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History repeating

GIORNALISTI VITTIME

DI UN POTERE BRUTALE

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L’ attuale cronaca di guerra rimanda alla storia vera del reporter americano Charles Horman, inghiottito dalla repressione militare per aver scoperto le complicità tra i golpisti cileni e i servizi segreti del proprio Paese. Come racconta «Missing» di Costa-Gavras.

DI ANDREA PURGATORI

L’ESPERIENZA del Cile socialista di Salvador Allende durò tre anni e finì in un golpe l’11 settembre del 1973 sotto le bombe che devastarono il palazzo presidenziale della Moneda, assediato dall’ esercito agli ordini del generale Augusto Pinochet. Allende morì quello stesso giorno. Suicidato col kalashnikov che gli aveva regalato Fidel Castro, secondo alcuni. Ucciso dai golpisti che avevano fatto irruzione nei locali dove si era asserragliato insieme a un pugno di uomini della sua guardia di sicurezza, secondo altri. La repressione che seguì fu lunga e feroce; 40mila i desaparecidos (tanti quanti se ne contarono dopo il golpe in Argentina) tra arresti, torture e voli della morte. Una tipica storia dell’ orrore sudamericano degli anni Settanta di cui la Cia porta la responsabilità, anche se le carte desecretate dell’Intelligence e del Congresso dicono che l’ amministrazione americana avrebbe «agevolato» le intenzioni dei militari «creando le condizioni» per il rovesciamento del governo democraticamente eletto senza avere un ruolo diretto nel colpo di Stato. Ma anche senza alcun intervento successivo per fermare quella mattanza.

Sissy Spacek e Jack Lemmon in una scena di Missing il film del 1982 scritto e diretto da Costa-Gavras che trasse la sceneggiatura, per la quale vinse l’Oscar, dal libro The Execution of Charles Horman: an American Sacrifice, scritto nel 1978 da Thomas Hauser.

IL FILM DENUNCIAVA L’INGERENZA DEGLI STATI UNITI E DELLA CIA SOPRATTUTTO NEI PAESI LATINOAMERICANI CHE SCEGLIEVANO ESPERIENZE SOCIALISTE E COMUNISTE

NOVE ANNI DOPO esce nella sale Missing, Scomparso, diretto dal regista Costa-Gavras (già premio Oscar per un altro capolavoro del cinema politico che denunciava il golpe dei colonnelli in Grecia, Z-L’ orgia del potere). Il film racconta la storia vera di Charles Horman, un giornalista freelance americano che vive in Cile e scompare pochi giorni dopo il colpo di Stato. Suo padre Ed (nel film è interpretato da Jack Lemmon) parte da New York per capire cosa gli sia successo e nella sua ricerca si trova davanti al muro di gomma dei militari, dei servizi segreti e dell’ ambasciata degli Stati Uniti che cercano in tutti i modi di depistarlo. La verità viene a galla un pezzo alla volta e soltanto dopo decenni attraverso una serie di processi che si trascinano fino al 2015, quando la Corte di giustizia di Santiago condanna per l’ uccisione di Horman due ex agenti della Dina, la polizia segreta di Pinochet: Pedro Espinoza Bravo e Rafael González Berdugo. Ma non il terzo responsabile: Ray Davis, capo del gruppo militare inviato da Washington per assistere la giunta golpista, che nel frattempo è deceduto. Il corpo di Horman non è mai stato ritrovato.

IL FILM RAPPRESENTA da subito una spina nel fianco all’ amministrazione americana a quel tempo guidata dal presidente Richard Nixon (dimessosi nel 1974 per lo scandalo Watergate) e dal suo braccio destro Henry Kissinger. All’ uscita del film, l’ ambasciatore degli Stati Uniti in Cile al tempo del golpe arrivò a chiedere a Costa-Gavras un risarcimento di 150 milioni di dollari (respinto). La stessa cifra che 42 anni più tardi sono stati condannati a pagare alla famiglia di Horman gli assassini e lo Stato cileno. E il Dipartimento di Stato insieme alla Cia, inchiodati solo nel 1999 dalla desecretazione dei messaggi tra Santiago e Washington alla propria responsabilità diretta nell’ avere «agevolato», oltre al golpe, anche l’ uccisione del giornalista, cercarono in ogni modo di contrastare la tesi su cui era stata costruita la sceneggiatura di Missing che, tratta dal libro The Execution of Charles Horman: an American Sacrifice di Thomas Hauser, vinse l’Oscar (Migliore sceneggiatura non originale a Costa-Gavras); il film ebbe altre tre nomination (Miglior film, Attore protagonista, Jack Lemmon, e Migliore attrice, Sissy Spacek).

L’IDEA DI COSTA-GAVRAS era di denunciare l’ingerenza della politica degli Stati Uniti e della Cia nei Paesi del mondo, ma soprattutto latinoamericani, che sceglievano esperienze di governo socialiste o comuniste e favorire ogni soluzione che potesse impedirle. Dopo Z aveva continuato a farlo con État de siège (L’amerikano), sceneggiato da Franco Solinas, uscito nell’ anno del colpo di Stato in Cile. Ma la forza dirompente di Missing è proprio il suo punto di partenza: la storia vera di un giornalista inghiottito dal buco nero della repressione militare per avere visto (o scoperto) le complicità tra golpisti e servizi segreti del proprio Paese, nonostante il passaporto americano avrebbe dovuto teoricamente fargli da scudo. Ed è quindi anche un film sulla libertà d’informazione, tanto più attuale pensando alla Russia di Vladimir Putin dove i giornalisti più scomodi sono stati fatti fuori uno a uno. Cosa che a Pinochet non riuscì col giornalista e scrittore Luis Sepúlveda, arrestato nel palazzo presidenziale dove finì il sogno democratico di Allende, torturato brutalmente e poi rinchiuso per sette mesi in una cella dove non poteva stare sdraiato né in piedi. Sette mesi dei quali parlò raramente fino alla sua morte per Covid nel 2020. Sette mesi che gli avevano cambiato per sempre l’ espressione dello sguardo e del viso.

Nella pagina accanto: John Shea interpreta il giornalista Charles Horman in una scena di Missing. Scomparso in Cile durante il golpe militare del 1973, il suo corpo non fu mai ritrovato.

Nel 1983, l’ambasciatore americano Nathaniel Davis, in servizio in Cile durante il golpe, fece causa per danni al regista e alla casa di produzione: i giudici la rigettarono perché il film era «privo di qualsiasi evidenza di dolo».

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AMY AL

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