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Editoriale - Frontiere abbattute
di Alessandro Calascibetta
Frontiere abbattute
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SPOTLIGHT SU JON HAMM. In copertina c ’è lui,
Suno degli uomini più sexy del pianeta, nonché l’ attore che nella serie tv Mad Men ha incarnato lo stile dei «luminosi anni Sessanta», come li definisce Diego Passoni nel pezzo in cui discetta sul significato simbolico e identitario di styling e grooming nelle serie tv (a pagina 61). Il decennio del boom economico fu effettivamente luminoso. Lo è stato anche da noi perché l’Italia aveva ripreso slancio e credibilità, ovviamente. E anche per la moda, che nel decennio precedente non era certo stata una priorità.
Il bello sta nel fatto che neppure negli anni Sessanta era prioritaria. Il recupero dello stile, infatti, avvenne in modo naturale. Era ritornata la voglia di vedersi in ordine (come si diceva all’ epoca), con quel tanto di vanità che, allora, era priva di ogni forma di esibizionismo gratuito; a questo, bisogna dirlo, va aggiunto che la a cura di sé era considerata una forma di rispetto.
Oggi, dell’ estetica novecentesca di quel tempo lontano non resta granché, anzi, non è rimasto nulla. È giusto, oltre che normale, che sia così; basterebbe pensare che le donne dovevano essere belle e «in ordine» prima di tutto per i loro mariti o, se ancora nubili, per essere desiderabili per i potenziali fidanzati. Perché il massimo a loro consentito (molto spesso imposto) era di «sposarsi bene». Ci si vestiva apposta a seconda delle occasioni, le donne dovevano apparire carine, seducenti e gli uomini erano quasi tutti e quasi sempre in giacca e cravatta. Ma anche i maschi dovevano dimostrare qualcosa: successo, autorevolezza. E autorità. La maggior parte di loro recitava le regole della società in automatico, mentre altri, più o meno consapevoli, subivano loro malgrado lo stereotipo dell’ uomo perfetto.
Oggi la moda maschile parla chiaro: via i segni di riconoscimento del potere patriarcale. Le forme degli abiti di tendenza non somigliano neppure lontanamente a quelle tradizionali; la maglieria è over (large e long) lascia il corpo più libero anziché stringerlo per dar lustro ai virili muscoli guizzanti. Accanto ai pantaloni, tra gli scaffali dedicati agli uomini, si vedono sempre più spesso gonne e crop top. Ed ecco allora che quegli uomini che non hanno mai sentito loro il vestito della mascolinità a tutti i costi, possono affrancarsi espugnando frontiere d’ appannaggio finora femminile. E stare bene nei propri abiti.
Il prossimo change? Una sintesi tra modernismo e rigore minimale (quello dei luminosi Sessanta, appunto) che tanto caro fu ad Alberto Biani, a Romeo Gigli, a Prada e a Hedi Slimane quando disegnava l’ uomo Dior.
BE CHINI LE ONARDO F O T O: (alessandro.calascibetta@rcs.it) (Instagram @alecalascibetta)
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