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Mostra. Il guardaroba è un racconto che cambia

DAL RINASCIMENTO A OGGI PER FARE I CONTI CON LA DIVISA DI BEAU BRUMMELL

Il guardaroba è un racconto che cambia

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STATUE E UNDERWEAR, NO GENDER E SETTECENTO, DANDISMO E RICK OWENS. LE MILLE VARIABILI CHE FORMANO L’UOMO DI OGGI.

DI MICHELE CIAVARELLA

LA MASCOLINITÀ è una convenzione dei tempi. Se non bastassero i libri di storia, lo dimostra la Storia dell’arte che, come una fotografia, è testimone della variabilità dell’accezione del «maschile» attraverso gli abiti. Quadri e sculture ne sono i primi documenti, anche quando la scultura classica lasciava che sull’essenza della mascolinità si esprimesse il corpo nudo dell’eroe. Mettendo insieme 100 capi di abbigliamento e 100 opere d’arte, Fashioning Masculinities: The Art of Menswear, la mostra che occuperà il Victoria and Albert Museum di Londra dal 19 marzo al 6 novembre, è prima di tutto una riflessione sulla mutevolezza della rappresentazione della virilità e poi una radiografia storica del suo potere. Divisa in tre sezioni, Undressed, Overdressed e Redressed, la mostra non fa il verso a quella del Barbican di due anni fa (Masculinities: Liberation through Photography) ma appare il completamento di quell’indagine perché include le testimonianze pre moderne. E infatti, per celebrare la diversità del corpo Undressed mette a confronto un balletto di Mattew Bourne, Spitfire, in cui i ballerini danzano in underwear, con l’Apollo del Belvedere e dell’Hermes Farnese, come la sezione Overdressed analizza le varianti e le possibilità della mascolinità attraverso i secoli, dal Rinascimento a oggi, affiancando gli abiti di Gucci (partner dell’esposizione), Harris Reed, Grace Wales Bonner e Raf Simons ai quadri antichi di Sofonisba Anguissola e Joshua Reynolds o alle opere contemporanee di Robert Longo.

E POI C’È BEAU BRUMMELL con il quale occorre fare i conti. Ci pensa la sezione Redressed che affianca la figura maschile inventata dal Lord dandy (che sfocerà nella «divisa borghese») sia alle uniformi militari sia a quelle delle culture giovanili (mod e teddy boys) e agli abiti di Prada e Alexander McQueen indicando la via d’uscita e l’evoluzione nelle espressioni di ricerca di Rick Owens, Rei Kawakubo, JW Anderson e nelle opere dell’artista multidisciplinare e designer sudafricano Lesiba Mabitsela.

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Sopra, Jean-Baptiste Belley, ritratto a inchiostro su carta di Hahnemühle di Omar Victor Diop (2014). Sotto, Ritratto del Principe Alessandro Farnese, olio su tela di Sofonisba Anguissola (1560).

AND IREL OF GALLER Y NA TIONAL © ; DIOP VICT OR OMAR © RIS . PA GALLER Y, MA GNINA COUR TESY

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