2 minute read
Basta con i libri?
ENRICO SCIAMANNA
Basta con i libri?
Advertisement
La neofobia relativa alla comunicazione ha riguardato, via via, il treno, la bicicletta, la tv. Gli anziani non hanno alternative nella loro storia, ma i nativi digitali hanno un rapporto diverso con scrittura e lettura. Se qualche resistenza potrà essere opposta per il testo scritto, per quanto riguarda le immagini non ci sarà competizione. Spero di far capire che l’amore per i libri, per la sensualità che sprigionano, potrebbe non essere sufficiente per arginare la marea del digitale. Forse lo è per noi. Ma non siamo il futuro.
Cercherò di articolare nel migliore dei modi il mio pensiero a malincuore controcorrente. Anche se non è messa in discussione l’importanza della lettura, bensì del supporto. Ricordando che a proposito di libri e di scrittura, da Platone in poi, le vicende sono sempre state controverse e che le novità tecnologiche hanno avuto delle resistenze nel passato: il papiro, la pergamena, la carta, il “libro” contro il volumen, per poi affermarsi. Con il dovuto rispetto per Johan Gutenberg von Mainz e l’ammirazione per gli Orfini e Numeister che molti meriti hanno proprio qui, non va scordato che la neofobia riguardo alla comunicazione è stato un dato perenne nella storia dell’uomo, almeno quella più recente: i pericoli si sono intravisti nella bicicletta, nel treno, ovviamente nella tv, infine, per ora, nel web, quindi nella digitalizzazione dei testi. Gli anziani non hanno alternative nella loro storia, ma i nativi digitali hanno un rapporto diverso con scrittura e lettura. Se qualche resistenza potrà essere opposta per il testo scritto – alcuni ritengono che la stampa sia più durevole della digitalizzazione*1 – per quanto riguarda le immagini non
1. Alcuni sostengono che Il five dimensional data storage potrebbe essere il supporto di memoria risolutivo, quello appena messo a punto nei laboratori dell’università di Southampton, ma si diceva così anche dei floppy e oggi sappiamo che fine hanno fatto. I dischi ci sarà competizione: il libro verrà confinato nel ruolo di feticcio. Siamo nell’età delle immagini, ancor più, forse di quanto l’occidente lo è stato nel ’600, quando all’immagine veniva affidata la testimonianza della certezza del paradiso e la salvezza dell’anima. Nessuno pensa di intagliare utilmente le pietre con le lettere dell’alfabeto o simili, né incidere la cera o modellare l’argilla per raccontare storie. Spero di far capire che l’amore per i libri, per la sensualità che sprigionano, potrebbe non essere sufficiente per arginare la marea del digitale. Forse lo è per noi. Ma non siamo il futuro. Il regalo in danaro per il compleanno di mia nipote è stato speso in e-book, anche perché (ma non solo) non può entrare in contatto con la carta.
in vetro di quarzo in fase di perfezionamento definitivo nell’istituto del Regno Unito, il magazzino pentadimensionale dei dati promette di avere una durata ben maggiore: circa 13,8 miliardi di anni, più o meno l’età dell’universo, in un materiale capace di resistere all’erosione e a temperature di 190 gradi e possono essere letti in cinque modi diversi. Prevedranno anche situazioni estreme di altro tipo.