali, ai sensi dell’art. 62 (la norma che regola i rapporti commerciali nella filiera agroalimentare, ndr.) proponendo un prezzo per la campagna 2013/2014 palesemente al di sotto dei costi di produzione medi del latte destinato alla trasformazione”. L’esposto, a firma del Presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, sottolinea che “gli animali producono il latte quotidianamente, che non può essere stoccato, ma va ritirato giornalmente e destinato immediatamente alla lavorazione e trasformazione e di conseguenza gli allevatori non sono nella condizione di interrompere le consegne alle imprese di trasformazione e si trovano praticamente costretti ad accettare condizioni contrattuali unilateralmente determinate, in particolare i prezzi”. Le società Parmalat e Italatte (entrambe nell’orbita del gruppo francese Lactalis) hanno infatti inviato una comunicazione ai loro fornitori offrendo 40 centesimi al litro contro un costo totale lordo medio in Italia per il latte alimentare in zone di pianura (fonte C.R.P.A.) che ha ormai sfondato la soglia dei 55 centesimi al litro. Differenza negativa confermata anche da una recente indagine di Ismea dalla quale risulta che le imprese di medie dimensioni (fra 100 e 300 capi) hanno costi medi di oltre 49 centesimi al litro e quelle con più di 300 capi riescono a scendere poco sotto.

2012: DEFINITI GLI IMPORTI DELL’ARTICOLO 68 DELLA PAC Sono stati definiti gli importi unitari dei premi che gli agricoltori riceveranno per l’anno 2012 sullo strumento dell’articolo 68 della Pac, così come definito dal Decreto Ministeriale del 29 luglio 2009 e successive modifiche. Il sostegno riguarda, fra gli altri, i bovini, gli ovicaprini e il latte, oltre a colture (come il tabacco, la barbabietola da zucchero, la danae racemosa, oltre alle superfici del centro sud interessate dall'avvicendamento biennale) non proprie delle nostre aree di produzione. Pubblichiamo di seguito la tabella con gli importi. Vitelli nati da vacche nutrici primipare

162,82 €/capo

Vitelli nati da vacche nutrici pluripare

122,11 €/capo

Vitelli nati da vacche nutrici a duplice attitudine

48,84 €/capo

BOVINI

«RECUPERATE LE MULTE»

LATTE, RICORSO ALL'ANTITRUST CONTRO PARMALAT E ITALATTE

Macellazione – etichettatura facoltativa

40,46 €/capo

Macellazione – reg. 510/06 e certificazione sistemi di qualità

72,83 €/capo

OVICAPRINI

Quote latte, l'Ue all'Italia:

Acquisto montoni

247,89 €/capo

Detenzione montoni

57,84 €/capo

Macellazione ovicaprini reg.510/06 e certificazione sistemi qualità

12,39 €/capo

Allevamento bassa densità

8,26 €/capo

LATTE

5,0358 €/tonnellata

pag. 21



Biologico • CAA - CENTRO ASSISTENZA AGRICOLA COLDIRETTI

FOCUS

AGRICOLTURA BIOLOGICA, L'EUROPA DISCUTE UNA NUOVA RIFORMA DELLA LEGISLAZIONE TORINO - La Commissione Europea ha avviato la discussione in merito ad una nuova riforma della legislazione sull’agricoltura biologica. La decisione lascia perplessi in quanto solo pochi anni fa, esattamente nel 2007, è stata abrogata la precedente normativa in materia, il reg. CEE 2092/91 e sostituita con il reg. CE 834/2007 ed il reg. CE 889/2008 che ne stabilisce le disposizioni applicative. A pochi anni di distanza, quindi, il Commissario Ciolos decide di avviare una nuova riforma, quando ancora non sono quantificabili i benefici attesi dai due regolamenti la cui applicazione completa, per alcune norme specifiche, è recentissima (v. ad. es quelle relative al logo comunitario sui prodotti biologici). Come mai, quindi, questa spinta verso l’adozione di nuove disposizioni? Il Commissario all’agricoltura Ciolos, prima che scada il suo mandato nel 2015, intende imprimere un nuovo slancio al mercato dei prodotti biologici europei che al momento, nonostante tutti gli impegni di spesa della Politica Agricola Comunitaria, tramite la misura appositamente prevista per il sostegno a tale settore nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, non riesce a decollare e presenta tuttora delle caratteristiche di fragilità per cui gli alimenti biologici continuano a rappresentare una percentuale contenuta del sistema agroalimentare europeo. Basti dire, ad esempio, che in Italia, uno dei paesi che più ha sostenuto nell’ambito delle misure agroambientali l’agricoltura biologica, il mercato degli alimenti bio non supera il 2% dell’agroalimentare italiano con un fatturato di circa 3 miliardi di euro. L’andamento del settore, quindi, in una prospettiva di lungo periodo sembra incerto e, al momento, destinato a restare comunque un mercato di nicchia. DIVERSE IPOTESI IN CAMPO - Proprio per favorire un’ulteriore sviluppo dell’agricoltura biologica, la Commissione Ue sta valutando le possibile ipotesi di modifica della legislazione vigente che possono essere ricondotte a tre linee di indirizzo. Un recente documento dell’Ifoam, la Federazione Internazionale dei Movimenti per l'Agricoltura Biologica, sintetizza molto bene quanto si sta dibattendo. I possibili percorsi di modifica da intraprendere per una nuova politica a favore dell’agricoltura biologica, oggetto di

valutazione da parte della Commissione, sono: il mantenimento dello status quo con l’introduzione di qualche misura di miglioramento; l’introduzione di misure puramente finalizzate ad ampliare il mercato dei prodotti biologici; rafforzamento dei principi ispiratori del metodo di produzione biologico. Secondo l’Ue, attualmente, i prodotti biologici sono percepiti dai consumatori come molto affidabili sul piano della sicurezza alimentare. La quantità di tali prodotti sul mercato continua ad aumentare. Tuttavia, i rischi di frode restano alti, sia per i prodotti comunitari che per quelli importati. Lo standard di qualità del biologico si è indebolito a causa delle numerose deroghe previste dalla legislazione comunitaria. Si profila, quindi, il rischio di una progressiva erosione della fiducia dei consumatori. La situazione che si prevede è quella di un’espansione del mercato che, però presenta elementi di fragilità a lungo termine. Le superfici coltivate a biologico continuano ad aumentare, ma con un progressivo rallentamento. Lo stesso processo si verifica per il numero di aziende agricole. Il reddito per l’impresa è dato dal differenziale di prezzo che riesce a spuntare rispetto allo stesso alimento ottenuto con metodo convenzionale. Le piccole imprese biologiche sono al momento per lo più escluse dal sistema dell’agricoltura biologica. Lentamente tali imprese stanno abbandonando il settore per via degli oneri amministrativi e dei costi di certificazione che incidono in modo troppo significativo. Il numero di importatori continua a crescere lentamente. A fronte di questo contesto, le strade che l’Ue sta valutando per favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica sono: una riforma normativa che si limiti a rafforzare il sistema di controllo dell’agricoltura biologica cercando così di acquisire maggiore fiducia presso i consumatori con l’unica prospettiva che ciò determini un’espansione di mercato più sicura a lungo termine; una riforma legislativa che miri ad ottenere maggiori quantità sul mercato di alimenti biologici siano essi prodotti UE o importati, prevedendo degli aiuti per i produttori alla scadenza del periodo di impegno, stabilendo disposizioni più flessibili e orientando, quindi, il modello di produzione del biologico in Europa verso principi meno restrittivi per aumentare la “facilità” a produrre secondo il metodo biologico. Il risultato atteso in questo caso è un mercato incoraggiato all’inizio del periodo, ma in diminuzione nel lungo termine; la previsioni di norme con standard

più restrittivi di produzione rispetto a quelli attualmente vigenti, con la consapevolezza di avere minori quantità sui mercati all’inizio, poiché alcuni produttori non saranno in grado di rispettare tali standard più elevati ed abbandoneranno il settore, ma l’obiettivo è quello di fidelizzare un maggior numero di consumatori che avranno maggiore fiducia in tale metodo di produzione. In tal caso il mercato sarebbe stagnante all’inizio del periodo, ma si avrebbe un’espansione a lungo termine. COSA DICE COLDIRETTI - Secondo l'organizzazione agricola la terza ipotesi è quella più opportuna in quanto l’agricoltura convenzionale a causa della riforma della Pac appena approvata e anche in virtù della modifica della legislazione comunitaria sui fitofarmaci che impone dal 2014 la conversione di tutte le imprese agricole convenzionali alla difesa integrata, ha elevato decisamente gli standard di produzione avvicinandosi sempre di più al modello di sostenibilità ambientale proposto dal metodo di produzione biologico. Quindi, affinché esista un’effettiva differenza tra i due metodi di produzione è evidente che occorre elevare di conseguenza gli standard del biologico. In caso contrario, i consumatori non percependo ciò che contraddistingue il metodo di produzione biologico, perderebbero, di conseguenza, la propensione all’acquisto.

• Ortofrutta bio

pag. 23


Credito e Impresa pag. 24

• CREDITAGRI ITALIA

• pagina a cura di ANNA ROSSO

FOCUS

PICCOLE E MEDIE IMPRESE, COLDIRETTI FIRMA IL NUOVO ACCORDO PER IL CREDITO È stato firmato il nuovo accordo in favore delle Pmi italiane, sottoscritto a Roma da Abi, Coldiretti e altre organizzazioni di rappresentanza dei vari settori. Considerata l’attuale congiuntura economica, all’interno della quale non si attenuano le tensioni finanziare delle imprese, l’Abi e le Associazioni delle imprese hanno aggiornato le misure di sospensione e allungamento dei finanziamenti previste dai precedenti accordi, focalizzando maggiormente il bacino dei potenziali utilizzatori su quelle Pmi che, per quanto economicamente sane, manifestano un’eccessiva incidenza degli oneri finanziari sul fatturato in conseguenza della diminuzione di quest’ultimo per effetto della crisi economica. Gli interventi finanziari previsti per le imprese sono di 3 tipi. Il primo riguarda le operazioni di sospensione dei finanziamenti. In questo campo rientrano la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo, e quella per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing “immobiliare” e “mobiliare”. Possono essere ammesse alla sospensione le rate dei mutui e delle operazioni di leasing finanziario delle imprese che non abbiano già usufruito di analogo beneficio concesso ai sensi delle “Nuove misure per il credito alle Pmi” del 28 febbraio 2012. È dunque possibile sospendere nuovamente finanziamenti già sospesi con l’Avviso Comune del 3 agosto 2009 e relativi rinnovi. E’ inoltre possibile sospendere le operazioni di apertura di conto corrente ipotecario con un piano di rimborso rateale. Le operazioni di sospensione sono realizzate allo stesso tasso d’interesse previsto dal contratto originario. Ancora, l’accordo prevede operazioni

di allungamento dei finanziamenti. È prevista la possibilità: di allungare la durata dei mutui, in misura maggiore rispetto al precedente accordo; di spostare in avanti fino a 270 giorni le scadenze del credito a breve termine per esigenze di cassa con riferimento all’anticipazione di crediti certi ed esigibili; di allungare per un massimo di 120 giorni le scadenze del credito agrario di conduzione. Possono essere ammessi alla richiesta di allungamento i mutui che non abbiano beneficiato di analoga facilitazione ai sensi dell’Accordo per il credito alle Pmi del 16 febbraio 2011 e dell’accordo “Nuove misure per il credito alle Pmi” del 28 febbraio 2012, mentre possono essere ammessi all’allungamento anche i mutui sospesi al termine del periodo di sospensione. Le operazioni di allungamento dei mutui se accompagnate da un rafforzamento patrimoniale o da processi aggregativi sono effettuate a condizioni contrattuali invariate, negli altri casi comunque l’eventuale variazione del tasso d’interesse originario non potrà essere superiore all’incremento del costo di raccolta della banca rispetto al momento dell’erogazione originaria del finanziamento e si terrà conto della presenza di eventuali garanzie aggiuntive. Il terzo tipo di intervento riguarda le operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività. Anche alla luce delle agevolazioni fiscali previste dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale le banche si impegnano a valutare la concessione di un finanziamento proporzionale all'aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa. All’interno del nuovo Accordo è, inoltre, individuata una serie di temi strategici di interesse comune per favorire lo sviluppo delle relazioni banca-impresa,

AGGIORNATE LE MISURE DI SOSPENSIONE E ALLUNGAMENTO DEI SERVIZI SANCITE IN PRECEDENZA. GLI INTERVENTI FINANZIARI PREVISTI PER LE IMPRESE DAL NUOVO ACCORDO SIGLATO SONO DI TRE TIPOLOGIE: LA PRIMA RIGUARDA LE OPERAZIONI DI SOSPENSIONE DEI FINANZIAMENTI; INOLTRE L’ACCORDO PREVEDE OPERAZIONI DI ALLUNGAMENTO DEI FINANZIAMENTI; INFINE, IL TERZO TIPO RIGUARDA LE OPERAZIONI PER PROMUOVERE LA RIPRESA E LO SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ in relazione ai quali le Parti firmatarie concordano sull’opportunità di definire nei prossimi mesi nuove e specifiche intese e di avanzare al Governo e alle altre Istituzioni competenti proposte condivise. Da ultimo, per consentire alle banche e agli intermediari finanziari aderenti di adeguare le proprie procedure in relazione alle operazioni previste dal nuovo accordo, il periodo di validità dell’accordo del febbraio 2012, “Nuove Misure per il Credito alle Pmi”, è stato prorogato al 30 settembre 2013.


Fiscale ed Economico • pagina a cura di ELENA SASSONE

• CAF - CENTRO ASSISTENZA FISCALE COLDIRETTI

Immobili non locati: l'esclusione dall'Irpef non comporta l'indeducibilità dei contributi ai consorzi obbligatori

L'

Imu, che sostituisce l’IRPEF per gli immobili non locati o non affittati, non fa venir meno la deducibilità dei contributi ai consorzi obbligatori. È questo l’importante chiarimento, anche se un po’ tardivo, contenuto nella risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 44 di ieri. L’art. 10 comma 1 lett. a) del Tuir, infatti, prevede la deducibilità dal reddito complessivo Irpef, se non sono deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formarlo, dei “canoni, livelli, censi ed altri oneri gravanti sui redditi degli immobili che concorrono a formare il reddito complessivo, compresi i contributi ai consorzi obbligatori per legge o in dipendenza di provvedimenti della pubblica amministrazione”. A seguito dell’introduzione dell’Imu, sono però sorti molti dubbi in relazione alla possibilità di continuare ad applicare tale deducibilità. Ai sensi dell’art. 8 comma 1 del DLgs. 14 marzo 2011 n. 23, infatti, dal periodo d’imposta 2012, l’Imu sostituisce l’IRPEF e le relative addizionali sui redditi fondiari relativi agli immobili (fabbricati e terreni) non locati o non affittati, compresi quelli concessi in comodato d’uso gratuito, ad eccezione del reddito agrario. Come chiarito dalla circ. Agenzia delle Entrate 11 marzo 2013 n. 5 tali redditi fondiari: sono esclusi dalla base imponibile Irpef; non concorrono quindi più alla determinazione del reddito complessivo Irpef. L’esclusione dal reddito complessivo Irpef dei redditi degli immobili non locati o non affittati, soggetti solo più all’Imu, aveva quindi portato a ritenere che venisse meno anche la deducibilità dei contributi ai consorzi obbligatori ad essi afferenti. Tale conclusione non viene però confermata

dalla risoluzione in esame, che approfondisce i rapporti tra l’Imu e le imposte dirette. L’Agenzia, infatti, osserva che, nei suddetti casi, la non concorrenza al reddito complessivo non deriva direttamente da norme “interne” all’Irpef che rendono l’immobile non produttivo di reddito, ma da una norma “esterna” che ha decorrenza dal 2012, introduttiva dell’effetto di sostituzione sopra richiamato. Pertanto, viene affermato che, sotto il profilo sostanziale, l’immobile non locato o non affittato è comunque produttivo di reddito e la non concorrenza al reddito complessivo Irpef deriva dall’assoggettamento obbligatorio dell’immobile all’Imu, la cui base imponibile: - deriva dalla rendita catastale, analogamente al reddito fondiario; - non dà rilevanza (nella forma di deduzioni, detrazioni, o aliquote agevolate) al contributo al consorzio obbligatorio. Inoltre, l’Imunon è deducibile dall’Irepf e, quindi, non è ipotizzabile una deduzione “indiretta” del suddetto contributo. Sulla base di tali considerazioni, l’Agenzia delle Entrate conclude quindi che l’effetto sostitutivo dell’Irpef da parte dell’Imu non fa venire meno la deducibilità dei contributi obbligatori dal reddito complessivo Irpef, nei casi in cui, in assenza dell’Imu, i redditi degli immobili su cui gravano i contributi stessi avrebbero concorso al reddito complessivo e sempreché il contributo obbligatorio non sia stato già considerato nella determinazione della rendita catastale. Regole diverse per la “cedolare secca” Secondo l’Agenzia, l’opzione per il regime della cedolare secca, in relazione

VIENE AFFERMATO CHE, SOTTO IL PROFILO SOSTANZIALE, L’IMMOBILE ÙNON LOCATO O NON AFFITTATO È COMUNQUE PRODUTTIVO DI REDDITO E LA NON CONCORRENZA AL REDDITO COMPLESSIVO IRPEF DERIVA DALL’ASSOGGETTAMENTO OBBLIGATORIO DELL’IMMOBILE ALL’IMU, LA CUI BASE IMPONIBILE DERIVA DALLA RENDITA CATASTALE, ANALOGAMENTE AL REDDITO FONDIARIO E, PARIMENTI, NON DÀ RILEVANZA (NELLA FORMA DI DEDUZIONI, DETRAZIONI, O ALIQUOTE AGEVOLATE) AL CONTRIBUTO AL CONSORZIO OBBLIGATORIO ai canoni di locazione degli immobili ad uso abitativo, di cui all’art. 3 del DLgs. n. 23/2011, preclude invece la deduzione ai fini Irpef dei contributi ai consorzi obbligatori. Anche la cedolare secca è un regime sostitutivo dell’Irpef e comporta la non concorrenza al reddito complessivo del reddito derivante dall’immobile locato, ma la differenza starebbe nel fatto che non si tratta di un regime di tassazione obbligatorio, bensì meramente opzionale, che consente, quindi, al contribuente di comparare la convenienza del regime sostitutivo in esame rispetto a quello ordinario, il quale permette di fruire della suddetta deduzione.

pag. 25


Sindacale & Previdenza pag. 26

• NOTIZIE DAL PATRONATO EPACA

Estate in campo coi voucher

D

urante l’estate 2013 saranno almeno duecentomila i giovani impegnati nelle campagne di raccolta di frutta, verdura e nella vendemmia. Dal primo giugno i giovani dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi possono essere remunerati con voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. L’estate coincide con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne e in montagna dove sono in corso le attività di raccolta di verdura e frutta, fino alla vendemmia. Secondo un sondaggio Coldiretti/Swg il 76% dei giovani studenti italiani è disponibile a partecipare alla vendemmia e alla raccolta della frutta che è in partenza nelle campagne italiane. Per gli studenti lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro con una giusta remunerazione, anche fare una esperienza diretta con la natura, i suoi prodotti e una cultura che ha fatto dell’Italia un Paese da primato a livello internazionale nell’offerta di alimenti e vini di qualità.

L'INPS HA INVIATO A CASA I MODELLI RED E ICRIC

C

on un certo ritardo sulla previsione, sta arrivando in questi giorni al domicilio dei pensionati il cosiddetto bustone Inps, il quale contiene - oltre al modello Red e Icric - altri documenti che andranno restituiti all'istituto. Invitiamo tutti coloro che lo riceve-

I voucher rappresentano uno strumento che offre anche interessanti opportunità di integrazione al reddito a categorie particolarmente deboli o in difficoltà come cassintegrati e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo. Per ogni informazione e supporto circa la modalità di utilizzo dei voucher è possibile rivolgersi presso gli uffici zona della Coldiretti sul territorio interprovinciale.

INPS: VISITE FISCALI PIÙ MIRATE, TROPPE SENZA ESITO

N

el corso del 2012 su poco più di 1,2 milioni di visite mediche di controllo, 900mila sono state disposte d’ufficio dall’Inps, per una spesa complessiva di circa 50 milioni di euro: le visite mediche di controllo, eseguite d’ufficio sono a carico dell’Istituto; quelle richieste dalle aziende vengono pagate dalle aziende: in questo caso nel 2012 ne sono state richieste meno di 300mila. L’esito delle 900mila visite disposte d’ufficio dall’Inps ha portato a una riduzione della prognosi solo in 83mila casi (il 9% del totale delle visite eseguite: un risultato comunque quasi doppio di quello delle visite richieste dalle aziende, su 295mila visi-

6

te effettuate su richiesta dell’azienda solo 16mila volte si è giunti a una riduzione di prognosi, cioè nel 5,5% dei casi). Per quanto riguarda il 2012, si prevede una riduzione a circa 100mila visite, "forti dell’esperienza - cita in una nota il direttore generale dell’Inps, Mauro Nori - costruita con un sempre più sofisticato sistema di datamining, ci porterà a far crescere la percentuale dei risultati di riduzione di prognosi, pur in presenza di una sensibile diminuzione del numero di visite eseguite. Quindi con meno risorse economiche e con maggiore selettività dei controlli, riusciremo a produrre comunque un sempre più efficace contrasto al fenomeno dell’assenteismo”.

ranno a presentarsi con urgenza presso gli uffici Epaca, provinciali o di zona, per gli adempimenti del caso. Ricordiamo che Epaca è il patronato "dei coltivatori per i coltivatori" dove troverete, come sempre competenza, professionalità, disponibilità e cortesia in modo totalmente gratuito. GMC

LE SEDI EPACA VERCELLI-BIELLA responsabile interprovinciale: Gianmario Cenerini VERCELLI - piazza Zumaglini, 14 Tel. 0161.261615 operatrice: Ileana Gili BIELLA, via Maestri del Commercio, 4 Tel. 015.404532 operatrice: Elena Gremmo CIGLIANO, piazza Don E. Ferraris, 1 Tel. 0161.44700 operatrice: Vilma Giolito SANTHIÀ via Matteotti, 58 Tel. 0161.930071 operatrice: Marina Magnetti BORGOSESIA viale Varallo (Pal. Lingottino) Tel. 0163.25250 operatrice: Barbara Barberi NOVARA-VCO responsabile interprovinciale: Paolo Favini NOVARA - via XX Settembre, 36/38 Tel. 0161.261615 operatrice: Tiziana Tornielli BORGOMANERO, via Dei Mille, 24 Tel. 0322.82733 operatrice: Marina Guglielmetti OLEGGIO, piazza Bersaglieri, 1 Tel. 0321.91650 operatrice: Ilenia Facchi VERBANIA (recapito) via Rigola, 44 Tel. 0323.516098 DOMODOSSOLA (recapito) borgata Casa delle Rane, 10 Tel. 0324.242559

L'Iride Agricoltura 2000 - Dicembre 2012


Previdenza, Pensioni, Lavoro • NOTIZIE DAL PATRONATO EPACA

CONTRIBUTI: CONFERMATE LE CONSUETE SCADENZE RICEVUTO IL FRONTESPIZIO È OPPORTUNO RECARSI NEGLI UFFICI COLDIRETTI PER VERIFICARE LA CONGRUITÀ DELLA FASCIA DI APPARTENENZA E PREDISPORRE GLI ADEMPIMENTI PER IL PAGAMENTO

C

ome già segnalato nel numero precedente del giornale, l'Inps sta recapitando al domicilio dei titolari d'azienda coltivatori diretti (Dc) e imprenditori agricoli professionale (Iap) il frontespizio contenente le somme da versare per l'anno 2013, in quattro rate, a titolo di contribuzione previdenziale ed infortunistica. Pubblichiamo in calce le tabelle riferite alle quote da versare in base alla fascia di reddito agrario (Ra) nella quale ricade l'azienda, per le zone normali (pianura) e per le zone montane. Al ricevimento del frontespizio, gli associati Coldiretti potranno rivolgersi agli uffici zona o alla sede provinciale per la stampa dei relativi Modelli F24, necessari per il versamento. Ricordiamo inoltre che la prima rata è in scadenza il 16 luglio 2013.

IMPORTO ANNUO DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, MEZZADRI E COLONI E IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI CONTRIBUTO

ETÀ

ZONE NORMALI

TERRITORI MONTANI E ZONE SVANTAGGIATE

1) Assicurazione IVS + addizionale IVS Legge 233/90

> 21

22,00%

19,6%

< 21

20,20%

16,5%

2) Addizionale IVS Legge 160/75

€ 0,65

€ 0,65

3) Indennità gravidanza e puerperio

€ 7,49

€ 7,49

4) Assicurazione Inail

€ 768,50

€ 532,18

LEGENDA - Per la determinazione dei contributi di cui al punto 1, le relative percentuali sono calcolate in riferimento al "reddito medio convenzionale" che per l'anno 2013 è pari a € 53,13. L'addizionale fissa giornaliera di € 0,65 del punto 2 è calcolata nel limite massimo di 156 giornate annue. I punti 3 e 4 rappresentano, rispettivamente, il contributo in cifra fissa pro capite per l'assicurazione obbligatoria gravidanza/puerperio e per l'Inail. Gli imprenditori agricoli professionali (Iap) sono tenuti al pagamento dei contributi per l'assicurazione contro l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, di cui ai punti 1 e 2 e al pagamento dei contributi per gravidanza e puerperio, di cui al punto 3, con esclusione della quota annua per l'assicurazione Inail di cui al punto 4.

IMPORTO ANNUO DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAI COLTIVATORI DIRETTI, MEZZADRI Anno 2013 - Maggiori di 21 anni Zone normali

Anno 2013 - Maggiori di 21 anni Terr. montani e zone svantaggiate

Anno 2013 - Minori di 21 anni Zone normali

FASCIA 1

€ 2.700,81

FASCIA 1

€ 2.265,57

FASCIA 1

€ 2.551,62

FASCIA 2

€ 3.308,62

FASCIA 2

€ 2.807,07

FASCIA 2

€ 3.109,70

FASCIA 3

€ 3.916,43

FASCIA 3

€ 3.348,57

FASCIA 3

€ 3.667,78

FASCIA 4

€ 4.524,23

FASCIA 4

€ 3.890,08

FASCIA 4

€ 4.225,86

Anno 2013 - Minori di 21 anni Terr. montani e zone svantaggiate

Anno 2013 - Ultra65enni pensionati Zone normali

Anno 2013 - Ultra65enni pensionati Terr. montani e zone svantaggiate

FASCIA 1

€ 2.008,64

FASCIA 1

€ 1.738,40

FASCIA 1

€ 1.402,62

FASCIA 2

€ 2.464,49

FASCIA 2

€ 2.042,30

FASCIA 2

€ 1.673,37

FASCIA 3

€ 2.920,35

FASCIA 3

€ 2.346,21

FASCIA 3

€ 1.944,12

FASCIA 4

€ 3.376,20

FASCIA 4

€ 2.650,11

FASCIA 4

€ 2.214,87

IMPORTO ANNUO DEI CONTRIBUTI DOVUTI DAGLI IMPRENDITORI AGRICOLI PROFESSIONALI Anno 2013 - Maggiori di 21 anni Zone normali

Anno 2013 - Maggiori di 21 anni Terr. montani e zone svantaggiate

Anno 2013 - Minori di 21 anni Zone normali

FASCIA 1

€ 1.932,31

FASCIA 1

€ 1.733,39

FASCIA 1

€ 1.783,12

FASCIA 2

€ 2.540,12

FASCIA 2

€ 2.274,89

FASCIA 2

€ 2.341,20

FASCIA 3

€ 3.147,93

FASCIA 3

€ 2.816,39

FASCIA 3

€ 2.899,28

FASCIA 4

€ 3.755,73

FASCIA 4

€ 3.357,90

FASCIA 4

€ 3.457,36

Anno 2013 - Minori di 21 anni Terr. montani e zone svantaggiate

Anno 2013 - Ultra65enni pensionati Zone normali

Anno 2013 - Ultra65enni pensionati Terr. montani e zone svantaggiate

FASCIA 1

€ 1.476,46

FASCIA 1

€ 969,90

FASCIA 1

€ 870,44

FASCIA 2

€ 1.932,31

FASCIA 2

€ 1.273,80

FASCIA 2

€ 1.141,19

FASCIA 3

€ 2.388,17

FASCIA 3

€ 1.577,71

FASCIA 3

€ 1.411,94

FASCIA 4

€ 2.844,02

FASCIA 4

€ 1.881,61

FASCIA 4

€ 1.682,69

pag. 27


Novara-Vco pag. 28

• NOTIZIE DAL TERRITORIO

Piante e Fiori d'Italia, MEDINA nel direttivo nazionale RAPPRESENTANZA IMPORTANTE PER LA FLORICOLTURA DELLE DUE PROVINCE

G

ian Luca Medina, presidente di sezione Coldiretti Borgomanero/Gattico e coordinatore della Consulta Florovivaistica di Coldiretti, è stato nominato nel consiglio direttivo dell’associazione nazionale “Piante e Fiori d’Italia”: tra i componenti dell’assemblea, in rappresentanza del territorio, rientrano Paolo Rovellotti ed Elio Savioli. L'Associazione Nazionale Piante e Fiori d'Italia (ex Organo Nazionale di Collegamento per la Floricoltura ed il Vivaismo) ha sede a Roma e uffici operativi ad Imperia, presso la locale Camera di Commercio. Piante e Fiori d’Italia ha sempre svolto un’azione attiva e continua a favore del settore florovivaistico con l'intento di costituire un punto di riferimento dove i comparti della produzione e del commercio possano incontrarsi per discutere e cercare di risolvere i problemi che travagliano la floricoltura italiana. Alle attività dell’organismo negli anni hanno collaborato i mercati floricoli nazionali, i consorzi, i distretti floricoli costituiti, l’Istituto Centrale di Statistica, l’Istituto Nazionale per il Commercio con l’Estero, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria e le organizzazioni professionali, tra cui Coldiretti. «Una rappresentanza che importante per il territorio, che evidenzia la strategicità delle produzioni florovivaistiche nell’area dell’Alto Novarese e del Vco” commenta il direttore Gian Carlo Ramella con particolare riferimento “ai fiori tipici e alle acidofile che rappresentano un’autentica eccellenza produttiva per il territorio, sempre più conosciuta ed apprezzata anche all’estero». Da tempo la Coldiretti, grazie ad un gruppo di lavoro interprovinciale, ha messo in rete i floricoltori individuando iniziative ed obiettivi tesi a valorizzare le produzioni uniche e tipiche del territorio e a predisporre le basi per portare maggiore introiti alle imprese.

PIANTE E FIORI D’ITALIA HA SEMPRE SVOLTO UN’AZIONE ATTIVA A FAVORE DEL SETTORE CON L'INTENTO DI COSTITUIRE UN PUNTO DI INCONTRO FRA PRODUZIONE E COMMERCIO

ASSOCIAZIONE PENSIONATI: PAOLO FAVINI È IL NUOVO SEGRETARIO NOVARA-VCO - Paolo Favini, già responsabile interprovinciale Epaca, è stato nominato nuovo segretario dell'Associazione Pensionati Coldiretti. In sinergia con il presidente Emilio Simonelli, ha subito coordinato la buona riuscita della Giornata Regionale del Pensionato che quest'anno si è svolta nella città di Novara. La Federpensionati Coldiretti è una libera Organizzazione di categoria che si propone di rappresentare, tutelare e difendere i pensionati coltivatori diretti, i pensionati ex dipendenti della Confederazione, delle Federazioni e degli Organismi ed Enti che sono emanazione della Coldiretti, oltre ai pensionati di tutte le categorie di lavoratori che gravitano nel mondo agricolo e rurale.

BORGOMANERO A KMZERO, OTTIMO SUCCESSO GRAZIE AI PRODUTTORI DI COLDIRETTI OLEGGIO - Un Mercato Agricolo con i prodotti tipici “firmati” dai produttori agricoli di Coldiretti e Campagna Amica per “Borgomanero a chilometro zero”, l’iniziativa che domenica 30 giugno ha visto protagonisti la filiera corta e la ruralità del territorio. Dalle 9 alle 20, la “Fiera agricola d’estate per una domenica a chilometro zero” ha ospitato infatti molti produttori nelle vie del centro storico: fra loro Michela Rossi, con le sue fragole, pesche, frutta e verdura; Angelo Ballasina con il riso; Flavio Giromini con la patata blu, frutta e ortaggi; Gian Paolo Rossi con formaggi e toma; l’agriturismo Vignarello con i piccoli frutti; Paolo Agapito Annichini con carne e salumi; la cooperativa Piccola Fattoria con frutta e verdura; Marco Romagnoli con i mirtilli e l’Agriturismo Vecchio Fienile, di nuovo con frutta e verdura. L’evento vede la partecipazione attiva dei Giovani Impresa di Coldiretti Novara Vco che, all’ora di pranzo, distribuiranno il risotto preparato da Ballasina; sarà inoltre offerto il vino dell’azienda Fontechiara che è appena stata premiata a Londra con il Bronze Decanter World Wine Award per il suo Nebbiolo delle Colline Novaresi, annata 2009. Una manifestazione utile a promuovere il territorio e la cultura del Km0: i produttori hanno aderito con entusiasmo.

L'Iride Agricoltura 2000 - Dicembre 2012


Novara-Vco • NOTIZIE DAL TERRITORIO

ALTO NOVARESE E VCO, IL SETTORE OVICAPRINO È FONDAMENTALE PER LA RURALITÀ ALPINA IL NUOVO DIRETTIVO CONDIFESA SUBITO AL LAVORO SU TEMI E PROGETTI IMPORTANTI NOVARA-VCO - Subito al lavoro i nuovi vertici di Condifesa Novara Vco: riunitosi il 2 luglio, il consiglio direttivo presieduto da Carlo Tega ha trattato temi di interesse e attualità. I lavori si sono aperti con la relazione del presidente Tega in merito all'incontro regionale del 24 maggio ove si è discusso di diversi argomenti di primo piano. Il primo è la determinazione delle rese massime assicurabili ad ettaro (la Regione ha approvato per i risi Clearfield un massimo di 80 quintali, per i risi da mercato interno: Vialone Nano, Arborio, Volano, Sant'Andrea, Elba, Roma, Baldo, Bacco, Galileo, Carnaroli, Carnise precoce Karnac e Poseidone 70 quintali e per tutti gli altri 77 quintali). Si è parlato, sempre in sede regionale, di polizze multirischio, che debbono essere supportate da un'uniforme e numerosa rete di stazioni meteorologiche fra loro collegate, al fine di determinare il danno con maggior precisione e per ultimo della gestione dei rischi che verrà inserita nella nuova PAC nel PSR e PSN. Si è portato avanti la richiesta che Condifesa e Asnacodi (l'associazione nazionale dei Consorzi di Difesa) siano presenti ai tavoli di partenariato che la Regione dovrà attuare a breve. Tega ha riferito pure in merito all'assemblea nazionale del 28 maggio dove si è suggerito di partire già entro settembre con polizze multirischio sui cereali; inoltre, potenziare i programmi dei Condifesa provinciali e regionali in modo da poter disporre di tutti i dati necessari in tempo reale; infine è emersa la necessità di accelerare le sinergie tra i vari Condifesa provinciali in modo da avere un Condifesa regionale ancora più rappresentativo delle istanze territoriali e in grado di interloquire con la Regione in sede di stesura dei vari Psr e, alla fine, per rendere più visibile il lavoro dei Condifesa provinciali anche attraverso un'immagine coordinata degli stessi. «L'incontro provinciale ha quindi posto ottime basi per il lavoro che andiamo ad intraprendere, consapevoli dell'importanza e della strategicità di assicurare una giusta- difesa delle nostre produzioni agricole» dice il presidente Tega. «Le idee sono molte, gli stimoli anche: non nascondo che sono allo studio innovativi pacchetti assicurativi, legati non solo alla difesa delle colture in senso stretto».

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ual è lo stato di salute dell’allevamento di capre e pecore nel Vco e nel Novarese? Certamente si tratta di un settore strategico e importante per l'economia del territorio montano, per il presidio dello stesso e per il mantenimento di tradizioni socioeconomiche e di prodotto che continuano ancor oggi un millenario percorso. A tracciarne un quadro è Massimo Bernardini, ossolano, vicepresidente di Coldiretti Novara Vco. «L’allevamento ovicaprino costituisce ancor oggi una risorsa strategica per l’economia agricola montana del Verbano Cusio Ossola e dell’Alto Novarese: è il mantenimento di un’antica tradizione che si proietta verso un futuro fatto di imprese giovani e consapevoli del proprio ruolo. Sono imprese che, oggi, sono in grado di produrre le eccellenze dell’enogastronomia ossolana, ovvero quei formaggi e salumi che sono ricercati anche al di fuori dei confini del territorio: un esempio, proprio tra i salumi è il “violino di capra”, un unicum che si produce nella sola Val Vigezzo e nella lombarda Val Chiavenna. La produzione di formaggi caprini si è fortemente sviluppata negli ultimi 5-6 anni proprio grazie ad una rinnovata imprenditoria agricola fatta di giovani capaci e determinati. Non ultimo, è di forte rilievo il ruolo multifunzionale di tali imprese, che svolgono un’importante azione di presidio del territorio alpino, altrimenti destinato, in molti casi, all’abbandono». Quanti capi ci sono nel Vco e quante aziende praticano questo allevamento? «Oggi nel Vco sono presenti oltre 10.000 capi ovini ed oltre 10.800 caprini: per quanto riguarda le razze più diffuse, tra le capre vanno citate la Camosciata delle Alpi, la Saanen e la Verzasca mentre, per quanto riguarda le pecore, la più diffusa è la razza biellese. Mentre gli ovini sono destinati alla produzione di lana e carne, i caprini sono vocati a quella di carne e latte, da cui si ottengono – come già detto - formaggi di qualità. Nel Vco gli allevatori di ovini sono circa 200, quelle con caprini oltre 300, come conferma anche l’ultimo censimento regionale sull’agricoltura piemontese: una tendenza marcata è quella dell’allevamento specialistico della capra da latte, il che fa ben sperare per lo specifico comparto caseario che ne valorizza e trasforma il latte. Importante, a questo proposito, è il ruolo della Coop Agricola Vigezzo che oggi produce formaggi molto apprezzati proprio con il latte caprino munto “a chilometro zero” nelle aziende ossolane». Dunque c’è un mercato per i prodotti? «Come abbiamo visto, sì. Ed è un mercato che fa ben sperare, grazie anche al ruolo che Coldiretti svolge attraverso il progetto di Campagna Amica e della valorizzazione della Filiera Agricola tutta Italiana: una filiera che, sul territorio ossolano, si traduce proprio nella valorizzazione delle produzioni dell’agricoltura locale».

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Il Corsivo Agroalimentare pag. 30

• di JACOPO FONTANETO, responsabile comunicazione

Se nella cucina italiana torna il linguaggio della terra rurale... STOP ALLE MODE, SI TORNA A RISCOPRIRE I PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA NEL FRATTEMPO STA DECOLLANDO IL PROGETTO VINCENTE E INNOVATIVO "CAMPAGNA AMICA NEL PIATTO" CHE VALORIZZA LA FILIERA MADE IN ITALY NELLA RISTORAZIONE DEL NOSTRO PAESE direttore editoriale e amministrativo: Marco Chiesa direttore responsabile: Jacopo Fontaneto e-mail della redazione: jacopo.fontaneto@coldiretti.it direzione, redazione, amministrazione: via piazza Zumaglini 14 - Vercelli Recapiti telefonici: 0161.261600 Recapito fax: 0161.217784 redazione di Novara Vco: via XX Settembre, 38 - Novara Recapiti telefonici: 0321.674211 Recapito fax: 0321.674200 Fotocomposizione ed impaginazione a cura del nostro Settore Grafico Generazione CTP e Stampa: Tipografia Italgrafica, via Verbano 146, Novara Il giornale è iscritto registrato al Tribunale di Novara, aut. n° 62 del 5-11-2002 Non si garantisce la restituzione del materiale inviato Abbonamento annuo: euro 6 Pagamento dell’abbonamento assolto contestualmente al versamento della quota associativa a Coldiretti

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francesismi non stupiscono più, le innovazioni iberiche sono passate veloci, la globalizzazione nordamericana non ha fatto scuola (per fortuna). E, allora, recuperando un po’ d’orgoglio, ecco che la cucina italiana riscopre sé stessa e “ritorna alla terra”. Complice la congiuntura economica, forse, si riscoprono anche al ristorante valori fondanti e strutturali come la filiera corta, la stagionalità, il bello del

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valorizzare quanto coltivato “nell’orto del vicino”. E, per vicino, si intende l’imprenditore agricolo del paese, meglio ancora se “formato” alla scuola attenta e vincente della rete di Campagna Amica. Ciò è vero anche per i cuochi che fanno tendenza: qualcuno inizia a tracciare sulla carta dei cibi la provenienza dei prodotti utilizzati per comporre i menu (lo si fa già coi vini, del resto), altri recuperano le antiche ricette contadine, innovandole – e non è sbagliato – con un tocco di positiva modernità. Prodotti della terra e ricette tradizionali, in cui si intrecciano usi e ceti diversi della cultura popolare e rurale: si ripescano i piatti della “festa” (bolliti, risotti, paste ripiene) come pure i “cibi da strada”, che in Italia vanno dalla schiscèta lombarda sino alla milza palermitana (pani c’a meusa), passando per il lampredotto fiorentino, o per gli arrosticini degli Abruzzi. E, perché no, il nostro piemontesissimo pane con gorgonzola e acciuga, prediletto da molti lavoratori per la “pausa pranzo” di qualche decina d’anni fa. Piatti poveri, un tempo bistrattati, sicuramente snobbati da una cucina per troppo tempo più attenta alle mode d’oltralpe che alle risorse di casa nostra: ora sono valorizzate in decine di rassegne enogastronomiche, trovando un posto di rilievo anche nei menu dei ristoranti, magari valorizzati come “finger-food”. E’ indicativo come chef di grande fama, anche mediatica, valorizzino sempre più, con intelligenza e perizia, i prodotti del cosiddetto “quinto quarto”, favorendone la conoscenza anche da parte dai più piccoli (che, ad esempio, scoprono –

ahimè, attraverso in televisione e non a scuola) cosa siano e come si possano cucinare (e mangiar di gusto) il rognone, la milza o il midollo. Anche Coldiretti è attenta all’argomentoristorazione e ha creato il progetto Campagna “Amica nel piatto”, con il proposito di creare una rete della ristorazione italiana che valorizza la Filiera agricola del nostro Paese. La Fondazione Campagna Amica promuove una speciale sinergia tra produttori agricoli italiani di Campagna Amica e le imprese della ristorazione, che privilegiano l’impiego di materie prime di esclusiva provenienza nazionale di origine controllata. La grande cucina italiana torna ad essere così veramente italiana. Grazie a questo progetto, i consumatori avranno a disposizione un nuovo strumento, semplice e leggibile, per capire se i piatti offerti sono davvero preparati con prodotti Made in Italy. Per i produttori, il progetto è una sfida che li porterà a servire nuovi clienti esigenti e appassionati della qualità. Per i ristoratori, è un’occasione di visibilità e distinzione in un settore che si rivolge spesso a forniture scarsamente qualificate e di origine incerta. Per i consumatori, è l’occasione per un acquisto sano, consapevole e responsabile anche in occasione dei pasti fuori casa. Infine, per la gastronomia, è una conferma di un legame fortemente rinsaldato tra la ristorazione e l'agricoltura, tra la cucina e i prodotti della terra: una scelta che sta facendo scuola. Con grande e sana consapevolezza di qualità.

L'Iride Agricoltura 2000 - Dicembre 2011


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• NOTIZIE DAL TERRITORIO

ciatore “Baltour” - Caricatore “Tussio” con forche e pala per pulizia fossi, 2 mt. - Ruote in ferro per Landini 8500 e Massey Ferguson - Gomme larghe Michelin per M.F. 390 - Coclea da 6 e 7 mt. supportate e non, più ballerina. Tel. 340.8908385 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Perito agrario offre collaborazione ad aziende agricole per lavori manuali e per la guida di trattrici agricole nelle operazioni colturali. Tel. 340.3490043 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Vendo 300 paletti da recinzione per animali h1.00 mt in pvc, 2,5 km di filo elettrico e 350 isolatori a vite ad un ottimo prezzo, causa chiusura azienda. Tel. 346.6278549 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Vendesi: Aratro tira fossi con rulli - Fresa “Maletti” 2,20 mt. con cardano. Tel. 348.4517797 I NOSTRI LUTTI Il 7 maggio 2013, all’età di 85 anni, è mancato all’affetto dei suoi cari GIUSEPPE FRANCESCHINA, di Alice Castello. Lo piangono la moglie Margherita Franciscono, e i figli Stefano e Marina con le rispettive famiglie. A loro giungano le condoglianze della Coldiretti. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 7 maggio 2013 è mancata all’affetto dei suoi cari la signora MARIA FOLLIS di anni 77, di Alice Castello. Ne danno il triste annuncio il marito Luigi Bondonno con le figlie Giuseppina e Rosanna con le rispettive famiglie. A loro le più sentite condoglianze della Coldiretti. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 5 maggio 2013, all’età di 60 anni, è mancata la nostra associata MARIA COMITO, di Cigliano. La piangono il marito Antonio Citta, i figli Franco e Rosangela con le rispettive famiglie. Coldiretti esprime sentite condoglianze. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 18 maggio 2013, all’età di 85 anni, è scomparso il signor MARIO GIUSEPPE INVERNIZZI, di Cameri, padre del collega Christian. A lui e alla famiglia Coldiretti, con la più stretta vicinanza, porge condoglianze sincere. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------All’età di 88 anni è deceduta, il 6 giugno 2013, DELIA CABRIO ved. Salino, di Cavaglià. Ne danno il triste annuncio i figli Teresio, Luigino e Francesco con le rispettive famiglie, nipoti e cari. A tutti loro giungano le condoglianze della Coldiretti. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 10 giugno 2013 è deceduta la sig.ra PIERINA BOLLEA di anni 79, di Bianzè. Ne danno il triste annuncio il fratello Ernesto ed il nipote Silvano con Mariella. La Coldiretti esprime sentite condoglianze. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 14 giugno 2013, all’età di 71 anni, è mancato all’affetto dei suoi cari MARIO PORRA, di Crescentino. Lo piangono la moglie Maria, le figlie Enrica ed Elena con i rispettivi coniugi e nipoti, il fratello Guido e la sorella Franca con i rispettivi coniugi e parenti tutti. A loro giungano le condoglianze della Coldiretti. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Il 2 luglio 2013 è mancato all'affetto della sua famiglia il signor SILVANO CAMPESAN, nostro associato della sezione di Momo. Da Coldiretti le condoglianze ai suoi familiari.

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