RASSEGNA STAMPA DEL 23 MAGGIO 2019

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30 Provincia

L'ARENA

Giovedì 23 Maggio 2019

VILLAFRANCHESE VILLAFRANCA. Una valangaditelefonate di cittadinipreoccupatiagli uffici delComune. Dall’Oca spiegache non cisonoproblemiper i rubinettidelle abitazioni

Ilsindacosui Pfas: «L’acquaè potabile» Tavolotecnico inmunicipiodopo leanalisidell’Arpav sull’inquinamentonella falda «Sel’acquedotto èaposto, bisognacapiresei pozziprivati attingonolesostanze» Luca Fiorin

La presenza dei Pfas nella falda acquifera di Villafranca è già oggetto di verifiche da parte di un tavolo tecnico, che si è riunito per la prima volta la scorsa settimana. Il sindaco villafranchese Roberto Dall’Oca non solo conferma i ritrovamenti di Pfos, la sostanza per la cui presenza nell’acqua sono stati imposti i limiti più restrittivi fra quelli relativi alla famiglia dei perfluoro-alchilici, nel suo Comune, ma dice anche che sono state attivate le verifiche del caso. Tutto questo lo fa offrendo nel contempo le più ampie rassicurazioni sulla potabilità dell’acqua che sgorga dai rubinetti. Già ieri mattina, in seguito alla pubblicazione sul nostro giornale della notizia relativa agli inquinanti scoperti nei giacimenti idrici presenti nel territorio comunale della città del Quadrilatero, in municipio ed agli amministratori comunali hanno iniziato ad arrivare telefonate di cittadini che chiedevano se l’acqua può essere bevuta. «L’acquedotto pubblico di Villafranca eroga acqua perfettamente potabile, ed a dirlo sono le analisi che vengono effettuate dall’Ulss», afferma Dall’Oca. A garanzia del fatto che non ci sono problemi, secondo il primo cittadino, c’è anche il fatto che dove ci sono i pozzi di prelievo so-

no stati montati dei filtri a carboni attivi. Se fossero stati riscontrati valori di sostanze perfluoro-alchiliche, come di altri inquinanti, che eccedono i parametri sarebbero stati adottati subito dei provvedimenti restrittivi. Secondo un report pubblicato in questi giorni da Arpav, che riassume i controlli relativi ai Pfas che sono stati effettuati dall’agenzia regionale dal giugno del 2013 alla fine del 2018, un punto di monitoraggio della falda sito nel Comune di Villafranca è stato classificato come «in stato chimico non buono». Una situazione che di fatto è unica, all’esterno del territorio posto a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova in cui c’è un inquinamento così diffuso da Pfas da costituire ufficialmente un’«emergenza». A Villafranca è stata riscontrata, in quattro rilevamenti, una presenza di Pfos superiore al valore soglia, fissato a 30 nanogrammi per litro d’acqua. L’acido perfluoroottansolfonico è una delle sostanze perfluoro-alchiliche di più datata produzione e di maggiore pericolosità per la salute. Nella città del Castello scaligero sono stati registrati valori di questo inquinante pari a 37, 53, 36 e 43 nanogrammi per litro. Si tratta di cifre che spesso sono addirittura superiori rispetto a quelle che vengono rilevate nella zona rossa. Ovvero, nel

territorio comprendente anche 13 Comuni del Basso ed Est Veronese che fa parte dell’area di emergenza. Un territorio in cui il problema principale, peraltro, più che il Pfos è un’altra delle sostanze perfluoro-alchiliche di più datata produzione, il Pfoa. «Già dal mese di febbraio abbiamo avviato una corrispondenza con Arpav finalizzata a realizzare un monitoraggio», sottolinea il sindaco Dall’Oca che, infatti, chiede di avere indicazioni precise sulla situazione della falda. «Se l’acquedotto è a posto, rimane da affrontare in maniera compiuta il tema dei pozzi di prelevamento privati», precisa. «È vero che le quantità di contaminanti riscontrate sono tutto sommato contenute, ma, considerate le notizie che arrivano dalla zona rossa, è comunque il caso di essere sicuri che non ci sono pericoli», aggiunge il primo cittadino. Poi afferma che al momento nessuno è in grado di sapere quale sia la causa della presenza dei Pfos nella falda, ma dice anche che il Comune sta collaborando per tutto quanto gli è possibile nell’attività di ricerca.«Noi abbiamo competenze limitate, visto che i controlli e le analisi vengono effettuali da Arpav ed Ulss, ma stiamo fornendo tutto il supporto per quanto riguarda lo studio del territorio», conclude il primo cittadino. •

L’iniziativadellaminoranza

Melottihachiestoitest «Indaginedaproseguire»

Ilconsigliere Matteo Melotti duranteun sopralluogo

Unabroccad’acqua riempitaaun rubinettodi un’abitazione

AcqueVeronesi: «Massima sicurezza» AcqueVeronesi interviene sullavicenda deiPfas. «Dal 2016»,è scritto inuna nota, «lasocietàeffettua di routinele analisisui Pfasin tuttii sei centridi produzioneaservizio dell’acquedottodi Villafrancae dalle oltre90 analisieffettuateperle soleacque distribuitenon è maistato rilevatonessun superamentodei parametri dilegge pertuttii Pfas analizzati».Acque Veronesi

precisaancheche «siè attivataperl’installazione di filtria carboneattivo granularechegarantiscono l’abbattimentodei Pfas»,invia cautelativae nonostante l’assenzadianalisiallarmanti. «Adulteriore sicurezzadegli utenti,neisiti doveè stata rilevatapresenza dei composti,l’acqua dei rubinetti dellecasenon arriva dalla falda,ma vienepotabilizzatae distribuitainsicurezza nei parametridi legge». LU.FI.

© RIPRODUZIONERISERVATA

Localizzareil fenomeno, bonificarese necessarioe tranquillizzarela popolazione. Sonoi monitichearrivanodalla minoranzaconsiliare di centrosinistradiVillafranca sul casodegliPfasindividuati nelle faldecittadine.Il gruppo consiliare,infatti, unpaio di settimanefaaveva protocollatoun’interpellanza dadiscutereal prossimo consigliocomunale nellaquale chiedevaal sindaco Roberto Dall’Ocadiverificare se vi fossepresenza diPfas nell’acquaa Villafranca,alla lucediunlavoro diArpavche indicava,suunacartina geograficadel Veneto, alcuni puntianchesul nostro territorioincui si erano verificatisforamenti diqueste sostanzenell’acqua.Poiché i puntisulla cartanon indicavano iComuni nellospecifico, ma sembravanoindicare il Villafranchese,laminoranza avevachiesto cheil sindaco

verificassese sitrattava disitie discaricheinloco.Nel frattempoè arrivatala conferma,come riportatosul giornalediieri, con la pubblicazionediun’indagine di Arpavcondottanegli ultimianni. «Siamocontentidell’indagine», commentaall’indomanidella notiziaMatteo Melotti, consiglierefirmatario dell’interpellanza.«Oravogliamo saperequalisiano le discarichee inqualiacquesuperficialisi sono evidenziatigli sforamentie dove vannole acquedi falda.Vogliamo sapere,insomma, dovesia evidentequestofenomeno. Inoltre,chiediamo cheAcque veronesiprovveda afareanalisi specificheper capire sequeste molecolesono presentinell’acqua dicasaperchévadata una garanziaallapopolazione. Bere l’acquadelrubinetto èunabuona praticache vadifesa,ma occorre tranquillizzarei cittadini. Infine, chiediamochesiano effettuate dellebonifichequalorafossero necessarie». M.V.A.

VILLAFRANCA. Loris Zanon è il nuovo presidente dell’Aido. Eletto nella serata di testimonianze TREVENZUOLO. Domani seralaprimaconlacompagnia diPuliero

Èrinato ilgruppo localedeidonatori diorgani

Rassegnadi teatroall’Arena verde

L’Aido di Villafranca s’è ricostituita durante la serata sulla donazione di organi al Centro culturale di Quaderni che ha visto la partecipazione di una trentina di persone. Il nuovo direttivo è formato da Loris Zanon, presidente, Federico Dindo, vicepresidente, Iole Gabrielli, amministratore, Nicoletta Scarazzai, segretaria, Giovanna Mortaro, Raffaella Belligoli, Paolo Pe-

Viene riproposta anche quest’anno una rassegna di spettacoli, completamente gratuiti, che si terranno nel teatro all’aperto Arena verde del capoluogo. Si parte con tre serate consecutive. Apre la stagione teatrale, domani alle 21,15, la compagnia La barcaccia di Roberto Puliero con la commedia di Carlo Goldoni La serva amorosa. Si continua sabato, alla stessa ora,

trin e Umberto Briglia, consiglieri. Ci sono state molte testimonianze di persone che hanno ricevuto un organo, ritornando ad una vita normale e genitori che, anche in un momento di dolore per la perdita del proprio figlio, hanno deciso di donare i suoi organi, salvando la vita ad altre persone. «È stata grande la partecipazione emotiva», afferma

Mara Magagnotto, vicepresidente provinciale dell’Aido, «e forte l’interesse per gli argomenti trattati. Tra questi mi sono soffermata a spiegare la differenza tra lo stato di coma e la morte cerebrale perché sono ancora molte le persone che non si avvicinano e non fanno la scelta di donare proprio perché equivocano i due differenti stati». Infatti, il coma è una condi-

zione clinica complessa ma dinamica che può evolvere in vari modi e spesso termina con il recupero. In un piccolo numero di casi il coma evolve invece in stato vegetativo, senza recupero della coscienza e nei casi con una lesione di gravità estrema in morte cerebrale, che rende i soggetti che si trovano in queste condizioni potenziali donatori d’organi. • A.F.

con l'esibizione degli allievi della Talent music school, con Orchestrando. Domenica 26, sempre alle 21,15 gli allievi della scuola di danza di Vigasio presenteranno lo spettacolo Il mondo sottomarino. Saranno in tutto otto le serate in cui verranno proposti spettacoli teatrali, musicali e cori. Il programma si concluderà sabato 24 agosto. « Crediamo che pochi comu-

ni delle nostre dimensioni», dichiara l’assessore alla cultura Eros Torsi, «possano vantare un programma così ampio di appuntamenti. Se si considera inoltre la gratuità di tutti gli spettacoli, si potrà cogliere anche la valenza sociale del progetto. Ringrazio il Circolo Noi di Trevenzuolo che anche quest’anno ha gestito l’organizzazione della rassegna». • LI.FO.

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GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

9

La sfida federalista la mossa del sindacato

spi protesta

Cgil: autonomia, Zaia sia realista e rinunci a istruzione e trasporti

«Conguaglio beffa in arrivo per 400 mila pensionati»

«Così la riforma non decolla, il Veneto proponga un accordo di garanzia in conferenza Stato-Regioni» Filippo Tosatto

giorgetti (lega)

VENEZIA. Il teorema Cgil. L’au-

«Il Governo agisca la nostra pazienza volge al termine»

tonomia del Veneto è ostaggio dei contrasti gialloverdi, se anche la Lega riuscirà a strappare un sì al Consiglio dei ministri, in Parlamento si profila un muro di gomma. Serve realismo per evitare la deriva: «Il percorso intrapreso è sbagliato e negativo, Zaia riprenda l’iniziativa in Conferenza Stato-Regioni e si faccia promotore di un quadro di riferimento generale, vincolante per tutte le intese presenti e future. Così la riforma potrebbe ripartire in un contesto condiviso di chiarezza». Parole di Paolo Righetti, segretario regionale del sindacato rosso, lesto peraltro a circoscrivere l’apertura: «Bisogna sgombrare il campo da visioni che incrinerebbero i principi di universalità dei diritti e di omogeneità delle prestazioni, soprattutto in ambiti delicatissimi quali istruzione, sanità, infrastrutture, tutela ambientale che vanno garantiti a prescindere dal luogo di residenza, pena una caduta del livello di civiltà dell’intero Paese».

23 MATERIE E NOVE DECIMI

Tentazioni centraliste ricorrenti? «Niente affatto», replica il dirigente cigiellino «non siamo pregiudizialmente contrari al decentramento dei poteri e delle risorse, anzi, in determinate materie, quali l’organizzazione delle aziende sanitarie e la gestione dei rifiuti e delle discariche, auspichiamo un maggior esercizio dell’autonomia. Ma il confronto si è frammentato, è diventato ideologico ed è la propaganda contrapposta a prevalere. L’obiettivo del governatore, le 23 materie e i 9/10 dei tributi, è legittimo ma irrealistico, alimenta i timori di frattura della

Nervi tesi dopo l’ennesimo nulla di fatto in Consiglio dei ministri, con la delegazione a 5 Stelle irriducibile nel frenare il via libera alle proposte di Erika Stefani. «La vecchia Lega aspetta con impazienza l’autonomia. E se il governo del cambiamento non dà una risposta, la vecchia Lega, ma anche quella di Luca Zaia, e tutti quanti noi, ci spazientiamo. Perché l’autonomia non rompe l’equilibrio costituzionale, ma è ampiamente prevista dalla Costituzione»: l’ha detto il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, incontrando la stampa estera.

coesione nazionale, allontana il traguardo dell’autonomia anziché favorirlo». L’obiezione: si tratta di facoltà previste dalla Costituzione e sostenute dal voto popolare ai referendum... «Certamente, ma cambiamenti istituzionali così rilevanti non possono risolversi in accordi nelle commissioni paritetiche, la sovranità appartiene al Parlamento e richiede un consenso ampio». UN DOPPIO ALTOLÀ

Gli altolà, si diceva. Affidati a due focus su scuola e mobilità: «L’intrusione della Regione nell’offerta formativa è inaccettabile, deborda rispetto alle scelte del collegio dei docenti e della comunità scolastica», afferma Marta Viotto della Flc «a riguardo, i segnali pervenuti non sono confortanti, penso al dialetto a scuola, ai

zanoni (pd): denuncio regione e sis

Barriere Pedemontana nuova strage di uccelli TREVISO. «Lungo le barriere del-

la Pedemontana continuano a morire centinaia se non migliaia di uccelli. Poiché non mi piace essere preso in giro e sono una persona di parola, oggi andrò dal procuratore capo di Vicenza e denuncerò Regione, commissario straordinario e costruttore Sis per i reati relativi all’uccisione di fauna selvatica protetta e superprotetta». Ad annunciarlo è Andrea Zanoni, consigliere del Pd, che ha più volte sollevato il caso,

chiedendo di apporre adesivi sulle barriere trasparenti della Superstrada che collegherà Trevigiano e Vicentino: «Una spesa ridicola, a fronte di un’opera che costa miliardi ai contribuenti veneti e che sta causando problemi a non finire, soprattutto di carattere ambientale. Stiamo assistendo a una situazione grottesca». «Dopo le prime stragi di volatili segnalatemi da Lipu e da un veterinario locale, ho invitato l’amministrazione regiona-

Palazzo Balbi: il governatore veneto Luca Zaia ed Erika Stefani ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia

«Serve un quadro di riferimento generale che cancelli i timori di frattura nazionale» contributi ai presepi, alla storia veneta obbligatoria, all’iscrizione alle materne condizionata alla residenza... C’è poi il capitolo del personale, dove ribadiamo il no allo smantellamento del contratto unico nazionale, alla scuola servono assunzioni e risorse non disparità di trattamento, viceversa è illusorio promettere miglioramenti economici e passi avanti». IL NODO INFRASTRUTTURE

Chi non ha dubbi sul versante trasporti è Renzo Varagnolo della Filt: «Le maggiori compe-

le ad agire, senza esito». Così, nei giorni scorsi, il veterinario in questione «è tornato sul posto è ha trovato altri uccelli morti tra cui un Falco lodolaio, un Cuculo, un Picchio rosso maggiore, uno Strillozzo, un Succiacapre e, a quanto pare, addirittura un rarissimo Falco della Regina»; «Si tratta di specie particolarmente protette da convenzioni internazionali e la legge statale che tutela la fauna selvatica elenca delle sanzioni penali in caso di uccisione di tali uccelli che prevedono anche l’arresto da 2 a 8 mesi. Abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni depositando, come gruppo consiliare, una mozione che sollecita l’inserimento degli adesivi lungo le barriere, siamo ancora in attesa di poterla discutere». —

tenze ventilate nella bozza d’intesa non recherebbero alcun vantaggio ai veneti. La Regione richiede il trasferimento del demanio marittimo, in contrasto con la legge statale che regola la portualità; e chiede la gestione diretta del Fondo nazionale trasporti, al quale finora non ha mai aggiunto un euro proprio. Infrastrutture? Gli aeroporti sono privati, le autostrade sono in concessione ventennale, le Ferrovie vanno per conto loro: di che stiamo parlando? ». Dell’Alta Velocità che non decolla, magari... «Già, l’assessore De Berti dice il vero quando lamenta la litigiosità dei comuni, incapaci di trovare un accordo. Ma a chi spetterebbe riunirli intorno a un tavolo e coordinare lo sforzo comune dialogando con lo Stato? ». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

caon (forza italia)

«Meloni si oppose al referendum e ora fa l’autonomista... » «Sappiamo che la campagna elettorale è il periodo delle promesse impossibili, ma a tutto c’è un limite», sbotta Roberto Caon, deputato di Forza Italia «Giorgia Meloni, nel suo tour in Veneto, si è reinventata paladina dell’autonomia regionale eppure leader di Fratelli d’Italia è stata tra i più feroci oppositori del referendum del 2017, quando accusò i veneti di sognare segretamente l’indipendenza, e di recente, in Campania, ha detto che l’autonomia differenziata va accantonata... ».

sanitÀ, la prima mappa stilata in italia

Il disagio mentale colpisce 66 mila veneti VENEZIA. Le patologie definite con il termine di «demenza» hanno colpito, secondo dati elaborati sull’anno 2017, 66. 147 veneti dei quali 63. 458 con più di 65 anni e 2. 689 con meno di 65 anni. In Italia il numero sale a un milione 241 mila persone colpite, il 50-60% delle quali dall’Alzheimer. Come supportare al meglio i pazienti e le loro famiglie? Come rendere più efficaci le cure? Come

organizzare il sistema assistenziale? A queste domande la Regione sta dando risposte innovative mediante il percorso diagnostico terapeutico assistenziale abbinato all’attivazione di una novità a livello nazionale: la Mappa per le Demenze a Supporto del Pdta Regionale, una piattaforma web di facile accessibilità dove ciascuna figura che si affaccia al mondo della demenza, professionista o

VENEZIA. «Dopo il taglio del-

le rivalutazioni ecco il conguaglio-beffa: arriverà puntuale a giugno, dopo le elezioni europee naturalmente, e colpirà oltre 400 mila pensionati veneti che hanno assegni lordi tre volte superiori alla pensione minima».È la denuncia dello Spi Cgil, che torna sull’argomento caldo: «Come abbiamo denunciato da tempo», afferma Giuseppe Di Girolamo, della segreteria regionale «il governo “del cambiamento” utilizza ancora una volta gli anziani come bancomat, attraverso un conguaglio che ci vede radicalmente contrarietà. Ribadiremo la nostra protesta il primo giugno alla grande manifestazione unitaria di Roma. Altro che cambiamento, questo è il governo del peggioramento». Gli oltre 400 mila pensionati veneti destinatari della stangata», chiarisce lo Spi «sono distribuiti in tutte le province: circa 81 mila a Venezia, 76 mila a Padova, 73 mila a Verona, 66 mila e 800 a Treviso, 66 mila e 500 a Vicenza, 20 mila a Rovigo a Belluno e 19 mila a Rovigo. Ricevono assegni superiori ai 1500 euro lordi al mese, importo che, ricorda il sindacato, si traduce in un’entrata netta di poco superiore ai mille euro mensili, nulla a che vedere con le pensioni d’oro. Conclude Di Girolamo: «Non solo è stata tradita ancora una volta la fiducia dei pensionati con una scelta profondamente ingiusta, per fare cassa, ma ora arriva anche un conguaglio che sa di scherno più considerando che verrà attuato dopo il voto. Il primo giugno in piazza faremo sentire forte la nostra voce anche nei confronti di questa ingiustizia. Si è disatteso completamente l'accordo firmato dai sindacati nel 2016 con il precedente Governo». — Marta Artico

utente che sia, può trovare modo di orientarsi e trovare supporto alle sue necessità. Sono queste le principali novità sulle quali si è focalizzato il convegno dal titolo «Un nuovo approccio alla demenza, una mappa a supporto del Pdta regionale», che si è tenuto ieri l’Auditorium «Rama» dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. I lavori sono stati aperti dagli interventi dell’assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin, del direttore generale della Sanità Veneta Domenico Mantoan, del direttore generale dell’Usl 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben e del direttore genrrale dell’Azienda Zero Patrizia Simionato. —


GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

9

La sfida federalista la mossa del sindacato

spi protesta

Cgil: autonomia, Zaia sia realista e rinunci a istruzione e trasporti

«Conguaglio beffa in arrivo per 400 mila pensionati»

«Così la riforma non decolla, il Veneto proponga un accordo di garanzia in conferenza Stato-Regioni» Filippo Tosatto

giorgetti (lega)

VENEZIA. Il teorema Cgil. L’au-

«Il Governo agisca la nostra pazienza volge al termine»

tonomia del Veneto è ostaggio dei contrasti gialloverdi, se anche la Lega riuscirà a strappare un sì al Consiglio dei ministri, in Parlamento si profila un muro di gomma. Serve realismo per evitare la deriva: «Il percorso intrapreso è sbagliato e negativo, Zaia riprenda l’iniziativa in Conferenza Stato-Regioni e si faccia promotore di un quadro di riferimento generale, vincolante per tutte le intese presenti e future. Così la riforma potrebbe ripartire in un contesto condiviso di chiarezza». Parole di Paolo Righetti, segretario regionale del sindacato rosso, lesto peraltro a circoscrivere l’apertura: «Bisogna sgombrare il campo da visioni che incrinerebbero i principi di universalità dei diritti e di omogeneità delle prestazioni, soprattutto in ambiti delicatissimi quali istruzione, sanità, infrastrutture, tutela ambientale che vanno garantiti a prescindere dal luogo di residenza, pena una caduta del livello di civiltà dell’intero Paese».

23 MATERIE E NOVE DECIMI

Tentazioni centraliste ricorrenti? «Niente affatto», replica il dirigente cigiellino «non siamo pregiudizialmente contrari al decentramento dei poteri e delle risorse, anzi, in determinate materie, quali l’organizzazione delle aziende sanitarie e la gestione dei rifiuti e delle discariche, auspichiamo un maggior esercizio dell’autonomia. Ma il confronto si è frammentato, è diventato ideologico ed è la propaganda contrapposta a prevalere. L’obiettivo del governatore, le 23 materie e i 9/10 dei tributi, è legittimo ma irrealistico, alimenta i timori di frattura della

Nervi tesi dopo l’ennesimo nulla di fatto in Consiglio dei ministri, con la delegazione a 5 Stelle irriducibile nel frenare il via libera alle proposte di Erika Stefani. «La vecchia Lega aspetta con impazienza l’autonomia. E se il governo del cambiamento non dà una risposta, la vecchia Lega, ma anche quella di Luca Zaia, e tutti quanti noi, ci spazientiamo. Perché l’autonomia non rompe l’equilibrio costituzionale, ma è ampiamente prevista dalla Costituzione»: l’ha detto il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, incontrando la stampa estera.

coesione nazionale, allontana il traguardo dell’autonomia anziché favorirlo». L’obiezione: si tratta di facoltà previste dalla Costituzione e sostenute dal voto popolare ai referendum... «Certamente, ma cambiamenti istituzionali così rilevanti non possono risolversi in accordi nelle commissioni paritetiche, la sovranità appartiene al Parlamento e richiede un consenso ampio». UN DOPPIO ALTOLÀ

Gli altolà, si diceva. Affidati a due focus su scuola e mobilità: «L’intrusione della Regione nell’offerta formativa è inaccettabile, deborda rispetto alle scelte del collegio dei docenti e della comunità scolastica», afferma Marta Viotto della Flc «a riguardo, i segnali pervenuti non sono confortanti, penso al dialetto a scuola, ai

zanoni (pd): denuncio regione e sis

Barriere Pedemontana nuova strage di uccelli TREVISO. «Lungo le barriere del-

la Pedemontana continuano a morire centinaia se non migliaia di uccelli. Poiché non mi piace essere preso in giro e sono una persona di parola, oggi andrò dal procuratore capo di Vicenza e denuncerò Regione, commissario straordinario e costruttore Sis per i reati relativi all’uccisione di fauna selvatica protetta e superprotetta». Ad annunciarlo è Andrea Zanoni, consigliere del Pd, che ha più volte sollevato il caso,

chiedendo di apporre adesivi sulle barriere trasparenti della Superstrada che collegherà Trevigiano e Vicentino: «Una spesa ridicola, a fronte di un’opera che costa miliardi ai contribuenti veneti e che sta causando problemi a non finire, soprattutto di carattere ambientale. Stiamo assistendo a una situazione grottesca». «Dopo le prime stragi di volatili segnalatemi da Lipu e da un veterinario locale, ho invitato l’amministrazione regiona-

Palazzo Balbi: il governatore veneto Luca Zaia ed Erika Stefani ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia

«Serve un quadro di riferimento generale che cancelli i timori di frattura nazionale» contributi ai presepi, alla storia veneta obbligatoria, all’iscrizione alle materne condizionata alla residenza... C’è poi il capitolo del personale, dove ribadiamo il no allo smantellamento del contratto unico nazionale, alla scuola servono assunzioni e risorse non disparità di trattamento, viceversa è illusorio promettere miglioramenti economici e passi avanti». IL NODO INFRASTRUTTURE

Chi non ha dubbi sul versante trasporti è Renzo Varagnolo della Filt: «Le maggiori compe-

le ad agire, senza esito». Così, nei giorni scorsi, il veterinario in questione «è tornato sul posto è ha trovato altri uccelli morti tra cui un Falco lodolaio, un Cuculo, un Picchio rosso maggiore, uno Strillozzo, un Succiacapre e, a quanto pare, addirittura un rarissimo Falco della Regina»; «Si tratta di specie particolarmente protette da convenzioni internazionali e la legge statale che tutela la fauna selvatica elenca delle sanzioni penali in caso di uccisione di tali uccelli che prevedono anche l’arresto da 2 a 8 mesi. Abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni depositando, come gruppo consiliare, una mozione che sollecita l’inserimento degli adesivi lungo le barriere, siamo ancora in attesa di poterla discutere». —

tenze ventilate nella bozza d’intesa non recherebbero alcun vantaggio ai veneti. La Regione richiede il trasferimento del demanio marittimo, in contrasto con la legge statale che regola la portualità; e chiede la gestione diretta del Fondo nazionale trasporti, al quale finora non ha mai aggiunto un euro proprio. Infrastrutture? Gli aeroporti sono privati, le autostrade sono in concessione ventennale, le Ferrovie vanno per conto loro: di che stiamo parlando? ». Dell’Alta Velocità che non decolla, magari... «Già, l’assessore De Berti dice il vero quando lamenta la litigiosità dei comuni, incapaci di trovare un accordo. Ma a chi spetterebbe riunirli intorno a un tavolo e coordinare lo sforzo comune dialogando con lo Stato? ». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

caon (forza italia)

«Meloni si oppose al referendum e ora fa l’autonomista... » «Sappiamo che la campagna elettorale è il periodo delle promesse impossibili, ma a tutto c’è un limite», sbotta Roberto Caon, deputato di Forza Italia «Giorgia Meloni, nel suo tour in Veneto, si è reinventata paladina dell’autonomia regionale eppure leader di Fratelli d’Italia è stata tra i più feroci oppositori del referendum del 2017, quando accusò i veneti di sognare segretamente l’indipendenza, e di recente, in Campania, ha detto che l’autonomia differenziata va accantonata... ».

sanitÀ, la prima mappa stilata in italia

Il disagio mentale colpisce 66 mila veneti VENEZIA. Le patologie definite con il termine di «demenza» hanno colpito, secondo dati elaborati sull’anno 2017, 66. 147 veneti dei quali 63. 458 con più di 65 anni e 2. 689 con meno di 65 anni. In Italia il numero sale a un milione 241 mila persone colpite, il 50-60% delle quali dall’Alzheimer. Come supportare al meglio i pazienti e le loro famiglie? Come rendere più efficaci le cure? Come

organizzare il sistema assistenziale? A queste domande la Regione sta dando risposte innovative mediante il percorso diagnostico terapeutico assistenziale abbinato all’attivazione di una novità a livello nazionale: la Mappa per le Demenze a Supporto del Pdta Regionale, una piattaforma web di facile accessibilità dove ciascuna figura che si affaccia al mondo della demenza, professionista o

VENEZIA. «Dopo il taglio del-

le rivalutazioni ecco il conguaglio-beffa: arriverà puntuale a giugno, dopo le elezioni europee naturalmente, e colpirà oltre 400 mila pensionati veneti che hanno assegni lordi tre volte superiori alla pensione minima».È la denuncia dello Spi Cgil, che torna sull’argomento caldo: «Come abbiamo denunciato da tempo», afferma Giuseppe Di Girolamo, della segreteria regionale «il governo “del cambiamento” utilizza ancora una volta gli anziani come bancomat, attraverso un conguaglio che ci vede radicalmente contrarietà. Ribadiremo la nostra protesta il primo giugno alla grande manifestazione unitaria di Roma. Altro che cambiamento, questo è il governo del peggioramento». Gli oltre 400 mila pensionati veneti destinatari della stangata», chiarisce lo Spi «sono distribuiti in tutte le province: circa 81 mila a Venezia, 76 mila a Padova, 73 mila a Verona, 66 mila e 800 a Treviso, 66 mila e 500 a Vicenza, 20 mila a Rovigo a Belluno e 19 mila a Rovigo. Ricevono assegni superiori ai 1500 euro lordi al mese, importo che, ricorda il sindacato, si traduce in un’entrata netta di poco superiore ai mille euro mensili, nulla a che vedere con le pensioni d’oro. Conclude Di Girolamo: «Non solo è stata tradita ancora una volta la fiducia dei pensionati con una scelta profondamente ingiusta, per fare cassa, ma ora arriva anche un conguaglio che sa di scherno più considerando che verrà attuato dopo il voto. Il primo giugno in piazza faremo sentire forte la nostra voce anche nei confronti di questa ingiustizia. Si è disatteso completamente l'accordo firmato dai sindacati nel 2016 con il precedente Governo». — Marta Artico

utente che sia, può trovare modo di orientarsi e trovare supporto alle sue necessità. Sono queste le principali novità sulle quali si è focalizzato il convegno dal titolo «Un nuovo approccio alla demenza, una mappa a supporto del Pdta regionale», che si è tenuto ieri l’Auditorium «Rama» dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. I lavori sono stati aperti dagli interventi dell’assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin, del direttore generale della Sanità Veneta Domenico Mantoan, del direttore generale dell’Usl 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben e del direttore genrrale dell’Azienda Zero Patrizia Simionato. —


GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

9

La sfida federalista la mossa del sindacato

spi protesta

Cgil: autonomia, Zaia sia realista e rinunci a istruzione e trasporti

«Conguaglio beffa in arrivo per 400 mila pensionati»

«Così la riforma non decolla, il Veneto proponga un accordo di garanzia in conferenza Stato-Regioni» Filippo Tosatto

giorgetti (lega)

VENEZIA. Il teorema Cgil. L’au-

«Il Governo agisca la nostra pazienza volge al termine»

tonomia del Veneto è ostaggio dei contrasti gialloverdi, se anche la Lega riuscirà a strappare un sì al Consiglio dei ministri, in Parlamento si profila un muro di gomma. Serve realismo per evitare la deriva: «Il percorso intrapreso è sbagliato e negativo, Zaia riprenda l’iniziativa in Conferenza Stato-Regioni e si faccia promotore di un quadro di riferimento generale, vincolante per tutte le intese presenti e future. Così la riforma potrebbe ripartire in un contesto condiviso di chiarezza». Parole di Paolo Righetti, segretario regionale del sindacato rosso, lesto peraltro a circoscrivere l’apertura: «Bisogna sgombrare il campo da visioni che incrinerebbero i principi di universalità dei diritti e di omogeneità delle prestazioni, soprattutto in ambiti delicatissimi quali istruzione, sanità, infrastrutture, tutela ambientale che vanno garantiti a prescindere dal luogo di residenza, pena una caduta del livello di civiltà dell’intero Paese».

23 MATERIE E NOVE DECIMI

Tentazioni centraliste ricorrenti? «Niente affatto», replica il dirigente cigiellino «non siamo pregiudizialmente contrari al decentramento dei poteri e delle risorse, anzi, in determinate materie, quali l’organizzazione delle aziende sanitarie e la gestione dei rifiuti e delle discariche, auspichiamo un maggior esercizio dell’autonomia. Ma il confronto si è frammentato, è diventato ideologico ed è la propaganda contrapposta a prevalere. L’obiettivo del governatore, le 23 materie e i 9/10 dei tributi, è legittimo ma irrealistico, alimenta i timori di frattura della

Nervi tesi dopo l’ennesimo nulla di fatto in Consiglio dei ministri, con la delegazione a 5 Stelle irriducibile nel frenare il via libera alle proposte di Erika Stefani. «La vecchia Lega aspetta con impazienza l’autonomia. E se il governo del cambiamento non dà una risposta, la vecchia Lega, ma anche quella di Luca Zaia, e tutti quanti noi, ci spazientiamo. Perché l’autonomia non rompe l’equilibrio costituzionale, ma è ampiamente prevista dalla Costituzione»: l’ha detto il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, incontrando la stampa estera.

coesione nazionale, allontana il traguardo dell’autonomia anziché favorirlo». L’obiezione: si tratta di facoltà previste dalla Costituzione e sostenute dal voto popolare ai referendum... «Certamente, ma cambiamenti istituzionali così rilevanti non possono risolversi in accordi nelle commissioni paritetiche, la sovranità appartiene al Parlamento e richiede un consenso ampio». UN DOPPIO ALTOLÀ

Gli altolà, si diceva. Affidati a due focus su scuola e mobilità: «L’intrusione della Regione nell’offerta formativa è inaccettabile, deborda rispetto alle scelte del collegio dei docenti e della comunità scolastica», afferma Marta Viotto della Flc «a riguardo, i segnali pervenuti non sono confortanti, penso al dialetto a scuola, ai

zanoni (pd): denuncio regione e sis

Barriere Pedemontana nuova strage di uccelli TREVISO. «Lungo le barriere del-

la Pedemontana continuano a morire centinaia se non migliaia di uccelli. Poiché non mi piace essere preso in giro e sono una persona di parola, oggi andrò dal procuratore capo di Vicenza e denuncerò Regione, commissario straordinario e costruttore Sis per i reati relativi all’uccisione di fauna selvatica protetta e superprotetta». Ad annunciarlo è Andrea Zanoni, consigliere del Pd, che ha più volte sollevato il caso,

chiedendo di apporre adesivi sulle barriere trasparenti della Superstrada che collegherà Trevigiano e Vicentino: «Una spesa ridicola, a fronte di un’opera che costa miliardi ai contribuenti veneti e che sta causando problemi a non finire, soprattutto di carattere ambientale. Stiamo assistendo a una situazione grottesca». «Dopo le prime stragi di volatili segnalatemi da Lipu e da un veterinario locale, ho invitato l’amministrazione regiona-

Palazzo Balbi: il governatore veneto Luca Zaia ed Erika Stefani ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia

«Serve un quadro di riferimento generale che cancelli i timori di frattura nazionale» contributi ai presepi, alla storia veneta obbligatoria, all’iscrizione alle materne condizionata alla residenza... C’è poi il capitolo del personale, dove ribadiamo il no allo smantellamento del contratto unico nazionale, alla scuola servono assunzioni e risorse non disparità di trattamento, viceversa è illusorio promettere miglioramenti economici e passi avanti». IL NODO INFRASTRUTTURE

Chi non ha dubbi sul versante trasporti è Renzo Varagnolo della Filt: «Le maggiori compe-

le ad agire, senza esito». Così, nei giorni scorsi, il veterinario in questione «è tornato sul posto è ha trovato altri uccelli morti tra cui un Falco lodolaio, un Cuculo, un Picchio rosso maggiore, uno Strillozzo, un Succiacapre e, a quanto pare, addirittura un rarissimo Falco della Regina»; «Si tratta di specie particolarmente protette da convenzioni internazionali e la legge statale che tutela la fauna selvatica elenca delle sanzioni penali in caso di uccisione di tali uccelli che prevedono anche l’arresto da 2 a 8 mesi. Abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni depositando, come gruppo consiliare, una mozione che sollecita l’inserimento degli adesivi lungo le barriere, siamo ancora in attesa di poterla discutere». —

tenze ventilate nella bozza d’intesa non recherebbero alcun vantaggio ai veneti. La Regione richiede il trasferimento del demanio marittimo, in contrasto con la legge statale che regola la portualità; e chiede la gestione diretta del Fondo nazionale trasporti, al quale finora non ha mai aggiunto un euro proprio. Infrastrutture? Gli aeroporti sono privati, le autostrade sono in concessione ventennale, le Ferrovie vanno per conto loro: di che stiamo parlando? ». Dell’Alta Velocità che non decolla, magari... «Già, l’assessore De Berti dice il vero quando lamenta la litigiosità dei comuni, incapaci di trovare un accordo. Ma a chi spetterebbe riunirli intorno a un tavolo e coordinare lo sforzo comune dialogando con lo Stato? ». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

caon (forza italia)

«Meloni si oppose al referendum e ora fa l’autonomista... » «Sappiamo che la campagna elettorale è il periodo delle promesse impossibili, ma a tutto c’è un limite», sbotta Roberto Caon, deputato di Forza Italia «Giorgia Meloni, nel suo tour in Veneto, si è reinventata paladina dell’autonomia regionale eppure leader di Fratelli d’Italia è stata tra i più feroci oppositori del referendum del 2017, quando accusò i veneti di sognare segretamente l’indipendenza, e di recente, in Campania, ha detto che l’autonomia differenziata va accantonata... ».

sanitÀ, la prima mappa stilata in italia

Il disagio mentale colpisce 66 mila veneti VENEZIA. Le patologie definite con il termine di «demenza» hanno colpito, secondo dati elaborati sull’anno 2017, 66. 147 veneti dei quali 63. 458 con più di 65 anni e 2. 689 con meno di 65 anni. In Italia il numero sale a un milione 241 mila persone colpite, il 50-60% delle quali dall’Alzheimer. Come supportare al meglio i pazienti e le loro famiglie? Come rendere più efficaci le cure? Come

organizzare il sistema assistenziale? A queste domande la Regione sta dando risposte innovative mediante il percorso diagnostico terapeutico assistenziale abbinato all’attivazione di una novità a livello nazionale: la Mappa per le Demenze a Supporto del Pdta Regionale, una piattaforma web di facile accessibilità dove ciascuna figura che si affaccia al mondo della demenza, professionista o

VENEZIA. «Dopo il taglio del-

le rivalutazioni ecco il conguaglio-beffa: arriverà puntuale a giugno, dopo le elezioni europee naturalmente, e colpirà oltre 400 mila pensionati veneti che hanno assegni lordi tre volte superiori alla pensione minima».È la denuncia dello Spi Cgil, che torna sull’argomento caldo: «Come abbiamo denunciato da tempo», afferma Giuseppe Di Girolamo, della segreteria regionale «il governo “del cambiamento” utilizza ancora una volta gli anziani come bancomat, attraverso un conguaglio che ci vede radicalmente contrarietà. Ribadiremo la nostra protesta il primo giugno alla grande manifestazione unitaria di Roma. Altro che cambiamento, questo è il governo del peggioramento». Gli oltre 400 mila pensionati veneti destinatari della stangata», chiarisce lo Spi «sono distribuiti in tutte le province: circa 81 mila a Venezia, 76 mila a Padova, 73 mila a Verona, 66 mila e 800 a Treviso, 66 mila e 500 a Vicenza, 20 mila a Rovigo a Belluno e 19 mila a Rovigo. Ricevono assegni superiori ai 1500 euro lordi al mese, importo che, ricorda il sindacato, si traduce in un’entrata netta di poco superiore ai mille euro mensili, nulla a che vedere con le pensioni d’oro. Conclude Di Girolamo: «Non solo è stata tradita ancora una volta la fiducia dei pensionati con una scelta profondamente ingiusta, per fare cassa, ma ora arriva anche un conguaglio che sa di scherno più considerando che verrà attuato dopo il voto. Il primo giugno in piazza faremo sentire forte la nostra voce anche nei confronti di questa ingiustizia. Si è disatteso completamente l'accordo firmato dai sindacati nel 2016 con il precedente Governo». — Marta Artico

utente che sia, può trovare modo di orientarsi e trovare supporto alle sue necessità. Sono queste le principali novità sulle quali si è focalizzato il convegno dal titolo «Un nuovo approccio alla demenza, una mappa a supporto del Pdta regionale», che si è tenuto ieri l’Auditorium «Rama» dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. I lavori sono stati aperti dagli interventi dell’assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin, del direttore generale della Sanità Veneta Domenico Mantoan, del direttore generale dell’Usl 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben e del direttore genrrale dell’Azienda Zero Patrizia Simionato. —


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BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

lavoro

Reddito di cittadinanza, in provincia presentate ormai 961 domande Questi i dati dell’Inps riferiti al 30 aprile. Per alcuni di loro è già stata assegnata anche l’indennità prevista dalla norma Paola Dall’Anese BELLUNO. Novecentosessan-

tuno sono i bellunesi che hanno presentato la richiesta di reddito di cittadinanza. Questo il dato al 30 aprile, secondo quanto comunica l’Inps. Di questi la maggioranza, cioè 778 si sono rivolti ai Caf per compilare la domanda, 15 sono andati ai patronati, 16 agli uffici postali. Di questi 524 sono maschi e i restanti 437 sono donne. E mentre qualcuno ha già ottenuto il primo assegno, si stanno avviando le procedure per selezionare i quattro navigator che dovranno supportare il personale dei centri per l’impiego provinciali per trovare un’occupazione a queste persone. Sono 68 i candidati per la provincia di Belluno che hanno presentato la domanda all’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, e da cui dovranno essere selezionati i quattro che saranno poi assunti per un biennio con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In Veneto sono arrivate 2.110 domande per 140 posti. «I navigator», spiega Ganbriella Faoro, di Veneto Lavoro, «sono figure professionali che daranno un aiuto al personale dei centri per l’impie-

go per trovare un posto a chi ha richiesto il reddito di cittadinanza. Dovranno far incontrare domanda e offerta di impiego, vale a dire dovranno fare in modo che una determinata figura professionale, con le sue competenze possa trovare il suo posto all’interno di una azienda ben precisa». I navigator, che saranno assunti con un contratto di collaborazione biennale a 27.338,76 euro lordi annui più 300 euro mensili (sempre lordi) per le spese di viaggio, vitto e alloggio, saranno

Entro giugno arriveranno anche i quattro navigator per condurli all’impiego selezionati a livello nazionale tramite un test che si svolgerà a Roma tra giugno e luglio. Dovranno rispondere in 100 minuti a 100 domande con risposte multiple. Per superare la prova bisognerà aver totalizzato un punteggio di almeno 60/100. Le domande verteranno su alcuni temi: cultura generale, psicoattitudinali, logica, informatica, modelli e strumenti di intervento di politica del lavoro, reddito di cittadinanza, disciplina dei

Un centro per l’impiego, presto ai dipendenti saranno affiancati anche i navigator per aiutare i richiedenti il reddito di cittadinanza

contratti di lavoro, sistema di istruzione e formazione, regolamentazione del mercato del lavoro, economia aziendale. Per preparare a questo test i candidati, anche i sindacati si stanno attrezzando. La Cisl Fp, d’intesa con lo Ial Veneto, l’ente della Cisl per la formazione professionale, organizza, infatti, per gli interes-

sati un corso di preparazione alle selezioni della durata di 24 ore distribuite su 4 giorni. (info a: navigatorcislveneto@gmail.com). Intanto ai centri per l’impiego provinciali (Belluno, Feltre, Agordo e Pieve di Cadore) si attende di capire quando si partirà con questa operazione, e nel frattempo i richiedenti il reddito di citta-

dinanza sono già stati profilati. «A dire la verità, l’80% di chi ha presentato la domanda di reddito è già conosciuto dai nostri uffici», conclude Faoro, «quindi soltanto un 20% arriverà da noi ex novo. Ma per sostenere questo maggiore carico di lavoro la Regione Veneto indirà a breve un concorso per 180 posti complessivi per andare a rim-

pinguare gli uffici collocamento del territorio. Inoltre anche tramite il reddito di cittadinanza è prevista la pubblicazione di un bando per reclutare complessivamente in Italia 4000 persone da inserire nei centri, di cui circa 200 dovrebbero arrivare in Veneto per potenziare il servizio offerto». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il caso di confindustria

«Questi licenziamenti non compatibili col codice etico» Sulla vicenda di Confindustria parlano i due ex presidenti Gian Domenico Cappellaro e Paolo Montagner: «Perché non si pensa alla fusione?» BELLUNO. «I metodi utilizzati

per questi licenziamenti non sono compatibili con il codice etico di Confindustria. Non si può comunicare a una persona che è stata licenziata il giorno stesso in cui le si chiede di liberare la scrivania, senza neanche un preavviso necessario per darle la possibilità di guardarsi intorno e trovare un’alternativa. Dobbiamo ammettere che quello che viene data dall’associazione è un’immagine dell’imprenditore distorta dalla realtà». All’indomani della notizia dei licenziamenti in casa degli Industriali le bocche sono

Palazzo Doglioni Dal Mas sede di Confindustria Belluno

cucite e gli unici che decidono di commentare quanto sta accadendo sono l’ex presidente Gian Domenico Cappellaro e l’ex capo della piccola e media industria Paolo Montagner. Sono entrambi tra coloro che hanno deciso di lasciare l’associazione qualche anno fa, perché non condividevamo la linea assunta dai successori. «Avevamo visto che si andava ad impoverire i servizi per gli associati», dichiarano. Sulla vicenda che ha riportato agli onori della cronaca l’associazione si dicono alquanto perplessi. «Si sono licenziate persone importanti per i servizi agli imprenditori. E lo scopo di Confindustria è proprio quello di fornire i migliori servizi agli associati», dicono Cappellaro e Montagner che fanno notare come «non è possibile che un

presidente di sezione venga a sapere dopo che il suo segretario è stato licenziato». «Durante il mio mandato», ricorda Cappellaro, «dal 2011-2015, gli anni peggiori della crisi, abbiamo sempre cercato di tutelare i posti di lavoro, agevolando ad esempio le uscite per pensionamento». Montagner, poi sottolinea che «l’associazione non è un’azienda privata, ma è fatta dagli imprenditori per gli imprenditori che hanno bisogno di supporto per alcune attività. Ma i servizi senza le persone e le competenze non si possono offrire». E allora cosa fare? I due ex guardano alla fusione dei servizi e prendono lo spunto dai buoni risultati ottenuti dalle consorelle venete che questo passo l’hanno già compiuto. «Padova si è fusa con Treviso

e Rovigo con Venezia e ora vogliono fondersi tutte insieme per garantire servizi a tutti, riuscendo anche ad assumere personale. Dobbiamo considerare che soltanto l’unione fa la forza. Perché», si chiedono i due ex, «Confindustria è così sollecita nell’invitare i sindaci dei piccoli comuni a fondersi, e poi l’associazione non adotta la stessa soluzione per se stessa? Con la messa in comune delle attività e del personale gli associati possono ottenere maggiori e migliori servizi, una più completa attenzione. Lo scopo principale, che va sempre tenuto in considerazione, è garantire un aiuto a 360 gradi ai soci. Se anche le associazioni più grandi della nostra regione hanno optato per questa soluzione forse i benefici ci sono davvero». — P.D.A.


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Lettere&Opinioni

«PENSO CHE POSSIAMO VINCERE PERCHÉ LA CANDIDATURA PER LE OLIMPIADI DEL 2026 È FORTE. METTE INSIEME PRAGMATISMO DI MILANO CON L’ICONICITÀ DI CORTINA» Giuseppe Sala (sindaco Milano)

La frase del giorno

Giovedì 23 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Il caso Bpvi

Soci, crediti e vertici all’oscuro: le singolari verità del processo al crac della Popolare di Vicenza Roberto Papetti

C direttore@gazzettino.it Via Torino, 110 - 30172 Mestre (VE) tel. 041665111

aro Direttore, durante una seduta del processo per il crack della Banca Popolare di Vicenza, l’ex Presidente Gianni Zonin ha dichiarato che il Consiglio d’amministrazione non poteva sapere su quanto stava accadendo e che è molto dispiaciuto per le perdite che hanno subito gli azionisti. In pratica secondo Zonin le responsabilità sono di altri. Boh, forse di impiegati o imprese di pulizia delle filiali? Sono loro gli artefici delle “baciate” e di altre discutibili operazioni? Di cosa parliamo? Tengo solo a precisare che ogni operazione è stata controllata e avallata con il benestare del Presidente e/o amministratori o di capi area, usando anche violenta e continua pressione sugli impiegati. Rimo Dal Toso Padova

Debito pubblico

Ci stanno rubando il futuro Un governo, l’attuale, che non governa e non decide. Una baruffa continua. Nessuna prospettiva economica. Proclami per l’autonomia italiana, autonomia per un paese in piena crisi e pieno di debiti, che abbisogna dell’aiuto europeo perché da solo in un’economia globalizzata non può reggere, che deve avere amici oltre i confini se vuole continuare a vivere ed esportare. Ma i problemi dell’Inghilterra con la sua Brexit insegnano nulla? Viene proclamata una politica del debito “libero”, libero di crescere per dare spazio a politici che si comprano voti con elargizioni assistenzialistiche, favoritismi, aiuti ad evasori ed investitori mobiliari, ecc. ecc., elargizioni che aumentando il debito renderanno l’Italia sempre più povera! Signori “Governanti”: una crescita continua del debito porta solo al fallimento, porta a non avere futuro! Sono anziano e pertanto non potete crearmi grandi problemi, mentre di questo passo li creerete sicuramente, e molto gravi, ai miei figli ed ancor più ai miei nipoti, cui state rubando il futuro! Piero Zanettin Padova

Rai Contatti Le lettere inviate al Gazzettino per fax, posta o e-mail, devono sempre essere firmate con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. Le lettere inviate in forma anonima verranno cestinate. Le foto, anche se non pubblicate, non verranno restituite. Si prega di contenere il testo in circa 1.500 battute, corrispondenti a 25 righe da 60 battute ciascuna.

La gerontocrazia di Mollica Sento i servizi sulle reti Rai di Vincenzo Mollica e mi chiedo se non ci siano nel nostro paese o nello stesso mondo dello spettacolo cantanti, registi, conduttori che non vadano per i novant’anni: si può parlare di qualcun’altro che non sia Fellini, Sordi, Celentano, Gino Paoli, etc. Poi ci lamentiamo se qualcuno parla di gerontocrazia... sicuramente i giovani non saranno a livello dei consolidati protagonisti che imperversano da

Caro lettore, non so se ci furono pressioni più o meno serrate sui dipendenti. Non ho quindi elementi per confermare o smentire quanto lei afferma e non ho neppure alcuna intenzione di sostituirmi ai giudici: sul disastro della Banca Popolare di Vicenza c’è un processo in corso e vedremo a quali conclusioni arriverà e che sentenze emetterà. Certamente è un po’ curioso che il consiglio d’amministrazione di una delle principali banche italiane e suoi massimi vertici ignorassero le modalità e le condizioni con cui venivano gestite operazioni con clienti per l’ammontare di centinaia di milioni di euro. Non ho una grande consuetudine con i consigli d’ amministrazione e i comitati esecutivi di banche e finanziarie,

decenni sulle reti televisive - Rai in primis. ma cercare di cambiare non sarebbe male. Sebastiano Berton Cavallino-Treporti (Ve)

L’autonomia

Discussione per la nazione Il dibattito di questi giorni sull’Autonomia rivendicata dalla Giunta regionale del Veneto e dal Presidente Zaia, dopo il referendum del 2017, non mette in luce a mio avviso un dato di fondo. Perchè è vero che oltre 2.300.000 elettori veneti hanno votato per l’autonomia (l’affluenza è stata del 57% e i favorevoli il 98%), ma è anche vero che non tutti quei voti hanno lo stesso segno e la pensano allo stesso modo in materia di Autonomia. Prova ne sia che anche una parte non secondaria del PD Veneto, sia pure con molti distinguo, ha votato in modo favorevole al quesito e lo stesso dicasi per i Cinquestelle. Inoltre il quesito referendario era volutamente molto generico (vuoi che alla regione del veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?), per cui molti cittadini hanno votato per l’Autonomia, ma senza sapere esattamente per quale Autonomia. Quindi il Presidente della regione Zaia ha ragione, dal suo punto di vista, nel chiedere più Autonomia, ma non può pretendere di decidere da solo o come Lega, tramite la Ministra Stefani, le competenze per il Veneto, perchè è il Parlamento che deve discutere e decidere sulla base dell’interesse nazionale e della coesione sociale, garantendo a tutti i cittadini omogeneità delle prestazioni e universalità dei diritti. Senza queste garanzie rischiamo la disgregazione del Paese e una deriva Catalana che sicuramente nessuno vuole. Fabrizio Maritan Eraclea (Venezia)

DIRETTORE RESPONSABILE:

PRESIDENTE:

Roberto Papetti

Azzurra Caltagirone

DAL 1887

VICEDIRETTORE:

Pietro Rocchi Registrazione Tribunale Venezia, n. 18 dell’1/07/1948

UFFICIO CENTRALE:

Vittorino Franchin (responsabile)

CONSIGLIERI:

Alessandro Caltagirone, Fabio Corsico, Mario Delfini, Gianni Mion Alvise Zanardi

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ma mi sembrerebbe un po’ singolare che l’organo di governo di un istituto come la Popolare di Vicenza fosse del tutto all’oscuro delle pratiche in uso all’interno dell’istituto. Per anni i clienti più importanti se volevano ottenere linee di credito dovevano anche acquistare robusti pacchetti di azioni della banca e il cda nulla sapeva? Non solo: alcuni di loro

STRANO CHE L’ORGANO DI GOVERNO FOSSE DEL TUTTO ALL’OSCURO DELLE PRATICHE IN USO ALL’INTERNO DELL’ISTITUTO

Politici /1

La buona educazione è scomparsa Adesso farò un discorso che a molti potrà suonare strano, non attuale, per alcuni avrà il profumo di un’epoca passata di cui si ha solo una memoria lontana. Per altri è un ricordo lancinante che non si riesce a dimenticare. Parlerò di buona educazione. Stiamo vivendo, forse come non mai, un tempo dominato da rabbia e frustrazione. La realtà è difficile e complessa da decifrare. Soprattutto per chi non ha gli strumenti per farlo. E allora sono le emozioni a dettare i comportamenti individuali e collettivi. Da qui anche il linguaggio diventa iroso, esasperato. Anche volgare. Questo condiziona i rapporti personali. E più che mai la politica. In questi giorni di campagna elettorale il linguaggio ha raggiunto punte grottesche di maleducazione. È diventato uno strumento acchiappavoti. Almeno per alcuni. Che dicono di esprimere in questo modo le pulsioni dei cittadini, che si riconosceranno in loro. Ma davvero i cittadini sono come vengono rappresentati? E davvero vogliono essere rappresentati in quel modo? Sia a livello nazionale che nella nostra piccola e civile Trieste assistiamo al degrado del linguaggio e dei comportamenti. Ma si può amare a lungo chi sostiene le proprie idee solo con l’aggressività e seminando odio? Spero di no e mi auguro che ci sia davvero un modo più civile per andare a raccontare la realtà ai cittadini. Che hanno bisogno di risposte, non di farsi la guerra. Marisa Zoppolato

Politici /2

La religione strumentalizzata Perfino la Religione è al centro del dibattito politico in vista delle

venivano finanziati e remunerati con discreti tassi d’interesse per comprare titoli e partecipare agli aumenti di capitale della banca e anche questo avveniva nell’inconsapevolezza di consiglieri, vice-presidenti e presidente? Naturalmente tutto può succedere e ogni verità va rispettata fino a prova contraria. Ma se in una banca delle dimensioni e dell’importanza della Popolare di Vicenza potevano accadere cose del genere; se potevano essere violate regole e leggi senza che il consiglio d’amministrazione e la sua presidenza ne sapessero pressoché nulla, allora non possiamo neppure sorprenderci che le cose a Vicenza siano andate come ben sappiamo. E che quella banca ora non esista più.

imminenti elezioni europee, stiamo assistendo a un fatto che fa venire meno il concetto della consultazione e il vero senso di Europa e delle sue finalità. Come possono i cittadini recarsi alle urne con la chiarezza di quello che comporta il loro voto, sembra che si debba rinnovare il Parlamento del nostro Paese. Sempre in tema di Religione è avvilente assistere come la stessa sia strumentalizzata ad uso e consumo specie di forze che si fanno scudo e osannano al Papa e ai Vescovi perchè critici nei confronti di una parte politica, ma si dimenticano il rigurgito nei confronti degli stessi ministri del culto predicano contro aborto, divorzio ecc., ritenendo ingerenza nei confronti dell’Italia. Staremo a vedere. Purtroppo la coerenza e il buon denso da parte di tutti non sono più di moda. Celeste Balcon Belluno

Politici /3

Pancia calda ideali mortificati Ho letto con attenzione e con completa condivisione l’analisi politica di Marco Gervasoni, pubblicata su Il Gazzettino del 22 u.s. È veramente una chiara esposizione di un passato politico che, al di là delle diverse espressioni di quei partiti, dovrebbe essere rivalutato nel suo insieme. I politici protagonisti del riscatto democratico e costituzionale dell’Italia, dal dopoguerra agli anni novanta del secolo scorso, sono stati altra cosa rispetto ai chiacchieroni pseudo governanti di oggi. A parte qualche rara eccezione, oggi c’è una classe politica improvvisata che scalda la pancia e mortifica gli ideali e calpesta la Carta Costituzionale. Franco Piacentini

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La tiratura del 22/05/2019 è stata di 59.745


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AlpagoPontenelleAlpiLongarone

Giovedì 23 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Urne pontalpine in numeri: le donne sono la prevalenza PONTE NELLE ALPI

SCHIUCAZ La frana non accenna a fermarsi e avanza verso l’abitato. I geologi chiedono di attivare misure preventive

La frana avanza sulle case «Serve un geologo di zona» La massa di 6mila metri cubi accelera `L’Ordine professionale a Bottacin: verso l’abitato “fantasma” di Schiucaz «Istituire i Servizi e presidiare la zona» `

ALPAGO «Istituire la figura del geologo di zona per un controllo puntuale del territorio». È la proposta che arriva dal Consiglio nazionale dei geologi. E, in particolare, da un esperto in materia come il veneto Paolo Spagna. Proposta che è figlia degli sviluppi legati alla frana di Schiucaz, in comune di Alpago, dove da giorni il paese è diventato fantasma. Nel senso che nessuno dei 17 abitanti della frazione può rientrare nella propria casa. Da qui, l’intervento del Consiglio: «Questa è soltanto una delle tante frane, peraltro ben conosciute dai funzionari regionali. In merito alla località di Schiucaz, tutto è partito dal distacco e dal successivo scivolamento a valle dei terreni a componente argillosa, a monte della strada statale di Lamosano». A entrare nelle pieghe della questione, anche dal punto di vista tecnico, è proprio Paolo Spagna: «Per l’abitato di Schiucaz, è risultata determinante l’eccessiva quantità di acqua filtrata nelle marne argillose e nelle calcareniti, tipiche di queste formazioni litologiche. Tutto ciò ha messo in moto quei 6000 metri cubi di fango e

detriti che già erano stati oggetto di attenzione nell’ondata di maltempo dello scorso ottobre». Ovvero, durante la tempesta Vaia: «Ciò che resta da osservare, dopo che la frana continua ad avanzare e ha portato all’evacuazione degli abitanti, è ancora una volta il fatto che la prevenzione va attuata anticipando la previsione dei fenomeni di dissesto idrogeologico. E non intervenendo a posteriori, quando il danno è compiuto». Il consigliere nazionale dei geologi si rivolge poi all’assessore regionale Gianpaolo Botta-

cin, sottolineando il merito di aver attivato subito la Protezione civile veneta per le azioni di primo soccorso. Ma, per gestire al meglio il territorio, promuove alcuni suggerimenti: «È importante anticipare i contenuti del decreto legge depositato in parlamento. Decreto che, fra le altre cose, prevede la costituzione di Servizi geologici regionali o il loro ripristino qualora fossero chiusi. Ed è fondamentale poi il presidio, attraverso l’introduzione del geologo di zona. In questo modo, si ridurrebbero i costi del recupero edilizio

dei fabbricati danneggiati dai fenomeni di dissesto. E si potrebbero attivare tutte quelle iniziative orientate a salvaguardare le vite umane». Nel frattempo, la frana ha continuato anche ieri a scaricare piccoli blocchi di materiale: «Non ci sono particolari novità - afferma il sindaco di Alpago, Umberto Soccal - la situazione è monitorata, ma presenta sempre un elevato grado di pericolosità. Tanto è vero che gli sfollati non possono ancora raggiungere le loro abitazioni. Troppi rischi». Marco D’Incà

Longarone

Sono 8.075 i cittadini che domenica 26 maggio voteranno per l’elezione del prossimo sindaco di Ponte nelle Alpi: in prevalenza sono le donne (4.026), mentre i maschi si fermano a quota 3.849. Anche se lo sbarramento d’età è lo stesso, cioè il compimento del 18esimo anno d’età, per le elezioni Europee i cittadini con diritto di esprimere il proprio voto in uno degli otto seggi allestiti sul territorio sono invece ben 208 in meno e si fermano a 7.867: 4.019 le femmine, 3.848 i maschi. La differenza si spiega con il numero di iscritti Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) che, se residenti in un Paese Europeo, eserciteranno il loro diritto di voto in questo Paese.

I NUOVI ELETTORI In attesa del voto di domenica, i numeri vengono comple-

tati con quelli relativi ai giovani che esprimono il loro diritto di voto per la prima volta: sono 82 (48 maschi, 34 femmine) i pontalpini che sono diventati o diventeranno maggiorenni fra il 5 marzo dello scorso anno – il giorno dopo le elezioni politiche del 2018 - e domenica prossima. Intanto i due candidati sindaci e le loro squadre stanno concludendo i rispettivi tour elettorali.

INCONTRI COI CANDIDATI Enrico Collarin (X Ponte) questa sera, giovedì 23 maggio, alle 20,30 incontra la popolazione di Quantin nella ex latteria del paese; domani alle 19 sarà alla Casa Rossa di Ponte e dalle 21 festa allo Smasch bar di per la chiusura. Paolo Vendramini (Direzione Comune) ieri sera ha incontrato la gente di Lizzona e domani sera, giovedì 24 maggio, dalle 18,30 sarà al Bivio per un Aperitivo Comune. Giovanni Santin

Nuovi computer a scuola grazie agli Alpini di Pieve ALPAGO Gruppo Alpini continua il suo bel rapporto con la scuola primaria di Pieve. È ormai tradizione del sodalizio dell’Ana, in occasione della festa invernale del Gruppo, invitare gli alunni del primo e del quinto anno per la consegna rispettivamente della Bandiera Italiana e di un libro che esprima valori alpini e peculiarità storiche del territorio e della comunità locale. Il libro edito da “Bellunesi nel Mondo” è intitolato “I Ricordi della Valigia” storie di emigranti bellunesi nel mondo. Ma quest’anno gli Alpini hanno fatto un passo in più a favore delle nuove generazioni: con il suggerimento del corpo docente sono sta-

ti acquistati tre personal computer, del valore complesso di 1.500 euro, che andranno a rinnovare l’aula informatica (foto). La consegna è avvenuta nel corso di una cerimonia che ha visto la presenza anche della direttrice del polo scolastico Alpagoto, Vanna Rossetti, del sindaco Umberto Soccal e del vice e assessore all’istruzione Vanessa De Francesch. Come da protocollo alpino l’appuntamento si è aperto con l’alzabandiera nel cortile della scuola accompagnato dall’inno di Mameli. «Questi incontri - afferma il capogruppo Michele De Col - sono un dono reciproco di arricchimento. Con la speranza che un giorno anche loro intraprendano la strada del volontariato attivo».

Escursionisti recuperati nella notte a Col delle Agnelle Non sono più riusciti a tornare indietro, bloccati dalla nebbia e dall’oscurità a 1.740 metri di altitudine sul Col delle Agnelle. L’odissea di due turisti tedeschi, quarantenni, è finita verso le 22 di martedì quando sono stati rintracciati dal Soccorso Alpino di Longarone. Erano stati loro a lanciare l’allarme verso le 19 alla Centrale del 118. Partiti da Casso avevano

risalito il sentiero 372 che porta a Forcella Piave, a quota 2.050. Da lì, una volta scollinato, erano ridiscesi lungo il 395 incontrando grosse difficoltà per gli smottamenti e gli alberi caduti. Ben attrezzati con corde e imbraghi, i due uomini erano riusciti a superare anche un paio di ripidi canali assicurandosi tra gli alberi. Una volta giunti a Casera Col

delle Agnelle, complice la nebbia non erano riusciti a individuare i segnali posti più in basso, come già accaduto in passato ad altri escursionisti. Da qui la scelta di lanciare l’allarme. Con le coordinate Gps del punto in cui si erano fermati, una squadra di cinque unità è quindi risalita di buon passo e, passate da poco le 22, li ha rintracciati a accompagnati a valle.

Concorso sull’emigrazione: premiati i vincitori Festival del teatro di scuola: LONGARONE Ben 150 alunni hanno partecipato al concorso letterario sull’emigrazione italianA e bellunese dedicato alla memoria di Hedi Damian, fondatore e presidente della “Famiglia bellunese” di Urussanga (Brasile). Fra i protagonisti, gli studenti della scuola Sandro Pertini di Ponte nelle Alpi e Pietro Gonzaga di Longarone, oltre ai ragazzi di Urussanga e di Lipik (Croazia). Proposta dalla Famiglia emigranti ed ex emigranti del Longaronese, l’iniziativa completa un percorso nelle scuole scandito dalle lezioni tenute dai professori Giovanni Croce ed Enza Occhipinti: «L’obiettivo è di far conoscere l’importante storia dell’emigrazione - spiegano gli

organizzatori -. Una storia di lavoro e sacrifici». La cerimonia di premiazione, presentata da Francesco Croce, si è svolta in un Centro culturale ricco di giovani, insegnanti. E autorità: dal presidente dell’Abm Oscar De Bona ad Adriano Zoldan, guida della Famiglia emigranti, passando per i sindaci di Longarone e Soverzene, Roberto Padrin e Gianni Burigo. I premi speciali sono andati a Marina Baesso, Kelli de Costa, Arthur Leandro Martins, Isis Morais (Urussanga), Stella De Francesch, Greta Tommaselli, Lorenzo De Villa (Ponte nelle Alpi), Geremy Bartolini, Valentino Olivotto e Carlotta Furlan (Longarone). «Un grazie particolare - concludono gli organizzatori - alle aziende Fedon e Artinda per aver contribuito alla premiazione». MdI

in scena 6 istituti con 12 opere LONGARONE

SALA POPOLI D’EUROPA I vincitori del concorso letterario dedicato alla memoria di Hedi Damian, fondatore della Famiglia di Urussanga

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Va in scena questa mattina al centro Parri di Longarone la prima giornata della 4^ edizione della rassegna “Teatro a scuola”. E domani si replica. Ad organizzare l’evento è l’Istituto Comprensivo di Longarone. Saranno presenti sei Istituti Comprensivi della provincia con 12 rappresentazioni. Eccole. Ic di Longarone: “Storia di una gabbianella”, “Elce”, “Il leccio magico”, “Terra Madre”, “Ali Baba and the forty thieves”, tutti allestiti dalla secondaria di primo grado Gonzaga. Scuola capofila di Ponte nelle Alpi: “Ognuno

può diventare un guerriero”, riduzione teatrale dell’omonimo libro scritto da Robert Manzotti, ex allievo dell’Istituto prematuramente scomparso. Primaria di Vodo di Cadore: “Par al mondo a laurà ...apede Pino”. Ic di Auronzo: “Arsenico e vecchi merletti” (secondaria di Lorenzago); “Attraverso il tuo sguardo” (secondaria di Lozzo); “Duoghe de n’ota, duoghe de n cuoi” (secondaria di Auronzo), mentre la primaria di Villapiccola reciterà in ladino “L Grufalò”. Secondaria di Candide: “Ti racconto Auschwitz”, mentre gli studenti della Dante Alighieri di Forno di Zoldo presenteranno “Adama ed Evo”. (G.S.)


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Mestre Marghera Marcon

Giovedì 23 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Porti in sciopero blocchi a Chioggia e a Marghera

Da Dese a Venezia in bicicletta lungo la gronda lagunare «Sarà presto realtà»

LA PROTESTA MARGHERA Dopo le assemblee

Renato Boraso annuncia che è stata avviata la progettazione del percorso `

FAVARO Da Dese a Venezia in bicicletta lungo la gronda lagunare, il progetto sta prendendo forma. L’ultimo tassello per consentire agli amanti delle due ruote di raggiungere Venezia lungo il margine lagunare, partendo da Dese ed attraversando Tessera, Campalto e il parco di San Giuliano, lo sta mettendo a punto la direzione comunale dei Lavori pubblici che ha comunicato di aver avviato la progettazione per il completamento del percorso ciclabile tra Campalto e Tessera-Forte Bazzera. Un tragitto che interesserà perlopiù aree demaniali e solo alcune marginali parti di proprietà private. Allo stato attuale, oltre a questo tratto, mancherebbero, però, anche i duemila metri necessari per completare il collegamento tra Favaro e Tessera lungo via Triestina.

I FONDI Ma la conferma che tra non molto anche questo pezzo di ciclabile verrà messo in cantiere arriva dall’assessore alla viabilità Renato Boraso. «Entro il prossimo ottobre - dice - il consiglio comunale sarà chiamato a votare sui progetti definitivi di alcuni interventi che per Favaro sono di vitale importanza. Oltre alla messa in sicurezza dell’area centrale di Tessera con la realizzazione di una rotatoria tra via Orlanda e via Triestina provvederemo a completare la ciclabile che dalla rotatoria di via Vallenari arriverà fino a Tessera, daremo poi corso ai lavori del tratto ciclopedonale tra il parco Abbadir a Campalto e Forte Bazzera in modo che ci sia un per-

SECONDO L’ASSESSORE AD OTTOBRE IL CONSIGLIO VOTERÀ IL PIANO DEFINITIVO DEGLI INTERVENTI E I LAVORI SI CONCLUDERANNO ENTRO IL PROSSIMO ANNO

corso diretto tra Tessera e il parco di San Giuliano e riusciremo anche a realizzare un collegamento, sempre per bici e pedoni, tra Ca’ Noghera e Tessera». Un progetto il cui costo sarà sostenuto prelevando tre milioni dal “tesoretto” messo a disposizione da Save a compenso dei disagi provocati dall’attività aeroportuale, più due milioni di fondi comunali, che una volta portato a termine consentirà, in totale sicurezza, di partire da Dese e percorrendo la nuova pista ciclabile di via Altinia, inaugurata meno di due settimane fa, di arrivare a Favaro, proseguire poi in direzione di Tessera e da qui, correndo prima sull’argine che porta all’idrovora dell’Osellino, poi sul nuovo tratto verso via Cimitero ed infine su quello già esistente tra Passo

IL TRAGITTO Sarà presto possibile arrivare in sicurezza da Dese in bici a San Giuliano e proseguire per Venezia. A sinistra Boraso

Campalto e San Giuliano di portarsi verso il ponte della Libertà per raggiungere Venezia.

I TEMPI «I tempi non saranno lunghi – assicura Boraso – Dopo l’approvazione dei progetti definiti-

vi si procederà con la delibera per l’esproprio e poi si passerà al bando di gara. Se tutto filerà liscio – conclude l’assessore – entro il prossimo anno tutto questo diventerà realtà». Mauro De Lazzari © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE «Lavoratori in nero, con-

dizioni di scarsa sicurezza e contratto nazionale disatteso». La Filt Cgil di Venezia punta il dito contro Europcar, nello specifico contro le cooperative alle quali affida il servizio di “pulizia e approntamento” delle auto a noleggio all’aeroporto Marco Polo. Una denuncia che, in vista di nuovi appalti in scadenza nel settore, si traduce in un nuovo appello a Save, a cui da anni il sindacato chiede la contrattazione di sito e garanzie per tutti i lavoratori dei servizi collegati allo scalo. Dopo aver ricevuto alcuni addetti della cooperativa che fa pulizia ai mezzi di Europcar, la Filt Cgil ha presentato de-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

OGGI PROTESTA DI 24 ORE PER IL CONTRATTO DALLE 6 ALLE 20 PRESIDI DAVANTI ALLE ENTRATE

Fa campagna in bici-cargo La senatrice leghista in Consiglio «Niente autonomia, colpa dei 5stelle» MARCON «L’attuale governo non è in grado di varare l’autonomia regionale perché il Movimento 5 Stelle è inaffidabile». Sono le parole pronunciate l’altra sera in consiglio comunale a Marcon dalla senatrice della Lega Nadia Pizzol, intervenuta nel merito dell’ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari “Io scelgo Marcon, Pd e Gruppo misto, per sollecitare il governo all’avvio dell’autonomia differenziata, ovvero alla possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario. L’ordine del giorno è stato poi bocciato dalla maggioranza di centrodestra, sembra per il mancato inserimento nel testo di alcuni emendamenti, ma prima del voto la senatrice Pizzol ha voluto puntualizzare che se l’autonomia non ha ancora preso forma la responsabilità va

SENATRICE E CONSIGLIERA Nadia Pizzol

addossata ai pentastellati. «L’accordo sul programma di governo prevedeva anche l’approvazione dell’autonomia regionale – ha affermato – e come si fa tra gli alleati una volta io do una cosa a te e un’altra volta tu la concedi a me, ma così non è stato perché i 5 Stelle hanno fatto marcia indietro, dimostrando di essere un gruppo poco credibile. Credo, quindi, che difficilmente questa coalizione possa darne corso du-

rante questa legislatura. Spero, però, visto che l’autonomia delle regioni rappresenta un nostro punto fermo che dobbiamo raggiungere ad ogni costo – ha aggiunto la senatrice della Lega – che la si possa ottenere con il prossimo governo». Nel corso della seduta consiliare la senatrice è stata tirata in ballo anche da un’interrogazione delle minoranze per le sue numerose assenze ai consigli comunali. Pizzol, che in un primo momento sembrava intenzionata a dimettersi dal consiglio marconese, ha poi fatto una scelta diversa, anche se i numerosi impegni romani la tengono spesso lontana da Marcon. «Ho chiesto per iscritto al presidente del consiglio comunale di Marcon di convocare le riunioni di consiglio al lunedì o al venerdì, giorno in cui posso essere presente – si è giustificata la senatrice - ma la mia richiesta non è stata presa in considerazione». Mau.D.L.

«Lavoratori in nero all’autonoleggio» LA DENUNCIA

che si sono tenute l’altro ieri a Marghera e a Chioggia, i lavoratori e i Sindacati hanno deciso che, per lo sciopero nazionale di oggi qualche centinaio di loro si piazzerà all’entrata del porto commerciale di Marghera in via Del Commercio darsena Fincantieri, e davanti all’entrata di quello di Chioggia Val Da Rio dalle 6 alle 20, un po’ meno della durata complessiva dello sciopero che sarà di 24 ore. Non è escluso, quindi, che con presidi così corposi e lunghi, l’operatività dei due scali ne risentirà dato che la protesta rallenterà sicuramente l’entrata e l’uscita delle centinaia di camion che ogni giorno caricano e scaricano merce o container; e disagi probabilmente ci saranno per gli automobilisti dato che la viabilità del porto si interseca con quella cittadina. Cgil, Cisl e Uil del settore Trasporti hanno chiamato alla lotta tutti i lavoratori, quelli delle imprese dei terminal e quelli delle Autorità di sistema portuale (le varie Adsp), per denunciare la «fase di stallo della trattativa di rinnovo del Contratto nazionale di lavoro dei

porti a causa di rilevanti indisponibilità datoriali». L’indisponibilità dei datori di lavoro ad arrivare al rinnovo del Contratto è dovuta anche al fatto che nelle società dei terminal sono entrate compagnie di navigazione e fondi finanziari «la cui strategia è rivolta a ricavare tagli di costo nelle filiere di trasporto, a spese dei lavoratori portuali e delle condizioni di lavoro e di sicurezza. Una situazione – dicono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – ignorata dal Governo che elude ogni richiesta di confronto con le organizzazioni sindacali, e allo stesso tempo trascurata da molti presidenti delle Autorità di Sistema Portuale che non svolgono il previsto ruolo di garanti nel funzionamento dei porti, che sono infrastrutture pubbliche, perni del sistema paese». (e.t.)

nuncia all’Ispettorato del lavoro: «Eravamo a conoscenza della presenza di lavoratori in nero - spiega Eleonora Martellott, segreteria Filt - La decina di dipendenti che ha attualmente un contratto a tempo determinato opera in condizioni contrattuali, salariali e di sicurezza indecenti. Europcar ha sottoscritto il contratto nazionale dell’autonoleggio ma non lo applica, lasciando i lavoratori dei suoi ap-

«CONDIZIONI INACCETTABILI» LA FILT ACCUSA L’AGENZIA EUROPCAR AL MARCO POLO E CHIEDE ANCHE ALLA SAVE DI INTERVENIRE

palti alla mercé dello sfruttamento». Il vecchio appalto aveva il contratto del commercio. «Ha meno garanzie di quello di “autonoleggio”. Chi è assunto ha l’obbligo di essere socio-lavoratore». La sindacalista fa il punto anche sulla sicurezza: «Avis ha uno spazio coperto in cui portare le auto che rientrano e in cui si lavora in condizioni sicure. In Europcar invece si lavora esposti alle intemperie e in condizioni inaccettabili. E stiamo parlando di uno dei siti più importanti del Veneto, in cui la crescita dell’aeroporto sembra essere inversamente proporzionale alla tutela di chi ci lavora». I sindacalisti della Filt lanciano un appello anche a Enrico Marchi, presidente di Save. «Sa-

ve non ha mai voluto aprire alla contrattazione di sito né all’istituzione di un Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza dell’aeroporto - accusa Valter Novembrini, segretario generale di Filt Venezia - A nostro parere invece il gestore dell’aeroporto è responsabile di chi ci lavora, dalle guardie giurate ai commessi dei negozi. E deve farsi valere anche rispetto alle aziende a cui affitta gli spazi». La Filt guarda con timore agli appalti in scadenza. «Il gestore, oltre a guadagnarci, si metta a disposizione per la contrattazione di sito - conclude Novembrini - L’intervento di Save è l’unica garanzia, non solo rispetto allo sfruttamento a cui assistiamo ma anche sui servizi ai clienti». M.Fus.

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EUROPEE Anthony Candiello è candidato per i Cinque stelle

LA CURIOSITÀ MESTRE Elezioni europee, c’è chi fa la campagna elettorale col carrettino trainato da una bici. Anthony Candiello si è sempre contraddistinta per le sue battaglie ambientaliste. La sua campagna elettorale, quale candidato M5s per le europee nella circoscrizione Nordest, cerca di rispondere a criteri di sobrietà e sostenibilità. «In stile M5s stia-

mo spendendo molto poco: volantini, qualche sponsorizzazione su Facebook e infine la nostra bicicletta-cargo “elettorale”. E’ il vero fiore all’occhiello della nostra campagna, un’intuizione di un nostro attivista ciclista» afferma Candiello. Sta girando, in questi ultimi ultimi giorni dal voto, per Mestre, Marghera, Favaro e Chirignago. Il mezzo, preso a noleggiato, è a pedalata assistita, cioè ad alimentazione meccanica ed elettrica.

Elezioni, associazioni in campo «In Europa ci sono le soluzioni» L’APPELLO MESTRE Europee, appello al vo-

to di Mfe Movimento Federalista Europeo, Ares associazione per il riformismo e la solidarietà, Fondaco Europa, il Circolo Veneto, NordEstSudOvest. Le associazioni che sottoscrivono questo appello si dicono «consapevoli che costruire uno Stato europeo vuol dire costruire un’Unione federale, per far convivere la sovranità europea e quella nazionale, e fare sì che si rafforzino a vicenda nell’interesse dei cittadini, nel rispetto delle diversità e nella garanzia del bene comune». I sottoscrittori chiedono

quindi che il nuovo Parlamento Europeo instauri un confronto con i Governi nazionali per rafforzare le politiche economiche, fiscali e sociali comuni, per riformare le Istituzioni europee aumentandone la funzionalità ed arrivare alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, unica possibilità per fronteggiare con una posizione unitaria le crisi internazionali e garantire a noi cittadini europei la massima sicurezza sul nostro futuro in una società che assicuri a tutti più libertà, più opportunità e più benessere. «Un’Europa più coesa, più giusta, più forte per costruire uno Stato autorevole in Europa, dove davvero esistono le soluzioni».


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Belluno

Giovedì 23 Maggio 2019 www.gazzettino.it

I panificatori veneziani aiutano i colleghi colpiti da Vaia `Dagli artigiani

delle pianura farine per la montagna SOLIDARIETA’ BELLUNO (dt) Il profumo del pane

appena sfornato ha lo stesso sapore della solidarietà. Quella che arriva ai panificatori bellunesi dai colleghi veneziani. Lunedì scorso una delegazione dei fornai di Venezia è salita a Belluno per consegnare al Gruppo Panificatori di Confcommercio

Belluno un omaggio dedicato ai colleghi delle zone più colpite dalla tempesta Vaia. Si tratta di “buoni farina” frutto di quanto ricavato in occasione delle Fiere del Rosario di ottobre 2018 (manifestazione che vede i fornai veneziani impegnati con un laboratorio del pane). I fornai di varie zone del Bellunese, soprattutto di Comelico e Agordino, pur non avendo subito danni diretti ai propri impianti, si sono trovati a operare in condizioni di emergenza per varie giornate e a svolgere in alcuni casi un ruolo di sostegno socio economico in paesi martoriati dal disastro. I maggiori danni sono ri-

conducibili alla mancanza di energia elettrica, all’impossibilità di raggiungere paesi e frazioni per le consegne a privati e botteghe, al danno delle materie prime non più utilizzabili. Il presidio, la perseveranza e la generosità dei fornai nelle zone colpite si è rivelato ancora una volta di primaria importanza. «Con grande stupore e commozione ho accolto la volontà dei colleghi del Gruppo Panificatori di Venezia di donare ai colleghi bellunesi dei territori maggiormente colpiti da Vaia un quantitativo di farine di assoluto rilievo - commenta Roberto Battaglia, presidente dei fornai

di Confcommercio Belluno -. Un gesto che, oltre al valore economico che racchiude, dimostra ancora una volta quanto la categoria sia attenta ai temi del sociale, a iniziative di solidarietà. Una categoria sempre pronta, nel momento del bisogno, ad aiutare i colleghi e le comunità colpite da eventi tragici. Ringrazio l’amico Massimo Gorghetto (presidente dell’associazione provinciale fornai di Venezia, ndr) per questo aiuto concreto. Nei prossimi giorni distribuiremo i “buoni farina” ai panificatori delle aree colpite da Vaia, all’Agordino e al Comelico principalmente».

SOLIDARIETA’ I panificatori veneziani consegnano gli aiuti ai bellunesi

Liste d’attesa: l’Usl dimezza i tempi Contenuti i periodi da aspettare per essere visitati, grazie al sistema messo a punto per garantire rapidità `

Restano però delle criticità, dove mancano gli specialisti Rallentamenti in oculistica, endocrinologia e neurochirurgia `

Polizia stradale: i controlli sul territorio

SANITÀ BELLUNO Tempi di attesa conte-

nuti per le visite, secondo in dati pubblicati, relativi al primo trimestre 2019. Il fenomeno delle liste d’attesa interessa, da sempre, gli utenti che gravitano attorno alle aziende sanitarie. Belluno non fa eccezione. Il diritto di accesso all’assistenza sanitaria spetta, infatti, a ciascun cittadino in forza dell’articolo 32 della Costituzione e trova concreta applicazione a livello nazionale, nelle sue diramazioni territoriali.

IL MONITORAGGIO Per garantire tempi rapidi e certi per l’erogazione di ogni prestazione è stato istituito un puntuale sistema di monitoraggio e di analisi statistica. Permette agli organi amministrativi di appurare il contenimento del fenomeno, oltre che di porre i necessari rimedi ad eventuali ipotesi di criticità. In particolare la Regione Veneto si prefigge di mettere a disposizione di tutti gli utenti del Servizio Sanitario Regionale i dati di analisi in materia di tempi di attesa (https://salute.regione.veneto.it/). Si tratta di riscontri sottoposti ad aggiornamenti a cadenza mensile e che prendono in considerazione un periodo di tredici mesi allo scopo di valutare l’andamento e l’efficienza dell’offerta delle prestazioni sanitarie attraverso un raffronto con l’anno precedente.

I TEMPI D’ATTESA Sono intesi come il periodo di tempo massimo che deve intercorrere a partire dalla data di prenotazione sino all’erogazione della prestazione. Sono predeterminati e scanditi sulla base di tre diverse classi di priorità: B (entro 10 giorni), D (entro 30 giorni) ed infine P (entro 90).

I DATI Prendiamo a campione alcune prestazioni ed esaminiamo le liste d’attesa nel periodo compreso dal marzo 2018 al marzo del corrente anno. Colonscopia ed endoscopia. Se prendiamo il numero delle richieste entro i 10 giorni del mese di gennaio 2018, nel poliambulatorio ospedaliero

I DATI EMERGONO DAL CONFRONTO TRA IL PRIMO TRIMESTRE 2019 E L’ANNO PRECEDENTE

IL DATO liste d’attesa con tempi contenuti per le visite in azienda sanitaria nel primo trimestre 2019, ma restano delle criticità

di Belluno, queste erano 10, passate ad 8 l’anno successivo. Esaminiamo quelle, invece, entro 30 giorni di attesa. A marzo 2018 erano 10, un anno dopo 24. Per quanto riguarda l’attesa entro i 90 giorni, nel marzo 2018 le domande di prestazioni erano 70. Mammografia. Entro i 10 giorni di attesa a Belluno nel gennaio 2019 non c’erano richieste, l’anno successivo 6. Si registrano però, dopo 90 giorni di attesa, 138 richieste a novembre 2018, 205 nel febbraio 2019 e 268 nel marzo 2019. Eco(color)dopplergrafia cardiaca. I casi a Belluno più critici si sono registrati a giugno 2018, con 34 richieste entro i 10 giorni di attesa, che arrivano a 144 nel mese di settembre (con tempo di attesa entro i 30 giorni). Mentre, sempre per lo stesso mese sono 140 i casi erogati dopo i 90 giorni di attesa.

LE CRITICITÀ I dati del primo trimestre 2019 sono buoni, ma rimangono delle criticità, probabilmente anche alla mancanza di specialisti. I casi più noti di prestazioni per cui l’Azienda non ha garantito il rispetto del tempo previsto dalla classe di priorità sono, per esempio, endocrinologia (con il 64% di aderenza lo scorso febbraio), oculistica (88% a gennaio), neurochirurgia (88% a gennaio). Federica Fant

«Ufficio anagrafe al collasso, si rischia il commissariamento del Comune» PALAZZO ROSSO BELLUNO

Uffici demografici al collasso. «Si rischia la revoca delle ferie – annuncia Marianna Pasini di Uil Fpl -, addirittura il commissariamento del Comune». Sono parole choc quelle della dirigente sindacale che sta seguendo da tempo la questione degli uffici comunali di via Mezzaterra, in sottorganico. Ora sembra che il problema sia così grave da mettere a repentaglio addirittura la tenuta dell’amministrazione. «Ho buone ragioni per dire che, se il servizio continua in questo modo – spiega – il Comune capoluogo potrebbe andare verso il commissariamento». Oggi per il rilascio di una carta di identità i tempi di attesa sono di un paio di mesi e la mole di lavoro ha così intasato scrivanie e computer che i dipendenti, sei in tutto, non osano andare in ferie per poi non trovarsi sommersi dalle incombenze al loro ritorno. «Il piano ferie rischia di essere revocato – spie-

ga Pasini – e se anche questo non avvenisse è facile che qualcuno decida da sè di restare al lavoro per non subire lo stress del rientro. Al momento mancano almeno tre persone». Disorganizzazione e rivestimento di ruoli superiori al proprio contratto sono solo due delle conseguenze di una mancanza di personale sofferta ormai da parecchio tempo: «Mancano almeno tre persone – prosegue Pasini -. L’ultimo caso clamoroso è avvenuto la scorsa settimana: una di-

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pendente è stata spostata dall’ufficio demografici all’ufficio segreteria del Comune. Questa mobilità non si spiega». Dal settore del rilascio documenti per il riconoscimento della cittadinanza a cittadini stranieri ma con origini italiane, poi, è stata tolta una persona e quella rimasta si trova in difficoltà nel far fronte a tutto il lavoro. Insomma, per Uil Fpl è chiaro che qualcosa non vada, nello stabile di via Mezzaterra, e che non si tratti di un semplice momento di difficoltà superabile con l’assunzione di due figure, come annunciato mesi fa dall’amministrazione. Il concorso è terminato, l’entrata in servizio è prevista a breve, ma non è detto che il caos si risolva subito. «Stiamo parlando di un ufficio che rilascia certificati importanti e delicati - conclude la sindacalista Uil Fpl -, tutte attività molto importanti e delicate per le quali serve adeguata formazione. Noi siamo pronti ad aprire un tavolo di confronto, attendiamo un segnale dall’amministrazione». Alessia Trentin

Il Network Europeo delle Polizie Stradali “Tispol”, ha concluso la campagna europea congiunta denominata “Truck & Bus” (Mezzi commerciali ed autobus). 36 le infrazioni rilevate dalla Polizia stradale bellunese. Si tratta di una rete di cooperazione tra le Polizie Stradali alla quale aderiscono i 28 Paesi membri dell’Unione nonché la Svizzera e Norvegia, con la Serbia come osservatori. L’obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada e degli incidenti stradali. Il Compartimento Polizia Stradale per il “Trentino Alto Adige e Belluno” ha così predisposto e coordinato, sulle ventiquattro ore, mirati controlli sulle arterie autostradali e su quelle di grande comunicazione nazionale, impiegando tutte le risorse disponibili tratte dai reparti nelle provincie di propria competenza. La sezione bellunese della Polizia stradale, anche in questa circostanza, ha partecipato all’operazione con esclusivi servizi sulle principali arterie provinciali, procedendo, oltre alla normale attività istituzionale, al controllo specifico di 1 autobus e 23 mezzi adibiti a trasporto merci, 5 dei quali di nazionalità estera (comunitari).Nel complesso sono state accertate un totale di 36 infrazioni. In particolare una relativa al mancato rispetto dei limiti di velocità, 26 inerenti il mancato rispetto dei tempi di guida e/o di riposo, un paio attinenti il carico trasportato, una relativa all’irregolare documentazione di guida e sei di altra natura. L’attività di controllo da parte della Polizia Stradale proseguirà nei prossimi mesi interessando altri delicati settori specifici della circolazione stradale. Fe.Fa.


30 Provincia VICENZA

IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 23 Maggio 2019

OVESTVICENTINO

ARZIGNANO. Dibattitosulla questione idricae sugli interventigià attuati e da realizzare in futuro

BRENDOLA. Lanovità

Acqua,Pfase ambiente Battagliatrai candidati Bevilacqua:«Concentrazionesottoilimiti».Pasetto: «Monitorarealtriinquinanti».Sterle:«Filtrineipozzi nonsoldiperlabretella».Cazzola:«Unannodibugie» Giorgio Zordan

Candidati sindaco e Pfas. La campagna elettorale si scalda ad Arzignano, a pochissimi giorni dalle votazioni. Alessia Bevilacqua, vicesindaco uscente, ribadisce che sulla questione «si è sempre lavorato per monitorare la situazione e per arrivare all’obiettivo zero Pfas. Entro dicembre il nostro acquedotto sarà interconnesso con quello di Recoaro e porterà ad una riduzione di circa il 25% di concentrazione di Pfas che comunque, ricordo, al momento è al di sotto dei limiti imposti dalla Regione. Ci siamo inoltre mossi, coordinandoci con gli altri Comuni, per installare i filtri in tutte le scuole a partire da settembre. E, sempre in via precauzionale, di distribuire l’acqua in bottiglia nelle mense». Per affrontare questo delicato problema «bisognerà afferma Alessia Pasetto - anche tenere in seria considera-

zione le raccomandazioni dell’Unione europea che oltre ai Pfas segnala anche altri inquinanti. Innanzitutto bisognerà essere chiari. La questione fino ad ora ha avuto dei vuoti. Ricordo che prima si diceva che l’acqua era buonissima, poi è arrivato il discorso dell’acqua in bottiglietta ai bambini delle elementari: ma allora l’acqua è buona oppure no? Infine lo scorso dicembre il sindaco ha istituito l’assessorato Pfas zero. Non mi sembra il modo migliore per comunicare alla popolazione. Bisogna essere più trasparenti». Anche per Nicolò Sterle bisognerà «tenere conto dei nuovi inqui-

Attuatiinterventi per rendere sicura larisorsaidrica masipunta all’azzeramento deilivelli

nanti ma soprattutto deve finire il tempo della propaganda. Forse gli utili chiesti ad Acque del Chiampo dal Comune di Arzignano per progettare la bretella tra Arzignano e Chiampo sarebbe stato meglio utilizzarli per applicare i filtri nei nostri pozzi». Non usa mezzi termini Giuseppe Cazzola, affermando che «l’ultimo è stato un anno di bugie. Nel marzo del 2018 era stato chiesto al sindaco Gentlin di rifornire le scuole con acqua in bottiglia ma aveva risposto che l’acqua era ottima. Ora ha recuperato. I Pfas sono sotto la soglia, ma l’acqua che proviene dalle montagne non ne contiene e così dovrebbe essere anche per il nostro acquedotto. Ringrazio le “Mamme no-Pfas” che hanno portato alla luce la questione - conclude -. L’interrogativo però resta: come mai il sindaco non ha seguito il principio di precauzione installando subito i filtri nelle scuole?». •

Nuovacondotta ILBANDO Sìallanuovacondotta di adduzioneprimariatra Montecchio,Brendolae Lonigo.Costo dell’opera circa18milioni di euro.Il commissariodelegatoper i primi interventiurgenti diprotezionecivile in conseguenzadella contaminazioneda Pfas nellefalde idriche nei territoridelle provincedi Vicenza,Verona ePadova hasiglatoil decreto di approvazionedel progetto definitivo-esecutivodella condottadi adduzione primaria Montecchio-Brendola-Lonigo.Ilsoggetto attuatore pergliinterventiè Veneto Acquecheha presentato il progetto definitivo-esecutivoperla realizzazionedella nuova trattaacquedottistica nell’areavicentinain questionee provvederà allapubblicazionedel bandoperl’appaltodei lavorida17 milioni900 milaeuro. G.Z. © RIPRODUZIONERISERVATA

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MONTECCHIO. Sabato previstala convocazionestraordinaria deisoci

CantinadiCastelnuovo entra nel gruppo Vitevis

Servizioprelievi al centro medico Oraèpertutti iresidenti

Ilpalazzo municipalesededell’attività amministrativadi Arzignano

L’acquaèentrata nel dibattitopoliticotrai quattro candidati sindaco

MONTECCHIO. Alla giornata del turismo diffuso

Il conto alla rovescia per l’approvazione definitiva dell’acquisizione della Cantina di Castelnuovo da parte di Vitevis Cantine, gruppo vicentino nato nel 2015 dall’unione di tre cantine sociali (Gambellara, Colli Vicentini di Montecchio Maggiore e Val Leogra di Malo) è terminato. L’appuntamento con la storia è fissato per sabato 25 maggio, alle 9, con la convocazione straordinaria dei soci vicentini nella sede di Montecchio Maggiore per dare il via libera alla nuova realtà cooperativa. L’assemblea straordinaria prevede come ordine del giorno la fusione tra la società cooperativa agricola di Vicenza e la Cantina sociale Castelnuovo del Garda che, come da accordi presi in precedenza, manterrà, ed anzi svilupperà ulteriormente, il nome Castelnuovo e il marchio della cantina. «È un momento molto importante per la nostra vita cooperativa - ha affermato il presidente di Vitevis, Luciano Arimini -. L’assemblea è stata convocata al termine di un percorso che ha visto un confronto costruttivo tra i dirigenti di Cantine Vitevis e quelli della cantina veronese». Nei mesi scorsi infatti so-

Unmomento dellamanifestazionedelturismodiffuso. FOTO TROGU

Villa, museo e castelli Lacaricadeimille persfidarelapioggia LucianoAriminiè il presidentedi Vitevis Cantinedi Montecchio

no state condivise le linee guida per un progetto di crescita e di sviluppo di queste due realtà cooperative capaci di rappresentare insieme l’intero patrimonio enologico del Veneto attraverso i vini di tutte le Doc (Denominazione di origine controllata) del territorio, un valore aggiunto molto importante dal punto di vista identitario e commerciale. «Quello che siamo chiamati a vivere è un passaggio fondamentale nella vita della nostra cooperativa e del nostro territorio, che s’inserisce in un percorso ambizioso e ricco di soddisfazioni che abbiamo intrapreso alcuni anni

fa». Infatti già nel 2015 i soci erano stati chiamati per dare vita a Cantine Vitevis, nata dall’unione di Cantina di Gambellara, Colli Vicentini e Cantina Val Leogra, realtà che ha visto negli anni aumentare il fatturato, consolidare il mercato interno e aprirsi all’estero con i prodotti del territorio: «La storia recente di Vitevis ci insegna che occorre saper fare squadra, credere nelle proprie qualità e avere anche un pizzico di coraggio per poter fare bene ed essere davvero competitivi», conclude Arimini. • AL.TO. © RIPRODUZIONERISERVATA

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Brevi MONTEBELLO PRESENTAZIONE LISTAEPROGRAMMA Oggi, con inizio alle 20.30, al Ceod di via Ca’ Sordis a Montebello, si chiuderà la campagna elettorale con l’ultima presentazione dei candidati e del programma della lista “Civica Montebello, con candidato sindaco Dino Magnabosco. M.G.

IlpresidenteArimini:«Unpassaggiofondamentale»

Chi risiede a Brendola può rivolgersi al servizio prelievi garantito dal centro medico di via Sarpi, compreso chi prima ne era escluso in quanto non paziente dei 4 medici di famiglia e del pediatra che compongono il centro medico. Lo ha confermato in Consiglio il vicesindaco Silvia De Peron: la convenzione tra Ulss 8 e centro medico, rinnovata per altri tre anni, ha incluso questa importante novità. «Il Centro medico offrirà così la possibilità a tutti i residenti di Brendola – spiega De Peron – di usufruire del servizio prelievi, compresi i circa 300 pazienti che ne erano rimasti esclusi». Ringraziando il direttore generale della sanità del Veneto, Domenico Mantoan, per l’interessamento, il vicesindaco ha rimarcato la disponibilità dimostrata dai medici Giuseppe Visonà, Giorgio Castegnaro, Giovanna Stefani e Vittorio Fantuz per aver accettato le nuove condizioni. Il centro medico brendolano è stato tra i primi progetti di medicina di gruppo sorti in Veneto, diventando un riferimento per la sanità regionale. Il servizio prelievi è particolarmente apprezzato: in media una novantina a settimana, nei 3 giorni dedicati. • I.BER.

FOTONOTIZIA

SAREGO INCONTROPUBBLICO SULCOMPOSTAGGIO Oggi, con inizio alle 20.30, nella sala piccola del centro parrocchiale di Meledo di Sarego, è in programma “Compost... si può fare!”: incontro pubblico sui vantaggi del compostaggio domestico promosso dall’assessorato all’ambiente. M.G.

O

VisiteaCordellina,ZannatoePriare Coinvoltiglialunnidelleprimarie Balli e canti della comunità serba “Tutto il bello che c’è” piace eccome ai visitatori. Nonostante la pioggia battente sono stati oltre mille i turisti che hanno deciso di passare una giornata diversa e andare alla scoperta di villa Cordellina, le Priare, i castelli di Romeo e Giulietta e il museo Zannato. Tutti i siti di Montecchio, infatti, sono stati aperti gratuitamente per la giornata del turismo diffuso organizzata dalla Pro loco con il Comune. La parte del leone l’ha fatta la villa sede della Provincia che ospitava diversi avvenimenti: 700 i visitatori che hanno deciso di visitare l’antico edificio sette-

centesco. Boom di presenze anche nella sala dedicata a Remo Schiavo dove gli studenti delle primarie Zanella e Don Milani, capitanati da Paola Giaretta, hanno presentato la curiosa esposizione animata “Da Leonardo a Remo… così vicini così lontani”; gettonati anche la mostra alle Priare e il museo. «Siamo molto soddisfatti della riuscita della manifestazione – commenta il presidente Proloco, Giuseppe Ceccato –. Abbiamo avuto tanti visitatori nonostante la pioggia. La riproporremo il prossimo anno, sperando nel sole». • A.F. © RIPRODUZIONERISERVATA

SAREGO.Balliincostume,canti,unamostraepiattidellacucinatradizionale serba nell’evento ospitato al centro parrocchiale di Meledo promossodall’associazioneVidovdandiSaregoeculminatoconlepremiazionidiun concorso letterarioper giovani serbinati inItalia. In giuriadocenti universitariescrittori diBelgrado evicentini. M.G.

BRENDOLA LETTURESULLA LUNA SERATAIN BIBLIOTECA Oggi alle 20.45 in biblioteca letture e musiche dedicate alla celebrazione del 50° anniversario dello sbarco sulla luna: una passeggiata (da seduti) tra i tanti angoli della letteratura illuminati da questo astro con Emanuela Bragolusi. I.BER.

GAMBELLARA CONTRIBUTOPANNOLINI ALVIALE DOMANDE L’amministrazione comunale di Gambellara avvisa i cittadini che sono aperti i termini per la presentazione delle domande per ricevere il contributo per i pannolini lavabili. La scadenza è fissata a fine anno. Informazioni all’Ufficio tecnico. M.G.


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GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 IL MATTINO

ABANO - MONTEGROTTO - COLLI

abano terme

Boron e la Casa di Cura «Confermati i budget non il rango di presidio Il presidente della 5ª Commissione al convegno sulla sanità «Agevolazioni ingiustificate per Policlinico e Pronto soccorso»

che sarà finanziato a funzione, come lo è sempre stato. Nel 2012, 2017, 2018, è giusto sottolinearlo la Casa di Cura ha ricevuto per il servizio la cifra di 1. 098. 590 euro all’anno. La stessa cifra continuerà a percepirla anche quest’anno e nel 2020. È chiaro quindi che c’è stato un allarmismo ingiustificato sulla vicenda e che per Abano non cambierà nulla. Solo dal punto di vista fiscale ci saranno delle modifiche, la proprietà pagherà un milione e mezzo in più di Ires, ma questo fa parte del rischio d’impresa». LE MOTIVAZIONI

ABANO TERME. Confermati i budget nonostante il declassamento da presidio ospedaliero a struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica per la Casa di Cura di Abano. Dall’Area Sanità della Regione Veneto arrivano buone notizie per il Policlinico di Abano, al centro pure di una inchiesta giudiziaria per un presunto flusso anomalo di pa-

zienti dal Veneto a Villa Igea, nelle Marche, sul quale stanno indagando Procura della Repubblica e Guardia di Finanza. A rassicurare il presidente della Casa di Cura, Nicola Petruzzi, è il presidente della Quinta Commissione Sanità della Regione Veneto, Fabrizio Boron, intervenuto l’altra sera al Teatro Polivalente per un convegno sul futuro della

in un’azienda di montegrotto

sanità veneta. IL BUDGET

«Il budget totale di finanziamento previsto per la Casa di Cura di Abano da parte della Regione è di 112 milioni di euro, gli stessi che il Policlinico ha introitato dal 2012 ad oggi, tanto per essere chiari», ha detto Fabrizio Boron. «Lo stesso vale per il Pronto Soccorso,

Fabrizio Boron chiarisce le motivazioni che hanno portato al declassamento del Policlinico aponense. «Oggi non ci sono le condizioni affinché la Casa di Cura possa essere riconosciuta come presidio ospedaliero», dice. «Lo avessimo concesso, sarebbe stata una agevolazione ingiustificata rispetto ai servizi forniti, e quindi la Guardia di Finanza ci avrebbe certamente chiesto spiegazioni in merito. Quando si è presi-

torreglia

L’addetta alla pesatura porta a casa 2 chili d’oro MONTEGROTTO TERME. In un an-

no, dal gennaio del 2018 allo stesso mese del 2019, l’addetta alle pesature di un laboratorio di fusione dell’oro della zona artigianale di Montegrotto Terme, è riuscita ad imboscare 82 oggetti del peso complessivo di circa 2 kg di oro e argento fra lingottini, orecchini, medagliette, anelli, gemelli, catenine e orologi in oro e argento per un valore di circa 22mila euro. La dipendente infedele, G. F. che risiede nell’estense, è stata smascherata dai carabinieri della Compagnia di Abano Terme ed è indagata per furto continuato con destrezza di metalli preziosi, aggravato dalla prestazione d’opera. La giovane ha l’obbligo di presentarsi ogni tre settimane alla polizia giudiziaria. Misura emessa dal Gip del tribunale di Padova. Il titolare del laboratorio di fusioni dove conferiscono preziosi gli orefici e i compro oro, si era accorto che negli ultimi tempi gli utili dell’attività erano diminuiti nonostante il numero delle operazioni fosse

Vo’ Domani ultimi incontri delle due liste civiche Non s’è tenuto il confronto tra i candidati sindaci Giuliano Martini e Andrea Zampella previsto ieri dalle 21 nella sala polivalente di Boccon, su iniziativa dei consiglieri dell'Unità Pastorale vadense. «Non potevo partecipare» ha detto Martini, «perché impegnato in un altro importante incontro fuori paese». Domani la lista civica “Futuro e Tradizione per Vo'” sarà impegnata a presentare programma e candidati nel locale The Beer Brothers, mentre “Insieme si può” lo farà nella discoteca Black Panther.

più o meno lo stesso dell’anno precedente. Dal controllo dei report di fusione giornalieri l’imprenditore aveva rilevato dei “cali di fusione” oltre la percentuale fisiologica. Dall’indagine dei militari dell’Arma è emerso che fin dallo scorso febbraio i dubbi avanzati dal titolare sulla dipendente erano fondati. La ventottenne, infatti, subito dopo la pesatura con una manovra repentina sottraeva dei monili dalla cesta in plastica e li infilava nella tasca del giubbotto. La successiva perquisizione consentiva ai carabinieri di rinvenire nell’armadietto utilizzato dalla dipendente in azienda e nella sua vettura numerosi oggetti d’oro. La stessa cosa è successa nella sua abitazione. Alla vista dei carabinieri la donna aveva cercato di disfarsi di alcuni preziosi gettandoli dalla finestra. Tutto il materiale frutto dell’escalation di furti trovato in possesso della dipendente è stato riconosciuto dal titolare del laboratorio sampietrino. –– Gianni Biasetto

Cinto verso il voto

Mariano Salvato guida «Facciamolo con il cuore» CINTO. «Facciamolo con il cuo-

re», è uno dei tre gruppi in lizza per guidare il Comune e, a capitanare la lista civica, è il pensionato Mariano Salvato, già aspirante primo cittadino nel 2009. Sessant'anni, Salvato è un esponente dell'Apple, il sodalizio che con varie iniziative combatte contro l'elettrosmog. «L'unico obiettivo che riteniamo fondamentale è il perseguimento del bene dei cittadini», afferma Salvato e la lotta

Pietre giù dal colle dopo la frana Chiusa via Rina TORREGLIA. Claudio Norbiato,

il 40enne di Vo’salvatosi per miracolo all’alba di lunedì quando alcuni massi, venuti giù dal costone del colle Rina a Torreglia, hanno colpito la portiera lato guida della sua Opel Corsa (nella foto in alto), spera di essere risarcito dei danni non trascurabili subiti. L’uomo che abita in via Tommaseo a Vo’, alle 3.40

all'inquinamento elettromagnetico ma non solo, è il cavallo di battaglia della lista, decisa a contrastare la sperimentazione a Cinto della tecnologia 5G e ad allontanare le antenne di telefonia dagli edifici scolastici e dal centro abitato in nome del principio di precauzione. Nel programma, il gruppo propone di istituire una mostra permanente di prodotti enogastronomici di Cinto e sui servizi la necessità di un'isola ecologica e nuove linee di trasporto verso Este e Padova. Inoltre sulle esigenze degli anziani il potenziamento dell'assistenza, uno spazio per le associazioni, la creazione di un registro pubblico per le imprese. –– Piergiorgio Di Giovanni

del mattino di lunedì si stava recando al lavoro nel reparto cure un hotel di Montegrotto Terme, dove opera come porta fango. «Poteva andare peggio, afferma, il masso che lungo il ripido costone, prima di finire in strada, aveva preso velocità mi è venuto addosso come un razzo e ha mandato in frantumi anche il cristallo della portiera. Sono vivo per-

dio non si può pensare di fornire solamente servizi che danno reddito, ma bisogna anche mettere a disposizione servizi territoriali che nella proporzione costi-prestazione sono magari poco remunerativi. La Casa di Cura evidentemente ha pensato solamente a fornire servizi remunerativi e non quelli magari in perdita, che invece qualche struttura privata conferma come presidio ha messo a disposizione. Per fare un esempio l’assistenza è un servizio territoriale costoso, che non ha remunerazione, ma che equipara un ospedale privato ad una struttura pubblica e quindi consente di ottenere lo status di presidio». La Casa di Cura di Abano perderà tuttavia con le nuove schede solamente il riconoscimento di centro di riferimento per la cura del piede diabetico. «Non so quando avverrà la modifica. La legge prevede che siano le direzioni generali a fissare i tempi. E per attuare le nuove schede le direzioni hanno tempo fino al 31 dicembre 2020». –– Federico Franchin

ché sono riuscito ad evitare che la macchina, che è danneggiata anche sulla parte destra dell’avantreno, finisse nella scarpata a valle». Ieri, intanto, il comune di Torreglia ha provveduto a chiudere al traffico la via con esclusione dei residenti. Un provvedimento necessario perché dal versante del colle Rina continuano a venire giù terra e pietrame. Inoltre dopo le ultime piogge ci sono molti alberi che piegano verso la carreggiata e potrebbero crollare da un momento all’altro. «Abbiamo emesso due ordinanze», spiega il sindaco di Torreglia Filippo Legnaro. «Una riguarda il divieto di passaggio di tutti i mezzi, fatta eccezione di quelli di soccorso e dei residenti. L’obiettivo è evitare che quella strada stretta e tortuosa, dove due veicoli quando si incrociano non riescono a darsi il cambio, venga usata come scorciatoia da chi scende da Castelnuovo e viceversa. Con la seconda ordinanza viene fatto obbligo a tutti i frontisti titolari delle aree boschive lungo via Rina, di effettuare il disgaggio dei massi che possono creare problemi e il taglio degli alberi pericolanti. È finito il tempo della pazienza, chi non osserverà questa disposizione d’ora in poi verrà sanzionato dal Comune». –– G. B.

pernumia

«Procedura d’infrazione al Veneto per la C&C» PERNUMIA. Sulla vicenda della C&C, la Commissione europea sta verificando se vi siano le condizioni per avviare una procedura di infrazione nei confronti della regione Veneto. A dirlo è l’eurodeputata Dem, Isabella De Monte, che aveva presentato un’interrogazione alla Commissione Ue sul conferimento abusivo di rifiuti all’interno del capannone industriale nel comune di Per-

numia, allo scopo di rendere noto il problema e di sollecitare un intervento urgente a tutela della salute dei residenti. «Il presidente Zaia fino ad oggi ha fatto finta di non vedere, ma adesso deve intervenire», sottolinea l’eurodeputata. «La risposta della Commissione è arrivata ed è netta. Sottolinea che spetta alle autorità competenti degli Stati membri l’obbligo di

IN BREVE Montegrotto Terme Il libro di Renzo Facco oggi al Sollievo “L’enigma della coscienza”, la nuova opera di Renzo Facco, propone un’analisi critica degli elementi fondamentali della disciplina e un’originale sintesi tra scienza e filosofia. La presentazione del libro si terrà nella Sala conferenze dell’Hotel Sollievo Terme di Montegrotto, oggi pomeriggio alle 18. L’ingresso è libero.

Torreglia Serata Croce Rossa sulle dipendenze La Croce Rossa Italiana propone un incontro sul tema “Le dipendenze patologiche” stasera, alle 20.45, all’Auditorium Giulia Fraccaro Prosdocini di Torreglia di via Vittorio Veneto. Si parlerà su: promuovere la conoscenza dei meccanismi psicologici; diminuire lo stigma legato alle dipendenze; sensibilizzare la comunità. Ingresso gratuito.

Abano Terme Confartigianato incontro sulla Ztl Il mandamento di Abano Terme di Confartigianato invita gli associati ad un incontro che si terrà domani mattina, alle 8, alla sede di via Volta. L’incontrò sarà con l’assessore Ermanno Berto e la comandante della Polizia Francesca Aufiero per discutere della nuova Ztl in isola pedonale ad Abano. L’incontro, dal titolo “Un caffè con…” sarà moderato dal presidente del mandamento di Abano Donato Pedron.

Due Carrare Raccolta alimentare “porta a porta” Il Comune di Due Carrare in collaborazione con la Caritas locale e la Protezione civile organizza per sabato una raccolta alimentare “porta a porta”. I generi raccolti (prodotti alimentari e materiale per l’igiene personale) saranno destinati alla Caritas per le famiglie in difficoltà del comune di Due Carrare. Info: 329 2771926 (Nicoletta).

garantire che la gestione dei rifiuti pericolosi sia effettuata senza danneggiare la salute delle persone. È inoltre evidenziato che è competenza degli organi giurisdizionali italiani sostenere le azioni di tutti i cittadini che necessitano di protezione da misure nazionali incompatibili con la normativa Ue. La Commissione riporta altresì che, prima di aprire una procedura di infrazione, è opportuno dare priorità ai casi che potrebbero configurare, tra le altre cose, un’inosservanza sistematica del diritto dell’Unione e per questo contatterà le autorità competenti qualora in Veneto si verificassero altri casi analoghi». –– G. B.


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GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 IL MATTINO

PRIMO PIANO

Il futuro della sanità

S. Antonio, dai padovani no alla svolta E il 75% non crede al nuovo polo a Est Sondaggio Lan sul passaggio dall’Usl 6 all’Azienda ospedaliera: per 8 su 10 finirà per allungare i tempi delle liste d’attesa

Claudio Malfitano PADOVA. I padovani sentono il Sant’Antonio il “loro” ospedale e bocciano la scelta della Regione di assegnarlo in comodato all’Azienda ospedaliera, sottraendolo dunque all’Usl 6. Non è un passaggio meramente tecnico, ma una questione politica: lo dimostrano le percentuali nette dei “no” nel sondaggio realizzato pochi giorni fa da Lan, Local Area Network, società diretta da Luca Romano. Solo il 5% approva la scelta, mentre il 75% chiede di lasciare tutto com’è, dimostrando anche poca fiducia nella realizzazione del futuro nuovo polo di Padova Est. Pesa il timore che si allunghino le liste d’attesa e che i pazienti siano costretti a spostarsi fuori città per visite e terapie. In ultimo: i padovani sono preoccupati della perdita di centralità nella geografia sanitaria del Veneto. L’OSPEDALE DEI PADOVANI

È già dalla prima domanda che si capisce quanto i padovani siano affezionati all’ospedale più “cittadino”. «Avete mai utilizzato il Sant’Antonio?», chiedono gli intervistatori. Il 93% risponde sì. C’è anche molta attenzione rispetto alla scelta della Regione, sancita nelle nuove schede ospedaliere. Il 60% degli intervistati conosce la vicenda e si è informata attraverso i mass media: il 53,9% l’ha saputo dalla televisione, il 52,6% dai quotidiani, il 26,3% da amici e conoscenti, il 14,8% dai social network (erano ovviamente possibili più risposte). CONSEGUENZE NEFASTE

Sulla scelta della Regione, i padovani non hanno dubbi: avrà conseguenze negative sulla loro vita e sul sistema sanitario. La preoccupazione dell’80%

del campione è per il venir meno delle attività di assistenza, prevenzione e cura oggi garantite dal Sant’Antonio: il 55% è molto preoccupato, il 25% lo è abbastanza, solo il 15,5% poco e il 4,5% per nulla. E se i padovani dovessero essere costretti a spostarsi in altre strutture dell’Usl 6 (in provincia come Camposampiero, Piove e Schiavonia) per esami e terapie? Sarebbe un disagio per il 93% degli intervistati. Solo il 7% si dimostra poco preoccupato per questa situazione. Infine le liste d’attesa: l’82,4% degli intervistati cre-

Il campione esprime preoccupazione Si teme il venire meno dei livelli di assistenza de che lo spostamento del Sant’Antonio nell’Azienda ospedaliera porterà a tempi d’attesa più lunghi per le prestazioni, mentre per il 15,7% rimarranno i variati. Intravede un beneficio solo l’1,9% dei rispondenti. C’è da registrare invece che i padovani apprezzano anche il Policlinico, secondo il 52% infatti il fatto che lì la vocazione primaria sia la ricerca e la formazione non nuoce all’attività di cura e diagnosi.

IL SONDAGGIO SUL SANT'ANTONIO Lei o suoi familiari prossimi avete mai utilizzato i servizi dell'ospedale Sant’Antonio di Padova?

NO 7,1%

SÌ 92,9%

MOLTO ABBASTANZA POCO PER NIENTE Pensa che, privando la città di Padova dell’Ospedale Sant’Antonio, i tempi di attesa per accertamenti, visite specialistiche, ricoveri saranno:

Più corti

Più lunghi

15,7%

82,4%

1,9%

MOLTO ABBASTANZA POCO PER NIENTE

Quali delle seguenti ipotesi ritiene più rispondente alle esigenze sanitarie della popolazione padovana?”

sultivo sul Sant’Antonio: i padovani sono favorevoli a sottoporre ad un giudizio popolare la scelta di cedere la struttura di via Facciolati in comodato all’Azienda ospedaliera.

7,1%

55,0% 25,3% 15,4% 4,3%

80,3% 19,7%

Sostenere la scelta che ha fatto la Regione Lasciare immutata la situazione attuale Rinviare le decisioni a quando sarà pronto il nuovo Ospedale Universitario a Padova Est (San Lazzaro)

5,3%

Ritiene opportuno che per far sentire l’opinione della cittadinanza padovana in merito a questa decisione si arrivi a chiedere un referendum consultivo?

NO

74,4%

41,2%

SÌ 58,8%

19,3%

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

«Un referendum consultivo per confermare la decisione»

PADOVA. Un referendum con-

92,9%

Il passaggio del S. Antonio al Policlinico Universitario toglie risorse alle attività di assistenza, prevenzione e cura. Questo la preoccupa

la partecipazione

Quasi il 60% degli intervistati chiede che la politica sanitaria sia sottoposta a un voto Previsto dallo statuto comunale ma non su materie regionali

80,2% 12,7% 3,2% 3,9%

Invariati

NUOVO POLO SNOBBATO

E il fatto che verrà realizzato un nuovo polo a Padova Est spostando lì le attività di ricerca? Non pare influenzare molto il giudizio dei padovani: il 75,4% chiede di lasciare la situazione così com’è, solo il 19,3% è disponibile a rinviare la decisione a quando sarà pronto il nuovo ospedale. L’orizzonte da traguardare è di 7-8 anni. Troppo lontano per contare qualcosa. —

Una delle conseguenze della scelta sul S. Antonio è che per le attività di prevenzione e cura (diagnosi precoce dei tumori, percorsi diagnostici terapeutici dei malati cronici, visite specialistiche ambulatoriali, ricoveri) il cittadino padovano potrebbe doversi spostare presso gli altri ospedali della Az. 6 Euganea (Piove di Sacco, Schiavonia, Camposampiero, Cittadella). Quanto questo aspetto, a suo avviso, può comportare un disagio?”

Verificare con un voto se la scelta fatta dalla giunta regionale di Luca Zaia corrisponda o meno alla volontà dei cittadini di Padova. Alla domanda “Ritiene opportuno che per far sentire l’opinione della cittadinanza padovana in merito a questa decisione si arrivi a chiedere un referendum consultivo?” c’è un 58,8% di intervistati che risponde sì, con un 41,2% di no. Si tratta però delle percentuali calcolate sul to-

tale di coloro che hanno risposto. Ma sulle 800 interviste realizzate c’è stato anche un 9,5% di non risposte sul tema. La possibilità di un sondare i cittadini è infatti già prevista dallo statuto comunale. Si possono organizzare consultazioni popolari, che però sono discrezionali e non hanno un valore vincolante per l’amministrazione. Poi c’è l’articolo 23 dello statuto che regola il vero e proprio “referendum

L’ingresso dell’ospedale Sant’Antonio di via Facciolati

consultivo”. Devono farne richiesta 5 mila elettori, un numero alto di firme da raccogliere. Ma se dovessero essere presentate in Comune il sindaco è tenuto ad indire il referendum. Sull’ammissibilità delle richieste decide il consiglio comunale. La consultazione, per essere valida, deve prevedere però un quorum del 50% del corpo elettorale, molto difficile da raggiungere se non c’è un coinvolgimento forte della popolazione. Ma in caso di successo l’amministrazione deve agire in maniera conseguente al risultato del referendum. Un referendum però non può essere svolto su «attività amministrative interamente vincolate da leggi statali o regionali». —


ATTUALITÀ

GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA

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Maggioranza ai ferri corti La previsione del leader del Carroccio: «L’alleanza reggerà a patto che si rispetti il contratto» E sull’Europa: «Unione da rifare, Bruxelles una sciagura. Ora politiche condivise sui migranti»

Salvini detta le condizioni ai 5S «Avanti solo con l’ok alla flat tax» L’INTERVISTA

Marco Menduni entre dal fronte leghista filtra la volontà del leader di alzare i toni per il rush finale della campagna elettorale, il leader Matteo Salvini, intervistato dal Secolo XIX, parla di futuro dell’Europa, di alleanze a Bruxelles e della tenuta del governo. L’Ue europea è spesso percepita dai cittadini come distante dai problemi concreti. Come la si può cambiare in maniera tale che rappresenti un’opportunità? «L’Ue fin qui è stata solo una

M

«Da lunedì addio ai burocrati e alle direttive demenziali»

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il capo dello Stato Sergio Mattarella ieri mattina all’assemblea di Confindustria insieme a Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, all’auditorium Parco della Musica di Roma

sciagura di direttive demenziali, come la Bolkenstein che ha rischiato di azzerare i nostri stabilimenti balneari, costruiti sulla fatica di generazioni di lavoratori, di regole assurde, di vincoli finanziari che fin qui ci hanno impedito di aiutare chi ha bisogno o chi ha perso tutto dopo i crac bancari. Roosevelt diceva: “Ciò che non funziona si cambia”, ed è esattamente ciò che faremo da lunedì, quando i cittadini torneranno finalmente protagonisti della loro storia, archiviando per

sempre la stagione dei burocrati e dell’autolesionismo economico. Come? Ridisegnando l’intero impianto su base democratica e federale, con più Europa dove serve, a partire dalla difesa dei confini e alla stabilizzazione del Nordafrica, e soprattutto meno Europa in tutte quelle materie dove l’Italia deve riappropriarsi della sua sovranità». L’immigrazione: come può diventare un tema europeo? E cosa risponde a chi le contesta che i suoi alleati nel continente con le loro politiche di chiusura in realtà danneggiano l’Italia? «Quelle che qualcuno chiama politiche di chiusura in realtà sono semplicemente politiche di difesa delle frontiere. E questo avvantaggia tutti. Se l’Ungheria difende i suoi confini, difende anche i nostri, e lo stesso vale per la politica dei cosiddetti porti chiusi che abbattendo il numero di arrivi e riducendo drasticamente le morti in mare sta rendendo onore non solo all’Italia, ma a tutta l’Europa. Quello che invece al momento manca e che dovrà diventare prioritario è ad esempio una strategia comune per stabilizzare la Libia e contrastare la tratta degli esseri umani alla radice. Questo deve fare l’Ue e questo mi impegnerò a fare se la Lega sarà il primo partito dell’Europarlamento. Mi hanno confortato le parole del vescovo di Ventimiglia che concorda con me sulla necessità di regole certe ai confini italiani e sviluppo

GIANCARLO CORÒ

IL COMMENTO

L’utilità dell’Ue si può rafforzare con il voto pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento europeo c’è da chiedersi quanto si sia davvero discusso sul ruolo utile dell’Europa per il nostro futuro. Se da un lato le posizioni filo-europeiste si sono per lo più limitate a difendere l’Ue così com’è, dall’altro i sovranisti hanno accentuato il richiamo all’Europa quale alibi per i problemi interni ai propri Paesi. È un alibi, ad esempio, la denuncia dei vincoli sui bilanci pubblici per coprire l’incapacità di trovare risorse finanziarie per spese correnti e riduzioni di imposte. Una classe politica seria dovrebbe sapere che accrescere un debito già oggi enorme (in Italia 2.400 miliardi, pari al 132% del Pil) scarica i suoi costi sull’economia attraverso

A

maggiori spese per interessi (quest’anno 80 miliardi) e minor credito erogabile dalle banche, comprimendo benessere e possibilità di sviluppo delle generazioni future. I vincoli di bilancio dello Stato non sono perciò solo conseguenza del patto di stabilità Ue, bensì di un principio di responsabilità verso i propri cittadini. Un’altra posizione strumentale è trattare l’Ue alla stregua di un bancomat, dove l’attenzione è tutta rivolta allo scambio tra versamenti e diritti di prelievo, invece che ai benefici comuni creati dalla cooperazione fra Paesi. Sentiamo spesso denunciare che il contributo annuo dell’Italia al bilancio Ue (12 miliardi) è superiore a quanto riceviamo (9,8 miliardi), ma si sorvola sul fatto che, alla fine, l’Italia

trasferisce meno dello 0,7% del Pil, quota che ci posiziona al 13esimo posto dietro Francia e Grecia. Soprattutto non si ricorda che, grazie alle infrastrutture logistiche e istituzionali create dall’Ue, le imprese italiane sviluppano un volume di interscambio di 500 miliardi di euro con gli altri paesi del mercato unico. Senza dire del miliardo di passeggeri che ogni anno vola fra città europee grazie alla liberalizzazione del mercato aereo. Guardando poi da vicino il bilancio Ue (140 miliardi complessivi) si scopre un altro aspetto interessante: la quasi totalità delle spese consiste in investimenti (93%), e solo una piccola parte viene impiegata per il funzionamento delle strutture amministrative. Non si può certo dire lo stesso per il bilancio dello

Stato italiano, dove le quote risultano esattamente invertite: su 622 miliardi di spese 572 sono correnti (92%) e meno di 50 per investimenti. Ecco allora che l’Ue può assumere un significato importante per i suoi cittadini: un’assicurazione contro l’opportunismo politico dei governi nazionali e per la produzione di beni pubblici fondamentali per aiutare le comunità ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo. È evidente, tuttavia, che per rispondere a questo ruolo la sua governance deve cambiare. Dare forza al Parlamento europeo attraverso un’ampia partecipazione al voto è intanto la prima operazione per accrescere la vitalità democratica dell’Ue e porre le basi per una sua riforma. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

retroscena

Dalla Tav all’autonomia Il segretario si prepara a scrivere ancora l’agenda I 5 Stelle dovranno seriamente prepararsi a rispondere alle richieste che la Lega porterà nei Consigli dei ministri dopo il voto di domenica. L’idea del Carroccio è di portare una serie di provvedimenti all’attenzione dell’esecutivo chiedendo un voto secco: sì o no ad autonomia regionale, riduzione della pressione fiscale (flat tax), decreto sicurezza bis, porti chiusi senza più tentennamenti, accelerazione della Tav e delle procedure dei lavori pubblici con la nomina di commissari. Gli alleati insomma, nei desiderata del Carroccio, dovranno solo mettere una crocetta. Più saranno quelle sul Sì e maggiore sarà le possibilità che il governo regga, la maggioranza sopravviva e i parlamentari grillini continuino a sedere sui loro scranni. Così la Lega proverà a sfruttare il fatto che, come confermato da Davide Casaleggio, i 5 Stelle non potranno correre per un terzo mandato nemmeno in caso di chiusura anticipata della legislatura. Salvini dunque prepara l’escalation ma in qualche modo dovrà comunque fare i conti con l’umore che dentro la Lega è maggioritario. Non ce n’è uno, tra ministri, viceministri e sottosegretari, che pensi sia possibile continuare a governare con i 5 Stelle.

vero delle potenzialità economiche dell’Africa per affermare quel diritto a “non emigrare “caro a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI» Il tema del protezionismo e dei dazi è tornato centrale: come si affronta? Siete favorevoli a dazi europei? «Noi rovesciamo il concetto e diciamo: prima i prodotti italiani, con una difesa senza precedenti del made in Italy, dopodiché certamente una tutela a livello comunitario serve per scongiurare il rischio dumping sociale nella concorrenza con potenze dove la manodopera viene impiegata in condizioni che non hanno nulla di meno della schiavitù. Difenderci da quel genere di prodotti non è solo un fatto economico, ma ancor più un fatto di civiltà, di affermazione di valori non negoziabili». Il governo durerà? Anche se arrivasse un pressing Cinquestelle su Rixi in caso di condanna? «I “se” e i “ma” non mi appassionano. Dico solo che conosco poche persone serie, affidabili e preparate come Edoardo Rixi. Quanto al Governo, durerà se farà quello che abbiamo scritto nel contratto, a partire dalla riduzione drastica della tassazione per lavoratori e imprese con l’introduzione di un’aliquota unica al 15% per tutti. Meno tasse vuol dire più lavoro, più fiducia, più ragazzi e ragazze che mettono su famiglia, in una parola più futuro. Tutto il resto è secondario». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

oltre 16 milioni di elettori

Sfida anche nei Comuni Da nord a sud battaglia tra il Pd e il Carroccio ROMA. Domenica si vota in 3810 comuni per il rinnovo di sindaci e consigli comunali. Sono 3.657 i comuni al voto nelle Regioni a statuto ordinario, 153 in quelle a statuto speciale per un totale di 16.798.271 elettori. Cinque le sfide nei capoluoghi di Regione: a Firenze il sindaco uscente, Dario Nardella, è inseguito dal leghista Ubaldo Bocci mentre i 5Stelle schierano Roberto De Blasi. A Bari il sindaco uscente Antonio De Caro, attuale presidente dell'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, potrebbe riconfermare la poltrona avendo la meglio sugli sfidanti Pasquale Di Rella (FI) ed Elisabetta Pani (M5S). A Perugia il sindaco

uscente Andrea Romizi (FI) potrebbe riuscire a battere il giornalista Giuliano Giubilei, sceso in campo per il centrosinistra e da Francesca Tizi per i Cinque Stelle. A Potenza il sindaco uscente Dario De Luca (Fdi) ha deciso di non ricandidarsi. A correre per la poltrona sono Bianca Andretta per il centrosinistra e Mario Guarente della Lega. A Campobasso invece il sindaco uscente Antonio Battista del Pd si ricandida: contro di lui Maria Domenica D’Alessandro del centrodestra. È probabile che molte delle sfide nei comuni più grandi finiscano con un ballottaggio (si torna alle urne l’8 e 9 giugno) dato il sistema tripolare.


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