3 minute read

Rish Shah. L’uomo giusto per Ms. Marvel

Anglo-indiano, classe 1997, ora co-protagonista maschile della serie più attesa di Disney+: ecco Rish Shah. Che ricorda i genitori sgobboni, i compagni di rugby, università e audizioni teatrali: con tanti momenti difficili, ma nessun dubbio sul proprio talento

L’UOMO GIUSTO PER MS. MARVEL

Advertisement

DI PIER ANDREA CANEI FOTO DI BOO GEORGE STYLING DI FABIO IMMEDIATO

Aspettando quelli che «le faremo sapere»

camicia e pantaloni, alexander mcqueen

BOLLYWOOD BABY.

«Sono cresciuto in Inghilterra, da genitori indiani. Fin da piccolo amavo il cinema, vedevo film di Bollywood e mi ci proiettavo dentro. A circa sette anni ho costretto mia madre a portarmi a un casting Disney aperto a tutti. Già con mia sorella e il mio migliore amico facevamo film per divertirci, postandoli poi su YouTube, poi crescendo mi sono appassionato al teatro, e ispirato a intraprendere il mestiere di attore». Rish Shah, classe 1997, è Kaman, il co-protagonista maschile e rivelazione della nuova serie Disney+ Ms. Marvel, uscita a giugno; e già indossa con naturalezza i panni di new talent. «Ho sempre pensato che avrei fatto questo; a 16 anni, mentre inseguivo ingaggi importanti, sgobbavo sui set del padre di un mio amico, che faceva spot pubblicitari. Mi son reso conto che quello era l’ ambiente in cui volevo immergermi, una volta completata la formazione. Ho poi fatto studi universitari al King’s College di Londra alternando esami a provini, e cercando di farmi notare dai direttori del casting. Non è che gli ingaggi siano arrivati subito, così ho potuto continuare i miei studi. Ma intanto ho imparato a conoscere bene tutta la trafila delle audizioni, contentissimo anche solo di aver accesso a palcoscenici che non avevo ancora calcato. Grandi istituzioni teatrali come il National, l’Old Vic e lo Young Vic stavano giusto accanto all’ università, e così tra una lezione e l’ altra bazzicavo seminari e audizioni. Al momento di discutere la mia tesi finale al college ero già stato scritturato per il primo film: ottimo timing».

ISPIRAZIONI. «Ho sempre seguito con interesse forme di teatro-danza come il Physical theatre della

compagnia DV8, la loro produzione di John in particolare; poi altre formazioni, come Complicité. Negli ultimi anni il mio lavoro mi ha portato ad Atlanta, Usa, sono stato meno a teatro; ma alcuni attori che seguo dai tempi di Londra li vedo sugli schermi».

TALENTO. «In generale per me significa una cosa su tutte: saper catturare l’ attenzione. Per quel che mi riguarda, mi sento fortunato a lavorare con gente che sa come catturare la mia. Credo di trovarmi in una fase di crescita, in evoluzione; da ogni lavoro cerco di trarre qualche boccone di conoscenza in più. La parte difficile? La pazienza. Se c ’è un ’ audizione in cui ti è sembrato di andar bene e resti a becco asciutto, mettici una pietra sopra. Sentiti forte anche quando il telefono non squilla. Se non passi l’ audizione, non prenderla sul personale. Pensa al fatto che tutti gli altri ci son passati prima di te. Renditi conto che è davvero un ’ esperienza comune, facci il callo, tieni duro e fidati di chi ti consiglia e ti dà forza».

PROSSIMAMENTE. «Lavoro al thriller Netflix Damage, scritto da Morgan Lloyd Malcolm, e basato sul romanzo di Josephine Hart. Una storia molto cruda e intensa, diretta da Lisa Barros D’Sa e Glenn Leyburn: un meraviglioso, sfidante cambio di passo rispetto ai miei altri progetti. Col successo cresce anche la responsabilità, ma la fase di transizione in cui mi trovo è emozionante. Se sono arrivato fin qui devo dire grazie ai miei genitori, che mi hanno dato tutto senza chiedere mai nulla in cambio. Fin da piccolo mi hanno insegnato a divertirmi in ogni cosa che faccio, e vederli sgobbare mi è stato d’ esempio. Rappresentano i miei ricordi più cari; a parte giocare a rugby con i compagni di scuola, o stressarci a vicenda su quel che si sarebbe combinato nel weekend».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

This article is from: