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La resilienza dei libri. Il caso della biblioteca “La Fornace”
ALESSIO PASSERI
La resilienza dei libri. Il caso della biblioteca “La Fornace”
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I libri, così come gli edifici deputati alla loro conservazione e fruizione, stanno attraversando, come hanno già fatto in epoche passate, un periodo di transizione individuato nel concetto di “resilienza” tema centrale di questo lavoro: in quanto oggetti sociali la loro forma, della quale si delineano qui proposte di sviluppo in chiave pubblica e privata, rimanda di volta in volta ad una specifica determinazione comunitaria, antecedente a quella normativa.
Il libro inteso come oggetto trova nel suo inserimento all’interno della società della comunicazione, quella che caratterizza l’attuale epoca Postmoderna, la sua migliore definizione: infatti, se è vero che i due ambiti dell’oggetto e della società si compenetrano nella pagina scritta, allora la creazione dell’oggetto-libro prende le mosse a partire dalle determinazioni sociali. Questo concetto si può comprendere appieno se collocato storicamente: infatti, la forma che il libro ha assunto col passare del tempo, da quella del Codex, al codice manoscritto, per finire col testo a stampa, non è soltanto il risultato dell’attuazione di innovazioni tecnologiche, ma soprattutto il frutto del sentire sociale che ha trovato sempre nuove modalità di espressione, facendo dell’oggetto un soggetto, un corpo che evolve e progredisce.
Oggi la grande distribuzione dei libri editi dalle grandi società editoriali, oltre a trovare forme codificate in maniera binaria di diffusione all’interno della realtà virtuale, anche nella sua tradizionale rilegatura a stampa riesce a raggiungere un pubblico sempre più ampio attraverso innovative tecniche mediatiche: basta pensare alle discussioni con autori cosiddetti “di cassetta” in TV in relazione alla loro ultima pubblicazione, oppure alla vendita promozionale di edizioni complete di questo o dell’altro pensatore che possiamo acquistare comodamente in edicola come allegati ad un quotidiano, pratica memore dell’ottocentesco feuilleton, o infine alla comunicazione in piazza in presenza degli stessi scrittori come accade sempre più spesso durante i festival tematici.
Dunque il libro cartaceo resiste all’irrompere prepotente della sua versione digitale e lo fa attraverso forme che rivelano lo spirito della società attuale, la quale, in ultima istanza, non si riduce alla mera virtualità neanche in quest’ultimo periodo di pandemia mondiale.
Il concetto che meglio esprime questo fenomeno è quello di “resilienza” che definisce la caratteristica di un corpo di resistere ad una perdita e, contemporaneamente, il suo processo di adattamento all’interno del mutato assetto delle comunità sociali: questa dialettica tra innovazione e conservazione la troviamo anche nel caso del libro, diviso tra forma tradizionale e nuove determinazioni virtuali.
Non soltanto i libri, ma anche i loro depositi fruibili spesso pubblicamente, hanno vissuto periodi più o meno lunghi di transizione: le biblioteche come gli oggetti che esse contengono trovano nella società attuale una loro precisa collocazione.
Non è scopo di questo lavoro parlare della storia delle biblioteche, per la quale si rimanda al suggestivo testo di Luciano Canfora intitolato Per una storia delle biblioteche (Canfora,
2017); tuttavia un accenno al passato della biblioteca La Fornace di Maiolati Spontini, la quale è un ottimo esempio e simbolo dell’applicazione del concetto di resilienza in vista della conservazione e della nuova modalità di fruizione dei libri, è necessario al fine di trarre alcune propositive conclusioni sul tema del futuro dei libri.
Il recupero della vecchia fornace, costruita nel 1915 e deputata alla produzione di laterizi, caduta in disuso a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta e in stato di abbandono dagli inizi degli anni Ottanta, avviene nel 2002: soltanto alla fine del 2007 è stata inaugurata la biblioteca multimediale, nata dal recupero architettonico di quello che sarebbe diventato un reperto di archeologia industriale. La EffeEmme23 è situata in una zona periferica rispetto al centro storico della città di Maiolati Spontini (AN), e tuttavia incastonata nella zona residenziale della frazione di Moie: essa offre attualmente un servizio pubblico accessibile a tutti con tanto di punto ristoro collegato.
L’amministrazione politica dell’Ente comunale, sempre presente in maniera sollecita ad ogni fase di vita della struttura, come dimostrano i bilanci dei numeri della cultura riportati nel periodico di informazione dal titolo Il Comune di Maiolati Spontini, non esclude, in ultima istanza, l’intervento di aziende private per il suo funzionamento, oltre che il pronto utilizzo di strumenti come l’Art bonus del 2016 come opportunità per finanziare la cultura, con l’individuazione di progetti che incentivano “attraverso un credito d’imposta, le donazioni liberali a favore del patrimonio culturale” (Ibid., A 2016, p. 8).
In conclusione, i libri a stampa così come le biblioteche che li contengono, vedi il caso della EffeEmme23 di Moie, stanno attuando un processo di revisione e innovazione nel tempo che, come le antiche cattedrali medievali, non trova termine nell’attuale generazione di operatori del settore, ma, in maniera sempre più multidisciplinare, in quelle del futuro prossimo e remoto.