NOI Magazine - Marzo 2014

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Noi

Anno VI - N° 3 Marzo 2014

IL PUNTO CATTIVI PENSIERI ECONOMIA TERRITORIO ARTE LETTERATURA

NOI a tavola!

Outlook Mercati

Cosa è successo a Febbraio? Analisi dei mercati finanziari internazionali e di quello italiano

MIRACOLOSO AVOCADO

Senza impresa non c'é ripresa



Noi

Anno VI - N° 3 Marzo 2014

IL PUNTO CATTIVI PENSIERI ECONOMIA

sommario

TERRITORIO ARTE LETTERATURA

NOI a tavola!

Outlook Mercati

4 CATTIVI PENSIERI

26 LETTERATURA

8 IL PUNTO

27 NOI A TAVOLA!

Cosa è successo a Febbraio? Analisi dei mercati finanziari internazionali e di quello italiano

MIRACOLOSO AVOCADO

Senza impresa non c'é ripresa

a tavola!

12 ECONOMIA Supplemento a NOI di Marzo 2014

N° 3 - Marzo 2014 Autorizzazione Tribunale di Novara n. 372 del 15.12.2008 Direttore Editoriale Marco Trivelli Direttore Responsabile Giuliano Ladolfi Hanno collaborato a questo numero:

14 OUTLOOK MERCATI 18 TERRITORIO 20 ARTE

Il mensile del buon gusto italiano

Fondue di arte casearia Cucina sensuale

MIRACOLOSO AVOCADO In tavola un concentrato di salute

Andrea Baiardi Daniele Bevacqua Giulio Greco Gabriele Rossi Giuseppe Tortomasi Mark Welner Grafica e impaginazione CENTROMEDIA Editore e Pubblicità CENTROMEDIA 28024 Gozzano (NO) - Italy Via Cervino, 13 info@centromediaitalia.com

Tutti i diritti riservati. È vietata e perseguibile civilmente e penalmente ai sensi della legge sul diritto d’autore ogni forma di riproduzione dei contenuti di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione dell’Editore. Giudizi, opinioni, notizie riportate negli articoli firmati o siglati impegnano esclusivamente gli autori. L’editore declina inoltre ogni responsabilità per la pubblicazione di materiale fotografico fornito direttamente o tramite commissione a terzi da enti, società e privati che ne abbiano palesato il pieno e legittimo possesso senza porre vincoli alla sua diffusione.

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CATTIV di Giuliano Ladolfi

«Ho sbagliato tutto nella vita. Lo ammetto, me ne pento, ma ormai è troppo tardi». Sconsolato sono giunto a questa conclusione dopo aver assistito a una lezione sull’“arte povera”, tenuta da un professore di grande spessore culturale (sia detto questo con grande stima e senza ironia nei suoi confronti) che mi ha aperto la mente sull’argomento. L’oratore ha mostrato corde attorcigliate, resistenze, pacchetti di giornali e ha chiarito che la grandezza di queste opere sta nell’idea, nella forza della provocazione. Dal momento che idee strampalate e bislacche non mi sono mai mancate, non ho potuto trattenere la suddetta espressione. Poi ho riflettuto che stiamo smantellando il garage di mia mamma, dove riponeva il ciarpame che non voleva in casa e mi sono riconfortato: «Riuscirò a combattere la crisi economica familiare con il tubo rotto del lavandino e con la cassetta degli attrezzi che usava mio papà?». Chiedo ai galleristi che leggeranno queste righe di mettersi in contatto con me perché sto scrivendo un trattato sul “tubo” come elemento aggregante di una società che Zigmunt Bauman definisce “liquida” (pensate alle implicazione gnoseologiche del contenimento della liquidità tramite aporie fondanti!!!) e la metafora del secondo Wittgenstein sulla cassetta linguistica (il martello potrebbe essere il verbo, il cacciavite il pronome, la lima poi spalancherebbe tutto il discorso sulla fun-

zione jackobsosoniana dell’uso poetico del linguaggio: che scorpacciata speculativa!). Costi delle opere: 20.000 euro per il tubo, da versarsi in denaro liquido (per rimanere in tema); 50.000 per la cassetta degli attrezzi da riporre in cassetta di sicurezza. Ultima osservazione: mi è spiaciuto che l’opera del cameriere che quella serata serviva il rinfresco sia andata perduta: aveva composto un capolavoro dal titolo dantesco “Color che son sospesi”. Riguardava tutta la tematica teologica sul “Limbo” dal Medio Evo a oggi. Opera fantastica da lasciare a bocca aperta (per bere): il tappo dello spumante sorretto dal filo di ferro appeso alla parete!!! La forza concettuale non mancava! Si asserisce da parte dei critici che un'opera singola non può essere considerata arte, perché è importante un percorso concettuale. Risultato: il cameriere non ha composto un'opera d'arte, ma mia mamma sì, perché durante tutta la vita ha tenuto la casa in ordine sistemando in garage quanto non serviva più!!! Mentre rivedo questi appunti per mandarli in stampa, giunge la notizia che un'inserviente di Bari, nel pulire un locale adibito a esposizione di arte contemporanea ha gettato nella spazzatura un capolavoro... Gesto profetico! La signora senza dubbio possiede un gusto estetico superiore alla maggior parte dei critici contemporanei e ha collocato NOI - MARZO 2014


VI pensieri l'opera al posto giusto, dove appunto dovrebbe essere collocata la maggior parte delle opere consorelle, compresi gli escrementi di Piero Manzoni. Che poi tali lavori si vendano a prezzi stratosferici, all'arte in se stessa poco importa. Del resto anche i lingotti d'oro possiedono grande valore, ma non pretendono di essere collocati (per quanto ne sappia, ma potrebbe essere un'altra favolosa idea... pensiamo solo alla concettualizzazione del prezioso metallo lungo i secoli e al suo valore simbolico) nei musei. Siamo giunti ad un punto veramente miserevole se consideriamo “arte” accozzaglie di questo genere! - - - - Mi si permetta un cattivo pensiero: il problema della gioventù non riguarda la gioventù stessa, ma i loro genitori. Durante la mia carriera di docente e di dirigente scolastico ho incontrato persone meravigliose, ma anche persone meno meravigliose, sindacalisti dei figli, incapaci di affrontare l’evidenza. «Preside, nessuno mi ha detto che mio figlio sarebbe stato bocciato». «Signora, le ho telefonato io stesso poco più di un mese fa!». «Sì, ma un’insegnante nel mese di febbraio ha detto a mio figlio: «Dai, impegnati, puoi farcela e lui si è adagiato perché pensava di essere promosso». E questo è solo un esempio. NOI - MARZO 2014

Talvolta usano sistemi più scientifici, come quello di portare al 31 di maggio (31 di maggio, non è un errore di battitura) una diagnosi di dislessia citando la scuola al TAR perché durante il precedente anno scolastico non ha adottato gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge. Quando, poi, si esordisce con la fatidica frase: «Io non sono una mamma che difende il figlio, ma…», state sicuri che vi sorbirete un’arringa vera e propria con tanto di pubblico ministero e di atto di accusa. Sovente si sente ripetere: «Mio figlio a casa sa la lezione…». Nessuno mette in dubbio la veridicità dell’affermazione, ma pretendere che l’insegnante sappia quello che avviene in famiglia mi sembra eccessivo. E poi, nel momento di scegliere la scuola superiore, scelta importante, che richiede una conoscenza del tipo di intelligenza, dello stile di apprendimento, dell'inclinazione professionale del figlio, ci si salva con la fatidica frase: «Io non lo/a obbligo, lascio scegliere a lui/lei». Certo non si deve obbligare nessuno, ma...i tempi sono cambiati e una volta la capacità di discernimento la usavano i genitori. Ora la moda è cambiata: è passata ai figli. Spero proprio che ne facciano miglior uso. - - - - -

Grande scalpore: il Comitato ONU per i diritti dei bambini si è scagliato contro il Vaticano, il quale non avrebbe adottato le misure necessarie contro i preti pedofili. A parte il fatto che gli ultimi Papi non hanno mai sottovalutato la questione, viene richiesta anche una revisione in materia di aborto. Da una parte si intende difendere i bambini e dall’altra si critica chi lotta per salvare loro la vita, perché per un cattolico la vita inizia al momento del concepimento e non allo scadere delle 24 ore del novantesimo giorno. Si organizzano conferenze, giornate, incontri per la pace e poi si considera lecito e auspicabile uccidere chi non si può difendere. Mirabile contraddizione della modernità! Del resto, la Rivoluzione Francese, vessillo degli immortali princìpi di libertà, uguaglianza e fraternità, non ha forse perpetrato in Vandea uno dei più efferati genocidi della storia moderna? Non ha forse mandato alla ghigliottina preti, suore, oppositori? ... sempre in nome della libertà s'intende. Ma di questo non bisogna parlare, come non bisogna parlare che nella patria della libertà, la Francia, è vietato portare in pubblico un segno della propria fede. - - - - Foibe: giornata del ricordo!!! Sono stato in quei luoghi, ho visto le foibe, ma non 5


CATTIV di Giuliano Ladolfi

riesco nemmeno lontanamente a immaginare quello che hanno potuto soffrire le popolazioni cacciate dalla Venezia Giulia. Eppure altrettanto penoso e gravoso come un macigno sulla nostra storia è il silenzio che ha circondato la vicenda per quasi cinquant’anni, quando era “vietato” parlare di argomenti del genere, come delle purghe staliniane e del silenzio di chi le conosceva. Personalmente non mi sono meravigliato. Molto presto ho capito la situazione. Durante il periodo militare (Anni Settanta) si parlava di terrorismo, di gambizzazione, di espropriazione proletaria e un commilitone, persona istruita e mite, di fronte all’incalzare delle mie domande è giunto alla tragica soluzione dei miei dubbi: «Se un di Destra uccide, è un delinquente. Se un di Sinistra uccide, lo fa per il bene del popolo!!!». «Così va il mondo» diceva Mastro-donGesualdo, ma così va ancora per molti aspetti. - - - - «Se uno assalta una nave è un pirata, tu che assalti i regni sei considerato un grande comandante» così rispose un capopirata ad Alessandro Magno che lo rimproverava di infestare i “suoi” mari. E oggi è forse cambiato qualcosa? Se sbagli a destreggiarti tra leggi, commi, interpretazioni autentiche e non compili

esattamente il 730, sei gettato alla berlina. Se sei capace di grandi manovre finanziarie che affamano interi Stati, sei un grande finanziere. - - - - «E il buco nell’ozono?» i nostri giovani apprendono a scuola e dimenticano subito che lo strato di ozono che ci difende dai dannosi raggi ultravioletti si sta assottigliando. Ma le generazioni più anziane non possono non domandarsi che fine abbia fatto... e non perché si debba sottovalutare il pericolo, ma perché ricordano lo tsunami massmediale che una decina di anni fa si riversava quotidianamente dai telegiornali e dai giornali. Si sta risolvendo? Pare che nel novembre del 2012 il buco abbia raggiunto il livello più basso degli ultimi anni. Si stima che nel 2050 si raggiungeranno le condizioni in cui ci trovavamo nel 1960, ma saranno raggiunte in silenzio: potere della noncomunicazione. - - - - Ho sentito ad una trasmissione radiofonica una notizia strabiliate: «L’Italia potrebbe essere il quarto Paese europeo per la produzione di petrolio, dopo Regno Unito, Norvegia e Olanda». «Sogno o son desto?» mi sono chiesto. Dicono che la Basilicata e altre zone, tra cui NOI - MARZO 2014


VI pensieri il Piemonte, conservino nel sottosuolo riserve tali da coprire il 15% del fabbisogno energetico nazionale. Caro lettore, tieni segreta questa notizia: non deve trapelare. Pensa a che succederebbe se un Governo intendesse sfruttare questo tesoro e dare lavoro a un gruppo consistente di connazionali! E la tutela del paesaggio? E il pericolo di inquinamento? Si veda solo quanto sta succedendo per la TAV. Non intendo con questo sottovalutare i pericoli, ma non potremmo anche operare in modo corretto al fine di limitare al minimo i danni ambientali? Sono certo che non sarà possibile e continueremo a pagare a caro prezzo il petrolio straniero come avviene per l’energia prodotta dalle centrali nucleari: si trovano al di là del nostro “orticello” e la importiamo a costi elevati, dopo aver speso consistenti somme per costruire impianti nucleari (nel 1960 eravamo secondi al mondo dopo gli Stati Uniti) e dopo aver speso consistenti somme per smantellarli. E poi dicono che non ci sono più soldi! - - - - Lo Stato ha ammainato la bandiera della resa: non riuscendo a vincere la battaglia contro i narcotrafficanti, si avanzano proposte di legalizzare le droghe leggere. Fanno bene? Fanno male? I pareri degli operatori del settore sono NOI - MARZO 2014

unanimi in senso negativo. E allora come portare avanti la proposta? Si paragonano le droghe leggere all’alcol oppure si porta il discorso sui narcotrafficanti. Del resto, l'argomento più convincente sostenuto durante la campagna referendaria pro aborto sosteneva che lo si era legalizzato per combattere l’aborto clandestino. E allora perché non legalizzare la mafia? Si potrebbero tassare i proventi dei pizzi con una SuperIva del 30%. Ci potremmo permettere anche il lusso di pagare le mutande e le cene dei politici. Mi si risponderà che si tratta di situazioni totalmente diverse? Certo, sono molto diverse. Ma, aggiungo io, in base a quale principio sono diverse? Quale elemento del diritto può “fondare” il concetto di bene o di male? La legge dello Stato? Allora anche le leggi razziali naziste e fasciste erano “buone”! Il rispetto per la dignità della persona umana? Il “non far del male a nessuno”? E allora l’aborto, neppure se ammesso dalla legge, può essere definito “diritto” perché è soppressione di una vita umana e neppure l’uso di droghe leggere può essere definito “bene” sia perché apre le porte (certo non per tutti) all’uso delle droghe pesanti, danneggia il cervello e non aiuta la persona ad affrontare la realtà. Mi ricordo la confidenza di un ragazzo condotto in una comunità di recupero perché fumava spinelli. Il dottore, cui egli aveva risposto che gli spinelli non fanno

male, che fa più male una sigaretta, che danneggia maggiormente l’alcol, lo consigliò: «Guarda quella ragazza che stasera si siederà vicino a te, ha tre mesi di vita; guarda quel ragazzo che ti starà di fronte, a lui non sono concessi più di cinque mesi. Loro hanno ragionato come stai ragionando tu». Non intendo certo dire che chiunque abbia fatto uso di droghe leggere sia passato alle droghe pesanti, ma tutti quelli che fanno uso di droghe pesanti, hanno incominciato con le droghe leggere «Tanto poi mi fermo! Io mi so dominare» ci si convince e si cade nel precipizio. Legalizzate, gente, legalizzate! - - - - Scelta di vita da parte dei bambini: il Belgio ha approvato la legge per l’eutanasia infantile. Che cosa non possono i ragionamenti? Basta sostenere che a 4 o 5 anni si sia in grado di decidere il proprio futuro perché gli adulti si sbarazzino di fardelli che non vogliono sopportare. Ma, a pensarci bene, che differenza esiste tra un bimbo sotto i 90 giorni di vita e un bimbo sopra i 90 giorni? Una differenza di tempo e non di sostanza. E allora non scandalizziamoci troppo. Tra poco tempo qualche gruppo anche in Italia avanzerà la stessa proposta di legge e troveremo giustificazioni per approvarla.

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IL PUNTO

IL PUNTO di Marco Zacchera

RENZI PARTE MALE

Non è corretto giudicare Renzi prima che si confronti con i fatti, ma la composizione del nuovo governo mi lascia molto perplesso. Vedo soprattutto una sapiente alchimia tra le diverse anime del PD che esprime il 75% dei ministri e - mentre furoreggiano gli applausi per le tante donne e i giovani di governo - mi permetto di osservare che la “qualità” non sembra davvero eccelsa. Tutti i “big” sondati hanno dato forfait e alla fine all’Economia è andato un Padoan discutibile nei suoi rapporti con le banche d’affari e agli Esteri la graziosa (e sconosciuta) on. Federica Mogherini responsabile esteri del PD di pressoché nessuna esperienza internazionale anche se – leggiamo – fa addormentare le due figlie ogni sera al suono della musica di “Bella Ciao”. Se penso che per farle posto è stata cacciata senza neppure un “grazie” Emma Bonino, unanimemente apprezzata in tutto il mondo, ottima interprete della crisi siriana,

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persona integerrima e di grande esperienza (che serve nelle difficili partite di politica estera!) mi sembra che veramente siamo fuori strada. Auguri comunque al Matteo nazionale, ma io su 4 anni di durata di questo governo non ci scommetterei 10 centesimi e soprattutto non vedo nulla di sostanzialmente diverso dal governo Letta se non un nuovo accordo con Berlusconi per un sistema elettorale che riempirà ancora una volta il Parlamento di “nominati”. Certo c’è l’ “immagine”, sempre questa “immagine” che segue passo passo il correre di Renzi, ma visto che con l’immagine alla fine non ci si inzuppa il pane né si risolve la crisi vedremo come Renzi effettivamente se la caverà su queste cose serie.

IL SUICIDIO DI EDUARDO

Nell’ultimo anno 149 persone si sono suicidate per motivi economici, ultimo il panettiere napoletano Eduardo De Falco che si è tolto la vita due giorni fa a Casalnuovo

(NA) dopo che gli ispettori del lavoro l’avevano denunciato per la collaborazione “non in regola” di sua moglie nella gestione della sua panetteria-pizzeria e – leggiamo dalle cronache – il conseguente spettro di 10.000 euro di multa, terza pendenza con Equitalia in pochi mesi.. Mi chiedo se quegli inflessibili ispettori (che hanno lo stipendio assicurato) si siano posti anche nei panni di quel poveretto e di milioni di italiani che hanno una qualsiasi attività e non sanno dove sbattere la testa. Le leggi vanno osservate, si dirà, ma COME vengono rispettate e DA CHI? Quegli ispettori hanno mai fermato e multato qualche extracomunitario che nelle vie di quello stesso quartiere vendeva merce di contrabbando o taroccata? Hanno minimamente infastidito una delle centinaia e centinaia di aziende legate alla camorra, al riciclaggio, al contrabbando, all’importazione illegale di tutto che pullulano a Napoli? Hanno letto i giornali che dicono come

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IL PUNTO

nella stessa Napoli NON vengono pagati il 50% dei tributi comunali e il comune dell’ex p.m. De Magistris è alla bancarotta? Quegli ispettori (o i loro colleghi toscani) sono mai passati a verificare le centinaia di imprese-ombra di Prato e delle varie Chinatown, oppure hanno quasi sempre fatto finta di non vedere? Forti con i deboli e deboli con i forti? Ogni giorno assistiamo impotenti a centinaia di aziende che vorrebbero lavorare ma sono tiranneggiate da norme vessatorie, incomprensibili, costose, spesso impossibili da seguire. Tra spresal, NAS, ASL, ispettori del lavoro, Guardia di Finanza, ecc.ecc,. tutto si stringe sempre intorno a chi cerca legalmente di lavorare e magari non ce la fa a rispettare qualche norma ma non contro la miriade di chi invece continua impunemente a non seguire le leggi, ma la fa sempre franca. Quanti di noi non hanno dato una mano ad

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una propria azienda famigliare (o la danno tuttora) nel disperato tentativo di poter risparmiare sacrificandosi per tenere aperta una saracinesca, un’aziendina, una ditta artigiana? È un reato? Certo! Ma è anche per uno stato di necessità perché tutte le tasse devi pagarle “comunque” e indipendentemente dai servizi (non) ricevuti o dal reddito che spesso non c’è. De Falco è il simbolo di un’Italia perbene che si schianta, che non ha la sicurezza di milioni di dipendenti pubblici, è l’altra faccia di una Napoli dove l’80% degli esercenti risulta non emettere regolarmente gli scontrini fiscali, ma continuano a farlo impunemente. Ma come si può pretendere che il paese si rilanci se ogni iniziativa è bloccata, tartassata, abbattuta prima dalla burocrazia e poi dalle tasse? Forse il primo gesto di Renzi poteva essere quello di partecipare al funerale di questo povero panettiere napoletano per dare una

speranza e dire semplicemente agli italiani “Mi impegno per più equità, rigore ma comprensione, leggi che si possano osservare e non fatte per abbattere, strutture pubbliche più snelle, responsabili, umane”. Un programma sobrio, semplice e comprensibile, ma Renzi - e con lui tantissimi altri politici - per persone come Eduardo De Falco non hanno mai tempo.

ITALIANI NEL MONDO ?

Non risulta nel nuovo governo né un ministro, né un vice-ministro, ma al più vi sarà solo il solito sottosegretario ad occuparsi “part-time” degli Italiani nel Mondo che rischiano di contare sempre di meno, ormai prossimi allo zero. Dura e assurda realtà e va sottolineata l’iniziativa di protesta di “Cicero” che per martedì 25 vorrebbe raccogliere a Roma la protesta delle associazioni e dei portavoce dei nostri connazionali all’estero per questa sottovalutazione dei loro problemi. (segue)

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IL PUNTO

MARO’

Ma secondo voi, se l’Italia fosse un paese serio, al 37° rinvio del processo ai nostri due marò non potrebbe organizzarsi per “prelevare” i nostri due militari in India e riportali in Italia con un po’ di furbizia e discrezione? Pensate se fosse successa una cosa simile a due militari di qualche altro stato, magari soldati israeliani… Quando poi i nostri due fucilieri fossero stati riportati a casa li si metteva comunque a disposizione della Magistratura indiana, ma intanto tenendoli qui (che era poi l’opinione del ministro Terzi due anni fa, ma fu costretto a rinunciare). Una soluzione “pratica” che forse farebbe comodo pure agli indiani che, dopo qualche strepito, metterebbero il silenzio sulla questione, seppellendola nella polvere anziché portarsi dietro un problema controverso e che tale comunque resterà per anni, perdendo la faccia a livello internazionale Ma noi siamo così “buonisti” da farci prendere per i fondelli a tempo indeterminato: che paese… Ecco il primo caso in cui vedremo la “stoffa” della neo-ministro Mogherini.

I BUONI E I CATTIVI: MADURO E IL VENEZUELA

Per la nostra informazione i “buoni” sono di solito i progressisti e i “cattivi” quelli contro la sinistra. Così in Italia minimo spazio viene dedicato al VENEZUELA che dopo anni passati sotto il tallone di un pazzo furioso come Chavez (ma che aveva almeno un proprio personale carisma) va ora al disastro con il suo delfino Maduro. Ci volevano i morti

per le strade di Caracas per far emergere le notizie venezuelane in fondo ai TG italiani di minore audience, dimenticando che il Venezuela è da sempre un paese legato all’Italia e dove vivono tanti nostri connazionali. Un paese sull’orlo della guerra civile, ricco ma economicamente distrutto, scosso da dimostrazioni di protesta in ogni città contro la dittatura bolivariana. Immaginate se Maduro fosse stato un gringo destrorso quanti interventi e quanti pianti si sarebbero levati da quel certo mondo melenso tutto pace & libertà (ma sempre a senso unico). UN SALUTO A TUTTI !

Noi m a g a z i n e

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LASCIAMO CHE SIA IL SORRISO DEI NOSTRI OSPITI A PARLARVI DI NOI

Residenze per anziani in Piemonte

Il calore di un’atmosfera familiare e la certezza di assistenza medica e riabilitativa adeguata per anziani autosufficienti e non autosufficienti, anche per soggiorni temporanei. È questo che garantiamo ai tuoi cari: competenza, attenzione e ascolto costanti. Vieni a trovarci in una delle 15 residenze piemontesi convenzionate, è il modo migliore per comprendere come si vive da noi.

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ECONOMIA

SENZA IMPRESA NON C'È RIPRESA Nell'ambito della riunione straordinaria sulla situazione economica tenutasi il 13 Febbraio a Torino, l'intervento di Fabio Ravanelli presidente AIN Novara Buongiorno a tutti. Sono Fabio Ravanelli, presidente dell’Associazione Industriali di Novara, una provincia cui questi cinque anni di crisi hanno fatto perdere il 10,2% della produzione manifatturiera, pari a 244 milioni di valore aggiunto. Qualcuno, confrontando i dati, potrà osservare che il nostro territorio ha resistito meglio rispetto alla media regionale, soprattutto in termini di calo del reddito (“solo” il 5,1%). Credo che questo sia dovuto alla forte diversificazione produttiva che caratterizza il Novarese, e che nelle fasi di crisi funge un po’ da “paracadute” rispetto ai crolli veri e propri che si sono registrati altrove. Nonostante questo, ritengo però che l’8,7% di calo del Pil e, soprattutto, i quasi 46 milioni di ore di cassa integrazione cumulate in un quinquennio, con un incremento del 176,6% medio annuo rispetto ai valori pre-crisi, siano un prezzo abbastanza alto da pagare anche per la nostra zona, e le cui conseguenze sul piano sociale sono ancora lontane dal trovare soluzioni adeguate. Anche per questo motivo, nel mio intervento vorrei porre l’attenzione su due problemi la cui soluzione è per il mondo imprenditoriale - che in questo caso si ritrova in perfetta sintonia con quello

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dei lavoratori dipendenti - davvero fondamentale, non solo per garantire maggiore competitività al sistema manifatturiero, ma anche per consentire un maggiore compenso a chi lavora, e in particolare a chi lo fa bene: la riduzione del cuneo fiscale e quella dei costi, ormai quasi insostenibili, che gravano sulle attività di produzione. Riteniamo che questo risultato possa essere raggiunto attraverso due soluzioni molto concrete: l’eliminazione del costo del lavoro dall’Irap e la detassazione del salario di produttività. Punto 1: eliminazione progressiva, entro il 2020, del costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap. La riduzione del costo del lavoro, come tutti sanno, anche perché lo ripetiamo in ogni occasione, è prioritaria per le nostre imprese. Il costo del lavoro in Italia è ormai estremamente oneroso, non solo per le aziende che si rivolgono ai mercati internazionali, ma anche per quelle che operano su quello interno. L’Irap, come è noto, grava soprattutto sul costo del lavoro e per questo motivo è sempre stata invisa al mondo produttivo, fin dalla sua introduzione. La riduzione della sua incidenza è quindi fondamentale in una fase di emergenza, anche occupazionale, come l’attuale.

Il gettito Irap in Italia è oltre i 30 miliardi, di cui 20 provenienti dai privati, con un impatto fortissimo sul lavoro e minimo sugli interessi passivi e sugli utili. È quantomeno singolare che un Paese come l’Italia, privo di materie prime e focalizzato sulla fase di trasformazione quindi con una forte rilevanza del “fattore lavoro” - imponga tasse così elevate su un aspetto tanto strategico. Detto in sintesi: è assurdo pensare che chi più assume deba pagare più tasse. L’Irap, inoltre, è una tassa che, per come è stata strutturata, tende ad amplificare gli effetti della crisi. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate nei primi 11 mesi del 2013 le entrate le-

I COSTI DELLA CRISI PIL VA industriale Reddito reale

Incremento ore di CIG 2008-20

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ECONOMIA

gate all’Irap sono aumentare del 10,8%. Punto 2: potenziare e rendere strutturale la detassazione e la decontribuzione del salario di produttività. Oggi le soglie della retribuzione soggetta a detassazione e i parametri della retribuzione che gode degli sgravi contributivi sono soggette a indicatori e termini di valutazione completamente diversi tra loro. Questo fatto rende molto complicato, e a volte del tutto aleatorio, fare qualunque previsione sulla reale incidenza di questi istituti sulla dinamica del costo del lavoro e sulla quantità dei benefici, in termini di retribuzione netta, che percepisce ogni lavoratore.

Sono quindi necessari sia una semplificazione sia una maggiore certezza di questi istituti, perché si sta perdendo il collegamento proprio con quella produttività del lavoro che era alla loro origine. Oggi, infatti, solo il 5% dello stipendio è legato alla politica retributiva aziendale basata sui risultati e sul merito. Senza interventi su questo fronte, in Italia continueremo a spendere, per ogni 100 euro in più di salario lordo, 45 euro per effetto dei contributi e per gli accantonamenti del trattamento di fine rapporto. In Germania, invece, per garantire gli stessi 100 euro lordi un’azienda spende solo 22 euro in più. Questo significa che gli aumenti salariali nel nostro paese, a parità

di importo, sono molto più onerosi che in Germania, e che i nostri lavoratori sono destinati a pagare per primi il prezzo di questa sperequazione. Mi fermo qui perché credo di avere dato un contributo sufficiente, e soprattutto concreto, a delineare soluzioni che sono “a portata di mano” per chiunque, all’interno del mondo politico e istituzionale, creda davvero che fare impresa e creare lavoro debba essere ancora possibile, anche in Italia… Attendiamo, come sempre, la prova dei fatti. Grazie.

AT milioni di euro -286 punti perc. -5,6% milioni di euro -229 punti perc. -20,4% milioni di euro -422 punti perc. -10,5% milioni di ore 24,6

AL -549 -4,9% -406 -16,5% -1.214 -13,8% 47,8

BI -477 -9,4% -318 -23,2% -549 -12,9% 21,6

CN -1.383 -8,0% -593 -15,0% -1.228 -10,2% 57,1

NO -849 -8,7% -244 -10,2% -326 -5,1% 45,9

TO -7.451 -11,6% -1.728 -13,5% -4.101 -8,5% 393,4

VCO -349 -9,5% -174 -20,8% -309 -11,1% 15,2

variaz. media annua (rispetto ai valori precrisi)

164,3%

34,0%

639,5%

176,6%

291,2%

513,6%

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465,0%

VC PIEMONTE 290 -12.684 -6,0% -10,4% -198 -3.890 -16,9% -14,9% -372 -8.521 -10,0% -9,4% 26,9 632,5

361,6%

268,3%

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OUTLOOK MERCATI

i t a c r me Outlook

a cura di Giuseppe Tortomasi Daniele Bevacqua

Cos'è successo a Febbraio Febbraio ha fatto meglio della sua statistica e i mercati hanno ripreso i livelli di dicembre, addirittura segnando in America il nuovo massimo storico per SPX. L’accoppiata Marzo/Aprile ha un’ottima statistica, quanto a performance media. Intanto le obbligazioni della periferia europea hanno continuato ad apprezzarsi in un sistema che sembra sempre più convinto del risk off. Nonostante la buona intonazione del mese, sembra di vedere una certa stanchezza nella corsa dell’equity, forse è arrivata l’ora di una pausa. Ecco la domanda di Marzo: Quali mercati conviene seguire per il mese di Marzo e dove sarà possibile ricavare la performance nei prossimi mesi, specie se da marzo potrebbe partire una fase di consolidamento dell’equity? QUALITÀ DI FONDO E FORZA RELATIVA Una gran parte del lavoro dell’Ufficio Studi di Sofia sta nella ricerca di asset di investimento di qualità. Studiamo come investire la liquidità in asset che abbiano caratteristiche di valore e di stabilità, cercando di comporre portafogli in cui il rischio sia accettato e controllato allo stesso tempo. Il fatto che una classe d’investimento sia prezzata correttamente e quindi rappresenti un investimento di valore, tuttavia, non è condizione sufficiente perché noi si decida di comprarla. In realtà, spesso si presentano occasioni di investimento che sono sicuramente interessanti e all’apparenza sembrano opportunità irrinunciabili. Ma talvolta mancano di una caratteristica: non attraggono i flussi di investimento. Manca un catalizzatore a questi investimenti, quel qualcosa in grado di trasformare un’idea d’investimento di valore, in un buon affare. Comprare qualcosa senza un catalizzatore di crescita vuol dire rischia14

re di trasformare i nostri investimenti in dead money, denaro morto. Questo concetto vale sia al rialzo che al ribasso, naturalmente (anche se noi investiamo solo al rialzo). Spesso leggiamo analisi di grande valore concettuale che hanno come obiettivo quello di indicarci una debolezza strutturale dell’economia e molte ragioni per cui dovremmo stare liquidi e non investire. Ma i mercati continuano a salire. Vuol dire che il catalizzatore del ribasso ancora non si è manifestato. Secondo noi, quello che mostra chiaramente che il catalyst è vicino o addirittura presente è l’analisi dei flussi che spingono i prezzi. Quest’analisi è comunemente nota come analisi tecnica ed è il modo con cui si capisce se le nostre idee d’investimento sono giuste non solo in teoria, ma se sono condivise anche dal mercato. Perché noi non facciamo accademia, ma gestione, e solo il fatto che il mercato condivida le nostre analisi mandando i prezzi nella nostra direzione è quello che ci interessa. Inoltre, perché un’idea d’investimento sia giusta, è necessario che il mercato la appoggi in un tempo ragionevole. Secondo noi il fatto che un giorno, prima o poi, i mercati saliranno dopo una discesa o scenderanno dopo una salita è una cosa ovvia, che operativamente è del tutto priva di interesse. Se un’idea è buona lo deve dimostrare in un tempo ragionevole, un tempo che non dovrebbe superare qualche settimana di attesa fisiologica. Se nel tempo che passa il mercato non si accorge della nostra idea, vuol dire che la storia che abbiamo immaginato non è buona o forse che qualcuno sul mercato ha visto una storia diversa e migliore (se supportata dai prezzi) della nostra. Per dirla con i Coldplay “you may be a big fish, in a little pond”: noi non vogliamo correre il rischio che arrivi un pesce più grosso e ci faccia fare una brutta fine. NOI - MARZO 2014


OUTLOOK MERCATI

i t a c r me Outlook

LE OPERAZIONI DI OGGI Quali sono le storie, secondo noi, “buone” in questo momento, quelle su cui ci sembra di vedere nel prossimo futuro arrivare i flussi in grado di generare quell’elemento di catalizzazione in grado di scatenare la magia del rialzo dei prezzi? Ecco le cose che stiamo guardando con interesse perché pensiamo possano dare soddisfazione nei prossimi mesi e i motivi per cui non ci sembra ci sia fretta di comprare. L’Italia La prima storia è quella del nostro Paese. Abbiamo già scritto del MIB e della sua evidente sottovalutazione, legata ad un feeling negativo diffuso su scala internazionale per una situazione politica, economica e sociale fatta di incertezza. Il nostro sistema politico però ha deciso di provare un cambio in corsa, una carta giocata per sparigliare, per provare a fare qualcosa di appealing. Funzionerà? Secondo noi la possibilità che funzioni è alta e una performance positiva sull’Italia ci sembra una possibilità ragionevole nel 2014. L’Italia è già la Borsa migliore tra tutti i mercati della periferia d’Europa quest’anno. Ci sono un paio di problemi da superare però, perché il catalyst si manifesti appieno. Prima di tutto vorremmo vedere quali saranno i risultati dell’Asset Quality Review del sistema bancario nazionale. La nostra idea è che prima di vedere i flussi dei compratori decisi e convinti ad entrare nel Bel Paese, sia necessario aspettare che passino gli aumenti di capitale delle banche e le prossime elezioni europee. Tra gli aumenti di capitale che stanno per arrivare, pensiamo che il più significativo possa essere quello di MPS. Dopo potrà arrivare la luce verde ai compratori. In effetti, l’analisi dei flussi ci mostra che il mercato è arrivato in una fase di stallo, da qui si fa fatica a salire, probabilmente NOI - MARZO 2014

si deve prendere una pausa, ma si deve solo cercare un punto di ingresso che non è detto sia molto lontano dai prezzi attuali. Comunque, nel mese di marzo il rischio che si presentino opportunità di acquisto a prezzi migliori di quelli correnti ci pare reale. Il Giappone L’altra storia che ci piace è quella giapponese. La lasciamo approfondire ai nostri amici di Riverfront che hanno un punto di vista molto interessante sull’argomento. Noi condividiamo la loro positività, anche se pensiamo che per scatenare un nuovo round di QE in Giappone, forse prima sia necessaria qualche altra cattiva notizia sulla ripresa dell’economia giapponese in grado di far partire il supporto ad un nuovo intervento governativo volto a indebolire lo Yen. Prima che questo avvenga è possibile assistere ad un aumento della volatilità sul Nikkei. Quanto alla valuta giapponese, pur rimanendo in trend negativo, lo yen sembra aver attratto di recente nuovi flussi di compratori e quindi, pur restando quella giapponese una storia interessante, non ci pare sia ancora il momento di veder apparire il nostro famoso catalizzatore rialzista. Ecco cosa pensa Riverfront del tema giapponese. “Il Giappone è uno dei mercati più attraenti del panorama globale, secondo le nostre aspettative di rendimento ponderato per il rischio, in un’ottica da qui a dodici mesi”. Questa view non è condivisa dal consensus globale. Ci sono sempre più dubbi sul fatto che il Giappone si impegni ad effettuare le riforme strutturali necessarie ed emergono preoccupazioni sull’imminente aumento delle tasse sui consumi. Per via di questi timori il mercato giapponese è partito in tono minore in questo 2014, specialmente in termini di performance 15


OUTLOOK MERCATI

relativa rispetto ai mercati europei ed americani. Riteniamo che questa sia un’opportunità di acquisto e crediamo che la Bank of Japan, il primo ministro Abe e in generale le aziende giapponesi stiano apprezzando i benefici dell’impegno in termini di politica monetaria allo scopo di ritornare a crescere ed arrestare la deflazione. Dato che ci aspettiamo ulteriore debolezza per lo Yen, abbiamo aumentato la nostra esposizione al Giappone, coprendoci però sul fronte della valuta. Il sistema delle aziende giapponesi è andato incontro ad un forte processo di ristrutturazione: dal 2004 le corporate giapponesi hanno tagliato i costi in quantità sufficiente a triplicare i ricavi, malgrado una crescita economica che si è attestata intorno allo zero. Questo fatto è assolutamente degno di nota. Negli anni ’80 le società giapponesi davano per scontata una crescita economica forte, sostenuta. I ricavi delle aziende crescevano in linea con l’economia, in totale correlazione e le azioni del mercato giapponese salivano più velocemente dei ricavi, sovraperformando il mercato americano. Così come fece il Nasdaq alla fine degli anni ’90, in quel periodo i price – earning giapponesi avevano addirittura superato quota 100. Il mercato azionario giapponese ha sofferto 25 anni di relativa sottoperformance e in questo modo, con la discesa dei prezzi delle azioni e l’aumento dei ricavi, i price – earning delle società giapponesi sono tornati ad essere in linea con quelli del resto del mondo. Con una crescita dei ricavi intorno al 40% nel corso dell’anno passato, il Giappone è stato uno dei pochi mercati del mondo sviluppato a non aver vissuto un’espansione dei multipli nel corso del 2013. A partire dal 1992 i leader dei governi e delle aziende giapponesi hanno evitato di ammettere apertamente che la crescita non sarebbe ripresa. Con il fallimento del governo nell’affrontare la questione del debito delle bad bank e con il rifiuto da parte delle aziende di tagliare i costi, gli utili sono precipitati verso il basso. Il boom globale di fine anni ’90 ha contribuito a fornire un po’ di sollievo fino alla recessione dei primi anni 2000, quando le aziende giapponesi hanno deciso di cambiare direzione. Da allora, nonostante una costante deflazione che ha smorzato ogni velleità di aumento dei volumi dell’economia, gli utili aziendali sono triplicati. La produttività del lavoro giapponese è stata tra le più elevate negli ultimi dieci anni, ma questo non ha aiutato l’economia interna. Un anno fa il governo del neo-eletto primo Ministro Abe ha persuaso la BoJ ad adottare politiche radicali sulla scia dell’espansione del bilancio in stile Fed (Quantitative Easing) per indebolire lo yen, combattere la deflazione e far ripartire la crescita del PIL nominale: le azioni, il mercato immobiliare,

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gli utili aziendali e l’inflazione hanno tutti risposto all’appello. Ora Abe sta incoraggiando le società a condividere alcuni dei loro guadagni con i propri lavoratori, attraverso bonus annuali e accordi salariali. Vediamo molti segni dell’efficacia dell’Abenomics, dall’aumento della fiducia e delle vendite al dettaglio tra i consumatori giapponesi all’aumento della business confidence e della spesa di capitale a livello di aziende. Crediamo che la crescita nominale del PIL aumenterà e si attesterà intorno al 2% nel 2014, ammesso di assistere ad una ripresa del nucleare che permetta una diminuzione delle importazioni energetiche. L’indebolimento dello yen (e, di conseguenza, un apprezzamento del dollaro) è stato critico per innescare il rialzo della borsa giapponese. Crediamo che il dollaro continuerà a crescere rispetto allo yen e che questo aiuterà il Nikkei ad arrivare sempre più in alto: le sfide giapponesi relative alla riduzione della popolazione e al peggior deficit di bilancio di tutto il mondo sviluppato lo richiedono. L’impegno della BoJ verso ulteriori politiche aggressive di espansione del proprio bilancio nel 2014 (unico Paese che ancora si sta muovendo in questa direzione) contribuisce a rafforzare l’ipotesi di un proseguimento della debolezza dello yen. Non crediamo che gli orsi diano abbastanza credito alle società giapponesi per gli sforzi compiuti negli ultimi dieci anni per la propria ristrutturazione e pensiamo che stiano sottostimando la risolutezza dei policymaker nel ripristinare la crescita. Il Giappone ha bisogno di crescere per contrastare il proprio debito a lungo termine e, soprattutto ora che è passato dall’essere un Paese di risparmiatori ad uno con elevato debito, pensiamo che gli sforzi di reflazione proseguiranno”. L’oro e le materie prime In questo caso, ci sembra di poter dire che l’oro si stia rafforzando dopo una discesa pesante dei prezzi (da 1900 a 1200 punti) proprio per merito e grazie al benefico effetto dei flussi di compratori. Identificare la storia dietro al movimento di prezzo è più difficile. Guardando quindi solo ai flussi di acquisto, si direbbe che la fase di discesa sia finita e che (a parte qualche set back che sarebbe occasione di acquisto) ci sia spazio per una nuova fase di rialzo destinata a durare per diversi mesi. Lo stesso si deve notare per le altre commodity. Qualcuno potrebbe ritenere questo un segnale di attesa di ripresa d’inflazione. Secondo noi questa cosa è ovviamente possibile, ma non ci pare esista, in questo contesto, un rapporto di causa effetto così stringente tra la crescita dei prezzi delle materie prime e l’inflazione (ricordate il conundrum di Greenspan?).

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Il dollaro Trade consensus per antonomasia in questo inizio di 2014, comincia a convincerci meno. Anzi, a dire la verità, comincia a non convincerci più. Mentre tutti gli analisti ci tengono a dire che sono long dollar, il greenback è inchiodato da mesi in un range minimo. Tra l’altro sta sotto la sua media a 200 che è il nostro indicatore di trend e la media comincia a scendere. Un rimbalzo è possibile, anzi se un po’ di volatilità dovesse tornare sui mercati, il fatto che il dollaro possa rafforzarsi un po’ nel breve è possibilissimo. Invece, che stia per partire un nuovo bull market sul dollaro ci sembra improbabile. Questa storia comincia a sembrarci vecchia e cominciamo a temere che ci sia qualcuno che ha visto una storia migliore della nostra. Quale sarebbe il catalyst di questo evento rialzista? Un deciso intervento reflazionistico della BCE, proprio prima delle elezioni europee? Sembra improbabile, come sembra improbabile che gli americani accettino di rivalutare il dollaro e si facciano carico di diventare un Paese locomotiva favorendo le importazioni a scapito della loro industria domestica. Un pull back verso 1,34 è possibile, ma poi una crescita verso 1,20 sembra meno probabile di quanto pensassimo mesi fa anche noi. Il tempo sta passando e i flussi non confermano questo scenario.

Conclusioni L’idea di comprare a febbraio si è rivelata interessante. Il mercato è ripartito forte, è tornato sui massimi, ha dimostrato che il Toro è vivo e vegeto. Adesso però ci pare un po’ provato. Immaginare un SPX in grado di arrivare in area 1870 è ragionevole, ma oltre ci pare difficile andare, in questo mese di marzo. Il Vix sta dando segnali interessanti di accumulazione che potrebbero preludere ad una fase di espansione della volatilità in grado di generare turbolenze sui mercati. Anche i nostri Citisurprise confermano una vendita, anche se dobbiamo dire che in particolare in USA il nostro indicatore ha segnalato per mesi una debolezza fondamentale che non è

sembrata interessare affatto il mercato. Infatti SPX ha continuato a salire senza curarsi dei segnali di vendita del Citisurprise. Difficile dire quando (se il mercato comincerà a scendere a marzo) sarà di nuovo il momento di comprare. In generale, diremmo che i mercati più deboli sono e rimarranno gli Emergenti, mentre Europa e in particolare la periferia sono oggi il lato forte dello schieramento. Se a marzo arriveranno opportunità di acquisto a prezzi significativamente più favorevoli, pensiamo sarà il caso di rientrare. Altrimenti se il mercato deciderà di consegnarci una noiosa laterale, pensiamo convenga aspettare che l’Asset Quality Review, gli aumenti di capitale e le elezioni europee facciano il loro corso, mantenendo una quota di cash piuttosto alta e preparandosi a rientrare con calma. Se, lo ripetiamo, invece già a marzo le rotture di prezzo diventassero significative, allora converrà rientrare in acquisto approfittando dell’occasione che si presenterà.

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TERRITORIO

Novaresi in gita al CERN, il Sacro Graal della fisica. Il 16 Novembre 2013, in una soleggiata mattina, decido di partecipare alla conferenza del dodicesimo Premio di giornalismo scientifico "Piero Piazzano". Il titolo del convegno era "Dove va a finire l'infinito?" e dopo quattro ore di interventi illustri, agli spettatori è stata posta la stessa domanda, attraverso un miniconcorso che consisteva nello scrivere dove, secondo loro, ha fine l’infinito. Il premio? Una visita al CERN di Ginevra. E così pronti via, venerdi 28 febbraio alle sei e trenta del mattino parte un pullman di novaresi con a bordo i due vincitori e gli altri partecipanti, tra i quali la sottoscritta. Qui inizia il nostro viaggio alla scoperta della fisica organizzato dal "Premio Piazzano" e coordinato da Guido Piazzano. A spiegare in modo semplice e chia18

ro i misteri della fisica ci hanno pensato due personalità senza dubbio rilevanti del mondo scientifico: la dottoressa Paola Catapano, responsabile dell'ufficio comunicazione del CERN di GINEVRA e il dottor Guido Tonelli, portavoce nel biennio 2010/2011 del CMS, un esperimento portato avanti dal CERN, che riunisce oltre 3000 scienziati provenienti da 42 paesi del mondo e che insieme all'esperimento ATLAS, sempre del CERN, ha guidato la "caccia" al bosone di Higgs. Abbiamo avuto anche la possibilità di visitare l'esperimento CMS scendendo a circa 100 metri sotto il suolo. Questo esperimento fa parte del grande collisore andronico LHC, un tunnel di 27 km di circonferenza, costruito negli anni 80 per ospitare il precedente acceleratore, il LEP. Ricordiamo che anche grazie a que-

sto esperimento è stato trovato il bosone di Higgs che ha portato François Englert e Peter W. Higgs a ricevere l'8 ottobre 2013 il Premio Nobel per la Fisica, con la seguente motivazione: "for the theoretical discovery of a mechanism that contributes to our understanding of the origin of mass of subatomic particles, and which recently was confirmed through the discovery of the predicted fundamental particle, by the ATLAS and CMS experiments at CERN's Large Hadron Collider". Dopo il pranzo alla mensa del CERN tra ricercatori e fisici, nel pomeriggio abbiamo visitato il museo del CERN “Universe of Particles”, una vera e propria esperienza sensoriale oltre che culturale. Ci si trova in una stanza abbastanza raccolta, dove ci sono delle poltrone a sfera, che ricordano la Ball Chair di Eero Aarnio, dotate di un sistema di autoparlanti NOI - MARZO 2014


TERRITORIO

interni, dove viene spiegata l'antimateria. Sempre con lo stesso design ci sono diverse sfere sparse per la stanza, alcune multimediali, controllate da uno schermo touch screen, che descivono il Cern, la sua storia e i vari esperimenti condotti. Altre invece hanno al loro interno formule e particolari dei macchinari usati nei vari esperimenti, come i cristalli usati per il CMS. Dopo una decina di minuti la luce già soffusa viene spenta e sui maxi schermi posti su tutte le pareti della stanza viene proiettato un documentario di carattere scientifico, sponsorizzato dalla “Rolex”. La gita si conclude con il ritorno nella nostra amata Novara verso le nove di sera, tutti molto stanchi, ma senza dubbio è una di quelle esperienze che ci si porta dentro, per sempre. Andrea Baiardi NOI - MARZO 2014

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ARTE

Voilà, Matisse!

Fino al 15 giugno 2014, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, la grande mostra del genio artistico del ‘900. Vantaggi con il pacchetto del Consorzio Visit Ferrara. Alchimista del colore, sovvertitore della figura, genio d’arte del Novecento. Ad Henri Matisse è completamente dedicata una travolgente rassegna che inaugura il 22 febbraio, fino al 15 giugno 2014, negli spazi del Palazzo dei Diamanti di Ferrara (aperta tutti i giorni, anche nei festivi, dalle 9.00 alle 19.00). Capolavori ed opere non solo pittoriche, ma anche grafiche e scultoree, provenienti dai più grandi musei del mondo e da collezioni private, danno forma all’esposizione “Matisse, la figura – La forza della linea, l’emozione del colore”, curata da Isabelle Monod-Fontaine, già vicedirettore del Centre Pompidou di Parigi, e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte. Occasione speciale per visitare la città estense e tutto il suo territorio, anche grazie alle proposte del Corsorzio Visit Ferrara - che raggruppa circa 50 operatori del turismo di tutta la Provincia fer20

rarese - che si possono scegliere sul sito www.visitferrara.eu . La mostra è come un ritratto eclettico del grande artista francese da vivere attraversando le sale del monumento simbolo della città estense, a partire dall’”Autoritratto” del 1900, fino ad immergersi nella vivace stagione fauve (corrente artistica in cui si esprime la forza visiva del colore e il potere di emozionarsi), le suggestioni nate dall’influenza della pittura di Cézanne e della scultura africana. E poi il bronzo “La serpentina”, la “Bagnante” proveniente dal MoMa di New York, i ritratti della figura femminile che nascono dall’osservazione coinvolta dell’artista di una modella nel suo atelier, la rivelazione della sua essenza, forme che sembrano fluttuare nello spazio. E i dipinti più “maturi”, le opere rivoluzionarie come il libro “Jazz” e la serie “Acrobati” del 1952. Creazioni che lasciano profonde impressioni e che esprimono armonia.

Per non perdere la grande esposizione, il Corsorzio Visit Ferrara propone il pacchetto “Matisse” che comprende notte in hotel in doppia con prima colazione, biglietto d’ingresso alla mostra, lo sconto del 10% sul catalogo e una visita guidata nella splendida città di Ferrara. Il prezzo a persona è da 60 euro a notte. Per informazioni: Consorzio Visit Ferrara Via Borgo dei Leoni 11, Ferrara (FE) Tel. 0532 783944, 340 7423984 E - mail: assistenza@visitferrara.eu Sito web: www.visitferrara.eu

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arte

GESTO E PENSIERO. LA LIBERTA’ DI DONARE Dal 22 marzo al Museo Tornielli di Ameno (NO) Nell'ambito del progetto Interreg "Percorsi Contemporanei", l'associazione Asilo Bianco e il Museo di Ascona presentano la mostra "Gesto e pensiero. La libertà di donare" a cura di Francesca Gattoni. Dal 22 marzo al 18 maggio 2014 le sale del Museo Tornielli di Ameno (NO) ospitano un nuovo allestimento che parte dal concetto di "dono" come gesto fondante nell'arte. Il tema della mostra si ispira alle teorie di Marcel Mauss che definisce il dono come "fatto sociale totale": lo scambio di beni è uno dei modi più comuni e universali per creare relazioni umane, implicando una forte componente di libertà. Ascona è fortemente legata alla figura dell'artista Marianne von Werefkin, Ameno ad Antonio Calderara, artisti che hanno donato la propria arte e il proprio vissuto a questi luoghi, che sono così diventati centri propositivi di arte e di cultura contemporanea. La mostra parte da opere storiche ma si riallaccia al contemporaneo, proprio per evidenziare questo rapporto di continuità che dal passato arriva fino ai giorni nostri. NOI - MARZO 2014

Niele Toroni, artista ticinese, e Ferruccio Ascari sono il punto di snodo di questo passaggio per arrivare fino a giovani artisti italiani e svizzeri che si stanno affacciando sul mondo contemporaneo. Francesca Ferreri, Alessandro Fabbris, Alia Scalvini, Gosia Turzeniecka sono alcuni degli artisti che al Tornielli dialogheranno con i grandi artisti delle collezioni di Ascona e della Fondazione Calderara e che sono stati invitati a riflettere sulla tematica del dono: ognuno di loro lascerà un segno concreto del proprio passaggio ad Ameno. Le opere di Marianne von Werefkin, Antonio Giugni Polonia, Ernst Kempeter, Antonio Calderara sono il punto di partenza per questo confronto - incontro. “Il tema della mostra – spiega la curatrice Francesca Gattoni - è il concetto di dono, non solo come bene materiale donato, ma anche come momento di cresci-

ta della comunità attraverso l'intervento di artisti che hanno scelto di inserire nella loro ricerca non solo l'aspetto di creazione ma anche il momento di restituzione alla collettività, condividendo non solo la propria arte ma anche le opere collezionate durante tutta una vita. Per il periodo della mostra, saranno inoltre programmati incontri e conferenze di approfondimento, in collaborazione con il Museo di Ascona, la Fondazione Eranos e il centro Monte Verità di Ascona. Museo Tornielli Piazza Marconi 1 – Ameno (No) Ingresso libero Orari: da giovedì a domenica 15 – 18.30 www.museotornielli.it

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a Il lavoro presentato dell’artista

Piccaia e l’umanità Umano troppo umano In queste pagine presento l’ultima parte del progetto Umano Troppo Umano. È un progetto dedicato all’uomo e alla riscoperta della nostra essenza. È un lavoro che ho iniziato nel 2009 ed esposto nella sua evoluzione in vari spazi: dall’Archivio storico alla Barriera Albertina di Novara, dal Living Life di Varese a Villa Dutoit di Ginevra, da Malpensafiere di Busto Arsizio al Palazzotto di Orta San Giulio e infine al Golf club di Varese. Tutto è iniziato con un’installazione: sedici parti di scheletro umano realizzati in cartone e dipinti nella prima serie in nero 22

e nella seconda in oro. Alcune volte queste parti di scheletro sono stati appesi in aria, altre sdraiati e incorniciati. Ecco lo scritto che accompagna queste opere. Morire per rinascere, scoprire il nostro corpo frantumato in sedici parti e riunite nell’insieme. Riconoscere le proprie diversità come parti di ossa disuguali ma indispensabili. Rinascere per riscoprire e rifondare le nostre molteplici caratteristiche. La semplicità che diventa complicanza.

Ogni singolo osso è per la perfezione della costruzione del nostro corpo. Umanità insieme di ossa e scheletro come partenza per rincominciare. La morte per pensare alla vita e ricordarsi che la natura e l’intelligenza vincono sempre. Uomo microcosmo di un macrocosmo. Dichiarazioni raccolte da Melania Rocca

Nella foto Giorgio Piccaia al Golf club di Varese, 2013 e due sue opere

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arte

arte

Milano e Palazzo Reale

Warhol, Kandinsky e Manzoni Ultimi giorni per visitare la mostra di Andy Warhol (9/3). Peter Brant, amico e collezionista di Warhol, presenta 160 opere del padre della pop art, con il co-curatore Francesco Bonami. Una mostra incredibile e unica. Kandinsky è visibile fino al 27 aprile. La mostra è una grande retrospettiva monografica che presenta oltre 80 opere fondamentali dell’artista russo, provenienti dalle collezioni del Centre Pompidou. Angela Lampe di Parigi e Ada Masoero hanno curato l’evento. I capolavori esposti meritavano uno spazio di maggior respiro. Il prossimo appuntamento a Palazzo Reale è la “Primavera di Milano” con Piero Manzoni, Bernardino Luini e Bruno Munari (26/3-2/6). Nella foto; Peter Brant, presidente di The Brant Foundation Inc., fotografato con un’opera di Warhol da Fabrizio Stipari/24 ore cultura

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arte

Arte oltre le barriere. A Vigevano. Fino al 3 aprile 2014, corsi di formazione per il personale di “Diversamente Museo”, il progetto dei Musei Civici con nuovi percorsi adattabili alle disabilità. Con il mantra della cultura uguale per tutti, si arricchisce di iniziative il progetto “Diversamente Museo” ideato dai Musei Civici “L. Barni” di Vigevano (PV) con l’intento di realizzare nelle sale museali tragitti trasversali adattabili a persone con varie disabilità. Dal 20 febbraio al 3 aprile 2014, si svolgeranno sempre dalle 17.00 alle 19.00, una serie di appuntamenti che vedranno protagonisti volontari, tirocinanti e portatori di interesse che operano nei musei, all’insegna di corsi di formazione ad hoc nella Sala Franzoso della Biblioteca Mastronardi. L'inizio il 20 febbraio con un incontro generale a tema disabilità dal titolo “Disabilità, facciamo un po’ di chiarezza”, i partecipanti saranno alle prese con un’esperienza pratica sull’accompagnamento del disabile negli spazi del museo e la NOI - MARZO 2014

lettura di opere d’arte al pubblico non vedente o ipovedente. Il 6 marzo sarà la volta di “Cecità e ipovisioni. La lettura della realtà da un altro punto di vista”. Un appuntamento per conoscere la disabilità visiva e approfondire, in occasione della giornata sul braille, competenze sul codice Braille, il linguaggio che arricchisce di didascalie i percorsi museali. Si faranno dunque esercizi pratici sulla lettura e scrittura di tale codice. Il 20 marzo è dedicato alla disabilità uditiva, con approfondimenti sulla Lingua Italiana dei Segni, il bilinguismo e l’esperienza delle scuole bilingue in Italia e all’estero. Attività sulla deprivazione parziale del canale uditivo saranno al centro dell’incontro “Ipocusia: la sordità oltre barriere e pregiudizi”. Il 3 aprile è l’ultimo giorno di corso per vivere “Esperienze concrete di integra-

zione dei disabili nei luoghi della cultura”. A guidare il percorso formativo sarà l’educatrice specializzata in assistenza della comunicazione per disabili sensoriali Rossella Iannibelli. Il progetto è patrocinato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Per iscrizioni e informazioni: Biblioteca Mastronardi Tel. 0381.70149 E-mail. mastronardi@comune.vigevano.pv.it Per informazioni: Infopoint del Castello (ingresso dallo scalone della Piazza Ducale) Tel. 0381.691636 E-mail: infopointcastello@comune.vigevano.pv.it Sito web: www.comune.vigevano.pv.it 25 55


LETTERATURA

ALUNNI DSA: UNA PUBBLICAZIONE PER CHIARIRE IL PROBLEMA

PAROLE CHE SI INFIAMMANO TRA LE INQUIETUDINI DELLA VITA

di Giulio Greco

di Giulio Greco

La pubblicazione Alunni DSA, una risorsa didattica è frutto di una proficua esperienza maturata durante un corso di formazione organizzato sugli alunni DSA dalla Scuola Primaria e Secondaria del Collegio “Don Bosco” di Borgomanero (No). Le autrici hanno inteso fornire un manuale pratico in cui sono esposti con chiarezza i termini del problema e le soluzioni per aiutare i docenti in un compito veramente difficile. Dopo la premessa in cui si chiarisce la differenza tra disturbo e difficoltà, si passano in rassegna le patologie previste dalla legge, gli stili di apprendimento, gli strumenti compensativi e dispensativi, supportati dall’indicazione delle strategie metodologiche e didattiche. Non manca un elenco di software utili così come di una bibliografia e sitografia aggiornata. Il lavoro si conclude con i testi legislativi più recenti.

Il libro di Giorgio Anelli si sottrae ai consueti generi letterari e non per eccentrico desiderio di novità, ma perché affonda le radici nella vita, che è multiforme, varia e sempre diversa. E proprio questa fame di realtà lo spinge non solo a concepire l’arte come intensamente agganciata all’esistente, ma anche a mescolare riflessioni, racconti, poesie proprie con versi altrui, presente e passato, passione e speranza. Il lettore non può rimanere indifferente, viene “provocato” (etimologicamente chiamato “davanti”) a confrontare le proprie convinzioni, a stringere un rapporto con l’autore, a dialogare, perché il significato fondamentale di questo lavoro è la vita. è un testo che va centellinato, che va lasciato fermentare, germogliare, che deve passare dal bianco e nero alla dimensione cromatica per divenire “cibo di umanità”.

Si tratta di una pubblicazione agile, destinata a tutti coloro che si prendono a cuore l’educazione e la formazione delle giovani generazioni, dagli insegnanti ai dirigenti scolastici, ai genitori e agli alunni stessi.

Giorgio Anelli ha trentotto anni, fa l’archivista ed è laureato in Scienze dell’Educazione con la tesi Tra burattino e bambino, Pinocchio alla ricerca della libertà. Collabora a «Pepe», giornale di provocazione e passione umana. Vive a Gallarate e alcune sue poesie sono state raccolte in un libricino, stampato clandestinamente nel 2004.

Alunni DSA: una risorsa didattica, Elena Correggia – Marisa Bono, Borgomanero, Giuliano Ladolfi Editore, 2014, pp. 110, 10 euro

Giorgio Anelli, Parole che si infiammano tra le inquietudini della vita, Borgomanero, Giuliano Ladolfi Editore, 2013, pp. 86, 10 euro

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a tavola! Supplemento a NOI di Marzo 2014

Il mensile del buon gusto italiano

Fondue di arte casearia Cucina sensuale

MIRACOLOSO AVOCADO In tavola un concentrato di salute


MIRACOLOSO AVO


OCADO

Noi a tavola!

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'avocado è originario di una vasta zona geografica che si estende dalle montagne centrali ed occidentali del Messico, attraverso il Guatemala fino alle coste dell'Oceano Pacifico nell'America centrale. L'albero è di taglia media e misura circa 10 metri d'altezza, anche se può raggiungere i 15-20 m. La chioma è ampia e frondosa ed il tronco è ricoperto di una scorza grigiastra. Le foglie persistenti, lunghe dai 12 ai 25 cm, sono semplici, ovali e di colore verde. I fiori misurano 5-10 mm. Il frutto è a forma di pera, lunga dai 7 ai 20 centimetri e con un peso che può variare dai 100 ai 1000 g. Presenta un grosso seme centrale di 3-5 cm di diametro. La polpa è di colore giallo verde o giallo pallido, mentre la buccia può es-

sere di colore verde o melanzana, liscio o rugoso. L'avocado è ricco di beta-carotene e glutatione, contiene potassio in quantità maggiori delle banane. Si adatta a climi tropicali o sub-tropicali e soffre temperature inferiori ai 4 °C. I maggiori paesi produttori sono Messico, Indonesia, Stati Uniti d'America, Colombia, Brasile, Cile, Repubblica Dominicana, Perù, ed Etiopia. A livello casalingo si può far crescere una bella pianta facendo radicare il seme (a punta in su) nell'acqua, per poi trapiantarlo in terra ben drenata. È indicata come protettivo dai raggi solari e si distingue per le sue proprietà nutritive. L'olio di avocado è indicato per rigenerare la pelle. L’avocado è un alimento pressoché perfetto per il nostro organismo: un pro-


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pellente alcalinizzante, energizzante ed idratante! Gli avocado sono una cospicua fonte di proteine, grassi monoinsaturi, acidi grassi essenziali, steroli vegetali benefici, clorofilla, compresa un’ampia gamma di micronutrienti e tutto ciò senza contenere amido, con pochissimo zucchero ed un elevato contenuto di grassi e proteine. Gli avocado sono considerati la risorsa ricca di grassi e proteine più facilmente digeribile tra tutti i cibi. Infatti, sono costituiti per l’80% da grassi salubri e per il 15% da proteine. Forniscono più proteine del latte vaccino e contengono tutti gli amminoacidi essenziali (i mattoni costitutivi delle pro-

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teine): tutti e 18. E sono generosi in acidi monoinsaturi salutari ed acidi grassi essenziali (7 varietà, inclusi omega-3 ed omega-6). I loro grassi salubri sono utili nella costruzione cellulare, aiutano ad abbassare il colesterolo e fungono da risorsa energetica che può essere bruciata dall’organismo come carburante. Sono un’alternativa migliore dell’ossidazione del glucosio (zucchero) o, addirittura, delle proteine, dei quali rimane nel sangue lo scarto di cenere acida. Questa qualità li rende utili soprattutto ai diabetici, che ne dovrebbero mangiare 2 o 3 al giorno.

Come per le noci e l’olio di oliva, i grassi salutari presenti negli avocado segnalano al cervello quando siete sazi, aiutando ad evitare di mangiare oltre il dovuto. I ricercatori dell’Università della California nella città di Irvine hanno scoperto che i cibi contenenti acidi grassi insaturi ed acidi oleici (come gli avocado), stimolano la produzione di un composto chiamato OEA (oleoiletanolamide), che sopprime l’appetito. L’OEA viene rilasciata nell’intestino tenue dove, attraverso la connessione delle terminazioni nervose, viene comunicato al cervello che all’organismo non occorre ulteriore cibo. Altri studi confermano che elevati livel-

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li di OEA sono d’aiuto nella perdita di peso e riducono nel sangue i livelli di colesterolo e di trigliceridi da eliminare. Gli avocado hanno anche elevati livelli di utili fitosteroli o steroli vegetali. Alcuni steroli possono aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo del sangue e, di alcuni, è stato dimostrato in studi su animali che inibiscono l’evoluzione dei tumori. Inoltre, gli avocado contengono una vasta gamma di antiossidanti e di altri nutrienti, incluse le vitamine A e del complesso B, l’acido folico, le vitamine C, E, H, K, la luteina, insieme al glutatione, un nutriente chiave di cui saprete di più nel capitolo 12. Recentemente si è scoperto che contengono quasi 2 volte la precedentemente supposta quantità di vitamina E, rendendo l’avocado la maggiore fonte nell’ambito della frutta.

ed il rame, in particolare, aiutano nella rigenerazione dei globuli rossi e nella prevenzione dell’anemia nutrizionale. In più, contengono sodio ionico che conferisce loro un’elevata capacità reattiva alcalina senza tutto lo zucchero acido degli altri frutti. Bisognerebbe quindi mangiare almeno un avocado ogni giorno e se vi trovate in una condizione di salute compromessa, anche 2 o 3. Si può gustare a fette o condito con limone o sale oppure abbinato a qualsiasi insalata: gli avocado formano un abbinamento perfetto con i pomodori. Oppure provate un frullato. Usate l’olio di avocado sulle insalate, nei frullati e sui cibi; oppure potete bevetene 30 ml. al giorno. Gli avocado raccolti prematuramente maturano in 2-3 settimane a temperatura ambiente. Durano più a lungo se conservati in frigo.

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La vitamina E aiuta a rallentare il processo d’invecchiamento, protegge da malattie cardiache ed è un potente tampone contro gli acidi metabolici e digestivi. Negli avocado, è stata recentemente scoperta anche la presenza di luteina, un carotenoide che aiuta a prevenire alcuni tipi di condizioni cancerose, in particolare relativi alla prostata ed alla cervice e che gioca un ruolo primario nella salute dell’occhio. Anche il glutatione aiuta a prevenire diverse condizioni cancerose e malattie cardiache neutralizzando gli acidi alimentari e metabolici e di essi gli avocado sono un’eccellente sorgente. Questi frutti, oltretutto, abbondano di quei minerali alcalini tampone tanto importanti nel neutralizzare l’eccessiva acidità, tra i quali magnesio, rame, ferro, calcio e potassio (più delle banane!), come anche di oligoelementi. Contengono complessivamente 14 minerali, ognuno dei quali regola una funzione organica e stimola la crescita. Il ferro

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Fondue di arte casearia Nella Valle di Tures e Aurina dal 7 al 9 marzo 2014, l’11esima edizione del Festival del Formaggio a Campo Tures (BZ). Più di 100 produttori per mille tipologie di formaggi provenienti da tutta Europa. Invenzioni casearie artigianali, sapori da palpare, ricette da annusare. La cultura del formaggio è varia quanto ricca di tradizioni e di storie per lo più inesplorate, che si incontrano in una fondue di usanze, curiosità e sapori da venerdì 7 a domenica 9 marzo 2014 per l’11esima edizione del “Festival del Formaggio” di Campo Tures. Una mostra-mercato internazionale che riunisce per 3 giorni - in cui vale la pena affinare olfatto e palato – almeno 100 produttori provenienti da tutta Europa, per circa mille formaggi da scoprire. A Campo Tures (BZ) una miriade di stands mettono in esposizione forme e tipologie casearie provenienti dalle località più disparate, esperti chef propongono creative portate rigorosamente a base di formaggio, mentre alberghi e ristoranti

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preparano menu a tema. Golosi ed interessanti programmi di intrattenimento per grandi e piccoli coronano la manifestazione che è ormai diventata la più importante dell’Alto Adige e di tutto l’arco alpino. Non mancano laboratori del gusto, per inoltrarsi nelle tecniche e negli eventi che hanno fatto la storia delle diverse bontà casearie, degustazioni guidate, ricette anche insolite. Un’occasione per toccare da vicino l’universo del formaggio, acquisire utili informazioni e preziosi consigli. Gli orari del Festival del Formaggio sono dalle 10.00 alle 19.00. Tra i pacchetti a tema per vivere appieno la rassegna, c’è la “SETTIMANA del gusto TUTTOFORMAGGIO” dal 2 al 9 marzo, che comprende un ingresso VIP all‘11esimo Festival del formaggio a Campo Tures dal 7 al 9 marzo, con perso-

nal shopper, la partecipazione al simposio "Laboratori del gusto“, un’escursione per scoprire il mondo del formaggio a Selva dei Molini, 3 ore nella piscina Cascade con sauna e balneazione, aperitivo gratis in uno dei ristoranti partecipanti e un ingresso al caseificio Capriz. I prezzi vanno da 490 euro a settimana in appartamento per 2, o da 887 euro in hotel con mezza pensione. Si può scegliere, inoltre, di aderire all’offerta dal 6 al 9 marzo “GIORNATE del gusto TUTTOFORMAGGIO” compreso di ingresso VIP, simposio e piscina Cascade, a partire da 245 euro in hotel per 3 notti e da 136 euro in b&b. Per informazioni e iscrizioni: Associazione Turistica Valle Aurina Tel: +39 0474 671136 E-mail: info@ahrntal.it

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Il sapore del Novecento Un pacchetto all’insegna della cucina gourmet e delle stelle Michelin al Lido Palace di Riva del Garda (TN) Della sua lunga storia, che parla di oltre un secolo di vita percorso dalle personalità di spicco della nobiltà, figure illuminate dalla luce riverberata dal lago e diffusa attraverso le vetrate della Belle Époque, il Lido Palace di Riva del Garda (TN), ha conservato, tra le altre cose, il gusto per una cucina raffinata, capace di soddisfare anche i palati d’élite. E la consapevolezza che anche l’attesa è un piatto riservato allo sguardo, che, al “Re della Busa” – regno dello chef stellato Giuseppe Sestito – può spaziare in una struttura allungata come la prua di una nave che, in metallo e vetro, si proNOI - MARZO 2014

tende dal parco secolare sino a sfiorare l'acqua, all'estremo confine settentrionale del Lago di Garda. Dal 1° marzo al 3 novembre 2014, il pacchetto ENJOY THE FLAVOUR propone un’esperienza gourmet pensata per risvegliare i sensi con squisiti sapori. Il soggiorno di tre notti si combina – a partire da 1.026 euro – con ricca colazione a buffet giornaliera per due al Ristorante Il Re della Busa, Libero accesso alla CXI Centoundici SPA, una cena per due al Ristorante gourmet Il Re della Busa con menù degustazione con abbinamento vini e un lunch presso il Trema-

ni bistrot, e Rendez-vous con il Sommelier e degustazione di vini regionali. Tutte le offerte sono soggette alla disponibilità al momento della prenotazione. Le tariffe si intendono per due persone per soggiorno. Per informazioni: Hotel Lido Palace Viale Carducci, 10 38066 Riva del Garda (TN) Tel. 0464.021899 Fax. 0464.021800 E-mail: info@lido-palace.it Sito web: www.lido-palace.it 33


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Cucina sensuale Tutti i segreti della gastronomia all’Excelsior ****S Mountain Style | Spa | Resort di San Vigilio di Marebbe (BZ) Un viaggio nel gusto e nella gastronomia: è la cucina dei sensi di Rino De Candido, chef dell’Excelsior ****S Mountain | Style | Spa | Resort di San Vigilio di Marebbe (BZ). Uno dei migliori nel suo campo, membro dell’esclusiva cerchia dei Maestri di Cucina d’Italia e diplomato dalla W.a.c.s. “Master Chef”, De Candido invita gli ospiti ad entrare nel suo regno, per seguire un corso speciale che lega i cibi ai cinque sensi. Si inizia con un’introduzione nel mondo delle spezie e degli ingredienti con l’olfatto e il tatto, per preparare un menu di tre portate insieme allo staff e degustare i vini da abbinare ai piatti. I partecipanti ricevono un grembiule, un cappello da cuoco e una cartella completa con tutte le ricette, e alla sera si ritrovano con lo chef per discutere delle esperienze fatte sorseggiando una bottiglia di vino altoatesino per concludere questa esperienza indimenticabile. 34

La cucina di Rino De Candido si ispira alla gastronomia del territorio, vale a dire alla tradizione ladina, che si basa su pochi e semplici ingredienti che mischiano sapori alpini, italiani e mitteleuropei. E durante il soggiorno gli ospiti potranno scegliere tra “piatti Belvita”, gustosi ma particolarmente leggeri e le specialità che non contengono glutine. Sul buffet troveranno raffinati antipasti e deliziose insalate, mentre i primi e i secondi piatti, come pure il dessert, verranno serviti al tavolo. Per gustare un saporito formaggio oppure una coppa di gelato al termine del banchetto basta servirsi all’“Excelsior buffet” dove viene esaudito ogni desiderio. Lo chef de cuisine Rino de Candido è in grado di unire con maestria antiche ricette ladine, le specialità altoatesine, la leggerezza della cucina mediterranea e la raffinatezza di quella internazionale, impiegando esclusivamente ingredienti freschi

e naturali, in parte forniti dai contadini e dalla macelleria di famiglia situata in centro paese a San Vigilio. In ogni momento della giornata si possono gustare stuzzicanti preparazioni culinarie. E ancora Irene Call, esperta sommelier ha a disposizione più di 300 etichette, per consigliare i vini più adeguati, gelosamente custoditi nella “Grotta del vino”. Il corso di tre lezioni di due ore, compresi cartella e ricette, costa 80 euro a persona, con un numero minimo di 5 partecipanti. Per informazioni: Excelsior Resort ****S Mountain Style l Spa l Resort Via Valiares, 44 39030 San Vigilio di Marebbe (BZ) Tel. 0474.501036 E-mail: info@myexcelsior.com Sito web: www.myexcelsior.com NOI - MARZO 2014




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