NOI Magazine - Febbraio 2013

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IL MENSILE DELLA PROVINCIA DI NOVARA Anno V N° 2 - Febbraio 2013

Sport Mezzamaratona di San Gaudenzio Arte I Piccaia a Milano Libri Ti ho visto su Facebook Territorio Zu' Totò e Borgomanero Marco Zacchera Riflessioni pre-elettorali

In viaggio Luxor L'Egitto che non ti aspetti

OUTLOOK MERCATI a cura di Giuseppe Tortomasi Daniele Bevacqua

Giuliano Ladolfi Mina, Marziale e il programma elettorale

Economia Arte Salute Storia Territorio Enogastronomia Letteratura Sport


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IL MENSILE DELLA PROVINCIA DI NOVARA Anno V N° 2 - Febbraio 2013

sommario 4 EDITORIALE

Sport Mezzamaratona di San Gaudenzio Arte I Piccaia a Milano Libri Ti ho visto su Facebook Territorio Zu' Totò e Borgomanero Marco Zacchera Riflessioni pre-elettorali

In viaggio Luxor L'Egitto che non ti aspetti

OUTLOOK MERCATI a cura di Giuseppe Tortomasi Daniele Bevacqua

Giuliano Ladolfi Mina, Marziale e il programma elettorale

Economia Arte Salute Storia Territorio Enogastronomia Letteratura Sport

N° 2 - Febbraio 2013 Autorizzazione Tribunale di Novara n. 372 del 15.12.2008 Direttore Editoriale Marco Trivelli Direttore Responsabile Giuliano Ladolfi Hanno collaborato a questo numero: Daniele Bevacqua Riccardo Franchini Giulio Greco Emi Guidetti Chiara Ratto Francesco Teruggi Giuseppe Tortomasi Matteo Trucco Grafica e impaginazione CENTROMEDIA

6 IL PUNTO 10 ECONOMIA 14 OUTLOOK MERCATI 18 TERRITORIO 22 L’INTERVISTA 24 SALUTE 32 PSICOLOGIA 34 MOTORI 40 IN VIAGGIO 50 SPORT 56 ARTE 68 LIBRI

Editore e Pubblicità CENTROMEDIA 28024 Gozzano (NO) - Italy Viale Parona, 6

78 ENOGASTRONOMIA

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82 RICETTE

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NOI - FEBBRAIO 2013

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EDITORIALE

Mina, Marziale ... ... e il programma elettorale In occasioni delle elezioni l’infotainment celebra la sua festa, la sua apoteosi, la sua glorificazione: tutti i candidati vogliono avere la loro nicchia di spettacolo.

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he cosa possono avere in comune una canzone del Novecento e un epigramma del I secolo dopo Cristo? La campagna elettorale in vista delle votazioni del febbraio 2013. I miei coetanei ricordano certamente uno dei testi di maggior successo della “tigre di Cremona”: Mina: Parole, parole, parole Alberto Lupo: Ascoltami Mina: Parole, parole, parole Alberto Lupo: Ti prego Mina: Parole, parole, parole Alberto Lupo: Io ti giuro Mina: Parole, parole, parole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi. La maggior parte dei politici, infatti, ci inonda di parole nel teatrino mediatico della politica. Sì, perché di teatro si tratta. I testi di sociologia parlano di Infotainment che significa letteralmente informazione - spettacolo

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(oppure lo spettacolo dell'informazione). Il vocabolo, che trae origine dalla mescolanza delle due parole, definisce quel genere di spettacolo cui è esposta la politica per mantenere l'instabile livello d'attenzione del pubblico con il pretesto dell’informazione, e viene realizzato per ridurre gli effetti del sovraccarico di notizie. In occasioni delle elezioni l’infotainment celebra la sua festa, la sua apoteosi, la sua glorificazione: tutti i candidati vogliono avere la loro nicchia di spettacolo. Ma, se ci si racchiudesse in un limite ragionevole, si concluderebbe che questo è “sale della democrazia” attuato in un confronto di idee, di programmi e di prospettive. Non è così. La maggior parte dei politici si basano sulla spettacolarizzazione anche dei programmi elettorali: meno tasse, più lavoro soprattutto per i giovani, ampliamento dei consumi, miglioramento del-

la scuola, più efficiente organizzazione dell’apparato pubblico, lotta alla corruzione, ecc. «Parole, parole, parole, parole, parole, parole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi». Chi non sottoscriverebbe tali obiettivi? Il problema non sta qui, non sta nelle finalità, ma negli strumenti: come mantenere il pareggio di bilancio abbassando le tasse? Come fornire maggiori possibilità di lavoro senza cadere nell’assistenzialismo? Come ampliare i consumi senza indebitamento? Come migliorare la scuola senza intervenire pesantemente sulle inefficienze? Come migliorare l’organizzazione dell’apparato pubblico senza compiere una severa valutazione del lavoro? Come lottare contro la corruzione senza toccare caste e privilegi? E così via. La rissa, cui quotidianamente assiNOI - FEBBRAIO 2013


EDITORIALE

stiamo, fa audience, ma non aiuta a risolvere i problemi. Neppure la retorica ci riesce. Manca una capacità progettuale a lungo termine. Pensiamo al settore dell’approvvigionamento energetico e alla sindrome del “Nimby” di cui abbiamo parlato nel numero scorso. E allora? Allora ci si impantana in questioni di nessuna urgenza sociale (il caso Ruby). Alle parole si unisce il rito delle promesse. A questo punto interviene Marziale (ahimé, quanto ci costa aver smarrito la sapienza dei nostri padri!): «Omnia promittis, cum tota nocte bibisti. / Mane nihil praestas, Pollio, mane bibe» «Di notte dopo un’abbondante bevuta prometti tutto. / Il mattino dopo, o Pollione, non sganci il becco di un quattrino; allora bevi di mattina!». Tutti sanno come risolvere tutti i problemi della nostra nazione e le soluzioni appaiono a portata di mano! NOI - FEBBRAIO 2013

Tutti sono diventati operativi, saggi e attivi nel giro di poco tempo! Se questo bastasse per svegliare la nostra classe politica, mi auguro un turno mensile di elezioni!!! Parole e promesse: basterebbe molto meno e cioè limitarsi a “fare i conti della serva”: presentare un bilancio preventivo dell’abbassamento delle tasse con tanto di entrate e di uscite; indicare un articolato sistema per favorire la ripresa produttiva con tanto di finalità, obiettivi, metodi, tempi e luoghi; chiarire gli interventi a sostegno della produzione con altrettanti progetti particolareggiati; formulare un piano di risorse e di interventi per la qualità dell’insegnamento così come un uguale piano per l’efficienza dei servizi pubblici e per la lotta contro la corruzione e gli sprechi. Ma devono essere progetti verificabili, quantificati e documentati, non un libro dei sogni o uno strumento “acchiappavoti”. Personalmente, al di là di ogni

“manuale per sognare”, mi sembra opportuno privilegiare la lista o le liste che dimostrano maggiore concretezza, non quella più allettante o quella più dirompente. Non serve a nulla piangersi addosso, non serve a nulla limitarsi alla pura critica, come non serve a nulla prefigurare soluzioni facili e immediate. I grandi risultati si raggiungono con chiarezza di idee, con lungimiranza e tanto, tanto lavoro. Lasciamo al mondo dello spettacolo le vincite ai quiz televisivi, alle lotterie o al Lotto. La quasi totalità delle persone per raggiungere una vita decorosa non ha scalato le vette della finanza, ma ha dedicato tempo e impegno alla propria attività. Questo, e non le parole o le promesse, ha permesso alla nostra zona di conseguire il benessere di cui ancora godiamo. Giuliano Ladolfi 5


IL PUNTO

Marco Zacchera, parlamentare dal 1994, Sindaco di Verbania dal 2009

Riflessioni pre-elettorali

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Il Punto di Marco Zacchera, con molti spunti di riflessione sulle imminenti elezioni.

ari lettori, sapete bene che le mie idee politiche sono di centro-destra (anzi di destra-centro) anche se rispetto profondamente quelle degli altri. Nei miei commenti non pretendo quindi di avere ragione, ma piuttosto di riflettere a mezza voce, in un dialogo con chi più o meno la pensa come me, anche se - particolarmente in queste settimane - è giustamente scocciato da mille aspetti della politica italiana e tentato dal disimpegno e dall'astensionismo. Leggete allora queste note come ra-

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gionamenti tra amici, cercando di dare almeno un contributo di reciproca riflessione. Parto dal presupposto che, secondo me, la formula migliore per governare questo paese sia una alleanza tra i partiti di centro e quelli di destra e per me il PDL era nato proprio per creare questa sintesi. Monti mi sembra una persona seria, ma è evidente che arriverà ad una alleanza con il PD di Bersani se quest'ultimo non avrà la maggioranza, e salvo che il centro-destra non vinca almeno al Senato e imponga un governo di più larghe intese.

Nel panorama politico italiano non c'è oggi un leader di vero spessore (persone come la Meloni o Crosetto possono diventarlo, ma per ora non sono ancora stati “testati”) capace di cambiare di colpo le carte in tavola e non serve qui polemizzare su un PD che, pur di vincere, candida contemporaneamente esponenti di Confindustria e sindacalisti “caldi”, atei con esponenti cattolici e così via. Né serve prendersela con Monti che avrebbe a mio avviso fatto molto meglio a stare fuori dalla partita per essere poi eventualmente reNOI - FEBBRAIO 2013


IL PUNTO

cuperabile come Presidente della Repubblica “super partes” o per tornare a capo di un governo tecnico ove il paese fosse uscito ingovernabile dallo scontro del 24 e 25 febbraio. Tornando al centro destra sono stato anch'io molto deluso dal PDL e dai suoi vertici. Chi mi legge sa che lo scrivo da anni, che ho criticato spesso Berlusconi e la sua corte per le occasioni perdute, la demagogia, le superficialità, la mancanza di trasparenza e correttezza. Purtroppo abbiamo perso infinite occasioni, ultima quella delle primarie del PDL, evaporate perchè il Cavaliere ha voluto così ma nonostante tutto non mi va che la sinistra torni al potere e magari ci resti per molti anni. Vedevo con simpatia il crescere di Renzi come evoluzione della sinistra, ma è stato “segato” dalla nomenklatura del PD, noto il quotidiano connubio sinistra-affari (anche se i media fanno notare molto di più quelli del Cavaliere), non mi piace una Magistratura che apertamente troppe volte fa politica (e tutta a sinistra), credo che non vadano sprecati i sacrifici fatti in questi mesi ma che il futuro governo dovrà anche cercare di scrollarsi di dosso troppe ipoteche europee o affogheremo. Speravo che a destra crescesse qualche nome nuovo e credibile, che avesse il tempo di maturare e farsi conoscere bene e per tempo prima delle elezioni. Ho sperato in Alfano ma si è spento, vedo bene Maroni che cerca di risollevare una Lega Nord che si è persa non tanto negli affari (piccoli) di pochi, ma perché non è stata capace di tradurre nel concreto concetti come il federalismo ed una più equa ripartizione fiscale a livelNOI - FEBBRAIO 2013

lo territoriale pur avendone avuto tempo e possibilità. Apprezzo Oscar Giannino (assurdo non averlo ascoltato e inserito come testa pensante a contare sul serio nel centro-destra), ma temo che il perverso marchingegno elettorale non gli farà prendere seggi e il rischio è quindi di sprecare voti. Mi costa molto dover prendere atto della progressiva scomparsa di quello che fu il mio partito – Alleanza Nazionale – diviso in mille rivoli e distruggendo il mondo umano che le componeva, infinitamente migliore di tanti suoi riveriti esponenti. Ancora in questi giorni, girando per Roma, vedevo amici veri schierati ora uno contro l'altro, ringhiosi a dividersi seggi e possibilità di elezione e penso ad anni non troppo lontani in cui – almeno per me – le campagne elettorali (anche quando non ero candidato) erano sempre una missione e un impegno totale credendo in quello che si faceva e aiutato da tanta gente di cuore. Per me questi “cittadini semplici” erano e restano i più importanti ed è proprio questo il mondo che mi manca di più. Il “recinto” del centro-destra è affollato di simboli e al momento in cui scrivo queste note non ho ancora chiaro il quadro dei candidati. E' un aspetto importante perchè non vorrei che questa parte del Piemonte avesse solo rappresentanti eletti del PD e visto l'ignobile sistema elettorale contano solo le posizioni di lista per capire chi abbia speranze “vere”. Noto – almeno dalle mie parti – lo smottamento di eletti dal PDL a “Fratelli d'Italia” e mi chiedo quanto ciò sia per convinzione e quanto – comprensibilmente – solo perché Valerio Cattaneo (presidente del consiglio regionale del Piemonte,

già esponente di spicco del PDL e riferimento politico a Verbania e provincia – lo dico per i lettori non della zona ) ha lasciato il PDL candidandosi al senato. Me lo domando perchè quando leggo di alcuni che esultano sulla possibilità finalmente di poter far politica mi chiedo perchè non hanno cercato di farlo prima, nel PDL, quando se dicevi anche solo una cosa fuori dal coro eri guardato storto. Meglio tardi che mai se si vuole crescere, ma se non ci fossero stati il coraggio di Crosetto e della Meloni forse l'esperimento non sarebbe nemmeno partito. La questione allora si pone non tanto in termini di voto (abbiamo un mese di tempo per parlarne) quanto su che cosa si voglia fare “dopo” il 25 febbraio perchè - sia che si vinca sia che si perda - c'è comunque una necessità assoluta di ricostruire, resettare, andare “oltre” Berlusconi che sarà un mago della TV ed è sicuramente capace di recuperare consensi, ma in questi anni ha perso occasioni enormi per far ripartire l'Italia. Tutti mi chiedono “da che parte stai?” (tra PDL e Fratelli d'Italia) ed io rispondo senza ambiguità che a livello locale un sindaco deve prima di tutto pensare ad essere garante di tutti per cercare di portare avanti il proprio mandato con la maggiore serietà possibile perchè la situazione amministrativa è difficile in ogni comune d'Italia e i bisogni della gente sono cose reali, che un sindaco tocca con mano certo di più che in parlamento. Credo che “Fratelli d'Italia” abbia la funzione essenziale non tanto di “drenare” voti al PDL quanto di dare una speranza, una opportunità alternativa e complementare a tanti elettori di centro-destra delu7


IL PUNTO

si e che non sarebbero più andati a votare. Io aiuterò lealmente i candidati locali – a cominciare da Valerio Cattaneo – ma questa nuova forza politica ha (avrà) un senso solo se veramente riuscirà a costruire una alternativa politica seria non tanto rispetto ai principi della politica (se si è di centro-destra i “fondamentali” sono sempre quelli) ma al modo in cui vengono proposti e soprattutto attuati. Crosetto e la Meloni hanno avuto il coraggio di (ri)mettersi in gioco ed apprezzo molto questo sforzo che spero che sia di stimolo anche allo stesso PDL per far capire che non è garantendo cento persone che si rilancia il paese. Un' Italia cui non possono bastare le apparizioni in TV (tra l'altro spudoratamente squilibrate rispetto alle proposte in campo) per risolvere i problemi. In altre parole “Fratelli d'Italia” doveva nascere prima o – meglio – il PDL avrebbe dovuto per tempo capire che non ci si poteva presentare alle elezioni chiedendo voti senza avere nuove proposte, persone credibili ed atteggiamenti coerenti. Con “Fratelli d'Italia” oggi si concretizza una alternativa di voto a chi nel 2008 aveva votato Berlusconi e non lo avrebbe voluto, ma bisogna lavorare soprattutto pensando al dopo elezioni quando si dovrà - temo - muoversi tra molte macerie fumanti per trasformare in un rinnovato movimento politico unitario e credibile quello che è adesso il troppo frammentato mondo di centro-destra. Per questo oggi serve non sfasciare tutto, cercare di tenere fermi i rapporti umani e intanto cominciare a pensare strategicamente su come costruire il futuro. Marco Zacchera 8

Oscar, il piccolo uomo

Entra nel salone (strapieno) con il cappotto al braccio, le scarpe a punta come un folletto, la sciarpa e una vecchia borsa in mano: non ha scorta né apripista e cammina a scatti – questa volta senza bastoncino – somigliando vagamente a Charlot. Conquista la platea con risposte chiare e piene di humor ma senza invettive per nessuno: concretezza, concretezza, concretezza. Che strano tipo questo Oscar Giannino che ti racconta del suo tumore e fa riflettere, che in economia ne ha per tutti ma sa di quel che parla e lo spiega a costo di essere impopolare. Sorride quando gli chiedo che ne pensi il suo sarto di fiducia per una campagna elettorale volontaristica e probabilmente perdente ma condotta senza sconti, alla moda dei vecchi tempi pur senza grancasse, faccioni sui manifesti, hostess e Caroselli. Chi cercava un Grillo di destra ce l’ha, anche lui troppo fuori dagli schemi per non scontrarsi con le nomenclature dei partiti, ma infinitamente più colto del buffone di nome e di fatto targato cinquestelle. Lo ascolta una platea eterogenea e di qualità, molto attenta e piacevolmente sorpresa. Un appuntamento

organizzato in tempi non sospetti che non voleva essere elettorale, ma che lo è diventato a tutto tondo e non per la questione “voto” quanto per una riflessione profonda sull’Italia e i nostri malanni, sulla pigrizia di burocrati e governanti, sui coraggi e le decisioni mancate. Discorsi distanti anni luce dai salotti televisivi, dalle scontate e quotidiane risse verbali sui soliti temi. Il tempo scivola via piacevolmente e quando si chiude lui esce tranquillo in mezzo alla gente, modestamente, passando da un corridoio laterale con la sua vecchia borsa in mano, senza neanche uno straccio di guardiaspalla o ispettore della Digos ad aprirgli la strada. Intanto ha parlato due ore di spread e di volontariato, di occasioni sciupate e di troppi italiani che con le loro aziende si perdono per strada. Gli ho chiesto di gossip e federalismo, racconta di silenzi e di troppe chiamate dei leader all’ultima ora ma solo per catturarne immagine e consensi, non per accogliere la sostanza di un programma impietoso e rigido con tutti. Che bello se fosse ascoltato sul serio, da chiunque vincerà. Marco Zacchera NOI - FEBBRAIO 2013


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ECONOMIA

Previsioni congiunturali - 1° trimestre 2013

Inizio d'anno ancora incerto per l'industria novarese Attese di produzione negative ma stabili, sempre positive le esportazioni. Preoccupa l’occupazione, balzano in avanti gli investimenti. Previsioni negative per tutti i settori tranne il chimico.

I

nizio d’anno all’insegna dell’incertezza per l’industria novarese. Lo rivelano le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il primo trimestre 2013. Il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione tra gennaio e marzo 2013 si attesta a -8,2 punti, sostanzialmente stabili rispetto ai -8,7 dello scorso ottobre. «L’incertezza – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – rimane il tratto dominante anche di questo inizio 2013, e nei prossimi mesi dovremo verificare concretamente la portata di questa lieve inversione di tendenza. Come l’Italia, anche il territorio novarese è ancora immerso in una forte contrazione della domanda e della produzione, senza aver mai recuperato i danni della crisi. I bassi

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livelli di attività e fatturato, le difficoltà a ottenere pagamenti e credito e le aspettative negative sono, per molte imprese, giustificabili ragioni di scoramento. Al contempo, però, altre aziende registrano performances lusinghiere, grazie anche all’orientamento strategico rivolto a una marcata proiezione internazionale. L’export è, infatti, l’unica componente della domanda a registrare una variazione positiva: i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a -7 e +13 punti, contro i -14,1 e +6,3 della nostra precedente rilevazione». I dati relativi al mercato del lavoro rimangono negativi: il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni risale lievemente, a -11,5 punti dai precedenti -12,9. Ma oltre un quarto delle imprese intervista-

te (26,4%, contro il precedente 19,6%) pensa di fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni, facendo registrare all’indicatore il peggior dato dal 2010. «Le condizioni del mercato del lavoro – aggiunge il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – restano preoccupanti. Le industrie novaresi hanno cercato il più possibile di evitare la riduzione degli organici, ma data l’entità, in alcuni casi, dei cali di attività e di fatturato, non è possibile valutare fino a quando potranno resistere. Le attese di nuova occupazione sono rinviate al 2014». Rimane su livelli elevati (anche se scende dal 59,8% al 54,2%) la percentuale di imprese che dichiara un ritardo negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, mentre una netta inversione di tendenza è registrata dai programmi di investimento, che ragNOI - FEBBRAIO 2013


ECONOMIA

giungono i livelli più elevati degli ultimi cinque trimestri. La percentuale di aziende che dichiarano di voler procedere alla sostituzione o all'ammodernamento degli impianti, infatti, sale al 51,7% dal precedente 40,9%, mentre prevede di investire in ampliamenti della capacità produttiva il 21,8% degli imprenditori, contro il 19,4% di tre mesi fa. «Si tratta – osserva Ravanelli – di un elemento molto positivo. Nella fase più acuta della crisi molti progetti imprenditoriali erano stati tenuti in sospeso, per prudenza, pronti a essere attivati al primo segnale di un potenziale miglioramento della situazione. Accanto alle fragilità, internazionali e interne, ci sono quindi elementi che possono funzionare come “leva” per una ripartenza, pur di velocità moderata, nel prossimo

futuro. Per questo motivo voglio chiudere le mie osservazioni con uno spunto di speranza, che credo costituisca la migliore risposta che un imprenditore possa dare, a se stesso come a propri collaboratori, nei periodi di maggiore difficoltà,

Fabio Ravanelli Presidente AIN Novara

riportando una frase di Thomas Fuller, storico inglese del 1600: It is always darkest just before the day dawneth. “È sempre più buio appena prima dell’alba”». L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI METALMECCANICO Ancora negativi i principali indicatori. Il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alle aspettative di produzione si attesta a -7,4 punti, rimanendo sui livelli, sempre negativi, della scorsa rilevazione (-6,8). Lieve miglioramento, invece, per le attese di ordini totali: -11,9 è il saldo ottimisti/pessimisti (-13,6 il saldo precedente) e di ordini esteri (+2,8 punti, rispetto allo zero di fine 2012). Il 47,6% delle imprese intervistate dichiara la volontà di

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ECONOMIA

effettuare investimenti per l’ammodernamento degli impianti, mentre il 23,8% intende procedere ad ampliamenti. In crescita, partendo da livelli già elevati, risulta però la percentuale di imprese (33,3%) che dichiara la volontà di ricorrere alla Cig, mentre peggiorano nettamente le aspettative di allargamento della base occupazionale, oggi a -16,6 punti di saldo ottimisti/pessimisti rispetto ai -9,1 di fine 2012. Il 53,7% delle imprese (contro il 47,7% del 4° trimestre 2012) dichiara ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, con conseguenze molto negative sulla liquidità disponibile. CHIMICO Positiva inversione di tendenza. Dopo la pesante contrazione registrata dalle aspettative di produzione nella precedente rilevazione (-35,7 punti), l’indicatore migliora, evidenziando un saldo ottimisti/pessimisti nullo. Anche il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini totali torna a zero dopo aver registrato un andamento decisamente negativo (-28,6 punti) nella precedente indagine, mentre il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli ordini esteri registra un segno positivo (+21,4 punti) raggiungendo il valore massimo dal 4° trimestre 2011. Ritorna positivo (+13,3 punti, contro i precedenti -21,4) anche il saldo riferito alle aspettative di allargamento della base occupazionale, mentre le previsioni di ricorso alla Cig continuano a essere pari a zero. Rimane invece molto elevata la percentuale di imprese che dichiara un ritardo negli in-

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cassi: 58,3% rispetto al 50% del 4° trimestre 2012. TESSILE E ABBIGLIAMENTO Positivi solo ordini e investimenti. Il saldo tra ottimisti e pessimisti riferito alle aspettative di produzione torna negativo (-11,1 punti), ma risulta in controtendenza rispetto ai saldi ottimisti/ pessimisti riferiti agli ordini totali (+22,2 punti) ed esteri (+37,5 punti). Ancora negative le prospettive occupazionali, con un saldo ottimisti/pessimisti a -11,1 punti, in linea con il precedente -14,3. Le imprese che intendono ricorrere alla Cig passano da zero al 22,2%, ma salgono anche le intenzioni di investimento per sostituzione/ammodernamento degli impianti (55,6%, contro il precedente 42,9%) e di ampliamento della capacità produttiva (da zero a 11,1%). Dopo il picco registrato nell’ultima indagine previsionale (71,4%), si attesta a livelli sempre elevati ma meno preoccupanti la percentuale di imprese che denuncia ritardi negli incassi: 55,6%. ALIMENTARE Luci e ombre nelle previsioni del comparto. Il saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione si orienta in controtendenza rispetto all’andamento positivo registrato negli ultimi tre trimestri, scendendo a -11,1 punti, con i saldi ottimisti/pessimisti sulle aspettative di ordini totali che passano da +12,5 a -33,4 punti e quelli sulle attese di ordini esteri che scendono da +37,5 a +25

punti. Balzano dal 12,5% al 22,2% le previsioni di investimenti per l’ampliamento della capacità produttiva mentre il 55,6% delle imprese intende investire in ammodernamento degli impianti. Dopo due trimestri senza alcuna segnalazione, invece, risultano negativi entrambi gli indicatori riferiti al mercato del lavoro: l’11,1% delle aziende dichiara la volontà di fare ricorso alla Cig e il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli allargamenti della base occupazionale cala da zero a -22,2 punti. Si riduce notevolmente, forse anche a causa dell’introduzione della nuova disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, la percentuale di imprese che dichiara ritardi negli incassi, al 22,2% rispetto al precedente 57,1%. C.S.

Nonline oi magazine


OUTLOOK MERCATI

i t a c r e m Outlook

a cura di Giuseppe Tortomasi Daniele Bevacqua

Cos'è successo a Gennaio

S

eguendo uno schema ormai consolidato il mercato ha chiuso l’anno 2012 in buon denaro, anche se proprio nelle ultime sedute si era verificato un set back legato alle paure del fiscal cliff. Poi, sistemata la questione fiscale, il mercato ha ripreso a salire confermando, con la chiusura positiva del Christmas Bias e del New Year Rally, il fatto che il trend rialzista era solido. La correzione di fine anno in effetti ha riportato i prezzi in prossimità della media di trend, da lì in due sedute formidabili è ripartito il trend rialzista. Gennaio è mese campione: un gennaio che chiude forte promette un altro anno con chiusura positiva.

(JB). Il fatto che questi tre dati siano positivi tutti (o in parte) genera la possibilità di andare a vedere come si sono mossi i mesi successivi a gennaio negli anni passati. Ecco cosa ci aiuta a vedere il bellissimo lavoro di StockTrader’s Almanac:

Le domande a cui rispondere per operare con successo in Febbraio sono: 1) Mercato azionario ipercomprato: una pausa a febbraio è possibile? 2) Elezioni italiane: buy opportunity, magari sul BTP? 3) Il dollaro ha trovato un fondo contro euro? Gennaio, barometro per l’anno Mentre scriviamo manca davvero poco alla fine del mese di gennaio, il mese che chiude una fase ciclica importantissima. Ecco i punti di riferimento a cui si guarda tutti gli anni per segnare le importanti statistiche di fine e inizio anno: Santa Claus Rally (SCR), First Five Days (FFD) e January Barometer 14

Quando i tre indicatori sono positivi, l’anno chiude bene (89% dei casi) anche se il febbraio è un po’ debole. Proviamo ad aggiungere un’altra considerazione, ricordandoci che il 2013 è un cosiddetto anno post elettorale, almeno in USA. NOI - FEBBRAIO 2013


OUTLOOK MERCATI

Quindi possiamo costruire un grafico che tenga conto sia del fatto che i tre indicatori siano positivi, sia del fatto che siamo in un anno postelettorale.

Quindi uno scenario statistico molto incoraggiante che porta a pensare ad un 2013 in cui sarà confermata l’aspettativa di un nuovo massimo molto importante per i mercati azionari. Il problema che invece resta aperto è relativo alla dinamica del 2013. Il mese di gennaio dà indicazioni sulla positività dell’anno in chiusura, quello che succederà in mezzo è ovviamente un’incognita.

Nel grafico sopra abbiamo provato ad immaginare una road map per il 2013 che tenga conto dei vari fattori che il nostro modello ci indica come probabili nel 2013. Partiamo con la chiusura dell’anno, secondo noi statisticamente positiva (89% dei casi, non poco davvero) e probabilmente sopra ai livelli di chiusura di gennaio. Il modello indica come probabili un febbraio/marzo in correzione. A questo punto conviene valutare un livello di supporto valido per il 2013 e prendiamo come sempre la media mobile a 200 periodi che promette di sostenere i prezzi in un’area media intorno a 1400 punti. Maggio è il mese in cui il modello immagina posNOI - FEBBRAIO 2013

sa collocarsi il massimo dell’anno. Ovviamente il livello di 1700 punti è solo un riferimento teorico. Impossibile dire dove il mercato potrebbe fermarsi. Calcolando diversi valori di SPX sulla base di possibili moltiplicatori di P/E, un livello tra 1600 e 1700 sembra raggiungibile. Questo di tutti i dati proposti dal modello è comunque il meno affidabile. Da lì si dovrebbe sviluppare una correzione che statisticamente potrebbe durare fino a ottobre per poi seguire il solito percorso di crescita verso fine anno. Riepiloghiamo: l’indice S&P500 ha aperto l’anno con un rialzo del 5.4% e ha chiuso venerdì 25 gennaio sopra 1500 per la prima volta da 5 anni. Al momento è tra i migliori performer a livello globale nel 2013, poiché gli altri mercati azionari hanno rallentato dopo la sovraperformance di quello americano nell’ultimo trimestre. Non crediamo che questo ritmo sia sostenibile: estrapolando un 5% di performance mensile e moltiplicandola per 12 mesi, si otterrebbe un guadagno dell’80%, che è molto improbabile viste le stime di crescita dell’1.6% del PIL statunitense attese per il 2013. Inoltre si comincia ad osservare un sentiment estremamente ottimistico e segni di overbuy (evidenziati dagli indicatori di breve termine) che, per quanto non siano segnali negativi in un arco temporale compreso tra 3 mesi e 1 anno, suggeriscono di mantenere una certa cautela nel breve termine. Abbiamo un approccio bullish sulle azioni e pensiamo che l’S&P500 potrebbe raggiungere rendimenti fino al 10% in uno scenario base (15% in uno scenario maggiormente positivo). Se l’ipotesi - base si rivelasse corretta, potrebbe dirsi già raggiunta una quota pari a metà dei rendimenti attesi per l’anno 2013. Mentre una delle tre regole d’investimento per le azioni – fare attenzione quando la massa psicologica si trova agli estremi – ha cominciato a dare segnali di allerta, le altre due regole – non combattere la FED e non andare contro il trend – rimangono bullish. Le Banche Centrali di tutto il mondo hanno tutte un atteggiamento accomodante. La FED continua il suo programma di QE per creare moneta acquistando 85 miliardi di $ di Treasuries e Mortgage backed securities al mese. In aggiunta, la Bank of Japan ha approvato la scorsa settimana un supporto per arrivare all’inflation target del 2% (anche se attualmente ha dichiarato che non comincerà il suo QE fino al prossimo anno). 15


OUTLOOK MERCATI

Storicamente quando l’offerta di moneta è cresciuta più velocemente dell’economia – l’offerta di moneta nell’aggregato M2 degli Stati Uniti è al 10.6% (su base trimestrale annualizzata) rispetto a una stima di crescita del PIL del 2% nel 2012 – gli eccessi si sono riversati negli asset finanziari. Utilizzando la media mobile a 200 giorni si vede come il trend stia crescendo a un tasso mensile annualizzato del 5.6% dopo essersi leggermente appiattito nell’ultimo trimestre. Osservando la crescita delle medie mobili a 50 e 200 giorni ed essendo la prima rimasta sopra alla seconda, si può vedere come gli indicatori di trend siano chiaramente positivi. Un segnale di cautela deriva dal fatto che l’S&P500 si trova attualmente di un 7% al di sopra del trend principale. Abbiamo inoltre osservato nel corso degli anni che certi valori “tondi” che sono considerati storici per i principali indici azionari – 1500 per l’S&P500 - sembrano essere in grado di avere un impatto psicologico sugli investitori, agendo come resistenza quando vengono raggiunti dal basso o come supporto quando l’indice crolla. Quindi siamo in allerta per una correzione in grado di portare il mercato vicino al proprio trend, cosa che sarebbe vista come un segnale positivo. Facendo eco al livello dell’S&P500 al di sopra del suo trend, il dato sul sentiment per le azioni US ha raggiunto livelli estremi di ottimismo secondo il sondaggio Ned Davis Research Crowd Sentiment. Le analisi del sondaggio suggeriscono la possibilità che si verifichi un andamento lievemente negativo nel prossimo mese, ma che è possibile che la performance poi migliori in un’ottica compresa tra 6 mesi e un anno. Non vediamo l’entrata in una zona di eccessivo ottimismo come un segnale di vendita, ma come un’indicazione di surriscaldamento del mercato, anche se in condizioni di tranquillità ritrovata, come l’andamento del TED spread sta a dimostrare. DOLLARO Il ritrovato attivismo della BCE dell’era-Draghi ha prodotto la rimozione della variabile rischio sistemico dall’equazione dei mercati, producendo un poderoso repricing della divisa europea contro le valute considerate “rifugio”. Gli investitori globali hanno gradualmente ritrovato la fiducia negli asset del vecchio continente, riportando flussi di capitali importanti. Che fare ora? Noi proponiamo di ricominciare a inserire Dollari nei portafogli, almeno fino a marzo. 16

Il primo motivo è di natura tecnica, l’area di 1,35 di cambio Euro – Dollaro rappresenta storicamente un baluardo degno di nota, che può provocare acquisti di valuta statunitense. Ci sono però ulteriori driver a sostegno di questa view e sono legati al timing, alla politica e infine alla struttura del contesto macro in cui ci troviamo. In primis, l’arco temporale che va dalla metà alla fine di gennaio rappresenta un possibile momento di pausa del forte trend di repricing degli asset legati al contesto europeo. Esistono poi variabili di natura politica sia interni all’Eurozona, sia legati al dibattito sul debito americano. La Germania e più in generale i cosiddetti “paesi creditori” valuteranno quale quadro politico emergerà dalle elezioni di febbraio: l’Europa chiede continuità e stabilità per continuare a credere nell’Italia sostenendone il debito e facendo così che il percorso verso una più reale ed effettiva unificazione prosegua senza scossoni. In America sembra che il dibattito sul tetto del debito possa essere rinviato all’estate, tuttavia eventuali segnali di incertezza su questo fronte potrebbero generare instabilità e di conseguenza provocare flussi in uscita da tutto ciò che è “risk on” con un possibile approdo verso gli asset risk – off, Dollaro su tutti. Dal punto di vista macro il consensus è unanime nel prevedere che il cambio Euro – Dollaro sarà molto più basso da qui a dodici / diciotto mesi; le maggiori case di investimento vedono l’Euro almeno a 1,20 contro Dollaro, se non verso 1,10 nell’ottica temporale indicata, in virtù di un differenziale di crescita che comincia a essere importante, grazie ad un contesto macro in pieno risveglio dall’altra parte dell’Oceano mentre in Europa soltanto verso fine 2013 potremmo vedere i primi segnali di ripresa prodotti dal ritrovato attivismo della Bce. In sintesi l’assunto di base è che una volta archiviato il discorso – repricing, si tornerà a guardare ai fondamentali e alla crescita. BOND Esistono ancora spazi di repricing sul fronte obbligazionario, tuttavia ora più che mai dopo un movimento rialzista così forte bisogna essere selettivi e valutare ritorno e flusso cedolare garantiti dai vari tipi di strumento al netto del rischio che si deve correre per mantenerlo in portafoglio. Sul fronte - bond di qualità il rendimento dei corporate investment grade presenti nei portafogli istituzionali è ormai davvero poco NOI - FEBBRAIO 2013


OUTLOOK MERCATI

attraente, specie se rapportato al rischio – duration da sopportare. Gli investitori stanno setacciando le varie asset class del mondo bond alla ricerca di quel rendimento che il debito di qualità alta e medio/alta non offre da tempo, garantendo viceversa un grado di security che gli asset manager non stanno più valutando utile. Dove è possibile trovare rendimento senza pregiudicare la qualità del portafoglio? Nel primo semestre ci sarà forse qualche spazio sui governativi italiani di lungo, sui senior financials e sul segmento subordinato. Il settore high yield può offrire un discreto rapporto qualità / rendimento atteso fino alla singola B, mentre se vogliamo estendere lo sguardo in chiave più globale meritano attenzione il debito emergente in particolare local currency per svincolarsi dal Treasury e il debito di frontiera. Tutte queste classi potrebbero fare bene, al netto di un possibile pull back di assestamento nel mese di febbraio (febbraio/marzo, come la Borsa?). Più in generale, il 2013 del mondo obbligazionario verrà influenzato da alcuni driver macro importanti, in primis il possibile ritorno dell’appetito al rischio sulle classi più volatili, con flussi di capitali in uscita dal mondo “secure” verso l’ambito growth e più rischioso, ma anche sui bond meno qualitativi. L’altro aspetto da monitorare sarà la crescita e quindi la possibilità che i tassi comincino a muoversi prima del previsto, influenzando ulteriormente in senso negativo il mondo dei bond meno rischiosi. Parallelamente a ciò, il mondo finanziario potrebbe non essere ancora pronto per vedere una migrazione stabile e decisa da parte degli investitori verso le classi più rischiose. Aspettiamoci pertanto un ritorno positivo dalla classe obbligazionaria di qualità media e medio / bassa, dimenticando i ritorni in conto capitale degli ultimi tempi. Sul debito di qualità la duration va tenuta bassa, la view di medio termine sui tassi tedeschi è in crescita, di conseguenza tutto il segmento di qualità Bund – related potrà essere impattato in senso negativo.

Conclusioni: risk on sull’anno, prudenza sul mese Il bellissimo scatto delle Borse a gennaio ha confermato le nostre previsioni. Tuttavia il rischio di un eccesso comincia a manifestarsi. La FED è ancora molto favorevole ad espandere il suo bilancio e inietta 85 miliardi di dollari al mese nel sistema con il QE3, il trend delle Borse è ben rialzista, il Citisurprise invece almeno in USA ha dato un segnale di vendita. Europa e Italia restano orientati ancora al rialzo, ma una pausa di assestamento è sempre più probabile. Nulla che ci faccia pensare ad altro che ad una possibilità per rientrare a prezzi migliori, ma anche un invito alla cautela, perché sappiamo quanto sia doloroso restituire al mercato, in una fase di storno, parte della performance accumulata nei primi giorni del nuovo anno. Un febbraio in tono minore e magari anche un marzo debole, potrebbero bastare per ridare la carica al mercato, ridare al sentiment quel tono d’incertezza che è necessario perché il rialzo continui. Essere positivi, comunque, non vuol dire rinunciare ad un atteggiamento tattico. SPX sta a pochi punti dal suo massimo storico, il trend incerto che si è stabilito sul mercato dal 2000 non è ancora finito e già due volte il mercato arrivato a questi livelli ha ritracciato pesantemente (massimi del 2000 e del 2007). Tutto questo va tenuto ben presente e, anche se uno slancio sopra i vecchi massimi ci pare tecnicamente probabile, non ci sembra che ci siano le condizioni fondamentali perché nasca qui un nuovo bull market strategico. Immaginare che il 2013 possa essere l’anno di un massimo importante, vuol dire essere tatticamente contenti di stare al rialzo, o di tornarci su uno storno a febbraio/marzo. Però vuol dire le che le Borse negli anni che seguiranno non supereranno facilmente i massimi del 2013, proprio perché non è facile immaginare che l’economia, ripartendo alla grande, sappia sostenere con la sua crescita reale una finanza che salga verso nuovi massimi.

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TERRITORIO

Vent’anni fa la fine di Zu’Totò. A Borgomanero. 15 Gennaio 1993: dopo oltre due decenni di latitanza, a Palermo, viene arrestato Totò Riina, il capo dei capi della mafia, la primula rossa, il numero uno di Cosa Nostra. Si è detto, scritto e trasmesso tantissimo sull’argomento, soprattutto sulla mattanza che il clan dei Corleonesi, giunto al vertice della cupola mafiosa, mise in atto durante la sua feroce e folle guerra allo Stato. Di tutto questo, oramai, sappiamo che Salvatore Riina ne fu l’artefice e il boss indiscusso. Ma ancora oggi, dietro il clamore che accompagnò la sua cattura ad opera del “Capitano Ultimo”, si cela un grave alone di mistero: fu tradito? Si fece catturare? Perché il covo palermitano della Belva (così fu denominata l’operazione dei carabinieri) non venne perquisito dagli inquirenti, ma ripulito e sigillato dai suoi amici corleonesi, capeggiati da Bernardo Provenzano? Domande che attendono ancora una risposta, così come il grave ed inquietante interrogativo sulla trattativa che intercorse tra lo Stato e la mafia, di cui (forse) proprio la cattura di Riina 18

rappresentava una delle merci di scambio. Quel che è certo è che l’imput che portò all’arresto del boss dei boss, partì molto lontano dalla Sicilia, proprio dalla provincia di Novara, da Borgomanero. Era il 2 Gennaio 1993, quando uomini della Digos che controllavano una delle palazzine a ridosso di Viale Marazza, fermarono un giovane siciliano, all’anagrafe Baldassarre Di Maggio, detto Balduccio, per detenzione abusiva di una pistola. Una tipologia di reato all’apparenza non particolarmente grave, nonostante la perquisizione dell’appartamento avesse portato al rinvenimento di numerose munizioni e di un grande quantitativo di denaro. Ma nulla lasciava presagire ciò che si sarebbe scoperto da lì a poco: Balduccio non era un ladro o un furfantello qualunque, bensì l’efferato autore di una ventina di omicidi, appartenente alla famiglia di San Giuseppe Jato, un soldato di Totò Riina, il suo ex autista. Di Maggio, fuggito dalla Sicilia in Canada, al rientro in Italia, riparò a

Borgomanero, in attesa di espatriare di nuovo. Era spaventato Balduccio, sentiva puzza di bruciato intorno a lui, aveva capito che l’avrebbero fatto fuori, che si trovava nell’elenco di ex uomini d’onore da eliminare. Fu probabilmente questa paura, in seguito all’arresto, a spingerlo come si suol dire in gergo “a cantare”. Poiché nessuno, all’inizio, sospettò la sua vera identità, venne trattato come un delinquente comune e rinchiuso nel carcere di Novara insieme ad altri detenuti. Il suo nome però non sfuggì all’attenzione del comandante della Legione dei Carabinieri del Piemonte, il generale Francesco Delfino, che aveva precedentemente guidato un’operazione di ricerca di Riina in una villa in località della Ginestra, nei pressi di San Giuseppe Jato, vicino a Palermo. Quella villa apparteneva proprio a Baldassare Di Maggio, e fu così che questo nome significò qualcosa alla mente del generale: che ci faceva Balduccio a Borgomanero? Perché si trovava così lontano dalla SiciNOI - FEBBRAIO 2013


lia? Avvenne quindi l’incontro tra i due, durante il quale, Di Maggio iniziò parlare. Un racconto senza soste, da cui Delfino capì non solo l’importanza del pentimento di Balduccio, ma soprattutto la possibilità di usarlo come una pedina fondamentale nella caccia senza quartiere al capo dei capi. Il racconto di Di Maggio, infarcito di molti particolari, chiarì il motivo della sua fuga e le origini delle sue paure: è fuggito per una donna, per la quale aveva abbandonato moglie e figli. Un delitto infamante nella mentalità mafiosa, che non ammette scappatelle, lesive dell’onore e della dignità all’interno della famiglia. A dirimere la questione e a sancire il ricongiungimento con la legittima moglie e i figli, intervenne addirittura il capo mandamento di San Giuseppe Jato, quel Giovanni Brusca che ebbe un ruolo centrale nella strage di Capaci. Al quale però Balduccio non diede retta, pur sapendo bene che un simile rifiuto gli sarebbe costato caro. Da lì la prima fuga in Canada nel NOI - FEBBRAIO 2013

1991, il rientro in Italia, a Borgomanero, e la cattura. Dopo essere finito in carcere, Balduccio capì di non poter più fuggire, dalla legge e dalla mafia. La sua “cantata” è di quelle che hanno fatto storia. Per parecchio tempo è stato autista di Riina. Non sapeva di preciso dove si potesse trovare il suo nascondiglio, ma conosceva alla perfezione tutti i particolari di decenni di attività mafiosa, le zone in cui bazzicava il boss a Palermo, e soprattutto gli uomini di fiducia di cui si circondava. «Controllate queste zone e seguite questi uomini - confidò al generale Delfino - ma soprattutto seguite Salvatore Biondino, lui vi porterà da Riina». Non sbagliò previsioni. La mattina del 15 Gennaio 1993, Totò Riina venne intercettato e arrestato dal blitz guidato dal Capitano Ultimo. Nel libro La verità di un generale scomodo, lo stesso Delfino racconta gli eventi che seguirono a breve distanza l’arresto di Di Maggio: “All’indomani mattina provvedetti a diramare con estrema prudenza la

notizia dell’arresto di Balduccio alle agenzie di stampa, senza darle troppa importanza per non destare allarme sulla carcerazione del mafioso. Non si doveva sapere che stava collaborando”. E in effetti i giornali locali diedero uno spazio limitatissimo alla notizia, che non arrivò nemmeno alla ribalta nazionale. A distanza di vent’anni esatti, sappiamo però che fu proprio la testimonianza di Baldassarre Di Maggio a fornire ai carabinieri le indicazioni decisive per la cattura di Totò Riina. Balduccio andò avanti a collaborare ancora per molto tempo, e tra le rivelazioni più clamorose rilasciate, resta di sicuro il racconto del presunto “bacio in segno di rispetto” da parte del capo dei capi al sette volte presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. Ma di certo, in questo caso, non sapremo mai veramente come andarono le cose. Matteo Trucco

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TERRITORIO

Inaugurato il nuovo museo antonelliano a Novara

N

on poteva esserci occasione migliore per festeggiare il santo patrono di Novara. Le celebrazioni di San Gaudenzio hanno coinciso con l’apertura del nuovo museo della Cupola nella Sala del Compasso, all’interno della basilica. Senza alcun dubbio l’evento culturale più atteso, che arriva al termine di cinque anni dall’inizio dei lavori. L’inaugurazione ufficiale dello spazio dedicato all’architetto della cupola è avvenuta domenica 26 Gennaio, preceduta il 21 dall’apertura dello Scurolo. Grande soddisfazione trapela ancora dalle parole del presidente della Fabbrica Lapidea della basilica di San Gaudenzio, Raul Capra: «I novaresi potranno finalmente vedere gli ambienti suggestivi che raccontano la genialità di Alessandro Antonelli. Entrando nella sala del Compasso e negli altri comparti del museo, risulterà ancor più evidente il contrasto tra l‘antico e il moderno. La cupola neoclassica è in realtà una sorta di Torre Eiffel, NOI - FEBBRAIO 2013

poiché nasconde delle strutture modernissime che contrastano con il sottotetto antico». Oltre alla visite alla Sala del Compasso, gestite in collaborazione con l’Azienda Turistica Locale di Novara, per l’occasione sono stati organizzati due weekend di salite guidate alla Cupola della basilica gaudenziana, nonostante non siano ancora interamente stati collocati nel museo i reperti che andranno ad illustrare l’epoca della costruzione del monumento simbolo della città. «I dettagli relativi alla destinazione degli spazi e dell’allestimento sono ancora da definire - afferma Capra - ma ora che la sistemazione degli ambienti è stata completata, il museo, che fino allo scorso anno era un’opera sospesa senza un termine per la data di consegna, è divenuto realtà». Il 2013 passerà alla storia della città come l’anno che ha visto l’inaugurazione del museo dedicato ad uno dei figli più illustri della terra novarese, quell’Alessandro Antonelli che, con la costruzione dell’ancor più nota Mole di

Torino, impresse un segno indelebile nell’arte dell’intero Paese, da poco riunificatosi sotto l’egida del regno sabaudo. Tuttavia i membri della Fabbrica Lapidea sono già all’opera per organizzare nuove iniziative che riguardano il complesso basilicale, attraverso la realizzazione di mostre, la pubblicazione di saggi e nuovi studi incentrati sulla promozione della conoscenza della storia del monumento. A tal proposito, è già stata approntata l’edizione, in collaborazione con Interlinea, di una raccolta di saggi dedicati alla Cupola di San Gaudenzio, con contributi di importanti storici e ricercatori, presentata il 22 Gennaio. C’è grande attesa, infine, anche per l’uscita di un’ulteriore pubblicazione, di grande interesse, per ricercatori e studiosi: la vita di San Gaudenzio nei codici carolingi, ad opera della paleografa Simona Gavinelli. Il primo volume di una collana dedicata al santo patrono novarese. Matteo Trucco 21


L'INTERVISTA

I sessant’anni di don Ugo Bamberga a Maggiate Superiore Le celebrazioni per i sessant’anni di opera pastorale del parroco, presente a Maggiate dal Gennaio 1953.

È

clima di grande festa a Maggiate Superiore, frazione di Gattico. Festa per una persona che da oltre mezzo secolo continua a vegliare con amorevole attenzione su questa piccola comunità. Lo scorso 11 Gennaio si sono aperte ufficialmente le celebrazioni per i sessant’anni di opera pastorale del parroco, don Ugo Bamberga, nativo di Invorio, e presente a Maggiate appunto dal Gennaio 1953. È impossibile quantificare in poche parole quanto grande sia stata (e continua ad essere) l’importanza dell’opera di don Ugo per la comunità maggiatese: dalla scuola materna, ai campi scuola estivi, dall’incessante lavoro di formazione, rivolto soprattutto ai giovani, alla continua, discreta ed amorevole attenzione che da sempre rivolge al suo gregge. Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscerlo sin dalla tenerissima età, e può confermare quanto bene questo parroco “d’altri tempi” abbia fatto. Un uomo che davvero ha reso con la propria vita preziosa testimo-

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nianza di una vocazione totale al credo che abbracciò fin da giovanissimo, soprattutto verso la Vergine Maria. Alla quale, parafrasando il Beato Papa Giovanni Paolo II, si è dedicato totalmente, totus tuus. Ecco il suo pensiero e le sue parole nell’intervista realizzata per i lettori di NOI nel bel mezzo delle celebrazioni per questi bellissimi sessant’anni, culminate nella messa officiata dal Vescovo di Novara, Mons. Brambilla. Auguri don Ugo! Sessant’anni a Maggiate Superiore, una vita intera dedicata a questa comunità. Quali sono le sue emozioni e sensazioni? Sono emozioni e bellissime sensazioni legate a tutto l’impegno sacerdotale che ho profuso fin dal mio ingresso a Maggiate nel 1953 e prima ancora ad Invorio, dove officiai dal 1945. Con l’aiuto di Dio che mi ha sempre sostenuto, ho cercato di trasmettere a tutti, ai giovani, alle famiglie, agli anziani, ai malati, ad ogni persona, un messaggio sempli-

ce ma di fondamentale importanza: Gesù è sempre presente, è accanto a tutti noi. Le mie emozioni più profonde derivano proprio dalla gioiosa reazione che, nel mio animo e nel mio cuore, hanno provocato Gesù e Maria Santissima. Ogniqualvolta io reciti il rosario, mi confido con lei, la nostra mamma celeste, colei che ci ha donato il Figlio di Dio. Sono da sempre profondamente innamorato di Dio, che si è fatto Uomo, ed è giunto in mezzo a noi. Questo è sempre stato lo scopo, il fine ultimo, della mia opera di testimonianza e di fede. Si immaginava la vita come l’ha vissuta? Sì, la prevedevo così. Non pensavo potesse essere diversa, fin dai tempi del Seminario, proprio grazie all’incontro con Gesù, che ha illuminato la mia esistenza, in un crescendo continuo nel mio rapporto con lui. Sono entrato in questa comunità, piccola e bella, con sommo entusiasmo, perché sapevo che altrove, magari in un centro più grande, NOI - FEBBRAIO 2013


L'INTERVISTA

non avrei potuto fare il “pastore” come avrei voluto. Solo a Maggiate ho potuto esternare pienamente il mio intimo più profondo, nella meravigliosa missione pastorale alla quale mi sono dedicato dall’inizio. Già da allora, ho sentito fortemente il desiderio e il bisogno di accogliere le persone, soprattutto i ragazzi, di fare scuola, aiutando e preparando agli studi in particolare coloro che volevano entrare in Seminario. A Maggiate ho potuto perseguire questa missione di cura e di educazione delle persone. Un’educazione umana e religiosa, basata su un concetto semplicissimo: se io non aiuto l’uomo, non posso incontrare Cristo. Lei ha sempre fatto moltissimo per Maggiate. A quale opera è rimasto maggiormente affezionato? Senza dubbio al fatto di essere riuscito ad aiutare tante persone e congregazioni nel loro cammino formativo, anche quando fui incaricato di seguire ed eseguire gli esercizi spirituali nella diocesi di Novara. Insieme a mia mamma e a mia cognata, il cui aiuto all’inizio è stato fondamentale, mi hanno affiancato nel mio cammino le suore minime che si sono stabilite qui a Maggiate. Sono devote a Santa Clelia, alla quale è dedicata la nostra scuola materna, fondata nel 1969. Nel corso degli anni, lo stato d’animo è sempre stato lo stesso, in qualsiasi situazione. Ho sempre gioito pienamente di ogni cosa bella mi sia capitata nella mia vita. NOI - FEBBRAIO 2013

Crede che ci sia ancora spazio per una fede pura ed autentica come Lei ha sempre professato ed insegnato? Assolutamente sì! E questo è stato il messaggio che ho voluto trasmettere a tutta la comunità maggiatese e anche a chi veniva da fuori. Sia per chi crede che per chi si professa ateo, lo stato d’animo è lo stesso: Gesù è sempre attualissimo. In certi casi occorre semplicemente togliere un

po’d’incrostazione dal cuore delle persone, per le quali, in ogni caso, la presenza di Dio è fondamentale. E a tal proposito, ricordo con gioia che tantissimi giovani, nonostante abbiano scelto di non abbracciare la fede cristiana, mi hanno manifestato nel corso degli anni un grande affetto, esortandomi a compiere, allorché è stato necessario, un attento e scrupoloso esame di coscienza: il

mio dovere è di portare Gesù, non me stesso, al cuore della gente. Quali sono le persone più importanti che l’hanno accompagnata in questi sessant’anni? Il mio ricordo risale fino ai tempi degli anni in Seminario, a Padre Franzi, eminente esperto di teologia mariana, che esercitò su di me un’influenza fortissima nella mia devozione alla Madonna. Ebbi un bellissimo rapporto con Mons. Ossola, mio ordinatore sacerdotale e missionario in Africa. Poi tutti i miei superiori che mi hanno sempre sostenuto ed aiutato. E ovviamente ogni persona che ho incontrato in questi lunghi anni a Maggiate. Si aspettava una così grande manifestazione d’affetto? Sapevo che tanti aspettavano questo momento per fare festa. Ma questa gioia non deve essere attribuita a me, ma a Gesù. Serve coraggio, al giorno d’oggi, per amarlo apertamente, ma se si dimora in Lui, vivere diventa un’esperienza straordinaria e feconda. Quale messaggio vuole lasciare ai nostri lettori? Un messaggio di speranza e di pace: fidatevi del Signore! Non abbiate paura di Lui o di credere in Lui. Ha vinto il mondo e l’ha salvato. Grazie di tutto don Ugo. Buone feste! Matteo Trucco 23


SALUTE

CAP: ad ARONA il primo in Piemonte Parte da Arona il nuovo Centro di Assistenza Primaria

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allo scorso dicembre si è avviato ad Arona il Centro di Assistenza Primaria (CAP), approvato dalla Regione Piemonte con determinazione n. 638 del 18/09/2012. Al nuovo servizio, collocato al piano terra del Presidio sanitario di Via S. Carlo 11 (ex Ospedale), possono rivolgersi, negli orari in cui il proprio medico non è presente nel suo ambulatorio, tutti i cittadini dell’ambito territoriale dell'ASL di Novara, residenti e non. Il CAP è aperto all’utenza per 7 giorni settimanali su 7 nelle seguenti fasce orarie: • dal lunedì al venerdì continuativamente durante l’arco della giornata dalle ore 8 alle ore 20, con la presenza del Medico di Medicina Generale; • il Sabato dalle ore 14 alle 20, con la presenza del Medico di Medicina generale e del Pediatra di Libera scelta

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• la Domenica e festivi dalle ore 14 alle 20, con la presenza del Medico di Medicina Generale. Al CAP trova risposta la maggior parte dei problemi di salute che possono essere risolti a livello ambulatoriale, sia attraverso la classica “medicina d’attesa” (disegnata sulle malattie acute) sia attraverso un nuovo modello di “medicina di iniziativa” dedicata a gestire le patologie croniche (diabete, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva…), garantendo al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio.

lunedì mattina, oltre che con i servizi di diagnosi e cura (Radiologia; Centro prelievi) e gli ambulatori specialistici ospedalieri e territoriali attivi sul Presidio e sulla vicina sede distrettuale. L’apertura del CAP si pone in linea con le recenti direttive del PSSR 2012-2015 che vedono, fra i propri obiettivi, la realizzazione di strutture e servizi sanitari che siano in grado di declinare nella pratica le linee di indirizzo sulle Cure Primarie, realizzando un’integrazione organizzativa finalizzata ad assicurare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, nonché tra le strutture del territorio.

L’attività del CAP è integrata con quella del Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), presente nel presidio sanitario nei giorni infrasettimanali: dalle ore 20.00 alle ore 8.00; il sabato: dalle ore 10.00 alle ore 8.00 di domenica; domenica: dalle 8.00 alle 8.00 di

Il presidente della Regione Roberto Cota ha spiegato: «I CAP sono uno dei punti qualificanti della riforma sanitaria. Da un lato c’è la riorganizzazione ed il miglioramento dell’efficienza dei numerosi presidi del Piemonte, secondo il principio di intensità e cura delNOI - FEBBRAIO 2013


SALUTE salute

la rete, dall’altra puntiamo ad un ortodontiche è stata introdotta la tecnica potenziamento della sanità sul terdenominata INVISALIGN®: svilupparitorio cioèUniti ad eundarilancio ta neglieStati qualche della anno funzione e del lavoro dei medici approdata in Europa con una diffusione pediatri famiglia. Per questo notevole: e è ladirisposta più efficace a chi abbiamo ai CAP a cui il cerca un pensato trattamento ortodontico invisibile ed efficace. cittadino potrà fare riferimento per La tecnica ideata da due ingegneri più ore al giorno».

texani consiste nello sviluppo delle bocca del paziente con Ilimpronte CAP didella Arona è un presidio amuna tac tridimensionale, la simulazione bulatoriale distrettuale integrato dello spostamento dei denti nel corregdove i professionisti di gere la malocclusione(medico attraverso medicina generale, pediatra di libesofisticati sistemi cad cam e quindi la ra scelta, medico di continuità produzione di mascherine seriateassiin materiale vari trasparente, chiamate allistenziale, specialisti) svolgono neatori, che sostituite ogni due insieme le vengono loro attività collegati in settimane. Questo permette un controllo rete locale e aziendale. Si svolgono dell'avanzamento della terapia eanalisi delle visite anche specialistiche,

diagnostiche di primo livello, preulteriori modifiche in “corso d'opera”. stazioni infermieristiche. Il medico ortodontista, certificato ÈINVISALIGN®, situato in sedeprofondo distrettuale, circa conoscitore 10 Km. da ospedale Cardine (Bordella metodica, con l'ausilio di radiogragomanero), zona ad alta densità fie, fotografie,inmodelli e fotografie della bocca del(turistica), paziente, dopo abitativa vicinoaver ad fatto una diagnosi e aver quindi capito qual è la postazione del 118. causa della malocclusione predispone la Per l’assessore Paolo Monferino: terapia. «Il CAP darà risposta ai bisogni della gente. I presidi ospedalieri Di fondamentale aiuto in questo di Arona e Borgomanero distano caso, è il software ClinCheck® un propochi l’uno dall’altro. grammachilometri di trattamento virtuale 3D, in Ad Arona sarà mantenuto l’amgrado di simulare le fasi di riallineamenbulatorio di oculistica, un reparto to allineatore dopo allineatore. La fase che è progressivamente cresciuto di progettazione, la più delicata in ogni metodica ha quindi con la tecnica ed ha raggiunto l’eccellenza e che INVISALIGN® un ulteriorelecontrollo. continuerà a garantire attività Approvata la simulazione vengono apche necessitano di ricovero ordina-

rio e day surgery presso il Presidio prontati gli allineatori. Ospedaliero di Borgomanero». Il paziente porterà gli allineatori 20 ore al giorno; questi sono di facile

Contestualmente all’apertura utilizzo, semplici da togliere e del da CAP il Puntosemplici di primodaIntervento posizionare, pulire e di Arona, attivo fino al 13 dicembre, disinfettare. Andranno rimossi solo duranti i pasti. è stato definitivamente chiuso: per l’attività di urgenza ed emergenza L ' e f f i c a c i a deve d e l rivolgersi t r a t t a m e n tal o la popolazione INVISALIGN® è scientificamente DEA/Pronto Soccorso dell’Ospeprovata da milioni di casi trattati in tutto dale di Borgomanero, Via Mons. il mondo e numerosi sono gli articoli Cavigioli o attivare il Servizio apparsi su7, riviste scientifiche che Emergenza Territoriale 118. testimoniano l'efficacia della metodica. Supportata dal successo è da pochi mesi apparsa sul mercato anche la forma INVISALIGN TEEN® destinata agli adolescenti.

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SALUTE

Il medico di famiglia? FUORI… Si sceglie online ...GIOCO È attivo il nuovo servizio della Regione Piemonte realizzato dal CSI, per una sanità sempre più vicina ai cittadini.

Si chiama Scelta Revoca Web e permette di scegliere o cambiare il proprio medico di medicina generale direttamente on line, dal portale dei servizi sanitari piemontesi “Ioscelgolasalute” (www.ioscelgolasalute.it), evitando di fare code agli sportelli. Per accedere al servizio è sufficiente essere in possesso delle credenziali di Sistema Piemonte (www.sistemapiemonte.it) o di una Tessera Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi già attiva. Il funzionamento è semplice: dopo avere effettuato l’accesso, si ottiene una lista dei medici disponibili nel proprio territorio di residenza o di domicilio. Per ogni medico è possibile visualizzare l’orario di ricevimento, l’indirizzo dell’ambulatorio, calcolare la distanza dalla propria abitazione e scegliere l’opzione preferita con un semplice click. Non solo: il servizio offre tutte le informazioni sui medici che operano nelle zone immediatamente confinanti con il proprio ambito territoriale, in modo da avere sottomano tutti i dati per richiedere direttamente all’ASL, questa volta in modo tradizionale, di essere assegnati a uno di loro per motivi specifici. Realizzato dalla Regione Piemonte, Assessorato alla Sanità, in collaborazione con il CSI Piemonte, il nuovo servizio interessa i Medici di Medicina Generale ed è ora disponibile in fase sperimentale 26

per tutti i cittadini che fanno riferimento alle Aziende Sanitarie di Alessandria e di Novara. Il sistema è stato realizzato dal CSI in modo da poter essere comunque applicato a tutte le ASL senza oneri di investimento e sarà quindi presto esteso ad altre zone del Piemonte. Il Servizio è stato progettato per essere accessibile anche con le nuove Tessere Sanitarie già in distribuzione. «Il cittadino può visualizzare rapidamente tutte le opzioni di medici disponibili nella zona - afferma Mauro Tinella, Coordinatore Distrettuale della ASL di Alessandria - e avere il quadro completo di ciò che può scegliere on line e di quello che richiede invece una procedura tradizionale». Aggiunge Arabella Fontana, dell’ASL di Novara «Nel nostro caso il servizio sarà subito messo alla prova: stanno andando in pensione alcuni medici di famiglia e quindi parecchi pazienti dovranno fare una nuova scelta». Stefano De Capitani, Direttore generale del CSI Piemonte, conclude «Abbiamo realizzato il servizio in modo che fosse integrato con AURA (Archivio Unico Regionale degli Assistiti) e con il Portale dei Medici di Medicina Generale. Perché crediamo che un sistema integrato sia alla base di una sanità regionale sempre più a misura di cittadino».

Al via l'iniziativa dell’ASL NO e del Kivanis Novara Monterosa” Anche per il 2013 l’ASL NO nell’ambito del progetto “Fuori… Gioco” organizza in collaborazione con la Fondazione Kivanis Novara Monterosa iniziative a carattere divulgativo, informativo e preventivo rivolte alla popolazione sul fenomeno sempre in crescita del gioco d’azzardo. Nella Primavera di quest’anno sarà previsto l’allestimento di un presidio in luoghi di maggior aggregazione, con funzione di centro di ascolto, per diffondere informazioni tramite operatori e materiali di comunicazione messi a punto per l’iniziativa. Saranno presenti nella postazione due operatori per contattare la popolazione offrendo loro gadget e depliants. Tale iniziativa si inserisce in un progetto di carattere regionale con ricaduta su tutto il territorio piemontese e con lo scopo di contrastare il fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Il Kivanis Club Monterosa Novara si è distinto nell’offerta di un certo numero di gadget: portachiavi al cui interno si legge il messaggio: ”Giocati questi numeri” con la trascrizione dei numeri telefonici di riferimento dell’Ambulatorio Gioco d’azzardo del Dipartimento Patologia delle Dipendenze dell’ASL di Novara. Info 0321 786617 – 786635.

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LASCIAMO CHE SIA IL SORRISO DEI NOSTRI OSPITI A PARLARVI DI NOI

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Il calore di un’atmosfera familiare e la certezza di assistenza medica e riabilitativa adeguata per anziani autosufficienti e non autosufficienti, anche per soggiorni temporanei. È questo che garantiamo ai tuoi cari: competenza, attenzione e ascolto costanti. Vieni a trovarci in una delle 15 residenze piemontesi convenzionate, è il modo migliore per comprendere come si vive da noi.

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SALUTE

Nelle foto il taglio del nastro con il Sindaco di Montanaro e Paolo Tassinari (AD Anni Azzurri) e altre istituzioni. A destra la direttrice della struttura, Monica Galfré. Nella pagina accanto la nuova struttura di Montanaro.

Residenze Anni Azzurri

inaugura la struttura per anziani "Montanaro". Montanaro (TO) - Presente in Italia con oltre 40 RSA (4.000 posti letto), distribuite tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche, Residenze Anni Azzurri ha inaugurato la nuova struttura "Montanaro" in provincia di Torino con l’obiettivo di ampliare la propria offerta di esperienza e competenza assistenziale e sanitaria unite alla tradizionale alta qualità alberghiera. Ospite della giornata d’inaugurazione il 21 dicembre scorso, anche il Sindaco di Montanaro, Marco Frola, che proprio in quella sede ha siglato, insieme all’Amministratore Delegato di Residenze Anni Azzurri, Paolo Tassinari, una speciale convenzione riserva28

ta a tutti i residenti di Montanaro: saranno riservati 30 posti letto a tariffa agevolata per i montanaresi che ne faranno richiesta. La Residenza Anni Azzurri Montanaro - autorizzata e accreditata per 120 posti letto per anziani può ospitare pazienti autosufficienti e non, e si trova a Montanaro (TO), in Strada Crosa 32.

ne di 4 camere singole e 8 doppie, tutte dotate di climatizzazione, bagno interno, letti automatizzati a tre snodi, tv, gas medicali e ogni genere di comfort. Ogni nucleo è inoltre dotato di un salotto e una sala pranzo, oltre alla postazione del personale, un bagno assistito e vari depositi per carrelli e materiale igienico.

Ha avviato la propria attività il 15 novembre scorso, e ad oggi accoglie già 56 ospiti. Immersa nel verde e ubicata in posizione comoda e vicina al centro abitato, è raggiungibile da Montanaro anche a piedi.

Si tratta di un moderno edificio disposto su due piani: al piano terreno sono ospitati due nuclei per pazienti autosufficienti, la cucina, la lavanderia/stireria, la mensa dei dipendenti, la palestra, il locale parrucchiere/podologo e gli ambulatori dei medici; al primo piano sono ospitati quattro nuclei per pazienti non autosufficienti, il locale culto, la sala at-

La nuova struttura sociosanitaria è articolata in 6 nuclei da 20 posti letto ciascuna. Ogni nucleo dispo-

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SALUTE

tività, l’ambulatorio del direttore sanitario. Una luminosa hall con reception all’ingresso ospita un locale bar a disposizione di ospiti e visitatori. La moderna tecnologia implementata vede la presenza di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria centralizzata, un impianto di riscaldamento a pavimento radiante, funzionante anche a bassa temperatura, un impianto di raffrescamento delle parti comuni, un impianto fotovoltaico. Completano l’offerta, la dotazione di un ampio parcheggio attiguo alla struttura e un bellissimo giardino arredato e attrezzato per ospitare i pazienti e i familiari in visita. Il personale occupato in struttura è composto da: direttore di struttura, direttore sanitario, medici di base, caposala, personale infermieristico, personale di assistenza oss e coordinatore, personale addetto ai servizi generali e di cucina, fisioterapisti, psicologo,

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personale addetto al front office. Come avviene in tutte le Residenze Anni Azzurri, anche la nuova Residenza ‘Montanaro’ garantirà un lavoro di assistenza e cura svolto da un’equipe multiprofessionale, altamente qualificata e costantemente aggiornata, che opera sempre sulla base di un Piano di Assistenza Individualizzato, elaborato anche in collaborazione con i familiari, sempre flessibile e adattabile a variazioni del contesto, differenti da caso a caso. La retta, differenziata per tipologia di camera e per grado di autosufficienza dell'ospite, comprende vitto, alloggio, assistenza tutelare, infermieristica e sanitaria, servizio di animazione e riabilitazione. Paolo Tassinari, Amministratore Delegato di Residenze Anni Azzurri, commenta: «Anche nella struttura Montanaro, come in tutte le Residenze Anni Azzurri,

l’ospite vive al centro di un’attenzione costante: nelle attività quotidiane e nelle esigenze mediche e riabilitative, fino al benessere psicologico e relazionale. Lavoriamo per fare in modo che le giornate dei nostri ospiti siano piene, vivaci e ricche di appuntamenti interessanti che coinvolgano direttamente anche i familiari. L’obiettivo - continua Tassinari - è quello di offrire agli ospiti della Residenza il servizio e l’accoglienza ottimali, con il supporto di personale qualificato, in un ambiente accogliente e familiare, nonché quello di trasformare la struttura in un vero e proprio punto d’incontro e scambio aperto all’intero territorio». Per qualsiasi richiesta di informazioni sulla Residenza Anni Azzurri ‘Montanaro’ e i servizi erogati, oltre che sulle iniziative organizzate dalla struttura e aperte al territorio, è possibile chiamare il numero di telefono 011 91 93 656 o consultare il sito www.anniazzurri.it

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Nel caso di discromie sulle superfici dentarie, morfologie inadeguate e m dentale le faccette protesiche rappresentano la soluzione ottimale. Sono costituite da sottili gusci di ceramica estetica che vengono applicati su ove necessaria, una modestissima preparazione e riduzione della stessa. Le faccette vengono approntate nel laboratorio odontotecnico sulla base di un’im sugli elementi dentari preparati in bocca al paziente. Le faccette cementate dentaria oltre che assolvere pienamente alle evidenti necessità estetiche ne rinf

Dir. Sanitario - Dott.ssa Emanuela Bianca

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PSICOLOGIA

Il "self help strategico"

Come costruire autonomamente autoinganni terapeutici «Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero». Giulio Cesare di Chiara Ratto Psicologa e Psicoterapeuta

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ino ad oggi abbiamo affrontato temi riguardanti il coaching e la soluzione di problemi di varia natura in ambito organizzativo e manageriale. Ciò che spero sia apparso chiaro dai miei precedenti articoli, è come ognuno di noi possa concretamente contribuire a costruire i propri problemi e come, mediante l’intervento di un esperto, sia possibile risolverli in tempi molto rapidi. Ora vorrei farvi comprendere come, se gli esseri umani possono avere la capacità in un senso,

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possano esercitarla anche in un senso opposto, ovvero non solo nel mantenimento di situazioni problematiche, ma anche nella creazione di circostanze terapeutiche, orientando la propria realtà in direzioni funzionali e positive. Fino ad ora quindi, abbiamo focalizzato l’attenzione soprattutto sul «come» aiutare dirigenti e manager a venire fuori da alcune trappole mentali. Da ora in avanti, tratterò del «come» evitare di costruirsi tali trappole, oppure del «come» evitare di buttarcisi dentro, una volta che non abbiamo

potuto evitare di costruirle. Infine, di come riuscire ad uscire da soli da alcune di queste, non troppo profonde. Questo è ciò che in Terapia Breve Strategica viene definito autoinganno terapeutico, ovvero l’abilità di un soggetto di costruirsi visioni della realtà che lo conducano a cambiare le sue disposizioni e le reazioni disfunzionali. È bene chiarire fin da subito che ciò che verrà esposto può essere idoneo solo quando il problema costruito non sia giunto ad una tale complicatezza e rigidità di persistenza da richiedere l’aiuto di uno specialiNOI - FEBBRAIO 2013


PSICOLOGIA

sta, che si tratti di un coach o di uno psicoterapeuta. Esler, agli inizi degli anni ottanta, definiva l’autoinganno una sorta di irrazionalità immotivata, basata sulla naturale inclinazione di ogni essere umano a modificare la realtà per farla calzare con le proprie aspirazioni. Questa prospettiva apre effettivamente la porta ad un universo enorme di possibilità nell’utilizzo della logica dell’autoinganno nella direzione del produrre cambiamenti strategici. Ad esempio, introducendo nel nostro comportamento l’autoinganno dell’agire «come se» una realtà fosse quella desiderata, applicando l’antico stratagemma cinese del «creare dal nulla», si potrebbe mettere in moto un processo attraverso il quale sarà possibile giungere a vedere letteralmente le cose come abbiamo scelto di vederle sulla base dei nostri desideri. A questo proposito, Blaise Pascal (1962) utilizzava già argomenti psicologici allo scopo di riportare alla fede cristiana gli esseri umani

traviati dalle passioni e dai piaceri del mondo e, nella sua famosa scommessa, metteva ogni singolo individuo, che si trovasse nel dubbio tra il credere e il non credere in Dio, ad effettuare la scelta più vantaggiosa, proponendo una ristrutturazione paragonabile al lancio di una palla di neve che, iniziando a rotolare, diventa sempre più grande sino a divenire un’inarrestabile valanga. Come sosteneva l’autore infatti, nessuno si trattiene dal fare una scommessa quando sa che ciò che può perdere è infinitamente più piccolo di ciò che può vincere: se uno dunque crede e Dio non c’è, non perde nulla, ma se uno ha fede e Dio esiste, ottiene l’infinito. A chi non converrebbe allora tentare di credere in vista dell’enorme vantaggio che deriverebbe dalla vittoria? Pascal pertanto, proponeva a coloro che sceglievano di credere di iniziare a comportarsi «come se» già ci credessero attraverso queste parole: «andate in chiesa, inginocchiatevi, pregate, onorate i sacramenti, comportatevi come se voi

credeste. La fede non tarderà ad arrivare». Gli esseri umani dunque, possiedono la capacità di costruirsi realtà virtuali effettive mediante i loro processi di pensiero e di immaginazione, che possono avere l’effetto concreto di condurre a nuove disposizioni percettive e a conseguenti nuove modalità reattive. Esistono comunque molti gradi di difficoltà ed è evidente che quando il livello di disagio è elevato, l’autoguarigione potrebbe essere decisamente improbabile. Ma quando il livello di problematicità non è diventato troppo invalidante, il ricorso a strategie di autoinganno terapeutico, se funziona, può permettere alla persona di guadagnare in autostima e senso di competenza personale. Nei prossimi articoli vedremo, quindi, alcuni suggerimenti ed alcune indicazioni che derivano dall’applicazione del modello di problem solving strategico a procedimenti di self-help. Chiara Ratto

Dr. Marco Metti D.O.

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Nuova Maserati Quattroporte: la berlina pi첫 veloce al mondo.


MOTORI

È

più lunga di 16 centimetri e mai nella quasi centenaria storia del marchio del Tridente le dimensioni della carrozzeria sono state così importanti. Con la nuova ammiraglia la casa modenese intraprende un’altro percorso di crescita, ampliando la gamma con modelli completamente nuovi. La Quattroporte apre dunque la strada a due prodotti che faranno parlare di sè: la Maserati Ghibli e la Maserati Levante, versione definitiva di un crossover ultra performante. Ma torniamo alla nuova Quattroporte, con l’inedito motore 3.8 V8 biturbo a iniezione diretta da 530 CV che saprà regalare al pilota emozioni da sportiva, con più prestazioni, più spazio e più comfort della versone precedente. La linea è molto riuscita nel frontale grazie ai fari spigolosi, alla calandra decisamente bassa e al lungo cofano, e molto massiccia nella vista laterale e posteriore. Lo spazio per i passeggeri posteriori e nel bagagliaio (capacità massima di 530 litri) è in linea con le versioni a passo lungo di modelli come Audi A8, BMW Serie 7, Jaguar XJ, Mercedes Classe S ed è abbinato ad un mix di comfort e sportività che diventa il parametro di scelta tra le rivali d’elezione della Maserati: Aston Martin Rapide, Bentley Continental Flying Spur e Porsche Panamera. L’abitacolo della Quattroporte ha un design molto pulito, con pochi tasti secondari, con un’alta qualità dei materiali. Guidandola non si percepiscono gli ingombri, co-

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MOTORI

munque importanti: lunghezza 5,26 mt., larghezza 1,95 mt., altezza 1,48 mt., passo 3,17 mt. È il risultato di un grande lavoro di ricerca fatto dagli ingegneri modenesi: la scocca è per il 35% in alluminio e pesa circa 100 kg in meno rispetto al modello uscente (1.900 kg) e su strada questo si traduce nella limitata inerzia con cui avvengono gli inserimenti in curva o le correzioni dello sterzo. Il comando non adotta la servoassistenza elettrica come altre supercar e resta idraulico, riducendo inoltre il rapporto di asservimento per una guida più diretta. Il cambio automatico ZF a 8 rapporti sa essere morbido e confortevole nella modalità I.C.E. (Increased Control and Efficiency), fino a garantire passaggi marcia da 0,15 secondi in posizione Sport, quando l’elettronica velocizza anche la risposta dell’acceleratore e apre le valvole dell’impianto di scarico. A quel punto il sound del nuovo motore, sviluppato da Maserati e Ferrari e costruito negli stabilimenti del Cavallino a Maranello, diventa il protagonista, accompagnato da una spinta inesauribile che porta in un attimo a voler cambiare marcia con i paddle al volante, tutti in alluminio. Se il fondo è viscido o sconnesso si possono commutare le sospensioni elettroniche Skyhook nella taratura Soft, indipendentemente dalla mappatura scelta per la trasmissione. E oltre al comfort ne guadagna il grip, che esalta la motricità della trazione posteriore. Con 307 km/h di velocità massima, la nuova Quattroporte è la berlina prodotta in serie più veloce del mon-

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Pelle a profusione, ergonomia ed eleganza nell'interno della nuova Maserati Quattroporte

SCHEDA TECNICA Motore Twin Turbo 3.8 a 8 cilindri disposti a V di 90Ëš - 3798 cc Potenza max 530 Cv Coppia max 650 Nm - Euro 5 Trasmissione trazione posteriore Cambio automatico a 8 rapporti Corpo vettura limousine (passo oltre metri 3,1) di lusso sportiva a 4 porte e 5 posti - con Maserati Stability Program Dimensioni e massa lunghezza m 5,262 - larg. m 1,948 - alt. m 1,481 - peso in o.d.m. kg 1900 Prestazioni velocitĂ massima 307 km/h - da 0 a 100 km/h in 4,7 sec. Percorrenza media 8,4 km/litro Emissioni di CO2 287 g/km 40

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do. Il motore V8, poi, è in grado di farla accelerare da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi, con un consumo medio accettabile per chi se lo può permettere. La commercializzazione inizierà nei primi mesi del 2013 e indicativamente, per una V8 ben equi-

paggiata, ci vorranno 145.000 euro, senza contare le tantissime possibilità di personalizzazione, uno dei punti di forza di una casa automobilistica artigianale come Maserati. Sulla Quattroporte sarà disponibile per la prima volta la trazione

integrale, proprio sul modello V6 biturbo da 410 CV. In attesa che arrivi anche un turbodiesel, perché il 75% delle berline extra-lusso in Europa si vende con motore a gasolio e pertanto una Maserati non si vergognerebbe a montarne uno sotto il cofano.

Concessionaria Maserati a Borgomanero - C.so Sempione, 56 - Tel. 0322 846253 (r.a.) - 0322 81822 (r.a.) - Fax 0322 844064 Centro Assistenziale: Via G.B. Curti, 26 - Borgomanero - www.autocusio.com - info@autocusio.com NOI - FEBBRAIO 2013

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IN VIAGGIO

Luxor

L'Egitto che non ti aspetti

T

re sono le cose che “fanno rima” con Luxor: le navi da crociera ormeggiate in quattro, cinque, dieci file lungo il Nilo; le rovine dei grandi templi, con i loro colossali propilei; il deserto roccioso dall'altra parte del fiume. A colpo d'occhio, sono proprio questi gli elementi che più facilmente si colgono, quando l'aereo atterra tra le sabbie, poco fuori dalla città moderna. Il primo impatto con la gloriosa Tebe di millenni fa è proprio così: un misto di smog contemporaneo e di antichità trasudata dalle sterminate vestigia faraoniche. Luxor é proprio come non ce la si immagina. Una lunga infinita strada che si allunga tra i due complessi templari, Karnak e Luxor, bordata su un lato dai grandi alberghi e sull'altro dalle banchine di attracco dei natanti, ingombre di negozi e bancarelle. La quantità di navi ormeggiate, che vanno e che vengono, è tale che si fa fatica ad avvistare NOI - FEBBRAIO 2013

il Nilo, che affiora tra le chiglie in strisce scure e dense di fango. I barconi da crociera sono tutti più o meno uguali, parallelepipedi sgraziati appoggiati sull'acqua, nei quali si aprono grandi finestre oscurate da tende. In cima, c'è l'immancabile terrazza-solarium con lettini pren-

disole e quasi sempre una piccola piscina, poco più di una vasca da bagno. Nonostante questo, non riescono ad intaccare l'emozione che si prova quando si staccano dalla banchina (o dalla nave di fianco!) e cominciano a scivolare lungo il grande dio-fiume verso sud.

A sinistra: il tempio Karnak. Sopra: Kom Ombo, bassorilievi. Nella pagina seguente: l’interno della tomba di Nefertari

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Mi è già capitato in precedenza e ancora me lo ricordo vividamente. Il ponte più alto era diventato un pezzo di paradiso a notte fonda, quando ero finalmente riuscito a rimanere solo, con il naso all'insù, a contemplare il cielo stellato, il ventre scintillante di Nut, lo stesso che in tempi leggendari ammiravano i faraoni. Nel buio più profondo intanto la nave aveva raggiunto la chiusa di Esna, un capolavoro idraulico che permette alle imbarcazioni di superare il dislivello della cateratta e che regola il flusso delle acque del Nilo. Qui ogni nave, a tutte le ore si mette in coda e attende. Nell'oscurità capita che qualche marinaio a bordo di una feluca si avvicini alle paratie per cercare di fare un po' di 44

commercio con i turisti affacciati a guardare la chiusa che si riempie di acqua e si svuota. Il mattino dopo eravamo approdati a Edfu, per visitare il maestoso tempio dedicato al dio falco Horus, con le sue grandi sale interne. Si erge in mezzo al mercato e nasconde al suo interno un tesoro di bassorilevi e geroglifici. Poi la navigazione era ripresa, tra secche sabbiose, canneti di loto e distese di palme. Prima del tramonto la nave era di nuovo ancorata ad un molo a Kom Ombo, all'ombra del mistico tempio dei coccodrilli, dove questi pericolosi rettili erano venerati, accuditi e sfamati come dei. Nell'ampio cortile del complesso esiste ancora il profondo pozzo a gradoni da cui gli anfibi emergevano e per mezzo

del quale tornavano a piacimento alle acque scure del fiume. L'aria finalmente tiepida, il sole che scendendo sembrava immergersi nel Nilo e l'atmosfera di naturale raccoglimento, mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo e avevo finito per attardarmi troppo nel colonnato, durante la visita. Senza che me ne accorgessi il sito si era svuotato ed ero rimasto il suo unico occupante. Finché il beduino di guardia, che neppure parlava una parola di Inglese, era venuto a rammentarmi che dovevo tornare sulla nave. Era stato un colpo di fortuna rimanere indietro. Perché il guardiano, per motivi inspiegabili, aveva finito per trascinarmi fino alle “cappelle” dietro al tempio, di solito non viNOI - FEBBRAIO 2013


Navi da crociera sul Nilo. Nella pagina seguente: Luxor, il tempio e la moschea.

sitabili. E le aveva aperte per me, per me solo. Senza nulla chiedere in cambio. L'avevo seguito con non poco timore, a dire il vero. Ma le paure erano presto scomparse. Così avevo potuto ammirare da vicino le pareti ricoperte di raffinatissimi geroglifici a bassorilievo, un capolavoro senza eguali. La piccola mancia che gli avevo allungato andandomene, in segno di ringraziamento, aveva concluso nel migliore dei modi quel piccolo strappo alla regola. Il giorno dopo mi avrebbe atteso la placida Assuan con il suo granito fulvo. Mentre ancora sogno ad occhi aperti di quella esperienza di qualche anno prima, in piedi davanti ad una grande nave, mi raggiunge NOI - FEBBRAIO 2013

un portantino che afferra la valigia e mi fa segno di seguirlo. La Dahabeyat che ho scelto questa volta per la crociera ha un suo molo dedicato. Le foto non rendono merito della poesia di queste imbarcazioni. Non sono né moderni natanti, né i vecchi barconi a vapore di inizio secolo, su cui Agatha Christie aveva ambientato uno delle più famose imprese dell'ispettore Poirot, ma fedeli ricostruzioni delle navi a vela che solcavano il Nilo nell'Ottocento, portando a spasso i primi grandi egittologi della storia, da Petrie, a Mariette a Maspero solo per citarne alcuni: affusolate, con la prora alta come le antiche barche reali dei faraoni e la grande vela aperta sopra all'unico ponte. Ma prima di provare l'ebbrezza di

solcare il fiume navigando a vela, mi attende l'immancabile visita ai meravigliosi templi. Decido di cominciare proprio dal tempio di Luxor. All'esterno, si dipana la parte iniziale dell'incredibile e chilometrico viale rituale fiancheggiato dalle sfingi. Pare che ormai l'intero percorso fino a Karnak sia stato individuato. Poco a poco lo stanno dissotterrando, con l'obiettivo di riportarlo tutto alla luce e renderlo percorribile. La facciata, il primo “Pilone”, manca di uno dei due obelischi, quello che fu offerto in dono alla Francia nel 1830 dal Pascià Mehmet Alì e che ancora oggi si eleva in Place de la Concorde. All'interno, l'altezza a cui si trova la piccola moschea di Abū al-Hajjāj, al si sopra delle gran45




di colonne che contornano il cortile fatto erigere da Ramsete II, restituisce un'idea precisa e inquietante degli infiniti metri cubi di sabbia sotto cui giaceva il tempio prima della sua riscoperta. Camminare tra i suoi colonnati e le sue aree sacre è come viaggiare nel tempo, tra le opere votive dei faraoni, gli adattamenti romano-cristiani, le dedicazioni tolemaiche ad Alessandro Magno e i bassorilievi celebrativi della vittoria sull'eresia di Akhenaton, il faraone cancellato dalla storia, le cui prime tracce furono rinvenute proprio qui. All'altro capo del Viale delle Sfingi, il tempio di Karnak è ancor più grandioso e spettacolare, con i suoi ampi bacini sacri e la grande sala a colonne irregolari che, si 48

dice, simulava un canneto di loto. Se vagare al suo interno di giorno lascia stupiti per la maestosità della sua struttura, è di notte che la sua anima più nascosta si palesa. Lo spettacolo luci e suoni che ogni sera viene messo in scena non è sicuramente pari a quello, più celebre, di Giza ma, ridando vita alle statue colossali, alle ombre dietro i pilastri e negli anfratti bui, celebra mirabilmente i millenni di storia che le sue mura hanno vissuto. Per tornare a visitare la riva occidentale del Nilo, invece, attendo il mattino seguente. Sveglia prima dell'alba e partenza immediata per raggiungere l'altra sponda del grande fiume. Dopo le dieci del mattino il caldo è intollerabile per chiunque, non solo all'aperto, ma

anche nelle profondità delle tombe. Prima, immancabile tappa è BibanEl-Moluk, la mitica Valle Dei Re, la necropoli faraonica tebana più celebre, riservata ai regnanti del Medio e Nuovo Regno. L'ingresso è stretto, poi la valle si apre come una conca ai piedi del Meret-Seger, la montagna sacra a forma di piramide. Per la verità, le necropoli reali sono due, la celebre valle Orientale e la meno nota e visitata valle occidentale. L'itinerario moderno per turisti ci obbliga a passare un'inevitabile e chilometrica fila di bancarelle che vendono chincaglieria araba e riproduzioni in scala di sacrofagi e statue in pietra calcarea. Poi oltrepassiamo i cancelli e il grande cimitero è tutto lì. Gran parte delle tomNOI - FEBBRAIO 2013


Valley of the Kings, panorama.

be che si insinuano nel sottosuolo sono ricavate sul fondo della conca o nella parte più bassa delle sue pareti. La nostra prima destinazione è una delle tombe più nascoste, quella di Thutmosi II, ricavata in un anfratto in cima alla parete rocciosa. Scende nel calcare come una mezza spirale che si conclude con una camera a forma di cartiglio. Le pareti sono un vero tesoro di spiritualità poiché su di esse è interamente rappresentato il sacro Libro dell'Amduat, parte del più celebre “libro dei morti”, che racconta il viaggio dell'anima del faraone nell'aldilà e il rito della pesatura del cuore. Mentre il caldo cresce, proseguiamo per la tomba incompleta di Ramsete III e per quella con il soffitto stellato di Ramsete V, usurpaNOI - FEBBRAIO 2013

ta al predecessore Ramsete IV. Non può mancare una breve sosta al cospetto del faraone per eccellenza della valle, Tutankamon, che ancora giace nel suo sepolcro. L'incontro è sempre un'emozione. Di lui ho letto nei libri, ho visto nei film. Ed ora sono a pochi passi dalle sue spoglie mortali. I veri tesori si trovano altrove, però. In una valle meno nota, detta “delle Regine”. Qui fu sepolta, in una delle più incredibili tombe decorate, la potente Nefertari, amata regina di Ramsete II. Poco distante, la tomba di uno dei figli, Amon Kopshef, morto a qualche anno di vita, è una vera sorpresa. La qualità dei dipinti murali nel piccolo sepolcro è strabiliante e lo stato di conservazione quasi perfetto. Ma il caldo è

già diventato insopportabile. Una breve visita al grandioso tempio funerario di Hatshepsut, eretto sul fondo di una vallata pianeggiante, una breve sosta ai colossi “parlanti” di Memnone, unici resti del tempio funerario di Amenophi III. E poi siamo di nuovo a Luxor, con le sue carrozzine trainate da focosi cavalli, le navi da crociera e il chiasso cittadino. I faraoni, lontani dal rumore, continueranno a riposare lontano da qui, nel sonno eterno, avvolti dall'abbraccio immortale del deserto. Francesco Teruggi

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SPORT

Novara - 27 G

Mezzamaratona d


Gennaio 2013

Novara, 27 Gennaio 2013 - Il freddo intenso non ha scoraggiato gli oltre 1.200 podisti al via per la 17° Mezzamaratona di San Gaudenzio. Alessandro Negri, organizzatore dell’evento in collaborazione con Adriano Montanari, presidente provinciale Fidal, è riuscito a far intervenire al via anche Re Biscottino e Regina Cunetta, le due maschere del carnevale novarese. Partenza alle 9,30 per gli atleti che si sono cimentati sulla distanza di 21 km e 97 metri, mentre 5 minuti più tardi, sempre dal Pala Dal Lago di viale Kennedy, sono scattati altri 300 concorrenti impegnati nella non competitiva di 9,3 km., più tanti altri ragazzi che hanno percorso il minigiro di 1,5 km. La vittoria è andata a Laaouina Abdelhadi, atleta marocchino residente a Susa, portacolori dell’Atletica Susa, che ha coperto la distanza in 01:06:20. Secondo Khelifi Mehdi della Amatori Atletica Acquavia, terzo Andrea Secchiero. Tra le donne la vittoria a Catherine Bertone dell’Atletica Sandro Calvesi, con l’ottimo tempo di 01:16:12; seconda Claudia Gelsomino, terza Ilaria Zaccagni. Dopo tanta fatica è stato distribuito a tutti i concorrenti un caldo e prelibato risotto al gorgonzola, offerto dalla IGOR Gorgonzola, sponsor della manifestazione. L’Azienda novarese ha ricevuto dagli organizzatori uno splendido trofeo, consegnato dall’Assessore allo Sport del Comune di Novara Giovanni Agnesina, come riconoscimento per l’impegno della Igor e della famiglia Leonardi a favore dello sport novarese. Il ricavato delle due corse minori sarà interamente devoluto per progetti didattici delle scuole dell’Istituto Comprensivo «Pier Lombardo» di Novara».

di San Gaudenzio




SPORT

Novara - Pro Vercelli

The derby 23 Dicembre 2012. Per tutti l’ante Vigilia di Natale, tempo d’incartare gli ultimi regali e di ultimare i preparativi per i succulenti pasti delle feste. Ma per la Novara calcistica è stata il giorno del grande ritorno, quello dell’appuntamento più atteso, la classica partita che vale una stagione, il cui esito trascende classifica e categoria: è stata la sera di Novara - Pro Vercelli, il derby più sentito dai Novaresi, così come dai rivali d’oltre Sesia. È risaputo che, in ambito calcistico, non esistano amicizie tra i colori del Novara e quelli dei grandi centri circostanti. In un’epoca oramai remota e spesso rimpianta, gli azzurri novaresi, insieme alle bianche casacche vercellesi, i grigi alessandrini e i nero stellati di Casale Monferrato costituivano il Quadrilatero del Piemonte Orientale. Epiche sfide tra quattro squadre storiche che si contrapponevano 54

alla diarchia delle formazioni torinesi. Non meno sentiti sotto la cupola di San Gaudenzio sono gli incontri con le vicine squadre lombarde: Varese, Legnano, Pavia e soprattutto la Pro Patria di Busto Arsizio, un match che è passato alla storia come il “derby del Ticino”. Che si rimanga in Piemonte, o che si sconfini in Lombardia, da sempre si accendono sfide avvincenti con avversari di tutto rispetto, che suppliscono all’assenza di titoli di rilievo nazionale, con la passione dei tanti tifosi che manifestano un fortissimo attaccamento alle proprie città e ai colori sportivi che le rappresentano. Tuttavia, per gli appassionati del Novara Calcio, nessun incontro suscita emozioni e tensioni tali come quello con gli eterni nemici (sportivi) vercellesi. Due città molto simili tra loro, accomunate da storia, cultura e territorio, ma

al tempo stesso così fieramente divise e avverse l’una all’altra. La storia dei contrasti tra Novara e Vercelli affonda le radici in un passato assai remoto, fin da quando, in pieno Medioevo, i due comuni distanti tra loro poco più di una ventina di chilometri, separati solamente dal fiume Sesia, si davano battaglia in qualunque ambito della vita civile e religiosa. Ancora oggi, non è facile assistere ad accordi o compromessi tra le due città. Ulteriore conferma è stata poco tempo fa, in piena bagarre per la “riorganizzazione” delle province, la ferma decisione di Vercelli di non schierarsi con la proposta avanzata da Novara di costituire, insieme con Biella e Verbania, il macro territorio del Quadrante Orientale della regione Piemonte, che avrebbe avuto proprio in Novara il suo capoluogo. Altro che cane e gatto! Questo accesissimo campaniliNOI - FEBBRAIO 2013


SPORT

is back! smo non ha tardato a trasferirsi nello sport, dove, per fortuna, esistono solo vittorie e sconfitte, sfottò e dileggio, senza che nient’altro trascenda questa dimensione. Il primo confronto tra le compagini calcistiche di Novara e Vercelli, che con supremo sforzo di fantasia è passato alla storia come “il derby delle risaie”, risale in serie B al 29 settembre 1935, quando il Novara colse un rotondo successo sulla Pro Vercelli (già detentrice di ben 7 scudetti tra il 1908 e il 1922), vincendo per 5-1. Peggio andò nella gara di ritorno quando la Pro si rifece con un secco 2-0. Alla fine della stagione, la Pro si classificò al quinto posto, mentre il Novara vinse il campionato e si guadagnò per la prima volta la partecipazione alla serie A a girone unico. Gli azzurri non hanno scudetti da opporre alla Pro, ma possono vantare 13 presenze nella massima divisione, 30 in quella cadetta e 38 in serie C, senza mai NOI - FEBBRAIO 2013

essere scesi sotto quest’ultima categoria. A partire proprio dal campionato 1934/35, il Novara non ha mai disputato campionati di rango inferiore rispetto a quelli in cui erano contemporaneamente impegnati i rivali di Vercelli. In anni più recenti, il derby mancava in campionato dalla stagione 2002-2003, in serie C2, allorché il Novara impose un 2-0 a domicilio alla Pro, per poi impattare 1-1 nel match casalingo di ritorno. Un bilancio più che positivo per la squadra novarese, che proprio in quell’anno superò, in un sudatissimo play off, l’Alto Adige, guadagnando la promozione in C1. Per la cronaca, questo derby prenatalizio, denominato per l’occasione Christmas Match, a costi contenuti per favorire il maggior afflusso possibile di sostenitori, non ha deluso le attese, facendo registrare il miglior incasso fino

ad ora della stagione, con numeri da serie A. La vittoria, meritata, è andata alla compagine azzurra che si è imposta sulle bianche casacche per 2-0 con le reti di Perticone nel primo tempo e di Gonzalez nel finale di partita. I tanti tifosi novaresi che si sono assiepati sulle tribune dello Stadio Piola, fronteggiando il freddo, la nebbia e l’umidità, per stare vicini alla squadra e vincere a loro volta il derby del tifo con i fans della Pro Vercelli, hanno così potuto festeggiare come meglio non si potrebbe il Natale, con un successo che dà respiro alla classifica e che soprattutto permetterà ai tifosi azzurri di ribadire la loro superiorità nei confronti degli acerrimi avversari vercellesi. Almeno fino al prossimo 11 Maggio, quando il match di ritorno riproporrà un nuovo capitolo della sfida infinita tra Nuara e Varsej. Matteo Trucco 55


I Pic


Matteo e Giorgio in via Monte Napoleone

ccaia a Milano I due artisti espongono da Cova


ARTE

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ARTE

Matteo e Giorgio in via Monte Napoleone

I Piccaia a Milano

I

l Cova continua la sua tradizione di caffè artistico, letterario e alla moda di Milano, ospitando I Piccaia nella sua prestigiosa sede di via Monte Napoleone. La famiglia Faccioli, proprietaria dello storico locale, ha fortemente voluto questa mostra. Nei due mesi, gennaio e febbraio, quando la metropoli accoglie la manifestazione Moda Uomo autunno inverno 2013 – 2014, i due artisti Matteo e Giorgio espongono in questo caffè pasticceria amato anche da Ernest Hemingway. Cova è la storia di Milano, nato nel 1817 a lato del teatro “La Scala”, è stato ritrovo di patrioti, artisti, scrittori e musicisti. Nel 1950 si trasferisce nel quadrilatero della moda. Nel celebre Caffè Cova i Piccaia si presentano ancora una volta insieme, dopo la mostra di Gallarate. Giorgio espone venti quadri, mentre il padre Matteo uno solo, ma storico. All’ingresso c’è il famoso quadro “Vacche, mucche, kühe” di Giorgio, un ironico balletto sulla piantina svizzera esposto anche

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a Villa Dutoit di Ginevra e “Zurich”, un importante olio su tela del 2008. Nella seconda sala ci sono le ultimissime realizzazioni di Giorgio sul tema della vita, una grande tela e quattro piccoli acrilici su carta, dove è rappresentata la voglia di vivere. Nel terzo locale, su una parete troviamo il grande quadro storico di Matteo Piccaia dal titolo “Spazio della memoria” del 1975 e altri quattro piccoli preziosi acrilici su carta sempre su tema della vita (Onda e vita, Viva la vita, Arriva la vita, Vita gialla) del figlio Giorgio. Nella grande parete frontale sono ospitati i quadri del 2011 legati al corpo umano in color oro e due piccole chicche con tema i pesci. I pesci, ricerca di libertà, sono anche rappresentati nelle tre grandi e pregevoli tele sull’altra parete. Una mostra molta apprezzata dai numerosissimi clienti italiani e stranieri che frequentano il Cova di via Monte Napoleone. Marco Trivelli

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Giorgio

Picc

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domande

Foto1: Giorgio e Matteo Piccaia. Foto 2: i quadri esposti nella terza sala Foto 3: Matteo Piccaia. Spazio della memoria, 1974/75 Foto 4: Giorgio Piccaia davanti a una vetrina della Pasticceria Cova Foto 5: Giorgio Piccaia. Zurich, 2008, olio su tela Foto 6: i quattro quadri sulla Vita Foto 7: Giorgio Piccaia. Vacche, mucche, k端he, 2009, acrilico su tela

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ARTE

caia Com’è esporre al Caffè Cova? Esporre a Milano in questo periodo, dove gli occhi del mondo della moda sono puntati sulla metropoli è per me e per mio padre un grande stimolo e mostrare il nostro lavoro al Cova è incredibile per la sua frequentazione. Lo storico locale è anche in un luogo strategico… La sua posizione nel cuore della Milano della moda e la sua storia, conosciuta in tutto il mondo, ne fanno un posto unico. Una bella esperienza quindi? In questi giorni al Cova ho avuto scambi di opinioni che solo un luogo internazionale può dare. Questo è un luogo frequentato da persone di tutto il mondo. E la mia arte è stata molto apprezzata, segno che sto andando nella direzione giusta. Il confronto, per me, è molto importante. Una mostra voluta dai proprietari del Cova, come mai? Mi conoscono da diversi anni e mi stimano. E approfitto di NOI per ringraziare, anche a nome di mio padre, Mario Faccioli, la sua famiglia e tutto il personale del caffè Cova che così gentilmente ci hanno accolto.

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WILD FLOWERS a Torino


ARTE

L

’associazione culturale NOPX insieme a Atelier Giorgi presenta WILD FLOWERS un innovativo concept artistico dove l’aspetto espositivo e quello formativo si intrecciano, portando a Torino quattro artisti attivi sulla scena internazionale tra i territori di arte, illustrazione, grafica e video. Il format proposto vede il coinvolgimento di Elyron prima in veste di artista poi come curatore del progetto espositivo che offre la possibilità agli artisti ospiti di esporre nei cinque spazi messi a disposizione dagli organizzatori.

WILD FLOWERS a Torino Nella pagina precedente: dettaglio installazione BPContainers. In questa pagina Elyron - Menage a trois

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Curano il progetto e aprono l’evento espositivo con una mostra dedicata i torinesi Elyron, studio di graphic design, costituito da Roberto Necco e Roberto Balocco. Dal 31 gennaio al 14 febbraio 2013 Elyron propone negli spazi della Galleria NOPX Best price containers un intervento site specific che costituisce il pre-evento di apertura di WILD FLOWERS e introduce i temi trattati dagli artisti che esporranno nelle settimane successive: l’arte intesa come esigenza spontanea di espressione, come organismo vivente che occupa lo spazio. Il tema dei fiori spontanei, in italiano trattato in modo romantico e con una connotazione meno forte, acquisisce nei diversi Paesi un significato più connotativo: nel giardino all’italiana il fiore spontaneo non è previsto, in quanto non controllabile, mentre in altri contesti come nei giardini all’inglese i wild flowers occupano un loro spazio vitale ed sono presenza fondamentale.

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ARTE

Dal 28 febbraio al 15 marzo 2013 si terrà la mostra WILD FLOWERS, evento espositivo itinerante in San Salvario (Galleria NOPX, Atelier Giorgi, Galleria BIN11, Tomato Catch-up, Spazio Bianco) che coinvolgerà quattro artisti invitati da Elyron a indagare le declinazioni di una resistenza civile della natura come dell’arte, che s’inserisce e nasce spontaneamente dove gli altri non vanno: Fupete (Italia), Gabriela Jolowicz (Germania), Sheila Pepe (New York), e PetPunk (Lituania). Il 23 e 24 febbraio 2013 durante un workshop condotto da PetPunk verranno coinvolti professionisti del design, dell’illustrazione, della grafica, dell’arte e della comunicazione che realizzeranno un lavoro che verrà esposto durante la mostra. Inoltre, nel mese di giugno, durante un evento spin-off di WILD FLOWERS verrà presentato il catalogo del progetto con il testo critico di Domenico Papa.

che opera nel campo dell’arte e del self-publishing. Atelier Giorgi, fondato da Stefano Giorgi artista e Roberta Minici, architetto e danzatrice, lo spazio si propone come atelier e contenitore artistico. A giugno 2012 è stata una delle sedi del Torino Performance Art Festival.

gues. Nel 2011 ha vinto la medaglia d’oro all’European Design Award nella categoria “signs and displays” per il progetto “The Museum Of Everything”, mentre nel 2012, due poster di Elyron sono stati selezionati per la Biennale Internazionale del Poster di Varsavia.

Elyron, studio di graphic design costituito da Roberto Necco e Roberto Balocco, nel 2009 ha vinto il primo premio al Fedrigoni Award, categoria Publishing soft cover, l'anno successivo il terzo premio nella categoria Catalo-

Informazioni: www.wildflowers.to.it info@wildflowers.it Ufficio stampa: Ilaria Gai 338.9230234 Carola Serminato 349.1299250

NOPX, associazione culturale, nasce a Torino nel 2010 con lo scopo di promuovere l'arte contemporanea ed incentivare gli artisti emergenti attraverso eventi culturali di risonanza internazionale. NOPX si distingue come luogo espositivo inserito nel contesto di uno studio-laboratorio

31 gennaio 2013 - 14 febbraio 2013 - mostra pre-evento Best price containers 28 febbraio 2013 - 15 marzo 2013 - mostra Wild flowers 23 febbraio 2013 - 24 febbraio 2013 - Workshop Galleria NOPX - via Saluzzo 30; Atelier Giorgi - via Belfiore 5H Galleria BIN11 - via Belfiore 22A; Tomato Catch-up - via Silvio Pellico 12A Spazio Bianco - via Saluzzo 23bis; Green Box - via Sant’Anselmo 25 NOI - FEBBRAIO 2013

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ENOGASTRONOMIA ARTE Enrica Borghi, Meduse. A fianco: Alessandro Ciffo, rosso. Nella pagina a sinistra: Stijl 21012, Ostenda – Belgio

Plastic Factory Plastic Factory, la nuova mostra curata da Asilo Bianco, apre al pubblico con una doppia inaugurazione per due sedi espositive: il Forum di Omegna (VB) il 22 marzo e il Museo Tornielli di Ameno (NO) il 23 marzo.

Plastic Factory - fino al 2 giugno 2013 - si propone di indagare le tematiche legate alle materie plastiche e ai profondi cambiamenti che questa novità ha portato sia nella produzione industriale sia nella ricerca di artisti e designer, partita dalle Avanguardie degli anni Sessanta e culminata negli anni Novanta. Il fascino di lavorare con un medium - come lo definisce Roland Barthes - “miracoloso” è stata la sfida che molti hanno accolto, ricercandone le varie possibilità espressive. Il Museo Tornielli di Ameno (NO) ospiterà una mostra dove opere di artisti contemporanei - come quelle in silicone 3D di Alessandro Ciffo, le meduse di Enrica Borghi, le installazioni della Cracking Art - saranno affiancate a pezzi più storici provenienti dal Museo Arte Plastica (MAP) di Castiglione Olona e dalla Fondazione Antonio e Carmela Calderara di Vacciago - Ameno. Una sezione approfondirà il tema del design industriale, grazie alla NOI - FEBBRAIO 2013

collaborazione con il Forum di Omegna (che ospiterà parte dell'allestimento), il Museo Alessi, Museo Kartell, Pandora Design e la Nuova Faro, dando la possibilità a un pubblico più ampio di conoscere le ricchissime collezioni custodite nei musei aziendali che raccontano non solo l'evoluzione dei prodotti ma anche i cambiamenti sociali di quegli anni. Allo stesso tempo si potranno ammirare oggetti "cult" nati dalle ricerche di noti designer: i pezzi degli anni 90 realizzati per Alessi da Stefano Giovannoni e Guido Venturini; il celebre Moscardino di Pandora Design, vincitore

del Compasso d’Oro nel 2001; le sedie di Joe Colombo per Kartell; e ancora il passaggio dall'alluminio alla plastica nella creazione dei giocattoli de La Nuova Faro di Omegna. In occasione di Plastic Factory, verrà inoltre promosso a maggio 2013 un convegno sul restauro del contemporaneo con importanti docenti e esperti del settore, anticipato da un workshop rivolto agli studenti delle Accademie di Belle Arti di Milano e Torino. Plastic Factory a cura di Francesca Gattoni e Giorgio Caione 22/23 marzo - 2 giugno 2013 Ingresso libero Forum di Omegna Parco Pasquale Maulini 1 Omegna (VB) www.forumomegna.org

Guido Venturini, Zuccheriera Gino Zucchino, foto di Stefan Kirchner

Museo Tornielli Piazza Marconi 1 - Ameno (NO) www.museotornielli.it 67


LIBRI

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NOI - GENNAIO 2013


LIBRI

NOI - GENNAIO 2013

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Il manuale di social media marketing che insegna ad amministrare Pagine aziendali su Facebook. Disponibile anche in versione eBook.

Il manuale di social media marketing che insegna ad amministrare Pagine aziendali su Facebook. Disponibile anche in versione eBook.

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" LIBRI

Molte aziende si stanno chiedendo se i social media

I social media, nel frattempo, il mondo l’ha

Titolo del libro

Autori Editore Codice ISBN Formato Distribuzione Sinossi

Ulteriori info 70

TI HO VISTO SU FACEBOOK

Come guadagnare visibilità e reputazione aziendale con il social network più grande del mondo Fulvio Julita e Federico Di Leva Youcanprint.it 9788867517893 Tascabile, 112 pagine. Disponibile anche in versione eBook Nello store dell’editore e nei principali bookstore su internet Sapevate che, grazie a Facebook, le aziende possono facilmente guadagnare popolarità e reputazione? E che esiste un modo per creare valore attorno al loro marchio coltivando una buona strategia, seminando buoni contenuti e raccogliendo buone relazioni? È necessario avere le idee chiare su cosa bisogna fare. Di questo e altro si parla nel libro Ti ho visto su Facebook attraverso il quale conoscerete il Metodo dei Cinque Vasi, per gestire la vostra Pagina aziendale. Imparerete ad organizzare il vostro piano d’azione, a comunicare cose interessanti e facili da ricordare, a evitare le insidie che si celano nell’uso non consapevole dei social media. Il tutto attraverso il perfezionamento delle vostre abilità di scrittura per fare delle parole uno strumento capace di suscitare emozioni e coinvolgimento. Le tecniche che apprenderete sono quelle che i due autori, Fulvio Julita e Federico Di Leva, applicano ogni giorno con le aziende con le quali collaborano. Le stesse tecniche che potrete utilizzare per raggiungere risultati di successo e allargare i vostri orizzonti verso i nuovi confi ni del marketing. www.cinquevasi.com NOI - FEBBRAIO 2013


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Chi sono gli autori? Fulvio Julita

a siano utili al loro mondo.

anno già cambiato.

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1) Ambientarsi | Scoprire che cosa è cambiato Ecco cosa fare per sbarazzarsi delle vecchie abitudini e cogliere, prima di tutti, le opportunità offerte dai social media. Quando il mondo cambia, serve cambiare il modo di guardare il mondo. 2) Riconoscersi | Scoprire di avere qualcosa in comune Nel quale si parla delle opportunità che si aprono nell’entrare in sintonia con il lettore, del posizionamento del brand e, in generale, del buon comunicare nel social media marketing. 3) Capirsi | L’antica arte del fare salotto Quali prospettive apre Facebook a chi fa marketing? Quanto peso ha il coinvolgimento del pubblico attorno al brand? Il terzo capitolo è quello dove troverete le risposte. 4) Orientarsi | Saper toccare i tasti giusti Come sfruttare le funzioni della Pagina Facebook per fare comunicazione accattivante, intelligente e d’impatto. Con gli strumenti giusti e con la loro corretta interpretazione. 5) Organizzarsi | Il buono del fare con metodo Cinque contenitori per farvi arrivare là dove vi spingono le vostre ambizioni: il nostro esclusivo Metodo dei Cinque Vasi per pensare e gestire le strategie di social media marketing su Facebook. 6) Scriversi | Le parole e il loro magnetismo Le caratteristiche di un post che lascia il segno, le tecniche usate dai professionisti della comunicazione, le regole di chi esercita l’antica arte dello scrivere: tutto racchiuso in questo capitolo. 7) Distinguersi | Il fascino di una personalità unica Il Galateo del social media writer: nel frastuono del web, l’atteggiamento, la disposizione mentale e le parole adatte a far emergere il suono della vostra voce. 8) Specchiarsi | Controllare che sia tutto in ordine Questo capitolo è una check-list per verifi care di aver fatto tutto per bene; quell’ultimo sguardo, un attimo prima che un pensiero solo vostro diventi patrimonio di tutti. 9) Ispirarsi | Continuare ad imparare Fonti per guardare più da vicino i tanti mondi che vi abbiamo descritto, affinché il nostro punto di arrivo diventi il vostro punto di partenza.

NOI - FEBBRAIO 2013

Classe 1969. Vive tra Facebook e il mondo reale. Creativo pubblicitario, graphic designer e consulente di comunicazione. Branding e social media marketing sono le sue specializzazioni e argomento dei suoi corsi aziendali. Amministra e insegna ad amministrare Pagine Facebook. Pensa, progetta, coordina e scrive per diverse aziende piemontesi da oltre vent’anni. Il suo studio si chiama Julita Atelier ed è un luogo della campagna novarese dove creatività, sapere e passione s’intrecciano. Il suo portfolio è su www.julita.it Collabora con l’emittente novarese Puntoradio, dove gestisce il team di scrittori del progetto narrativo Le Storie di Siamo in Onda, il cui podcast è tra i più seguiti della categoria narrativa nell’iTunes Store di Apple. È stato tra i curatori dell’antologia di racconti Parole al vento e della mostra collettiva d’arte Come Quando Fuori Piove, entrambe le iniziative promosse a favore di AGBD Arona (Associazione Genitori Bambini Down). Scrive di visual design, social media e tecnologia su www.facebook.com/julita.it

Federico Di Leva

Classe 1982. Vive tra le sue Moleskine, ma anche su Facebook. Copywriter, scrittore e storyteller. Il suo brand si chiama Federico Ruysch. Si occupa di scrittura commerciale, creativa, narrativa. Realizza testi ottimizzati per i motori di ricerca (SEO) e, nell’ambito del social media marketing, amministra Pagine Facebook aziendali, per le quali si occupa della creazione dei contenuti. Dal sito www.federicoruysch.com è possibile scaricare il suo portfolio, che raccoglie i lavori più interessanti. Divide la sua esistenza tra questi due mondi che confinano a Nord con la carta, a Sud con la tastiera, a Ovest con la stilografica e ad Est con la fantasia. È fondatore dell’Associazione Culturale Menestrelli di Jorvik e proprietario ed editore della rivista letteraria Arabica Fenice (www.arabicafenice.com). Scrive di narrativa, marketing e Letteratura su www.facebook. com/ruysch.federico

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D LIBRI

a diversi anni conosco Paola Lucarini, presidente dell’associazione “Sguardo e sogno” fondata da Mario Luzi, organizzatrice infaticabile di eventi culturali nel capoluogo toscano. La conosco non solo perché poetessa di fama nazionale, ma perché ospite amabile di diverse performance realizzate dagli studenti della nostra zona. Nutre, infatti, un’incondizionata fiducia nei giovani e crede che la poesia possa costituire un eccellente mezzo di educazione ai grandi valori. La presenza a Palazzo Medici Riccardi da parecchi anni è testimoniata sui periodici della nostra zona perché con Giuliano Ladolfi ha in-

atti del Convegno di Borgomanero La poesia e il sacro alla fine del Secondo Millennio. Insieme hanno organizzato numerosi incontri a livello nazionale e internazionale che hanno visto la presenza di autori di fama mondiale. Questa volta Paola Lucarini non si trova in veste di stupenda ospite, ma di poetessa. Dopo più di 10 anni per la casa editrice Giuliano Ladolfi di Borgomanero ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo Per visione d’anima, nella quale ella opera una vera e propria ricognizione della sua esistenza. Ci troviamo di fronte a una vera e propria svolta della sua produzione in versi che rivela un mutamento profondo della sua persona, in cui l’umano e sovrumano, il presente

Paola Lucarini:

la poesia del Magnificat trecciato un rapporto di profonda stima e amicizia fin dal 1996, quando egli pubblicò per la San Paolo gli

za per librarlo su ali d’aquila verso i cieli e i nuovi destini. E per descrivere le sensazioni che hanno colto il mio giovane animo alla lettura di questi versi non posso che domandare aiuto alla straordinaria sensibilità di un famoso critico letterario, quale è Giuseppe Langella, docente di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università Cattolica di Milano, che ha firmato un’affascinante presentazione: «Paola Lucarini ci fa assaporare la vita terrena come vigilia di una “festa ignota”. La sua è la risposta cristiana al pessimismo di Leopardi, del Sabato del villaggio: «La brezza arpeggia note d’aria / è l’anima delle cose a profumare / l’attesa. Verrai. E si svelerà / il tuo volto». E ancora, appoggiandosi a san Giovanni della Croce, uno dei più grandi mistici di tutti i tempi: «Notte dell’anima, nel buio / si prepara festa di stelle». Per i figli di Dio, infatti, si profila, dantescamente, un destino sfolgorante di luce: «noi, raggi d’eterno sole».

e il passato, il limite e la speranza si uniscono in una visione religiosa che solleva lo sguardo dall’esisten-

Nulla di strano, con queste premesse, che la poesia della Lucarini assurga a continua, limpida e piena, confessio fidei, e che al culmine dell’elevazione trascenda in preghiera, sciogliendosi in canto, anzi in un trepidante e celebrativo magnificat». Giulio Greco 72

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l volume è dedicato alla basilica di San Giulio d'Orta, oggi fulcro di uno dei più importanti monasteri benedettini femminili del Piemonte. L'edificio conserva testimonianze importanti di una storia che si snoda dall'età tardoantica ai giorni nostri. La sua collocazione sull'omonima isola nel cuore del lago d'Orta ne fa un sito di notevole interesse dal punto di vista storico, artistico e paesaggistico. La prima parte del volume, attraverso un percorso di visita, con-

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duce il lettore alla scoperta della basilica, mentre la successiva approfondisce l'architettura, le arti figurative e gli interventi effettuati dal tardo medioevo al XX secolo. Simone Caldano Laureato in Lettere con tesi in Storia dell’arte medievale presso l’Università degli Studi di Pavia, ha conseguito il diploma di perfezionamento in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano ed è dottorando in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso l’università IUAV di

Venezia. Si è occupato di architettura medievale tra Piemonte e Lombardia, con attenzione alla storia religiosa e insediativa e agli interventi di età moderna, concentrandosi in particolare su edifici romanici delle diocesi di Novara, Vercelli e Acqui Terme e sul cantiere gotico del duomo di Crema, sul quale sta svolgendo la tesi di dottorato, con attenzione allo sviluppo urbanistico della piazza del duomo fino al XVI secolo.

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LIBRI

Dove andiamo a c I l libro/guida giunto alla sua terza edizione – opera di Riccardo Franchini, che segue il settore eno-gastronomico da oltre dieci anni e del fotografo Francesco Ragni, esperto di immagini food (i quali hanno, comunque, pubblicato altri libri su argomenti del settore) - si propone di essere di chiara e facile consultazione per tutti coloro che, per affari, per attività o per semplice piacere, desiderano trovare un posto gradevole e affidabile dove trascorrere una serata all’insegna della buona cucina e del buon vino.

DOVE ANDIAMO A CENA STASERA? Dalle colline novaresi ai laghi Guida ai Ristoranti ed agli Agriturismo tra Piemonte e Lombardia

La Guida (270 pagine, 400 fotografie a colori), analizza scrupolosamente e nel dettaglio 110 locali (ristoranti ed agriturismo), delle Province di Novara, del V.C.O. e di Varese, con una piccola deviazione nel vercellese. Inoltre, troverete curiosità, ricette di piatti del novarese, schede dei vini delle colline novaresi, abbinamenti vini-cibi, articoli di enogastronomia.

Dalle colline novaresi ai laghi. Guida ai Ristoranti ed agli Agriturismo tra Piemonte e Lombardia.

ibro/guida giunto alla sua terza edizione – opera di Riccardo Franchini, che segue il tore eno-gastronomico da oltre dieci anni e del fotografo Francesco Ragni, esperto di magini food (i quali hanno, comunque, pubblicato altri libri su argomenti del settore) propone di essere chiara e di facile consultazione per tutti coloro che, per affari, per ività o per semplice piacere, desiderano trovare un posto gradevole e affidabile, dove scorrere una serata all’insegna della buona cucina e del buon vino. 76

Guida (270 pagine, 400 fotografie a colori), analizza scrupolosamente e nel dettaglio

NOI - FEBBRAIO 2013


cena stasera? La Guida, unica nel suo genere, ha, quindi, la pretesa di essere un valido strumento di lavoro e di piacere, da consultare ogniqualvolta si desideri sperimentare un nuovo luogo dove andare a cena. Inoltre, rappresenta un vero e proprio percorso eno-gastronomico che, partendo dalle colline novaresi, raggiunge i laghi piemontesi e varesini, per poi spostarsi nelle valli ossolane e sulle prealpi varesine, alla ricerca delle aziende agricole, soprattutto di nicchia, dove è possibile trovare e gustare prodotti tipici e caratteristici. Si può acquistare in libreria. Per informazioni: info@doveandiamoacenastasera.it

doveandiamoacenastasera



ENOGASTRONOMIA

La nostra

cucina

I piatti tipici novaresi: un tesoro da scoprire e da valorizzare.

S

ovente si sente ripetere un’affermazione che, personalmente, non condivido affatto e cioè che il nostro territorio non possiede una tradizione culinaria tipica, che offre pochi piatti tipici e i pochi offerti sono, tra l’altro, definiti, “poveri”. Credo che sia giunto, finalmente, il momento di valorizzare, nella giusta misura, quanto siamo in grado di offrire e, soprattutto, deve essere sottolineato con forza che i prodotti, che sono posti alla base della nostra cucina, riscuotono garanzia di assoluta genuinità e qualità. Per anni, effettivamente, la ristorazione locale ha cercato, più che altro, di “copiare” piatti delle cucine regionali italiane più blasonate, proponendo gustose pietanze a base di pesce di mare o ricche NOI - FEBBRAIO 2013

portate, con prodotti, certamente di qualità, ma importati e assolutamente estranei alla realtà in cui viviamo. Il prezzo pagato fu alto e queste scelte contribuirono a distruggere e spesso a far dimenticare la nostra cucina tradizionale. Da qualche tempo, però, fortunatamente, grazie ad un marketing intelligente, attuato da molti ristoratori e da operatori turistici locali, si sono riscoperti numerosi piatti “contadini”, che, magari sapientemente elaborati ed adattati ai gusti più attuali, hanno conquistato anche i palati più esigenti. Essi hanno contribuito a proporre e a valorizzare una cucina che si credeva inesistente o, comunque, assai povera, anche sotto l’aspetto della varietà. Non abbiamo, certamente, la pretesa di esaurire in poche righe l’argomento, vogliamo, però, lanciare

un messaggio, evidenziando tutte le possibilità e potenzialità del nostro territorio. Pensiamo agli antipasti, con i succulenti salumi (salame della duja, fidighina, lardo, cotechino), accompagnati dalle cipolle in agrodolce o da certe torte salate guarnite dall’antipasto “piemontese”: verdure in agrodolce mischiate con il tonno, piatto che affonda le sue origini in terra torinese, ma che, da almeno cento anni, arricchisce anche le nostre tavole imbandite a festa. Che dire poi dei primi piatti? La Paniscia novarese non ha nulla da invidiare ad altre preparazioni culinarie di fama nazionale od internazionale: dal risotto allo zafferano, all’osso buco o alla paella. Gustoso, ricco di calorie, saporito, nutriente è quasi un piatto “unico”, come in epoca contadina, 79



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quando gli ingredienti erano reperiti direttamente dall’orto, dalla campagna e dal cortile familiare. Pur essendo un piatto sostanzialmente “povero”, resta l’emblema di un territorio ricco di prodotti di alta qualità e genuinità. Molte sono le scelte tra i secondi piatti: le carni di bovino, i bolliti misti, accompagnati dal “bagnetto verde”, o gli animali da cortile, oche, galline, conigli, fagiani, le rane fritte: ecco alcuni degli esempi più significativi. Vi sono, poi, dei piatti “simbolo”, che si possono gustare nella nostra zona. Pensiamo all’inimitabile ed inossidabile tapulone o alla casöla, preparata rigorosamente con la verza gelata, arricchita dalle parti meno pregiate, ma assai saporite, del maiale. E che dire dei contorni tipici, magari dimenticati, come la masarada, piatto caldo a base di verdure (patate, polpa di zucchine, cipolle), cotte in un soffritto di pomodoro ed insaporita con salame della duja sbriciolato? Sulla tavola della cucina tradizionale sono presenti, seppur in misura minore, anche i pesci d’acqua dolce: dalle alborelle fritte o i vaironi del Ticino, ai pesciolini in carpione o alla anguilla in umido. Continuando nel nostro menù tipico delle colline novaresi, non possiamo dimenticare il gorgonzola: dolce e cremoso o compatto e dal sapore intenso e leggermente piccante, sempre accompagnato da una calda ed invitante polenta, macinata grossa, come era in uso nei mulini della zona (me ne ricordo uno, in particolare, alla Badia di Dulzago, frazione a sud ovest di Bellinzago, sui dossi morenici, a ridosso del fiume Terdoppio, in NOI - FEBBRAIO 2013

prossimità di alcuni fontanili). Probabilmente siamo tradizionalmente “deboli” nella proposta di dolci: il più tipico ed antico sembra essere il Busarö, confezionato con la pasta del pane e l’uva americana, molto raro ormai. Nel mio peregrinare alla ricerca di prodotti di nicchia e della tradizione, ne ho trovato uno cucinato come si faceva “una volta” nella panetteriapasticceria di Claudio Galfrascoli, a Marano Ticino, che lo produce ancora secondo l’antica ricetta. Sicuramente più conosciuti ed apprezzati sono i Brutti ma Buoni, deliziosi e fragranti dolcetti tipici borgomaneresi (la prima ricetta risale, verosimilmente, al lontano 1869), realizzati con mandorle, zucchero, albume, farina ed aromi naturali. Questi piatti, unitamente ad altri più comuni e frequenti, testimoniano come la nostra zona riesca ad offrire una buona gamma di prodotti, di gusti, di sapori, che sicuramente sanno attirare, sempre più numerosi, golosi ed appassionati. Anche attraverso la buona tavola, infatti, si valorizza in modo concreto un territorio che ancora non è giunto alla piena consapevolezza della propria vocazione turistica. Riccardo Franchini NOI 03.09

La paniscia

La paniscia è un tipo di risotto diffuso tra Piemonte e Lombardia, con alcune varianti locali. Si ipotizza che il nome derivi da panìgo, una varietà povera di miglio, con il quale veniva cucinato questo piatto prima della diffusione del riso. Tuttavia mancano fonti sicure in questo senso. Il miglior abbinamento è con un vino rosso fermo delle Colline Novaresi. Ingredienti gr 360 di riso gr. 50 di burro gr. 50 di lardo gr. 70 di cotenne di maiale 1 salame 2 etti di fagioli freschi borlotti 1 cipolla 1/2 cavolo verza 1 carota 1 gambo di sedano 1 cucchiaino di salsa di pomodoro 1 bicchiere di vino rosso sale e pepe. Preparazione Bollite in abbondante acqua salata per tre ore circa tutte le verdure tagliate a pezzi, tranne la cipolla e le cotenne. Soffriggete con il lardo tritato la cipolla affettata sottile, metà del burro, il salame tagliato a pezzettini. Aggiungete al soffritto il riso, mescolate e poi versate il vino. Fatelo evaporare, quindi abbassate la fiamma e aggiungete a poco a poco tutto il brodo con le verdure. Quindi portate a cottura il riso. Terminata la cottura aggiungete al risotto il burro rimasto e spolverizzatelo di pepe. Servite senza aggiungere formaggio. 81


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Le ricette di Emi di Emi Guidetti

Buongiorno a tutti! Arriva Carnevale ed ecco per voi una simpaticissima ricetta, molto d'effetto e molto golosa. Una ricetta abbastanza semplice, che potete preparare in casa per stupire i vostri ospiti. Provatela e .. buon appetito! Emi

Torta Arlecchino È arrivato il tempo di festeggiare Carnevale, ed in questo periodo può essere simpatico organizzare cene o feste in allegria. Per creare un ambiente allegro basterà usate molto colore in tavola, preparare ricette saporite e decorare l'ambiente con decorazioni ad effetto. Ora passiamo alla ricetta che ho scelto per voi, una torta colorata con un effetto strabiliante.

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Ingredienti per 6 sei persone • 150 gr. di zucchero • 200 gr. di farina 00 • 1 dl. di olio di semi • 3 uova • 1 cucchiaio di cacao amaro • 2 cucchiaini di lievito vanigliato • colorante alimentare rosso e verde • zucchero a velo colorato rosa, giallo e verde • 80 ml. di latte fresco • Sale

Preparazione Rompete le uova, separando i tuorli dall’albume. Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale e zucchero, incorporateli gradualmente a cucchiaiate al composto, mescolando con un movimento dal basso verso l'alto. Dividete il composto in quattro parti. Stemperate il cacao con poche gocce d'acqua e aggiungetelo alla prima parte.Unite il colorante verde alla seconda e quello rosso alla terza, seguendo le istruzioni sulla confezione del prodotto colorato. Lasciate la quarta parte al naturale.Versate un cucchiaio di impasto al centro dello stampo, foderato con carta da forno bagnata e strizzata, poi proseguite aggiungendo al centro, man mano, un altro cucchiaio di impasto di colore diverso e procedete allo stesso modo, alternando i colori, fino ad esaurire i quattro composti. Mettete la torta in forno già caldo a temperatura di 180°C per 30 minuti, quindi lasciatela riposare in forno per altri 10 minuti. Fatela raffreddare, spolverizzandola poi con gli zuccheri a velo colorati, alternando le strisce di colori. Infine servitela ai vostri amici!!! Tanti saluti da EMI. NOI - FEBBRAIO 2013


E quando tutti i giorni diventano uguali è perchÊ non ci si accorge piÚ delle cose belle che accadono nella vita ogniqualvolta il sole attraversa il cielo. dal libro "L'alchimista" di Paulo Coelho

A LC HIM I S T A il ristorante

L'Alchimista ristorante

Oleggio Castello (NO) - Via Vittorio Veneto, 53 Tel. 0322 53255 - 339 3776370



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