Chianti e dintorni

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Ottavo itinerario

La “strada sanese” “S

trada Sanese dal Sambuco alla Castellina”: così il quattrocentesco “Libro Vecchio di Strade” della Repubblica Fiorentina denominava la strada che nel Medioevo veniva usata di preferenza dai fiorentini per raggiungere Siena. Dopo un primo tratto collimante con la “Regia romana” (attuale strada statale “Cassia”), la via transitava per il Chianti, snodandosi per il crinale dei colli che fungono da spartiacque tra val di Pesa e Valdelsa, dirigendosi poi verso Siena. Ripercorriamone l’itinerario, attenti a rilevare le testimonianze storiche dell’antico percorso. Da Firenze, oltre la Porta San Pier Gattolini (attuale Porta Romana), la strada risaliva come oggi la collina di San Gaggio, dove incontrava lo spedale di San Giuliano a Colombaia, nei pressi del quale era l’antica “Fonte di Colombaia”, di cui si è conservata la duecentesca struttura a forma di portico. Poi si dirigeva verso il Galluzzo, seguendo il percorso collinare corrispondente all’attuale via del Podestà. Dal Galluzzo, ove era un altro spedale (Santa Maria di Malavolta), la strada proseguiva costeggiando il fiume Gre-

Il Chianti era attraversato longitudinalmente da un’importante via di comunicazione: la cosiddetta “via Sanese”, che costituiva il più rapido collegamento fra Firenze e Siena. La strada era percorsa da mercanti ed uomini d’affari, ma anche da pellegrini che si recavano a Roma. Nelle principali località che si trovavano sul suo percorso (San Casciano, Sambuca, San Donato in Poggio, Castellina, Querciagrossa) si addensarono le strutture ricettive (alberghi, osterie) e assistenziali (ospedali per pellegrini). 102

CHIANTI E DINTORNI. Territorio, storia e viaggi



Ottavo itinerario

L’antico “spedale” de “Il Calzaiolo” presso San Casciano

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La via “Sanese” alla Sambuca (Mappe di Popoli e Strade dei Capitani di Parte Guelfa)

ve sino alle Tavarnuzze, località il cui toponimo indica chiaramente il rapporto di quell’abitato con la viabilità. Oltre Tavarnuzze la strada medioevale, a differenza di quella odierna, risaliva il ripido pendio del poggio di Montebuoni, per poi scendere altrettanto ripidamente al punto di attraversamento del fiume, segnato dall’antico ponte degli Scopeti (distrutto durante l’ultima guerra e ricostruito in stile), dove iniziava l’ascesa che portava a Sant’Andrea in Percussina. Nel piccolo abitato di Sant’Andrea in Percussina era “l’Albergaccio”, medioevale casa da padrone dei Machiavelli (Niccolò durante il suo “esilio” vi scrisse “Il Principe”), alla La via “Sanese” all’attraversamento quale era annesso un albergo-oste- di Castellina (Mappe di Popoli e Strade ria (donde il nome), facente parte di dei Capitani di Parte Guelfa)

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ottavo itinerario

L’antico ponte della Sambuca

Lo “spedale” di San Giorgio “alle Rose”, sulla strada per Castellina

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una vera e propria catena di alberghi che la famiglia fiorentina possedeva in questo primo tratto della strada (ne aveva infatti anche uno presso la Porta San Pier Gattolini ed uno entro l’abitato di San Casciano). Collegato al “popolo” di Sant’Andrea in Percussina era lo spedale di San Lorenzo a Percussina, situato poco più avanti, in direzione di San Casciano, ove attualmente sorge l’abitato di Spedaletto. La strada giungeva quindi a San Casciano, lasciando sulla sinistra la pieve di Santa Cecilia a Decimo, che aveva derivato il suo nome dal fatto di trovarsi al decimo miglio da Firenze. Quindi digradava verso il fondo valle della Pesa, dove incontrava lo spedale detto “del Calzaiolo”: oltre a possedere ancora l’antica denominazione, l’odierno abitato de “Il Calzaiolo” ha conservato gli edifici che componevano l’ospizio, tra cui la chiesetta che ad esso era annessa. Giunta in località “Ponte Nuovo” la “Strada Sanese” distingueva il suo percorso da quello della “Regia Romana”, puntando in direzione della Sambuca, ove attraversava il fiume Pesa con un ponte documentato già nel XII secolo. Distrutto nel 1944 dalle truppe tedesche in ritirata, il ponte è stato ricostruito “com’era e dov’era” riutilizzando le poche murature superstiti (un’arcata). Punto di sosta per i viandanti, proprio a motivo dell’esistenza del ponte, la Sambuca, tipico esempio di villaggio-strada, dalla forma urbana allungatissima, accoglieva osterie, alberghi e spedali. Attraversata la Pesa la via risaliva sino al crinale delle colline che dividono val di Pesa e Valdelsa giungendo al castello di San Donato in Poggio, altro importante punto di sosta dotato anch’esso di strutture ricettive e assistenziali. La strada proseguiva in direzione di Castellina in Chianti incontrando lungo il percorso lo spedale di San Giorgio “Alleroso” (oggi “alle Rose”), documentato già nel XII secolo. La costruzione ha conservato pressoché integri gli originari caratteri romanici: una navatella rettangolare, coperta a capriate lignee, rivestita da pregevoli filaretti di alberese. Castellina in Chianti costituiva nel Medioevo un vero e proprio crocevia poiché si trovava nel punto ove nella “Strada Sanese” convergevano importanti percorsi di collegamento con il Chianti più interno e con la Valdelsa. Di qui l’accentrarsi nell’abitato e nei suoi immediati dintorni di taverne, “case per albergo” e spedali per pellegrini e viandanti poveri. Oltre Castellina la strada procedeva verso il Senese: l’ultimo abitato di pertinenza fiorentina che la strada trovava sul suo percorso era Fonterutoli, località non a caso scelta nel 1201 dai governanti di Firenze e di Siena per la formale definizione dei confini tra i territori dei contadi delle due città. Dopo Fonterutoli iniziava il “Sanese”: la strada incontrava sul suo percorso il castello di Querciagrossa e dopo pochi chilometri giungeva a Siena.

Capitolo 4 - Ottavo itinerario

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