Chianti e dintorni

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secondo itinerario

La via delle merci. Mercatali a giro per il Chianti L

a formazione di centri abitati nei luoghi adibiti a mercato (insediamenti che verranno chiamati “mercatali”) è documentata nel Chianti già tra l’XI e il XIII secolo. Si tratta di abitati ancor oggi facilmente riconoscibili dalla caratteristica struttura urbana che ha avuto come nucleo originario, la piazza del mercato che, con la sua forma oblunga che richiama lontanamente un trapezio, vide gradualmente sorgere lungo il suo perimetro una successione di edifici, cui in seguito (ma non sempre) verranno aggiunti dei portici. Ma luoghi di mercato nacquero anche in corrispondenza di centri preesistenti come castelli e villaggi che si ampliarono proprio per l’aver svolto quella funzione commerciale che determinò la loro fortuna. Non a caso, in prossimità di alcuni castelli chiantigiani, l’esistenza di località caratterizzate dal toponimo “mercatale” sta ancora a indicare i luoghi un tempo deputati ai periodici scambi commerciali. Due interessanti esempi li troviamo a Radda e a Fabbrica di Val di Pesa. A Radda, su un terreno pianeggiante vicino all’abitato, all’incrocio delle strade che conducevano al castello, tuttora è visibile una piccola chiesa significativamente chiamata “Cappella del Mercatale”. Ugualmente, ai piedi del castello di Fabbrica, il “Podere Mercatale” sta ancora a indicare la località dove un tempo doveva tenersi il mercato che interessava gli abitanti del fondo valle della Pesa, tra San Casciano e Tavarnelle.

I mercatali si formarono nelle aree più densamente abitate del Chianti, in corrispondenza di nodi viari che favorivano l’affluenza dei venditori e dei compratori. La piazza dove materialmente si teneva il mercato costituirà il nucleo generatore di nuovi insediamenti: da Greve, a Gaiole, a Mercatale val di Pesa. 72

CHIANTI E DINTORNI. Territorio, storia e viaggi



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Anche i centri abitati sorti in corrispondenza dei principali nodi viari della regione ebbero una “naturale” vocazione mercantile. Tipica della loro struttura urbana, infatti, è la grande piazza del mercato: vedi i paesi di Cerbaia, San Casciano e Tavarnelle, nell’area fiorentina, oppure di Castelnuovo Berardenga, nel senese. Nel Chianti tre sono gli insediamenti che nacquero e si svilupparono attorno a una piazza di mercato: Gaiole, Greve e Mercatale Val di Pesa. Tutti e tre sorsero in zone fortemente incastellate ed ebbero uno stretto legame con quei castelli di cui in un certo qual modo possono considerarsi emanazione: Gaiole, con Vertine e Barbischio; Greve, con MontefioralGaiole e Greve: i due mercatali le, Montagliari e Uzzano; Mercatale nelle raffigurazioni delle Mappe di Popoli Val di Pesa, con il castello di Montee Strade dei Capitani di Parte Guelfa campolese. Disteso lungo la strada che dal Chianti porta in Valdarno, Gaiole ha un abitato che si apre dando spazio a una grande piazza centrale a forma di imbuto, una caratteristica conformazione urbana già testimoniata nel Cinquecento nelle “Mappe di Popoli e Strade” della Magistratura fiorentina dei Capitani di Parte Guelfa.

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Greve: veduta della piazza del mercatale (foto Comune di Greve in Chianti)

Successivi interventi edilizi hanno in parte cancellato l’originaria struttura della piazza di Mercatale Val di Pesa, che tuttavia, nella sua forma oblunga, chiusa da uno dei lati più stretti dalla chiesa parrocchiale, denunzia ancora chiaramente la sua originaria funzione. Ma è Greve il mercatale chiantigiano che maggiormente ha conservato l’aspetto tipico degli insediamenti generati dall’attività mercantile. L’ampia piazza dove si teneva il mercato, assai più grande di quelle degli altri due mercatali chiantigiani, ha una forma grossolanamente triangolare ed è fiancheggiata da una successione di caratteristici loggiati dalle arcate a sesto ribassato. Al vertice del triangolo, come a Mercatale Val di Pesa, è la chiesa parrocchiale, intitolata alla Santa Croce, mentre alla base si apre la via che costituiva l’accesso alla piazza del mercato, lungo la quale si formò la parte più antica dell’abitato grevigiano.

Capitolo 4 - Secondo itinerario

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