RASSEGNA STAMPA DEL 27 LUGLIO 2019

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PRIMO PIANO

Sabato 27 Luglio 2019 Corriere del Veneto

Politica e territorio

Autonomia, boicottaggio del Sud E spuntano i bar «devenetizzati» Niente vini del Nordest per protesta. Caner: «Sono solo invidiosi». Franceschi: «Una stupidaggine»

❞ Finco Il Prosecco continua a crescere, le offese di alcuni calabresi non ci danneggeranno

❞ Zanette Facciano quello che vogliono, ma la smettano di spacciare spumanti per Prosecco

Niente Prosecco, vino e spumante veneto nei bar del Sud Italia. Non almeno in quelli che aderiscono alla «Rete nazionale bar devenetizzati», lanciata su Facebook dal gruppo «Agenda Sud - Calabria» col supporto del giornalista pugliese Pino Aprile. In sostanza, i baristi calabresi (e non solo) sono invitati a esporre nel loro locale il cartello «Bar devenetizzato», che riporta anche le motivazioni del boicottaggio. Esplicito il riferimento all’autonomia differenziata: «La Regione Veneto - si legge - ha deciso di trattenere tutto il residuo fiscale. Vuol dire che le tasse pagate in Veneto resteranno integralmente in Veneto. Quindi prosegue il volantino - se tu consumi prodotti veneti, non solo arricchisci le imprese venete, ma che anche le tasse che paghi sulla bottiglia di vino veneto (i tuoi soldi) andranno a finanziare solo scuole, ospedali e strade del Veneto». Dalla politica al mondo delle imprese, la risposta del Veneto non si è fatta attendere. Nicola Finco, capogruppo della Lega in consiglio regionale, si dice «davvero amareggiato dal fatto che un dibattito serio e importante come quello sull’autonomia sia stato sbeffeggiato da alcuni cittadini calabresi sui social in questo modo, con toni offensivi nei confronti del nostro presidente Zaia, del nostro territorio e dei nostri prodotti. Gli utenti di quella pagina Facebook se la prendano con i loro amministratori, spesso accusati di collusione con la mafia e di sperpero del denaro pubblico. Se i loro bilanci regionali o la loro economia sono in sofferenza, non è certo colpa del Veneto». La protesta comunque non sembra preoccupare: «I nostri imprenditori - sottolinea Finco - sono riusciti a far fronte alla crisi e a far conoscere i loro prodotti in tutto il mondo. I dati dell’export parlano da soli: le vendite all’estero del no-

VENEZIA

Il caso

stro prosecco continua a crescere, arrivando a toccare i 36 milioni e mezzo di bottiglie. Numeri impressionanti che dimostrano come non saranno le offese di alcuni cittadini calabresi a danneggiarci». Federico Caner, assessore regionale alla Programmazio-

ne, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Iniziative di questo tipo lasciano il tempo che trovano, viene quasi il sospetto che sia una campagna finanziata da qualcuno. Chi contesta l’autonomia dimostra di non aver capito le motivazioni e denota una certa invidia ver-

Lo slogan Il cartello da esporre nei locali che aderiscono alla protesta

so i veneti, per tutto quello che rappresentiamo e produciamo. Ma del resto quest’invidia era già emersa con la guerra al Prosecco: sembra che i pesticidi vengano usati solo in Veneto, mentre altrove ci sono prodotti molto più nocivi e nessuno ne parla».

Pino Aprile, «padre» dell’iniziativa

«Al Nord volete l’apartheid noi cerchiamo di colpirvi E questo sarà solo l’inizio» VENEZIA Dice di essere «stupito dello stupore», non arretra di un millimetro e promette altri colpi di scena. Pino Aprile, giornalista di 69 anni con un passato a Oggi, Gente e in Rai, pugliese di nascita e romano d’adozione, noto soprattutto per il best seller del 2010 «Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali», rivendica l’iniziativa dei bar «devenetizzati», che circola sui social con l’hashtag #comprasud.

Boicottare il vino è solo una pallida imitazione del razzismo verso il Sud

Pino Aprile, com’è nata questa iniziativa? «In occasione delle ultime elezioni politiche, la mia pagina Facebook “Terroni” aveva chiesto ai candidati di sostenere il diritto del Mezzogiorno ad avere una spesa pubblica proporzionata almeno alla popolazione, se non addirittura al territorio. In questi mesi il gruppo “Agenda Sud – Calabria” ha portato avanti l’impegno e adesso ha rilanciato la rete dei bar devenetizzati. Il concetto è «aiutiamoli

Polemico Pino Aprile, 69 anni

a casa loro», e questa iniziativa è solo la prima di una serie: i gruppi attivi sono molti, intanto partiamo col vino e poi si vedrà». Ma perché avete scelto proprio il Veneto, e non altre regioni «autonomiste» come Lombardia o Emilia Roma-

Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, risponde per le rime: «I baristi del Sud possono anche fare a meno di vendere i nostri prodotti. L’importante è che non vendano spumanti spacciati per Prosecco, come fanno spesso». Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Veneto, bolla l’iniziativa come «una stupidaggine che denota solo voglia di farsi pubblicità e molta superficialità nel comprendere le richieste del Veneto. Se i nostri bar esponessero cartelli con la scritta “qui non si vendono mozzarelle pugliesi” sarebbe un comportamento deprecabile, un modo sbagliato di affrontare questioni serie: questo atteggiamento accentua le distanze molto più di quanto non faccia l’autonomia, che in realtà vuole essere d’esempio per le regioni meridionali proprio in conformità con lo spirito di unità nazionale». Per Franceschi, il messaggio lanciato dai bar «devenetizzati» è fuorviante: «Le regna? «Perché la regione capofila dell’autonomia è questa: il Veneto vuole istituire l’apartheid come norma costituzionale, il resto sono solo chiacchiere e tabacchiere di legno, come dicono a Napoli. Inoltre il riconoscimento dell’Unesco alle colline del Prosecco ha fatto accantonare questo tipo di percorso per la Sila, e in Calabria la cosa non è piaciuta per niente: devenetizzare i bar è un modo per colpire il Veneto nel suo punto più sensibile». In Veneto però c’è già qualcuno che parla di razzismo al contrario. «Boicottare il vino del Veneto è solo una pallida imitazione del razzismo verso noi meridionali. La verità è che i servizi sono tutti concentrati nelle zone più ricche del Paese, e che i loro abitanti sono così abituati a questa situazione che arrivano perfino a credere di essere sfruttati. Evi-

«Non farò più l’Aida col volto nero: è razzismo» Sfogo social del soprano Usa. L‘Arena: «Pronta una sostituta». E lei si adegua

VERONA È bastato un post per far esplodere il caso. «Non voglio truccarmi di nero - ha digitato il soprano Tamara Wilson, a poche ore di distanza dall’ottava recita di Aida in Arena. - Non voglio essere un ingranaggio in un meccanismo di razzismo istituzionalizzato». Il motivo? La protagonista dell’opera di Verdi è una principessa etiope schiava degli Egizi ma lei, per interpretarla, non ha più intenzione di truccarsi volto e braccia con fondotinta scuro. Peccato che lo abbia già fatto, sullo stesso palcoscenico domenica scorsa (21 luglio) e mercoledì (24) e che lo abbia-

no fatto tutte le artiste bianche a cimentarsi nel ruolo. E non poche. Per la precisione dal 24 dicembre 1871, quando è andata in scena per la prima volta al Cairo, passando per la prima messa in scena italiana del 1872 curata da Giuseppe Verdi in persona. «Sono stata un’ingenua, pensavo non mi avrebbero truccato ma l’hanno fatto» ha continuato la Wilson, chiedendo già di non farsi truccare per la recita di mercoledì, ottenendo solo un make - up più leggero. Una reazione forse incomprensibile per il pubblico italiano, dovuta al fatto che negli Usa la pratica della «blackface»

In scena Un’immagine dell’allestimento tradizionale dell’Aida con la protagonista truccata per simulare la contestata «blackface»

rimanda a certi spettacoli in voga all’epoca dello schiavismo, ed è considerata profondamente razzista. Una volta svelato l’arcano, sorge spontanea la domanda: ma, in tutto questo, Verdi, che cosa c’entra? Davvero si può mettere a repentaglio una serata così importante, come quella dell’Aida di domenica, giunta alla bellezza di 706 rappresentazioni da quel lontano 10 agosto 1913 firmato da Ettore Fagiuoli e a cui il regista Gianfranco de Bosio si è ispirato? Perché farlo proprio in vista dell’unica sera in cui Placido Domingo sarà sul podio del direttore d’orchestra? Dal

canto suo, la Fondazione Arena non fa un plissé: in caso di forfait di Tamara Wilson, potrà subentrare sempre una sostituta (forse Maria José Siri, attesa ufficialmente il 3 agosto?). Un aut — aut che, nella serata di ieri, sembra aver portato a una risoluzione. Gli agenti di Wilson fanno sapere che il soprano si esibirà, ma con un compromesso: un trucco più alleggerito. «La Fondazione Arena — è il commento finale — è stata molto comprensiva». Marianna Peluso (altri servizi sul Corriere della Sera) © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 27 Luglio 2019

gioni che chiedono l’autonomia non vogliono sottrarre risorse alle altre, ma ottenere la gestione di alcune competenze per renderle più efficienti. La cosa migliore da fare è continuare a spiegare questi concetti con senso di responsabilità, senza dare spazio a semplificazioni fatte apposta per sollevare polemiche. Comunque credo che i cittadini del Sud continueranno a bere Prosecco, e li invito a farlo perché è anche buono». La rete dei bar «devenetizzati» è una «stupidaggine» anche per Arrigo Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia. Di più, «una specie di razzismo alla rovescia - dice Cipriani -. Ma chissenefrega se noi veneti risultiamo antipatici, l’importante è fare bene le cose». E di «sciocchezza» parla anche Francesco Rucco, sindaco di Vicenza (in una giunta di centrodestra) e nativo di Lecce: «Questa è una battaglia che non condivido. A chi sa integrarsi, il Veneto restituisce tanto. L’autonomia non va vista come una forma di egoismo, ma come un modello per tutte le regioni a partire dalla Puglia, che sta lavorando meglio di altre e potrebbe aspirare a questo traguardo. Sono sicuro che la gente del Sud non abboccherà: a preoccuparmi non sono tanto queste iniziative, quanto l’ostruzionismo di una parte del governo». Alessandro Macciò © RIPRODUZIONE RISERVATA

dentemente i veneti non si rendono conto dei privilegi che hanno, altrimenti sarebbero sorpresi di non vedersi tornare indietro le bottiglie con mira precisa». E perché secondo lei il Veneto sarebbe poco sensibile rispetto alla condizione del Mezzogiorno? «Sono stati proprio due sociologi veneti, Stefano Cristante e Valentina Cremonesini, a condurre uno studio sulla percezione del Sud nell’immaginario collettivo. Da questo lavoro emerge che negli ultimi 30 anni il Tg1 ha dedicato al Sud il 9 per cento del suo tempo, e il 90 per cento di questo tempo a temi negativi come mafia, cronaca nera e malasanità. Questa è una vera e propria educazione al razzismo. E di fronte a una narrazione come questa, non bisogna sorprendersi se la gente finisce per avere un atteggiamento ostile verso il Sud». Insomma, boicottare le bollicine venete sarebbe una sorta di resistenza civile. Che obiettivo vi ponete? «Gli italiani non hanno ancora capito che il vento sta cambiando. Dopo un secolo e mezzo di discriminazioni, insulti e rapine, il Sud ha aperto gli occhi e sono i suoi abitanti a non volere più il resto dell’Italia, come dimostra la richiesta al parlamento europeo di aprire una commissione sulle discriminazione dello Stato italiano verso il Sud». Ma autonomia e razzismo a parte, non vi dispiace nemmeno un po’ rinunciare a un brindisi col Prosecco? «Se evitiamo di bere i vini veneti, è anche perché sappiamo che le colline del Prosecco sono infestate dai pesticidi e che il Veneto è la regione più cementificata d’Italia». A.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

3 VE

Redditodicittadinanza,flopveneto Buonaadesionea«Quota100» manelpubblicononc’èturnover L’allarme dei sindacati: «In affanno i piccoli Comuni». Scontro Lega-M5s Il punto ● Il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 sono due provvedimenti varati a marzo dall’esecutivo Lega-M5s ● Il reddito, bandiera storica dei pentastellati, ha sostituito il precedente Rei, il reddito di inclusione ma le domande accolte in Veneto sono solo il 7% del totale nazionale ● Quota 100 vede numeri ancor più risicati, solo 11.145 i neo pensionati ● Il dato, però, denunciano i sindacati, comincia già a pesare sui settori del pubblico, dalla scuola alla polizia ai beni culturali dove l’organico era già in sofferenza

VENEZIA Cinque

mesi fa le cronache scoprivano i «navigator», l’ironia sui social si sprecava e sul Reddito di Cittadinanza, RdC, gli alleati-nemici di governo, Lega e M5s, se le suonavano di santa ragione. Un derby governativo placato dall’introduzione contemporanea di Quota 100. Ora i frutti di quel do ut des legastellato cominciano a macinare cifre. Il bilancio, per il Veneto, è in chiaroscuro. Partiamo da quel RdC consacrato da un annuncio al balcone di Luigi Di Maio: «Abbiamo sconfitto la povertà». In regione gli ultimi dati diffusi dall’Inps dicono che al 17 luglio erano 52 mila le domande presentate ma solo 27.517 quelle accolte e oltre 4.000 in lavorazione. In totale sono coinvolte quasi 60 mila persone, circa l’1,3% dei 4,9 milioni di veneti. Chi ha ricevuto dalle Poste la celebre «card» ci hanno trovato dentro in media 396 euro al mese che diventano 450 per i percettori di reddito e solo 177 per i percettori di pensione di cittadinanza. A completare il quadro c’è il dato provinciale. A Verona sono coinvolti oltre 11 mila persone, quasi altrettante a Padova. Ciò che manca ancora, vistosamente, all’appello sono i famosi navigator, vale a dire la parte di politiche attive per l’offerta di un lavoro vincolata alla card. I 143 assegnati da Anpal entreranno in servizio il 2 di settembre, come previsto. «Va detto - sottolinea l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan - che oltre al Veneto saranno pronte a partire solo Emilia e Toscana. E sia chiaro che le offerte di lavoro ai percettori di reddito dovranno essere fatte a stretto giro». Quindi, fra poco più di un mese, il Veneto an-

drà a regime. I Caf veneti fanno presente che, per altro, nell’ultimo mese e mezzo le nuove domande di reddito si contano sulle dita di una mano. «Sono praticamente azzerate - spiega Claudio Zaccarin,

Al Caf Le domande di RdC sono state presentari ai Caf di Cisl e Cgil

27.517

Le domande di Reddito di Cittadinanza accolte in Veneto sono 27.517 ma ne erano state presentate 52.610: 20.412 dono state respinte mentre 4.681 sono quelle «in lavorazione», quasi tutte di cittadini extracomunitari

11.145

Quota 100 in Veneto sfonda a malapena il tetto delle 10 mila domande accolte. Il dettaglio dei neo pensionati è solo nazionale secondo i dati Inps e, in sintesi, chi ha ottenuto Quota 100 si divide in un 50% di pubblico e in un 50% di privato

responsabile dei Caf Cgil Veneto - Ne restano tante di sospese e sono quasi tutte quelle di cittadini non comunitari. Attendono che arrivi il decreto con l’elenco dei documenti sulle proprietà nel proprio Paese d’origine. Insomma, sono stati messi in ghiacciaia». E sul perché quasi una domanda su due sia stata bocciata Zaccarin ha le idee chiare: «La gente non crede che quando si vuole l’incrocio delle banche dati funziona: chi non ha dichiarato di aver acquistato un’auto nuova di recente è stato presto smascherato ad esempio». Sulla stessa linea Lorenzo De Vecchi, responsabile dei Caf Cisl Veneto: «I paletti erano stretti, era evidente. E altro sta cambiando. Ad esempio il nuovo Isee che sarebbe dovuto partire a settembre è stato posticipato a gennaio con una norma del decreto Crescita». E, però, a creare più agitazione sono i dati tutto sommato contenuti di Quota 100. Delle 162.603 domande presentate al 22 luglio solo 11.145, pari al 7%, arrivano dal Veneto. Non tante ma abbastanza da aggravare parecchi settori del pubblico già in sofferenza. La «grande fuga» è dalla scuola: secondo la Cgil in Veneto ci sono stati 3.503 pensionamenti di cui 1.963 con Quota 100. Fra questi, i docenti sono 1.518 e i dirigenti 34 di cui 10 con Quota 100. E la carenza d’organico complessiva nella scuola veneta arriva così a 4.751 docenti, 264 dirigenti e 3.457 insegnanti di sostegno. A soffrire sono le forze dell’ordine, i tribunali (30% di carenza d’organico fra cancellieri e amministrativi), nella sanità e anche nei musei. Nei mesi scorsi la Ca’ d’Oro di Venezia

Tav, nuova conferma dal Mit: «Si fa» Ma i 5s continuano il pressing

Il consigliere Berti: «Per noi ci sono ancora margini di miglioramento»

La vicenda ● La Tav è ripartita con la firma degli espropri da parte di Rfi ma i consiglieri

regionali del M5s veneto non ci stanno e chiedono modifiche al Mit

A Tav veneta ormai partita con il placet formale del Mit, il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, e quello fattivo con la firma dei decreti per gli espropri da parte di Rfi, il M5s veneto non ci sta e lancia un messaggio al titolare del dicastero, il pentastellato Danilo Toninelli. I consiglieri regionali, da Jacopo Berti, storico ufficiale di collegamento con i vertici romani del Movimento, a Manuel Brusco la cui storia di attivista affonda le radici negli agguerriti comitati No Tav del Veronese, fanno presente che di margini per rivedere le moVENEZIA

Ministro Danilo Toninelli ministro alle Infrastrutture

dalità di realizzazione dell’alta velocità in regione ci sono. Il ministero, da parte sua, risponde con cortesia ma senza muoversi di un millimetro. «Il Mit è pronto ad ascoltare

eventuali proposte migliorative sul progetto attuale, - spiega l’entourage di Toninelli ma l’opera era già contrattualizzata e si sta già intervenendo con i miglioramenti possibili nel quadro contrattuale». Una risposta «cortese» alle rivendicazioni barricadere dei portavoce del Movimento sul territorio ma anche un «no» piuttosto fermo: il quadruplicamento della Brescia-Padova era già contrattualizzato e quanto sarà possibile fare per rispettare le centinaia di prescrizioni ambientali del Cipe soprattutto nel tratto veronese costellato, per dirla con Berti, «da discariche, siti Unesco e vigneti» è già in cantiere. Il Mit ribadisce: «Vigileremo sull’osservanza delle prescrizioni del Cipe, ricordiamo

ha dovuto tenere chiuse alcune sale. Emorragie che mandano in fibrillazione i sindacati. «Quota 100 mette in ginocchio soprattutto i piccoli Comuni - attacca Daniele Giordano della Funzione pubblica Cgil - cioè tutti i Comuni veneti ad eccezione di Verona, Venezia e Padova. Il blocco delle assunzioni è in vigore fino a novembre e ci saranno uffici anagrafe scoperti. Serve un piano straordinario delle assunzioni». Molto critico anche il segretario generale Cgil Veneto: «Con questi numeri la realtà ridimensiona la propaganda». Gli fa eco il collega della Cisl Gianfranco Refosco: «Non erano queste le misure che servivano al Veneto». Contrattacca il capogruppo della Lega a palazzo Ferro Fini, Nicola Finco: «I sindacati si decidessero, vogliono l’abolizione della Fornero ma Quota 100 no? Certo, ora c’è una fase complicata per il turn over ma sarà la volta buona che si svecchia il pubblico. Quanto al RdC si conferma la marchetta del M5s agli elettori del Sud». Opposta la posizione del consigliere M5s Jacopo Berti: «Sul reddito salta all’occhio come i controlli abbiamo funzionato lasciando a chi ne ha diritto una misura seria e concreta. Su Quota 100 fortemente voluta dalla Lega è ovviamente la misura più assistenzialista nella storia d’Italia». La sferzata finale è di Donazzan: «RdC e Quota 100 hanno un po’ lo stesso mood: è la garetta a chi è più bravo a dare risposte ai fragili della società. Ma entrambi non tengono conto di un problema: in Veneto avevamo bisogno d’altro». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

che è stato costituito appositamente l’Osservatorio ambientale». Uno scambio di vedute che, in filigrana, lascia intravedere l’intreccio di due criticità. Da un lato la poltrona sempre più scomoda di Toninelli fortemente criticato dall’ala dei duri e puri dei 5s soprattutto dopo il sì alla Torino-Lione e anche del drappello di pentastellati veneti che non può permettersi una marcia indietro su una delle battaglie-simbolo del Movimento negli ultimi anni, quella sull’alta velocità «padana». Le schede dettagliatissime passate alla recente riunione del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, fotografano una Tav veneta già in corsa con tanto di specifiche sul tracciato anche nei lotti successivi a quello in lavorazione fra Brescia e Verona. Eppure i pentastellati veneti sono certi che i margini tecnici per attutire l’impatto dell’opera e per potenziare il servizio ferroviario per i pendolari ci siano. M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VICENZA

Corriere del Veneto Sabato 27 Luglio 2019

Pedemontana, il Tar: «Regolari gli scavi eseguiti a Vallugana»

Senza pace Il cantiere della superstrada Pedemontana: ancora sequestri da parte della Guardia di Finanza

Pedemontana: non c’è alcun elemento ostativo perché quella che in origine doveva essere solo una galleria «via di fuga e accesso per i mezzi di soccorso» sia usata come traforo per facilitare lo scavo del tunnel principale «Malo». Gli atti adottati da Regione Veneto e ministero dell’Ambiente sono corretti. «Non c’è contraddittorietà» visto che la variante che ha autorizzato l’impiego della galleria da 605 metri per «l’allontanamento del materiale di scavo» è stata «prevista per rispettare il cronoprogramma di realizzazione dell’opera» dopo la morte di un operaio, che nel 2016 aveva comportato il sequestro del cantiere di Malo. Così ha sentenziato il tribunale amministrativo regionale per il Lazio che ha rigettato il ricorso presentato a dicembre da una cinquantina di residenti con capofila il Covepa, comitato Veneto per la Pedemontana alternativa. In base alla delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) i cittadini si erano infatti opposti alla variante approvata dal ministero dell’Ambiente che consente di utilizzare la galleria di soccorso di Vallugana per velocizzare i lavori di escavazione del tunnel principale già bloccato dai sequestri

della procura, da un lato, a Malo, per l’infortunio mortale del 2016, e dall’altro, a Castelgomberto, l’anno dopo, per il cedimento di un fronte di scavo. La variante era stata approvata dalla Regione «come variante non sostanziale sentiti preliminarmente il ministero dell’Ambiente, dei Trasporti e dei Beni culturali» spiega Palazzo Balbi e «permette di poter scavare la galleria di Malo allontanando la

Finanza I sigilli sono stati messi ieri per ragioni probatorie

roccia di risulta dalla Vallugana». I cittadini avevano contestato molti aspetti dei provvedimenti di Regione e ministero dell’Ambiente, tutti però inconsistenti secondo i giudici laziali. Ed intanto ieri, a meno di ventiquattro ore dal dissequestro disposto dal tribunale del Riesame per i sette chilometri di galleria Spv tra Malo e Cornedo, la procura ha fatto scattare di nuovo i sigilli ma limi-

tatamente ai depositi di barre d’acciaio e cemento. Un sequestro, quello operato ieri mattina dalla guardia di finanza, non più preventivo, per evitare eventuali conseguenze, ma probatorio, per portare in aula le prove dell’accusa, quella cioè di frode in pubbliche forniture, di materiali utilizzati non conformi al capitolato. Benedetta Centin © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ALTRE NOTIZIE DOPO LA CONDANNA

DENUNCIATO

MONTECCHIO MAGGIORE

Furto e inseguimento Ubriaco, litiga con la compagna migrante espulso e la minaccia con il coltello

Il sacchetto dei rifiuti porta agli affitti in nero

VICENZA Richiedente asilo,

MONTECCHIO MAGGIORE Il

domenica aveva tentato il furto all’Interspar di via del Mercato Nuovo e minacciato di morte con un arnese una dipendente dicendole «Ti taglio la testa». Dopo un rocambolesco inseguimento era stato bloccato e arrestato dalla polizia. Condannato a 10 mesi e rimesso in libertà, ora Adam Igogo Imuran, nigeriano di 30 anni già ospite del centro di accoglienza di Cona, nel Veneziano, verrà espulso. È stato infatti accompagnato nel centro di permanenza per i rimpatri di Roma.

GRISIGNANO Ubriaco, litiga con

Grisignano La donna ferita dal compagno ha chiamato i carabinieri ma poi ha rifiutato le cure del pronto soccorso

la compagna, la picchia e la minaccia con un coltello, poi finito sotto sequestro. Protagonista un romeno di 31 anni di Grisignano, denunciato per minaccia aggravata dai carabinieri. A chiamarli, nella tarda serata di martedì, la donna, molto provata, che ha però rifiutato le cure del pronto soccorso. L’uomo, trovato ancora in casa, era chiaramente in balia dei fumi dell’alcol. Indagini sono ora in corso per capire se la compagna sia stata vittima anche in passato di maltrattamenti e minacce.

sacchetto di spazzatura gettato nel luogo sbagliato fa scoprire presunti affitti in nero. È accaduto in piazza San Paolo ad Alte, dove un richiedente asilo del Bangladesh, 29 anni, si è disfatto dei rifiuti in un cestino davanti alle finestre del comando di polizia locale. A bloccarlo e multarlo di 103 euro il comandante. Multato anche il connazionale che lo ospitava senza segnalarlo e che paga in nero l’affitto al padrone di casa come il 29enne. Il caso ora passa alla Finanza.

VI

Ennesima truffa

Finti carabinieri suonano alla porta e derubano anziana Colpo Bottino sostanzioso (50mila euro) quello del furto ad una anziana giovedì mattina a Creazzo Altro caso a Vicenza, sempre due giorni fa, ma non riuscito

Intanto ieri nuovi sequestri ai depositi del cantiere MALO

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Si spacciano per appartenenti alle forze dell’ordine e mostrano accessori e stemmi per convincere la pensionata di turno ad aprire la porta di casa con l’intento di derubarla. È accaduto giovedì a Vicenza e a Creazzo e in quest’ultimo caso il raggiro dei due criminali senza scrupoli è riuscito per un bottino di circa 50mila euro tra soldi, orologi Cartier e gioielli. Per la disperazione della proprietaria, una 80enne, che, allarmata, prima delle 11 ha chiamato i carabinieri e la figlia: i due ospiti avevano lasciato la casa con 1.500 euro e i preziosi ricordi di una vita. «Hanno detto di essere delle forze dell’ordine, carabinieri o polizia, indossavano una sorta di divisa» raccontato l’anziana che vive sola e che ha fatto ciò che gli avevano chiesto i due e cioè mettere tutti i suoi averi in una busta e appoggiarla su una poltrona, perché li controllassero. E una volta controllati li hanno fatti sparire. Non ci sono riusciti invece a Vicenza, episodio questo segnalato alla polizia. Forse gli stessi due alle 9.30, a Bertesina, hanno avvicinato una 71enne che abbeverava il giardino di casa. Un primo, con berretto e l’immagine della fiamma dell’Arma sull’agenda, si è qualificato come carabiniere. Il complice, sceso poco dopo dall’auto con una targhetta appuntata al gilet, invece come tecnico che doveva controllare l’acqua per eventuali perdite di mercurio. Dal cancello i due chiedevano di entrare per fare la verifica dai rubinetti ma la 71enne, insospettita, ha chiamato il marito e i due si sono dileguati. B.C VICENZA

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PADOVA

Corriere del Veneto Sabato 27 Luglio 2019

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PD

Pediatridell’Aziendaospedaliera salveranno(perora)ilPuntonascite Camposampiero, soluzione d’emergenza per l’estate. E poi si spera nel nuovo concorso La vicenda ● La Regione ieri ha annunciato - in deroga ai piani fissati - la soluzione per scongiurare la chiusura estiva del Punto nascite di Camposampiero: il servizio sarà garantito da specialisti dell’ospedale di Padova in «prestito» ● La situazione di Pediatria a Camposampiero è drammatica: il primario si deve ancora insediare, una dottoressa è in maternità e anche i medici delle altre Usl venete, che dovevano accorrere in aiuto, sono in ferie

Emergenza rientrata per la Pediatria di Camposampiero. Almeno per ora. La Regione ha presentato ieri ufficialmente un piano d’eccezione che si basa sull’utilizzo pediatri dell’Azienda ospedaliera nel capoluogo. Un provvedimento temporaneo, che sarà valido fino ad ottobre, quando dovrebbero essere nominati i nuovi medici tramite il concorso che si chiude il primo di agosto. «È una soluzione di emergenza ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin - che abbiamo autorizzato in deroga ai parametri regionali. C’è chi sembrava certo della chiusura ma noi non siamo per le “non-soluzioni” estreme. È in itinere il concorso di Azienda Zero per trenta posti e ad oggi sono solo cinque le domande pervenute. Un quadro complesso, che richiede risposte immediate in emergenza e altre a medio e lungo termine». Verrà quindi garantita per tutta l’estate l’assistenza a gravidanze e parti a basso rischio e la presenza 24 ore al giorno dello specialista, oltre alla doppia guardia di anestesista e rianimazione. È previsto anche un turno aggiuntivo per il nido e il potenziamento dei collegamenti di trasporto con un’ambulanza dedicata. «Do-

PADOVA

po aver percorso tutte le possibili strade, dalla collaborazione di altre Usl venete che ringrazio, dalla Usl di Vicenza all’Azienda ospedaliera di Verona alla Usl pedemontana dice il dg dell’Usl 6 Euganea, Domenico Scibetta - abbiamo adottato temporaneamente questo modello, concretamente il migliore possibile. A ottobre prenderà servizio il nuovo primario già nominato (Luca Vecchiato, ndr) ed entrerà in servizio una pediatra ora in congedo per maternità. Poi attendiamo l’esito del concorso indetto da Azienda Zero». La chiusura era stata ventilata proprio da Scibetta solo pochi giorni fa. La carenza di

Dopo la sentenza

ETRA S.p.A.

Largo Parolini 82/b, 36061 Bassano del Grappa (VI) ESTRATTO AVVISO DI RETTIFICA BANDO In data 23.07.2019 è stato spedito all’ufficio Pubblicazioni Ufficiali della UE un avviso di rettifica del bando di gara relativo alla procedura aperta per l’appalto n. 71/2019: accordo quadro per il servizio di contact-center a supporto della gestione clienti di Etra SpA per il periodo 2020-2022, rinnovabile. Valore totale stimato € 3.060.000,00. Criterio aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Termine presentazione offerte all’indirizzo https://etraspa.bravosolution.com: ore 12.00 del giorno 09.08.2019. Apertura: in data che sarà comunicata con apposita nota. L’avviso di rettifica integrale è reperibile all’indirizzo web suddetto e pubblicato nella G.U.R.I. V° Serie Speciale n. 87 in data 26.07.2019. IL PROCURATORE: f.to dott. Paolo Zancanaro

massacrata – continua il legale -. Mentre per il suo aggressore c’erano solo parole di assoluzione e solidarietà. Un massacro avvenuto anche in aula, con alcuni testimoni che hanno cercato di screditarla in ogni modo». Un accanimento che, di fatto, non è mai cessato neppure con la notizia della condanna del giovane. Anzi, i commenti su Facebook sono ancora tutti per Roncato. C’è infatti chi si meraviglia: «Bello…ricco … e ha bisogno di violentare una ragazza???? Mah…», mentre un altro scrive: «Molte ragazze per entrare in un locale e avere drink gratis si concedono, poi si pentono e sono brave a fare le vittime». Anche se è stato giudicato colpevole, la rete assolve il pr padovano. Milvana Citter © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il concessionario non pagava il canone» PADOVA Sulla chiusura dal primo luglio dei bar nelle strutture sanitarie della provincia (Monselice, Montagnana, Este, Conselve) interviene l’Usl 6: «La concessionaria Dallas per oltre un anno non ha più corrisposto il canone e ha provocato un contenzioso». Inoltre, «purtroppo la scarsa potenzialità economica è tale da non consentire più la riapertura dei bar di Monselice ed Este». Su Conselve e Montagnana è previsto un incontro lunedì con lavoratrici e sindacato.

medici specialisti (in tutta l’Usl Euganea ne mancano 19 su 57) è diventata un problema ancora più grave con l’arrivo delle ferie, e la decisione di affidare il servizio ad alcune cooperative per le Pediatrie di Camposampiero e Schiavonia - come già avvenuto in parte per i Pronto soccorso della stessa Usl - ha provocato una dura opposizione dei sindacati. Di qui la necessità del provvedimento della Regione, che ha il suo peso perché la Pediatria di Camposampiero non solo ha avuto i suoi guai negli ultimi tempi ma ha un valore affettivo per i padovani, a decine di migliaia sono nati lì anche in virtù della sua fa-

Morta in ospedale «non è stato il batterio ad ucciderla» La vicenda

● Filippo Roncato, 24 anni di Loreggia (foto), è stato condannato martedì scorso a Treviso per violenza sessuale a una minorenne ● L’accusatrice racconta di aggressioni e critiche su Facebook dopo la sentenza

PADOVA (r.pol.) Claudia Zen era guarita dal batterio che l’aveva colpita all’inizio dello scorso giugno. Il dato emerge dalle analisi del sangue della ragazza quando era stata ricoverata nel reparto delle malattie infettive di Padova verso la fine dello scorso giugno. Alla luce di questo risultato si fa sempre più misteriosa la causa della morte della 28enne, deceduta in ospedale il 10 luglio per motivi che sono ora al vaglio della procura. Claudia, che ha ricevuto un caloroso e commosso ultimo saluto mercoledì scorso nella chiesa di San Carlo, aveva cominciato ad accusare febbre e malori acuti ad una gamba ad inizio giugno. Dopo aver atteso qualche giorno la ragazza è andata in ospedale, dove i medici l’hanno sottoposta ai test. Subito è stata riscontrata la positività al batterio Steno-

trophomonas Maltophilia, un organismo piuttosto comune che si annida nell’acqua delle piante o negli impianti di condizionamento. In casi piuttosto rari e in particolari condizioni diventa aggressivo per l’organismo, ma Claudia era stata immediatamente curata con una opportuna dose di antibiotici tanto che il batterio era stato debellato già una settimana dopo il ricovero. I medici, prudenzialmente, avevano deciso di tenerla ancora in osservazione, facendole continuare la cura in ospedale e prescrivendole anche antibiotici da assumere a casa. Che cosa abbia provocato il decesso della giovane donna il 10 luglio è tutt’ora un mistero. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, nessun medico è indagato, si attende l’esito dell’autopsia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IN BREVE

Inchiesta, le prime ricostruzioni

Insulti web alla ragazza che ha fatto condannare il pr TREVISO «In quell’aula mi sono sentita violentata di nuovo. Non solo da lui, ma anche da alcuni dei testimoni che con le loro parole mi hanno condannata senza diritto di difesa». A parlare è Alessandra, nome di fantasia della vittima di Filippo Roncato, il 24enne pr di Loreggia, condannato martedì a una pena di 6 anni di reclusione. Era accusato di averla violentata, quando lei aveva appena 15 anni, la notte del 21 agosto 2015, all’interno della Baita al Lago di Castelfranco Veneto. «Vittima due volte, della violenza ma anche di quella parte di opinione pubblica che non ha avuto alcuna pietà» spiega l’avvocato Marcello Vinci che ha assistito la giovane. Sui profili social infatti, amici del condannato e perfetti sconosciuti l’hanno insultata e condannata: «È stata

Usl sulla chiusura dei bar

ma - un tempo - di eccellenza veneta. Peccato che per un motivo o per un altro nel giro di qualche mese lo scorso anno si siano viste le dimissioni del primario, seguito da altri sette medici che lamentavano turni massacranti a causa della mancanza di personale, successivamente diventata decisamente critica. A questo è seguita una protesta indetta dai sindaci del Camposampierese, una cosa mai vista sul nostro territorio e che ha fatto capire quanto grave fosse la situazione. Ma non bastava. È stato bandito un concorso vinto da due pediatre: una è appunto in maternità, come ha riferito il dg, e l’altra ha rinunciato. Quindi punto e capo, almeno fino a ieri. «Penso sia un passo importante ma è una soluzione solo temporanea - ribadisce Raffaella Megna di Fp Cgil - Parliamo di una struttura grossa che deve essere riportata alla normalità. Ci aspettiamo che Usl e Regione facciano tutto ciò che è in loro potere per riprendere l’attività a ottobre. Ricordo che l’ostetricia-ginecologia e la pediatria della struttura sono segnate come Pronto soccorso sulle schede ospedaliere. Nessuno può tirarsi indietro». Silvia Moranduzzo

DALLA GUARDIA DI FINANZA

Trafficanti bloccati con chili d’eroina

La vicenda

● Claudia Zen, estetista di 28 anni, è morta inspiegabilmente in ospedale il 10 luglio scorso ● Era stata ricoverata per aver una serie di disturbi riconducibili a un batterio: secondo i medici però era già guarita dall’infezione

Borsone abbandonato

Nella refurtiva, armatura e gladio PADOVA Due borsoni abbandonati in via Duprè hanno attirato l’attenzione dei carabinieri che hanno trovato nascosti all’interno una serie di oggetti medievali. Aperta la cerniera i militari si sono imbattuti in un’armatura con tanto di elmo, maglia a rete d’acciaio, gambali d’acciaio, gladio e pugnali oltre a diversi tipi di spade, katane e materiale da collezione. Sulla provenienza stanno lavorando gli uomini della stazione di Padova Principale: con tutta probabilità si tratta di riproduzioni rubate da qualche malintenzionato che le aveva © RIPRODUZIONE RISERVATA nascoste in attesa di piazzarle. (a.pist.)

SELVAZZANO DENTRO Due corrieri della droga albanesi sono stati intercettati e arrestati dalla guardia di finanza di Padova, sorpresi a Selvazzano mentre si scambiavano quasi tre chili di sostanza stupefacente. A finire in manette sono stati Endri Hoxha e Amarild Mejdiaj, entrambi ventinovenni, che l’altra notte sono stati bloccati dopo un pedinamento in via Campania. Il primo nascondeva nella sua autovettura Kia 2,6 chili di eroina e 200 grammi di cocaina. A casa di Mejdiaj sono stati rinvenuti altri 4 grammi di cocaina e 5 di marijuana.

IN TRIBUNALE

Truffe con auto usate condannato PADOVA Comprava auto usate e poi si volatilizzava al momento del pagamento, vendeva auto nuove incassando l’assegno e scomparendo nel nulla. Il «mago delle truffe d’auto» Massimo La Bua, 55 anni residente a Teolo, aveva trovato un modo neanche tanto originale per racimolare denaro, bastava presentarsi ben vestito e con un biglietto da visita in mano e fingere di essere titolare di una rivendita di auto. La Bua, che ha precedenti penali specifici, è stato condannato a nove mesi e 200 euro di multa per aver truffato due padovani che si erano fidati di lui.


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SABATO 27 LUGLIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA

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verso i giochi 2026

incontro l’altra sera al cos.mo.

Cortina, la giunta approva il Protocollo d’intesa

Grandi eventi sportivi: Cortina cerca sinergie con Pieve e il Cadore

Il Comune si impegna a svolgere tutte le attività concordate col Cio a Losanna e finalizzate alla definizione del modello di Governance legato alla rassegna

Alessandra Segafreddo CORTINA. Approvata dalla giunta comunale la scheda di addendum al Protocollo di intesa inerente le Olimpiadi Milano Cortina 2026: il documento richiama l’intesa sottoscritta il 5 novembre 2018 tra le Regioni Veneto e Lombardia, le città di Milano e Cortina e il Coni per la candidatura olimpica e la successiva fase di organizzazione. La fase della candidatura si è conclusa il 24 giugno, nel corso della sessione generale del Cio tenutasi a Losanna, con la scelta di Milano e Cortina quali città ospitanti. A seguito dell’assegnazione, tra il Cio, il Coni, i due Comuni e le due Regioni è stato sottoscritto l’Host city contract, ossia il contratto che indica i principi fondamentali che dovranno presiedere organizzazione e svolgimento dei Giochi. «Dopo l’assegnazione e il momento di entusiasmo siamo subito partiti a lavorare», spiega il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, «e nell’iter avevamo già posto le basi per lo svolgimento dei vari adempimenti in caso di ottenimento dei Giochi. Nel Protocollo d’intesa avevamo infatti già indicato una sorta di criterio di lavoro, che si basa sempre sull’unità di intenti, per arrivare a creare la macchina che organizzerà i Giochi. In questo momento si sta gestendo la fase transitoria, con l’obiettivo di dare corso celermente agli adempimenti e alle attività finalizzate a garantire l’avvio della fase di organizzazione , nel rispetto dei principi

Il pubblico presente in sala

Da sinistra: Zaia, Fontana, Malagò, Sala e Ghedina

previsti dalla Carta olimpica, dall’Host city contract e in ottemperanza al modello di Governance definito nel dossier di candidatura. Le attività da svolgere – peraltro come già quelle svolte nella fase di candidatura – sono di particolare

Il sindaco Ghedina «Primo passo sarà costituire la società che gestirà l’evento» complessità», sottolinea Ghedina, «e richiedono la stretta e costante collaborazione tra tutte le parti». Pertanto è stato predisposto uno schema di addendum al Protocollo di intesa sottoscritto a novembre, che è

stato concordato dalle parti nel corso dell’incontro del Comitato esecutivo di coordinamento, tenutosi a Milano il 10 luglio scorso. Ora c’è l’impegno a svolgere tutte le attività finalizzate alla definizione del modello di Governance dei Giochi. Resta confermato l’assetto organizzativo già previsto dal Protocollo di intesa originario, e vengono confermate le funzioni del Comitato di indirizzo (composto da Luca Zaia e Attilio Fontana come presidenti delle Regioni, dai sindaci Gianpietro Ghedina e Giuseppe Sala e da Giovanni Malagò, presidente del Coni), Comitato esecutivo di coordinamento (composto da alcuni tecnici che rappresentano Regioni, Comuni e Coni), nonché il ruolo riconosciuto al Co-

ni di “soggetto attuatore” delle procedure e degli atti necessari da porre in essere. «C’è un grande lavoro che dobbiamo portare avanti», conclude Ghedina, «e soprattutto dobbiamo mantenere viva la consapevolezza che dobbiamo continuare a lavorare assieme, uniti, remare tutti nella stessa parte perché lo abbiamo dimostrato che se si lavora tutti assieme si possono raggiungere obiettivi che possono apparire utopistici. Adesso innanzitutto bisogna costituire la società che gestirà l’evento, e probabilmente sarà una Spa pubblica, con l’obiettivo di dare alla macchina l’operatività che può avere un privato, ma allo stesso tempo la trasparenza insita nel pubblico». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

PIEVE DI CADORE. «I Giochi invernali 2026 sono stati assegnati all’Italia grazie al lavoro di squadra che è stato fatto da tutti gli attori che si sono messi in gioco per raggiungere l’obiettivo», ha affermato giovedì a Pieve di Cadore il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, parlando davanti alle tante persone che hanno affollato la sala del Cos-mo, «e ora siamo a Pieve, su invito del sindaco Bepi Casagrande, perché quel lavoro di squadra dovrà essere fatto anche in relazione all’organizzazione dei Mondiali di sci del 2021. E questo significa coinvolgere anche il territorio cadorino». L’incontro era stato aperto dal sindaco di Pieve, Giuseppe Casagrande; durante la presentazione dei filmati, aveva ricordato che la collaborazione con Cortina sarà indispensabile sia come apporto di strutture ricettive e sia di volontari. «Non va dimenticato», ha ricordato, «che già nelle Olimpiadi del 1956 erano stati oltre 400 i volontari provenienti dal Cadore che avevano collaborato nella gestione delle piste e delle altre strutture sportive». Gli stessi concetti sono stati fatti propri dall’amministratore delegato della Fondazione Cortina 2021, Valerio Giacobbi: «Finora l’apporto del territorio è

stato fondamentale. Per l’organizzazione cortinese, le Olimpiadi e i Mondiali non sono solo di Cortina, ma di tutto il territorio; e per questo vogliamo collaborare per fare sì che queste due manifestazioni non rimangano fini a se stesse, ma portino benefici anche negli anni successivi; e questo nell’interesse di tutti i territori. Attraverso i grandi eventi impareremo a lavorare insieme e ciò porterà ad ottenere degli ottimi risultati i cui benefici si protrarranno nel tempo». Un argomento importante, la viabilità, è stato affrontato sotto due aspetti. «Innanzitutto», ha spiegato Ghedina, «non possiamo permetterci che chi acquista i biglietti per assistere ai Giochi arrivi in ritardo: dovremo studiare con precisione i tempi di accesso alla Conca anche per chi troverà alloggio distante. Saranno realizzate delle zone di scambio auto e pullman con le navette di servizio. La puntualità sarà indispensabile». «Cortina», ha spiegato a sua volta il vicesindaco Luigi Alverà, «dispone di 4500 posti letto, dei quali 3500 sono già prenotati. Per i mondiali sono attesi 120mila spettatori. È quindi necessario trovare con il Cadore e con le altre località i posti necessari». – Vittore Doro


REGIONE

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d'oro nei 1000 metri alle Olimpiadi di Salt Lake City, nel 2002. Era ultimo e i 5 che gli stavano davanti sono crollati come birilli sul ghiaccio. Il M5s voleva aprire il Parlamento come una scatola di sardine e ora le sardine sono loro: da lì non si muovono più. Sono incollati alla poltrona, in pochi mesi sono scesi dal 33 al 18% e la Lega ha raddoppiato con il record del 33,4%. Noi abbiamo portato a casa la riforma di Quota 100 delle pensioni e la legittima difesa. Prima o poi arriverà anche l’autonomia». Ma Salvini, che ha annunciato un tour al Sud, cos’è disposto a cedere ? «Nulla. L’Italia è cambiata e il patto sociale va rivisto perché senza federalismo e con il modello istituzionale del 1948 si è scavato un abisso. Pensiamo alla sanità con le migrazioni dei malati da Sicilia, Calabria, Campania e Puglia verso Lombardia, Veneto ed Emilia. Lo stesso per la scuola: i test Invalsi dimostrano che il 38% degli studenti del Sud non ha la sufficienza e quindi bisogna cambiare e introdurre elementi di effi-

cienza. La riforma dell’autonomia immagina un modello di Paese che sappia garantire le diversità di ogni regione avvicinando lo Stato ai territori. Vale per tutti. Anche per i corpi sociali intermedi che non possono vivere di assistenzialismo. L’autonomia libera la zavorra del Mezzogiorno e lo costringe all’efficienza». Il trasferimento della scuola alle regioni è stato bocciato, quindi hanno vinto i 5 Stelle: lei che dice? «Il negoziato va riaperto. Noi vogliamo che a settembre gli insegnanti siano tutti nelle classi e prima o poi ce la faremo a introdurre anche in Veneto il modello di Bolzano per reclutare i docenti». Pretendere tutte le 23 materie dell’articolo 116 e restare con un pugno di mosche non è stato un errore? «Ma quale errore e pugno di mosche. Il Veneto si è mosso nel pieno rispetto della Costituzione: la proposta che Zaia ha portato all’esame del ministro Stefani non è sua, mia o della Lega ma del popolo che ha votato il referendum: 2 .273.985 sì». L’autonomia figlia del processo costituente popolare, stile giacobino, non piace a Conte, l’avvocato del popolo: come mai? «Roma è la città eterna contraria al federalismo. I no di Conte sono inaccettabili e Zaia non firmerà mai un’intesa al ribasso. Se c’è la volontà politica prima o poi si chiude: siamo nelle mani di Salvini. Ci penserà lui a convincere il Sud». —

grossa somma di denaro con il falò delle azioni di Veneto Banca ha convinto la Procura della sostanziale ininfluenza dell’ex presidente nella gestione della banca. «Il dottor Trinca», si legge nella memoria difensiva, «ha perso alla stregua di tutti gli azionisti che lamentano un danno oltre 1.500.000 euro (controvalore al 31 dicembre 2014). Trinca potrebbe astrattamente costituirsi parte civile con riferimento ai reati contestati nel presente procedimento, qualora venisse esercitata l’azione penale. «Anche il presidente del cda aveva investito il proprio denaro acquistando nel tempo circa 40.000 azioni. A dispetto della asserita posizione di “privilegio”, il dottor Trinca non ha né dismesso il proprio patrimonio azionario, né è rientrato dell’investimento effettuato. In altri termini, colui che sarebbe l’autore, quantomeno mediato, delle politiche gestorie di innalzamento dei prezzi delle azioni, di “esagerazione del Patrimonio di Vigilanza” e, conseguentemente, di falsa esplicitazione delle condizioni di solidità patrimoniale dell’Istituto, non solo non ne avrebbe guadagnato, ma ne avrebbe perso una somma considerevole. Di fatto facendosi ingannare dall’apparente solidità del prodotto finanziario acquistato, alla stregua di un qualunque azionista. Senza poi ottenere il riacquisto delle azioni da parte della Banca». Dunque, è la conclusione, si tratta di un caso «nel quale il presidente del cda inganna sé stesso circa le condizioni dell’istituto. È evidente la totale assenza di rappresentazione da parte del medesimo della gestione complessiva e degli effetti, diretti o indiretti, della

stessa, sulla determinazione del Patrimonio di Vigilanza. Lo si comprende dalla inconsapevolezza, perché non può trattarsi di altro che di questo, rispetto anche al proprio “interesse personale”. Successivamente Trinca richiama l'attenzione su quelli che sono gli effettivi poteri della figura del presidente del cda. «La carica ricoperta fino all’aprile 2014», si legge nella memoria difensiva, «è una carica dalla quale non derivavano né concreti poteri, né deleghe operative: quindi nessuna responsabilità da posizione. Infatti, al netto della qualifica di presidente, nulla differenziava costui dai consiglieri “semplici”, con i quali condivideva il mero potere deliberativo collegiale». Un’analisi che arriva anche ad indicare in Vincenzo Consoli l’unico responsabile delle scelte anche in relazione alle comunicazioni. E per dimostrare che era Consoli in sostanza a decidere tutto, Trinca aggiunge poi che «anche dopo il 26 aprile 2014, per come è configurata l’imputazione complessiva, il potere decisionale era accentrato nelle mani del medesimo soggetto, il quale ricopriva l’incarico di direttore generale. Costui dominava i processi deliberativi dell’istituto pur non partecipando ai consigli d’amministrazione. Sintomo del fatto che le decisioni del cda erano predeterminate al di fuori del contesto consiliare, per poi ivi approdare per un mero avallo». Si tratta di una verità, quella di Trinca, che ha convinto la Procura a chiedere per lui l’archiviazione. Un vero e proprio colpo di scena al quale manca solo la ratifica da parte del tribunale. — Giorgio Barbieri

L’assessore regionale all’Economia, uno dei big della segreteria federale della Lega, all’attacco di Di Maio e Conte

Marcato: «Autonomia, la pazienza è finita Il Veneto sarà la Stalingrado del M5S» L’INTERVISTA

Albino Salmaso autonomia?L’ho detto al ministro Lezzi: se non approvano l’intesa, il Veneto diventerà la Stalingrado del M5S. Il premier Conte deve mantenere gli impegni perché siamo stanchi di essere presi in giro. La pazienza è finita». Roberto Marcato, assessore regionale all’Economia, è uno dei volti più popolari della Lega e fa parte della segreteria federale con Matteo Salvini e Lorenzo Fontana. Assessore, dopo due anni siamo a zero risultati concreti: il premier Conte ha scritto una lettera in cui invita al dialogo e ribadisce che l’Italia non si può dividere. Nella Lega tira un’aria di dialogo o di rivolta? «È da 20 anni che proviamo ad attuare il federalismo, senza passi in avanti concreti. Il premier Conte deve capire che non si può mettere contro

«L’

pedemontana a malo

il popolo veneto e lombardo. Ho fatto 94 incontri in 2 mesi di campagna elettorale e nessuno mi ha mai parlato di spread ma solo di autonomia. Al bar, dal benzinaio, Confindustria, le categoria economiche, i sindacati e il mondo accademico: tutti la vogliono. Anche i grillini sono con noi,

«Sulla scuola va subito riaperta la trattativa Il modello di Bolzano utile per gli studenti» con il popolo veneto. Chiedete a Berti o a D’Incà e capirete che Di Maio sbaglia. È da solo. E va incontro alla sconfitta». Di Maio difende gli interessi del Sud e dice che con l’autonomia il Nord avrà più risorse e non cede. «Il M5s non ha nessuna strategia, purtroppo è il nostro alleato a Roma. Se fosse per la base della Lega la crisi sarebbe aperta da mesi. E poi che si fa? Un governo tecnico che ci porta al voto? Io credo che mai come in questa legislatu-

Roberto Marcato con la maglia del sì al referendum sull’autonomia

ra l’autonomia possa essere approvata». Di Maio prima o poi farà un passo indietro? «Il M5s è un partito antisistema che predica a parole il no alla Tav Torino-Lione e Brescia-Padova ma poi è costretto a dire sì perché chi governa non ha alternative. La stessa schizofrenia vale per la

Tap in Puglia, la Pedemontana e le grandi navi a Venezia. No a parole, sì nei fatti. Sa chi mi ricorda Di Maio?». No, a quale statista sta pensando? «Ma quale statista. Ve lo ricordate il pattinatore Steven Bradbury? È passato agli annali per aver vinto contro ogni pronostico la medaglia

il crac della popolare di montebelluna

Il Tar dà l’ok «La galleria di Vallugana non si ferma» PADOVA. Nuovo passo in

avanti per la Pedemontana veneta, che a Malo e a Montecchio Maggiore ha due ostacoli insormontabili: la galleria e il casello di raccordo con la A4. Il Tar del Lazio ieri ha depositato la sentenza di rigetto del ricorso mosso dal Covepa contro l’approvazione della variante di Vallugana della Pedemontana Veneta, che prevede un tunnel di raccordo con le due “canne” di 7 chilometri in costruzione tra Malo e Castelgomberto. Approvata dalla regione Veneto come variante non sostanziale secondo il codice dei contratti sentiti preliminarmente il ministero dell'Ambiente, dei Trasporti e dei Beni culturali, la variante di Vallugana permette di poter scavare la galleria di Malo allontanando la roccia di risulta dalla Vallugana. Il comitato aveva contestato molti aspetti formali e sostanziali sia del provvedimento della regione (decreto 35/2018 della struttura di progetto) e del decreto del ministero dell'Ambiente. Il Tar ha confermato la piena correttezza degli atti adottati, condannando il comitato al pagamento delle spese legali sostenute dalla regione e dal ministero. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Vincenzo Consoli e Flavio Trinca ai tempi in cui erano direttore generale e presidente di Veneto Banca

La memoria di Trinca «Ho perso più di un milione Anch’io vittima come i soci» Ecco come l’ex presidente di Veneto Banca ha convinto la Procura di Treviso che l’unico a prendere decisioni era il direttore generale Consoli TREVISO. Anche Flavio Trinca «si è fatto ingannare dall’apparente solidità del prodotto finanziario acquistato alla stregua di un qualunque azionista» ed è «la riprova del fatto che il consiglio di amministra-

zione era - di fatto - destituito di ogni potere e concretava la propria azione nell’inconsapevole avvallo della politica condotta dall’amministratore delegato». Si tratta di due passaggi chiave della memoria difensiva depositata lo scorso 26 giugno dall’ex presidente di Veneto Banca per il quale la Procura di Treviso ha ora chiesto l’archiviazione per le accuse di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza bancaria. Accom-

pagnato dall’avvocato Fabio Pinelli, lo storico presidente del cda dell’istituto di Montebelluna (carica ricoperta dal 1997 al 2013) si era presentato un mese fa in Procura a Treviso per farsi interrogare e in quella occasione ha convinto il sostituto procuratore Massimo De Bortoli della sua estraneità rispetto ai fatti contestati. La circostanza che anche lo stesso Trinca abbia perso una

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Jesolo Eraclea

Sabato 27 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Torna in pista l’autostrada del mare Parere favorevole del Cipe, riparte l’iter per realizzare `Calzavara e Forcolin ottimisti: «Balzo in avanti la superstrada di collegamento dal casello di Meolo per il progetto». Via libera all’apertura delle offerte `

JESOLO Parere favorevole del Cipe, riparte l’iter per realizzare l’Autostrada del mare. Si tratta della superstrada a pedaggio dal casello autostradale di Meolo a Jesolo. Un intervento in project financing, quindi a carico dei privati, bloccato a causa delle indagini sul Mose. Ma ora ufficialmente pronto a ripartire. Il Cipe, ovvero il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha dato il via libera a quella che tecnicamente è stata definita “come reiterazione del vincolo pre ordinato all’esproprio delle aree coinvolte nella realizzazione”. Tradotto significa via libera all’apertura delle offerte presentate dai privati anco-

DECIVISO PASSO IN AVANTI ANCHE PER LA VIA DEL MARE: SI VA VERSO LA CHIUSURA DEL BANDO DI GARA

ra nel 2015. Quanto basta per incominciare a intravedere la possibilità di una nuova viabilità per il litorale. Un modo per eliminare il problema delle code e consentire di realizzare “Jesolo Magica”, il mega centro commerciale firmato dall’archistar Zaha Hadid pochi anni prima della sua scomparsa. Si tratta di una struttura polifunzionale che dovrebbe sorgere a ridosso della rotonda “Picchi”, con un investimento di circa 30 milioni, vincolato appunto all’esecuzione di una nuova viabilità verso il litorale e per la quale gli investitori hanno già presentato anche un progetto per la realizzazione di un sottopasso in via Adriatico. «Il parere favorevole del Cipe spiega Gianluca Forcolin, vicegovernatore del Veneto – è un balzo in avanti per la realizzazione di questo progetto. La stessa Regione nei mesi scorsi aveva invitato tutti i Comuni interessati al tracciato a confermare il vincolo di non edificabilità nelle zone del percorso. E’ arrivato un parere favorevole da tutti eccetto dal Comune di San Donà, per motivi prettamente strumentali e in ogni non vincolanti». Sulla stes-

CASELLO DI MEOLO Si riapre la “partita” dell’autostrada del mare

Scatta lo stop all’alcol, primi controlli JESOLO La notte dei controlli. Al via dalle 20 di oggi la linea dura contro l’alcol. E’ l’effetto dell’ordinanza firmata dal sindaco Valerio Zoggia, che dopo una lunga serie di eccessi tra giovani e giovanissimi ubriachi, ha deciso di intraprendere la strada della tolleranza zero. Da oggi e per tutti i sabati notte estivi, fino al 14 settembre, dalle 20 alle 6 del mattino successivo, sarà vietato bere e detenere alcolici, sia in bottiglia sia in lattina, in zone pubbliche come piazze, strade, marciapiedi e spiaggia. Resterà consentita la vendita per asporto, ma con i contenitori

sempre sigillati e conservati in contenitori opportunamente chiusi. Di fatto sarà consentito bere alcolici solo nei locali autorizzati alla somministrazione e nelle aree di pertinenza degli stessi locali. Per i trasgressori sono previste delle sanzioni di 200 euro.

GLI OBIETTIVI La volontà del Comune è quella di bloccare la presenza di giovani pronti a calare in città solo per ubriacarsi, con tutti i problemi di decoro e ordine pubblico del caso. Al tempo stesso l’obiettivo è quello di vietare che persone alterate si mettano alla guida in stato di ebbrezza. Per questo già da questa notte ci saranno una lunga serie di controlli.

DALLE 20 LA LINEA DURA DEL COMUNE PER CONTRASTARE GLI ECCESSI I GESTORI DEI LOCALI RICORDANO AI GIOVANI LE NUOVE REGOLE

Gli agenti della Polizia locale saranno presenti in zone diverse della città e per questo divisi in più pattuglie, coordinate dal comandante Claudio Vanin. Oltretutto in una notte particolare, visti i tanti eventi previsti in città e tra i quali spicca la festa Random sulla spiaggia del faro, uno degli appuntamenti più attesi dell’estate con migliaia di giovani attesi e pronti a vivere una festa caratterizzata dalla musica scelta a caso, senza alcuna scaletta. Proprio in vista dei controlli molti gestori dei locali, compresi i chioschi sulla spiaggia, hanno ricordato la possibilità di consumare alcolici nelle proprie aree di pertinenza, invitando comunque i propri

sa lunghezza d’onda il consigliere regionale ed ex sindaco Francesco Calzavara: «Dopo mesi di lavoro e di incontri tra il Cipe e la Regione – commenta - sono stati individuati e finanziati una serie di interventi strategici per migliorare la viabilità e i trasporti nella nostra regione. Con il finanziamento del terzo lotto della variante di San Donà e la realizzazione del sovrappasso in area Sme, si andranno a risolvere le lunghe code che si formano da e per il casello di Noventa, permettendo un più scorrevole arrivo alla rotonda dell’Armellina. A fare un ulteriore decisivo passo in avanti è anche la Via del Mare visto che ormai si va verso la chiusura del bando di gara, con l’apertura delle buste di offerta e la successiva conferma o meno della volontà da parte del proponente di realizzare l’opera. In questo contesto il raddoppio di via Roma Destra dalla rotonda Picchi almeno fino al ponte sul Sile diventa indispensabile vista la costante crescita dell’offerta turistica di Cavallino-Treporti, prima località del Veneto per presenze turistiche». Giuseppe Babbo

ospiti a fare attenzione in caso di passeggiate con alcolici in mano. Da registrare, inoltre, che la notizia dell’ordinanza ha fatto anche il giro di Austria e Germania, suscitando perplessità e qualche disdetta. A ribadire la volontà di tutelare l’ordine pubblico e di evitare eccessi è il sindaco Valerio Zoggia. «In questo provvedimento non c’è alcuna volontà di fermare il divertimento – dice –. Più volte, quest’estate, il comandante della Polizia locale mi ha segnalato che soprattutto durante i weekend ci sono stati dei momenti di tensione accomunati sempre dall’abuso di alcolici. Sono situazioni che non possiamo tollerare e che vogliamo contrastare con tutte le nostre forze. Chi viene in città per divertirsi normalmente, non ha nulla da temere». G.Bab. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Billionaire potrebbe sbarcare a Jesolo IL PROGETTO Il famoso Billionaire a Jesolo. E per la precisione alla discoteca Vanilla Club del vulcanico patron Luciano Pareschi, sempre in prima linea quando si tratta di introdurre novità per l’intrattenimento. L’argomento è stato discusso ieri mattina in un incontro tra lo stesso Pareschi, patron di Caribe Bay, il grande parco a tema acquatico e Amorino De Zotti, albergatore e presidente dello stabilimento balneare Manzoni. E soprattutto anche lui sempre alla ricerca di novità in grado di stupire. E proprio De Zotti, nelle scorse settimane, ha avuto un incontro in Sardegna con Flavio Briatore, il fondatore del famoso Billionaire, il locale dei vip che è diventato un marchio di glamour e lusso famoso in tutta Italia e nel mondo. E che ora potrebbe arrivare a Jesolo. Anzi, dalla prossima estate anche se per il momento il condizionale rimane d’obbligo. Nessun commento, per il momento, è arrivato dai diretti interessati. Di certo Amorino De Zotti ha incontrato Briatore, al quale ha decantato le qualità di Jesolo, proponendo appunto di aprire uno dei suoi locali in città. Dove? Al Vanilla Club, locale dall’anima giovane, ricco di charme e dove da anni ogni weekend vengono organizzate suggestive feste tra dj-set e animazioni. E come se non bastasse locale nel quale, sempre da anni, particolare che non guasta, si investe anche sulla sicurezza. Da parte sua Pareschi, di fronte alle parole di De Zotti, avrebbe manifestato una certa disponibilità. Naturalmente tutta da tradurre in pratica di fronte alla reale volontà di Briatore di sbarcare in città e aprire un locale per vip, frequentato da imprenditori e personaggi famosi, pronti a spendere senza troppi problemi migliaia di euro per una notte di festa. (g.bab.)

Cinque anni e 4 mesi all’albanese Minaccia di gettarsi dall’ottavo piano che rapinò il Park Hotel Cellini Decisivo l’intervento di un carabiniere `Il giovane “incastrato” teriori riscontri. Il processo è con il suo volto sono finite sulla `E’ successo ieri

da alcuni selfie JESOLO Cinque anni e quattro mesi di reclusione per la violenta rapina messa a segno il 5 giugno dello scorso anno ai danni del Park Hotel Cellini di via Dalmazia 66, a pochi passi da piazza Manzoni, un quattro stelle fronte mare gestito dalla famiglia Bergamo da oltre trent’anni. È la condanna che il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, David Calabria, ha inflitto a Florian Joka, 24 anni, di origini albanesi, in carcere dal mese di agosto del 2018. Il gup ha ritenuto, invece, che non vi siano sufficienti prove per condannare il giovane anche in relazione al secondo “colpo” che gli veniva contestato, quello messo a segno il 25 agosto del 2017 alla pizzeria ristorante Atmosphera di Jesolo: contro di lui, infatti, vi è soltanto il riconoscimento effettuato dalla vittima, senza ul-

stato celebrato ieri con rito abbreviato, e dunque l’imputato ha potuto usufruire dello sconto di un terzo della pena.

“nuvola”, e sono state visionate dal proprietario del telefono, il quale avvisò i carabinieri.

INCASTRATO DAL SELFIE

La rapina all’hotel Cellini era stata messa a segno con particolare violenza: Davide Bergamo, 55 anni, gestore della struttura ricettiva, fu minacciato con una pistola dal malvivente, che poi lo colpì in testa, prima di darsi alla fuga con 19 mila euro e circa duemila dollari. L’episodio si verificò attorno all’una di notte e Bergamo si trovava da solo alla reception dell’hotel. Il rapinatore entrò a volto scoperto, con modi decisi e, dopo averlo colpito con il calcio della pistola, chiese al titolare dell’albergo di aprire la cassaforte, per poi farlo distendere sul pavimento per poter arraffare con tranquillità il denaro e darsi alla fuga. Bergamo fu poi costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso dove gli furono applicati sei punti di sutura. Gianluca Amadori

Ad incastrare Joka alle proprie responsabilità, sono stati alcuni “selfie” che lo stesso rapinatore di era scattato, nei quali sventolava il bottino e un verbale di sequestro con il suo nome stampato sopra: peccato che lo abbia fatto utilizzando un cellulare rubato, e tutte le immagini

JESOLO Il Park Hotel Cellini

in via Levantina

SEI PUNTI DI SUTURA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

JESOLO Voleva gettarsi nel vuoto, dall’ottavo piano di un condominio in costruzione, è stata salvata da un carabiniere donna. E’ successo ieri mattina. Sono le dieci del mattino quando al 112 arriva la chiamata di una persona che aveva visto una ragazzina seduta, con i piedi penzoloni nel vuoto, all’ottavo piano di una struttura in costruzione, in via Levantina. Pensando a probabili intenti suicidi, una pattuglia della locale stazione, si è subito mobilitata ed ha raggiunto il luogo segnalato. Qui anche un’amica della ragazza, che nel frattempo era riuscita a mettersi in contatto telefonico. I militari dell’Arma hanno raggiunto l’ottavo piano; tra loro anche un carabiniere donna, che è riuscita a fare desistere la ra-

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gazzina (ancora diciassettenne) dal possibile gesto estremo. Allontanata dal parapetto, è stata accompagnata fino in strada. E’ stata portato in comando, a Jesolo Paese; quindi è stata visitata dal personale del Suem 118 e riaffidata agli educatori della comunità terapeutica “Casa di Andrea”, dalla quale si era allontanata. Si tratta di un centro

che accoglie ragazzi fino ai 18 anni (con possibilità di prolungare fino ai 21), con gravi disturbi di comportamento, di personalità di diverse tipologie, dell’umore e break down psicotici per cui sia possibile un lavoro che permetta di attivare la ripresa dello sviluppo e quindi un funzionamento più adeguato all’età. (f.cib.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Camposampiero

Sabato 27 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Decolla il nuovo ospedale di Comunità Quindici posti letto che fanno da “cuscinetto” tra la fase `Vittorio Casarin, presidente del Centro Servizi Bonora: acuta della malattia e il ritorno a casa del tutto guariti «Così assicuriamo cure e prestazioni altamente qualificate» `

CAMPOSAMPIERO Arricchisce la rete dei servizi socio-sanitari, ma soprattutto costituisce un concreto esempio di sinergie e di ottimizzazione di risorse tra ospedale e territorio, così come previsto dalla Regione Veneto nel piano di attivazione delle strutture sanitarie intermedie. E’ il nuovo “Ospedale di comunità”, inaugurato ieri presso la sede del Centro servizi “Anna Moretti Bonora” di Camposampiero che, oltre all’Unità riabilitativa territoriale (Urt) e all’Hospice, propone ora 15 posti letto destinati a coloro che necessitano di assistenza post-ospedaliera ma non sono ancora “pronti” per far rientro nelle proprie case. Adesso possono accedere a questa sorta di struttura “cuscinetto” dall’elevata umanizzazione delle cure, utile alla stabilizzazione degli assistiti più fragili.

L’OBIETTIVO

Il target è infatti rappresentato da quei pazienti in corso di dimissione i quali, dopo aver superato la fase acuta di malattia, hanno bisogno di un percorso di convalescenza e recupero non realizzabile a domicilio, di una fase di stretta sorveglianza clinica pur avendo esaurito il percorso ad elevato contenuto tecnologico e professionale, specifico del soggiorno ospedaliero. Un ambiente protetto appositamente organizzato, sia dal punto di vista tecnologico, sia con l’impiego di personale sanitario e socio-sanitario qualificato e professionalmente formato. «Con l’avvio dell’Ospedale di Comunità si concretizza un ulteriore passo nella direzione prospettata dal piano socio-sanitario della Regione. Il riconoscimento della competenza che in questo ambito possono assumere le Ipab, cioè realtà che si integrano e collaborano con i servizi ospedalieri facendo rete nel territorio, consentirà di offrire alla cittadinanza - ha spiegato il pre-

sidente del Centro servizi Bonora, Vittorio Casarin - la possibilità di usufruire di cure sanitarie e prestazioni assistenziali altamente qualificate all’interno di ambienti protetti, in cui il concetto di salute e benessere, ovvero della qualità di vita della persona, sono priorità massima».

GIOCO DI SQUADRA E’ questo il «risultato di un gioco di squadra e di sinergie come l’ha salutato il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta - un importante tassello della presa in carico dall’ospedale verso il territorio». Per l’assessore regionale alla Sa-

SERVIZI GRATUITI NEI PRIMI TRENTA GIORNI, POI L’ASSISTITO COMPARTECIPERÀ CON 25 EURO

nità Manuela Lanzarin «qui si concretizza alla perfezione il modello di integrazione sociosanitaria che abbiamo voluto rinforzare con il nuovo Piano Sociosanitario Regionale 2019-2023. Un’integrazione come la immaginiamo noi con la riforma delle Ipab, in cui i centri servizi diventeranno veri punti di riferimento a livello distrettuale. Nell’ultimo periodo abbiamo portato varie novità significative, come l’aumento delle impegnative di cura per la non autosufficienza, il Fondo per la non autosufficienza 2019 che partirà tra una ventina di giorni con l’attribuzione di più quote, il fondo di rotazione per le strutture dedicate agli anziani non autosufficienti dotato di 10 milioni per il 2019 e 10 milioni per il 2020». Presenti, al taglio del nastro, anche l’assessore regionale padovano Roberto Marcato (“si completa così la filiera dei servizi socio-sanitari del Campomsapierese con una struttura che è garanzia di protezione e sicurez-

za per gli assistiti più delicati”), il primo cittadino Katia Maccarrone («Grande la soddisfazione per questo obiettivo che non è stato facile raggiungere»), il presidente della Conferenza dei 102 sindaci del Padovano, Alessandro Bolis, il senatore Antonio De Poli e il consigliere Maurizio Conte che hanno lodato la bontà del modello. L’accesso all’Ospedale di comunità avviene nell’80% dei casi dall’Ospedale vero e proprio, nel 20% dal domicilio dell’assistito con il medico di famiglia. La durata massima di permanenza presso l’Ospedale di Comunità potrà essere indicativamente di 60 giorni. Per il primi 30 giorni di permanenza il servizio è completamente gratuito, qualora il ricovero dovesse protrarsi oltre, è prevista una compartecipazione alla spesa di 25 euro al giorno, a fronte di un’assistenza completa su tutti i fronti: medica, sanitaria, alberghiera.

TREBASELEGHE TRUFFA SUL WEB 49ENNE NEI GUAI (c. arc.) Ennesima truffa online scoperta dai carabinieri. Nei guai è finito un quarantanovenne, A.C. residente a Cagliari già noto alle forze dell’ordine. Nei mesi scorsi su un noto sito di annunci aveva messo in vendita un computer. All’annuncio ha risposto una donna quarantenne di Trebaseleghe che dopo aver raggiunto l’accordo con il sedicente venditore gli ha inviato un bonifico di 230 euro. Peccato che in cambio non le sia mai pervenuto il pc. I carabinieri hanno identificato l’autore del raggiro e l’hanno denunciato per truffa. L’appello dell’Arma, che ha effettuato le indagini e individuato il responsabile, è quello di prestare la massima attenzione prima di spedire soldi via Web o altre forme non verificate a sconosciuti.

SAN MARTNO DI LUPARI ANCHE I CROSSABILI ALL’ESTATE IN MODA «I limiti non esistono e la disabilità non è un limite. Si può superare tutto nella vita, piacere e piacersi». Parole di Mattia Cattapan, 29 anni, appassionato di moto, in sedia a rotelle dopo un incidente in gara a 23, che ha fondato e presiede a San Martino di Lupari, l’associazione Crossabili, impegnata attraverso il motociclismo in varie iniziative benefiche e per i più sfortunati. Una di queste è andare nei reparti di pediatria con moto elettriche portando in sella i giovanissimi degenti. Così lunedì alle 21,30 a Campretto di San Martino di Lupari, nella tredicesima edizione della sfilata Estate in moda organizzata da imprenditori locali e inserita negli eventi della festa della frazione che terminerà domenica 4 agosto, sfileranno anche i membri di Crossabili (www.crossabili.com ) con le loro carrozzine elettriche e non. Non era mai successo prima. Un segnale importante e concreto di inclusione.

LA CERIMONIA Il taglio del nastro inaugurale dell’Ospedale di Comunità aperto nella sede del Centro Servizi Bonora di Camposampiero

Dalla Regione un’iniezione di personale: Pediatria è salva CAMPOSAMPIERO Il punto nascita dell’Ospedale “Pietro Cosma” di Camposampiero è salvo. Scongiurato il rischio di chiusura estiva per mancanza di medici: la struttura rimarrà in attività grazie a un particolare modello organizzativo definito dall’Ulss 6 Euganea e autorizzato con una delibera della Giunta regionale, proposta dall’assessore alla sanità Manuela Lanzarin. In cosa consiste il modello, temporaneo, utile a traghettare l’attività fino al 30 ottobre, data entro la quale enterà in servizio il nuovo primario e arriveranno pediatri di rinforzo? Grazie a personale convogliato a Camposampiero dall’Azienda ospeda-

liera di Padova (che finora aveva fornito pediatri a Piove di Sacco) viene garantita per tutta l’estate l’assistenza a gravidanze e parti a basso rischio, come parti fisiologici con età gestionale dalle 37 settimane compiute in su. Presenti h24 lo specialista medico ostetrico-ginecologo e le ostetriche, così come una doppia guardia di anestesia e rianimazione. Ad ulteriore incremento di sicurezza, la presenza diurna del pediatra h12. E’ inoltre previsto, presso il nido, un turno aggiuntivo h24 coperto da personale infermieristico esperto di terapia intensiva neonatale. Sono infine potenziati i collegamenti di trasporto con l’attivazione integrativa di un’ambulanza dedicata, ferme restando le competenze previ-

ste dai protocolli del servizio di trasporto assistito materno e del servizio di trasporto in emergenza neonatale. «È una soluzione di emergenza – ha tenuto a precisare Lanzarin – che abbiamo autorizzato in deroga ai parametri regionali fino al 30 ottobre prossimo, quando arriveranno novità interessanti sul fronte dell’acquisizione di personale, riuscendo comunque a

SCONGIURATO IL RISCHIO DI CHIUSURA ESTIVA PER MANCANZA DI MEDICI GRAZIE A UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO

COSMA Pericolo passato: Pediatria non sarà chiusa

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garantire la totale sicurezza dell’assistenza. C’è chi sembrava certo della chiusura ma noi non siamo per le soluzioni estreme, e anche stavolta, grazie all’ottimo lavoro della direzione strategica dell’Ulss 6, la soluzione è stata trovata». Peraltro, la carenza di camici bianchi è un’emergenza nazionale. In Italia mancano 56mila medici, in Veneto 1.300. «Nello specifico per pediatria in Veneto, a fronte di 442 medici totali in organico ne mancano 81. Nell’Ulss Euganea ce ne sono in servizio 38, se ne cercano 19. C’è un concorso in itinere dell’Azienda Zero, con scadenza per la presentazione delle domande il primo agosto per 30 posti e ad oggi sono solo 5 le domande prevenute. Un quadro

complesso - ha argomentato l’assessore - che richiede risposte immediate in emergenza e altre a medio e lungo termine. Se da un lato siamo al lavoro sul piano nazionale per ottenere di poter utilizzare anche i giovani laureati non ancora specializzati con affiancamenti e tutoraggi dei colleghi più esperti e stiamo ponendo la questione tra i temi caldi del nuovo Patto per la Salute, dall’altro stiamo facendo e faremo di tutto per assicurare la continuità dell’assistenza, che non faremo mai mancare». Per il dg dell’Ulss Euganea, Domenico Scibetta quella adottata è la “soluzione ottimale”, dopo che l’Ente ha percorso tutte le possibili strade, dalla collaborazione di altre Ulss venete a contratti libero-professionali.


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Nordest

COLLINE DEL PROSECCO, 3 MESI PER LE REGOLE Entro il 24 ottobre sarà redatto il disciplinare tecnico che fornirà ai Comuni le linee per uniformare i piani urbanistici ai valori Unesco.

Sabato 27 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Grandi opere, riecco la “Via del mare” Pubblicata la delibera che spiega il via libera del Cipe al vincolo: `L’assessore De Berti: «Traffico in aumento, valuteremo le offerte» la Regione riavvia il project financing per collegare A4 e litorale Da aprire le buste, sigillate dal 2014, di Adria Infrastrutture e Sis `

LA VIABILITÀ VENEZIA Nel fine settimana da “bollino nero” per la viabilità del Nordest, rispunta il progetto della “Via del mare”. Ieri è stata pubblicata sul Bur la delibera che spiega la decisione del Cipe, formalizzata mercoledì, di reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio. In sostanza la Regione ha confermato il pubblico interesse a proseguire nella procedura per la realizzazione del collegamento veloce tra l’A4 e il litorale, immaginato per la prima volta una quindicina di anni fa, riesumando il project financing che era finito sotto la lente dopo lo scandalo Mose e per il quale «risultano attualmente ancora sigillati e conservati in luogo sicuro presso gli uffici regionali competenti» due plichi contenenti altrettante offerte, presentate all’epoca dagli aspiranti costruttori: da un lato Adria Infrastrutture-Mantovani, dall’altro Sis.

era stato sospeso e sottoposto a revisione, da parte del comitato scientifico nominato dal governatore Luca Zaia e incaricato di verificare la sostenibilità delle operazioni giacenti. «Bisogna vedere se quelle aziende sono ancora interessate – dice Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture – anche se di sicuro i flussi di traffico sono non solo confermati, ma addirittura cresciuti, come documentano le cronache estive sulle code verso le spiagge. Questo è il motivo per cui abbiamo ritenuto di chiedere al Cipe di rin-

La via del mare LUNGHEZZA COMPLESSIVA S. Stino di Livenza

19 km 1,5 km

affiancamento alla viabilità esistente

6,5 km

viabilità in nuova sede

11 km

adeguamento della viabilità esistente

Ceggia Noventa di Piave S. Donà di Piave

e

Meolo-Roncade (casello A4) rto d'Altino

Musile di Piave Eraclea

alcune integrazioni, mentre la Via regionale si è conclusa con una serie di osservazioni e prescrizioni. «Se va bene – rimarca Sinigaglia – la Conferenza dei servizi si riunirà nuovamente nel 2020 ed è chiaro che almeno due dei quattro interventi non saranno completati per i Mondiali. L’auspicio è che almeno per il 2026 non ci siano intoppi e che Cortina, insieme a tutte le Dolomiti, possano avere la viabilità che meritano, adeguata per ospitare un evento eccezionale come le Olimpiadi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Jesolo Jesolo (rotatoria Frova)

LA PROCEDURA ERA STATA SOSPESA DOPO LO SCANDALO MOSE MA HA PASSATO LA REVISIONE GRAZIE ALLA CRESCITA DEI FLUSSI

Costo IN GIUNTA La leghista Elisa De Berti è assessore regionale alle Infrastrutture dal 2015

200 milioni

Accessi a pagamento

5

Fonte: Regione Veneto

Sarà ultimato per le Olimpiadi

«Piano Anas per Cortina, ma non per i Mondiali» VENEZIA È ufficiale anche a Palazzo: il Piano di Anas per Cortina sarà pronto per le Olimpiadi Invernali 2026, più che per i Mondiali di sci 2021. La conferma è arrivata dalla commissione Bilancio di Ferro Fini, chiamata al monitoraggio degli obiettivi strategici per il 2018. «Sono interventi indispensabili, su cui però siamo in forte ritardo anche per responsabilità precise della Regione, che a suo tempo non aveva previsto la procedura di Valutazione di impatto ambientale», accusa

Claudio Sinigaglia (Partito Democratico), ricordando il programma di investimenti, soprattutto per quanto riguarda le Statali 51 e 52. «Anas – afferma il dem – aveva predisposto una serie di progettazioni, alcune delle quali già a livello definitivo e nel 2018 venne convocata la Conferenza di servizi per quattro varianti (San Vito di Cadore, Tai di Cadore, Valle di Cadore e un lavoro importante nel centro abitato di Cortina). Gli interventi prevedevano due gallerie, una

Lungo la Venezia-Trieste

di 600 metri per la variante di Valle e un’altra di 900 per quella di Tai. Il ministero dell’Ambiente ha quindi chiesto al commissario e all’Anas di mettere in piedi l’istruttoria per la Valutazione di impatto ambientale e così le Conferenze dei servizi sono state annullate, perché la Via deve essere fatta prima di approvare il progetto. È stato perso praticamente un anno per voler agire in fretta e con superficialità». I ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali hanno chiesto

IL TRACCIATO Il piano consiste nella costruzione di una superstrada a pedaggio dal casello di Meolo-Roncade sulla A4 e la rotatoria Frova alle porte di Jesolo. È previsto uno sviluppo complessivo di circa 19 chilometri, di cui 11 di adeguamento della viabilità esistente, 6,5 di tracciato nuovo e 1,5 di affiancamento alla strada esistente, toccando anche Musile e San Donà di Piave (quest’ultimo Comune è però contrario). Cinque gli accessi a pagamento preventivati: Meolo, rotatoria sulla Statale 14, rotatoria sulla Provinciale 47 a Caposile, Santa Maria di Piave (solo in direzione Jesolo) e Ca’ Nani (in sola entrata per chi proviene dalla Regionale 43 verso Jesolo). «Il nostro obiettivo – sottolinea l’assessore De Berti – è di non far passare troppo tempo. Al dipartimento che conduce l’istruttoria per il Cipe ho chiesto di lavorare subito con il ministero, così da portare la nuova convenzione alla seduta di fine settembre o inizio ottobre, per poi provvedere con l’apertura delle due buste e verificare le disponibilità. Nel frattempo continuerà il confronto con i sindaci di Jesolo e Cavallino Treporti, per studiare una soluzione anti-incolonnamenti dalla rotatoria in cui si innesterà la Via del Mare in direzione delle spiagge». Angela Pederiva

L’INCARTAMENTO Soggetto promotore dell’opera da 200 milioni di euro è La Strada del Mare Srl, costituita tra le società Adria Infrastrutture Spa, Strade del Mare Spa e Consorzio Via del Mare. La normativa prevede però che il concessionario venga individuato con una gara europea per l’affidamento, con la formula della finanza di progetto, della progettazione, realizzazione e gestione dell’opera. Per questo ancora nel 2014 si erano fatti avanti, oltre allo stesso raggruppamento che ruotava attorno a Mantovani, anche i Dogliani di Sis, concessionari della Pedemontana. Dopo l’inchiesta Mose, tuttavia, nel 2015 l’incartamento

novare la procedura finalizzata agli espropri, dopo che un anno fa ci eravamo già resi disponibili al confronto con il ministero dei Trasporti e con Anas per risolvere le interferenze con la viabilità autostradale e statale, nonché a togliere la proroga come strumento di riequilibrio finanziario in modo da superare la ricusazione della Corte dei Conti alla convenzione». Come si legge nella deliberazione della Giunta, «persiste, infatti, la necessità di garantire un adeguato accesso al litorale veneto, considerato il notevole numero di presenze turistiche nelle località balneari e nei relativi campeggi presenti tra Cavallino, Jesolo ed Eraclea, aumentato anche negli ultimi anni».

Dal Tar del Lazio

Il Pd rilancia il casello di Alvisopoli-Bibione: «Strategico» Pedemontana, respinto il ricorso contro la galleria VENEZIA «Ora che il Cipe ha approvato l’accordo con la convenzione della Newco, non si perda ulteriore tempo per programmare, progettare e realizzare il nuovo casello di Alvisopoli-Bibione lungo l’A4». Lo dichiara Sara Moretto (in foto), deputata del Partito Denocratico, dopo l’ok alla costituzione della nuova società concessionaria pubblica di Veneto e Friuli Venezia Giulia, a cui spetterà anche la gestione della Venezia-Trieste. «L’approvazione del Cipe – aggiunge la dem – conferma la bontà dell’iter avviato dal Governo targato Pd per garantire continuità di gestione e certezza degli

investimenti per l’ampliamento di questa importante arteria autostradale. Ora che il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via libera all’accordo di collaborazione tra il Mit e le Regioni Veneto e Friuli Venezia

Giulia, con all’interno il testo della nuova convenzione per la Newco, è necessario velocizzare i tempi per concludere l’iter burocratico e per portare avanti il completamento dell’intervento di realizzazione della terza corsia, senza escludere il casello di Alvisopoli-Bibione, opera che ritengo strategica soprattutto in chiave turistica». L’idea è di liberare l’attuale casello di Latisana dalle chilometriche code che, ogni estate, si formano verso Bibione e Lignano. Secondo i promotori del progetto, il traffico si dimezzerebbe, con oltre 370mila veicoli dirottati verso le località balneari. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Dopo il dissequestro penale della galleria di Malo, lungo la Pedemontana arriva anche l’ok amministrativo per la variante di Vallugana. Ieri il Tar del Lazio ha respinto, poiché «destituito di fondamento», il ricorso del Covepa e di 43 residenti vicentini contro il ministero dell’Ambiente, la Regione e il consorzio Sis. Il progetto consisteva in un tunnel lungo 605,20 metri, in origine destinato a via di fuga e di accesso per i mezzi di soccorso, da utilizzare per l’allontanamento del materiale di scavo. La modifica era stata pensata per rispettare il cronoprogramma dell’opera, recuperando il tempo perduto a

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causa del tragico incidente sul lavoro che si era verificato nell’area di cantiere. Contrari il comitato e alcuni abitanti, secondo i quali la variante avrebbe condotto «all’incremento dei sistemi di ventilazione, del consumo di acqua, del traffico veicolare, con conseguente maggior inquinamento atmosferico e pregiudizio alla salute e all’ambiente», in assenza di uno studio sul suo impatto e senza il coinvolgimento del Cipe. I giudici romani, però, hanno rigettato le doglianze con una serie di valutazioni: «l’incremento dei sistemi di ventilazione e del consumo di acqua appare irrilevante in relazione al paventato danno

ambientale»; «il maggior traffico veicolare si riverserebbe in alternativa sull’ordinario sistema viario, creando di certo in quel caso un maggior inquinamento»; «con il transito in galleria le emissioni risultano inferiori ai limiti di legge»; «in ogni caso la variante è funzionale a ridurre i tempi di realizzazione dell’opera principale e i connessi disagi»; «non è riscontrabile una variante sostanziale al progetto originario, ma solo formale». Reputando corretti gli atti impugnati, il Tar ha condannato i ricorrenti a rifondere a ministero e Regione le spese di giudizio per 4.500 euro. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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«ABOLIRE IL CANONE SIGNIFICA L’ADDIO FORZATO A RAI CULTURA, RAI STORIA E AI CANALI DI RAI SPORT, RITORNO DEGLI SPOT SU RAI YOYO E SFORBICIATA AL NUMERO DI CANALI E DI SEDI REGIONALI ED ESTERE»

Lettere&Opinioni

Rita Borioni (consigliere Rai)

La frase del giorno

Sabato 27 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Paragoni

La paura del diverso e l’accoglienza illimitata: le scomode verità su cui sarebbe bene riflettere Roberto Papetti

C direttore@gazzettino.it Via Torino, 110 - 30172 Mestre (VE) tel. 041665111

aro Direttore, sono rimasto sconvolto, credo come moltissime altre persone, dalla notizia arrivata da Trento del bambino autistico rifiutato dalla famiglia. Sconvolto perché innanzitutto ho pensato a cosa può provare una persona nel sentirsi rifiutata dalla propria famiglia e sconvolto perché ho immaginato il dramma di quei genitori. Giustamente è stato detto che un caso del genere rappresenta una sconfitta per tutti, una sconfitta per una società che non ha saputo prendersi cura di chi aveva bisogno di aiuto e sostegno per gestire una situazione difficile che poteva essere affrontata solo con l’aiuto di un sistema di assistenza sociale puntuale ed efficace. Credo però che da questo drammatico caso potremmo trarre una considerazione più generale riflettendo su come oggi si tenda a rifiutare il “diverso” o presunto tale. E penso ovviamente ai profughi. Certi

Striscioni

Dopo Regeni, esponiamo Bibbano Molti uffici pubblici e scuole, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, hanno esposto lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Bene. Quanti avranno il coraggio di esporre lo striscione” Voglio la verità per Bibbiano”? Mario Garlatti

leader politici, nostrani o stranieri, ci stanno abituando a pensare al diverso come a un pericolo anziché come ad un arricchimento, un modo di crescere e migliorare attraverso il confronto. Dobbiamo costruire ponti e non muri o reticolati di filo spinato, dobbiamo gestire il problema non demonizzarlo, tenendo conto che non più tardi qualche ora fa sono morte annegate oltre cento persone, non migranti, persone che semplicemente cercavano, forse illudendosi, una speranza di vita migliore. Maurizio Conti Portogruaro (Venezia) Caro lettore, condivido la sua sconvolta reazione. Mi lascia invece perplesso il parallelo che fa con i richiedenti asilo e le conclusioni a cui giunge. Se infatti molto persone (e non penso ai leader politici ma a tanti cittadini) guardano con ostilità i fenomeni

scrivere questa lettera sta proprio nel bisogno di una maggiore trasparenza, di una maggiore partecipazione e in definitiva di un maggiore rispetto da parte di una amministrazione pro-tempore alla quale i cittadini hanno dato, sì, una delega, ma non una delega in bianco. Maria Rosa Larese Filon e un gruppo di Auronzani Auronzo di Cadore (Bl)

Governo e decisioni Auronzo di Cadore

Quel parcheggio deturpa l’ambiente

Contatti Le lettere inviate al Gazzettino per e-mail, devono sempre essere firmate con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. Le lettere inviate in forma anonima verranno cestinate. Le foto, anche se non pubblicate, non verranno restituite. Si prega di contenere il testo in circa 1.500 battute, corrispondenti a 25 righe da 60 battute ciascuna.

I lavori per la realizzazione della nuova spiaggia del Bucintoro ad Auronzo di Cadore sono in stato avanzato e il disegno progettuale è ormai chiaramente delineato. Pensato per 70 posti auto, il parcheggio incide pesantemente come avevamo previsto e segnalato sia sul luogo che sul paesaggio: una scelta che riteniamo contraria a ogni logica, visto che in tutta Europa si cerca di lasciare le macchine lontane dai centri e dalle aree di maggior valore paesaggistico. Come è stato affrontato il problema dell’affioramento o del mancato drenaggio e convogliamento dell’acqua che ristagna sulla sabbia del parco giochi, creando disagio e sporcizia, e risultando pericolosa per i bambini? Sono state fatte analisi del terreno e carotaggi? Dalla relazione che accompagna il progetto pare ci si sia basati unicamente sullo studio delle carte geologiche. E non sono certo le uniche criticità che potremmo sottolineare. La banalità del progetto ci porta ad affermare che si è persa un’occasione per valorizzare uno dei luoghi più qualificanti di Auronzo. Il motivo che ci ha spinto a

La Costituzione e i fatti reali Facendo una riflessione sul primo articolo della Costituzione vien da pensare, visto ciò che si assiste da un po’ di tempo a questa parte, che il suddetto articolo viene esautorato nei suoi contenuti. Il primo comma recita che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, cosa che grida vendetta con il tanto decantato reddito di cittadinanza e col ricorso all’assistenzialismo. Il secondo comma dice che la sovranità appartiene al popolo. Ci sono in merito delle discrasie dove ci troviamo con un governo presieduto da un capo non solo non eletto a tale incarico, ma neanche eletto come parlamentare. Ciò con tutto rispetto e onorabilità per la persona, oltre che per la sua cultura e preparazione professionale. L’autonomia ci rendiamo conto che il “Popolo Sovrano” del Veneto e della Lombardia hanno sancito con il refendum perchè sia attuata senza se e senza ma. Credo sia doveroso supportare appieno il Presidente Zaia, perchè possa battere i pugni nelle sedi opportune forte del sosteno del suo popolo Veneto. Celeste Balcon Belluno

DIRETTORE RESPONSABILE:

PRESIDENTE:

Roberto Papetti

Azzurra Caltagirone

DAL 1887

VICEDIRETTORE:

Pietro Rocchi Registrazione Tribunale Venezia, n. 18 dell’1/07/1948

UFFICIO CENTRALE:

Vittorino Franchin (responsabile)

CONSIGLIERI:

Alessandro Caltagirone, Fabio Corsico, Mario Delfini, Gianni Mion Alvise Zanardi

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migratori, non è per paura del diverso. Ma perché sono spaventate dalle dimensioni dei flussi migratori e dai loro possibili effetti. La pura del diverso è tuttalpiù una conseguenza della mancata o sbagliata gestione di questi fenomeni. Mi permetto di segnalare un libro uscito recentemente, “L’ospite e il nemico”. Lo ha scritto da Raffale Simone, che non è intellettuale sovranista, ma un saggista di sinistra i cui scritti sono stati spesso pubblicati su riviste come il Mulino o Micromega. Con la forza dei numeri e di una ampia documentazione, Simone spiega che per gestire il fenomeno migratorio bisogna innanzitutto liberarsi da quelle che definisce le “retoriche dell’accoglienza” e fare i conti con la realtà. Perché un’accoglienza illimitata non è né pensabile né possibile. Non lo è sul piano concettuale, perché equivale

a teorizzare la cancellazione dei confini nazionali, cioè di qualcosa che, come scrive Simone, rappresenta una «necessità etologica degli esseri umani». Ma soprattutto non può esistere né essere rivendicato un diritto ad andare a vivere dove si vuole e nel numero che si vuole, indipendentemente dalle volontà di chi in quegli stessi luoghi vive da tempo e ne ha modellato caratteristiche, culture e costumi. Non si tratta di demonizzare niente e nessuno. Si tratta di capire che una cosa è l’umana solidarietà nei confronti dei singoli, altro è la gestione di fenomeni collettivi che possono avere un impatto forte e violento sulle nostre comunità. Simone nel suo libro parla di «sconsiderata rilassatezza» delle politiche migratorie adottate in Europa. È un’affermazione forte. Ma su cui faremmo bene a riflettere.

Possibili accordi

Tav e Russiagate

Salvando capra e cavoli

I giochetti e la realtà

Non mi esimo dall’affermare che Salvini abbia ragione quando vuol trasformare l’Italia in un grande cantiere capace di produrre ricchezza e posti di lavoro, ma non posso nemmeno dare torto a Di Maio quando dice che la Tav, progettata ai tempi della caduta del muro di Berlino, possa sortire gli effetti citati da Salvini. Ciò che mi ha letteralmente nauseato è stato l’atteggiamento delle opposizioni le quali si sono comportate in maniera incivile e pretestuosa all’ennesima potenza. Anche Salvini ha sbagliato non presentandosi in aula per deporre sul caso Russiagate e sulla Tav, ma, secondo me, nella consapevolezza che Conte avrebbe messo a posto le cose ancor meglio di lui, evitando incivili caciare a cui da parte dello sbrindellato e malconcio partito democratico che, anche in base ai sondaggi, politicamente ormai non ha più nulla da dire, egli (Salvini) ha usato una strategia vincente. S e mi è permessa una considerazione, io penso che, tutto ciò che è successo oggi abbia un fondamento studiato a tavolino, alias un’operazione switch, si direbbe in campo finanziario. Salvini, sicuro di portare a casa il risultato, ha permesso a Di Maio di esternare contro l’operazione ai fini di salvare la faccia, mentre il premier Conte, da persona per bene, pacata e non reattiva agli insulti, quindi più diplomatica e capace dei suoi vice, ha interposto i suoi buoni uffici (fors’anche con lo zampino del Presidente della Repubblica) per salvare capra e cavoli. Come in effetti è successo! Arnaldo De Porti

C’è da chiedersi, soprattutto di fronte ai fatti di oggigiorno, se esiste una relazione tra la politica e la verità o, se si vuole, la realtà. Oppure se nella attività politica sono più produttivi i “giochetti”, le cortine fumogene che nascondono e svelano ad arte, e per interesse, i fatti veri ed incontestabili. Si potrebbe incominciare dalla TAV che di fronte ad un sondaggio (sono essi i sondaggi a guidare segretamente la politica) avrebbe il consenso di almeno l’80 per cento del popolo invocato quale fondamento del potere. Popolo (parere personale) che non sempre ha ragione. La stessa Russiagate della Lega sfugge al buon senso. È chiara l’imprudenza commessa da un rappresentante della Lega, ben noto a Salvini. Logica vuole che si dovrebbe spiegare il tutto con parole decisive, a favore del popolo. Se non si fa, sorgono spontanei i dubbi. La gente in genere ha capito senza leggere i giornali o ascoltare i politici di turno, ha le idee abbastanza chiare. Si potrebbe continuare e mettere nel conto della verità politica anche l’espressione dell’altro giorno dei Cinque Stelle veneti che dissero: “Non si può premiare chi spreca”, chiara allusione ad un eventuale fondo di perequazione a favore degli spendaccioni. Parole che potrebbero essere punto di partenza per delle riflessioni serie sull’autonomia, non ultimo a riguardo del sospetto che alcune Regioni si distinguono a volte più come centri di spesa che di servizi, e siano sorgente di nuove caste di privilegiati. Luigi Floriani Conegliano (Tv)

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La tiratura del 26/07/2019 è stata di 60.960


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Attualità

I DANNI BELLUNO Frane senza fine nelle ultime ore nel Bellunese. Dopo gli smottamenti di giovedì, che hanno causato la chiusura della sp 49 tra Misurina a Carbonin (comune di Auronzo), ieri chilometri di colate detritiche hanno bloccato la sp 24 della Valparola tra i comuni di Cortina e Livinallongo, e la sr 48 al Passo Pordoi, ad Arabba (comune di Livinallongo). Ancora una volta, dopo i massi caduti vicino alle auto, o alle frane scese all’improvviso di fronte alle vetture, si parla di tragedia sfiorata. Ieri infatti un gruppo di motociclisti tedeschi, 6 centauri, alle 16, sono rimasti nel fango calato al loro passaggio sul Pordoi. Le moto sono finite nella melma, ma loro ne sono usciti, miracolosamente, illesi. Così come il ciclista che passava proprio lì, in quel momento. Sani e salvi anche le due persone che erano in auto con il loro cagnolino, rimasti intrappolati tra due frane.

Sabato 27 Luglio 2019 www.gazzettino.it

Nubifragio, passi chiusi per frane: è stato di crisi Arriva la perturbazione, detriti dal Pordoi `Problemi anche sul Fedaia e sul Valparola colpiscono sei motociclisti e un ciclista Il governatore Zaia ha firmato già il decreto `

LA PAURA Sono 5 i fronti di frana scesi ieri al quindicesimo tornante del Pordoi, per un totale di 2 chilometri di materiale in carreggiata. Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, attraverso l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, ha allertato il Sistema Regionale di Protezione Civile per fare fronte alle situazioni di rischio che si sono determinate nel Bellunese e che si potrebbero determinare nelle prossime ore sul territorio regionale. Zaia ha inoltre già predisposto il decreto sullo stato di crisi che verrà tenuto «aperto» per contemperare eventuali nuove situazioni che si dovessero verificare.

STRADE CHIUSE In contemporanea ieri alle 16 c’è stata anche l’emergenza in Valparola, tra i comuni di Cortina e Livinallongo (a una trentina di chilometri al Pordoi). Qui sono scesi circa 2mila metri cubi di materiale e il pronto intervento di Veneto Strade, che era in pre-allerta in tutte le zone a rischio con mezzi e uomini, ha permesso di liberare la strada in tempi record. Alle 18 era di nuovo transitabile. Così era andata anche la sera prima sulla sp 49 tra Misurina e Carbonin. La strada è stata riaperta ieri nel primo pomeriggio, dopo il disgaggio dei rocciatori che hanno eliminato i massi pericolanti. Saranno più lunghi i tempi di riapertura della sr 48 a Pordoi, invece (forse per oggi pomeriggio). I vigili del fuoco di Belluno ieri in serata stavano intervenendo anche in città a Belluno, per piante in strada e delle persone rimaste bloccate in ascensore a Cavarzano a causa di un black out. Intervento anche in via Semeda a Feltre per la copertura di un tetto. Un incendio causato da fulmini in una baracca con alcuni quintali di fieno a Boschi di Lentiai, ha chiuso la giornata da incubo.

NEL PORDENONESE Danni per il tempo anche nel Pordenonese. A Sacile un albero per il vento è caduto sopra un’auto con due donne a bordo, fortunatamente illese. A Casarsa della Delizia un fulmine si è abbattuto sulla casa natale di Pasolini, facendo saltare il contatore esterno. Ritardi anche nella linea ferroviaria Venezia-Udine a causa di alcuni rami caduti sui binari. Olivia Bonetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EMERGENZA Erano le 16 di ieri quando nel Bellunese si è scatenato il caos. Dopo un nubifragio si sono verificate, quasi in contemporanea, diverse emergenze e frane, che hanno interessato gran parte della provincia. Nei pressi del ponte de Vauz a Arabba sulla sr 48, al Pordoi (ancora chiusa al traffico dal km 76+ 600 al km 82 + 200) la situazione più critica, con il rischio corso da una comitiva di motociclisti rimasti impantanati nel fango, con un ciclista. «Sono scesi due coni detritici fermi da anni spiega il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones - dopo una vera e propria bomba d’acqua. Oltre alla sede stradale sono stati interessati marginalmente anche gli impianti di risalita». Detriti infatti hanno invaso la stazione di partenza della funivia che da “Pont de Vauz”, che porta in cima al passo Pordoi e fango nei magazzini della Pordoi spa. Sul posto sono intervenuti, oltre ai vigili del fuoco volontari di Arabba e permanenti di Agordo, anche i militari della stazione dei carabinieri di Arabba, la squadra soccorso alpino e personale “Veneto strade”. «I vigili volontari di Arabba - spiegavano ieri i pompieri in una nota - sono intervenuti anche per soccorrere una coppia a bordo di un’auto rimasti bloccati tra due movimenti franosi insieme al loro cane. Non sia hanno notizie di persone rimaste ferite». Altre due frane sono scese poi tra Alfauro e Arabba, a una quindicina di chilometri dalla colata del Pordoi. Hanno interessato marginalmente due case. «Non ci sono stati danni importanti - spiega il sindaco Grones- ma occorre intervenire d’urgenza per la messa in sicurezza».

A SACILE ALBERO CADE SU UN’AUTO CON DUE DONNE A BORDO, FULMINE SULLA CASA NATALE DI PASOLINI

IL MALTEMPO Nelle tre foto sopra il passo Pordoi chiuso per i detriti sulla carreggiata, una delle moto colpite e la frana sul passo Valparola. Sotto l’auto a Sacile

Le previsioni

Maltempo dal pomeriggio di oggi e per tutta la domenica, poi il sole I temporali che hanno colpito ieri la montagna del Nordest provocando le frani sui passi dolomitici, hanno anticipato una ondata di maltempo che tra oggi e domani interesserà la gran parte del territorio veneto e friulano. Secondo le previsioni della Protezione civile una perturbazione di origine atlantica porterà un deciso peggioramento delle condizioni meteo sulle regioni del Nord, con temporali diffusi e intensi che si estenderanno anche alle regioni centrali. Le temperature, inizialmente ancora elevate o molto elevate su gran parte del Paese, con la perturbazione subiranno una marcata diminuzione. Questa ondata di maltempo dal pomeriggio di oggi e per buona parte di domenica determinerà in Veneto una fase di tempo

instabile/perturbato con probabili precipitazioni diffuse e frequenti localmente anche abbondanti. In particolare sono previsti temporali intensi con forti rovesci, grandinate e forti raffiche di vento. In montagna è stimata un’alta probabilità di precipitazioni (75-100%) su tutte le zone, con quantitativi anche abbondanti specie sulle zone prealpine. Sulla base di questo quadro la Protezione Civile ha emesso per oggi una allerta arancione per il settore nord orientale del Veneto. Allerta gialla sul restante territorio del Veneto, del Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia oltreche di Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria e su gran parte di Piemonte e Toscana. Da lunedì tornerà il bel tempo ed anche l’afa di questi ultimi giorni è destinata a sparire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Belluno Sabato 27, Luglio 2019

L’UNION FELTRE REGGE 20 MINUTI POI DEVE INCHINARSI AL VICENZA: 4-0

San Bonaventura. Vescovo di Albano e dottore della Chiesa, che rifulse per dottrina, santità di vita e insigni opere al servizio della Chiesa.

20°C 29°C Il Sole Sorge 05.47 Tramonta 20.47 La Luna Sorge 01.28 Cala 16.19

La presentazione Tiziano, l’enigmatico autoritratto in una mostra

L’amichevole La partita giocata ad Asiago Mammani a pagina XVI

Consorzio Dolomiti Prealpi

Sei mesi di grandi eventi: il turismo vola nel Feltrino Giro d’Italia, ma non solo: i grandi eventi e la spinta del Consorzio Dolomiti Prealpi hanno fatto segnare un +12% di turisti nel Feltrino.

Dibona a pagina XVIII

Scarton a pagina VII

Paura e danni: è emergenza frane Sei motociclisti e un ciclista travolti, ma salvi, ieri sul Pordoi `Pompieri e operai costretti a intervenire tra Valparola e Fedaia da una colata di detriti e fango lunga 5 chilometri: passo chiuso Protezione civile regionale mobilitata, Zaia firma lo stato di crisi `

Un altro pomeriggio di emergenza. Dal Pordoi al Valparola, fino al Fedaia. Ovunque frane e i passi bloccati. E sul Pordoi sei motociclisti e un ciclista hanno rischiato di finire sotto la colata di detriti e sassi: se la sono cavata dopo una fuga a piedi per mettersi in salvo. Cinque i chilometri di strada completamente invasi dagli smottamenti, ma la mobilitazione di Veneto Strade e vigili del fuoco è stata immediata. Fino a ieri sera solo il Pordoi risultava ancora interdetto al traffico. Intanto il governatore Luca Zaia predisponeva il decreto sullo stato di crisi, attivando l’intera Protezione civile regionale. Bonetti alle pagine II e III

Borgo Valbelluna

Dopo 60 anni fa riaprire il caso-suicidio Aveva trovato la moglie a letto con l’amante ed era morto per un colpo di fucile che si trovava in quella camera. Il caso venne archiviato come suicidio, ma dietro ci sarebbe molto di più. Un omicidio, secondo alcuni. Oggi, a distanza di quasi 60 anni, a Villa di Villa c’è qualcuno che ha voluto parlare: un pensionato zumellese che, alla soglia degli ottant’anni, ha voluto “confessare” quel segreto che da anni si portava dentro. A pagina X

Veneto Strade

Vernizzi è certo: «Dopo Vaia così per altri 4 anni»

Livinallongo

Veneto Strade ha un piano di intervento per ogni emergenza. Il guaio è che si ripetono troppo spesso e Vernizzi spiega: «Dopo Vaia sarà così èper altri 3-4 anni».

Banda larga: da oggi il web sarà più veloce

A pagina III

In Alpago

Oggi gli sfollati di Schiucaz ritornano a casa Oggi finalmente il ritorno a casa per il 17 residenti della frazione di Schiucaz sfollati dal 12 maggio scorso a causa di una gigantesca frana rimossa a tempo record. D’Incà a pagina III

L’INTERVENTO I vigili del fuoco e le ruspe di Veneto Strade durante la pulizia della colata di detriti e fango che ha bloccato il Pordoi

Lago del Sorapis, basta cafoni: sarà vietato tuffarsi Presto sarà proibito fare il bagno nel lago del Sorapis. Il divieto sarà contenuto in una ordinanza del sindaco di Cortina, attesa per la prossima settimana, e preannunciata l’altro ieri alle Cinque Torri durante la presentazione del nuovo progetto di sorveglianza e controllo del territorio d’Ampezzo, elaborato dalle Regole e dalla Polizia di Stato. In questo modo si potrà frenare un comportamento che, negli ultimi anni, ha suscitato una crescente preoccupazione, soprattutto per lo stato di salute di quello specchio d’acqua, dall’inconfondibile colore azzurro, dato da un fenomeno naturale che va preservato. Dibona a pagina XIV

Alano di Piave

Schianto sul furgone con la stessa bici: due ragazzini di 13 e 15 anni gravissimi La discesa spensierata in bici in un pomeriggio di estate si è trasformata in dramma ieri, per due ragazzini, che stavano procedendo in sella insieme. I due amici, lui 13enne di Montebelluna, lei 15enne di Alano, sono rimasti gravemente feriti finendo contro un furgone e ora sono entrambi in prognosi riservata. IL PARADISO Il lago di Sorapis spesso meta di maleducati

A pagina IX

DISTRUTTA Una delle due mtb

Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it

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A Livinallongo la Tim attiva i servizi broadband, ovvero: da oggi la tecnologia fornirà un accesso a internet ad alta velocità e senza l’uso di cavi. Per la gioia di imprenditori, residenti e cittadini. E anche del sindaco Leandro Grones che ringrazia chi ha contribuito alla realizzazione di questo progetto che consente di superare il “digital divide” nel territorio, raggiunto grazie a un investimento di circa 30mila euro da parte di Tim. Gabrieli a pagina XIII


ATTUALITÀ

SABATO 27 LUGLIO 2019 IL MATTINO

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performance su youtube

L’ex boss Maniero diventa “guru” tivù contro la plastica «Depurate l’acqua» Videomessaggio legato al business dei filtri a carbone «Bastano poche decine di euro e la salute è al sicuro» L’ex boss della mala del Brenta mentre legge il suo messaggio sul canale You Tube

Rubina Bon VENEZIA. Lui, che per metà della sua vita ha seminato il terrore nel Nordest tra omicidi, rapine e traffico di droga, ora diventa paladino dell’ambiente, esperto di microplastiche nell’acqua, preoccupato della salute dei 55 milioni di italiani e in particolare dei più piccoli. Camicia aperta, il volto coperto dai pixel, in mano i fogli del suo intervento e di fianco un bicchiere di acqua che resta intonso, l’incancellabile accento veneto, Felice Maniero ha caricato ieri sul canale Youtube che porta il suo nome da boss della Mala del Brenta - dopo il pentimento

FELICE MANIERO IN UN BAR A MILANO: LA FOTO RISALE AGLI ANNI NOVANTA

montagna bellunese

Forti temporali e frane chiuso il Passo Pordoi E da oggi allerta meteo BELLUNO. Forti temporali hanno colpito nel pomeriggio di ieri l'alta provincia bellunese, creando problemi soprattutto per frane e colate di detriti. Il Passo Pordoi, sul lato veneto, è stato chiuso per la presenze di cinque colate di fango e sassi, innescate dal maltempo. Sul posto sono all'opera i tecnici di Veneto Strade, che contano di poter riaprire al transito il passo entro oggi. Alcuni motociclisti in transito sul Passo sono stati

bloccati dalle colate scese sulla strada, e sono stati soccorsi e portati in sicurezza dai vigili del fuoco. Veneto strada segnala frane anche sul piazzale degli impianti di risalita del Passo Pordoi. Forte maltempo e disagi anche sul Passo di Valparola e su quello di Fedaia. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha allertato la Protezione civile, per far fronte alle situazioni di rischio che potrebbero determinarsi nelle prossime ore su altre

diventerà Luca Mori e oggi ha cambiato ancora nome - un video di 19 minuti per lanciare la propria personale crociata contro l’inquinamento dell’acqua. Dati, analisi e qualche scivolone tra dizione e perdita del filo del discorso, Maniero si fa guru dell’ambiente. «Buongiorno, sono Felice Maniero. Da oggi il mio lavoro sarà giornalista d’inchiesta. Vi racconto cosa sta succedendo in Italia, convinto che indignerà tutti voi. Nessuno è andato a fondo dell’argomento, nonostante la pericolosità di questo inquinante. Ma chi ci governa ne è a conoscenza almeno da un anno e mezzo». Maniero fornisce numeri, cita articoli di stampa interna-

zionale e studi universitari. «Per noi italiani, essere imbrogliati o presi in giro da chi ci governa è diventata un’abitudine. Ormai siamo assuefatti da trent’anni di porcherie», osserva Maniero, «Perché ogni giorno sentiamo parlare di immigrati e casini tra i due partiti di governo e mai di acqua gravemente inquinata?». Quando passa in rassegna alcune etichette di acque minerali di tutto il mondo e i relativi contenuti di microplastiche, si lascia andare: «E non arrestano nessuno di questi? Solo a me arrestano per niente?». Non solo informare, l’ex Faccia d’Angelo vuole puntare dritto alle istituzioni: «Il Mi-

nistro dell’Interno tiene più ai voti che alla salute della nazione. Al posto di continuare a sparare continuamente stupidaggini per raccattare voti, deve obbligatoriamente con urgenza garantire un’acqua salutare e pulita agli italiani. Siamo in pericolo». E poi ancora una bordata a Salvini: «Perché non fate un sacrosanto decreto sicurezza sulla salute, almeno dei più piccoli? Ne fate che servono a poco niente». Ma cosa c’è dietro a questa performance di Maniero che per la prima volta si espone al pubblico? Nelle sue parole c’è qualche segnale di un possibile nuovo business dopo l’avventura (fallita nel 2016) nel

settore della depurazione dell’acqua. «Nel prossimo video vi indicherò come si possono eliminare le microplastiche con una spesa di qualche decina di euro, altrimenti si rischia di spendere migliaia di euro per acquistare impianti asiatici che probabilmente non funzioneranno». Non resta dunque che attendere il prossimo video su YouTube. Del primo, che ieri sera aveva raggiunto la sessantina di visualizzazioni, l’ex boss non è granché soddisfatto e non ne fa mistero: «Chiedo scusa per l’orribile performance. Ma imparo presto e Pippo nazionale deve avere paura perché gli fregherò il posto». —

zone del Bellunese, dove ha iniziato a piovere con violenza. Zaia ha inoltre già predisposto il decreto sullo stato di crisi che verrà tenuto «aperto» per contemperare eventuali nuove situazioni che si dovessero verificare. Sono precauzioni rese necessarie anche in relazione alle previsioni meteorologiche per oggi e domani. Oggi, specie dal pomeriggio, sono previste precipitazioni e temporali su buona parte del Veneto, e in particolare in montagna. Una situazione che si ripeterà domani, una domenica che si preannuncia all’insegna di intense precipitazioni temporalesche. In relazione a queste previsioni la Protezione civile ha diramato una allerta meteo Arancione per le aree montane e pedemontane del Veneto.

Una delle colate di fango che hanno invaso la strada vicino al Passo Pordoi

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

torino

IN BREVE

Mesi col cuore artificiale Trapianto salva bimbo

Porto Rico Insulti omofobi sulla chat Si dimette il governatore

Allarme Oms Ancora troppi i fumatori Nel mondo 1,1 miliardi

Bibbiano, il tribunale riabilita un genitore

TORINO. Quella stanza, al sesto piano dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove c’è il reparto di Cardiochirurgia pediatrica, era diventata la sua casa. Giacomo, 3 anni, ha trascorso lì 520 giorni. Affetto da una grave forma di cardiomiopatia dilatativa, viveva attaccato a un piccolo cuore artificiale. Sino all’altro giorno quando la donazione di un organo compatibile e il trapianto gli hanno restituito una vita normale.

Il governatore di Porto Rico, Riccardo Rossellò, ha rassegnato le dimissioni, effettive a partire dal 2 agosto. Negli ultimi giorni decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le sue dimissioni. A scatenare le proteste è stata una chat privata apparsa sulla stampa tra il 40enne governatore e alcuni dei suoi più stretti collaboratori contenente insulti sessisti e omofobi, piani per screditare la stampa, strategia di propaganda, corruzione e violenza.

Sono 1,1 miliardi i fumatori nel mondo «e circa l'80% vive in Paesi a basso e medio reddito». Lo dice l’Organizzazione mondiale della Sanità. «Molti governi stanno facendo progressi nella lotta contro il tabacco, con 5 miliardi di persone che vivono oggi in Paesi che hanno introdotto divieti di fumo, avvertenze e foto shock sui pacchetti ma anche altre misure mirate ed efficaci» dice l’Oms. Ma in numerosi altri Paesi «servono politiche più adeguate per salvare vite».

BOLOGNA. In conseguenza dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, va verso la riabilitazione la posizione di un padre, nei confronti del quale il tribunale per i Minorenni di Bologna ha ora revocato l’ordine di allontanamento dalla casa familiare. Allo stesso tempo, «venute meno le ragioni di pregiudizio», è revocato anche l’affidamento dei tre figli al Servizio sociale, così come la regolamentazione dei loro rap-

Nei giorni scorsi, però, per Giacomo è arrivato un cuore nuovo da Bergamo. «Un intervento impegnativo, durato quindici ore», racconta il professsor Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita. Ora il piccolo è ricoverato nella Terapia Intensiva Cardiochirurgica in attesa di essere trasferito nel reparto di degenza e, successivamente, di tornare a casa. —

l’inchiesta sugli affidi

porti con il padre in forma protetta. Si trattava di minori inizialmente affidati al servizio sociale dell’Unione Val d’Enza finito al centro dell’inchiesta della Procura di Reggio Emilia. Poi recentemente, sempre su disposizione dei giudici, sono passati a un altro servizio limitrofo, dopo l’esecuzione delle misure cautelari che riguardano anche questo caso. I giudici hanno accolto le richieste dei difensori dei genitori. —


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SPRESIANO - VILLORBA - MOGLIANO

SABATO 27 LUGLIO 2019 LA TRIBUNA

Il caso

Zaia: «Il velodromo deve essere terminato» Spresiano. Il governatore furioso con la Pessina, che ha chiesto il concordato: «Non voglio vedere opere incompiute» SPRESIANO. «Per la storia della nostra comunità, non possiamo permetterci un’incompiuta». Luca Zaia lancia un messaggio forte e chiaro. Il tema è il velodromo di Spresiano, tornato in primo piano per la richiesta di concordato preventivo in continuità depositata dalla Pessina Costruzioni, il colosso milanese che s’era aggiudicato il bando federale finalizzato alla realizzazione e gestione del primo velodromo italiano capace di ospitare Mondiali e Olimpiadi. Il governatore veneto era presente in settembre alla posa della prima pietra al pari di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, sul cui tavolo è appena arrivata una missiva della Federazione che chiede esplicitamente come sbrogliare la matassa. Perché il cantiere - non è chiuso, benché si proceda a passo di lumaca - ha già accumulato sette mesi di ritardo e c’è il rischio concreto di andare alle calende greche. Perché i tempi di consegna previsti dal contratto - 18 mesi, in tempo utile per consentire alle Nazionali azzurre di ultimare la preparazione per le Olimpiadi di Tokyo - sembrano ormai una chimera. Come reagire all'impasse? Secondo fonti federali, sarebbero tre le ipotesi sul piatto: la stessa Pessina, previo via libera al concordato, porta a compimento l’opera; un nuovo bando federale funzionale a reperire un nuovo soggetto che s’accolli la prosecuzione dei lavori; la Presidenza del Consiglio avoca a sé il progetto. D’altronde, il finanziamento pubblico - 27 milioni di euro, risalente alla Finanziaria 2007 - è stato certificato da un accordo di programma sottoscritto nel 2016 fra la Federciclo e Palazzo Chigi. Motivo per cui toccherà alla Presidenza del Consiglio dirimere la questione. Nell’attesa, il presidente Zaia è giocoforza preoccupato: «Ho appreso la no-

tizia dai giornali. Già il velodromo ha una storia frastagliata e tortuosa, già per arrivare a quel cantiere ci sono voluti tantissimi anni… Ora spero non diventi un’agonia. La storia di noi veneti non può accettare un’incompiuta. Non voglio cattedrali nel deserto». Parole come pietre, che prendono la strada di Roma: «Serve un grande colpo di reni, anche da parte

Ma il cantiere è in ritardo da mesi. Il governatore: «Serve un colpo di reni» della Federazione. Si faccia bene e si faccia presto. Qui si vive a pane e ciclismo, quell’opera è doverosa. Mi auguro la partita si possa sbloccare velocemente». In ballo c’è la costruzione di un velodromo da 6 mila posti, utilizzabile 150 giorni l’anno dalla Federazione. Ad oggi, in Italia esiste solo un altro velodromo coperto e a norma internazionale, benché non utilizzabile per i grandi eventi. Si tratta dell’impianto di Montichiari, che però da un anno è chiuso per le infiltrazioni dal tetto ed è attualmente soggetto a lavori di ristrutturazione, il cui termine è previsto per metà settembre. Una buona notizia per la pista azzurra, che in parallelo sperava di contare presto sull’anello di Lovadina e invece sarà costretta a ingoiare l’ennesima vicissitudine burocratica. Pessina, società del settore edilizio fondata nel 1954, ha richiesto il concordato al Tribunale di Milano, a seguito della pesante sotto-produzione registrata nei cantieri negli ultimi mesi. Stando al Sole 24Ore, la situazione più delicata è legata allo stallo dell’ospedale della Spezia che avrebbe determinato una perdita di fatturato fra i 30 e i 40 milioni. — Mattia Toffoletto

l’intervento

I lavori sono fermi a metà Nella foto grande, lo stato dei lavori attuale del velodromo di Spresiano. Sopra, invece, il governatore del Veneto Luca Zaia, alla cerimonia della posa della prima pietra. Zaia è preoccupato per i lavori in ritardo e per il concordato chiesto da Pessina.

la storia infinita

Se ne parla ormai da 35 anni Ci ha guadagnato solo Mosole Nel 1984 con i mondiali sul Montello partì l’idea Prima scelta fu Monigo poi toccò a San Giuseppe e infine alla cava di Lovadina SPRESIANO. Alla fine l’unico

che ha portato a casa qualcosa è stato Remo Mosole, che ha venduto il terreno. Il “velodromo del sior intento”, mai dato alla luce, compie 35 anni. Era il 1984 e già, sulla salita dei mondiali sul Montello, si parlava, con Mosole, Angelo Coletto e Teo Sanson, del «dopo». E nel dopo-Montello 85 c’era

mogliano

già il velodromo che si sarebbe costruito «con i soldi avanzati dal Mondiale». Ma sul Montello gli spettatori entrarono gratis da ogni parte del “bosco” e non avanzò una lira (c’erano ancora), anzi. Allora ci pensò la Federciclo a promettere il velodromo. Noi da pazienti cronisti abbiamo partecipato almeno a un paio di pose della prima pietra: la prima a Monigo, la seconda a San Giuseppe e l’ultima, in cava da Remo, dove ci si può ritemprare il corpo e lo spirito, ma non si aggiustano i tracolli finanziari

dell’impresa. Stavolta son spuntate anche le ruspe, un passo avanti rispetto alle chiacchiere, ma siamo già a quasi 8 mesi di ritardo. Non dovevano presentarci le nazionali per Tokyo 2020? Sognarsela, presidente Di Rocco. E una volta costruito, a chi toccherà la rogna di pagarci le spese di riscaldamento, mantenimento e bollette? Una struttura come un palazzetto-velodromo coperto è un assegno in bianco da consegnare nelle mani di fornitori di energia e delle aziende che fanno le manutenzioni. Sicuri che

siano stati fatti i preventivi? Di certo non ne risponderà Mosole, che pure qualcuno ancora ritiene il proprietario. Ma il velodromo di Treviso, probabilmente, è pronto a travestirsi anche da altro, pur di far tornare i conti. Certo, ci fossero le scommesse sulla pista come in Giappone, le certezze sarebbero altre. Ma in Giappone c’è anche la Yakuza e la Trimurti, e non è il caso di copiare. E allora ce ne vorranno di spettacoli, concerti, mega-convegni o altro, campionati di pattinaggio e mondiali di judo e karate per far tornare i conti. E forse ha ragione chi dice che «gestire è un po’ come morire». Per un po’ qualcuno ha anche cercato un nome per il “gioiello”. Il cognome c’è: Debito. Come nome, Costante va bene? Era il nome di Girardengo. — Toni Frigo

mogliano

Bonus e premi per i cittadini Un ufficio d’info turistiche che salvaguardano l’ambiente al posto dell’ex cooperativa MOGLIANO. Le buone azioni dei cittadini moglianesi si trasformano in bonus sconto da spendere nei negozi della zona. Un progetto ambizioso, sposato dal Comune che ieri ha premiato Stefano Giorio e la moglie Giuseppina, vincitori del concorso “Ecoattivi”. La coppia ha ricevuto un dispositivo Kindle per la lettura dei libri, ma l'iniziativa prosegue e cerca nuovi partecipanti tra i cittadini. Per aderire basta scari-

care l'app Ecoattivi e iniziare a mettere in campo buone pratiche di salvaguardia ambientale. «Gesti semplici - sottolinea il sindaco Davide Bortolato come conferire i rifiuti all'ecocentro, usare i pannolini lavabili e le casette dell'acqua. Le azioni registrate dalla app diventano buoni sconto da spendere in diverse attività commerciali di Mogliano. Così premiamo chi si impegna a fare

del bene all'ambiente e aiutiamo i negozi di prossimità». Chi conferisce i rifiuti differenziati prende 200 punti, chi fa il volontario del verde 2.000 punti, l'accompagnatore del Pedibus 800 punti. Il prossimo concorso “Ecoattivi” a ottobre metterà in palio una macchina elettrica che andrà al cittadino più virtuoso residente in uno dei comuni in gara. — Valentina Calzavara

L'ex cooperativa sul Terraglio verrà demolita. La giunta di Mogliano ha dato il via libera all'abbattimento dell'opera. Al suo posto nascerà un padiglione in vetro e acciaio che accoglierà lo Iat, l'ufficio informazione turistica della zona, uno spazio smart, interattivo e fruibile dai cittadini anche in modo autonomo. «L'area abbandonata è diventata ricettacolo di piccioni e topi, causando problemi igie-

nico sanitari. La sua demolizione e la costruzione di un nuovo fabbricato adibito a Iat valorizzerà la zona ed anche le ex scuole Rossi che sorgono dietro alla vecchia cooperativa e che sono la sede degli uffici tecnici» sottolinea il sindaco di Mogliano Davide Bortolato. Uno stanziamento di circa 25 mila euro è stato deciso per l'assegnazione dell'incarico e la progettazione del nuovo edificio. «Non

appena avremo il progetto procederemo con la demolizione dell'ex cooperativa, i soldi già ci sono» fa sapere il sindaco Bortolato «e poi metteremo nel bilancio 2020 la cifra che serve per la nuova costruzione dello Iat». Il servizio non sarà tradizionale ma interattivo, annuncia il primo cittadino, permettendo al turista di entrare e informarsi con un clic. — V.C.


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