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Cinema. Fratelli ritrovati
Fratelli ritrovati
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UN VIAGGIO FISICO ED EMOTIVO DALLA FRANCIA ALL’ITALIA DEL DOPOGUERRA PER SUPERARE I DANNI DI UN IDEALE MASCHILE TOSSICO. DI VALENTINA RAVIZZA
DUE PAESI, Francia e Italia, traumatizzati dalla guerra e due fratelli, Fabio e André, che quella stessa guerra, il secondo conflitto mondiale, ha allontanato fino a far perdere loro persino la capacità di comunicare. Come prima di Tommy Weber è un viaggio fisico ed emotivo fatto di silenzi, di non detti, per arrivare finalmente a condividere ciascuno la propria verità. «Il perdono è illuminazione. Per questo è così difficile» afferma Francesco Di Leva, che nel film (al cinema dal 16 giugno) interpreta Fabio, il fratello maggiore, che appena ragazzo lascia la casa della sua famiglia a Procida per combattere al fianco delle camicie nere di Benito Mussolini nella campagna d’Africa. A cercarlo dopo la scomparsa del padre, 17 anni dopo, è Antonio Folletto, con cui l’ attore ha ricreato anche fuori dal set quel legame fraterno che i due cercheranno di riparare sulle strade della Borgogna, attraverso i passi alpini, giù fino alla costa campana. «Non sapevo nemmeno io esattamente come si sarebbe trasformato il mio personaggio» racconta Di Leva. «Avendo girato cronologicamente il film ho potuto vivere Fabio tappa dopo tappa, lasciandomi trasportare e sorprendere dalle emozioni, dalle atmosfere». In un percorso che è stato anche fisicamente impegnativo per l’ attore, che scena dopo scena vediamo tirare pugni in un combattimento clandestino (Di Leva, che pratica il pugilato anche nella vita, dice però che «la vera boxe non è violenza, è poesia»), affrontare sfiancanti camminate e addirittura un tuffo in un lago gelato.
«MOLTO DI QUELLO che fa soffrire Fabio è successo solo nella sua testa» spiega Di Leva, «sarebbe bastata una sola parola del padre per non farlo partire e invece... La sua famiglia non ha saputo capirlo e lui non ha espresso la sua richiesta di aiuto». Un uomo solo, prigioniero dell’incomunicabilità di un ’ epoca nella quale l’ideale maschile tossico propugnato dal fascismo non permetteva di lasciarsi andare ai sentimenti. Nemmeno all’ amore paterno e fraterno.
Il regista francese Tommy Weber ha tratto Come prima (al cinema dal 16 giugno) dall’omonima graphic novel di Alfred. Protagonisti (in alto) Antonio Folletto e Francesco Di Leva.
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