Chianti e dintorni

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Decimo itinerario

Pievi e villaggi, castelli e abbazie in Val di Cintoia L’organizzazione del territorio nel Medioevo in Val di Cintoia

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n prossimità di Strada in Chianti, la popolosa frazione del Comune di Greve attraversata dalla strada statale “Chiantigiana”, le estreme propaggini collinari dei monti del Chianti si aprono a ospitare un solco vallivo che si insinua tra le groppe boscose dei poggi: è la valle del rio Sezzate, chiamata anche “valle di Cintoia”. Si tratta di un comprensorio ben definito la cui omogeneità ambientale costituì nel Medioevo il presupposto per la nascita, dapprima del plebato di Cintoia, quindi della “Lega di Cintoia”, circoscrizione civile creata dalla Repubblica Fiorentina all’inizio del Trecento. Sorta di via naturale che collega il Valdarno superiore con la val di Greve, la valle sin dall’epoca romana era percorsa da una strada, come attestano alcuni tratti superstiti di selciato dal caratteristico basolato a losanghe. Su tale via, conservatasi sino ad oggi, almeno come direttrice stradale, graviteranno tutti quei centri della valle che ci permetteranno di esemplificare l’organizzazione del territorio in età medievale. L’itinerario che viene qui proposto si prefigge appunto di individuare e riconoscere in val di Cintoia le diverse tipologie insediative tipiche del Medioevo. A Strada in Chianti, dove il nostro percorso ha il suo inizio, siamo alla presenza di un insediamento erede di uno di quei “villaggi aperti”, privi cioè di fortifi-

Le tipologie insediative del Chianti riflettono ancor’oggi l’organizzazione del territorio nel Medioevo, che vedeva la popolazione rurale distribuita per villaggi ed ecclesiasticamente ordinata all’interno del sistema plebano, con una chiesa matrice (la pieve) dalla quale dipendevano le chiesette dei villaggi. A partire dall’XI secolo si aggiunse una nuova forma insediativa: il castello, originariamente costituita dalle sedi della proprietà fondiaria dotate di fortificazioni. Tra queste emergeranno poi le località che diverranno i principali centri della regione, sedi dei rappresentanti del potere politico. 112

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Decimo itinerario

Basolato dell’antica strada romana in val di Cintoia

Un dettaglio del borgo di Cintoia

cazioni, che costellavano la valle. Trovandosi allo sbocco della stessa, nel punto dove l’antica via valliva si innestava nella “strata de Chianti”, una delle “vie et strate mastre” del contado fiorentino, il villaggio di Strada si accrescerà nel tempo, conservando però la struttura urbana allungata tipica dei villaggi-strada. Immessisi nella valle del Sezzate, subito appaiono sulla sinistra due insediamenti castellani: Mugnana e Sezzate. Entrambi hanno conservato i caratteri e la consistenza urbana dei castelli feudali, anche se le loro strutture sono da riferire a non prima del XIII secolo. Nonostante sia stato successivamente adibito a fattoria, il castello di Mugnana mostra ancora l’originario circuito murario quadrangolare, sovrastato dalla possente torre del cassero. Si caratterizza invece per una cinta muraria grosso modo circolare il castello di Sezzate, che si erge al vertice di una collinetta dirimpetto a Mugnana. Anch’esso era dotato di cassero: una torre che si elevava al centro del fortilizio, che andò distrutta nel corso dell’ultima guerra. La moderna strada che risale la valle del Sezzate si mantiene sulla sinistra del corso d’acqua, ma nell’antichità e nel Medioevo il suo tracciato si snodava sull’altro versante della valle, dove si trova Cintoia, un tempo il principale abitato della zona, motivo per il quale aveva dato nome alla stessa. Cintoia era un altro di quegli insediamenti nati da un castello: oggi ha conservato solo pochi resti delle fortificazioni di cui era dotato (si trovano nella parte più elevata del luogo su cui sorge), ma mostra ancora pressoché integro il tessuto abitativo del piccolo borgo che si sviluppò ai piedi del castello, lungo la via che ad esso accedeva. Proseguendo il nostro percorso, giunti nell’alta valle del Sezzate, una diversione sulla sinistra permette di giungere alla pieve di San Pietro a Cintoia, la

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L’abside della pieve di San Pietro a Cintoia

Particolare delle mura dell’abbazia di Montescalari

chiesa che nel Medioevo esercitava il governo religioso dei “popoli” distribuiti nella vallata. Da essa dipendevano pertanto le chiesette esistenti nei villaggi, e in essa si riuniva in speciali occasioni (come il battesimo dei fanciulli) tutta la popolazione della valle. La pieve è un vasto edificio ad un’unica navata conclusa da un’abside semicircolare e coperta con capriate lignee. I caratteri romanici della costruzione, riferibile alla fine del XII secolo, sono ben evidenti, specie all’esterno, anche se è da rilevare la scomparsa della primitiva facciata, franata in epoca imprecisata a motivo del crollo del campanile (l’attuale prospetto è infatti arretrato rispetto a quello originale). Nell’interno, rimaneggiato all’inizio dell’Ottocento, si trovava un grande tabernacolo cinquecentesco in terracotta invetriata di Santi Buglioni, raffigurante i Santi Pietro e Paolo, attualmente sistemato nella vicina chiesa della Panca. Recentemente è stato invece riportato in loco il monolitico fonte battesimale a immersione di dotazione della chiesa, opera di maestranze toscane del XIII secolo. La strada che porta alla pieve continua il suo tracciato inerpicandosi sino a guadagnare il crinale dei monti del Chianti, dove ha termine il nostro itinerario. In prossimità dello spartiacque tra val di Greve e Valdarno, a circa 700 metri di altitudine, incontriamo l’abbazia vallombrosana di San Cassiano a Montescalari, documentata sin dalla seconda metà dell’XI secolo. Da tempo abbandonata (dopo essere stata adibita a fattoria) e oggi parzialmente in rovina, l’abbazia si presenta nella sistemazione ricevuta nei primissimi anni del Seicento: entro un grande quadrilatero (una vera e propria cinta muraria) sono distribuiti gli edifici che formavano il complesso monastico, vale a dire la chiesa duecentesca, con pianta a croce latina, il chiostro, il dormitorio dei monaci e il palazzo dell’abate.

Capitolo 4 - Decimo itinerario

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